Anno 02 Num. 09 - Medimia Magazine
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Anno 02 Num. 09 - Medimia Magazine
Rivista di Medicina, Attualità, Cultura MEDIMIA MAGAZINE - Bimestrale - novembre - dicembre 2012 - Periodico a diffusione gratuita - Anno III n° 9 le smagliature: nuove strategie terapeutiche dermatologia l’acne 16 estetica iperidrosi ascellare 27 FOCUS 35 ambliopia infantile e anorressia in adolescenza oncologia il tumore alla mammella 30 reportage berlino 56 MEDIMIA MAGAZINE Periodico a diffusione gratuita Anno III n° 9 novembre - dicembre 2012 sommario editoriale i disturbi alimentari 3 idrologia il benessere perduto 48 dermatologia congresso catania 5 estetica le smagliature 53 master laser in dermatologia 10 reportage berlino 56 l’acne 16 saperi & sapori antipasti di natale 64 16 chirurgia estetica biostimolazione al viso 23 53 filosofia cento coltellate al cuore 67 iperidrosi ascellare 27 società c’era una volta il teatro san carlo 70 oncologia il tumore alla mammella 30 FOCUS l’infanzia 35 30 anima & corpo le stelle consigliano... 76 contatti 78 56 35 editoriale Pasquale Malvone [email protected] direttore responsabile pasquale malvone coordinatore scientifico mario sannino anoressia e bulimia, il male silenzioso degli adolescenti redazione scientifica giovanni cannarozzo alfonso carotenuto paolo caterino luigi cuoco gioacchino listro domenico piccolo nadia russo hanno collaborato a questo numero: raffaele aratro, fabrizio castagnetta, maria costantino, pietro falanga, naida faldetta, aniello federico, fabrizio melfa, paul steven nisticò, alessandro poidomani, sergio ragni, aldo reale, marco verolino. coordinamento grafico antonio di rosa vincenzo pinto C ari lettori, numerose ricerche mediche, nazionali ed internazionali, ci dicono in maniera inconfutabile che sempre più adolescenti soffrono di disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia. Tra questi altri “disturbi alimentari non altrimenti specificati che sfuggono ai criteri diagnostici classici e che rischiano di essere curati in maniera adeguata. In genere si stima che il 25% dei bambini con un normale sviluppo psicofisico ed il 35% dei bambini con una difficoltà di sviluppo possono presentare un problema alimentare. Secondo recenti statistiche, circa 2 milioni di giovani italiani, tra i 12 e i 25 anni, sono affetti da disturbi alimentari. Ancora più preoccupante il dato fornito dal Cidap (Centro italiano disturbi alimentari psicogeni): in Italia ci sono circa 1 milione e 450 mila ragazze bulimiche e 750 mila anoressiche. Nel focus di questo numero, abbiamo voluto trattare il fenomeno in maniera più dettagliata, interpellando il parere di uno specialista che quasi quotidianamente ha a che fare con questo tipo di problematiche. Nella società dell’immagine, dove l’apparire prevale sull’essere, gli adolescenti rappresentano le vittime sacrificali di questo sistema, colpite da un nemico subdolo che avanza silenzioso. portale medimia.it antonio galli fotografia luigi caterino agenzie fotografiche fotolia mg group editore EPS srl stampa Grafica Metelliana Cava De’ Tirreni (Sa) direzione e amministrazione EPS srl isola 7, lotto 759 80035 - cis di nola (na) tel. +39 081 5109495 fax +39 081 5109415 www.medimia.it [email protected] l’autore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonchè per eventuali omissioni o inesattezze delle fonti delle immagini riprodotte nel presente numero. Registrazione n° 5 del 21/06/2010 presso il tribunale di t. annunziata UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA dermatologia “1 world meeting on lasers 2012” th i protagonisti sono stati i partecipanti N on capita spesso che un congresso di medicina desti così tanto interesse come quello che ha suscitato il primo Meeting Mondiale di Laserterapia che si è svolto a Catania dal 25 al 27 ottobre scorso. Un evento mediatico che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti della materia, italiani ed internazionali. Un successo che non va letto solo in ter- mini numerici, oltre 300 partecipanti, ma nel consenso e nell’interesse che ha suscitato in tutta la comunità scientifica. Gli organizzatori sono consapevoli del fatto che dopo Catania la laserterapia non 5 dermatologia sarà più come prima. E’ la prima volta, infatti, che viene organizzato un congresso monotematico su una tecnologia che sta diventando sempre più importante ed indispensabile nella pratica clinica dermatologica. Un ringraziamento va agli organizzatori del meeting: Giovanni Fabio Zagni, Santo Dattola e Mario Sannino. La grande partecipazione di medici specialisti e di aziende produttrici è un segnale importante per tutta la laserterapia in quanto modifica in parte l’approccio con questa disciplina per troppo tempo lasciata a se stessa e priva di una organizzazione didattica e formativa quanto più unitaria possibile. E’ una vittoria per gli organizzatori e per tutti i 6 congresso di laserterapia partecipanti. Nel contempo, un passo avanti per la ricerca. Il successo non è arrivato per caso, come ci tiene a sottolineare il prof. Giovanni Cannarozzo, relatore in numerosi congressi nazionali ed internazionali (e responsabile insieme ai colleghi Pierluca Bencini, Nicola Zerbinati e Paolo Bonan) del programma scientifico di questo meeting: «tutte le relazioni presentate al Convegno sono state scelte al fine di diffondere in ambito medico la possibilità di utilizzare le sorgenti di luce per il trattamento di numerose condizioni patologiche ed inestetiche della pelle. Lo sviluppo delle varie sessioni indicava con razionalità la scelta della sorgente in rapporto al tessuto da trattare (vascola- re, pigmentario, d’organo). Il dato saliente è stato proprio quello di fornire delle linee guida che possano in parte orientare i medici che utilizzano questi sistemi ad eseguire interventi corretti. La presenza di relatori stranieri presenti al Meeting, che in futuro cercheremo di incrementare, è servita per un confronto costruttivo con la nostra scuola - aggiunge il prof. Cannarozzo - in quanto paesi diversi vivono situazioni e casistiche diverse o affrontano a volte identiche situazioni cliniche con tecniche o strategie terapeutiche particolari che reciprocamente è molto utile conoscere. La laserterapia è una disciplina tutto sommato abbastanza nuova non tanto sotto l’aspetto della conoscenza scientifica quanto sulla diffusione competente delle 70 dermatologia sue applicazioni dermatologiche. Questo deriva dal fatto che la Laserterapia non è materia di studio istituzionalizzata. «Esistono naturalmente in Italia e nel mondo importanti ed esperti referenti per questo settore - prosegue - ma la difficoltà sta proprio nel trasmettere questo flusso di esperienza ed informazioni in modo continuo ed in sedi accessibili a chi voglia studiare e perfezionarsi. Per questo motivo - conclude il professore Cannarozzo - è lodevole ed auspicabile che si affermino Società Scientifiche ed Accademie che in modo serio si prendano a cuore il compito di far crescere la diffusione e la corretta applicazione di una disciplina cosi innovativa ed importante». Da sottolineare l’importante contributo che allo studio ed alla diffusione della Laserterapia fornisce ormai da molti anni il Gruppo Italiano di Laser Dermatologia (G.I.L.D. - F.T.P.) promuovendo e organizzando in tutta Italia corsi di 8 congresso di laserterapia formazione teorico-pratici aperti a tutti i medici seriamente interessati all’apprendimento ed al perfezionamento in questa materia. Scontata una seconda edizione del Meeting, probabilmente ancora in una città italiana anche se non è escluso che il Meeting possa svolgersi in futuro in una città d’oltreoceano. L’esperienza di Catania, inoltre, continua per tutti in un nuovo progetto di durata biennale: il Master Universitario di Secondo Livello “Laser in Dermatologia”, che si terrà presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, anno accademico 2012/2013. sotto la direzione del Prof. Steven Paul Nisticò. L’iscrizione è riservata per un numero massimo di 50 persone, in possesso del diploma di laurea in medicina e chirurgia e il titolo di specializzazione in dermatologia con esperienza almeno triennale in strutture pubbliche o private ad indirizzo dermatologico. l’intervista i tumori cutanei 9 dermatologia all’università tor vergata nasce il primo master di secondo livello di laser in dermatologia intervista al direttore del master, prof. dott. paul steven nisticò C ome nasce l’idea di un Master Universitario di Laser in Dermatologia? Il corso nasce in primo luogo dalla richiesta dei medici specialisti in Dermatologia e discipline affini ed in generale da tutta la comunità scientifica, in quanto i numerosi corsi che riguardano questo settore della medicina non hanno fornito, ad oggi, linee guida che consentano applicazioni laser sicure e ripetibili. Lo scopo è quello di garantire la massima qualità scientifica con la possibilità di conferire al termine del percorso un titolo accademico di “Master di II livello in Laser Dermatologia”, qualifica professionale che oggi non può non essere presente nel bagaglio culturale di uno specialista moderno e aggiornato. 10 Da chi è stato organizzato? Il Master è stato concepito dal sottoscritto insieme ai dottori Giovanni Cannarozzo e Mario Sannino, specialisti qualificati nel settore della laserterapia dermatologica ed estetica. È istituito presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma Tor Vergata, da parte della Cattedra di Dermatologia diretta dal Prof. Sergio Chimenti. Dove si svolge e in che cosa consiste? Si tratta di un Corso teorico- pratico, organizzato in moduli mensili autonomi di 2 o 3 giorni consecutivi che si svolgono presso le aule e gli ambulatori del Policlinico di Tor Vergata a Roma. Ogni modulo comprende una parte teorica ed una parte pratica. Nella parte pratica saranno utilizzati i sistemi laser più avanzati per il trattamento di casistica patologica ed estetica. Il Corso dura complessivamente 18 mesi. Quali sono i requisiti per partecipare? Il Corso è riservato ai medici specialisti in Dermatologia italiani e stranieri. La selezione avverrà sulla base dei titoli valutati dal Consiglio del Master. Il numero dei partecipanti al Corso non può superare i 50 iscritti. Da chi sono tenute le lezioni? Le lezioni sono tenute dai Professori della Cattedra di Dermatologia dell’ Università di Roma Tor Vergata e da esperti internazionali nei diversi settori della materia: si spazierà dalla fisica alla diagnostica (clinica ed ottica non invasiva), fino alla parte pratica ed applicativa su numerosi casi clinici. congressi meeting di dermoscopia ed imaging cutaneo Gubbio '13 “Dove va la Dermoscopia?”, Gubbio, 11-13 aprile 2013 Il Meeting di Dermoscopia ed Imaging Cutaneo di Gubbio è dedicato ai medici specialisti cultori della materia e si propone la formazione teorico-pratica e l’aggiornamento sui temi e sulle tecniche principali. Il programma scientifico è composto da: - Sessioni tematiche su particolari aspetti della semeiotica dermoscopica - Sessioni di casistica dermoscopica interattiva (“Pearls”) - Simulazioni pratiche di approccio clinico-dermoscopico al paziente, mediante monitoraggio digitale (“Ambulatorio Virtuale”) - Esercitazione pratica sul paziente mediante differenti apparecchiature digitali. 1) Le Sessioni tematiche analizzeranno le più recenti acquisizioni dermoscopiche in ambito di tumori di natura melanocitaria (nevi di Clark, lesioni spitzoidi, melanoma in situ, melanoma acrale e delle mucose) e non melanocitaria (carcinoma squamo- e basocellulare, altri tumori epiteliali, annessiali e connettivali), i nuovi campi d’impiego sistematico della metodica, quali le patologie degli annessi piliferi ed ungueali, le patologia cutanee infiammatorie, le patologie virali e le entomodermatosi, nonché si spingeranno a valutare limiti, prospettive e ulteriori potenzialità d’impiego della dermoscopia. 2) Le Sessioni di casistica dermoscopica (“Pearls”) vedranno alternarsi sul palco alcuni tra i più noti esperti dermoscopisti italiani, che proporranno alla platea i casi clinici più rari ed interessanti tra quelli osservati nella loro pratica clinica, coinvolgendo i partecipanti nell’analisi dei reperti dermoscopici e nella sintesi diagnostica finale. 3) Le simulazioni pratiche di approccio clinico-dermoscopico al paziente, mediante monitoraggio digitale (“Ambulatorio Virtuale”) consistono in un particolare quanto originale “percorso diagnostico” condiviso tra Tutor e partecipanti: a questi ultimi, suddivisi in tre gruppi distinti in tre diverse aule, verranno sottoposte a rotazione da tre diversi relatori alcuni casi clinici di particolare impegno e complessità (pazienti con numerose lesioni melanocitarie atipiche, pazienti con melanomi multipli, con melanoma familiare, etc.); grazie al supporto informatico interattivo, i partecipanti potranno seguire il monitoraggio fotografico delle lesioni prese in esame e stabilire insieme al Tutor la diagnosi e le strategie di gestione più idonee delle stesse. 