Numero 14 - tutto il giornale in un solo file

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Numero 14 - tutto il giornale in un solo file
Betlemme: là dove ci porta il cuore
di Marcello Caliman
I nostri cuori battono all'unisono con quello del Santo Padre Giovanni Paolo II, che ha chiesto a tutta la Chiesa Cattolica di
chiedere a Dio di intervenire sui cuori per smuovere dalla strada della ritorsione e della vendetta la caparbia determinazione di
israeliani e palestinesi.
Domenica 14 aprile é dedicata, quindi, alla preghiera per la Pace in Me-dioriente. Betlemme e la Basilica della Natività sono
nell'occhio del ciclone. Per il Papa una nuova angoscia: la tutela dei luoghi santi e dell'incolumità dei religiosi, quaranta frati ed
alcune suo-re, che li accudiscono.
Nella stessa Betlemme, martoriata e distrutta, vi é una comunità di salesiani, tra i quali don Eli-seo Camerota, un anziano
sacerdote originario di Tremensuoli di Min-turno. Chi scrive lo conosce bene in quanto é fratello più giovane del proprio suocero.
Sovente in questi anni abbiamo conversato sui fatti di Pale -stina e in epoca non so-spetta organizzai anche un dibattito pubblico
sul tema. Don Eliseo ha sem-pre dichiarato senza mez-zi termini: “noi religiosi viviano in mezzo ai palestinesi. Sono loro che
han-no bisogno di noi e che guardano con interesse e gioia alle nostre iniziative salesiane, tutte ispirate dall'insegnamento del
nostro fondatore San Gio-vanni Bosco. Abbiamo aperto un istituto professionale che prepara tanti giovani ad un mestiere. Ne
hanno bisogno poichè esiste una profonda ignoranza. Non vi sono ebrei cristiani o che si convertono. vi sono invece palestinesi
cristiani.” Nelle settimane precedenti alcuni ragazzini palestinesi sono stati uccisi mentre uscivano dalla loro chiesa parrocchiale.
C'é speranza per il futuro? Replica don Eliseo Camerota: “noi sa-cerdoti salesiani quando ci rechiamo a far visita un malato in
ospedale o en-triamo in una casa come segno di salute diciamo: Salute nel nome di Gia-cobbe. Ciò perchè questo grande profeta é
venerato e rispettato in tutte e tre le grandi religioni monoteiste: quella cristiana, quella ebraica e quella mussulmana. Se
pensassimo a tutte le ragioni che ci uniscono potremmo vivere tutti in pace ma, invece, esiste un profondo egoismo collettivo e
divisioni secolari. Ma i più deboli e bisognosi di aiuto sono i palestinesi”. Ora don Eli-seo nella Betlemme assediata e martoriata
sta condivivendo i pericoli con coloro che ha sempre di-feso. La comunità di Tre -mensuoli é in fibrillazione per lui e certamente
in tutta la diocesi di Gaeta si pregherà anche per la sua salvezza.
Con lui a Betlemme vi sono in pericolo anche le nostre speranze in un mondo migliore, almeno ora nel terzo millennio cristiano.
Il Consorzio dei Comuni del Cassinate danneggia la nuova Provincia
Il territorio si svilisce in associazioni
Appello accorato all'Abate di Montecassino Mons. Bernardo D'Onorio
di Carmine Di Mambro*
Facendo seguito alle riflessioni da me svolte in merito al-l'Unione delle Cinque Città, a proposito degli sperperi che ne
caratterizzano l'inutile funzionamento e delle dubbie modalità di gestione, vo-glio qui occuparmi di una situazione del tutto
analoga che si verifica nel Consorzio dei Co-muni del Cassinate per la Programmazione e la Gestione dei Servizi So-ciali. Questo
consorzio si compone dei seguenti Comuni: Acquafondata, Aquino, Cassino, Ca-strocielo, Castelnuovo Parano, Coreno Auso-nio,
Cervaro, Esperia, Piedimonte San Ger-mano, Pignataro Inter-amna, Pontecorvo, San-t'Ambrogio sul Gariglia-no, Sant'Elia Fiume
Ra-pido, San Vittore del La-zio, Roccasecca, Terelle e Villa Santa Lucia.
A dire il vero, la composizione di questo sodalizio è alquanto variabile, poiché si registra un continuo cambiamento del nu-mero
di Comu -ni che ne fanno parte, quindi può anche darsi che nell'attesa della pubblicazione di quest'articolo la composizione sia già
cambiata! Co-me nel caso dell'Unione delle Cinque Città, an-che qui mi sembra doveroso informare l'opinione pubblica del fatto
che il Presidente e gli assessori del Consorzio dei Ser-vizi Sociali del Cassinate percepiscono delle specifiche indennità, che sono
le seguenti: 660000 Lire nette mensili (ovvero 340 Euro netti mensili) vengono elargiti al Presidente mentre agli assessori, che
sono addirittura sei, vengono versate 600000 Lire nette mensili (cioè 310 Euro netti al mese). A dire il vero, il Presidente attuale,
nella persona del Sig. Mario Riccardi, non percepisce la predetta indennità né quella di Sindaco del Comune di Piedimonte San
Germano, in quanto ha
preferito optare per l'indennità che percepisce in qualità di Presidente dell'Unione delle Cinque Città, indennità che guarda caso è
ben più cospicua, in quanto ammonta a 6.700.000 Lire lorde al mese (pari a 3460 Euro mensili). Co-me nel caso dell'Unione delle
Cinque Città era evidente la gestione clientelare e familiare, anche nel Consorzio dei Servizi Sociali del Cas-sinate si nota una
scarsa trasparenza nella gestione, nonostante il Presi-dente affermi il contrario. In particolare, sembra che i prossimi concorsi,
banditi nei mesi scorsi dal Consorzio in questione, siano alquanto sospetti. Anzitutto ciò che insospettisce è il fatto che ancora non
si riesca a comporre la Commissione d'esame per il concorso ad un posto di Ragioniere ed inoltre, cosa gravissima, pare che
l'esito di alcuni concorsi sia già sta-to scritto prima dello svolgimento degli stessi e sembra che questi verranno vinti da un certo
Sig. Carlo e da una certa Sig.ra Annamaria, in barba a quanti hanno la speranza ingenua di poter ottenere il sospirato posto di
lavoro partecipando alle selezioni bandite dal Consorzio dei Servizi Sociali del Cassinate.
A riprova del fatto che ci sono aspetti alquanto dubbi della gestione del Consorzio, desidero ricordare che ormai da molto tempo
ho chiesto al Direttore di questa struttura di avere alcuni importanti documenti riguardanti vari aspetti amministrativi ma non ho
ancora potuto ottenerli. Il Direttore, infatti, prima mi aveva offerto la massima collaborazione e, poi, stranamente, mi ha risposto
per iscritto che la mia richiesta non poteva essere accolta se non previo versamento di emolumenti (Lire 20000 ogni quattro
pagine). Il punto ora non è il
versamento del denaro ma è il fatto che io, in qualità di Consigliere Comunale di opposizione al Comune di Piedimonte San
Germano, ho tutto il diritto di avere immediatamente i documenti in questione, perché è mio dovere sapere in che modo vengono
spes i i 20225,48 Euro (pari a circa 40.000.000 di Lire) che il Comune di Piedimonte ha versato nelle casse del Consorzio.
Peraltro, pare che non tutti i Comuni aderenti al Consorzio medesimo abbiano versato la propria quota di partecipazione, il che
pone evidenti problemi di bilancio. E' mio dovere anche conoscere la ripartizione dei fondi nell'attività di gestione del predetto
sodalizio di Comuni,
l'entità degli emolumenti che vengono abbondantemente elargiti ed i nomi di coloro che ne beneficiano. Richiedere queste
informazioni è per me un dovere, in quanto Consigliere Comunale di opposizione e riceverle è un diritto, per lo stesso motivo. A
tutt'oggi, però, ancora non ho ricevuto queste informazioni ed il vero motivo non sono certo le ventimila lire (non dovute!) ma la
volontà di tenere nascoste ed inaccessibili le
importanti informazioni in questione. Spero che il Presidente Riccardi, guarda caso Presidente tanto del Consorzio dei Servizi
Sociali del Cassinate quanto dell'Unione delle Cinque Città, si renda conto del fatto che le modalità di gestione fin qui seguite
sono assolutamente prive dei requisiti di trasparenza e di
efficienza economica che invece dovrebbero avere e spero anche che, nel caso in cui venisse eletto (come sembra probabile)
Presidente anche dell'Unione dei Sindaci, dell'A.S.I. di Cassino e di quella di Frosinone, non amministrerà anche questi tre Enti
come sta facendo con l'Unione delle Cinque Città e con il Consorzio dei Servizi Sociali del Cassinate. Voglio concludere questa
mia riflessione con una domanda che è ormai ricorrente: può Cassino essere elevata a capoluogo di Provincia in presenza di
queste spinte all'autonomia di pochi Comuni che si raggruppano in proprie associazioni, frantumando sempre più lo schieramento
che dovrebbe portare all'istituzione della provincia di Cassino?
Chiedo anche a questo proposito l'illustre parere del Padre Abate di Montecassino S. E. Mons. Bernardo D'Onorio!
*già Sindaco di Piedimonte S. Germano
Dichiarazioni di fuoco contro Carmine Di Mambro
Dura replica dell'Unione Cinquecittà
Il servizio da noi ospitato ha acceso una querelle a tutto campo
Mario Riccardi Pre -sidente di Unio-ne Cinquecittà - Comuni di Aquino, Pie-dimonte San Germano, Pontecorvo, Roccasecca e
Villa Santa Lucia - afferma: "si può permettere che l'isterico risentimento di un ex amministratore mai più scelto dai cittadini alla
guida del proprio paese, getti fango e di-scredito su un Ente appena all'inizio del suo lavoro e sulle persone che lo amministrano,
anche at-traverso la diffusione di bassezze che ne ledono la dignità personale?
Dimostreremo con i fatti, in questa ed in ogni altra sede, che le esternazioni fatte da Carmine Di Mambro alla Magistra-tura, al
Presidente della Regione Storace ed agli organi di stampa sono nefandezze; ma di fronte a simile atteggiamento non ci si può
esimere dallo scendere allo stesso livello del Di Mambro, ricordando all'opinione pubblica che le accuse di sperpero del denaro
pubblico, di mancanza di trasparenza e di nepotismo, fatte agli amministratori dell'Unione Cinquecittà, arrivano da un
personaggio noto solo per le sue malefatte, eletto per due volte Sindaco a Piedi-monte San Germano, e per due volte revocato
dalla stessa carica ad opera del Consiglio co-munale prima, e della Magistratura poi e dunque interdetto dai pubblici uffici".
Non è una "giustificazione" quella del Presidente dell'Unione Cinquecittà Mario Riccardi, bensì il necessario intervento di replica
- cui si accompagnano le sottostanti di-chiarazioni di tutti i Sindaci dei Comuni associati- alla campagna diffamatoria intrapresa
da Carmine Di Mambro (ora consigliere comunale di opposizione a Piedimon-te San Germano) contro l'operato degli
amministratori dell'Unione Cin -quecittà.
1) Di Mambro dice che "l'Unione Cinquecittà è un inutile carrozzone" e "dovrebbe rendere possibile l'erogazione di servizi
migliori ad un costo più basso. In realtà - continua Di Mambro - il pri-mo provvedimento adottato dai vertici dell'Unio-ne è stato
la distribuzione degli emolumenti a se stessi. Al Presidente vengono regalati circa 80 milioni di lire all'anno, al vicepresidente…".
