Appunti di veterinaria - Ebooks e Manuali Gratuiti

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Appunti di veterinaria - Ebooks e Manuali Gratuiti
Appunti di
veterinaria
1
Indice
Premessa
03
Apparato locomotore
09
Apparato digerente
26
Apparato respiratorio
33
L’occhio
36
Malattie per cui si può vaccinare
38
Parassiti interni
41
Cute
44
2
Premessa
Questi appunti hanno lo scopo di presentare una carrellata sulle principali patologie che
possono colpire il cavallo. Si è proceduto a descrivere quelle condizioni patologiche più
frequenti e quelle più tipiche della specie equina.
La trattazione è stata eseguita con lo scopo di descrivere nel modo più semplice possibile
argomenti di notevole difficoltà. È perciò comprensibile che tali appunti non siano in grado
di fornire nozioni o capacità utili ad emettere una diagnosi ed intraprendere una
terapia. Si vuole precisare l’impossibilità di utilizzare la presente come un vademecum della
medicina veterinaria al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. A tal proposito con lo scopo
di rafforzare, ulteriormente, quest’ultimo concetto riportiamo di seguito un articolo scaricato
da internet che descrive con note simil comiche alcuni tragici accadimenti che dovrebbero
farci pensare.
Questo articolo viene pubblicato con l' autorizzazione dell' Autore.
Vet Fai-Da-Te
Fare il veterinario per i cavalli è stupendo, meraviglioso, appassionante.
E' bello tanto quanto fare l'esploratore, l'astronauta, l'attore, il viaggiatore, Zorro, Tarzan o
Indiana Jones.
Sicuramente fare il veterinario per i cavalli è sempre meglio che lavorare.
Tutte le persone che possiedono o hanno posseduto un cavallo, per intero o in fida, mezza
fida, in affitto, in prestito o neanche quello, prima o poi nella loro vita hanno incontrato un
veterinario per cavalli. Ne hanno avuto bisogno, l'avranno visto all'opera impegnato in una
visita. Ne avranno visti di gentili, di simpatici , di capaci, e di insopportabili, di scorbutici e di
cordiali. Alcuni avranno fatto un clamoroso errore (capita a tutti prima o poi) e saranno stati
bruciati per sempre senza possibilità di appello. Alcuni avranno salvato in extremis un cavallo
in pericolo di vita, alcuni avranno fatto una figura da dio, altri per la malevolenza della s f i g
a che ci vede molto bene avranno fatto tutt'altra figura senza averne responsabilità ma fa parte
del gioco.
Certi saranno stati alle prime armi, dotati delle insicurezze del caso, alcuni troppo esperti e
scafati probabilmente molto vicino a prendere una cantonata gigante.
Certamente alcuni di questi professionisti si saranno atteggiati a primari che raramente
scendono dall'olimpo sul quale si sono autonomamente posti, senza un invocazione popolare.
Altri si sono fermati 10 minuti dopo la visita a dividere un bicchiere di acqua, un po' d'ombra
d'estate o di caldo d'inverno, una ciaccola e un sorriso.
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Alcuni veterinari sanno rassicurare con una sola parola e un poco di comprensione umana il
proprietario di un cavallo che è davvero nei guai, altri invece non riescono a farti prendere
sonno anche se il tuo cavallo è afflitto da una piccola e, in fondo, innocua “molletta”.
Alcuni di questi strani figuri non si muovono dalla loro clinica se il cavallo non vale almeno
una trentina di milioni, altri si alzano alle 3 del mattino per andare a vedere un mulo in colica.
Altri hanno delle parcelle da far impallidire un notaio di grido, altri fortunatamente non
devono acquistare due ville a Beverly Hills ogni anno e sono molto più frequentemente
consultabili.
Fatto sta che prima o poi un veterinario all'opera l'abbiamo visto tutti.
Molti di noi si sono prodigati nell'assediare di domande il professionista nel tentativo di
conoscere sempre di più e meglio le patologie che talvolta affliggono i nostri cavalli.
Ad alcuni avremo chiesto se può insegnare qualche piccola e facile pratica di infermeria di
base, come una iniezione intramuscolare, una fasciatura, i più arditi e coraggiosi una iniezione
endovenosa. Nozioni di neonatologia, di ostetricia e ginecologia. L'alimentazione corretta per
il nostro animale. Diagnostica delle famigerate coliche addominali e quant'altro. Le
esplorazioni rettali interessano raramente. Libri e manuali del buon uomo di cavalli e le riviste
specializzate fanno il resto.
La tentazione di fare il veterinario fai da te prima o poi coglie tutti.
E' umano. E' normale.
Maniscalchi, fantini, istruttori, commercianti, trainer, cavalieri, amazzoni, praticoni, sedicenti
esperti (30 anni nei cavalli saranno serviti a qualcosa!!!), trasportatori di cavalli, farmacisti,
rappresentanti di farmaci, groom qualificati ed extracomunitari disperati, normali proprietari e
trumlinot (termine piemontese per indicare il contadino anziano che di cavalli ne ha visti a
migliaia e abita vicino a casa vostra, quotidianamente sfaccendato e inquietantemente
disinvolto con la medicina veterinaria) tutti, dicevo, cadono in tentazione.
Ora, non sto affermando che chi frequenta i cavalli non debba sapere nulla di pronto soccorso
e rudimenti di medicina e anatomia anzi.
Molti groom sono un efficace supporto delle scuderie in cui lavorano e per i vet stessi che
trovano in loro, talvolta, una perfetta caposala con la quale collaborare. Un groom capace ha
un occhio sopraffino nell'individuare il più piccolo cambiamento nello stato di salute di un
cavallo, altri che non possono fregiarsi dello stesso titolo perché non vedono un cavallo ormai
putrefatto neanche se gli inciampano addosso.
Fortunatamente molte persone dopo aver avuto la tentazione di sveterinarieggiare liberamente
da soli decidono di consultare un professionista col quale affrontare il caso.
Altri invece (decisamente più estrosi e artistici, uomini di cavalli insomma) indossano il
camice del veterinario fai da te e scatenano la loro fantasia diagnostica. Quel che segue è una
serie di casi affrontati dalle cinture nere della veterinaria fai da te, tutti rigorosamente accaduti
e comprovabili. Un piccolo e volutamente breve museo degli orrori. La conferma che la
realtà, a differenza della fantasia, non ha alcun limite. Di solito provoca danni ingenti e a
pagare sono sempre i cavalli.
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1): Colica? Faccio io.
Un caso di tetano diagnosticato come colica addominale da costipazione il venerdì mattina,
fatto passeggiare ore sotto la pioggia, praticato lasix in (fuori) vena da far urinare anche un
cactus dell'Arizona, 15 cc di antibiotico (?) che può far bene, tubo dell'acqua infilato nel retto
con riempimento di parte dell'intestino ogni 6 ore, ancora passeggiate in circolo da far
diventare scemo chiunque. Il sabato stessa terapia e quadro sintomatologico in grave
peggioramento, il cavallo chiedeva di essere soppresso insieme ai suoi carnefici. Al sabato
sera, ore 21,30, viene infine chiamato il vet. Il cavallo è rigido come una statua di marmo.
Alla domanda “Il cavallo è vaccinato contro il tetano?” cadono le mandibole degli astanti. Il
capo, cintura nera 5° dan di veterinaria fai da te dice: “Dai, facciamogli una flebo che lo
tiriamo fuori....”
La povera bestia è morta di tetano nella notte, COSCIENTE, per paralisi dei muscoli
respiratori. Nell'intestino aveva ancora un centinaio di litri d'acqua.
