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I.M.A. Industria Macchine Automatiche S.p.A. Sede Legale in Ozzano dell’Emilia (BO), Via Emilia 428/442 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla “Responsabilità Amministrativa delle Imprese” Parte Generale Il presente “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo” (“Modello”) di IMA S.p.A. è stato redatto e revisionato in attuazione dei dettami di cui agli artt. 6 e 7 del D. Lgs. 231/2001. L’aggiornamento del Modello è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dalla Società con delibera del 16 settembre 2014 e sarà efficacemente attuato attraverso la sua progressiva implementazione da parte del Consiglio di Amministrazione medesimo e dell’Organismo di Vigilanza. Il “Modello” costituisce il riferimento gestionale atto a costituire lo strumento predisposto ai fini della prevenzione degli illeciti penali previsti dal D. Lgs. citato, in ossequio alla politica di etica aziendale adottata dalla Società. È vietata la riproduzione e l’utilizzo anche parziale del presente documento se non espressamente autorizzato dai suoi autori. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale INDICE DEL DOCUMENTO A. DEFINIZIONI ................................................................................................................................ 3 B. PREMESSA .................................................................................................................................. 7 C. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001 - “DISCIPLINA DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE, DELLE SOCIETÀ E DELLE ASSOCIAZIONI ANCHE PRIVE DI PERSONALITÀ GIURIDICA” .......................................................................................................... 7 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. D. PRINCIPI GENERALI ....................................................................................................................... 7 I SOGGETTI ................................................................................................................................. 7 L’INTERESSE O IL VANTAGGIO DELLA SOCIETÀ..................................................................................... 9 I REATI PRESUPPOSTO PER L’APPLICAZIONE DEL DECRETO 231/2001................................................... 10 LE SANZIONI ............................................................................................................................. 10 IL MODELLO ORGANIZZATIVO – EFFICACIA ESIMENTE ......................................................................... 11 REQUISITI DEI MODELLI ............................................................................................................... 11 LE LINEE GUIDA ......................................................................................................................... 12 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DI IMA SPA .............................. 13 1. LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO ............................................................................................... 13 E. L’ATTUALE STRUTTURA DEL GRUPPO IMA ............................................................................... 17 F. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI IMA ................................................................................. 19 G. CORPORATE GOVERNANCE ...................................................................................................... 25 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. DIREZIONE E COORDINAMENTO (EX ART. 2497 C.C.) ......................................................................... 26 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ................................................................................................. 27 ORGANI DELEGATI...................................................................................................................... 27 SISTEMI DI GESTIONE DEI RISCHI E DI CONTROLLO INTERNO ............................................................... 30 SISTEMI DI INFORMATIVA FINANZIARIA .......................................................................................... 31 INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE............................................. 32 TRATTAMENTO DELLE INFORMAZIONI SOCIETARIE RILEVANTI............................................................... 33 H. MAPPA DELLE ATTIVITA’ A RISCHIO DI REATO ......................................................................... 33 I. INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI DIPENDENTI ................................................................... 35 J. INFORMAZIONE AI SOGGETTI TERZI......................................................................................... 36 K. SISTEMA DISCIPLINARE E SANZIONATORIO: PRINCIPI GENERALI ............................................ 37 1. 2. 3. 4. 5. 6. L. PRINCIPI GENERALI .................................................................................................................... 37 SANZIONI PER IL PERSONALE DIPENDENTE ....................................................................................... 38 SANZIONI PER IL PERSONALE DIRIGENTE ......................................................................................... 39 SANZIONI PER GLI AMMINISTRATORI .............................................................................................. 39 SANZIONI NEI CONFRONTI DEI SINDACI ........................................................................................... 39 MISURE NEI CONFRONTI DEI FORNITORI E DEGLI ALTRI SOGGETTI TERZI ................................................. 40 ORGANISMO DI VIGILANZA ...................................................................................................... 40 Revisione 0 2 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale A. DEFINIZIONI Amministratori Componenti del Consiglio di Amministrazione di IMA Attività a Rischio di Reato o Attività Sensibili Indicano i processi, operazioni o atti ovvero insieme di operazioni e atti nello svolgimento dei quali, in rapporto alle fattispecie dei Reati Presupposto, è astrattamente possibile, da parte delle persone che svolgono la propria attività per la Società, la commissione di un reato rientrante in tali fattispecie Aree a rischio di reato Funzioni, uffici e/o reparti nell’ambito delle quali possono astrattamente essere commessi i Reati Presupposto CCNL Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro applicati da IMA Codice di Autodisciplina Codice di autodisciplina delle società quotate approvato nel dicembre del 2011 dal Comitato per la Corporate Governance e promosso da Borsa Italiana SpA, ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria, il cui testo integrale risulta reperibile sul sito web www.borsaitaliana.it Codice Etico Codice Etico adottato dalla Società e approvato dal Consiglio di Amministrazione di IMA, il cui testo integrale risulta reperibile sul sito web www.ima.it. Documento contenente i principi etici generali di comportamento, raccomandazioni, obblighi e divieti a cui la Società si ispira e che i dipendenti sono tenuti a conoscere e rispettare Collaboratori Si intende qualunque soggetto che abbia in essere rapporti di collaborazione anche con poteri ma senza vincolo di subordinazione, di agenzia, di rappresentanza e/o altri rapporti professionali non a carattere subordinato Consigliere/i Delegato/i Consigliere di Amministrazione dotato di specifiche deleghe operative in forza di delibere del Consiglio di Amministrazione di IMA CONSOB Commissione Nazionale per le Società e la Borsa Consulenti Soggetti che agiscono in nome e/o per conto di IMA in forza di un contratto di mandato o di altro rapporto contrattuale di collaborazione professionale Corporate Governance L’insieme delle norme, regolamenti e procedure di governo societario così come definiti dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana SpA. Il sistema di Corporate Governance adottato da IMA è oggetto di specifica relazione pubblicata annualmente e disponibile sul sito webwww.ima.it, sezione Investor relations Decreto o D. Lgs. 231/01 o Decreto 231/01 Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001, come successivamente modificato ed integrato Revisione 0 3 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale Destinatari sono i soggetti tenuti al rispetto delle prescrizioni del presente Modello ai sensi del Decreto quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli Organi Societari, gli Amministratori, i Sindaci, i Dipendenti, i Consulenti, gli agenti, i Collaboratori e i Partner nonché coloro che operano su mandato della Società e tutti coloro che, direttamente o indirettamente, stabilmente o temporaneamente, vi instaurano, a qualsiasi titolo, anche di fatto, rapporti o relazioni negoziali o di collaborazione operando nell’interesse della Società medesima Dipendenti Tutti i soggetti che intrattengono un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato con IMA S.p.A., ivi compresi i dirigenti Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili e societari Si intende il dirigente nominato dal Consiglio di Amministrazione di IMA ai sensi e per gli effetti dell’art. 154 bis del TUF e dello Statuto di IMA. Divisione Safe Divisione Life Divisione Active Si intendono le tre divisioni produttive in cui è suddivisa l’organizzazione e l’operatività di IMA Ente Termine con cui D. Lgs. 231/01 indica la persona giuridica responsabile ai sensi del Decreto stesso Fornitori Fornitori di beni e servizi di IMA che non rientrano nella definizione di Partner Gruppo o Gruppo IMA Indica l’insieme delle Società controllate direttamente o indirettamente dalla Capogruppo IMA S.p.A. Illeciti o Illeciti Amministrativi Illeciti amministrativi di abuso di informazioni privilegiate (art. 187-bis TUF) e di manipolazione del mercato (art. 187-ter TUF), per i quali è stato rilevato un possibile livello di rischio rispetto alle attività esercitate da IMA IMA o la Società IMA Industria Macchine Automatiche S.p.A. avente sede legale in Ozzano dell’Emilia (BO), Via Emilia 428/442 Linee Guida indica le “Linee Guida per la costruzione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/01” pubblicato da Confindustria il 31 marzo 2008 Modello, Modello Organizzativo o MOGC Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo adottato da IMA, ai sensi degli artt. 6 e 7 del Decreto. Il Modello è costituito nel suo complesso dalla Parte Generale, dalle Parti Speciali e dagli Allegati Organi Sociali o Organi Societari Il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale di IMA Organismo di Vigilanza o OdV Indica l’Organismo di natura collegiale preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del Modello, nonché al relativo aggiornamento in IMA e previsto dall’art. 6 del D. Lgs. 231/01 Partner Controparte contrattuale (inclusi i clienti) con la quale IMA ha instaurato un rapporto contrattualmente regolato, destinata a Revisione 0 4 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale cooperare con IMA nell’ambito delle Attività a Rischio Parte Generale La parte del Modello contenente, tra le altre cose, la descrizione delle funzioni del Modello e dell’Organismo di Vigilanza, nonché una descrizione dell’organizzazione e della struttura di IMA Parte Speciale o Parti Speciali Le parti del Modello dedicate espressamente a ciascun Reato identificato come rilevante per l’attività di IMA, nelle quali vengono descritti le specificità dei Reati, le Aree ed Attività a rischio di reato, le principali caratteristiche del sistema di controllo e prevenzione agli stessi, nonché le attività di controllo e monitoraggio dell’Organismo di Vigilanza Procedura Gestione Sicurezza o “PGS” Indica l’insieme delle disposizioni, delle responsabilità e delle regole incluse nel Sistema di Gestione della Sicurezza e della Salute nei Luoghi di Lavoro (“SGSL”) adottato da IMA. Le procedure sono disponibili nel sito intranet di IMA. Procedure Organizzative (POG) indica le procedure organizzative approvate dalla Società per l’attuazione e il funzionamento del Modello Pubblica Amministrazione o P.A. Si intende l’insieme di enti e soggetti pubblici (Stato, Ministeri, Regioni, Province, Comuni, etc.) e talora organismi di diritto pubblico, concessionari, amministrazioni aggiudicatrici, s.p.a. miste, ecc.) e tutte le altre figure che svolgono in qualche modo la funzione pubblica nell’interesse della collettività e quindi nell’interesse pubblico Reati Presupposto o Reati Le fattispecie di reato alle quali si applica la disciplina prevista dal Decreto. Il Modello Organizzativo di IMA include l’elenco dei Reati presupposto previsti dal Decreto aggiornato alla data di pubblicazione del MOGC Sistema di Controllo Interno L’insieme delle procedure, processi e prassi applicative adottate da IMA ed aventi come obiettivo il governo e il controllo di tutte le attività aziendali. Viene descritto nella Relazione Annuale di Corporate Governance pubblicata sul sito web www.ima.it Sistema di Gestione della Qualità (“SGQ”) E’ il Sistema di Gestione della Qualità conforme alla norma ISO 9001 – edizione 2008 relativo all’attività di “Progettazione, produzione, installazione ed assistenza di macchine, linee e impianti per il processo ed il confezionamento di prodotti per il settore farmaceutico, cosmetico e alimentare” certificato da SGS Italia SpA Sistema di Gestione della Sicurezza e della Salute nei Luoghi di Lavoro (“SGSL”) Modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e la sicurezza ai sensi dell’art.6 c.1, lett. A del D. Lgs. 231/01 idoneo a prevenire i reati di cui agli artt. 589 e 590 c.3 del codice penale commessi con violazione delle norme antinfortunistiche sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Il SGSL è certificato secondo gli standard internazionali OHSAS 18001 dall’ente certificatore SGS Italia S.p.A. ed è Revisione 0 5 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale pubblicato e risulta disponibile sulla intranet di IMA Sistema di Controllo Interno e di Gestione Rischi Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi implementato da IMA ai sensi del Codice di Autodisciplina e descritto nella Relazione di Corporate Governance di IMA S.p.A. Sistema di Informativa Finanziaria Indica il sistema di gestione dei rischi implementato da IMA in relazione al processo di informativa finanziaria progettato ed implementato tenendo in considerazione i requisiti della Legge 262/2005 (“Legge sul risparmio”) Sistema Informativo Integrato SAP Il sistema informativo gestionale integrato SAP/R3 adottato da IMA per gestire, elaborare e memorizzare il flusso di dati tra le diverse funzioni aziendali Soggetti Apicali Indica le persone dotate di un potere autonomo di assumere decisioni in nome e per conto della Società pur nell’esercizio e nei limiti posti dalle rispettive deleghe. Ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. A) del D. Lgs. 231/01 sono persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione della Società o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo della stessa Soggetti sottoposti all’altrui direzione sono le persone sottoposte alla direzione e vigilanza dei Soggetti Apicali come individuati nell’art. 7 D. Lgs. 231/01 TUF Decreto Legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 – “Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria” -, come successivamente integrato e modificato TUS Testo Unico per la Sicurezza, di cui al Decreto Legislativo n.81 del 9 aprile 2008 e successive modifiche ed integrazioni Revisione 0 6 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale B. PREMESSA Il presente Modello, approvato e adottato dal Consiglio di Amministrazione di IMA in data 8 agosto 2014, sostituisce quello originariamente adottato in data 26 marzo 2008 (e sue successive modifiche e integrazioni). Esso costituisce una evoluzione e un aggiornamento del precedente, resasi necessaria a seguito delle modifiche normative, giurisprudenziali e dottrinali, dell’evoluzione della struttura e organizzazione della Società, nonché da quanto emerso dall’attività di aggiornamento della mappatura delle Aree ed Attività a rischio di reato di IMA. L’obiettivo perseguito da IMA è quello di dotarsi di uno strumento efficace ed operativo che garantisca, unitamente a tutto quanto già in essere ai fini di controllo e trasparenza, la massima riduzione dei rischi previsti dal Decreto 231/01. C. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001 - “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica” 1. PRINCIPI GENERALI Il Decreto legislativo 8 giugno 2001, n.231 attuativo dell’art. 11 della Legge 29 settembre 2000, n°300, prevede, in aggiunta alla responsabilità penale della persona fisica che materialmente commette il “reato”, la responsabilità penale dell’Ente di “appartenenza” della medesima persona fisica, che ne ha tratto vantaggio o nel cui interesse il reato è stato commesso. In conformità agli obblighi internazionali e comunitari, il Decreto in esame ha introdotto nel nostro ordinamento una forma di responsabilità diretta ed autonoma degli enti collettivi, collegata alla commissione di specifici reati; responsabilità definita “amministrativa”, ma nella sostanza configurabile come una vera e propria forma di responsabilità penale. 2. I SOGGETTI I soggetti alla cui azione criminosa il Decreto associa l’insorgere della responsabilità in capo all’Ente, devono essere legati alla società da un rapporto funzionale di dipendenza e/o da un Revisione 0 7 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale rapporto negoziale derivante da un incarico ricevuto da un Soggetto Apicale (fornitori, consulenti, collaboratori ecc.). In particolare l’art. 5 del D. Lgs. 231/01 individua: a) i soggetti che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione dell’Ente o di una sua unità organizzativa, dotata di autonomia finanziaria funzionale, cosiddetti Soggetti Apicali; b) i soggetti che esercitano di fatto la gestione e il controllo della Società; c) i soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a) e b). Il legislatore ha conferito specifico rilievo anche alle situazioni “di fatto”, cioè a quelle situazioni in cui i poteri necessari per agire in autonomia non sono immediatamente desumibili dal ruolo ricoperto nell’ambito della struttura organizzativa o da documentazione ufficiale (deleghe, procure, ecc.). L’art. 6 del Decreto dispone che, nel caso in cui il reato sia stato commesso da soggetti in posizione apicale, la Società non risponde se prova che: a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire i reati oggetto del Decreto; b) il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento è stato affidato ad un “organismo” dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo; c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’Organismo. L’art. 7 dispone che la Società è responsabile se la commissione del reato da parte di un soggetto sottoposto all’altrui direzione è stata resa possibile dall’inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza; obblighi che si riterranno assolti (salvo prova contraria che dovrà fornire la pubblica accusa) se la Società ha adottato efficacemente il modello di prevenzione. Revisione 0 8 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale 3. L’INTERESSE O IL VANTAGGIO DELLA SOCIETÀ Perché possa configurarsi la responsabilità in capo alla società è inoltre necessario che la condotta illecita ipotizzata sia stata posta in essere dai soggetti individuati “nell’interesse o a vantaggio della Società( 1), mentre tale responsabilità è espressamente esclusa nel caso in cui il reato sia stato commesso “nell’interesse esclusivo proprio o di terzi”. Più precisamente la Corte di Cassazione ha affermato che l’Ente non risponde dell’illecito amministrativo dipendente da reato allorquando il fatto è commesso dal singolo nell’interesse esclusivo proprio o di terzi, non riconducibile nemmeno parzialmente all’interesse dell’Ente, ossia nel caso in cui non sia possibile configurare una immedesimazione fra la società ed i suoi organi. Ad eccezione di quanto sopra esposto, l’Ente non risponde per quanto ha commesso il suo dipendente/rappresentante se dimostra di avere adottato le misure necessarie per impedire la commissione dei reati del tipo di quello realizzato (adozione ed efficace attuazione del Modello). La giurisprudenza ha poi sottolineato che la responsabilità prevista in capo all’Ente dal D. Lgs. 231/01 discende da una “colpa nell’organizzazione” della persona giuridica (ex plurimis, Cass. pen. Sez. VI, 18-02-2010 - 16-07-2010, n. 27735). La mancata adozione del Modello, in presenza dei presupposti oggettivi e soggettivi sopra indicati (reato commesso nell’interesse o vantaggio della società e posizione apicale dell’autore del reato) è sufficiente a costituire quella rimproverabilità di cui alla Relazione Ministeriale al Decreto Legislativo e ad integrare la fattispecie sanzionatoria, costituita dall’omissione delle previste doverose cautele 1 In tema di responsabilità da reato delle persone giuridiche e delle società, l'espressione normativa, con cui se ne individua il presupposto nella commissione dei reati "nel suo interesse o a suo vantaggio", non contiene un'endiadi, perché i termini hanno riguardo a concetti giuridicamente diversi, potendosi distinguere un interesse "a monte" per effetto di un indebito arricchimento, prefigurato e magari non realizzato, in conseguenza dell'illecito, da un vantaggio obiettivamente conseguito con la commissione del reato, seppure non prospettato ex ante, sicché l'interesse ed il vantaggio sono in concorso reale. Cassazione Penale Sez. II, 20.12.2005 n. 3615. Certamente il requisito dell'interesse o vantaggio dell'Ente, quale criterio di imputazione oggettiva della responsabilità dell'ente stesso, può essere integrato anche dal vantaggio indiretto, inteso come acquisizione per la società di una posizione di privilegio sul mercato derivante dal reato commesso dal soggetto apicale. Nondimeno, proprio la natura di criterio di imputazione della responsabilità riconosciuto dalla legge richiede la concreta e non astratta affermazione dell'esistenza di un tale interesse o vantaggio, da intendersi rispettivamente come potenziale o effettiva utilità, ancorché non necessariamente di carattere patrimoniale, derivante all'ente dalla commissione del reato presupposto. Tribunale di Milano – ordinanza 28.04.2008 Revisione 0 9 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale organizzative e gestionali idonee a prevenire talune tipologie criminose. In tale concetto di rimproverabilità è implicita una nuova forma “normativa” di colpevolezza per omissione organizzativa e gestionale, avendo il legislatore ragionevolmente tratto dalle concrete vicende occorse in questi decenni, in ambito economico ed imprenditoriale, la legittima e fondata convinzione della necessità che qualsiasi complesso organizzativo costituente un ente ex art 1 comma 2 D.lgs. 231/01, adotti modelli organizzativi e gestionali idonei a prevenire la commissione di determinati reati che l’esperienza ha dimostrato essere funzionali ad interessi strutturati e consistenti( 2).Tale “colpa di organizzazione” assume specifica rilevanza nell’ambito del cd. gruppo di società. 4. I REATI PRESUPPOSTO PER L’APPLICAZIONE DEL DECRETO 231/2001 Il Decreto individua espressamente i reati (delitti e contravvenzioni), che possono far sorgere la responsabilità della Società nel caso in cui gli stessi siano commessi nel suo interesse o a suo vantaggio. L’Allegato A riporta le fattispecie di reato contemplate dalla normativa (di seguito, per brevità, anche, i “Reati Presupposto”), suddivise per categoria. 5. LE SANZIONI Le sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01 sono: i. sanzioni pecuniarie, che conseguono sempre al riconoscimento della responsabilità dell’Ente e vengono applicate con il sistema delle quote, in relazione alla gravità dell’illecito e alle condizioni economiche e patrimoniali della Società, allo scopo esplicito di “assicurare l’efficacia della sanzione”; ii. sanzioni interdittive (interdizione dall’esercizio dell’attività; sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze, concessioni, funzionali alla commissione dell’illecito; divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi), che si aggiungono alle sanzioni pecuniarie ed aventi durata non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni. La loro applicazione è contemplata soltanto conseguentemente alla commissione di determinati Reati Presupposto indicati dal Decreto. Esse sono previste in relazione alla loro efficacia dissuasiva in quanto capaci di incidere profondamente sull’organizzazione, sul funzionamento e sull’attività della 2 Cassazione Penale Sezione VI – 9.07.2009 n. 36083 Revisione 0 10 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale Società. Le sanzioni interdittive, ove ne ricorrano i presupposti (soprattutto in termini di gravità e rilevanza dei reati, nonché la possibilità di una loro reiterazione), possono essere comminate anche come misura cautelare in sede di indagini preliminari per una durata massima di un anno. Presupposto sostanziale dell’irrogazione delle sanzioni cautelari è la loro espressa previsione in relazione alle singole tipologie di reati, nonché una particolare gravità del fatto, fondata sul (dis)valore dell’illecito “amministrativo”, ovvero sulla “pericolosità” dell’Ente stesso, che, in presenza di una reiterazione degli illeciti, ha dimostrato di essere insensibile alle sanzioni pecuniarie.. iii. la pubblicazione della sentenza, che può essere disposta solo nel caso all’Ente venga applicata una sanzione interdittiva; iv. la confisca del prezzo o del profitto del reato, ovvero per equivalente. 6. IL MODELLO ORGANIZZATIVO – EFFICACIA ESIMENTE L’efficacia “esimente” dei modelli di organizzazione e di gestione è subordinata alla loro antecedente adozione rispetto alla commissione del reato. Adottati dopo la commissione del fatto criminoso, possono tuttavia determinare una riduzione della sanzione ed evitare la comminazione di sanzioni cautelari interdittive. Se adottati dopo la condanna, congiuntamente al risarcimento del danno e alla restituzione dell’illecito profitto, possono determinare la conversione della sanzione interdittiva eventualmente irrogata in sanzione pecuniaria. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito (v. per tutte Cass. Sent. n. 36083/2009) che l’assenza del Modello Organizzativo impedisce - di fatto - qualsiasi difesa dell’Ente a fronte di contestazioni di un reato presupposto a soggetti apicali. 7. REQUISITI DEI MODELLI Perché i modelli siano efficaci - e giudicati idonei allo scopo - devono rispondere concretamente alle seguenti esigenze: - individuare le aree di rischio nel cui ambito possono essere commessi i reati; - prevedere dei protocolli idonei ad attuare le decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire; - individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione dei reati; - prevedere gli obblighi di informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza; Revisione 0 11 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale - introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate. Ai fini della redazione del Modello e della conseguente valutazione di idoneità dello stesso è opportuno tenere conto della giurisprudenza sul punto e dei criteri dalla stessa fissati. I requisiti essenziali del Modello Organizzativo devono inoltre includere, tra gli altri, gli elementi atti ad individuare le risorse finanziarie idonee a prevenire ed impedire la commissione dei reati. Anche sotto il profilo della idoneità del modello assume specifica rilevanza l’esistenza di un Gruppo: l’aggiornamento e l’adeguamento del Modello Organizzativo, infatti, non può ignorare l’evoluzione giurisprudenziale in tema di responsabilità amministrativa della Capogruppo in ipotesi di reato presupposto commesse da soggetti (apicali e non) appartenenti alle società controllate. 8. LE LINEE GUIDA L’art. 6 del Decreto dispone che i Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo possono essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero della Giustizia. La Società, pertanto, nella predisposizione del presente documento, ha tenuto conto delle Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/01” pubblicate da Confindustria effettuando scelte ponderate al fine di meglio personalizzare e adattare i principi dettati dal Legislatore alla propria specifica realtà. Con riferimento ai gruppi societari, si precisa che il D. Lgs. 231/01 non chiarisce come si configuri la responsabilità dell’impresa nell’ambito dei gruppi di società. La lacuna legislativa ha condotto a diversi approcci interpretativi, ispirati anche al contenuto di alcune pronunce di merito che hanno esteso la responsabilità anche alla società controllante e/o a più imprese appartenenti allo stesso gruppo, in applicazione del principio che fonda il proprio assunto sul concetto di “interesse di gruppo” e/o sulla figura “dell’amministratore di fatto”. La giurisprudenza (Cassazione Penale, 20.6.2011, V^ Sezione, Sent. n. 24583 ) ha affrontato questo tema affermando due principi significativi. Il primo, giusto il quale la holding e le altre società del gruppo possono essere chiamate a rispondere collettivamente ai sensi del Decreto 231 quando sia riscontrato un concorso tra il soggetto che commette il reato (appartenente ad un gruppo societario) e il soggetto che ne beneficia. Il secondo giusto il Revisione 0 12 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale quale i presupposti dell’interesse e del vantaggio debbono sussistere in concreto, procurando alla Società una effettiva utilità proveniente dalla commissione del reato, utilità ancorché non necessariamente di contenuto patrimoniale. D. IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DI IMA SPA IMA si è formalmente dotata di un proprio Modello di Organizzazione e Gestione il 26 marzo 2008. Per effetto dell’introduzione delle successive nuove fattispecie di reato nell’ambito del D. Lgs. 231/01, il presente Modello Organizzativo è stato redatto ed adottato tenendo conto: – dell’evoluzione del quadro normativo; – dei cambiamenti societari ed organizzativi intervenuti dalla data di adozione del Modello; – dell’evoluzione della giurisprudenza e della dottrina; – delle considerazioni derivanti dall’esperienza applicativa del Modello nel corso degli anni; – della prassi delle società italiane in relazione alla gestione e redazione dei modelli organizzativi (“best practices”); – degli esiti delle attività di vigilanza svolta a partire dalla prima applicazione del Modello. 1. LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO Il presente Modello Organizzativo è parte integrante del Sistema di Controllo Interno di IMA che risulta costituito da un complesso sistema di procedure e processi implementati ed applicati dalla Società cui lo stesso Modello si riferisce per la sua concreta attuazione. Tra queste, le principali concernono: – il sistema generale di Governance; – il sistema di deleghe e procure, nonché tutti i documenti aventi l’obiettivo di descrivere e attribuire responsabilità e/o mansioni a chi opera all’interno della Società nelle Aree a rischio di reato (tra i citati documenti si veda, ad esempio: organigrammi, ordini di servizio, job description, mansionari, funzionigrammi, etc.); – il sistema di gestione della qualità – SGQ : è il Sistema di Gestione della Qualità conforme alla norma ISO 9001 – edizione 2008 relativo all’attività di “Progettazione, produzione, installazione ed assistenza di macchine, linee e impianti per il processo Revisione 0 13 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale ed il confezionamento di prodotti per il settore farmaceutico, cosmetico e alimentare” certificato da SGS Italia SpA; – il sistema di Informativa Finanziaria costituito dall’insieme dei processi definiti e delle matrici di controllo, mappati e assoggettati a controlli così come previsto dal Dlgs 262/05 (“Legge sul Risparmio”) – il sistema di policy, procedure (POG), controlli interni aventi quale finalità quella di garantire un’adeguata trasparenza, conoscibilità e tracciabilità dei processi decisionali e finanziari, nonché dei comportamenti che devono essere tenuti dai destinatari del presente Modello ed operanti nelle Aree a rischio di reato; Ne consegue che con il termine “Modello” deve intendersi non solo il presente documento (Parte Generale e Parte Speciale), ma altresì tutti gli ulteriori sistemi e documenti afferenti al Sistema di Controllo Interno della Società attualmente esistenti ed applicati, nonché quelli che verranno successivamente adottati secondo quanto previsto dal Modello medesimo per perseguirne le finalità precipue. Con riferimento alle specifiche esigenze individuate dal legislatore nel Decreto e ulteriormente dettagliate nelle Linee Guida delle associazioni di categoria, le attività che il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di confermare, dopo l’esperienza dei primi anni di applicazione, per la realizzazione del Modello, sono qui di seguito elencate: – mappatura dettagliata delle Attività a rischio di reato, loro analisi e monitoraggio ai fini della migliore realizzazione del Modello; – analisi del Sistema di Controllo Interno in essere, con riferimento alle Attività a rischio di reato, e definizione delle eventuali azioni correttive finalizzate a garantire il pieno adeguamento alle prescrizioni del Decreto. In tale ambito particolare attenzione è stata posta alla: o definizione di principi etici in relazione ai comportamenti che possono integrare le fattispecie di reato previste dal Decreto; o definizione dei processi della Società nel cui ambito, in linea di principio, potrebbero configurarsi le condizioni, le occasioni o i mezzi per la commissione di reati; o Revisione 0 definizione delle modalità di formazione del personale; 14 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale o definizione dell’informativa afferente l’obbligo di attenersi al Modello adottato dalla Società da fornirsi agli outsourcer e agli altri soggetti terzi con cui la Società intrattenga relazioni negoziali; o definizione e applicazione di disposizioni disciplinari idonee a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello e dotate di idonea deterrenza; – identificazione della composizione dell’Organismo di Vigilanza ed attribuzione al medesimo di specifici compiti di vigilanza sull’efficace e corretto funzionamento del Modello e sull’aggiornamento dello stesso; – definizione dei flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza; – individuazione dei flussi informativi tra l’OdV di IMA e gli OdV delle Società controllate. Come suggerito dalle linee guida delle associazioni di categoria, il Modello Organizzativo formalizza e chiarisce l’attribuzione di responsabilità, le linee di dipendenza gerarchica e la descrizione dei compiti, con specifica previsione di principi di controllo quali, ad esempio, la contrapposizione di funzioni. In particolare, il Sistema di Gestione della Qualità, le procedure manuali e i protocolli informatici (gestiti dal Sistema Informativo SAP) sono realizzati al fine di regolamentare lo svolgimento delle attività ordinarie, prevedendo gli opportuni punti di controllo (quali, a titolo di esempio, le autorizzazioni alle fasi di transazione, controlli di quadratura e verifiche sull’operato di terzi operatori e soggetti periferici etc) ed adeguati livelli di sicurezza. Inoltre, nella struttura dei processi, laddove possibile, è stata rafforzata o, in limitati casi, introdotta la separazione di compiti e responsabilità fra coloro che svolgono attività cruciali di un processo a rischio (“segregation of duties”) e sono stati applicati principi di trasparenza e verificabilità secondo cui ogni operazione, transazione, azione deve risultare verificabile, documentata, coerente e congrua. Per quanto concerne la gestione finanziaria, dove il controllo procedurale si avvale di strumenti collaudati, sono stati adottati, laddove possibile, i protocolli preventivi, frequenti riconciliazioni, supervisione e snodi autorizzativi, separazione di compiti (es: fra la funzione acquisti, la funzione contabile e la funzione finanziaria di tesoreria). Il Modello prevede inoltre la presenza di un sistema di controllo di gestione nell’ambito della funzione AFC, di un’attività di audit interno delegata alla funzione “Quality & Compliance” e di audit indipendente esterno, affidata ad una società di revisione indipendente e Revisione 0 15 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale qualificata, in grado di fornire tempestiva segnalazione, a seconda dei casi, dell’insorgere o dell’esistenza di situazioni anomale. Specifica attenzione viene prestata ai sistemi premianti dei dipendenti, affinché gli stessi risultino stimolanti ma raggiungibili, e sono pertanto evitati target palesemente immotivati ed inarrivabili, che potrebbero costituire incentivo al compimento di reati. Infine, con specifico riferimento ai poteri autorizzativi e di firma, questi sono stati assegnati in coerenza con le responsabilità organizzative e gestionali definite, con la previsione, quando richiesto, di una puntuale indicazione delle soglie di approvazione delle spese. I limiti dei poteri autorizzativi e di firma sono recepiti, quali protocolli di blocco, nel Sistema Informativo SAP. In ogni caso, in funzione dell’attuale Modello, a nessuno sono attribuiti poteri illimitati e sono adottati idonei accorgimenti affinché i poteri e le responsabilità siano chiaramente definiti e conosciuti all’interno dell’organizzazione. In quest’ottica nessuno può gestire in autonomia un intero processo e per ogni operazione è richiesto un adeguato supporto documentale (o informatico per i processi gestiti dal Sistema Informativo SAP) su cui si possa procedere in ogni momento all’effettuazione di controlli che attestino le caratteristiche e le motivazioni dell’operazione ed individuino chi ha autorizzato, effettuato, registrato e verificato l’operazione stessa. Il Modello, quindi, coinvolge ogni aspetto dell’attività della Società, attraverso la netta distinzione dei compiti operativi rispetto a quelli di controllo, con l’obiettivo di gestire correttamente le Attività a rischio di reato e le possibili situazioni di conflitto di interesse. In particolare, i controlli coinvolgono, con ruoli e a livelli diversi, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, il Comitato Controllo e Rischi, l’Organismo di Vigilanza, la funzione Quality & Compliance, i dirigenti e tutto il personale, rappresentando un attributo imprescindibile dell’attività quotidiana della Società. Per quanto concerne gli aspetti di controllo il Modello, oltre a prevedere l’istituzione di un autonomo ed indipendente Organismo di Vigilanza, garantisce l’integrazione e il coordinamento delle attività di quest’ultimo con il già esistente Sistema di Controlli Interno, facendo proprio il patrimonio delle esperienze maturate. Infine, sempre in tema di controlli, il Modello prevede l’obbligo di documentare (eventualmente attraverso la redazione di verbali) l’effettuazione delle verifiche ispettive e dei controlli effettuati. Quale holding di un gruppo societario, IMA, dopo quanto già attuato dal 2008 e al fine di ulteriormente migliorare l’applicazione di quanto disposto dal Decreto, con il presente Revisione 0 16 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale Modello ha ritenuto di adottare un “sistema 231” che costituisca, attraverso i suoi principi, il punto di riferimento per le altre società facenti parte del Gruppo. Il sistema è così sintetizzabile: 1) tutte le società italiane facenti parte del Gruppo IMA, controllate direttamente o indirettamente, adottano, nella loro autonomia e tenendo conto delle caratteristiche delle loro specifiche attività e della loro struttura, un Modello Organizzativo; 2) tale Modello, una volta adottato, sarà oggetto delle opportune implementazioni al fine della sua più efficace attuazione; 3) per ciascuna società viene nominato un OdV idoneo, per composizione, competenza e funzionalità, rispetto a quanto previsto dal Decreto; 4) IMA esprime, a sua tutela, i criteri minimi del Modello Organizzativo adottato dalle varie società controllate, nonché i criteri di operatività dei vari OdV; 5) l’OdV di IMA deve, tra i suoi specifici compiti, monitorare, attraverso opportuni flussi informativi, che tutti gli OdV garantiscano una corretta azione di controllo, così come previsto dal Decreto. E. L’ATTUALE STRUTTURA DEL GRUPPO IMA Fondata nel 1961, IMA è a capo di un gruppo leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, di tè, caffè ed alimentari. L'intera serie dei prodotti sviluppati e realizzati dal gruppo viene commercializzata e tecnicamente assistita dalle società commerciali situate nelle aree geografiche di specifica competenza e da una vasta rete di agenti nelle aree territoriali non coperte dalle filiali. A tal fine si rimanda, per una più puntuale ed aggiornata conoscenza della struttura del gruppo, alla consultazione del sito web www.ima.it. Le principali società produttive appartenenti al gruppo IMA sono, alla data dell’approvazione del presente Modello le seguenti: • IMA Industries S.r.l. con sede a Ozzano dell'Emilia (Bologna) che produce macchine per il mercato del tè e del caffè; Revisione 0 17 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale • Co.ma.di.s. S.p.A. con sede in Senago (MI) che produce macchine intubettatrici per il mercato farmaceutico e cosmetico; • Revisioni Industriali S.r.l. con sede a Ozzano dell’Emilia (Bologna) operante nella vendita di macchine automatiche usate, previo loro ripristino e rigenerazione; • Gima S.p.A. con sede a Zola Predosa (Bologna) che produce macchine prevalentemente per i mercati del food and beverage e del personal care; • IMA North America Inc. con sede in Leominster (USA) che produce macchine per il conteggio di compresse e capsule e conseguente riempimento di flaconi, nonché macchine per riempimento liquidi in ambiente non sterile; • IMA Life North America Inc. con sede a Tonawanda (USA) che produce macchine per la liofilizzazione soprattutto per il mercato farmaceutico; • IMA Life The Netherlands B.V. con sede a Dongen (Olanda) che si occupa di assistenza tecnica per il mercato farmaceutico e per quello cosmetico; • IMA Life (Beijing) Pharmaceutical Systems Co. Ltd. con sede a Pechino (Cina) che produce macchine per la liofilizzazione soprattutto per il mercato farmaceutico e per quello cosmetico; • Swiftpack Automation Ltd. con sede in Alcester (UK) che produce macchine per il conteggio di compresse e capsule e conseguente riempimento di flaconi; • IMA-PG India Pvt. Ltd. con sede a Mumbai (India) che produce macchine blisteratrici ed astucciatrici per i mercati dei paesi emergenti; • Pharmasiena Service S.r.l. con sede a Siena attiva nella progettazione e produzione di sistemi per il riempimento di fiale e siringhe in ambiente asettico; • Corazza S.p.A. con sede a Bologna (Italia) che è leader mondiale nella produzione di macchine confezionatrici per dadi da brodo, formaggio fuso, burro, margarina e lievito; • Gima TT S.r.l. con sede in Ozzano dell'Emilia (Bologna) che produce macchine automatiche per il packaging nel settore del tabacco; • Fillshape S.r.l. con sede a Zola Predosa (Bologna) che produce macchine per il riempimento di prodotti alimentari e cosmetici in genere in confezioni flessibili; • Shanghai Tianyan Pharmaceutical Machinery Co. Ltd. con sede a Shanghai (Cina) che si occupa di progettazione, commercializzazione ed assistenza tecnica nel Revisione 0 18 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale settore della fornitura completa di sistemi per il riempimento, in ambiente sterile, per prodotti farmaceutici liquidi e polveri e di sistemi di lavaggio e sterilizzazione. Alle menzionate società produttive si affiancano le società commerciali direttamente o indirettamente controllate da IMA S.p.A., che svolgono attività di assistenza tecnica e di commercializzazione dei prodotti fabbricati dalle società del gruppo e da altre imprese terze, sui rispettivi territori di competenza. Il Modello Organizzativo riflette l’attuale struttura del gruppo IMA. Il prospetto aggiornato del Gruppo IMA è visibile sul sito www.ima.it – sezione Investor Relations. F. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI IMA IMA è suddivisa in tre divisioni produttive denominate rispettivamente Safe, Life e Active. Di seguito viene fornita una breve descrizione delle attività svolte da ciascuna di esse. • Divisione Safe La Divisione Safe svolge la propria attività lavorativa all’interno di vari stabilimenti produttivi ubicati ad Ozzano dell’Emilia (BO). Tale attività consiste nella progettazione, produzione e assemblaggio di parti componenti macchine per il confezionamento automatico primario di prodotti farmaceutici e macchine astucciatrici, cioè macchine per il confezionamento automatico di prodotti già contenuti in un imballaggio primario. In funzione di ciò, l’attività produttiva è suddivisa tra le seguenti linee: - BLISTER (confezionamento farmaceutico); - WIN.PACK (confezionamento farmaceutico); - ASTUCCIAMENTO (confezionamento di prodotti già imballati). Infine la Divisione Safe esegue all’interno dello stabilimento il rodaggio ed il collaudo funzionale di tutte le macchine montate e anche di macchine ricevute preassemblate dai propri fornitori esterni. La Divisione dispone infine di addetti alla commercializzazione, al marketing e alla vendita delle macchine automatiche, all’assistenza post-vendita e ricambi per le macchine automatiche, nonché alla progettazione meccanica ed elettrica delle macchine. Revisione 0 19 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale • Divisione Life L’attività della Divisione Life si svolge in unità produttive ubicate a Ozzano dell’Emilia (BO) e Calenzano (FI). Tale attività consiste nella progettazione, produzione e assemblaggio di parti componenti per macchine per il confezionamento automatico di prodotti farmaceutici (liquidi, polveri, pillole) e prodotti cosmetici (liquidi) anche in ambiente sterile. I componenti delle macchine vengono prodotti da terzi e nel reparto di aggiustaggio dell’officina lavorazioni meccaniche di IMA ubicata nello stabilimento produttivo. I pezzi finiti vengono preassemblati prevalentemente all’esterno e quindi segue il collaudo all’interno dell’azienda, ad opera del personale tecnico preposto. Sono presenti poi reparti addetti alla commercializzazione, marketing e vendita delle macchine automatiche, nonché reparti che si occupano dell’assistenza post-vendita ai clienti. • Divisione Active La Divisione Active svolge la propria attività lavorativa all’interno di unità produttive ubicate ad Ozzano dell’Emilia (BO). L’attività consiste nella progettazione, produzione e assemblaggio di parti componenti macchine per il confezionamento automatico di prodotti farmaceutici (opercoli, pastiglie, compresse) e macchine automatiche di processo di prodotti farmaceutici (filmatura di compresse, granulazione di polveri, essiccamento), nonché nell’esecuzione di prove di fattibilità relative ai trattamenti ed ai processi richiesti dai clienti. All’interno dello stabilimento la Divisione Active effettua lavorazioni meccaniche accessorie al montaggio delle macchine ovvero produzione di pezzi modificati, rispetto ai formati standard, per soddisfare particolari esigenze e richieste della clientela (pezzi personalizzati). I pezzi vengono prodotti prevalentemente all'esterno, sia da altre ditte sia dall’officina di IMA ubicata presso lo stabilimento di Ozzano; presso il medesimo stabilimento si provvede altresì al collaudo dei componenti e delle macchine. Infine la Divisione Active esegue all’interno dello stabilimento il rodaggio ed il collaudo funzionale di tutte le macchine montate e anche di macchine ricevute preassemblate dai propri fornitori esterni. Oltre agli uffici tecnici (meccanico ed elettrico, logistica, manualistica), sono presenti reparti addetti alla commercializzazione, marketing e vendita delle macchine automatiche, nonché reparti che si occupano dell’assistenza post-vendita ai clienti e della fornitura dei pezzi di ricambio per le macchine automatiche. Revisione 0 20 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale *** Al servizio delle tre Divisioni produttive sopra descritte ed in generale delle società del Gruppo IMA, alla data dell’approvazione del presente Modello, opera una serie di uffici centrali rappresentati nel seguente organigramma (eventuali significative variazioni saranno oggetto di opportuni aggiornamenti): PHARMA Amministratore delegato STAFF CENTRALI Amministratore delegato PHARMA Direttore generale Comunicazione Grafico LEGALE CONTENZIOSO COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE Nuove tecnologie – Automation sw AFC Direttore Marchi e brevetti Ammnistrazione Finanza Controllo Import/Export Legale Societario Investor relation SISTEMI PRODUTTIVI Direttore Magazzino commerciali Acquisti Officina Coordinamento Poli produttivi SERVIZI GENERALI Direttore Risorse Umane Servizi Generali Ambiente Sicurezza Sistemi Informativi Quality & Compliance Di seguito una breve descrizione delle attività degli uffici centrali, raggruppati per direzione/funzione di riferimento: a) Legale Contenzioso L’Ufficio Legale e Contenzioso si occupa della redazione e della verifica dell’intera contrattualistica afferente l’attività di IMA e delle società del Gruppo intercorrente con gli agenti, i clienti ed i partner commerciali. Al medesimo Ufficio è demandata la relativa gestione del contenzioso, giudiziale e stragiudiziale, così come ogni altra attività di Revisione 0 21 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale consulenza e di supporto durante le varie fasi di negoziazione contrattuale che coinvolgono IMA e/o le società controllate. L’Ufficio Legale e Contenzioso riporta al Presidente. b) Comunicazione Istituzionale L’ufficio gestisce la comunicazione esterna e mira a trasferire in modo corretto ed adeguato la mission, i valori, la cultura, il profilo economico e finanziario e le attività dell’organizzazione del Gruppo IMA. In particolare, l’ufficio comunicazione istituzionale si occupa delle relazioni istituzionali, della comunicazione con i media economico-finanziari e di settore, dell'organizzazione di eventi societari e di gruppo, della responsabilità sociale d'impresa. c) Ufficio Comunicazione - Grafico Facente capo al Consigliere Delegato, l'ufficio comunicazione si occupa di promuovere, coordinare, organizzare e realizzare le attività di comunicazione e promozione volte a diffondere e sostenere il brand IMA, con particolare riferimento al settore farmaceutico di suo riferimento. d) Brevetti e Marchi L’ufficio “Brevetti e Marchi” si occupa della gestione dei brevetti e dei marchi di tutto il Gruppo IMA. e) Amministrazione, Finanza e Controllo Sotto la direzione del Dirigente Preposto, operano gli uffici che fanno riferimento all’Amministrazione, Finanza e Controllo che sono brevemente di seguito descritti: – L’Amministrazione si articola in tre uffici: • l'ufficio bilanci, che si occupa della contabilità generale, della predisposizione dei bilanci di esercizio e del bilancio consolidato e della gestione delle problematiche e degli adempimenti di natura fiscale; • l'ufficio clienti, che si occupa della contabilità e delle attività connesse al ciclo attivo ed alla gestione agenti; Revisione 0 22 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale • l'ufficio fornitori, che si occupa della contabilità e delle attività connesse al ciclo passivo. – L’ufficio finanza gestisce i rapporti con le banche ed ottimizza i flussi di tesoreria. Fornisce assistenza alla struttura commerciale nell’individuazione di tempistiche e modalità di pagamento adeguate e di eventuali forme di finanziamento alla clientela. Tiene monitorato lo stato dei crediti verso i clienti. – Il controllo di gestione si occupa della predisposizione ed analisi della reportistica gestionale delle divisioni, delle società, dei settori di business e del consolidato. Predispone, congiuntamente agli altri enti aziendali coinvolti, il budget, il piano nonché le pre-chiusure. L’ufficio gestisce la valorizzazione dei magazzini in particolare per quanto riguarda le commesse gestite a stato avanzamento lavori. – L'Ufficio Import Export si occupa di regolamentare il flusso delle merci in arrivo ed uscita dall'azienda per quanto concerne gli Stati UE ed extra UE. Questo significa, in particolare, la predisposizione (con l'ausilio del richiedente), dei dati e dei documenti atti a soddisfare le disposizioni che regolano lo scambio di merci fra i Paesi del mondo. – L’Ufficio Legale societario ha il compito in particolare di curare gli aspetti afferenti lo svolgimento delle riunioni degli organi societari, la tenuta e la regolarizzazione dei libri sociali, la predisposizione di deleghe e mandati e la gestione dei rapporti con gli enti istituzionali. Il medesimo ufficio svolge, inoltre, attività di supporto nelle operazioni societarie di carattere straordinario che coinvolgono IMA e/o le società del Gruppo. – La mission della attività di Investor Relations nel Gruppo IMA è di fornire una comunicazione adeguata e puntuale al mercato dei dati economico finanziari relativi alla Società, nel rispetto di quanto predisposto dalla vigente regolamentazione in materia. L’obiettivo principale è il miglioramento della visibilità e dell’attrattività del Gruppo verso gli investitori, nel senso di garantire loro una diffusione paritaria e continuativa delle informazioni e agevolare una corretta valutazione dei propri strumenti finanziari in circolazione. Nel contempo, vengono incentivati il monitoraggio dei trend di settore e le performance dei competitor, il confronto costante con gli analisti finanziari e il dialogo proattivo con gli azionisti e i potenziali investitori. Nello svolgimento delle proprie attività, l’ufficio Investor Relations si Revisione 0 23 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale avvale della collaborazione e del contributo delle varie aree aziendali e può altresì contare sulla presenza del management in occasione degli incontri con la comunità finanziaria. f) Sistemi Produttivi Sotto la direzione del Direttore Sistemi Produttivi, operano i seguenti uffici: – L’attività dell’Ufficio Acquisti Produttivi, che risponde alla Direzione Sistemi Produttivi, consiste nella gestione dell’acquisto e codifica di tutti materiali, componenti e parti necessarie ai fini della produzione delle macchine automatiche del gruppo Ima e nel relativo controllo. – L’ufficio Acquisti ausiliari si occupa, per tutte le società produttive del gruppo IMA aventi sede in Italia, dell’approvvigionamento dei materiali codificati e non codificati non direttamente collegati alla produzione, nonché della redazione dei contratti e dell’emissione degli ordini relativi alla manutenzione di impianti e fabbricati, ai servizi di ristorazione aziendale, di pulizia e di traduzione di testi e documenti, alla telefonia mobile, al servizio di stampa e mailing per l’invio di circolari a clienti/fornitori. – Il magazzino e logistica commerciale costituisce il magazzino centralizzato di componenti commerciali elettrici e meccanici, operante come servizio trasversale a tutte le divisioni/società del gruppo IMA aventi sede in Italia; gestisce la movimentazione dei materiali in ingresso e in uscita per prelievi di produzione, service ricambi e vendite a filiali estere IMA e a terzisti. La Logistica Commerciale ha in gestione i flussi di fatturazione delle consegne di vendita e tutte le procedure inventariali di magazzino; cura la rintracciabilità dei materiali e la completa operatività inerente i rapporti di non conformità. – L’attività dell’Officina consiste nella fabbricazione, nella costruzione, nella produzione e nel collaudo di talune parti meccaniche, o di pezzi modificati rispetto ai formati standard, componenti le macchine per il confezionamento automatico progettate, assemblate e vendute da IMA SpA, in tutte le sue divisioni e Società controllate. – L’attività dell’ufficio Coordinamento Poli Produttivi consiste nel controllo dello sviluppo dell’attività operata all’interno degli stabilimenti di produzione meccanica. Revisione 0 24 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale g) Servizi Generali Sotto la responsabilità del Direttore Servizi Generali operano i seguenti uffici : – Facente capo alla Direzione Servizi Generali, Servizi Generali Ambiente e Sicurezza (SGAS) si occupa delle attività di tutela dell'ambiente esterno, sicurezza e igiene del lavoro, manutenzioni impianti e fabbricati, gestione risorse energetiche e manutenzione macchine utensili. – Alle dipendenze della Direzione Servizi Generali l’ufficio Quality and Compliance (Q&C) cura e gestisce a livello centrale la compliance relativa a differenti ambiti normativi ed è strutturato nelle seguenti funzioni: • Quality Assurance, principalmente rivolta alle tematiche gestionali, della qualità e degli aspetti regolatori richiesti dai clienti. Si occupa inoltre degli aspetti legislativi e normativi di tipo tecnico/produttivo relativi alle macchine, con particolare riguardo alla sicurezza delle stesse. • Compliance D.lgs. 231/01 - L. 262/05, principalmente rivolta alle normative in ambito di governance societaria, con particolare riferimento al Decreto Legislativo. n. 231/2001 e alla Legge n. 262/2005. – L’Ufficio Risorse Umane si occupa della gestione e amministrazione del personale, in particolare dei rapporti con il personale e delle relazioni sindacali, del budget e del costo del lavoro, della mobilità interna, della selezione e formazione; attraverso l'amministrazione del personale elabora i cedolini paga ed espleta gli obblighi normativi e contributivi in materia di lavoro; coordina inoltre i servizi di ristorazione aziendale, gestione parco auto, controllo delle note spese, portineria e centralino. – L’Ufficio Sistemi Informativi fornisce supporto agli utenti sull’uso dei sistemi, realizza progetti su richiesta delle divisioni, gestisce training/documentazione per gli utenti, gestisce e supporta il software tecnico CAD e il software gestionale, acquista, installa e gestisce hardware e software di IMA. G. CORPORATE GOVERNANCE Le azioni della Società sono quotate al segmento STAR del Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. L’appartenenza al segmento STAR dedicato alle Revisione 0 25 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale società di medie dimensioni con capitalizzazione non superiore a 1.000 milioni di Euro impone alla Società il rispetto di requisiti più stringenti in termini di trasparenza informativa, liquidità e governo societario. Di seguito si riportano i caratteri più significativi di tali requisiti in relazione alla maggiore trasparenza comunicativa, alla liquidità ed alle regole di gestione dell’azienda. La maggiore trasparenza e vocazione comunicativa comportano: - la pubblicazione delle quattro relazioni trimestrali entro 45 giorni; - l’obbligo di rendere disponibili in italiano e in inglese tutte le informazioni relative alla società sul sito della stessa; - la nomina di un Investor relations manager. I requisiti di liquidità sono più stringenti in quanto il flottante d’ingresso è del 35% delle azioni ordinarie per le società di nuova quotazione e del 20% per le società già quotate. La percentuale del 20% rappresenta anche il limite di permanenza all’interno del segmento. Inoltre, è prevista la nomina di uno specialista che deve assicurare la propria presenza sul mercato esponendo proposte in acquisto e in vendita nel rispetto dei parametri stabiliti da Borsa Italiana. 