4) L’esercitazione pratica permetterà al Tutor di effettuare in aula sul paziente in tempo reale un esame videodermoscopico, che coinvolgerà nella diagnosi finale i Partecipanti, commentando le varie fasi esecutive della metodica. A conclusione dei lavori i partecipanti dovrebbero: - aver migliorato le proprie capacità diagnostiche nei confronti dei tumori melanocitari e non melanocitari, delle patologie degli annessi piliferi ed ungueali, delle patologie cutanee infiammatorie, virali e parassitarie. - Avere le conoscenze tecniche atte a valutare le precise caratteristiche delle varie apparecchiature per la Dermoscopia, al fine di dotarsi dei dispositivi più adatti alle proprie esigenze per una corretta ed efficace diagnostica non invasiva. - Affinare le proprie risorse strategiche nei confronti dei pazienti dalla gestione particolarmente impegnativa, e segnatamente nella sorveglianza clinico-dermoscopica dei soggetti ad alto rischio per melanoma e nel monitoraggio di trattamenti con terapie fisiche e farmacologiche. 12 Gubbio 13 Dermoscopia ed Imaging Cutaneo Advanced Meeting “Dove va la Dermoscopia?” Park Hotel Ai Cappuccini — 11-13 aprile 2013 Chairmen: Saturnino Gasparini, Gian Luigi Giovene Co-chairmen: Domenico Piccolo, Stefano Cavicchini, Vincenzo De Giorgi estendi la tua dermoscopia Scopo dell’evento è quello di fornire le informazioni indispensabili per un moderno utilizzo della dermoscopia, non più limitato alla diagnosi del melanoma ma esteso alla individuazione precoce di altre neoformazioni cutanee ed alle applicazioni pratiche che vanno oltre il campo oncologico. Con il Patrocinio di Segreteria Organizzativa: Joining People Srl Tel. +39 06/2020227 - Fax +39 06/20421308 - [email protected] dermatologia nadia russo specialista in dermatologia l’acne e suoi postumi macchie e cicatrici L’ acne è un problema della pelle molto diffuso, basti pensare che l’80-90% della popolazione può esserne colpita. Inizia a manifestarsi nel periodo della pubertà – adolescenza (intorno ai 12- 14 anni), per protrarsi sino all’età più adulta di 20 – 22 anni. E’ pur vero però che oggi è sempre più frequente riscontrare l’ac- 16 ne in pazienti di 30 – 40 anni, soprattutto di sesso femminile. I fattori che provocano l’acne possono essere diversi, ecco perchè si parla di etiopatogenesi multifattoriale. Infatti fattori ormonali, meccanici, genetici, infiammatori e batterici sono implicati nello sviluppo della patologia. L’acne si caratterizza per l’infiammazio- ne cronica dei follicoli pilosebacei soprattutto delle zone del viso, tronco e dorso, oltre che ad un incremento della secrezione sebacea,ad un eccesso di cheratinizzazione del follicolo pilifero e a proliferazione batterica (P. acnes). Le lesioni con cui si manifesta clinicamente sono svariate e possono presentarsi contemporaneamente in uno stes- dermatologia so paziente. Possono aversi lesioni non infiammatorie (punti neri o comedoni aperti e punti bianchi o comedoni chiusi) e lesioni infiammatorie quali papule, pustole, noduli e cisti. A tal proposito non tutti i tipi di acne presentano la stessa gravità, ma a seconda delle lesioni si classifica in vari gradi: Acne comedonica o di grado lieve, Acne l’acne e i suoi postumi papulo – pustolosa o di grado moderato, Acne nodulo – cistica o di grado severo, Acne conglobata o fulminans o di grado molto severo. Di fondamentale importanza diventa l’approccio clinico-terapeutico, perché se tempestivo ed appropriato, aiuta a ridurre al minimo gli effetti secondari dell’acne, ovvero i suoi esiti sia in ter- mini di macchie che di cicatrici. Le cicatrici sono depressioni dermiche causate da danni al collagene; nell'acne possono determinarsene diversi tipi sia in correlazione alla gravità dell'acne stessa, sia, più frequentemente, ai casi che non vengono trattati adeguatamente. La risposta al trattamento varia in base al tipo di cicatrice e in alcuni casi può non essere soddisfacente. L’impatto estetico di tale problematica, di sicuro, è importante, infatti le cicatrici, per i soggetti che ne sono portatori, sono fonte di preoccupazione ed a molti di essi non piace la propria immagine fotografica poiché pone di fronte alla triste realtà di vedersi la pelle segnata dai “buchi”, ecco perché c’è la spasmodica ricerca di qualcosa che possa migliorarle. Secondo una più recente classificazione le cicatrici si suddividono in: cicatrici a “cono”, a “scodella” ed a “scatola”. Di difficile, ma non impossibile risoluzione, sono le cicatrici dell’acne. Un primo passo può essere mosso effettuando dal dermatologo dei peeling chimici (dall’inglese to peel= spellare) favorendo l’eliminazione dei strati cutanei, facilitando così il rinnovamento cellulare. I risultati ottenibili sulla cute sono modulabili in relazione alle sostanze e agli accorgimenti adoperati. I peeling possono raggiungere varie profondità a seconda del tipo e della concentrazione della sostanza utilizzata, del tempo di posa della sostanza utilizzata sulla cute e dal numero di passaggi sulla stessa area. Maggiore è la profondità di azione della sostanza impiegata e più evidenti saranno i risultati, ma saranno anche maggiori le complicanze post – peeling. E’ molto importante quindi che i pazienti collaborino in maniera attiva con il medico e seguano alla lettera tutti gli accorgimenti appropriati da effettuare a domicilio. Al- 17 dermatologia Cicatrici d’acne l’acne e i suoi postumi Dispositivo medico monouso (Roller) Cicatrici d’acne: trattamento laser frazionale tra metodica di recente introduzione è il needling. Essa si avvale dell’utilizzo di un dispositivo medico monouso (Roller) di larghezza pari a 10 o 20 mm munito di un numero variabile di microaghi in acciaio inossidabile (da 96 a 192) disposti in file (4 o 8) e aventi lunghezza compresa tra 0,15 e 1,5 mm. La tecnica consiste nel far scorrere in tutte le possibili direzioni il rullo, esercitando una pressione variabile a seconda dei casi, ma comunque lieve e costante, in modo da avere una distribuzione uniforme dei microfoni; anche la profondità di penetrazione è variabile a seconda del modello (0,07 mm – 1,3 mm). Come manifestazioni immediate si verificano sanguinamento (bleeding), tra- sudazione sierosa minima, comparsa di gonfiore e rossore, occlusione rapida dei microfori ed arresto del sanguinamento. Come manifestazioni tardive si ha in prima giornata gonfiore ed arrossamento; attenuazione già in seconda giornata e scomparsa del tutto in terza, quarta giornata. Tra i vantaggi di questa metodica vi è sicu- 19 20 dermatologia ramente il fatto che la barriera cutanea resta integra e che i tempi di guarigione sono piuttosto rapidi, non si hanno esiti ipercromici ed è praticabile in tutti i fototipi. Gli effetti collaterali sono minimi, talvolta può manifestarsi l’herpes simplex. Per le cicatrici da acne più profonde, che poco o nulla rispondono ai trattamenti chimici, si può ricorrere ad altri trattamenti più aggressivi e di maggiore efficacia e risoluzione, mediante l’utilizzo del laser frazionato. La sempre più crescente necessità di trovare una soluzione efficace per tale problematica e con tempi di recupero brevissimi, ha portato alla messa a punto l’acne e i suoi postumi di metodiche laser sempre più raffinate. Infatti, i laser frazionati oggi si distinguono in minimamente ablativi e non ablativi. Nei trattamenti minimamente ablativi si verifica un piccolo danno epidermico che risolve completamente nell’arco di 7 giorni, mentre nei trattamenti non ablativi, l’epidermide è completamente preservata ed i tempi di recupero sono praticamente nulli. Infatti la metodica non ablativa viene riservata a quei pazienti che hanno necessità di non comprimere la propria vita di relazione, a quelle donne che hanno necessità di truccarsi già dal giorno dopo il trattamento ed a tutte quelle persone che hanno scarsa disponibilità di tempo da dedicare nel post-operatorio. In definitiva, però, ogni caso richiede un trattamento personalizzato e talvolta avvalendosi di protocolli integrati di trattamento. Ciò significa, quindi, che bisogna affidarsi a mani esperte. Il medico dopo attenta valutazione della problematica da affrontare, sceglie il o i trattamenti più appropriati a seconda delle necessità del paziente, che riescano a concordare il giusto approccio terapeutico garantendo la massima efficacia con effetti collaterali minimi e di veloce risoluzione. Casistica Cicatrici d’acne: trattamento laser non ablativo Acne Comedonica Acne Cistica Acne Papulo-pustolosa 21 chirurgia estetica fabrizio melfa specialista in scienza dell’alimentazione alessandro poidomani specialista in angiologia medica la biostimolazione al viso: atto preventivo o terapeutico? G li studiosi ci dicono che il volto è la principale area della comunicazione non verbale umana, e proprio attraverso il nostro volto che trasmettiamo le sette emozioni primarie: felicità, sorpresa, paura, tristezza, collera, disgusto e interesse. Il bisogno di vedere in faccia il nostro interlocutore indica l’importanza di questa parte del corpo nel veicolare messaggi. Lo vediamo anche nel gioco della seduzione: a parlare per primi sono i nostri occhi, il nostro sorriso. Entriamo in relazione con gli altri attraverso il viso. Esso ha dunque un ruolo sociale fondamentale, a qualunque età. Dunque il viso è il principale manifesto della nostra bellezza estetica e non solo, anche dell’anima. Non c'è da stupirsi se il viso è al centro di tutte le nostre attenzioni e, nonostante il lungo periodo di crisi che stiamo trascorrendo, non vengono lesinate spese sui prodotti per prendervene cura. Il 61% delle donne rivela di coccolare innanzitutto il proprio viso con l'aiuto di creme giorno, creme notte, prodotti illuminanti ed esfolianti. Con un'ossessione particolare per l'idratazione. La Medicina Estetica moderna ha abbracciato la filosofia che prevede di preservare la fisionomia dell’individuo guidando i processi di invecchiamento, sia per i soggetti giovani che, soprattutto, per i meno giovani. Nell’ambito dei trattamenti rivolti al mantenimento dello stato di salute della pelle del viso e soprattutto del ringio- vanimento cutaneo, la Biostimolazione rappresenta il punto di partenza per la riattivazione della funzionalità del fibroblasta, protagonista assoluto del tessuto cutaneo. Il segno più evidente del tempo che passa è rappresentato dalla progressiva comparsa delle rughe. Ma come si determina questo graduale e fisiologico processo di invecchiamento cutaneo che, passando per secchezza, perdita di tono e rilassamento dei tratti del viso, porta nel corso degli anni alla formazione della ruga, espressione visibile di alterazione cellulare, biochimica e microvascolare della compagine dermoepidermica? E’ ormai chiaro che il complesso degli elementi cutanei, con al centro la cosiddetta 23 chirurgia estetica lifting in 3d Crema Giorno Crema Notte libera la tua giovinezza Roydermal 24 Divisione Italia • Roma chirurgia estetica matrice extracellulare, rappresenta una struttura in assoluto equilibrio dinamico; da un lato con processi di degradazione, dati da enzimi (ialuronidasi, collagenasi ed elastasi) che operano per il continuo rimodellamento, e dall’altro attività di neosintesi, realizzate dai fibroblasti con la loro produzione di macromolecole (acido ialuronico, collagene ed elastina). Se i processi degradativi prevalgono su quelli di neosintesi, gradualmente si ha un impoverimento della componente macromolecolare della pelle, che progressivamente invecchia e perde tono, con formazione di inestetismi e rughe. La diminuzione della quantità di acido ialuronico e di collagene nel derma sono fra le cause principali dell’invecchiamento cutaneo. In riferimento a queste evidenze scientifiche, noi medici estetici consigliamo sempre più di effettuare dei trattamenti di Biostimolazione cutanea poiché è una terapia distrettuale atta a stimolare i fibroblasti a produrre elastina, collagene, acido ialuronico, favorisce un incremento numerico di tali cellule insieme ad un loro riequilibrio metabolico, rallenta il metabolismo catabolico del collagene (inibendo proteasi e collagenasi), dell’acido ialuronico (inibendo le ialuronidasi), dell’elastina (inibendo l’elastasi) e a realizzare un’azione scavanger dei radicali liberi dell’ossigeno. Per realizzare una biostimolazione cutanea vengono utilizzati diversi principi attivi: l’acido ialuronico a basso peso molecolare, concepito per essere riassorbito in tempi brevi; l’idrossiapatite di calcio, per la stimolazione di collagene di tipo I; i complessi polivitaminici; i complessi aminoacidici; la glucosamina solfato; il polidesossiribonucleotide. La biostimolazione è conveniente effettuarla in particolare nelle zone foto- biostimolazione al viso esposte come il viso, collo, decolleté e mani; con lo scopo di rallentare l’invecchiamento cutaneo, di assicurare una buona luminosità, una buona elasticità e un buon turgore. Da ciò si evince che la biostimolazione è un’arma fondamenta- le nell’ottica della prevenzione dei processi di invecchiamento cutaneo, ma sempre più viene utilizzata come atto terapeutico vero e proprio di ringiovanimento in associazione ai trattamenti chirurgici o con tossina botulinica o con i filler. 