Conciliare età e bellezza. Un sogno? Per molte donne è già una realtà

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Conciliare età e bellezza. Un sogno? Per molte donne è già una realtà
[INCHIESTA]
Il dieci marzo Sharon Stone,
l’attrice americana famosa per la
bellezza e il fascino, compie
cinquant’anni. Altre doti di cui è
abbondantemente provvista,
l’intelligenza, la forza d’animo, la
generosità, sono sempre passate
inosservate. Ma cosa c’è di più
divertente che prendere di mira una
donna di cinquant’anni? E se la
donna in questione è stata un’icona
del sex appeal degli anni Novanta, il
tiro al bersaglio è di quelli da non
perdere. Era per l’esattezza il 1992
quando, grazie a un discutibile
film, Sharon Stone assurse a
simbolo del cosiddetto “eterno
femminino”. Che invece eterno non
è, anche se oggi le cure di bellezza e
la chirurgia estetica sembrano fare
miracoli. O disastri. Perché c’è una
bella differenza tra ricorrere al
bisturi per attenuare i segni del
tempo che passa e mirare a
stereotipi dove la volgarità
e l’eccesso sembrano diventati
la meta da raggiungere.
C’è chi si affida al bisturi per
dimostrare di colpo quindici anni di
meno. Il risultato? Lineamenti
deformati, visi fatti in serie e tirati
come quelli dei conigli appesi per le
orecchie. Un fenomeno sociale che si
potrebbe così sintetizzare: a
qualsiasi costo tutte uguali, tutte
belle, tutte rampanti. Sharon Stone
non fa parte della categoria. Sharon
Stone, con i suoi 50 portati alla
grande, resta affascinante. Di più.
Ha capito che essere belle non
basta. E dopo aver superato un ictus
che avrebbe tagliato gambe e
Conciliare età e bellezza. Un sogno? Per molte donne
carriera a chiunque, oggi dedica
tempo, denaro ed energie a
cause di carattere etico e sociale.
Tra la foto di copertina e quella
qui accanto, la preferiamo con
la zazzeretta corta, mentre
partecipa all’asta benefica di
Cinema Against Aids (Il cinema
contro l’Aids), dove anche una
lacrima le ha rigato il viso.
Ancora più intenso malgrado,
o forse proprio grazie, a qualche
piccola ruga in più.
Nella Grifoni
è già una realtà
TROPPO BELLE. O NO?
C
onciliare l’età con la bellezza senza
inseguire la chimera dell’eterna giovinezza, sembra la regola d’oro per
chi veleggia dai cinquanta in su. Già, ma attraverso quali disagi e adattamenti si può arrivare
a questo traguardo di equilibrio auspicato?
Ne parliamo con la psicologa Gianna Schelotto, autrice di numerosi libri.
Quali sono i motivi di insicurezza per
una cinquantenne?
«Il primo è il corpo che cambia, perché
non c’è dubbio che la menopausa sia un segnale. Questo elemento, cioè la menopausa,
viene a dire che c’è un passaggio d’età. Può
inquietare, ma per la struttura psicologica
delle donne è fondamentale. Non c’è niente
che indichi agli uomini quando diventano
grandi, adulti o vecchi, mentre le donne hanno scadenze corporee che segnalano un cambiamento e in genere evitano loro di restare a
lungo in un tempo che non è più il loro. Soprattutto adesso che la menopausa viene vissuta in modo molto diverso che in passato».
Dai disagi iniziali, come evitare di immaginarsi un futuro in declino?
«I cinquant’anni sono un passaggio forte,
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Sharon Stone
però era doloroso quando si era circondate
da 50-55enni che questo passo lo avevano fatto ed erano imbruttite, invecchiate, curve,
senza interessi: donne che si erano decretate,
da sole o per imitazione, il proprio declino.
Adesso anche la cinquantenne più modesta
dal punto di vista socio-economico ha intorno a sé altre cinquantenni che non sono né
vecchie né brutte né malandate. Sono esempi per guardarsi intorno e dirsi: “Non c’è bisogno di essere Sharon Stone per sentirsi in
gamba”. Non è solo un problema psicologico, è che abbiamo a disposizione tutta una serie di aiuti, anche chimici, come gli ormoni
sostitutivi che sono importanti per chi decide di servirsene. Ma non c’è dubbio che lo
slittamento di almeno dieci anni, che vale
per ventenni e trentenni, c’è stato anche nelle cinquantenni, per fortuna: un’età in cui
non si è disposti ad accettare il declino».