2) Colica? Ci penso io, con tutte quelle che ho visto!!!
Il cavallo viene diagnosticato in colica da un esperto che sta nei cavalli da 25 anni. Nella sua
lunga esperienza aveva visto molti vet inserire una sonda rinoesofagea nelle narici del cavallo
per il passaggio di oli minerali, necessari si ma solo per certi casi. Nessun problema: una
bottiglia di olio d'oliva inserita in una narice aggiusterà tutto. Un intero litro di olio, fino
all'ultima goccia, è finito tutto nei polmoni. Il cavallo non voleva saperne ovviamente, era uno
di quei rari casi citati dagli esperti zen di questo sito dove il torcinaso ci vuole, purtroppo. Per
il suo bene. Il povero animale ha cominciato a tossire in maniera convulsa cadendo a terra più
volte. E' morto dopo un giorno di agonia per polmonite “ab ingestis”. La colica
probabilmente, sempre che colica fosse, era poca cosa.
3) Prima erbetta di primavera.
Il cavallo è stato alimentato al sabato mattina con l'erbetta falciata dalla motofalciatrice. Tutta
quella che occupava 6 mq di giardino. Il pezzo più lungo era 1 millimetro. Dopo 3 ore è
cominciato un quadro di addome acuto finito la domenica pomeriggio con l'esplosione dello
stomaco per l'accumulo di gas di fermentazione (visto con i miei occhi all'autopsia). Terapia
praticata? Quella dell'esperto: passeggiare!
Ma il tempo di riempimento capillare, la frequenza cardiaca e respiratoria, il puntato
addominale, la sonda rinoesofagea, l'esplorazione rettale, il colore delle mucose,
l'auscultazione addominale e tutte le terapie del caso? Cos'è, roba da mangiare?
“Mio nonno le coliche le ha sempre curate con delle gran passeggiate” (sic!)
Il vet è stato chiamato quando il cavallo stava agonizzando, è morto prima del suo arrivo,
circondato dagli imbecilli che avevano ancora qualcosa da aggiungere.
4) Dermatologia? A piece of cake!
Ci sono fior di ricercatori che si occupano da anni di dermatologia equina. Materia molto,
molto ostica. Bisogna STUDIARE. Bisogna CAPIRNE. Uno dei migliori esperti italiani sta
all'Università di Perugia. Esiste una Associazione Italiana di Dermatologia Veterinaria.
Eppure tutto questo non scoraggia minimamente l'intrepido veterinario fai da te. Ogni volta
che gli si presenta l'occasione scatena il suo sconfinato sapere e lo dirige sul nuovo caso,
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anche se viene interpellato attraverso il web. Anzi meglio! Non si può perdere l'occasione di
far felice una persona e il suo cavallo e fargli risparmiare un po' di denaro altrimenti buttato
nel canale per la visita di un vet.
Dai un cavallo con un po' di forfora ad un dermatologo d'assalto e lui compirà il miracolo.
Saprà dirti da dove viene, troverà qualcosa da cambiare nell'alimentazione, avrà pronta la
terapia. Se poi fallisce ti consiglierà di chiamare il vet. Probabilmente è un caso atipico che va
affrontato con qualcosa di più “forte”. Di solito il vet trova un macello, un casino
inestricabile, una mescolanza non più decifrabile che il nostro Diabolik ha lasciato per andare
a soccorrere un'altra vittima. Se prima dell'esperto capire poteva richiedere un certo impegno,
dopo il passaggio di “Vet-Einstein” diventa un'impresa titanica. Non di rado si curano
affezioni cutanee con i seguenti ritrovati della scienza farmacologica: olio di motore con sul
groppone 50.000 km di autostrada, naftalina, bianco d'uovo montato, senape forte, vescicanti
che fonderebbero l'acciaio dell'Andrea Doria, betadine, acqua ossigenata, grasso di cavallo
fuso (secondo la teoria del chiodo scaccia chiodo (?) ), mercurocromo, e qualche prodotto
contro gli insetti. E' possibile usare questi rimedi universali da soli o creare una meravigliosa
associazione realizzata a fantasia sul momento.
5) Palatina gonfia (gonfiore del palato molle) ovvero l'assalto all'arma bianca
La sete di sangue viene soddisfatta quando Hannibal the Cannibal riesce a imbattersi in un
palato gonfio. Ignora completamente quali siano le cause e ignora anche quali delicate e
fragili strutture si celino al di sotto del palato. Bho! Ma non importa: bisogna operare. E qui
che Il dottor Barnard entra in azione. L'attrezzo classico è un corno di montone affilato col
quale si deve incidere il palato del cavallo di turno. Roba da veri uomini. Di solito Rambo-vet
riceve in eredità il tremendo attrezzo chirurgico da qualche familiare esperto pure lui che ha
inciso centinaia di palati come se fossero panetti di burro a colazione. In mancanza
dell'oggetto fatto apposta, va bene qualsiasi cosa tagliente e appuntita. Prima dell'uso viene
accuratamente disinfettato alla fiamma e poi comincia il rodeo. Il giorno preferito per questo
genere di interventi chirurgici è il sabato mattina. Non si lavora, la moglie è dalla
parrucchiera, i figli a scuola, colazione fatta, andato di corpo regolare come un Rolex: tocca
andare a operare. C'è pure il sole, la primavera si sta svegliando e il cavallo e già pronto
legato ai due venti. Torcinaso bagnato, appoggiato al muro, gruppo di amici un poco meno
esperti in silenzioso semicerchio. Fumano e si preparano a gustare la scena. Con poche e
sapienti mosse il cavallo viene immobilizzato,torcinaso in posizione, la sigaretta pendula, la
lingua del poveretto già strozzata, con l'osso joide al limite della resistenza ( osso joide? Che
è? ), la lama entra e all'improvviso il sangue sgorga come fosse acqua di fonte.
Le conseguenze sono, in ordine sparso: il cavallo che vorrebbe mangiarsi tutti gli astanti, il
cavallo che prova un dolore indicibile ma per fortuna Gesù Cristo che gli è stato applicato il
torcinaso per il suo bene, il cavallo perde una quantità di sangue che se viene tagliata l'arteria
palatina il cavallo muore dissanguato in poco tempo, al cavallo si gonfia sempre a dismisura il
palato, al cavallo viene un ascesso pazzesco, il cavallo si domanda perché non ci sia un
veterinario laureato e abilitato in zona, il cavallo sa esattamente che lavoro svolge la madre
del chirurgo del sabato mattina. Il cavallo, 'sto ********, molla una rampata al chirurgo o a
qualcuno degli aiuto primario.
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6) Alimentazione? Ghe pensi mi!
Sulla questione alimentare la fantasia scientifica della nostra cintura nera della veterinaria fai
da te trova spazio a dismisura. Tra i rimedi del nonno buttero, il misto fioccato che se dentro
c'è un po' di tutto fa molto bene perchè l'alimentazione è varia, la crusca come lubrificante
dell'intestino(?) somministrata in quantità variabile a seconda di sensazioni non meglio
precisate, mangime per conigli che a guardarlo è identico a quello per cavalli ma costa il 30%
in meno, pane secco a volontà, panettoni e pandori muffiti (è tutto vero!!!), ricette di pastoni
miracolosi e quant'altro, il nostro eroe non pago ti da per telefono la razione per il tuo cavallo
che non ha mai visto.
Bisognerebbe premiarlo per il coraggio.
Chi se ne importa se la crusca porta un forte sbilanciamento tra calcio e fosforo, ma chi va
vedere se e perché i concentrati vanno dati oppure no, e il fieno, 'sto sconosciuto, che viene
valutato buono, nutriente, povero, leggero, carico, scarico, pesante con una sola occhiata e
un'annusata....
Il Mago Zurli della veterinaria fai da te, il fieno lo annusa sempre. E' LUI che decide se il
fieno è buono. I cavalli di fieno capiscono nulla, poveri idioti.
E' il numero delle volte che i concentrati vanno dati è un campo dove il karma positivo o
negativo del nostro nutrizionista domenicale entra di prepotenza: a questo cavallo qua diamo
...ehm... uhh.. 1/2 secchio di orzo con 1kg di crusca, al mattino; 2 palotti di mais fioccato a
mezzogiorno, e un quarto di secchio di pastone di mio nonno irlandese alla sera.
Rigorosamente prima del fieno, mi raccomando 10 kg, per carità. Perché? Bho!.... fa bene,.....
c'è un po' di tutto..... Ignora completamente, il nostro genio, che ci sono fior di vet-ricercatori
che hanno massacrato la loro esistenza nel capire alla perfezione i complessi processi digestivi
del cavallo, le composizioni di ogni singolo nutriente e dei terreni dove questi vengono
prodotti. Grandi nomi internazionali, continuano a studiare l'alimentazione del cavallo. Hanno
del tempo da perdere. Un branco di deficienti.
7) Zoppia? Se è di spalla te la diagnostico io.
E vogliamo tralasciare le zoppie, forse?
Sgombriamo subito il campo da equivoci: la zoppia è la patologia che il praticone preferisce.
Quella dove può far lavorare al meglio il suo occhio clinico. Il solo sapere che nei suoi
dintorni si aggira un cavallo zoppo lo fa vibrare come la forcella del rabdomante. Dove c'è
una zoppia, LUI c'è.
Il caso più comune è la diagnosi di zoppia ad un posteriore scambiata per una zoppia
all'anteriore diagonale. Stai certo che se il Mandrake di Casalpusterlengo vede una incertezza
davanti a sinistra il cavallo sta zoppicando sul posteriore a destra. E lo vedi con uno sguardo
assorto mentre valuta il movimento del cavallo, gli leggi negli occhi il vuoto globale, la totale
assenza di conoscenza, una vasta Patagonia di inconsapevolezza. Tempo 40 secondi, non di
più perché deve far vedere la sicurezza data dall'esperienza, e spara la diagnosi. A CASO! La
butta li con una sicumera invidiabile al punto che gli astanti si girano ammirati e balbettano: “
Certo che hai occhio tu, eh?” Lui gongola dentro e di solito pronuncia la fatale frase: “ 30
anni che sono nei cavalli, saprò almeno vedere un cavallo zoppo.” Di solito il vet non ha
ancora detto una parola, sta toccando l'arto malato, sempre l'altro arto, quello che non era stato
indicato da Goldrake. Di solito Fantomas si “abbassa” a toccare l'arto in questione. Il dramma
interno lo vive e male ma non lo fa vedere quando il cavallo è zoppo ma non riesce a
individuare un punto gonfio o dolente quanto meno. Cioè: la zoppia c'è ma la lesione ne si
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vede ne si tocca. Allora è la spalla! E' chiaro. Il cavallo è “spallato”. “Fai venire il vet. per
vedere il cavallo che è zoppo di spalla”
In uno dei tanti casi il cavallo era zoppo di spalla perché aveva un taglio su un glomo.
(Giuro!)
Risparmio i particolari su un maniscalco del sabato e domenica in provincia di Torino
(durante la settimana faceva tutt'altro lavoro) che chiese al proprietario del cavallo di
chiamare il vet per fare delle radiografie ad un carpo perché LUI, il maniscalco, voleva
leggerle.
8) Miscellanea per concludere:
Penicillina uso umano in compresse date per bocca ad un cavallo con una piccola ferita sul
nodello. Il malcapitato si è riempito di ponfi di urticaria dopo un'ora e ha prodotto feci orribili
e velenose per 15 giorni. Intestino sterilizzato accuratamente!
Dentista fai da te con lima da ferro in bocca. Il Magico infila una lima da piedi in bocca al
predestinato e dopo un po' di agitazioni il cavallo, dotato di torcinaso perché così sente meno
dolore (?), s'impenna e lo spigolo della lima taglia il palato e i relativi vasi sanguigni. Il
cavallo di solito muore dissanguato in poco tempo.
Endovenose fatte come viene viene, di solito si rimedia un periflebite che fa tribolare tutti ma
di più il cavallo. Peggio quando in vena si iniettano sostanze che in vena NON DEVONO
ANDARE.
Come quel Leonardo da Vinci della veterinaria che decise di somministrare 40 c.c. di
penicillina in vena invece che in muscolo come aveva raccomandato il vet. Nota bene: metà a
destra e metà a sinistra per evitare gonfiori e favorire l'assorbimento. Vogliate cogliere la
raffinatezza del nostro Dante Alighieri: per prima cosa il cavallo non era il suo ma dell'amico,
secondo l'iniezione in vena era il suo cavallo di battaglia (perdonate il macabro sense of
humor): poteva rinunciarvi? (30 anni nei cavalli, saprò fare una endovenosa!!!!!), terzo,
mezza dose (20 c.c.) li ha iniettati nella giugulare di destra, dopo di che il cavallo ha iniziato a
mostrare un inquietante tremolio muscolare con inizio di perdita dell'equilibrio. Ha
cominciato ad agitarsi, gli è stato applicato un torcinaso (sempre per il suo bene e per la
faccenda delle endorfine...) quando la seconda dose da 20 c.c. è stata somministrata attraverso
la giugulare di sinistra!!!!! Il cavallo è caduto di schianto. MORTO. SECCO. STECCHITO.
Gli shock anafilattici sono la regola che uccide il cavallo, un particolare che poco sfiora
Nembo-Vet sempre che riesca a pronunciare la parola shock anafilattico.
Tutti i casi elencati non si sono svolti nei pollai della Bosnia-Erzegovina o a Scutari o in
BieloRussia. Tutti fatti accaduti in medio-buone scuderie italiane.
Che cosa potrei ancora aggiungere? Ancora molti episodi di imbecillità e demenza mentale
dell'uomo di cavalli. Poco per il resto. Primo è che la madre dei Vet-Heinstein fai da te è
sempre incinta, secondo è che se avete un poco di misericordia nei confronti del vostro
animale dovreste chiamare un veterinario. L'Italia ne è piena.
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Apparato locomotore
Appiombi
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Laminite
Processo infiammatorio che colpisce le lamine sensitive del piede. Alla base comunque resta
un’alterazione della vascolarizzazione con conseguente ischemia e necrosi delle lamine e
dolore.
Principali cause:
- Ingestione di una quantità eccessiva di cereali con tossicosi (rifondimento da cereali)
- Ingestione di elevate quantità di acqua fredda (rifondimento da acqua)
- Traumi
- Endometriti o gravi infezioni sistemiche (laminiti post partum)
- Obesità ed ingestione di foraggi verdi lussureggianti
- Terapie con cortisonici
E’ una patologia che si può riscontrare in un solo arto ma anche contemporaneamente in
tutti e quattro. Solitamente i più colpiti sono gli arti anteriori.
Sintomi comuni:
- Riluttanza al movimento per l’intenso dolore.
- Atteggiamenti antalgici che portano il cavallo a cercare di appoggiare il piede
gravando il meno possibile sulla parte anteriore del piede caricando il peso, quindi, sui
talloni.
