Il futuro del mercato è in Ghana, parola (anche) di un

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Il futuro del mercato è in Ghana, parola (anche) di un
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Il futuro del mercato è in Ghana,
parola (anche) di un italiano
Miriam Carraretto
Le straordinarie potenzialità del Paese più stabile e sicuro dell’Africa Subsahariana, generate dalla scoperta del petrolio, aprono interessanti prospettive di crescita anche per le aziende italiane. L’esperienza dell’avv. Eugenio Bettella, che ha portato ad Accra venti
aziende venete, pronte per lanciare sul mercato locale i loro prodotti.
Il Ghana come la Cina? No, di più. Il Paese del Continente Nero affacciato sul Golfo di Guinea, al centro dell’Africa nera, ha sbaragliato tutti. Nel primo
trimestre del 2011 è stato il Paese con il tasso di crescita più alto al mondo, con un’impennata del Pil
che ha sfiorato il 14 per cento, e un incremento senza precedenti degli investimenti, più che raddoppiati rispetto al 2010, diventando la realtà africana
con le più alte prospettive di sviluppo.
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Questo successo è certamente legato alla sua stabilità sociale e politica: con i suoi 24
milioni di abitanti divisi in oltre cento etnie, da questo punto di vista il Ghana gode storicamente di ottima salute. Ma
il volano che ha fatto decollare l’economia nazionale è L’avv. Eugenio Bettella, manastata la scoperta, quattro an- ging partner dello studio leni fa, di cospicui giacimenti gale di Padova Rödl & Partpetroliferi off shore, che han- ner, che ha guidato la missione del Centro estero veneto
no cominciato ad attrarre vor- in Ghana.
ticosamente investimenti e capitali stranieri, consacrando il Paese a terra di straordinarie opportunità di guadagno. Complici anche
la febbre da oro – di cui il Ghana è da sempre tra i
primissimi produttori al mondo – e più in generale da materie prime, come conseguenza della crisi
mondiale, nonché il relativo aumento dei prezzi.
Senza dimenticare gli effetti positivi dei primi investimenti asiatici.
Delle enormi potenzialità se n’è accorta anche la
classe dirigente locale, non certo sonnolenta come
in molte altre regioni d’Africa, tanto che il Presidente Mills ha avviato una radicale trasformazione della politica economica assecondando gli slanci degli investitori internazionali. Sta puntando su
energie rinnovabili e elettrificazione di tutto il Paese, e-government e trasparenza. La tassazione nei
confronti degli stranieri è piuttosto generosa: non
paga nemmeno un centesimo chi investe in “servizi tecnici”, definizione alquanto vaga, che potrebbe voler dire “trattiamo e poi vediamo”. Vantaggi simili anche per chi opera nelle free zone sparse nei dintorni di Accra: per dieci anni niente imposte, poi sono all’8 per cento per sempre. Stesso
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“Lì c’è tutto da pensare e da realizzare.
Per noi è un’economia di grande importanza”
Christophe Sanchez, imprenditore lombardo di origini francesi nonché ideatore di uno dei siti di riferimento per i laureati italiani, Tesionline.it, è uno di quelli – ancora pochissimi – che si sono buttati nel mercato ghanese. Con interessanti risultati.
Com’è iniziata la sua avventura?
Nel 2008 io e i miei soci abbiamo ottenuto la concessione di 500 ettari di una
ex piantagione governativa di caffè che era stata abbandonata. I lavori di recupero sono partiti alla fine del 2009, il primo raccolto lo avremo nel 2013. Questa esperienza ci ha permesso di prendere confidenza con il Paese e avvicinarci
alla sua cultura, anche economica. Una terra ricchissima di tradizione, ma anche molto aperta agli stranieri che vanno lì con progetti utili e sostenibili. Abbiamo scoperto le altissime potenzialità di sviluppo economico del Ghana e in
generale di tutta l’area Ecowas.
E poi cos’è successo?
Lì tutto è in grandissima crescita, è un mercato giovanissimo che ha bisogno di
iniezioni di denaro e idee. Per questo, in partnership con un’altra impresa italiana che produce estintori, la SAE Srl, abbiamo dato vita a una seconda impresa, la SAE Fire and Safety Eng. LTD, la cui mission è la produzione di materiali
antincendio sotto licenza SAE. Abbiamo già chiuso importanti accordi con i rivenditori delle città di Takoradi e Kumasi, mentre penetreremo direttamente nel
mercato con la nostra forza vendita nella regione della Grande Accra. Nelle ultime settimane stiamo anche lanciando un nuovo progetto pilota nel campo della logistica, sempre a Takoradi. Stiamo cercando imprenditori interessati a conoscere le potenzialità del mercato ghanese, che presenta ritorni con alte marginalità in tempi brevi, dai tre ai cinque anni.
Qual è la cosa che l’ha colpita di più del Ghana?
Le sue incredibili potenzialità. C’è tutto da fare, da costruire, da pensare. E la
popolazione lo sa, è pronta e ha voglia di crescere. Ma è necessario che questo
avvenga con il loro apporto, culturale e sociale: dobbiamo dimenticarci il vecchio approccio neocoloniale e sviluppare insieme il loro e il nostro futuro, passo dopo passo.
