Relazione quadro conoscitivo

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Relazione quadro conoscitivo
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COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
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Relazione generale e criteri attuativi
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Sindaco
Giovanni Battista Bulgari
Segretario
Avv. Silvio Grieco
Ufficio Tecnico comunale
Geom. Sara Zuffellato
Documento di Piano
CPU Engineering s.r.l.
Direttore Tecnico: Arch. Alessandro Magli
Collaboratori: Arch. Paola Ceriali, Pian. Roberta Arrigoni
Reticolo Idrico Minore
CPU Engineering s.r.l., Massimo Marella
Studio geologico
CPU Engineering s.r.l., Massimo Marella
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RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
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INTRODUZIONE ..................................................................................................................... 8 PARTE 1. LA PIANIFICAZIONE SOVRALOCALE ............................................................. 13 1.1. 2.1. LA PIANIFICAZIONE REGIONALE .............................................................................................. 13 LA PIANIFICAZIONE PROVINCIALE ........................................................................................... 19 PARTE 2. I SISTEMI TERRITORIALI ............................................................................... 31 2.1. SOCIO DEMOGRAFICO ................................................................................................................ 31 2.2. SOCIO ECONOMICO .................................................................................................................... 40 2.3. AGRICOLO ................................................................................................................................... 44 2.4. SISTEMA COMMERCIALE ............................................................................................................ 49 2.5. SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE .............................................................................................. 52 INQUADRAMENTO INFRASTRUTTURALE ............................................................................................... 52 MEZZO PRIVATO ................................................................................................................................ 53 MEZZO PUBBLICO: AUTOBUS ............................................................................................................ 54 MEZZO PUBBLICO: TRENO ................................................................................................................. 55 2.6. SISTEMA URBANO ....................................................................................................................... 57 TESSUTO PRODUTTIVO .......................................................................................................................... 62 NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE ......................................................................................................... 62 Cenni storici generali ......................................................................................................................... 63 Il sistema urbano: l’evoluzione del costruito ..................................................................................... 64 La cartografia antica........................................................................................................................... 65 2.7. SISTEMA PAESAGGIO .................................................................................................................. 68 Uso delle fonti e riferimenti bibliografici ........................................................................................... 98 4
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INTRODUZIONE
Il Documento di Piano si pone come documento della visione strategica del Piano di Governo
del Territorio.
La componente strategica si traduce non solo nella sua fase operativa, contraddistinta dalla
definizione degli obiettivi specifici del Governo del Territorio e per l’individuazione degli ambiti
di sviluppo futuri (Ambiti della trasformazione), ma anche nella preventiva definizione di una
visione complessiva del territorio, analizzando le forze che agiscono sui vari sistemi che
compongono il contesto d’inserimento di tale piano.
La costruzione di una visione complessiva delle dinamiche territoriali comporta l’acquisizione di
una conoscenza territoriale in grado di comprendere lo sviluppo del Comune di Milzano nel
corso del tempo e capirne le potenzialità e le criticità e le future esigenze abitative.
La fase di acquisizione delle informazioni e conoscenze necessarie per la definizione della
scansione attuale del territorio Comunale di Milzano è definita dall’art. 8 comma 1 lettera a) e
lettera b) della Legge Regionale n. 12 dell’11 Marzo 2011 come quadro conoscitivo del PGT
ove:
 Vengono effettuate indagini sul sistema socio-economico locale, analisi delle caratteristiche
della popolazione, delle dinamiche insediative ed occupazionali della popolazione residente.
 Si valuta il contesto economico produttivo in cui il Comune è inserito, la definizione delle
dinamiche del sistema commerciale, artigianale e agricolo produttivo che definiscono
l’economia Comunale.
 Si individua il sistema dei vincoli amministrativi presenti sul territorio e la sovrapposizione
con le istanze pervenute da parte dei cittadini singoli o in forma associata.
 Si predispone un approccio integrato al territorio comunale attraverso la definizione di un
quadro unitario ed organizzato delle informazioni territoriali.
Il Quadro conoscitivo, in particolare, provvede all’organica rappresentazione e valutazione del
territorio preso in esame e dei processi evolutivi che lo caratterizzano e costituisce riferimento
necessario per la definizione degli obiettivi strategici del piano.
La visione unitaria ed organica del territorio si divide e, nello stesso tempo si completa
prendendo in considerazione i seguenti sistemi, che ricorreranno all’interno dei documenti che
compongono il Piano di Governo del Territorio.
Il quadro conoscitivo indaga i diversi sistemi funzionali (PARTE 2) alla luce delle considerazioni
sovraesposte, quali:







