23.Omelia Lourdes 30ago
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23.Omelia Lourdes 30ago
Omelia nella S. Messa per gli Anniversari di Matrimonio Lourdes, Giovedì 30 agosto 2012 [Riferimento Scritture: 1Cor 1, 1-9; Mt 24, 42-51] 1. Cari sposi, vorrei ripercorrere con voi la prima lettura che può gettare luce di fede sulla vostra relazione coniugale in Cristo Gesù. Innanzitutto: siete stati santificati in Cristo Gesù. Con queste parole pensiamo al sacramento del Matrimonio e alla sua grazia. Il Sacramento non si aggiunge come una realtà nuova e diversa al vostro amore umano, al vostro desiderio e alla vostra decisione di donarsi l’uno all’altra per sempre. Ripensate alle parole che diciamo nella celebrazione del Matrimonio: parliamo di benedizione, di consacrazione dell’amore: il Sacramento è l’amore, il sì reciproco che vi siete detti, che Dio decide di riempire della sua grazia, di potenziare con il suo Spirito, di abitare con la sua presenza. San Paolo dice ai Corinti: Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni. Cari sposi vi suggerisco in questi giorni di fare memoria del vostro Matrimonio con occhi di fede, cercando di riconoscere la presenza e la grazia di Dio con due atteggiamenti interiori: il primo è la gratitudine verso Dio verso il coniuge verso i figli verso chi vi ha aiutato/aiuta come famiglia il secondo è la misericordia verso il coniuge verso i figli verso chi vi ha fatto del male come famiglia verso voi stessi. Invito tutti ad unirsi in questo fare memoria davanti a Dio: chi è vedovo, chi ha alle spalle un matrimonio difficile, fallito, chi ha una situazione matrimoniale non conforme agli insegnamenti della Chiesa. 2. In secondo luogo san Paolo vi invita a guardare al futuro: aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo e a farlo con speranza: Egli vi renderà saldi sino alla fine. Non si tratta solo di pensare all’ultimo appuntamento, ma anche di sapere che domani e dopo la nostra vita e la vostra relazione nella sua bellezza e nella sua fragilità è nelle mani di Dio. È Lui che vi renderà saldi fino alla fine, è Lui che dona la grazia della fedeltà, la grazia del perdono, della sopportazione, della pazienza e in questa grazia è anche la vostra gioia. Qui l’invito è ad ancorarsi alla preghiera e fortemente, insieme davanti al Signore Gesù. Due suggerimenti: la Messa insieme e una volta alla settimana l’adorazione insieme (anche solo cinque minuti). Infine san Paolo ci da una consegna importantissima: insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo. Non possiamo vivere la nostra fede, non possiamo vivere fedelmente la nostra vocazione, non potete vivere il vostro amore coniugale se non dentro alla Chiesa, con i fratelli e le sorelle che cercano di credere come noi e si sforzano di vivere il vangelo come noi. La piccola Chiesa della famiglia non può essere un bonsai - tutto bello e solitario - deve diventare un grande albero e per fare questo si inserisce nella grande assemblea. Vi consegno queste belle parole di papa Benedetto: la fede è sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. Nessuno può credere da solo. Riceviamo la fede, ci dice Paolo, attraverso l’ascolto. E l’ascolto è un processo dell’essere insieme in modo spirituale e fisico. Soltanto nella grande comunione dei fedeli di ogni tempo che hanno trovato Cristo e che sono stati trovati da Lui posso credere. Il fatto di poter credere lo devo innanzitutto a Dio che si rivolge a me e, per così dire, “accende” la mia fede. Ma molto concretamente devo la mia fede a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo grande “con”, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa. (Erfurt, 24 settembre 2011)