- Calore in corona
- Presenza di polso digitale
- Riluttanza ad alzare il piede contro laterale
- Dolore alla pinza da esplorazione
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Nella fase cronica della laminite interviene un meccanismo a complicare il quadro della
patologia. La postura antalgica del cavallo determina una maggiore trazione del tendine
flessore profondo delle falangi che ha la sua inserzione terminale sulla terza falange.
Questa forza che in condizioni normali permette la flessione del dito agendo su un tessuto
soggetto ad infiammazione e quindi più debole può determinare distacco delle lamine
sensitive dalla parete dello zoccolo con conseguente possibile rotazione della terza
falange. Quest’ultimo passo può essere di differente gravità sino ad esitare nella
perforazione della suola ed in casi molto gravi nel distacco completo della scatola cornea.
Prognosi:
La prognosi è riservata e variabile da caso a caso. Alcuni soggetti, colpiti da forme molto
lievi, guariscono completamente riuscendo quindi a sostenere l’attività fisica a cui erano
stati destinati anche ad alti livelli. Alcuni soggetti pur superando la fase critica della
patologia non recuperano appieno la capacità locomotoria pur potendo sostenere una vita
normale (fattrici o animale da compagnia). In alcuni casi il dolore intenso, l’incapacità di
mantenere la stazione, il forte coinvolgimento delle condizioni generali del cavallo
suggeriscono l’intervento di eutanasia.
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Navicolite (Sindrome del navicolare)
Questo osso è situato nella porzione palmare della falange distale tra l’articolazione e il
Tendine Flessore Profondo delle falangi. E’ una malattia quasi esclusiva degli arti
anteriori ed è la causa più comune di zoppia cronica dei cavalli da sella. Negli USA sono
descritti diversi casi di navicolite anche nei Quarte Horses e Purosangue Inglese.
Colpiti i cavalli con età compresa tra i 6 e i 12/14 anni.
Fattori predisponenti:
- Fattori ereditari che determinano difetti di appiombo con pastoia corta e diritta
(aumento della concussione sulla regione navicolare) e debolezza dell’osso.
- Piede piccolo (pressione per unità di superficie è aumentata)
- Pareggio e ferratura scorretti (asportazione dei talloni con spezzatura dell’asse
pastoro-ungueale
- Violenti sforzi propulsivi (trottatori)
- Violenti concussioni sul terreno (cavalli da sella)
Patogenesi:
- Teoria della bursite. La concussione determina una bursite che causa a sua volta
iperemia e rarefazione ossea.
- Teoria della trombosi ed ischemia. La trombosi determina necrosi ischemica
dell’osso. Aumento delle anastomosi arteriolari e quindi osteoporosi dell’apice dei
forami nutritizi.
- Rimaneggiamento osseo. Riassorbimento e neoformazione ossea.
Sintomi:
- Zoppia cronica mono o bilaterale graduale e progressiva ed intermittente senza
gonfiori o anormalità dell’arto interessato. La zoppia peggiora con il lavoro e
migliora con il riposo e con cure antinfiammatorie.
- A riposo l’arto è tenuto in una posizione avanzata poggiando la punta del piede
alzando i talloni (il cavallo scrive) determinando a lungo andare una contrattura dei
talloni ed atrofia del fettone.
- In movimento il cavallo appoggia prima la punta e successivamente il tallone.
- Difficoltà ad eseguire lo stop
- Punta del ferro maggiormente consumata.
- Il cavallo inciampa al passo e al trotto
- Il piede nel tempo cambia: contrattura dei talloni, aumento della concavità, il piede
si restringe trasversalmente.
Prove diagnostiche:
- Prova dell’asse
- Prova del cuneo
- Palpazione con pinza esploratrice
- Indagine radiologica: fori vascolari allargati, cisti, assottigliamento della corticale
flessoria, aumentata densità midollare, fratture.
Trattamento:
- Riposo
- Pareggio e ferrature correttive
- Nevrectomia
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Sobbattitura (contusioni soleari)
E’ un’emorragia tra le lamine sensitive e la scatola cornea dovuta a traumi sulla suola
principalmente a livello dei talloni.
Fattori predisponenti:
- Terreno duro
- Suole sottili e piatte
- Talloni bassi
- Laminite
- Ferrature scorrette
- Ferri tenuti troppo a lungo (la zona dei talloni dei rami del ferro si spinge
internamente alla parete e preme sulla suola)
- Ferro troppo piccolo
- Ramponi
- Eccessivo abbassamento dei talloni
Sintomi:
- Zoppia anteriore occasionalmente acuta
- Cavallo riluttante ad allungare l’andatura
Prove diagnostiche:
- Pinza da esplorazione
Trattamento
- Pulizia con il coltello per togliere la pressione causa del dolore
- Protezione della suola con ferratura idonea (Ferro a binda larga svasato all’interno
eventualmente con traversa per proteggere i talloni)
- Antinfiammatori.
Ascessi del piede (ascessi subsoleari, ferita da punta del piede)
Fattori predisponenti:
- Ferratura recente con sospetto di lesione delle strutture sensitive
- Terreno umido dopo un periodo secco
- Laminite cronica
- Corpo estraneo
Sintomi
- Zoppia grave improvvisa
- Aumento del calore del cercine coronario
- Polso digitale
- Dopo 24-48 h gonfiore alla pastoia e nodello
- Fistola a livello della corona
- Dolore alla sonda da piede
Prove diagnostiche:
- Pinza da esplorazione
Trattamento
- Pulizia con coltello inglese
- Disinfezione, iodo, fasciatura
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N.B.
Applicazione di cataplasmi (animalintex)
Ferite penetranti del piede
-
Ferite terzo medio del fettone ....borsa del navicolare
Ferite della linea bianca...infezione che fistolizza in corona.
Ferite della suola...osteiti, fratture e necrosi della III falange o del cuscinetto
digitale
Attenzione molto spesso il corpo estraneo è ancora infisso
(rimuoverlo tenendolo da parte ma memorizzare dove era
localizzato e quanto era profondo)
Setole
Fattori predisponenti:
- Disidratazione del piede
- Eccessiva lunghezza dello zoccolo
- Distacco delle lamine sensitive dalle parete dello zoccolo (setole in punta)
- Traumi del cercine coronario
- Scarsa pulizia dello zoccolo
- Laminite
- Umidità del terreno seguite da siccità del paddock
Sintomi:
- Nella maggior parte dei casi non causano zoppia
Trattamento:
- Cura dello zoccolo (reidratazione, pareggio, ferratura)
- Tecniche per stabilizzare le setole (suture, fili d’acciaio, fibra di vetro)
Cancro del Fettone
Fattori predisponenti:
- Clima caldo umido
- Trascuratezza e mancanza di pulizia dgli zoccoli
Sintomi:
- Zoppia presente solo negli stadi avanzati
- Presenza di essudato cremoso dall’odore fetido nella regione del fettone
Trattamento:
- Rimozione di tutto il tessuto necrotico (morto)
- Immersione con apposito disinfettante a base di zinco, zolfo e piombo.
- Fasciatura del piede e lettiera asciutta e pulita
Prognosi: riservata in quanto il miglioramento è molto lento.
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Marcimento del fettone
Infezione batterica delle lacune del fettone.
Fattori predisponenti:
- Eccessiva umidità della lettiera
- Insufficiente pulizia dello zoccolo
Sintomi:
- Odore fetido proveniente dallo zoccolo
- Materiale di colore nerastro
Trattamento:
- Pulizia dei tessuti necrotici (morti)
- Eventuale terapia antibiotica
- Sostituzione lettiera
Chiovardo
Infezione rara delle cartilagini alari conseguente ad un trauma nella regione dei talloni.
Fattori predisponenti:
- Traumi alla regione del tallone
Sintomi:
- Scolo purulento a livello della pastoia
- Zoppia presente solo negli stadi avanzati
Prove diagnostiche:
- Radiografie
Trattamento:
- Difficile raggiungere la zona con antibiotico perché sono poco vascolarizzate
- Lavaggi, terapia antibiotica
- Asportazione chirurgica
Formelle
Periostiti con formazione di osteofiti nella regione della pastoia. Possono essere articolari o
non articolari. Alte (tra I e II falange) o basse (tra II e III falange).
Fattori predisponenti:
- Trauma
- Conformazione diritto giuntata
Sintomi:
- Zoppia
- Tumefazione a livello delle falangi
Prove diagnostiche:
- Radiografie
Trattamento:
- Infiltrazioni
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-
Trattamenti con antinfiammatori
Artrodesi (blocco chirurgico dell’articolazione)
Mollette
Tumefazioni che possono essere:
Articolari: dovute ad un processo infiammatorio dell’articolazione del nodello
Non articolari o tendinee: dovute ad un processo infiammatorio o distensione della grande
guaina sesamoidea utile allo scorrimento dei tendini flessori.
Onicomicosi
Sindrome della costrizione del leg.anulare
Il legamento anulare è una lamina che si trova all’altezza dei sesamoidi e che avvolge i
tendini flessori, superficiale e profondo. La sintomatologia dolorifica insorge a quando c’è
costrizione del legamento anulare o quando c’è edema delle struttute da esso contenute.
Sintomi:
- Depressione sulla faccia palmare del nodello
- Zoppia di grado variabile a seconda dell’importanza della lesione
Prove diagnostiche:
- L’ecografia può determinare le strutture coinvolte
Trattamento:
- Chirurgico con desmotomia (taglio del legamento).
Mal di stinchi
Termine non specifico usato per indicare dolore associato ad una neoproduzione ossea a
livello del dorso dello stinco.
Fattori predisponenti:
- Età giovane (2 anni)
- Allenamenti troppo intensi (galoppo)
Sintomi:
- Zoppia bilaterale degli anteriori
- Il cavallo non allunga il passo e trascina i piedi
- Tumefazione nella parte dorsale dello stinco
- Dolore alla palpazione
- Possibili fratture
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Trattamento:
- Riposo
- Diminuzione e modifiche del programma di allenamento
- Ridurre la distanza quando si aumenta la velocità.
Schinelle
Periostiti dei metacarpei accessori (ditini).
Fattori predisponenti:
- Difetti di appiombo (ginocchio a sedile)
- Traumi
Sintomi:
- Tumefazione a livello dello stinco
- Zoppia lieve o assente
Trattamento:
- Disinfiammare in un primo momento
- Rimozione chirurgica
Desmiti e tendiniti
Desmiti: processo infiammatorio dei legamenti
Tendiniti: processo infiammatorio dei tendini
Uno dei legamenti più importanti nel cavallo che può andare incontro ad infiammazione è il
Legamento Sospensore del nodello.
Tendini più importanti nel cavallo che possono subire lesioni sono: Tendine flessore
superficiale e Tendine flessore profondo delle falangi.
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Tendini e legamenti sono composti da fibrille che si riuniscono in fibre che vengono avvolte
da tessuto connettivo. Nelle porzioni più interne di questa struttura esistono delle aree fredde
di Sevelius poco vascolarizzate e quindi meno resistenti. Solitamente è da qui che parte una
lesione.
Fattori predisponenti:
- Appiombi
- Lavoro intenso su terreno molle
- Elevato sforzo fisico
- Riscaldamento non adeguato
- Traumi
Sintomi:
- Zoppia variabile
- Tumefazione
- Dolore alla palpazione
- Calore alla palpazione
Prove diagnostiche:
- Ecografia
Terapia:
- Disinfiammare (riposo, impacchi freddi, farmaci antinfiammatori)
- Trascorso il periodo dell’infiammazione si può iniziare a muovere il cavallo al passo
per riattivare la circolazione e favorire la guarigione che sarà comunque lenta.
Igroma del carpo
È una estesa raccolta di liquido a livello sottocutaneo nella porzione dorsale del carpo.
Fattori predisponenti:
- Trauma
Sintomi:
- Rarmente è sintomatico non è quindi causa di zoppia
- Tumefazione contenente liquido
Prove diagnostiche:
- Palpazione ed eventualmente rediografie per escludere coinvolgimento
dell’articolazione.
Terapia:
- Drenaggio
Può residuare un certo grado di tumefazione.
Bursite olecranica (lupia)
Tumefazione sottocutanea a livello dell’estremità del gomito.
Fattori predisponenti:
- Traumi (il ferro preme e sfrega sull’olecrano quando il cavallo è coricato)
Sintomi:
- Raramente è sintomatico non è quindi causa di zoppia
- Tumefazione contenente liquido
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Non necessita di radiografie
Trattamento:
- Drenaggio
Spavenio molle (idrartrosi del tarso)
Accumulo di liquido sinoviale con distensione dell’articolazione tibio-tarsica.
Sintomi:
- Solitamente non è causa di zoppia
- Non c’è dolore o calore
Prove diagnostiche:
- Radiografie per escludere OCD e fratture.
Trattamento non necessario ma eseguito per motivi estetici:
- Drenaggio
Spavenio osseo
Osteoartrite delle articolazioni tarso-metatarsica e intertarsica distale.
Sintomi:
- Zoppia
- Scarse prestazioni
- Riduzione della flessione del garretto
Prove diagnostiche:
- Radiografie
Terapia:
- Infiltrazioni
- Artrodesi
Cappelletto
Tumefazione sottocutanea sulla tuberosità del calcaneo.
Fattori predisponenti:
- Trauma
Sintomi:
- Assenza di zoppia
Terapia:
- Nella fase acuta bisogna disinfiammare (docce fredde, antinfiammatori locali,
fasciature)
- Drenaggio
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Corba
Nome utilizzato per una desmite del legamento plantare
Fattori predisponenti:
- Garretti a falce
Sintomi:
- Lieve zoppia
- Tumefazione sulla faccia plantare del garretto
- Calore, dolore della parte
Prove diagnostiche:
- Ecografia
- Radiografia
Trattamento:
- Nella fase iniziale bisogna disinfiammare (docce fredde, ghiaccio, antinfiammatori
locali)
- Antinfiammatori per via generale
- Riposo
OCD (grassella, garretto, spalla, nodello, carpo, gomito, anca)
L’osteocondrite dissecante è l’esito di fenomeni di osteocondrosi che determinano lesioni di
cartilagine e dell’osso subcondrale dell’articolazione. Vi è quindi il distacco di frammento
osteo-cartilaginei o lembi cartilaginei chiamati anche chip. A seconda della localizzazione
questi frammenti possono essere causa di dolore e zoppia.
Fattori predisponenti:
- Ereditari
- Carico eccessivo su cartilagini ed osso
- Diete molto energetiche
- Squilibrio calcio/fosforo
Sintomi:
- Versamento articolare
Prove diagnostiche:
- Radiografie
Trattamento:
- Rimozione chirurgica
Arpeggio
Consiste nell’ iperflessione involontaria di uno o di entrambi i posteriori. Esiste un arpeggio
bilaterale dovuto all’assunzione di foraggi tossici. Un arpeggio monolaterale può essere anche
dovuto ad un trauma.
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Crampo rotuleo
Patologia frequente nei ponies Shetland e nei Trottatori.
