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CRESCERE NELLA GRAZIA (2 PIETRO 3:18)
L’ultima delle esortazioni che l’apostolo Pietro indirizza ai credenti è anche
l’ultimo verso del capitolo tre della sua seconda epistola. Questo capitolo è
dedicato agli avvenimenti degli ultimi tempi e al ritorno del Signore.
Nell’attesa del suo ritorno, Pietro esorta a stare fermi nella fede e ad
aspettare queste cose facendo in modo da “essere trovati da lui immacolati
e irreprensibili, in pace”. Esortando alla vigilanza sui tentativi del nemico di
sedurre i figli di Dio con dottrine che Pietro definisce “errori degli empi” egli
conclude la sua breve lettera raccomandando: “Crescete nella grazia e
nella conoscenza…” .
Tutta l’opera della salvezza è basata sulla grazia. Siamo salvati per grazia,
mediante la fede, e questo è il dono di Dio. Quindi non per ciò che abbiamo
fatto o possiamo fare, ma per l'Opera di Cristo al Calvario. Redenti dal
sangue dell’Agnello, vivificati da Cristo; ecco il miracolo della nuova
nascita, cioè una nuova vita che comincia e che quindi deve, attraverso un
processo a volte lento, a volte più solerte, crescere fino a raggiungere dal
punto di vista spirituale, la statura di uomini fatti, la statura di Cristo.
Questo è quello che teologicamente definiamo “santificazione”.
Questo processo non è determinato dall’impegno e dallo sforzo umano di
perfezionarsi e agire secondo determinate regole e canoni religiosi, ma
piuttosto dall'opera dello Spirito Santo nella vita del credente in
proporzione a quanto il credente stesso si arrende e si lascia modellare e
trasformare. Inizialmente avviene una liberazione completa dai vizi e dai
peccati più grezzi e poi con un’opera di “finitura” dai difetti e dalle
debolezze del “vecchio uomo”, cioè della natura umana corrotta.
Gli aspetti positivi e le qualità del temperamento e del carattere possedute
prima della salvezza, vengono valorizzate e perfezionate, e la crescita
spirituale non è altro che la progressiva manifestazione nella vita del
credente di quelle virtù che la Parola di Dio definisce il "frutto dello
Spirito".
Dio vuole farci crescere. Le evidenze di un cristiano che cresce sono:
1. – LA MATURITA’ . Un bambino quando cresce è in grado di affrontare le
battaglie della vita. Così spiritualmente un cristiano che cresce non sarà mai
dominato dal peccato e può affrontare, con l’aiuto del Signore, ogni
tentazione e superare ogni prova.
2. - FRUTTO. - Un cristiano che cresce è un cristiano che porta frutto. Il
frutto è la capacità di portare anime a Cristo, testimoniando ed
evangelizzando, e come già detto, il frutto dello Spirito, quindi
dimostrando quotidianamente una vita di amore, pace, gioia.... ecc.ecc.
3. – RESPONSABILITA’. Un cristiano che cresce è uno che lavora.
Naturalmente ci riferiamo al lavoro nelle attività e nel servizio spirituale. Il
lavoro per il Regno di Dio. Egli comincia con le piccole cose... e la
dimostrazione che sta crescendo è la “fedeltà” nelle piccole cose…come
potrà fare grandi cose se non è fedele nelle piccole cose? Grandi servitori di
Dio hanno cominciato svolgendo nel campo del Signore umili servizi.
Stefano, il primo martire cristiano, Filippo il grande evangelista,
cominciarono a lavorare nella chiesa servando nelle mense. (Atti 6)
4. – GENEROSITA’ . Un cristiano che cresce impara a dare con generosità
per l'opera di Dio. Egli è generoso con ogni sua risorsa o capacità: tempo,
denaro, disponibilità… Questo è un principio che viene da Dio. La Bibbia
dice che "Egli ha dato il Suo Figliuolo..." e Gesù ci ha insegnato che è cosa
migliore il dare che il ricevere.