"Ciò che afferma Di Mambro è falso, in quanto nessuna delibera fissa l'indennità per gli amministratori, bensì essa è stabilita dalla
legge. Inoltre - precisa Riccardi - l'indennità percepita dal Presi-dente è ridotta del 50%, poiché è noto a tutti che io ho un lavoro
di ferroviere presso la stazione di Piedimonte San Germa -no. Chi invece non ha mai conosciuto un giorno di lavoro in 67 anni di
vita, mi si permetta di scendere nel puro pettegolezzo di scuola Di-mambriana, è proprio Di Mambro. Probabilmente gli incarichi
politici ricoperti in oltre 20 anni (Consiglio d'amministrazione dell'ospedale di Cassino, Consiglio d'amministrazione dell'Ente
Provinciale per il Turi-smo di Frosinone, Giunta della Comunità Montana di Arce, Segreteria del ministro-senatore Dante
Schietroma) gli hanno fruttato abbastanza in termini economici da poter vivere senza un impiego lavorativo. Cosa ha fatto durante
questi incarichi? Nessuno ricorda un'opera, un servizio reso alla comunità da questo personaggio. Io lavoro da quando avevo 18
anni, ed alla politica ed alle istituzioni ho dato, non ricevuto!".
2) Di Mambro parla di "palesi, immorali ed inaccettabili sprechi di denaro pubblico…".
"Al contrario di quanto si sostiene - aggiunge Ric-cardi - l'Unione non rappresenta uno sperpero di denaro pubblico, ed i servizi
che questo ente sta già fornendo alla comunità, lo dimostrano: raccolta dei rifiuti solidi ingombranti, mostra interattiva per gli
alunni di medie ed elementari, trasporto intercomunale, raccolta differenziata, sportello unico. Un esempio per tutti, che dimostra
il risparmio per i Comuni associati: per combattere il fenomeno del randagismo, Piedimonte spendeva una somma tra i 10 ed i 15
milioni di lire annui, Roccasecca 20 milioni circa, e Pontecorvo tra i 16 ed i 17 milioni. Ora sarà l'Unione a pagare queste spese,
affrancandone le casse municipali dei centri soci. Altri servizi saranno invece a più basso costo per i Comuni, poiché grazie ad
una strategia di gestione unificata, si riesce a risparmiare rispetto alla spesa che si sosterrebbe agendo singolarmente".
3) "Quale è stato il secondo atto degli amministratori dell'Unione Cinque-città - domanda poi Di Mambro, che dà anche la
risposta -: l'assunzione degli impiegati amministrativi che avrebbero dovuto garantire l'operatività della struttura. Per queste
assunzioni si sa-rebbe dovuto procedere ad un pubblico concorso con la massima trasparenza e pubblicità, ma al contrario è
rimasto tutto all'interno della moglie di qualche altro Sindaco della stessa Unione, qualche altra ancora è fidanzata di qualche altro
Sindaco…".
"Il discorso sulle assunzioni è semplicemente ridicolo, poiché nessuna assunzione è stata fatta. Non vi è ancora pianta organica e
poiché l'ente è all'inizio del proprio operato - spiega il Presidente dell'Unione - ci si sta muovendo solo con delle convenzioni
della durata di qualche mese, stipulate con dei professionisti. D'altra parte solo a giorni sarà pronta la sede operativa di
Pontecorvo.
Quando sarà il momento di procedere alle assunzioni, tutto sarà fatto secondo legge, con i concorsi e le procedure di rito.
Sorvoliamo sulla affermazione da bar circa la presunta fidanzata di qualche Sindaco, e diciamo solo che i cinque facenti parte
dell'Unione sono tutti felicemente sposati!".
A conclusione dell'intervento il presidente Riccardi invita l'ex vicesindaco di Pontecorvo Gino Trotto ed il presidente del club
azzurro di Pontecorvo Marino Ian-narelli intervenuti sulla stampa a fare il coro alle affermazioni di Di Mam-bro "ad informarsi su
come stanno veramente le cose, prima di fare delle esternazioni. Gli atti e gli amministratori del-l'Unione sono a disposizione di
tutti, anche di chi non ricopre alcuna carica amministrativa.
Non è indispensabile avere peso politico per accedere alle cose della pubblica amministrazione".
Le dichiarazioni dei Sin-daci dei Comuni aderenti all'Unione Cinque-città:
Riccardo Roscia
Pontecorvo:
"Ritengo che chi scende a certi livelli, come ha fatto Carmine Di Mambro, non debba ricoprire ruoli pubblici.
Non accetto le affermazioni che lo stesso ha fatto, le ritengo del tutto gratuite, e ad oggi non ho alcun motivo di credere il
contrario.
Il progetto dell'Unione sta partendo adesso e penso che non potrà che avere effetti positivi per la collettività e per i pontecorvesi.
A chi parla a sproposito dico di aspettare, per vedere come vanno le cose.
E sull'intenzione di chi, come Gino Trotto, vuol lavorare per far recedere Pon-tecorvo dall'Unione Cin-quecittà, rispondo
semplicemente che non se ne parla proprio!".
Pompilio Iacobelli
Roccasecca:
"Tutto quello che si è fatto finora è stato fatto per "avviare" la macchina: si tratta di una struttura nuova, creata da pochi mesi ed è
ovvio che bisogna creare i presupposti per arrivare alla pianta organica e dunque alle assunzioni. Si sta lavorando con le
convenzioni, di assunzioni non ne sono state fatte.
Queste ci saranno solo con i concorsi cui tutti potranno partecipare.
Va sottolineato invece, come l'Unione stia già erogando servizi, soprattutto in campo ambientale, nonostante l'ente sia ancora in
fase di strutturazione ed il fatto che la sede operativa di Ponte-corvo sia stata ultimata in questi giorni".
Giuseppe Tomassi
Aquino:
"L'Unione è nata per assicurare servizi migliori e risparmio per i Comuni che ne fanno parte. Mi sembra che tutto stia andando
secondo programma".
Antonio Simeone
Villa Santa Lucia:
"Smentisco categoricamente tutto quanto Di Mambro ha affermato, sono esternazioni del tutto gratuite, e mi trovo perfettamente
in linea con l'operato del Presi-dente Riccardi.
Aggiungo anzi, che l'Unione è un'istituzione che va ampliata, poiché solo insieme si riesce ad avere servizi che i Co-muni da soli
non potrebbero affrontare.
D'altronde il suggerimento arriva dalle stesse istituzioni centrali, come il presidente della Giunta regionale del Lazio Fran-cesco
Storace e l'assessore regionale Anna Teresa Formisano hanno evidenziato nel corso del convegno recentemente tenutosi a
Piedimonte ed organizzato dal Consorzio dei Servizi Sociali.
Mi chiedo quale seguito spera di trovare il Di Mambro nel contestare l'associazionismo tra Co-muni, proprio presso l'onorevole
Storace".
E' ibottigliata nello stabilimento della località termale
Nasce Acqua Minerale Naturale Suio
Dall'idea vincente di Frank Coviello e l'adesione di due amici
di Loredana Iafano
Dall'idea di Frank Coviello e il coinvolgimento di due amici, Benedetto Falso e Domenico Di Maio, nasce la nuova Acqua
Minerale Natu-rale Suio.
Imbottigliata presso lo stabilimento della località termale il prodotto è pronto per essere im-messo sul mercato.
Ne parliamo con Bene-detto Falso uno dei soci della Proves, la società che gestisce lo sfruttamento delle acque.
”Non è stato semplice arrivare a realizzare il progetto.
Sono passati 11 anni tra studi ,analisi,autorizzazioni e concessioni varie. Tutto è partito negli anni '90 in seguito alla
partecipazione ad un convegno sulla legge 44 ex De Vito presso l'Uni-versità degli studi di
Cassino dove Coviello frequentava il corso di laurea in Economia e Commercio. Da quel momento si capì che era fattibile la
realizzazione dell'idea progettuale.
La nostra grande soddisfazione è quella di essere in procinto di immettere sul mercato un'acqua unica e autoreferenziata”.
Con lo slogan ”una scelta piena di ragioni”si vuole attirare l'attenzione del cliente proprio sull'unicità e l'originalità che
contraddistinguono il prodotto.
”Possiamo asserire che su 250 acque minerali commercializzate, nessuna vanta i riconoscimenti che ha avuto la nostra dal
Ministero della Salute: stimola la digestione;
può avere effetti diuretici; aiuta le funzioni epato-biliari; è a bassissimo contenuto di sodio; è ricca di magnesio; ph praticamente
neutro; nitrati, nitriti, ferro e manganese assenti.
E' stato fatto inoltre uno studio molto attento del packaging,dei formati e materiali volti a garantire le propietà organolettiche
dell'acqua.
Il colore” ghiaccio” e la goccia, elemento distintivo dell'acqua Suio, avranno sul cliente un impatto di originalità.
Il colore scelto dà una percezione visiva immediata di freschezza, la goccia oltre a rendere il contenitore esteticamente originale
ha il suo grado di utilità, rende la bottiglia indeformabile e la presa antisdrucciolo”.
In base al reale bisogno del consumatore finale sono stati individuati tre diversi formati, la bottiglia da 0,50 lt in plastica per gli
sportivi e il consumo in movimento, la 1,25 lt in plastica per il consumo immediato della famiglia, la 0,75 in vetro a perdere
monouso ideale per la ristorazione.
Tutti i formati sono disponibili nelle versioni light (naturale), soft (leggermente frizzante) e drink (maliziosamente effervescente).
”L'acqua minerale naturale Suio alla fonte non è effervescente ma siamo riusciti con l'ausilio di chimici e chef di esperienza
internazionale ad individuare il giusto grado di anidride carbonica da ag-giungere, in base ai minerali già presenti naturalmente”.
Una attenzione particolare è rivolta an-che alla tecnoclogia di riempimento asettica ed elettronica che garantisce il massimo
grado di sicurezza e sanificabilità.
Lo stabilimento verrà inaugurato il 20 Aprile prossimo alla presenza del mondo politico locale.
Suio: dati geografici
Provincia di Latina. Altitudine m 20.
Sulla sponda destra del Garigliano, ai confini tra Lazio e Cam-pania.
Le terme sono a 7 chilometri da Castelforte, nei pressi della frazione Suio. Autostrada Al Autosole, uscita casello di San Vittore,
quindi strada statale n. 430. Strada statale n. 7, uscendo a Minturno verso l'interno. Stazione ferroviaria a Minturno (km 18), linea
Roma-Formia-Napoli. Informazioni presso il Comune di Castelforte, tel. +39-0771 .608004-608135, numero verde 800.583096.
e-mail: [email protected]
La Storia
Le acque sorgive fredde, termali e ipertermali che sgorgano lungo le rive del fiume Garigliano, a Suio, erano molto apprezzate dai
Romani che le chiamavano "A quae Vescinae" (sono ancora visibili i resti della "vasca di Nerone").
Queste acque, dopo essere state molto in voga tra i Romani, furono poi dimenticate; solo da un tempo relativamente breve sono
state riscoperte e adeguatamente valorizzate. Dopo l'ultima guerra incominciò lentamente l'opera di ricostruzione della zona
termale, con il completamento dei nuovi stabilimenti per il soggiorno e la terapia.
L'Acqua e le Cure
Le sorgenti che sgorgano a Suio sono molte e sono accomunate dalle stesse caratteristiche chimiche e chimico-fisiche. Comune è
infatti la loro origine dalla massa vulcanica del Roccamonfina. Queste acque sono del tipo sulfureo-bicarbonato-calciche,
alcalino-terroso ipertermale e sgorgano a temperatura che varia dai 15 ai 63 C°.