sistema socio-demografico
struttura economica locale
sistema commerciale
sistema scolastico
sistema della mobilità
sistema urbano
sistema agricolo.
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Per evitare che si verifichino nel corso della stesura fenomeni di ripetizione e duplicazione delle
informazioni necessarie, questo documento indirizzerà la lettura di tali sistemi nello specifico
rimandando al documento in cui è stata maggiormente approfondita.
Il quadro conoscitivo prima di affrontare i diversi sistemi funzionali, provvede alla ricognizione
(PARTE 1) degli strumenti di programmazione sovra locale, quali il PTR della Lombardia e il
PTCP della Provincia di Brescia.
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PIANIFICAZIONE SOVRALOCALE
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PARTE
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PARTE 1. LA PIANIFICAZIONE SOVRALOCALE
1.1.
LA PIANIFICAZIONE REGIONALE
Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato, in data 19 gennaio 2010, il Piano
Territoriale Regionale. Con la legge regionale 12/05 il Piano Territoriale Regionale ha acquisito un ruolo fortemente
innovativo nell’insieme degli strumenti e atti di pianificazione previsti in Lombardia. Il nuovo
modello di pianificazione, composto e costituito da una pluralità di soggetti e di processi
variamente interrelati, prevede che il PTR delinei la visione strategica di sviluppo per la
Lombardia e costituisca una base condivisa, su cui gli attori territoriali e gli operatori possano
strutturare le proprie azioni e idee progetto.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia è strumento di supporto all’attività di
governante territoriale della Regione che si propone di mettere a coerenza la “visione
strategica” della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale,
economico e sociale e, analizzandone i punti di forza e di debolezza, evidenzia le potenzialità e
le opportunità per le realtà locali, per i sistemi territoriali e quindi per l’intera regione.
Il ruolo del PTR è quello di costituire il principale quadro di riferimento per le scelte territoriali
degli Enti Locali e dei diversi attori coinvolti, così da garantire la complessiva coerenza e
sostenibilità delle azioni di ciascuno e soprattutto la valorizzazione di ogni contributo nel
migliorare la competitività, la qualità di vita dei cittadini e la bellezza della Lombardia.
Il PTR rappresenta elemento fondamentale per un assetto armonico della disciplina territoriale
della Lombardia, e, più specificamente, per una equilibrata impostazione dei Piani di Governo
del Territorio (PGT) comunali e dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP). Gli
strumenti di pianificazione devono, infatti, concorrere, in maniera sinergica, a dare compiuta
attuazione alle previsioni di sviluppo regionale, definendo a grande scala la disciplina di
governo del territorio.
Al paragrafo 1.5.7 del Documento di Piano il PTR individua gli orientamenti per la pianificazione
comunale
Per cui delinea essenziali elementi di riferimento pianificatorio quali:
l’ordine e la compattezza dello sviluppo urbanistico
-
l’equipaggiamento con essenze verdi, ai fini eco logico-naturalistici e di qualità
dell’ambiente urbano.
-
L’adeguato assetto delle previsioni insediative, in rapporto alla funzionalità degli assi
viabilistici su cui esse si appoggiano ( evitare allineamenti edilizi, salvaguardare i nuovi
tracciati tangenziali da previsioni insediative, separare con adeguate barriere fisiche la
viabilità esterna dal tessuto urbanizzato…)
-
Lo sviluppo delle reti locali di “mobilità dolce” (pedonale e ciclabile).
-
L’agevolazione al recupero e alla utilizzazione residenziale di tutto il patrimonio edilizio
rurale ed agricolo, dismesso o in fase di dismissione.
-
La valorizzazione delle risorse culturali, monumentali, storiche diffuse sul territorio.
Il PTR individua una modalità comune di parlare del e al territorio in sistemi , che tenga conto
da un lato della geometria variabile che caratterizza il contesto d’azione ma che riesca,
dall’altro, a fare dialogare i differenti attori. I Sistemi Territoriali che il PTR individua non sono
ambiti e ancor meno porzioni di Lombardia perimetrate rigidamente, bensì costituiscono
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sistemi di relazioni che si riconoscono e si attivano sul territorio regionale, all’interno delle sue
parti e con l’intorno.
Per ciascun Sistema vengono evidenziati i tratti e gli elementi caratterizzanti che lo
contraddistinguono rispetto agli altri.
Ciascun comune, provincia, ente con competenze per il governo del territorio, devono
identificare nei sei sistemi proposti il proprio ambito di azione e confrontare il proprio progetto
o capacità d’azione con gli obiettivi che per ciascun Sistema del PTR vengono proposti.
I sistemi territoriali della Lombardia individuati dal PTR (fonte: PTR, 2008)
PTPR – Piano Territoriale Paesistico Regionale
Alla scala regionale, il PTPR, Piano Territoriale Paesistico Regionale, ha individuato dei sistemi
territoriali, non dai confini definiti, ma una suddivisione che riguarda aree territoriali nelle quali
si riconosce una costante di contenuti e di forme e una loro congruenza paesistica. Il comune
di Milzano rientra nel sistema territoriale della Pianura Irrigua.
La Pianura Irrigua è identificata come la parte di pianura a sud dell'area metropolitana, tra la
Lomellina e il Mantovano a sud della linea delle risorgive. E’ compresa nel sistema più ampio
interregionale del nord Italia che si caratterizza per la morfologia piatta, per la presenza di
suoli molto fertili e per l'abbondanza di acque sia superficiali sia di falda.
Tali caratteristiche fisiche hanno determinato una ricca economia, basata sull'agricoltura e
sull'allevamento intensivo, di grande valore che presenta una produttività elevata, tra le
maggiori in Europa.
Il tessuto sociale ed economico è ancora marcatamente rurale; l’agricoltura partecipa alla
formazione del reddito disponibile per circa il 6%, rispetto ad una media regionale di poco
superiore all’1%.
Caratteristica negativa di questo sistema è l’invecchiamento degli attivi agricoli con il
conseguente ridotto ricambio generazionale: si sta assistendo, infatti, all’abbandono delle aree
rurali da parte della popolazione giovane che si sposta nei centri urbani in cerca di alternative
occupazionali, cosa che comporta la necessità di adattamento organizzativo del modello
basato sulle grandi famiglie direttamente coltivatrici. Per sopperire a questa carenza di
manodopera giovanile e all'invecchiamento degli addetti in agricoltura è sempre più frequente
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il ricorso a mano d'opera extracomunitaria che ben si adatta alle difficili condizioni del lavoro
agricolo ma che rischia processi di marginalizzazione.
Per mantenere e incentivare l'occupazione locale nel settore agricolo in queste aree è
necessario sviluppare condizioni socioeconomiche tali da garantire livelli di benessere,
soprattutto in termini di presenza di servizi e di occasioni di svago, assimilabili a quelli urbani.
L'industria, pur non essendo l'attività principale di caratterizzazione dell'area, costituisce
un'importante base occupazionale. Essa mostra segni di debolezza nel settore occidentale
della Pianura Irrigua (in particolare nel Pavese), mentre nelle aree orientali è di grande
importanza e sta crescendo l'industria agroalimentare, che si appoggia alle produzioni agricole
locali. La struttura industriale attuale non è però ancora in grado di offrire una varietà di
occupazioni sufficiente a trattenere in loco la popolazione giovane, che cerca alternative fuori
dell'area.
La sempre più diffusa presenza di grandi insediamenti commerciali comporta una minore
diffusione di piccoli punti vendita sul territorio e una progressiva tendenza alla desertificazione
commerciale con evidenti disagi per gli abitanti, in particolare per le fasce più anziane.
Ciononostante, una delle caratteristiche principali del sistema della pianura irrigua riguarda
l’elevato livello di qualità della vita delle città, ai primi posti in Italia nelle recenti classifiche
stilate da quotidiani italiani.
I capoluoghi provinciali costituiscono il punto di riferimento per quanto riguarda i servizi per la
campagna circostante, dove le dimensioni dei centri urbani non permettono la capillarità di
tutti i servizi perché non si raggiungono i livelli minimi di utenza per il loro funzionamento.
Questa organizzazione, seppur comprensibile, comporta difficoltà per i residenti nelle aree più
lontane dai centri urbani ad accedere in tempi ragionevoli ai servizi localizzati nei centri
maggiori, fattore che disincentiva la popolazione a rimanere sul territorio rurale.
Dal punto di vista delle trasformazioni territoriali sono particolarmente importanti le recenti
dinamiche legate alla progressiva diminuzione delle aziende agricole attive, anche se
marcatamente inferiore rispetto alla riduzione dell’intero sistema agricolo lombardo, e
all’aumento della superficie media delle aziende, accanto ad un corrispondente aumento della
superficie agricola utile (SAU).
L’aumento della dimensione delle imprese agricole può contribuire alla protezione della
produttività ed al raggiungimento di un valore aggiunto sufficiente a favorire la permanenza
delle attività e la possibilità di mantenerle anche a fronte di un aumento molto consistente
delle rendite urbane, che minacciano la continuità degli usi agricoli dei suoli.
Le aziende agricole della Pianura Irrigua sono prevalentemente di dimensioni medio/grandi,
adatte ad un'agricoltura moderna e meccanizzata. Nonostante l’elevato livello di produttività
raggiunto sia nelle produzioni vegetali che in quelle zootecniche il sistema non appare però
ancora in grado di garantire la competitività sui mercati internazionali ed appare esposto ai
condizionamenti imposti dallo scenario internazionale (PAC, WTO, ecc.).
Le forme intensive che caratterizzano questo tipo di sfruttamento agricolo stanno evidenziando
alcuni problemi di sostenibilità del sistema. In particolare, si possono evidenziare problemi
legati all’inquinamento prodotto dalle aziende agricole e dovuto alle sostanze chimiche
utilizzate in agricoltura (pesticidi, fertilizzanti chimici, ecc.) che penetrano nel terreno e nella
falda diventando una importante fonte di inquinamento dei suoli; inoltre, gli allevamenti
intensivi di bestiame generano problemi ambientali in relazione, soprattutto, allo smaltimento
dei reflui zootecnici, che ora sono fonte di attenzione per il recupero e l’utilizzo come fonte
energetica ma che, se mal gestiti, possono essere fonte di inquinamento per aria (cattivi odori
ed ammoniaca), suolo (accumulo nel terreno di elementi minerali poco solubili, metalli pesanti,
fosforo), acque di superficie e di falda (rilascio di nutrienti solubili in eccesso, in particolare
nitrati, con possibile compromissione della potabilità e aumento del grado di eutrofizzazione).
L’attività agricola è inoltre una primaria fonte di consumo di risorse idriche per l’irrigazione: la
ricchezza di acque della Pianura Irrigua non ha saputo reggere a tale utilizzo indiscriminato di
acqua e negli ultimi anni durante la stagione estiva la richiesta di acqua ha superato la
disponibilità provocando contese tra gli agricoltori e i gestori delle centrali idroelettriche che
trattengono a monte parte dell'acqua dei fiumi.
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L'utilizzo delle acque per l'irrigazione è infatti nettamente più consistente degli altri usi: in
Lombardia si impiega per l’irrigazione l’81% delle riserve idriche contro una media mondiale
pari al 70%. Per questo motivo la crisi idrica manifestatasi negli ultimi anni si è riversata in
modo particolare sulla scarsa disponibilità delle acque per l’irrigazione.
L’esercizio dell'attività agricola, inoltre, si pone talvolta in conflitto con le aree protette
presenti nel territorio in particolare rispetto alle aste fluviali, lungo le maggiori delle quali sono
stati istituiti parchi regionali.
Nonostante le esternalità negative evidenziate, alle quali occorre far fronte con precise
politiche di tutela del territorio e di salvaguardia dell’ambiente agendo sul sistema delle
imprese, l’area della Pianura Irrigua riveste dal punto di vista ambientale un'importanza che va
ben oltre i suoi limiti. La presenza dei parchi fluviali, di cui si è detto sopra, oltre che di riserve
regionali e Siti di Importanza Comunitaria (SIC), costituisce una risorsa ambientale,
naturalistica, turistica e fruitiva per tutta la regione, da salvaguardare anche a fronte della
pressione dell'agricoltura. In particolare, è necessario evitare l'occupazione delle aree di
naturale esondazione dei fiumi, indispensabili per il contenimento e la laminazione delle acque
di piena, a salvaguardia del territorio. Il suolo agricolo, inoltre, soprattutto nelle aree
periurbane, ha la grande funzione ambientale di area di cintura verde per contenere
l'espansione urbana (esemplare, da questo punto di vista, è il Parco Agricolo Sud Milano).
Le trasformazioni avvenute negli ultimi anni sul territorio vedono una riduzione delle coperture
vegetali naturali, con l'aumento delle aree destinate all’uso antropico e all’agricoltura in
particolare, una diminuzione delle colture arborate ed una prevalenza dei seminativi
monoculturali, la riduzione delle superfici coperte dall’acqua, con abbassamento dell’alveo dei
fiumi; tranne che nelle aree a risaia, il mais è la coltura più importante. Ciò costituisce una
banalizzazione del paesaggio planiziale, e contribuisce all'impoverimento naturalistico e della
biodiversità. L'accorpamento di diverse proprietà ha inoltre determinato l'abbandono di molti
centri aziendali, a cui non è seguito l’abbattimento dei manufatti di scarso pregio che pertanto
rimangono a deturpare il paesaggio. Sii evidenzia anche l'abbandono di manufatti e cascine di
interesse e di centri rurali di pregio. La competitività di questi territori, basata sull’equilibrio tra
produttività agricola, qualità dell’ambiente e fruizione antropica, dipende direttamente dalla
disponibilità della risorsa idrica e dalla tutela dal rischio di esondazioni.
Nel corso degli anni si è passati da un'idea di realizzazione di opere di difesa dalle esondazioni
dei fiumi, all'idea di interventi che restituiscano al fiume spazio e respiro, consentendo la
laminazione delle acque e l’accumulo temporaneo dell’onda di piena, mentre sono sempre più
frequentemente impiegate tecniche di ingegneria naturalistica per la realizzazione delle opere
di contenimento.
Il mantenimento e il recupero di uno standard di naturalità per gli ambiti fluviali anche in
territori coltivati non interessati da aree protette è da perseguire non solo per la conservazione
delle emergenze naturalistiche residue, ma anche per un’armoniosa integrazione tra gli
elementi del paesaggio fluviale, per la sua fruizione, per il coinvolgimento diretto degli
agricoltori ed il riconoscimento del loro ruolo sociale, e si pone come obiettivo il mantenimento
di una identità collettiva del territorio fluviale.
La pressione per l'insediamento di attività industriali, e per l'espansione delle aree urbane,
provocata proprio dalle caratteristiche morfologiche dell’area e dalla ricchezza di acqua, ha
determinato un conflitto con il tradizionale uso dei suoli a scopo agricolo, in particolare nei
pressi dei grandi centri e nelle aree a sud di Milano, ma diffuso su tutto il territorio di pianura.
Il territorio agricolo viene oggi troppo spesso ancora considerato come uno spazio di riserva
per i futuri sviluppi urbani. In aree così ricche dal punto di vista produttivo, naturalistico ed
ambientale è invece fondamentale mantenere la capacità produttiva dei suoli, in termini di
qualità, estensione e localizzazione delle aree destinate alla produzione agricola, nel rispetto
delle caratteristiche ambientali dell’area.
Risulta fondamentale anche conservare l'organizzazione spaziale degli insediamenti e
l'infrastrutturazione del territorio, tenendo presenti le esigenze dell'economia agricola,
evitando ad esempio frazionamenti di aree agricole "compatte": quest'area possiede ancora,
infatti, un'unitarietà territoriale che nella regione Lombardia, tranne per le aree montane per
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evidenti ragioni morfologiche, è ormai una rarità da preservare. Un problema, che non è
esclusivo di questa zona, ma che qui acquista particolare rilevanza per l'elevata qualità dei
suoli, è costituito dai nuovi insediamenti che sorgono accanto ai nuclei preesistenti e vengono
realizzati con modelli insediativi a bassa densità e con forte consumo di suolo. Per evitare la
frantumazione delle aree agricole, è necessario che i nuovi insediamenti residenziali e
industriali si sviluppino in modo compatto. Questo problema non è risolvibile alla scala
comunale, per cui risultano indispensabili accordi e intese di area vasta.
Dal punto di vista dei collegamenti, l'area presenta alcune carenze: i collegamenti ferroviari
con il resto della regione e con l'area milanese in particolare non presentano standard di
servizio accettabili, in termini di frequenze e di tempi di percorrenza: è auspicabile che il
completamento e il funzionamento a regime del SFR pongano rimedio a tale situazione.
Nelle previsioni infrastrutturali regionali l'area della pianura agricola compare in misura
marginale rispetto al Sistema Metropolitano e Pedemontano: se da una parte si tratta di un
fattore positivo per quanto riguarda la conservazione del sistema insediativo, della maglia
delle grandi aziende agricole e la tutela delle caratteristiche territoriali e paesaggistiche che
verrebbero compromesse dal passaggio di una grande opera, dall’altro può rivelarsi negativo
dal punto di vista socio economico.
D'altra parte la realizzazione di grandi opere di attraversamento, quali i corridoi europei,
costituisce un costo per l'area per il grande impatto ambientale che comportano, senza
accompagnarsi con benefici economici e sociali perché servirebbero solo relativamente il
territorio stesso.
Una risorsa che può essere ulteriormente valorizzata è la presenza a Mantova e a Cremona dei
porti fluviali; la previsione regionale di potenziare il sistema portuale garantirebbero la
possibilità di utilizzo dei porti come punto di appoggio per impianti logistici e industriali che
richiedono il potenziamento di infrastrutture ferroviarie esistenti a loro servizio, con beneficio
complessivo per l'area.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed
effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (Dlgs.n.42/2004) .
Il PTR in tal senso recepisce consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale
(PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e
normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela.
Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica
dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità.
Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e
rafforzano le scelte già operate dal PTPR pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica
estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di
pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre
pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e
infrastrutturali.
Il comune di Milzano rientra nel territorio geografico definito “Bresciano” che Corrisponde alla
parte pianeggiante della provincia di Brescia, ben definita a occidente e a mezzogiorno dalla
valle dell’Oglio. Il limite verso il Mantovano si stempera lungo il corso del Chiese, quello
orientale è invece definito dall’arco morenico gardesano.
L’unitarietà degli aspetti percettivi del paesaggio nella secolare conduzione agricola, originata
dalla matrice centuriata romana, è il carattere predominante di questo territorio. Ma anche qui,
come in altri ambiti di pianura, una lettura più attenta porta a distinguere il progressivo
passaggio dalla pianura asciutta e destinata a colture seccagne a quella irrigua, più incline alle
produzioni foraggere. Distinzione peraltro poco avvertibile dopo l‟introduzione dell’irrigazione
meccanica che ha generalizzato la distribuzione delle colture. Canali, rogge, seriole, navigli
derivati dall’Oglio, dal Mella e dal Chiese hanno valorizzato la vocazione agricola, la cui attività
è organizzata da secoli attorno a complessi aziendali “a corte chiusa” di grande rilievo
paesaggistico e, spesso, monumentale. Le strade che da Brescia, a raggiera, si distribuiscono
nella pianura, facilitano la contaminazione industriale di un paesaggio altrimenti connotato
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dall’attività agricola. Il rapporto, qui come altrove, non è sempre felice e sono evidenti, specie
nell’immediata cerchia periurbana bresciana, situazione di stridente frizione fra elementi ormai
abbandonati e degradati del paesaggio agrario e nuovi, estesi, comparti industriali o
equipaggiamenti urbani. Un lembo di paesaggio peraltro già largamente stravolto dall’intensa
attività estrattiva di cava degli anni ‘60 e ‘70. Di fronte alle tentazioni metropolitane dell’alta
pianura, si constata invece nella bassa una forte conservazione dell’ambiente agricolo, seppur
innestato nelle moderne tecniche di coltivazione meccanizzate.
La distribuzione degli insediamenti, affine a quella del vicino Cremonese, identifica numerosi
piccoli agglomerati di dimore “a corte”, spesso originate da presidi difensivi o residenze
nobiliari, ma anche grossi centri di matrice medievale, la cui ubicazione è sempre in qualche
modo connessa o a una via di comunicazione (Montichiari, Leno, Manerbio) o, anche e più
singolarmente, a una via d’acqua (Verolanuova, Quinzano, Carpenedolo, Isorella).
-
Componenti del paesaggio fisico:
pianura alluvionale fluvio-glaciale, debolmente inclinata con presenza di letti fluviali attivi e
paleoalvei, relativi terrazzi poco pronunciati; fascia delle risorgive; dossi e rilievi argillosi e di
deposito eolico (Monte Netto, Castenedolo);
-
Componenti del paesaggio naturale:
lanche, cespuglieti e lembi di macchie boschive superstiti, filari e alberature stradali;
-
Componenti del paesaggio agrario:
lettura della trama centuriata romana (Pompiano, Meano, Bargnano); trama della bonifica
colonica fra Castenedolo, Ghedi e Montichiari; ambiti agricoli particolarmente connotati (vigneti
del Monte Netto); sistema irriguo dei canali (Naviglio Grande Bresciano, Naviglio di Gavardo,
Roggia Fusia, Vetra e altre seriole ... ), rogge e seriole; dimore rurali sparse sui fondi (Chiari...);
„fenili‟ bresciani; sistema della „cassina‟ bresciana a corte chiusa;
-
Componenti del paesaggio storico-culturale:
siti archeologici (fra Pralboino e Regona); mulini (Dello, Monticelli d‟Oglio ... ) e altri edifici
vetero-produttivi quali filande e filatoi (Acquafredda, Montichiari, valle dell‟Oglio ... ); caratteri
distintivi dei feudi Martinengo nella pianura bresciana occidentale; sistema delle fortificazioni
dell‟Oglio (Urago, Roccafranca, Dello) e dei borghi contrapposti (Soncino/Orzinuovi,
Urago/Calcio, Quinzano/Bordolano ... ); ville e residenze nobiliari (Roncadelle, Pudiano,
Rudiano, castello di Barco, Gerolanuova, Seniga, Castelvecchio di Bagnolo ... );
-
Componenti del paesaggio urbano:
centri a radialità diffusiva (Chiari, Manerbio, Montichiari, Orzinuovi...), centri di terrazzo
dell‟Oglio (Pontoglio, Urago, Rudiano, Roccafranca, Quinzano, Seniga), nuclei derivanti da
aggregazioni di „corti‟ (Buonpensiero, Villabuona, Terra Verde, Monticelli, Roccafranca,
Brandico, Longhena, Ovanengo, Regona ... ); nuclei di „corti‟ fortificate (Padernello, Villachiara,
Acqualunga, Milzano, Meano, Trignano ... ); borghi e città di fondazione (Canneto sull‟Oglio,
Casaloldo, Castenedolo, Castrezzato, Orzinuovi, Roccafranca ... ); centri e nuclei „di strada‟
(Berlingo, Cossirano, Bagnolo Mella, Montirone, San Paolo, Barbariga, Carpenedolo ... );
materiali edilizi tipici (marmo bianco di Botticino, pietra arenaria di Sarnico, ciottolo di fiume,
mattone a vista ... );
-
Componenti e caratteri percettivi del paesaggio:
materiali edilizi locali (arenaria di Sarnico, „botticino‟, ciottolo di fiume, laterizio); dominanza
delle parrocchiali (Montichiari. .. ) come fulcro visivo degli abitati; andamento e trama del
sistema irriguo; luoghi dell‟identità locale (Castello e Piazza della Loggia a Brescia, Lonato, villa
Fenaroli a Rezzato.
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LA PIANIFICAZIONE PROVINCIALE
A livello provinciale il PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, propone
un’organizzazione policentrica della Provincia, il cui territorio viene articolato in sistemi urbani
sovra comunali, comprendenti uno o più centri ordinatori, che già esercitano un
ruolo di “servizio” nei confronti dei comuni circostanti e nei quali il PTCP prevede la
localizzazione di altri servizi “di qualità”, finora concentrati solo nel capoluogo.
A questa scala il comune di Milzano rientra nel sistema urbano sovra comunale, S.U.S. numero
8 Orzinuovi, Leno-Manerbio-Verola Nuova , con 36 comuni e circa 144.000 abitanti. Centri
ordinatori: Orzinuovi, Leno e Manerbio. Il sistema urbano sovracomunale n. 8 – “Pianura
centrale” – ha una estensione di 67.930 ettari ed una popolazione di 144.337 abitanti, con una
densità di 212 abitanti/Kmq. di poco inferiore alla media provinciale (232 abitanti/Kmq.).
L’incremento della popolazione negli ultimi 30 anni (15,85%) è allineato con quello della
provincia (16,00%). I dati relativi al movimento demografico si differenziano notevolmente
comune per comune: i centri ordinatori , hanno avuto una rilevante crescita della popolazione,
con percentuali superiori alla media del sistema sovra comunale ed i comuni posti al confine
sud del sistema cittadino hanno registrato le punte massime della crescita della popolazione,
come nei comuni di Capriano del Colle (52,55%), Montirone (72,73%), Poncarale (54,25%)L’
incremento del numero di addetti (46.76%) è molto vicino al dato provinciale (41.28%), con i
valori più consistenti nei comuni di Montiro
n e (327.01 %), Capriano del Colle (199.55
%), Poncarale (176.28 %).
Significativi decrementi si sono registrati nei
comuni di San Gervasio Bresciano (12.67 %)
e di Villachiara (12.50%).
L’incremento degli addetti è ripartito fra il
settore terziario (76.39%)e il settore
industriale (39.77%). In complesso, la
percentuale di addetti al settore terziario è
tra le più basse della Provincia.
Dal dopoguerra ad oggi, l’estensione, del
territorio
urbanizzato
è
passato
da
16.449.688 metri quadrati a 70.657.708
metri quadrati, ed i centri ordinatori del
sistema hanno registrato i seguenti
19
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
incrementi:
- Leno da mq.1.174.289 a mq. 6.149.258
- Manerbio da mq.1.034.126 a mq. 4.810.176
- Orzinuovi da mq.1.003.103 a mq. 5.003.277
L’aumento di consumo di suolo è differenziato nei vari comuni, tuttavia pochi comuni hanno
realizzato forti incrementi nel periodo di massimo sviluppo dell’intera provincia (’70-’80). Tra
questi vanno segnalati gli incrementi di Capriano del Colle (220.69%) e di Montirone
(173.06%).
La destinazione prevalente del suolo urbanizzato è quella residenziale (75.61 %) a fronte di un
utilizzo a fini produttivi pari al 24.39 %: tale proporzione è costante per tutti i comuni ad
eccezione del comune di Verola Nuova (41,90% del suolo urbanizzato destinato ad attività
produttive) e del comune di S. Paolo (90,13% del suolo urbanizzato destinato alla residenza).
Il consumo di suolo urbanizzato destinato alla residenza è pari a 152 mq/stanza fino al 1975
(contro una media provinciale di 126 mq/stanza; a 248 mq/stanza dal 1975 al 1980 (contro una
media provinciale di 240 mq/stanza) ed a 172 mq/stanza dal 1980 al 1990, contro una media
provinciale di 135/ab./stanza.
20
QC 1
21
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
I dati relativi alla popolazione ed al patrimonio edilizio, per comune, sono sintetizzati nella seguente tabella:
Sistema Urbano Sovracomunale n°8 Leno ‐ Manerbio ‐ Orzinuovi A B C
D
E
F
G
H I
L
M
N
O
O
P Q Popolazio
ne residente Popolazion
e residente Famigli
e Famiglie
Saldo naturale Compone
nti per famiglia Fami
glie endo
gene
* Cresc
ita endo
gena
** Cresc
ita endo
gena % Crescita esogena Crescit
a esogen
a % Crescita esogena media*** Crescita esogena media % Crescita totale Crescita totale % B/D
(H/C)
*100 1991
/200
1 5,6
(C*N)/10
0 (>50) 1991/200
1 H+N (P/C)*100 1991/200
1 (L/C)*1
00 1991/2
001 (N/C)*100
2001
G‐C (>20) 1991
/200
1 42 D‐G
1991 (A+E)
/F 2001
Crescit
a esogen
a media % M media 1991/2001
1991/200
1 1991/2001 36
4,8
6,8
51
6,8
93 12,4 11,0
204
5,6
6,8
252
6,8
657 17,9 comune
Alfianello
Bagnolo Mella
1991
2001
1991/200
1 2001
2.209 2.347
747
825
35
2,84
789
10.819 11.375
3.677
4.287
14
2,65
406 Barbariga
1.927 2.180
650
797
20
2,74
4.08
3 712
62 9,5
85
13,1
6,8
50
7,7
112 17,2 Bassano Bresciano Borgo San Giacomo Brandico
1.466 1.800
531
720
56
2,50
609
78 14,7
111
20,9
6,8
50
9,4
128 24,1 4.333 4.603
1.516
1.735
6
2,65
119 7,9
100
6,6
6,8
104
6,8
223 14,7 846 1.041
299
390
47
2,67
1.63
5 335
36 11,9
55
18,5
6,8
50
16,7
86 28,6 Cigole
1.419 1.523
472
557
‐7
2,73
516
44 9,4
41
8,6
6,8
50
10,6
94 20,0 Corzano
896 980
288
359
‐20
2,73
321
33 11,4
38
13,2
6,8
50
17,4
83 28,8 Dello
3.662 4.231
1.211
1.565
13
2,70
148 12,2
206
17,0
6,8
83
6,8
231 19,1 Fiesse
1.758 1.931
588
669
‐3
2,89
1.35
9 608
20 3,4
61
10,4
6,8
50
8,5
70 11,9 Gambara
4.224 4.533
1.445
1.657
38
2,74
113 7,8
99
6,9
6,8
99
6,8
212 14,7 Gottolengo
4.630 4.777
1.568
1.726
16
2,77
111 7,1
47
3,0
6,8
107
6,8
218 13,9 11.504 12.541
3.912
4.508
242
2,78
310 7,9
286
7,3
6,8
268
6,8
578 14,8 522 578
168
214
‐1
2,70
1.55
8 1.67
9 4.22
2 193
25 14,8
21
12,6
6,8
50
29,8
75 44,6 Mairano
2.060 2.413
685
907
42
2,66
790
105 15,3
117
17,1
6,8
50
7,3
155 22,6 Manerbio
