Presentazione GIAPPONE

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Presentazione GIAPPONE
Caratteristiche del mercato
dell’abbigliamento giapponese
• Alta competitività, sia per qualità che per numero di
concorrenti
• Alta diversificazione di prodotti
• Forte attenzione dei consumatori per tendenze e novità
• Circolazione di informazioni estremamente veloce e ad ampio
raggio (soprattutto grazie alla rete, blog ecc.), forte impatto
della pubblicità e delle tendenze lanciate da personaggi famosi
(soprattutto per le cause ecologiche mosse dalle celebrità)
• Tempi brevi di consegna delle forniture (a piccoli lotti
diversificati)
• Richiesta da parte dei consumatori di standard di qualità̀
elevata e soprattutto costanti nel tempo
• Grande attenzione per l'immagine aziendale
Aumento delle importazioni nel
settore dell’abbigliamento e nel tessile
• Dal 1992 la produzione interna giapponese nel
settore dell’abbigliamento è in calo a causa
della rilocazione.
• In contrasto aumenta lo share delle
importazioni
• Nel tessile il declino della produzione interna
inizia negli anni ‘70, attualmente la Cina è il
maggior importatore
Il settore tessile italiano: in crisi?
Importazioni nel settore tessile in Giappone
Nelle
importazioni
in
Giappone nel settore tessile,
l’Italia occupa il quarto posto
con il 2,70% dello share
totale.
Nel 2003 l’Italia occupava il
secondo posto del ranking
mondiale nel settore con il
5,60% di share.
Negli ultimi dieci anni paesi
con produzione a basso
costo come Vietnam ed
Indonesia hanno superato
l’Italia.
Nel settore dei tessuti la produzione
italiana rimane competitiva
Tipologia di
tessuto
Valore
importazioni
totali 2012
(migliaia di
yen)
Valore
importazioni
totali 2013
(migliaia di
yen)
Ranking
Italia e
share
Valore
importazioni da
Italia (migliaia di
yen)
Tessuti di lana
17.127.000
20.231.000
1 (44,6%)
9.031.000
Tessuti di seta
5.197.000
6.339.000
2 (17.9%)
1.133.000
Tessuti di cotone
27.490.000
34.064.000
3 (7,7%)
2.636.000
Tessuti a maglia
11.177.000
15.237.000
3 (19,5%)
2.966.000
Le importazioni in Giappone di tessuti è in crescita.
Le importazioni italiane sono leader nel settore dei tessuti di lana, e ricoprono una
buona parte di share nei settori dei tessuti di seta e a maglia.
Crescita delle importazioni nel 2013
Quantità in DZ
importazioni
totali 2013
Valore
importazioni
totali 2013
(migliaia di yen)
Quantità in DZ
importazioni da
Italia 2013
Valore
importazioni da
Italia 2013
(migliaia di yen)
Abbigliamento da
uomo
34.983.719
599.063.612
99.449
20.011.728
Abbigliamento da
donna
53.935.427
767.424.478
98.364
21.100.033
9.464.484
37.892.973
514
41.986
52.816.291
529.765.832
103.481
14.282.090
Abbigliamento
intimo
Maglioni
Le importazioni dall’Italia dal 2012 al 2013 nel settore dell’abbigliamento sono
aumentate del 25,5%.
Il rapporto valore/quantità dei prodotti importati dall’Italia è molto elevato.
Tariffe doganali
Tipologia di prodotto
Tariffazione
Abbigliamento a maglia
- con ricamo, pizzo o decori
- altro
8.4~10.9%
8.4~10.9%
Abbigliamento intimo a maglia
7,4%
Abbigliamento in tessuto
- con pellicce
- altro
10~12,8%
9,1~10%
Intimo in tessuto
7,4~9%
Non avendo alcun accordo economico bilaterale con il Giappone, all’Italia vengono
applicate le tariffazioni stabilite negli accordi del WTO.
Paesi come Indonesia e Vietnam che negli ultimi anni hanno sorpassato l’Italia nel
ranking delle importazioni sono avvantaggiati da accordi bilaterali che abbattono le
tariffe d’importazione.
Qualità del prodotto ancora
importante per il consumatore
44%
Qualità del prodotto
rimane molto
importante, ma negli
ultimi anni è
aumentato l’interesse
del consumatore sul
prezzo del prodotto.
Il consumatore
giapponese tende a
preferire prodotti
derivati da fibre
naturali come il
cotone.
Fattori importanti per il consumatore
•
•
•
•
•
•
Colore
Prezzo
Qualità
Finiture
Stile
Resistenza
Negli ultimi anni cambiamento nei
canali di distribuzione
Canali di distribuzione
Negozi Specializzati
Off-price store
Department Store
Chain Store
Internet
Altro
17%
23%
6%
15%
22%
17%
A fine anni ‘90 la
percentuale dei negozi
specializzati, internet e
off-price store era minore,
mentre i department
store avevano un share
vicino al 35%.
L’importanza dei «nation brands»
• Oltre il 90% dei consumatori
giapponesi ritiene che il
Paese di provenienza sia
importante
• I consumatori giapponesi
sono sempre più
consapevoli che l’etichetta
«made in…» da sola non
basta (da dove arrivano le
materie prime? I
semilavorati?)
Percezione Made in Italy in Giappone
Secondo un sondaggio ICCJ del 2013, il Made in Italy è percepito
dai giapponesi come:
• Tradizionale
• Artigianale
• Autentico
• Affidabile
• Durevole
In negativo:
• Costoso
• Poco giovane
Proprietà intellettuale: problemi che il
Giappone NON ha
• Brand contraffatti: la
maggior parte dei
consumatori è sofisticato e
attento alla genuinità più
che alla ostentazione del
brand
• Diffusione, riutilizzazione
illegale di marchi –
fenomeno limitato rispetto a
Paesi analoghi si veda P2P
Proprietà intellettuale: problemi che il
Giappone ha
• Esecuzione legale: può essere
difficile intentare (vincere)
cause legali internazionali
connesse all’uso illecito di
brand o proprietà intellettuale
• Poca protezione formale per
«nation brand», denominazioni
italiane ed europee (e.g. DOP,
DOCG)
• Import parallelo: opportunità e
minacce
Il valore di una certificazione di filiera
• Maggiore trasparenza lungo tutte le fasi: viene
incontro alla esigenza di genuinità del prodotto e di
fiducia
• