“Documento del Sindaco” del Piano degli Interventi

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“Documento del Sindaco” del Piano degli Interventi
COMUNE DI BADIA POLESINE
Assessorato Urbanistica e Pianificazione Territoriale
Consiglio Comunale
“Documento del Sindaco” del Piano degli
1)
2)
30-09-2013
Interventi
Una premessa
La trasparenza
3)
La qualità
4)
La filosofia dei contenuti
5)
Gli obbiettivi strategici del P.A.T. approvato
6)
Necessità di flessibilità e di tempi certi
7)
I contenuti operativi del Piano degli Interventi
8)
La partecipazione dei privati
9)
Il percorso di formazione del Piano degli Interventi
(P.I.)
10)
L’individuazione dei criteri prioritari di attuazione
del P.A.T.:
A Tutela dell’occupazione e delle attività produttive in
essere
B) La residenzialità
C) Il territorio agricolo e la zootecnia
D) Le questioni attinenti al Centro Storico
E) Il sistema dei servizi, del verde e della viabilità
11)
L’ attuazione dei piani degli interventi
12)
Conclusioni
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1) Una Premessa
La legge Regionale 23 Aprile 2004, n. 11, da ora in poi nominata
come L.R. 11/04, reca “Norme per il governo del territorio” ed
articola il Piano Regolatore Comunale in due fasi: una prima
contenente le disposizioni strutturali del Piano, contenute nel Piano
di Assetto del Territorio (P.A.T.) ed un seconda contenente le
disposizioni operative espresse dal Piano degli interventi (P.I.).
L’approvazione del P.A.T. di Badia Polesine è stata ratificata
dalla Regione del Veneto con D.G.R. n. 927 in data 18 Giugno 2013, è
stata pubblicata sul B.U.R. n. 55 in data 02 Luglio 2013: Il PAT è
divenuto efficace il 18.7.2013 e cioè
quindici giorni dopo la
sua pubblicazione.
Allo stato attuale il Piano Regolatore Generale preesistente
riveste, come specificato dalla L.R. 11/04 al comma 5° dell’Art. 48,
“valore ed efficacia di P.I. per le sole parti compatibili con il
P.A.T.”.
Risulta perciò importante pervenire in tempi rapidi alla
approvazione del primo effettivo Piano degli Interventi in quanto:
il P.R.G. vigente presenta limiti operativi evidenti essendo
stato concepito e strutturato secondo schemi, regole generali e
riferimenti normativi oggi superati. Ad esempio tutti i vincoli
in
esso contenuti sono ormai da tempo decaduti e rimane inoltre privo di
una adeguata componente programmatoria coordinata alla valutazione
delle disponibilità economiche di spesa ed ad una qualsiasi relazione
con gli strumenti e con le normative di settore.
- gli obbiettivi strategici o di tutela contenuti nel P.A.T. potranno
trovare dimensione operativa solamente all’interno del P.I.
Il Piano degli Interventi (P.I.) infatti è “lo strumento
urbanistico che, in coerenza e in attuazione del P.A.T., individua e
disciplina
gli
interventi
di
tutela
e
valorizzazione,
di
organizzazione di trasformazione del territorio, programmando in modo
contestuale
la
realizzazione
di
tali
interventi,
il
loro
completamento, i servizi connessi e le relative infrastrutture per la
mobilità”Art. 12 L.R. 11/04).
La legge urbanistica regionale introduce l’obbligo da parte
dell’Ente Locale, nel momento in cui intraprende la redazione di un
nuovo P.I., di produrre un “Documento del Sindaco“, che fissi gli
obbiettivi della nuova pianificazione.
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Il Documento del Sindaco viene così ad assumere una duplice
funzione: esporre e, di conseguenza, far partecipare l’intera
popolazione alle linee della programmazione comunale in campo
urbanistico e nel contempo sottolineare la assoluta autonomia del
Comune nella individuazione delle differenti priorità e della più
complessiva gestione del proprio territorio, così come individuata
nel P.A.T..
Il Documento del Sindaco, che viene presentato al Consiglio
Comunale per essere discusso, costituisce il punto di partenza per la
redazione del Piano degli Interventi ed è finalizzato a consentire la
partecipazione ai cittadini, agli enti pubblici, alle associazioni
economiche e sociali ed ai portatori di interessi in genere affinché
le scelte che verranno operate nel P.I. siano definite secondo
principi di sussidiarietà e di trasparenza.
2) La trasparenza
In coerenza con le indicazioni della legge (Art. 18, comma 2°
L.R. 11/04), nella formazione del Piano sarà adottato un processo di
elaborazione aperto alla partecipazione ed all’approfondimento delle
esigenze della comunità locale. Saranno programmate occasioni di
confronto fra le scelte politiche e tecniche del Piano e le esigenze
locali, anche al fine di individuare le priorità sulle azioni da
intraprendere.
In particolare gli obbiettivi enunciati nel presente Documento
programmatico divengono punto di partenza del concreto rapporto di
interazione
tra
l’Amministrazione
e
la
Cittadinanza,
nella
costruzione e gestione della fase di consultazione e partecipazione
ed il conseguente sviluppo del progetto sul territorio.