12.242 12.611
4.415
5.064
‐15
2,49
4.91
0 495 11,2
154
3,5
6,8
302
6,8
797 18,0 Leno
Longhena
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Milzano
1.340 1.483
442
556
12
2,67
507
65 14,7
49
11,1
6,8
50
11,3
115 26,0 Offlaga
3.029 3.365
1.015
1.216
86
2,77
111 10,9
90
8,9
6,8
69
6,8
180 17,7 Orzinuovi
10.389 11.175
3.628
4.237
54
2,64
331 9,1
278
7,6
6,8
248
6,8
580 16,0 Orzivecchi
2.134 2.286
743
880
12
2,60
1.12
6 3.95
9 826
San Paolo
3.440 3.884
1.152
1.381
110
2,81
Pavone del Mella Pompiano
2.480 2.595
843
949
29
2,73
3.162 3.388
1.004
1.169
123
2,90
Pontevico
6.390 6.484
2.158
2.368
‐331
2,74
Pralboino
2.538 2.622
925
1.032
‐71
2,54
Quinzano d'Oglio San Gervasio Bresciano Seniga
5.728 5.851
1.965
2.189
‐155
2,67
1.270 1.476
477
567
23
2,60
1.579 1.573
568
635
‐101
2,48
Verolanuova
7.500 7.539
2.554
2.786
‐68
2,71
Verolavecchia
3.663 3.814
1.240
1.427
41
2,67
44.9
94 Villachiara
Totale S.U.S.8
23
1.215 1.239
389
446
34
2,78
120.374 128.238
41.275
47.818
281
2,68
83 11,2
54
7,3
6,8
51
6,8
134 18,0 1.26
2 918
110 9,6
119
10,3
6,8
79
6,8
189 16,4 75 8,8
31
3,7
6,8
58
6,8
132 15,7 1.13
3 2.21
3 971
129 12,9
36
3,5
6,8
69
6,8
198 19,7 55 2,5
155
7,2
6,8
148
6,8
202 9,4 46 5,0
61
6,6
6,8
63
6,8
109 11,8 2.08
5 497
120 6,1
104
5,3
6,8
134
6,8
254 12,9 20 4,2
70
14,7
6,8
50
10,5
70 14,7 597
29 5,0
38
6,8
6,8
50
8,8
79 13,8 2.74
6 1.38
6 450
192 7,5
40
1,5
6,8
175
6,8
367 14,4 146 11,8
41
3,3
6,8
85
6,8
231 18,6 61 15,6
‐4
‐0,9
6,8
50
12,9
111 28,4 3.71
9 9,0
2.824
6,8
6,8
3.044
7,4
6.763 16,4 PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Sistema Urbano Sovracomunale n°8 Leno ‐ Manerbio ‐ Orzinuovi V
Q
X
Urbanizzato per famiglia Consumo di suolo per famiglia PTCP Proiezione consumo di suolo ai fini delle intese S+T
P/D
(P/D)*0,8
W*P
2001 *
1999
2001/2011
2001/2011
R
P
T
U
Urbanizzato
Urbanizzato
Urbanizzato
Urbanizzato Stima
R8*2
1999
1999/2001
istat
comune
17004
Alfianello
17009
Bagnolo Mella 17011
1991/1999
urbanizzato per media consumo suolo per famiglia Consumo di suolo ai fini delle intese 2011
R S Endogeno (verifica di compatibilità con PTCP) Esogeno (intesa con provincia) Q*H Q*O 2011 2011 369.801
1.387.030
92.450
1.479.480 1.109.624
1.681
1.345
124.958
1.604.438
56.213 68.744 1.221.603
4.122.850
305.401
4.428.251 3.298.280
962
769
505.720
4.933.971
312.157 193.563 Barbariga 268.495
1.148.428
67.124
1.215.552 918.742
1.441
1.153
128.896
1.344.448
71.259 57.638 17013
Bassano Bresciano 294.721
950.311
73.680
1.023.991 760.249
1.320
1.056
134.944
1.158.935
82.149 52.795 17020
Borgo San Giacomo 779.700
2.252.955
194.925
2.447.880 1.802.364
1.299
1.039
231.885
2.679.765
124.130 107.755 17026
Brandico
107.315
604.618
26.829
631.447 483.694
1.550
1.240
106.107
737.554
44.095 62.012 17053
Cigole
300.381
907.047
75.095
982.142 725.638
1.628
1.303
122.986
1.105.129
57.848 65.138 17064
Corzano
197.189
658.211
49.297
707.508 526.569
1.833
1.467
121.598
829.106
48.260 73.338 17066
Dello
608.520
2.124.799
152.130
2.276.929 1.699.839
1.358
1.086
251.121
2.528.050
161.123 89.998 17071
Fiesse
317.325
1.037.120
79.331
1.116.451 829.696
1.550
1.240
86.844
1.203.296
24.834 62.010 17073
Gambara
800.027
2.701.101
200.007
2.901.108 2.160.881
1.630
1.304
276.217
3.177.325
147.282 128.935 17080
Gottolengo 1.294.203
2.659.978
323.551
2.983.529 2.127.982
1.541
1.233
268.714
3.252.243
136.442 132.272 17088
Leno
2.257.318
6.149.258
564.330
6.713.588 4.919.406
1.364
1.091
630.634
7.344.222
338.540 292.094 17093
Longhena 121.241
322.041
30.310
352.351 257.633
1.505
1.204
90.167
442.518
29.972 60.195 17099
Mairano
312.029
1.022.705
78.007
1.100.712 818.164
1.128
902
139.910
1.240.622
94.807 45.103 17103
Manerbio 1.193.045
4.810.176
298.261
5.108.437 3.848.141
950
760
605.555
5.713.992
376.002 229.553 52.301 17108
Milzano
223.482
726.982
55.871
782.853 581.586
1.308
1.046
120.173
903.025
67.872 17122
Offlaga
677.371
1.993.334
169.343
2.162.677 1.594.667
1.639
1.311
236.192
2.398.869
145.118 91.075 17125
Orzinuovi 1.525.635
5.003.277
381.409
5.384.686 4.002.622
1.181
945
547.630
5.932.316
313.127 234.503 17126
Orzivecchi 441.260
1.088.923
110.315
1.199.238 871.138
1.237
990
132.595
1.331.833
82.270 50.326 17138
San Paolo 533.104
1.864.823
133.276
1.998.099 1.491.858
1.350
1.080
204.242
2.202.341
119.092 85.149 17137
Pavone del Mella 335.986
1.405.281
83.997
1.489.278 1.124.225
1.481
1.185
156.644
1.645.922
88.314 68.330 24
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
17146
Pompiano 300.434
1.512.109
75.109
1.587.218 1.209.687
1.294
1.035
205.053
1.792.271
133.967 71.087 17149
Pontevico 648.213
2.923.917
162.053
3.085.970 2.339.134
1.235
988
199.974
3.285.944
54.119 145.854 17152
Pralboino 337.943
1.401.881
84.486
1.486.367 1.121.505
1.358
1.087
118.761
1.605.128
49.982 68.779 17159
Quinzano d'Oglio 803.100
2.592.009
200.775
2.792.784 2.073.607
1.184
947
241.030
3.033.814
113.668 127.362 17172
San Gervasio Bresciano 178.960
943.528
44.740
988.268 754.822
1.664
1.331
93.188
1.081.456
26.625 66.563 17177
Seniga
276.822
974.904
69.206
1.044.110 779.923
1.535
1.228
96.600
1.140.709
35.188 61.411 17195
Verolanuova 538.778
4.181.487
134.695
4.316.182 3.345.190
1.501
1.201
440.912
4.757.094
231.088 209.824 17196
Verolavecchia 706.640
1.866.346
176.660
2.043.006 1.493.077
1.308
1.046
241.369
2.284.375
152.597 88.772 17200
Villachiara 335.751
824.127
83.938
908.065 659.302
1.848
1.478
163.494
1.071.559
89.582 73.913 18.306.392
62.161.556
4.576.598
66.738.154 49.729.245
1.300
1.040
7.024.113
73.762.267
3.807.722 3.216.391 Totale S.U.S.8
(*) Il dato complessivo del sistema urbano è ottenuto come sommatoria dei volori comunali (**) Quota minima 20 famiglie (***) Quota minima 50 famiglie (****) Riduzione della quota di urbanizzato per famiglia all'80% per i comuni non montani
25
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Villachiara
Verolanuova
San Gervasio Bresciano
Pralboino
Pompiano
San Paolo
Orzinuovi
Milzano
Mairano
Leno
Gambara
Dello
Cigole
Borgo San Giacomo
Barbariga
Alfianello
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
Andamento demografico Dal grafico sovrastante si evince l’andamento demografico dei comuni del SUS N. 8, è possibile notare la forte crescita dei comuni più piccoli, rispetto a quelli ordinatori e di maggior dimensione, ad indicare che il flusso insediativo è ormai orientato verso il decentramento dai nuclei urbani maggiori, verso realtà minori meno servite, questo è dovuto anche dalla sempre crescente facilità di spostamento causata dall’aumento del numero dei mezzi per ciascuna famiglia. In questo panorama di spostamenti localizzativi di crescite di popolazione dei centri minori, il comune di Milzano risulta essere in questo caso uno dei comuni maggiormente favorito dai flussi demografici, infatti lo vediamo circa al terzo posto rispetto ai comuni del SUS 8. 26
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
28
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
I SISTEMI TERRITORIALI
QC 1
29
PARTE
2
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
30
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
PARTE 2. I SISTEMI TERRITORIALI
2.1.
SOCIO DEMOGRAFICO
La lettura dei caratteri della popolazione è stata effettuata sulla base di indicatori e di due
livelli di analisi. Fonte dei dati è l'ISTAT, censimento 2001. Gli indicatori considerati sono:
‐
l'andamento demografico nel periodo 1971-2001 attraverso il quale sono state
interpretate le tendenze demografiche passate e in atto;
‐
l'indice di dipendenza sociale attraverso il quale è stato valutato il peso della
popolazione in età non lavorativa rispetto a quella in età lavorativa;
‐
l'indice di potenzialità demografica attraverso il quale sono state valutate le
possibilità
di
crescita
demografica
rispetto
all'invecchiamento
raggiunto
dalla
popolazione;
‐
l'indice di vecchiaia attraverso il quale è dato il rapporto tra popolazione anziana e
giovane.
Le analisi sono state articolate in una lettura e interpretazione dei fenomeni demografici sia a
livello provinciale, che a livello comunale.
Fonte ISTAT 2001 La provincia registra dal 1951 al 2001 un incremento demografico complessivo del 29%, una
costante crescita di abitanti nell'arco di mezzo secolo '61-'01, con la crescita più consistente
nel decennio '61-‘71 (+ 8,46%) seguita dalla crescita nel decennio '91-'01 (+ 6,15%).
31
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Andamento demografico dal 1971 al 2001 1971 1981 1991 2001 Milzano Provincia Milzano 1.163 957.686 1.310 1.017.093 1.340 1.044.544 1.487 1.108.776 Provincia ‘71 – ‘81 ‘81 – ‘91 ‘91 – ‘01 12,64% 2,29% 10,67% 6,20% 2,70% 6,15% Fonte: Dati ISTAT Censimento popolazione 2001 Per quanto riguarda la crescita demografica di Milzano si registra un trend maggiore di quello
della provincia per quanto concerne la crescita del primo e dell’ultimo decennio presi come
riferimento in tabella; mentre tra gli anni ‘80 e ’90 la crescita sembra stabile e conforme con
l’andamento del territorio bresciano.
Andamento demografico riferito a Milzano
Popolazione residente a Milzano nel decennio 31/12/2001 al 31/12/2011
anno
residenti
2001
1487
2002
1545
2003
1586
2004
1631
2005
1642
2006
1698
2007
1712
2008
1752
2009
1773
2010
1.815
2011
1.840
Fonte: Dati ufficio anagrafe comunale
32
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Dai dati sopra riportati si legge l’andamento demografico specifico di Milzano nel decennio
2001 - 2011. Si nota come in questi anni la popolazione sia sempre stata in crescita, è passata
da 1.487 abitanti nel 2001 a 1840 abitanti nel 2011, con un incremento positivo di 353 unità .
Saldo migratorio e naturale nel decennio 1999 – 2009
Il saldo migratorio è la differenza tra il numero di immigrati e quello di emigrati, riferito ad una
determinata città, zona o paese in un anno.
E’ importante monitorare il dato del saldo migratorio annualmente perché più soggetto ad
andamenti anomali e dati da diverse variabili che concorrono alla sua definizione.
Una previsione errata e mal calcolata di questa componente, potrebbe determinare
problematiche nella gestione dei fabbisogni e nella previsione dei servizi alla persona.
Per quanto riguarda il saldo naturale e il saldo migratorio negli anni 1999 – 2009 si registra un
saldo positivo fino al 2005 per poi andare in contro ad una inversione di tendenza negli ultimi
anni.
anno
33
saldo
immigrati emigratI migratorio
nati
saldo
naturale
morti
1999
51
44
7
32
12
20
2000
42
43
‐1
22
15
7
2001
58
40
18
22
14
8
2002
99
44
55
18
8
10
2003
78
37
41
20
14
6
2004
91
52
39
15
15
0
2005
71
70
1
18
13
5
2006
118
70
48
13
15
-2
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
2007
66
59
7
13
15
-2
2008
78
58
20
14
15
-1
12 2009
58
46
Fonte: Dati ufficio anagrafe comunale Per quanto riguarda la situazione demografica della popolazione suddivisa per classi di età si
registrano i seguenti dati :
anno
residente
0-6 anni
7-14 anni
15-29 anni
30-65 anni
oltre 65 anni
2005
1631
119
146
327
814
225
2006
1642
123
146
308
821
244
2007
1698
145
142
309
856
246
2008
1712
152
145
299
869
260
2009
Fonte: ISTAT 1752
158
151
301
892
250
oltre 65 anni
30‐65 anni
2009
2008
15‐29 anni
2007
2006
7‐14 anni
2005
0‐6 anni
0
200
400
600
800
1000
Popolazione straniera residente Milzano 2005 Popolazione straniera residente Popolazione straniera residente suddivisa per sesso 217 Maschi Provincia Milzano 2009 99.640 Femmine 128 89 Fonte: Dati ISTAT Censimento popolazione 1‐1‐2009 317 Maschi Femmine Maschi Femmine 57.039 42.601 155 162 34
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
400
300
200
Femmin
ne
100
Maschi
0
2005
2009
Popolaziione straniera rresidente suddivisa per area geeografica di pro
ovenienza Europa Africa Assia Milzano 20 54 23
39 Provincia 62.166 47.61
11 35
5.206 Fonte: Datti ISTAT Censimeento popolazion
ne 31‐12‐2008
America 4 4.707 Oceania ‐ 27 Apolidi ‐ 36 1%
6
6%
17%
1
Eu
uropa
Affrica
76%
Assia
Am
merica
popolazione straaniera, a Milzano ha rapprese
entato nel 2008
8 il 18% del tottale e al 31.12..2008 Per quanto riguarda la p
Dato in continu
ua crescita e in linea solo il 6% hanno provenienza europea,, mentre ¾ di eessi sono di origine asiatica. D
con l’andaamento provincciale. nfrontano i segguenti Nella tabeella successiva, riferita a Milzano e alla Provvincia di Bresciia al censimentto 2001, si con
indici, cosìì specificati: Indice di dipendenza. L’indice di dipendenza viene considerato un
n indicatore di rilevanza econ
nomica e sociaale. Il o dalla popolazione che, a causa c
dell’età, si ritiene esseere non autono
oma, somma tra t la numeratore è composto
ne 0‐14 anni e e quella di 65 anni e più ‐ cioè dipende
ente ‐ e il denominatore dalla fasciia di popolazion
popolaziione che, esssendo in attivvità, dovrebbe provvede
ere al suo sosstentamento
o, popolazion
ne in età da 15
5 a 64 anni. Indice di vvecchiaia. E’ il rrapporto perceentuale avente a numeratore lla popolazione di 65 anni e più e a denominatore quella di 0
0‐14 anni. 35
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Percentuale di popolazione residente di 85 anni e più Percentuale di popolazione residente con meno di 5 anni Indice di potenzialità demografica Stranieri per 100 residenti 46,11 98,31 2,44 103,43 7,28 1,35 5,26 1,08 44,84 119,28 2,86 95,93 4,44 0,83 4,94 1,85 totale 174 232 totale Rapporto di mascolinità 1.487 1.108.776 Indice di vecchiaia Indice di dipendenza Milzano Provincia Popolazione residente Anziani per un bambino Densità abitativa (ab/kmq) Anziani per 1 bambino. E’ il rapporto avente a numeratore il numero di persone di 65 anni e più e a denominatore il numero di persone con meno di 6 anni. Rapporto di mascolinità. E’ il rapporto percentuale avente a numeratore la popolazione maschile residente e a denominatore la popolazione femminile residente. Indice di potenzialità demografica. È il rapporto tra la popolazione residente inferiore ai 15 anni e quella maggiore di 65. Fonte: Dati ISTAT Censimento popolazione 2001 I dati sulle famiglie La famiglia è costituita da un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell'anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. Di seguito viene riportata la tabella con il dato delle famiglie totale e per numero di componenti relativo al comune di Milzano e della media della provincia. Numero di famiglie Famiglie per numero di componenti Numero medio componenti Numero di componenti 1 Milzano 2001 556 121 Media della 2.135 550 Provincia 2001 Fonte: Dati ISTAT Censimento popolazione 2001 2 147 589 3 133 498 4 118 380 5 26 95 6 o più 11 24 266 2,51 36
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Famiiglie per numero di com
mponenti d
di M
Milzano 5% 2%
1
22%
2
21%
2
3
26%
24%
4
5
6 o più
Dai dati so
opra riportati (Istat 2001) si pu
uò dire che la ffamiglia che riccorre maggiorm
mente a Milzano
o è quella comp
posta da 1, 2, 3, 4 componenti. Per quantto riguarda l’an
ndamento speccifico nei singolli anni riferito all’ultimo deceennio il numero
o delle famiglie
e è in costante aaumento in relaazione all’aumeento demograficco, con un incre
emento del 20,4%. anno
famig
glie
1999
549
2000
552
2001
555
2002
583
2003
608
2004
619
2005
618
2006
633
2007
646
2008
657
2009
661
Fonte: Dati uffficio anagrafe ccomunale 37
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
FAM
MIGLIE REESIDENTI
2
2009
2
2007
2
2005
2
2003
2
2001
1
1999
0
100
200
300
400
500
600
700
n° co
omponenti per ffamiglia rilevato
o al 2001 2,67 n° co
omponenti per ffamiglia rilevato
o al 2009 2,65 Il nucleo familiare èè’ definito comee l’insieme delle persone che fo
ormano una relaazione di coppiaa o di tipo genito
ore‐figlio. Si nde la coppia co
oniugata o convvivente, senza figgli o con figli maai sposati, o ancche un solo genitore assieme ad uno o più inten
figli m
mai sposati. Il co
oncetto di nucleeo familiare è no
ormalmente più
ù restrittivo rispeetto a quello di ffamiglia; infatti nell’ambito di un
na famiglia posssono esistere un
no o più nuclei familiari. Può non esservene nessuno come è nel caso ad ese
empio delle famiglie unipersonali. Unaa famiglia può eessere composta da più nuclei,, ma può anche
e essere costitu
uita da un nucleeo e da uno o p
più membri isolaati (altre personee residenti), o an
ncora da soli meembri isolati. o familiare ‐ ISTTAT 2001. Nucclei familiari peer tipo di nucleo
Tipi di nucleo familiare coppie coppie con senza figli figli Milzano Fontte: Dati ufficio d
demografia com
mune di Milzano
97
padre con figli 403
madre con figli 8 Totale 47 555
Nucclei familiari p
per tipo di nucleo familiare
e‐Milzano
2%
%
11%
%
24%
Coppie senzaa figli
Coppie con figli
Padre con figgli
63%
Madre con figgli
Dati sulla popolazion
ne occupata Venggono considerati tre rami princip
pali di attività: AG
GRICOLTURA, IN
NDUSTRIA e tuttee le ALTRE ATTIV
VITA’. 38
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
A livello prrovinciale e di co
onseguenza com
munale, il settoree agricolo è quello caratterizzato
o dalle perdite p
più significative tra gli anni 1971 ee 1996 con diminuzioni di addettti (98,25%) e deelle unità locali(97,29%). Sempre a llivello provincialle, il settore delll’industria si caratterizza invece per un sostanziiale e generale aaumento del nu
umero degli addettti e delle unità locali sempre traa gli anni 1971 e 1996. Di seguito vvengono riportaati i dati relativi aa Milzano riferiti al censimento d
del 2001. Occupati p
per attività eco
onomica ‐ ISTATT 2001. Attività econom
A
mica aggricoltura Milzano 42
Provincia 18.050
Fonte: Datti ISTAT Censimeento popolazion
ne 2001 industria altre attività 251
234
4.832
36
61
226.22
26
occupati per attività economicca‐provincia To
otale occupati 654
479
9.108
occupati per aattività econom
mica‐Milzano
4%
7%
%
agricolturaa
49%
47%
Agricoltura
38%
industria
Industria
55%
Altre attività
Altre attivvità
Occupati p
per classe di ettà ‐ ISTAT 2001.. Classe di età da 15 an
nni in poi 15‐19 Milzano 20‐29 30‐54
55 e p
più Tota
ale 26
163
3
425
40 654
Provincia 12.088
Fonte: Datti ISTAT Censimeento popolazion
ne 2001 112.819
9
316.970
3
37.231 479
9.108
Occupati p
per classe di e
età‐provincia
4% Occcupati per classse di età‐
Milzano
o
6%
8% 2%
24%
15‐19
66%
15‐19
25%
20‐29
20‐29
65%
30‐54
30‐54
55 e più
55 e p
più
Il tasso di occupazione è’ dato dal raapporto percen
ntuale avente al numeratore la popolazion
ne di 15 anni e e più occupata ee al denominatore il totale della popolazionee della stessa claasse di età. Tasso di o
occupazione per sesso ‐ ISTAT 2001. Sesso ma
aschi 39
femmine Totale Milzano 68,67
35,77
7 52,45
5
Provincia Fonte: Datti ISTAT Censimeento popolazion
ne 2001 64,24
37,17
7 50,31
5
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione di 15 anni e più in cerca di occupazione e al denominatore le forze di lavoro della stessa classe di età. Tasso di disoccupazione per sesso ‐ ISTAT 2001. Sesso Milzano maschi 2,03
femmine 5,58 Provincia Fonte: Dati ISTAT Censimento popolazione 2001 3,21
5,94 2.2.
Totale 3,25
4,27
SOCIO ECONOMICO
Il campo di osservazione del censimento dell’industria e dei servizi è costituito da tutte le unità
locali (ossia il luogo fisico in cui le unità giuridico-economiche esercitano una o più attività
economiche) che esercitano una (o più) delle attività economiche elencate di seguito.
Per attività economica si intende l’azione produttiva risultato di un concorso di mezzi (impianti,
professioni, processi di fabbricazione, rete d’informazione, prodotti) che portano alla
formazione di beni o servizi.
Le attività economiche che compongono il campo di osservazione oggetto del censimento
dell'industria e dei servizi ripartite per settore di attività sono:
INDUSTRIA
01.13.1 Colture viticole e aziende vitivinicole;
01.25.5 Allevamento di altri animali (ad esempio i cani, cavalli in scuderie);
01.4 Attività dei servizi connessi all’agricoltura e alla zootecnia (ad esempio servizio di
noleggio di macchine agricole);
01.5 Caccia e cattura animali per allevamento e ripopolamento di selvaggina, compresi i
servizi connessi;
02 Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi;
05 Pesca, piscicoltura e servizi connessi (allevamenti ittici in acque marine o lagunari e in
acque dolci ad esclusione di quelli esercitati presso aziende agricole);
10 Estrazioni di minerali;
15-37 Attività manifatturiere;
40-41 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua;
45 Costruzioni;
COMMERCIO
50-52 Commercio all’ingrosso e al dettaglio, Intermediari del commercio;
ALTRI SERVIZI
55 Pubblici esercizi, alberghi, bar, ristoranti, Agriturismo;
60-63 Trasporti, Magazzinaggio, Comunicazioni;
65-67 Intermediazione monetaria e finanziaria;
70-74 Attività immobiliari, Noleggio, Informatica, Ricerca, Altre attività professionali ed
imprenditoriali;
75 Pubblica Amministrazione e Difesa5; Assicurazione sociale obbligatoria;
40
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
80
85
90
91
Istruzione (pubblica e privata);
Sanità ed altri servizi sociali (pubblici e privati);
Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili;
Attività di organizzazioni associative n.c.a. (ad esclusione della categoria “Attività delle
organizzazioni religiose”);
92 Attività ricreative, culturali e sportive;
93 Altre attività dei servizi.
Glossario:
Unità locale - Luogo fisico nel quale un’unità giuridico - economica (impresa, istituzione)
esercita una o più attività economiche. L’unità locale corrisponde ad un’unità giuridico economica o ad una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un
indirizzo e da un numero civico. In tale località, o a partire da tale località, si esercitano delle
attività economiche per le quali una o più persone lavorano (eventualmente a tempo parziale)
per conto della stessa unità giuridico - economica. Costituiscono esempi di unità locale le
seguenti tipologie: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, domicilio, garage,
laboratorio,magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante scuola, stabilimento
studio professionale, ufficio, ecc.
Impresa - Unità giuridico - economica che produce beni e servizi destinabili alla vendita e che,
in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, ha facoltà di distribuire i profitti
realizzati ai soggetti proprietari, siano essi privati o pubblici. Tra le imprese sono comprese: le
imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative, le
aziende speciali di comuni o province o regioni. Sono considerate imprese anche i lavoratori
autonomi e i liberi professionisti.
Istituzione pubblica - Unità giuridico-economica la cui funzione principale è quella di produrre
beni e servizi non destinabili alla vendita e/o di ridistribuire il reddito e la ricchezza e le cui
risorse principali sono costituite da prelevamenti obbligatori effettuati presso le famiglie, le
imprese e le istituzioni nonprofit o da trasferimenti a fondo perduto ricevuti da altre istituzioni
dell’amministrazione pubblica. Costituiscono esempi di istituzione pubblica: Autorità portuale,
Camera di commercio, Comune, Ministero, Provincia, Regione, Università pubblica, ecc.
Addetti - Personale indipendente e dipendente occupato (a tempo pieno, a part-time o con
contratto di formazione e lavoro) alla data del 22 ottobre 2001, nelle unità economiche
censite, anche se temporaneamente assente per servizio, ferie, malattia, sospensione dal
lavoro, cassa integrazione, ecc..
Di seguito vengono riportati i dati riferiti alla Provincia di Brescia e nello specifico per il comune
di Milzano riguardanti le unità locali, le imprese e gli addetti.
Imprese, unità locali e addetti
Imprese Istitu
zioni Unità locali delle imprese delle Istituzioni totale Addetti ogni 100 abitanti n. n. addetti n. addetti Milzano 125 addetti 5
133 411
5.32
Provincia 93.259 7
100.745 407.611
Fonte: ISTAT 8° Censimento dell’industria e dei servizi 2001 Imprese per settore di attività economica 9
22
142
433 29,2
7.009
64.563
107.754
472.174 43
Milzano
Agricoltura e pesca (a)
41
Provincia
1
471
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
Indu
ustria estrattiva
-
143
25
16.754
-
45
Cos
struzioni
28
13.370
Com
mmercio e riparazioni
40
24.335
Albe
erghi e pubb
blici esercizi
5
5.953
Tras
sporti e com
municazioni
1
3.075
Credito e assicu
urazioni
3
1.973
22
27.140
Indu
ustria manifa
atturiera
Ene
ergia,gas e acqua
a
Altrri servizi
tota
ale
125
93.259
(a) Comprende
e: attività dei servizi connesse all'agricoltura e zootecnia
a non rientranti nel
cam
mpo di osse
ervazione del Censime
ento dell'agrricoltura; ca
accia e catttura di animali per
alle
evamento e ripopolame
ento di selvaggina e se
ervizi conne
essi; aziende
e di utilizza
azione di
fore
este e di bo
oschi, conso
orzi di fores
stazione e rimboschime
ento e serv
vizi connessi; pesca,
pisc
cicoltura e se
ervizi connes
ssi.
Fon
nte: ISTAT 8° Censimento
o dell’industria e dei serv
vizi 2001
Milzzano
1% 0%
18%
%
1% 2%
4%
20%
0%
2
22%
32%
Agricolturra e pesca (a)
Indusria eestrattiva
Industria m
manifatturiera
Energia,gaas e acqua
Costruzion
ni
Commercio e riparazion
ni
Alberghi ee pubblici eserrcizi
Trasporti e comunicazio
oni
Credito e assicurazioni
Altri servizzi
onomica
Unittà locali delle imprese per settore dii attività eco
Milzano
A
Agricoltura
e pesca (a)
In
ndusria estra
attiva
Provincia
1
479
-
233
26
6
18
8.113
-
104
C
Costruzioni
28
8
13
3.747
C
Commercio
e riparazioni
42
2
26
6.700
A
Alberghi
e pu
ubblici eserciizi
7
6.328
6
T
Trasporti
e co
omunicazion
ni
2
3.659
3
C
Credito
e ass
sicurazioni
4
2.873
2
In
ndustria man
nifatturiera
E
Energia,gas
e acqua
A
Altri
servizi
to
otale
23
3
28
8.509
133
3
100
0.745
42
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Fonte: ISTA
AT 8° Censimentto dell’industria ee dei servizi 2001
1 M
Milzano
Aggricoltura e peesca (a)
1% 0%
3%
%
17%
In
ndusria estratttiva
20%
%
0%
1%
%
5%
In
ndustria maniffatturiera
En
nergia,gas e acqua
Co
ostruzioni
21%
%
Co
ommercio e riiparazioni
Allberghi e pubb
blici esercizi
32%
Trrasporti e com
municazioni
Crredito e assicu
urazioni
Alltri servizi
Unità locali delle impresee e delle istituziioni per classe d
di addetti Milzano
o
Provincia
1
73
64.08
88
2
22
18.40
06
3-5
23
16.07
78
6-9
10
8.31
16
10 - 15
7
3.78
89
16 - 19
1
1.26
62
20 - 49
2
2.37
72
50 - 99
-
87
77
100 - 249
-
30
06
250 e più
-
10
01
unità senza addettti
totale
Fonte: ISTA
AT 8° Censimentto dell’industria ee dei servizi 2001
1 4
4.37
72
142
107.76
64
Milzano
80
60
40
20
0
1
2
3-5
6-9
10 -155
16 -19
2 - 49
20
50 - 99
100 - 249 250 e più unità senzza
addetti
43
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Addetti alle unità locali delle imprese per settore di attività economica Milzano
Provincia
Agricoltura e pesca (a)
1
1.068
Indusria estrattiva
-
1.081
194
176.131
-
2.622
Costruzioni
76
42.887
Commercio e riparazioni
76
68.254
Alberghi e pubblici esercizi
17
18.317
Trasporti e comunicazioni
11
18.317
7
11.799
29
67.293
411
407.611
Industria manifatturiera
Energia,gas e acqua
Credito e assicurazioni
Altri servizi
totale
Fonte: ISTAT 8° Censimento dell’industria e dei servizi 2001 Milzano
250
194
200
150
76
100
50
1
0
76
17
0
11
7
29
0
2.3.
AGRICOLO
I dati sotto riportati si riferiscono al 5° Censimento dell’agricoltura e vengono riportati i dati
delle aziende agricole presenti sul territorio.
Azienda agricola, forestale e zootecnica – L’unità tecnico-economica costituita da terreni,
anche in appezzamenti non contigui, ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie, in
cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, cioè
persona fisica, società od ente che ne sopporta il rischio sia da solo conduttore coltivatore e
conduttore con salariati e/o compartecipanti), sia in associazione ad un mezzadro o colono
parziario.
44
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Aziende aggricole totali Milzano Aziende peer classe di superrficie (in ettari) totale m
meno di 1 1 ‐ 2
2 35 2 ‐ 5 5 ‐ 10 Milzano 4 8 5
Fonte : Datti ISTAT 5° Censim
mento dell’agriccoltura 2000 10 ‐ 20 3
20 ‐ 50
6
50 ‐ 100 5
1
100 e oltre 2
tottale 2 35
Milzano
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
m
meno di 1
1 ‐2
2 5
2 ‐
5 ‐ 10
10 ‐20
20 ‐ 50
50 ‐ 10
00
100 e oltre
uddivise per coltu
ura: Aziende su
Aziende co
on seminativi (su
uperficie in ettari)
i) ceereali azziende frumeento superrficie aziende Milzano 29 271,04 Fonte : Datti ISTAT 5° Censim
mento dell’agriccoltura 2000 superficie 7
16,96
1
coltivazio
oni ortive coltivazioni fforaggere aziende
aziende superficie 1
0,2
21 superficie 10 220,37
M
Milzano
o
21%
2%
cereali
15%
62%
frumentto
coltivaziioni ortive
coltivaziioni foraggere
e
Aziende co
on allevamenti e aziende con bovvini, bufalini, suini, allevamenti aavicoli e relativo numero di capi 45
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
Bovini aziende Bufalini capi Su
uini aziende Milzano M
7 1.711
Fontte : Dati ISTAT 5°° Censimento dell’agricoltura 200
00 capi all.avicoli aziende ‐
‐
capi 1 6.345 aziende caapi 6 360.019
Milzaano
43%
%
50%
Bovvini
Buffalini
Suini
7%
all.avicoli
0%
Nel suo insieme l’economia di Milzano M
è caratterizzata prevvalentemente dell’attività d
agrricola. Numero
ose sono le nde che hanno saputo coglieree la naturale vo
ocazione di que
esta terra. azien
Al 2007 2
sul territo
orio di Milzano
o sono presenti in totale (siistema produtttivo – sistema agricolo) 1.02
25 imprese sudd
divise nei vari seettori. Attività
1 Agricoltu
ura, caccia e silvicoltura
2 Pesca e servizi connessi
3 Estrazion
ne di minera
ali
4 Attività manifatturie
m
re
5 Produzio
one e distribu
uzione energ
gia elettrica
N°
39
0
0
23
9
7 Commerrcio all'ingros
sso e al detttaglio, ripara
azione dei be
eni personali e per la cas
sa
1
14
4
24
9
8 Alberghi e ristoranti
24
9 Trasporti, magazzina
aggio e comunicazioni
44
6 Costruzio
oni
1 Intermed
10
diazione mon
netaria e finanziaria
1 Attività immobiliare, noleggio, in
11
nformatica e ricerca
14
13
8
1 Istruzion
12
ne e P.A.
0
1 Sanità e altri servizi sociali
13
0
1 Altri serv
14
vizi pubblici, sociali, pers
sonali e dom
mestici c/o famigliari
1 Imprese non classific
15
cate
totale
Fon
nte: Camera di Commerc
cio Industria Artigianato e agricoltura Brescia – U
Ufficio studi e
info
ormazione sttatistica
35
44
1.0
25
46
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Milzano
Agricoltura, cacccia e silvicoltura
Pesca e servizi cconnessi
Estrazione di m
minerali
Attività manifattturiere
0% 0%
1%
0%
%
4%
0%
Produzione e distribuzione enerrgia elettrica
5% 4%
14%
Costruzioni
25
5%
Commercio all'ingrosso e al detttaglio, riparazione nali e per la casa
dei beni person
4%
Alberghi e risto
oranti
15
5%
Trasporti, magaazzinaggio e comunicazioni
26%
%
0%
2%
Intermediazion
ne monetaria e fin
nanziaria
Attività immobiliare, noleggio, informatica e riceerca
Istruzione e P.A
A.
Sanità e altri seervizi sociali
Altri servizi pub
bblici, sociali, personali e domesticci c/o famigliari
Imprese non claassificate
Le impresse maggiormeente presenti sul territorio risultano esssere quelle leegate all’agrico
oltura, alle atttività manifatturiere e alle costtruzioni. Suddivisione imprese neii tre settori 2001
Settore primario
1 -2
39
Settore secondario
s
3 - 4 - 5 -6
383
Settore terziario
t
504
7 -8 - 9 - 10 - 11 - 12 -13
3 - 14
attività non
n
classificate
44
47
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
5% 4%
%
Milzzano
39%
52%
s
settore prima
rio
s
settore secon
dario
s
settore terzia
rio
i
imprese non c
classificate
48
QC 1
2.4.
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
SISTEMA COMMERCIALE
Nelle pagine che seguono viene esaminata la rete commerciale del Comune di Milzano in
relazione a quella della provincia di Brescia e del comparto a cui appartiene lo stesso.
Il settore analizzato comprende: le voci “commercio, pubblici esercizi, alberghi, riparazione
beni di consumo”, “trasporti e telecomunicazioni”, “credito e assicurazioni – servizi alle
imprese – noleggio”, “pubblica amministrazione – servizi pubblici e privati”.
Nella provincia nel periodo 1971-1996 le attività economiche sono caratterizzate da un
aumento del totale degli addetti (che passano dalle 251.452 unità del 1971 alle 355.249 del
1996, con un incremento del 41,28%), particolarmente significativo nei comuni della prima
corona a sud di Brescia. Analogo fenomeno si riscontra analizzando il dato relativo al rapporto
addetti-residenti (pari al 26% nel 1971, ed al 33% nel 1996). Il settore terziario-commercio è in
continua espansione: in provincia è riscontrabile un diffuso incremento sia degli addetti
(72.742 nel 1971 e 142.295 nel 1996, con un incremento del 95,62%) che delle unità locali
(32.085 nel 1971, 54.074 nel 1996, con un incremento del 68,53%). L’incremento è
particolarmente significativo per i comuni attorno a Brescia e tende ad attenuarsi in
corrispondenza della zona più a sud della provincia.
Nel particolare segmento del commercio al dettaglio i dati evidenziano nel periodo 1971/1996
un andamento differenziato: fino al 1991 gli esercizi di questo settore registrano una crescita,
sia pure più contenuta rispetto ai ritmi del precedente ventennio 1951/1971), Il trend positivo
riguarda anche gli addetti che si incrementano fino ai 38.500 del 1991. Nella prima parte degli
anni '90 il processo si inverte ed il numero delle imprese al dettaglio decresce. L'andamento
negativo riguarda anche gli addetti, che registrano una contrazione di circa 2.000 unità.
COMMERCIO AL DETTAGLIO Anno
Alimentari
Non alimentari
Totale
1971
6631
3090
9721
1981
7218
8034
15252
1994
9064
8884
17948
1994
7494
10886
18380
1998
5864
12945
18809
2000
Fonte : Dati PTCP Brescia 2001 4118
12735
17153
In questo comparto permane di estrema rilevanza il peso della piccola e piccolissima impresa:
nel 1971 l'86% dei punti vendita non occupa più di 2 addetti; nel 1951 tale percentuale era
pari al 93% ed al 1996 essa è pari all'81%. La grande distribuzione compare a Brescia negli
anni '60 con l'apertura nel centro città dei grandi magazzini e negli anni successivi con
l’espansione degli ipermercati, dei supermercati e dei discount.
Anno
49
Super
Iper
G.M.
Discount
1971
19
0
7
0
1981
60
3
7
0
1994
60
3
7
0
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
199
94
126
6
11
15
30
0
199
98
135
5
19
17
85
5
200
00
147
21
23
78
8
Fontte : Dati PTCP Breescia 2001 Per quanto con
ncerne il com
mune di Milz
zano al fine di presentare la situaziione distribu
utiva e di
trac
cciare l’evoluzione della
a tendenza in atto, si prendono quiindi in consiiderazione le
e attività
com
mmerciali e ripartizioni
r
u
ubicate
sull’iintero territo
orio comunale definite s
secondo gli indicatori
i
rela
ativi alle imp
prese del setttore e ai rela
ativi addetti..
Per quanto concerne il com
mune di Milza
ano ritroviam
mo 40 impre
ese su 125 o
occupate nel settore,
di contro
c
alla provincia ove
e tale numerro coincide con
c
il valore di 24.335 su
u 93.259 imp
prese; se
ne consegue una vocazione al com
mmercio leggermente superiore rispetto alla
a media
prov
vinciale.
MPIEGATE NEL SETTORE DEL C
COMMERCIO NUMEERO IMPRESE IM
Milzano
o
Prrovincia di B
Brescia
Commercio
o e ripartizione
Altre imp
prese
Commercio e rripartizione
A
Altre imprese
32%
68%
26%
74%
Fontte: ISTAT 8° Censsimento dell’indu
ustria e dei serviizi 2001 di Milzano ritro
oviamo 42 unità su 133 occup
pate nel settoree del commerccio, mentre Per quanto concerne il comune d
nellaa media provincciale ne ritroviaamo 26.700 su 100.745. MPIEGATE NEL SSETTORE DEL C
COMMERCIO UNITTA’ LOCALI DELLLE IMPRESE IM
Milzano
Commercio
o e ripartizione
P
Provincia di B
Brescia
Altre imp
prese
C
Commercio e r
ripartizione
A
Altre imprese
27%
3
32%
68%
%
73
3%
50
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Fonte: ISTA
AT 8° Censimentto dell’industria ee dei servizi 2001
1 Nel terriitorio comun
nale si riscon
ntrano 76 addetti nel se
ettore su un
n totale di 411 unità lav
voro,
una perrcentuale in linea con l’andamento
o della prov
vincia di ap
ppartenenza ove ritroviamo
68.254 addetti
a
nelle
e imprese commerciali su
u un totale di
d 407.611.
ADDETTI A
ALLEUNITA’ LOC
CALI DELLE IMP
PRESE IMPIEGA
ATE NEL SETTOR
RE DEL COMMEERCIO Millzano
Provinc
P
ia di Bre
escia
Commerccio e ripartizio
one
Co
ommercio e rip
partizione
A
Altre imprese
e
Altre imprese
17%
18%
83%
82%
Fonte: ISTA
AT 8° Censimentto dell’industria ee dei servizi 2001
1 Le impre
ese impiegatte nel settorre del comm
mercio all’ing
grosso e al dettaglio,
d
en
nella ripartizione
dei beni personali pe
er la casa so
ono pari a 24
49 su un totale 1.025.
M
Milzano
24%
%
Impreese del settore
e
76%
Altre iimprese
ADDETTI A
ALLEUNITA’ LOC
CALI DELLE IMP
PRESE IMPIEGA
ATE NEL SETTOR
RE DEL COMMEERCIO Fonte: Camera
C
di Commercio Industria Artigianato
A
e agricoltura
a Brescia – Ufficio studi e
informaz
zione statistica
51
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
2.5.
SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE
Nella società contemporanea i sistemi di trasporto e telecomunicazione sono tra i principali
motori di processo dinamico di globalizzazione in cui le relazioni economiche, politiche e sociali
si estendono in un ambito geografico sempre più vasto.
Il grado di interdipendenza tra le aree geografiche è stato rafforzato ed incrementato dallo
sviluppo delle reti di comunicazione e dal progresso tecnologico. Come effetto di tali sviluppi è
aumentata la tendenza al decentramento della produzione che ha favorito la nascita di
insediamenti produttivi anche a grande distanza dalle case madri.
A scala nazionale è il PGT (Piano Generale dei Trasporti) che individua le strategie e gli
interventi principali al fine di disegnare le linee portanti di un progetto di sistema in grado di
ottimizzare l’utilizzo dei diversi modi di trasporto.
La politica degli investimenti nel comparto dei trasporti non può essere affrontata soltanto in
termini di potenziamento infrastrutturale ma deve comprendere una serie di azioni, mirate ad
aumentare l’efficienza complessiva dell’offerta di servizi di trasporto, in termini di qualità di
affidabilità, di sicurezza, di riduzione del costo e di nuove regole per la composizione dei
conflitti.
All’obbiettivo tradizionalmente richiesto al sistema dei trasporti di garantire il soddisfacimento
dei bisogni di mobilità è necessario affiancare almeno due ulteriori obiettivi di fondo:
Diminuire i livelli di inquinamento ambientale, aumentare i livelli di sicurezza del trasporto.
La diagnosi del settore dei trasporti in Italia mette in luce gravi carenze di tipo infrastrutturale,
gestionale ed organizzativo e, in generale, un’adeguata qualità di servizio offerto.
I principali elementi di criticità sono i seguenti:
Un forte squilibrio verso la strada: la domanda di trasporto è cresciuta a ritmi molto sostenuti a
causa dell’aumento del reddito, delle abitudini, e degli stili di vita dei cittadini, della
dispersione territoriale, delle residenze e degli insediamenti produttivi .
L’analisi degli attuali volumi di traffico conferma l’assoluta prevalenza del trasporto su strada.
La disomogeneità dei servizi, fenomeni di congestione nel nord Italia e bassi livelli di
accessibilità causati dall’insufficiente qualità di servizi e delle infrastrutture di trasporto nel
meridione.
Carenza delle strutture che compongono l’offerta infrastrutturale del settore ferroviario.
Esternalità negative in termini di impatto ambientale e incidentalità dovuti alla prevalenza del
modo stradale.
Perseguendo i criteri su citati, nella relazione che segue verrà trattato il caso del comune di
Milzano ed il contesto infrastrutturale in cui si trova inserito, un caso particolare di un comune
che si trova nel territorio perimetrale della provincia di Brescia in una porzione territoriale
spesso e volentieri dimenticata per la mancanza di collegamenti importanti che lo
oltrepassano.
Verranno analizzati i flussi di traffico che caratterizzano la rete principale ed il funzionamento
del trasporto pubblico locale (TPL) per una distribuzione sempre più efficiente dei servizi
risparmiando la rete di una fetta di domanda che dovrà essere sempre più forte.
INQUADRAMENTO INFRASTRUTTURALE
Il comune di Milzano si colloca nella “bassa bresciana”, circa 2 km a nord del confine fra la
provincia di Brescia e quella di Cremona.
Il territorio comunale in esame confina con: Cigole (Nord), Pavone Mella e Pralboino (Est),
Seniga (Sud- Est), Alfianello e S. Gervasio ad Ovest.
52
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Il capoluogo (Brescia) dista circa 35 km ed è raggiungibile attraverso la Sp 45 Bis o la A21
(utilizzando il casello di Pontevico- Robecco d’Oglio. A sud dell’abitato scorre la Sp n. 64.
Dal punto di vista urbanistico è riconoscibile un unico nucleo abitato che si è sviluppato in
corrispondenza dello sbocco della Seriola Lusignolo nel Fiume Mella.
Il Comune è oltrepassato principalmente da due assi la ex SS ora SP 64 e la SP VII
DP-C8_Sistema della mobilità
MEZZO PRIVATO
L’accessibilità tramite mezzo privato su gomma è stata calcolata sulla base dei tempi statistici
forniti dal servizio di calcolo dell’itinerario “ViaMichelin” ( www.viamichelin.it ), il quale
restituisce oltre alla distanza della tratta stradale anche il tempo medio necessario per
percorrere lo stesso.
I dati così desunti sono stati successivamente trasferiti allo strato informativo dei Comuni della
Regione
53
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Lombardia (rispettivamente nei campi “tempo” e “distanza”). Sebbene il valore riscontrato sia
stato attribuito all’intera superficie comunale, si fa presente come il tempo medio ottenuto sia
calcolato in riferimento al centro di ciascun Comune, e che tale generalizzazione è finalizzata
unicamente a scopi rappresentativi.
L’indagine è stata estesa entro la fascia oraria dei 60 minuti (con la sola eccezione dei
principali capoluoghi di Provincia esterni a tale fascia, quali Milano, Pavia e Lecco), oltre la
quale la varietà degli itinerari possibili rende arduo determinare l’effettiva tempistica (si
considerino eventuali soste, preferenze di percorso ecc.).
MEZZO PUBBLICO: AUTOBUS
Per stimare il livello di accessibilità del territorio mediante l’utilizzo del servizio di modalità
pubblica su gomma (autobus) si è fatto riferimento ai dati dichiarati dalla Regione Lombardia
mediante
il
sito
della
“Direzione
generale
infrastrutture
e
mobilità”
(
http://62.101.84.174/trl_index.htm ), attraverso il quale è possibile interrogare il database
relativo alle linee ed agli orari di tutta la Regione. Come per il mezzo privato, il valore
registrato per il centro del Comune è stato attribuito all’intera superficie comunale al fine di
rendere rappresentabile il dato.
Dal sito sopra menzionato sono stati ricavati i seguenti dati, successivamente attribuiti ai
relativi campi dello strato informativo:
“BUS_min”
= tempo minimo necessario per raggiungere il centro del Comune mediante
autobus;
“BUS_max”
= tempo massimo necessario per raggiungere il centro del Comune mediante
autobus;
“BUS_media” = tempo medio di percorrenza mediante autobus, calcolato come: (BUS_min +
BUS_max)/ 2
54
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
“BUS_cambi” = numero di cambi di linea necessari per raggiungere il centro del Comune
mediante autobus.
MEZZO PUBBLICO: TRENO
I tempi di percorrenza mediante mezzo pubblico su ferro sono stati infine calcolati sulla base
degli orari forniti dal sito ufficiale di Trenitalia ( www.trenitalia.com ). E’ stato considerato il
tempo minimo di percorrenza per raggiungere ciascuna delle stazioni, attribuendo il valore
riscontrato allo shape puntuali delle fermate della rete ferroviaria.
Dal momento che ben 3 stazioni risultano avere un’accessibilità piuttosto immediata dal
comune di Milzano (Potevico, Verolanuova e Manerbio), si è scelto di prendere come
riferimento quella più immediatamente raggiungibili attraverso il mezzo privato (sulla base dei
calcoli precedentemente descritti), ovvero “Pontevico-Robecco”.
55
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
.
Graf. 1 Percentuale del mezzo di trasporto utilizzato
56
QC 1
2.6.
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
SISTEMA URBANO
II NAF (nucleo di antica formazione) ricomprende l'agglomerazione di antica formazione così
come desumibile dalla cartografia del catasto napoleonico (1809), confermando
sostanzialmente, le previsioni del P.R.G. vigente.
Dimensionalmente il NAF occupa circa il 40,65% del tessuto complessivo residenziale.
NUCLEO ANTICO Superficie
PRG mq 162.974
PGT mq 162.223
DIFFERENZA mq 751
% sul TUC
19,15
19,06
0,09
% sul STC
1,91
1,91
0,01
% sul TUC
12,21
34,43
22,21
% sul STC
1,22
3,44
2,22
RESIDENZIALE DI RECENTE FORMAZIONE Superficie
PRG mq
103.952
PGT mq
293.005
DIFFERENZA mq
TESSUTO RESIDENZIALE (AREA MQ) dal P.R.G. 189.053
Nuclei antichi (Zona A1‐A2 ) 128.809 Tessuto urbano prevalentemente residenziale (Zona B1‐C del PRG) 316899 Totale tessuto urbanizzato residenziale 445.707 Totale superficie territorio comunale 8.512.251,94 Rapporto tessuto residenziale/superficie totale 5,24% Superfici urbanizzate per abitante SUPERFICIE URBANIZZATA RESIDENZIALE PER ABITANTE Totale tessuto urbanizzato residenziale – area mq. 445.707 Abitanti 2007 (al 31.12.2008) 1752 254,40 Rapporto (mq/abitante) I valori rilevati (cartograficamente), sugli insediamenti residenziali, sono alquanto
significativi del livello qualitativo ma anche quantitativo raggiunto della volumetria e del
numero di vani virtuali (vedi fonti dati ISTAT 2001) rispetto alla popolazione insediata.
I caratteri degli edifici e delle abitazioni
Nell' analisi sono stati utilizzati indicatori (dati ISTAT del 2001) volti a valutare la rispondenza del
patrimonio abitativo alle necessità della popolazione, la vetustà del patrimonio edilizio e la
consistenza e i caratteri di quello occupato.
Una prima analisi è basata sulla suddivisione degli edifici per tipo di località abitativa. Di
seguito vengono riportate alcune definizioni per meglio comprendere cosa si intende per centri
abitati, nuclei abitati e case sparse:
57
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Centro abitato Aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi
soluzioni di continuità per la cui determinazione si assume un valore variabile intorno ai 70
metri, caratterizzato dall’esistenza di servizi od esercizi pubblici (scuola, ufficio pubblico,
farmacia, negozio o simili) costituenti la condizione di una forma autonoma di vita sociale, e
generalmente determinanti un luogo di raccolta ove sono soliti concorrere anche gli abitanti
dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, affari, approvvigionamento e simili, in modo da
manifestare l’esistenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso. I luoghi di
convegno turistico, i gruppi di villini, alberghi e simili destinati alla villeggiatura, abitati
stagionalmente, sono considerati centri abitati temporanei, purché nel periodo dell’attività
stagionale presentino i requisiti del centro.
Nucleo abitato
Località abitata, priva del luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato, costituita da un
gruppo di case contigue e vicine, con almeno cinque famiglie, con interposte strade, sentieri,
piazze, aie, piccoli orti, piccoli incolti e simili, purché l’intervallo tra casa e casa non superi
trenta metri e sia in ogni modo inferiore a quello intercorrente tra il nucleo stesso e la più
vicina delle case manifestamente sparse. Il carattere di nucleo è riconosciuto anche:
al gruppo di case, anche minimo, vicine tra loro, situate in zona montana, quando vi
abitino almeno due famiglie e le condizioni della viabilità siano tali da rendere difficile
e comunque non frequenti i rapporti con le altre località abitate (nucleo speciale
montano);
-
all’aggregato di case (dirute o non dirute) in zona montana, già sede di numerosa
popolazione ed
ora
completamente
o
parzialmente
disabitato
a
causa
dello
spopolamento montano (nucleo speciale montano già nucleo ora spopolato);
-
ai fabbricati di aziende agricole e zootecniche noti nelle diverse regioni con varie
denominazioni anche se costituiti da un solo edificio, purché il numero di famiglie in
esso abitanti non sia inferiore a cinque (nucleo speciale azienda agricola e/o
zootecnica);
-
ai conventi, case di cura, colonie climatiche e sanatoriali, orfanotrofi, case di
correzione e scuole convitto situati in aperta campagna, anche se abbiano laboratori,
servizi ed esercizi interni (nucleo speciale convento, casa di cura, ecc.);
-
agli edifici distanti da centri e nuclei abitati, nei quali esistono servizi od esercizi
pubblici (stazione ferroviaria, centrale idroelettrica, spaccio, chiesa, ecc.) purché negli
stessi o nelle eventuali case prossime, da comprendere nel nucleo, vi abitino almeno
due famiglie (nucleo speciale stazione ferroviaria, centrale idroelettrica, ecc.);
-
agli insediamenti residenziali con popolazione non stabile, occupati, stagionalmente a
scopo di villeggiatura, di cura, ecc., con almeno 10 abitazioni; (nucleo speciale
insediamento residenziale con popolazione non stabile ).
Case sparse Case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire
nemmeno un nucleo abitato.
Tavola: Numero di edifici per tipo di località abitate ‐ Brescia (dettaglio comunale) ‐ Censimento 2001. COMUNI Tipo di località abitate Centri abitati Nuclei Case Totale 58
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
abitati sparse 380 0 11 391 211248 11472 19480 242200 Milzano Provincia di Brescia 380
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Centri abitati
0
11
Nuclei abitati
Case sparse
Milzano
Di
seguito vengono date alcune note per meglio comprendere cosa si intende per edificio e per
abitazione:
Edificio Si intende per edificio una costruzione:
di regola di concezione ed esecuzione unitaria;
-
dotata di una propria struttura indipendente;
-
contenente spazi utilizzabili stabilmente da persone per usi destinati all'abitazione e/o
alla produzione di beni e/o di servizi, con le eventuali relative pertinenze;
-
delimitata da pareti continue, esterne o divisorie, e da coperture;
-
dotata di almeno un accesso dall'esterno.
Abitazione Alloggio costituito da un solo locale o da un insieme di locali (stanze e vani accessori):
costruito con quei requisiti che lo rendono adatto ad essere dimora stabile di una o più
persone, anche nel caso in cui una parte sia adibita ad ufficio (studio professionale,
ecc.);
-
dotato di almeno un accesso indipendente dall'esterno (strada, cortile, ecc.), che non
comporti il passaggio attraverso altre abitazioni, o da spazi di disimpegno comune
(pianerottoli, ballatoi, terrazze, ecc.);
-
separato da altre unità abitative da pareti;
-
inserito in un edificio.
59
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
ISTAT 20
001 n° edifici Milzano TOTALE‐
MEDIA PROVINCIA
A n° edifici ad uso abitativ
o 391
1 329 0 213.820 242.200
n° abitazioni n°sta
difici in ed
nze ad u
uso abitativo n° di stanze per abitazio
ne 586 2.916
4,96
2.177
.157
4,19
51
19.692 superf
icie (mq) supeer
mq. per ficiee delle superfic
occupante med
di
abitazi
ie (mq) in a oni delle abitazioni (mq) occup
abitazio
occupate dellee ate da ni da persone abitaz
perso
residenti ioni
ne reside
nti 6,9
58.77
106
39,79 544
4 58.773
2
3 n° abitaz
ioni occup
ate da perso
ne resid
enti 433.8
8
75
5
49.890.
432
9
96
39,46 superffici
e med
dia (mq) delle abitazio
ni occupat
e da ne person
resident
i n° di occupanti per stanza in abitazione occupata da persone residenti 39,,79
1,96
6
100
1
0,58
8
43.33
3.948 Di seguito
s
veng
gono riporta
ati i dati (IST
TAT 2001) degli
d
edifici suddivisi
s
per tipologia di
d utilizzo
(utilizzati – non utilizzati).
Tav
vola: Edifici per tipologia di
d utilizzo - Brrescia (dettag
glio comunale) - Censimento 2001.
Tipologia di
d utilizzo
COM
MUNI
Utilizzati
Prov
vincia di Bres
scia
17
7108 Milzano
o
Non utilizzati
373
To
otale
18
391
5%
utilizzatii
95%
non utiliizzati
Tavola: Edifici ad
d uso abitativo
o per epoca di ccostruzione ‐ Brrescia (dettagliio comunale) ‐ Censimento 20
001. Epocca di costruzione Dal Dal Dopo COMUNI Prima d
del Dal 1919
9 al Dal 1946
Dal 1982 al 1962 al 1972 al T
il Totale
1919 19
945
al 1961
991 19
1971
1
1981
1991 M
Milzano 7
72 62
40
27
48
34 46 329
60
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
ed
difici ad usso abitativvo per epo
oca di cosstruzione
M
Milzano
prim
ma del 1919
dal 1919 al 1945
14%
22%
dal 1946 al 1961
10%
dal 1962 al 1971
1
15%
19%
dal 1972 al 1981
dal 1982 al 1991
8%
%
12
2%
dop
po il 1991
Nello specifico per Milzano,
M
si pu
uò notare ch
he la costruz
zione della maggior
m
parte
e del patrimonio
edilizio risale
r
a prima del 1919.
Buona la risponde
enza tra pa
atrimonio edilizio e ne
ecessità de
ella popolaz
zione: infattti, il
rapporto
o tra le abita
azioni occupa
ate da reside
enti (570) e le
e famiglie (555) è quasi a
allineato.
POPOLA
AZIONE – FAMIGLIE E ABITAZIONI – ANNO 20
001 (2)
570 62
2 totale da componenti per famiglia 2,67 altre abitazioni abitazioni
altre (2)
555
Abitazionii occupate residenti Milzano
o 1487
numero Popolazione Famiglie 632 abitaziioni occupate daa non residenti e abitazioni non
n occupate Dati ISTAT Dalla co
omparazione dei dati di cui soprra, con una popolazione
e al 2009 di 1.752 reside
enti,
emerge un indice
e (stanze/p
popolazione) pari a 2,08 stanze
e/abitante, con un indic
ce di
affollamento (stanze
e occupate/p
popolazione residente) pari a 1,62.
Dai datti planovolu
umetrici callcolati carto
ograficamente sui com
mparti aven
nti destinazione
residenz
ziale nel PRG
G vigente, cio
oè le zone RC1 del P.G.T
T., si ottiene una volume
etria residenz
ziale
pari a circa mc. 1.04
44.083 che già
g al netto degli edifici destinati a servizi, ma comprensiv
vo di
tutti i co
orpi accessori, comporta
a un dato volumetrico pe
er abitante teorico
t
di 33
33 mc./ab. e che
quindi su
upera il para
ametro di cui alla LR n. 1/2001
1
(1 abitante = 150
0 mc = n. 1 s
stanza).
che l’equiva
Appare significativo
s
alenza di 15
50 mc/ab. no
on è più atte
endibile nella fattispecie
e del
Comune
e di Milzano. Infatti tale dato
d
reale (c
calcolato com
mprensivo dei comparti attuati del PRG)
P
induce ad
a aumentarre prudenzia
almente l’equ
uivalenza a 200 mc./ab. che più si avvicina al dato
d
volumettrico generale sopradettto ( 333 mc
c./ab.). Tale dato rispon
nde, peraltro
o, al trend delle
d
nuove esigenze
e
qu
ualitative de
ell’abitare ch
he denotano
o una costa
ante crescitta in termin
ni di
61
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
superfici degli alloggi rispetto il numero di abitanti e al costante aumento delle famiglie
insediabili.
TESSUTO PRODUTTIVO
Il tessuto produttivo di Milzano si presenta principalmente collocato a sud della sp 64, un’altra
realtà produttiva di dimensioni minori giovane è riconducibile a nord del centro abitato dove vi
è una reale necessità di espansione.
Il PGT pone per l’area produttiva l’obiettivo di un ridisegno che raggruppi le attività nell’area di
espansione a sud della strada provinciale “SP 64” disincentivando, in area urbana la
frammistione di attività produttive all’interno dei tessuti residenziali che porterebbero al
protrarsi di condizioni di generazione di odori, rumori e polveri, tutti fenomeni incompatibili con
la residenza.
Area produttiva a sud.
Area produttiva a nord
In merito al tessuto polifunzionale sono definiti i seguenti rapporti di occupazione di suolo e di
dotazione abitante:
TESSUTO POLIFUNZIONALE (AREA MQ) dal P.R.G. Tessuto produttivo/commerciale (zona D1‐D2) 200.037,28 Totale superficie territorio comunale 8.512.251,94 Rapporto produttivo/commerciale /superficie totale 2,34% SUPERFICIE URBANIZZATA POLIFUNZIONALE/ABITANTE Tessuto produttivo/commerciale (zona D1‐D2) 200.037,28 Abitanti 2007 (al 31.12.2009) 1771 Rapporto produttivo/commerciale (mq/abitante) 112 NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE
Fin dalla sua comparsa sulla terra l’uomo ha plasmato e modificato il territorio, proiettandovi le
proprie speranze, le proprie tensioni spirituali e civili, accumulandovi i segni dei propri processi
di trasformazione. Prendere coscienza che il territorio è già occupato, che non è un vuoto bensì
un “tutto pieno” storico e materico e che le sue progressive stratificazioni ne danno l’età -
62
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
come un albero - significa riconoscersi inseriti in questo processo in quanto appartenenti a
nostra volta ad un preciso ed irripetibile “strato geoarcheologico”.
Etimologicamente il termine “paesaggio” deriva da “paese”, dal latino classico “pagus”
(villaggio), cioè parte di territorio naturale colonizzato dall’uomo. In questo senso il termine
“paesaggio” introduce la nozione di “storia”; il paesaggio attuale è la somma di tutti i
paesaggi, naturali e antropizzati, del passato: esso è “la forma che l’uomo coscientemente e
sistematicamente imprime al paesaggio naturale”.
Preludio fondamentale per la tutela è la conoscenza dei siti sui quali intervenire, al fine di
comprendere le componenti costruttive del paesaggio storico e lo stato attuale della sua
conservazione. Altro passaggio fondamentale è la costruzione di un consenso diffuso
sull’opportunità della conservazione del paesaggio naturale ed antropizzato, esaltandone non
solo il valore storico e culturale ma pure quello economico.
L’insieme di queste operazioni può costituire un importante punto di svolta nella pianificazione
della tutela paesistica: non più sola salvaguardia passiva di aree valutate in un’ottica
puramente visuale, ma anche conservazione e manutenzione appropriata degli elementi
costitutivi il paesaggio inteso come paesaggio “costruito”.
Allo stesso modo la tutela dei centri e dei nuclei storici è finalizzata alla conservazione e
trasmissione degli organismi nel loro complesso. E non esiste salvaguardia efficace senza
adeguata conoscenza dei siti sui quali intervenire, al fine di comprendere le componenti
costruttive storiche e la stato attuale dei luoghi.
Le successive azioni di tutela saranno definite in seguito ad una attenta lettura dei caratteri e
degli elementi connotativi, del sistema di relazioni, dei rapporti visivi e strutturali tra le diverse
parti di un medesimo nucleo e tra questo e il suo territorio.
Le pagine che seguono ripercorrono brevemente la vicenda storica di Milzano, senza pretesa
di completezza esse intendono focalizzare l’attenzione sul disegno della forma urbana, quale
esito di una secolare storia civile, artistica e culturale; partendo dal presupposto che è
irrinunciabile la conservazione e valorizzazione di quel carattere del luogo di antica concezione
romana che è il “genius loci, lo spirito guardiano che dà vita a popoli e luoghi, li accompagna
dalla nascita alla morte, determina la loro fattura e la loro essenza”.
Cenni storici generali
Non sono molti nella toponomastica bresciana i nomi duplicati nella forma diminutiva o
accrescitiva e quelli duplicati nell’indicazione geografica.
Appartengono a questa categoria Milzano e Milzanello che si trovano ambedue sulle sponde
del fiume Mella sulla sponda destra alla confluenza del torrente Lusignolo col Mellala bella
borgata di Milzano, sulla sponda sinistra del Mella le verdeggianti praterie di Milzanello. Il nome
comune di Mulzano, nome ora scomparso, venne trasformato poi in Mosio, le Muse, ex terreni
63
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
paludosi e lamivi che si denominano appunto lamosi. Siamo nel territorio bonificato dai monaci
della vicina Badìa di Leno, a Milzano la Badìa aveva costituito un priorato denominato S. Maria
di Muriatica o Muradega.
Il priorato era una piccola comunità di almeno tre monaci dislocata dal monastero centrale
delle sue vaste possidenze rurali dove era necessaria la presenza di elementi direttivi e
l’assistenza religiosa ai dipendenti.
All’opera intelligente e provvidenziale di queste nobili famiglie deve Milzano la sua redenzione
agraria. Lentamente sono scomparse le lame, le muse o acquitrini, che avevano determinato
