Complicanze biologiche o orrori implantari?
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Complicanze biologiche o orrori implantari?
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Torino - Contiene inserti pubblicitari Anno IV n. 3 Settembre 2010 Supplemento n. 3 di Dental Tribune Italian Edition Anno VI, n. 9 - Settembre 2010 Clinica & Ricerca Case Report Clinica & Pratica Anatomia clinica e radiologica in 3D Endodonzia e pianificazione Sostituzione di elemento del trattamento implantare singolo in zona estetica La riabilitazione attraverso impianti osteointegrati come sintesi tra l’implantologia protesicamente guidata e una conoscenza dell’anatomia del distretto maxillo-facciale. > pagina 6 Vi è una nuova prospettiva in odontoiatria che sta prendendo piede, definita come “algoritmo dell’endo-implantologia”: l’endodontista, elemento fondamentale nel trattamento implantare. > pagina 11 Sempre più spesso si assiste al posizionamento di un impianto con relativa funzione immediata come metodo predicibile per offrire ai pazienti una riabilitazione implantare. > pagina 23 Dental Implant Specialty Company Via Mazzini, 43/b - 22030 Pusiano CO - Tel 031 2281057 [email protected] - www.megagenitalia.it Complicanze biologiche o orrori implantari? [email protected] 1 Riflessioni provocate dalla “fast implantology” Secondo quanto affermato da numerosi Autori, le complicanze biologiche peri-implantari sono diventate negli ultimi anni sempre più di frequente osservazione. In particolar modo, alcune revisioni sistematiche della letteratura, basate sui risultati di studi prospettici controllati, suggeriscono che la mucosite periimplantare sia presente in circa l’80% dei soggetti (50% dei siti), e la peri-implantite nel Osso di banca: quale la scelta giuridicamente più corretta del dentista? Stefano Fiorentino Assieme all’ortopedico e al maxillo, l’odontoiatra è sicuramente tra i chirurghi quello che fa più uso di osso omologo, ovvero di tessuto osseo di origine umana, proveniente da donatore vivente o cadavere. Nell’ultimo decennio (ovvero a partire dal 1999, anno in cui fu emanata l’attuale legge 1 aprile 1999, n° 91 sui trapianti che per prima distinse tra trapianto osseo, che deve sempre autorizzato) e innesto osseo (libero), la normativa inerente l’utilizzo di tessuto osseo omologo è stata soggetta a notevole evoluzione. Un ruolo centrale, nel sistema, hanno assunto sempre più le Banche del Tessuto. In Italia possono essere solo una struttura pubblica, no profit, per lo più strutturata presso una Asl. Tutte le richieste di osso di banca devono pervenire a quella territorialmente competente che, in teoria, dovrebbe provvedere a “evadere” l’ordine del chirurgo utilizzatore. Questa la teoria del sistema, il cui corretto funzionamento dovrebbe postulare una diffusione capillare di queste struttu- re, in modo da soddisfare le esigenze degli utilizzatori. Nei fatti, come purtroppo spesso accade, la realtà è ben diversa. Nel nostro Paese le Banche del tessuto osseo attualmente sono solo sette: la Banca del Tessuto Muscoloscheletrico presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna [BTM IOR] (come banca individuata dalla Regione Emilia Romagna), la Banca dell’Osso presso l’Ospedale Careggi di Firenze (individuata come banca dalla Regione Toscana), la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico della Regione Piemonte presso l’Azienda Ospedaliera CTO – CRF – Maria Adelaide di Torino (individuata dalla Regione Piemonte), la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico della Regione Veneto, articolata nelle due strutture presso l’Azienda Ospedaliera di Verona e l’Asl 9 di Treviso, la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico presso il Pini di Milano (individuata dalla Regione Lombardia) e la Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico di Roma (banca individuata dalla Regione Lazio). IT pagina 2 01/09/10 10.56 Mario Roccuzzo 28% - 56% dei soggetti (12 40% dei siti). Inoltre, sono stati identificati numerosi fattori di rischio, tra i quali: l’igiene orale non ottimale, una storia di parodontite, il diabete e il fumo. In contrasto con quanto comunemente ritenuto, recenti studi hanno dimostrato che l’estrazione di tutti gli elementi dentari non comporta una definitiva eliminazione di tutti i parodontopatogeni. Tali batteri, infatti, possono persistere nel cavo orale di soggetti edentuli, precedentemente affetti da malattia parodontale, anche un anno dopo l’estrazione di tutti i denti. IT pagina 4 2 Fatti & Opinioni Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Osso di banca: quale la scelta giuridicamente più corretta del dentista? IT pagina 1 Sono state individuate dal Centro Nazionale Trapianti quali banche di rilievo nazionale (in grado cioè di operare in tutta la Penisola) le Banche del Rizzoli (Bologna), del Careggi (Firenze) e di Treviso. Di rilievo invece regionale (in grado cioè di operare solo nella regione di competenza) tutte le altre citate. Quindi, su 20 regioni solo 6 hanno attivato la Banca (ben 2 in Veneto). Non esiste Banca individuata e operante nel Sud Italia, isole comprese. Nelle regioni prive, l’odontoiatra dovrebbe inviare le proprie richieste al Centro Regionale di Riferimento Trapianti, struttura che a sua volta, dovrebbe “girare” la richiesta a una delle Banche autorizzate, per la consegna del tessuto richiesto. Il condizionale è tuttavia d’obbligo in quanto i Centri di Riferimento Trapianti, come dice il nome stesso, sono calibrati sui trapianti e non sugli innesti di tessuto e, spesso, non sono in grado di gestire grossi numeri in termini di richieste. A ciò si aggiunga che la Banca dell’osso è spesso strutturata per soddisfare più le necessità degli ortopedici (poche richieste, tanto tessuto) che degli odontoiatri (richieste frequenti, piccole quantità). A fronte di tali aspetti non certo incoraggianti per l’utilizzo di tali biomateriali (di qui la diffusione di sostituti ossei che, essendo dispositivi medici marcati CE sono di libero utilizzo!), registriamo tuttavia anche interessanti progressi organizzativi certamente utili per il chirurgo utilizzatore. Alcune banche (e mi riferisco in particolare a quella di Treviso diretta da Adolfo Paolin) si sono strutturate apposta per fornire un servizio agli odontoiatri, creando linee di prodotti ad hoc, convenzionandosi con Banche estere per fornire tessuti speciali richiesti dal chirurgo e non presenti sul territorio italiano. Se è necessario, infatti, l’utilizzo di un tessuto specifico (ad esempio pasta d’osso o DBM) e questo non è presente in Italia (oppure non soddisfa le specifiche richieste dal chirurgo), è possibile utilizzare tessuto di Banche estere (Allosource, Isotis, MTF, Osteotech, Tutogen ecc.) solo se l’azienda privata che le distribuisce in Italia è convenzionata con una Banca Italiana. Il Centro Nazionale Trapianti (organo di vertice del sistema) sta mettendo inoltre a punto un sito Internet dove si potrà visualizzare tutto il tessuto muscoloscheletrico non fresco presente in Italia. Non solo, quindi, il tessuto prodotto dalle Banche italiane, ma anche proveniente da Banche estere. Il sito dovrebbe indicare dove si trova il tessuto (se prodotto in Italia) o quali sono le Banche italiane convenzionate per procurare il tessuto proveniente dall’estero. L’idea (ottima) è rendere accessibile il sito agli operatori (medici ASL ecc.) medianti vari livelli di accesso, in modo da dar loro le informazioni necessarie per sapere dove si trova il materiale. Il tutto per raggiungere il risultato finale di poter chiedere direttamente il tessuto alle Banche che l’hanno disponibile. Ciò premesso, ecco le cinque regole per scegliere in modo giuridicamente corretto l’utilizzo di tale tipo di biomateriale: 1.fidelizzarsi con una Banca del Tessuto in grado di erogare un servizio su misura per l’odontoiatra; 2.ricordarsi che è una struttura di servizio: può sempre proporre un tessuto alternativo a quello richiesto ma non può imporlo. La scelta terapeutica è sempre di competenza e sotto la responsabilità del medico (odontoiatra, maxillo, ortopedico ecc.); 3.il tessuto osseo di banca non è un dispositivo medico ed è soggetto a regole particolari (richiesta, rintracciabilità ecc.); 4.nel caso di utilizzo di tessuto proveniente da Banca estera verificare che il distributore sia convenzionato con una Banca operante sul territorio italiano: in difetto la responsabilità sull’utilizzo ricade interamente sulle spalle del medico e le sanzioni relative, dal novembre del 2007, sono di tipo penale. Predisporre, infine, per il paziente un consenso informato che dia chiare spiegazioni sul tipo di materiale innestato. CORSO PRATICO DI CHIRURGIA AVANZATA E TECNICHE IMPLANTARI CON DISSEZIONE ANATOMICA DELLA BOCCA Prof. Alain CARLIER Dr. Luigi GRIVET BRANCOT 18/19/20 Novembre 2010 Institute d’Anatomie Liège OBIETTIVI DEL CORSO Il corso prepara i partecipanti allʼesecuzione degli interventi elencati nel programma su preparati freschi, dopo averli addestrati mediante rappresentazioni schematiche fotografiche e filmati realizzati durante le giornate del corso. La dissezione anatomica mette in evidenza sul preparato fresco le limitanti e le strutture di interesse odontoiatrico ambulatoriale. Esaurito il programma, i tutors si rendono disponibili per ogni chiarimento in relazione alle specifiche conoscenze. Il corso è stato modulato in relazione alle osservazioni dei partecipanti ai corsi precedenti e viene aggiornato ad ogni sessione. P R O G R A M M A GIOVEDÌ VENERDÌ Ore 15:00 - Ritrovo in hotel a Liegi (Ramada Plaza) Ore 15:30 - 16:00 - Dott. Luigi GRIVET BRANCOT Istituto di Anatomia dell'Università di Liegi Presentazione del corso. Cenni di anatomia CONGRESSO PRE-CORSO Ore 16:00 - 16:30 - Dott. Sergio SCALI Riabilitazione totale del mascellare con GRS e inserimento di impianti a carico immediato. Ore 16:30 - 16:45 - Dott. Gianpaolo AVANZINI Grande rialzo per via crestale senza osteotomi nè innesto di materiale autologo. Ore 16:45 - 17:30 - Prof. Ugo CONSOLO Innesti a blocco e siti di prelievo intraorali Ore 17:30 - 18:00 - Dott. Ezio ZANDANEL Impianti One Piece: esperienza clinica 20 siti trattati. Grande Rialzo del seno con CGF+R-UP. Ore 18:00 - 18:30 - Prof. Pierluigi AVVANZO Lo splint implantare nelle aree di augment osseo. Ore 18:30 - 19:00 - Dott. Franco OLIVERI Semplificazione di casi complessi. Ore 19:00 - 19:30 - Dott. Luca LEPIDI Risposta del perimplanto al carico immediato di differenti sistemi implantari. Ore 19:30 - 19:45 - Daniele FANALI Mucosite elemento intermedio vs connettore rigido in implantologia. Ore 19:45 - 20:30 - Discussione collegiale degli argomenti trattati Ore 21:00 - Serata conviviale Ore 8:30 - 12:00 - Prof. Alain CARLIER Anatomia dissezionale Canale alveolare Nervo infraorbitario Canale naso-palatino Arterie palatine Vascolarizzazione del mascellare Pavimento della bocca Loggia sottomandibolare Nervo linguale Seno mascellare Tuberosità mascellare Ore 12:00 - 13:00 - Dott. Luigi GRIVET BRANCOT Atrofia dei mascellari, protocolli chirurgici. Presentazione delle procedure chirurgiche per: Split crest Incremento orizzontale della cresta Posizionamento di impianti su creste incrementate Rialzo parcellare del seno Grande rialzo del seno mascellare Posizionamento di impianti dopo il rialzo del seno Conservazione siti post-estrattivi Implantologia a carico immediato Implantologia flapless Ore 13:00 - 17:00 - Dott. Luigi GRIVET BRANCOT e Tutors Dimostrazione pratica su preparato anatomico fresco e simultanea proiezione in diretta delle tecniche precedentemente illustrate. Applicazione da parte dei corsisti delle tecniche illustrate sui materiali anatomici freschi Ore 17:00 - 17:30 - Prof. Carlo Maria SOARDI Grande Rialzo del seno con innesto di osso omologo. Ore 17:30 - 18:30 - Prof. Raffaele VOLPI Bisfosfonati e odontoiatria. Ore 18:30 - 19:00 - Dott. Stefano TORTI Ricostruzione ossea dei mascellari a scopo pre-implantare. Riabilitazione a carico immediato con impianti Root-Form. Ore 19:00 - 19:30 - Dott. Loris GASPARI Il carico immediato su impianti two-pieces stabilizzati con splint elettrosaldato. Ore 19:30 - 20:30 - Discussione collegiale dei casi trattati Ore 21:00 - Serata conviviale SABATO Ore 8:30 - 18:30 - Dott. Luigi GRIVET BRANCOT e Tutors Applicazione da parte dei corsisti delle tecniche illustrate sui materiali umani anatomici freschi. Ore 18:30 - 20:00 Discussione collegiale dei casi trattati Consegna attestati di partecipazione Trasferimento a Bruxelles in autobus (Hotel Bedford) Ore 21:00 - Serata conviviale Quota di partecipazione (detraibile): 2.200,00 + ritenuta d’acconto 20% PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: Luigi Grivet Brancot – studio: +39 011 5629674 – e-mail: [email protected] Stefano Fiorentino International Imprint Licensing by Dental Tribune International Publisher Group Editor Managing Editor DT Asia Pacific Editorial Assistants Copy editor Daniel Zimmermann [email protected] +49 341 48 474 107 International Editorial Board Dr. Nasser Barghi, Ceramics, USA Dr. Karl Behr, Endodontics, Germany Dr. George Freedman, Esthetics, Canada Dr. Howard Glazer, Cariology, USA Prof. Dr. I. Krejci, Conservative Dentistry, Switzerland Dr. Edward Lynch, Restorative, Ireland Dr. Ziv Mazor, Implantology, Israel Prof. Dr Georg Meyer, Restorative, Germany Prof. Dr Rudolph Slavicek, Function, Austria Dr. Marius Steigmann, Implantology, Germany Torsten Oemus Claudia Salwiczek [email protected] Sabrina Raaff Hans Motschmann Publisher/President/CEO VP Sales & Marketing Director of Finance & Controlling Marketing & Sales Services License Inquiries Accounting Business Development Manager Executive Producer Production & Ad Disposition Project Manager Online Designer Torsten Oemus Peter Witteczek Dan Wunderlich Nadine Parczyk Jörg Warschat Manuela Hunger Bernhard Moldenhauer Gernot Meyer Jens Lindenhain Alexander Witteczek Franziska Dachsel © 2010, Dental Tribune International GmbH. All rights reserved. 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Dental Tribune International Holbeinstr. 29, 04229, Leipzig, Germany Tel.: +49 341 4 84 74 302 - Fax: +49 341 4 84 74 173 Internet:www.dental-tribune.com-E-mail:[email protected] Regional Offices Asia Pacific Dental Tribune Asia Pacific Limited Room A, 26/F, 389 King’s Road, North Point, Hong Kong Tel.: +852 3118 7508 - Fax: +852 3118 7509 The Americas Dental Tribune America, LLC 213 West 35th Street, Suite 801, New York, NY 10001, USA Tel.: +1 212 244 7181 - Fax: +1 212 224 7185 Supplemento n. 2 di Dental Tribune Italian Edition - Anno VI, n. 5 - maggio 2010 Registrazione Tribunale di Torino n. 5892 del 12/07/200 Direttore responsabile Massimo Boccaletti Direzione scientifica Enrico Gherlone, Tiziano Testori Amministratore Patrizia Gatto Editore TU.E.OR. Srl - Corso Sebastopoli, 225 10137 Torino Tel.+39.011.04.63.350 Fax +39.011.197.15.882 www.tueor.com [email protected] Comitato scientifico Alberto Barlattani, Andrea Bianchi, Roberto Cocchetto, Ugo Covani, Mauro Labanca, Carlo Maiorana, Gilberto Sammartino, Massimo Simion, Paolo Trisi, Leonardo Trombelli, Ferdinando Zarone Progetto e controllo grafico Angiolina Puglia Coordinamento editoriale Crisitana Ferrari Traduzioni scientifiche Cristina M. Rodighiero Pubblicità TU.E.OR. Srl Realizzazione TU.E.OR. Srl - www.tueor.it Stampa Grafiche Mazzucchelli Spa - Seriate Bergamo (BG) Fatti & Opinioni 3 Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Il “superbatterio” asiatico: causa di problemi in tutto il mondo La nascita di un batterio in Asia e in altri paesi, resistente alle mutazioni genetiche, è una minaccia per la salute globale, come riferito da un team multinazionale di ricercatori. Secondo il loro studio, pubblicato sul numero corrente di The Lancet Infectious Diseases, la prova di una maggiore prevalenza di una generazione che rende i batteri Endodontisti e implantologi “l’un contro l’altro armato” Ultimamente, ho avuto l’opportunità di visitare due importanti incontri di endodontisti e implantologi in Europa. Dopo aver ascoltato una serie di conferenze e aver parlato con gli esperti, è diventato ovvio per me che entrambe le specialità siano la negazione quasi totale l’una dell’altra. L’attuale “cessate il fuoco” non è una novità, ma non si può nascondere il fatto che un settore stia lentamente perdendo la presa, e non è l’implantologia. Le protesi hanno visto una notevole ripresa e si prevede di ottenere un significativo volume di mercato di 1 miliardo di dollari negli anni a venire. I tassi di crescita di recente sono rallentati, ma ciò è dovuto al fatto che sempre più aziende del dentale stiano saltando sul carro dell’implantologia e stiano riprendendo le quote di mercato. Con la ripresa dell’economia in molte parti del mondo, la gente avrà anche più soldi in tasca per investire nel loro sorriso. Durante il Simposio di Göteborg, l’appello del P-I Brånemark Institute di lasciar decidere il paziente deve essere riconosciuto come essenziale, ma è rivolto alle persone sbagliate. Sempre più pazienti desiderano un’adeguata estetica dentale e non si curano più di ciò che serve per arrivarci. Gli studi più recenti rivelano anche che ormai molti considerano l’estetica più importante della funzionalità. Spetta al dentista decidere se un dente dovrebbe essere sostituito o meno ma, essendo in costante miglioramento le opzioni di trattamento e riducendosi gli investimenti, la scelta sarà più facile. In più, un numero crescente di fornitori di impianti sta effettuando pratiche di vendita e di marketing sempre più aggressive. Sembra improbabile che molti dentisti sapranno resistere nel lungo periodo. A Göteborg, è stato mostrata una scansione clinica in cui praticamente tutti i denti erano stati sostituiti con protesi. Questo esempio è tanto assurdo quanto foriero di un fondo di verità. Il futuro non è molto brillante per le “radici”… resistenti agli antibiotici è stata rilevata nell’Enterobacteriaceae, isolato in India, Pakistan e Regno Unito. I ricercatori sono stati chiamati per coordinare il comitato di sorveglianza internazionale dell’enzima per prevenirne la diffusione attraverso il turismo medicale e dentale. Nuova Delhi metallo-betalattamasi (NDM-1), identificato la prima volta nel Regno Unito dal prof. Tim Walsh all’interno di un ospedale indiano l’anno scorso, è un enzima che rende i batteri resistenti a un ampio spettro di antibiotici beta-lattamici, tra cui la penicillina e l’amoxicillina, che vengono comunemente utilizzati dopo gli interventi odontoiatrici. Inoltre, esso riguarda anche l’efficienza dei carbapenemi, un gruppo di antibiotici riservati per l’utilizzo in casi di emergenza, quando altri antibiotici hanno fallito. Alcuni esperti di malattie infettive hanno messo in guardia i medici sull’essere sempre più consapevoli della possibilità di produzione di batteri NDM-1 in pazienti che hanno ricevuto servizi medici in India e Pakistan. D. Z. ENDOPORE. Così tanta esperienza in così poco spazio. Ci sono casi in cui un approccio minimalista porta ai massimi risultati. Endopore è uno di quelli. Grazie alle misure record - solo 5 mm di lunghezza e 5 mm di diametro, che lo qualificano come l’impianto più corto al mondo Endopore è infatti lo strumento affidabile e sicuro, sostenuto da oltre 20 anni di successi clinici documentati, per intervenire in caso di dimensioni verticali ossee ridotte. Sympla. Il nuovo punto di riferimento per la consulenza e l’acquisto di soluzioni implantari. Sympla srl - Via C. Pisacane 5 - 46100 Mantova - Tel: 0376 265711 - [email protected] - www.sympla.it Daniel Zimmermann, DTI IT_Sympla.indd 1 26-07-2010 11.58 4 Fatti & Opinioni Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Complicanze biologiche o orrori implantari? Riflessioni provocate dalla “fast implantology” Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Bibliografia 1. Berglundh, T., Persson, L. & Klinge, B. A systematic review of the incidence of biological and technical complications in implant dentistry reported in prospective longitudinal studies of at least 5 years. Journal Clin Periodontol 2002; 29: (Suppl.3): 197212. 2. Fransson, C., Wennström, J. Tomasi, C. & Berglundh, T. (2009) Extent of peri-implantitis-associated bone loss. J Clin Periodontol 2009; 36: 357363. 3. Heitz-Mayfield, L.J. & Huynh-Ba, G. History of treated periodontitis and smoking as risks for implant therapy. Int J Oral Maxillofac Implants 2009; 24 (Suppl): 39-68. 4. Karoussis, I.K., Kotsovilis, S. & Fourmousis, I. A comprehensive and critical review of dental implant prognosis in periodontally compromised 5. 6. 7. 8. partially edentulous patients. Clin Oral Implants Res 2007; 18: 669-679. Lindhe, J. & Meyle, J. Peri-implant diseases: Consensus Report of the Sixth European Workshop on Periodontology. J Clin Periodontol 2008; 35 (Suppl. 8): 282-285. Fernandes CB, Aquino DR, Franco GCN, Cortelli SC, Costa FO, Cortelli JR. Do elderly edentulous patients with a history of periodontitis harbor periodontal pathogens? Clin Oral Impl Res 2010; 21: 618–623. Ong, C.T., Ivanovski, S., Needleman, I.G., Retzepi, M., Moles, D.R., Tonetti, M.S. & Donos, N. Systematic review of implant outcomes in treated periodontitis subjects. J Clin Periodontol 2008; 35: 438-462. Roccuzzo, M., De Angelis, N., Bonino, L. & Aglietta, M. Ten-year results of a three-arm pro- spective cohort study on implants in periodontally compromised patients. Part I: implant loss and radiographic bone loss. Clin Oral Impl Res 2010; 21: 490-496. 9. Roos-Jansåker, A.M., Lindahl, C., Renvert, H. & Renvert, S. Nine- to fourteen-year follow-up of implant treatment. Part II: presence of peri-implant lesions. J Clin Periodontol 2007; 33: 290-295 10. Roos-Jansåker, A.M., Renvert, H., Lindhal, C. & Renvert, S. Surgical treatment of peri-implantitis using a bone substitute with or without a resorbable membrane: a prospective cohort study. J Clin Periodontol 2007; 34: 625-632. 11. Van Assche N, Van Essche M, Pauwels M, Teughels W, Quirynen M. Do periodontopathogens disappear after full-mouth tooth extraction? J Clin Periodontol 2009; 36: 1043–104. VistaScan Mini – Radiologia senza compromessi ▪ Connessione USB e NET ▪ Scanner con la più alta risoluzione: 22 lp/mm – 16 bit ▪ Tutti i formati disponibili: size 0-1-2-3-4 ARIA COMPRESSA DÜRR DENTAL ITALIA srl, Via Dell’Artigianato 8 20053 MUGGIÒ (MILANO), 039/5970300 [email protected], www.durr.it ASPIRAZIONE SISTEMI IMMAGINE CONSERVATIVA IGIENE IT pagina 1 Queste informazioni dovrebbero spingere i clinici ad assumere un atteggiamento prudente nel proporre ai pazienti trattamenti implantari complessi e costosi, specialmente prima di aver completato un preciso inquadramento diagnostico. In realtà si sta assistendo a un notevole incremento della “fast implantology”. Numerose informative con inserzioni pubblicitarie più o meno occulte presentano i vantaggi di un’implantologia che risolve tutti i problemi in tempi brevi, anzi brevissimi, senza accenno ai limiti, ai rischi e alle possibili complicanze. Navigando su Internet, se si digita la parola “implantologia” si scopre che alcuni siti asseriscono che la qualità del trattamento è funzione della “pianificazione computerassistita”, altri offrono persino la possibilità di “richiedere un preventivo gratuito on-line inviando rx panoramiche o TAC recenti”. Altri assicurano che “anche nel caso della completa sostituzione della dentatura, l’implantologia a carico immediato è la soluzione ottimale, garantendo stabilità, sicurezza e aspetto naturale… assicurando la certezza del risultato estetico e funzionale”. Altri ancora promettono la “garanzia di successo del 100%”. È vero che viviamo nella società dell’immagine e del marketing, ma non si sta forse esagerando? D’altro canto, nella pratica professionale, è esperienza quasi quotidiana la visita di pazienti che presentano problemi peri-implantari di tale gravità da richiedere la rimozione di uno o più impianti. A volte gli errori sono così macroscopici da dover essere definiti “orrori implantari”. In questi casi, le storie cliniche sono assai simili. Di frequente, il trattamento è stato iniziato poco dopo l’accettazione del preventivo, senza alcuna verifica del controllo dell’infezione parodontale residua. Spesso gli impianti sono stati inseriti contestualmente all’estrazione dei denti, non di rado con un carico precoce o addirittura immediato. In molti casi il costo minimo per singolo impianto sembra essere stato accompagnato dal posizionamento di moltissimi impianti, anche due per un dente singolo o più di 12 per una arcata edentula. C’è da chiedersi se gli studi sui vantaggi biologici della distanza minima fra impianti sono letti dai professionisti o solo dalla ristretta comunità degli specialisti del settore. Risultato di questa situazione, in cui gli interessi economici di molti soggetti sono al primo posto, è che molti trattamenti risultato essere molto aggressivi per i pazienti, i quali, alla fine, perdono fiducia nella disciplina in particolare e nella categoria medica in generale. Forse sarebbe utile che le società scientifiche e/o le associazioni di categoria pubblicassero sul web alcuni esiti di complicanze biologiche per mostrare al pubblico quali orrori possono comportare scelte affrettate. Inspirerebbero maggiore prudenza e un poco di buon senso? Mario Roccuzzo AZ_VistaScan Mini_210x128 RZ IT.indd 1 14.09.2009 11:38:01 Uhr T-BLACK MINORE ABRASIONE E USURA MIGLIORE EFFICIENZA DI TAGLIO E MINOR RISCALDAMENTO DEI TESSUTI SUPERFICIE ANTIRIFLESSO SURGYSONIC MOTO rappresenta la svolta nella chirurgia dei tessuti duri. Ultrasuoni e micromotore chirurgico brushless due tecnologie - un dispositivo unico. MARZIANI DEGLI ULTRASUONI I ESACROM SRL - Imola - Italy - Phone: +39 0542643527 E-mail: [email protected] - Website: www.esacrom.com 6 Clinica & Ricerca Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Anatomia clinica e radiologica in 3D La moderna diagnosi in chirurgia e implantologia M.A. Deflorian, F. Galli, A. Parenti, L. Fumagalli, M. Capelli, F. Zuffetti, I. Franchini, T. Testori Università degli Studi di Milano Dipartimento di Tecnologie per la Salute I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi, Reparto di Implantologia e Riabilitazione Orale - Responsabile: dr. Tiziano Testori; Clinica Odontoiatrica - Direttore: prof. Roberto L. Weinstein La moderna riabilitazione orale attraverso impianti osteointegrati risulta essere la sintesi tra i concetti di implantologia protesicamente guidata e una conoscenza approfondita dell’anatomia del distretto maxillo-facciale. L’evoluzione tecnologica e dei materiali attualmente ha portato clinici e ricercatori a focalizzare la propria attenzione sulle tecniche chirurgiche e protesiche relegando la conoscenza dell’anatomia allo studio individuale oppure al ripasso delle nozioni acquisite durante il proprio corso di studio. Tuttavia, ogni atto chirurgico, compreso l’inserimento di impianti dentali, deve essere pianificato sulla base del substrato anatomico su cui si andrà a operare, al fine di rispettare il fondamento di ogni pratica medico-chirurgica, ovvero “primo non nuocere”. Risulta quindi di primaria importanza per il clinico la conoscenza approfondita dell’anatomia normale come viene classicamente affrontata in ambito universitario, ma questo non è sempre sufficiente. La capacità di unire il sapere teorico con la mera attività clinico-pratica oramai passa attraverso un’attenta fase diagnostica composta da esame clinico-obiettivo e da una valutazione degli esami strumentali comunemente prescritti in implantologia(1,2). I clinici devono sempre tenere in mente che la lesione di strutture anatomiche è tanto più probabile tanto minore è la conoscenza dell’Anatomia chirurgica loco-regionale. Perciò ogni operatore prima di effettuare interventi di chirurgia orale dovrebbe eseguire un training in anatomia clinica dissettiva; tale pratica permette di valutare in tre dimensioni le strutture nobili nel contesto dei tessuti molli del distretto maxillo-facciale e i loro rapporti reciproci (Figg. 1, 2). La conoscenza dell’Anatomia facciale e del cavo orale secondo questo procedimento dissettivo fornisce al clinico le informazioni e le capacità di operare ragionando in base ai diversi piani anatomici (Fig. 3). Le manovre semeiotiche di ispezione e palpazione risultano quindi maggiormente consapevoli e divengono fonte insostituibile di informazioni durante la diagnosi permettendo di valutare in questa fase le possibili variazioni topografiche delle strutture anatomiche importanti in relazione al grado di atrofia dei mascellari. IT Fig. 5 - Elaborazione 3D di un mascellare superiore. Il particolare evidenzia un profondo difetto a 2 pareti a seguito di avulsione traumatica dell’elemento 12. pagina 7 Fig. 6 - Stesso caso della Fig. 5: il software di navigazione permette una accurata valutazione della volumetria del difetto osseo e quindi dell’innesto. Fig. 1 - Dissezione del nervo mentoniero dall’emergenza dall’omonimo forame sino ai rami terminali nel contesto del piano sottomucoso del labbro inferiore. Fig. 2 - Dissezione dell’arteria facciale nel contesto dello strato sottomucoso della guancia. Da notare il calibro sia dell’arteria facciale che del suo ramo terminale arteria labiale inferiore. Fig. 3 - Dissezione della mucosa alveolare. Sono evidenti il piano osseo, quello periostale, quello muscolare e quello mucoso. La capacità del chirurgo di ragionare secondo i diversi piani anatomici permette una più attenta e rispettosa gestione dei lembi durante le manovre di incisione, scollamento e plastiche periostali. Fig. 4 - Dissezione del nervo mentoniero. La conoscenza dell’anatomia chirurgica permette di eseguire rilasci periostali anche in prossimità del nervo mentoniero senza reciderlo. Fig. 7 - Visione 3D con taglio multiplanare di un impianto dentale programmato nella zona del tuber maxillae. Fig. 8 Elaborazione 3D di un seno mascellare visto dal dietro all’avanti e da mediale a laterale. Si può osservare la doccia ossea in cui alloggia con decorso intrasinusale l’anastomosi tra l’arteria alveolare superiore posteriore e l’arteria infraorbitaria. Lo studio preoperatorio del decorso di questo vaso, quando possibile, è determinante nel disegno dell’antrostomia durante interventi di rialzo di seno. Fig. 9 - Elaborazione 3D di una mandibola con un grado di atrofia elevato. La navigazione in 3D permette di osservare la superficializzazione del fascio vascolo nervoso alveolare inferiore da una angolazione privilegiata rispetto a quella clinica. Bibliografia 1. Testori T, Mandelli F, Deflorian MA, Rosano G, Taschieri S, Valentini P, Del Fabbro M. Anatomia normale e variabilità clinica. Utili nozioni per evitare complicanze intrae post- operatorie. La chirurgia del seno mascellare. Quintessenza Internazionale 2010; 26(2): 95-101. 2. Mandelaris GA, Rosenfeld AL. The expanding influence of computed tomography and the application of computer-guided implantology. Pract Proced Aesthet Dent. 2008;20(5):297-305. 3. Parenti A, Deflorian MA, Capelli M, Galli F, Zuffetti F, Mandelli F, Testori T. Anatomia normale e variabilità clinica. Utili nozioni per valutare attentamente lo spessore osseo a livello mandibolare. Quintessenza Internazionale 2010; in press. 4. Rosano G, Taschieri S, Gaudy JF, Testori T, Del Fabbro M. Anatomic assessment of the anterior mandible and relative hemorrhage risk in implant dentistry: a cadaveric study. Clin Oral Implants Res. 2009 Aug;20(8):791-5. 5. Perona F, Motroni A, Castellazzi G, Testori T, Tecniche avanzate di imaging diagnostico. In: Testori T, Galli F, Del Fabbro M (eds.) Il carico immediato. La nuova era dell’ implantologia orale. Viterbo: Edizioni ACME, 2009: 194-197. 6. Perrotti G, De Vecchi L, Weinstein T, Motroni A, Testori T, Del Fabbro M. La teleradiografia latero-laterale in implantologia e riabilitazione orale: dall’ analisi bidimensionale alla diagnostica 3D. Dental Cadmos 2010;78(6): 79-89. Clinica & Ricerca Italian Edition IT Anno IV n. 3 - Settembre 2010 pagina 6 Di conseguenza, tale metodo di ragionamento consente di utilizzare gli strumenti chirurgici evitando lesioni iatrogene rispettando e proteggendo opportunamente le strutture vascolari e nervose presenti nei vari strati mucoso, sottomucoso, muscolare, periostale e scheletrico (Fig. 4) anche in situazioni in cui siano presenti variazioni anatomiche importanti(3,4). Per ciò che concerne le basi ossee, lo studio della osteologia del massiccio facciale negli ultimi anni ha raggiunto livelli elevati in conseguenza dello sviluppo tecnologico legato alla diagnostica per immagini. Oggigiorno si sta assistendo al definitivo passaggio dalla diagnostica in due dimensioni a una più sofisticata visione tridimensionale delle basi scheletriche grazie allo sviluppo di tecnologie di acquisizione di immagini sempre più sofisticate e precise le quali hanno un impatto notevole sulla capacità diagnostica di un esame tomografico in campo dentale e maxillo-facciale(5). L’interpretazione di questi dati è potenziata dall’utilizzo combinato con software di ricostruzione dedicati alla valutazione della volumetria ossea delle zone di intervento (Figg. 5, 6). In questo modo il chirurgo, partendo da acquisizioni volumetriche, viene messo nella condizione di poter analizzare le sedi chirurgiche e poter programmare l’inserimento implantare attraverso ricostruzioni elettroniche multiplanari e volumetriche (Fig. 7). Risulta evidente come lo studio anatomico del caso su ricostruzioni 3D porti vantaggi notevoli nella pianificazione dell’intervento, evidenziando le strutture vascolo-nervose nei loro decorsi intraossei e alla loro emergenza dai vari forami in una sola immagine interattiva (Figg. 8-9) piuttosto che su una serie di sezioni para-assiali (fascio alveolare inferiore, fascio infraorbitario, fascio palatino maggiore, fascio naso-palatino). Tali sistemi permettono anche un più accurato studio delle cavità ossee, quali il seno mascellare, oppure consentono una più attenta visualizzazione dei sottosquadri nella mandibola posteriore. Inoltre, questi moderni sistemi diagnostici e di programmazione offrono la possibilità di eseguire analisi morfo-strutturali dell’osso grazie all’integrazione dei valori densitometrici in unità Hunsfield forniti dalla TC. Un’ulteriore evoluzione di questi software attualmente permette la valutazione 3D dell’intera regione cranio-facciale con importanti risvolti nella diagnostica ortodontica legata alla riabilitazione implantoprotesica(6). Con l’aumentare del numero di medici-odontoiatri che esegue interventi di chirurgia orale e impiantare, è fondamentale che la capacità clinica e tecnica abbia solide fondamenta nelle scienze di base, come l’anatomia, che, grazie al progresso culturale, scientifico e tecnologico assume una vitalità applicativa tale per cui il chirurgo diviene in grado di calarsi nella complessità tridimensionale delle strutture su cui opera secondo scienza e coscienza. 7 Per un approfondimento dei contenuti analizzati in questo articolo e molti altri, ricordiamo ai lettori il Congresso promosso dalla Clinica Odontoiatrica IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Dipartimento di Tecnologie per la Salute, Università degli Studi di Milano, Centro di Ricerca per la Salute Orale (Direttore: Prof. Roberto L. Weinstein) su “Ricerca Traslazionale e Pratica Clinica” che si terrà dal 20 al 22 gennaio 2011 presso l’Atahotel Executive di Milano. Implante_Tribute2-09-10.pdf 2-09-2010 11:47:17 8 Clinica & Pratica Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Impianti post-estrattivi con tecnica flapless, predicibilità e risultati. Un case report Massimiliano Ricci*, Ugo Covani**, Antonio Barone*** *Dottorando di Ricerca, Nanoworld Institute, Università di Genova, Italia - Socio Sicoi **Professore Straordinario di Malattie Odontostomatologiche, Dipartimento di Chirurgia, Università di Pisa - Past-President Sicoi ***Professore a Contratto, Dipartimento di Scienze e Tecniche Biomediche e Odontostomatologiche, Università degli Studi di Genova - Presidente ad interim Sicoi Introduzione Il posizionamento degli impianti in siti post estrattivi è stato giudicato essere predicibile come quello nei siti guariti(1,2). Questa tecnica ha subito un’enorme evoluzione soprattutto nel posizionamento di impianti nella regione frontale mascellare, ad alta valenza estetica(3-7). Tuttavia, studi recenti riportano che la recessione marginale a livello perimplantare può avvenire determinando effetti sfavorevoli a livello estetico(7-8). Diversi fattori sembrano coinvolti nell’influenzare la frequenza e l’estensione della recessione marginale, incluso il biotipo tissutale, la presenza di un provvisorio, le condizioni dell’osso perimplantare vestibolare, l’angolazione vestibolo palatale dell’impianto e il posizionamento di innesti connettivali e/o ossei attorno all’impianto(9-13). In aggiunta a questi, uno studio ha indicato come l’osso vestibolare sia composto quasi esclusivamente di osso lamellare, che può essere oggetto di riassorbimento sia su un piano orizzontale che verticale. Questo riassorbimento crestale può indurre recessione del margine vestibolare della mucosa marginale(14). È stato suggerito come l’interruzione dell’apporto vascolare a livello crestale possa costituire un fattore di cruciale importanza(15-17). Perciò, diversi studi indicano come il posizionamento di un impianto debba avvenire con una elevazione minima del lembo o senza lembo(18,19). Tuttavia, altri studi hanno evidenziato che tale recessione avviene comunque anche senza questa cautela(6-10). È stato allora proposto di aumentare lo spessore della mucosa vestibolare un innesto connettivale(20). Questo case report valuta l’outcome estetico di un impianto post-estrattivo eseguito secondo un approccio in assenza di lembo e con l’aggiunta di biomateriale e di un innesto connettivale. Case report Si è recato a visita presso il Dipartimento di Odontoiatria dell’Ospedale unico della Versilia un paziente di sesso maschile di 46 anni, che lamentava la spontanea rimozione di una corona in metallo ceramica dall’elemento 1.4. All’anamnesi non riferiva alcuna patologia sistemica. L’esame obiettivo odontostomatologico evidenziava la presenza di una grossa lesione cariosa sull’elemento 1.4, precedentemente trattato endodonticamente e protesizzato (Fig. 1). Il paziente richiedeva inoltre che qualsiasi trattamento non trascurasse le esigenze estetiche. Si è quindi proceduto ad attuare il seguente piano di trattamento: avulsione chirurgica senza il sollevamento di un lembo in zona 1.4, posizionamento di un impianto dentale, riempimento del gap creatosi con biomateriale e innesto connettivale. Una terapia antibiotica, secondo la procedura della “short term therapy” (amoxicillina, 2 g), è stata somministrata al paziente un’ora prima dell’intervento. Al paziente è stato somministrato anestetico a base di Lidocaina al 3% con l’aggiunta di adrenalina secondo una concentrazione di 1:100000. Quindi, si è proceduto alla sindesmotomia con eliminazione delle fibre più coronali del legamento parodontale, dopodiché, attraverso una leva dritta, l’odontoiatra ha eseguito una progressiva lussazione del residuo radicolare, così da limitare il più possibile il trauma sui tessuti duri e molli, consentendo un’estrazione minimamente traumatica. Estrema cura è stata posta nella rimozione del residuo radicolare, minimizzando il trauma dei tessuti duri e molli, soprattutto a livello vestibolare. L’alveolo è stato ripulito utilizzando strumenti a mano. Quindi, è stata esclusa la presenza di eventuali fenestrazioni con un esame visivo (Fig. 2). La decisione di eseguire un impianto post-estrattivo è stata presa dopo aver estratto il dente. L’utilizzo di un approccio flapless è indicato nei casi in cui l’alveolo si presenta intatto o, al massimo, ha piccole deiscenze di 3 mm in altezza. Nel caso il chirurgo avesse evidenziato una deiscenza maggiore, si sarebbe proceduto all’elevazione di un lembo. Si è proceduto all’inserimento di un impianto post-estrattivo delle dimensioni di 3.80 × 11.5 mm (Premium® - Sweden&Martina, Due Carrare, Padova). Il chirurgo ha proceduto al posizionamento dell’impianto in una zona più palatale, al fine di evitare che il riassorbimento osseo successivo ne determinasse l’esposizione. IT pagina 9 Fig. 1 - All’esame obiettivo il paziente presentava elemento 1.4 gravemente compromesso. Fig. 2 - È stata condotta l’estrazione del residuo radicolare evitando sollevamento di lembi. Fig. 3 - Visione clinica dell’inserimento di un impianto post-estrattivo. Fig. 4 - Riempimento del gap vestibolare con l’ausilio di biomateriale. Clinica & Pratica Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Fig. 5 - Posizionamento di un innesto epitelio connettivale a copertura dell’impianto e sutura compressiva. IT 9 pagina 8 L’impianto è stato posizionato secondo un piano verticale al piano occlusale con la spalla allocata 1.5 mm al di sotto della cresta ossea (Fig. 3). In aggiunta, si è proceduto al posizionamento di biomateriale a livello vestibolare in modo da limitare l’ulteriore riassorbimento osseo crestale. Infine, un innesto connettivale prelevato dall’area palatale corrispondente agli elementi 2.5-2.6 secondo la tecnica di Langer and Langer è stato posizionato a coprire il gap (Figg. 4, 5). Una volta posizionato l’innesto, questo è stato stabilizzato con suture a “X”. Infine, una protesi rimovibile è stata posizionata nell’area dell’impianto, evitando qualsiasi contatto con la sottostante mucosa e il dente antagonista. Il paziente è stato dimesso e invitato a seguire le seguenti istruzioni postoperatorie: - clorexidina diglunato allo 0,2% utilizzato due volte al dì; - riduzione del trauma da spazzolamento nella zona operata per almeno due settimane. Una volta che la guarigione è avvenuta, si è proceduto alla rimozione delle viti di guarigione con successivo posizionamento di un provvisorio in resina (Fig. 6). Fotografie non standardizzate sono state raccolte al tempo della chirurgia (T1), della protesizazione (T2) e del controllo (T3). Il risultato estetico è stato indagato valutando la variazione della posizione del margine gengivale in relazione al contro laterale a livello medio dentale espresso come percentuale della lunghezza del dente di riferimento. I cambiamenti pre e post trattamento evidenziati indicano che tale variazione del margine gengivale al livello mezzo-dentale è stata del 3.4%. Discussione In questo case report un impianto singolo è stato posto in un alveolo post-estrattivo, associando il trattamento a riempimento con biomateriale e a un innesto connettivale al fine di evitare recessione. Questa appare insignificante se consideriamo che la lunghezza della corona clinica del controlaterale ammontava a 9.1 mm, per cui il 10% rappresenta una misura ben inferiore al millimetro. IT pagina 10 Fig. 6 - Provvisorio su impianto a 6 mesi dall’inserimento. 10 Clinica & Pratica Anno IV n. 3 - Settembre 2010 IT pagina 9 Tuttavia, se analizziamo la letteratura, emerge che questo dato non si discosta molto dal report in cui si è utilizzato un approccio con lembo(21), pertanto la chirurgia senza lembo non sembra prevenire il riassorbimento dell’osso crestale vestibolare. Uno studio su cani con l’utilizzo di una chirurgia flapless indica che dopo 8 settimane si assiste a un riassorbimento osseo di circa 2 mm(22). Lo spessore dell’osso crestale potrebbe essere un fattore de- Italian Edition cisivo. È stato osservato, infatti, che i siti con la presenza di osso più sottile vanno incontro a un maggiore riassorbimento della corticale vestibolare rispetto a quelli con osso più spesso(23). Diversi studi hanno riportato la frequenza di recessione negli impianti post-estrattivi: in uno studio dove si sono comparati impianti immediati con impianti posizionati 12 settimane dopo l’estrazione, una recessione tra 0 e 1 mm è stata trovata in 7 dei 23 impianti post-estrattivi, mentre in soli 4 dei 25 ritardati(7). Di contro, Evans e Chen Diagnosi più veloce e precisa hanno osservato come 17 su 42 impianti post-estrattivi immediati dimostravano una recessione maggiore di 1 mm(11). Questi report indicano chiaramente come la recessione su impianti post-estrattivi sia qualcosa di assolutamente imprevedibile, e altri fattori – a parte il tipo di chirurgia o lo spessore dell’osso vestibolare – devono esserne implicati. Chen et al. hanno dimostrato che la recessione avviene più frequentemente in siti con biotipo sottile piuttosto che spesso(24). L’inclinazione oro-facciale Particolare della Fig. 6. Le Dimensioni Più Compatte Disponibili sul Mercato Tecnologia SafeBeam® Il Dosaggio Più Basso per i Pazienti Venite a visitarci a Expodental: Stand n. D7 Corsia D Pad. 8 The Global Imaging Leader Experience | Trust | Innovation Roma 7-8-9 ottobre 2010 dell’impianto all’interno della tasca sembra essere un altro fattore di cruciale importanza. Impianti con il margine del collare posizionato vestibolare a una linea disegnata tra gli angoli delle linee interprossimali sono associati a recessione(25). Inoltre, Chen et al. hanno dimostrato che, al momento del posizionamento impiantare, impianti destinati ad avere recessione hanno un gap vestibolare di 1.1 mm comparato ai 2.3 mm degli impianti senza recessione(25). L’impianto posizionato in questo studio aveva un diametro di 3.80 mm e un gap orizzontale che ammontava a 2.5 mm. Anche le condizioni dell’osso vestibolare rappresentano un parametro importante; la presenza di profondità maggiori di 3 è stata associata a maggiori recessioni rispetto a siti meno profondi(25). Sebbene il numero di studi non sia sufficiente per disegnare conclusioni adeguate, appare plausibile che difetti dell’osso crestale inducano una recessione a livello perimplantare, come risultato dell’assenza di osso a sostegno della mucosa vestibolare. Un recente case report(26) indica che l’aggiunta di un innesto connettivale possa avere vantaggi in termini di prevenzione della recessione. Sebbene il più recente studio di Chen abbia mostrato come l’innesto non abbia alcuna influenza(25), il nostro case report avvalora l’idea contraria. Altri fattori come la salute gengivale contorno trans mucoso della corona, sono riportati essere fattori importanti(25). Questo case report indica come l’utilizzo di un approccio flapless con l’aggiunta di biomateriale al momento del posizionamento implantare immediato possa contribuire a prevenire la recessione. Tuttavia, la letteratura non è unanime nel riconoscere come questo tipo di approccio sia vantaggioso in termini di esposizione rispetto all’approccio tradizionale. Questo è legato al fatto che anche altri fattori sembrano giocare un ruolo come ad esempio l’inclinazione vestibolo palatale dell’impianto e il biotipo parodontale. Successivi studi dovranno quindi chiarire quali sono i fattori realmente coinvolti nella genesi della recessione e se l’approccio flapless può realmente prevenirne la sua insorgenza. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Distributore esclusivo in Italia dei prodotti NewTom per il settore dentale Tel. +39 045 8202727 Fax +39 045 8203040 [email protected] www.qrverona.it T Per contatti: Dott. Antonio Barone Tel.: 0584.98531 Fax: 0584.985334 E-mail : [email protected] Case Report 11 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 L’importanza dell’endodonzia nella pianificazione del trattamento implantare Jose M. Hoyo Vi è una nuova prospettiva in odontoiatria che man mano sta prendendo piede e che viene definita come “l’algoritmo dell’endo-implantologia”. Questo nuovo approccio considera il ruolo dell’endodontista come elemento fondamentale per decidere se un dente può essere salvato o se il trattamento corretto sia quello di estrarlo e sostituirlo con un impianto dentale. L’endodontista può effettivamente valutare i fattori critici che portano al fallimento endodontico al fine di determinare quale procedura endodontica possa portare a un risultato di successo predicibile. Se il risultato non dovesse essere favorevole, il protocollo da seguire sarà quello dell’estrazione dell’elemento e della sua sostituzione con un impianto. Nel considerare il piano di trattamento ideale, è imperativo informare il paziente riguardo a tutte le opzioni di trattamento, ai costi economici e alle procedure associate a ciascuna opzione. Il paziente avrà così la possibilità di prendere una decisione informata sul miglior protocollo possibile per il proprio caso. Le informazioni presentate al paziente dovrebbero includere l’opinione dell’endodontista riguardo all’opzione di trattamento più pratica e predicibile. Caso clinico Un paziente con un’anamnesi medica non rilevante è stato inviato da un collega al nostro studio per la valutazione del primo molare superiore di sinistra. Il paziente era asintomatico e il dente era stato trattato endodonticamente da un odontoiatra generico circa sei mesi prima della consultazione e mai restaurato. Clinicamente, presentava una carie estesa, profondità di sondaggio di 3 mm sulla circonferenza e nessun restauro provvisorio. Radiograficamente, non si rilevava alcuna lesione periapicale e i livelli ossei intorno al dente erano adeguati (Fig. 1). Al fine di determinare l’integrità della struttura dentale, è stata eseguita un’escavazione sotto ingrandimento 4.5 x e illuminazione supplementare a fibre ottiche, con isolamento mediante diga di gomma. Dopo la rimozione di una parte di tessuto carioso, è stata eseguita una radiografia bitewing (Fig. 2) rilevando i seguenti punti: a)il pavimento della camera pulpare era troppo poco profondo; b)era troppo vicino alla perforazione; c)la dentina peri-radicolare non era sufficientemente resistente per supportare un restauro definitivo. Questi fattori critici, secondo la mia opinione, rendevano il dente non restaurabile. Nella cavità d’accesso è stato inserito un pellet di cotone con del Cavit e il dentista di riferimento è stato aggiornato sulle condizione del paziente, per determinare le raccomandazioni da impartire riguardo al dente. Al paziente è stato consigliato di estrarre il dente e conservare l’alveolo mediante una procedura di innesto minore. Questo avrebbe permesso la formazione di una quantità d’osso idonea a ricevere un impianto, da posizionarsi circa 6 mesi dopo. È stato anche consigliato un trattamento ortodontico prima del posizionamento dell’impianto, in modo da chiu- dere tutti i diastemi e allineare correttamente la dentizione per questa procedura. Pur avendo compreso chiaramente il concetto e la logica del trattamento ortodontico consigliato, il paziente espresse il suo disinteresse a questo approccio. Un quadro più ampio Nella valutazione del trattamento implantare, è molto importante considerare l’intera dentizione e non solo lo spazio o il dente in questione. IT INNOVATION TM Il materiale da innesto veramente innovativo. BondBone è un riempitivo osseo sintetico riassorbibile con proprietà osteoconduttive e unico nel suo genere. 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È stato anche raccomandato un dentifricio antitartaro per evitare la decolorazione dei denti. Il giorno della chirurgia, la pressione sanguigna del paziente era 119/73, con un battito cardiaco di 76. In regime di anestesia locale (Lidocaina 2% HCl con epinefrina 1/50,000 x 2 cpl) e usando la diga di gomma, occhialini ingrandenti e un’illuminazione supplementare, il dente è stato sezionato in tre pezzi. Rimossa poi la diga, mediante pinze PDLEvator (Salvin), sono state estratte tutte e tre le radici senza alcuna complicazione. L’alveolo è stato curettato mediante cucchiai al fine di pulire tutto il tessuto di granulazione e ingaggiare l’osso spongioso. Fig. 4 - Radiografia periapicale che mostra la guarigione del materiale innestato dopo 4 mesi. Questo passaggio cruciale provoca del sanguinamento e quindi promuove l’angiogenesi. La cresta dell’osso intraradicolare è stata ingaggiata con la parte arrotondata di un osteotomo XiVE (DENTSPLY Friadent) ed è stato eseguito un rialzo di seno secondo la tecnica di Summer. Sulla base del test di Valsalva, non vi erano segni di perforazione del seno. Gli alveoli e l’area del rialzo di seno sono stati innestati con una miscela di DBX e MCP usando la tecnica “marshmallow”. Questo tipo di innesto aiuta il sito a produrre il proprio osso in termini di minerali e collagene dalla DBX, e assicura un miglior effetto scaffold dall’MCP. L’area è stata coperta con una membrana PTFE, leggermente fissata sotto al periostio (non più di 2 mm). Le suture sono state eseguite con filo di acido poliglicolico mediante tecnica a punti incrociati (Fig. 3). Rimozione delle suture Fig. 1 - Radiografia pre-operatoria prima dell’estrazione. Fig. 5 - Radiografia pre-operatoria del giorno della chirurgia. Fig. 6 - Perno guida nell’osteotomia dopo l’uso della fresa pilota da 2 mm. Fig. 7 - Radiografia che mostra l’osteotomo XiVE in situ durante l’osteotomia. Autore Il dr. Jose M. Hoyo si è laureato presso la University of Puerto Rico School of Dentistry nel 1984. Ha conseguito il Certificate of Advanced Graduate Studies in Endodonzia presso la Boston University’s Henry M. Goldman School of Graduate Dentistry nel 1994. Si occupa di endodonzia e implantologia nel suo studio nel Southern Massachusetts e può essere contattato all’indirizzo: [email protected]. Fig. 2 - Radiografia bitewing dopo la rimozione della carie. Fig. 8 - Radiografia dell’impianto con il sulcus former (abutment di guarigione); la parte apicale dell’impianto è sotto alla membrana di Schneider. Fig. 3 - Alveolo innestato dopo l’estrazione. Fig. 9 - Radiografia bitewing che mostra il posizionamento sub-crestale dell’impianto con il sulcus former in posizione. Le suture sono state rimosse due settimane dopo. Due settimane dopo la rimozione delle suture, al paziente è stata rimossa anche la membrana, prelevandola delicatamente con delle pinzette ed esercitando una lieve trazione (spesso non vi è neppure bisogni di anestesia). Il vantaggio dell’utilizzo di questa combinazione di alloinnesti è che il periodo di attesa per la rigenerazione è di circa sei mesi, contro i nove mesi necessari in caso di xenoinnesto. La quantità e qualità dell’osso appariva decisamente migliore grazie all’uso di questo tipo di alloinnesto. Al momento della seconda fase chirurgica, la pressione sanguigna del paziente era 113/69 con un battito cardiaco di 64 (Figg. 4, 5). In regime di anestesia locale (Lidocaina 2 per cento HCl con epinefrina 1/50,000 x 2 cpl), è stato eseguito un foro d’accesso con un mucotomo 3.8 XiVE (DENTSPLY Friadent). È stata quindi usata la fresa pilota del sistema implantare ANKYLOS (DENTSPLY Friadent) per eseguire una fresatura da 6 mm, appena prima del pavimento del seno (Fig. 6). È stata utilizzata una serie di osteotomi XiVE, dalla dimensione 2.0 fino a 3.4, per eseguire un rialzo di seno mediante tecnica di Summer. L’osteotomia è stata preparata a una profondità di 11 mm (Fig. 7). È stato eseguito il test di Valsalva per verificare che non fosse stato perforato il seno. È stato quindi posizionato un impianto ANKYLOS A11 (3.5 mm x 11 mm), ottenendo una stabilità primaria. La densità ossea percepita come D-3 durante la fase di fresatura, è mutata in D-2 con l’uso degli osteotomi. Sono stati quindi rimossi il mount transfer e la vite di copertura premontati sull’impianto, inserendo al loro posto un sulcus former da 1,5 mm (abutment di guarigione) (Figg. 8, 9). Questo caso dimostra chiaramente uno dei motivi per cui gli endodontisti vengono sempre più coinvolti nei casi di implantologia. Loro sono infatti in grado di fornire una valutazione globale del dente in questione e sono in grado di presentare al paziente le opzioni di trattamento migliori in base alla valutazione clinica. Trends 13 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Il rialzo del seno mascellare (Boyne 1980, Tatum 1986) è attualmente considerato una tecnica altamente predicibile e sicura per consentire l’inserimento di impianti osteointegrati nel mascellare posteriore atrofico (Jensen 1998). In letteratura sono state tuttavia descritte diverse complicanze ascrivibili a questo intervento: infettive, ORL, vascolari e neurologiche (Pjetursson 2008). La complicanza in assoluto più frequente è la lacerazione, parziale o totale, della membrana di Schneider durante le manovre di antrostomia o di scollamento della stessa (Cho 2001, SchwarzArad 2004, Proussaefs 2004, Wallace 2007). Questa complicanza è degna di nota, in quanto può portare ad abortire la procedura (Aimetti 2001, Schwarz-Arad 2004) o a dover mettere in atto tecniche per riparare la membrana perforata (Pikos 1999, Proussaefs 2003-2004, Testori 2008, Wallace 2007). Le cause vanno dallo spessore esiguo della membrana, alla presenza di cisti da ritenzione, setti di Underwood e aderenze (Becker 2008). Anche variabili anatomiche, come l’ampiezza trasversale del seno mascellare, sono correlate alla probabilità di perforazione della membrana (Cho 2001). Considerando la tecnica tradizionale di rialzo del seno mascellare per via laterale (Smiler 1997, Van den Bergh 2000), la lacerazione della membrana di Schneider ha una prevalenza variabile dal 12 al 44% con una media che si attesta intorno al 20-30% per la maggior parte degli Autori (Becker 2008, Barone 2008). Va osservato che tutti questi lavori si riferiscono all’impiego di strumentazione rotante tradizionale, come frese al carburo di tungsteno e/o diamantate. Questi dati sono comunque destinati ad essere considerati inaccettabili; esemplificando, un intervento su cinque va incontro a complicanze. Si è quindi reso necessario lo sviluppo di una tecnologia che fosse in grado di ridurre significativamente il rischio di complicanze nelle procedure di rialzo del seno mascellare. Il primo lavoro sulle applicazioni della tecnologia piezoelettrica nella chirurgia del seno mascellare è da attribuirsi a Torrella (Torrella 1998). Successivamente, viene dimostrato (Wallace 2007) come l’impiego di un dispositivo piezoelettrico possa portare alla riduzione della frequenza di perforazioni dal 30 al 7%, alla minor frequenza di lesioni all’A. alveolo-antrale e a una riduzione del trauma chirurgico. In un recente studio (Toscano 2010), l’Autore dimostra come tale prevalenza possa essere ulteriormente ridotta a 3,6% per quanto riguarda le lacerazioni della membrana di Schneider e a 0% quelle dell’A. alveolo-antrale. Scopo del presente lavoro è di descrivere l’impiego di un dispositivo piezoelettrico nella chirurgia del seno mascellare e presentare i risultati un case series su 63 procedure chirurgiche effettuate. IT La chirurgia piezoelettrica del seno mascellare Indicazioni cliniche e descrizione di un case series Giacomo Tarquini Libero professionista, Roma Fig. 1 Voi lo avete desiderato, noi lo abbiamo creato. Short and wide implant. Approved 5mm Special offert intro kit [email protected] DISTRIBUTORE PER L’ITALIA Via Mazzini, 43/b - 22030 Pusiano CO - Tel 031 2281057 info @ megagenitalia.it - www.megagenitalia.it pagina 14 [email protected] 1 04/08/10 23.10 14 Trends Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Fig. 2 IT Fig. 3 pagina 13 Materiali e Metodi Il dispositivo piezoelettrico utilizzato nel presente lavoro è Esacrom Moto (Esacrom Srl, Via Serraglio, 19 Imola - Bo) che comprende sia un manipolo piezoelettrico che un manipolo contrangolo per l’inserimento di impianti. L’unità piezoelettrica fornisce una potenza fino a 70W con frequenze che vanno dai 24 ai 32 kHz. L’ampiezza dell’oscillazione arriva a 350 micron (Fig. 1). Descrizione della tecnica chirurgica La tecnica chirurgica del rialzo di seno per via laterale con un dispositivo piezoelettrico (Vercellotti 2001-2004, Testori 2005) può essere suddivisa in 4 tempi operatori: - antrostomia di accesso; - separazione della membrana di Schneider; - scollamento ed elevazione della membrana di Schneider; - prelievo e innesto osseo. L’antrostomia di accesso può essere eseguita tramite osteotomia piezoelettrica (indicata per pareti sottili) o tramite osteoplastica piezoelettrica (indicata per pareti spesse). Per questo motivo, dopo aver valutato a un esame TC lo spessore della parete ossea, è possibile decidere in anticipo il tipo di accesso da effettuare, se tramite osteotomia o tramite osteoplastica (Tab. 1). Non c’è consenso su quale sia il valore minimo per considerare una parete come spessa; convenzionalmente si considerano valori compresi tra 1 e 2 mm (Vercellotti 2001, Testori 2005). È opinione dell’Autore che uno spessore di 2 mm sia un valido riferimento per poter decidere verso l’una o l’altra procedura. Tab. 1 Antrostomia tramite osteotomia Per eseguire l’osteotomia vengono inizialmente impiegati inserti più rapidi e aggressivi a sega ES007 (Fig. 2) seguiti da inserti a scalpello diamantati ES002 (Fig. 3). Antrostomia tramite osteoplastica Per eseguire invece un accesso tramite osteoplastica, si utilizzano gli inserti ES001 ed ES015 (Fig. 4). La rimozione del tessuto osseo viene inizialmente eseguita con l’inserto ES001 (Fig. 5a). Quando la parete è ormai quasi totalmente consumata, è consigliabile terminarne l’erosione con l’inserto a palla diamantato ES015 o con l’inserto a oliva diamantato ES008 (Figg. 5b-c). In caso di accesso per osteotomia, la botola ossea può essere riposizionata sull’antrostomia, riflessa all’interno del seno mascellare o semplicemente rimossa (Van den Bergh 2000). Nell’esperienza dell’Autore, la rimozione della botola ossea con gli inserti ES003A ed ES003B (Fig. 6) aumenta notevolmente la visibilità e non porta ad alcun rischio di perforare la membrana; di contro, la rimozione della botola ossea con strumenti a mano può incrementare fortemente la probabilità di lacerazioni. Una variante anatomica della quale tener conto è la presenza dell’A. alveolo-antrale; il decorso di tale arteria ha un’altezza variabile tra i 16 e i 19 mm dalla cresta ossea (Solar 1999, Elian 2005). Una sua accidentale lacerazione durante l’antrostomia può spesso rappresentare una complicanza (Traxler 1999, Solar 1999, Elian 2005, Ella 2008), anche se raramente si tratta di emorragie potenzialmente pericolose. Se il vaso ha un decorso intraosseo ed è di piccolo calibro, è consigliabile reciderlo (Testori Fig. 4 2005) e trattare l’emorragia con cera da osso. Se il vaso ha decorso extraosseo, ma intrasinusale, esso decorre strettamente adeso alla membrana di Schneider; con uno strumento piezoelettrico può essere facilmente elevato insieme alla membrana stessa senza alcun rischio di lesionarlo. Separazione della membrana La separazione della membrana dai margini dell’antrostomia viene effettuata con l’inserto a forma di cono rovesciato ES004 (Fig. 7) che facilita notevolmente il reperimento del piano di clivaggio. Scollamento ed della membrana elevazione Lo scollamento della membrana di Schneider viene iniziato con gli inserti dedicati ES003A ed ES003B per poi proseguire con strumenti manuali (Figg. 8a-b). È di fondamentale importanza proseguire lo scollamento fino alla parete mediale del seno mascellare per aumentare il potenziale osteogenetico nella zona di innesto e per poter inserire gli impianti in una posizione protesicamente corretta (Testori 2005). (Van Zyl 2009). La presenza di tali setti (Figg. 12a-b) all’interno del seno mascellare può complicare notevolmente la procedura chirurgica, soprattutto in fase di antrostomia e scollamento della membrana sinusale (Van den Bergh 2000, Cho 2001, Toscano 2010). Con la metodica tradizionale le uniche possibilità sono di disegnare il margine caudale dell’osteotomia in modo da aggirare la base del setto (“Wshape”) o disegnare due botole separate (Van den Bergh 2000) aumentando così i tempi operatori e il rischio di lacerare la membrana. Con l’impiego di un dispositivo piezoelettrico, invece, il setto può essere resecato in maniera totale o subtotale (Fig. 12c) e permettere di continuare agevolmente lo scollamento e l’elevazione della membrana (Fig. 12d). Prelievo e innesto osseo L’innesto da posizionare all’interno del seno mascellare può essere costituito da osso autologo, da un sostituto osso o da una miscela dei due (Pjetursson 2008). Data l’ingente quantità di materiale necessario, limitandosi ai siti donatori in cavità orale quasi mai si riesce a reperire osso autologo in quantità sufficienti per un innesto completo. Per questo motivo generalmente ci si rivolge a sostituti ossei di origine eterologa, omologa o alloplastica (Valentini 2003, Del Fabbro 2004). Qualora si decidesse di voler miscelare il materiale da innesto con osso autologo, per mezzo degli inserti per osteoplastica ES001 ed ES003 (Fig. 9), è possibile raccoglierne considerevoli quantità con morbilità pari a zero. La sede di prelievo elettiva è rappresentata dal processo zigomatico dell’osso mascellare per l’evidente contiguità con la zona da trattare (Vercellotti 20012004). L’innesto viene quindi inserito all’interno del seno mascellare e compattato (Figg. 10a-b). L’antrostomia viene poi ricoperta con una membrana in collagene allo scopo di aumentare le probabilità di una completa formazione ossea all’interno della cavità innestata (Fig. 11) (Del Fabbro 2004, Wallace 2005). Una caratteristica anatomica che spesso si incontra è costituita dai setti di Underwood; secondo una recente studio retrospettivo la loro prevalenza media in seguito a indagini TC è del 69% Fig. 5a Fig. 5b Fig. 5c Risultati Sono stati eseguiti 63 casi di rialzo del seno per via laterale su 50 pazienti. Tutti pazienti sono stati inquadrati nosologicamente come ASA 1. In tre soli casi c’è stata una rottura della membrana di Schneider (totale in un caso e subtotale negli altri due) tutte riparate con successo secondo le tecniche descritte in letteratura (Pikos 1999, Proussaefs 2003-2004, Testori 2008, Wallace 2008). In due casi è stata rilevata all’esame TC la presenza dell’A. alveolo-antrale in sede intraossea. Come da protocollo (Testori 2005) è stata recisa e sono state attuate manovre di emostasi locale (trattamento con cera da osso) per prevenire la formazione di ematomi o emoseni. IT pagina 16 Centro di Formazione BTI www.eduardoanitua.com Istituto L’ “Instituto Eduardo Anitua” (Vitoria, Spagna) è uno dei centri internazionali di rilievo nel campo dell’implantologia e della riabilitazione orale. Dotato delle più moderne tecnologie medicali e audiovisive consente di sperimentare una formazione avanzata del più alto livello, orientata all’aggiornamento scientifico e alla pratica. Il centro è dotato di un auditorio con una capacità di 74 persone, diverse aule per seminari e una aula supplementare per le esercitazioni pratiche. Training Avanzato I corsi di chirurgia dal vivo del Dr. Eduardo Anitua sono offerti più volte all’ anno e permettono di migliorare le capacità dei partecipanti nelle più importanti aree della implantologia, attraverso chirurgie in vivo, conferenze orientate alla pratica clinica ed esercitazioni pratiche. Per ulteriori informazioni vogliate contattare: B.T.I. Implant Italia Srl Piazzale Piola n.1 20131 Milano Tel. 02 70605067 Fax 02 70639876 [email protected] 16 Trends Anno IV n. 3 - Settembre 2010 IT Italian Edition pagina 14 In tre casi è stato sufficiente spostare caudalmente l’antrostomia per evitare il vaso in questione (Solar 1999, Elian 2005). Il tasso cumulativo di successo è stato del 4,76%. Tale risultato è in accordo con quanto descritto in letteratura a proposito della procedura di rialzo del seno mascellare con approccio piezoelettrico (Cho 2001, Vercellotti 2001-2004, Toscano 2010). Rispetto all’incidenza di perforazioni che in letteratura viene attribuita alle classiche procedure di rialzo del seno mascellare (20 - 30%), il presente lavoro dimostra che la tecnologia piezoelettrica consente una riduzione statisticamente significativa (4,76%). Fig. 6 Fig. 7 Discussione Indubbiamente, lo sviluppo della tecnologia piezoelettrica ha facilitato e reso più sicure tutte le procedure di chirurgia ossea (Vercellotti 2001-2004). Le caratteristiche cliniche della chirurgia piezoelettrica possono essere brevemente riassunte in 5 punti (Tab. 2). Il taglio micrometrico consente osteotomie di precisione estrema, impensabile con strumenti tradizionali. Il taglio selettivo, dovuto alla frequenza ultrasonica dedicata (24 - 32 KHz), consente al dispositivo di essere attivo sui tessuti mineralizzati (osso, dente), ma non sugli altri (tessuti molli, vasi e strutture nervose) a tutto vantaggio di una elevata sicurezza intraoperatoria. L’effetto di cavitazione che i dispositivi piezoelettrici producono si traduce in una visibilità totale del campo operatorio e contribuisce ad aumentare la sicurezza intraoperatoria. Infine, l’assenza di macrovibrazioni tipiche degli strumenti rotanti e la pressione sul manipolo ridotta, rendono l’esecuzione di osteotomie e/o osteoplastiche altamente precise e sicure. Queste caratteristiche rendono la chirurgia piezoelettrica più facile e predicibile rispetto a quella praticata con strumentazione tradizionale (Schwarz-Arad 2004, Wallace 2007). Dal punto di vista del paziente, tutto questo si traduce in una minor morbilità e in una aumentata accettazione di procedure chirurgiche a volte anche piuttosto complesse. È evidente che comunque l’esperienza e la manualità dell’operatore rimangono sempre i fattori principali per il buon esito della procedura chirurgica (Barone 2008). Fig. 8a Fig. 8b Fig. 9 Fig. 10a Fig. 10b Fig. 11 Conclusioni Rispetto alla chirurgia tradizionale, la chirurgia piezoelettrica del seno mascellare consente una significativa riduzione delle complicanze intraoperatorie, specie per quanto riguarda la perforazione della membrana di Schneider. Nel presente lavoro, su 63 interventi eseguiti di grande rialzo il tasso di complicanze è stato del 4,76% contro il 20 - 30% che è l’incidenza di perforazioni comunemente descritta in letteratura quando si considera la tecnica tradizionale. Tale risultato è in accordo con quanto descritto in letteratura a proposito della procedura di rialzo del seno mascellare con approccio piezoelettrico (Vercellotti 2001, Wallace 2007, Toscano 2010). L’impiego di dispositivi piezoelettrici può essere di grande ausilio nell’approccio chirurgico al seno mascellare. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Fig. 12a Fig. 12b Fig. 12c Fig. 12d Tab. 2 Trends 17 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Implantologia protesicamente guidata: il futuro è ora Ronald W. Konig, DDS, FAGD, LVIF Negli anni, la scienza dell’implantologia ha continuato a evolversi, diventando uno dei segmenti in più rapida crescita della professione odontoiatrica. L’attenzione dell’implantologia sembra essere passata dal semplice posizionamento dell’impianto nell’osso, al corretto inserimento con innesti ossei e, infine, all’ottenimento di un’estetica e di una funzionalità eccellenti e a lungo termine. In altre parole, appartiene ormai al passato quando si tentava prima di posizionare l’impianto e poi di lavorare sull’estetica e sulla funzione. Questo articolo esamina un caso di estrazione di un incisivo centrale e posizionamento di un impianto immediato, seguito dall’applicazione di una corona provvisoria immediata sull’impianto. Il paziente presentava una linea del sorriso alta e quando sorrideva scopriva l’intero dente, costituendo così una sfida dal punto di vista estetico. Preparazione del caso Prima dell’estrazione e dell’inserimento dell’impianto è stata eseguita una scansione iCAT per valutare l’osso intorno al dente. Sulla base dei modelli diagnostici è stata realizzata una mascherina da usare per il restauro provvisorio. L’estrazione del dente deve essere eseguita con particolare cautela, in modo da preservare l’architettura del tessuto e le papille interprossimali (Fig. 1). In questo caso è stato utilizzato un impianto Astra 4.0 x 13 mm. Dopo il posizionamento, è stato applicato un moncone provvisorio, preparato extra oralmente al margine gengivale. Per la realizzazione della corona provvisoria è stato utilizzato il materiale per provvisori Luxatemp. La corona provvisoria è stata posizionata fuori occlusione e i contatti interprossimali sono stati leggermente aperti. La corona è stata accuratamente lucidata, in modo da non causare irritazioni al tessuto (Fig. 2). Questa fotografia è stata scattata immediatamente dopo la chirurgia e il posizionamento del provvisorio. Dopo tre mesi di integrazione, il provvisorio è stato rimosso ed è stata rilevata un’impronta a livello dell’impianto, in modo da poter realizzare un moncone Atlantis Custom Anatomical Zirconium. Il provvisorio e la corona sono stati riposizionati in bocca. Le impronte sono state inviate al nostro tecnico di laboratorio che ha colato il modello con l’analogo dell’impianto da laboratorio e lo ha inviato ad Atlantis con la richiesta corretta. In questo caso, è stato richiesto un moncone anatomico in zirconia, con margine facciale 1 mm subgengivale e margine linguale 0,75 subgengivale. Atlantis ha quindi rimandato il caso al nostro tecnico che lo ha finalizzato per la realizzazione della corona. Al caso sono state accluse anche alcune fotografie Discussione Fig. 1 - Posizionamento immediato dell’impianto. Fig. 2 - Posizionamento immediato del provvisorio. Fig. 3 - Posizionamento del moncone personalizzato. Fig. 4 - Restauro finale (DTI/foto del Dr. Ronald Konig). per facilitare la scelta della tinta. È stata quindi realizzata una corona Empress e il caso è stato rimandato in Studio. Il moncone Atlantis è stato provato in bocca (Fig. 3). Notare gli eccellenti contorni del tessuto e l’ampiezza del moncone personalizzato (seguono poi considerazioni sui monconi personalizzati). La corona è stata quindi posizionata e caratterizzata. Nella maggior parte dei casi anteriori, la caratterizzazione individuale mediante applicazione delle tinte di ceramica desiderate e successiva ricottura della corona permette lievi cambiamenti che possono davvero migliorare il risultato finale. Dopo la cottura, la corona viene cementata in posizione. La Figura 4 mostra il restauro finale al momento della cementazione. Un’attenta osservazione evidenzia le papille intatte, i contorni anatomici corretti del moncone, tessuti gengivali sani e aderenti, un colore eccellente tinta e un effetto lucentezza che si armonizza con la dentizione naturale. • Tipo di impianto: l’uso di impianti a livello osseo nell’area anteriore presenta diversi vantaggi, soprattutto in caso di estrazione e posizionamento immediato. Questo consente l’impiego di monconi personalizzati che imitano l’anatomia e la forma del dente naturale. • Monconi: molte aziende producono monconi personalizzati. Atlantis è un’azienda eccezionale che collabora con il vostro laboratorio e il suo lavoro è encomiabile. L’azienda produce monconi anatomici della corretta forma e larghezza del dente al margine gengivale. Come detto precedentemente, le specifiche di posizionamento del margine migliorano la salute e l’estetica della corona. L’uso di monconi personalizzati come gli Atlantis è fin troppo facile e i costi sono simili a quelli di monconi standardizzati della maggioranza delle aziende implantari. • Tessuto molle: mediante estrazione immediata / posizionamento impianto / tecnica con provvisorio immediato, è possibile conservare il tessuto molle e l’architettura delle papille. L’uso di un moncone provvisorio in “plastica” prepara- bile permette di realizzare una corona provvisoria ben contornata che impedisce il collasso e il deterioramento di queste strutture. • Estetica: l’avvento di monconi personalizzati in zirconia ha permesso l’uso di corone in ceramica integrale. I restauri Emax ed Empress sono due sistemi che consentono il controllo della traslucenza, della lucentezza e della caratterizzazione. Con la maggior conoscenza e consapevolezza da parte dei pazienti, anche l’estetica implantare è sempre più richiesta. I tempi sono favorevoli per la realizzazione di trattamenti implantari e protesici. I pazienti non vogliono provvisori mobili. Queste tecniche consentono all’odontoiatra di eseguire trattamenti protesici maggiormente predicibili e di successo. Per visionare altri articoli e news italiani e internazionali, cliccate sul nostro sito www.dental-tribune.com L’Autore Ronald W. Konig, DDS, si è laureato presso la University of Texas, Austin, e il Baylor College of Dentistry. Ha completato la sua formazione post-laurea presso LVI per studi avanzati in odontoiatria ed è Fellow dell’LD Pankey Institute. È Fellow anche presso LVI per studi avanzati in odontoiatria ed è fellow della Academy of General Dentistry; è membro della American Academy of Sleep Dentistry, dell’International College of Craniomandibular Orthopedics e dell’International Academy of Comprehensive Aesthetics. Ha uno studio privato presso il Houston Medical Centre e si occupa prevalentemente di ATM, protesi e medicina del sonno. Alla scoperta di Atlantis™ —abutment personalizzabili per i principali sistemi implantari Courtesy of Dr. Steve Lewis and Dr. Julian Osorio. Siete alla ricerca della soluzione migliore in protesi cementata? Atlantis™ è la risposta. Utilizzando l’esclusivo software Atlantis VAD™ (Virtual Abutment Design) gli abutment vengono realizzati in maniera personalizzata, partendo dalla simulazione della forma finale del dente. Il risultato sarà un abutment con funzionalità ed estetica eccezionali. Atlantis™ garantisce i seguenti vantaggi: • Estremamente estetico e funzionale – il più vicino possibile ai denti naturali • Disponibile per i principali sistemi implantari • Libertà di scelta tra differenti materiali – titanio, titanio nitrurato e zirconia • Procedura protesica semplificata – è sufficiente prendere l’impronta e inviarla al laboratorio • Elimina la necessità di scorte di magazzino Per il prossimo caso chiede di Atlantis™ al vostro laboratorio di fiducia. Astra Tech S.p.A., Via Cristoni 86, 40033 - Casalecchio di Reno - Bo. Tel: +39 051 2987511. Fax: +39 051 2987584. www.astratechdental.it 18 Attualità Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Relazione europea: i prezzi degli impianti dentali in calo del 3,3% - Pubblicità 210x297+5 v.2 - Symposium Rimini 28-07-2010 Lo scorso anno, la media dei prezzi di vendita delle apparecchiature implantari odontoiatriche e dei monconi è diminuita del 3,3% e dell’8,1%, rispettivamente, secondo un nuovo rapporto condotto dal Millennium 16:12 Pagina 1 Research Group (MRG). “Ciò è avvenuto in quanto i dentisti hanno cercato di mantenere una certa redditività durante la crisi economica, chiedendo sconti maggiori e l’acquisto di impianti ai produttori sempre più a basso costo”, ha riferito MRG. Nobel Biocare Symposium 2010 – Rimini Nuovo Palacongressi di Rimini, 1- 2 ottobre Comitato Scientifico Dr. Mauro Merli - Chairman Dr. Luca Cordaro Dr. Stefano Gracis Dr. Stefano Panigatti Prof. Massimo Simion Odt. Eugenio Bianchini Odt. Roberto Bonfiglioli a tri rto toia n Ape o d ti/o i ntis e d cnic ici ote d t e n o m e od Argomenti trattati – Terapia ricostruttiva o soluzioni alternative? – Scelta ed analisi dei materiali in rapporto alle indicazioni cliniche – Processi decisionali in implantoprotesi: dalla diagnosi alla scelta dei materiali – Chirurgia plastica peri-implantare e chirurgia minimamente invasiva – Protocolli protesici innovativi e ruolo dell’odontotecnico nell’era digitale Fonte: DrBicuspid.com ©2010 – Piano di trattamento: alternative? Discussione interattiva di un caso clinico dal punto di vista odontoiatrico e odontotecnico Per informazioni ed iscrizioni contattare: Carlson Wagonlit Travel Tel. 055/09491858 E-mail: [email protected] Sito Web: http://ap.seeuthere.com/SimposioNobel In molti paesi europei, l’implantologia è una spesa “out-ofpocket” (fuori budget) per i pazienti, visti i pochi (o del tutto assenti) rimborsi da parte dei piani sanitari dei paesi di appartenenza, con l’eccezione di Svezia, Germania, Paesi Bassi e Belgio, che offrono un rimborso parziale. Gli impianti odontoiatrici sono considerati strumenti “elettivi”, poiché la perdita di un dente in genere non inibisce la possibilità di mangiare o parlare. Affinché i pazienti non esitino a sottoporsi a chirurgia implantare odontoiatrica anche durante questo periodo di recessione economica, i dentisti sono stati costretti a spostare le proprie priorità. In passato, infatti, vi era soprattutto un’attenzione maggiore agli attributi del prodotto e a un servizio di alta qualità. Dal 2009, tuttavia, una maggiore importanza è stata data anche al prezzo, secondo il Millennium Research Group. I medici e gli operatori del settore hanno anche riferito che in molti hanno abbassato i prezzi e offerto sconti significativi per poter competere. La nuova attenzione per il lato economico ha reso il mercato europeo degli impianti dentali un’arena molto attraente per i produttori più piccoli e più economici, che ora si trovano a competere spesso con i “giocatori” più affermati. “Il pericolo, ora, è che se anche la situazione economica dovesse migliorare, molti dentisti non saranno più disposti a tornare ai prodotti di alta qualità”, ha dichiarato l’analista di MRG, Emily MacIntosh. “Si rischia che i concorrenti low-cost si assicurino una posizione stabile sul mercato, in particolare nelle zone già consolidate”. La ricerca MRG sugli impianti dentali nei mercati europei per il 2010 riguarda Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia , Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Nobel Biocare Italiana srl Viale Colleoni, 15 - Palazzo Orione 2 20041 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 6836.1 - Fax 039 6899.474 www.nobelbiocare.com Newsletter Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Utilizzo del β-TCP nella G.B.R. (guided bone regeneration) pre-implantare e peri-implantare Vincenzo Bucci Sabattini*, Marta Petri *Prof. a.c. Implantologia avanzata - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Corso di Laurea Specialistica in Odontoiatria, Università degli Studi di Pavia Caratteristiche biologiche del ß-Fosfato Tricalcico: RTR® Septodont France Questo biomateriale in fosfato di Ca è una ceramica bioattiva che partecipa agli scambi tra cellule e tessuto; preparati istologici hanno confermato la sua funzione di mantenitore di volume, di osteoconduzione e la capacità di promuovere la sua sostituzione con connettivo denso che successivamente va incontro a mineralizzazione. A 4 mesi l’esame istologico dimostra una neoformazione ossea iniziale negli spazi intergra- nulari e nei pori dell’impianto; i granuli di β-TCP ancora presenti fanno da guida all’osso in via di formazione, venendo questi ultimi progressivamente riassorbiti e sostituiti da osso vitale. A 6 mesi si evidenzia la trasformazione di osso fibrillare in lamellare e il β-TCP è nello stesso periodo completamente riassorbito. Il riassorbimento, diversamente da quanto accade con l’idrossiapatite, è progressivo, liberando ioni Calcio e Fosforo che partecipano attivamente alla neodeposizione ossea. Il β-TCP è fisicamente simile ai cristalli di apatite biologica; i granuli di β-TCP sono però caratterizzati da un rapporto Ca/P meno elevato e da una presenza minore di carbonati e sostituti ionici. Questi fattori modificano taglio e forma dei cristalli, ma sopratutto le proprietà di dissoluzione, e rendono il β-TCP più solubile rispetto all’apatite naturale. La granulometria media è compresa tra i 500μm e 1mm; i macropori hanno un diametro compreso tra i 100 e i 400μm, mentre il diametro dei micropori è inferiore ai 10μm. La porosità consente una facile compattazione e un’ottima colonizzazione in profondità da parte delle cellule figurate del sangue nell’intero spessore del prodotto, con conseguente diffusione delle cellule osteogeniche che guidano la formazione di tessuto osseo. Livellamento manuale della emergenza degli impianti avvitati con contrangolo a 50 N°. Monconi preformati avvitati a 35 N°. Apposizione di R.T.R. Sutura con punti a materassaio. Risultato a una settimana. Provvisori in estetica immediata. Lo stato dell’arte, oggi, in terapia protesica, grazie all’uso degli impianti endossei, è tale per cui sempre più spesso si evita la tradizionale protesi amovibile. La protesi su impianti però per avere una prognosi favorevole nel lungo periodo necessita di essere sottoposta a un carico protesico corretto. È per questo che ora si parla di implantologia protesicamente guidata: non si mettono gli impianti laddove c’è osso, ma si ricostruisce il tessuto osseo nei siti in cui è utile per l’inserzione protesicamente corretta degli impianti. Numerosi sono i materiali e i metodi proposti per ottenere questo risultato. L’Oms definisce come terapia migliore “[...] la terapia che permetta di conseguire il risultato col minimo costo biologico ed economico”. In questo contesto i materiali a potenziale osteo-conduttivo di commercio trovano una loro importante indicazione d’uso. Frutto delle più recenti tecnologie e ideale per la ricostruzione di difetti parodontali, implantari e per il riempimento di siti post-estrattivi e chirurgici, è ora disponibile R.T.R. (Resorbable Tissue Replacement - Septodont, France), un nuovo materiale sintetico biocompatibile sterile riassorbibile, a base di β-fosfato tricalcico puro al 99%. La struttura cristallina del β-fosfato tricalcico e la sua esclusiva porosità, conferiscono al prodotto proprietà biologiche ottimali e, più precisamente, straordinarie caratteristiche di osteoconduzione e di totale riassorbibilità. I granuli porosi di β-fosfato tricalcico presentano una macroporosità compresa fra i 100 e i 400 μm, e una microporosità inferiore ai 10 μm. Queste caratteristiche morfologiche consentono una perfetta colonizzazione dei granuli da parte delle cellule osteogeniche. Il β-TCP è un materiale sintetico biocompatibile, utilizzato come sostitutivo dell’osso umano in campo ortopedico e odontoiatrico. È indicato in tutti i tipi di intervento quali riempimento di siti postestrattivi, ricostruzione di difetti preimplantari e parodontali, riempimento di cavità dopo interventi di chirurgia orale. L’ergonomia della siringa curva di R.T.R. permette di applicare con estrema precisione il materiale nel sito operatorio, normalmente si consiglia di impregnare i granuli di β-TCP con soluzione fisiologica, ma quando la situazione clinica lo consente è preferibile aspirare direttamente il sangue dal sito ricevente. L’RTR viene commercializzato in siringa o in coni (Dispositivo Medico CE 0459). Caso clinico In questo primo caso clinico, si presenta una riabilitazione implantoprotesica del mascellare superiore in regione 1.1, 1.2, 2.1, 2.2 tramite l’ausilio di materiale sintetico da innesto e PRF. La paziente si presenta all’osservazione con una lesione endo-parodontale che si evidenzia con la perdita di gran parte della parete vestibolare ossea in regione 1.1, 1.2, 2.1, 2.2. Durante l’indagine anamnestica e radiologica (tramite Ortopantomografia) si rilevano inoltre precedenti interventi di apicectomia nella medesima regione. Si decide pertanto di eseguire una riabilitazione implantoprotesica associata a una ricostruzione della teca vestibolare attraverso un impianto di β-Fosfato Tricalcico ricoperto da PRF in membrane. Ortopantomografia preoperatoria. Ricostruzione parete vestibolare. 20 Newsletter Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Ortopantomografia post-operatoria. Rigenerazione ossea vestibolare La ricostruzione della parete vestibolare del processo alveolare superiore viene effettuata tramite l’impiego di R.T.R® (Resorbable Tissue Replacement). La successiva messa in situ di quattro membrane di PRF, precedentemente ottenute, consente una protezione e copertura dell’innesto, favorendo la rigenerazione ossea e mucosa. Si esegue una sutura con punti a materassaio e si procede alla messa in opera di un provvisorio con funzione estetica (opportunatamente progettato per evitare il carico funzionale). A tre mesi dall’intervento è stata eseguita un’analisi istologica da un campione prelevato attraverso fresa carotatrice. I risultati istomorfometrici mettono in evidenza una formazione di nuovo tessuto osseo pari a circa il 30%. Reperto istologico a 90 giorni. Su gentile concessione di TU.E.OR. Foto tratte da: V. Bucci Sabattini, Tecniche ricostruttive e rigenerative dei materiali atrofici. I biomateriali: scelta, indicazioni e metodi di uso, TU.E.OR., Torino 2007. TC a 6 mesi. Prodotto da: Septodont 58, rue du pont de Créteil - 94100 Saint Maur des Fossée Tél.: 01 49 76 70 00 - Fax: 01 49 76 70 78 www.septodont.com Distribuito da: OGNA Laboratori Farmaceutici Via Figini, 41 - 20053 Muggiò (MI) Tel. 039 2782954 fax 039 2782958 e-mail: [email protected] www.ogna.it Newsletter 21 Anno IV n. 3 - Settembre 2010 MicroPost Ogna: un nuovo sistema di perni endocanalari Marco Chiesa Professore a Contratto di Odontoiatria Conservativa- Facoltà di Medicina e Chirurgia - Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Università degli Studi di Pavia La moderna Endodonzia si arricchisce ogni giorno di metodiche, materiali e strumenti innovativi capaci di colmare qualsiasi lacuna nel trattamento endodontico di elementi dentari spesso fortemente compromessi. I perni in fibra di vetro rappresentano cronologicamente l’ultima soluzione proposta per la ricostruzione del dente trattato endodonticamente; rinforzati con fibre, hanno proposto un nuovo concetto di sistema restaurativo. Le varie componenti della ricostruzione – perno, cemento, materiale composito da restauro – costruiscono un complesso strutturalmente e meccanicamente omogeneo, i carichi funzionali vengono assorbiti in modo analogo a quanto si realizza nel dente integro. Alla luce dei più recenti orientamenti clinici, la terapia endodontica deve essere volta al trattamento conservativo del complesso radicolare, evitando l’asportazione superflua di tessuto dentario sano. Seguendo questo principio di base nasce la linea endodontica di perni in fibra di vetro “MicroPost”. MicroPost è un nuovo esclusivo sistema di perni endocanalari in fibra di vetro ad alta densità legata con la resina epossidica, svi- luppato seguendo l’esatta morfologia dei denti naturali e calibrato sulla reale lunghezza dei canali radicolari. Viene utilizzato questo tipo di resina per le sue eccellenti caratteristiche meccaniche e l’ottima compatibilità con i moderni sistemi di cementazione adesiva. MicroPost si adatta perfettamente alla conformazione anatomica del canale radicolare riducendo quindi al minimo la quantità di dentina da asportare. La sua forma innovativa garantisce stabilità e grande resistenza a qualsiasi tipo di ricostruzione. Il design particolare della parte endocanalare dei perni MicroPost permette a cemento e aria di defluire con facilità dall’interno verso l’esterno del canale, evitando la formazione di bolle; in questo modo il perno viene facilmente collocato nella sua giusta posizione. Grazie alla lunghezza ridotta dei perni MicroPost non è necessario tagliare o ridurre gli stessi, operazione che spesso fatta sui perni tradizionali potrebbe compromettere la resistenza. Il colore del perno è il bianco opaco scelto appositamente poiché in fase di rifinitura diretta- mente in bocca al paziente e sotto la lampada del riunito è quello che mette in evidenza ogni più piccolo dettaglio. I perni MicroPost sono facilmente identificabili grazie a una codifica colore posta direttamente sulla testa del perno. Ogni colore corrisponde a una grandezza e indica, inoltre, per quale dente è particolarmente indicato viste le sue caratteristiche. Sei frese calibrate, quattro per i perni cilindrici e due per i perni conici, completano il sistema. I perni MicroPost sono divisi in tre categorie diverse: Ritenzione, Ritenzione + Ricostruzione, Ricostruzione. A completamento della tecnica MicroPost, la Ogna propone BioLine, una linea completa di cementi e adesivi di ultima generazione, sviluppati per la cementazione di perni in fibra di vetro e altri manufatti protesici. BioEtchBond DC Ogna Sistema adesivo dual cure, auto mordenzante di sesta generazione, ideale sia su smalto che dentina per qualunque tipo di restauro e cementazione: compositi, compomeri, cementi vetro-ionomerici e cementi a base resinosa. Dopo la miscelazione dei due componenti si impiega in un unico passaggio garantendo un risparmio di tempo. BioCem DC Ogna Composito microibrido a doppia polimerizzazione molto fluido, per cementazioni permanenti di inlay, onlay, corone, ponti e faccette, e perni endodontici in fibra di carbonio e in fibra di vetro. È un composito altamente radiopaco a compattezza relativamente alta e con resistenza molto elevata. BioCore DC Ogna Composito ibrido duale fluido per la cementazione di perni in fibra e per la ricostruzione di monconi. BioCore Dc Ogna ha come caratteristiche i tempi di applicazione limitati che evitano il surriscaldamento. La proprietà duale del prodotto aiuta l’odontoiatra a ottenere una perfetta polimerizzazione anche là dove la luce non arriva in maniera sufficiente. L’elemento dopo la preparazione del post-space. La rimozione della matrice e del cuneo. La prova dei perni. La creazione della superficie occlusale in resina composita rispettando la morfologia esistente. L’applicazione dell’adesivo duale BioEtchBond DC. Il restauro ultimato e lucidato: visione occlusale. Il posizionamento dell’endo-tips per l’inserimento del cemento duale all’interno dei canali. La polimerizzazione del cemento duale BioCem DC. La prima fase del restauro con la costruzione della parete interprossimale in resina composita. 