3) La qualità
Puntando alla valorizzazione della complessità ambientale del
territorio, nella direzione dello sviluppo sostenibile nonché
della tutela e valorizzazione dei Beni Storici, Culturali,
Ambientali e Testimoniali, il Piano si propone di individuare
processi di complessiva riqualificazione della qualità della vita
proponendo una migliore qualità degli insediamenti. Obbiettivi,
questi, da realizzare intervenendo anche nella ricerca di una
migliore qualità progettuale e di innovazione. In tal modo il P.I.
affronterà le questioni urbanistiche facendo corrispondere agli
inevitabili incrementi di impegno sul suolo attuati per fasi
successive, un complessivo innalzamento della qualità complessiva
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dell’azione, ed in tale operazione sarà sorretto anche dalle
analisi e valutazioni specialistiche che ad esso verranno ad
accompagnarsi, quali le differenti V.Inc.A ed i differenti Studi
di Compatibilità Idraulica.
4) La filosofia dei contenuti
I nuovi Piani degli Interventi dovranno contenere un mix di
pianificazione, progettazione e governance.
Dovrà quindi essere un Piano regolativo per l’esistente, dovrà
contenere opportuni programmi negoziali per le trasformazioni, dovrà
avere i contenuti di un piano ambientale per la costruzione della
rete ecologica.
E’ tenuto a quantificare le risorse finanziarie occorrenti per
la realizzazione delle opere pubbliche che andrà ad individuare come
necessarie, stabilendo i criteri e le modalità per provvedere alla
loro realizzazione nell’arco temporale di validità del Piano stesso
(max. 5 anni: Art 18, comma 7° L.R. 11/04) nonché le modalità di
copertura dei relativi oneri finanziari.
5) Gli obbiettivi strategici del P.A.T. approvato.
Al fine di inquadrare l’operatività del primo P.I. sarà
opportuno richiamare brevemente gli obbiettivi strategici contenuti
nel P.A.T. approvato così come verificati con la procedura V.A.S.
(Valutazione Ambientale Strategica).
Un primo obbiettivo del P.A.T. è stato quello di attivare linee
di intervento in grado di potenziare e consolidare in termini
sostenibili il ruolo che il Comune svolge in riferimento ad un vasto
intorno in ambito altopolesano, ma non solo.
Il P.A.T. ha individuato azioni tese al recupero di alcune
situazioni attualmente esistenti che gravemente penalizzano la
qualità della vita della popolazione residente, in particolare nel
Capoluogo, a causa degli ingenti volumi di traffico commerciale che
gravitano attorno allo stesso Centro Storico.
Il P.A.T. ha messo in essere scelte in grado di portare ad una
migliore qualità del tessuto residenziale ed urbano che oggi appare,
soprattutto ai margini dell’edificato, come un casuale susseguirsi di
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una serie di lottizzazioni fra loro non correlate da una logica o da
un disegno complessivo ed unitario.
Il P.A.T. ha individuato linee ed azioni tese al recupero di una
significativa quota di servizi di verde ad uso pubblico e di
parcheggio a favore della popolazione residente, e particolarmente
nel Capoluogo, individuano altresì le linee per l’organizzazione di
una rete di percorsi ciclabili e di un sistema di “Greenways”.
Il P.A.T. ha individuato linee per la messa in essere di azioni
ed iniziative tese alla salvaguardia del territorio aperto e dei
significativi contenuti paesistici ed ambientali in esso presenti,
con riferimento particolare al Fiume Adige ed alla rete dei corsi
d’acqua minori che tanto ruolo hanno avuto nella determinazione della
“forma urbis” del Capoluogo e degli altri Centri abitati di Badia
Polesine,
nonché
di
quell’insieme
di
presenze
a
valore
storico,culturale, testimoniale così significativamente diffuse su
tutto il territorio comunale.
Il P.A.T., infine, risulta coerente e congruo con le
indicazioni espresse dal P.T.R.C. adottato con D.G.R. 372 in data 17
Febbraio 2008 che classifica il territorio comunale di Badia Polesine
in parte come “area agropolitana di pianura” nonché con la sua
Variante con attribuzione di valenza paesaggistica adottata con
D.G.R. n. 427 in data 10 Aprile 2013. Risulta altresì coerente con
gli obbiettivi e le indicazioni del P.T.R.C. adottato con D.G.R.V. n.
683 del 17.4.2012.
Infine, il P.A.T. risulta coerente e congruo con la procedura di
V.A.S. e con quanto richiesto da:
-
Distretto idrografico Delta Po, Adige, Canalbianco
Direzione Geologia e Georisorse della Regione del Veneto
Direzione Economia e Sviluppo Montano della Regione del Veneto
Direzione Agroambiente della Regione del Veneto
Autorità di Bacino del Fiume Adige.
6)
Necessità di flessibilità e di tempi certi
Il Piano degli Interventi deve essere pensato come uno
strumento flessibile e tuttavia
concretamente attuabile nel breve
periodo nel quadro, cioè, della attività della Amministrazione che lo
promuove.
Nell’ambito degli indirizzi pianificatori generali dettati dal
P.A.T., il P.I. individua le aree di trasformazione destinate ad
essere pianificate, approvate ed avviate ad attuazione e, a garanzia
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della effettiva realizzazione di quanto ipotizzato, decorsi 5 anni
dalla entrata in vigore del Piano le previsioni relative alle aree di
trasformazione o di espansione non realizzate o quelle destinate a
nuove infrastrutture od a
servizi per le quali non siano stati
approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli preordinati
all’esproprio, decadono ( Art 18, comma 7° L.R. 11/04).