25 26 chirurgia estetica fabrizio castagnetta specialista in chirurgia plastica iperidrosi ascellare quando la sudorazione diventa un problema L a sudorazione è un normale meccanismo di regolazione della temperatura corporea ma per alcuni ciò può essere causa di problemi e disagio. L’iperidrosi ascellare è caratterizzata da un eccesso di sudorazione nella zona ascellare che interferisce nelle normali attività giornaliere della persona. Il chirurgo plastico Fabrizio Castagnetta, ci spiega quali sono le cause ed i possibili rimedi. Qual è la percentuale di popolazione che soffre di questo problema? Si stima che circa il 3% della popolazione soffra di questo problema, ma non dobbiamo dimenticare anche quelli che soffrono di eccessiva sudorazione del palmo 27 chirurgia estetica delle mani e della pianta dei piedi. Questa “condizione” piuttosto che “patologia” è causa di forte imbarazzo per le persone che ne soffrono con ripercussione nella vita sociale. Può essere segnale di malattie più importanti? In linea di principio no e coloro che ne soffrono sono, in genere, persone in buona salute ma che si vedono costrette a rinunciare ad una vita di relazione normale anche per via della necessità di frequenti cambi d’abito. A che età comincia l’iperidrosi ascellare? Normalmente questa condizione inizia con la pubertà ma molti pazienti, per una forma di pudore, non ne parlano né tantomeno vanno alla ricerca di un trattamento risolutivo anche per mancanza di conoscenza delle varie opportunità terapeutiche. In molti pazienti, al di là della abbondante sudorazione, si può avvertire anche del cattivo odore, da cosa è provocato? Le ghiandole sudoripare sono generalmente considerate come la sorgente principale del sudore, il loro secreto è fatto per il 99% di acqua, ma di contro, le ghiandole apocrine con il loro secreto ricco di proteine e lipidi sono le responsabili della bromidrosi ossia la sudorazione accompagnata da cattivi odori. Quali sono le possibilità di trattamento? Negli anni passati ci si poteva affidare solamente a trattamenti topici o all’uso di particolari deodoranti, oggi fortunatamente esistono, sia tutta una serie di trattamenti mini invasivi, alcuni dei quali in grado anche di risolvere definitivamente il problema, soprattutto per quei pazienti appartenenti alla fascia 1 e 2 della scala di gravità, sia nuovi apparecchi medicali che promettono un miglioramento a lungo termine con minimo rischio. Ce ne parli …. 28 iperidrosi ascellare La tossina botulinica di tipo A è stata ed è ampiamente utilizzata per il trattamento dell’iperidrosi primaria. Normalmente da 30 a 100 unità vengono iniettate nel derma in piccole aliquote tutt’attorno all’area interessata in ciascuna ascella. Una significativa riduzione della sudorazione permarrà per 4 - 6 mesi poi sarà necessario ripetere l’applicazione. Scala di gravità dell’iperidrosi ascellare 1. 2. 3. 4. L’inconveniente è il fastidio legato alle punture in una zona ad alta sensibilità. Esiste anche un’opzione chirurgica per l’iperidrosi ascellare legata all’uso di una cannula per liposuzione introdotta nello spazio subdermico con una piccola incisione, che si basa sul trauma meccanico con conseguente distruzione delle ghiandole sudoripare. Ma lo stesso risultato lo si può ottenere in una forma meno invasiva con l’utilizzo di un laser Nd:Yag 1320 nm introdotto alla stessa maniera con la stessa finalità di raggiungere e danneggiare le ghiandole sudoripare ma Mai evidente e non interferisce con la vita di tutti i giorni Tollerabile e qualche volta interferisce con la vita di tutti i giorni Appena tollerabile e frequentemente interferisce con l’attività giornaliera Intollerabile e sempre interferisce con la vita sociale e di tutti i giorni con un trauma decisamente inferiore. Infine durante il congresso internazionale Aesthetic Asia 2012 che si è tenuto a Singapore nel mese di Settembre il sudcoreano Dr. Sungil In ha presentato uno studio con l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza di ultrasuoni micro-focalizzati ad alta intensità per il trattamento dell’iperidrosi ascellare primaria. Il trattamento, in un’unica sessione, ha comportato una riduzione media del sudore del 76% a 14 giorni ed una riduzione media del sudore del 93% a 30 giorni dopo l’applicazione. A parte qualche livido e un po’ di dolorabilità, il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati ad alta intensità si è dimostrato efficace e sicuro per la cura della iperidrosi ascellare. Il follow-up per ciò che concerne la permanenza del risultato nel tempo è ancora in corso. Ad ogni modo la scelta del trattamento per la iperidrosi ascellare dipende dal grado di gravità del sintomo e da una buona e riflessiva chiacchierata tra medico e paziente al fine di valutare rischi e benefici di ciascuna metodica. 31 oncologia naida faldetta senologa chirurgo onco-plastico Con la collaborazione della Dott.ssa Claudia Lo Castro, psicoterapeuta esperta in musicoterapia e della dott.ssa Vera Maria Ferrandi psicologapsiconcologa. Tumore della mammella: l’importanza del sostegno psicologico I l tumore al seno è la neoplasia più frequente nella donna; esso colpisce infatti una donna su dieci aggredendo il simbolo della femminilità, della maternità e dell’erotismo. L’insorgenza della malattia provoca immediatamente una ricaduta psicologica che mette in crisi la modalità con cui la paziente si rapporta con se stessa come donna, moglie e madre alterando la propria identità di ruolo. Pertanto per curare bene questa patologia è necessario curare contestualmente il tumore e i disagi psicologici derivanti dall’evento traumatizzante. Nostro desiderio è aiutare la paziente durante tutte le fasi della malattia, iniziando da una corretta e precoce diagnosi, proseguendo con una chirurgia oncoplastica. Una chirurgia che utilizzando le moderne tecniche ridà forma e volume dopo la demolizione, consentendo alla donna di 30 oncologia il tumore al seno riconoscere ed accettare la sua nuova immagine corporea. Contemporaneamente possiamo supportare psicologicamente la paziente al fine di contenere le ansie, la rabbia, le paure che una diagnosi di cancro suscita. Scopo del sostegno psicologico è sostenere il tono dell’umore e aiutare la donna a ristabilire in se stessa una condizione di equilibrio alterato dalla malattia; le modalità tramite cui è possibile agire su questo sono: elaborare i vissuti emotivi, modificare il senso di paura rispetto al proprio cambiamento corporeo e alle sue conseguenze nella sfera sessuale, rispondere al bisogno di sicurezza, diminuire il distress, etc.... In un momento delicato come quello della diagnosi, la donna ha bisogno di farsi aiutare da qualcuno di cui possa fidarsi, che sappia sostenere il suo carico emotivo. Le figure che permettono di accompagnare la donna in questo percorso sono: il chirurgo senologo che segue la “Il dolore che non parla bisbiglia al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi” Macbeth, Shakespeare. donna durante le fasi pre e postoperatorie, guidandola verso la corretta scelta terapeutica; lo psiconcologo che sarà presente durante l’attesa degli esami, premiazione laboratori nella riprogettazione della vita a fronte di una malattia che sconvolgerà e farà crollare tutte le certezze costruite fino a quel giorno. La diagnosi di cancro porta a vivere il proprio corpo come traditore, perché non rispetta più i canoni di bellezza imposti dalla società, ed il seno non più come parte di sè, ma come parte malata, da eliminare radicalmente. Il momento della comunicazione della diagnosi è una fase traumatica perché si passa da uno stato di salute ad uno di malattia; è da qui che cambia il senso della propria vita e la prospettiva del futuro. È auspicabile che il momento più produttivo d’intervento psicologico sia alla comunicazione della diagnosi e durante la preparazione all’operazione, affinché possa verificarsi una diminuzione del distress (che si estende lungo un continuum che va da normali sentimenti di vulnerabilità, tristezza e paura, a problemi che possono diventare disabilitanti come ansia, depressione, panico, isolamento sociale, crisi esistenziale e spirituale, NCCN – 2003). Il chirurgo oncoplastico allora dovrà indirizzare la donna alla corretta percezione del problema scegliendo le tecniche oncoricostruttive adatte ad ogni singola paziente, alla diversa natura biologica dei vari tipi di tumore e alla diversa costituzione fisica della donna. L’iter chirurgico terapeutico, dopo aver risolto in primis il problema oncologico, consentirà altresì di riacquistare l’integrità di un’immagine corporea pre-esistente. Il ricorso alla chirurgia ricostruttiva è l’unico mezzo per avviare processi di accettazione di sé altrimenti impossibili, anche se 31 oncologia la nuova mammella non sarà mai il seno “fantasticato” dalla donna ma concretamente quello che è possibile rifare. La ricostruzione della mammella non solo non interferisce con i successivi esami periodici, ma è spesso un fortissimo incentivo alla ripresa rapida di una vita attiva e positiva, con indubbi effetti benefici sulla salute. La paziente può passare attraverso sentimenti quali vulnerabilità, tristezza, panico, isolamento sociale, crisi esistenziali e spirituali; è compito dello psiconcologo aiutare la paziente ad arginare la perdita di controllo sul proprio corpo, la crisi di identità, la diminuzione dell’autostima, la compromissione dell’immagine corporea, l’impossibilità di progettare il futuro, le disfunzioni sessuali e le incomprensioni di coppia. Essendo consapevoli che non si vince la battaglia contro il cancro se si ignorano i suoi riflessi sulla psiche, abbiamo organizzato dei laboratori di scrittura, di musicoterapia e di psicodramma, nell’Unità Operativa di Senologia dell’Az. Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo.Lo abbiamo fatto per garantire il sostegno psicologico che ogni paziente deve avere durante tutto il periodo della malattia, per consentire ad ogni donna di poter verbalizzare più facilmente i propri vissuti difficili da comprendere ed accettare rispetto all’ “evento cancro”, dopo averli elaborati per iscritto ed esperiti in musica. Questi gruppi di sostegno hanno consentito di: prendersi cura del benessere psicologico delle pazienti; migliorare la qualità di vita; permettere l’elaborazione del vissuto relativo alla patologia oncologica; favorire l’elaborazione dei vissuti emotivi; fornire uno spazio all’interno del quale offrire un contenimento emotivo ed incentivare il recupero delle 32 il tumore al seno laboratorio di musicoterapia risorse interne. Le signore all’interno del gruppo si sentono parte di una comunità che affronta insieme il problema e non delle donne che da sole combattono la loro battaglia. Noi desideriamo che la via d’uscita a tanto dolore consista nell’attraversamento di alcune fasi: negazio- ne, rabbia, patteggiamento, depressione ed accettazione (Elisabeth Kübler Ross, 1969) giungendo ad un riposizionamento delle priorità e ad un reinvestimento negli affetti.“Il dolore che non parla bisbiglia al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi” Macbeth, Shakespeare. Congresso “Il carcinoma della mammella : percorsi tra corpo e mente” - Palermo www.valderma.it 35 dicembre 2012 ambliopia infantile e disturbi alimentari in adolescenza pediatria ambliopia nei bambini la sindrome dell’occhio pigro di marco verolino specialista in oftalmologia C he cos’è L’ambliopia è nota comunemente come occhio pigro, il termine, infatti, deriva dal greco ἀμβλύς che vuol dire ottuso, debole, pigro, e dalla radice ops, visione. L’occhio ambliope è un occhio debole, infatti pur clinicamente sano, non sembra svolgere il proprio compito assicurando una corretta visione. E’ una condizione che, quasi sempre, interessa un solo occhio, pur essendo possibile la riduzione della vista in 36 entrambi gli occhi, e che porta un occhio ad avere una visione ridotta. L’ambliopia si sviluppa nei primi anni di vita quando si determina una riduzione della stimolazione sensoriale dovuta a uno squilibrio funzionale tra i due occhi. La vulnerabilità a danni ambliopigeni è massima nei primi 4 anni di vita: durante questa fase, infatti, il sistema nervoso è molto sensibile agli stimoli dall’ambiente esterno e una disparità dell’input sensoriale proveniente dai due occhi causa una riduzione permanente del numero di neuroni che rispondono all’occhio penalizzato, a seguito della quale si osserva l’indebolimento delle capacità visive. Se l’acuità visiva di entrambi gli occhi raggiunge i 10/10, il cervello riceve da ognuno dei due occhi un’immagine e fonde le due immagini in una sola. Nell’ambliopia, uno dei due occhi fornisce un’immagine sfocata, nettamente differente da quella fornita dall’altro occhio ed è per questa ragione che il cervello non è più in grado di fondere le due immagini in una. Quando questo accade, il cervello ignora l’immagi- focus ambliopia infantile visione normale ne sfocata inviata dall’occhio “pigro”. Il risultato è che il sistema visivo cerebrale per quell’occhio non sviluppa una vista normale con perdita di acuità visiva. La sensibilità all’insorgenza dell’ambliopia si riduce gradualmente fino ai 6-8 anni, in concomitanza con il completamento dello sviluppo del sistema visivo e il parallelo declino della plasticità corticale. Cause Entrambi gli occhi devono ricevere immagini nitide durante il periodo critico (dalla nascita a 6 anni di età). Tutto ciò che interferisce con la chiara visione in entrambi gli occhi durante il periodo critico può portare all’ambliopia.d I fattori che possono provocare l’insorgenza dell’ambliopia si dividono in tre categorie: anisometropia, ossia la condizione in cui tra i due occhi esiste una