5. – STABILITA’ - Un cristiano che cresce non crollerà in tempi difficili che
sopraggiungono nella vita: malattie, crisi finanziarie, problemi familiari, ma
in tutte queste cose si fortificherà.
La crescita spirituale non può essere determinata solamente ascoltando il
sermone domenicale o da qualche occasionale studio biblico. Non si può
crescere se mancano i requisiti necessari che determinano lo sviluppo e la
crescita, come lo studio della Parola, la preghiera, la comunione con Dio, la
comunione con i fratelli.
Esemplificando, possiamo fare un paragone con la crescita fisica e quindi
affermare che ci sono quattro regole d'oro per una crescita sana e
completa:
1. Una buona Dieta;
2. Un giusto Riposo.
3. Una costante Profilassi.
4. Un Esercizio quotidiano.
1 – Dieta: “Il puro latte della Parola” per cominciare, (Salmo 1:1-3), e poi la
preghiera, la testimonianza personale dell'opera della grazia, la frequenza
assidua della comune radunanza e la comunione fraterna e lo studio
personale delle scritture garantiranno uno sviluppo omogeneo e costante
nella crescita del credente.
2 - Riposare nel Signore: Avere fede e contare sulle Sue promesse. Essere
disposti a imparare a ringraziare Dio sempre, per ogni cosa; lodarlo e
adorarlo in tutte le circostanze. Egli ha detto: "Io non ti lascerò e non ti
abbandonerò. (Ebrei 13:5) Gesù dice: "Io vi darò riposo." (Matteo 11:28)
Nella Sua presenza troviamo il giusto riposo. Cioè quella pace e quella gioia
che sopravanzano ogni conoscenza…
3 – Profilassi. Significa evitare malattie. Prevenire piuttosto che curare.
Molte malattie sono dovute a infezioni da batteri o da virus…. Ma anche a
dieta scorretta, a mancanza di riposo… Spiritualmente è possibile con
l'aiuto dello Spirito Santo non ammalarsi. Nel Salmo 19:14 è scritto: "Siano
gradite davanti a Te le parole della mia bocca e la meditazione del mio
cuore." Controllare i propri pensieri, non indugiare in sentimenti deleteri
per l’anima, come risentimento, amarezza, gelosia… e poi mantenersi puri
dalla sporcizia e dalla contaminazione di questo mondo.
"O Dio crea in me un cuore puro. . . (Salmo 51: 10)
4 - Esercizio fisico. Esprimendosi in senso spirituale l'esercizio della pietà è
raccomandato da Paolo a Timoteo (1 Tim. 4:8) come migliore dell'esercizio
fisico. Come credenti dobbiamo impegnarci a lavorare per il Signore nei
molteplici impegni della comunità per evangelizzare, testimoniare,
assistere i bisognosi, incoraggiare, esortare.
Se andiamo all’inizio di questa stessa lettera di Pietro, troviamo nel capitolo
1:5-9: "… aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla
conoscenza
l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla
perseveranza la pietà, alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno
l'amore. Perché, se queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi
renderanno pigri né sterili nella conoscenza del Signore nostro Gesù
Cristo”.
Il cristianesimo non è passività, parole, proclami verbali, sotto l’etichetta
della “grazia mistificata”, ma una vita pratica di opere e frutti spirituali.
Abramo per fede ottenne le promesse di Dio…, ma Abramo era un uomo
che per fede "uscì fuor da Ur dei caldei", che per fede "offrì ", che per fede
disinteressatamente "divise", che per fede diede la decima. Abramo era un
uomo d'azione. Un facitore “per fede”.
Non ignoriamo quindi il fatto che dobbiamo prima essere, per poi poter
fare, ma dobbiamo ricordare anche che ciò che facciamo è il segno e la
misura di ciò che veramente siamo.