I pregi terapeutici sono quelli propri delle acque sulfuree, particolarmente idonee per la balneofangoterapia, per irrigazioni e per
tutte le cure dell'apparato respiratorio (malazioni, aerosol, nebulizzazioni) e uditivo (insufflazioni endotimpaniche).
Le manifestazioni che più traggono vantaggio dalla terapia con queste acque sono le malattie dell'apparato locomotore,
dell'apparato genitale femminile, della pelle, dell'orecchio, naso e gola. Alle terme lo zolfo si assume per via cutanea, per via
polmonare o attraverso la mucosa genito-urinaria. Si ha così un'azione terapeutica locale, svolta nella specifica via di
somministrazione e nel tessuto che l'assorbe, e un'azione terapeutica generale su tutto l'organismo.
L'Attrezzatura
Ci sono nove stabilimenti termali, tutti annessi ad altrettanti alberghi o pensioni.
La località di Suio offre cinema, campi da tennis e bocce, piscina, palestra, sala giochi. L'ambiente, molto tranquillo,
caratterizzato dalla presenza del fiume e degli agrumeti, offre numerose possibilità di gite ed escursioni brevi: a Cassino, al mare
di Scauri, a Marina di Minturno, a Formia, Gaeta e Sper-longa, al massiccio di Roccamonfina.
La ricettività alberghiera è di discreto livello.
Un giovane castelfortese per diffondere il marchio Suio
Frank Coviello: l'imprenditore delle Terme di Suio
di Antonella Polidoro
Il Sindaco uscente di Castelforte, Pasquale Fusco, nella sua relazione di fine mandato osserva: “Quello dello sviluppo delle
Terme di Suio e del piano regolatore generale sono due grandi argomenti che le amministrazioni da me guidate hanno tenuto in
grande considerazione. Per le Terme di Suio sono in via realizzazione il Parco Terma le di Suio per un importo di circa 4 miliardi
di lire ed inoltre è previsto il proseguimento della Suio - Mare così come da progetto approvato. Inoltre attraverso i patti
territoriali è stato finanziato il centro direzionale per circa 4 miliardi. Inoltre anche se con notevole ritardo è in via di costituzione
l'Ente Terme il cui Statuto definitivo già passato in commissione bilancio della provincia con voto unanime favorevole sarà
approvato nella prossima riunione del Consi-glio Provinciale”.
A tale proposito abbiamo sentito le opinioni di chi a Suio ha visto realizzati i propri progetti, Frank Coviello.
“Questa impresa - racconta l'ideatore della ditta di imbottigliamento Proves - è un modo per veicolare il marchio di una intera
zona. Il nostro progetto partì dieci anni fa, ma nessuno o quasi ne era a conoscenza né avrebbe mai scommesso sul nostro modo di
diffondere il marchio di qualità di una zona termale. Le antiche terme romane, invece, si sono rivelate il vero punto di forza del
nostro operato, al contrario dei tanto declamati progetti istituzionali che sanno ancora troppo di idealismo. Occorre certo molto
tempo per riuscire, ma aver realizzato ora il nostro progetto può servire ai prossimi amministratori per prendere spunto e
realizzarne di nuovi”.
Complimenti sinceri ad un giovane imprenditore che ha investito con intelligente capacità sul suo splendido territorio.
Raggiunto l'accordo tra i sindacati e l'Ente
Rinasce l'Acqua Minerale di Fiuggi
Dopo 90 giorni di sciopero in 340 tornano al lavoro nello Stabilimento Termale
di Annalisa Di Vetta
Rinasce l'Acqua Minerale di Fiug-gi. La Giunta Comunale di Fiuggi in data 29 marzo 2002, preso atto della grave situazione di
difficoltà economica, finanziaria e gestionale in cui versa la Società Acqua e Ter-me di Fiuggi ha deliberato quanto segue: Innanzitutto di impegnarsi a che qualunque intesa relativa alla Società Acqua e Terme di Fiug-gi S.pA. in liquidazione garantisca la
tutela dell'occupazione e della retribuzione dei lavoratori; di impegnarsi altresì a che, nell'ambito dell'auspicata intesa sorretta dal
quadro di garanzie fornito dalla Regio-ne Lazio, gli imprenditori individuati dal-l'Amministrazione Comunale di Fiuggi si
facciano carico dell'attuale intera occupazione inerente i rami d'azienda di Acqua e Terme di Fiuggi S.p.A. in liquidazione,
ravvisando la necessità che le parti sottoscrivano rapidamente le opportune intese in materia. E sempre nella stessa giornata
giornata, presso la sala del Consiglio del Comune di Fiuggi, il Sindaco Virginio Bonanni ed i segretari di categoria provinciali
della CGIL, CISL e UIL, Barbizzi, Colarossi, Canali, Culicelli e Parravano hanno stabilito:
“Le parti, consapevoli dell'importanza che riveste la definizione di un credibile piano di rilancio per il futuro della Società e
dell'intera economia cittadina, concordano di avviare rapidamente a conclusione la trattativa di meritonei vari tavoli di confronto,
nell'ambito dei quali sarà presa in considerazione l'adozione di tutti i vari strumenti, previsti dalle leggi in materia, utili ai fini di
una positiva gestione del personale per il quale potrebbe profilarsi una situazione di eccedenza”. Ed è sulla base di tali premesse
che le suddette hanno raggiunto l'accordo con le maestranze dell'A.T.F., (Acqua Terme di Fiuggi), società per azioni che gestiste
l'acqua minerale dei Papi. Dopo novanta giorni di sciopero, esattamente dal 1 gennaio 2002, i circa trecentoquaranta lavoratori
hanno deciso di tornare nello stabilimento ed hanno tranquillamente ripreso un dialogo con l'amministrazione comunale che ne è
la proprietaria. Notevole infatti l'impegno di tutta la Giunta che ha lavorato alcremente per mettere fine a questa storia che,
avrebbe potuto avere dei risvolti anche più pesanti. L'unico loro obiettivo è stato quello di persuadere tutti i lavoratori dalle
proprie posizioni, alla fine ci sono riusciti. Adesso però rimane un punto fermo sul quale concentrarsi: snellire l'abbondanza di
personale soprattutto quello addetto all'imbottigliamento che, non può offrire le stesse possibilità di dieci anni fa.
Il Ruolo
Le acuqe minerali di Fiuggi hanno rappresentato nel corso degli anni una delle maggiori risorse economiche, non solo della città
dei Papi ma, anche di tutta l'economia regionale. Proviamo a ripercorrere insieme la storia.
Le Terme
Le acque di Fiuggi appartengono al gruppo delle acque naturali oligominerali. Tale caratteristica è determinata dalla stessa
formazione tufacea della conca di Fiuggi, la quale, alternando strati permeabili, filtra le acque che vengono così a perdere del
tutto le sostanze minerali. Estremamente efficaci nei trattamenti disintossicanti, esse sono in particolar modo indicate nella
prevenzione e nella cura renale e della gotta. Le acque di Fiuggi erano note fin dall'epoca romana come "Fons Aril-la". Infatti
nella zona dove scaturiscono queste sorgenti sono stati trovati ruderi di costruzioni e resti di vie romane.
Nel medioevo divennero famose perché Papa Bo-nifacio VIII ne faceva regolare uso per curare la sua calcolosi renale; più tardi
Michelangelo, nel 1549, ne trasse giovamento contro il "mal della pietra" che lo affliggeva. Ha scritto Giovanni Papini a
proposito di Michelan-gelo: "poco ci mancò che, l'infaticabile artista, che aveva maneggiato e intagliato tante pietre, non venisse
ucciso da una piccola pietruzza formatasi a tradimento all'interno del suo vecchio corpo".
Un anno di cure e Miche-langelo si rimise in sesto.
Infatti nel 1549 scriveva al nipote Leonardo:"A Lio-nardo di Buonarroto Si-moni di Firenze. Lionar-do. - Quello che io ti scrissi
per la mia ultima, non acade replicare altrimenti. Circa il male mio del non poter orinare, io ne sono stato poi molto male,
muggiato dì e notte senza dormire e senza riposo nessuno, e per quello che giudicano è medici, dicono che io ò il ma l della pietra.
Ancora none son certo: pure mi vo medicando per detto male e èmi data buona speranza: nondimeno per essere io vechio e con un
sì crudelissimo male, non ò da promettermela. Io son consigliato d'andare al bagnio di Viterbo, e non si può prima che al principio
di maggio; e in questo mezzo andrò temporeggiando il meglio che potrò, e forse arò grazia che tal male non sarà desso, o di
qualche buon riparo: però ho bisogno dell'aiuto di Dio…
…E mi sopraggiunto questo male pè gran disagi e per poco stimar la vita mia… … Se è pietra, mi dicono i medici che è pi-chola:
e però, come è detto, mi danno buona speranza. A dì 15 marzo 1549. Michelangelo Buo-narroti in Roma". "A Lionardo di
Buonarroto Simoni Di Firenze.
Lionardo. - Io ti scrissi per l'ultima mia del mio male della pietra, il quale è cosa crudelissima, come sa chi l'à provato. Di poi
sendomi stato dato a bere una certa acqua, m'à fatto gittar tanta materia grossa e bianca per orina con qualche pezzo della scorsa
della pietra, che io son molto migiorato; e abiàno speranza che in breve tempo io n'abbi a restar libero; grazia di Dio e di qualche
buona persona: e di quelli che acade replicare, so che cercherai con diligenzia. Questo male m'à fatto pensare d'aconciare i mali
dell'anima e del corpo più che io non arei fatto: e ò fatto un po-co di bozza di testamento come a me pare, la quale per quest'altra
se potrò ve la scriverò, e voi mi direte il parer vostro: ma vorrei benechè le lettere andassino per buona via. Altro non m'accade
per ora.
A dì 23 marzo 1549. Michelangelo Buonarroti in Roma". (Lettere conservate nel "Museo Britan-nico")
A Parte Bonifacio VIII e Michelangelo, in epoca assai più recente, sono passati a Fiuggi per le cure idropiniche: Nenni, Saragat,
Scelba, Carlo Levi, Montanelli, Gio-litti, Nitti, Benedetto Croce, Ernesto Breda, Marco ed Ernesta Bes-so, Bonomi, Marconi,
Enrico de Nicola, Al-cide de Gasperi, An-tonio Salandra. Ma l'astro di queste parti è Giulio Andreotti, che sta benissimo ma ha
scelto la cittadina come luogo di riflessione. Lui infatti è il presidente della Fondazio-ne Fiuggi per la Cultura e del Premio
Fiuggi. Un riconoscimento diventato ambitissimo nel campo della ricerca scientifica, dell'arte, della letteratura e del giornalismo.
Questo premio, nato nel 1983 per interessamento dell'Ente Fiuggi SpA, ebbe subito successo cosicché l'Ente Fiuggi creò la
"Fondazione Fiuggi per La Cultura", presidente Giulio Andreotti, vicepresidenti Giuseppe Ciarrapico ed Enrico Manca. Hanno
ricevuto riconoscimenti in questi anni diverse personalità fra cui: Indro Montanelli, Renato Guttuso, Francesco Siciliani, Marcello
Candia, Michele Placido (per aver recitato in maniera straordinaria ne "La Piovra") e nel novembre 1990 a Mikhail Gorbaciov che
ha destinato il premio di 500 Milioni di lire per curare i bambini leucemici vittime della tragedia di Chernobyl.
Oggi la zona destinata alle terme si sviluppa su un'area di 94.000 mq. ed è costituita dalla Fonte Bonifacio VIII e dalla Fonte
Anticolana. Dotate di bar, negozi e di attrezzature mediche e permettono la cura contemporaneamente di ben 25.000 persone.