Fattori predisponenti:
- Conformazione eccessivamente diritta del ginocchio
- Insufficiente tono muscolare
- Cavalli atleti dopo un lungo periodo di riposo
Sintomi:
- Impossibilità a flettere l’arto
- La punta del piede viene trascinata contro il suolo poi improvvisamente può avvenire
l’iperflessione dell’arto.
- Solitamente si manifesta durante i primi passi fuori dal box
Trattamento: nella maggior parte delle volte la patologia si risolve intensificando
l’allenamento. Meglio a tal scopo l’allenamento in salita per sviluppare maggiormente la
muscolatura coinvolta.
- Nei casi più frequenti si consiglia una terapia chirurgica (desmotomia del legamento
patellare mediale).
Mal del garrese
Si tratta di una bursite sovraspinosa ovvero un processo infiammatorio di una borsa
localizzata sopra il garrese (esiste anche un mal della nuca che colpisce una borsa a livello
delle prime vertebre cervicali).
Sintomi:
- Ipersensibilità sulla regione del garrese con rigonfiamento
- Tumefazione con liquido
- Tragitto fistoloso con essudato purulento
Trattamento:
- Terapia antibiotica
- Drenaggio
Rabdomiolisi
Chiamata anche Azoturia, Mioglobinuria, Tying up, Malattia del lunedì mattina. In passato si
pensava fosse dovuto ad un allenamento intenso dopo alcuni giorni di riposo in cui era stata
somministrata la stessa razione di cereali. Si pensava, pertanto, che nei giorni di riposo ci
fosse un accumulo di glicogeno a livello muscolare con conseguente eccessiva produzione di
lattato al ritorno al lavoro.
Fattori predisponenti:
- Femmine più colpite
- Ereditarietà
- Gare di endurance
- Alimentazione eccessivamente energetica
- Stress
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Sintomi:
Casi lievi: (solitamente dovuta a scarso allenamento)
- Rigidità del treno posteriore
- I posteriori vengono trascinati
- Dolore alla palpazione dei muscoli glutei
- Semplice calo delle prestazioni
Casi gravi: (accade per sforzi intensi ma con importanti squilibri nella quantità di fluidi
corporei ed elettroliti).
- Forte dolore
- Sudorazione
- Aumento della frequenza cardiaca
- Riluttanza al movimento
- Urine di colore scuro
- Decubito
Procedure diagnostiche:
- Esami del sangue
Trattamento:
- Reidratazione con grandi quantità di fluidi
- Farmaci (antinfiammatori, vit.C, sedativi)
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Apparato digerente
Pareggio della tavola dentaria
La tavola dentaria sia dell’arcata superiore che di quella inferiore viene sottoposta ad un
consumo durante la masticazione. Anche in condizioni normali esistono delle zone che
vengono sottratte ad un fisiologico “consumo” per il mancato appoggio con il dente
dell’arcata opposta. Ciò determina la formazione di punte (nella parte esterna per i denti
dell’arcata superiore, in quella interna per quelli dell’arcata inferiore) che possono ledere la
mucosa dentale.
Sintomi:
- Masticazione non adeguata
- Riluttanza al lavoro con il morso
- Inappetenza
- Dimagramento
Trattamento:
- Pareggio della tavola dentaria
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Ostruzione esofagea
Può essere dovuta da diverse cause intraluminari, extraluminari o per aumentato tono della
parete dell’esofago.
Quella dovuta all’accumulo di materiale alimentare sembra essere quella più frequente.
Sintomi:
- Inappetenza
- Dolore e tentativo di vomitare quando cerca di ingoiare
- Estensione del collo
- Salivazione aumentata
- Eventuale scolo nasale
- Gonfiore cervicale
Trattamento:
- Passaggio della sonda esofagea
- Lavaggi della massa con acqua tiepida
- Somministrazione di miorilassanti
Solitamente si risolve senza alcuna complicanza. Il quadro diventa grave se parte
dell’alimento viene aspirato nei polmoni con l’instaurarsi di una polmonite ab ingestis non
sempre facile da gestire.
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Colica
Manifestazione di dolore viscerale addominale.
Fattori predisponenti:
- Anatomici:
o Incapacità di vomitare
o Elevata mobilità di alcuni parti dell’intestino (colon di sinistra e piccolo
intestino).
o Restringimenti del lume fisiologici (flessura pelvica, restringimento tra colon
dorsale destro a quello trasverso)
o Movimento delle ingesta
o Il cieco è un sacco a fondo chiuso
- Gestionali
o Alimentazione (dieta, cambiamenti bruschi)
o Habitat (box, stalla, pascolo, terreno in sabbia, cambiamenti climatici)
o Routine (allenamento, esercizio, trasporti)
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o Vizi (ticchio d’appoggio, appetito indiscriminato)
o Sverminazioni
Sintomi:
- raspare il terreno con l’arto anteriore
- guardarsi indietro verso la regione del fianco
- arricciatura del labbro superiore
- inarcatura del collo,
- ripetuto sollevamento di un arto posteriore o calciarsi l’addome
- coricarsi
- rotolamento
- sudorazione
- assunzione della posizione di minzione
- tentativi di defecazione
- distensione dell’addome
- perdita dell’appetito
- diminuzione dei movimenti dei visceri
Le coliche possono essere distinte in:
- Funzionali (discinesie, iper o ipoperistalsi per attività nervosa)
- Organiche (cause infettive, infestive circolatorie o alimentari) (conducono a fenomeni
di enteriti)
- Meccaniche (aumento del contenuto o ostruzione intrinseca od estrinseca).
Le coliche possono colpire vari distretti:
- Stomaco
- Piccolo intestino (solitamente più complicate da trattare)
- Grosso intestino.
Cosa può succedere?
- Dilatazione (con eventuale rottura) (st)
- Costipazione (st, pi,gi)
- Aderenze (pi)
- Invaginamento (pi)
- Volvolo (pi, gi)
- Lipomi peduncolati (pi)
- Incarceramento (pi)
- Ernia inguinale (pi)
- Enterolitiasi (gi)
- Ernia nefroslenica (gi)
St: stomaco, pi:piccolo intestino, gi:grosso intestino
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Come prevenire le coliche
- Alimentazione:
o In condizioni normali i cavalli dovrebbero assumere almeno il 60% del proprio
fabbisogno alimentare attraverso l’assunzione di un ottimo fieno che contenga una
buona quota di proteine e di energia. Ogni altra necessità potrà essere soddisfatta
con l’assunzione di mangimi concentrati. (quando si eccede nella somministrazione
di mangimi a scapito del fieno si predispone il soggetto a dolori colici).
- Attività fisica:
o Deve essere costante ed equilibrata. Più il cavallo ha la possibilità di muoversi in
libertà minore sarà la predisposizione ai dolori colici.
- Cure dentarie:
o Un controllo periodico della dentatura e della necessità di intervenire sulle possibili
punte dentarie diminuisce la probabilità dell’insorgenza di dolori colici.
- Parassitosi:
o È essenziale l’applicazione di un piano di sverminazione adeguato.
Trattamento:
- Far camminare il soggetto
- Evitare di farlo rotolare
- Evitare di somministrare del cibo
- Somministrare farmaci spasmolitici (buscopan), antitossici e antidolorifici
- Sonda rinoesofagea con somministrazione di sali o olio di vaselina (se necessario).
- Trattamento chirurgico
Nonostante tutte le attenzioni non è possibile eliminare tutte le componenti che determinano
sindromi coliche .