Nella cura del corpo, cosa fare e cosa no?
«Va bene ciò che aiuta a stare meglio e
può migliorare il nostro aspetto per noi stesse
e per gli altri, e che però deve restare sempre
nell’ambito del realismo. Tirarsi un po’ perché quelle rughe sono così brutte, o lo sono
씮
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«È liberatorio muoversi, vestirsi e camminare
solo perché abbiamo la libertà e la voglia di farlo»
“
”
A quest’età una donna
dovrebbe aver
scoperto di valere
non solo perché
un uomo la guarda
씮
le borse sotto gli occhi, o la liposuzione: va
tutto bene, ma dipende dall’obiettivo che ci
si pone. D’accordo se è per sentirsi
più a posto, di migliorare la vita
di adesso. Se invece è per mostrare vent’anni di meno, va
meno bene. Realismo in questo caso significa vivere l’età
al meglio possibile, ma viverla come tale».
È inevitabile che le donne
adulte siano un po’ invisibili
agli occhi degli uomini?
«Beh, credo di sì.
È chiaro che una
donna di 50 anni
che entra in un
bar, se non è
appunto Sharon Stone, non
se la fila nessuno. Ma questo è
normale. È un fatto al quale da una parte ci
si deve abituare con un lento, graduale adattamento. D’altra parte, a quest’età
una donna dovrebbe aver raggiunto quel livello di rapporto con sé
stessa da sapere che non è che
valga perché un uomo la guarda. È anche incredibilmente
liberatorio muoversi, vestirsi,
camminare, entrare e
uscire non perché c’è
uno sguardo maschile
che dobbiamo compiacere, ma solo perché abbiamo la libertà e la voglia di farlo.
Quanto al fascino dell’età matura, consiste
nel fatto che queste persone, salvo eccezioni, hanno l’esperienza, la maturità e quell’uso di mondo, co-
LA TESTA GIRA PER LA CINQUANTENNE DELLA PORTA ACCANTO
B
ellissime. Magari con
un aiutino da parte
della chirurgia estetica,
quasi un obbligo per chi ha
fatto della propria immagine
una professione. Sharon
Stone, ammaliante
testimonial della cosmesi
firmata Christian Dior, ha
appena compiuto 50 anni.
Kim Basinger, scelta
invece come modello di
bellezza da Lancaster, li ha
già serenamente superati.
Stesso passaggio già
allontanato per le stupende
Isabella Rossellini e Ornella
Muti. Invidiabile forma fisica
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e pelle di porcellana anche
per due bellezze del cinema
italiano degli anni Settanta:
Gloria Guida e Dalila Di
Lazzaro, quest’ultima
autrice tra l’altro di due libri.
L’ultimo, Il mio angelo,
appena uscito in libreria.
Cinquantenni speciali,
certo. Quasi
Wonder Woman.
Ma tutti noi
conosciamo la
cinquantenne
della porta
accanto che fa
girare la testa
agli uomini,
anche a quelli molto più
giovani di loro. Donne che
i cinquanta (e passa...) non
li dimostrano proprio.
Attive, indipendenti,
attraenti, impegnate,
moderne, le cinquantenni
del terzo millennio sono
molto diverse da quelle della
generazione che
le ha precedute.
Mogli e madri,
ma anche single
in carriera, si
riscoprono donne
e seducono con
Giusi Galimberti
un fascino che non ha età.
Belle ma non solo, perché
il loro splendore è dato
anche dal una completezza
fatta di impegno sociale,
maturità, personalità.
Una recente ricerca,
realizzata per l’Osservatorio
Differently di Lancaster
dall’istituto francese Novatris
sulla percezione delle nuove
cinquantenni da parte degli
uomini europei (440 tra
italiani, tedeschi, spagnoli e
francesi), ha prodotto dati
sorprendenti. I “lui” tra i 25
e i 65 anni hanno promosso
a pieni voti le donne di 50
me si diceva una volta, che dà loro sicurezza e capacità di muoversi con equilibrio».
Come si fa a dire addio ad alcuni sogni
senza essere sommerse dai rimpianti?
«Inventandosi altri sogni. Per esempio,
tutto quello che le donne, che avevano i figli, un lavoro, un marito noioso, la rata della casa da pagare, sono state costrette a
mettere da parte, adesso se lo possono
prendere. Può essere la pittura o andare a
cavallo, ma anche cose semplici come
ascoltare canzoni fino a notte alta. Dipende anche dalla disponibilità a mettersi in
discussione, a ricominciare, a ricostruire
nuovi sogni».