Questa impostazione innovativa del Piano viene colta dalla
Amministrazione Comunale che, mettendo a frutto le più recenti
esperienze maturate nelle forme della pianificazione concertata,
riconosce un ruolo significativo alle forme di partecipazione dei
privati alla attuazione del Piano.
7)
I contenuti operativi del Piano degli Interventi
Sulla base delle considerazioni sviluppate in precedenza e con
riferimento particolare all’ art. 10 delle NTA del PAT
occorre
ora analizzare i contenuti operativi del Piano degli Interventi.
Il P.I. detterà le proprie disposizioni operative (Art.
17,comma 1° e comma 2°, lett. k) L.R. 11/04) rapportandosi con:
- Bilancio pluriennale comunale
- Programma triennale delle Opere Pubbliche
- Piani di settore (il Piano per l’abbattimento
dell’Inquinamento
Acustico, il Piano per l’abbattimento
dell’Inquinamento Luminoso e
laddove esistenti Il Piano per
il Risanamento
Atmosferico, il
Piano urbano per la Mobilità ed
il
Piano Urbano dei Parcheggi)
Troverà attuazione mediante interventi diretti o per mezzo di
Piani Urbanistici Attuativi (P.U.A).
Ai sensi degli specifici Articoli della L.R. 11/04 il Piano
degli Interventi, in particolare:
1) Sottopone a specifica normativa d’uso e di valorizzazione
ambientale il territorio includente Beni Ambientali (Art. 3, comma 6°
L.R. 11/04).
2) Quantifica le risorse finanziarie occorrenti per le espropriazioni
degli immobili vincolati dal Piano medesimo, stabilirà i criteri e le
modalità per provvedervi nonché le modalità di copertura dei relativi
oneri finanziari. Anche su proposta dei proprietari interessati il
P.I. potrà definire forme alternative alla espropriazione (Art. 34
L.R. 11/04).
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3)
Attua
la
perequazione,
disciplinando
gli
interventi
di
trasformazione da realizzare unitariamente, assicurando una equa
ripartizione dei diritti edificatori e dei relativi oneri tra tutti i
proprietari delle aree e degli edifici interessati dall’intervento,
indipendentemente dalle specifiche destinazioni di uso assegnate alle
singole aree (Art. 35 L.R. 11/04).
4) Disciplina gli interventi di trasformazione definiti dal P.A.T
per conseguire quegli obbiettivi di ripristino o di riqualificazione
urbanistica,
paesaggistica,
architettonica
ed
ambientale
del
territorio che determinano un credito edilizio. Il P.I. individua e
disciplina gli ambiti nei quali è consentito l’utilizzo dei crediti
edilizi, prevedendo l’attribuzione di indici di edificabilità
differenziati in funzione di tali obbiettivi ovvero individuando le
possibili compensazioni previste dall’Art. 37 (Art. 36 L.R. 11/04).
5) Potrà prescrivere che nelle aree residenziali soggette a P.U.A.
vengano riservate delle quote di superficie o di volume per la
realizzazione di edilizia residenziale pubblica anche mediante
perequazione (Art. 39 L.R. 11/04).
6) Per i Centri Storici ed i Beni Culturali attribuisce a ciascun
manufatto le caratteristiche tipologiche di riferimento tra quelle
determinate dal P.A.T., nonché le corrispondenti categorie di
intervento edilizio ammissibile (Art. 40 L.R. 11/04).
7) Potrà stabilire limitatamente alle aree urbanizzate ed a quelle
alle stesse contigue ai sensi del comma 2° dell’Art. 41 L.R. 11/04,
distanze diverse da quelle previste dal comma 1°, lett. g) dello
stesso Art. 41.
8) Assicura la tutela del territorio richiesta dalla L.R. 11/04.
9) Ammette in zona agricola esclusivamente interventi edilizi in
funzione della attività agricola (Art. 44 L.R. 11/04), siano essi
destinati alla residenza che a strutture agricolo-produttive così
come definite con procedimento della Giunta regionale ai sensi
dell’Art. 50 L.R. 11/04, comma 1°, lett. d), n. 3, nonché disciplina
gli interventi di recupero degli edifici esistenti.
Oltre che alla realizzazione per mano pubblica dei servizi
programmati,
il
P.I.
potrà
definire
anche
altre
forme
di
realizzazione su proposta dei proprietari degli immobili interessati.
Tali forme, che seguiranno i criteri della perequazione, possono
consistere nella permuta con altri immobili o con quote edificatorie
previste all’interno del Piano stesso, oppure nella partecipazione
dei proprietari medesimi alla realizzazione delle attrezzature e dei
servizi pubblici localizzati nel Piano degli Interventi su immobili
dagli stessi posseduti.
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8)
La partecipazione dei privati
Il Piano degli Interventi potrà recepire, rispetto degli ambiti
di intervento e degli obbiettivi individuati nel presente Documento,
le proposte di progetti e di iniziative che contengano interventi di
rilevante interesse pubblico presentate da soggetti privati quali
elementi finalizzati alla determinazione di alcune previsioni del
contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale ed
urbanistica, nel rispetto della legislazione e della pianificazione
sovraordinata, senza pregiudizio del diritto dei terzi (Art. 6, comma
2° L.R. 11/04).
