Le ex-coppie e i cani: ora c`è l`affido congiunto
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Le ex-coppie e i cani: ora c`è l`affido congiunto
BOxeR La parola all’avvocato a cura di Beatrice Stocchi LE EX-COPPIE ED I CANI: ORA C’E’ L’AFFIDO CONGIUNTO A chi spetta il cucciolo in caso di divorzio? Per evitare liti, basta stabilirlo prima. Il tema della conflittualità sulla gestione degli animali domestici è di grande attualità. Conflittualità che, nei casi più estremi, può sfociare in casi di rapimenti e denunce, utilizzando gli animali come mezzo di ricatto verso il partner (volti ad ottenere altre concessioni), soprattutto nei casi di coppie di fatto. Per i coniugi, gli animali domestici possono rappresentare fonte di litigio e, nei casi più estremi, di separazione. Le recriminazioni più frequenti sono individuate nelle maggiori attenzioni dedicate agli amici a quattro zampe piuttosto che al partner. L’amore per gli animali sale, dunque, al quinto posto nella classifica delle cause di divorzio in Italia. I mariti sono i più “colpevoli” (70% dei casi) e preferiscono dedicarsi soprattutto ai cani. Il risultato? Una bella causa per l’affidamento dell’animale di casa che, al pari degli uomini, soffre poi della dolorosa “sindrome da separazione” da uno dei proprietari, sia dei cambiamenti dei ritmi di vita e di abitazione. Non mancano, infatti, i casi di animali che manifestano sintomi di grave ansia a causa di bruschi mutamenti delle proprie abitudini e dei propri equilibri o d’improvvise perdite affettive. La morte del padrone o l’allontanamento di un familiare provocano nel cane e nel gatto lo stesso genere di trauma, poichè significano entrambi la stessa cosa per l’animale: la perdita di un punto di riferimento importante, cui dare e da cui ricevere attenzioni, affetto e amore. Così come per i figli, occorre agire in modo da ridurre al minimo i traumi derivanti dalla separazione. Le stime parlano di circa tre milioni di animali domestici contesi tra i proprietari che si separano. Un milione sono pesci e, dunque, il problema di traumi non si pone. 450 mila sono gatti. 500 mila sono cani. La causa che scatena un processo d’incomprensione e di animosità crescente ed inarrestabile tra moglie e marito (o tra conviventi) è, in genere, l’attaccamento 22 eccessivo (o, almeno, ritenuto tale) al cane o al gatto da parte di uno dei partner: in pole position nella classifica si trovano i mariti, affettivamente legati in modo “esagerato” al cane. C’è il marito che non può fare a meno di dormire con il proprio cane nel letto; c’è quello che non può rinunciare a nessuna esposizione col suo prezioso campione; ce n’è un altro che non vuole partire per le vacanze per non separarsi dal suo migliore amico. L’etologo Danilo Mainardi individua proprio nella rivalità che può scatenare la presenza di un animale in uno dei due partner, la causa principale della separazione: “Il cane si inserisce moltissimo nelle dinamiche familiari, un partner lo difende e l’altro no, si creano rivalità. Peggio ancora quando si è costretti a rinunciare alle vacanze, perché non si sa a chi affidarlo.” Il pet può dunque diventare un vero e proprio “rivale in amore”, alimentando sentimenti di gelosia in uno dei due coniugi per le attenzioni che riceve dall’altro. Ciò accade, soprattutto, nei casi in cui il cane o gatto apparteneva già ad uno dei due partner prima del matrimonio o della convivenza. Si verifica, più raramente, nei casi in cui il cucciolo viene adottato insieme dalla coppia. Di certo, l’amore che si può provare per il proprio animale è grande ed è sicuramente un sentimento speciale ed esclusivo. Ma non si può non ipotizzare che, almeno nella maggior parte dei casi, un matrimonio che NUMERO 1 ANNO 2011 naufraghi a causa dell’affetto per un cane o per un gatto debba basarsi su fondamenta assai fragili e nasconda, probabilmente, incomprensioni ed incompatibilità profonde tra i due partner, a prescindere dalla presenza di un animale. I numeri riflettono concretamente questa nuova realtà: nei primi dieci mesi del 2010, 2.300 famiglie e coppie di fatto si sono rivolte all’Aidaa, (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente) per avere consulenze in merito alla gestione futura degli animali di casa in caso di separazione o divorzio. Le potenziali dispute riguardavano 1342 casi di cani, 540 di gatti, 222 casi relativi a più