grande differenza di rifrazione (un occhio è normale e l’altro ha un difetto di rifrazione oppure sono diversi il tipo e il grado del vizio di rifrazione dei due occhi); strabismo, che consiste in disallineamento dei due bulbi oculari con una visione con possibile ambliopia deviazione degli assi visivi causata da un malfunzionamento dei muscoli oculari estrinseci; deprivazione sensoriale, ossia qualsiasi impedimento o patologia oculare che non faccia pervenire una normale stimolazione visiva a uno degli occhi (cataratta congenita, ptosi palpebrale, opacità corneali, emovitreo, ecc). Sintomi Si stima che il 3-4 per cento dei bambini sotto i sei hanno una qualche forma di occhio pigro, che si verifica di solito in un occhio solo. Molti genitori non sono consapevoli della condizione visiva del figlio, perché i bambini non riferiscono alcun sintomo e si adattano a quella che è la propria condizione visiva. Molti bambini non vengono diagnosticati ambliopi fino a quando i loro occhi sono esaminati da un oculista in età più avanzata. Molte persone confondono lo strabismo con l’ambiliopia, ma si tratta di situazioni diverse. Un equivoco forse dovuto al fatto che lo strabismo può causare ambliopia. Solo un oculista è tuttavia in grado di rilevare un “occhio pigro” valutando lo stato visivo di un bambino. Diagnosi Una diagnosi precoce è molto importante allo scopo di ottenere un recupero funzionale completo, perché l’ambliopia è una patologia ben curabile solo se trattata in età infantile (entro i 9÷10 anni di età). La plasticità cerebrale nei primi anni di vita, infatti, se da una parte espone il soggetto all’influenza dei danni ambliopigeni, dall’altra è fondamentale per la riabilitazione delle funzioni visive compromesse. E’ fondamentale che la diagnosi e cura siano gestite da un oculista esperto, in quanto si va a modificare la capacità percettiva dell’organo della vista che regola 80% delle interazioni di un soggetto con lo spazio che lo circonda. Cure La prima cura consiste nel mettere l’occhio ambliope nelle migliori condizioni visive, correggendo il difetto visivo o eliminando gli ostacoli che impediscono la corretta visione. Si deve poi cercare di stimolare l’occhio pigro; per fare questo il medico pianificherà un percorso da seguire per agire con una azione deprivativa sull’occhio dominante in modo da bilan- 37 focus ciare la visione dei due occhi. Spesso il solo uso di lenti e colliri non è sufficiente e bisogna coprire l’occhio sano. Questa terapia viene chiamata “bendaggio”: consiste nell’applicazione di una benda o cerotto coprente sull’occhio dotato di migliore funzionalità. Questa terapia deve essere approntata seguendo le indicazioni del medico oculista: è molto importante che le indicazioni vengano seguite con attenzione e precisione. Queste terapie possono durare molti mesi. Durante la cura i genitori non devono assecondare la richiesta, da parte del bambino, di togliere la benda. Infatti, se si esaudisse questa richiesta, si vanifica l’azione terapeutica e il danno diviene non recuperabile. Studi clinici hanno evidenziato nuove possibilità terapeutiche per soggetti ambliopi adulti, suggerite dalla dimostrazione che un esercizio intensivo in compiti di discriminazione visiva comporta un miglioramento delle capacità percettive in individui adulti normali. Tale fenomeno, che prende il nome di apprendimento percettivo, è considerato una delle forme di plasticità del sistema visivo maturo e promuove il recupero (almeno parziale) della funzionalità visiva dell’occhio ambliope nei pazienti sottoposti al trattamento. Il buon esito del trattamento dipende da numerosi fattori, tra cui il grado di compromissione della capacità visiva, il tipo di ambliopia, il tempo dedicato alla terapia riabilitativa, l’età di inizio della cura e la collaborazione del paziente. Prevenzione Per un genitore è molto difficile accorgersi se uno dei due occhi vede di meno, soprattutto quando non è presente uno strabismo. È indispensabile, quindi, che venga effettuata una visita medica ocu- 38 ambliopia infantile listica in età pediatrica. Questo perché il modo migliore per affrontare l’ambliopia è prevenirla, cioè eliminare tutte le cause che possono provocarla. L’ambliopia rappresenta un importante problema socioeconomico, in quanto limita la qualità di vita degli individui adulti: comporta un deficit di sviluppo delle normali capacità di localizzazione spa- ziale e percezione della profondità, infatti, determina una riduzione del rendimento scolastico e delle occasioni di inserimento lavorativo. Molti disturbi avvertiti in applicazioni visive continuative, ma anche molti disturbi posturali, nella pratica di sport, nella vita domestica possono essere attribuiti ad alterazioni della visione. focus allergie 43 pediatria i disturbi del comportamento alimentare nell’età adolescenziale di aniello federico specialista in pediatria L a letteratura scientifica identifica i disturbi dell’alimentazione come persistenti disturbi del comportamento alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso e delle forme corporee, che danneggiano in modo significativo la salute fisica o il funzionamento psicologico nonché la vita di relazione, e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta. I prin- 40 cipali sistemi diagnostici internazionali, tra cui il DSM, identificano tre sindromi principali: Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, e gli EDNOS (disturbi alimentari non altrimenti specificati) tra i quali viene incluso il BED spesso associato ad obesità. Il meccanismo centrale di mantenimento dei disturbi dell’alimentazione è uno schema di autovalutazione disfunzionale attraverso cui l’individuo attribuisce un’eccessiva importanza all’alimentazione, peso, alle forme corporee e al loro controllo. Anoressia nervosa Si caratterizza per il rifiuto di mantenere il peso al di sopra del peso minimo normale per l’età e statura. Il soggetto presenta un’intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando è sottopeso. Tutto ciò si accompagna ad un’alterazione del modo in cui il soggetto vive il focus peso o la forma del corpo, o ad un’eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, ed ancora al rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso. L’elemento sintomatologico più eclatante di tale condizione morbosa è la comparsa, dopo il menarca, di amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. I sintomi di questa patologia possono essere così distribuiti: Amenorrea; Isolamento sociale; Intolleranza al freddo; Depressione/Ansia; Aumentata sensibilità alla luce e ai rumori; Ossessione per il cibo; Disturbi gastrointestinali; Difficoltà di concentrazione; Stipsi; Irritabilità; Cute e capelli secchi; Lipotimie o vertigini; Letargia; Ipostenia; Edema; Parestesie; Disturbi del sonno. Le complicanze mediche dell’anoressia nervosa si estendono a diversi organi ed apparati con gravità variabile a seconda dello stato di malattia, della durata dei sintomi e della loro gravità. Bulimia nervosa La bulimia nervosa si caratterizza per la presenza di ricorrenti abbuffate: una classica abbuffata è contraddistinta da entrambi i seguenti punti: • Mangiare in un definito periodo di tempo (ad es. 2 ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili. • Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quando si sta mangiando). Inoltre ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie vengono poste in essere per prevenire l’aumento di peso come il vomito autoindotto, l’abuso di disturbi alimentari in adolescenza lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o eccessivo esercizio. Esse conseguono non solo allo stato di malnutrizione, ma anche all’abuso di sostanze ed alle condotte autoeliminatorie. Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 2 volte alla settimana, per 3 mesi. I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei. Disturbi alimentari non altrimenti specificati Per quanto riguarda i disturbi non altrimenti specificati o atipici (EDNOS), a parte il BED per il quale il consenso è sempre più crescente, non c’è un chiaro accordo rispetto a quanti siano e quali siano le manifestazioni principali. Alcuni autori fanno riferimento alle due sindromi principali e includono in questa classe le AN e le BN che non soddisfano pienamente tutti i criteri diagnostici ma la cui intensità è indicativa di disagio ( Cotrufo et al., 1998; Kotler et al., 2001) (Crow et al., 2002). Infine altri autori ritengono che la classe degli EDNOS sia il risultato di un sistema diagnostico dei disturbi dell’alimentazione (quello proposto nel DSM), che artifi- 41 focus cialmente distingue i DCA caratteristici dell’adolescenza e dell’età adulta da quelli tipicamente rilevati nella fanciullezza e nell’infanzia ma che, invece, non vanno distinti. Gli EDNOS sono disturbi poco conosciuti, che rischiano di essere difficilmente identificati, inadeguatamente curati e più resistenti al cambiamento. I disturbi dell’alimentazioni non altrimenti specificati si caratterizzano per ricorrenti episodi di abbuffate in assenza di uso regolare di condotte compensatorie inappropriate tipiche della Bulimia Nervosa. Includono quei disturbi dell’alimentazione che non soddisfano i criteri di nessuno specifico disturbo della alimentazione. Alcuni esempi: per il sesso femminile, tutti i criteri dell’Anoressia Nervosa in 42 disturbi alimentari in adolescenza presenza di un ciclo mestruale regolare. Tutti i criteri del l’Anoressia Nervosa sono soddisfatti e, malgrado la significativa perdita di peso, il peso attuale risulta nei limiti della norma. Tutti i criteri della Bulimia Nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza inferiore a 2 episodi per settimana per 3 mesi. Un soggetto di peso normale che si dedica regolarmente ad inappropriate condotte compensatorie dopo aver ingerito piccole quantità di cibo. Il soggetto ripetutamente mastica e sputa, senza deglutire, grandi quantità di cibo. La prevalenza dei DCA In genere si stima che il 25% dei bambini con un normale sviluppo psicofisico ed il 35% dei bambini con una difficoltà di sviluppo possano presentare un problema alimentare. La prevalenza è la seguente: 0,3% anoressia nervosa; 1% bulimia nervosa; 6% disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (EDNOS - EatingDisorderNotOtherwiseSpecified). Quello dei disturbi alimentari è un fenomeno in preoccupante espansione: si calcola che circa due milioni di giovani italiani, tra i 12 e i 25 anni, ne siano affetti (ultimo Rapporto Eurispes); il Cidap (Centro italiano disturbi alimentari psicogeni) informa che in Italia ci sono circa 1.450.000 ragazze bulimiche e 750.000 anoressiche. Il sesso femminile è rappresentato per il 95% circa della popolazione, anche se si registra un aumento di quello maschile negli ultimi anni. Nonostante questa distribuzione epidemiologica nelle diverse fasce di età, un comportamento “anoressico” è già sicuramente osservabile nel corso della prima infanzia (0-3 anni) mentre un comportamento a tipo “binge eating” è invece riscontrabile dalla terza infanzia (6-10 anni). L’aumento dell’incidenza dell’obesità potrebbe essere attribuibile ad un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare, del tipo “alimentazione incontrollata”. La comorbilità della problematica Sintomi di tipo depressivo e ansioso sono frequentemente presenti tra i soggetti con disturbi della condotta alimentare (DCA), ma il loro significato diagnostico e clinico non è stato ancora completamente chiarito: se nell’anoressia nervosa la sintomatologia depressiva sembra essere in larga misura secondaria alla perdita di peso, come supportato dal fatto che sintomi depressivi si manifestano in soggetti sani sottoposti a digiuno e dal rilievo che la sintomatologia depressiva nelle anoressiche tende a migliorare con il recupero focus disturbi alimentari in adolescenza L’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, peso, forme corporee e dieta ferrea; • La perdita di peso (nelle bulimiche però il peso iniziale è superiore); • Le abbuffate sono presenti anche in 1/3 dei pazienti affetti da anoressia nervosa; • I comportamenti di compenso (vomito, lassativi, esercizio fisico intenso) si osservano nelle tre forme; • Il controllo del corpo (body checking) e gli evitamenti dell’esposizione del corpo possono essere presenti in tutti e tre i disturbi. Gli studi sull’evoluzione dei DCA evidenziano il possibile passaggio da un disturbo all’altro: • ¼ dei pazienti affetti da bulimia nervosa ha una storia pregressa di anoressia nervosa; • Il passaggio determina modificazioni dei fattori di mantenimento (non c’è più il basso peso e la sindrome da digiuno); • La psicopatologia centrale del disturbo rimane invariata (eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso e alle forme corporee e alloro controllo). Il trattamento integrato Le buone pratiche indicate dal ministero della Salute sono quelle dell’approccio interdisciplinare integrato. Tale approccio segue le indicazioni della letteratura scientifica internazionale e nazionale. Pertanto è fondamentale che le strutture di cura e riabilitazione abbiano al loro interno figure professionali diverse: internisti, nutrizionisti, psichiatri, psicologi clinici, dietisti, ponendo attenzione sia al versante somatico sia al versante psichico. Gli studi