Le linee guida ed i criteri generali da applicare agli accordi
pubblico-privato saranno quelli individuati dall’Art. 6 della L.R.
11/04 e dall’Art.45 delle N.d.A. del P.A.T.
Nelle proposte di accordo potranno essere previste cessioni di
aree,
realizzazioni
di
interventi
di
interesse
pubblico
o
monetizzazione degli stessi, precisando che, in caso di cessioni di
aree, concorreranno alla definizione dell’accordo le sole aree
aggiuntive rispetto agli standards richiesti per gli interventi
proposti e per le opere di urbanizzazione ad essi relative
A seguito di valutazione favorevole da parte della Giunta
comunale il Sindaco ed il Privato sottoscrivono l’accordo. L’accordo
viene recepito dal Consiglio Comunale in sede di adozione del Piano
degli Interventi.
L’accordo costituisce parte integrante dello Strumento di
pianificazione ed è soggetto alle medesime forme di pubblicità e di
partecipazione
del
Piano
stesso
(Pubblicazione,
deposito,
controdeduzioni alle Osservazioni), inoltre, essendo stato recepito
con il provvedimento di adozione dello strumento urbanistico, la sua
conferma è condizionata dall’approvazione del Piano.
Le proposte di iniziativa privata devono necessariamente
coniugarsi e coordinarsi in particolar modo con il Piano Triennale
delle Opere cui dovranno rappresentare una importante risorsa e
contestualmente
Pubbliche
così
come
con
gli
altri
progetti
dell’Amministrazione di garantire il rispetto dei tempi necessari
alla attuazione delle previsioni di Piano.
Nel periodo di validità del Piano degli Interventi potranno
essere introdotte modifiche al Piano stesso, con procedura di
Variante, a seguito di ulteriori valutazioni effettuate dal Comune
oppure
su
iniziative
dei
soggetti
privati,
concordate
con
l’Amministrazione, per la realizzazione di interventi di rilevante
interesse pubblico.
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9)
Il percorso di formazione del Piano degli Interventi (P.I.)
Sulla base delle considerazioni di carattere generale sviluppate
nei precedenti Capitoli si illustra ora la
successione operativa
delle
differenti
fasi
necessarie
alla
formazione
del
P.I.,
evidenziando anche gli obbiettivi che l’Amministrazione riconosce
come prioritari ed individuando le modalità ed i metodi da adottare
per la loro acquisizione.
Allo scopo occorrerà ricordare che l’Art. 48, comma 5° della
L.R. 11/04 specifica che: “A seguito dell’approvazione del primo
P.A.T. i piani regolatori generali vigenti acquistano valore ed
efficacia del P.I. per le sole parti compatibili con il P.A.T.”. Ciò
significa che la prima attività da sviluppare dovrà essere quella di
riconoscere, all’interno delle cartografie e delle normative del
P.R.G. vigente e del P.A.T. approvato le linee di congruenza al fine
di garantire certezza nell’attività dell’Amministrazione comunale
nell’attesa della formalizzazione dell’effettivo P.I. attuativo delle
indicazioni del P.A.T.
Per pervenire
occorrerà:
a
questa
prima
fase
di
attivazione
del
P.I
1) Procedere all’ adeguamento delle Tavole del vigente P.R.G. alle
indicazioni del P.A.T. allo scopo di verificare quali parti del
P.R.G. vigente mantengano la propria operatività in quanto
“primo P.I.”. (Tale attività di verifica dovrà essere sviluppate
su base Carta Tecnica Regionale (C.T.R.)).
2) Adeguamento delle N.d.A. del vigente P.R.G. alle N.d.A. del
P.A.T. allo scopo di verificare quali parti di tali Norme
mantengano la propria operatività in quanto Norme di “primo
P.I.”
3) Occorrerà infine procedere alla stesura delle Norme Tecniche
Operative (N.T.O.) del P.I. con i contenuti di cui al secondo
comma dell’Art. 17 della L.R. 11/04.
4) Solo a questo punto, avendo ormai messo compiutamente a regime
l’integrazione fra quello che era stato il P.R.G. vigente ed il
nuovo
P.A.T.
potrà
avere
inizio
la
effettiva
fase
di
approfondimento delle differenti tematiche che l’Amministrazione
avrà assunto come prioritarie in attuazione del P.A.T.
5) Approvazione di un regolamento edilizio energetico, al fine di
incentivare forme di progettazione nel segno dell’energia
sostenibile.
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Si è visto pertanto come le attività di cui ai primi tre punti
precedenti
costituiscono
in
ogni
caso
l’attività
necessaria
propedeutica alla attivazione complessiva del primo P.I. ai sensi del
comma 5° dell’Art.48 della L.R. 11/04.
Al proposito occorre osservare come questa prima fase di
attivazione del P.A.T. necessiti, soprattutto per quanto concerne la
elaborazione delle nuove Norme Tecniche Operative, di una certa
quantità di tempo in considerazione della complessità e della
delicatezza della tematica trattata.
Allo scopo di evitare eccesive dilazioni nella messa a punto di
programmi considerati come urgenti ed indifferibili potrà essere
opportuno procedere alla parzializzazione di alcune delle attività
precedentemente illustrate nei punti da 1 a 4 e procedere, da subito,
alla definizione dei rispettivi programmi operativi.
10) L’individuazione dei criteri prioritari di attuazione del
P.A.T.
Nell’individuazione delle tematiche cui affidare criteri di
priorità in sede di attivazione del P.A.T attraverso il primo P.I.
progettato, l’Amministrazione seguirà i criteri assunti in sede di
Documento Preliminare, ed approfonditi successivamente
nel
corso delle differenti fasi di elaborazione del P.A.T..
Le priorità sono molte e significative, pur nella consapevolezza
che non tutto quanto è stato individuato dal P.A.T. potrà essere
realizzato nell’arco di una sola legislatura. Non per nulla,
infatti, il P.A.T. ha una validità decennale mentre i P.I. hanno
una durata operativa solo quinquennale.
A) Tutela dell’occupazione e delle attività produttive in essere
Una prima considerazione, tuttavia, è stata tenuta presente
dalla
Amministrazione
nella
individuazione
delle
azioni
prioritarie da sviluppare: la necessità, anzi, il dovere di
garantire per quanto possibile, e particolarmente a fronte della
gravissima crisi economica ed occupazionale che il Paese sta
attraversando, la salvaguardia
dei lavoratori occupati sul
territorio ed il sostegno di quelle iniziative imprenditoriali
funzionali a garantire questa tutela
ed
a permettere il
consolidamento e l’ampliamento di questa stessa occupazionalità.
All’interno del territorio comunale esistono alcune iniziative
imprenditoriali
proiettate
verso
un
proprio
significativo
consolidamento, altre alle quali sarebbe utile poter usufruire di
possibilità oggi non presenti al fine di garantire loro una
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migliore flessibilità e nuove
sviluppare quanto già in essere.
possibilità
di
ulteriormente
L’Amministrazione ritiene di assegnare a queste tematiche la
principale priorità nella
elaborazione
dei relativi
P.I.
procedendo,cosa che è possibile realizzare rapidamente, alla
immediata valutazione degli ambiti
sui quali insistono le
attività economiche e
produttive prima evidenziate al fine dei
necessari
aggiornamenti
cartografici,
nonché
di
procedere
all’immediato adeguamento normativo del settore interessato al
fine di poter procedere
alla conseguente stesura del relativo
P.I. il
quale si attuerà all’incirca con alcuni strumenti già
definiti nel PAT quali
sono le
“Scheda urbanistica Normata” di
cui all’Art 43 delle N.d.A del P.A.T., e la
Scheda integrata
dalla relativa Convenzione ex Art 6 L.R. 11/04, di cui all’Art. 45
delle N.d.A. del P.A.T.
Le successive tematiche cui l’Amministrazione ritiene di
affidare criteri di priorità, in ordine strettamente sequenziale,
nella stesura dei successivi PI saranno relative:
B)
C)
D)
E)
Alla residenzialità,
Al territorio agricolo ed alla zootecnia
Alle questioni attinenti al Centro Storico,
Al Sistema dei Servizi, del Verde e della Viabilità
B )La residenzialità
Per quanto concerne la residenzialità il P.A.T. ha individuato
le modalità ed i criteri attraverso i quali, sulla base delle
necessità che via via si evidenzieranno, procedere al consolidamento
del tessuto residenziale, particolarmente del Capoluogo.
Nel corso degli anni passati, soprattutto nel 2008, in sede di
formazione del P.A.T. sono già pervenute numerose richieste(88) di
intervento, frutto di una situazione socio economica e del mercato
immobiliare e delle costruzioni radicalmente diversa rispetto
all’attuale.
L’Amministrazione al riguardo e così come già preannunciato
all’interno di questo Documento, si muoverà sulla base di criteri di
trasparenza e di qualità nella individuazione degli ambiti sui quali
attivare i nuovi processi costruttivi.
All’interno del Primo Piano degli Interventi potrà essere anche
valutata la possibilità di immediata attivazione di alcuni ambiti a
destinazione residenziale ancora disponibili presenti all’interno
della urbanizzazione consolidata così come individuata dal P.A.T…
nonché l’attuazione di alcune osservazioni esaminate in fase di
redazione del PAT e rimandate alla fase attuativa del/dei PI.
Le scelte saranno attuate “senza voli pindarici”, con un sano
pragmatismo
eliminando
qualsiasi
tentazione
di
speculazione
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immobiliare da parte dei privati. Ciò comporterà lo smembramento
della programmazione anche in più Piani degli Interventi, immettendo
sul
mercato
limitate
opzioni
di
trasformazione
urbanistiche,
limitando così il consumo del suolo.
Criteri per l’assegnazione delle relative priorità saranno
quelli relativi alla valutazione:
1) Della effettiva necessità di nuova residenza
2) Della individuazione di localizzazioni che, oltre che
garantire accrescimento quantitativo della residenzialità
stessa, siano anche in grado sulla base delle indicazioni
espresse dal P.A.T. nella individuazione delle direttrici
di sviluppo di facilitare la ricerca di una “migliore
qualità del tessuto urbano che oggi appare, ai margini
dell’edificato, come un casuale susseguirsi di una serie
di lottizzazioni fra loro non correlate da una logica o da
un disegno complessivo ed unitario”.