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Apparato respiratorio
Emiplegia laringea idiopatica di sx
È dovuto alla perdita di una guaina del nervo che ha il compito di innervare i muscoli deputati
al movimento della cartilagine di sinistra. Si ha quindi una mancata capacità di abduzione
della cartilagine e di conseguenza una parziale ostruzione delle vie respiratorie superiori.
normale
emiplegia laringea
Sintomi:
- Rumore inspiratorio nelle andature veloci
- Scarso rendimento
- Si riscontra un peggioramento nel tempo
Procedure diagnostiche:
- Slap test
- Endoscopia
Trattamento:
- Trattamento chirurgico
Malattia polmonare cronica ostruttiva
(Bolsaggine)
La COPD è il risultato di una bronchite e bronchiolite allergica a seguito di una esposizione a
diversi allergeni (polvere di fieno e paglia, muffe).
Fattori predisponenti:
- Esposizione agli allergeni
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- Scarsa ventilazione
- Scarsa attività
- Scarsa igiene dell’aria
Sintomi:
- Dispnea (difficoltà nella respirazione)
- Tosse cronica
- Intolleranza al lavoro
- Sforzo bifasico espiratorio (intervento della muscolatura dell’adome per agevolare
l’espirazione)
Trattamento:
- Modificare la gestione:
o Rimozione delle cause (cavallo spostato del box al pascolo)
o Riduzione delle polveri (bagnare il fieno o fieno cubettato)
o Migliorare la ventilazione
o Migliorare la pulizia
- Farmaci (broncodilatatori, cortisonici)
Adenite equina (stranguglioni)
Malattia respiratoria batterica molto contagiosa sostenuta da Streptococcus equi. Il contagio
avviene per inalazione od ingestione dell’organismo. Il periodo di incubazione è di 3-10
giorni.
Fattori predisponenti:
- Giovane età
- Contatto con soggetti malati o portatori
- Stress
- Diminuzione delle difese immunitarie
Sintomi:
- Depressione improvvisa
- Inappetenza
- Scolo nasale
- Edema della regione sottomandibolare
- Febbre
- Dolore della regione faringea
- Dispnea (difficoltà nella respirazione)
- Calo ponderale
- Possibili ascessualizzazioni metastatiche (stranguglioni bastardi)
Trattamento:
- Quarantena
- Drenaggio
- Terapia antibiotica
Infezioni da Rhodococcus equi
Malattia debilitante dei puledri (1-3 mesi). L’infezione può essere acquisita per via alimentare
o per via respiratoria. L’infezione può localizzarsi anche alle articolazioni. Mortalità del 50%.
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La maggior parte dei soggetti che sopravvivono non saranno in grado di sostenere un’attività
sportiva intensa.
Sintomi:
- Depressione
- Inappetenza
- Tosse produttiva
- Dispnea (difficoltà nella respirazione)
- Febbre variabile con dei picchi e delle remissioni
- Diarrea
Prove diagnostiche:
- Esami di laboratorio
- Radiografie del polmone per evidenziare gli ascessi
Trattamento:
- Terapia antibiotica prolungata
Malattie respiratorie virali
Influenza equina
Herpesvirus equino 1-2-4-5
Rinovirosi
Arterite virale equina
Morbillivirus equino
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L’occhio
Ulcera corneale
E’ una delle patologie più comuni dell’occhio. Sono quasi tutte conseguenti ad un trauma
Sintomi:
- Fotofobia
- Lacrimazione eccessiva
- Secrezione oculare
- Edema corneale (occhio blu)
- Vascolarizzazione corneale (occhio rosso)
Trattamento:
- Pomate antibiotiche locali
- Antiinfiammatori sistemici
- MAI USARE POMATE AL CORTISONE
- Tenere l’occhio al riparo da fonti luminose e dalla polvere (usare maschere per gli
insetti)
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Uveite ricorrente/Uveite immuno-mediata/
Oftalmia periodica/Mal della luna
E’ una patologia ricorrente che può portare alla progressiva perdita della visione sino alla
cecità.
Le cause sono multifattoriali con implicata Onchocerca e Leptospira spp. Nella maggior parte
dei casi, comunque la causa non può essere stabilita ma si può instaurare una terapia per
alleviare i sintomi.
Sintomi:
- Eccessiva lacrimazione
- Occhio opaco
- Blefarospasmo
- Fotofobia
- Intenso dolore oculare
- Miosi (pupilla ristretta)
- Sull’iride presenza di aderenze
- Riduzione del diametro del bulbo oculare
- Nei casi di lunga durata si instaura cataratta
Trattamento:
- Riduzione dell’infiammazione
- Riduzione del dolore
- Farmaci cortisonici locali
- Farmaci antinfiammatori locali e sistemici
- Atropina
Cataratta
Possono essere congenite o acquisite.
???Ereditarietà???Quarter Horse e Appaloosa???
Sintomi:
- Deficit visivi
- Cristallino opaco
Trattamento:
- Chirurgia
- Se è locale, atropina
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Malattie per cui si può
vaccinare
Influenza equina
Malattia respiratoria virale che colpisce gli equidi a tutte le età altamente contagiosa.
Eziologia:
Virus influenzali di tipo A (Orthomixovirus) sierotipo A/equi/1 o sierotipo A/equi/2 di cui si
conoscono sottotipi Newmarket, Kentucky, Fontainebleau ed altri.
Fattori predisponenti:
- Stagione autunnale ed invernale (sia per il clima sia per igli spostamenti)
- Immunodepressione da superlavoro
- Sovraffollamento
- Mancato rispetto delle norme igieniche
La trasmissione avviene attraverso il contatto con escreti dell’apparato respiratorio infetti; è
possibile il contagio con finimenti od utensili contaminati.
Sintomi:
- Febbre alta
- Inappetenza
- Tosse
- Scolo nasale
- Dispnea
- Interessamento dei linfonodi della testa
- Fotofobia, lacrimazione
- Depressione
Terapia:
- Sintomatica di sostegno
- Antibiotica se necessaria
- Sieri iperimmuni per i puledri
Profilassi diretta:
- Garantire qualità dell’aria
- Tutto pieno/tutto vuoto
- Pulire finimenti
- Pulire mezzi di trasporto
- Verifica del piano vaccinale per i soggetti introdotti dall’esterno
- Isolare i soggetti per cui ci sia il sospetto di infezione
Profilassi indiretta:
- Vaccinazione secondo il seguente piano:
Prima vaccinazione al terzo/quarto mese di vita
Seconda vaccinazione di richiamo dopo un mese dalla precedente
Richiami annuali per i soggetti non destinati alle competizioni
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Richiami semestrali per i soggetti destinati alle competizioni
Per i soggetti in cui il piano vaccinale viene sospeso od interrotto si consiglia di
ripetere le vaccinazioni di base.
Tetano
Malattia infettiva non contagiosa.
Eziologia: Clostridium tetani batterio tellurico per cui tutti i cavalli sono suscettibili.
Fattori predisponenti:
- Presenza di una ferita
- Contaminazione con terra contaminata da spore tetaniche
- Produzione di una neurotossina che determina una paralisi spastica
Incubazione: 4-20 gg
Sintomi:
- Trisma tetanico
- Fotofobia
- Procidenza della terza palpebra
- Narici a trombetta
- Orecchie in posizione di allerta
- Ipersensibilità ai rumori
Terapia:
- Pulizia della ferita con perossido di idrogeno
- Somministrazioni di antibiotici
- Somministrazione di un siero iperimmune
Profilassi indiretta:
- Uso della vaccinazione e del siero iperimmune prima di interventi chirurgici e dopo
che si sia verificata una ferita.