Oggi le cinquantenni sono
più fortunate che in passato?
«Certo che sì, perché in
passato 50 anni significavano davvero una porta che si chiudeva, e
adesso, invece, tante che si aprono. Dopo
di che una può decidere di uscire o di restare, di fare passi nuovi oppure guardare dalla finestra le altre che li fanno. Però rimane
il fatto che hanno molte più possibilità a disposizione».
Rosanna Biffi
anni, belle per la forte
volontà che mostrano nel
raggiungere i loro obiettivi.
Confrontandole con
le loro mamme, gli uomini
vedono nelle odierne
cinquantenni una pienezza
che va al di là della vita
familiare: per loro, adesso,
sono soprattutto donne.
Sfatato dunque il mito della
donna “over 50” vissuta
come mamma dagli italiani:
solo il 5% dei connazionali
pretende da questo modello
di donna un atteggiamento
protettivo. Vince piuttosto
l’idea (48%) che la
cinquantenne ideale sia
una persona che può
essere conosciuta
e incontrata, una
potenziale amante.
Insomma, seduzione
e attrazione sono le
chiavi di definizione
più tipiche delle donne
“over 50” di oggi.
E le donne, come si
vedono? Fisicamente
sentono che il corpo
invecchia, la fisiologia
cambia. Vivono sulla soglia
di un ciclo, spesso
rappresentato dall’uscita di
casa dei figli. Ma allo stesso
tempo si sentono più libere.
Maturare è per loro un
momento denso e vitale,
che porta a nuove scoperte.
Amore e sensualità
sono vissuti con uno
A sinistra: Rosanna Biffi.
Al centro: Kim Basinger
nella campagna Lancaster.
Qui sopra: la psicologa
Gianna Schelotto
slancio più pieno.
Emancipate dallo
stereotipo della mezza età
del riposo e della pace dei
sensi, varcano una nuova
soglia di soddisfazioni. Per
ritardare o addirittura
cancellare i segni del tempo
sono aiutate dalla moderna
cosmesi e dai progressi
della chirurgia estetica.
Insomma, i cinquant’anni
di oggi sono una sfida, una
provocazione, una seconda
vita in cui esistono pochi
punti di riferimento, perché
le nostre madri e le nostre
nonne li hanno vissuti in
modo molto diverso.
Giusi Galimberti
Che cosa colpisce gli uomini
TEDESCHI
Il sorriso
69%
SPAGNOLI
L’intelligenza
70%
FRANCESI
L’intelligenza
61%
ITALIANI
L’aspetto fisico
56%
Fonte: Osservatorio Differently/Lancaster
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MAI TRADIRE SE STESSE
mento, di negarlo addirittura,
qualche problema c’è. Una visione della vita umana dove
l’invecchiamento non è contemplato, in realtà è l’espressione di una società violenta e crudele, che stravolge la realtà e riconosce solo chi crede ai suoi artifici.
Ci obbliga a tradire noi stessi».
Vi sono situazioni, però, in cui uno
sta male per un difetto o un trauma
che ha alterato l’aspetto…
«In questi casi non si parla di interventi estetici ma di medicina ricostruttiva: quella che non solo “ripara” il corpo da qualche devastazione
fino a una completa ricostruzione, anche del viso (nel caso di ustioni, per
esempio) o di un seno (nel caso di mastectomia per tumore) e persino del rifacimento di parti del corpo vissute con
imbarazzo e disagio. In questa materia il
confine è fluido, vi sono mille sfumature
«Curare il corpo e magari intervenire su di esso ha
senso se non implica subire modelli imposti da altri»
M
igliorare il proprio aspetto è un’esigenza legittima. Ma quando diventa fuori luogo? Lo abbiamo chiesto
al professor Sandro Spinsanti, bioeticista e
direttore dell’Istituto Giano di Roma. «Secondo me», risponde Spinsanti, «quando il
miglioramento diventa un inganno, addirittura un tradimento. La letteratura ci viene in
aiuto: Dorian Grey rimane sempre bello e
giovane, ma inganna tutti perché lui non è
così, è diverso da quello che sembra. Questo “tradimento” non è mai un atto singolo ma è sempre un progetto, anche se non
ce ne rendiamo conto. Oggi nessuno tende
a considerare un intervento estetico, come
spianare una ruga o ritoccare un naso, un
problema che attiene alla morale. Non dobbiamo farci fuorviare dall’atto in sé, ma interrogarci sul progetto esistenziale che sta dietro. Intervenendo, in fondo mostriamo di
non voler rimanere fedeli a noi stessi, di inseguire un’immagine idealizzata, artificiale,
presa in prestito da altri. Non è il singolo trattamento che è in questione, ma il contesto
nel quale è necessario rimetterlo: se il progetto di vita pretende di nascondere l’invecchia-
MA IL MEDICO SERIO PRIMA CONSIGLIA UNO STILE DI VITA
A
noi donne è concesso
invecchiare? Certo!, ci
rispondiamo. Eppure appena
ci chiedono l’età,
replichiamo che non si fa
questa domanda alle
signore…. Invecchiare
sembra un privilegio delle
donne intelligenti, per loro
è un vanto, anzi, sembra
che migliorino nel tempo.
