Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della
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Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della
G It Cons - vol. IV - n. 3, pp. 183-194 Luglio-Settembre 2006 Gianluca Plotino Laura Buono Nicola Maria Grande Francesco Somma Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Istituto di Clinica Odontoiatrica Direttore: Prof. Renzo Raffaelli Cattedra di Endodonzia Titolare: Prof. Francesco Somma Corrispondenza: Dott. Gianluca Plotino Via Eleonora Duse, 22 00197 Roma Tel.: 068072289 – Fax: 0688644341 Cell.: 3396910098 E-mail: [email protected] Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della letteratura. Parte I: accesso, preparazione e irrigazione Clinical applications of ultrasonics in endodontics. Review of the literature. Part I: Access, cleaning and shaping RIASSUNTO Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente sviluppo di strumenti e tecniche, che hanno notevolmente migliorato la predicibilità e la prognosi del trattamento endodontico. I maggiori vantaggi sono stati portati dall’introduzione e dallo sviluppo del microscopio operatorio e delle fonti ad ultrasuoni con numerose punte a disposizione per le diverse situazioni cliniche. Gli ultrasuoni con un range di frequenza in KHz sono ampiamente usati nella pratica clinica, specialmente nel campo della parodontologia, dell’endodonzia, della conservativa e della protesi. Gli ultrasuoni possono migliorare la qualità del trattamento e rappresentano un aiuto importante per risolvere i casi più complessi. Sin dalla loro introduzione in endodonzia, gli ultrasuoni sono diventati sempre più utili in molte applicazioni cliniche, quali l’apertura della cavità d’accesso, la preparazione e l’otturazione dei canali radicolari, la rimozione di ostruzioni e di materiali intracanalari, l’endodonzia chirurgica. Da questa review della letteratura risulta evidente che l’uso di diverse punte ad ultrasuoni può garantire una serie di vantaggi nella riuscita delle prestazioni endodontiche e che l’integrazione con altre moderne tecnologie, associate a migliorati materiali e tecniche, ha oggi cambiato il modo di lavorare in endodonzia. Nella prima parte di questo lavoro ver- ranno descritte ed approfondite le applicazioni cliniche degli ultrasuoni nella pratica endodontica durante le fasi di accesso all’endodonto, di preparazione dei canali radicolari e di irrigazione canalare. Parole chiave: Endodonzia, innovazioni, ultrasuoni. ABSTRACT The last years have seen an accelerating in development of techniques and tools which have dramatically improved the predictability of successful treatment outcomes. The biggest technical advantages have come from microscopes and ultrasonics. Ultrasound in the KHz frequency range is used widely in clinical dentistry. The most common uses are in the fields of periodontology, endodontics and restorative dentistry. Ultrasonics could enhance quality of treatment and represent an important adjunct to solve difficult cases. Since its introduction into endodontics, ultrasonics has become increasingly useful in a number of applications in clinical practice such as access cavity opening, cleaning, shaping and obturation of root canals, removal of intracanal materials and obstructions and endodontic surgery. It is evident from this overview that the use of different ultrasonic tips can provide several advantages in the clinical endodontic performances and that integration of specific technology, coupled © Copyright 2006, CIC Edizioni Internazionali, Roma. with enhanced techniques and materials have totally changed the way endodontics are practiced. In the first part of this study it will be analysed the clinical applications of ultrasonics in endodontics regarding of their use during the access phase of the endodontic treatment and for cleaning and shaping the root canal system. In conventional access procedures, ultrasonic tips are indispensable for access refinement, locating MB2 canals in upper molars and accessories canals in the other teeth, finding calcified canals in any tooth and the removal of attached pulp stones. In looking for MB2 canals in upper molars, ultrasonics are excellent for removing the secondary dentin that often slopes off the mesial wall. This is what occludes the MB2 canal. Ultrasonics also perform well when breaking through the calcification that covers the canal orifice. In these application bigger tips must be used in the initial phases for removing calcifications, interferences, materials and secondary dentin; in the more difficult phases of finding canal orifices it should