anche il culto locale di S. Biagio, il noto vescovo orientale invocato contro le malattie della
gola. A questo santo venne dedicata nel cinquecento l’attuale chiesa parrocchiale.
Milza nello costituì pure un feudo della Badìa di Leno, nei diplomi imperiali che la riguardano è
sempre accennato il nome di Breda d’Ale che è vicinissima a Milzanello. Il territorio ora tutto
bonificato è costituito dai terrazzi del Mella.
Una buona parte di esso verso Manerbio è denominato il Cereto, appartenente alla famiglia
della famosa Laura Cereto.
Il restante fu infeudato alla nobile famiglia Testa che proveniva dal feudo pure leonense di
Verolavecchia.
I Testa costituirono la dote beneficiaria della chiesa di S. Michele facendola erigere in
parrocchia con la riserva del giuspatronato, che passò poi nei loro successori.
La storia di Milzano evidenzia poi per alcuni secoli un notevole appiattimento poiché gestita
unicamente da alcuni grossi proprietari che non conducono direttamente i terreni ad eccezione
dei Sala e dei Fossati, ma che sfruttano l’istinto di sopravvivenza dei pochi residenti.
Verso la fine del XVIII secolo, poco prima dell’invasione napoleonica, Milzano possedeva solo 4
aziende, di scarsa produttività poiché esposte alla siccità od allo straripamento del Mella, come
dimostra una relazione dell’ispettore veneto Zonin nel 1783.
Ogni azienda oltre alla casa padronale aveva le misere e malsane abitazioni dei contadini,
un’enorme aia, alcuni barchessali, stalle basse ed umide, scarsamente areate, destinate anche
al riposo notturno del personale.
Solo con la grande bonifica della seconda metà del XIX secolo si assiste ad un netto
miglioramento nella tecnica della conduzione dei campi e nella situazione igienico sanitaria
degli abitanti. In seguito a questa riforma l’economia di Milzano assume una dimensione
completamente nuova e l’aspetto demografico del paese fa un notevole passo avanti, come si
può costatare mettendo a confronto le relazioni vescovili
Il sistema urbano: l’evoluzione del costruito
La lettura dell’evoluzione del costruito è un’operazione che, rappresentando i processi di
crescita avvenuti in uno specifico arco temporale, permette di cogliere le linee ordinatrici dei
processi di sviluppo, i capisaldi urbani che hanno costituito un riferimento alla crescita della
città, i margini che si sono consolidati, arrivando a definire l’immagine complessiva dei nuclei
abitati e dei sistemi insediativi.
I risultati di questa analisi orienteranno da un lato le scelte di strategia contenute nel
Documento di Piano, contribuendo a riconoscere le valenze storiche dell’insediamento
comunale, a comprendere le regole insediative che hanno portato lo stratificarsi delle forme
insediative che oggi leggiamo come consolidate e a definire un suo possibile sviluppo.
Questo permetterà, in fase di definizione del Piano delle Regole, di individuare le aree da
considerare consolidate ovvero leggibili come ordinate da regole insediative riconoscibili,
quelle di cui è auspicabile una riqualificazione ovvero per cui risulta possibile prevedere
interventi di riformulazione dell’assetto insediativo.
64
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
ografia anticca
La carto
Brescia era, in quell periodo, so
otto la domiinazione ven
neziana. A termine
t
del loro mandato, i
Rettori, Capitani e Podestà, do
ovevano rife
erire per iscritto, al Sen
nato della R
Repubblica, sulla
s
ne del loro rettorato e le relazioni contenevan
no notizie generali d’intteresse politico,
situazion
economico, statistico e militare. Il Podestà Giovanni
G
Da Lezze, oltre alla relazion
ne intraprese
e un
compito molto più poderoso occ
cupandosi de
ella redazion
ne del Catasttico.
Amminis
strativamentte il territo
orio si divid
deva, complessivamente
e,
in dicia
annove qua
adre:
ciascuna
a comprende
eva i comuni rurali, con amministraz
a
zione civile distinta
d
dalla città di Bres
scia.
Non face
evano parte del territorio i luoghi separati (le valli,
v
la Rivie
era del Gard
da, le fortezz
ze ai
confini) che si regge
evano - in tu
utto o in partte – autonom
mamente e neppure
n
le te
erre esenti, cioè
le terre ancora giurrisdizionalme
ente rette da
d nobili fam
miglie di feu
udatari quali i Martineng
go, i
Gambara e gli Avoga
adro.
Di ogni comune il Catastico
C
offfre una desc
crizione accu
urata di ordine geografiico, topografico,
dettaglia
ando l’entità numerica degli abita
anti, i nom
mi delle prin
ncipali famig
glie cittadin
ne e
contadin
ne, le occup
pazioni prev
valenti, le atttività econo
omiche più sviluppate, gli ordinam
menti
amminis
strativi, le qu
ualità delle terre
t
ed i principali prod
dotti agricoli,, l’entità num
merica di bo
ovini,
equini, ovini
o
e tutta una serie dii altre notizie
e fonte preziosa ed interressante ritrratto della re
ealtà
brescian
na nei primi anni
a
del Seic
cento.
CARTA DEEL TERRITORIO
O BRESCIANO ALLEGATA ALL C ATASTICO D
DEL P ROVVED ITORE G. D A L EZZE , 1610 CARTA DEL TERRRITORIO BRESCCIANO, SECON
NDA METÀ DEL XV SECOLO ‐ PARTICOLAR
RE Vengono
o di seguito allegate alcune mappe
e antiche, che
c
consentono la lettu
ura del territtorio
brescian
no,
65
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
CAR
RTA DELLA REG
GIONE LOMBA
ARDA , PRIMA METÀ DEL XV
V SECOLO TERRITORIO DI BRESCIA ET C REMA, RIEDIZIONE DELL’ OM
MONIMA TAVO
OLA DI G IOVA
ANNI A NTONIO
O MAGINI, DA NOVUS ATLAS ED
DITO DA I OAN
NNES I ANSSON
NIUS , A MSTER
RDAM , 1657‐‐1659(T OTALLE ) CARTA DEGLI ASTRONOMI DI BREDA
66
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
o e legenda
Cartiglio
La Carta
ta Topografi
fica del Reg
gno Lombard
rdo-Veneto, detta Carta
a degli Astro
ronomi di Brera,
Br
pubblica
ata nel 183
33 è stata interpretata secondo le categorie
e usuali dei manufatti che
accompa
agnano la prresenza uma
ana sul territtorio (viabilittà principale e secondariia, centri urb
bani,
chiese, canali…),
c
ma
a fornisce an
nche interess
santi annota
azioni circa l’’uso del suollo.
Con parrticolare rife
erimento alla
a porzione relativa
r
al territorio
t
com
munale di M
Milzano, l’an
nalisi
della Ca
arta, comparrata con gli altri docume
enti storici, consente la lettura delle
e trasformaz
zioni
del territtorio negli ultimi due sec
coli, valutando permanenze e trasformazioni.
Ad integ
grazione de
el precedente paragraffo dedicato alla cartog
grafia storic
ca del territtorio
brescian
no, risulta ne
ecessario un breve cenno riferito ai catasti
c
storic
ci (Regno Lombardo Ven
neto,
1884 e Regno d’Ita
alia), deposittati presso l’Archivio di Stato di Brescia e rec
cepiti dall’uffficio
tecnico comunale, con
c
il duplice proposito di supportare le scelte progettuali ad una scala di
maggiorr dettaglio e consentire il confronto con
c
le fonti.
Con rife
erimento al territorio di
d nostro in
nteresse ve
engono di seguito
s
alleg
gati gli esttratti
cartogra
afici riferiti alle
a
mappe dei
d catasti storici
s
(Regno Napoleoniico, 1809; R
Regno Lomba
ardo
Veneto, 1852 e Regn
no d’Italia, 1898),
1
depos
sitati presso l’Archivio di Stato di Bre
escia.
Procedendo in ordin
ne cronologic
co, la lettura
a inizia dal catasto
c
Napo
oleonico (1809) del Com
mune
no.
di Milzan
FIG. 1 –MAPPPA CATASTO NAPO
OLEONICO COMUNEE DI MILZANO – TERRITORIO ARCHIVIO DI STATO DI BRESCIA. 67
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
2.7.
SISTEMA PAESAGGIO
Il quadro conoscitivo del paesaggio è per sua definizione unico e in continua evoluzione e
aggiornamento, le componenti del PGT (Documento di piano, Piano dei Servizi, Piano delle
regole), fanno riferimento ad esso per verificare le scelte di piano o definire meglio
l’impostazione della disciplina degli interventi, ne integrano nel tempo i contenuti e lo
assumono quale riferimento per la gestione del piano e degli interventi sul territorio.
L’approccio integrato
e complessivo del paesaggio richiede che vengano presi in
considerazione i diversi aspetti che connotano un paesaggio dal punto di vista della sua
costruzione storica, della funzionalità ecologica, della coerenza morfologica e della percezione
sociale.
I sistemi e loro componenti o specifici siti o elementi come, peraltro, indicati alla lett. b) del
comma 1 dell’art. 8 della L.R. n. 12/2005 e s.m.i., non sono da considerarsi quindi esaustivi di
una lettura delle valenze e componenti paesaggistiche del territorio comunale.
Le informazioni raccolte e gli elementi significativi rilevati sono riportati in una “CARTA DEL
PAESAGGIO”, il cui compito è raccogliere in forma organica tutte le indicazioni, acquisite nella
fase ricognitiva, attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse
componenti.
La Carta del paesaggio è composta dalla presente Relazione nella parte riferita al quadro
conoscitivo e di analisi, contenente il Repertorio dei beni vincolati e, cartograficamente, dalla
Carta della sensibilità paesaggistica (che individua sul territorio le classi di sensibilità) e sarà,
inoltre, accompagnata, nel Piano delle regole, dalla Normativa di indirizzo ai fini della tutela
del paesaggio.
Nel corso del tempo i concetti di paesaggio e di tutela hanno registrato una evoluzione
significativa. Il termine “paesaggio” ha conosciuto un progressivo arricchimento di significato,
già alla fine degli anni trenta designava ambiti individuati secondo un’accezione elitaria e
fortemente selettiva (bellezze individue) e successivamente si è confrontato con la
componente ambientale e la percezione culturale.
Per paesaggio si intende “una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura,
dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni” (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
Tale definizione tiene conto dell’idea che i paesaggi evolvono col tempo per l’effetto di forze
naturali e per l’azione dell’uomo e sottolinea che il paesaggio forma un insieme di elementi
naturali e culturali che vengono considerati simultaneamente.
Sulla scorta delle norme sopra richiamate, i caratteri fondamentali del concetto di paesaggio
sono così individuati :
il contenuto percettivo, in quanto il paesaggio è comunque strettamente connesso con
il dato visuale, con “l’aspetto” del territorio;
-
la complessità dell’insieme, in quanto non è solo la pregevolezza intrinseca dei singoli
componenti ad essere considerata, ma il loro comporsi e configurarsi che conferisce a
quanto percepito una forma riconoscibile che caratterizza i paesaggi;
-
il valore estetico-culturale, in quanto alla forma così individuata è attribuita una
significatività e una capacità di evocare “valori estetici e tradizionali” rappresentativi
dell’identità culturale di una comunità.
68
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue trasformazioni dovute
all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle
componenti antropiche e biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e
dall’abbandono degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato.
La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e qualificazione del singolo bene,
ma anche la tutela e qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla
sopravvivenza, alla sua identificabilità e alla sua leggibilità. La tutela e la qualificazione
dovranno quindi esprimersi in forme diverse: in rapporto ai caratteri della trasformazione
proposta ed in relazione al “grado” di sensibilità del paesaggio.
Le Amministrazioni Comunali sono chiamate a governare responsabilmente le trasformazioni
locali del paesaggio, inteso nella sua accezione più ampia di bene collettivo che supera visioni
puntuali e localistiche. Compito affidato ad uno strumento a valenza paesistica di maggiore
dettaglio alla scala comunale quale il Piano di Governo del Territorio di cui alla L.R. n. 12/2005.
Al piano urbanistico comunale si affiancano, in quanto vigenti, le norme contenute nel Codice
dei beni culturali e del paesaggio di cui al D.lgs n. 42/2004 (Codice); e la DGR 8.11.2002, n.
11045 “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti” (che conserva validità ai sensi dell’art.
102 della L.R. 12/2005 nelle more di approvazione del Piano Territoriale Regionale-PTR); il
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Brescia approvato nel
2004; i “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei
beni paesaggistici in attuazione della LR 12/2005”, approvati con DGR 15.3.2006, n. 2121,
nonché, in ambito europeo, la Convenzione del Paesaggio come recepita e ratificata con Legge
9.1.2006, n. 14.
Sono riconosciute e assunte le seguenti finalità e principi di cui all’art. 1 delle NTA del PTPR :
la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi
della Lombardia, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla
tutela delle preesistenze e dei relativi contesti;
-
il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di
trasformazione del territorio;
-
la diffusione della consapevolezza dei valori paesistici e la loro fruizione da parte dei
cittadini.
Il PTPR riconosce all’intero territorio regionale valore paesaggistico e l’azione di tutela e
valorizzazione viene esercitata sia per gli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica
che per le rimanenti porzioni del territorio.
Nelle porzioni di territorio comunale assoggettate a specifica tutela, individuati nel Repertorio
dei beni vincolati, in base agli art. 136 e 142 del D.Lgs 42/2004, la valutazione di compatibilità
dei progetti di trasformazione è effettuata, sulla base dei criteri di cui alla DGR 2121/2006, con
riferimento alla classe di sensibilità attribuita al sito e tenuto conto delle motivazioni del
vincolo, e si conclude con l’autorizzazione paesaggistica, atto autonomo e preliminare del
permesso di costruire o denuncia di inizio attività.
Nelle restanti porzioni di territorio comunale, la salvaguardia del paesaggio viene esercitata,
attraverso la metodologia di cui alla DGR n. 11045/2002 (PTPR), tenendo conto delle eventuali
prescrizioni del PTCP o dei parchi, nonché del PGT, mediante determinazione dell’impatto
paesistico dei progetti attraverso la classe di sensibilità del sito con il grado di incidenza del
progetto. Questo esame non da luogo ad un atto amministrativo autonomo ma costituisce una
fase interna al procedimento di emissione del permesso di costruire o della denuncia di inizio
attività.
69
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Come stabilito dall’art. 29 delle NTA del PTPR, tutti i progetti il cui impatto paesistico risulti
superiore alla soglia di rilevanza, stabilita con i criteri di cui alla DGR 11045/2002, debbono
essere corredati da una specifica relazione paesistica, con i contenuti precisati dalla suddetta
deliberazione.
L’esame paesistico del progetto si conclude con la valutazione di merito : il giudizio di impatto
paesistico. Pertanto tutti i progetti con impatto superiore alla soglia di rilevanza devono essere
esaminati e valutati, con il parere della Commissione per il paesaggio di cui all’art. 148 del
D.Lgs 42/2004 e art. 81 della L.R. 12/2005, in riferimento alla loro capacità di inserimento nel
contesto.
Non sono soggetti alla suddetta disciplina gli interventi di cui all’art. 149 del D.Lgs 42/2004, in
particolare gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e
di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici.
L’individuazione delle classi di sensibilità del sito è contenuta nella Carta della sensibilità del
paesaggio.
IL REPERTORIO DEI BENI VINCOLATI
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai sensi dell’art.10 comma 1 del D.Lgs. 22 gennaio
2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, ha individuato con nota del 23
settembre 2008 i beni immobili di interesse storico artistico situati nel territorio del Comune di
Milzano, qui di seguito integrati con ulteriori decreti di vincolo paesaggistico (dichiarazione di
notevole interesse che complessivamente riguardano l’intero territorio comunale):
DENOMINAZIONE
VINCOLO
DECRETATO
1
Edificio in via Mameli (ex ricovero)
D.M. 29/01/2007
2
Palazzo Soldi (ex Fossati) in via F.lli Bandiera
D.M. 18/12/1937
3
Palazzo Brunelli (ex Udeschini) con Giardino e Brolo in via F.lli
D.M. 06/04/1995
Bandiera
4
Cascina in via S. Michele
D.M. 15/06/1996
5
Scuola dell’infanzia in via Roma n.10
D.M. 28/11/2007
La Provincia, nell’Allegato II alle N.T.A. del P.T.C.P. “Il sistema del paesaggio dei beni storici –
Repertorio dei Beni Storico Artistico Culturali della Provincia di Brescia”, integra l’elenco
suddetto con i seguenti edifici:
DENOMINAZIONE
VINCOLO VINCOLO EX DECRETATO LEGGE(Dlgs 42 LATI 1 Pal.zzo Soldi ex pal.zzo Fossati via F.lli Bandiera 2 Palazzo Brunelli gia' Udeschini con giardino e brolo via f.lli SEGNA
PROPRIETA'
del 2004 art. NEL 10 c.1‐4‐5) PTCP privata privata D.M.18/12/1937 70
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Bandiera D.M.06/04/1995 3 Cascina, via S.Michele comunale art.5 comunale via art.4 Provincia di Bs 6 Torre Civica art.4 x
comunale 7 Chiesa S. Biagio x
8 Edificio via C. Battisti,4 x
(pal.zzo x
comunale D.M.15/06/1996 4 Centro Diurno Sacra Famiglia per anziani Ex Ricovero 5 Ex Casa Cantoniera Provinciale 9 Pal.zzo comunale Micheletti) Di seguito si riporta il riepilogo dell’elenco dei beni vincolati : ELENCO BENI VINCOLATI DENOMINAZIONE VINCOLO DECRETATO (Dlgs 42 del 2004 ) VINCOLO EX LEGE SEGNALATI NEL PTCP (Dlgs 42 del 2004 art. 10 c.1‐4‐5) 1 Edificio in via Mameli (ex ricovero) D.M. 29/01/2007 x 2 Palazzo Soldi (ex Fossati) in via F.lli Bandiera D.M. 18/12/1937 3 Palazzo Brunelli (ex Udeschini) con Giardino e D.M. 06/04/1995 Brolo in via F.lli Bandiera 4 Cascina in via S. Michele D.M. 15/06/1996 5 Scuola dell’infanzia in via Roma n.10 D.M. 28/11/2007 6 Ex Casa Cantoniera via Provinciale x 7 Torre Civica x x 8 Chiesa S. Biagio x 9 Edificio via C. Battisti,4 x Pal.zzo comunale (pal.zzo Micheletti) x 10 Inoltre sono tutelati ai sensi dell’art. 10 comma 1 del D.Lgs. 42/2004 anche tutti i beni mobili e
immobili di proprietà di Enti pubblici o privati senza scopo di lucro, che abbiano più di
settant’anni di vita dei quali non sia stata eseguita la “verifica dell’interesse culturale ai sensi
dell’art. 12 del citato Decreto Legislativo”.
71
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
LE INDICAZIONI PAESISTICHE DEL PTCP
Il P.T.C.P. individua alla Tav.2 – Tavola Paesistica le risorse paesistiche che concorrono a
determinare l’immagine e l’identità provinciale. Sono qui evidenziate, in forma areale,
puntuale e lineare, le componenti fisico-naturali, storico-culturali, insediative recenti, nonché
percettive, che, interagendo reciprocamente, connotano i vari paesaggi provinciali.
Obiettivi del P.T.C.P. sono:
1) riconoscimento dei valori e dei beni paesistici, sia singolarmente che come sistema o
interrelazione fra essi;
2)
l’assunzione di detti valori e beni come fattori qualificanti e fondamentali nelle
trasformazioni territoriali;
3)
la tutela degli stessi;
4)
la diffusione della consapevolezza di detti valori;
5)
il miglioramento della qualità del paesaggio in generale anche attraverso gli interventi di
trasformazione delle parti attualmente degradate.
Il P.T.C.P. nella suddetta tavola individua le componenti dei vari paesaggi in cui si articola il
territorio provinciale, identificate in relazione ai caratteri fisici naturali e storico culturali, per
ognuna delle quali detta disposizioni di tutela all’Allegato I.
È previsto che i comuni integrino il loro strumento urbanistico con uno studio paesistico di
dettaglio, esteso all’intero territorio comunale, al fine di poter verificare la compatibilità
paesistica delle scelte urbanistiche, il quale predisponga definizioni e indirizzi di tutela di
maggior dettaglio al fine di creare i presupposti per un forte recupero dell’identità paesistica
locale e al contempo superare la cronica separatezza tra pianificazione paesistica e
pianificazione urbanistica.
Lo studio paesistico di dettaglio alla scala comunale è stato redatto in riferimento alle
componenti delle unità paesistiche evidenziate nell’analisi paesistica del P.T.C.P. (Tav.2) e ai
loro caratteri identificativi, nonché elementi di criticità e indirizzi di tutela riportati nell’Allegato
I, alle N.T.A. “Il sistema del paesaggio dei beni storici – disciplina per la tutela e la
valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia di Brescia” integrando l’elenco
della Provincia con le indicazione contenute nella D.G.R. N.8/2121 “Criteri e procedure per
l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione
della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12” e, nel dettaglio, nell’Allegato B “Schede degli
elementi costitutivi del paesaggio”.
Tali componenti sono raggruppate in quanto connotative del paesaggio fisico e naturale, del
paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale, del paesaggio storico-culturale, del
paesaggio urbano, della rilevanza paesistica, della criticità e del degrado che connotano il
territorio comunale preso in esame.
Per Milzano sono state riconosciute le componenti del sistema:
I.
geomorfologico e naturalistico
II.
Componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale
III.
Componenti del sistema antropico: caratteri identificativi, elementi di criticità e indirizzi di
tutela con riferimento alle classi di paesaggio
IV.
Componenti del paesaggio urbano
V.
Ambiti di criticita’ e degrado del paesaggio: caratteri identificativi, elementi di criticita’ e
indirizzi di tutela
VI.
Componenti identificative, percettive e valorizzative del paesaggio
72
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Per ciascuna componente vengono descritti all’interno della normativa del paesaggio del piano
delle regole:
1) i caratteri identificativi (descrizione e/o sottoclassificazione)
2) gli elementi di criticità.
3) gli indirizzi di tutela, con riferimento alle classi di paesaggio e agli obbiettivi da perseguire:
− per il mantenimento, il recupero e la valorizzazione del ruolo paesistico originario;
−
per un utilizzo agricolo rispettoso dei valori paesistici;
−
per il corretto inserimento degli interventi infrastrutturali a rete (esistenti e di nuovo
impianto);
−
per il recupero di un corretto inserimento paesistico dei manufatti edilizi isolati
esistenti;
−
per un corretto inserimento paesistico dei nuovi manufatti edilizi isolati;
−
per uno sviluppo paesisticamente sostenibile dei nuclei abitati.
Sono state quindi, per ciascuna macro‐componente, individuate nel dettaglio : COMPONENTI DEL SISTEMA GEOMORFOLOGICO E NATURALISTICO
- Corpi idrici principali e secondari
- Aree di rispetto dei corsi d’acqua principali
- Aree adiacenti ai corpi idrici principali
- Terrazzi naturali
- Boschi di latifoglie
- Vegetazione arbustiva e dei cespuglieti
- Vegetazione dei greti e dei detriti
- Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica
- PLIS Parco del Basso Mella
COMPONENTI DEL PAESAGGIO AGRARIO E DELL’ANTROPIZZAZIONE
COLTURALE
-
Seminativi e prati in rotazione
Aree agricole di valenza paesistica
Pozzi
Fasce di contesto alla rete idrica artificiale
COMPONENTI DEL PAESAGGIO STORICO CULTURALE: CARATTERI
IDENTIFICATIVI, ELEMENTI DI CRITICITÀ E INDIRIZZI DI TUTELA CON
RIFERIMENTO ALLE CLASSI DI PAESAGGIO
- rete stradale storica principale e secondaria
- architetture e manufatti storici puntuali
Testimonianze estensive dell’antica centuriazione COMPONENTI DEL PAESAGGIO URBANO
- centri e nuclei storici
- aree edificate ed impegnate da p.r.g. vigenti
materiali ed elementi costruttivi
73
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
AMBITI DI CRITICITA’ E DEGRADO DEL PAESAGGIO: CARATTERI
IDENTIFICATIVI, ELEMENTI DI CRITICITA’ E INDIRIZZI DI TUTELA -
ambiti degradati
elettrodotti e metanodotti
viabilita’ non storica esistente, in costruzione e di progetto
allevamento di tipo intensivo
COMPONENTI IDENTIFICATIVE, PERCETTIVE E VALORIZZATIVE DEL
PAESAGGIO
- ambiti di elevato valore percettivo, connotati dalla presenza congiunta di fattori fisico ambientali e storico culturali che ne determinano la qualità nell’insieme. tali ambiti
svolgono un ruolo essenziale per la riconoscibilità del sistema dei beni storico – culturali e
delle permanenze insediative, nonché per la salvaguardia di quadri paesistici d’elevata
significatività
- Itinerari di fruizione paesistica
La “Carta del paesaggio” di Milzano individua di conseguenza la sensibilità paesistica dei
luoghi in relazione alle componenti del paesaggio (cfr. D.G.R. 11045 del 8/11/2002 in merito
alle linee guida per l’esame paesistico dei progetti).
In questi termini, la Carta consiste in un “Piano Paesistico Comunale” che diventa
componente essenziale della pianificazione urbanistica, strumento preventivo di controllo in
ordine alle destinazioni d’uso e alle modalità di intervento, onde garantire che le
trasformazioni siano operate con il massimo rispetto o meglio in assonanza con le
configurazioni geomorfologiche, fisicoambientali e con le preesistenze insediative,
nell’obiettivo di una forma globale della struttura urbana non dissipata ma viceversa
fortemente connotata
.
74
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
LA “Carta delle rilevanze” ci permette di individuare le aree di intervento di particolare
complessità e fraglità paesistica che, serviranno alla costruzione della Carta delle sensibilità
paesistiche, tavola fondamentale in caso di utilizzo della pianificazione attuativa, in quanto
quei piani attuativi che, per la particolare fragilità delle aree di intervento, sia per l’adiacenza
ai centri e nuclei storici o preesistenze, sia per i valori percettivi d’insieme o per le particolari
caratteristiche fisico-ambientali, dovranno essere corredati da specifici elaborati di analisi
paesistica estesi anche alle aree limitrofe a quelle interessate da trasformazione urbanistica,
così da poter valutare la coerenza dell’intervento in relazione al contesto.
Tali elaborati integrativi dovranno:
a) rappresentare in scala adeguata la situazione morfologica, naturalistica, insediativa di
valore storico-ambientale o di recente impianto del contesto territoriale costituito dalle
aree limitrofe a quella oggetto dell’intervento, contenute entro coni visuali significativi;
b) consentire, mediante sistemi rappresentativi anche non convenzionali (fotomontaggi e
simili) redatti in scala adeguata, la preventiva verifica d’impatto che le previsioni di
75
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
intervento avrebbero nell’ambiente circostante al fine di dimostrare che l’intervento si
pone in situazione di compatibilità con il sistema delle preesistenze;
c)
contenere gli elaborati necessari alla individuazione delle modalità tecniche degli
interventi, soprattutto in funzione della verifica di compatibilità tra le caratteristiche
costruttive e planivolumetriche dei nuovi edifici e quelle del contesto edificato o naturale;
d) comprendere un “progetto del verde”.
Il P.T.C.P., contiene un “Repertorio dei beni storico artistici della Provincia di Brescia, Allegato II”
al quale si è fatto riferimento.
Tale elenco comprende i beni individui riconosciuti quali:
cose immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o demo-etnoantropologico;
-
cose immobili che a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della
letteratura, dell’arte e della cultura in generale, rivestono un interesse particolarmente
importante;
-
le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico e storico;
-
aree pubbliche, aventi valore archeologico, storico, artistico e ambientale;
-
beni non ricompresi nelle precedenti categorie, individuati come beni culturali, in quanto
testimonianza avente valore di civiltà.
Ai fini della ricognizione degli elementi costitutivi del paesaggio nella loro varietà di segni
connotativi, si è tenuto conto dei sistemi e singole componenti delineate dalla DGR 2121 del
15.3.2006 (Allegato B), nonché dall’Allegato 1 alle NTA del PTCP, che consentono
l’identificazione di tali elementi, ne segnalano il grado di sensibilità e vulnerabilità ed indicano,
esemplificatamene, alcune categorie di trasformazione compatibili con la conservazione degli
elementi connotativi considerati. Tali elementi e categorie sono state quindi adattate alla
realtà locale, facendo emergere ovvero integrando contenuti od elementi significativi e tipici
del territorio.
Gli stessi elementi paesaggistici sono stati osservati e caratterizzati in base ai seguenti
parametri:
-
evoluzione e dissesti di carattere naturale parzialmente o totalmente indotti
interventi antropici;
da
-
trasformazioni a seguito di mutamento delle condizioni economiche e quindi del
rapporto d’uso, compreso l’abbandono;
-
cambiamento dei modelli culturali, antropologici e figurativi che configurano il “giudizio
di valore” relativo all’elemento costitutivo.
In relazione alla peculiarità percettiva insita nel concetto di paesaggio si ritiene opportuno dare
rilievo alle considerazioni di percepibilità degli elementi considerati in relazione al contesto.
Il criterio di valutazione percettiva dovrà essere applicato anche nelle valutazioni di
compatibilità degli interventi proposti, sia che si tratti di elementi di forte caratterizzazione e di
notevole percepibilità (obliterazione di connotazione), sia che si tratti di accostamento di nuovi
manufatti che si sovrappongano percettivamente al contesto in modo dissonante (effetto
intrusivo).
Un possibile effetto “obliterativo” può manifestarsi nel caso di sostituzione del manto di
copertura in coppi di un edificio appartenente ad un contesto con presenza prevalente di tale
elemento di caratterizzazione. Mentre un effetto intrusivo può manifestarsi a seguito proposta
di realizzazione di un edificio dimensionalmente estraneo al contesto costituito in modo
76
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
preponderante e caratterizzante da edifici di altezza ed estensione dei fronti contenute,
percepibili come visione panoramica d’insieme.
Per dare una struttura ordinata alla fase analitica, gli elementi costitutivi considerati sono stati
organizzati secondo due fondamentali categorie tematiche :