La storia dei Servizi Segreti vissuta da un protagonista d'eccezione
“Vent’anni nel SISDe”
Un grande appuntamento culturale a Cassino il 26 aprile
di Francesco De Napoli
“Un libro che finalmente non in-daga e non suppone, bensì racconta - con distacco, in lucida verità - fatti e trame di fatti, disegni
e storie di uomini, contrasti, urti, angustie, rivendicazioni dell'occulto mon-do dei Servizi Segreti: da vent'anni, appunto, in attesa
d'una riforma ogni volta an-nunziata e ogni volta riconsegnata all'archivio."
Così recita la Nota Editoriale posta ad apertura di questo ricco e dettagliato volume, al tempo stesso rassicurante e inquietante:
rassicurante perché conferma la presenza, all'interno dei massimi apparati dello Stato, di uo-mini di assoluto valore fe-deli alle
istituzioni, nonostante intrighi e tensioni di varia natura; inquietante perché rivela, appunto, l'esistenza di scenari oscuri che
rappresentano di fatto un serio e costante pericolo per la nostra ancor fragile democrazia, trame per nul-la fantasiose, ma sin
troppo reali e palpabili.
Il testimone d'eccezione è, qui, il Generale dell'Arma dei Carabinieri Aldo Liset-ti, a lungo operatore del SISDe. Il libro si intitola
"Vent'anni nel SISDe.
Servizi Segreti dalla Ri-forma del 1977 al 1992" (Edizioni Cassino, 2002, pag. 248, euro 15,00), e rappresenta la Prima Parte del
Memoriale, non solo autobiografico, di questo davvero valoroso servitore del-la Repubblica, che, ai massimi livelli, ha consacrato
la propria esistenza - ri-schiando più volte di persona - in difesa dell'integri-tà del cittadino e per la salvaguardia della convivenza
civile.
In apertura del volume si è subito attratti da un curioso episodio svoltosi nei lontani anni '70, in apparenza innocuo e
insignificante per l'osservatore co-mune, ma non per l'allora Capitano Lisetti, giovane comandante della Com-pagnia di Gaeta.
Riguarda una sexy -modella (finta) e un fotografo (vero), sorpresi per caso a scattare foto sul lungomare di Gaeta, i quali erano in
realtà una coppia di spie dell'Est, in-caricate di raccogliere un dossier segreto sulla nave ammiraglia della VI Flotta USA dotata si vociferava - di armamenti nucleari.
Il tono colloquiale e disteso, ammiccante al punto giusto, dell'avvio rivela su-bito le indubbie capacità di scrittore dell'autore, che
ha ritenuto opportuno escogitare un tipo di approccio capace di coinvolgere il lettore fin dalle prime battute, in una trattazione dai
contenuti tutt'altro che "ame-ni" e " leggeri".
Ed infatti, le pagine successive assumono subito l'andamento richiesto, più se-vero e consono alle drammatiche vicende che
andavano maturando in quegli anni: l'insorgere del terrorismo.
A partire dal 17 dicembre 1973 - quando all'aeroporto di Fiumici-no un gruppo di palestinesi uccise trentadue persone - si ebbe in
Italia una terrificante escalation di attentati che seminarono morte e distruzione. L'attenzione dell'autore mira comunque a
focalizzare, almeno per ora, quanto andava verificandosi sulle coste del Tirreno, nella zona di mare sotto il diretto controllo
dell'Am-miraglio Murphy, Coman-dante della VI Flotta, al quale succederà, nel settembre 1974, l'Ammiraglio Tur-ner sostituito a
sua volta, qualche anno dopo, dall'Ammiraglio Train.
La scelta di Aldo Lisetti ha una duplice spiegazione, dettata non solo dall'esigenza di illustrare le esperienze vissute in prima
persona, ma anche di evitare di disperdersi nei mille rivoli di quei caotici avvenimenti. L'autore ri-corda come i nostri mari
fossero solcati, nel periodo della guerra fredda, da un'incredibile quantità di sottomarini sovietici, e riferisce una celebre
affermazione dell'Ammiraglio Train: "Gli obiettivi sovietici, per quanto riguarda il Mediterraneo, non sono molto diversi oggi da
quelli esistenti nel XVII secolo, quando Pietro il Grande ebbe a dire: 'Non cerco ter-re, cerco mare' ".
In tale contesto va inquadrata la situazione creatasi nell'area gaetana, ove im-perversavano ormai bande camorristiche, mafiose e
persino marsigliesi, ed inoltre ladri, lenoni, truffatori, prostitute provenienti dai Paesi nordafricani, ecc., tutti attratti dalla vastità e
dalla ricchezza dei traffici commerciali del Golfo.
L'autore si lascia andare a riflessioni a tratti commoventi e toccanti, come quando ricorda le losche figure dei prigionieri di guerra
reclusi nel supercarcere militare di Gaeta: "A volte riflettevo sulla convivenza nella stessa cittadina dei vecchi nemici, anzi de-gli
stessi protagonisti dell'ultima guerra mondiale. Eppure erano trascorsi quarant'anni. Kappler e Reeder, infatti, osservavano dalle
finestre delle loro celle nel castello angioino i movimenti delle navi con particolare interesse. Me ne parlò Reeder. Kappler invece, quando lo incontravo, era molto riservato e formale. Aveva una personalità molto forte."
I frequenti rapporti avu-ti, per esigenze di servizio, dal Gen. Lisetti con gli agenti dei servizi se-greti (molti si presentavano sotto
falso nome), e soprattutto la competenza e le capacità da lui di-mostrate, fecero sì che egli venisse interpellato in più occasioni per
un suo eventuale ingresso nel SID. L'autore ammette la sua istintiva e iniziale avversione per questo tipo di attività, che obbliga
l'agente segreto ad operare nell'ombra, "quasi come un elemento estraneo alla so-cietà". Non solo. Lisetti confessa come, sin da
bambino, avesse conservato "un ricordo sgradevole dell'appartenenza ad un servizio segreto". Sono ricordi risalenti all'infanzia:
infatti, allorché suo padre, già ufficiale dei Carabinieri, venne nominato Capo del Centro di Controspionaggio presso
l'Ammiragliato di Ta-ranto, il piccolo Aldo di-venne oggetto di "lazzi e cattive allusioni" da parte dei compagni di classe.
Addirittura l'insegnante di disegno (comunista convinto) volle punirlo con un'insufficienza proprio nella materia a lui più
congeniale ed in cui aveva sempre primeggiato. Tutto questo malgrado suo padre, divenuto nel 1938 uno dei più giovani capitani
dei Carabinieri, "si era visto negare ogni ulteriore vantaggio di carriera perché non aveva accettato di iscriversi al PNF".
Nell'estate del 1977 Lisetti fu trasferito al Comando della Compagnia di S. Gio -vanni Valdarno (Arezzo), il che lo obbligò a
lasciare la famiglia a Gaeta, il cui clima marino era stato consigliato dai medici per i suoi due figli. Nel gennaio 1978, la svolta.
Una telefonata del prefetto di Roma, Gaetano Napoletano - ap-pena nominato dal Consi-glio dei Ministri Segretario Generale del
CESIS, ovvero "capo dei capi" dei rinnovati servizi segreti - invitava Lisetti ad accettare di dirigere la segreteria di quest'ultimo.
Lisetti conosceva bene Napoletano (che, tra l'altro, era stato Commissario Prefettizio a Cassino subito dopo la guerra) per aver
lavorato al suo fianco quando questi era Prefetto di Latina.
Profondamente scosso dal-la lunga serie di attentati terroristici verificatisi in quegli anni, non ultimo l'omicidio a Cassino
dell'ufficiale dei carabinieri in congedo Carmine De Rosa, Li-setti aveva cominciato lentamente a modificare il proprio
atteggiamento psicologico nei riguardi dei Servizi Segreti. Infine, i consigli di un amico sacerdote lo convinsero al grande salto.
Spiega Lisetti: "Entrando nei Servizi avrei potuto lasciare i familiari a Gaeta dove avevo acquistato un appartamento; i miei figli
avrebbero beneficiato del clima marino, mia moglie avrebbe insegnato in provincia. Senza considerare il vantaggio di percepire
uno stipendio maggiorato. Sarei rimasto nelle file dell'Arma ed avrei avuto la possibilità di rientrarvi in qualsiasi momento lo
avessi desiderato: al-l'epoca non era previsto il passaggio definitivo nel ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri per
coloro che entravano nei Servizi."
Nel suo nuovo ruolo di responsabile dell'attività di coordinamento e controllo, "dall'interno", dei Servizi, Lisetti notò carenze,
scompensi e inadeguatezze, come l'inquietante circostanza per cui a Napolita-no mancò subito "la sedia per sedersi". E' proprio
la figura di Napolitano a stagliarsi limpida e netta nella parte iniziale del libro: in possesso d'una notevole cultura giuridica ed
umanistica, questi fu costretto alle dimissioni perché di fatto impossibilitato a svolgere il suo alto compito, per via della
"limitatezza dei suoi poteri", osserva Lisetti. Dimostrando una squisita sensibilità, l'autore ricorda un commosso "sfo-go poetico"
del Prefetto, "O Presebbio". La poesia, in dialetto napoletano, è davvero toccante per le "riflessioni che danno il senso del
cambiamento dei tempi, del mutare dei costumi e della caduta dei valori".
I capitoli successivi sono dedicati al Generale Giulio Grassini, "fondatore del SISDe", proprio nel periodo tragico del rapimento e
dell'uccisione dell'On. Aldo Moro.
Lisetti spiega con estrema dovizia di particolari, con una meticolosità che direi quasi "scientifica", ma anche con linguaggio
estremamente chiaro e comprensibile, i caotici e tragici eventi di quegli anni. Con tono fermo e disteso, l'autore si addentra nella
scabrosa ragnatela delle illazioni - che provocarono veri e propri "linciaggi morali" - scatenate dalla presunta appartenenza del
Gen. Grassini, e di altri funzionari del-lo Stato, al-la deviata loggia massonica "P2".
Aldo Liset-ti tiene a sdrammatizzare questioni arbitrariamente ingigantite a dismisura - dimostrando una certa "stoffa" di scrittore
- ad esempio quando descrive il Prefetto Ema-nuele De Francesco, subentrato nel luglio 1981 nella Direzione del SISDe, come
una sorta di "Nero Wolf" dallo sguardo penetrante e dai modi un po' bruschi.
A De Francesco - noto per la sua precisione e severità - Lisetti aveva l'ardire di sottoporre normalmente in visione, insieme con la
rassegna stampa, anche le vignette di Forattini.
Il cambio delle consegne tra De Francesco e Vin-cenzo Parisi ebbe luogo nel maggio 1984. Il ritratto che Lisetti fa di Parisi è
quello di un "Direttore carismatico" dal carattere "cordiale, espansivo e generoso".
Parisi era "una macchina umana con una marcia in più, dotato di una memoria formidabile e di facoltà psicologiche ed intuitive
così spiccate da raggiungere la predizione". Era sempre pronto ad elogiare, a dare fiducia ai suoi collaboratori, dai quali era
ricambiato con affetto e sti-ma.
Riccardo Malpica fu il quarto Di-rettore del SISDe, designato in so-stituzione di Parisi a partire dal febbraio 1987. Con Malpica,
al contrario di Parisi, ven-ne inaugurata la "li-nea dura".