be required thinner and longer tips. Despite of the root canal preparation performed with ultrasonically activated files was one of the most studied aspect regarding ultrasound application in endodontics, to date the ultrasonically preparation of root canals seem not to have a clinical application. In fact, numerous are the studies that have shown no differences between ultrasonic and traditional instrumentation techniques and that have underlined some negative aspects of the ultra- 183 Gianluca Plotino e Coll. sonic preparation technique especially in curved canals. The effectiveness of irrigation relies on both the mechanical flushing action and the chemical ability of irrigants to dissolve tissue. The flushing action of irrigants helps to remove organic and dentinal debris and microorganisms from the root canal system. The flushing action created by syringe irrigation is relatively weak and dependent not only on the anatomy of the root canal system but also on the depth of placement and the diameter of the needle. Increase in the volume of irrigant does not significantly improve its flushing action and its efficacy to remove debris. Larger apical canal shapes also improve debridement and disinfection of canals, however, thorough cleaning of the most apical part of any preparation remains difficult. The only way that you can effectively clean webs and fins is through movement of your irrigation agent. Ultrasonics are a great help in cleaning these difficult anatomical features. Investigations into the role of the irrigant and associated ultrasound vibration, have demonstrated that continuous movement of the irrigant during canal preparation is linked directly to the effectiveness of the ultrasonic instrument because the flushing action of irrigants may be enhanced by using ultrasound. Key words: Endodontics, innovations, ultrasonics. INTRODUZIONE La strumentazione con ultrasuoni è stata dapprima introdotta in odontoiatria dall’industria sotto forma di un trapano (Catena, 1953; Balamuth, 1967). Questi strumenti venivano usati per la preparazione cavitaria prima del restauro (Postle, 1958). Malgrado questa tecnica abbia ricevuto commenti favorevoli (Oman & Applebaum, 1954; Nielsen et al., 1955), non è mai divenuta popolare ed è stata rimpiazzata dall’introduzione del molto più efficace manipolo ad alta velocità (Street, 1959). Un ulteriore sviluppo si 184 è avuto quando Zinner (1955) propose l’utilizzo di uno strumento ad ultrasuoni per rimuovere i depositi solidi dalla superficie dentale. La strumentazione è stata migliorata da Johnson & Wilson (1957) e lo scaler ad ultrasuoni fu utilizzato nella rimozione della placca dentale e del tartaro. Ulteriori sviluppi dell’uso clinico degli ultrasuoni hanno incluso lo sviluppo delle tecniche endodontiche ultrasoniche. Tale concetto è stato dapprima introdotto da Richman (1957) ma non è stato più sviluppato sino all’articolo di Martin nel 1976. Questi strumenti venivano usati clinicamente nella preparazione dei canali radicolari prima dell’otturazione. In due ulteriori articoli, Martin et al. (1980a, 1980b) hanno dimostrato l’abilità dei K-File attivati con gli ultrasuoni nel tagliare la dentina. Il termine endosonics fu coniato da Martin e Cunningham (1984, 1985) e definito come sistema ultrasonico e sinergico della strumentazione e disinfezione dei canali radicolari. Gli ultrasuoni sono una forma meccanica di energia. È energia sonora con una frequenza superiore al limite umano udibile che è di 20 KHz. L’intervallo di frequenze impiegate nelle unità ultrasoniche è tra 25 e 40 KHz (Stock, 1991). Per di più, manipoli a bassa frequenza che lavorano sia a 1.5 che 3 KHz sono stati sviluppati in diretta competizione al vero dispositivo ad ultrasuoni (Laurichesse, 1985). I dispositivi sonici sono stati anche sviluppati con una frequenza compresa tra 1 e 8 KHz che è considerevolmente inferiore alla frequenza di 30 KHz per gli strumenti tradizionali ad ultrasuoni (Lumley et al., 1994; Lloyd et al., 1996; von Arx et al., 1998; von Arx & Kurt, 1999). I dispositivi a bassa frequenza sono stati sviluppati perché è stata riportata una correlazione nell’incidenza delle alterazioni dentali con la regolazione della frequenza delle punte ad ultrasuoni (Layton et al., 1996). Infatti, gli strumenti sonici lavorano ad una frequenza più bassa e producono stress di taglio inferiori rispetto agli strumenti ad ultrasuoni (Ahmad et al., 1987a). Apparecchi differenti possono quindi cambiare la tipologia di vibrazione delle punte (Ahmad et al., 1993). Molti differenti tipi di sistemi ad ultrasuoni sono stati sviluppati per l’uso