22 Newsletter Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Ruolo della terapia antimicrobica nella malattia parodontale Marilice Boldi, Michela Rossini Università dell’Insubria, Varese - Corso di Laurea in Igiene Dentale La malattia parodontale ha, nella quasi totalità dei casi, un’eziologia batterica, e non sempre la terapia parodontale meccanica può raggiungere tutti i depositi subgengivali o arrivare a eliminare i batteri che invadono i tessuti molli e i tubuli dentinali. Inoltre, i siti trattati possono essere ricolonizzati da patogeni provenienti da altri siti contaminati. Per questo motivo la ricerca sta lavorando molto per capire il potenziale ruolo degli agenti antimicrobici nella terapia parodontale, andando a investigare su quelli che sono gli agenti antimicrobici che possono essere rilasciati per via sistemica o locale. La terapia antimicrobica sistemica Gli agenti antimicrobici sistemici hanno un ruolo nella terapia parodontale in alcune specifiche situazioni: - parodontiti aggressive; - parodontiti ad insorgenza precoce; - gengiviti e parodontiti ulcerative necrotizzanti; - ascessi parodontali acuti. È importante sottolineare come gli antibiotici, dove possibile, non debbano essere somministrati prima del completamento della detartrasi delle superfici radicolari (Mombelli 2006). La scelta della somministrazione di antibiotici a livello sistemico si può rivelare efficace quando si conosce il profilo microbico specifico del paziente e si ha la necessità di arrivare in aree non dentali contaminate e non accessibili dalla strumentazione meccanica. Come scelta di terapia, in linea di massima, soddisfa quelle che sono le aspettative del paziente che ritiene l’assunzione di antibiotici parte della terapia necessaria. Allo stesso tempo, la validità della cura dipende dal grado di collaborazione del paziente nel rispettare la posologia di assunzione del farmaco. La terapia antimicrobica locale Gli agenti antimicrobici locali sono stati approfonditi per la terapia delle parodontiti croniche nell’adulto e vengono utilizzati sia come unico trattamento sia in combinazione con la terapia di levigatura radicolare. L’area di applicazione potenzialmente più adatta è da considerarsi quella della terapia di lesioni parodontali in corso o persistenti. L’associazione alla strumentazione sottogengivale si rivela comunque sempre necessaria per alterare o ridurre drasticamente la quantità di batteri presenti nelle tasche parodontali e, quindi, per fare in modo che il principio attivo utilizzato come agente antimicrobico possa incidere maggiormente sulla riduzione o modificazione della componente patogena batterica e, conseguentemente, sulla riduzione di profondità di tasca e di sanguinamento al sondaggio. Oltre a questa indicazione, secondo quanto affermato dalla Società Italiana di Parodontologia attraverso l’opuscolo “Progetto Terapia: strategie per il controllo delle infezioni” (2003), i prodotti a rilascio locale possono essere utilizzati anche durante la terapia causale, sempre in associazione alla strumentazione meccanica sottogengivale e, dopo la terapia causale, in aiuto alla terapia meccanica in zone difficilmente raggiungibili dall’azione meccanica degli strumenti come le curette e gli ultrasuoni. La somministrazione a livello locale di un agente antimicrobico dà la possibilità di utilizzo direttamente nel sito malato, diminuendo così gli effetti avversi che possono derivare da una terapia sistemica. La dose di antibiotico assunta dal paziente è decisamente più bassa rispetto alla terapia sistemica ma, allo stesso tempo, assicura un’alta concentrazione di principio attivo nella tasca parodontale. Fig. 1 Posizionamento dell’agente antimicrobico (Periocillin - Ogna) nella tasca parodontale. L’efficacia della cura non è particolarmente dipendente dal grado di collaborazione del paziente. Sono stati commercializzati diversi agenti antimicrobici a rilascio locale. Di seguito i principi attivi dei prodotti noti, alcuni dei quali possono non essere al momento in commercio: - Metronidazolo gel (25%); - Minociclina gel (2%); - Minociclina HCl (1 mg) in microsfere di polimero riassorbibili; - Tetracicline (25%) in fibra di copolimero plastico non riassorbibile; - Doxiciclina iclato (8,8%) gel; - Piperacillina sodica (10%) in soluzione filmogena adesiva; - Clorexidina (2,5 mg) in polimero biodegradabile. Ad eccezione dell’ultimo prodotto che è un antisettico, gli altri sono tutti tipi di antibiotico. Il gel di metronidazolo e le microsfere di minociclina sono prodotti a rilascio sostenuto, con una durata di azione di almeno 24 ore e sono necessarie almeno due applicazioni, intervallate da una o più settimane. Le fibre di tetraciclina, la doxiciclina, il polimero di clorexidina, la soluzione di piperacillina sodica sono prodotti a rilascio controllato, con una durata maggiore di 24 ore, dei quali è sufficiente una sola applicazione. Applicazione degli agenti antimicrobici a rilascio locale e istruzioni al paziente Oltre alle corrette indicazioni e controindicazioni d’uso degli agenti antimicrobici, è necessaria, per ottenere il massimo in termini di conseguimento dei risultati attesi, una corretta applicazione del dispositivo, ed è essenziale dare istruzioni specifiche al paziente che riceve questo tipo di terapia. Un metodo di distribuzione locale può portare elevate concentrazioni di antimicrobico nella tasca ma, per avere successo, la medicazione deve: a.essere a una concentrazione che agisca sul microrganismo che causa l’infezione; b.raggiungere tutte le aree della tasca, compreso le forcazioni; c.permanere nella tasca per un tempo sufficientemente lungo per esplicare l’azione antimicrobica. In base a ciò, uno dei criteri di scelta del tipo di antimicrobico, oltre che a basarsi sul principio attivo utile, sarà quello di valutare la consistenza e la “forma” dell’antimicrobico stesso. Ad esempio, il chip di clorexidina è di forma rettangolare , arrotondata a un estremo di dimensioni pari a 4 x 5 mm, adatta quindi per tasche maggiori di 5 mm. Deve essere conservato in frigorifero (a una temperatura da 2 a 8 °C). Al momento del posizionamento, isolare il sito da trattare con un rullo di cotone, posizionare l’aspiratore, asciugare l’area con un tampone in modo che il chip non cominci a diventare molle prima di trovarsi all’interno della tasca e posizionarlo al fondo della stessa. I prodotti in gel, liquidi o sospensione sono distribuiti attraverso una siringa con ago smusso e adattabile alla tasca da trattare (Fig. 1). Per la conservazione del prodotto bisogna fare riferimento alle istruzioni del produttore. Questi prodotti sono stati studiati in modo tale che, una volta inseriti nella tasca in forma gel, liquida o sospensione, subiscano una trasformazione con l’umidità caratteristica del sito raggiunto così da cambiare consistenza, riuscendo a rimanere in situ. Le procedure di isolamento del sito da trattare non sono diverse da quelle del posizionamento del chip di clorexidina. Come sottolineato precedentemente, il successo della terapia si basa anche sul tempo di permanenza del principio attivo a contatto con l’area infetta; quindi, è necessario dare istruzioni specifiche al paziente su come mantenere privi di placca i siti trattati senza interferire con la medicazione. Il paziente deve inoltre essere informato anche del fatto che gli antibiotici non sono uno strumento per compensare una scarsa igiene orale. Conclusioni La terapia parodontale meccanica si è rivelata, da sola, in grado di migliorare in maniera sufficiente le condizioni cliniche del paziente che è affetto da malattia parodontale. Fatta questa premessa, si è visto come l’utilizzo, in determinate situazioni, di agenti antimicrobici sistemici o locali può rendersi necessaria. L’operatore deve conoscere le varie possibilità esistenti per il raggiungimento di uno stato di salute parodontale del proprio paziente. In relazione agli antibiotici, per limitare lo sviluppo di specie batteriche resistenti, è necessario adottare “un precauzionale atteggiamento restrittivo” nel loro utilizzo. La scelta dell’agente antimicrobico idoneo è solo uno dei passaggi da rispettare: oltre a questo è importante considerare i vantaggi e gli svantaggi di questa terapia, rispettare le modalità di conservazione e applicazione del prodotto e informare il paziente in modo che sia parte attiva per il successo della terapia stessa. 1. Lang NP, Lindhe J. Parodontologia Clinica e Implantologia Orale. Milano, EDI-ERMES; 2009: 910-926. 2. Mombelli A, Schmid B, Rutar A & Lang NP. Persistence patterns of Porphyromonas gingivalis, Prevotella intermedia/nigrescens and Actinobacillus actinomycetencomitans persisting after mechanical therapy. Journal of Clinical Periodontology 2000; 29: 743-749. 3. Mombelli A. Heresy? Treatment of chronic periodontitis with systemic antibiotics only. Journal of Clinical Periodontology 2006; 33, 661-662. 4. Società Italiana di Parodontologia. Progetto terapia. Strategie per il controllo delle infezioni. Coordinatore Cortellini P; 2003. 5. Wilkins EM. La pratica clinica dell’igienista dentale. Padova, Piccin; 2001: 629-640. Clinica & Pratica 23 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Sostituzione immediata e provvisorio di elemento singolo in zona estetica Graham Magee Con più di 40 anni di evidenza clinica, gli impianti dentali in titanio rappresentano un’opzione di trattamento accettabile (basata sull’evidenza) per la sostituzione dei denti naturali e dovrebbero essere considerati un’alternativa alle protesi parziali o ai ponti. Negli ultimi anni si è sempre più assistito al posizionamento immediato di un impianto con relativa funzione immediata o carico immediato, in quanto metodo molto predicibile per offrire ai nostri pazienti una riabilitazione implantare. Per la definizione di “posizionamento immediato” di un impianto sono state utilizzate diverse tempistiche. Hammerle et al. (2004) hanno suggerito che per posizionamento immediato di un impianto si intende l’inserimento dell’impianto dopo l’estrazione di un dente, nell’ambito della stessa procedura chirurgica. Nello stesso articolo, si afferma che “gli impianti non dovrebbero essere posizionati al momento dell’estrazione del dente se la morfologia dentale residua preclude l’ottenimento della stabilità primaria”. Si afferma anche che “se si è persa l’integrità del piano vestibolare, non è consigliabile posizionare l’impianto al momento della rimozione del dente. Piuttosto, si eseguirà una terapia di incremento”. L’impianto viene quindi posizionato dopo la guarigione, ovvero dopo 12-16 settimane, o anche dopo più di 16 settimane. È stato anche riportato che l’infezione influisce negativamente sulla possibilità di un posizionamento immediato di un impianto (Rosenquist e Grenthe 1996; Grunder et al. 1999) ed è una controindicazione per il posizionamento immediato di un impianto in un alveolo postestrattivo. Concetto di trattamento predicibile Il posizionamento immediato di un impianto e la sua relativa fase provvisoria rappresentano un concetto di trattamento predicibile (De Rouck et al. 2008). La percentuale di successo è almeno paragonabile ai dati pubblicati per la riabilitazione implantare di un elemento singolo con protocolli standard in siti guariti. Questo avviene quando si esegue una corretta selezione del paziente e il chirurgo ha padronanza delle tecniche che differiscono dal protocollo implantare standard a due fasi. Per il paziente, il vantaggio principale della sostituzione immediata con provvisorio immediato è dato dal numero inferiore di sedute chirurgiche, con un’estetica immediata che virtualmente non si distingue da quella dei denti naturali. Talvolta, se il dente da sostituire è decolorato in quanto non più vitale, l’estetica conferirà un miglioramento immediato. Per il clinico, la sostituzione immediate permette di ridurre al minimo la distruzione del tessuto molle, assicurando un supporto perimplantare immediato attraverso un’accurata progettazione e realizzazione del restauro provvi- sorio. Questo aiuta il mantenimento della stabilità dei tessuti gengivali marginali, condizione necessaria per un risultato estetico di successo. Fallimento dell’otturazione radicolare L’otturazione canalare era stata eseguita circa 25 anni prima ed era stata sottoposta ad apicectomia circa 13 mesi prima che il dente diventasse problematico (Fig. 1). La paziente non voleva essere sottoposta a un’ulteriore apicectomia e ha quindi richiesto l’estrazione del dente. Il seguente è un caso clinico di una donna di 50 anni che presentava il fallimento dell’otturazione Impaginato ADV corso 2011 A4 - OK luglio 2-07-2010 canalare dell’incisivo centrale superiore di sinistra. 9:05 Pagina 1 IDRE EDUCATION IT pagina 24 Fig. 1 - Radiografia dell’incisivo centrale superiore di sinistra compromesso. 2011 CORSO PRATICO DI IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA MILANO Sede Studio Odontoiatrico Prof. Massimo Simion Viale Tunisia, 48 20124 Milano Relatori Prof. Massimo Simion Dr. Emilio Maschera Date Preliminari gennaio 20/21/22 febbraio 17/18/19 marzo 17/18/19 maggio 05/06/07 luglio 08/09 ottobre 20/21/22 novembre 03/04/05 24/25/26 Introduzione L’implantologia moderna, nata negli anni settanta dagli studi del Prof. Brånemark, ha avuto nell’ultimo decennio un continuo sviluppo ed ha raggiunto risultati sempre più affidabili. Di pari passo le esigenze estetico-funzionali dei pazienti sono aumentate, tant’è che attualmente non è più possibile prescindere da un risultato estetico adeguato in qualsiasi genere di riabilitazione implantare. Come conseguenza la preparazione base di chi utilizza le tecniche implantari osteointegrate non può più essere approssimativa, ma richiede specifiche conoscenze adeguate alle più moderne tecniche. Questa considerazione ha motivato nel tempo l’allestimento del corso pratico di implantologia e rigenerazione ossea. Il corso pratico di implatologia e rigenerazione ossea fornisce con successo ai partecipanti un adeguato addestramento pratico alle tecniche chirurgiche implantari e rigenerative, permettendo loro di ampliare la gamma dei pazienti trattabili con impianti. La metodica didattica consente, tramite una corretta programmazione nell’apprendimento di tecniche chirurgiche sempre più complesse, di estendere le possibilità terapeutiche a tutti i casi trattabili ambulatorialmente, ivi compresi i rialzi verticali di cresta e le atrofie mascellari più gravi. Contenuto del corso Verranno trattati sia semplici casi di sostituzione di elementi singoli, sia casi più complessi di edentulismo totale fino ad arrivare alle rigenerazioni ossee di difetti periimplantari quali deiscenze, fenestrazioni, siti post-estrattivi, incrementi verticali di cresta e casi di rialzo del seno mascellare con “tecnica di Summers” modificata e grande rialzo di seno con la tecnica Caldwell-Luc modificata da Tatum. Nell’ambito del corso verrà affrontata anche la tematica del carico immediato e nei casi che lo consentono, anche attraverso programmazione computerizzata. A chi è rivolto In questa prospettiva il corso pratico annuale si rivolge soprattutto ad odontoiatri che già praticano l’implantologia, ma che desiderano avvicinarsi alle tecniche rigenerative. Gli obiettivi • Far acquisire agli odontoiatri generici le moderne tecniche implatologiche ed i principi fondamentali della rigenerazione ossea, rendendoli autonomi nel trattamento della maggior parte dei casi implantari. • Assicurare un’adeguata preparazione a quegli odontoiatri che in futuro intendano dedicarsi prevalentemente all’implantologia e desiderino acquisire le conoscenze per gestire in modo predicibile i casi più complessi. I vantaggi Il nostro corso pratico annuale offre un’opportunità diversa dai congressi e dai corsi teorici, ove i partecipanti vengono a conoscenza delle tecniche esistenti, ma difficilmente sono poi in grado di eseguirle. Con questo corso infatti, grazie ad esperienze cliniche su pazienti, il partecipante risulta in grado di eseguire con sicurezza le tecniche apprese, attraverso interventi di chirurgia dal vivo, eseguiti dai docenti personalmente o dai partecipanti con la supervisione dei docenti stessi. Per informazioni rivolgersi a: IDRE EDUCATION SRL Sponsor: Viale Tunisia, 48 - 20124 Milano Costanza Damilano - Executive Manager Tel: +39 02 6698 8259 - Fax: +39 02 6671 1591 - www.idre.it EVENTO CON CREDITI 24 Clinica & Pratica Anno IV n. 3 - Settembre 2010 IT pagina 23 Sono state valutate le diverse opzioni di trattamento, considerando che, dato che l’incisivo centrale adiacente era stato sottoposto a terapia canalare e a restauro mediante corona e che l’incisivo laterale era stato restaurato con una faccetta a causa di macrodonzia, non era possibile eseguire un restauro mediante ponte. La paziente era assolutamente contraria a una protesi parziale. Dato che il dente non risultava infetto e che il piano vestibolare era ancora intatto, si è deciso di estrarre il dente e di sostituirlo con un impianto immediato, a supporto di un abutment provvisorio immediato Nobel Biocare con relativa corona provvisoria. Fasi del trattamento In regime di anestesia locale, è stata eseguita un’incisione crevicolare senza scollamento del lembo. L’incisivo centrale superiore di sinistra è stato estratto con tecnica atraumatica mediante periotomo al fine di conservare il piano vestibolare dell’osso e gestire al meglio i tessuti gengivali. Una volta rimosso il dente, le pareti dell’alveolo sono state cu- Italian Edition rettate per rimuovere eventuali residui di fibre parodontali o di tessuto di granulazione. È stato verificato che il piano vestibolare dell’alveolo fosse ancora intatto (Fig. 3). Mediante protocollo standard, per prima cosa l’osso è stato preparato penetrando la parete palatale nel terzo apicale. Nella preparazione dell’osteotomia bisogna prestare molta attenzione in quanto la parete palatale di un sito estrattivo è solitamente molto densa e quindi difficile da preparare in quanto la punta della fresa si può “bloccare”. Per eseguire la perforazione iniziale, la fresa viene posizionata con un’angolazione di circa 45 gradi rispetto alla parte palatale. Una volta che la fresa è penetrata nella parete palatale, l’angolazione viene modificata in modo da essere più o meno paralleli all’angolo formato dal piano vestibolare. Nel mascellare anteriore, il posizionamento dell’impianto avviene solitamente verso l’aspetto palatale dell’alveolo. Idealmente, dovrebbe esserci uno spazio di 0.5-1 mm tra il piano vestibolare e la superficie anteriore dell’impianto. IT Fig. 2 - Immagine preoperatoria dell’elemento. pagina 25 Fig. 3 - Estrazione dell’elemento. Fig. 4 - Abutment provvisorio immediato (API). Fig. 5 - Corona provvisoria realizzata sopra all’API. Fig. 6 - Esagono interno creato polimerizzando del composito sopra all’API. Fig. 7 - La corona provvisoria è modificata in modo da assicurare che non vi sia contatto con i denti inferiori in occlusione centrica. Fig. 8 - All’impianto è stato applicato un abutment Procera in zirconio. Fig. 9 - Le corone in ceramica Procera sono state applicate su entrambi gli incisivi. Fig. 10 - Restauro finale dopo 18 mesi. Clinica & Pratica 25 Italian Edition pagina 24 Il sito è stato ulteriormente preparato mediante una sequenza di fresatura standard. È stato quindi inserito un impianto Nobel Speedy Replace regular platform (4 mm x 15 mm), utilizzando un valore di torque di 35 Ncm. Se non è possibile ottenere un valore di torque di 35 Ncm, si raccomanda di non caricare l’impianto con funzione immediata. Si dovrebbe usare una vite di copertura e l’impianto dovrebbe essere sommerso; quindi, si dovrebbe far ricorso ad altre misure provvisorie, come un ponte Maryland. In queste condizioni, è stato possibile sezionare la radice dal dente estratto e la corona è stata fatta aderire al dente adiacente. In questa procedura la stabilità primaria è molto importante, in quanto il supporto osseo deve essere sufficientemente forte per mantenere stabile l’impianto ed evitare che i micromovimenti eccedano la soglia sopra la quale la formazione di una capsula fibrosa influenzi negativamente l’osteointegrazione (Szmukler-Moncler et al. 1998). All’impianto è stato applicato un abutment provvisorio immediato (API) (Fig. 4) e serrato a 20 Ncm. L’abutment è antirotazionale e viene fissato mediante con una vite mediante un Multi-unit Abutment Driver. L’abutment ha una spalla profonda 1,5 mm e dispone di una cappetta in plastica che può essere utilizzata con materiale acrilico provvisorio. Secondo la mia esperienza, comunque, quando si usano materiali composito è meglio eliminare la cappetta e cementare il composito all’API. Il laboratorio ha quindi preparato una corona provvisoria in composito. Sulla corona provvisoria è stata applicata una piccola quantità di composito Tetric Flow (qualunque composito flowable risulta adatto). È stato utilizzata una quantità sufficiente per ingaggiare il metallo dell’API, ma senza