di un animale, oltre a liti su furetti, pappagalli e persino pesci tropicali. Tant’è che l’Aidaa ha deciso di offrire un servizio di consulenza legale tramite lo sportello online “[email protected]”, a tutti coloro che intendono sposarsi o andare a convivere e che posseggono animali in condivisione. Così, quando tra i coniugi, due trentacinquenni che vivono alla periferia di Cremona, è scoppiata la crisi e sono approdati innanzi al Tribunale per richiedere la separazione personale, del mantenimento e dell’affido del coniglietto (il quale, oltretutto, ha poche pretese) non importava a nessuno dei due, ma per i cani si è scatenata una bagarre proprio come se fossero dei figli. I coniugi non si parlavano da mesi. Quando sono comparsi davanti al Presidente del Tribunale, hanno dichiarato immediatamente che il problema della separazione erano Chira e Luna, a cui nessuno dei due voleva rinunciare. Il Presidente ha caldamente invitato la coppia a trovare un accordo sull’affidamento degli animali. Le coppie possono, alternativamente, essere assistite da un legale nel redigere un contratto prematrimoniale, con valore di scrittura privata, che potrà essere utilizzato in caso di separazione personale dei coniugi o di non rispetto dei termini dell’accordo. Oltre ai coniugi, possono accordarsi anche le coppie di fatto (conviventi): in caso di separazione per evitare liti basta stabilire in precedenza a chi affidare gli animali. Decisa la separazione, molte sono le coppie che richiedono il mantenimento condiviso dell’animale (ciascuno è tenuto a concorrere, in ragione del 50% alle spese del suo mantenimento) oppure l’affidamento congiunto (l’animale vive, alternatamente, con uno dei due coniugi). Qualche tempo fa, aveva suscitato interesse la notizia che due coniugi avevano rinunciato alla “consensuale” per combattersi in Tribunale il diritto di tenere i cani. Il marito faceva valere la circostanza di essere l’intestatario del microchip, la moglie quella di essersi sempre occupata del cane. Ed il Tribunale adito (Cremona, 11 giugno 2008) sancisce: valgano le stesse regole usate per i figli. Dovranno pensare entrambi al mantenimento dei due cagnolini, con possibilità di vederli liberamente. Della famiglia faceva parte anche un coniglio nano, Tommy, ma lui (probabilmente) occupava il gradino più basso della scala gerarchica rispetto ai due «figli»: Chira, un boxer di dieci anni, e Luna, figlia di lei. L’accordo extragiudiziale poi raggiunto, cristallizzatosi in una scrittura privata, ha sbloccato la causa di separazione, partita come giudiziale e trasformatasi in consensuale. A questo punto il Presidente del Tribunale ha omologato la separazione dei coniugi. L’accordo prevede che Chira sarà affidata alla “mamma” e Luna al “papà”. Entrambi i coniugi sosterranno le spese di mantenimento e cura. Per la legge, la questione andrebbe infatti trattata, preferibilmente, in modo simile all’affido di un figlio, per cui l’animale può stare alternatamente con i due padroni, senza troppi traumi per loro. Ma questa situazione ipotetica non tiene conto delle esigenze dell’animale che ha bisogno, per sua natura, di un ambiente stabile, di una figura di riferimento che rivesta il ruolo di capobranco, e di abitudini regolari. Il suggerimento principe, pertanto, è quello di pensare al bene che si vuole all’animale, e prendere una decisione comune che non ne pregiudichi la serenità. Si potrebbe, ad esempio, pensare di lasciare il cane/ gatto nella casa in cui ha sempre abitato, con il coniuge assegnatario del tetto coniugale, e organizzare delle visite da parte dell’altro coniuge, che avrà regolare 23 BOxeR ratio dell’obbligatorietà del microchip è quella di poter risalire all’identità del padrone che, però, dovrebbe essere inteso in senso ampio quando il cane convive all’interno di un nucleo famigliare. Tale interpretazione è suffragata, almeno quando ci si trovi in regime matrimoniale, dalla giurisprudenza che, di recente, attraverso un’Ordinanza resa dal Presidente del Tribunale di Foggia, in sede di “provvedimenti temporanei ed urgenti” in una causa di separazione, affidava il cane al marito, indipendentemente dall’intestazione formale all’anagrafe canina regionale. diritto di frequentazione per, magari, portarlo fuori per una bella passeggiata. Sarà un semplice calcolo matematico, poi, dividere in parti uguali le spese per il suo