di esito internazionali dimostrano che un trattamento integrato ben effettuato ha alte probabilità di efficacia, men- • del peso, nella bulimia nervosa i sintomi depressivi sono di solito sostenuti dall’incapacità di controllare l’alimentazione, dalla marcata interferenza delle abitudini alimentari nella vita quotidiana, dalla preoccupazione per il peso e la forma corporea, e dalla vergogna e dai sentimenti di colpa suscitati dalle condotte alimentari abnormi. Secondo un’ipotesi alternativa, sia la sintomatologia depressiva che quella ansiosa sarebbero espressione di distur- bi psichici diversi che coesistono con i DCA: in questo caso è necessario stabilire se e quanto il tasso di comorbilità tra DCA e disturbi dell’umore e d’ansia ecceda quello che ci si potrebbe attendere se i disturbi fossero associati in maniera casuale, quale sia il significato di questa associazione non casuale e, soprattutto, quali le implicazioni etiopatogenetiche. Anoressia nervosa, bulimia nervosa e EDNOS condividono alcune caratteristiche cliniche comuni: 43 focus tre interventi parcellizzati aumentano la percentuale di cronicizzazione del disturbo. Inoltre, secondo il documento del Ministero della Salute, un intervento così complesso può altresì beneficiare della attivazione di una rete omogenea di sinergie tra il Sistema Sanitario Nazionale e quelle Associazioni no profit che svolgono attività di studio, sensibilizzazione, prevenzione, informazione e contrasto ai fattori di rischio. I livelli di assistenza Nel 1998 la Commissione di Studio del Ministero della Sanità per l’Assistenza ai pazienti affetti da Anoressia e Bulimia Nervosa ha pubblicato alcune indicazioni specifiche in merito al trattamento di queste condizioni. Le indicazioni ministeriali sono quelle di un modello organizzativo articolato in quattro livelli di trattamento, a seconda delle necessità di intervento (ambulatorio, day-hospital, ricovero ospedaliero in fase acuta e residenzialità extraospedaliera) prospettando una futura rete di assistenza su tutto il territorio nazionale. I quattro livelli di assistenza postulati dal Ministero sono tutti necessari e rispondono ai bisogni di cura legati alla gravità della problematica. L’uno non esclude l’altro, anzi la presenza di una rete completa in tutte le sue parti garantisce l’appropriatezza dell’intervento con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e della sua famiglia. L’ambulatorio è il punto centrale dell’intervento ed risponde al 60% della domanda di cura. È necessario però che tale intervento garantisca un reale approccio integrato che comprenda sia l’aspetto nutrizionale sia quello psicologico. Il day-hospital garantisce un livello più intensivo di assistenza in ambiente ospedaliero con un attento monitoraggio delle condizioni cliniche e associato alla 44 disturbi alimentari in adolescenza riabilitazione nutrizionale (pasti assistiti). Il ricovero ospedaliero in fase acuta (salvavita) garantisce la presa in carico in momenti più critici della terapia, con lo scopo di stabilizzare le condizioni medico-psichiatriche, gestire le complicanze acute associate al disturbo e preparare il paziente al passaggio ad un altro livello di trattamento. I livelli residenziali e semiresidenziali, necessariamente extraospedalieri, garantiscono che la riabilitazione (che ha una durata media di 3-4 mesi) possa avvenire in un ambiente adeguato e “osmotico”, dove giovani adolescenti e a volte bambini possano essere curati senza subire gli inevitabili effetti negativi di una lunga ospedalizzazione. La realizzazione di una rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza è dunque la condizione per un percorso di cura appropriato e ottimizzato sul piano delle risorse impiegate. Tale rete, completa delle sue parti, consente di fornire alle pazienti un percorso assistenziale coordinato e complessivo, valutando attentamente l’utilizzazione dei vari gradi di assistenza durante le di- verse fasi della terapia. Una realtà territoriale per i DCA Dal 2006 è attiva in Campania un’unità semiresidenziale per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare dell’ASL Napoli 3 Sud. Tale servizio opera secondo un’ottica multidisciplinare integrata. Il Centro offre un servizio di presa in carico ambulatoriale ed un percorso riabilitativo-terapeutico semi-residenziale intensivo. Il servizio ambulatoriale ha due funzioni prevalenti: orientamento al trattamento e presa in carico ed è riservato alle forme subcliniche di DCA o a pazienti affetti da DCA che non riescono ancora a formulare una chiara richiesta di aiuto per scarsa consapevolezza del problema. Gli strumenti utilizzati a questo livello sono gruppi motivazionali, colloqui individuali e familiari, monitoraggio nutrizionale. Il percorso semi-residenziale ha come obiettivo l’attivazione del processo di cambiamento della persona rispetto ai comportamenti sintomatici e agli stili di vita, nonché alle problematiche psicologiche e relazionali sottostanti, attraverso percorsi riabilitativi (pasti assistiti) e terapeutici. la tua rivista medica novembre/dicembre 2012 Rivista di Medicina, Attualità, Cultura MEDIMIA MAGAZINE - Bimestrale - ottobre 2011 - Periodico a diffusione gratuita - Anno II n° 5 la caduta dei capelli falsi miti da sfatare cellulite: non solo estetica 8 artrosi: sintomi, terapia e cura 13 l’importanza del latte materno 18 occhio ai filler permanenti 50 FOCUS 31 reportage: i “giardini” di riyad autunno una stagione da vivere 62 Per ricevere a casa tua per un anno (6 numeri) Medimia Magazine, sostieni la pubblicazione e contribuisci alle spese di spedizione, inviando 15,00 Euro con: colleziona i FOCUS che troverai all’interno di ogni numero - bonifico bancario intestato a E.P.S. srl su Unicredit - Ag. n° 0650 IBAN: IT 70 A 02008 40303 000010380458 Causale: Sostieni Medimia Invia una copia del versamento e il coupon con i dati a cui spedire le copie a: E.P.S. srl - Cis Nola - lotto 760, 80035 Nola (NA) o tramite email a: [email protected] oppure fax: 081 510 94 15 DOTT. MARCO VEROLINO Responsabile U.O.C. di Oculistica P.O. “S.Anna e Madonna della Neve”, Boscotrecase (NA), Asl Na 3 Sud E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Sito: www.verolino.it Cognome Nome Via N. Città Prov. Firma C.A.P. Tel. DOTT. ANIELLO FEDERICO Medico Pediatra presso il Centro per la diagnosi, cura e riabilitazione dei DC ASL Napoli3 Sud, Castellammare di Stabia (NA) Corso A. De Gasperi, 323. E-mail: [email protected] idrologia alla ricerca del benessere perduto A l BenEssere l’uomo ha sempre aspirato, fin dall’antichità. Ad esempio nell’antico Egitto l’ideale supremo era il raggiungimento della Bellezza e dell’Armonia intese come equilibrio sia fisico che mentale, a sua volta fonte di piacere e di 48 salute. Oggi il BenEssere, il famoso “Bien vivre” dei francesi, viene percepito da ognuno di noi in modo diverso a seconda delle proprie esperienze. Pertanto in questi anni si è affermato un nuovo concetto di BenEssere, dello star bene, del sentirsi bene, inteso come un processo maria costantino specialista in idrologia il benessere perduto emozionale e fisico in continuo divenire che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale). Infatti nella definizione che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci dà del Benessere – ossia lo stato fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società - si riconosce l’importanza della soggettività, poiché il modo di percepire la realtà da parte del soggetto va ad influire sul suo stato di salute ed è l’adattamento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente che ci fa capire che la salute è una condizione dinamica di equilibro fondata sulla capacità del soggetto di interagire con l’ambiente circostante in modo positivo pur nel suo continuo modificarsi. In effetti la sola pronuncia della parola BenEssere già fa star bene perché rievoca nella mente un senso di rilassamento, tranquillità, cura, equilibrio, vitalità, salute. Un disabile può ad esempio nell’equilibrio individuare uno stato di salute pur essendo affetto da una oggettiva patologia. Nel 2011 l’autorevole British Medical Journal ha proposto una nuova definizione di salute intesa come capacità di adattamento e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive. Benessere quindi non solo del corpo ma anche dell’anima. In questa nuova dimensione del BenEssere e alla luce di interessanti scoperte sull’unità cervello-mente-corpo si è incominciato ad evidenziare anche una possibile influenza dell’ecosistema termale sulla salute globale e quindi sul benessere dell’individuo. Infatti i percorsi terapeutici e ambientali di una giornata alle Terme e nei loro territori arricchiti dalle moderne conoscenze scientifiche mediche integrate dalla terapia termale e climatoterapia e dalle ginnastiche mediche costituiscono una condizione ideale per conoscersi e sapersi gestire. BenEssere cutaneo e Terapia Termale risulta essere un binomio vincente. Vari dati di letteratura, infatti, hanno evidenziato che le acque minerali grazie alle loro caratteristiche chimico-fisiche sono in grado di espletare a livello della pelle numerosi effetti benefici come azione nutritiva, depurativa, eutrofica, idratante, antiseborroica, cheratoplastica (ristrutturante) e cheratolitica (effetto peeling), antiossidante. Pertanto l’acne, la psoriasi, la dermatite seborroica, la pelle secca, la pelle invecchiata possono trarre grande giovamento dal trattamento termale. Una pelle invecchiata quindi secca, ruvida, desquamata, pruriginosa; così come una pelle secca, povera di acqua e lipidi che normalmente la proteggono dagli agenti aggressivi ambientali esterni, possono trarre enorme beneficio dalle acque oligominerali e radio-emanative (come ad es. quelle delle Terme di Lurisia in Mondovì-Cuneo etc.) per l’azione lenitiva e detergente espletata e per la capacità di potenziare la diuresi favorendo così l’eliminazione di scorie metaboliche. Nell’acne, in cui si osserva un’elevata secrezione sebacea, possono essere utili alcune acque minerali come le salso-bromo-iodiche (es. quelle delle Terme Stufe di Nerone in Bacoli-Napoli), le sulfuree (es. quelle delle Terme di Telese in Telese Terme-Benevento), le solso-solfate (es. quelle di Agnano - Napoli, di Hotel Terme Granparadiso - Ischia) per miglioramento del trofismo cutaneo e per un’azione reidratante, antiinfiammatoria e sebo-regolatrice. Nella psoriasi la terapia termale corregge l’aumentato spessore dell’epidermide, la produzione di strato corneo anomalo, l’aumentata desquamazione cellulare. Le acque minerali sembrano essere in grado anche di stimolare la produzione di enzimi atti a ristrutturare la componente amorfa del connettivo ossia i glicosaminoglicani e quindi possono essere di beneficio nella pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica o volgarmente detta “cellulite”. Le acque minerali possono essere di utilità anche nella dermatite seborroica, nell’eczema e dermatite atopica per le loro azioni antiinfiammatorie ed immunomodulanti, 49 Terme di Lurisia, Mondovì (Cn) cheratoplastiche ed antiseborroiche. E’ noto, inoltre che fattori emozionali come ansia e depressione, condizionano significativamente la sensibilità al dolore riducendone la soglia di tollerabilità ed innescando meccanismi che si autoalimentano. In un recente studio personale si è dimostrato come l’ecosistema termale e quindi i mezzi curativi termali possono incidere positivamente su ciò. Nello studio è stata considerata la patologia artrosica localizzata alle ginocchia, la gonartrosi, in grado di indurre elevata invalidità che a lungo andare può condurre ad uno stato ansiogeno-depressivo che o non viene riconosciuto o non viene adeguatamente considerato. I risultati della ricerca hanno mostrato che il trattamento termale, in particolare un ciclo di fangobalneoterapia con acqua minerale salso-solfata, inducendo una significativa riduzione di dolore e fastidio con conseguente miglioramento dell’espletamento delle più elementari attività fisiche quotidiane come salire e scendere le scale, accovacciarsi, alzarsi da una poltrona etc., di riflesso agisce in maniera positiva sia sulla qualità di vita e sia sulla sfera psichica e relazionale e quindi sulla possibile presenza di uno stato ansiogenodepressivo in questi soggetti, espressio- ne del disagio psicologico derivante dalla loro disabilità fisica. Oggi il termine BenEssere è una delle parole maggiormente presenti nelle offerte turistiche ed alberghiere poiché la ricerca del BenEssere psichico e della perfetta forma fisica è richiesta da un sempre più crescente numero di persone. L’ecosistema termale e quindi i mezzi curativi termali ci consentono di soddisfare a pieno la nuova visione della salute intesa non più solo come prevenzione o cura delle malattie ma come attenzione allo stato di benessere, come sviluppo delle potenzialità della singola persona e come raggiungimento della serenità interiore. 