1. DIREZIONE E COORDINAMENTO (EX ART. 2497 C.C.) IMA, ancorché controllata da SO.FI.M.A. Società Finanziaria Macchine Automatiche S.p.A., non è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di quest’ultima ai sensi e per gli effetti degli artt. 2497 e seguenti del codice civile: ciò in quanto il processo decisionale, le scelte gestionali e l’attività operativa di IMA non sono influenzati in alcun modo dalla società controllante, e ciò anche in considerazione della presenza nell'organo amministrativo di IMA di un numero di consiglieri indipendenti tale da garantire che il loro giudizio abbia un peso significativo nell’assunzione delle decisioni consiliari. Ulteriori indici della richiamata autonomia decisionale di IMA possono essere ricavati dall’autonoma capacità negoziale della Società nei confronti della clientela, dei fornitori e del sistema bancario, nonché dalla circostanza che non sussiste alcun rapporto di tesoreria accentrata tra IMA o società da questa controllate e SO.FI.M.A. Società Finanziaria Macchine Automatiche S.p.A. Per quanto concerne la struttura di Corporate Governance della Società, nella redazione del Modello Organizzativo si fa riferimento ai contenuti della Relazione Annuale sul Governo Societario e Assetti Proprietari redatta dal Consiglio di Amministrazione ai sensi dell’art. 123- Revisione 0 26 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale bis del TUF, approvata dall’Assemblea degli Azionisti e pubblicata sul sito della Società. Il sistema di governo societario di IMA prevede una ripartizione di funzioni e poteri, secondo lo schema tradizionale di governo societario, rappresentato da Assemblea, Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale. 2. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Lo statuto di IMA prevede che la Società sia amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un minimo di 5 a un massimo di 15 membri e, nell’ambito di tale prescrizione, l’Assemblea degli Azionisti ha quindi determinato in dodici il numero dei componenti. Lo Statuto di IMA (articoli 15 e 23 dello Statuto Sociale) risulta in linea con le previsioni della legge n. 120 del 12 luglio 2011, relativa all’equilibrio tra i generi dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale. Il Consiglio di Amministrazione è l’organo cui è demandato il compito di indirizzo strategico e organizzativo della Società e del gruppo ad essa facente capo. È riservata all’esclusiva competenza del Consiglio in sede collegiale l’esame e l’approvazione dei piani strategici, industriali e finanziari della Società, con il compito altresì di monitorarne periodicamente l’attuazione, nonché la definizione del sistema di governo societario di IMA. Nel corso delle riunioni e, in particolare, nel corso delle riunioni che approvano i dati di periodo, il Consiglio valuta il generale andamento della gestione, effettuando altresì un confronto con gli obiettivi programmati in sede di budget. Sono riservate all’esclusiva competenza del Consiglio in sede collegiale l’esame e l’approvazione preventiva delle operazioni della Società quando tali operazioni abbiano un significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per la Società stessa. A tale proposito, sono considerate operazioni aventi significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per IMA le operazioni che assumano un valore economico superiore a dieci milioni di euro. 3. ORGANI DELEGATI a. Presidente e Amministratore Delegato La rappresentanza legale della Società e la firma sociale spettano, ai sensi dell’art. 22 dello Statuto Sociale, al Presidente del Consiglio di Amministrazione. Revisione 0 27 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale L’art. 17 dello Statuto Sociale prevede che le adunanze del Consiglio siano convocate dal Presidente del Consiglio stesso. Il Presidente medesimo ne coordina altresì i lavori e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite a tutti i consiglieri. Il Consiglio ha attribuito al Presidente del Consiglio di Amministrazione, attraverso apposita delega, ogni potere, da esercitarsi singolarmente, connesso all’ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, con la sola eccezione delle seguenti facoltà e dei seguenti poteri che, pertanto, restano di competenza del Consiglio stesso: – compravendere, permutare, conferire, scambiare e trasferire o ricevere, a qualsiasi titolo o per qualsiasi causa, azioni o quote di partecipazione in società, associazioni o enti; – compravendere, permutare, conferire, scambiare e trasferire o ricevere, anche a titolo di affitto, a qualsiasi titolo o per qualsiasi causa, rami d’azienda, aziende o comunque complessi aziendali; – compravendere, permutare, conferire, scambiare e trasferire o ricevere, anche in locazione se ultranovennale, a qualsiasi titolo o per qualsiasi causa, beni immobili, siano essi terreni o fabbricati; – concedere garanzie reali o non, rilasciare fideiussioni o patronage, fatta eccezione (con riguardo alle fideiussioni e patronage) per quelle rilasciate a società controllate direttamente od indirettamente dalla Società o alla stessa collegate; – concedere diritti reali di godimento sui beni della Società. b. Amministratori indipendenti La procedura seguita dal Consiglio ai fini della verifica dell’indipendenza prevede che la sussistenza dei requisiti di indipendenza previsti dall’art. 147-ter, comma 4, del TUF e del Codice di Autodisciplina (artt. 3.C.1 e 3.C.2) sia dichiarata dall’amministratore in occasione della presentazione della lista e accertata dal Consiglio di Amministrazione nella prima riunione successiva alla nomina. Le attività di corretta applicazione dei criteri e delle procedure di accertamento dell’indipendenza dei componenti il Consiglio vengono seguite anche dal Collegio Sindacale, che procede altresì alle valutazioni di propria competenza. Revisione 0 28 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale c. Lead independent director Il Consiglio di IMA ha istituito, sin dall’anno 2006, la figura del Lead Independent Director, per ancor meglio adeguare la Società alla best practice internazionale e alle indicazioni del Codice di Autodisciplina, che raccomandano la designazione di un Lead Independent Director nel caso in cui il Presidente ricopra altresì il ruolo di Amministratore Delegato. La richiamata figura è deputata a svolgere la funzione di punto di riferimento e coordinamento delle istanze e dei contributi degli amministratori indipendenti. Al Lead Independent Director è stata attribuita, tra l’altro, la facoltà di convocare, autonomamente o su richiesta di altri Consiglieri, apposite riunioni di soli amministratori indipendenti per la discussione dei temi giudicati di interesse rispetto al funzionamento del Consiglio, e di avvalersi per l’espletamento delle proprie funzioni delle strutture della Società. d. Comitato interno controllo e rischi IMA ha istituito un unico comitato che raggruppa le funzioni, le competenze e i poteri precedentemente assegnati al Comitato per le Nomine, al Comitato per le Remunerazioni e al Comitato Controllo e Rischi. In considerazione della composizione del Consiglio di IMA, l’Organo Amministrativo della Società ha ritenuto che un singolo comitato potesse garantire il raggiungimento degli obiettivi assegnati dal Codice. Il Comitato è attualmente composto da tre amministratori non esecutivi, la maggioranza dei quali indipendenti. e. Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari Il Consiglio di Amministrazione ha nominato ai sensi dell’art. 25 dello Statuto sociale, previo parere del Collegio Sindacale, un dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari a cui spettano tutti i poteri necessari per l’esercizio delle proprie funzioni, incluso quello di spesa. Il Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari deve comunicare con cadenza semestrale al Consiglio sulle attività svolte e sui costi sostenuti. Revisione 0 29 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale 4. SISTEMI DI GESTIONE DEI RISCHI E DI CONTROLLO INTERNO Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi è l’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una conduzione dell’impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati. Il Consiglio di Amministrazione di IMA ha proceduto alla definizione delle principali linee di indirizzo del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, nonché ha adottato strumenti di carattere generale, diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni della Società (anche in relazione ai reati da prevenire): – il Codice di Autodisciplina, adottato sulla base di quanto suggerito da Borsa Italiana; – il sistema di deleghe e procure; – la documentazione e le disposizioni inerenti la struttura gerarchico-funzionale aziendale ed organizzativa; – l’insieme delle direttive e procedure aziendali, intese a disciplinare e regolamentare l’attività aziendale, incluso il sistema amministrativo, contabile e di reporting; – le comunicazioni e le circolari aziendali dirette al personale; – la formazione obbligatoria, adeguata e differenziata di tutto il personale; – il sistema disciplinare e sanzionatorio ai dipendenti della Società il “corpus” normativo e regolamentare nazionale e straniero in quanto applicabile. In aggiunta ai controlli specifici descritti nelle Parti Speciali del presente Modello, è previsto il rispetto dei seguenti controlli generali applicabili in tutte le attività svolte dalla Società e, in particolare, nelle Aree a rischio di reato: – trasparenza: ogni operazione/transazione/azione deve essere giustificabile, verificabile, coerente e congruente; – separazione delle funzioni/ poteri: nessuno può gestire in autonomia un intero processo e può essere dotato di poteri illimitati; i poteri autorizzativi e di firma devono essere definiti in modo coerente con le responsabilità organizzative assegnate; – adeguatezza delle norme interne: l’insieme delle norme aziendali deve essere coerente con l’operatività svolta ed il livello di complessità organizzativa e tale da garantire i controlli necessari a prevenire la commissione dei reati previsti dal Revisione 0 30 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale Decreto; – tracciabilità/documentabilità: ogni operazione/transazione/azione, nonché la relativa attività di verifica e controllo, devono essere documentate e la documentazione deve essere adeguatamente archiviata. Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi prevede la figura dell’Amministratore Esecutivo Incaricato che provvede alle seguenti attività: – identificare i principali rischi aziendali sottoponendoli all’esame del Consiglio; – dare esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, provvedendo alla progettazione, realizzazione e gestione del sistema di controllo interno, verificandone l’adeguatezza complessiva, l’efficacia e l’efficienza; – implementare tale sistema tenendo conto della dinamica delle condizioni operative e al panorama legislativo e regolamentare. 5. SISTEMI DI INFORMATIVA FINANZIARIA Nell’ambito del Sistema di Gestione dei Rischi e di Controllo Interno adottato, la Società ha adottato uno specifico processo di gestione, monitoraggio e controllo dell’informativa finanziaria (“Sistema di Informativa Finanziaria”) che è costituito da un insieme di processi, prassi e controlli attuati da IMA, finalizzati a fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento dei seguenti obiettivi relativi all’informativa finanziaria emessa a livello di consolidamento: – attendibilità, ossia avente caratteristiche di correttezza e di conformità ai principi contabili ed ai requisiti di leggi e regolamenti applicabili; – accuratezza, ossia avente caratteristiche di neutralità e precisione, essendo priva di distorsioni preconcette aventi lo scopo di influenzare il processo decisionale degli utilizzatori ai fini di ottenere un predeterminato risultato; – affidabilità, ossia avente caratteristiche di completezza e di chiarezza tale da indurre decisioni consapevoli da parte degli investitori e facilitare la comprensione di aspetti complessi della realtà aziendale senza essere eccessiva e superflua; – tempestività, ossia che rispetta le scadenze previste per la sua pubblicazione Il processo che costituisce il Sistema di Informativa Finanziaria è svolto dal Consiglio, dai dirigenti e da altri soggetti della struttura aziendale deputati allo scopo. Tale processo comprende al suo interno anche il sistema di gestione dei rischi associati all’informativa Revisione 0 31 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale finanziaria, che quindi costituisce un elemento integrante e fondamentale del Sistema. Il Sistema è stato progettato ed implementato tenendo in considerazione i requisiti della Legge 262/2005 (“Legge sul risparmio”), e sono stati presi a riferimento principi relativi a “best practices” esistenti a livello internazionale. In particolare, nella progettazione del Sistema, così come nella sua implementazione, nel suo monitoraggio e nella sua valutazione periodica si è adottato lo standard denominato “CoSO Report – Internal Control Integrated Framework”. Il Modello è stato adottato in riferimento agli obiettivi relativi all’informativa finanziaria sopra menzionati, includendone i seguenti componenti: – ambiente di controllo – valutazione del rischio – attività di controllo – informazioni e comunicazione – monitoraggio 6. INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE Il Consiglio di Amministrazione, in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento Parti Correlate Consob, ha approvato un’apposita procedura, nella redazione della quale erano state tenute altresì in considerazione le indicazioni successivamente fornite da CONSOB per l’applicazione della nuova disciplina con comunicazione n. DEM/10078683 del 24 settembre 2010. Detta procedura, che è pubblicata sul sito internet della Società (www.ima.it) ha lo scopo di determinare i criteri da osservare per l’individuazione, l’identificazione, l’istruttoria e l’approvazione delle operazioni da porre in essere da parte di IMA, o da parte delle sue controllate, con parti correlate, al fine di assicurare la trasparenza nonché la correttezza sostanziale e procedurale delle operazioni stesse. L’individuazione delle operazioni con parti correlate è effettuata secondo quanto previsto dal richiamato regolamento Consob. Le operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza sono sottoposte alla preventiva approvazione del Consiglio, il quale deve a sua volta ottenere il parere positivo sulla proposta operazione da parte dell’apposito comitato, composto di soli amministratori indipendenti; comitato che per esprimere il proprio parere potrà peraltro avvalersi dell’assistenza di esperti anch’essi indipendenti. Revisione 0 32 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale 7. TRATTAMENTO DELLE INFORMAZIONI SOCIETARIE RILEVANTI Il Consiglio di Amministrazione ha approvato un codice di comportamento che regolamenta le transazioni su titoli della Società effettuate direttamente o per interposta persona da soggetti rilevanti o da soggetti agli stessi strettamente legati, prevedendo specifici obblighi di comunicazione delle operazioni effettuate nonché specifici divieti dal compimento di operazioni finanziarie su titoli IMA in specifici periodi dell’anno (c.d. black out period). Il Codice di Comportamento Internal Dealing è stato adottato secondo quanto previsto dall’art. 114 del TUF e dal Regolamento Emittenti di Borsa Italiana SpA ed è pubblicato sul