il sistema geomorfologico e naturalistico;

il sistema antropico.
PAESAGGIO : LE COMPONENTI DEL SISTEMA GEOMORFOLOGICO E
NATURALISTICO
Il Comune di Milzano fa parte della regione Agraria n. 13 appartenente alla Pianura Bresciana
Centrale.
Per il territorio comunale di Milzano l’elemento geomorfologico rilevante è sicuramente
rappresentato dall’incisione fluviale dell’alveo del Mella. Allo stato attuale le possibilità di
divagazione del corpo idrico, e quindi la sua interazione sulle morfologie circostanti, sono
limitate od addirittura escluse dalle arginature presenti sia in sponda destra sia in sponda
sinistra.
L’intero territorio comunale è inoltre classificato dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) in
fascia C (Tavole di delimitazione delle fasce fluviali: Foglio 121 SEZ III – Trenzano e Foglio 122
SEZ IV – Rovato). Il limite delle fasce A e B coincide con gli argini del Mella.
Il comune ha proceduto all’ individuazione del Reticolo Idrico Minore (ai sensi della D.G.R.
7/7868 del 25.01.2002 e successiva D.G.R. 7/13950 del 01.08.2003) tramite apposito studio.
CORPI IDRICI PRINCIPALI
Il Fiume Mella scorre lungo il confine orientale del comune, all’interno di una valle ribassata di
circa 8-10 m rispetto al piano campagna circostante. Il raccordo fra il livello fondamentale della
pianura e l’alveo attuale del Mella avviene attraverso diversi ordini di terrazzi con altezze
nell’ordine di qualche metro. In corrispondenza del centro abitato l’espansione urbanistica ha
mascherato le antiche morfologie.
Le possibilità di divagazione del corso d’acqua all’interno della sua valle sono state limitate
dalla costruzione di arginature di sponda rialzate di circa 4-5 metri rispetto alle aree golenali.
Tali arginatura sono presenti principalmente nel settore centro settentrionale del territorio
comunale. Nella porzione meridionale, a forte connotazione agricola, tali arginature sono
assenti, con conseguente possibilità di divagazione del Fiume Mella sui terreni circostanti.
Il fiume Mella è interessato dalla perimetrazione delle fasce fluviali del Piano Assetto
Idrogeologico (PAI) dell’autorità di bacino del fiume PO. Le fasce B e C risultano coincidenti fra
di loro mentre la fascia A coincide sostanzialmente con gli argini del corso d’acqua.
Oltre che dal fiume Mella il territorio comunale è attraversato dal Fosso Lusignolo e dal Fosso
Caglione di Sopra (di seguito denominato Caglione) e Caglione di Sotto (o Fosso Caione).
Tutti e tre i corsi d’acqua sono inseriti nell’elenco delle acque pubbliche della Provincia di
Brescia con i seguenti n. di iscrizione:
Fosso Caglione di Sotto: n. iscr. 144- comuni attraversati: Seniga, Milzano, Alfianello.
Fosso Caglione di sopra: n. iscr. 145. Comuni attraversati: Milzano, Cigole, S. Gervasio
Bresciano.
Seriola Lusignolo: n. iscr. 146. Comuni attraversati: Milzano, S. Gervasio Bresciano, Bassano
Bresciano, Manerbio, Offlaga.
77
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Oltre ai corsi d’acqua precedentemente citati l’area in esame è attraversata dal Vaso
Gambarina di Milzano, dal Vaso e dalla Roggia Milzana.
L’area appartiene al comprensorio di bonifica Consorzio Mella e dei Fontanili (Lr 7/2003).
I corsi d’acqua di seguito riportati vengono pertanto inseriti nel reticolo di competenza
comunale.
Nella D.G.R. n. 7/20552/2005 non sono individuati i corsi d’acqua appartenenti al Consorzio di
Bonifica Mella e Fontanili. Nell’allegato D alla Dgr 7/7868 sono inseriti nell’elenco dei canali
gestiti dal Consorzio Mella e Fontanili:

Seriola Lusignolo, con il codice SIBITER n. 91

Fosso Caglione di Sopra, con il codice SIBITER n. 22

Fosso Caglione di Sotto, con il codice SIBITER n. 23

Vaso Gambarina, con il codice SIBITER n. 147

Vaso Gambarina di Milzano, con il codice SIBITER n. 148
PLIS – Parco Locale di Interesse Sovra comunale del “Parco del basso Mella”
Il Parco di Interesse Sovraccomunale del Basso Mella, istituito nel 2000, si estende per 221 ha
nella zona golenale e agricola a est del fiume Mella, presso la sua confluenza nel fiume Oglio.
Esso rappresenta una importante connessione tra i Parchi regionali dell’Oglio Nord e dell’ Oglio
Sud, la pianura e il vicino Parco locale dello Strone.
L’ area del Parco, essendo priva di arginature, permette l’ esondazione del Mella nei momenti
di piena, riducendone la portata e rallentandone la velocità in prossimità dell’ immissione nell’
Oglio. Il fiume Mella ha origine dal Passo del Maniva, in Valtrompia, ed ha regime pluvio-nivale
di tipo prealpino. La valle del fiume è inserita in un territorio prettamente agricolo con
seminativi e rari prati stabili, che in molti casi arrivano a sfiorare le sponde a ridosso della
vegetazione ripariale; le principali colture sono: frumento, orzo, mais e soia. L’asta fluviale
presenta fasce alberate di robinia, che dominano incontrastate le scarpate esterne ed il ciglio
degli argini; spesso associate ad ontani, olmi, pioppi, salici e a vari arbusti e specie arboree,
che svolgono un ruolo paesaggistico ed ecologico molto importante poiché interrompono la
monotonia dei campi coltivati e offrono rifugio alla fauna e alla flora. Gli arbusti più diffusi sono
il sambuco, il sanguinello, l’ailanto, i rovi e il luppolo, più rari sono il prugnolo e il biancospino.
Sulle sponde crescono specie non autoctone come l’ indaco selvatico, la fitolacca, il
topinambur e il silcio. Tra le piante palustri annoveriamo la mazzasorda, la canna di palude,
alcune specie di carice, il giaggiolo d’ acqua e il giunco di palude. Inoltre si è sviluppato un tipo
particolare di ninfee.
Numerose sono le specie ornitologiche che possono essere suddivise in più gruppi, a seconda
del loro grado di specializzazione ambientale:
- uccelli silvicoli, che vivono nei boschi e nei filari alberati (tortora, picchio, torcicollo, usignolo,
capinera, pendolino, cinciallegra, rigogolo, ecc.);
- uccelli paludicoli, presenti nelle zone umide, sulle sponde dei fiumi e nelle morte (tuffetto,
tarabusino, folaga, usignolo, martin pescatore, gallinella d’acqua);
- uccelli specializzati di zone cespugliose, incolti e ghiareti (corriere piccolo, piro piro, ecc.);
- uccelli adattabili che vivono in cascinali e centri urbani (civetta, rondine, storno, passera,
fringuello, cornacchia).
I corpi d’ acqua contano diverse specie di pesci, anfibi e rettili tra cui l’alborella, la scardola, il
vairone, il trotto, la carpa, il luccio, la tinca, il pesce gatto, l’anguilla, il cavedano, il barbo, la
raganella italiana, la rana esculenta, il rospo comune, l’orbettino, la natrice dal collare e il
biacco. Nel Parco è stata inoltre accertata la presenza, fra i mammiferi, di 3 specie di
Insettivori (riccio Europeo, crocidura minima, talpa comune), di 2 specie di chirotteri (pipistrello
78
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
albolimbato, pipistrello nano) e 4 specie di roditori (ratto delle chiaviche, topolino delle case,
topolino selvatico, arvicola del Savi e della Nutria).
Boschi di latifoglie, macchie e frange boscose, filari alberati
Si definisce "bosco" l’insieme di una superficie di terreno e del soprassuolo arboreo che lo
ricopre; quando l'estensione è notevole più che di bosco si parla di foresta.
Secondo l’art. 3 della legge 19 ottobre 2004, n. 27, rientrano nella definizione di bosco:
a) Le formazioni vegetali, a qualsiasi stadio di sviluppo, di origine naturale o artificiale,
nonché i terreni su cui esse sorgono. Tali formazioni devono essere caratterizzate
simultaneamente dalla presenza di vegetazione arborea o arbustiva, da una copertura
del suolo, esercitata dalle chiome, pari o superiore al venti per cento, nonché da
superficie pari o superiore a 2.000 metri quadrati e larghezza non inferiore a 25 metri;
b) I rimboschimenti e gli imboschimenti;
c) Le aree già boscate, ma attualmente prive di copertura arborea o arbustiva a causa di
trasformazioni del bosco non autorizzate.
Sono inoltre assimilabili a bosco:
a) I fondi gravati dall’obbligo di rimboschimento per le finalità di difesa idrogeologica del
territorio, qualità dell’aria, salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della
biodiversità, protezione del paesaggio e dell’ambiente in generale;
b) Le aree forestali temporaneamente prive di copertura arborea e arbustiva a causa di
utilizzazioni forestali, avversità biotiche o abiotiche, eventi accidentali ed incendi.
c) Le radure e tutte le altre superfici di estensione inferiore a 2000 metri quadrati che
interrompono la continuità del bosco.
I confini amministrativi, i confini di proprietà o catastali, le classificazioni urbanistiche e
catastali, la viabilità agro-silvo-pastorale ed i corsi d’acqua minori non influiscono sulla
determinazione dell’estensione e delle dimensioni minime delle superfici considerate bosco.
Non sono invece considerati bosco:
a) Gli impianti di arboricoltura da legno e gli impianti per la produzione di biomassa
legnosa;
b) I filari arborei, i parchi urbani ed i giardini;
c) Gli orti botanici, i vivai, i piantonai, le coltivazioni per la produzione di alberi di Natale ed
i frutteti, esclusi i castagneti da frutto in attualità di coltura;
d) Le formazioni vegetali irrilevanti sotto il profilo ecologico, paesaggistico e selvicolturale.
Esempio di perimetrazione delle aree boscate mediante fotointerpretazione Tramite l’interpretazione visiva delle ortofoto si è proceduto al riporto in cartografia del limite
delle superfici boscate. Sempre a partire dal dato aereofotografico oltre che dalla base
79
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
topografica CTR, è stata quindi digitalizzata la viabilità silvo pastorale, limitatamente alle aree
boscate. Tali elaborati hanno costituito la base per i successivi rilievi di campagna.
Il Piano d’indirizzo forestale comprende boschi del tipo trasformabile, boschi trasformabili solo
per pubblica utilità e boschi non trasformabili.
All’interno del territorio di Milzano ritroviamo boschi non trasformabili lungo il fosso caglione, e
lungo il fiume Mella dove ritroviamo anche una parte di boschi trasformabili per pubblica
utilità oltre all’area di pertinenza della cappelletta di S. Michele.
IL SISTEMA DEL PAESAGGIO ANTROPICO
Il sistema antropico considera i differenti livelli e le diverse forme della strutturazione del
territorio e della particolare connotazione dei luoghi operate dall’uomo, a partire dalle
infrastrutture territoriali e dalle trasformazioni per gli usi rurali, che estensivamente ne
costituiscono la porzione preponderante, per arrivare alla organizzazione del sistema
insediativo e delle sue singole componenti.
Il sistema antropico, nelle sue varie forme evolutive, mostra ovviamente caratteristiche e
precise interrelazioni con il sistema geomorfologico e naturalistico, che il progettista e chi
valuta il progetto di intervento dovranno attentamente considerare.
Il sistema antropico è stato organizzato secondo dei sottosistemi di seguito descritti.
Componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale
La tessitura territoriale definita dalle infrastrutture a rete si caratterizza e articola anche
tramite i differenti usi agricoli, che si sono tradotti in forme di organizzazione e connotazione
del territorio quali le suddivisioni interpoderali, terrazzamenti, manufatti vari, alberature
lineari, vegetazione diffusa, rapporti con la rete di irrigazione.
Inoltre, vanno considerate anche le “trame verdi” che attraversano il paesaggio agrario e che
hanno trovato storicamente differenti e singolari forme di integrazione con le strutture verdi
connesse al sistema insediativo quali le alberature delle dimore rurali (cascine e ville), i viali
alberati e filari lungo le strade interpoderali, le sistemazioni verdi connesse a santuari e
cimiteri, i parchi e giardini in ville isolate o connesse al tessuto edilizio consolidato, le
emergenze vegetazionali e floristiche.
L’azione di tutela deve promuovere la salvaguardia e la conservazione delle strutture a rete e
lineari del paesaggio agrario, dei prati e pascoli permanenti, della vegetazione diffusa del
paesaggio agrario, delle emergenze vegetazionali e delle aree flogistiche, del patrimonio
arboreo presente nei parchi e nei giardini urbani, delle alberature lungo i tracciati e di quelle
delle strade e delle piazze.
Aree agricole
E’ difficile definire in modo univoco il concetto di rurale, proprio per la grande diversità che è
possibile riscontrare tra le aree rurali.
Infatti “il mondo rurale” (concetto che abbraccia sia il territorio sia tutto ciò che è legato alla
presenza dell’uomo su tale territorio) si estende attraverso paesaggi naturali aree agricole e
foreste, piccole e medie città e piccoli centri industriali.
E’ sede di una grande varietà di risorse naturali e habitat, ma anche di tradizioni culturali.
Nonostante tali differenze, termini come ruralità e aree rurali sono di facile ed immediata
comprensione, in quanto richiamano alla mente un concetto fisico sociale e culturale che è
sintetizzabile come “non urbano”.
Le aree agricole possono essere caratterizzate da varie funzioni in base alla loro collocazione
ed al loro utilizzo, nonché alla composizione dell’area stessa e possono essere identificate
come:
80
QC 1




RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
produttive
ricreative
paesaggistiche
protettive
le aree agricole di valenza paesistica sono costituite da aree agricole in diretta contiguità fisica
o visuale con elementi geomorfologici di forte caratterizzazione paesistica, costituiti dai rilievi
collinari, montani o da altri elementi di particolare caratterizzazione del paesaggio
dell’antropizzazione colturale.
Ambito del paesaggio agrario, ancora fortemente espressivi e che svolgono un ruolo essenziale
per la percepibilità di valori paesaggistici di più vasta dimensione.
Sono ubicati perlo piu’ in prossimità del sistema viario storico e del sistema irriguo rurale
costituendo in tal modo, una rete di fruizione paesistico percettiva di grande suggestione per i
contesti e per gli scenari piu’ ampi del paesaggio agrario.
Le aree agricole strategiche sono state concordate tra l’amministrazione comunale e gli uffici
provinciali definendo le aree di possibile espansione del PGT, che risultano essere gli ambiti
agricoli più prossimi al nucleo urbano.
La LR 12/2005 prevede che il PTCP individui gli ambiti agricoli e stabilisce che essi abbiano
efficacia prevalente sulla pianificazione comunale fino all’individuazione , alla scala di
maggiore dettaglio del Piano delle Regole delle aree agricole e della relativa disciplina d’uso.
Gli ambiti vengono sviluppati all’interno del Piano Provinciale in quanto richiedono un
approccio di area vasta, avendo a che fare con la contiguità del territorio agricolo nei suoi
aspetti produttivi, paesaggistici e naturalistici.
Le aree agricole vengono invece sviluppate nel PGT per poter tenere conto sia delle
conoscenze dirette che delle strategie locali, per questo motivo una proposta compiuta e
sensata dei perimetri degli ambiti agricoli non è concretamente fattibile con i soli dati a
disposizione della provincia, bisogna tenere in considerazione le strategie di equilibrio
territoriale locali che solo l’amministrazione
comunale è in grado di prevedere in modo
realistico.
Seminativi e prati in rotazione
Le aree agricole considerate produttive vengono
denominate dal Piano Terriroriale Provinciale come
seminativi e prati in rotazione con la specifica che
costituiscono l’elemento di connotazione principale
del paesaggio della pianura, pur con presenze in
collina ed in taluni fondovalle.
Sono ambiti territoriali di ampia estensione,
caratterizzati da aspetti colturali, geo-pedologici e
ambientali differenziati (con riferimento alla
pianura occidentale, mediana ed orientale),
accomunati dalla compresenza delle strutture
produttive agrarie, con livelli di produzione
competitivi nell'ambito dell'economia regionale e
nazionale.
La trama delle strade interpoderali, della
parcellizzazione agraria e del sistema dei canali
d’irrigazione, costituiscono con taluni manufatti, gli
elementi geometrici ordinatori dell’immagine
paesistica della componente.
Le diverse colture individuate dalle basi Dusaf
mostrano una varietà di colture prevalentemente a
81
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
mais, con la presenza di alcuni meleti a nord del centro abitato e di alcuni frutteti se pur
tuttavia radi e di piccole dimensioni.
Per ulteriori specifiche a riguardo si rimanda al capitolo 4 della Relazione agronomica.
Fasce di contesto alla rete idrica artificiale
Trattasi di corpi irrigui caratterizzanti il paesaggio agrario che hanno assunto in alcuni tratti
caratteristiche di naturalità con vegetazione ripariale.
Nel territorio comunale di Milzano sono individuate le seguenti fasce di rispetto dei corsi
d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore e principale, aventi estensioni diverse in
relazione all’importanza del corso d’acqua e della situazione urbanistica locale.


Corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico principale
o 10 metri misurati dal piede arginale esterno o, in assenza di argini in rilevato,
dalla sommità della sponda incisa.
Corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico minore
o 10 metri per ogni lato per i tratti situati all’esterno del perimetro del centro
edificato.
o
5 metri per ogni lato per i tratti situati all’interno del perimetro del centro
edificato
Cascina
L’architettura rurale storica presente nel territorio provinciale è caratterizzata da
un’importante varietà di tipologie, caratteristiche costruttive e materiali utilizzati, che
identificano, di volta in volta, il contesto paesistico di riferimento così come si è venuto a
definire in sede storica.
L’evoluzione storica dei presidi produttivi ha modificato pesantemente la modalità della
presenza umana e parzialmente dell’utilizzo dei manufatti.
L’individuazione dei caratteri puntuali identificativi d’impianto tipologico, dimensionali,
costruttivi e di rapporto con la rete infrastrutturale ed il contesto costituirà per le cascine, le
maghe, le baite ed i rustici, la condizione fondamentale di tutela affidata all’approfondimento
dei piani paesistici comunali.
Per i nuclei rurali permanenti oltre a quanto previsto sopra dovranno essere evidenziate le
peculiarità della morfologia urbana e del rapporto con il sito.
All’interno del territorio comunale vengono evidenziate nella tavola dp-c7 le seguenti cascine
di rilevanza storico-testimoniale:

Cascina Muratica

Cascina Giacoma

Cascina Le Campagnole

Cascina Tenuta Sandra

Cascina Ponte
Componenti del paesaggio storico culturale
Il disegno delle infrastrutture a rete, in particolare la viabilità e la rete idrografica artificiale, ha
storicamente strutturato il territorio lombardo alle diverse scale evolvendosi, in funzione degli
usi antropici dei suoli, secondo precise forme di adattamento e interferenza con i caratteri del
sistema geomorfologico e naturalistico.
Le componenti proposte individuano alcune categorie di elementi riconducibili da una parte
alle strutture a rete (viabilità storica) e dall’altra agli elementi puntuali diffusi che le
caratterizzano (manufatti storici, palazzi, ville e industrie ecc.).
82
QC 1
RELAZIONE QUADRO
O CONOSCITIV
VO
DEL DOCUM
MENTO DI PIAN
NO
Rete stradale
s
sto
orica princcipale
Le vie di antica form
mazione, dottate di valore storico-culturale per la
a loro carattteristica di segni
struttura
anti il territorio, possono
o assumere valore
v
paesis
stico anche per
p la loro pa
anoramicità.
Le strade storiche principali del comune di Milzano
M
corrrispondono ad
a una di colllegamento nord
n
sud che oggi corrisp
ponde al trac
cciato: via Maestà,
M
via Vescovado,
V
v N. Bixio, via Breda,e via
via
Papa Gio
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dicolare via Provinciale per
p il collega
amento Est-O
Ovest.
Architeetture e maanufatti sto
orici puntu
uali
MUNICIPIO Localme
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si suddividerro lo
stabile etichettarono
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o la villa, cos
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o il Lechi, rileva una ma
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s
con novità e modulo diiversi dalle altre
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uanto non ha
a l’ingresso per
p le carroz
zze, ma un portale
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pedon
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composiitivo è a corp
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aggiormente sviluppata iin altezza, come
il duomo tortonese
e, aperta al pian terre
eno in un breve
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cato sul qu
uale s’innesttava
perpend
dicolarmente
e lo scalone principale, già tendentte a ricreare
e la continu
uità tra gli spazi
s
delimitati dalla presenza della villa,
v
mediante la larga apertura
a
dellla sala retrostante con volta
v
a padiglione quadratto e un bel camino.
c
A fianco
o del corpo centrale
c
si sv
volgono due
e corpi latera
ali sui quali si distende una larga fa
ascia
marcapiano insieme
e a leggere le
esene che diividono i com
mparti nei qu
uali si aprono
o le finestre.
d tardo '60
00, è la villa più antica di Milzano ed è oggi sede
e comunale.
Edificio del
PALAZZO SOLD
DI EX FOSSATI Fu costtruito tra il ‘6
600 ed il ‘70
00 dopo che i Sala, prove
enienti da Allfianello qui imparentati
con i conti Emili, entrarono
e
in possesso di parte dei fondi
f
bened
dettini e Gambara, non
83
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
che di Cultorii di Manerbio, compres
sa la tenuta
a muratica dopo
d
l’ultimo priore dei De
Co
ortesi, cremonesi, nel 1727.Il pala
azzo è ora di propriettà dei Marttinelli agrico
oltori
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emonesi di origine,
o
ben conservato con sale a soffitto sagom
mato di voltii dipinti a fre
esco,
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enotanti una dimora di rispetto.
Do
otata di due
e sezioni di cortile di cui
c una tenuta a giardiino e l’altra di accesso alle
scuderie in fon
ndo al Palazz
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PALAZZO BRUNELLI
B
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X UDESCHINI) CON GIARD
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cchi si pens
serebbe ad una
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dimora del ‘500 e del
‘6
600, la data precisa è de
el 18 novembre del 1581
1.
In
nvece l’interrno è una co
ostruzione de
el ‘700, rima
aneggiata ne
ell’800 dai m
marchesi Foss
sati
che vi attaccarono una ro
obusta scude
eria di cavalli da carrozz
za e da corsa
a.
L dimora no
La
on è priva di
d eleganti ambienti dipiinti ed osten
ndenti di dis
segni e stem
mmi
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delle
nobili fa
amiglie avviicendatesi nel tempo, a nord vi è la
a marca di un vasto pa
arco
che arriva sin
no ai piedi de
el S. Michele
e, oggi scomparso.
L villa è anc
La
che passata alla storia per aver ospitato re Umb
berto I° di Sa
avoia il 7, l’8
8 ed
il 9 settembre
e del 1878.
Il fatto è atte
estato da una lapide de
el comune di
d Milzano che con i Fossati ricorda
a in
p
perpetuo
“l’a
altissimo ono
ore”.
EDIFFICI RELIGIOSI: CHIESSA PARROCCHIA
ALE 84
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
La Chiesa Parrocchiale preesistente, presenta una facciata rifatta in stile neoclassico
dall'architetto Luigi Tombola (1863-1956), di scuola vantiniana. Attorno alla piazzetta del Parco
della Rimembranza, inaugurato nel 1923 con il monumento ai caduti, vi sono diversi palazzi,
tra i quali l'attuale Municipio, la sua sede precedente e la vecchia sede della scuola materna,
caratteristiche che li accomunano sono alcune rifiniture del periodo liberty.
Pertanto il pregio di Milzano è quello di presentare in uno spazio limitato un notevole numero
di edifici storici realizzati mediante diversi stili architettonici.
L'evoluzione urbanistica ha incontrato difficoltà a causa della lontananza del paese dalle
importanti vie di comunicazione; la sua topografia appare, infatti, diradata e discontinua.
Partendo da un nucleo storico iniziale più spostato verso il fiume Mella, col tempo, le
successive costruzioni vennero realizzate più a ovest, in aree più levate.
COMPONENTI DEL PAESAGGIO URBANO
Il controllo del rapporto tra forma insediativa e paesaggio risulta essere una componente cui
prestare particolare attenzione e sensibilità.
Le componenti individuate rappresentano le tipologie di insediamento presenti nel territorio,
nonché presenti nei Comuni limitrofi.
L’azione di tutela deve rivolgersi ad evitare che le nuove edificazioni, previste ai margini di tali
sistemi o al loro interno, non né alterino il carattere intrinseco e soprattutto il rapporto con il
sistema paesaggistico generale, conservando la caratterizzazione della loro forma originaria
rispetto alla collocazione orografica.
Centri e nuclei storici
Nelle tavole del Documento di Piano andranno recepite le tracce guida del P.T.C.P. contenute
nella cartografia di questo strumento sovracomunale, da intendersi come pari ordinato allo
strumento di pianificazione comunale con il quale si relaziona attraverso procedure di
consultazione, negoziazione e di verifiche di compatibilità
Dalle figure che mostrano la sovrapposizione tra le due tavole del PTCP, quella paesistica e
quella di struttura è possibile notare l’evidente discordanza nella perimetrazione del nucleo
antico con quello recepito dal PRG e successivamente rilevato all’interno del PGT. Analizzando il P.R.G., il perimetro della zona A (rosa) assimila parte dei comparti del nucleo
centrale, come per la tavola di Struttura di Piano e dalla tavola Paesistica del PTCP, e ne
esclude alcuni, in parte per la scala a maggior dettaglio che permette di delineare in maniera
più precisa il perimetro dell’edificato escludendo le parti inedificate, in parte perché non
85
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
presentano quelle caratteristiche storiche da ritenerli tali (esempio: ville a schiera e
bifamigliari di recente formazione).
Sovrapposizione perimetri nucleo antico Il perimetro del nucleo antico individuato dal P.R.G. Aree edificate (destinazione non produttiva)
Il paesaggio del tessuto urbano si compone in una logica imposta principalmente dai sistemi
infrastrutturali e dalle componenti idriche presenti sul territorio, infatti lo sviluppo negli anni
successivi è stato indirizzato al completamento di queste aree già compromesse.
L’andamento dello sviluppo urbano negli anni, risulta oggi compatto e facilmente riconoscibile
nelle sue forme tipologiche.
tipologie edilizie
Il tipo edilizio è una configurazione plani-volumetrica dei manufatti edilizi con caratteri di
permanenza e ripetitività nel tempo e nello spazio in un dato ambiente antropico.
Fattori determinanti delle configurazioni tipologiche sono la struttura socio-economica del
soggetto di utenza (in particolare del nucleo familiare per quanto riguarda il più vasto campo
dell’edilizia abitativa), le acquisizioni tecnologiche nonché i valori semantici-simbolici connessi.
Centri urbani, nuclei e manufatti isolati di antica formazione presentano valori ambientali che
non possono essere considerati solamente come quadri scenici affidati ai valori percettivi delle
facciate, ma va ricercata e riconosciuta l’impronta di una struttura più profonda.
Sono state proposte quelle componenti maggiormente ricorrenti (case a schiera, a corte, in
linea, monofamiliari, ecc.).
L’azione di tutela deve essere indirizzata a verificare che eventuali interventi di adeguamento
tecnologico (centrali termiche, ascensori, impianti di raffrescamento), di integrazione o
ridefinizione dei sistemi distributivi (scale esterne, chiusura portici e loggiati, nuove
autorimesse), di recupero dei sottotetti, di adeguamento di facciata (modifica delle aperture,
adeguamento dei rapporti aero-illuminanti), siano integrati e armonizzati organicamente con il
fabbricato esistente, considerando attentamente la struttura metrico-formale dell’edificio e il
significato storico-culturale e simbolico dei diversi elementi.
86
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Gli interventi sull’esistente relativi ad opere esterne potranno prevedere, in tutti i casi,
l’eliminazione delle superfetazioni aggiuntesi nel tempo.
Materiali ed elementi costruttivi
L’uso di un materiale connota fortemente la tipicità dell’edificio e la sua valenza paesaggistica,
poiché il materiale usato quasi sempre è portatore di una valenza storica e simbolica oltre che
di esigenze funzionali. In tutti i casi il criterio di uniformità per l’intero insediamento o il gruppo di edifici preso in
esame deve essere il criterio guida per la tutela paesaggistica.
L’azione di tutela deve essere indirizzata a verificare la coerenza con il contesto e in
particolare a porre attenzione all’uso dei materiali tradizionali negli interventi di recupero dei
nuclei storici.
Vengono individuate (su indicazione della DGR 2121/2006) le caratterizzazioni tipologiche
insediative, intese nella loro complessità, in relazione alle quali gli interventi, anche sui
singoli edifici, dovranno riferirsi e misurarsi.