3)
Della formalizzazione del Convenzionamento ex Art. 6 L.R.
11/04, ai sensi dell’Art. 45 delle N.d.A. del P.A.T.,
ricordando che da queste nuove iniziative dovranno derivare
Quelle risorse in grado di permettere alla Amministrazione
di attivare quelle azioni individuate dal P.A.T. nel settore
dei Servizi, del Verde, della Viabilità.
C) Il territorio agricolo e la zootecnia
Il P.A.T. regolamenta l’attività che può essere svolta all’
interno delle aree a destinazione agricola del territorio comunale
con tre Articoli delle N.d.A.:
L’Art
39
–
“Zona
a
prevalente
destinazione
agricola”,
all’interno della quale sono individuate le Corti rurali aventi
valore architettonico o storico-documentario (normate dall’Art. 25
delle N.d.A.), gli aggregati rurali
collegati alle attività delle
aziende agricole, intendendo per “aggregato rurale” il complesso di
edifici destinati ad abitazione della famiglia coltivatrice e dei
suoi dipendenti nonché le strutture agricolo-produttive, le aree a
corte, le pertinenze e gli accessori dell’attività agricola.
L’Art. 40 – “Allevamenti zootecnici intensivi” che individua,
classifica e garantisce le distanze minime che tali strutture, a
seconda del loro livello dimensionale, debbono rispettare
in
rapporto ai limiti delle zone agricole, ai confini della proprietà,
dalle residenze civili sparse e non di proprietà del conduttore dello
stabilimento ed, infine, dai centri abitati
L’Art 42 – “Criteri ed indirizzi per gli interventi all’interno
di ambiti significativi sotto il profilo paesaggistico ed ambientale
nei quali sono presenti elevati livelli di antropizzazione” che
regolamenta quelle porzioni del territorio agricolo che, per
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vicinanza con il Capoluogo o con altri centri abitati, sono
caratterizzati da una significativa presenza diffusa di abitazioni
residenziali non connesse con l’attività agricola dell’intorno.
All’interno di questo territorio il P.I., valutando anche le
richieste che potranno essere presentate dagli aventi causa, anche
attraverso l’utilizzazione di Schede Urbanistiche Normate, di cui
all’art. 43 delle N.d.A., assume provvedimenti atti a:
- promuovere e sostenere il recupero dei fabbricati abitativi e
agricolo-produttivi e
delle loro
pertinenze e
consentire la
realizzazione di fabbricati abitativi e agricolo-produttivi necessari
alle aziende agricole, garantendo il loro armonico inserimento nel
paesaggio agrario ed il rispetto della struttura insediativa del
territorio;
- favorire e promuovere le attività di accoglienza e servizio,
privilegiando interventi di restauro e riqualificazione edilizia e
territoriale,
con
particolare
riferimento
alle
attività
agrituristiche, alla commercializzazione di vicinato (“Chilometro
zero”) e all’agricoltura sociale da pare di imprese agricole di altri
soggetti, come definito da specifica disciplina regionale;
- garantire ove possibile, nella realizzazione di opere,
impianti o strutture, la permeabilità delle aree esterne scoperte,
prevedendo soluzioni idonee a favorire l’infiltrazione delle acque
meteoriche nel terreno;
- incentivare la riconversione delle superfici impermeabilizzate
con tipologie maggiormente permeabili;
- mettere a punto misure per favorire l’installazione di
impianti fotovoltaici
sugli edifici
e sui
manufatti rurali,
integrandoli architettonicamente, in considerazione dell’ampiezza
delle superfici di copertura caratterizzanti le varie tipologie di
edilizia rurale;
- promuovere e sostenere gli interventi di riqualificazione
ambientale e paesaggistica del territorio rurale, anche prevedendo
invarianti di natura ambientale, paesaggistica e agricolo-produttiva
per gli ambiti maggiormente significativi;
- promuovere le pratiche colturali che garantiscono la
conservazione
dei
paesaggi
agrari
storici
e
la
continuità
ecosistemica: al fine della cura e della manutenzione del territorio
sono riconosciute,
tutelate e
favorite le
pratiche agricole
tradizionali, anche
marginali, le
produzioni di
qualità, le
produzioni biologiche e le specificità territoriali;
garantire
l’esercizio
non
conflittuale
delle
attività
agricole, con particolare riferimento alle attività di allevamento
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zootecnico intensivo ai sensi dell’Art. 40
riferimento alla residenzialità dell’intorno.
delle
N.d.A.,
in
D) Le questioni attinenti al Centro Storico
Il Centro Storico di Badia Polesine è dotato di un Piano
Particolareggiato esteso all’intera sua superficie. La persistente
perdita di ruolo e di funzioni che affligge oggi il Centro Storico di
Badia Polesine, in analogia con quanto sta in genere avvenendo in
tutti gli altri Centri Storici, obbliga l’Amministrazione a valutare
quali possano essere le migliori azioni per dare avvio ad una linea
di controtendenza.che dovranno integrarsi con strumenti di natura
"programmatoria derogatoria” contenuti nel 3° aggiornamento del piano
casa la cui normativa regionale è in fase di imminente approvazione.