fuoriuscire ed entrare in contatto con i tessuti. È stato quindi fotopolimerizzato mentre il provvisorio era supportato nella posizione corretta. Il provvisorio è stato quindi rimosso e applicato su un altro API collegato a un analogo da laboratorio. I vuoti sono stati quindi riempiti con ulteriore Tetric Flow. I margini sono stati modellati e lucidati per assicurare una spalla senza spigoli o mancanze rispetto all’API (Figg. 5, 6). La corona provvisoria è stata quindi cementata all’API con una minima quantità di Tempbond, prestando attenzione che il cemento non colasse sui tessuti. rona provvisoria è stata rimossa ed è stata rilevata un’impronta a livello della testa dell’impianto. Anche la corona su perno adiacente (incisivo superiore centrale di destra) è stata preparata per una nuova corona in modo da assicurare una buona corrispondenza tra i due incisivi centrali. All’impianto è stato applicato un abutment Procera in zirconio (Fig. 8). La vite dell’abutment è stata serrata al torque raccomandato di 35 Ncm. Le corone in ceramica Procera sono state applicate su entrambi gli incisivi (Fig. 9). La corona su impianto è stata cementata con Tempbond. Si raccomanda di cementare i restauri definitivi su impianto con cement provvisorio in quanto questo permette l’accesso all’impianto in caso di necessità. Il posizionamento di impianti immediati sta diventando sempre più comune. Comunque, i clinici dovrebbero essere consapevoli del fatto che si tratta di una procedura ad alto rischio che deve essere eseguita da chirurghi esperti in implantologia dentale, soprattutto per quanto riguarda le zone estetiche. Il Dottor Graham Magee, laureato presso l’Università di Liverpool nel 1978, ha creato nel 1993 il Chester Dental Implant Centre. Graham ha ottenuto un’ampia formazione post-laurea per sviluppare la sua abilità nella Chirurgia implantare e in Odontoiatria, tra cui un Master in Implantologia dentale presso l’Università di Sheffield. Continua con la sua istruzione post-laurea frequentando regolarmente corsi in Gran Bretagna, Svezia, Francia e America e dà anche lezioni sugli aspetti di Implantologia dentale e TC e Pianificazione in terapia avanzata di impianti dentali in 3D. Graham gestisce anche la formazione post-laurea ai corsi di Implantologia per odontoiatri ed è membro dell’Association of Dental Implantology e dell’American Academy of Osseointegration. Per contattare il dr. Graham o per ulteriori informazioni sul Chester Dental Implant Centre, chiamare: 01.244.340.177. La bibliografia è disponiblile presso l’Editore Per maggiori informazioni: Geistlich Biomaterials Italia S.r.l. Via Castelletto 28 36016 Thiene VI Tel. 0445-370890 www.geistlich.it L’arte della Perfezione 100 90 80 23.1 % 50.0 % 70 60 50 40 30 20 10 0 Geistlich Bio-Gide® Membrana in collagene con cross-linking Guarigione priva di complicanze Deiscenza dei tessuti molli Rif: Tal et al. 2008 La struttura in collagene naturale della membrana Geistlich Bio-Gide® > Garantisce una elevata sicurezza terapeutica > Porta a meno deiscenze > È la base per un perfetto risultato estetico Modifica della corona provvisoria In questa fase è importante che la corona provvisoria venga modificata in modo da assicurare che non vi sia contatto con i denti inferiori in occlusione centrica (Fig. 7) e nessun contatto nei movimenti di protrusione o escursione (per esempio, no carico immediato). Alla paziente è stato detto di cercare di evitare la corona provvisoria e di non applicare forze durante la masticazione per le prime quattro settimane. La corona provvisoria è stata lasciata in situ per 6 mesi (si raccomanda assolutamente un periodo minimo di tre mesi per permettere l’osteointegrazione prima di agire sull’impianto posizionato immediatamente). La co- L’Autore Casi in % IT Anno IV n. 3 - Settembre 2010 (Prof. Dr. J. Becker / PD Dr. F. Schwarz, Università di Dusseldorf) Copertura del sito innestato con Geistlich Bio-Gide® Eccellente guarigione dei tessuti e perfetto risultato estetico (PD Dr. R. Jung, Università di Zurigo) (PD Dr. R. Jung, Università di Zurigo) LEADING REGENERATION 26 Le Interviste Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition La Sicoi per tutti coloro che quotidianamente si confrontano con la chirurgia orale e implantare Dental Tribune ha avuto il piacere di incontrare Antonio Barone e Andrea Bianchi, rispettivamente Presidente ad Interim e Presidente Eletto della Sicoi. Riportiamo di seguito le dichiarazioni che hanno rilasciato per i nostri lettori. Una Milano straordinaria dei primi giorni di ottobre, le luci confuse e chiassose della vita in movimento, saranno lo sfondo dell’evento autunnale che Sicoi ha organizzato per coloro che quotidianamente si confrontano con il mondo della chirurgia orale e implantare. l temi approfonditi nelle giornate congressuali riguardano la moderna implantologia, osservata nei suoi aspetti biologici, clinici e pratici, considerando le più attuali innovazioni nella tecnologia e ricerca scientifica. La prima parte di venerdì (mattino) è dedicata ai corsi precongressuali di alcune Aziende supporter di Sicoi. La seconda (pomeriggio) sarà focalizzata su argomenti di grande rilievo in tema di biologia ossea, di guarigione e di ricostruzione dei tessuti peri-implantari, dallo studio dei fattori di crescita all’impiego delle cellule staminali. Li tratteranno S. Jovanovic Finalmente per la tua sala d’aspetto... (UsA), U. Nannemark (Svezia), F. Schwarz (Germania) e R. Horowitz (Usa), oratori di fama che focalizzeranno l’attenzione sulle attualità della ricerca, la genetica dei sostituti dell’osso, l’inserimento implantare in siti con compromissione ossea, l’utilità e i limiti degli impianti mono-fase. Nella seconda giornata, l’orizzonte tematico si sposterà sullo studio delle tecniche e procedure protesiche nelle riabilitazioni implantari complesse con M. Bosco, G Bonadeo, R. Cocchetto e M. Billi, fino a esplorare come si possa utilizzare la progettazione protesica per procedure di chirurgia guidata con P. Moy (Usa, Presidente dell’American Academy of Osseointegration) e L. Cordaro. Sabato pomeriggio si parlerà di innovazioni tecnologiche, come l’utilizzo di strumenti ultrasonici in chirurgia orale e implantare con E. Rossi e, per finire, si affronteranno le inno- vazioni della geometria implantare nella guarigione ossea con T. Giorno (Usa) e della gestione dei tessuti molli con tessuti omologhi con P. Allen (Usa). A ogni sessione seguirà un contraddittorio, come elemento di apertura, dialogo, discussione, per chiarire le tematiche trattate, analizzare le sfumature e riassumere concretamente i concetti espressi. L’importante passaggio permetterà al clinico di apprendere le notizie essenziali, quali bagaglio immediato, apprendimento sintetico e diretto da applicare e confrontare già dalle successive giornate nello Studio. L’obiettivo della Sicoi è infatti stimolare curiosità e interessi, comunicare novità che accrescano il bagaglio di ogni partecipante, rendendo un evento non solo importante occasione d’incontro e approfondimento, ma passaggio utile per alimentare le possibilità di ognuno a qualsiasi livello di operatività clinica. Innovazione, ricerca, tradizione, novità biologica e clinica viaggeranno di pari passo in ognuno dei contributi. Questo approccio ampio e analitico al problema permette all’operatore di conoscere le possibilità per una corretta selezione del caso, la scelta del miglior biomateriale rigenerativo, miglior protocollo chirurgico e una più adeguata riabilitazione protesica. Nella filosofia Sicoi c’è lo sguardo sempre più aperto ai suggerimenti della modernità, senza tralasciare i cardini essenziali della biologia, i principi di fisiopatologia tissutale, le regole che governano l’omeostasi del cavo orale. In quest’evento compaiono nomi di spicco nel panorama mondiale della ricerca, in tema di implantologia e tecnologie avanzate, le aziende più attente e sensibili al cospetto della velocità assordante del tempo che viviamo. Come in tutti gli eventi della nostra società scientifica, il collante principale resta il sottile filo di curiosità intellettuale, il piacere della conoscenza, il senso della condivisione dei saperi, delle esperienze, delle storie e soprattutto delle individualità. Persone, professionalità, percorsi umani che elevano l’interesse verso quel che sa di futuro. Vorrei concludere ricordando che la filosofia e lo spirito della Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia si identificano, per non dimenticare il nostro Roberto Cornelini, nel motto “solo gli audaci che hanno sete di sapere sanno fare”. Antonio Barone Presidente ad Interim Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia IN USCITA Il primo DVD ideato e realizzato per il paziente come strumento didattico nelle fasi di motivazione per migliorare l’igiene orale domiciliare A proposito di Igiene Orale, lo sapevi che...? Capitoli Video dedicato al paziente per la sala d’aspetto 1. Spazzolare i denti correttamente non è poi così difficile… 2. Se sono fuori casa e non ho lo spazzolino? 3. La malattia parodontale è ereditaria? 4. A proposito di batteri, lo sapevi che…? 5. Ancora sulla placca batterica 6. Spazzoliamo sempre anche la lingua! 7. Come deve essere lo spazzolino? 8. E il dentifricio? 9. È bene usare un collutorio? Contiene immagini video, illustrazioni e disegni animati che risultano gradevoli, considerando l’occhio e la sensibilità di chi li visiona. Si tratta quindi di un utile ausilio per il professionista, perché consente al paziente, mentre è seduto in sala d’aspetto, di ricevere già le prime istruzioni di igiene, sfruttando al meglio i tempi di attesa. 10.Attenzione agli spazi tra dente e dente 11.Zuccheri e denti: che cosa c’è da sapere 12.Se le gengive sanguinano 13.È essenziale un controllo periodico presso il proprio dentista Per prenotazioni e info: 011 0463350 / 011 19715665 / www.tueor.it 75,00 euro + iva Le Interviste 27 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 A breve sarà disponibile una serie di pagine web dedicate alle singole Aziende: verranno pubblicati i più importanti lavori scientifici che definiscono i prodotti proposti e anche un link di rimando al sito aziendale per meglio valutare la proposta commerciale. Altro importante obiettivo Sicoi è il Manuale di Chirurgia Orale, di cui si prevede la diffusione nel primo trimestre 2011. L’importante lavoro scientifico che raccoglierà sinteticamente, ma esaustivamente, dal punto di vista descrittivo, letterario e Sicoi ha dimostrato di essere sinonimo di attualità scientifica: il suo apprezzamento si può desumere dallo stato di sviluppo della Società, che ha espresso negli ultimi 6 anni una crescita numerica e culturale, sottolineata dal costante aumento degli associati ordinari e attivi, ma soprattutto dall’interesse che le nostre iniziative suscitano a 360 gradi in ambito odontoiatrico e maxillo-facciale. Anche in campo internazionale, la Società riscuote successi: dagli importanti riconoscimenti ottenuti dall’Efoss, la Federazione europea di riferimento in tema di chirurgia orale, all’ormai prossima affiliazione con l’Icoi, l’International Comitè of Oral Implantology, che grazie alla contemporanea presidenza di Hom Lay Wang e mia, permetteranno alla Sicoi di essere ufficialmente parte attiva di questo blasonato organo internazionale. L’inanellamento di tali traguardi attraverso un non certo facile percorso, è stato inizialmente tracciato da Roberto Cornelini. Invece di esitare in un arresto della programmazione societaria in senso lato, la sua prematura scomparsa si è concretizzata in una grande sinergia tra chi scrive e l’allora vicepresidente Antonio Barone, generando gran volontà di completare la programmazione scientifica di Roberto e implementare anche la visibilità Sicoi. Il primo obiettivo raggiunto è la semplificazione della navigazione sul sito www.sicoi.it. Il direttivo della Società ha infatti individuato nel costante aggiornamento delle pagine la formula più agevole per chi voglia rimanere aggiornato sulle iniziative Sicoi nella Chirurgia orale e varie applicazioni tecniche come implantologia e implantoprotesi. Attraverso il sito www.sicoi.it si può oggi con maggior facilità scegliere l’opzione più personalizzata per aderire agli appuntamenti scientifici (modulo fax o iscrizione elettronica attraverso formule di pagamento diversificate come vaglia, assegno bancario c/c, bonifico piuttosto che carta di credito) nonché programmare le date dei 4 corsi di aggiornamento o dei 2 congressi internazionali, del biennio 2011-2012 già editati, completi di argomento e con relatori accreditati. L’ampliamento del sito ha previsto anche la comparsa, su ogni pagina web, il logo dei Major sponsor che sostengono fattivamente la società. Un’iniziativa che, oltre a concretizzare fattivamente la volontà Sicoi di implementare una sinergia di collaborazione trasparente e costruttiva con Aziende del settore, crea le premesse per altre iniziative finalizzate all’agevole aggiornamento degli iscritti. iconografico (sono previste più di mille immagini a colori), rappresenta il tributo che i soci attivi della nostra sempre unita e compatta società, han voluto attribuire a Roberto Cornelini. Il volume spazierà a 360 gradi dall’abc di questa disciplina, come la corretta preparazione del campo operatorio e della strumentazione, per poi dedicarsi, in capitoli monotematici, alle tecniche di chirurgia orale riviste in chiave moderna per step, dalla diagnosi all’atto operatorio vero e proprio. Senza timor di presunzione si può affermare che sarà un grande successo editoriale dedicato a tutti: da coloro che vogliono muovere i primi passi in quest’affascinante branca odontoiatrica ai più esperti che avranno modo di confrontare il loro sapere con quanto descritto dal nostro Board. Andrea Edoardo Bianchi Presidente Eletto Società Italiana di Chirugia Orale ed Implantologia Per ulteriori informazioni su Sicoi e le sue attività: www.sicoi.it Segreteria Organizzativa e Delegata Sicoi: Medicina Viva servizio congressi Spa Via Marchesi, 26D - Direzionale Odeon 43100 Parma Tel.: 0521.290191 Fax: 0521.291314 www.mvcongressi.it Dal sito è anche possibile scaricare i programmi definitivi dei prossimi Congressi e Corsi promossi dalla Società Italiana di Chirurgia Orale ed Implantologia. Zimmer Regenerative Days Zimmer Continuing Education Hotel Laguna Palace - Venezia Mestre 23 - 24 Settembre 2010 Speakers : Dr. Maurice Salama Dr. Michael Pikos Dr. Stefano Fiorentino Argomenti trattati : • Anatomia e biologia degli innesti • Step by step indicazioni e applicazioni • Aumento osseo verticale • Ricostruzione delle zone estetiche • Design del sorriso • Biomateriali e Qualità: aspetti giuridici Servizio di traduzione simultanea INFO Zimmer Dental Italy Via Matteotti, 98 31029 Vittorio Veneto (TV) Tel.0438 555573 r.a. Fax 0438 553181 e-mail: [email protected] in collaborazione con QUINTESSENZA Corso in fase di accreditamento 28 Le Interviste Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition La Fondazione Camlog, l’Accademia e l’implantologia A Stoccarda il presidente Becker traccia un quadro d’insieme In occasione del 3° Congresso internazionale CAMLOG (Stoccarda, 10-12 giugno 2010), Dental Tribune ha posto alcune domande a Jürgen Becker, eletto di recente Presidente della Fondazione CAMLOG. Personalmente, credo che il congresso abbia offerto un base unica di discussione ad alto livello e uno scambio comunicativo con altri esperti: un’esperienza formativa che ha dato vita a parecchie nuove intuizioni. Ma a far la differenza è stata la vivida comunità di spirito che si è respirata, caratteristica peculiare, credo, della Fondazione. Jürgen Becker. La Fondazione è stata creata nel 2006. Può indicarne valori e caratteristiche essenziali? Seguendo il nostro motto “la scienza al servizio del paziente”, lo scopo è progredire nell’implantologia e l’ambizione di rafforzare aree di ricerca e istruzione, attribuendo allo stesso tempo grande importanza agli scambi interdisciplinari e conoscenze internazionali. Proponiamo quindi una piattaforma frequentemente utilizzata per la partecipazione, la collaborazione e il networking dei nostri membri e partner. Di recente, si è svolto a Stoccarda il 3° CAMLOG International Congress, nostro evento principale, che ha richiamato oltre 1200 partecipanti da tutto il mondo. Quali sono i principali vantaggi di una collaborazione tra la Fondazione, le università e un partner industriale? Se rimane legata a una società può la Fondazione conservare la sua indipendenza? Siamo convinti che la stretta collaborazione tra università, professionisti e industria garantisca nella maniera migliore le fondamenta per rispondere alle esigenze dei pazienti. La ricerca ha bisogno di essere vissuta come disciplina di squadra. In realtà, l’interazione e lo scambio di know-how permettono una ricerca semplice, efficiente e promettente. Sempre più spesso, università e gruppi di ricerca dipendono da sovvenzioni esterne, con pochi finanziamenti (nazionali o europei) tramite istituzioni pubbliche. Tenendo sempre presente la nostra “mission”, è normale che si lavori a stretto contatto con l’industria: la Fondazione non promuove prodotti di qualsivoglia fornitore, ma sostiene finanziariamente la ricerca di scienziati provenienti da vari istituti, nonché professionisti con formazione in campi differenti. Sin dal suo primo avvio la Fondazione ha finanziato importanti studi innovativi, contribuendo in modo significativo al progresso dell’implantologia. A Stoccarda è stato sottolineato il beneficio che i pazienti traggono dagli studi della Fondazione. Che cosa implica tale affermazione? Viviamo in un ambiente in rapida evoluzione: il cambiamento è quindi un’esperienza e una componente essenziale della vita quotidiana. Il che è favorevole alla scienza e ai suoi progressi, ma può anche rappresentare un beneficio non necessario e immediato per i pazienti, che chiedono, con ragione, continuità e affidabilità. La Fondazione ha individuato tali esigenze. Nostro intento è sostenere studi su argomenti come “il successo a lungo termine degli impianti dentali”, “la gestione dei tessuti molli e duri” o “le perimplantiti”. La Fondazione finanzia attualmente studi riguardanti le cause, le terapie di trattamento e sostenibilità, tutti compiuti in modo assolutamente indipendente. Qual è il rapporto tra Fondazione e Accademia CAMLOG? La Fondazione è guidata da un ristretto numero di esperti in diversi campi, responsabili anche dell’attuazione delle sue finalità e della definizione dei temi di ricerca. Per aprirla a coloro che sono interessati all’implantologia dentale e alle discipline connesse, è stata creata l’Accademia che offre ai membri la possibilità di partecipare a eventi di livello, entrando in contatto con gli opinion leader e avvalendosi di un complesso di conoscenze e di un efficace scambio di reti. Mentre la Biennale Internazionale e i Congressi CAMLOG sono organizzati dalla Fondazione, quelli nazionali sono gestiti dall’Accademia. Durante il CAMLOG International Congress, esperti da tutto il mondo presentano loro approcci specifici a temi particolari. Dopo le presentazioni, viene attivato uno scambio di opinioni, sottolineando vantaggi e non, di una certa metodologia. Diversamente dall’International Congress, i Congressi nazionali sono concentrati su questioni regionali e nazionali, proponendosi come circoli di qualità. L’anno scorso, il primo Congresso nazionale italiano CAMLOG si è svolto a Verona con più di 300 partecipanti (Presidente Accademia Italiana, Prof. Carlo Maiorana). Altri National Academy Congress sono stati organizzati in Austria, Ungheria, Giappone, Paesi Bassi, Spagna, Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti con un totale di più di 1600 partecipanti. Lei è stato nominato presidente della Fondazione di recente. Quale definisce suo obbiettivo principale? È lo spirito comunitario che fa della Fondazione CAMLOG qualcosa di unico. Come presidente di recente nomina, è mia intenzione rafforzare la collaborazione tra la Fondazione e l’Accademia per promuovere un frequente e proficuo scambio di know-how. Patrizia Gatto TUEORSERVIZISCHOOL Corso di Estetica dentale > Sabato 23 ottobre Relatori: E. Costa, M. Di Gioia, M. Eliani, R. Erario, F. Tosco, H. Vilhem “Tecniche e business della nuova odontoiatria estetica: l’orale e il periorale” 08:30Registrazione partecipanti 13:00Pausa pranzo 09:00Medicina estetica e Studio odontoiatrico: un esempio di come integrare efficacemente le nuove tecniche, superare le difficoltà classiche ed ampliare il business con successo. Relatori: Ezio Costa, Milvia Di Gioia 14:00Le nuove frontiere di Internet per la professione: Facebook, Twitter, i Forum, i Blog... Relatore: Martino Eliani 11:00 Coffee Break 11:30 Medicina estetica e Studio odontoiatrico: un esempio di come integrare efficacemente le nuove tecniche, superare le difficoltà classiche ed ampliare il business con successo. Relatori: Ezio Costa, Milvia Di Gioia 12:00Come la corretta formulazione e presentazione di un preventivo può fare la differenza nei risultati dello Studio. Relatore: Franco Tosco 14:30Il ruolo e l’importanza dell’immagine per dare forza alla professionalità. Relatrice: Hélène Vilhem 15:30Pausa 16:00L’odontoiatra e il team: i 6 livelli su cui agire per aumentare motivazione e risultati. Relatore: Roberto Erario 17:00 L’Odontoiatria cosmetica: l’Orale e il Periorale. Relatori: Ezio Costa, Milvia Di Gioia 18:00Fine lavori Sede del corso: Executive Hotel - Via Nizza, 28 - Torino • Quota di iscrizione: € 150,00 (Iva compresa) In fase di accreditamento ECM per la categoria professionale dei Medici Odontoiatri SCARICA IL CALENDARIO COMPLETO DEI CORSI 2010 sul sito www.tueor.it Tueor Servizi - Corso Sebastopoli, 225 Torino - 011 0463350 Prossimi Appuntamenti settembre /ottobre > Sabato 25 settembre Relatrice: Marisa Roncati “Il laser per agevolare e non sostituire la strumentazione parodontale non chirurgica tradizionale: l’evidenced based e i protocolli clinici con follow up” In fase di accreditamento ECM per la categoria degli odontoiatri e degli igienisti dentali > Sabato 2 ottobre Relatrice: Roberta Ceresini “Dalla crisi alla necessità di un cambiamento. Logica, scelte e decisioni del paziente di oggi” > Sabato 16 ottobre Relatrice: Lia Pappagallo “Odontoiatria cosmetica: dal progetto alla realizzazione di un sorriso” In fase di accreditamento ECM per la categoria degli odontoiatri Notizie dalle Aziende Italian Edition Dürr Dental: innovazione negli aspiratori In molti studi dentistici, gli interventi di chirurgia e d’implantologia sono sempre più praticati. L’aspiratore chirurgico VC 45 di Dürr Dental adempie ai requisiti speciali in chirurgia e consente di rimuovere, con esatto picco di potenza, residui di sangue, osso e tessuti. Il VC 45 dispone ora di nuovi accessori, che facilitano le operazioni ed offrono