busti marmorei

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busti marmorei
(27) *Massalongo Roberto
medico
(Tregnago VR
26 settembre 1856 - Verona 12 gennaio 1919).
Nacque a Tregnago, da una ricca famiglia di possidenti. Il padre, Abramo, era un intellettuale
impegnato che ha lasciato negli studi scientifici più d'una memoria duratura. Raccolse e descrisse,
fra l’altro, i resti fossili di Bolca che contribuì a far conoscere in Europa. Il fratello Caro (vedi) fu
botanico illustre, l’altro, Orseolo (vedi), si dedicò all’entomologia, quando una malattia invalidante
gli impedì di svolgere con profitto la sua professione di ingegnere.
Appena laureato, Roberto si recò a Parigi, alla Salpetrière, dove studenti da tutta Europa andavano
ad assistere alle lezioni del celebre medico J.M.Charcot. Qui fece proprio quel metodo di
osservazione anatomo- clinica che è alla base della moderna pratica medica e nello stesso tempo
riuscì ad acquisire una solida cultura neurologica.
All'età di 36 anni fu nominato Direttore dell'Ospedale civile di Verona ed in questa posizione fu il
tramite necessario per la trasformazione del nosocomio da Luogo Pio a moderno e aggiornato
Istituto per la diagnosi e la cura delle malattie. Per ottenere questi risultati fu necessario portare i
medici, in primo luogo, ma anche gli infermieri e tutti quanti fossero coinvolti nella gestione
ospedaliera, ad uno stesso livello di qualificazione e nello stesso tempo imporre ordinamenti tesi a
salvaguardare il decoro, l'igiene , la tranquillità dei degenti. Nello stesso tempo l'ospedale doveva
diventare un luogo diverso, per poter affrontare le malattie secondo i più moderni indirizzi clinici,
basati sull'indagine anamnestica accurata ed un approfondito esame semeiologico, e dove fossero
disponibili nuovi sussidi strumentali ed aggiornate indagini di laboratorio. Nel 1910, quando la
struttura fu dotata della corrente elettrica, venne attivato il primo gabinetto di radiologia. Facendo
propria la teoria dell'abito costituzionale di De Giovanni, suo maestro di clinica medica, considerò
che l’equilibrato sviluppo dell’organismo umano poteva essere alterato da comportamenti devianti,
quali l'alcolismo, dalle malattie e dai patimenti fisici e morali. Suggerì quindi efficaci iniziative di
prevenzione, si battè per ridurre la diffusione della malaria nelle Valli veronesi e, per decenni,
continuò a proporre la costruzione di un Sanatorio per i malati di tubercolosi.
Nel 1885 fu eletto consigliere comunale per l’Associazione politica popolare nella giunta Guglielmi
e quattro anni dopo, eletto sindaco Renzi Tessari, diventò assessore. Lasciò l’ impegno politico amministrativo nel 1902, dedicandosi all’ospedale ed alla propaganda medico- sociale. In più
occasioni affermò grande fiducia nel progresso dell’umanità, favorito dalle grandi scoperte
scientifiche che si susseguivano nel mondo, e, più d’una volta, rinnovò il suo appello per la
riunificazione di Trento e Trieste all’Italia.
Redasse nove capitoli, tutti dedicati alle malattie neurologiche, nel Trattato italiano di patologia e
terapia medica di Cantani e Maragliano, edito nel 1893, e fu autore di circa duecento lavori
scientifici, pubblicati su riviste italiane e straniere. Di un certo interesse i suoi contributi storici,
relativi ai grandi medici veronesi del Rinascimento, Antonio Benedetti e Girolamo Fracastoro, al
quale intitolò nel 1905 la Gazzetta Medica Veronese. Fin dal 1888 fu nominato socio di numerose
Società scientifiche europee ed italiane, compresa l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di
Verona e del Regio Istituto veneto di Lettere, Scienze e Arti in Venezia e venne insignito dei titoli
di Cavaliere, Cavaliere ufficiale ed infine Commendatore della Corona d’Italia. Morì a Verona nel
gennaio del 1919. Nel suo testamento lasciò all’Ospedale la somma di 350.000 lire, che doveva
servire per l’allestimento di una sala di degenza, che ricordasse il suo nome, e per la costruzione di
un padiglione completo nell’ Ospedale sanatorio intitolato a Girolamo Fracastoro, che doveva
sorgere nella località del Chievo,. Inoltre fece dono all’ospedale della sua biblioteca medica, che
occupava sei librerie nell’anticamera della Direzione sanitaria.
Un
monumento, opera dello scultore Spazzi, ricorda Roberto Massalongo all’ingresso
dell’Ospedale, di fronte al Centro medico culturale “Marani”, con questa dedica. Al comm. Roberto
Massalongo Medico Di luminosa e solare fama La cui opera In questa casa di pianto Fu
dottamente pia in vita E regalmente munifica in morte. Il Consiglio ospitaliero Riconoscente III
MCMXXII.