51 52 chirurgia estetica aldo reale specialista in dermatologia e venereologia smagliature: nuove prospettive terapeutiche L e striae distensae, comunemente chiamate smagliature, costituiscono una delle problematiche di interesse medico-estetico più diffuse. In passato colpivano prevalentemente il sesso femminile, attualmente si sta registrando un forte incremento dell’incidenza del problema smagliature anche nel sesso maschile. La causa delle smagliature non è ancora chiara, tuttavia appare evidente l’influenza di disturbi ormonali sulla loro insorgenza: è a tutti noto, infatti, che esse compaiono principalmente in età puberale o nel corso della gravidanza, quando l’assetto ormonale subisce delle alterazioni significative. In queste situazioni si verifica inoltre un aumento di volume delle zone in cui sorgeranno le smagliature (fianchi, seno, addome). Lo stiramento dei tessuti, abbinato ad una alterata resistenza degli stessi, causata dallo stato ormonale, determina una debolezza a livello della cute che, analo- gamente a quanto avviene ad un elastico, cede e si smaglia. Altre condizioni in cui tipicamente compaiono le smagliature sono la sindrome e la malattia di Cushing (caratterizzata da alterata funzione dei surreni che producono eccesso di glucocorticoidi), la terapia corticosteroidea protratta con alte dosi, l’attività fisica finalizzata ad un rapido aumento della massa muscolare, in particolare se associato all’uso di anabolizzanti, l’obesità, soprattutto se caratterizzata da 53 ” 52 chirurgia estetica repentini sbalzi ponderali. Credenza comune, da smitizzare, è che le smagliature si manifestino in seguito a rapide perdite di peso o volume. In realtà la riduzione volumetrica può evidenziare la presenza di una smagliatura che si è formata nella precedente fase di dilatazione. Pensiamo ad un elastico: eventuali danni si osservano nel momento in cui viene rilasciato. Analogamente la cute fintanto che è tesa non mostra danni evidenti, se non piccole alterazioni (eccetto i casi più gravi), quando si detende, nei punti in cui sono comparse le smagliature, si osservano e si apprezzano al tatto zone che appaiono svuotate e poco elastiche. Le aree anatomiche interessate condizionano la diffusione e l’orientamento delle smagliature. Fianchi: spesso a reticolo con lesioni che si intersecano senza un orientamento preciso, anche se prevalgono quelle a direzione verticale. Addome: in genere andamento radiale con centro verso l’ombelico; quelle disposte più lateralemte presentano disposizione verticale. Seno: radiali verso l’areola. Regione lombare: orizzontali. Arti: più frequenti nelle regioni prossimali, mediali (interno braccia e cosce), con andamento parallelo all’asse maggiore dell’arto. L’aspetto clinico delle smagliature risulta anch’esso le smagliature 1: Prima del trattamento 2: Dopo 10 sedute di Radiofrequenza (dopo 45 giorni) 3: Dopo 25 sedute di Biodermogenesi effettuate a distanza di oltre 1 anno dal ciclo di radiofrequenza (circa 2 mesi di trattamento) molto variabile: si va da casi in cui sono estremamente sottili, fino a situazioni in cui appaiono molto larghe ed anelastiche (post gravidanza, terapie steroidee, Cushing). Anche il colore è variabile: la fase iniziale, si caratterizza per un colorito rossastro che può diventare violaceo nei casi più gravi in genere conseguenti a terapia steroidea o al morbo di Cushing; quando sono stabilizzate in genere appaiono traslucide, madreperlacee e depresse sul piano cutaneo, il tessuto interessato, inoltre, perde spesso la capacità di pigmentarsi, per cui, anche se sottili, si rendono più visibili dopo l’esposizione al sole. L’esame istologico evidenzia assottigliamento delle fibre collagene e diminuzione delle fibre elastiche, con conseguente riduzione dello spessore del derma; alterazione strutturale dei fibroblasti che appaiono globosi e con scarsa attività metabolica, associata ad una significativa alterazione del circolo capillare con conseguente ridotto apporto nutritivo ai tessuti colpiti; epidermide assottigliata con strato corneo ispessito e giunzione dermo-epidermica appiattita. Il trattamento delle smagliature ha, fino ad oggi, evidenziato grossi limiti e le tecniche adottate non 55 chirurgia estetica hanno dato risposte soddisfacenti; ciò a causa della natura stessa delle strie che possono essere assimilate ad una cicatrice atrofica conseguente ad un processo infiammatorio e caratterizzata da uno scompaginamento della struttura epidermica e dalla perdita della normale funzione di sostegno del tessuto connettivo. I limiti delle tecniche finora adottate sono da ricercare nella incapacità di correggere contemporaneamente le alterazioni che caratterizzano le strie: • ripristinare la continuità della superficie cutanea; • riparare il danno del microcircolo all’interno della smagliatura, responsabile dell’alterato metabolismo locale con conseguente alterazione dell’attività fibroblastica e melanocitaria; • recuperare la normale funzione fibroblastica al fine di produrre collagene ed elastina normali per poter ristrutturare il connettivo e ridare elasticità allo stesso; • riattivare la melanogenesi per consentire alla smagliatura di acquisire una pigmentazione simile alla cute sana circostante. Le terapie fino ad oggi adottate (veicolazione trans-dermica e biostimolazione, peeling medi e profondi con acido glicolico, piruvico e tricloroacetico, LASER ed IPL, chirurgia) hanno mirato a fornire nutrienti al tessuto danneggiato, stimolare il microcircolo, creare un danno controllato capace di indurre una rigenerazione tissutale, stimolare la pigmentazione. Esse hanno raggiunto risposte soddisfacenti, fino alla risoluzione totale, solo sulle smagliature in fase infiammatoria, interrompendo il processo e recuperando la normale funzione cutanea prima che i danni siano diventati permanenti. Sulle smagliature più vecchie e più larghe le risposte alle terapie sono state 56 le smagliature spesso scarse registrando parziale riempimento del deficit del connettivo, parziale avvicinamento dei margini, parziale ripigmentazione. Recentemente è emersa una nuova metodica, Biodermogenesi®, che affronta il problema smagliature in tutti i suoi aspetti. Nella fase sperimentale di tale metodica sono stati condotti studi su una ampia popolazione di volontari, eseguiti prelievi bioptici pre e post trattamento oltre ed effettuata una valutazione ecografica (La Medicina Estetica 2010 n° 4 ottobre-dicembre Roberta Triola, Emanuele Bartoletti, Carlo Alberto Bartoletti La Biodermogenesi® applicata al trattamento delle smagliature – p. 543/552. La Medicina Estetica 2012 n° 1 gennaio-marzo Andrea Artigiani, Gregorio Cervadoro, Barbara Loggini, Alessandro Paolicchi Biodermogenesi®: la soluzione non invasiva nel trattamento delle smagliature – p. 41/49). L’esame obiettivo ha evidenziato un miglioramento di almeno il 70% dell’aspetto delle strie, fino alla loro scomparsa. Lo studio istologico ha evidenziato, già dopo le prime sedute, un aumento delle fibre collagene ed elastiche, un graduale ripristino della struttura connettivale e della vascolarizzazione, la proliferazione di melanociti all’interno della lesione e ripristino della struttura dell’epidermide. L’esame ecografico ha descritto marcata riduzione della fibrosi che caratterizza i bordi e il solco della stria. La Biodermogenesi® è una tecnica non invasiva, che richiede una precisa manualità e che consiste in quattro fasi successive utilizzando metodiche diverse e combinate: vacuum, peeling meccanico, veicolazione trans-dermica, marconiterapia con stimolazione della pompa sodiopotassio delle cellule. Lo scopo è quello di ridurre lo strato corneo ispessito, attenuare la fibrosi tipica del bordo della smagliatura, riattivare il microcircolo, facilitando l’ossigenazione della stria ed il drenaggio delle tossine accumulate nel tessuto patologico, aumentare le mitosi cellulare e l’attività dei fibrobalsti, inducendo la produzione di nuove fibre collagene ed elastiche, stimolare i melanociti e facilitare la ripigmentazione della lesione. Risulta infine interessante la possibilità di associare la Biodermogenesi® ad altre tecniche. Ad esempio nel trattamento di tessuti che presentano marcato rilassamento associato a smagliature (addome post-gravidanza) può essere indicato abbinare la Biodermogenesi® alla Radiofrequenza: questa permette di ricompattare i tessuti fortemente rilassati, la prima completa il processo di rassodamento e riduce le smagliature. favorisce una naturale abbronzatura intensa e duratura previene l’invecchiamento cutaneo indotto dai raggi ultravioletti 24 buste OROSOLUBILI www.roydermal.it Betacarotene 8 mg Red Orange Complex (R.O.C.) 200 mg reportage testo di Pasquale Malvone reportage fotografico di Luigi Caterino reportage berlino e l’arte partecipativa O gni stagione è buona per visitare Berlino. Ogni occasione è propizia per lasciarsi travolgere dalle emozioni che solo questa città cosmopolita riesce a trasmettere. Berlino (in tedesco Berlin che vuol dire ascolta) custodisce la memoria del passato, ma è già tesa al futuro, aprendosi a nuove sfide. Ciò che appare subito evidente, anche all’osservatore meno attento, è il netto quanto sublime contrasto architettonico in continuo divenire. L’Unesco l’ha premiata come “Città del design”, perché qui si fondono l’un con l’altro design, moda, arte, architettura e musica. Qui trova applicazione il principio dell’“Ars gratia artis” (l’arte per l’arte) . Con oltre 1.300 imprese tra cui agenzie, atelier per il design di prodotti, di mobili, di moda, festival del design e molti negozi, Berlino è un luogo di design emergente in Europa. I creativi ne amano l’ambiente ispiratore e approfittano dei favorevoli costi della vita e per gli uffici, che lasciano ampio spazio libero ad esperimenti creativi. Le reti attive a livello internazionale come Create Berlin, berlindesign.net, il Centro internazionale per il design e DMY organizzano in loco e all’estero presentazioni e workshop. Quanto alle nuove generazioni oltre 3.000 studenti sono iscritti nelle università e negli istituti superiori berlinesi in materie di studio orientate al design. Molti diplomati dopo gli studi si rendono indipendenti grazie alle condizioni favorevoli che trovano a Berlino. L’arte a Berlino non si accontenta di esprimersi solo nei musei, ma inonda le strade e coinvolge la gente, sperimentando quel nuovo modello di 59 reportage berlino e l’arte partecipativa espressione detta ‘arte partecipativa’.E così, anche nei mesi più freddi, quando il cielo è grigio, tra pozzanghere e calzini bagnati, “schiere di clown, giocolieri, danzatori sul filo, equilibristi e mangiafuoco invitano la folla dei passanti a trattenersi e divertirsi con loro e sfidare con un sorriso radioso il maltempo e a non passare veloci, indifferenti, a prendersi una piacevole pausa dai ritmi lavorativi. Definirli, però, solo artisti di strada sarebbe troppo riduttivo e del tutto menzognero: la strada è una musa ispiratrice. Un luogo/non luogo dove si materializza l’inaspettato, dove l’incontro si fonde per dare vita a pura creatività. E il Tacheless è quella forma di arte nata proprio grazie alla strada. Tacheles è un’espressione di diretta derivazione yiddish che in dialetto berlinese vuol dire parlare chiaro, liberamente, senza censure o peli sulla lingua. I berlinesi sono maestri di schiettezza, si sa. Kunsthaus vuol dire “Casa d’arte”, e Tacheles è proprio questo: una casa dove viene prodotta ed esposta arte. La stessa architettura “solenne” e reportage monumentale si trova a suo agio nella dinamica Berlino. La Karl-MarxAllee, dedicata nel 1961 al filosofo ed economista tedesco Karl Marx, è una strada caratterizzata da edifici eretti durante gli anni Cinquanta per la maggior parte ascrivibili alla corrente del classicismo socialista. Gli edifici, furono concepiti come “Palazzi dei lavoratori” e berlino e l’arte partecipativa destinati a rappresentare la capacità e la tecnica costruttiva della Repubblica Democratica Tedesca contemporanea. Karl-Marx-Allee inizia ad Alexanderplatz, dirigendosi verso est, con una sede stradale ampia e con strisce di verde che separano il traffico dai grandi edifici residenziali. Dal 1959 al 1965, utilizzando uno stile più moderno, si diede inizio all’uso su vasta scala delle costruzioni con blocchi prefabbricati (Plattenbau). La strada, monumentale anche per la propria ampiezza, non fu prevista tale solo per esigenze di viabilità, ma anche per dare legittimità di capitale alla nuova Berlino, dotandola di un viale adatto ad ospitare eventuali marce e parate. reportage Il viaggio termina (e non è un caso) con la visita al Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa (tedesco: Denkmal für die ermordeten Juden Europas). Conosciuto anche come Memoriale dell’Olocausto (o meglio, della Shoah) (tedesco: Holocaust-Mahnmal), è un memoriale di Berlino dedicato agli ebrei vittime della Shoah. È stato progettato berlino e l’arte partecipativa dall’architetto Peter Eisenman, assieme all’ingegnere Buro Happold. Nonostante il bando sia stato pubblicato nel 1997, la costruzione è iniziata solo nel 2003 e l’inaugurazione si è tenuta il 10 maggio del 2005. Il memoriale si trova nel quartiere Mitte, un isolato a sud della porta di Brandeburgo. Il monumento è stato edificato nell’area originariamente occupata dal palazzo e dalle proprietà di Goebbels ed occupa una superficie di 19.000 m2 occupata da 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo interno dai visitatori. Dalla vista esterna le stele appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, “fagocitano” gradualmente il visitatore che si addentra fra esse. In base al testo di progetto