sito internet della Società www.ima.it. H. MAPPA DELLE ATTIVITA’ A RISCHIO DI REATO Nell’ottica della realizzazione di un programma d’interventi sistematici e razionali per l’adeguamento del proprio Modello Organizzativo e di Controllo, devono essere individuate, mediante un’analisi di tutte le unità organizzative della Società, le principali fattispecie di rischio di commissione di reato e le possibili modalità di realizzazione delle stesse. Al fine dell’individuazione delle Attività a rischio di reato, assume preliminare rilievo la determinazione dell’ambito d’applicazione dei presupposti soggettivi del Decreto. In particolare, è necessario identificare i soggetti dalla cui condotta illecita può derivare l’estensione della responsabilità a carico della Società. Più in dettaglio: - i Soggetti apicali; - i Soggetti sottoposti ad altrui direzione e vigilanza; - eventuali soggetti terzi con riguardo alla natura del rapporto negoziale in essere con la Società (outsourcer, professionisti, consulenti, fornitori etc). Con riferimento ai consulenti e soggetti terzi, intesi come soggetti che prestano servizi nell’interesse della Società, si ritiene che la loro inclusione nell’ambito dell’attività di mappatura delle Aree a rischio consenta una completa ricostruzione della reale operatività della Società. Non sarebbe opportuno, infatti, escludere dalla mappatura funzioni comprese nel ciclo operativo dell’impresa seppur svolte da soggetti esterni, i quali agiscano in stretto coordinamento con la Società ai fini del perseguimento di un unico disegno imprenditoriale. Peraltro si ritiene che l’inserimento dei predetti soggetti esterni nell’ambito della mappatura Revisione 0 33 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale delle Aree a rischio di reato debba essere limitato esclusivamente alla ricostruzione dei meccanismi di operatività della Società, al fine di valutare la possibilità di commissione dei reati per il tramite di/in concorso con soggetti esterni alla stessa. I risultati dell’attività di mappatura hanno consentito: - la preliminare identificazione delle unità organizzative che, in considerazione dei compiti e delle responsabilità attribuite, potrebbero potenzialmente essere coinvolte nelle Attività a rischio di reato; - l’individuazione delle possibili modalità attuative del reato; - la valutazione dei rischi di reato. La mappatura delle Aree e Attività aziendali a rischio di reato ha consentito di definire i processi sensibili, nelle cui fasi, sottofasi o attività potrebbero in linea teorica verificarsi le condizioni, le circostanze o i mezzi per la commissione di reati, anche in via strumentale alla concreta realizzazione della fattispecie di reato. Con riferimento a tali processi, il Consiglio di Amministrazione ritiene necessario e prioritario che tutti i processi aziendali sensibili si uniformino ai seguenti principi generali (da intendersi quali protocolli generali): - separazione dei compiti attraverso una corretta distribuzione delle responsabilità e la previsione di adeguati livelli autorizzativi, allo scopo di evitare sovrapposizioni funzionali o allocazioni operative che concentrino le attività critiche su un unico soggetto; - chiara e formalizzata assegnazione di poteri e responsabilità, con espressa indicazione dei limiti di esercizio e in coerenza con le mansioni attribuite e le posizioni ricoperte nell’ambito della struttura organizzativa; - esistenza di regole comportamentali idonee a garantire l’esercizio delle attività aziendali nel rispetto delle leggi e dei regolamenti e dell’integrità del patrimonio aziendale; - “proceduralizzazione” delle Attività a rischio di reato, al fine di: i. definire e regolamentare le modalità e le tempistiche di svolgimento delle attività medesime; ii. garantire la tracciabilità degli atti, delle operazioni e delle transazioni attraverso adeguati supporti documentali che attestino le caratteristiche e le motivazioni dell’operazione ed individuino i soggetti Revisione 0 34 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale a vario titolo coinvolti nell’operazione (autorizzazione, effettuazione, registrazione, verifica dell’operazione); iii. garantire, ove necessario, la “standardizzazione” dei processi decisionali e limitare decisioni aziendali basate su scelte soggettive; - istituzione, esecuzione e documentazione di attività di controllo e vigilanza sui processi e sulle Attività a rischio di reato; - esistenza di meccanismi di sicurezza che garantiscano un’adeguata protezione delle informazioni dall’accesso fisico o logico ai dati e agli strumenti del sistema informativo aziendale, in particolare con riferimento ai sistemi gestionali e contabili. I. INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI DIPENDENTI La Società, consapevole dell’importanza degli aspetti formativi e informativi quale protocollo di primario rilievo, opera al fine di garantire la conoscenza da parte del personale sia del contenuto del Decreto e degli obblighi derivanti dal medesimo, sia del Modello. Ai fini dell’attuazione del Modello, l’attività di informazione, di formazione e di sensibilizzazione nei confronti del personale sono gestite dalla competente funzione aziendale in stretto coordinamento con l’Organismo di Vigilanza e con i responsabili delle altre funzioni aziendali coinvolte nell’applicazione del Modello. L’attività di informazione, formazione e sensibilizzazione riguarda tutti i soggetti operanti internamente alla Società, compresi i Soggetti Apicali. Le attività di informazione e formazione sono previste e realizzate sia all’atto dell’assunzione o dell’inizio del rapporto, sia in occasione di mutamenti di funzione del dipendente, ovvero di modifiche del Modello o delle ulteriori circostanze di fatto o di diritto che ne determinino la necessità al fine di garantire la corretta applicazione delle disposizioni previste nel Decreto. In particolare, a seguito dell’approvazione del presente documento è prevista: - una comunicazione iniziale a tutto il personale in forza allo stato circa l’adozione del presente documento; - successivamente, ai nuovi assunti viene consegnato un set informativo contenente (oltre al materiale indicato da ulteriori policy o procedure aziendali, quali privacy e Revisione 0 35 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale sicurezza delle informazioni, igiene e sicurezza sul lavoro) il presente documento “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. 231/2001” con espresso rinvio, quanto alla consultazione della Parte Speciale, alla consultazione sul sito intranet della Società, nonché il Codice Etico, con i quali assicurare agli stessi le conoscenze considerate di primaria rilevanza; - i Dipendenti devono sottoscrivere un apposito modulo per accettazione dei contenuti dei documenti consegnati loro nonché di presa visione del testo del Decreto Legislativo 231/2001 come pubblicato nell’intranet aziendale ; - una specifica e continua attività di formazione da organizzarsi in corsi d’aula o da erogarsi attraverso strumenti e servizi di e-learning (con soluzioni che garantiscano il riscontro dell’avvenuta formazione). Le azioni di comunicazione e formazione devono riguardare anche strumenti quali i poteri autorizzativi, le linee di dipendenza gerarchica, le procedure, i flussi di informazione e tutto quanto contribuisca a dare trasparenza nell’operare quotidiano. Tutte le azioni di comunicazione e formazione hanno loro origine nella volontà del Consiglio di Amministrazione, che chiede la massima partecipazione e attenzione ai destinatari di tali azioni. Al fine di garantire l’effettiva diffusione del Modello e l’informazione del Personale con riferimento ai contenuti del Decreto ed agli obblighi derivanti dall’attuazione del medesimo, deve essere predisposta una specifica area della rete informatica aziendale dedicata all’argomento (nella quale siano presenti e disponibili, oltre ai documenti che compongono il set informativo precedentemente descritto, anche la modulistica e gli strumenti per le segnalazioni all’Organismo di Vigilanza ed ogni altra documentazione eventualmente rilevante). J. INFORMAZIONE AI SOGGETTI TERZI Agli ulteriori Destinatari, in particolare fornitori e consulenti, sono fornite da parte delle funzioni aziendali aventi contatti istituzionali con gli stessi, apposite informative sulle politiche e le procedure adottate dalla Società sulla base del Modello, nonché sulle conseguenze che comportamenti contrari alle previsioni del Modello o alla normativa vigente possono avere con riguardo ai rapporti contrattuali. Revisione 0 36 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale Laddove possibile sono inserite nei testi contrattuali specifiche clausole dirette a disciplinare tali conseguenze, quali clausole risolutive espresse e/o diritti di recesso in caso di comportamenti contrari alle prescrizioni del Modello. K. SISTEMA DISCIPLINARE E SANZIONATORIO: PRINCIPI GENERALI 1. PRINCIPI GENERALI Condizioni necessarie per garantire l’effettività del Modello è la definizione di un sistema di sanzioni commisurate alla violazione dei protocolli procedurali e/o di ulteriori regole del Modello. Tale sistema costituisce infatti, ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera e) del D. Lgs. 231/01, un requisito essenziale ai fini dell’esimente rispetto alla responsabilità della Società. Il sistema deve prevedere sanzioni per ogni Destinatario, in considerazione della diversa tipologia di rapporto. Il sistema, così come il Modello, si rivolge infatti ai Soggetti Apicali, a tutto il personale Dipendente, ai collaboratori e ai terzi che operino per conto della Società, prevedendo adeguate sanzioni di carattere disciplinare in taluni casi e di carattere contrattuale/negoziale negli altri. L’applicazione del sistema e delle relative sanzioni è indipendente dall’eventuale esistenza e dall’esito di procedimenti penali eventualmente avviati dall’autorità giudiziaria. I criteri di correlazione tra i comportamenti dei Destinatari del Modello ed i provvedimenti disciplinari adottati hanno ad oggetto la valutazione dell’eventuale mancata esecuzione degli ordini impartiti dalla Società in forma sia scritta sia verbale nell’esecuzione di Attività a rischio di reato, quali a titolo di esempio: 1. la violazione delle procedure, dei regolamenti, delle istruzioni interne scritte o verbali; 2. comportamenti tali da ravvisare una grave infrazione alla disciplina e/o alla diligenza nel lavoro tali da far venire meno radicalmente la fiducia della Società nei confronti dei Destinatari del Modello quale l’adozione, nell’espletamento delle Attività a rischio di reato, di comportamenti di cui al precedente punto 1. diretti in modo non equivoco al compimento di un Reato Presupposto. 3. comportamenti tali da provocare grave nocumento morale o materiale alla Società tali da non consentire la prosecuzione del rapporto neppure in via Revisione 0 37 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale temporanea, quale l’adozione di comportamenti che integrano uno o più Reati Presupposto o inerenti fatti illeciti presupposti dei Reati Presupposto, ovvero comportamenti di cui al precedente punto 1. commessi con dolo. 2. SANZIONI PER IL PERSONALE DIPENDENTE Con riguardo al personale dipendente occorre rispettare i limiti connessi al potere sanzionatorio imposti dall’articolo 7 della legge n. 300/1970 (c.d. “Statuto dei lavoratori”) e dai CCNL, sia per quanto riguarda le sanzioni applicabili (che in linea di principio risultano “tipizzate” in relazione al collegamento con specificati indebiti disciplinari) sia per quanto riguarda la modalità di esercizio di tale potere. Il Consiglio di Amministrazione ritiene che il sistema disciplinare correntemente applicato, in linea con le previsioni di cui al vigente CCNL, sia munito dei prescritti requisiti di efficacia e deterrenza. Il mancato rispetto e/o la violazione dei principi generali del Modello, delle procedure, dei regolamenti o delle istruzioni aziendali, ad opera di lavoratori dipendenti della Società costituiscono quindi inadempimento alle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro e illecito disciplinare (quali insubordinazione, esecuzione negligente delle prestazioni, pregiudizio alla disciplina o morale aziendale) ai sensi dell’articolo 9- Sez. Quarta – Titoli VII – Rapporti in azienda del CCNL e sue successive modificazioni; infrazioni alla disciplina e/o alla diligenza del rapporto di lavoro più gravi di quelle di cui all’articolo 9, ai sensi dell’articolo 10 – Sez. Quarta – Titolo VII – Rapporti in azienda - del CCNL e sue successive modificazioni. Con riferimento alle sanzioni applicabili, si precisa che esse saranno adottate ed applicate nel pieno rispetto delle procedure previste dalle normative collettive nazionali applicabili al rapporto di lavoro. In particolare, per il Personale dipendente non dirigente saranno applicate le sanzioni di cui ai citati articoli 9 (ammonizioni scritte, multe e sospensioni), per le ipotesi di cui al punto 1. del precedente paragrafo 9, e 10 (licenziamenti per mancanze) del CCNL, per le ipotesi di cui ai punti 2. e 3. Fermo restando il principio di collegamento tra i provvedimenti disciplinari applicabili e le fattispecie in relazione alle quali gli stessi possono essere assunti, nell’applicazione della sanzione disciplinare deve necessariamente essere rispettato il principio della proporzionalità tra infrazione e sanzione. L’adeguatezza del sistema disciplinare alle prescrizioni del Decreto deve essere Revisione 0 38 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale costantemente monitorata dall’Organismo di Vigilanza. 3. SANZIONI PER IL PERSONALE DIRIGENTE In caso di violazione, da parte di dirigenti, dei principi generali del Modello e dei protocolli, la Società provvederà ad assumere nei confronti dei responsabili i provvedimenti ritenuti idonei in funzione del rilievo e della gravità delle violazioni commesse, anche in considerazione del particolare vincolo fiduciario sottostante al rapporto di lavoro tra la Società e il lavoratore con qualifica di dirigente. Nei casi di cui al punto 2. del precedente paragrafo K.1 la Società potrà procedere alla risoluzione del contratto di lavoro ovvero all’applicazione di altra sanzione ritenuta idonea in relazione alla gravità del fatto. Nel caso in cui il comportamento del dirigente rientri nei casi previsti dal punto 3. del paragrafo K.2, la Società procederà alla risoluzione del contratto di lavoro senza preavviso ai sensi dell’articolo 2119 del codice civile. Ciò in quanto il fatto stesso deve considerarsi posto in essere contro la volontà della Società a vantaggio o nell’interesse del dirigente e/o di terzi. 