(GiF) Referenze: G.Zambelli R.Massalongo. in “Il contributo veronese alle scienze mediche”.
Verona 1949, L.Bonuzzi Neurologi veronesi dell’ultimo 800 Verona Medica 1989, L.Bonuzzi Le
scienze mediche nel Veneto dell’Ottocento Ist.Ven. Sci, Lett, Arti 1990, R.Massalongo (a cura du
G.Ferrari, L.Meneghelli e G.Piccoli) Il Fracastoro, Verona 1993, L.Bonuzzi Orientamenti
dottrinali e prospettive antropologiche nel pensiero di R.M. Atti Memorie Accad.ASL Vr n.172
1995-96
(44) *Spangaro Saverio (S.Stefano di Comelico 29 febbraio 1870 - Verona 12 dicembre 1946).
medico
Nato a S.Stefano di Comelico, figlio di un medico condotto e valoroso garibaldino, si laureò a
Padova, dove fu dapprima assistente di Salvioli, in Patologia generale, e poi aiuto di Chirurgia alla
scuola di E.Bassini. Frequentò a Berna l'Istituto di Anatomia Patologica diretta da Langhans e la
Clinica Chirurgica del prof. Kocher. Vi condusse a termine due impegnativi lavori, uno su "Le
modificazioni del testicolo dalla nascita alla vecchiaia" descrivendo nelle cellule di Sartoli
particolari cristalli che furono chiamati cristalli di Spangaro; l'altro su "La modificazione del
testicolo in uomini a cui per la cura dell'ipertrofia della prostata era stato legato il deferente".
Dal 1900 al 1907 fu assistente ed aiuto della Clinica chirurgica di Padova, conseguendovi nel 1903
la Libera docenza prima in Patologia e poi in Clinica chirurgica. Nel 1907 fu nominato chirurgo
primario dell'ospedale di Verona dove lavorò ininterrottamente sino al 30 novembre 1941
contribuendo a diffondere nell'intera regione tecniche chirurgiche che sono ancor oggi attuali. In
precedenza si era imposto nel concorso di primario chirurgo dell' Ospedale Maggiore di Milano. A
Verona Spangaro si impegnò fin dai primi anni perchè l’Ospedale cittadino avesse un Reparto
chirurgico all’avanguardia nel rispetto delle peculiarità dei vari malati. Diresse da solo nel corso
della guerra '15-'18 le due Divisioni chirurgiche ed il Reparto dei soldati feriti alla Casa di
Ricovero, e per questo ricevette una medaglia di bronzo del Ministero degli Interni. Nel 1916, su
proposta di Bassini, gli fu affidato l'insegnamento di Clinica chirurgica agli studenti in servizio
militare da tenersi presso l'Università di Padova.
Dal 1910 membro effettivo dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, essendo per
un triennio anche membro della Presidenza. In questa sede commemora nel 1925 il prof. Edoardo
Bassini, socio onorario, garibaldino, docente e agricoltore. Nel quadriennio 1923-26 fece una
lezione sulle conseguenze igieniche e climatiche che sarebbero derivate dalla riduzione di portata
dell'Adige a monte di Verona. Fu eletto assessore dell'Accademia per il triennio 1931-33. Dal 1917
al 1934 fece parte del Consiglio Sanitario Provinciale di Verona.
Fu socio delle Società italiana, francese e tedesca di Chirurgia, Commendatore della Corona d'Italia,
fu membro del Consiglio Sanitario Provinciale di Verona per quasi vent’anni e presidente del
Rotary. Nel 1934, per ricordare i cinquant’anni dal primo intervento per ernia inguinale, secondo la
tecnica di Bassini, fu incaricato dall’Università di Padova di svolgere il tema più importante: quello
del trattamento chirurgico. In quello stesso anno realizzò a Verona un Centro Diagnostico per i
tumori maligni
L’anno precedente Spangaro aveva disposto che il suo stipendio netto di Primario venisse
utilizzato, per tutto il tempo in cui sarebbe rimasto in servizio, alla costruzione del nuovo Centro
ospedaliero di Borgo Trento. Con altra lettera, in data 7 gennaio 1937, chiese che la propria
pensione fosse utilizzata per la graduale costituzione di un capitale inteso alla fondazione di una
borsa di studio da intitolarsi a suo nome e la cui rendita andasse a favore di medici secondari
appartenenti all'Ospedale di Verona, meritevoli per studi preferibilmente dedicati alla Chirurgia.