mantenimento e le visite veterinarie. In molte situazioni controverse, invece, la soluzione imposta dalla legge è semplice: la persona cui è intestato il microchip dell’animale ne è, di fatto, il proprietario. Ma il fatto che il microchip del cane sia intestato ad uno dei coniugi, non ne determina in senso assoluto la proprietà. La minaccia, fondata sull’assunto di essere l’intestatario del cane all’anagrafe canina, non tiene conto del fatto che il cane non è un bene mobile registrato pertanto, benché intestato per esempio al marito, il cane può aver sviluppato una più profonda relazione affettiva con la moglie. Inoltre, l’anagrafe canina non dispone alcun controllo sulla veridicità di quanto affermato dal dichiarante. Solitamente, il veterinario inserisce il microchip al cane, e questo determina l’immediata “appartenenza”. La 24 Il Giudice ha in questo modo privilegiato l’interesse materiale e affettivo dell’animale conteso, affidando lo stesso al coniuge che, secondo la sommaria istruttoria, era risultato essere quello che maggiormente assicurava il migliore sviluppo possibile dell’identità dell’animale (in questo caso l’ex marito, a differenza di quanto accade abitualmente e statisticamente per un figlio minore), lasciando al coniuge risultato considerato “meno idoneo” (nel caso de quo, la moglie) la possibilità del cosiddetto “diritto di visita” per alcune ore, determinate nel corso della giornata. Il Magistrato si è pronunciato, sancendo che: “Il Giudice della separazione può ben disporre, in sede di provvedimenti interinali, che l’animale d’affezione, già convivente con la coppia, sia affidato ad uno dei coniugi con l’obbligo di averne cura, e statuire a favore dell’altro coniuge il diritto di prenderlo e tenerlo con sé per alcune ore nel corso di ogni giorno”. NUMERO 1 ANNO 2011 L’ordinanza, innovativa ed interessante, di fatto applica per analogia quanto previsto dal codice civile per i figli minori. In caso di contesa, quindi, solo un Giudice può stabilire a chi affidare il cane, potendo ben scegliere la strada più “comoda”, e statuire che il cane appartenga e venga affidato al suo intestatario, prescindendo da altre valutazioni. Oppure, avvalendosi degli ordinari “mezzi” processuali (prove, perizie etc…) stabilire chi è il “reale” padrone o, meglio, compagno del cane. Considerato, in ultimo ma non da ultimo che, in molte coppie senza figli, gli animali diventano, sempre più spesso, dei “sostituti” nei quali i coniugi/conviventi investono sempre più in termini affettivi, anche se ci troviamo in una fase giurisprudenziale di passaggio, sarebbe auspicabile che tutte le garanzie per l’affido condiviso previste dalla Legge e garantite per i figli minori, si potessero e si dovessero specularmente applicare agli animali. Avvocato Beatrice Stocchi – Foro di Parma te dell’Arcobal n o eno Il P VITTORIO DEI TESTONI detto Victor (Esteviva Hubert x India del Cantone) 29.01.2001 – 02.11.2010 Carissima Antonella, avrei voluto scriverti che sono orgogliosamente arrivato a 10 anni il 29 gennaio, che sono ancora in splendida forma e che.... il mio muso argentato mi rende affascinante e gli occhi neri, vivaci e attenti come sempre e che.... ho ancora tanta voglia di giocare e correre, ma purtroppo la mia corsa si è fermata il 2 novembre alle 21. Mi sono addormentato per non svegliarmi più. E' stato terribile, Franca, Elisa e Vittorio erano disperati. Antonella, quando è stato il momento Vittorio e Franca erano in ginocchio vicino a me, ero steso su un panno e la mia testa era appoggiata sul palmo della mano di Franca, che con l'altra mi accarezzava, sai....l'ho guardata fino all'ultimo. Lei mi parlava, mi diceva parole dolcissime che ho racchiuso nel mio cuore. Il giorno dopo sono stato adagiato nel mio giardino assieme alla mia palla con cui ho giocato tanto e quella maglia con la quale Franca è venuta a prendermi da te. Sai, qui sento le loro voci, e la mancanza che ho lasciato dietro a me .... li distrugge. Antonella cara, sono stato un boxer fortunato, amato e coccolato, ho ricambiato tanto come solo un grande boxer sa fare e tu sai come.... Ora ti abbraccio unitamente a Giancarlo e ai tuoi figli con immenso affetto. Grazie ancora per avermi fatto vivere una meravigliosa vita in questa preziosa famiglia dopo aver lasciato Te, i miei fratelli e la mia mamma India del Cantone.... dieci anni fa. Vittorio detto Victor 25