in endodonzia e sono basati su generatori di ultrasuoni magnetostrittivi e piezoelettrici (Walmsley, 1987; Lumley et al., 1988). Vi sono infatti due metodi base per produrre ultrasuoni (Laird & Walmsley, 1991). Il primo è la magnetostrizione, che converte l’energia elettromagnetica in energia meccanica. Una pila di metallo magnetostrittivo nel manipolo è soggetta ad un campo magnetico fisso ed alternato, come risultato del quale sono prodotte le vibrazioni. Il secondo metodo si basa sul principio piezoelettrico. Viene usato un cristallo che cambia dimensione quando viene applicata una carica elettrica. Questa deformazione del cristallo viene convertita in una oscillazione meccanica senza produzione di calore (Stock, 1991). Gli ultrasuoni piezoelettrici hanno alcuni vantaggi se comparati alle prime unità magnetostrittive. Offrono più cicli per secondo (Hz): 40 KHz contro i 24 KHz dell’altro metodo e le punte di queste unità lavorano linearmente con un effetto tipo pistone. Questo è ideale in endodonzia ed è particolarmente evidente quando si cercano canali nascosti e per la rimozione di perni e strumenti fratturati. In più, nella chirurgia endodontica, questo movimento è ideale per creare una cavità retrograda. Una unità magnetostrittiva, d’altro canto, crea più di un movimento a forma di “8” (ellittico). Questo non è ideale né per l’endodonzia chirurgica, né per quella non chirurgica. Le unità magnetostrittive hanno anche lo svantaggio che la pila genera calore e devono essere raffreddate (Stock, 1991). Applicazione degli ultrasuoni in endodonzia Sebbene gli ultrasuoni siano stati anche usati in odontoiatria per applicazioni terapeutiche e diagnostiche insieme alla pulizia degli strumenti prima della sterilizzazione (Walmsley, 1988), il loro principale utilizzo attualmente rimane in relazione allo scaling dentale e alla terapia dei canali radicolari (Walmsley, 1988; Stock, 1991; Walmsley et al., 1992). Il concetto di una odontoiatria minimamente invasiva (Peters & McLean, 2001b) e il desiderio di preparazioni microcavitarie ha stimolato nuovi approcci per il disegno Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della letteratura. Parte I: accesso, preparazione e irrigazione della cavità, inclusa l’applicazione degli ultrasuoni come sistemi di preparazione delle cavità (Sheets & Pasquette, 2002). Numerose sono le applicazioni degli ultrasuoni in endodonzia (Tab. 1): 1. rifinitura della cavità d’accesso, reperimento degli imbocchi canalari, rimozione delle calcificazioni camerali; 2. preparazione canalare; 3. attivazione degli irriganti canalari; 4. rimozione delle ostruzioni intracanalari (strumenti fratturati, perni endocanalari, perni metallici fratturati, coni d’argento); 5. rimozione della guttaperca e dei carrier thermafil per il ritrattamento o la preparazione dello spazio per il perno; 6. condensazione ultrasonica della guttaperca; 7. posizionamento dell’MTA; 8. endodonzia chirurgica: preparazione e rifinitura cavitaria e posizionamento del materiale da otturazione retrograda. Nella prima parte di questa revisione della letteratura, gli Autori analizzeranno le applicazioni delle tecniche ultrasoniche nelle fasi di accesso all’endodonto, con particolare riguardo alla rifinitura della cavità d’accesso, al reperimento degli imbocchi canalari e alla rimozione delle calcificazioni camerali, di preparazione canalare e di irrigazione e detersione del sistema dei canali radicolari. Nella seconda parte verranno affrontate e descritte le applicazioni delle fonti e delle punte ultrasoniche nei ritrattamenti canalari e quindi nella rimozione delle ostruzioni intracanalari (strumenti fratturati, perni endocanalari, perni metallici fratturati, coni d’argento) e della guttaperca e dei carrier thermafil durante il ritrattamento o la preparazione dello spazio per il perno. La terza parte concluderà questa serie di articoli analizzando le applicazioni degli ultrasuoni per la condensazione dei materiali endodontici, come la guttaperca e il Mineral Trioxide Aggregate (MTA), ed in endodonzia chirurgica, dando particolare risalto alla preparazione e rifinitura cavitaria ed al posizionamento del materiale da otturazione retrograda. Rifinitura della cavità d’accesso, • Rifinitura della cavità d’accesso, reperimento degli imbocchi canalari, rimozione delle calcificazioni camerali • Preparazione canalare • Attivazione degli irriganti canalari • Rimozione delle ostruzioni intracanalari (strumenti fratturati, perni endocanalari, perni metallici fratturati, coni d’argento) • Rimozione della guttaperca e dei carrier thermafil per il ritrattamento o la preparazione dello spazio per il perno • Condensazione ultrasonica della guttaperca • Posizionamento dell’MTA • Endodonzia chirurgica (preparazione e rifinitura cavitaria e posizionamento del materiale da otturazione retrograda) Tab. 1 - Applicazioni degli ultrasuoni in endodonzia. Clinical applications of ultrasonics in endodontics. reperimento degli imbocchi canalari, rimozione delle calcificazioni camerali Una delle maggiori sfide che il dentista generico deve affrontare è il reperimento dei canali, particolarmente in quei casi in cui l’imbocco è stato obliterato da dentina secondaria o calcificato a causa della presenza di materiali da restauro o in seguito a pulpotomia. Ogni preparazione della cavità d’accesso in un dente calcificato determina la possibilità di perforare e distruggere quel dente. Ogni preparazione della cavità d’accesso eseguita in maniera scorretta rende molto più difficile ogni procedura successiva. La mancanza di un accesso rettilineo è forse la principale causa di strumenti fratturati (Fig. 1), di perforazioni e dell’impossibilità a far giungere i file fino al forame apicale (Clark, 2004). Fortunatamente nuovi strumenti e procedure hanno notevolmente migliorato la predicibilità di una corretta preparazione della cavità d’accesso. I più importanti progressi provengono dall’uso del microscopio, di frese specifiche per l’accesso e degli ultrasuoni (Buchanan, 2002). La visualizzazione al microscopio e gli strumenti ad ultrasuoni sono una sicura ed efficace combinazione per raggiungere ottimi risultati (Gorduysus et al., 2001). Nelle procedure convenzionali di apertura della camera pulpare, le punte ad Fig. 1 - L’uso di uno strumento rotante prima della rimozione precoce delle interferenze ne ha determinato la separazione. The use of a rotary instrument without a straight line access led to the fracture of the file. ultrasuoni sono indispensabili per rifinire adeguatamente la cavità d’accesso (Fig. 2), per localizzare il secondo canale della radice mesio-vestibolare nei molari superiori (Fig. 3, a-b), per repe- 185 Gianluca Plotino e Coll. a b Fig. 3 - Reperimento e allargamento dell’imbocco del secondo canale mesio-buccale (MB2) in un secondo molare superiore (a). La rimozione della dentina che sovrasta l’imbocco del MB2 è stata effettuata in modo rapido ed efficiente con punte ad ultrasuoni diamantate (b). Fig. 2 - Cavità endodontica in un primo molare superiore. La rifinitura con punte a ultrasuoni diamantate permette una rifinitura con completa eliminazione delle interferenze mantenendo una elevata visibilità anche con l’utilizzo del microscopio operatorio. The orifice of the second mesiobuccal canal (MB2) in an upper second molar was located and enlarged (a). Dentine spur upon the orifice was rapidly and effectively eliminated with the use of diamond-coated ultrasonic tips, thus permitting to easily locate the orifice of the canal (b). Endodontic access cavity performed in an upper first molar. Finishing the cavity walls with diamond ultrasonic tips permits to completely remove coronal interferences maintaining a good visibility even using the operating microscope. rire canali calcificati in ogni dente (Fig. 4 a-b-c-d) e per la rimozione delle calcificazioni camerali (Fig. 5 a-b). Un accesso visibile e il perfetto controllo che le punte da taglio ultrasoniche garantiscono durante la preparazione dell’accesso, li rendono strumenti indispensabili per i dentisti, soprattutto per il trattamento dei molari. La preparazione dell’accesso di un molare è difficile per tutti i clinici. Gli ultrasuoni hanno reso possibile un miglior ottenimento dell’accesso in questi denti difficili in molto meno tempo. Nel reperimento del 4° canale nei molari superiori, gli ultrasuoni sono eccellenti nel rimuovere quella dentina secondaria che è spesso adesa alla parete mesiale, ostruendone l’accesso. Le punte ad ultrasuoni che hanno estremità appuntite non sono indicate a questo scopo poiché possono mutilare i solchi nel pavimento della camera pulpare, che partendo dal canale mesio-vestibolare ci possono indirizzare e condurre nella ricerca del 4° canale. Un buon riferimento da ricordare quando si cercano canali nascosti è che 186 Fig. 4 - Reperimento del canale vestibolare calcificato in un primo premolare superiore fratturato (a, b, c); la preparazione dell’istmo è stata effettuata con punte ad ultrasuoni (d). Location of the buccal calcified canal in a first upper fractured premolar (a, b,c); isthmus was prepared using ultrasonic tip (d). a b Fig. 5. - Presenza di una estesa calcificazione in camera pulpare di un primo molare superiore (a). La rimozione di questa è particolarmente facilitata dall’utilizzo di punte ad ultrasuoni (b). Large pulp stone in an upper first molar (a). It was effectivaly and safely removed through the use of ultrasonic tips (b). Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della letteratura. Parte I: accesso, preparazione e irrigazione la dentina secondaria è generalmente biancastra o opaca, mentre il pavimento della camera è più scuro e più grigiastro in composizione. Gli ultrasuoni si comportano anche bene per oltrepassare le calcificazioni che ricoprono gli imbocchi dei canali. In questa applicazione le punte più grandi devono essere usate nelle fasi iniziali per rimuovere calcificazioni, interferenze, materiali e dentina secondaria; nelle fasi più difficili di reperimento degli imbocchi canalari dovrebbero essere usate punte più sottili e più lunghe. Preparazione canalare In passato si era presa in considerazione la possibilità di pulire e sagomare i canali radicolari unicamente con gli ultrasuoni. Gli strumenti ultrasonici sono stati introdotti nella preparazione dei canali radicolari nel 1957 da Richman. Nel 1980, Martin et al. (1980a, 1980b) dimostrarono la capacità di tagliare la dentina di K-File attivati con ultrasuoni. Un’unità ultrasonica, progettata da Cunningham e Martin, è stata presentata e adattata per essere impiegata in endodonzia nel 1982. Barnett et al. (1985a, 1985b) e Tronstad et al. (1985) sono stati i primi a riportare l'impiego di uno strumento sonico per l'endodonzia. Numerosi studi hanno dimostrato che i canali preparati con strumenti sonici ed ultrasonici si presentano significativamente più puliti di quelli preparati con strumenti manuali (Cunningham & Martin, 1982a; Cunningham et al., 1982b; Cunningham et al., 1982c; Martin & Cunningham, 1985; Nehammer & Stock, 1985; Tang & Stock, 1989a; Tang & Stock, 1989b; Prati et al., 1994). Numerosi studi hanno analizzato le differenti caratteristiche di un file attivato tramite ultrasuoni, come l'efficacia di taglio (Martin et al., 1980a; Martin et al., 1980b; Miserendino et al., 1988; Hennequin et al., 1992; Gulabivala et al., 1993; Lumley et al., 1996a; Lumley et al., 1996b; Lumley et al., 1996c), valutazioni microbiologiche (Ahmad 1989; Rodriguez & Biffi 1989; Ahmad et al., 1990), le caratteristiche della preparazione del canale radicolare (Chenail & Teplitsky, 1985; Kielt & Montgomery, 1987; Ahmad & Pitt Ford 1989b; Dummer et al., 1989; Murgel et al., 1991; Lumley & Walmsey 1992; Lumley et al., 1992; Briseno et al., 1993; Lumley et al., 1993; Torabinejad, 1994), gli aspetti meccanici e tecnici dei file e dei manipoli (Lumley & Walmsley, 1991; Lumley et al., 1991; Lumley et al., 1994; Lumley, 1996; Lumley et al., 1996d) e le implicazioni cliniche (Martin & Cunningham, 1982a; Martin & Cunningham, 1982b; McKendry, 1990; Lee et al., 1991; Vansan et al., 1997). Nonostante i risultati iniziali fossero buoni, gli studi sugli strumenti sonici ed ultrasonici hanno dato risultati contrastanti. Infatti, altri studi non sono riusciti a dimostrare la superiorità di questi strumenti come tecnica di strumentazione primaria, in quanto l'alesaggio non risultava migliore di quello ottenuto con gli strumenti manuali (Barnett et al., 1985b; Langeland et al., 1985; Pedicord et al., 1986; Ahmad et al., 1987a; Ahmad et al., 1987b; Reynolds et al., 1987; Stamos et al., 1987; Ahmad et al., 1988; Baker et al., 1988; Chenail & Teplitsky 1988; Goldberg et al., 1988; Goldman et al., 1988; Ahmad & Pitt Ford 1989a; Biff & Rodrigues, 1989; Briggs et al., 1989; DeNunzio et al., 1989; Ehrlich et al., 1989; Loushine et al., 1989; Pugh et al., 1989; Walker & del Rio, 1989; Yahya & ElDeeb, 1989; Mandel et al., 1990; Walker & del Rio, 1991; Smith & Edmunds, 1997; Smith & Edmunds, 1998). La relativa inefficienza dell'alesaggio ultrasonico è stata attribuita alla costrizione del file all'interno di uno spazio canalare non svasato (Walmsley et al., 1989). L'impiego attivo degli ultrasuoni per pochi minuti dopo la strumentazione manuale invece è stato associato ad una maggior pulizia del canale o dell'istmo canalare rispetto alla sola preparazione manuale (Goodman et al., 1985; Lev et al., 1987; Haidet et al., 1989; Metzler & Montgomery 1989; Archer et al., 1992). Nonostante la preparazione canalare realizzata tramite file attivati con gli ultrasuoni sia uno degli aspetti più studiati tra le applicazioni degli ultrasuoni in endodonzia, ad oggi la preparazione completa dei canali radicolari tramite ultrasuoni non sembrerebbe avere più un'applicazione clinica. Attivazione degli irrigatori canalari L’efficacia dell’irrigazione si fonda sia