Ma non tutte siamo Sharon
Stone, a 50 anni bellissima e
intelligentissima. La Tv e le
interviste dicono che ha un
QI altissimo, anche se poi
non ha vinto il Nobel, non ha
più un marito e non gira più
film importanti. Sarò forse
un po’ gelosa?
Le cose, comunque, sono
cambiate anche per le
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strade di Milano. Specifico
Milano perché è la città dove
vivo e lavoro e dove il
Sistema Moda fa da
padrone. Si incontrano
signore “over 50” bellissime.
Anzi: si incontrano signore
senza età, a volte
bellissime altre volte
troppo rifatte. Queste si
riconoscono per un eccesso
di zigomi, bocca
perfetta su una
pelle non più
elastica e magari
macchiata, seni
troppo sporgenti
e tonici per
essere veri.
Da noi medici
arrivano signore
con idee molto
chiare, a volte con fotografie
di bocche e zigomi. Ti
dicono: vorrei la bocca
della Bellucci e gli zigomi
della Ferilli. Il medico bravo,
lo specialista serio non
subisce la richiesta e spiega
alla signora che per stare al
meglio nella propria pelle ci
sono altri sistemi, non è
necessario cambiare i
connotati. Ma
quanti sono i
medici specialisti?
Quanti sono i
medici che hanno
conseguito un
diploma
post-laurea in
La dottoressa
Dvora Ancona
Medicina estetica? Pochi,
purtroppo. La maggior parte
dei medici (e non: alcuni non
sono neanche laureati) che
lavorano in questo campo
hanno deciso all’ultimo
minuto di improvvisarsi
medici estetici.
Lo specialista serio
deve prima di tutto iniziare
il paziente a uno stile di
vita differente: per
esempio, utilizzare filtri
solari per evitare macchie o
capillari o microrughe e
soprattutto prevenire il
rischio di tumori. Non tutti
sanno che possono
comparire sul viso o sul
corpo tumori maligni che
non danno metastasi ma in
breve possono infiltrarsi nei
tessuti più profondi. E poi
mangiare sano: tante
verdure ma bevendo molta
acqua, se non vogliamo
problemi intestinali; frutta sì
ma non troppa, basta un
frutto al giorno.
Al paziente dobbiamo
spiegare che la strada da
seguire consiste nel
migliorare la pelle, che negli
anni si è raggrinzita anche a
causa delle cattive abitudini.
Il vero medico estetico
suggerisce al paziente la
strada della prevenzione che
si ottiene tramite vitamine,
laser specifici per stimolare
nuove fibre, per riformare il
collagene. Per avere,
insomma, una pelle sana,
un “involucro” capace di
proteggerci.
Vorrei concludere con una
recente indagine organizzata
dal centro Research
International di Londra, che
ha valutato il rapporto delle
donne di diverse culture
rispetto alla bellezza e ai
trattamenti mini-invasivi
come i filler. È emerso che
quasi un terzo delle
donne userebbe
un dermal filler
per avere un
aspetto
migliore e
aumentare
la propria
autostima.
L’indagine,
condotta su
5.000 donne d’età
compresa tra i 25 e i 60
anni, prese a campione tra
Italia, Francia, Gran Bretagna,
Spagna, Germania e Usa, ha
riservato molte sorprese. Le
italiane, per esempio, sono
quelle che fanno maggior uso
di trattamenti estetici, più
delle americane. Le
motivazioni sono: avere un
aspetto più fresco, essere
attraenti per la propria età,
incrementare l’autostima.
