Musica d`autore nel Codex Reina

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Musica d`autore nel Codex Reina
Civica Scuola di Musica Claudio Abbado - Fondazione Milano®
in collaborazione con il Civico Museo degli Strumenti Musicali di Milano
7 maggio 2016 ore 16.00
MI, Castello Sforzesco, Museo Strumenti Musicali, Sala della Balla € 5/3 fino a esaurimento posti
Musica d’autore nel Codex Reina
Da Jacopo da Bologna a Francesco Landini, da Nicolas Grenon a Guillaume Du Fay
concerto finale del seminario tenuto da Claudia Caffagni presso Villa Simonetta
Ensemble di musica medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Claudia Caffagni, direzione
Il concerto conclude il seminario tenuto presso Villa Simonetta da Claudia Caffagni, dedicato al
repertorio autografo contenuto nel codice cartaceo noto come Codex Reina. Conservato oggi a Parigi,
prende il nome da un certo Signor Reina di Milano che ne fu proprietario fino al 1834, quando il
codice fu acquistato da Auguste Bottée de Toulmon, bibliotecario del Conservatorio di Parigi, poi
passato alla Biblioteca Nazionale (Nouvelles Acquisitions Françaises, MS 6771) nel 1850. Il
manoscritto fu copiato a Padova o Venezia in due fasi: una prima che risale agli anni ca. 1400-10 (fasc.
I-II) e una seconda agli anni ca. 1430-40 (fasc. III). Il primo fascicolo (ff. 1-46, 47’-52’) contiene il
repertorio italiano della metà del Trecento, il secondo (ff. 46’-47, 53-85’) tramanda opere
prevalentemente francesi della seconda metà del Trecento e due composizioni strumentali,
probabilmente per tastiera (ff. 85-85’). Il terzo fascicolo (ff. 89’-119) ospita composizioni francesi
accanto a una italiana, risalenti alla prima metà del Quattrocento. La notazione è nera su 6 righe
rosse, con note dealbate o rosse con significato di coloratura mensurale. Dei 220 brani, 98 sono
anonimi, i restanti sono di autori tra cui Giovanni da Firenze, Jacopo da Bologna, Francesco Landini,
Bartolomeo da Bologna, Bartolino da Padova, Filippotto da Caserta, Guillaume de Machaut, Nicolas
Grenon, Pierre de Molins, Grimace, Guillaume du Fay, Gilles Binchois.
Il programma include una scelta di composizioni di autore, tratte dai tre fascicoli del codice. L'intento
è mettere a confronto stili poetico-musicali di autori provenienti dalle principali aree di produzione
della musica polifonica dell’epoca -Italia, Francia e area Fiamminga- selezionati dai copisti estensori
del codice. Sarà così possibile assistere a una esemplificativo del repertorio diffuso e in uso in area
veneta nella prima metà del Quattrocento.
Programma
Guillaume Du Fay, Ce mois de may soions lies et joyeux - rondeau (fol. 103v-104)
1397-1474
Bartolino da Padova, Amor che nel pensier mie vive et regna - madrigale (fol. 18)
c.1365-1405
Johannes Legrant, Les mesdisans ont fait raport - rondeau (fol. 95v-96)
fl. 1420-40
Francesco Landini, Gran pianto agl’occhi - ballata (fol. 34v); Sia Maledetta l’or - ballata (fol. 28)
c.1325-1397
Jacopo da Bologna, Sotto l'imperio del possente prince - madrigale (fol. 1v-2)
fl. 1340-60
Bartolino da Padova?, Imperial sedendo fra più stelle - madrigale (fol. 22v-23)
c.1365-1405
Jacopo da Bologna, Un bel sparver gentil di penna bianca - madrigale (fol. 4)
Giovanni da Firenze, Agnel biancho son biancho - madrigale (fol. 12); O tu chara sciença - madrigale (fol. 30v-31)
fl. 1340-50
Nicolas Grenon, Se je vous ai bien loyaulment aimee - rondeau (fol. 92v-93)
c.1375-1456
Bartolomeo da Bologna, Merci Merci chiamando adiuto - rondeau (fol. 105v-106)
fl. 1405-27
Pierre des Molins, De ce que fol pensé souvent remayn - ballade (fol. 71v)
fl. seconda metà 300
Anonimo francese, Je voys le bons tens venir - virelai (fol. 85v/67v)
Fine XIV sec.