sulla diffusione meccanica, che sull’abilità chimica degli irriganti di dissolvere il tessuto (Abou-Rass & Piccinino, 1982; Lee et al., 2004b). Il flusso degli irriganti aiuta a rimuovere detriti organici e dentinali e microrganismi dal canale (Baker et al., 1975). Il flusso creato dall’irrigazione è relativamente debole e dipende non solo dall’anatomia del sistema canalare ma anche dalla profondità e dal diametro dell’ago (Abou-Rass & Piccinino, 1982; Chow, 1983; Teplitsky et al., 1987). Infatti, gli irriganti riescono a progredire di solo 1 mm oltre la punta dell’ago (Ram, 1997). L’aumento del volume degli irriganti non incrementa significativamente il flusso e l’efficacia nel rimuovere i detriti (Walter et al., 2002). Diametri di preparazione apicale più ampi migliorano la disinfezione dei canali radicolari (Abou-Rass & Piccinino, 1982); tuttavia pulire l’intero spazio canalare risulta quasi impossibile (Wu & Wesselink, 1995). L’unico modo per pulire è attraverso il movimento dell’agente irrigante (Baumgartner & Cuenin, 1992) in quanto non è possibile pulire meccanicamente diverse zone dello spazio endocanalare (Figg. 6 e 7). Gli ultrasuoni sono un grande aiuto nella pulizia di questi tratti anatomici difficili (Figg. 8 e 9). Indagini circa il ruolo dell’irrigante associato alla vibrazione ultrasonica hanno dimostrato che il movimento continuo dell’irrigante durante la preparazione canalare è direttamente collegato all’efficacia dello strumento ultrasonico (Griffiths & Stock, 1986; Ahmad et al., 1987a; Ahmad et al., 1987b; Krell & Johnson, 1988; Krell et al., 1988; Baumgartner & Cuenin, 1992). Jensen et al. (1999) hanno proposto una tecnica per la pulizia canalare attivando passivamente un file sonico o ultrasonico nel canale dopo strumentazione manuale. Attivazione passiva significa che non c’era tentativo di portare lo strumento a contatto con le pareti canalari. Il flusso degli irriganti potrebbe quindi essere aumentato dall’uso degli ultrasuoni (Ahmad et al., 1987b; Teplitsky et al., 1987; Druttman & Stock, 1989; Stock, 1991; Cheung & Stock, 1993). Ciò sembra aumentare l’efficacia delle 187 Gianluca Plotino e Coll. Fig. 8 - Otturazione tridimensionale di un secondo molare inferiore in cui si è evidenziata una complessa anatomia apicale. Lo svuotamento del contenuto organico ed inorganico dei canali radicolari è facilitato dall’attivazione dei liquidi irriganti mediante ultrasuoni. Fig. 6 - Otturazione tridimensionale di un ampio canale laterale presente nel terzo medio di un incisivo laterale superiore, grazie all’ottimale detersione ottenuta anche attraverso l’attivazione degli irriganti canalari con file ultrasonici. Three-dimensional obturation of a large lateral canal in the middle third of a lateral upper incisor. This was obtained thanks to the optimal cleaning of the root canal system that was achieved also through the activation of the irrigating solution with ultrasonic files. Fig. 7 - Otturazione tridimensionale di un primo molare inferiore in cui si è evidenziata una complessa anatomia apicale. soluzioni irriganti nel rimuovere detriti organici ed inorganici dalle pareti del canale radicolare (Martin et al., 1980b; Weller et al., 1980; Cunningham & Martin, 1982a; Cunningham et al., 1982b; Cunningham et al., 1982c; Giangrego, 1985; Goodman et al., 1985; Stamos et al., 1987; Teplitsky et al., 1987; Krell et al., 1988; Stock, 1991; Cheung & Stock, 1993; Lumley et al., 1993; Cameron, 1995a ; Cameron, 1995b ; Jensen et al., 1999; Ardila et al., 2003; Sabins et al., 2003; Ferreira et al., 2004; Lee et al., 2004b). Un motivo di questo potrebbe essere che durante l’irrigazione ultrasonica una maggiore velocità e volume d’irrigante viene a crearsi nel canale (Lee et al., 2004b). Gli apparecchi ultrasonici sono progettati per permettere all’irrigante di pas- a b c Three-dimensional obturation of a mandibular first molar with a complex apical anatomy. Three-dimensional obturation of a mandibular second molar with a complex apical anatomy. The complete removal of the organic and inorganic contents of the root canal system was made easier throughout the ultrasonic activation of the irrigating agents. Fig. 9 - Secondo molare inferiore con patologia pulpare acuta in atto (a).La radiografia intraoperatoria mostra la congiunzione dei canali a livello del terzo apicale (b). L’otturazione tridimensionale dello spazio endodontico mette in evidenza una vasta lacuna parapicale presente in questa variante anatomica (c). La detersione di queste zone è implementata dall’azione delle lime ultrasoniche. Second mandibular molar with acute pulpal pathosis (a). Intraoperative radiograph shows the joining of the root canals in the apical third (b). Three-dimensional filling shows a large parapical space of this particular anatomic configuration (c). Cleaning was enhanced by the use of ultrasonic files. 