Furono ef-fettuati parecchi trasferimenti interni, e "tra tutto il personale del Servizio si diffuse un clima di preoccupazione e di
allarme, carico di tensioni e di timori". A Lisetti vennero affidati alcuni compiti super-riservati, fra cui la gestione dell'Ufficio
"fonti" (informatori e collaboratori esterni). Un lavoro "improbo e carico di responsabilità" - osserva l'autore - ma che sembrò
consentirgli di "operare con una certa au-tonomia e in posizione svincolata dall'ambiente interno". Ben presto, però, Lisetti si rese
conto che tali incarichi erano finalizzati proprio ad escluderlo dall'attività interna, perché - gli fu riferito da un amico - la sua
presenza "non era gradita al nuovo staff del capo".
Nell'agosto del 1991 il prefetto di Roma Alessandro Voci divenne il nuovo Di-rettore del SISDe. Erano gli anni in cui perfino la
CIA e il KGB entrarono in crisi.
In Italia,era scoppiato il caso dell'organizzazione segreta paramilitare "Gla -dio", mentre il terrorismo era ormai in fase calante.
"Il vero pericolo - dichiarò Voci - era la criminalità or-ganizzata: mafia, 'ndrangheta e camorra".
Il fittissimo volume si conclude con l'arresto, avvenuto a Milano nel febbraio 1992, di Mario Chiesa, che valse a scoperchiare il
pentolone di "tangentopoli" aprendo gli scenari allarmanti di "mani pulite". Anche di ciò parlerà diffusamente, con ogni
probabilità, la seconda parte di queste incredibili memorie, senza dubbio più sconvolgenti di un "thrilling" di spionaggio, scritte
con ma-no elegante e sicura, che te-stimoniano con ammirevole passione e obiettività di giudizio alcuni aspetti fondamentali della
storia d'Italia negli ultimi decenni.
“Corale Polifonica San Silvestro Papa” e "Lehrerchor der Stadt Halle/Saale"
Gemellaggio di Corali a Sora
Un evento di grande respiro che unisce con la musica tedeschi e ciociari
Nel corso della settimana appena conclusa l'“Asso-ciazione Corale Polifonica San Silvestro Pa-pa” ha realizzato una serie di
attività culturali, in occasione della conclusione del gemellaggio con la corale tedesca “Lehrerchor der Stadt Halle/Saale”,
proveniente dalla cittadina di Halle/Saale.
L'iniziativa organizzata con il patrocinio dell'As-sessorato alla Cultura della Provincia di Fro-sinone e di quello del Comune di
Sora, si è articolata tra il 2 ed il 6 Aprile scorsi.
Le attività di maggiore interesse pubblico invece concentrate nei giorni di giovedì 4 e venerdì 5 Aprile.
Nella mattinata di giovedì, nei locali del mu -seo civico di Sora, sono state allestite una mo -stra fotografica sulla cit-tà ed un'altra
sugli og-getti dell'antica civiltà contadina, a cura della Scuola Media "Sora due". Alle ore 21, nella splendida cornice dell'Abbazia di San Dome-nico, si è tenuto invece il Concerto di Musica Sa-cra , suddiviso in tre parti: la prima con l'esibizione del
"Coro di Voci bianche San Silve-stro Papa", nato in collaborazione con la scuola media "Sora 2" e la scuola elementare "Arduino
Carbone", diretta dal M° Antonio Cedrone; nella seconda parte del concerto invece si è esibita la "Corale Polifonica S. Silvestro
Papa", diretta sempre dal M° Cedrone, che ha lasciato poi spazio al "Lehrerchor der Stadt Halle/Saale", di-retto dai maestri
"Sabine Bauer" e "Manfred Wi-pler". Nell'ultima parte l'evento è terminato con l'esecuzione d'assieme di due fra i brani più
rappresentativi delle rispettive culture musicali: il "Va' Pensiero" dall'opera "Il Nabucco" di Giuseppe Verdi, e l'"Halleluia" tratto
dal "Messiah" di G. F. Haendel.
Venerdi 5 Aprile alle ore 10:30, nella Sala Consiliare del Comune di Sora, in occasione del salmo ufficiale delle autorità
pubbliche alla corale tedesca, si è tenuto invece un Con-certo di Musica da Camera, eseguito dai maestri "Alessandro e Donato
Cedrone", accompagnati al piano dal M° "Loretta Proietti" e con "Luca Cerelli" al clarinetto. Nel tardo pomeriggio, nella chiesa
di S. Frncesco, le due formazioni gemellate si sono poi esibite una seconda volta nel Concerto di Musica Po-polare, che ha visto
an-che la partecipazione del Coro di Voci Bianche "S. Silvestro Papa".
La Storia
La "Corale Polifonica San Silvestro Papa" è stata fondata dal parroco Don Domenico del Vecchio nel 1988 sotto la direzione del
M° prof. Antonio Ce -drone.
Dopo la ristrutturazione organizzativa, l'organico al completo oggi raggiunge circa sessanta elementi meticolosamente scelti. Da
notare, che il più giovane di età è appena quattordicenne, si tratta di Samuel Gulia, che esordì nel ruolo di tenore solista,
interpretando il brano “Gliè arretine” dal testo in vernacolo sorano, scritto dall'illustre e compianto suo bisnonno: il poeta
dialettale Ric-cardo Gulia e finemente musicato dal M° Antonio Cedrone.
La Corale è stata am-messa alla manifestazione di Vallecorsa: sia al Concorso Na-zionale di canto corale sacro che a quello Regionale di canto corale.
Durante il decennio scorso il coro ha tenuto numerosissimi concerti: vanno però ricordate anche le partecipazioni alle Rassegne
Diocesane di Musica Sacra indette dalla Commissione Dio-cesana nonché i numerosi concerti natalizi patrocinati dall'Amministrazione Provin-ciale di Frosinone.
Ricordiamo, il suggestivo concerto tenuto nella Chiesa di Santo Spirito in Sora in occasione dei festeggiamenti del decennale di
fondazione della Co-rale con la partecipazione di un Orchestra da Camera fondata da noti artisti.
E stata invitata a partecipare all'VIII rassegna "Incontri con la Musica Sacra" organizzata dalla Regione Abruzzo e dalla Diocesi
dei Marsi riscuotendo numerosi apprezzamenti.
Recentemente La Corale ha tenuto una Conferenza Concerto presso la Facoltà di lettere e Filosofia dell'Università "La Sapienza"
di Roma sul tema "Educazione Musicale come parte integrante della formazione dell'Individuo e delle valenze etnologiche e
interculturali".
Nel Gennaio 2000 si è esibita in sala Nervi alla presenza del Papa Giovanni Paolo II.
Ultimamente ha raggiunto grossi riconoscimenti in ambito Regionale e Nazionale.
E' stata ammessa al III Concorso Regionale "Città di Rieti" presso il Teatro Flavio Vespasiano ottenendo il III° Pre mio nella
categoria: "Elaborazione corale di un canto popolare di tradizione corale di area Laziale".
Ammessa poi al XVIII Concorso Corale di esecuzione polifonica di Lodi ha ottenuto:
- La Fascia d'Argento nella sezione "Canto Popolare elaborato",
- Premio speciale come coro con la più alta Votazione media
- II° Premio per l'esecuzione del brano con la più alta votazione media con il Canto Vola Vola.
Assieme al Coro "Estro Annonico" di Milano, è stata l'unica tra le venti corali ammesse al Concorso di Lodi a Partecipare a due
diverse categorie ottenendo anche nella sezione Polifonia Sacra la Fascia di Bronzo.
Ma i risultati ottenuti hanno avuto per tutti i componenti una valenza superiore poichè la giuria era composta da autorevoli
personalità della cora lità italiana.
Da annoverare infatti il presidente della giuria M° Giovanni Acciai.
La Corale recentemente ha ancora vinto il II° premio al XXII Concorso Nazionale di Canto Corale Sacro di Vallecorsa.
In ottobre ha tenuto Concerti a Halle/Sale in Germania con il coro Gemellato di Halle patria del famoso musicista Haendel.
Attualmente tra molteplici appuntamenti, richiestissima, continua ovunque a fare onore alla città di Sora ed ai ciociari sparsi in
tutto il mondo.
Recentemente ha inciso un CD di canti natalizi ed è in uscita nei prossimi mesi un CD di canti popolari.
In Agosto sarà a Toronto per una nuova prestigiosa tournée concertistica.
Una vita per la musica, un'escalation di successi
L'impegno del Maestro Antonio Cedrone
Dal 1988 alla guida della Corale Polifonica "S. Silvestro Papa"
Il Maestro Antonio Cedrone, inizia gli studi musicali negli anni della formazione nell'istituto "Deus caritas" a Pianura di Na-poli e
la Pontificia fa-coltà teologica "S. Lui-gi" di Posillipo. Si di-ploma in pianoforte presso il conservatorio "S. Pietro a Maiella" di
Napoli ed ha studiato organo nel Pontificio istituto di musica sacra a Roma, e composizione. Attualmente è do-cente di ruolo nella
Scuola Media "A. Car-nevale" di Sora dove ha formato e dirige un coro di voci bianche che in vari Concorsi Nazionali ha
ottenuto lusinghieri successi:
- 1992/93; Salerno, pri-mo premio Concorso Nazionale "Musicain-sieme" - 1995/96; Saler-no, primo premio Con-corso
Nazionale "Musi-cainsieme" - 1996/97; Pa-gani, Il premio Concor-so Musicale Nazionale "Città di Pagani" -1997 /98; Pagani,
primo premio Concorso Musicale Nazionale "Città di Pa-gani" - 1997/98; Roma, VII Concorso Regionale "Egisto Macchi" per
cori di voci bianche organizzato dall'ARCL, diploma d'argento - 1999/00; Hal-le Saale (Germania) Kin-derkor-festival dal 4 al 7
Maggio 2000.
E' stato direttore, sin dalla fondazione, del co-ro folk "Rio di Rocca-vivi" (AQ), dove ha dato grande impulso a ricerca,
elaborazione e diffusione del canto popolare con concerti in moltissime città italiane (Roma, Napoli, Torino, San Re-mo...) ed
Europee (Mo-naco di Baviera, Parigi, Bordeaux, Valencia, Manchester, Liverpool) e Toronto e Detroit in America.
Ha inoltre partecipato, a varie trasmissioni TV come "I sentieri della speranza", "Uno-Matti-na" e "Bell'Italia".
Si è esibito alla presenza del Papa Giovanni Paolo II in udienza privata a Castelgandolfo con il coro Folk di Roccavivi; e nella
Sala Nervi con il coro San Silvestro Papa.
Nel 1995, nell'ambito degli scambi culturali "San Donato-Boston", ha diretto il coro "S. Maria e S. Marcello" di San Donato
Valcomino ottenendo successo tra gli emigrati Italiani di Boston e Toronto.
E' direttore della Cora-le Polifonica "San Sil-vestro Papa" dal 1988, anno della sua fondazione, con la quale ha sostenuto e
sostiene numerosi concerti.
Indici sotto assedio
di Diego Consales
Continua la tensione sui mercati, non bastavano i dati incerti sull'economia americana, all'appello s'aggiunge la situazione medio
orientale che s'aggrava proprio nella giornata d'apertura. Le prime immagini dei carri armati a Ramallah colpiscono soprattutto gli
indici americani già appesantiti dalla valanga d'allarmi utili. Il più colpito è sicuramente il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici
viene preso di mira dalla Goldamn Sachs che abbassa le stime di profitto per molti dei colossi del settore. Gli unici ad
avvantaggiarsi della crisi in Medio Oriente sono i titoli del settore energetico, il ritorno delle quotazioni del greggio verso i
massimi degli ultimi quattro mesi, ma ben lontani dalla quotazione di 32 dollari/barile, favoriscono compagnie come: ENI, Enel,
Snam, aiutando il Mib 30 a neutralizzare le pesanti vendite piombate sul settore telefonico. Molto interessante anche il settore
bancario italiano che gode di uno strong buy lanciato da Merrill Lynch proprio su questo comparto. Il Mib 30 quindi riesce
contenere le perdite con un -0.48%, molto più pesanti gli altri indici: -1.60% il Dax, -0.47% il Dow che mantiene quota 10300
grazie al settore petrolifero, il peggiore è sicuramente il Nasdaq a -3.13%. La seduta di mercoledì è sulla falsa riga della
precedente, sotto i riflettori ancora il Medio Oriente con la minaccia dell'Iraq di tagliare la produzione di Greggio nel caso la
situazione non si sbloccasse, il Mib 30 riesce a chiudere in positivo a +0.14 grazie sempre al settore energetico, Francoforte
risente del maggior peso dei telefonici nel paniere e perde lo 0.55%. Un discorso a parte per gli indici americani che continuano a
perdere terreno, questa volta tocca agli analisti di Lehman Brothers e Morgan Stanley il compito di tagliare i rating di banche
come Bank of New York, e compagnie del livello di 3M e Caterpillar. Le chiusure sono ancora una volta negative, Dow -1.12%
che perde 30 punti solo a causa di Caterpillar, il Nasdaq -1.11%. S'invertono le posizioni nella penultima seduta, infatti, sui
mercati europei giungono le prese di profitto a scapito degli energetici, che, dopo il rally degli ultimi giorni, vengono venduti
all'insegna della politica dello stock picking. Gli indici europei risentono delle iniziali battute rosse della borsa americana e si
ritrovano in fin di giornata con un bilancio negativo, Mib 30 -1.19%, Dax -0.51%. Dopo la chiusura europea, le borse d'oltre
oceano ritrovano un po' di fiducia al punto da chiudere in postivo +0.36 per il Dow e +0.30 per il ND. La seduta di chiusura non
riserva grosse sorprese, e non chiarisce la situazione, l'indice dei 30 maggiori titoli italiani chiude a +0.09%, il Dax segue bene o
male la stessa linea, gli indici americani a due ore dalla chiusura lasciano presagire per il Dow una chiusura piuttosto scialba,
mente per il Nasdaq il segno rosso e ancora presente con un -1.21%. i protagonisti di questa settimana, oltre alle immagini dal
Medio Oriente, sono stati gli analisti che, a nostro avviso, sembrano aver messo le mani avanti per tutelarsi dalle eventuali
sorprese negative che potrebbero giungere dalle trimestrali che saranno divulgate a breve. Gli operatori, infatti, sono piuttosto
stufi di sentire le previsioni, e non vedono l'ora di costatare se i calcoli fatti fin qui si riveleranno veritieri. Le stime per il primo
trimestre potrebbero portare ad un valore di Pil annualizzato di +6%, sarebbe a dire il Pil di un'economia in fase di Boom con la B
maiuscola, questo dato poi dovrà essere mediato con quello dei trimestri successivi per giungere poi a quello reale.
Le dichiarazioni delle case di gestione non devono sorprenderci, infatti, le batoste di questi ultimi anni hanno insegnato a tutti che
la prudenza premia sempre, quindi, visto che i mercati cominciavano già a festeggiare, questo bagno d'umiltà non fa altro che
bene.
Concorso Regionale “Ercole Olivario” a Palazzo Rospigliosi
Vincente puntare sulla qualità
12 imprese ciociare e 9 pontine su 67 aziende partecipanti
di Claudio Maddalena
“Quando il La -zio punta sul-la qualità, ap-pare vincente in ogni settore economico".
E' questa l'affermazione a freddo del Presidente dell'Unioncamere Lazio, Andrea Mondello, ai margini della premiazione,
avvenuta a Palazzo Rospigliosi nei giorni scorsi, della nona edizione del Concorso Regio-nale "Ercole Olivario" per i migliori
extra-vergini d'oliva del Lazio che ha visto, tra le 67 aziende partecipanti, ben 12 della provincia di Frosinone e 9 della provincia
di Latina.
Alla premiazione hanno partecipato, tra gli altri, l'Assessore all'Agricol-tura della Regione Lazio Antonello Iannarilli, il
Presidente della Camera di Commercio di Rieti Giovanni Bernardinetti, il Presidente del Comi-tato di Coordinamento del
Concorso Regionale Gianfranco Giovagnoli, il Direttore Generale dell'Unioncamere Lazio Pietro Abate, il Segreta-rio Generale
della Ca -mera di Commercio di Roma Fabrizio Autieri, il rappresentante degli agricoltori nella giunta della Camera di Commercio di Roma Antonio De Amicis.
Un severissimo gruppo di assaggiatori iscritti nell'elenco regionale, ha fatto parte dell'attenta giuria. Questo concorso è parte
integrante di un più ampio progetto del-l'Unioncamere Lazio tendente ad assistere i produttori dell'intera regione Lazio
aumentando il loro bagaglio culturale grazie anche a viaggi di istruzione e la partecipazione a fiere e mostre sia nazionali che
internazionali. Compito fondamentale del-l'Unioncamere è consentire la valorizzazione dei no-stri prodotti grazie anche alla
richiesta delle DOP (Deno-minazione di Ori-gine Protetta) ed alla istituzioni di seminari di studio sulla qualità dei vari prodotti
locali integrati anche da degustazioni presso gli stessi produttori.
La qualità fondamentale che permette la dis tinzione dell'olio extra vergine di oliva è costituita dal carattere organolettico (il
sensoriale per intenderci), consistente in un sapore "fruttato" che ricorda il tipico gusto dell'oliva matura, gusto presente
nell'intera produzione del Lazio che passa dal "fruttato intenso" a quello "medio", fino al "leggero".
Il Concorso concede un particolare attestato a quei produttori capaci di ottenere prodotti biologici, senza particolari interventi di
fertilizzanti o fitofarmaci oppure di oli provenienti da aziende con produzioni a terrazzo non consone al nostro tipo di produzione.
Per quanto riguarda la classifica per gli extravergini, nel settore del fruttato intenso, la me-daglia d'argento è stata vinta
dall'Azienda Agri-cola Quattrociocchi A-merico di Alatri, la me -daglia di bronzo dal-l'Azienda Agricola Fru-sone Augusto
sempre di Alatri. Nel settore degli oli dal fruttato medio, la medaglia d'oro è stata vinta dall'Azien-da Agricola Fi-lonardi Luigi di
Frosinone.
Per gli oli caratterizzati da un fruttato leggero, la medaglia d'argento è andata alla Azienda Agricola Giuliani Marcella di Anagni.
Infine l'Azienda Agricola Alviti Ri-ta, di Nora, ha conseguito la targa per il migliore olio proveniente da oliveti prevalentemente
terrazzati.
Le aziende partecipanti delle province di Frosi-none e Latina sono state, oltre quelle già citate tra le vincitrici, la C.O.F. S.r.l. di
Piglio, le Azien-de Cedrone Antonio e Cedrone Luigi di San Donato Val Comino, la Cooperativa Coltivatori Cervaresi di
Cervaro, la Azienda Eurocolle 2.000 di Cassino, la Azienda Frusone Bernardo di Alatri, la Azienda Ma-stroianni Gilmar di Arpino, la Azienda Pro-gresso Sociale di Boville Ernica, la Azienda Agro-livicola Isoletta e la Tra -simeno S.p.A. di Aprilia, la
Cetrone S.r.l. e la Quattrociocchi Emilia di Sonnino, la Cooperativa Colle San Lorenzo di Cori, la Azienda Ma-giara Impero di
Sonnino, la Oscar S.r.l. di Rocca Massima.
Federlazio di Latina
Assente il dialogo con i politici
Autorevole intervento del Presidente Calzati
di Maria Corsetti
“Non è che il dialogo tra imprenditori e politici si è interrotto: in realtà non c'è mai stato. Dicendo questo, pe-rò, non vogliamo
scatenare polemiche, ma, al contrario, cercare di co-struire un rapporto nuovo" nella conferenza stampa tenutasi presso la sede
della Federlazio di Latina, il Presidente Calzati ha messo a fuoco il rapporto tra territorio, imprenditoria e politica.
"Abbiamo scelto la data odierna per tenere la conferenza stampa perché mancano ancora 50 giorni dalle elezioni, e quindi, non
interferiamo con la campagna elettorale.
Volevamo analizzare insieme alla stampa qualche numero:
- Sono passati 70 anni dalla fondazione di La-tina;
- 68 anni dalla costituzione della provincia di Latina;
- 46 anni dall'entrata nella Cas-mez e dal completamento della Flacca;
- Quindi possiamo dire che da 46 anni a questa parte non abbiamo date significative da ricordare;
- Certo, qualche realizzazione importante, come il raddoppio della Pontina o il traforo di Ter-racina, c'è stata, ma non è sufficiente
a far parlare di sviluppo.
Diciamolo chiaramente: se questa provincia si è fermata, noi, e con noi intendo tutti noi, non siamo stati così eccelsi.
Il 31 ottobre scorso ab-biamo presentato dati di certo non confortanti.
Sono passati 5 mesi dal 31 ottobre e ancora una volta non è successo niente.
Mancano meno di 4 anni all'inizio del 2006 e qui ancora si parla per ipotesi."
"Qui c'è la necessità anche di ave-re il coraggio di ragionare insieme per decidere di abbandonare quei progetti che riteniamo
inutili.
Non sto qui a dire quali, lo dovremo decidere insieme, ma una volta deciso dobbiamo abbandonarli.
E dobbiamo evitare che si continuino a costruire "giocattoli ad uso e consumo di qualcuno".
A quali politici crederemo?
A quelli che ci daranno garanzie, ma garanzie che siano sugli strumenti e i metodi di lavoro".
Alla conferenza stampa per la Federlazio erano presenti:
- Il Presidente Renzo Calzati
- Il Direttore Antonio Di Micco
- L'imprenditore, facente parte del Consiglio Direttivo, Marco Picca
- L'imprenditore, facente parte del Consiglio Direttivo, Loris Del Vicario
- Il responsabile del Settore Credito Claudio Malagola
- La conferenza stampa è stata anche l'occasione per presentare il nuovo responsabile dell'Ufficio Sindacale della Federlazio di
Latina, il Dott. Saverio Motolese, che si occupa del settore lavoro per l'Associazione delle Piccole e Medie Imprese dal novembre
2001.
Successo della gastronomia campomelana nel concorso provinciale
Primo premio a Francesco Capirchio
Conduce con la famiglia il ristorante "Lo Stuzzichino" in località Taverna di Campodimele
di Aldo Visetti
Cicerchia, laina e fagioli, scalogno, "ciammotte am-muccate (lumache in sal-sa verde) ed altri tipici piatti locali hanno reso
famosa la cucina povera di Campodimele in quest'epoca di diete ipocaloriche e di ricette semplici.
Non pochi sostengono che la longevità della popolazione di questo piccolo paese aurunco dipenda anche dall'alimentazione.
Ecco, quindi, che la cucina campomelana è as-surta agli onori della cronaca nazionale ed in -ternazionale, con la be-nefica
conseguenza di produrre l'apertura, ne-gli ultimi anni, di ben cinque ristoranti, lì dove esisteva, dal dopoguerra, soltanto una
trattoria lungo la statale Civita Farnese.
Sostenuti dalla loro abilità culinaria, ben presto i ristoratori campomelani si sono fatti apprezzare anche nei concorsi di
gastronomia in Italia ed all'estero, vincendo premi e coppe.
Nei giorni scorsi un grande successo ha conseguito lo chef Francesco Capirchio, giovane maestro di cucina, diplomato al-l'Istituto
alberghiero di Formia, il quale conduce con la famiglia il ristorante "Lo Stuzzichino" in località Taverna di Cam-podimele.