4. SANZIONI PER GLI AMMINISTRATORI In caso di realizzazione di fatti costituenti Reato o di violazione del Modello e/o relativi protocolli da parte di Amministratori della Società, e di cui l’Organismo di Vigilanza sia venuto a conoscenza, lo stesso informerà il Presidente del Consiglio di Amministrazione e/o il Consiglio e/o il Collegio Sindacale, i quali, dopo attenta ed approfondita valutazione ed in via formale, adotteranno i provvedimenti ritenuti più opportuni tra i quali, se del caso: (i) l’esercizio diretto dell’azione sociale di responsabilità ex art. 2393 codice civile o (ii) la convocazione dell’Assemblea dei Soci ponendo all’ordine del giorno l’esercizio dell’azione sociale di responsabilità nonché la revoca del/i medesimo/i Amministratore/i. 5. SANZIONI NEI CONFRONTI DEI SINDACI In caso di realizzazione di fatti costituenti Reato o di violazione, del Modello e/o relativi protocolli da parte di uno o più Sindaci, e di cui l’Organismo di Vigilanza sia venuto a conoscenza, lo stesso dovrà tempestivamente informare dell’accaduto il Presidente del Consiglio d’Amministrazione e/o il Consiglio , oltre che, eventualmente, il Collegio Sindacale. I soggetti destinatari dell’informativa dell’Organismo di Vigilanza potranno assumere, gli opportuni provvedimenti. Revisione 0 39 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale 6. MISURE NEI CONFRONTI DEI FORNITORI E DEGLI ALTRI SOGGETTI TERZI Condizione necessaria per concludere contratti di ogni tipologia con la Società, e in particolare contratti di fornitura, outsourcing, mandato, agenzia, procacciamento di affari, associazione in partecipazione e consulenza, è l’assunzione dell’obbligo da parte del contraente di rispettare il Modello e i suoi principi. Tali contratti dovranno prevedere clausole risolutive, o il diritto di recesso in favore della Società senza alcuna penale in capo a quest’ultima, in caso di commissione di Reati o condotte di cui ai Reati, ovvero in caso di violazione di regole del Modello. La Società si riserva comunque l’eventuale richiesta di risarcimento qualora da tale comportamento derivino danni alla Società, come nel caso di applicazione alla stessa da parte del giudice delle misure previste dal Decreto. L. ORGANISMO DI VIGILANZA L’articolo 6 lettera b) del D. Lgs. 231/01 richiede, quale condizione per l’ottenimento dell’esimente dalla responsabilità amministrativa, che il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza delle indicazioni del Modello nonché di curarne l’aggiornamento sia affidato ad un organismo interno alla Società dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo. L’autonomia e l’indipendenza richieste dalla norma presuppongono che l’OdV, nello svolgimento delle sue funzioni, sia posto “all’esterno” dei processi produttivi, commerciali, amministrativi e finanziari, in posizione di staff al Consiglio di Amministrazione. In considerazione della specificità dei compiti che fanno capo all’OdV (funzioni di vigilanza e controllo previste dal Modello), il relativo incarico è affidato ad un organismo che, con il presente documento approvato dal Consiglio di Amministrazione, è appositamente istituito con collocazione in staff al Consiglio di Amministrazione, svincolato da ogni rapporto gerarchico con i singoli responsabili delle strutture operative aziendali. Nello svolgimento dei compiti di vigilanza e controllo, l’OdV di IMA è supportato, di norma, da tutte le funzioni aziendali e si può avvalere di altre professionalità esterne che, di volta in volta, si rendano a tal fine necessarie. La dottrina e la prassi hanno elaborato diverse ed eterogenee soluzioni in merito alla possibile architettura e composizione dell’OdV, anche in considerazione delle caratteristiche Revisione 0 40 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale dimensionali dell’Ente, delle relative regole di Corporate Governance e della necessità di realizzare un equo bilanciamento tra costi e benefici. Al riguardo il Consiglio di Amministrazione di IMA ha analizzato varie soluzioni possibili al fine di individuarne i punti di forza e le eventuali controindicazioni. In particolare sono state analizzate le ipotesi di attribuire i compiti e le responsabilità previste dall’art. 6, comma 1, lett. b) del Decreto: - al solo responsabile della funzione Internal Audit (in quanto professionalità interna che ha maturato esperienze in materia di organizzazione, processi, verifiche ispettive, interpretazione normativa); - ad un organismo collegiale costituito e composto da un amministratore indipendente non operativo, da un sindaco supplente e dal responsabile della funzione Internal Audit; - ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto da professionalità esterne (un avvocato e un commercialista revisore contabile) e dal responsabile della funzione Internal Audit; - ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto dai responsabili di alcune funzioni aziendali (in particolare, per esempio, responsabili Internal Audit, Administration & Finance, Human Resurce, Legal); - ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto da un componente del Collegio Sindacale della Società, un Commercialista revisore contabile che abbia sviluppato conoscenza approfondita della governance di IMA e dal responsabile della funzione Internal Audit della Società. Al riguardo è forte convincimento del Consiglio di Amministrazione che, ai fini della scelta dall’Organismo di Vigilanza, sia opportuno valutare, con riferimento a ciascuna delle soluzioni ipotizzate, la sussistenza delle seguenti caratteristiche: In relazione alla funzionalità dell’Organismo di Vigilanza nel suo complesso: - autonomia ed indipendenza dell’organismo, intesi come: i. autonomia funzionale dell’organismo stesso; ii. possesso di autonomi poteri di iniziativa e controllo; iii. assenza di compiti operativi; iv. collocazione in posizione di staff al Consiglio di Amministrazione; Revisione 0 41 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale v. - possibilità di relazionarsi direttamente al Collegio Sindacale; professionalità, intesa come bagaglio di conoscenze, strumenti e tecniche che l’organismo deve possedere: o adeguata competenza specialistica in attività ispettive e consulenziali (campionamento statistico, tecniche di analisi e valutazione dei rischi, misure per il contenimento dei rischi, flow charting di procedure, processi, conoscenza del diritto e delle tecniche amministrativo-contabili, ecc.); - continuità di azione, da realizzarsi attraverso la presenza nell’Organismo di una persona interna alla struttura di IMA. In relazione ad ogni singolo membro dell’Organismo di Vigilanza: - Onorabilità e moralità intesi come: i. non essere interdetto, inabilitato o fallito, non essere stato condannato per delitti contro la Pubblica Amministrazione, l'amministrazione della giustizia e la fede pubblica, l'economia pubblica, l'industria e il commercio, o per delitto di omicidio volontario, furto o rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita, ricettazione e per ogni altro delitto non colposo, per il quale la legge commini la pena della reclusione non inferiore nel minimo a due anni, e nel massimo a cinque anni; ii. non essere stato sottoposto a misure di prevenzione ai sensi della normativa per la lotta alla delinquenza mafiosa; iii. non essere stato condannato per violazione della disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, ai sensi dell'art. 72, primo comma, della legge 685/75; iv. non essere sottoposto a procedimento penale per reati presupposto ai sensi del Decreto. In considerazione di quanto sopra, e avuto specifico riguardo alla struttura ed operatività della Società, il Consiglio di Amministrazione ritiene di confermare le valutazioni già adottate in precedenza anche sulla base della giurisprudenza intervenuta, vale a dire: l’affidamento delle mansioni dell’OdV alla sola funzione di Internal Audit non rappresenta una soluzione pienamente conforme alle esigenze espresse dal Decreto. Tale soluzione Revisione 0 42 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale infatti, pur garantendo all’OdV parte della professionalità e della continuità di azione necessarie, incontra i seguenti limiti: - la dimensione della Società sembra imporre una forma collegiale per l’Organismo di Vigilanza, in linea con le prime pronunce giurisprudenziali sul punto; - il posizionamento organizzativo della funzione potrebbe pregiudicarne i poteri di iniziativa e di controllo, nonché l’autonomia e l’indipendenza; - la mission e le attribuzioni “tipiche” della funzione, nonché la sua attuale struttura, non appaiono da soli sufficienti per adempiere il compito di curare l’aggiornamento del Modello e di promuoverne i necessari interventi correttivi. Ritiene inoltre che l’affidamento delle mansioni dell’OdV ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto esclusivamente dai responsabili di alcune funzioni aziendali (in particolare, per esempio, i responsabili Internal Audit, Administration & Finance, Human Resource, Legal) non rappresenti una soluzione pienamente conforme alle esigenze espresse dal Decreto. Tale soluzione infatti, pur garantendo all’OdV la professionalità e la continuità di azione necessarie, incontra i seguenti limiti: - l’ampliamento dei compiti attribuiti potrebbe pregiudicare l’efficace svolgimento delle mansioni proprie delle funzioni e degli stessi compiti attribuiti ai sensi del Modello; - la partecipazione di soli dipendenti con compiti operativi potrebbe pregiudicare l’indipendenza e la serenità di giudizio dell’Organismo al momento delle verifiche; - la commistione di funzioni operative (oggetto dei controlli) e funzioni di controllo, oltre a violare un principio basilare della dottrina dei controlli, creerebbe situazioni continuo conflitto di interessi e palese mancanza di autonomia e indipendenza (da intendersi, in tal caso, quale requisito di giudizio e valutazione). Ritiene altresì che l’affidamento delle mansioni dell’OdV ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto da soli soggetti esterni (in particolare, avvocati, commercialisti, revisori, auditors, ecc.) non rappresenti una soluzione pienamente conforme alle esigenze espresse dal Decreto. Tale soluzione infatti, pur garantendo all’OdV la professionalità ed eventualmente l’autonomia e indipendenza dell’Organismo, incontra i seguenti limiti: - la lettera della legge, che ai sensi dell’articolo 6 sembra intendere tale organismo come “organismo [interno] dell’Ente”; Revisione 0 43 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale - la mancanza di continuità di azione, quale deterrente in sé e mezzo per garantire l’effettività del Modello; - la difficoltà di garantire l’accesso a tutte le informazioni necessarie per lo svolgimento delle mansioni previste dal Decreto. In considerazione degli elementi sopra illustrati, il Consiglio di Amministrazione ritiene che la soluzione che meglio garantisce il rispetto dei requisiti previsti dal Decreto è rappresentata dal conferire le attribuzioni ed i poteri dell’Organismo di Vigilanza, ai sensi del D. Lgs. 231/2001 ad un organismo collegiale costituito ad hoc e composto da: - un professionista indipendente, di formazione economico con specifica competenza sul controllo dei flussi finanziari; - un professionista indipendente, aziendalista, con specifica esperienza di OdV e particolarmente competente per i protocolli e le procedure; - un professionista di formazione legale con particolare conoscenza della struttura organizzativa della Società che possa facilitare la reale e concreta attività dell’OdV così come previsto dal Decreto. Tale soluzione, già adottata in vigenza del precedente Modello, infatti, incontra tutti i requisiti previsti dalla normativa in termini di autonomia, indipendenza, professionalità e continuità d’azione. In tale ottica, con riferimento alle tematiche rilevanti ai fini del Decreto, l’Internal Audit risponde direttamente all’Organismo di Vigilanza. Ai sensi del comma 4 bis dell’art. 6, D. Lgs. 231/01, nelle Società di capitali le funzioni dell’Organismo di Vigilanza possono essere svolte anche dal Collegio Sindacale. Il Consiglio di Amministrazione di IMA S.p.A. ritiene peraltro di non sovrapporre le attività tipiche del Collegio Sindacale a quelle dell’Organismo di Vigilanza; ciò al fine di consentire la più ampia, corretta e autonoma attività di controllo nell’ambito delle rispettive funzioni. Per svolgere al meglio i compiti previsti dal Decreto, l’OdV può, al proprio interno, fissare specifiche funzioni e attività in base alle specifiche competenze dei membri. Tenuto conto della peculiarità delle responsabilità attribuite all’Organismo di Vigilanza e dei contenuti professionali specifici da esse richieste, nello svolgimento dei compiti di vigilanza e controllo, l’Organismo di Vigilanza è supportato da tutte le funzioni interne aziendali e può inoltre avvalersi del supporto di soggetti esterni il cui apporto di professionalità si renda, di volta in volta, necessario. Revisione 0 44 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale L’Organismo provvede, a sua volta, a stabilire le regole per il proprio funzionamento, formalizzandole in apposito regolamento, nonché le modalità di gestione dei necessari flussi informativi (si veda a tale proposito quanto riportato di seguito negli appositi paragrafi). Il Consiglio di Amministrazione si impegna a conferire, su richiesta motivata dell’Organismo di Vigilanza, la dotazione finanziaria necessaria ad espletare al meglio la propria funzione. Per quanto sopra il Consiglio di Amministrazione istituisce l’OdV attraverso specifico statuto, che costituisce parte integrante del presente Modello. ****** Revisione 0 45 IMA Industria Macchine Automatiche S.p.A. Sede Legale in Ozzano dell’Emilia (BO), Via Emilia 428/442 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla “Responsabilità Amministrativa delle Imprese” Parte Generale Allegato A REATI PRESUPPOSTO Il presente “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo” (“Modello”) di IMA S.p.A. è stato redatto e revisionato in attuazione dei dettami di cui agli artt. 6 e 7 del D. Lgs. 231/2001. L’aggiornamento del Modello è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dalla Società con delibera del 16 settembre 2014 e sarà efficacemente attuato attraverso la sua progressiva implementazione da parte del Consiglio di Amministrazione medesimo e dell’Organismo di Vigilanza. Il “Modello” costituisce il riferimento gestionale atto a costituire lo strumento predisposto ai fini della prevenzione degli illeciti penali previsti dal D. Lgs. citato, in ossequio alla politica di etica aziendale adottata dalla Società. È vietata la riproduzione e l’utilizzo anche parziale del presente documento se non espressamente autorizzato dai suoi autori. Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A Il presente elenco dei reati include l’elenco di tutti i reati presupposto definiti dal D. Lgs. 231 dell’8 giugno 2001, recante la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001 ed è aggiornato alla data del 18 aprile 2014. Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un Ente Pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico (art. 24): • Indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-ter c.p.); • Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.); • Truffa a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640, comma 2, n. 1 c.p.); • Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.); • Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.); Delitti informatici e trattamento illecito dei dati (art. 24 bis) 3: • Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter c.p.); • Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615 quater c.p.); • Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615 quinquies c.p.); • Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art.617 quater c.p.); • Installazione d’apparecchiature per intercettare, impedire od interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quinquies c.p.); • Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635 bis c.p); • Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635 ter c.p.); • 3 Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635 quater c.p.); Articolo aggiunto dall’art. 7 della L. 18.03.2008 n. 48. Revisione 0 2 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A • Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635 quinquies c.p); • Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art. 640 quinquies c.p.); La legge 18 marzo 2008, n. 48 ha ulteriormente ampliato il novero dei c.d. reati “presupposto”, prevedendo all’art. 24 bis le ipotesi di falsità in atti riguardanti i documenti informatici secondo la nozione offerta dall’art. 491 bis del codice penale, e quindi ricomprendendo i seguenti reati: • l’art. 476 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici); • l’art. 477 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative); • l’art. 478 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in copie autentiche di atti pubblici o privati e in attestati del contenuto di atti); • l’art. 479 c.p. (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici); • l’art. 480 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative); • l’art. 481 c.p. (Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità); • l’art. 482 c.p. (Falsità materiale commessa dal privato); • l’art. 483 c.p. (Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico); • l’art. 484 c.p. (Falsità in registri e notificazioni); • l’art. 485 c.p. (Falsità in scrittura privata); • l’art. 486 (Falsità in foglio firmato in bianco. Atto privato); • l’art. 487 (Falsità in foglio firmato in bianco. Atto pubblico); • l’art. 488 (Altre falsità in foglio firmato in bianco. Applicabilità delle disposizioni sulle falsità materiali); • l’art. 489 (Uso di atto falso); • l’art. 490 (Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri). Delitti di criminalità organizzata (art. 24 ter)4: • Associazione per delinquere (art. 416 c.p.); 4 ; Articolo aggiunto dalla L. 15 luglio 2009, n. 94, art. 2, co. 29. Revisione 0 3 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A • Associazione a delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù, alla tratta di persone, all'acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 d. lgs 286/1998 (art. 416, sesto comma, c.p.); • Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.); • Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.); • Sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.); • Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 DPR 9 ottobre 1990, n. 309); • Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo(*) (art. 407, co. 2, lett. a), numero 5), c.p.p.). (*) Escluse quelle denominate «da bersaglio da sala», o ad emissione di gas, nonché le armi ad aria compressa o gas compressi, sia lunghe sia corte i cui proiettili erogano un'energia cinetica superiore a 7,5 joule, e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti di armi destinate alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali la "Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi" escluda, in relazione alle rispettive caratteristiche, l'attitudine a recare offesa alla persona. Delitti di concussione e corruzione , induzione indebita a dare o promettere utilita' (art. 25): • corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 e 321 c.p.); • istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); • corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 e 320 e 322-bis c.p.); • corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.); • induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 - quater c.p.); • concussione (art. 317 c.p.); Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo ed in strumenti o segni di riconoscimento (art. 25 bis) 5: 5 Articolo aggiunto dall’art. 6 D.L. 25 settembre 2001 n. 350, convertito con modificazioni in L. 23.11.01 n. 409. Revisione 0 4 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A • Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.); • Alterazione di monete (art. 454 c.p.); • Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.); • Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.); • Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.); • Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.); • Uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.). • Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.); • Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.); • Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). Delitti contro l'industria e il commercio (art. 25-bis.1.) 6: • Turbata libertà dell'industria o del commercio (art. 513 c.p.); • Frode nell'esercizio del commercio (art. 515 c.p.); • Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); • Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); • Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517ter c.p.); • Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.); • Illecita concorrenza con minaccia o violenza” (art. 513-bis c.p.); • Frodi contro le industrie nazionali (art. 514). Reati societari (art. 25 ter) 7: • 6 7 false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.); Articolo aggiunto dalla legge n. 99 del 23/07/09. Articolo inserito dall’art. 3 D.Lgs. 11.04.02 n. 6161 e successivamente modificato da ultimo con L. 190/2012 Revisione 0 5 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A • false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622 c.c., commi 1 e 3); • falso in prospetto (art. 2623 c.c., commi 1 e 2), poi abrogato dalla L.262 del 28-12-2005; • falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della società di revisione (art. 2624 c.c., commi 1 e 2) abrogato: art 37 d.lgs 27.01.2010. • impedito controllo (art. 2625 c.c. comma 2); indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 c.c.); • illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.); • illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art 2628 c.c.) • operazioni in giudizio dei creditori (art. 2629 c.c.); • omessa comunicazione del conflitto di interessi (art.2629 bis), introdotto dall’art. 31 della l. 28 dicembre 2005 n. 262 • formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.); • indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.); • illecita influenza sull’Assemblea (art. 2636 c.c.); • aggiotaggio (art. 2637 c.c.); • ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 c.c., commi 1 e 2). • corruzione tra privati (2635 comma 3 c.c.); • omessa comunicazione del conflitto di interessi (2629 – bis c.c.); Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 25 quater): L’art. 3 legge 14 gennaio 2003 n. 7 (ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo e norme di adeguamento dell'ordinamento interno) ha inserito nel d. lgs. n. 231, l’art. 25-quater, che ha esteso la responsabilità amministrativa degli Enti anche alla realizzazione dei “delitti aventi finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, previsti dal codice penale e dalle leggi speciali”, nonché dei delitti “che siano comunque stati posti in essere in violazione di quanto previsto dall'articolo 2 della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo fatta a New York il 9 dicembre 1999". Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25 quater -1) 8: 8 Articolo inserito dall’art. 3 L. 9 gennaio 2006 n. 7. Revisione 0 6 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A Con la legge 9 gennaio 2006, n. 7, si è introdotto l’art. 25 quater I, prevedendo la responsabilità dell’ente per l’ipotesi prevista all’art. 583 bis del c.p. (Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili). Delitti contro la personalità individuale (art. 25 quinquies) 9: • Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (art. 600 c.p.); • Prostituzione minorile (art. 600 bis c.p.); • Pornografia minorile (art. 600 ter c.p.); • Detenzione di materiale pornografico (art. 600 quater c.p.); • Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600 quinquies c.p.); • Tratta di persone (art. 601 c.p.); • Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.). Abusi di mercato (art. 25 sexies): La legge 18 aprile 2005, n. 62 ha inserito nel d. lgs. 231 l’art. 25 sexies (Abusi di mercato), prevedendo una responsabilità dell’ente in relazione ai reati di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato previsti dalla parte V, titolo I bis, capo II del testo unico di cui al d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (artt. 184 e 185). Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25 septies): La legge 3 agosto 2007, n. 123 ha introdotto l’art. 25 septies (modificato successivamente dall’ art. 300 del d. lgs. 30.4.2008, n. 81) che contempla le fattispecie di Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime (art.589, 590 c.p.), commesse con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della sicurezza sul lavoro. Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 25 octies): Il d.lgs. 21.11.2007, n. 231 ha previsto, con l’aggiunta di un apposito art. 25 octies al d.lgs. 231 del 2001, una responsabilità dell’ente anche per i reati di cui agli artt.: 9 • 648 c.p. (Ricettazione); • 648 bis c.p.(Riciclaggio); • 648 ter c.p. (Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita). Articolo introdotto con la legge 11 agosto 2003 n. 228, in vigore dal 7 settembre 2003. Revisione 0 7 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A Delitti in materia di violazione del diritto d'autore (art. 25-novies) 10: • Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta, o di parte di essa (art. 171, l. 633/1941 comma 1 lett a) bis); • Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla pubblicazione qualora ne risulti offeso l’onore o la reputazione (art. 171, l. 633/1941 comma 3); • Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per rimuovere o eludere i dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis l. 633/1941 comma 1); • Riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati; estrazione o reimpiego della banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis l. 633/1941 comma 2); • Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi, nastri o supporti analoghi o ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento; opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati; riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre cinquanta copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi; immissione in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, o parte di essa (art. 171-ter l. 633/1941); • Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno o falsa dichiarazione (art. 171-septies l. 633/1941); • Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni 10 Articolo aggiunto dalla legge n. 99 del 23/07/09. Revisione 0 8 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies l. 633/1941). Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 25-decies) 11: • Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.). Reati transnazionali 12: Definizione di reato transnazionale: Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale organizzato, nonché: a) sia commesso in più di uno Stato; b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato; c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato; d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato]. Reati previsti: • Associazioni per delinquere (416 c.p.); • Associazioni di tipo mafioso anche straniere (416 bis c.p.); • Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (377 bis c.p.); • Favoreggiamento personale (378 c.p.); • Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (art. 291quater D.P.R. 43/73); 11 Il presente articolo è stato inserito dall’art. 4 L. 3 agosto 2009 n. 116, come articolo 25-novies, non tenendo conto dell’inserimento di tale articolo 25 novies da parte dell’art. 15, comma 7, lettera c) della L. 99 del 23.07.99. Per tale motivo, è stato rinumerato, come articolo 25 decies. 12 Legge 16 marzo 2006, n. 146 che estende la responsabilità degli enti ai c.d. reati transnazionali Revisione 0 9 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A • Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 D.P.R. 309/1990) • Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12 Dlgs 286/98). Delitti in materia ambientale (art. 25-undecies) 13: • Uccisione, distruzione, prelievo o possesso di esemplari di specie animali e vegetali selvatiche protette (art. 727-bis, c.p.); • Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art. 733-bis, c.p.); • Scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose (varie ipotesi previste dall’art. 137, D.Lgs. 152/2006); • Attività di gestione di rifiuti non autorizzata (varie ipotesi previste dall’art. 256, D.Lgs. 152/2006); • Inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle concentrazioni soglia di rischio (art. 257, D.Lgs. 152/2006); • Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari relativi alla tracciabilità dei rifiuti (art. 258, D.Lgs. 152/2006) (l’entrata in vigore di detta ipotesi è legata all’effettiva entrata in vigore del SISTRI); • Traffico illecito di rifiuti (art. 259, D.Lgs. 152/2006); • “Associazione” finalizzata al traffico illecito di rifiuti. (art. 260, D.Lgs. 152/2006); • Condotte di falsificazione e detenzione di certificazioni SISTRI falsificate (art. 260-bis, D.Lgs. 152/2006); • Emissioni in atmosfera oltre i valori limite o in violazione delle prescrizioni (art. 279, D.Lgs. 152/2006); • Detenzione, importazione, esportazione o riesportazione, senza autorizzazione o con autorizzazione falsa, di specie animali e vegetali in via di estinzione (L. n. 150/1992); • Produzione, consumo, importazione, esportazione, detenzione e commercializzazione di sostanze lesive dell’ozono e dell’ambiente (L. n. 549/1993); • Inquinamento provocato dalle navi (D. Lgs. n. 202/2007). 13 Articolo inserito dal D.Lgs n. 121, del 7 luglio 2011, rubricato: "Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonche' della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni". Pubblicato in G.U. n. 177, del 1 agosto 2011, in vigore dal 16.08.2011. Revisione 0 10 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Parte Generale – Allegato A Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare: (art. 25-duodecies) 14: • Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 22, comma 12-bis, D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286). 14 Articolo inserito dal D. Lgs. n. 109/2012, pubblicato sulla G.U. n. 172 del 25 luglio 2012 ed entrato in vigore il 9 agosto 2012 Revisione 0 11