188 Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della letteratura. Parte I: accesso, preparazione e irrigazione sare lungo il file ultrasonico. La capacità delle soluzioni di dissolvere il tessuto potrebbe essere aumentata dagli ultrasuoni se le rimanenze del tessuto pulpare e/o lo smear layer vengono toccati direttamente dall’irrigante e sono soggetti direttamente alla vibrazione ultrasonica (Cheung & Stock, 1993). Questo perché gli ultrasuoni creano sia il fenomeno della cavitazione, che della corrente acustica. La cavitazione è minimale ed è ristretta alla punta (Ahmad et al., 1988). Il fenomeno della corrente acustica invece è maggiormente significativo (Lee et al., 2004a). Infatti, l’irrigante è attivato dall’energia ultrasonica imposta dagli strumenti che producono la corrente acustica e i vortici (Ahmad et al., 1987b; Krell & Johnson, 1988; Stock, 1991). Gli ultrasuoni sembrano accrescere anche la disinfezione dei canali radicolari infetti (Cunningham et al., 1982b; Cunningham et al., 1982c; Sjogren & Sunqvist, 1987; Abbott et al., 1991; Briseno et al., 1992; Huque et al., 1998; Mayer et al., 2002; Spoleti et al., 2003) probabilmente perché i tessuti organici vengono distrutti dagli ultrasuoni (Walmsley, 1987; Williams, 1972). Sebbene il numero delle colonie sopravvissute fosse inferiore quando l’attivazione ultrasonica era stata usata, nessuna tecnica era però in grado di garantire la completa disinfezione (Baker et al., 1975; Bystrom & Sundqvist, 1981; Jensen et al., 1999; Spoleti et al., 2003; Lee et al., 2004a). Cameron (1987) sosteneva un effetto sinergico tra l’ipoclorito di sodio e gli ultrasuoni. L’abilità dell’NaOCl nel dissolvere il collagene aumentava se era riscaldato, così l’effetto riscaldante degli ultrasuoni sull’irrigante potrebbe essere importante per questa proprietà (Stock, 1991). Alcuni ricercatori hanno messo in dubbio l’efficacia dell’irrigazione con la siringa nei canali stretti (Senia et al., 1971; McComb et al., 1976; Langeland et al., 1985; Lev et al., 1987; Cheung & Stock, 1993; Heard & Walton, 1997); canali sottili possono compromettere anche l’azione ultrasonica (Druttman & Stock, 1989; Stock, 1991; Usman et al., 2004). Infatti quando i file sonici ed ultrasonici sono usati in canali piccoli, curvi, essi potrebbero essere trattenuti, il che riduce il movimento vibratorio e l’efficacia nella pulizia (Walmsley & Williams, 1989). Queste soluzioni, infatti, dovrebbero essere in contatto diretto con le superfici per un’azione efficace (Guerisoli et al., 2002). Per quanto riguarda il piccolo diametro dei canali radicolari, è spesso difficile per le soluzioni irriganti raggiungere l’apice radicolare. Alcune ricerche confermano che la porzione apicale del canale è la meno pulita dall’irrigazione (Mayer et al., 2002; Karadag et al., 2004). Per questo motivo diametri di preparazione apicale di grandi dimensioni vengono ricercati da diversi Autori (Abou-Rass & Piccinino, 1982; Tronstad, 2003; Lee et al., 2004a). I file ultrasonici potrebbero quindi garantire di raggiungere l’intera lunghezza del canale radicolare con le soluzioni irriganti (Krell et al., 1988). Sfortunatamente non si conoscono quali siano i diametri e le conicità idea- li che permetteranno una buona irrigazione ultrasonica (Lee et al., 2004a). Nonostante l’uso degli ultrasuoni associati a varie soluzioni irriganti contribuisca alla rimozione dello smear layer (Martin et al., 1980b; Cymerman et al., 1983, Langeland et al. 1985; Cheung & Stock, 1993; Cameron, 1995b; Guerisoli et al., 2002), gli ultrasuoni sembrano essere meno efficaci nell’aumentare l’attività dell’EDTA (Cameron, 1983; Cameron, 1984; Ciucchi et al. 1989; Abbott et al., 1991; Cameron 1995a). Anche se Cameron (1995) ha riferito che il regime più efficace con gli ultrasuoni era di attivare ogni dose di irrigante posizionata nel canale, sembra di maggior applicazione clinica usare questa tecnica solo durante l’irrigazione finale dopo la preparazione canalare (Fig. 10). La tecnica è abbastanza semplice: alcune unità di ultrasuoni possono suppor- a b Fig. 10 - Trattamento endodontico di un secondo premolare inferiore di destra (a). L’otturazione con guttaperca calda dopo abbondante irrigazione attivata con ultrasuoni al termine della preparazione canalare ha permesso l’otturazione di un ampio canale laterale nel tratto apicale che non era stato sondato dagli strumenti endodontici (b). Endodontic treatment of a second mandibular premolar (a). Orturation of the root canal system with warm guttapercha after irrigation using ultrasonic activation of the solutions at the end of the root canal instrumentation led to the filling of a large apical accessory canal that has not instrumented with endodontic files (b). 