Nicolas Grenon, La plus jolie et la plus belle - chanson (fol. 91v-92)
Fonte - Parigi, Bibliothèque Nationale, Nouvelles Acquisitions Françaises, MS 6771
Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Cécile Blais, voce, organo portativo
Kairi Kosk, voce
Serena Leonardi, viella
Annunziata Loporcaro, voce
Jung Min Kim, voce, liuto medievale
Stefano Maffioletti, organo portativo
Jonatas Monteiro, voce
Claudia Caffagni, direzione
L'Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano è il risultato di
un progetto didattico che da anni viene portato avanti sotto la guida di Claudia Caffagni. Si tratta di un
gruppo di giovani musicisti, provenienti da diverse esperienze musicali, da diversi paesi del mondo, uniti
dall'interesse per la ricerca rivolta a un repertorio ancora molto da esplorare, che ha il fascino di parlare
un linguaggio in grado di comunicare ancor oggi emozioni, e di raccontare una parte importante della
nostra storia.
Testi
Ce moys de may soyons lies et joyeux / et de nos cuers ostons melancolye; / Chantons, dansons et
menons chiere lye, / pour despiter ces felons envieux / Plus c’onques mais chascuns soint curieux / De
bien servir sa maistresse jolie. / Ce moys de may soyons liés et joyeux, / Et de nos cuer ostons mélancolie.
/ Car la saison semont tous amoreux / A ce faire, pourtant n’y fallons mye. / Carissimi! Dufay vous en
prye / Et Perinet dira demieux en mieux
In questo mese di Maggio siamo lieti e gioiosi e dai nostri cuori bandiamo la malinconia.
Cantiamo, danziamo e stiamo allegri a dispetto di quei vili invidiosi più che mai ciascuno cerchi
di ben servire la sua bella signora. In questo mese di Maggio siamo lieti e gioiosi e dai nostri cuori
bandiamo la malinconia. Poiché la stagione invita ogni innamorato a fare questo, per tanto non
manchiamo. Carissimi! Du Fay ve ne prega e Perinet dirà ancora meglio.
Amor che nel pensier mio viv'e regna / d'est'alta donna sopra ogn'altra insegna / Amor, Amor ogni
pensier m'enduce / con dolce affanno ben servire amore./ però che d'ogne nobelta traluce / la donna in
vista fonte de valore. / Donca ben piaza al mio degno segnore / che mi conservi in questa donna degna.
Les mesdisans ont fait raport / Aux en vieux, ne scay coment / Qu'il scavent tout certaynement / Que ma
dame era mon confort. / Pour moy destruire et metre la mort / Et prendre fin aucunement / Onques de
ma dame confort / Je n'eus pour vivre liement / Se non de le veoir souvent / Si m'estuet trop grant
desconfort.
I maliziosi hanno detto ai gelosi - non so come lo abbiano saputo - che la mia dama è ricca, per
distruggermi, farmi morire e mettere fine, senza dubbio, al nostro rapporto. Per vivere agiatamente, non
ho mai ricevuto nessun aiuto dalla mia dama. La colpa che mi viene attribuita non è altro che quella di
vederla spesso.
Gram piant’agli occhi, grave doglia al core / Abbonda sempre l’anima, sì more. / Per quest’amar’ ed aspra
dipartita; / Chiamo la mort’ e non mi vol udire. / Contro mia voglia dura questa vita; / Che mille morti me
convien sentire. / Ma bench’io viva mai non vo’ sentire / Se non veo chiara stella e’ dolçe amore. / Gram
piant’agli occhi…
Sia maledeta l'or' al di che veni / Sotto 'l çogo d'amore. / E la vana sperança ch' i' manteni. / Sia maledeta
la fortuna e dove. / Sostenne 'l colpo chi non guaro may. / Sia la costança mia la fe' le prove, / le lacrime
suspir chi sparsi may. / Sia benedeta tu che lete stay / del mio grave dolore.
Tanto se' bella e di virtu honore. / Sia maledeta l'or' al di che veni / Sotto 'l çogo d'amore. / E la vana
sperança ch' i' manteni.
Sotto l’imperio del possente prince / che nel suo nome ha le dorate ale / regna la bissa [simbolo dello
stemma dei Visconti] il cui morso me vince. / Sì che da lei fuggir nulla me vale / la me persegue il cor mio
segnorezza, / poi como donna istessa se’ vaghezza. / Come ch’io la rimiro pur s’accorze / i’ochi donneschi
ei chiude e via sen fuze / ma como serpe tosicosa porze / di foco fiama che m’azeca e struze / l’animo a
crudo e si’ aspra la scorza / ch’amor en lei per mi più non ha forza- / Custei me fe’ zà lume più che ’l sole /
cum più zo me ricordo più me dole.
Un bel sparver çentil de penna biancha / Volando sopra l'aire s'aponde / In un bel prato verde pien de
fronde. / Amor, che del servir mi non s'asconde, / Me dice: Va seguendo quel sparviero / Che rivirà gentil
tant' è mainero. / Sì, sì nel monte tutto el çorno intiero / L'anday chiamando infin a meçanotte; / Poi me
colcay in meço de due grotte. / All'alba el çorno aparv' ed io tornava / E quel de pugno alora me volava.
Agnel son bianco, e vo' belando, bè. / e per ingiuria di capra superba / belar convegno, e perdo un
boccon d'erba. / Il danno è di colui, i' dico in fè. / che grasso mi de' aver con lana bionda. / se capra turba
che non m'abbi tonda. / Or non so bene che di me sera. / ma pur giusto signor men mal vorrà.
O tu, cara scienza mia musica. / o dolce melodia, con vaghi canti./ che fa rinnovellar tuttor gli amanti; / e
io son corda di tua consonanzia. / che 'mmaginar solea tuo bel trovato: / or son procuratore et avvocato.
/ Però ritorno a te, musica cara, / ch'ogni atto bel d'amor da te s'appara.
Si je vous ay loyaulement aimée, / Plus c'onques mais vous ayme loyaulement, / Sachiéz de vray qu'à
vous entièrement / Serait de moi parfaitement amour gardée. / De ce soiés ferme et asseuré / Et ne
doutés qu'il en soit autrement. /Car la beauté dont vous êtes parée, / La biau cler vis figuré proprement, /
Et vos beaux yeux m'ont espris tellement qu'en vérité autre rien m'a grée.
Se vi ho amata lealmente, più di chiunque altro vi amo sinceramente. Sappiate, in verità che il mio amore
per voi è completamente integro. Di ciò, mia dama, siatene sicura e non dubitate che sarà mai
diversamente. Poiché la bellezza della quale siete ornata, il bel viso chiaro che appare come si conviene e i
vostri occhi belli mi hanno acceso tanto che in verità null’altro mi piace.
Mersi, mersi chiamando adiuto no me porto; / Morir me sento e smenuir l’alena, / Et crescermi tut’hora
l’aspra pena / Et lontanarmi dal desiato porto. / Bella, bella columba se mi done conforto,
Revivira ogni mio polso et vena, / Mersi, mersi chiamando adiuto no me porto; / Morir me sento e
smenuir l’alena, / Aylas! Aylas! Perché m’occidia si gran torto? / L’ardente face amorta et raserena, / La
turbidata fac’et poy refrena / Gli ati di cuy spesso per te me ha morto. / Mersi, mersi chiamando adiuto
no me porto; / Morir me sento e smenuir l’alena, / Et crescermi tut’hora l’aspra pena / Et lontanarmi dal
desiato porto.
De ce que fol pensé souvent remaint, / helas! je le puis bien par moy puer / car par penser et cuider me
destraint / Amours le corps et fait mon cuer cruer; / ainsi m’estuet les grief maulz endure / celléement
pour vous, dame honourér, / d’ainsi languir en estrange contrée.
Dei folli pensieri che spesso mi ritornano, Ahimè! io posso esserne davvero una prova,
poiché con pensieri e preoccupazioni Amore mi distrae il corpo e tormenta il mio cuore; così mi è
necessario sopportare amare tristezze segretamente per voi, dama onorevole, languire in questo modo in
un paese straniero.
Je voy le bon tens venir / et les albres reverdir / dont je suy gay, / Car vueil l’amour maintenir / et toudis
a li servir / Sachiés devray. / Amoreus ne peut mal trayre / Sans retrayre; / Vueilliés honorer et servir. /
C’est la belle debonaire / sans retrayre: / A li me vueilliés resjoir. / Mais celle me fayt gemir. / Il me faudra
contenir / Mieus que pouvray; / Estre seul à li grieray / Ly je merci / … / Bon gré n’avray.
Vado il bel tempo veniree gli alberi rinverdire; per ciò sono felice, perché voglio mantenere l’amore e fare
di tutto per onorarlo. Gli amanti non possono tradire senza essere infedeli; Vogliate portare onore e
servizio. Lei è una bella dama generosa, fedele. Vogliate gioire per me. Ma quella mi fa soffrire. Devo
essere forte più di quanto possa; essere solo a soffrirne […]. Ne avrei vantaggio.
La plus jolie, la plus belle / la plus gaie, la plus novelle, / la mieux garnie de doulçour,/ c’est celle en qui
de jour en jour / mon cœur en joye renovelle.
La più graziosa, la più bella, la più allegra, la più giovane, la più dolce è colei che di giorno in giorno
riempie il mio cuore di gioia.
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