Egli ha vinto il primo premio (con 225 pun-ti) al concorso gastronimico del "Piatto Ti-pico Pontino" organizzato dall'Associazione Provinciale Cuochi di Latina (presieduto da Na-zareno Fontana) e svoltosi presso l'hotel Riva Gaia di Terra-cina il 25
marzo de-corso.
Francesco Capirchio ha superato brillantemente gli avversari con un piatto di "lai-na e cicerchie" convincendo, anzi prendendo
per la gola i giurati con un'equilibrato dosaggio dei prodotti di base e di condimento e con una sobria presentazione.
Non è stato facile per il cuoco campomelano po-ter emergere tra gli altri qualificatissimi concorrenti, che hanno "firmato" piatti
altrettanto succulenti e rappresentativi delle varie cucine tipiche della no-stra provincia.
Il campomelano evidentemente ha saputo dare un tocco in più di sa-pore, odore e suggestione al suo piatto "tradizionale".
Lo chef Francesco Capirchio, per al-tro, non è nuovo ad affermazioni del genere essendosi distinto anche in altre gare
gastronomiche, come quella delle Osterie d'Italia che svolge un programma per conto dello Scow Food Roma dal suggestivo
titolo "Bona Usanza" dell'Hotel de' Conti di Roma.
In proposito occorre considerare che anche attraverso la buona cucina dei ristoratori e l'intelligenza con cui essi gestiscono i locali
è possibile ottenere un contribuito all'economia di un paesino povero come Campodimele, che ha veramente scarse risorse per
sostenere il suo futuro.
Da una edicola ad una libreria ed infine il successo con l'ingresso nell'editoria
Gaeta ha una Casa Editrice la Alges
L'Editore Montano Dell'Ova dedica attenzione alla Storia locale
di Aldo Lisetti
Conosco Montano del-l'Ova da ragazzo, quando negli anni settanta frequentava la scuola me-dia e sacrificava il suo tempo libero
per collaborare con il padre Lorenzo, titolare di una edicola-libreria in via Buonomo, tra il Lungomare Caboto e la storica via
dell'Indipen-denza a Gaeta.
In anni più recenti, andato in pensione il genitore, Montano ha assunta la responsabilità del negozio, con la collaborazione del
fratello minore Danilo; ma dentro di sé cullava il sogno di ampliare l'azienda, fare un salto di qualità con le sue modeste forze,
senza strafare. Me ne aveva parlato in qualche circostanza, quando andavo a comprare il giornale e non vi era la premura di
servire altri clienti. L'ho invogliato, promettendogli - nel caso avesse preso l'iniziativa - di pubblicare qualche mio saggio, che
avevo in stesura. e di presentargli alcuni scrittori che da anni avevano aderito al Sodalizio di Arte e Cultura "Portico di Onofrio"
da me presieduto, nonchè di segnalarlo all'Assessorato alla Cultura del Comune di Gaeta nella mia qualità di componente della
Commissione Cultura. Detto e fatto: Mon-tano ha svolto le pratiche necessarie e si è iscritto all'Ordine degli editori italiani; ha
subito edito una pubblicazione "bilingue" (Italiano e inglese), quindi, di valore turistico internazionale: " Gaeta ieri e oggi" di
Giuseppe Napolitano, docente, poeta e narratore gaetano (di adozione). Subito dopo ha dato alle stampe e divulgato i miei libri
"Volo sul Parco dei Monti Aurunci" (1999); "Fra-telli minori d'Italia" (1999); "Sant'Onofrio, immagini per il Giubileo 2000" e
"Re Briganti e Streghe nella terra dei longevi" (2001).
Contestualmente ha accolto nelle "Edizioni Alges", i volumi "Sciusci" (2001) di Paola Polito ed altre opere (alcune stampate a
cura del Comune di Gaeta), sino al recentissimo "Gli assedi di Gaeta" (2002) di Giovanni De Matteo, notissimo magistrato già
Procu-ratore della Repubblica di Roma negli anni settanta ed oggi Presidente di Sezione della Corte di Cassazione in pensione.
Ma Montano dell'Ova ha incluso nel catalogo della sua casa editrice, per favorirne la distribuzione in Italia ed all'estero, anche
una serie di pubblicazioni d'interesse locale edite dal Comune o da associazioni e centri culturali, tra le quali: "Le Edicole
Mariane di Via Indipendenza a Gaeta" di Sonia Giusti; "Le relazioni commerciali tra Genova e Gaeta nel tardo Medioevo" a cura
di Patrizia Schiappacas-se, Pasquale Corbo e Vera Mignano; "Monumenti d'Arte Sacra a Gaeta" di Graziano Fronzuto ed un'altra
cinquantina di libri usciti negli anni decorsi e di difficile reperimento. Le Edizioni Alges ed il suo primo catalogo di opere sono
già in internet: "www.alges.com.it".
Montano Dell'Ova, in conclusione, ama Gaeta ed è soprattutto per questo motivo che, superando le difficoltà di avvio, si è
impegnato in una importante iniziativa (nella quale ha coinvolto la moglie Rita ed il figlio Stefano) che andrebbe favorita ed
inquadrata in un più ampio progetto socio-politico-culturale mirato alla crescita ed al progresso della città. Egli è oggi l'unico
editore di Gaeta che, per altro, si propone con una libreria specializzata per tutti i testi (anche in Cd-rom e videocassette) che
abbiano come riferimento questa "Perla del Tirreno" e la sua storia, le immagini, l'arte, le chiese, il dialetto, la poesia, le
tradizioni e quant'altro sia d'interesse per il lettore, il turista e l'intellettuale, che sempre in maggior numero la frequentano.
Cambio di panchina per il Sora Calcio
Bentornato in sella Mister Claudio Di Pucchio
Gli sportivi soddisfatti del ritorno
di Fabio Verdone
L’interregno di mister Silipo non è durato che un battito di ciglia; con un "coup de teatre", di cui non si avvertiva alcuna necessità,
è tornato in sella l'immarcescibile mister Di Pucchio, l'unico in grado e non lo diciamo da oggi, di traghettare la navicella sorana
in acque più tranquille. Il cambio del tecnico non ha portato quei giovamenti che la nuova dirigenza sorana si aspettava e c'è stata
l'auspicata marcia indietro. Il compito del bravo mister non sarà certo agevole, la squadra appare ancora scioccata da tutti questi
cambiamenti e l'ha dimostrato domenica scorsa, tra le mura amiche, facendosi imporre lo 0 - 0 da una grintosa ma non
trascendentale Lodigiani. Di Pucchio ha dichiarato che, per adesso, va bene così e noi non possiamo fare a meno di credergli,
anche se di tempo non ne è rimasto moltissimo ed occorre una decisa virata di bordo per evitare, non dico i play out ma la
retrocessione diretta nella serie inferiore. Comunque rimaniamo della convinzione che Di Puchio sia l'unica persona in grado di
salvare la baracca, sia perché esperto conoscitore dell'ambiente, sia perché persona all'altezza della situazione. Tutto si può dire di
questo allenatore meno che non abbia coraggio o manchi di coerenza, c'è invece da dire ai nuovi dirigenti che non si può
affrontare un campionato di serie C1, abbandonandosi all'improvvisazione ed a soluzioni estemporanee. La situazione della
compagine bianconera non è allegra, in tutti i sensi, ne il calendario le sorride, occorre rimboccarsi le maniche, anche se, forse, la
buona volontà potrebbe non bastare. Occorre che i tifosi facciano quadrato e, lasciando da parte le sterili polemiche, si stringano
attorno alla squadra ed al suo condottiero. Di Pucchio è stato già capace di tirare fuori dal suo cilindro un'inaspettata quanto
meritata promozione, vuoi vedere che riuscirà a compiere anche questo ennesimo miracolo? Il mister ha detto che, nonostante
tutto, la squadra gli ha dato delle importanti risposte; la riscossa avrà inizio fin dalla prossima trasferta a Lanciano ed a noi non
resta che credergli.
La grande boxe di scena in Ciociaria
Il debutto di Paris
Il pugile frusinate nel team di Oliva
di Claudio Marini
Il Palazzetto dello Sport di Alatri è stato la cornice del debutto professionistico del pugile frusinate Sven Paris. Infatti dopo le
Olimpiadi di Sydney, nelle quali aveva dimostrato grandi capacità ed ottime potenzialiatà, il giovane esponente del team di
Patrizio Oliva, già campione del mondo negli anni 80, aveva deciso di diventare professionista. Ora dopo mesi di allenamento e
preparazione il momento del grande passo è arrivato. La riunione pugilistica peraltro è stata presentata nella sala del consioglio
provinciale di Frosinone alla presenza del Presidente Francesco Scalia, dell'assessore provinciale nonchè Presidente dell'APT
Carlo Di Cosmo, del sindaco di Alatri Patrizio Cittadini, oltre che naturalmente di Sven Paris e del suo manager Patrizio Oliva.
Presente in sala anche il padre di Sven, Dheni, anch'egli in passato apprezzato pugile ed ora alla guida dell'Accademia Pugilistica
Frusinate. Nell'occasione Oliva ha pronosticato entro un anno per Paris un match per conquistare il titolo italiano. Ed a proposito
di titoli, nella stessa serata del debutto di Paris è stato programmato anche il campionato della Comunità Europea contestualmente
a quello italiano dei pesi Mosca, sulla lunghezza delle 10 riprese: in lizza due italianoi, entrambi del team di Patrizio Oliva, cioè
Marco Ciaramitaro e Michelangelo Chirco. Poi naturalmente la sfida tra Paris e Dejan Tomovic per i pesi welter sulla lunghezza
delle 6 riprese. Inoltre per la categoria dei pesi superwelter in programma anche il match tra Pasquale Perna, anch'egli del team
Oliva, e Jorghe Ortiz. Infine per la categoria dei pesi massimi leggeri l'incontro tra Paolo Ferrara del team Oliva e Milutinovic.
Anche gli altri due combattimenti, come quello di Paris, previsti sulla lunghezza delle 6 riprese. A precedre gli incontri principali
hanno provveduto i dilettanti: Alessandro Chiappini dell'APF contro Finiani di Isola Liri (pesi medi dilettanti seconda serie),
Danilo Minotti dell'APF contro Di Silvio di Isola Liri (pesi welter categoria junior) e Claudio Iannarilli dell'APF contro il
campano Fonzone (superleggeri). Indubbiamente quindi un grande evento di sport per la Provincia di Frosinone che va ad
aggiungersi ai tanti già realizzati come ad esempio nel ciclismo ed ai tanti in programma.
I Commercianti di Minturno
Apertura domenicale
Riconosciuta la valenza turistica
di Antonella Polidoro
“Sono sempre stato in prima linea nelle bat-taglie a favore degli esercenti”, dichiara Pa-squale Angelino, dirigente
dell'Associazione Commercianti “Mintur-nae”, presieduta da Sandro Piacentini.
Titolare di due esercizi commerciali nel Co -mune di Minturno, An-gelino saluta con favore l'ordinanza comunale sul
prolungamento de-gli orari di apertura dei negozi nella città del Golfo, che la Regione Lazio considera dall'otto marzo una città “a
prevalente economia turistica”.
“Ho collaborato da su-bito con il Comune - spiega Angelino - perché fossero presentati alla Regione Lazio tutti i documenti
necessari: è giusto che Minturno sia stata considerata città d'arte e turismo, così come previsto dalla legge Bersani.
La giunta si è sempre resa disponibile alle esigenze dei commercianti e di ciò siamo molto contenti.
Sono stati approvati dalla Regione tutti i requisiti presentati dal Comune di Minturno, e ora siamo fieri di poter accogliere i turisti
of-frendo loro la possibilità di fare acquisti nell'arco di tredici ore quotidiane.
