Ausstellungstexte - Rätisches Museum
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Ausstellungstexte - Rätisches Museum
Ausstellungstexte Preriscaldato e riscaldato: diffusori di calore storici Lungo il breve percorso attraverso l'esposizione, partendo dal guardaroba e arrivando in camera da letto, passando per la cucina e il soggiorno, si possono vedere diversi vestiti invernali, fornelli, stufe, scaldapiedi, borse dell'acqua calda, bracieri e altri oggetti della collezione del Museo retico. Essi presentano i metodi con cui un tempo si riscaldava la casa, si lottava contro i piedi freddi, si tenevano caldi i pasti e il caffè, nonché le fonti di calore con cui si preriscaldava il letto. La varietà e lo sviluppo dei diffusori di calore storici sono stati caratterizzati dal materiale disponibile, dal prezzo e dalla moda del momento. Prima che si imponesse la produzione industriale, gli artigiani creavano forme individuali decorandole con ornamenti artistici, immagini, figure e versi. Ne risultavano veri e propri gioielli che, oltre a svolgere la loro funzione originaria, rispecchiavano anche lo status del proprietario. La mostra viene completata da quadri di Albert Anker e fotografie di stufe grigionesi accompagnati da massime azzeccate. Non può certo mancare la comoda panca accanto alla stufa dove si possono ascoltare storie che scaldano il cuore. Un sondaggio illustra i metodi preferiti e anche quelli più insoliti per tenersi caldi. Modello di stufa medioevale in maiolica risalente al XIV secolo Nel 1994, il Servizio archeologico dei Grigioni, nell'ambito di scavi nella cantina di una casa presso la Martinsplatz abbattuta nel 1574, trovò 70 piastrelle di una stufa in maiolica. Si trattava di un deposito risalente alla seconda metà del XIV secolo. Il modello di stufa immaginario mostra una variante, tra molte, di come avrebbero potuto essere assemblate. Avvolti Un tempo, un cappotto imbottito di pelliccia di volpe, stivali in pelle o pelliccia di foca, un berretto di lana, una sciarpa di lana, guanti in pelliccia o fatti a maglia garantivano la protezione dal freddo. Fino alla fine degli anni '30 del secolo scorso, le signore borghesi utilizzavano volentieri un manicotto per scaldarsi le mani, infilandole in un involucro a forma di tubo in pelliccia, stoffa o piume. Tenuti al caldo Dai focolari aperti, dapprima accesi direttamente sul terreno, poi su uno zoccolo in muratura in mezzo al locale, col passare dei secoli si sono sviluppate le stufe più diverse. Con l'introduzione della cappa a partire dal IX secolo, la posizione del focolare si spostò contro la parete. Nel XVI secolo furono costruite le prime stufe chiuse, in cui il focolare era circondato da pareti su tre lati e coperto con una lastra di ferro. Dalla fine del XVIII secolo esistono stufe con camera di combustione completamente chiusa, un tubo per i gas combusti e fornelli con anelli su cui appoggiare le pentole. Verso la metà del XIX secolo Rätisches Museum Vermittlung 2014 giunsero sul mercato le prime stufe in ferro prodotte in serie. Nel XX secolo, la classica stufa a legna o a carbone fu gradualmente sostituita da stufe moderne a gas o elettriche. Per tenere caldo il cibo, venivano utilizzati scaldavivande a candela e piatti termici riempiti con acqua calda. Copriteiera e copricaffettiera ricamati e imbottiti di ovatta, nonché piccoli rechaud tenevano calde le bibite a tavola. Riscaldati Stufe chiuse, senza fuoriuscita di fumo nel locale, caricate dall'esterno sostituirono nel tardo Medioevo il riscaldamento tramite camino. Le prime stufe in maiolica furono realizzate dapprima in fortezze, castelli e case comunali, più tardi anche nelle abitazioni. Nell'arco alpino, oltre alle stufe in maiolica si diffusero anche stufe in lavezzo (steatite). Le stufe da soggiorno avevano diverse funzioni: vi venivano cotti alimenti al forno, sopra di esse venivano stesi i panni ad asciugare, in un altro vano veniva fatta essiccare la frutta e tenuto in caldo il cibo. Infine, la panca accanto alla stufa offriva un accogliente luogo di riposo. In certi soggiorni, l'aria calda fluiva nella camera soprastante attraverso un'apertura. Importanti fabbriche di stufe si trovavano a Winterthur e a Steckborn. In Prettigovia, nel XIX secolo la famiglia di produttori di stufe e di fumisti Lötscher, di St. Antönien, era famosa per i suoi prodotti. Nel XVIII e XIX secolo vennero prodotte in modo industriale stufe in ferro e ghisa per soggiorni e per camere, parzialmente combinate con piastrelle in maiolica. Nel XX secolo vennero sempre più spesso sostituite da riscaldamenti centralizzati. Scaldapiedi portatili o cosiddetti scaldini erano realizzati in argilla, metallo o legno. I piccoli contenitori presentavano un involucro metallico in cui porre il carbone di legna ardente ed erano provvisti di buchi per lasciar uscire i gas. Preriscaldati Un precursore delle borse dell'acqua calda era costituito da sassi molto caldi avvolti in un panno che venivano messi nel letto. A metà del XVI secolo, i fonditori di stagno produssero per la borghesia le prime bottiglie in stagno per acqua calda. Nel XVIII secolo, per produrre questi contenitori venne utilizzato anche rame. I primi scaldaletto elettrici furono prodotti nel periodo della prima guerra mondiale, poi seguirono i cuscini riscaldati elettricamente. Dagli anni '20 del secolo scorso si è diffuso sempre più l'utilizzo di borse dell'acqua calda in gomma. Un'alternativa alla borsa dell'acqua calda era costituita da sacchetti termici riempiti di noccioli di ciliegia o semi riscaldati nel forno o sulla stufa in maiolica. Nel XVIII secolo, il letto veniva scaldato anche con bracieri in rame od ottone, riempiti di carbone ardente. Venivano spostati sotto le coperte grazie al lungo manico in legno. Rätisches Museum Vermittlung 2014