Collocato a riposo nel febbraio 1935, fu trattenuto in servizio fino al 30 novembre 1941 e poi
nominato Primario Ospedaliero Emerito. Ottimo nella diagnostica clinica, Spangaro fu operatore
sicuro, brillante, scrupoloso ed audace, accuratissimo nell'asepsi e nell'emostasi. Operatore perfetto
nella chirurgia ginecologica e gastrointestinale, fu assertore tra i primi dell’utilità pratica e
scientifica della sterilizzazione del campo operatorio con tintura di iodio e dell’anestesia spinale, in
alternativa all’etere e cloroformio Lasciò una quarantina di pubblicazioni di Batteriologia, di
Anatomia patologica, di Patologia sperimentale e di Chirurgia.
Nella biblioteca della Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale Maggiore di Verona è
collocato il busto di marmo, scolpito da E.Girelli, con la dedica A Saverio Spangaro gli allievi
4.7.1948.
( Gi.F) Referenze: Il Fracastoro. 1946: 71 Fainelli 403 e 425
(50) *Viana Odorico (Portogruaro (Ve) 24.8.1877 - Verona 9 maggio 1942). Medico
Dopo una precedente iscrizione presso la facoltà di Lettere e filosofia, si laureò in Medicina a
Padova, con frequentando ancora studente gli istituti di Patologia Generale, Istologia e Patologia
chirurgica. Fu assistente nella Clinica Ostetrico-Ginecologia di Padova dal 1902 al 1903 e aiuto con
comando presso la Scuola ostetrica di Venezia dal 1903 al 1911. Nel 1908 acquisì la Libera
docenza per titoli presso l'Università di Bologna, riconosciuta successivamente da quella di
Padova. Prestò servizio militare durante la Prima guerra mondiale, addetto al Laboratori
dell’Ospedale militare di Verona, raggiungendo il grado di capitano.
Fu nominato Direttore del Brefotrofio provinciale di Verona e della Maternità nel 1911 e
trasformò quest’ultima istituzione, da luogo di ricovero - segregazione delle ragazze madri espulse
dalla comunità, in un vero ospedale specializzato. Si battè perché fossero accolte anche le gestanti
legittime ed istituì, secondo il modello sperimentato a Padova, una Sezione di Ginecologia. La
Scuola Ostetrica di Verona, fondata dalla Repubblica di Venezia fin dal 1763, raggiunse, sotto la
sua direzione, un alto livello di qualificazione professionale, tale che si meritò il riconoscimento del
Ministero della pubblica istruzione nel 1919 e diventò la più frequentata tra le Scuole autonome
d’Italia. Si impegnò strenuamente anche per la riforma del Brefotrofio, separando i bambini
abbandonati dai figli illegittimi, facilitando il riconoscimento materno e stimolando le adozioni.
Contribuì inoltre alla ricostruzione ex novo, nel quartiere di S.Stefano, del fabbricato della
Maternità e del Brefotrofio, ottenendo nel contempo la cessazione dei reparti di Maternità annessi
all’ospedale. Lasciò la direzione nel 1940.
Viana fu scienziato, organizzatore e medico. Di questa sua attività sono rimaste 140 pubblicazioni
quasi tutte dedicate alla specialità ostetrico ginecologica, ma anche a problemi assistenziali ed
organizzativi. Fu altresì umanista e letterato, come dimostrava la ricca biblioteca che egli potè
ricostruire, dopo che gli austriaci gli ebbero distrutta quella che possedeva a Conegliano,
sistemandola nella vecchia casa restaurata di via Pigna. Importanti i suoi studi di storia della
medicina, che comprendono alcuni validi contributi: Appunti per la storia della S. Casa di Pietà di
Verona (1928), Gli Statuti del Collegio medico veronese del 1580 (1914), Sui privilegi e su alcune
vicende del Collegio medico di Verona negli anni 1298- 1688 (1917). Membro effettivo
dell'Accademia di Agricoltura Scienze e lettere di Verona dal 1914, fu anche socio corrispondente
del Reale Istituto Veneto di Scienze lettere ed Arti dal 1932 e membro del Consiglio direttivo della
Federazione provinciale Maternità e Infanzia dal 1926. Fu nominato cavaliere ufficiale della
Corona d'Italia. Alla base dello scalone che porta ai reparti del nuovo edificio della Maternità, nel
complesso ospedaliero di Borgo Trento, si offre allo sguardo disattento dei visitatori il busto in
bronzo del prof. Odorico Viana, opera dello scultore R.Dondi, con la seguente dedica: Mente eletta
di studioso Cuore d’apostolo Volle e creò La Scuola di ostetricia Vanto e decoro della “Maternità”
di Verona. L’Amm.ne Provinciale 1947.
(Gi.F) Referenze:Atti Accad.ASLVr n.120 (Messedaglia), O.Viana Curriculum vitae :
atti e memorie 1916 e 1928. due pubblicazioni Una famacia del 1463 e storia della Santa casa di
Pietà