(m.car.)
discorso per il fisco: l’aliquota massima
dell’imposta sui redditi delle aziende è
al 25 per cento.
Ad approfittarne, tra i tanti, sono state
anche una ventina di aziende venete,
giunte nella capitale qualche mese fa su
iniziativa del Centro estero delle Camere di Commercio del Veneto, nell’ambito del progetto pilota “Africa”, fi-
nanziato dalla Regione. L’obiettivo era
conoscere più da vicino una realtà da
sempre poco esplorata e tastare il terreno per una penetrazione nel mercato
locale e lo sviluppo di sinergie anche
strategiche.
“È andata benissimo”, spiega Eugenio
Bettella, managing partner dello studio
legale di Padova Rödl&Partner, cui il
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Centro veneto ha affidato l’organizzazione della
missione. “Il riscontro da parte delle aziende è stato molto positivo, alcune sono persino tornate a casa con qualche contratto già chiuso, cosa che in Europa e in altri mercati maturi non succede più con
una missione promozionale”. Tra quelle che hanno
partecipato, realtà del settore delle macchine per
l’agricoltura e l’edilizia, degli alimentari, delle energie rinnovabili e persino dell’arredamento.
“Rödl&Partner”, racconta l’avv. Bettella, “è uno studio internazionale con base in Germania che opera
sui mercati mondiali. Come sede di padova abbiamo una lunga esperienza di internazionalizzazione.
In Ghana abbiamo avviato una fase di scouting e alla fine abbiamo individuato una persona, italiana
ma di stanza a Johannesburg, che seguisse i progetti da là. Abbiamo aperto un ufficio ed è partita l’esplorazione di alcuni mercati. Ci siamo concentrati
su quelli più ricchi, Eden Gas in primis. Il Centro
estero ci ha scelti proprio per le nostre competenze
nell’accompagnamento delle imprese sui mercati
esteri e nella consulenza legale e fiscale”. Il ruolo di
Bettella e dei suoi soci, dunque, è stato stimolare la
conclusione di affari, dapprima introducendo le imprese italiane nel mercato, e poi supportandole negli aspetti più tecnici, legali e fiscali.
L’Africa a Sud del Sahara sarà l’approdo delle economie sviluppate nei prossimi anni. Vuoi per la disponibilità di materie prime a bassissimo costo, vuoi
per le grandi potenzialità di un mercato ancora per
molti aspetti vergine e dunque bisognoso di crescere. “Le grandi sorprese si avranno nel settore delle commodities” continua Bettella. “Oggi rappresentano già un enorme interesse per molti operatori,
cinesi in testa”. E il Ghana è una minera d’oro, in
tutti i sensi. “L’estrazione dell’oro è sempre stata di
enorme importanza. Ma è stata la scoperta di giacimenti petroliferi marini a segnare una vera rivo38 Family Office
luzione per il Paese. Ha portato con sè la necessità
di realizzare centri logistici, infrastrutture, hotel,
strade, centri commerciali e tutta una serie di elementi indispensabili per accogliere gli operatori
stranieri”.
Per le imprese italiane le opportunità, dunque, sono eccezionali. Nel breve e medio periodo il settore dominante è l’housing: “C’è bisogno di imprese
che costruiscano residence, strutture ricettive e alberghiere, case, centri commerciali, centri benessere”. E quando si costruisce poi bisogna arredare.
“Serve di tutto laggiù. Durante la missione due
aziende del Vicentino sono riuscite a vendere delle
importanti forniture in questo settore”.
Particolarmente strategica è anche l’agroindustria:
“Il Ghana ha un clima tropicale, si coltivano frutta
e prodotti tipici di quelle aree, come il cacao e il caffè, ma manca tutta la parte del food processing, ossia
la lavorazione dei prodotti”. Anche l’attività di allevamento, del pollame soprattutto, è molto importante. “In questo senso le realtà italiane potrebbero penetrare nel mercato locale con la fornitura
di macchinari agricoli”. Infine, nel medio e lungo
periodo, anche il turismo probabilmente sarà determinante.
Bettella riconosce che c’è ancora molto da fare, anche a livello di informazione. “La maggiorparte
degli imprenditori italiani pensa all’Africa Subsahariana come a un unico Paese. Ci sono due macroaree, l’Ecowas nella parte ovest e il Sadec a sudest, destinate a diventare zone di libero scambio,
ma ogni Stato ha al proprio interno regioni, etnie,
culture e persino sistemi giuridici completamente
diversi”.
Un consiglio per chi volesse investire in Ghana? Bettella non ha dubbi: “La cosa fondamentale è valutare non un Paese ma un’area. Al di là dei vantaggi indiscutibili di operare nel mercato locale, il Ghana è strategico per tutta l’area del Golfo di Guinea.
È fondamentale collocare lì un hub, un ufficio, da
cui dirigere le operazioni di penetrazione commerciale anche fuori. Una missione spot o l’individuazione di agenti locali da soli non bastano. Si vive
tranquilli, c’è una classe media che si sta sviluppando e che sa apprezzare il made in Italy, e nei confronti degli italiani c’è grande stima. Uno dei maggiori produttori di cacao è un italiano di seconda
generazione”. n