Le francesi sono
quelle che hanno
il miglior
rapporto con
le rughe. Il
65% di loro
dichiara di
non volere un
viso stirato e
solo il 10%
vuole apparire
stupefacente. Il 40%
delle spagnole pensa di
portare bene la propria età e
usa i filler per mantenere il
benessere psicofisico, a
differenza delle americane
che lo impiegano per
“
”
Una visione della vita
in cui l’invecchiamento
non è contemplato
è l’espressione
di una società
violenta e crudele
A sinistra: Isabella Rossellini.
Sopra: il professor
Sandro Spinsanti
sembrare più giovani. Le
americane, come le inglesi,
si vedono stanche e
stressate e hanno un
rapporto ansioso con lo
specchio. Inoltre sono
quelle che fanno più uso
di make up. Le donne che
spendono meno in
trattamenti di bellezza? Le
tedesche. Sono le meno
inclini a cambiare il proprio
regime e le più convinte di
portare bene i propri anni. E
gli uomini cosa ne pensano?
L’86% dei 2.500 intervistati
ritiene che la propria
compagna abbia un aspetto
piacevole per la sua età, ma
solo il 4% definisce il suo
viso attraente. Sarà per
questo che le italiane
ricorrono in modo massiccio
ai trattamenti estetici?
Dvora Ancona
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«L’universo maschile è diventato terra di conquista,
la società cambia e i valori cambiano con essa»
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e mille motivazioni. Perché fra noi e il nostro corpo vi sono sempre la cultura e il
contesto sociale. E allora come distinguere il
disagio di una donna senza un seno da quello
di una ragazzina che pensa di avere le cosce
troppo grosse? E che pensa questo perché la
società manda segnali che lei interpreta così:
tra il mio corpo e ciò che vogliono gli altri
non c’è corrispondenza».
Possiamo dire che è una questione
di gradi? E che cosmetici e bisturi sono tipi ben diversi d’intervento?
«Anche qui non direi, anche se
certamente il senso della misura ha
la sua parte. Si può esagerare coi
cosmetici e limitarsi al minimo
col bisturi. Tornerei ancora
una volta a ciò che sta dietro
le singole scelte: qual è il
progetto? Oggi nessuno
ha da ridire sulle “cremine”, sembrerebbe
un discorso dove
l’etica non c’entra. Ma se allunghiamo un po’
Gloria Guida
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lo sguardo, magari scopriamo che le cremine
che levigano il viso sono ottenute col dolore
e la vita di migliaia di animali usati come cavie, creature costrette a vivere una vita ben
grama per farci belli. Vi sono gruppi animalisti che su questo fanno battaglie. Finora la società li considera degli stravaganti, forse sono le avanguardie di un modo più alto e nobile di concepire l’etica. Per non parlare del
discrimine economico. Considerando il livello di ingiustizia sociale – e non intendo il Terzo mondo, coi bambini che muoiono di fame, ma anche la situazione del nostro Paese,
dove un terzo della famiglie non arriva a fine
mese – c’è lo spazio per chiedersi qual è il
mio progetto di vita, se scelgo di spendere
per sembrare più bella o più bello».
Ormai anche gli uomini ricorrono alla
chirurgia estetica. Un cambiamento culturale o solo di costume?
«L’universo maschile è diventato ormai terreno di conquista. Una volta gli uomini si
prendevano cura del corpo con un certo pudore, c’era un ritegno collegato direttamente
col carattere della virilità. Ora non più, perché la società è cambiata, i valori anche e la loro percezione pure. Le barriere cadono una
dopo l’altra e oggi non stupisce più nessuno
se un uomo va dall’estetista a tirarsi le rughe o
farsi mettere un po’ di capelli».
Quanto è spinta commerciale, in questa
corsa ai cosmetici o al bisturi, e quanto invece un’esigenza dello spirito del tempo?
«I due aspetti corrono insieme e si fortificano a vicenda. La spinta commerciale è potente: essendo un settore economico enorme, che come tutte le realtà economiche vuole prosperare, ha bisogno di ampliare il suo
bacino di utenza e quindi inventa strategie
comunicative sempre più convincenti. Che
a lungo andare, moltiplicate dall’effetto mediatico, diventano cultura diffusa. Così avviene che una grande quantità di aziende e di
medici del settore ambiscono a farci schiavi
di quel progetto di vita che antepone l’apparire all’essere».
Mirella Camera