Restano solo da definire meglio le mo -dalità dell'esposizione degli orari dell'esercizio commerciale al pubblico”.
Commercio e turismo promettono dunque bene a Minturno?
“Certo. Tuttavia, c'è una situazione che no-nostante la conquista degli orari più flessibili per l'intero comparto commerciale, mi
lascia molto rammaricato: si tratta degli ambulanti che sostano sul Lungo-mare di Scauri.
Finora la situazione non è stata risolta poiché sembra che i vigili urbani siano imp egnati in altre mansioni.
Di qui, la proposta del-l'Associazione “Mintur-nae” di costituire una cooperativa di vigilanza: è solo attraverso una collaborazione
tra le forze dell'ordine (la Guardia di Finanza, i Carabinieri, il Commis -sariato di polizia di Formia, i Vigili Urbani, e le Guardie
Forestali) che si potrebbe arginare definitivamente il problema”.
Quali le altre esigenze dei commercianti ma anche dei cittadini che fruiscono dei servizi?
“Tra le esigenze della cittadinanza da tener presente in vis ta dell'estate, vorrei sottolineare che sarebbe opportuna l'apertura di un'
altra farmacia a Scauri. Noto con disapprovazione che anche i residenti sono svantaggiati dalla presenza di sole due farmacie a
Scauri e a Marina di Minturno: quando una di queste due non è di turno , non tutti hanno la possibilità di recarsi presso le
farmacie di Mintur-no”.
A cura di Legambiente e Lega Pesca nel Golfo di Gaeta
Buon successo per l'operazione fondali puliti
Soddisfazione da parte degli organizzatori
di Raffaele Cicione*
Con il resoconto alle autorità coinvolte, si è conclusa la campagna di pulizia dei fondali marini nelle aree protette, la campagna"
in fondo al mar" attuata da Legam-biente e Lega Pesca , promossa dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dal Ministero dell'Ambiente.
La problematica delle riserve marine è infatti uno degli argomenti di maggiore rilevanza fra quelli associati alla gestione
dell'ambiente marino e in particolare della fascia costiera.
La bonifica dei fondali costieri ottenuta tramite la rimozione dei rifiuti solidi giacenti sul fondo o presenti in superficie, i quali
costituiscono anche una minaccia per gli organismi marini: i sacchetti di plastica ad esempio possono provocare l'ostruzione delle
vie respiratorie nel caso di ingestione da parte dei piccoli cetacei; le "reti fantasma", che sono pezzi di rete incagliati sui fondali,
continuano nel tempo ad essere una trappola mortale per gli organismi marini.
Con il progetto " In fondo al mar " si è voluto dimostrare che la reale e concreta collaborazione tra Enti pubblici, Associazioni
ambientaliste , professionali ed operatori locali non può che produrre affetti positivi.
L'aver accomunato le diverse conoscenze e capacità operative ha permesso , anche per quest'anno , di raggiungere buoni risultati,
sia dal punto di vista dell'informazione e sensibilizzazione , sia per quanto riguarda il recupero e lo smaltimento dei rifiuti .
Nel caso specifico dell'area protetta di Vento-tene e Santo Stefano, il progetto ha coinvolto i pescatori e i diving che operano
direttamente sull'isola, oltre che l'Amministrazione Comunale .
Sono stati poi direttamente coinvolti gli alunni che frequentano la scuola sull'isola ed alcune scolaresche del golfo di Gaeta..
Inizialmente il progetto ha previsto una fase di acquisizione di informazioni, i sub in collaborazione con i pescatori hanno
individuato le aree ove era opportuno intervenire nella successiva fase di recupero dei rifiuti.
E' stato predisposto un piano di lavoro, in pratica si è divisa la costa dell'isola in più settori ed è stata considerata la fascia di mare
a 30 metri dalla costa stessa.
Le Associazioni hanno svolto incontri con i propri soci e con i cittadini, cercando di sensibilizzarli rispetto alle tematiche della
valorizza zione e tutela della risorsa mare.
Nel mese di ottobre si è proceduto alla recupero dei rifiuti , i sub ed i pescatori , divisi in gruppi hanno praticamente ispezionato
l'intero periplo dell'area protetta.che li ha visti impegnati per oltre 300 ore complessive in immersione.
Considerata la vastità dell'area perlustrata e la composizione del materiale recuperato che nella maggior parte è costituito
materiale ferroso , pezzi di armadietti e reti di vecchi letti del reclusorio di Santo Stefano, si può ben dire che i fondali sono , da
sempre, puliti.
Questo ci ha fatto piacere e ci auguriamo che continui ad essere così.
Il materiale recuperato è stato classificato e successivamente smaltito con la fattiva collaborazione del Comune di Ventotene.
Le classi direttamente coinvolte hanno avuto un piccolo sostegno economico relativo all'attività didattica ed i soci di Legambiente
hanno dato un contributo al lavoro svolto.
Gli allievi sono stati sollecitati a scoprire le bellezze naturali di Ventotene e del suo mare , ma anche la storia e le tradizioni
dell'isola .
Il materiale da loro prodotto costituirà l'ossatura di una mostra che si svolgerà sull'isola il 22,23 e 24 aprile, periodo in cui tutti i
ragazzi verificheranno quanto appreso in classe.
L'appuntamento è ora per il 15 aprile a Roma dove verranno presentati i dati relativi a tutte le aree protette marine coinvolte.
In tale occasione, il circolo " la barba di Giove" presenterà un opuscolo dell'intera esperienza. L'opuscolo, che verrà distribuito
sull'isola e nei comuni del golfo, racconterà inoltre le bellezze dell'area protetta di Ventotene e Santo Stefano e sarà
completamente gratuito.
*Coordinatore del progetto
Gianola di Formia
Un futuro aziendale per l'Istituto Alberghiero
Un ruolo importante sul territorio
di Vittoria Mazzucco Morelli
A Formia un team di insegnanti ha deciso di trasformare la propria scuola in un'azienda.
Protagonisti di questo stage fai-da-te sono i docenti e gli alunni del-l'Istituto Professionale Alberghiero Turistico di Stato "Angelo
Celletti", dedicata l'intitolazione ad un indimenticabile imprenditore che ha lasciato un'impronta indelebile nel settore turisticoalberghiero di Formia. Al suo fianco la sposa Anna Dolci Cellet-ti, ora scomparsa, e continuatori dell'azienda i figli Antonio e
Carla Celletti.
Da tempo l'Istituto met-te a disposizione di Enti, Comuni o della Provin-cia la propria struttura per convegni o pranzi, ma con
questo progetto si vuole andare oltre:
"Finora, spiega il Diri-gente scolastico Prof. Colaruotolo, abbia mo fatto piccoli esperimenti, utilizzando le strutture che questa
scuola offre, il bar, i laboratori per la ristorazione e per la cu-cina e soprattutto il convitto, soltanto saltuariamente nei periodi di
Pa-squa o per pochi giorni nel periodo estivo per accogliere associazioni culturali, sportive o folcloristiche .
Ma con una scelta precisa inserita nel Piano dell'offerta formativa di questo istituto, abbiamo voluto rendere vere a tutti gli effetti
le materie che qui si insegnano, perciò stiamo mettendo appunto con un'agenzia di Roma un pacchetto di offerte per i turisti o per
chi vorrà visitare la nostra zona.
Non voliamo rivalizzare con gli albergatori del nostro splendido golfo, ma permettere a chi ha scelto questa scuola di fare
esperienza sul cam-po con veri clienti e a tanti ragazzi di offrirsi una vacanza a basso costo.
Puntiamo soprattutto a pacchetti di vacanze studio quindi rivolti ai giovani, abbinati con lo studio della lingua inglese e la
possibilità di certificazioni in collaborazione con la British school.
I prezzi saranno contenuti in quanto saranno gli stessi alunni a preparare i pranzi, a curare le camere e ad offrirsi come guide
turistiche.
Si tratta di far vivere questa scuola in anticipo sulle direttive del Ministero della Pubblica Istruzione che auspica un utilizzo dei
convitti in estate per creare nuovi posti di lavori per animatori, sorveglianti ed altre figure compatibili e per poi agevolare gli
stessi studenti diminuendo le rette annuali."
Una preziosa raccolta di saggi di Silvano Demarchi
Interventi critici sul Secondo Novecento Letterario
A cura di Franco Maria Maggi e Franco Latino
di Francesco De Napoli
Il celebre studioso e docente universitario, nonché poeta e narratore, Silvano Demarchi - nato a Bolzano, ove risiede - ha appena
dato alle stampe una straordinaria raccolta di scritti dal titolo "Secondo Novecento Letterario. Interventi critici" (Bolzano, Latmag
Editore, 2002, pag. 98).
L'opera raccoglie una co-spicua "miscellanea" di re-censioni e note critiche re-lative a volu mi di poesia e saggistica editi a partire
dal 1994. Il testo, infatti, si ricollega ad un'altra analoga pubblicazione, "Scrittori nel tempo". Già uscite su importanti organi di
stampa, queste recensioni trovano anche stavolta la giusta sistemazione nella Collana "Biblioteca Universale Latmag", diretta da
Franco Latino e Franco Maria Maggi. Ringraziamo, al riguardo, il Prof. Demarchi per aver ritenuto opportuno prendere in
considerazione anche i contributi critici forniti attraverso il nostro Quadrimestrale "Paideia".
Scrive nella Presentazione Franco Maria Maggi: "La metodologia critica demarchiana corre parallela a procedimenti di analisi
linguistico-filosofici. Egli esamina gli autori 'testualizzando' ossia sottoponendo l'opera a una minuziosa analisi semiotica, senza
contorni interpretativi ma esplorando la psiche o i codici semantici e grammaticali dell'autore stesso."
Silvano Demarchi nella concisa Introduzione si limita a sottolineare, invece, il valore documentario del suo lavoro, "certamente
non esaustivo ma indicativo di alcune linee di tendenza".
Essendo impossibile in questa sede menzionare tutti, ci piace ricordare, fra gli autori trattati, alcuni cari amici, soci o collaboratori
del Sodalizio Cassinate "Paideia". Citiamo: Brandisio Andolfi (Caserta), Marcella Artusio Raspo (Torino), Ferdinando Banchini
(Roma), Giovanni Chiellino (Torino), Antonio Crecchia (Termoli), Ninnj Di Stefano Busà (Milano), Vittoriano Esposito
(Avezzano), Maria Teresa Liuzzo (Reggio Calabria), Guido Carmelo Miano (Milano), Vincenzo Rossi (Cerro al Volturno), Fryda
Rota (Vercelli), Orazio Tanelli (New Jersey).
L'aspetto più interessante e originale del volume consiste, a mio avviso, nella capacità di Demarchi di guardare all'effettivo
valore intrinseco dei testi, senza lasciarsi condizionare dal livello di "notorietà" di ogni singolo autore, per quanto ritroviamo
nell'opera - è bene sottolinearlo - anche nomi di assoluto prestigio come, ad esempio, Giorgio Bàrberi Squarotti.
Una significativa lezione di serietà, competenza e rigore che ci giunge da questa esemplare e impareggiabile figura di Studioso e
di Maestro.
Sempre pronto al dialogo e al confronto, Silvano De-marchi si distingue, infatti, per le non comuni doti di garbata signorilità e disponibilità.
Egli rappresenta da decenni un sicuro punto di riferimento per tutti gli studiosi - e non solo per gli esordienti segnalatisi per
volontà, passione e talento - a nessuno facendo mancare i propri disinteressati suggerimenti, insieme col necessario
incoraggiamento per proseguire nel difficile cammino della letteratura.