Per le componenti del paesaggio antropico: materiali ed elementi costruttivi

vengono individuate (su indicazione della DGR 2121/2006) le componenti materiche
presenti nel territorio in esame che risultano significative e in relazione alle
caratteristiche costruttive tipiche del posto (pietra, legno, cotto, ecc.).

materiali ed elementi costruttivi

Pietra

Legname

Cotto

Intonaci

materiale da rivestimento

aperture e serramenti

ballatoi, portici e loggiati

gronde

tetti

manti di copertura in cotto

elementi stilistici rilevanti

recinzioni

pavimentazioni esterne

cartellonistica e insegne
Ad esempio possiamo individuare diverse tipologie del tessuto residenziale consolidato:
Tipologia “CORTE”
Sono gli edifici di originaria matrice rurale ancora pienamente riconoscibili all’interno del
tessuto urbano. Il rapporto con il percorso non è mai diretto, ma mediato attraverso l’area
scoperta, principale sede delle attività agricole lavorative. L’organismo edilizio è costituito da
un edificio principale ad uno o due piani a corpo semplice di forma rettangolare e profondità
monocellulare a fronte cieco sul confine, mentre gli affacci si aprono sullo spazio interno. La
trasformazione di questi edifici in organismi edilizi residenziali ha prodotto notevoli
modificazioni del tipo originario (quali l’apertura di affacci diretti su spazi esterni o
l’acquisizione di servitù di veduta sulle corti contigue) facendone perdere l’originaria
caratteristica di recinto chiuso. Nelle aree periferiche la variazione prevalente del tipo si
riscontra sotto forma di trasformazione in edifici mono-bifamiliari assimilabili alla tipologia
moderna a villino, con alterazione del rapporto originario edificio-lotto e modifiche distributive
e volumetriche.
87
PGT
COMUNE DI MILZANO
M
PROVINCIA DI BRESCIA
Tip
pologia “SC
CHIERA o a CORTIN
NA”
Que
esta categorria contiene gli edifici a fronte monocellulare e due soli afffacci, uno diretto
d
su
stra
ada e l'altro su uno spaz
zio scoperto retrostante di pertinenza, in uso esclusivo della casa; i
murri laterali —c
ciechi— individuano il confine con gli
g edifici adiacenti e costituiscono appoggio
a
com
mune per gli orizzontam
menti. Carattteristica propria del tipo
o è la coinc
cidenza con un’unica
unittà abitativa, organizzata
a su più livelli: a volte il piano terra assolve
a
a funzioni merca
antili e di
picc
colo artigianato e gravita direttamente sul percorso; i piani superiori so
ono destinati ai locali
di abitazione,
a
a cui si acced
de da una scala interna.
Tip
pologia “LIINEA”
Que
esta categorria contiene edifici di prrofondità bic
cellulare (corpo doppio) caratterizza
ati da un
corp
po scala, in posizione ba
aricentrica, che
c
distribuis
sce due o più
ù appartame
enti per pian
no; questi
risu
ultano costituiti da una serie di cellule dispostte "in linea"". La profon
ndità a corpo doppio
indiica la norma
ale attitudine
e del tipo ad affacciarsi sui
s lati lungh
hi e ad aggre
egarsi sui du
ue fianchi
ciec
chi.
L’ed
dificio si colloca generalmente in rap
pporto direttto con la via
a o la piazza sulla quale attesta il
prospetto pubb
blico specialiizzando il piiano terra ad uso comm
merciale; il rretro affaccia
a su uno
spazio privato di
d pertinenza
a. I fianchi sono
s
normalm
mente privi di affaccio; qualora non
n risultino
agg
gregati, poss
sono eventu
ualmente pre
esentare finestre di van
ni di servizio
o, ad esemp
pio bagni
sulla testata de
ei corridoi centrali.
88
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Tipologia “VILLETTA MONO-BIFAMILIARE”
In questa categoria si collocano tutti quegli edifici mono-bifamiliari appartenenti alla prime
espansioni del suburbio, siano essi frutto di progetti di lottizzazione o di singole localizzazioni.
Il modello di riferimento è quello della villa quindi un tipo territoriale, ma attuato con mezzi ben
più scarsi.
Il lotto di pertinenza, di limitata estensione, è generalmente quadrangolare e dotato di
recinzione; l'edificio si colloca al centro di questo, alla minima distanza dai confini consentita
dai regolamenti edilizi e senza diretto rapporto col percorso; sul lato visibile dalla strada
presenta un piccolo giardino, mentre il resto dell'area può essere organizzato ad orto o ad altri
spazi di servizio della casa. La forma dell'edificio è generalmente quadrata, ad uno-due piani e
con tetto coperto a padiglione. Solitamente, su uno degli angoli, la facciata arretra a formare
un piccolo portico, sul quale si apre l'accesso principale.
Tipologia “PALAZZINA”
La costruzione si sviluppa con una serie di piani gerarchizzati in rapporto alle loro funzioni di
rappresentanza: al piano terra sono presenti, oltre all'androne di ingresso che immette nella
corte interna —solitamente porticata e loggiata— ed allo scalone principale, una serie di locali
di servizio e di magazzini; al primo piano —il cosiddetto piano nobile— sono situati i locali che
rivestono funzioni sociali; ai piani superiori sono collocati gli appartamenti privati e gli alloggi di
servizio. La gerarchia dei piani si riflette nel trattamento architettonico dei prospetti.
Il palazzo occupa le posizioni divenute nodali nel processo di sviluppo del tessuto urbano
derivando dalla rifusione di tipologie seriali preesistenti o dalla rifusione dei loro lotti e
sostituzione delle strutture architettoniche.
89
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Componenti di criticita’ e degrado
Per una buona politica di sviluppo è necessario assicurare che il paesaggio sia adeguatamente
tutelato e valorizzato.
Attualmente questo settore è sottoposto a specifica normativa d’uso del territorio grazie
all’approvazione dei piani paesaggistici atti a definire la compatibilità delle trasformazioni con
il paesaggio, le azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposte a
tutela, nonché gli interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione alle prospettive
di sviluppo.
Nel territorio del comune di Milzano sono stati individuati principalmente quattro ambiti
particolarmente sensibili cui dovrà indirizzarsi l’azione di tutela :

elettrodotti e metanodotti

allevamenti intensivi

isola ecologica
le suddette aree vengono dettagliatamente trattate nelle N.T.A. del paesaggio dove ne
vengono mostrati i caratteri identificativi, gli elementi di criticità e relativi indirizzi di tutela atti
alla salvaguardia ambientale e paesistica.
RILEVANZA PAESISTICA, COMPONENTI IDENTIFICATIVE, PERCETTIVE
VALORIZZATIVE DEL PAESAGGIO
Itinerari di fruizione paesistica
Costituiscono la trama relazionale minore ma paesisticamente significativa del territorio
provinciale.
Sono di interesse paesistico i percorsi storici che abbiano conservato, anche parzialmente, i
caratteri fisici originari e l’originario rapporto con il contesto, nonché i percorsi di grande
rilevanza nella formazione dell’immagine paesistica regionale e provinciale.
90
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
La rete dei percorsi storici è costituita da tracciati su strada, su sterrato e su acqua di cui è
accertabile la presenza nella cartografia I.G.M. 1:25.000 di prima levata e dal confronto con le
cartografie pre-unitarie.
Progetto di RETE ECOLOGICA - Confronto con le indicazioni del PTR (RER)
Con Deliberazione di Giunta Regionale n.8/8515 del 26 novembre 2008 viene approvato il
documento Rete Ecologica Regionale RER che costituisce parte integrante della
strumentazione operativa ai sensi dell’art. 20 comma 2 del Piano Territoriale Regionale
approvato con d.g.r. n. 66/ 2009 che la riconosce al punto 1.5.1. del suo Documento di Piano
come infrastruttura Prioritaria per la Lombardia e indica che “la traduzione sul territorio della
RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale mediante uno specifico
Documento d’indirizzi”.
La RER si pone come rete ecologica polivalente unendo funzioni di tutela della biodiversità con
l’obiettivo di rendere servizi eco sistemici al territorio, quali per la realtà lombarda:

Produzione di stock per il trattenimento del carbonio, altrimenti concorrente al gas-serra
ed ai rischi di cambiamenti climatici globali;

Produzione di biomasse come fonte di energia rinnovabile, all’interno di una ripartizione
equilibrata dei prodotti degli agro ecosistemi (alimentari, energia e valori eco paesistici);

Intervento sui flussi di acque inquinate, comprese quelle alterate dalle stesse pratiche
agricole, in modo da svolgere funzioni di fitodepurazione;

Concorrenza alla
difesa
del
suolo su
versanti
potenzialmente
soggetti
a
rischi
idrogeologici;

Contributo al paesaggio con nuclei ed elementi vegetali concorrenti ad assetti formali
percepibili come positivi sul piano culturale o genericamente estetico;

Intervento sui flussi di aria contaminata in ambito urbano o perturbano, quali quelli
derivanti da strade trafficate o da sorgenti produttive, in modo da svolgere funzione di
91
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
filtro sul particolato trasportato;

Offerta di opportunità specifiche di riqualificazione nel recupero di ambienti a vario titolo
degradati (attività estrattive, cantieri, smaltimento di rifiuti, bonifica di suoli contaminati,
ecc..);

Intervento sulle masse d’aria presenti negli insediamenti abitati in modo da svolgere
funzioni di tamponamento del microclima.
Nelle reti ecologiche polivalenti concorrono in concreto le seguenti componenti:
Elementi della Rete Natura 2000.
I SIC e ZPS ed in prospettiva le Zone di Conservazione Speciale costituiscono i capisaldi delle
reti ecologiche di livello sovra regionale da portare a coerenza globale sotto il profilo
funzionale; la loro considerazione è pertanto imprescindibile a tutti i livelli della rete.
Aree protette ed a vario titolo tutelate.
Elementi della struttura di base delle reti ecologiche regionali e provinciali sono le aree
protette istituite (Parchi nazionali e regionali, Riserve, Monumenti naturali, Parchi Locali
d’interesse sovra locale), le oasi di protezione ai sensi delle leggi faunistiche.
Rientrano nella categoria le aree appartenenti al Parco Locale d’interesse sovra locale del
“Basso Mella”.
Categorie di unità ambientali di rilevanza intrinseca
Alcune categorie di unità ambientali derivate dal quadro conoscitivo hanno una elevata
valenza in sé e concorrono in quanto tali ai fini degli obiettivi di rete ecologica, indipendente
dalla loro posizione spaziale. In particolare gli elementi ad elevata naturalità intrinseca quali i
boschi, i corsi d’acqua ed i laghi, le zone umide, le praterie polifite, le aree naturali senza
vegetazione (greti, unità rupestri ecc).
All’interno di questa categoria vengono inserite le principali componenti areali della rete
ecologica del Comune di Milzano.
Fanno parte di questa categoria le aree di rispetto dei 150 m dai fiumi e torrenti che ritroviamo
lungo il fiume “Mella”, il fosso “Caglione di Sopra” e lungo il torrente “Lusignolo”,
Aree ulteriori a vario titolo rilevanti per la biodiversità.
La presenza di elementi d’interesse per la biodiversità non coincide con le categorie
precedenti, per cui va specificatamente censita e trattata. Lavoro fondamentale a questo
riguardo è stata l’identificazione a livello regionale delle 35 aree prioritarie riconosciute con
d.d.g. 3 aprile 2007 n. 3376.
Nodi e gangli della rete.
Dal momento che la rete ecologica si estende sull’intero ecosistema, l’insieme delle relazioni
che determina il suo riconoscimento comprende anche le aree antropizzate; diventa
importante individuare i nodi prioritari rispetto a cui appoggiare i sistemi di relazione spaziali.
Per quanto attiene le esigenze della biodiversità occorre individuare i capisaldi (core-areas) in
grado di funzionare come sorgente di ricolonizzazione per specie di interesse.
92
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Il comune di Milzano è parzialmente interessato da questa componente a sud del territorio
dove convergono due sistemi idrici importanti quali il fiume “Mella” e il fosso “Caglione di
sotto”.
Corridoi e connessioni ecologiche.
Elementi fondamentali della rete sono i corridoi e le connessioni ecologiche, che hanno il
compito di consentire la diffusione spaziale di specie altrimenti incapaci di rinnovare le proprie
popolazioni locali, e più in generale di meglio governare i flussi di organismi, acqua e sostanze
critiche.
Il territorio è attraversato da un corridoio primario lungo il fiume “Mella” e da un tracciato
d’interesse naturalistico “La via dell’Oglio”.
Barriere e linee di frammentazione.
La definizione e l’attuazione della rete ecologica deve considerare i principali fattori di
pressione in grado di pregiudicarne la funzionalità, in primo luogo le principali linee di
frammentazione ecologica già esistenti. Fattori primari di frammentazione sono costituiti dalle
grandi infrastrutture trasportistiche e dai processi di urbanizzazione diffusa che si traducono in
sempre maggiori consumi di suoli con saldatura lungo le direttrici stradali. (sprawl lineare).
Uno dei maggiori conflitti è rappresentato dal passaggio del fiume Mella e del torrente
Lusignolo tramite infrastrutture quali ponti o passerelle.
Varchi a rischio.
Particolarmente critiche devono essere considerate le decisioni collegate ad ulteriori
urbanizzazioni lungo determinate direttrici ove i processi di frammentazione sono avanzati ma
non ancora completati; dove cioè rimangono ancora varchi residuali la cui occlusione
completerebbe l’effetto barriera nei confronti dei flussi rilevanti per la continuità eco sistemica,
in tal senso diventa rilevante sia individuare i principali punti di conflitto esistenti e legati a
nuove ipotesi di trasformazione del suolo.
Eco mosaici ed ambiti strutturali della rete.
L’approccio per eco mosaici consente anche il riconoscimento delle matrici naturali
interconnesse, ove esistenti. Un ruolo strutturale e funzionale specifico può anche essere
assunto dalle fasce di transizione tra differenti eco mosaici.
Unità tampone. Possibilità di individuare fasce spaziali di protezione degli elementi più
vulnerabili della rete dal complesso delle pressioni esterne nel concetto di servizi eco sistemici
inoltre si aggiungono anche le potenzialità che determinate unità naturali possono svolgere nel
contenimento diretto di fattori d’inquinamento idrico o atmosferico.
Confronto con le indicazioni del PTCP (REP)
Il P.T.C.P. promuove una disciplina paesistica che senza negare direttrici e occasioni di
sviluppo, cerca di tutelare in maniera puntuale e coerente, anche se con le imprecisioni date
dalla scala e dall’estensione dell’analisi, beni e quadri paesistici così come riconosciuti dal
Piano Paesistico Regionale.
Il tentativo è quello di attribuire ai vari elementi del paesaggio, in maniera sufficientemente
analitica, un sistema di valori il più possibile oggettivo e riconoscibile a scala locale tramite il
principio di maggior definizione e indurre una forte sensibilizzazione a livello locale nella
tematica.
93
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Inoltre il P.T.C.P., esplicitando la volontà di contrastare questa
tendenza diffusa di omologazione,identifica con gli ecomosaici gli
ambiti del territorio provinciale per cui si possa riconoscere,
partendo da un’analisi tecnica delle unità ambientali presenti, un
significativo livello di unitarieta’ dal punto di vista del
funzionamento ecologico.
Al momento sono stati individuati 72 ecomosaici, ognuno dei quali
raggruppa più comuni, che suddividono il territorio provinciale in
altrettante aree omogenee che esprimono caratteristiche peculiari
e di chiara riconoscibilità.
Tale riconoscimento e’ alla base delle successive scelte del
progetto di rete ecologica provinciale. Viceversa, ogni elemento
della rete ecologica apparterrà ad uno o più degli ecomosaici
individuati, che ne costituiranno il contenitore naturale.
L’obiettivo della Provincia è che tale suddivisione possa costituire
ambito di riferimento per promuovere azioni comunali o
intercomunali di riqualificazione e certificazione della qualità
ambientale (ad esempio attraverso P.L.I.S., Agende 21 locali,
EMAS ecc.).
Il comune di Milzano è localizzato all’interno dell’ecomosaico “Fascia dell'Oglio tra Pontevico e
Seniga” unitamente ai comuni di Manerbio, Cigole, San Gervasio Bresciano, Leno Pavone
Mella, Pontevico, Alfianello, Pralboino, Pavone Mella, Bassano Bresciano e Seniga.
Individuazione degli elementi della rete ecologica
Il Progetto di Rete Ecologica provinciale punta a dare risposte concrete ad una serie di
problemi territoriali in essere, rappresentando un’occasione per sperimentare l’applicazione di
nuove metodologie e forme di gestione integrate per ricercare un realistico modello di sviluppo
sostenibile che contemperi le esigenze di redditività con quelle di miglioramento delle qualità
paesistico ambientali.
Si prefigura come un progetto-processo per la cui attuazione è necessaria un’ampia
condivisione dei contenuti e degli obiettivi da parte di un numero elevato di attori, a tal
proposito il Comune dovrà intervenire attraverso il proprio ambito di azione in modo coordinato
e sinergico partecipando a quelle occasioni di confronto e concertazione promosse dalla
Provincia.
Gli indirizzi che, attraverso la Rete Ecologica, il Piano territoriale propone sono:

individuazione del sistema di gangli e corridoi ecologici, costituenti la rete ecologica
provinciale;

riduzione del degrado attuale e delle pressioni antropiche future attraverso il
miglioramento delle capacità di assorbimento degli impatti da parte del sistema
complessivo;

miglioramento dell’ambiente di vita per le popolazioni residenti ed offerta di
opportunità di fruizione della qualità ambientale esistente e futura;

miglioramento della qualità paesistica;

sfruttamento ecosostenibile delle risorse ambientali rinnovabili;

definizione delle modalità di ottimizzazione dell’inserimento dei complessi produttivi
nell’ambiente circostante, anche in prospettiva di certificazioni di qualità territoriali;

offerta di scenari di riferimento per le valutazioni ai fini dei pareri di valutazione di
impatto ambientale.
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RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
Per quanto riguarda i rapporti con le nuove infrastrutture, si applicheranno le seguenti
direttive:

i progetti di opere che possono produrre ulteriore frammentazione della Rete
Ecologica, dovranno prevedere opere di mitigazione e di inserimento ambientale, in
grado di garantire sufficienti livelli di continuità ecologica;

le compensazioni ambientali dovranno favorire la realizzazione di nuove unità
ecosistemiche, coerenti con le finalità della Rete Ecologica provinciale.
La Provincia raccomanda che i Comuni, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico,
recepiscano i contenuti del progetto di Rete Ecologica ed individuino specifici interventi di
riqualificazione ecologica.
Lo schema direttore della Rete Ecologica individua gli ecomosaici caratterizzanti il territorio
della Provincia di Brescia, corrispondenti ai complessi di unità ecosistemiche strutturalmente e
funzionalmente coerenti, per i quali si possano ipotizzare regole specifiche di governo.
Per ogni ecomosaico sono definite le principali valenze e criticità suscettibili, nonché lo
specifico ruolo funzionale in ordine al riequilibrio dell’ecosistema di area vasta definito dal
progetto di Rete Ecologica. Tali caratteristiche, unitamente agli elementi specifici della Rete
Ecologica compresi nell’area, costituiranno un riferimento per gli strumenti di valutazione
vigenti o previsti (Valutazione di Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica, EMAS
– certificazione ambientale – territoriale, ecc.) applicabili a piani, programmi e progetti che
investiranno il territorio ricompreso nell’ecomosaico.
Gli enti il cui territorio è interessato anche parzialmente dall’ecomosaico promuoveranno azioni
di varia natura (Parchi locali di interesse sovracomunale, Progetti d’area, Agende 21 locali ecc.)
finalizzate al raggiungimento degli obiettivi issati dal progetto di Rete Ecologica.
Gli ambiti funzionali necessari alla attuazione della Rete Ecologica provinciale previsti dallo
schema direttore presentato sono espressi nella carta relativa, relativamente al Comune di
Milzano approfondiremo le voci di legenda che insistono sul suo territorio :
B.S.15 : Gangli principali in ambito planizzale
B.S.17 : Corridopi fluviali principali
B.S.20 : Corridoi terrestri secondari
B.S.21 : Greenways principali
B.S.24 :
Principali punti di conflitto della rete ecologica con le principali barriere
infrastrutturali
B.S.25 : Varchi insediativi a rischio
Per ognuno di questi ambiti il P.T.C.P. chiarisce i caratteri identificativi, fornisce alcune
raccomandazioni di intervento di tutela, salvaguardia e fruibilità ed infine individua un elenco
di strumenti tecnici di attuazione al fine di raggiungere gli obiettivi esplicitati dal progetto di
Rete Ecologica provinciale.
Nell’Allegato B (Interventi tipo) sono rappresentate schematicamente alcune tipologie di neoecosistemi attuabili per la realizzazione della rete ecologica:
1. Consolidamento di versante con tecniche di ingegneria naturalistica
95
2.
Consolidamenti spondali di corsi d’acqua con tecniche di ingegneria naturalistica
3.
Rinaturazioni polivalenti in fasce di pertinenza fluviale e casse di espansione
4.
Passaggi per pesci
5.
Ecosistemi-filtro a valle di impianti di depurazione
6.
Bacini polivalenti di ritenzione delle acque meteoriche
7.
Piantagione di siepi e filari nelle aree coltivate
8.
Fasce buffer e ricalibrazione di alveo in corsi d’acqua minori
9.
Realizzazione di nuove unita’ di habitat entro gli agroecosistemi
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
10. Recuperi delle aree di cava
11. Passaggi per la fauna o polivalenti lungo le infrastrutture lineari che producono
frammentazione
12. Interventi anti-rumore polivalenti
13. Fasce di qualità ecologica a lato delle infrastrutture trasportistiche lineari
14. Rinaturazioni in aree intercluse e degradate
15. Greenways
16. Interventi con valenze naturalistiche nei parchi urbani
17. Interventi di pre-verdissement nelle nuove urbanizzazioni
18. Nuove aree boscate extraurbane di interesse naturalistico.
Nella matrice sottostante è suggerita una corrispondenza tra ambito funzionale della rete
ecologica e interventi realizzativi utili.
AMBITI FUNZIONALI
INTERVENTO
BS15 - Gangli principali in ambito planiziale
3 – 5 – 7 – 8 – 9 – 11 – 12 – 13 – 14 - 15 – 17 - 18
BS17 - Corridoi fluviali principali
1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – 8 – 9 – 11 – 13 – 14 – 15 –
16 – 17 - 18
BS20 – Corridoi terrestri secondari
7 – 8 – 9 – 11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 17- 18
BS21 - Greenways principali
2 – 3 – 7 – 8 – 9 – 11 – 12 – 13 – 14 – 16 – 17 - 18
BS24 - Principali punti di conflitto della rete
con le principali barriere infrastrutturali
BS25 - Varchi insediativi a rischio
3 – 4 – 5 – 6 – 11 - 15
2 – 3 – 4 – 7 – 8 – 9 – 11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 16 –
17 - 18
Individuazione rete ecologica comunale (REC)
Il territorio comunale di Milzano ha un’importanza strategica dal punto di vista delle
connessioni ecologiche di grandi sistemi verdi quali il parco dell’Oglio sud e il Bosco del
Lusignolo.
Con il progetto di rete ecologica comunale, oltre a recepire le indicazioni delle reti sovra locali,
si è cercato di incentivare la connessione di tali sistemi verdi attraverso obbiettivi mirati alla
connessione e valorizzazione in termini di fruibilità di questi sistemi.
Per il raggiungimento dell’obbiettivo sopra indicato una delle scelte fondamentali è il
recepimento del Parco Locale d’Interesse Sovra comunale “PLIS del MELLA MORTA”, già
recepito dal Comune di Pralboino sul ciglio destro del fiume Mella e che va ora a
completamento sul versante sinistro.
Lungo il fiume Mella, il torrente del Lusignolo ed il fosso Caglione di Sopra e di Sotto viene
posta un’area agricola di rilevanza naturalistica che ha il compito di preservare le aree dei
versanti fluviali tramite opere di manutenzione e di rimboschimento per la rinaturalizzazione.
A questo proposito l’ufficio tecnico si è dotato di uno studio di riqualificazione ambientale del
canale Lusignolo, tale studio è rimasto ora solo su carta per le spese sostanziali che prevede,
ed a cui il comune non può rispondere.
Su tali interventi andranno destinate le quote compensative per la ricostruzione eco sistemica
delle aree verdi presenti sul territorio comunale, che vadano a contribuire alla creazione di un
96
QC 1
RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO
sistema di connessioni volte alla fruizione e alla valorizzazione del disegno di rete ecologica
comunale e sovra locale.
Tavola della rete ecologica QC 10a
97
PGT
COMUNE DI MILZANO
PROVINCIA DI BRESCIA
Uso delle fonti e riferimenti bibliografici
L’attività di analisi si è basata ed è stata svolta utilizzando le banche dati del SIT (sistema
informativo territoriale) della Regione Lombardia e i dati raccolti e informatizzati del PTCP
dall’Amministrazione Provinciale, già rese disponibili in rete o su cd-rom .
Inoltre è stato considerato lo studio geologico che accompagna la formazione del PGT.
Altre fonti di carattere culturale locale sono:
P.T.R.
-
P.T.C.P.
-
“Pralboino e Milzano, oggi e ieri nella storia”-a cura dell’AVIS Pralboino-Milzano.
-
Manifesto del Terzo Paesaggio, Gilles Clèment, Ed. Quodlibet 2005.
-
Carta archeologica della Lombardia - Provincia di Brescia
Siti web consultati:
www.comune.milzano.bs.it
-
www.istat.it
-
www.provincia.brescia.it
-
www.regione.lombardia.it
-
www.bs.camcom.it
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RELAZIONE QUADRO CONOSCITIVO
DEL DOCUMENTO DI PIANO