Non si tratterà, pertanto, di rimettere mano all’intero
impianto preesistente, che pure denuncia complessivamente qualche
segno dovuto all’età, si tratterà invece di valutare
e di
selezionare
alcuni
ambiti,
alcuni
nuclei
particolarmente
significativi del Centro Storico del Capoluogo per sviluppare su di
essi precise tematiche progettuali e normative in grado di riscuotere
l’attenzione su di essi di operatori economici e commerciali nonché
della stessa popolazione residente al fine di mettere in essere
significative e virtuose linee di inversione di tendenza, sia pure
all’interno della doverosa attenzione agli aspetti conseguenti alla
storicità ed alla delicatezza dell’ambiente sul quale si opera.
All’interno di questa azione il P.I. valuterà le modalità per la
realizzazione di quel sistema di collegamento continuo di spazi
verdi, ciclabili e pedonali costituente il cosiddetto “Anello
Orientale” di quella “Green Belt”, individuata dal P.A.T., e della
quale si tratterà con maggior dettaglio nel successivo capitolo di
questo Documento
E)Il Sistema dei Servizi, del verde e della Viabilità
Si è detto, nei Capitoli precedenti di questo Documento, che
l’attivazione dei Piani di Intervento conseguenti alla approvazione
del P.A.T. dovrà costituire anche l’occasione per il reperimento
delle risorse necessaria a sviluppare in maniera significativa,
sistematica e prioritaria
il Sistema dei Servizi e del Verde.
In fase temporale successiva, che andrà sicuramente oltre la
programmazione quinquennale ( anche perchè legata alla realizzazione
di opere infrastrutturali dell' area produttiva di “crocetta 4” e
della SFMR di competenza regionale), si potrà attuare il nuovo
impianto viabilistico individuato dal P.A.T. in grado di allontanare
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dal Centro Abitato, e dallo stesso Centro Storico, gli ingenti volumi
di traffico commerciale che oggi li affliggono.
Sulla base pertanto delle reperibilità finanziarie disponibili
l’Amministrazione intende attivare la realizzazione di quel sistema
di verde continuo individuato dal P.A.T. con la definizione di “Green
Belt” (Tav. 4.1 del P.A.T. ed Art. 54 delle N.d.A.) il quale, così
come descritto nella Relazione al P.A.T., è costituito da una
organizzazione continua di percorsi pedonali attrezzati a verde che,
dipartendosi
dalla
Riviera,
spina
centrale
cointeressante
il
Capoluogo ed il Centro Storico, potrà proseguire verso il palazzetto
dello Sport, l’Istituto di Istruzione Superiore “E.Balzan” e verso le
importanti aree destinate a Servizi individuate dal P.A.T. che
verranno a determinarsi nei pressi dello stesso Istituto.
Il P.A.T. specifica poi che una seconda direttrice di questa
cintura verde risalirà in adiacenza alla linea
ferroviaria,
utilizzando le fasce a verde che verranno a determinarsi in
conseguenza della realizzazione del Sistema Ferroviario Metropolitano
Regionale (S.F.M.R.-la cui sotenibilità finanziaria è comunque a
carico della Regione Veneto), laddove oggi è lo scalo merci e si
connette con gli spazi esistenti, a Nord, attualmente facente parte
del complesso dell’ex Ospedale, per riagganciarsi poi con il percorso
dell’Adigetto
dando così continuità e conclusione formale e
strutturale all’anello occidentale della “Cintura verde” così
individuato.
Tali interventi potranno trovare individuazione sia come
“effetti complementari” di quanto inserito nei singoli piani di cui
ai punti a) e b) e recepiti nel programma opere pubbliche oppure con
un atto ricognitivo
finale che fa propria la progettualità
precedentemente individuata e ne amplia i contenuti nelle parti
mancanti.
11)L’ attuazione dei Piani
degli Interventi
L’attuazione
della
programmazione
di
pianificazione
si
effettuerà rispettando in ordine cronologico quanto indicato nel
precedente paragrafo 10) in cui sono indicate gli assi di
intervento di cui ai paragrafi a), b), c), d) ed eventualmente
e) che si formalizzeranno con singole proposte di piano.
E’ ovvio che qualora pervenissero proposte di intervento da
parte di privati che implichino ricadute positive sul territorio
l’Amministrazione potrà adottare ulteriori piani specifici, anche
puntuali,
che si inseriscono con una programmazione straordinaria
rispetto a quanto “ordinariamente” rappresentato nella cronologia
soprarappresentata.
Il Primo Piano degli interventi del P.A.T. in coerenza con le
considerazioni svolte in precedenza, sarà articolato in due parti
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strutturali
e potrà anche
essere approvato, per economicità di
tempo, con due iter distinti e paralleli.
Lo step 1
certificherà le principali operazioni di Allineamento
del P.R.G. in riferimento al P.A.T., al fine semplificare
l’attività
dell’Amministrazione
rivolta
a
dar
pieno
soddisfacimento, per quanto consentito dalla normativa urbanistica
in vigore,
alle necessità ed alle richieste quotidiane espresse
dai cittadini e dalla economia locale.
Lo step 2 , costituendo di fatto il Primo Piano degli Interventi
Operativo, sarà
invece rivolta
ad attivare
iniziative tese,
attraverso interventi mirati, al consolidamento della occupazione e
delle attività produttive già localizzate sul territorio comunale che
necessitano, oggi, di consolidamento,
nonché a promuovere il
rilancio dell’attività edilizia
sulla base di una attenta
valutazione delle necessità oggi presenti sia in termini quantitativi
ma, soprattutto
qualitativi. Ciò nella consapevolezza
di quanto
questo settore di attività , se opportunamente calibrato, oltre che a
soddisfare attese
oggi presenti
nella popolazione
badiese e
costituire fattore di equilibrio e
di calmierazione nel settore
dell’abitazione,
possa porsi anche come
significativo momento di
promozione e rilancio di importanti settori di attività direttamente
collegati all’edilizia ed al suo indotto. Al fine di creare un
circuito virtuoso che si caratterizzi come start-up per il decollo
del tessuto produttivo di
tutte le iniziative che creino “volano
economico sin da subito” saranno inserite nel piano alcuni ambiti a
destinazione residenziale ancora disponibili presenti all’interno
della urbanizzazione consolidata così come individuata dal P.A.T…
nonché l’attuazione di alcune osservazioni esaminate in fase di
redazione del PAT e rimandate alla fase attuativa del/dei PI.
12)
Conclusioni
Il “Piano del Sindaco”, come sopra definito, risponde in
maniera sistemica agli impegni presi con i propri cittadini nel
programma della lista ESSERE BADIA laddove si esplicitava che “La
pianificazione urbanistica della città deve avvenire su basi
semplici, senza programmazioni faraoniche”. Per prima cosa si dovrà
approvare in conferenza dei servizi regionale il PAT
e alla sua
“vision” decennale. Passo successivo sarà l’attuazione del cosiddetto
Piano del Sindaco, anche per fasi successive, quale potenziale volano
economico per la realizzazione di diverse opere pubbliche.”
L’ Amministrazione Comunale intende operare per l’attuazione del
piano con i “piedi ben piantati per terra”, utilizzando strumenti di
flessibilità in grado di fronteggiare le esigenze che via via si
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proporranno nel corso degli anni, modellando le richieste
territorio con l’obiettivo di limitare il consumo del suolo.
di
Un piano che interagisce anche con ulteriori strumenti di
programmazione locale e sovralocale. Come ad esempio gli sviluppi
derivanti dalla futura applicazione del PATTO DEI SINDACI ( l’accordo
con l’Unione europea che consiste nell’impegno da parte degli enti
locali a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas effetto serra
entro il 2020 all’interno del proprio territorio, attuandosi
attraverso
il PAES- Piano d’
Azione per l’ Energia Sostenibile(Paes), con alcuni degli interventi realizzabili potranno essere lo
sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, cercando di favorire le
filiere
locali,
l’effientamento
energetico
degli
edifici,
l’illuminazione pubblica, il verde urbano e la logistica). Oppure,
nella regolamentazione da parte della Regione con la normativa del
PIANO CASA che avrà ricadute “ strutturali” anche sul nostro
territorio
Un “Piano del Sindaco” che ha l’ambizione di rapportarsi con le
esigenze anche dei territori contermini laddove si manifestino
accordi programmatici sovraccomunali per la gestione di reti/aree e
servizi
aprendosi
anche
a
sollecitazioni
esterne
(derivate
soprattutto
dalla
nuova
mobilità
e
dagli
orientamenti
di
programmazione regionale recepiti nel PTRC).
Consci delle limitazioni del bilancio comunale (ormai asfittico
dopo le politiche intraprese fino al 2008 determinando dal 2009
l’impossibilità finanziaria di contrarre mutui per la realizzazione
di opere pubbliche), cercheremo tuttavia di attivare un circuito
virtuoso fra amministrazione/imprese produttive /territorio/cittadini
per
creare
percorsi
leggeri
per
l’attuazione
del
rilancio
dell’economia badiese. Quella che in gergo si dice per AGGANCIARE LA
RIPRESA
Un impegno ambizioso: approvare la parte portante dei subpiani in 3
anni e mezzo che coincidono con la scadenza del mandato elettorale.
Obiettivo che può essere raggiunto a condizione che si mantenga la
stabilità dell’azione di governo: aspetto fondamentale! Un bisogno
vitale per la nostra città.
E’ sufficiente ricordare che per arrivare all’ approvazione da parte
della Regione Veneto, il PAT è stato “lavorato” per circa 9 anni ed
il succedersi di ben 4 Amministrazioni e 3 commissari prefettizi. Ora
invece con i Piani degli Interventi è possibile svolgere la propria
attività autorizzatoria all’ interno dell’amministrazione
comunale
comportando, perciò, una riduzione degli iter di approvazione.
E’ ovvio che la formazione di detti documenti sarà attuata nel solco
della massima trasparenza, non solo per quanto stabilito dal DLvo
33/2013 art. 39 recepito con Delibera di Giunta Comunale n. 92 del
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17/07/2013, ma per
trasparenza stessa.
la
caratteristica
che
ci
contraddistigue:
la
Cercheremo la collaborazione di tutti i protagonisti attivi
fermamente convinti che “non si fa il proprio dovere perché qualcuno
ci dica grazie. Lo si fa per principio, per se stessi, per la propria
dignità”.
Questo non è solo uno
slogan, ma una maniera seria per
progettare e vivere il cambiamento reale per un territorio migliore.
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