189 Gianluca Plotino e Coll. a b c Fig. 11 - Fasi di sondaggio (a, b) e otturazione canalare ultimata in un terzo molare inferiore particolarmente complicato (c). Anche in casi estremamente complessi l’attivazione dei liquidi irriganti migliora la detersione e di conseguenza l’otturazione tridimensionale del sistema endodontico. Root canal instrumentation (a, b) and obturation of a third mandibular molar (c). Even in extremely complex cases the use of the ultrasonic activation of the irrigating solution may enhance the quality of the cleaning and filling of the three-dimensional root canal space. tare un flusso continuo d’irrigante. Un file azionato dagli ultrasuoni con un flusso costante d’irrigante viene introdotto, di 1 mm più corto della lunghezza di lavoro per 1 minuto, e usato passivamente con movimenti di piccola ampiezza, senza permettere alla punta di penetrare nella dentina. Il file non viene mosso dopo aver iniziato l’attivazione, eccetto che nel tentativo di mantenerlo centrato nel canale. L’onda acustica, come descritto da Ahmad et al. (1987), produce sufficiente forza per dislocare i detriti nei canali strumentati. Quando i file venivano attivati con gli ultrasuoni in modo passivo, l’onda acustica era sufficiente a produrre canali più puliti rispetto a quelli prodotti dalla strumentazione manuale solamente (Fig. 11). Essi hanno dedotto che per massimizzare l’onda acustica per la pulizia, i migliori risultati si ottenevano con un file di piccola taglia che vibrava liberamente nel canale. Da 30 secondi a 1 minuto di attivazione ultrasonica sembrano essere sufficienti a produrre canali puliti (Sabins et al., 2003), anche se è stato proposto di stare 2 minuti nel canale con il file ultrasonico per incrementare la sua azione (Krell et al., 1988). Per l’irrigazione ultrasonica è stata sug- 190 Fig. 12 - Solchi da strumentazione evidenziati in una immagine al SEM sulle pareti canalari di un campione irrigato con l’utilizzo di file ultrasonici (1150x). SEM image of the instrumentation grooves created by an ultrasonic file on the root canal walls (1150x). gerita una potenza media (Cameron, 1982; Crabb 1982; Cameron 1987; Cameron 1988), infatti la combinazione di una potenza ultrasonica inferiore con ipoclorito di sodio è risultata di non maggiore efficacia rispetto all’ipoclorito da solo (Tauber et al., 1983; Goldman et al., 1988). In alternativa, se l’apparecchio ultrasonico non può assicurare un flusso continuo d’irrigante, esso deve essere posizionato nei canali con una siringa e una punta di spreader oppure un file ultrasonico può essere scelto e posizionato all’interno dell’agente irrigante ed attivato. Si osserveranno molte bolle e dopo 20-30 secondi è possibile che la soluzione sia evaporata. Riposizionare la soluzione e ripetere per altri 20-30 secondi. La vibrazione ultrasonica può agire anche toccando il gambo di un file manuale inserito all’interno del canale con una punta ad ultrasuoni qualsiasi. Esso trasmetterà la vibrazione all’irrigante all’interno del canale, ma esiste un maggior rischio di toccare le pareti dentinali. Per il fatto che i file sonici od ultrasonici non dovrebbero toccare le pareti canalari, è stato proposto l’utilizzo di file lisci (Sabins et al., 2003). File in acciaio attivati da ultrasuoni, infatti, tendono a creare gradini e tacche sulle pareti canalari (Sundqvist & Figdor, 1998), a causa delle loro superfici lavoranti (Fig. 12). File lisci, quindi, dovrebbero lasciare pareti dentinali più regolari (Mayer et al., 2002) prevenendo di danneggiare la preparazione canalare ultimata, andando a toccare inavvertitamente le pareti canalari durante l’attivazione passiva (Sabins et al., 2003). Applicazioni cliniche degli ultrasuoni in endodonzia. Revisione della letteratura. Parte I: accesso, preparazione e irrigazione BIBLIOGRAFIA 1. Abbott PV, Heijkoop PS, Cardaci SC, Hume WR, Heithersay GS. An SEM study of the effects of different irrigation sequences and ultrasonics. Int Endod J 1991; 24:308–16. 2. Abou-Rass M, Piccinino MV. The effectiveness of four clinical irrigation methods on the removal of root canal debris. Oral Surg Oral Med Oral Pathol 1982; 54:323–8. 3. Ahmad M, Pitt Ford TR, Crum LA. 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