una maggior sicurezza: vaso secreti, tubi di aspirazione e cannule, tutti monouso. L’aspiratore chirurgico VC 45 è flessibile, mobile e può essere collocato in ogni studio sul tavolo oppure installato di fianco alla zona operativa. L’utilizzo del sistema risulta estremamente ergonomico e sicuro. Per le applicazioni che richiedono un’operatività particolarmente rapida e uno standard igienico molto elevato, Dürr Dental presenta alcune innovazioni speciali. Negli aspiratori chirurgici, il secreto aspirato viene solitamente raccolto in un apposito vaso, da svuotare e, successivamente, da pulire, disinfettare e sterilizzare. I nuovi vasi secreti monouso sono molto più comodi. Hanno una capacità di 2 litri e, dopo il trattamento, vengono chiusi e smaltiti in modo sicuro. Ciò consente di risparmiare tempo e costi nonché di ridurre le possibilità di contaminazione. Un discorso analogo vale per i tubi di aspirazione. I tubi tradizionali devono essere puliti, disinfettati e sterilizzati. I nuovi tubi di aspirazione monouso, invece, vengono semplicemente sostituiti dopo l’utilizzo: un’operazione che richiede poche mosse e offre una sicurezza maggiore. Anche nell’ambito delle cannule, Dürr Dental offre ora una soluzione ancora più pratica. Già le normali cannule si puliscono e si disinfettano facilmente; la cannula chirurgica monouso Protect rende persino questa operazione superflua. Ha un design ergonomico e dispone di prese d’aria ausiliarie, che evitano il reflusso in caso di ostruzione ed eliminano il rischio di contaminazione. Con i nuovi accessori, Dürr Dental dimostra ancora una volta che anche la tecnologia affermata può essere sempre migliorata. La competenza decennale dell’esperto in igiene è sinonimo di massima sicurezza, affidabilità ed efficienza fino al più piccolo dettaglio. Per informazioni: Durr Dental Italia Srl Tel.: 02.5970300 [email protected] 29 Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Rome Periointegration Meeting TBR 2010 Il Gruppo TBR raccoglierà, il giorno 18 settembre 2010 presso il Centro Salvator Mundi, in un meeting a Roma relatori di chiara fama nazionale e internazionale per una giornata di discussione e di aggiornamento, in cui le solu- zioni implantari dell’azienda verranno applicate alle diverse situazioni cliniche. Il Rome Periointegration Meeting TBR 2010 propone innanzitutto di aggiornare i partecipanti sulle più recenti evoluzioni nel campo della parointegrazione, dell’implantologia estetica nonché del Cad-Cam. Questo evento rappresenta un interessantissimo momento d’incontro ed è anche un’occasione di formazione e di scambio tra chirurghi. Il Meeting è patrocinato T R U E da Aio-Roma ed è accreditato ECM. Per informazioni e iscrizioni: Tel.: 02.72080438 E-mail: [email protected] www.tbr-group.com R U L E S HIGHER FASTER STRONGER FURTHER Z I R CO N I A HYBRIDIMPL ANT T I TA N I U M www.tbr-group.com VIA LEONE XIII 10 - 20145 MIL ANO / ITALIA TEL. +39 02 720 804 38 - FAX. +39 02 890 162 69 ® 30 Notizie dalle Aziende Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Leone Biomimetic Line: EZ Cure La membrana dentale di nuova generazione Biomimetic Line è la nuova gamma di biomateriali dedicati alla rigenerazione tissutale, distribuiti in esclusiva per l’Italia da Leone e prodotti da Biomatlante - Francia. I prodotti della Biomimetic Line comprendono un sostituto osseo sintetico e una membrana naturale, ambedue completamente riassorbibili indicati sia nella tecnica GBR in implantologia e chirurgia dentale che nella GTR in ambito parodontale. EZ Cure è una membrana di eccellente biocompatibilità ottenuta da fibre di collagene di origine suina altamente purificate. La qualità peculiare di EZ Cure è la sua capacità di mantenere una funzione barriera per 4-6 mesi. La maggiore durata dell’integrità funzionale di EZ Cure, rispetto ad altre membrane di collagene di origine suina, è da attribuire all’esclusiva tecnologia cross-linking con cui è prodotta che controlla perfettamente il livello di reticolazione del collagene e quindi la stabilità e i tempi di riassorbimento della membrana. Per questo motivo EZ Cure protegge la zona interessata in modo sicuro e efficace per più di 16 settimane favorendo un’ottima rigenerazione del tessuto osseo e un’eccellente guarigione del sito. Di particolare importanza per la salute dei tessuti duri e molli è anche la sua speciale struttura microporosa che permette un’ottima diffusione dei fluidi nutritivi. Le caratteristiche di maneggevolezza sono di particolare qualità: è morbida e modellabile, aderisce perfettamente al tessuto osseo senza necessità di fissaggio, è suturabile grazie all’elevata resistenza strutturale ed è biside, cioè applicabile da ambedue i lati. EZ Cure è disponibile in due misure, 15 x 25 mm e 20 x 30 mm. Il sostituto osseo MBCP+, sintetico al 100%, completa la linea e dà ottimi risultati clinici in associazione alla membrana EZ Cure. MBCP+ è un fosfato di calcio bifasico macro e microporoso composto da 20% di idrossiapatite e 80% di beta fosfato tricalcico, un sostituto osseo completamente riassorbibile appositamente studiato per il settore dentale per garantire un perfetto equilibrio tra riassorbimento e neoformazione ossea senza alcuna perdita di volume. Per informazioni: www.leone.it Nuova gamma SybronPRO™ Series La nuova gamma SybronPRO™ Series, affiancandosi all’affidabile impianto cilindrico PITT EASY® e all’esclusivo impianto a superficie porosa sinterizzata ENDOPORE®, arricchisce l’offerta di soluzioni implantari della piattaforma Sybron Implant Solutions che conta sulla pluriennale esperienza di organizzazioni leader nei processi produttivi, nel design e nello sviluppo di sistemi implantari sin dalle origini dell’implantologia. SybronPRO™XRT e SybronPRO™TL sono il frutto di numerosi anni di stretta collaborazione tra gli ingegneri del Dipartimento Sviluppo e Ricerca Sybron e un gruppo di affermati clinici della New York University, che hanno messo a disposizione professionalità e competenza per sviluppare una gamma implantare che racchiude peculiarità al top dell’innovazione tecnologica, nel rispetto delle caratteristiche biologiche e che rispondono al tempo stesso alle sempre più esigenti richieste del mercato dal punto di vista estetico e funzionale. SybronPRO™XRT, impianto a livello crestale, rappresenta il nuovo standard in implantologia. L’introduzione di caratteristiche all’avanguardia, quali platform switching, microfilettature e svasatura coronale, rendono la metodica innovativa e garantiscono la massima stabilità primaria e i migliori risultati estetici e funzionali a lungo termine, permettenOK_VITALDENT NEW 102x124 29-07-2010 15:50 Pagina 1 do al professionista di utilizzare l’impianto per tutte le applicazioni Cerchiamo medici odontoiatri che condividano il nostro progetto. VITALDENT è il più importante network europeo di franchising odontoiatrico, in Italia abbiamo già più di 50 cliniche: venite a lavorare con noi. ODONTOIATRI GENERICI - SPECIALISTI IN ORTODONZIA E IMPLANTOLOGIA. È richiesta l’iscrizione all’Albo degli Odontoiatri ed un’esperienza minima di 4 anni. Inviare CV dettagliato, indicando la propria specializzazione a: [email protected] Ricerca rivolta ad ambosessi (l.903/77). Allegare consenso al trattamento dei dati personali (D.lgs 196/2003) Collaborazioni settimanali flessibili Possibilità di mantenere il proprio lavoro Tecnologia all’avanguardia www.vitaldent.com a livello osseo. Grazie alle sue peculiarità, l’impianto è particolarmente indicato per l’inserimento nei siti post-estrattivi. SybronPRO™TL costituisce l’evoluzione dell’impianto transmucoso. Gli impianti, realizzati con assoluta precisione, si basano su una comprovata piattaforma. Inoltre, grazie al profilo apicale a spire autofilettanti – unico nel suo genere – l’inserimento viene agevolato e si raggiunge una maggiore stabilità primaria. Entrambi gli impianti sono realizzati con l’ampiamente documentata superficie RBM (Resorbable Blast Media) e si contraddistinguono per l’efficienza clinica durante l’inserimento, essendo privi di mount. Un unico kit chirurgico contiene tutta la strumentazione necessaria per l’inserimento di SybronPRO™XRT e SybronPRO™TL, l’inlay riproduce i codici-colore e le sequenze operative, in modo da consentire un inserimento semplice e immediato e agevolare il riposizionamento delle frese al termine dell’utilizzo. È disponibile un’ampia gamma di soluzioni protesiche intercambiabili tra le due metodiche che consentono di ridurre al minimo le scorte di materiale necessario per i restauri. Tutte le soluzioni protesiche sono inoltre compatibili con altri sistemi implantari disponibili sul mercato con piattaforma protesica a connessione a ottagono interno “Morse Taper” e acquistabili attraverso la comoda sezione di e-commerce del sito www.sympla.it. Per informazioni: SYMPLA Srl Via C. Pisacane, 5 46100 Mantova Tel.: +39.0376.265.711 Fax: +39.0376.265.777 E-mail: [email protected] www.sympla.it BondBone MIS Le innovazioni tecnologiche degli ultimi 10 anni hanno portato a una nuova era nel campo della riparazione e ricrescita ossea. Oggi, le procedure di accrescimento sono di routine nella chirurgia dentale. I metodi correnti includono l’utilizzo di materiali provenienti da fonti differenti: autograft, allograft, xenograft e materiali alloplastici, che sono in forma granulare. BondBone™ è stato sviluppato per rendere più semplice la complessità dell’accrescimento osseo in termini di tempo e lavorabilità. BondBone è un nuovo riempitivo osseo sintetico ed è considerato un punto di svolta nel campo degli innesti. È composto da calcio fosfato bifasico, che ha riconosciute e documentate proprietà di biocompatibilità, osteoconduttività e bioriassorbibilità. Il calcio fosfato bifasico ha un setting veloce e stabile. Le sue proprietà fisiche non sono compromesse dalla presenza di sangue o saliva. Indicazioni 1.BondBone può essere usato da solo nelle tecniche di rigenerazione ossea. 2.Può essere miscelato con altri riempitivi ossei per renderli plastici e compatti. 3.In questo modo è possibile creare un riempitivo composito superlativo. 4.Può anche essere usato come barriera riassorbibile sopra ad altri materiali da innesto. Vantaggi BondBone è disponibile nella forma granulare in polvere, confezionata in dispenser da 1 cc e 0.5 cc e venduta a confezioni da 3. Con il suo erogatore unico e il suo metodo di impianto, BondBone permette un nuovo approccio alla ricostruzione del difetto osseo. Ha diversi vantaggi: 1.È un eccellente materiale adesivo da usare in connessione ad altri materiali granulari per l’accrescimento osseo. 2.Le proprietà fisiche del materiale non sono compromesse dalla presenza di sangue e saliva. 3.Ha una lavorabilità eccellente: la pasta iniziale indurisce da 2 a 5 minuti. 4.Permette una significativa riduzione di tempo nella procedura implantologica. 5.Può essere usato come membrana sopra altri materiali da innesto. 6.Quando usato da solo non richiede la copertura di una membrana. 7.Ha una struttura porosa unica che permette l’infiltrazione di fattori di crescita attraverso i suoi micropori. Permette l’angiogenesi così come la proliferazione cellulare attraverso i suoi macropori. 8.Usato da solo, è ideale per difetti inferiori ai 10 mm con un supporto osseo almeno a tre strati. 9.Non contiene altri componenti che calcio solfato. Proprietà Setting di indurimento Il setting time permette al principiante un tempo di lavoro ragionevole di circa 3 minuti. Il calore rilasciato dopo la miscelazione raggiunge una temperatura media di 29,5 °C dopo circa 3 minuti, mentre il pH dei tessuti circostanti rimane neutrale. L’inerente fenomeno di de-idratazione di BondBone riduce la reazione isotermica che si trova in prodotti che usano acceleratori per il setting. Il risultato è una riduzione del fastidio per il paziente. Caratteristiche del materiale Dopo il setting La morfologia della struttura risultante è caratterizzata da una porosità ci circa il 46%. La microstruttura contenente macropori varia da 300 μm a 800 μm – permettendo l’angiogenesi e la rigenerazione del tessuto osseo – e i micropori variano da 1 μm a 50 μm – permettendo l’infiltrazione dei fattori di crescita. La struttura a forma di ago delle particelle incrementa la forza del cemento. La composizione è caratterizzata da un riassorbimento medio che corrisponde alla media riconosciuta di generazione ossea stimata dalle 4 alle 10 settimane. Meccanismo di azione Una volta che BondBone incontra la soluzione salina, la forma granulare della polvere passa attraverso un efficiente processo di setting. Questo setting permette la formazione in situ di una struttura rigida, molto cristallina nonostante intervengano sangue, proteine e saliva. Per accorciare il setting time (reazione del cemento), la reazione inizia nell’impianto di produzione, così che le componenti di preset e post-set del calcio solfato siano combinate all’interno del materiale. La distribuzione unica di dimensione delle particelle controlla il fattore di reazione e, in questo modo, è possibile controllare sia il setting time sia che la microstruttura venga costruita. Alla fine, la microstruttura risultante determina la forza e il fattore di riassorbimento, che è comparabile a quello della crescita ossea. Riassumendo, la composizione del BondBone – caratterizzata da controllati e prederminati setting time, forza e fattore di riassorbimento – può essere riutilizzata con beneficio in una varietà di tipologie di casi durante la riparazione di difetti ossei. Anche MIS ha scelto Revello. I prodotti MIS sono disponibili esclusivamente presso: Revello Spa Via Enrico Fermi, 20 37136 Verona Ossean: l’unica superficie frattale nanostrutturata bioattiva La superficie Ossean è studiata per ottimizzare il processo d’integrazione ospite-impianto migliorando la risposta biomeccanica. La sua caratteristica peculiare risiede nel possedere aspetto analogo a vari livelli d’ingrandimento fino alla nanostruttura. In parole semplici, la natura frattale della topografia di superficie richiama l’esempio della “matrioska” (Fig. 1), che possiede le medesime caratteristiche esterne pur avendo dimensioni differenti. L’accelerazione e il miglioramento del processo di guarigione ossea sono garantiti dalla superficie più adeguata per ciascuna zona implantare. Infatti la superficie, oltre il livello nanometrico, offre una topografia pressoché ideale per l’adesione fibrinica. A livello micrometrico la conformazione favorisce l’alloggiamento delle piastrine. A minor ingrandimento si notano nicchie in grado d’incoraggiare la crescita osteoblastica. Osservando la superficie Ossean ai massimi ingrandimenti col microscopio elettronico a scansione (200000X), non si evidenziano particelle sovrapposte alla superficie implantare. Tuttavia, dall’analisi spettrografica risulta chiara la presenza di molecole fosfato calciche (circa 1000 volte più piccole delle nano particelle). Esse sono incorporate nello strato di ossido di Titanio come impregnazione molecolare a livelli che superano la dimensione nanometrica (Fig. 2). Tali molecole presentano un energia di legame molto maggiore rispetto alle grandi molecole tradizionali di fosfato di calcio. Oltre ad offrire l’evidente vantaggio di una maggiore stabilità sulla superficie implantare, il fosfato di calcio, conserva le sue classiche proprietà biologiche (Fig. 3). Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 32 Notizie dalle Aziende Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition StainBuster: l’innovazione assoluta STAINBUSTER è un linea di frese unica nel suo genere: realizzate in fibra di vetro arricchita di zirconio in una matrice resinoide. Esse hanno la straordinaria proprietà di abradere in modo efficacissimo, ma senza creare alcun danno alla superficie dello smalto o ai tessuti molli, e di autoaffilarsi con l’uso, in quanto la particolare struttura permette che nuove fibre di vetro si scoprano con l’uso, sicché la capacità abrasiva perdura nel tempo. A contatto con una superficie dura, infatti, le fibre si scompongono in piccoli frammenti; una volta che la matrice resinoide si consuma, nuove sezioni di fibre si espongono, mantenendo così intatto il potere abrasivo dello strumento. La fibra di vetro arricchita di zirconio, del diametro di 14 micron, a differenza delle fibre di vetro tradizionali che spesso si frammentano in minuscole particelle altamente irritanti per la pelle e per le mucose, si frammenta in particelle di lunghezza maggiore di 5 micron e con un rapporto lunghezza/diametro di oltre 3 micron, prevenendo così la possibilità che siano “respirabili”. In altre parole, la piccole particelle derivanti dall’uso non possono penetrare negli alveoli polmonari, in accordo con quanto previsto dall’Oms. È questa caratteristica, unica e brevettata, che permette che questa speciali fibre di vetro arricchite di zirconio siano utilizzate per le frese dentali. Numerosissime le applicazioni: dalla rimozione di macchie dallo smalto, alla rimozione di cementi provvisori e compositi, di eccessi di cemento in ortodonzia e implantologia, dei depositi di tartaro dalla superficie degli impianti, alla levigatura delle superfici radicolari. Non si surriscaldano, non danneggiano le superfici o i tessuti, possono essere autoclavate. Sweden & Martina, quale distributore esclusivo per l’Italia di Abrasive Technology, detiene anche la distribuzione delle frese Stainbuster. Per informazioni: www.sweden-martina.com Il motore chirurgico interattivo TMM2 TMM2 è il rivoluzionario motore, proposto da IDI evolution, frutto di una durissima ricerca scientifica che ha riunito bioingegneri, clinici e ingegneri informatici nel comune sforzo di una macchina per implantologia senza precedenti. TMM2 individua, come il suo predecessore, la classe ossea del tunnel implantare e il grado di stabilità primaria della fixture, ma la sua intelligenza artificiale inserisce questi dati all’interno di una procedura di incorporazione completamente automatica, dove lo scambio bidirezionale di informazioni digitali tra motore e “smart set” permette lo svolgimento completo delle fasi chirurgiche di inserimento dell’impianto senza nessuna interferenza da parte dell’operatore, a cui, tuttavia, è affidata la supervisione degli step procedurali con facoltà di interruzione e modifica. In un mondo implantologico nuovo, l’operatore può lavorare secondo la modalità a lui più congeniale (libera o assistita), nel rispetto dei criteri di ergonomia intraoperatoria, grazie al monitor touch screen a colori, estraibile dal case nel punto più congeniale della sala operatoria. Ogni particolare concorre a rendere fluida la procedura chirurgica, in un contesto concentrato e tranquillizzante: dal pedale multifunzione alla pompa peristaltica programmabile, dai led luminosi dello smart set alla voce clinica del motore, ogni risorsa del TMM2 è spendibile per deprivare l’intervento dei suoi inevitabili fattori di disturbo, logistici e organizzativi. All’operatore resta solo il compito, importantissimo di interpretare i dati e i diagrammi elaborati dal motore: l’analisi delle curve grafiche definisce con chiarezza la tipologia ossea e la qualità della stabilizzazione implantare, lasciando al clinico ogni ulteriore decisione relativa al destino funzionale dell’inserto incorporato. Per informazioni: IDI evolution Srl Via Monza, 31 20049 - Concorezzo (MI) Tel.: 039.6908176 - Fax: 039.6908862 [email protected] - www.idievolution.it Le basi per un’estetica senza precedenti MinerOss posizionato in sito estrattivo. Membrana Mem-Lok suturata e posizionata sopra il MinerOss. Si ringrazia Lewis C. Cummings, DDS Uno studio post-operatorio a 2 anni dimostra una rigenerazione ossea eccellente per gli impianti BioHorizons. Biomateriali La linea completa dei biomateriali BioHorizons offre una vasta gamma di opzioni rigenerative testate per assicurare un ottimale sviluppo del sito trattato. L’obiettivo dei nostri prodotti per tessuti molli e duri è quello di fornire un’estetica ideale ed un efficace posizionamento degli impianti. • MinerOss™ - combinazione di chips per alloinnesto mineralizzate • Mem-Lok™ - Membrana di collagene riassorbibile, occlusiva per le • AlloDerm® - Matrice di tessuto rigenerativo utilizzabile come efficace trabecolari e corticali che costruiscono un’impalcatura per la rigenerazione ossea cellule ed a lento riassorbimento, ideale per promuovere il mantenimento del coagulo e la formazione ossea alternativa al tessuto palatale per rialzi di tessuto molle* *Valutazione istologica del tessuto autogeno connettivo e dell’innesto di matrice dermale acellulare in esseri umani. Cummings LC, Kaldahl WB, Allen EP. J Periodontol 2005;76(2):178-186. MinerOss manufactured by Osteotech. Mem-Lok manufactured by Collagen Matrix, Inc. AlloDerm manufactured by LifeCell. SPMP09245 REV A OCT 2009 Per maggiori informazioni: CLASSIMPLANT Srl tel 06/8744031 - fax 06/87440377 www.classimplant.com - [email protected] 34 Made in Italy Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition La lunga marcia della Leone verso l’Exacone™ oltre i tradizionali confini dell’ortodonzia “Il nostro moncone non è cariato”. Ha tutto il suono di uno slogan, invece è una constatazione di fatto espressa dal titolare della Leone, Alessandro Pozzi, nel commentare la caratteristica principale del prodotto di punta della sua Azienda, ossia il “sistema Exacone™”, che nel 2010 celebra il decimo anno di nascita. Fonte di più grosse soddisfazioni, innanzitutto agli utenti, ma anche all’Azienda, dal punto di vista produttivo e di mercato, l’impianto Leone in questi anni ha contribuito a rafforzare l’immagine già solida che l’Azienda ha conquistato, dal lontano 1934, in un altro ambito odontoiatrico fondamentale, l’Ortodonzia. Sottoposto a brevetto, nobilitato dalla riconoscimento europeo ISO e della FDA sui dispositivi medici e odontoiatrici, il sistema ha conosciuto una lunga gestazione. La sua realizzazione non fu cosa immediata, perché fedele alla sua tradizionale prudenza produttiva, la Leone ponderò bene il passo da compiere, prima di “scendere in campo” e misurarsi con un mercato così diverso e impegnativo come quello implantologico. Nell’ampliamento produttivo del tradizionale ambito ortodontico in cui era cresciuta a quello implantologico, così promettente ma anche denso di nuove implicazioni, l’Azienda prese le mosse dall’analisi compiuta da un team che, con l’intuizione derivante da una profonda conoscenza clinica e tecnica del mercato, diede un contributo decisivo al “new deal”. Qual era il punto debole della connessione a vite, sistema allora in auge? Quali gli inconvenienti? Per rispondere a que- sti interrogativi basilari, quasi disarmanti nella loro ovvietà, e arrivare all’Exacone™ occorsero anni. Anni di studio e confronto serrato tra il sapere odontoiatrico e quello ingegneristico, protagonisti assoluti dell’approfondito “brainstorming”. A monte, una ferma volontà imprenditoriale di trovare la soluzione che ponesse rimedio (se non proprio fine) alle complicanze più frequentemente implicite nell’unico sistema: ossia lo svitamento o la rottura della vite di connessione che lega l’impianto al moncone e conseguente irruzione di batteri con tutto quel che ne consegue. Semplice (a dirsi), un po’ meno a farsi. Se la soluzione consisteva nel toglier di mezzo quel minuscolo collegamento, occorreva anche modificare la forma del perno per annullare i micromovimenti generati dalla vite, elemento certamente essenziale, ma anche punto debole della struttura e causa prima di complicanze. Eliminata, quindi, la “colpevole”, abolito il foro all’interno che rendeva meno solida la struttura, l’équipe della Leone individuò infine nel cono Morse “pieno” (cioè senza foro né tantomeno vite) un moncone “non cariato”, strumento ideale per sconfiggere gli svantaggi preesistenti, riducendoli al minimo. Le statistiche confermano, infatti, che nell’Exacone™, dal 15% le pericolose infiltrazioni batteriche crollano fino a raggiungere un trascurabile 0,5%. Non solo. L’abolizione dei micromovimenti fece anche venir meno il fenomeno indotto del riassorbimento osseo che il chirurgo si aspetta quasi inevitabilmente, in conseguenza dell’installazione dell’impianto a vite. Nel realizzare quel che, per la sua semplicità e originalità, ap- Fig. 1 Il Centro Ricerche. Fig. 2 Il reparto torni. Fig. 3 Impianto Exacone™ a connessione conometrica. SOCIETÀ ITALIANA DI IMPLANTOLOGIA OSTEOINTEGRATA contributo dei tessuti duri e molli all’estetica nella riabilitazione protesica NAPOLI Stazione Marittima - 26 e 27 Novembre 2010 Napoli, 26 Novembre 2010 Stazione Marittima LE CELLULE STAMINALI INCONTRANO LE GRANDI MACCHINE DELLA FISICA 14.30 - 17.00 Relatore Prof. Franco Rustichelli Corso per Igienisti Programma Moderatore: Filippo Caruso, Clelia Mazza 9.15 Massimiliano Baiano Preparazione iniziale e terapia di mantenimento nel paziente implantare. Nicoletta De Chiara Educazione alimentare nel paziente con impianti. 