- Piano vaccinale:
Prima vaccinazione al terzo mese di vita
Seconda vaccinazione di richiamo dopo un mese dalla prima
Terza vaccinazione dopo un anno
Le ulteriori vaccinazioni possono essere eseguite a distanza di 2/4 anni
Rinopneumonite
Eziologia: Herpesvirus (EHV1 ed EHV4)
Patogenesi: dopo l’inazione il virus si replica a livello delle cavità nasali, del faringe, della
trachea e dei bronchioli e si diffondono ai linfonodi.
Sintomi:
- Febbre sino a 40-40.5 °C
- Rinofaringite, laringotracheite, tracheobronchite
- Tosse secca
- Scolo nasale
- Inappetenza
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-
Depressione
Ingrossamento dei linfonodi
Aborto
Forma neurologica (turbe della deambulazione e della stazione, paralisi degli arti
posteriori, incontinenza urinaria, edema sottocutaneo, perdita dei riflessi e della
sensibilità, prolasso del pene ed edema scrotale)
Terapia:
- Antibiotici
- Antivirali, interferone (molto costosi)
Profilassi indiretta:
Esiste la possibilità di vaccinare contro la rinopneumonite con una copertura
non totale. La vaccinazione non è obbligatoria; viene eseguita al 5°, 7° e 9° mese di
gravidanza per prevenire l’aborto.
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Parassiti interni
Strongyloides Westeri. Vive nel piccolo intestino. Interessa
maggiormente i puledri che ne vengono a contatto con
l’assunzione di latte di madri infette.
Parascaris equorum. Comune nei puledri vive nel piccolo
intestino dove può essere causa di blocco intestinale fino alla
rottura. Può determinare l’intususcezione di parti dell’intestino,
diarrea e sintomi respiratori.
Oxyuris. Vive nel grosso intestino. Le femmine migrano
all’ano si rompono e depongono le uova che vengono così
rilasciate all’esterno. Questo meccanismo determina irritazione
della mucosa anale con conseguente grattamento della coda.
Habronema e Draschia vivono nello stomaco le larve possono
contaminare le ferite e determinare le piaghe estive. I vermi adulti
possono determinare gastriti.
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Anoplocephala perfoliata, A. magna sono i vermi piatti del
cavallo. Sintomi principali della loro presenza sono la diminuzione
di peso, la colica, diarrea e la rottura dell’intestino.
Gasterophilus. I parassiti vivono nello stomaco per
poi passare nelle feci. Le mosche trasportano le uova sul
pelo del cavallo che leccandosi determinano la schiusa
con conseguente migrazione nello stomaco. Qui le larve
determina l’erosione della mucosa gastrica sino alla
perforazione.
Piccoli strongili. Ne esistono 50 specie diverse. Le femmine lasciano le uova nelle feci. Le
larve vengono ingerite dal cavallo e migrano nella parete dell’intestino dove possono
incistarsi (così facendo sono sensibili ai vermifughi). Gli adulti determinano minore motilità
dell’intestino, minore appetito e minore incremento ponderale.
Grossi strongili. Sono
ritenuti i più patogeni tra
i parassiti interni. Il ciclo
vitale è simile a quello
descritto per i piccoli
strongili.
Le
larve
migrano
nell’intestino
attraverso le arteriole
andando a determinare
anche l’irritazione del letto vascolare dei vasi
attraversati. Può capitare l’occlusione e l’aneurisma dei
vasi causando infiammazione, ischemia e l’infarcimento
di parti dell’intestino. Tutto ciò porta ad una colica
tromboembolica, diarrea e possibile morte.
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E’ importante NON SOTTOVALUTARE questi parassiti ed improntare una pratica
gestionale che preveda non solo la sverminazione periodica e razionale dei cavalli ma anche
l’attenzione al risanamento dei pascoli utilizzati dai vari soggetti della scuderia.
PIU’ DEL 99% DEI PARASSITI VIVONO NEI PASCOLI
IL RESTANTE 1% SUL CAVALLO.
Sarebbe opportuno ricordare di variare il principio attivo da una sverminazione all’altra al fine
di coprire il soggetto dalle diverse forme parassitarie ed evitare, inoltre, l’instaurarsi di
farmaco-resistenze che renderebbero vane le somministrazioni.
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Cute
La cute è un apparato molto complesso da esaminare perche rappresenta sito di “sfogo” per
diverse entità patologiche. Ad esempio la presenza di orticaria può essere espressione delle
più variate condizioni:
• Dermatite atopica
• Eruzione da farmaci
• Allergia da contatto
• Allergie alimentari
• Micosi
• Malattie autoimmuni
• Stress
Solitamente la sintomatologia delle differenti patologiche riguardanti la cute comprende:
• La stagionalità si o no
• Prurito
• Alopecia
• Eritema
• Orticaria
• Papule
• Comparsa di croste o papule
• Dolore
• Gonfiore
• Maggiore sensibilità
Dermatite atopica
Diagnosi: si basa essenzialmente sulla raccolta dei dati anamnestici in quanto la
sintomatologia è molto simile a molte altre condizioni riguardanti la cute e le prove
diagnostiche (test intradermici) oltre ad essere costosi non danno elevati margini di
affidabilità.
Trattamento:
• Allontanare il cavallo dagli allergeni
• Somministrazione di farmaci cortisonici o in alternativa antistaminici
Allergie alimentari
È forse il primo pensiero che il medico veterinario ha nel momento in cui si presenta un caso
di prurito associato a lesioni cutanee. L’approccio diagnostico e terapeutico prevede la
somministrazione di una dieta ipoallergica per poi inserire gradatamente i vari alimenti e
registrarne eventuali reazioni.
Allergie da contatto
Tutto ciò che va a contatto con il soggetto potrebbe essere causa di allergie (finimenti,
spazzole, sottosella, liquidi ecc.). Bisogna individuare la causa ed eliminarla.
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Follicolite batterica
È sostenuta da batteri del genere Stafilococcus.
Può essere evidenziata nella regione del tronco (contatto con la sella o finimenti, sudore
compressione …), nelle pastoie, sul collo, nella parte interna della coscia delle ascelle o a
livello del prepuzio.
Trattamento:
• Terapia antibiotica sistemica e/o locale
Micosi
Sono sostenute da diversi specie dermatofite che si insinuano attraverso delle lesioni cutanee
(ad es. abrasioni da finimenti) per poi diffondersi. Inizialmente hanno un aspetto di natura
urticarioide per poi evolvere verso lesioni crostose scagliose.
Diagnosi: per avere la certezza bisogna fare una coltura micotica.
Trattamento: topico con farmaci di elezione.
Elenco delle malattie auto-immuni:
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Penfigo foliaceo
Alopecia areata
Porpora emorragica
Trombocitopenia autoimmune del neonato
Lupus eritematoso cutaneo/sistemico
Penfigoide bolloso
Eritema multiforme
Ipersensibilità agli insetti (Culicoides)
Sono insetti molto piccoli di svariate specie con ambienti, attitudini ed abitudini diverse tra
loro. Sono attivi, solitamente, al primo mattino o al tardo pomeriggio quando non c’è molto
sole. Sono infastiditi dal vento. L a patogenesi e di tipo allergico con predisposizione
ereditaria
Sintomi:
- Solitamente compare ai 2-4 anni
- Compare in primavera e scompare in autunno
- Negli anni diventa sempre più severa
- Alopecia, croste prurito
Trattamento:
- Ridurre il numero dei morsi
- evitare zone umide e con materia organica
- tener i cavalli nel box
- utilizzare ventole e zanzariere
- utilizzare repellenti (???)
- coprire il cavallo
- Somministrare farmaci corticosteroidi
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