di Eisenman, infatti, le stele sono realizzate per disorientare e l’intero complesso intende rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana. saperi & sapori pietro falanga chef zuppa di gamberi e vongole allo zafferano Ingredienti per 4 persone: 400 gr di gamberi rossi 800 gr di vongole Uno spicchio d’aglio 200 ml di vino bianco secco 2 bustine di zafferano 4 fette di pane casareccio Olio extravergine di oliva q.b. Prezzemolo tritato Sale e pepe q.b. 64 Preparazione Per prima cosa facciamo spurgare le vongole in acqua e sale per un paio di ore e laviamo bene i gamberi eliminando il filo intestinale (piegando un po’ la testa lo elimineremo facilmente). Quindi facciamo soffriggere l’aglio in un po’ di olio extravergine di oliva, togliamo l’aglio ed aggiungiamo i gamberi. Facciamoli cuocere per non più di un minuto saltandoli in padella. Ora cuociamo le vongole, in una padella separata, con il vino e lo zafferano e facciamole aprire a fuoco vivace. Quindi, uniamo i gamberi e continuiamo la cottura per altri 2/3 minuti. Spegniamo il fuoco, insaporiamo con sale, pepe ed il prezzemolo tritato. Serviamo la zuppa in ciotoline aggiungendo il pane tagliato a cubetti, precedentemente fatto saltare in padella con un filo di olio. saperi&sapori antipasti di natale patate ripiene di funghi porcini e provolone piccante Ingredienti per 4 persone: 4 patate a pasta gialla grosse Uno spicchio d’aglio 250 ml di vino bianco secco 200 gr di provolone piccante 600 gr. di funghi porcini Olio extravergine di oliva q.b. Prezzemolo tritato Sale e pepe q.b. Preparazione Spazzoliamo e laviamo bene le patate, facciamole quindi lessare in poca acqua salata ed il vino per 15 minuti, calcolati dall’inizio dell’ebollizione. Quindi sbucciamole e svuotiamole di buona parte della polpa e lasciamole raffreddare. Ora facciamo soffriggere l’aglio in un pò di olio extravergine di oliva, togliamo l’aglio ed aggiungiamo i funghi. Saltiamoli per non più di cinque minuti in padella. Aggiustiamo di sale e pepe ed insaporiamo con il prezzemolo. Ora riempiamo le patate precedentemente preparate con i funghi ed il provolone piccante tagliato a cubetti, aggiungiamo i gherigli di noce, insaporiamo con pepe macinato ed inforniamo a forno caldo, con funzione grill, per 15 minuti, controllando di tanto in tanto la cottura. bignè al salmone e panna acida Ingredienti per 4 persone: 250 gr di burro 250 ml di acqua 250 gr di farina setacciata 8 uova Un pizzico di sale Per la panna acida 200 ml di panna fresca 100 gr di yogurt greco Il succo di 1/2 limone Per la finitura 200 gr di salmone affumicato Prezzemolo riccio q.b. Sale e pepe rosa q.b. Preparazione Cominciamo a preparare in anticipo la panna acida, (magari il giorno prima) ponendo in una ciotola tutti gli ingredienti necessari, mescoliamo il tutto e poniamolo in frigo per minimo 12 ore. Ora prepariamo la pasta per i bignè facendo bollire l’acqua con il burro e, mescolando continuamente, aggiungendo in un sol colpo la farina fino a formare un composto denso ed omogeneo. Trasferiamo il composto in una ciotola e facciamolo raffreddare. Una volta raffreddato aggiungiamo al composto un uovo alla volta mescolando di continuo. Raggiunta la densità necessaria, liscia e compatta, inseriamo la pasta in una sacca da pasticceria e formiamo i bignè su di una teglia rivestita di carta da forno ed inforniamo a 180° per 25/30 minuti. Spegniamo il forno e lasciamoli intiepidire con lo sportello aperto. Una volta raffreddati del tutto tagliamoli a metà, spalmiamo un po’ di panna acida e riempiamoli con le fette di salmone, copriamo e decoriamo con altra panna acida, un pizzico di sale, un ciuffo di prezzemolo riccio e qualche bacca di pepe rosa. 65 filosofia raffaele aratro counsellor docente di filosofia e storia cento coltellate al cuore ovvero l’anima ferita “L’essenziale è invisibile agli occhi. Lo si vede bene solo col cuore” (Tratta dal libro citato p.43, A de Saint-Exupéry , Il piccolo principe) I n questo numero nella rubrica, Filosofia e Consulenza, curata da Raffaele Aratro, Counsellor e docente di filosofia e storia, soffermandoci sul libro di: Umberto Galimberti, “L’ospite inquieto. Il nichilismo e i giovani”, Feltrinelli, Milano 2008, Euro 12,00, parleremo dei giovani e del loro malessere, come scrive l’auto- re: “Un libro sui giovani: perché, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passio- ni rendendole esangui… Interrogati non sanno descrivere il loro malessere perché hanno ormai raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di riconoscere i propri sentimenti e soprattutto di chiamarli per nome. ” Carmela Petrucci, la giovane studentessa di Palermo, è la centesima donna uccisa 67 filosofia da un ragazzo di 22 anni per proteggere la sorella dalla furia di un ragazzo che diceva di amarla. E’ un orrore, in tutti si è levato un grido di dolore, è come se ognuno di noi fosse stato colpito al cuore per cento volte. La risposta istintiva e unanime è stata di denuncia, di vera partecipazione. La centesima vittima, non a caso donna, apre, però un altro dibattito, più inquietante e complesso, quello che Umberto Galimberti chiama “l’analfabetismo emotivo”. Le emozioni accompagnano la nostra esistenza; Marta C. Nussbaum ci ricorda che esse segnano le nostre vite rendendole irregolari, incerte, imprevedibili. Proprio perché le emozioni fanno parte della nostra vita esse influenzano, a volte in modo determinante, il nostro agire etico e le nostre convinzioni morali e quindi risultano fondamentali nelle definizioni di ciò che è bene e di ciò che è giusto. Ogni individuo conosce l’alfabeto delle 68 cento coltellate al cuore emozioni, siamo in grado di riconoscere la rabbia, l’amore, la compassione, la tristezza ecc. ma dalla personale esperienza possiamo anche dire che non si esplicano in tutti allo stesso modo, spesso si lasciano influenzare dai valori. Si pensi, ad esempio, l’evoluzione normativa del “delitto d’onore”, oggi anacronistico e inaccettabile sul piano valoriale, una volta, considerato “normale”. Questo significa, come sostiene Umberto Galimberti “che la nostra emotività può essere educata e, se vogliamo una società migliore, deve essere educata”. Il caso di Carmela Pertrucci, purtroppo, si aggiunge all’elenco degli attacchi furiosi sfuggiti al nostro controllo. E’ un’esperienza che quasi certamente ogni individuo ha provato. I dati recenti ci dicono di una realtà un po’ più complessa: siamo in presenza di un aumento esponenziale dei fenomeni di depressione, di alti tassi di suicidio dei giovani, e soprattutto dell’aumento della solitudine esistenziale. Spesso i nostri figli sono lasciati “soli” davanti al computer e alla TV, la famiglia ha sostituito all’ascolto della voce dell’anima quella della televisione, frequentemente colonna sonora dei rari casi in cui essa si riunisce. Le risposte violente, sempre più frequenti, ci impongono riflessioni più attente che non è risolvibile soltanto nella categoria di “casi psichiatrici”. Ci sono delle domande non più eludibili: da dove ha origine “l’essiccamento del cuore”? Perché all’ascolto empatico abbiamo sostituito il sentire distratto? Perché alle passioni abbiamo sostituito l’azione, spesso acritica e routinaria? Qual è la ragione per mezzo della quale i figli sono diventati per i genitori degli enigmi? Perché siamo così incapaci di “attraversare il dolore”? Perché gli sguardi tra genitori si evitano anziché incontrarsi? Porsi queste domande richiede una predisposizione all’apertura a risposte spesso imprevedibili e non di rado scomode; richiede una disponibilità al risveglio delle anime assopite, di dormienti acquietati da modelli stereotipati di buona educazione che alla ribellione predilige l’accettazione acritica, all’urlo della contestazione il silenzio. Cento coltellate al cuore: si uccide per amore, si uccide per odio, si uccide per vendetta e accade che un ragazzo non è filosofia capace di elaborare i conflitti al punto da non riuscire a frenare, controllare il gesto. Forse siamo troppo presi dall’educazione intellettuale e da quella fisica e un po’ meno da quella delle emozioni, ne consegue che i nostri figli sono degli analfabeti emotivi, incapaci di cogliere la cura dell’emotività. I ragazzi, spesso i bambini, sono evidentemente stressati, viene richiesto loro un impegno fuori misura e, sia pur inconsapevolmente, non c’è tempo per quella “comunicazione indiretta”, la comunicazione dell’anima. “Il bisogno di essere amati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l’animo si indebolisce e si ripiega su se stesso, nell’inutile fatica di compiacere gli altri”. Due istituzioni sono chiamate in causa, chiamate ad assumersi la responsabilità: la famiglia e la scuola. Due istituti evidentemente oggi in crisi. La famiglia e la scuola sono incapaci di comprendere le nuove forme di comunicazione dei giovani; non è sufficiente mettere a disposizione dei computer, come fa la scuola, o peggio ancora la TV, come fa la famiglia, non è questo che facilita la comunicazione, entrambe abituano all’inerzia, all’apprendimento passivo. Anziché cercare nell’alfabetizzazione emozionale una possibile strada, più che com-prendere si spia; ecco i genitori che cercano di carpire i segreti dei propri figli “frugando” su facebook anziché aprirsi ai linguaggi dell’anima, crediamo di condividere con i nostri figli le loro passioni, aspirazioni, sogni ecc semplicemente condividendo un’amicizia su un social network. Di ben altro hanno bisogno i nostri figli: del calore di una carezza, dell’amore di un sorriso, della complicità di uno sguardo, della cura del cuore. 70 cento coltellate al cuore società sergio ragni musicologo e scrittore quando il san carlo dettava musica nel mondo L’interno in una goauche del 1822 Q ualche secolo fa il Teatro di San Carlo deteneva un primato: era il centro di produzione musicale più importante al mondo. Parliamo della prima metà del XIX secolo quando le opere che si mettevano in scena sul massimo teatro della capitale del Regno delle due Sicilie varcavano immediatamente i confini per essere rappre- 72 sentate nei più prestigiosi teatri d’Europa. La produzione musicale della grande macchina del San Carlo era richiestissima ovunque ed era presa a modello dai compositori e dagli impresari che operavano non solo nei più importanti teatri italiani, come la Scala a Milano e la Fenice a Venezia, ma anche da quanti erano impegnati negli spettacoli dei principali teatri di Parigi, Londra, Vienna. Nelle grandi capitali estere i teatri destinati esclusivamente alla rappresentazione di opere in lingua italiana si approvvigionavano degli spartiti delle opere create sul palcoscenico del San Carlo, certi così di essere al passo con le ultime tendenze in fatto di melodramma. Gli spettatori napoletani, all’epoca coltissimi, erano la principale garanzia della qualità della musica composta espressamente per loro. Se società un’opera riscuoteva successo a Napoli, aveva buone possibilità di riuscita anche altrove. La gloria della settecentesca scuola musicale napoletana era ormai quasi del tutto trascorsa. Gli ultimi strascichi si potevano rinvenire solo nei teatri minori, dove la commedia riscuoteva ancora qualche consenso. Custodi di questa tradizione, ormai alle ultime battute, erano i soli compositori che si formavano nei conservatori cittadini. Ma i tempi avevano sancito la fine dell’opera buffa. L’opera seria, da sempre la sola ammessa sul palcoscenico del San Carlo, costituiva l’unica richiesta del pubblico più esigente. Artefici del rinnovamento del repertorio serio dovevano essere compositori “stranieri” che pure solo nel San Carlo trovarono tutti i mezzi per poter elaborare quello che diventerà il modello del melodramma romantico italiano. Gli autori di quella musica tanto richiesta, che si produceva a Napoli e che di lì si riversava in tutta Europa, non erano compositori nati all’ombra del Vesuvio. Artefice del vistoso cambiamento d’indirizzo del San Carlo fu il celebre impresario Domenico Barbaja, milanese di umilissime origini, che a Napoli scoprì la sua vera patria. Solo a Napoli poté infatti, grazie alla capacità affaristica e al fiuto da grande intenditore d’opera, passare dalla gestione delle case da gioco alla gestione del più importante teatro della capitale. Barbaja ebbe il merito di far convergere a Napoli i più rappresentativi artisti del panorama operistico dell’epoca. Grazie alla sua lungimirante operatività una grande e prestigiosa compagine artistica a Napoli si va a compattare e s’insedia al San Carlo. L’impresario si lascia trascinare entusiasta dal grande impulso di trasfor- il teatro san carlo veduta esterna del Teatro San Carlo di Napoli in un acquerello dell’ottocento Un particolare del San Carlo in una foto di oggi 73 società il teatro san carlo Isabella Colbran nella cantata di Mayr Il sogno di Partenope mazione del regno di Napoli avviato già da Giuseppe Napoleone e proseguito da Murat: impulso che non poteva non investire anche l’attività dei teatri. Nel 1811 Murat emanò un decreto, fino allora inesistente, per la regolamentazione della materia teatrale, affidata in precedenza solamente alla tradizione. Tale decreto resterà in vigore anche al rientro dei Borboni a Napoli. Così come sarà proprio Murat a istituzionalizzare, ubicandolo nel ridotto del Teatro di San Carlo, il giuoco d’azzardo, finalizzandolo 74 al finanziamento degli spettacoli teatrali. I teatri a Napoli restano influenzati dal clima francese che si respira nella capitale. Sulle scene del Teatro del Fondo, l’odierno Mercadante, già per volere di Giuseppe Bonaparte, si rappresentavano regolarmente spettacoli in prosa francese: da un lato dunque le rappresentazioni di grandi spettacoli di prosa che spaziavano dalla triade CorneilleRacine-Molière, fino ai settecenteschi Marivaux, Voltaire, Diderot e Beaumarchais, dall’altro, nel teatro musicale, l’in- troduzione di generi di spettacolo nuovi per Napoli, ovvero la tragédie lyrique, l’opéra comique, il vaudeville. Il variegato panorama teatrale doveva quindi necessariamente invadere anche le scene del Teatro di San Carlo. Uno degli avvenimenti che doveva maggiormente caratterizzare il nuovo corso, avviato dai sovrani francesi nelle attività teatrali, fu la prima rappresentazione italiana della Vestale di Spontini, rappresentata in prima assoluta all’Académie Royale de Musique di Parigi qualche anno prima. Così come uno sconvolgente ampliamento di orizzonti doveva essere la fortunatissima proposta, per la prima volta a Napoli, di alcuni melodrammi mozartiani, dal Don Giovanni alle Nozze di Figaro, dalla Clemenza di Tito al Così fan tutte. Il nuovo corso fece ben presto assumere al San Carlo il ruolo indiscusso di teatro più importante della penisola. Il repertorio impegnativo che vi si eseguiva prevedeva compagini artistiche senza confronti e in primis un’orchestra numerosa e di grande perizia capitanata da un primo violino, Giuseppe Festa, riconosciuto all’epoca come il più autorevole direttore d’orchestra in Italia. All’orchestra e al coro si aggiungeva un eccellente corpo di ballo formato dai più eletti ballerini italiani e francesi, cui era affidata la seconda parte dello spettacolo, composto all’epoca da opera e balletto nella stessa serata. Ma il punto d’onore di Barbaja era soprattutto quello di tenere sotto contratto i cantanti che unanimemente venivano riconosciuti come i più valenti d’Europa. E infatti per decenni la compagnia di canto di cui disponeva l’impresario era così prestigiosa e talmente eccedente le effettive necessità dei teatri da lui gestiti che gli agenti di Londra, di Parigi, e di qualsiasi altra prestigiosa piazza teatrale europea, erano società costretti a patteggiare con l’impresario di stanza a Napoli la cessione dei diversi artisti tenuti da lui sotto contratto. Per undici anni la stella più luminosa del firmamento Barbaja fu Isabella Colbran. La cantante spagnola, scritturata nella sua qualità di “primadonna assoluta dei Reali Teatri di Napoli”, fu per più d’un decennio dominatrice incontrastata delle scene del Teatro di San Carlo, al centro dell’interesse di tutti i compositori dell’epoca che alle sue prerogative interpretative e vocali dovettero commisurare le loro creazioni. Johann Simon Mayr, compositore tedesco italianizzatosi, trovò in lei motivi d’ispirazione che lo portarono alla stesura di autentici capolavori, primo fra tutti Medea in Corinto. Ma l’autore cui il nome della Colbran doveva indissolubilmente legarsi fu Rossini, destinato a diventare suo marito nel 1822. Il genio precocissimo e prepotente del compositore pesarese rimase letteralmente soggiogato dal fascino della donna, dall’eccellenza delle sue qualità vocali e dall’autorevolezza interpretativa della cantante. Rossini compose per lei quelle opere che oggi vengono annoverate tra i capolavori del suo curriculum serio. I ruoli di protagonista in Elisabetta regina d’Inghilterra, in Armida, in Ermione, in Zelmira, di Desdemona in Otello, di Elcia in Mosè in Egitto, di Elena nella Donna del lago, di Ermione, di Anna in Maometto II, divennero altrettanti modelli per i compositori venuti dopo Rossini. Quelle eroine, create da Rossini su misura per le capacità virtuosistiche e di grande tragédienne della Colbran, costituiscono ancor oggi, epoca di alta specializzazione belcantistica, termini di confronto che mettono a dura prova anche le più accreditate odierne interpreti dell’opera. il teatro san carlo Nella foto in alto, un ritratto di Gioachino Rossini in un ritratto a olio di L. Lipparini; in basso, Scenografia di P. Canna per l’opera Zelmira di Rossini 75 anima & corpo 76 dicembre 2012 ariete (21 marzo - 19 aprile) bilancia (23 settembre - 22 ottobre) Anima. Per tutto questo periodo Venere cercherà di ostacolarvi e porterà qualche malumore e un po’ di nervosismo con il vostro partner. Imparate a controllarvi e i successi non tarderanno ad arrivare, anche in campo lavorativo. Mettete in luce il vostro carattere gioioso per finire il 2012 con allegria ed aspettare il 2013 con grande entusiasmo. Corpo. Prudenza con gli sport, in particolare quelli invernali. Concedetevi riposo e relax assieme ad una buona lettura e serate in compagnia per contrastare il nervosismo e il malumore. Anima. Venere nel vostro segno vi darà l’opportunità di realizzarvi in amore portandovi magari anche al matrimonio. Ormai non potete più rinunciare al vostro partner. Per chi ha già un rapporto consolidato, cercate di appianare le incomprensioni per chiarire dubbi ed incertezze. Corpo. L’asprezza del carattere si ripercuote anche sulla salute. Vedete il lato positivo delle cose, apprezzando le piccole cose del vivere quotidiano. toro (20 aprile - 20 maggio) scorpione (23 ottobre - 21 novembre) Anima. La congiunzione Marte-Plutone vi aiuterà in amore. In vista eccitanti avventure durante un viaggio o con una persona straniera. Per chi ha già trovato l’anima gemella le stelle consigliano di cogliere tutte le occasioni per trasformare la quotidianità del rapporto e stupire il partner con un invito a cena o un viaggio a Parigi, magari per festeggiare il capodanno. Corpo. Vi sentirete forti come un toro con una nuova energia e un potenziale erotico che non accennano a diminuire. Non siate precipitosi nelle scelte e non perdete la calma, l’emicrania è in agguato. Anima. In questo periodo sarete illuminati dai pianeti, ed in particolare da Marte che vi darà una mano a svelare le vostre intenzioni sia sul lavoro che in amore. Chi vi ama aspetta solo che palesate i vostri sentimenti. Non abbiate timore di credere che il vostro obbiettivo sia irraggiungibile. La fortuna aiuta gli audaci. Corpo. Non c’è nessun ostacolo all’orizzonte. Tranne un momento di nervosismo che vi accompagnerà per un breve periodo. Una vita sana ed equilibrata vi aiuterà a superare qualunque ostacolo troverete sul vostro cammino. gemelli (21 maggio - 20 giugno) sagittario (22 novembre - 21 dicembre) Anima. L’accoppiata Venere/Giove vi aiuterà a godere dei piaceri della vita e dell’amore. Chi ha interrotto un rapporto, una volta chiarito i dubbi e sospetti con l’ex, lo riprenderà con più trasporto e fiducia, pronti per cominciare il nuovo 2013 con serenità. Corpo. Troverete il modo di pensare di più al vostro corpo ed organizzare la vostra quotidianità tra lavoro, sport ed hobby cercando di non trascurare chi vi è vicino, anzi rendendola partecipe delle vostre iniziative. Anima. Venere vi è amica, e con l’aiuto di Marte, vi aiuterà a dimenticare una dolorosa esperienza. Sarete più fortificati per intraprendere il nuovo anno pieno di aspettative che vi porterà a nuove conoscenze. Corpo. Curate di più il vostro aspetto. Vi aspetta un controllo dal vostro dentista. Spese in vista. Per il resto la vostra salute non vi darà preoccupazioni. Ricordate però che è buona regola evitare alcolici e abusare di caffè. cancro (21 giugno - 22 luglio) capricorno (22 dicembre - 19 gennaio) Anima. Per i nati a Luglio Venere non sarà vostra complice, anzi ostacolerà i vostri rapporti specie a novembre. Una grande ripresa a dicembre dove vi concederete totalmente all’amore per un fine anno disteso ed un inizio scoppiettante. Corpo. Siate prudenti nei movimenti, ma specialmente alla guida: lo stress potrebbe farvi un brutto scherzo. La vita va presa con filosofia è inutile agitarsi. Concedetevi una pausa dal lavoro per ritemprarvi e prepararvi al nuovo anno. Anima. Venere vi sarà avversa per tutto il mese di novembre. Ci saranno tensioni per incomprensione affettive, che però finiranno presto. Già dai primi giorni di dicembre tutti i problemi saranno risolti e le malinconie spazzate via. Vi aspetta un gran finale a sorpresa per finire in allegria il 2012. Corpo. Lo stress accumulato per le avversità di novembre vi renderà nervosi ed irascibili. Non fatevi prendere la mano. Una cura a base di tisane rilassanti o un soggiorno in una SPA è l’ideale per gettare alle spalle tutta la negatività accumulata. leone (23 luglio - 22 agosto) acquario (20 gennaio - 18 febbraio) Anima. Marte, il vostro protettore, vi darà grinta in amore per provare nuove emozioni e per trovare finalmente la vostra anima gemella. Cercate di non perdere queste opportunità, magari mettendo da parte il vostro egoismo. Corpo. E’ il momento di iniziare la dieta. Questa volta siate più costanti ed aiutatevi con una buona attività fisica evitando sport estremi. Concedetevi invece lunghe passeggiate in montagna. accompagnandovi con una buona lettura o musica d’autore. Anima. Per avere una vita più equilibrata, sia in amore che sul lavoro, dovete fare una importante scelta. Possibile un trasferimento che vi porterà a un miglioramento lavorativo, ma soprattutto alla possibilità di decidere sul vostro futuro affettivo. Corpo. Basta con una vita sregolata. Se volete riacquistare il sapore di una vita tranquilla dovrete rinunciare a qualche serata con gli amici e a concedervi più ore di sonno. La resa sul lavoro e nei rapporti affettivi ne trarranno vantaggio. vergine (23 agosto - 22 settembre) pesci (19 febbraio - 20 marzo) Anima. Allargate il giro delle vostre conoscenze, non solo in amore ma anche nella vita sociale. Non siate superficiali in questione di cuore. Una decisione importante vi aspetta per concludere in bellezza il 2012 e per farvi assaporare un successo tanto atteso. Corpo. Non rimanete troppo davanti al PC. Il mondo reale è fuori della vostra stanza e attende solo di essere vissuto. Il vostro corpo ha bisogno di movimento e la vostra mente di allargare gli orizzonti. Preparatevi ad un viaggio con nuove amicizie. Anima. Questo è il periodo migliore per crearsi nuove amicizie sia sul lavoro che sul piano affettivo. Vi aspetta un viaggio galeotto dove conoscerete un amore travolgente. Attenzione non è l’amore della vostra vita, è solo un’attrazione passionale, una fiamma alimentata solo dal fuoco della passione erotica. Troverete la vostra anima gemella nel nuovo anno. Corpo. Dovete finirla di avere poca autostima. Avete grandi potenzialità nascoste che dovete tirar fuori se volete raggiungere i vostri obiettivi. Guardatevi allo specchio con occhi diversi apprezzando anche i piccoli difetti che notate. contatti in questa sezione troverai i contatti dei medici che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero 16 23 DOTT.SSA NADIA RUSSO Specialista in Dermatologia e Venereologia Dottore di ricerca in Dermatologia Sperimentale Università degli studi di Napoli “Federico II” Prof.ssa a.c. Università di Salerno GILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia) Studio: Via Sedivola, 95 - Torre del Greco (NA) Tel. 081 8816960 - 081 8815862 - [email protected] Studio: Rione Sirignano, 9 - Napoli - Cell. 347 1922330 DOTT. FABRIZIO MELFA Medico Chirurgo perfezionato in medicina estetica (Univ. Pavia) Diplomato in medicina estetica (SIME - SIF- Roma) Master II liv. in flebolinfologia (univ. Siena) Spec. in Scienza dell’Aliment.ne (Univ. di Palermo) Studio: Via Massimo D’Azeglio, 27/C, Palermo Via Corsaro, 27, Sant’Agata Li Berati Via P.S. Mattarella, 13/B, Termini Imerese Via B. Mattarella, 80, Bagheria Tel.: 091 50 86 041 - cell. 338 11 35 833 sito: www.fabriziomelfa.it E-mail: [email protected] 23 DOTT. ALESSANDRO POIDOMANI Medico Chirurgo Perfezionato in Angiologia Medica (Univ Catania) Diplomato in Medicina Estetica (SIME - FIF Roma) Master di II livello in Medicina Estetica e Terapia Estetica (Univ Camerino) Studio medico: Modica (RG) - via Medaglie d’Oro, 2 - II traversa 48 PROF. DOTT.SSA MARIA COSTANTINO Docente a c. Scuola di Spec. in Idrologia Medica – Università degli Studi di Parma Specialista in Idrologia Medica Specialista in Audiologia Presidente Ass. F.I.R.S.Thermae (Form.ne Interdiscip. Ricerche e Scienze Termali) E-mail: mariacostantino@firsthermae.org 27 DOTT. FABRIZIO CASTAGNETTA Chirurgo Plastico Specializzato a San Paulo Membro Società Brasiliana Chirurgia Studio di Chirurgia Plastica “Dr. F. Castagnetta” Roma, Milano, Palermo numero verde: 800 14 50 19 53 DOTT. ALDO REALE Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia Master in Dermatologia Plastica Direttore Sanitario “La Cura Medical SPA” Via Conte Verde, 8 - Campobasso Tel.: 0874.92796 - Cell.: 338.6288871 E-mail: [email protected] www.lacuramedicalspa.com 72 DOTT. SERGIO RAGNI Musicologo e scrittore 30 DR.SSA NAIDA FALDETTA Senologa Chirurgo Onco-plastico Responsabile di Senologia Ospedale ”Vincenzo Cervello” - Palermo altri contatti 64 78 PIERO FALANGA chef “Taverna Bagaria” Via del Mare, 45 - Città Giardino Marano di Napoli (NA) Cell.: 338 48 77 644 - www.uncuocoincasa.it 67 RAFFAELE ARATRO Counsellor Docente di Filosofia e Storia E-mail: [email protected]