10.45 Alessandra Matassa Responsabilità medico-legali dell’igienista dentale. 11.30-12.00 Break 10.00 Iscriviti on-line su www.osteointegrazione.it Segreteria organizzativa e Delegata SIO 12.00 Via Marchesi 26 D - 43126 PARMA Tel. 0521- 290191 - Fax 0521-291314 [email protected] www.osteointegrazione.it 12.45 13.30 Corso SIO NAPOLI, 27 Novembre 2010 - Stazione Marittima CONTRIBUTO DEI TESSUTI DURI E MOLLI ALL’ESTETICA NELLA RIABILITAZIONE PROTESICA Programma 08.00 Registrazione dei partecipanti 08.45 Saluto del Presidente SIO e delle Autorità 09.00 Luigi Galasso: “Introduzione” I Sessione Moderatori: Massimo Buda, Gregorio Laino, Sergio Matarasso 09.30 Mario Roccuzzo: “Tessuti molli” 10.15 Giuseppe Cardaropoli: “Impiego dei biomateriali” Moderatore: Fernando Zarone Michele Nicolò Marisa Roncati Terapia di supporto dei pazienti parodontalmente compromessi e riabilitati con impianti Antonella Abbinante Presentazione e discussione di casi clinici di pazienti parodontalmente compromessi riabilitati con protesi implantare. II Sessione Moderatori: Roberto Marra, Gennaro Minervini, Gilberto Sammartino 11.30 Tiziano Testori : “Il ruolo dei tessuti duri nelle riabilitazioni implantari totali” 12.15 Alessandro Ponte: “Il ruolo dei tessuti duri nelle riabilitazioni parziali” Chiusura dei lavori - Compilazione ECM 13.00 -14.00 Pausa Pranzo III Sessione Moderatori: Vincenzo Bruno, Filippo Caruso, Fernando Zarone 14.30 Guerino Paolantoni: “Contributo Protesico” 15.15 Tommaso Cantoni : “Contributo Protesico” 16.00 Discussione 16.30 Verifica ECM e chiusura dei lavori CON IL PATROCINIO DI 11.00 - 11.30 Coffee Break SEZIONE NAPOLI E CAMPANIA Informazioni generali SEDE DEL CORSO SOCI ATTIVI E DI AGGIORNAMENTO SIO: NAPOLI - Molo Angioino Stazione Marittima Tel: 081 5514448 CREDITI FORMATIVI ECM: Verrà richiesto l’accreditamento ECM per la Categoria Odontoiatri. Litografia Reverberi - Parma comm 34606 Corso SIO per Soci Attivi pare ancor oggi come un “uovo di Colombo” implantologico, si tennero anche in debito conto quelle specifiche che sarebbero state via via imposte dall’entrata in vigore della normativa internazionale (in particolare, la tracciabilità) a salvaguardia del paziente. Ultima, ma non meno importante, una caratteristica del nuovo sistema fu, come fanno notare alla Leone, quella di essere anche “realizzato completamente in casa”. Cosa niente affatto scontata, essendo relativamente frequente il ricorso ai “contoterzisti” anche in processi produttivi delicati come questo. “Noi optammo, invece, per la completa autarchia produttiva”, dice l’ing. Maurizio Dolfi, Direttore del Servizio Ingegneria e Fabbricazione Leone, da 21 anni in azienda. “E questo per varie ragioni, tra cui, non ultima, la difficoltà di trovare sul mercato ‘contoterzisti’ in grado di lavorare con precisione su misure micrometriche, quel che poteva agevolmente avvenire invece presso di noi. IT pagina 35 Made in Italy 35 Italian Edition Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Alla Leone, il Centro Ricerche Biotecnologiche Dentali Marco Pozzi A partire dalla fine del 2007 è attivo, presso lo stabilimento della Leone Spa, il Centro Ricerche Biotecnologiche Dentali Marco Pozzi; situato in un’area appositamente dedicata, il laboratorio rappresenta la con- non necessariamente collegati agli aspetti produttivi propri dell’Azienda. Con importanti investimenti annui riservati alla ricerca e alla tecnologia è infatti intenzione della direzione della Le- no portato a pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate e in alcuni casi hanno avuto ricadute sulla innovazione di prodotto. Il Centro è dotato di strumentazioni all’avanguardia, fra cui spiccano un microscopio elettronico a scansione (SEM) di ultima generazione, un microscopio ottico con telecamera Nikon, uno scanner tridimensionale 3Shape e due macchine universali Instron per prove meccaniche. pagina 34 Essendo la nostra Azienda abituata a gestire tolleranze di questo tipo – aggiunge Dolfi – avevamo la struttura produttiva e l’apertura mentale necessarie. Anche se in tale circostanza dovemmo acquistare una macchina da destinare alla creazione di prototipi”. La presentazione ufficiale dell’impianto Leone, che si pose subito come efficace contraltare al sistema allora (e tuttora) dominante della connessione a vite, avvenne dieci anni fa. Una volta trovata la (brillante) soluzione accennata, rimaneva tuttavia da affrontare un’altra fase altrettanto lunga e impegnativa: l’informativa sul nuovo prodotto. Di qui, l’invito ai professionisti dell’Odontoiatria a conoscerlo, adottarlo, apprezzarlo e magari consigliarlo a loro volta, esperienza certamente non nuova per la Leone che vanta, tra i suoi “plus” aziendali, quella di un’attività costante e convinta nell’organizzazione di corsi. “La Leone – sottolinea infatti Alessandro Pozzi nell’houseorgan aziendale – non è solo fabbricante di questi dispositivi, ma nel DNA dell’Azienda risiede la volontà di divulgare l’Odontoiatria, dalle basi più semplici ai livelli più elevati”. Nel ricordare, inoltre, che presso l’Istituto di Studi Odontoiatrici (ISO) della Leone (nato nel 1982) “si alternano quotidianamente relatori di prestigio e rinomata esperienza in sessioni di chirurgia implantare e in corsi teorici sulla diagnosi implantologica e relativa terapia”, Pozzi sottolinea che la Leone non solo mette a disposizione un impianto di grande qualità e successo, come l’Exacone™, ma “anche dimostrazioni su paziente gratuite, corsi, assistenza da parte degli ingegneri e tecnici. Ma soprattutto la consulenza tecnica di Exacone™ Team, équipe di 15 professionisti in tutta Italia pronti a fornire informazioni e consigli sulla scorta di un’esperienza pluriennale”. Altro momento clou dell’informativa sulle qualità dell’impianto Leone, è costituito dall’ormai tradizionale Congresso Exacone™, giunto alla V edizione, in programma a Firenze il 15 ottobre prossimo. Holger Zipprich parlerà, per l’appunto, di micromovimenti, altri due relatori (Carlo Clauser e Roberto Barone) di “gestione di tessuti molli nella terapia implantare”), mentre Zavaglia, Nori e Vacirca si soffermeranno sui limiti della riabilitazione implantoprotesica nei pazienti vulnerabili. ° 5 Congresso FIRENZE • 15 Ottobre 2010 II S TSI T UO TO ® STUDI ODONTOIATRICI SEDE DEI LAVORI ISO Istituto Studi Odontoiatrici “Aula Magna Marco Pozzi” Via Ponte a Quaracchi, 48 50019 Sesto Fiorentino (FI) PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI: Segreteria ISO Tel. 055.30.44.58 Fax 055.30.44.55 [email protected] www.leone.it La partecipazione è gratuita e riservata ai soli medici odontoiatri E.C.M. ODONTOIATRI: ACCREDITAMENTO RICHIESTO Studio sperimentale sui micromovimenti e microgap delle connessioni implantari: evidenze biomeccaniche e conseguenze cliniche Ing. HOLGER ZIPPRICH Dipartimento di Protesi Dentaria, Sezione: Scienza dei Materiali Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte, Germania Gestione dei tessuti molli in terapia implantare Dott. CARLO CLAUSER Dott. ROBERTO BARONE Liberi professionisti a Firenze Indicazioni e limiti della riabilitazione implantoprotesica nei pazienti vulnerabili Dott. VITTORIO ZAVAGLIA Dott.ssa ALESSANDRA NORI Dott. RAFFAELE VACIRCA S.O.D. di Odontostomatologia Chirurgica e Speciale Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Ancona Direttore Dott. V. Zavaglia PP10/05-IT IT tinuazione e il potenziamento di un’attività svolta da diversi anni, che vede il coinvolgimento di risorse dell’Azienda Leone e di personale esterno, allo scopo di approfondire temi nel campo dell’odontoiatria, one favorire la collaborazione con università e centri di ricerca, promuovendo, attraverso lo scambio di conoscenze e competenze, il progresso delle conoscenze in odontoiatria. Nel corso degli anni è progressivamente cresciuto il numero di laureandi, specializzandi e ricercatori che hanno svolto attività di ricerca presso la Leone, utilizzando la dotazione di macchine e strumenti messi a disposizione dall’azienda. Molti dei lavori svolti han- 36 Dental Meeting & Congressi Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition A Vienna l’Anatomia chirurgica tiene scuola Un corso che è ormai tradizione e certezza di qualità Si è svolta dal 3 al 10 maggio di quest’anno la XI edizione del Corso di Anatomia chirurgica e di Dissezione su preparati anatomici presso l’Istituto di Anatomia dell’Università di Vienna, corso ideato e diretto dal professor Mauro Labanca già nel lontano 2003 quando diede inizio a questo evento partendo, primo e unico, dall’Italia. Il modulo del corso, ben strutturato e con obiettivi precisi in campo chirurgico, è costituito da una parte teorica e una parte pratica, seguite oltre che dal prof. Labanca anche dalla prof.ssa Rita Rezzani, direttrice dell’Istituto di Anatomia dell’Università di Brescia, dal prof. Luigi Rodella, responsabile scientifico del corso, dal prof. Giorgio Blasi, ordinario di Parodontologia e dal prof. Manfred Tschabitscher, direttore dell’Istituto di Anatomia di Vienna. Una delle più rilevanti particolarità è che si tratta di un corso “creato su misura” dai partecipanti stessi. In pratica, una parte della docenza viene costruita in base alle esigenze e alle richieste dei corsisti, che prima delle lezioni esprimono le proprie aspettative e bisogni. Quest’anno, ad esempio, è stata prestata particolare attenzione alla visione, tramite endoscopio posizionato nel seno mascellare, degli effetti degli osteotomi sulla membrana schneideriana durante le tecniche di minirialzo, e alla preparazione dei siti implantari facendo ricorso agli inserti della piezochirurgia. Durante le lezioni teoriche, svolte nella suggestiva biblioteca dell’Università, sono stati affrontati argomenti di natura prettamente anatomica e altri odontoiatrici più specifici, quali ad esempio l’importanza della valutazione del torque in fase di posizionamento degli impianti e la verifica della stabilità implantare attraverso la rilevazione dell’ISQ. La parte pratica ha visto esercitazioni su preparati umani freschi (pertanto non fissati in formalina) e con le arterie perfuse di una speciale resina rossa; queste due particolari condizioni rendono i modelli esercitativi oltre che assolutamente unici nel panorama corsistico internazionale, anche quanto di più simile si possa avere rispetto alla situazione riscontrabile nel vivente. Il tutto avviene presso l’Anatomy Training Centre, sala anatomica all’avanguardia, dotata di telecamere a circuito chiuso che proiettano le immagini attraverso schermi piatti sopra ogni postazione chirurgica; ogni tavolo, regolabile in altezza, è dotato di un’ottima illuminazione tramite lampade scialitiche. I 24 corsisti (in realtà il corso ne prevedeva al massimo 20, ma anche quest’anno si è verificato un “over booking”) arrivati da tutta Italia hanno avuto la possibilità di effettuare differenti interventi di diversa difficoltà chirurgica: da un’implantologia di base a una avanzata, con lateralizzazione del nervo alveolare inferiore, mini e grande rialzo del seno mascellare o, ancora, prelievi di osso dalla branca montante della mandibola o dalla teca cranica con tecniche tradizionali o con chirurgia piezoelettrica, riposizionamento dei prelievi per tecniche rigenerative, fino ad arrivare a scoprire strutture di rilevante importanza anatomica (come il nervo linguale e alveolare o l’arteria facciale). Le varie fasi chirurgiche sono state eseguite come se i corsisti si trovassero in un attrezzato Studio odontoiatrico e non in un Istituto di Anatomia, grazie alla ricca dotazione di strumentario chirurgico, di motori per l’implantologia, di aspiratori a elevata potenza, di differenti fili di sutura, di materiali riempitivi, membrane, chiodi per fissazione e molto altro ancora. Altra particolarità del corso è che in ogni fase ogni tavolo veniva as- sistito da un tutore a esso dedicato, con formazione anatomica e chirurgica, pronto a rispondere agli eventuali dubbi dei corsisti in tempo reale. Presenti al corso anche numerosi manager e amministratori delegati delle aziende sponsor (coinvolte, ma non promotrici) che hanno fornito gratuitamente a ogni corsista materiali e strumenti di lavoro di primissimo livello. Il corso si è concluso con l’assegnazione delle targhe e degli attestati ai partecipanti durante una serata di gala presso il ristorante Monastiri, suggestivo locale nel centro di Vienna in un clima di grande convivialità e soddisfazione da parte di tutti i presenti. Ricordiamo che, a conferma dell’importanza e della validità del corso, anche questa undicesima edizione si è conclusa con un grado di soddisfazione delle aspettative da parte dei corsisti pari al 98%. Per il prossimo evento, programmato dal 9 al 13 maggio 2011, sono già prenotati molti corsisti che non hanno potuto partecipare a questa edizione, e gli organizzatori auspicano pertanto che si possa avere un ulteriore incontro con un tutto esaurito, peraltro piacevole costante di questo corso. Italian Edition Feltre: inaugurato l’omonimo Centro di clinica e ricerca Biomec adv 21x29,7 26_08_10 miniimp_Layout 1 26/08/10 14:24 Pagina 1 Il 5 giugno si è inaugurata a Feltre l’omonima Clinica, nuova sede dello Studio Dentistico Associato Andersson, Sennerby & Viinamåki. Peter Anderson e Lars Sennerby hanno presentato gli obbiettivi del nuovo centro, nato per rispondere alle diverse esigenze cliniche e di ricerca. L’inaugurazione ha avuto il suo momento clou nello spettacolo degli sbandieratori del Palio di Feltre, organizzato anche per esprimere il senso di territorialità oramai acquisito anche da Andersson e Sennerby. Al centro del progetto, curato da un noto architetto e sviluppato su due piani, la volontà di creare un ambiente certamente funzionale dal punto di vista clinico-operativo, ma anche – e soprattutto – di accogliere i pazienti in un’atmosfera accogliente. In pieno stile nordico, nel progetto non sono stati trascurati neppure gli ambienti per il personale, con aree attrezzate per i momenti di relax che comprendono, fra l’altro, anche una sauna e una vasca con idromassaggio. Centro di didattica e ricerca, nella Clinica ampio spazio è stato dedicato anche alla realizzazione di una sala corsi, con riprese televisive a circuito chiuso: brevi presentazioni sono state tenute anche dai componenti del gruppo di ricerca (Pagliani, Verrocchi, Volpe e Lanza). La Clinica Feltre ha ottimi rapporti di collaborazione con alcune aziende di settore; tra queste, Neoss, produttore dell’omonimo sistema implantare, che supporta tali attività anche dal punto di vista logistico, occupandosi degli aspetti organizzativi legati ai corsi. Lo stretto rapporto con Neoss è stato sancito dal conferimento alla Clinica della qualifica di “Centro di Eccellenza Neoss”. La Clinica Feltre è supportata anche da Ostell AB, il produttore svedese dello strumento per la misurazione della stabilità implantare Ostell ISQ. Presso la clinica è attivo, infatti, uno studio proprio sulla misurazione della stabilità implantare. Lo studio è supportato anche dalla W&H. Tecnoss Dental, produttore di sostituti ossei, ha invece appoggiato un progetto di ricerca sulle procedure di incremento osseo. La collaborazione tra il Gruppo di Ricerca di Feltre e 3DIEMME ha portato allo studio della correlazione tra la densità ossea, leggibile da un esame TC, e i parametri di stabilità primaria rilevabili in fase intra-operatoria. Recentemente, è stato siglato un accordo con la società De Götzen per testare la White Fox CBCT, nuova tecnica per l’imaging radiografico e la pianificazione virtuale del trattamento impiantare. 100% 100% 100% 100% 100% oxyimplant.com TECHNOLOGY AFFIDABILITY QUALITY LASTING SAFETY + + + + + = OXYIMPLANT the “perfect” formula twenty years for your success Linea mini impianti Siamo presenti al • Mini impianti a moncone diritto Micro Fix e a moncone sferico Micro Fix Sphere • Passo spira 1 mm • Diametri 2,7 e 3,2 mm • Lunghezze da 9 a 17 mm • Trattamento superficiale Osseonova • Moncone dell'impianto Micro Fix con quadro 2x2 e gole di ritenzione • Moncone dell'impianto Micro Fix Sphere con sfera di ritenzione 2 mm • Sistema "No-Touch" per la manipolazione dell'impianto • Sistema di frese unico, con stop calibrato per una osteotomia sicura. 38° INTERNATIONAL EXPODENTAL Roma 7-9 Ottobre 2010 Pad. 7 Corsia F Stand 20 monofasici bifasici mini impianti implant D E N T A L S Y S T E M Scopri la linea completa di impianti Oxy Implant e tutte le promozioni visitando il nostro sito: www.oxyimplant.com www.oxyimplant.com - [email protected] - Via Nazionale Nord - 21/A 23823 Colico (Lc) - Tel. +39 0341 930166 - Fax +39 0341 930201 by BIOMEC S.r.l. 38 Dental Meeting & Congressi Anno IV n. 3 - Settembre 2010 Italian Edition Seminario di aggiornamento a cura della Sicoi sugli impianti post-estrattivi Si è tenuto a Rimini (12 giugno) il corso di aggiornamento Sicoi “Consensus Conference sugli impianti post-estrattivi”. Preceduto da un incontro conviviale al locale Circolo nautico, il corso ha mostrato le possibilità d’utilizzo dell’impianto post- estrattivo: le controindicazioni e le alternative terapeutiche di una procedura entrata ormai nella pratica degli Studi. Sempre attenta alle evoluzioni dell’implantologia e della chirurgia orale, la Sicoi ha privilegiato un tema d’attualità, illustrando aspetti clinicamente molto dibattuti: si “è partiti” dai presupposti biologici della guarigione alveolare, per arrivare alle applicazioni cliniche supportate da evidenze scientifiche. Con una relazione brillante e corredata da un’eccellente ico- nografia, Ugo Covani, in qualità di primo relatore, ha trattato gli aspetti biologici della guarigione di un alveolo post-estrattivo, dalla letteratura classica fino alle ricerche più recenti e all’indirizzo da dar loro. Per chiudere l’iter delle consi- derazioni biologiche legate alla tecnica, si sono poi succeduti sul palco Mario Aimetti, Enzo Vaia e Daniele Botticelli. Aimetti ha discusso delle varie possibilità di trattamento del sito postestrattivo, indicando materiali utilizzabili con validità biologica e clinica. Al termine della sessione del mattino, Botticelli ha evidenziato le possibili diversità tra la clinica e la ricerca in un ambito affollato di controversie dopo che Vaia aveva preso didatticamente in esame indicazioni e controindicazioni di utilizzo dell’impianto post-estrattivo. Del suo successo a livello funzionale ed estetico e sui parametri di valutazione per definirlo, hanno parlato Matteo Capelli, Denis Cecchinato e Roberto Abundo. Come da programma, a fine giornata si è svolta la tavola rotonda con la partecipazione di tutti i relatori in risposta alle domande dei partecipanti alla segreteria organizzativa: un momento finale molto seguito che ha suscitato notevole interesse. Molti i giovani odontoiatri presenti, a riprova che i temi e il format messi a punto dal Consiglio direttivo Sicoi hanno stimolato i colleghi e la necessità di risolvere problemi clinici, nella attività quotidiana. Antonio Barone Dental Meeting & Congressi Italian Edition Consensus Conference: come la descrive un partecipante Il 12 giugno, a Rimini, in un sabato afoso di fine primavera, alla “Consensus Conference” della Sicoi, si è dibattuto di impianti post-estrattivi, argomento di estrema attualità nel panorama della chirurgia implantare. Obbiettivo? Fornire indicazioni su quando si possa effettuare un’estrazione dentale con il contestuale posizionamento di un impianto e su quali siano le controindicazioni di tale procedura, le valide alternative terapeutiche e, in particolare, dove ci si possa spingere anche oltre quelle che sono le evidenze scientifiche. Resa illustre da relatori e autori di livello, la “Consensus conference” ha visto convergere al Palacongressi di Rimini numerosi partecipanti per verificare (alcuni) e conoscere più in dettaglio (altri) gli studi più aggiornati e le modalità di un atteggiamento terapeutico sempre più in uso e già praticato da anni da alcuni. Nella prima relazione, Ugo Covani ha gettato luce su alcuni aspetti meno noti del problema, mentre Enzo Vaia, unendo gestualità e raffinata dialettica partenopea, ha tenuto desta l’attenzione della platea fornendo una notevole serie di input scientifici. La giornata si è dipanata in una gran quantità di dati e richiami ai lavori fonda- mentali relativi a questa tecnica odontoiatrica. L’interesse è stato più forte di qualsiasi tentazione balneare, mentre la mostra merceologica ha dato lo spunto per consultare le ultime fatiche editoriali di alcuni relatori. La prossima occasione d’in- contro sarà costituita dal XX Congresso Internazionale Sicoi a Milano l’8 e 9 ottobre 2010 dedicato alle “Innovazioni biologiche e tecnologiche in chirurgia implantare” all’Atahotel Executive. Luigi Grivet 18 Industry Report Anno V n. 7+8 - Luglio-Agosto 2009 DENTAL T RIBUNE Italian Edition