Thomas - IC Malcesine

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Thomas - IC Malcesine
Lo sport, una palestra di vita
Secondo me, lo sport è una palestra di vita perché ti insegna a stare con altre
persone, a impegnarti con costanza, ad ammettere i propri errori, ma
soprattutto a non trovare alibi, proprio come abbiamo letto nel racconto di Julio
Velasco “non dobbiamo trovare alibi, ma saper individuare i propri difetti e
ancora prima di vincere con un’altra squadra bisogna vincere contro di noi,
contro i nostri difetti”.
Julio Velasco
Anche in un momento così drammatico e sconfortante descritto nel racconto della
finale olimpica di pallacanestro di Monaco del 1972, bisogna saper perdere e, magari,
capire dove si ha sbagliato e migliorare perché dopo quattro anni ci saranno altri
giochi olimpici, con avversari bene o male simili.
Però, secondo me lo sport non va preso troppo sul serio, come in Brasile dove per
una sconfitta nella finale di Coppa del Mondo FIFA di calcio del 1950 (la finale del
Maracanazo, termine brasiliano per ricordare la brutta sconfitta in casa, al Maracana)
il governo proclamò tre giorni di lutto nazionale, più di trenta persone si sono
suicidate dando la responsabilità maggiore al portiere, che anche a distanza di
trent’anni veniva fischiato.
Soprattutto lo sport è bello perché è aperto a tutti, non importa l’età, il sesso,
il colore della pelle, la provenienza, ma importa solo la voglia di vincere. Lo
dimostra Maria Toorpakai, una venticinquenne pakistana che è diventata
campionessa mondiale di squash, nonostante avesse alle spalle un’infanzia
molto difficile.
Maria Toorpakai
Gli sport di squadra in generale ti aiutano ad andare d’accordo con tutti, a impegnarti sempre al
100% perché c’è sempre un tuo compagno che si allena per diventare più bravo di te, a rispettare
gli altri, a giocare insieme...
Io pratico la pallacanestro, uno sport in cui per vincere le partite bisogna tenere
l’intensità al 101% per tutta la partita. Io lo pratico dalla terza elementare presso la
società sportiva Virtus Alto Garda (la prima squadra gioca in serie D).
Per me giocare a basket è una forma di divertimento: mi
rilassa perché mi concentro solo sul pallone e il canestro; a
fine allenamento sono sempre stanco ma so che è una
stanchezza positiva. Poi a concludere il tutto c’è la gioia di
vincere la partita e magari riuscire a essere decisivo
segnando qualche punto o rubando palloni preziosi servendo
i compagni.
Lo sport per me è una forma di crescita perché grazie al
basket, mi sono fatto dei nuovi amici, ho fatto la mia prima esperienza di dormire fuori casa e da
l’anno prossimo andrò agli allenamenti in corriera da solo con un mio compagno di squadra. Inoltre
mi ha insegnato a impegnarmi con costanza e a non mollare mai. Mi diverto un sacco a giocare,
provo una sensazione bellissima soprattutto se segno un canestro decisivo negli ultimi dieci secondi
di gioco come è successo nel derby, oppure quando vinciamo un torneo, o anche quando vinciamo
le partite importanti, quelle che contano in campionato.
Il mio idolo è Carmelo Anthony, un giocatore che gioca una pallacanestro
“divertente”, ha un modo di esultare che secondo me è il migliore della NBA,
gioca nei New York Kniks con il numero #7 nel ruolo di Ala grande o piccola.
Mi piacerebbe un sacco vederlo con la maglia della mia squadra del cuore, i
San Antonio Spurs (campioni NBA in carica), ma purtroppo ha trent’anni e è
l’unica speranza dei Kniks di ottenere dei risultati utili.
Da qualche mese seguo lo sport alla televisione perché prima non avevo Sky Sport. Generalmente
seguo il basket al pomeriggio quando fanno vedere le repliche delle partite giocate nella notte.
Seguo anche il calcio perché è lo sport più trasmesso. Sfortunatamente non ho la possibilità di
andare al palazzetto perché le partite iniziano sempre verso la sera tardi e il palazzetto più vicino è
quello dell’Aquila Basket Trento (circa un’ora di distanza da Malcesine).
De Massari Thomas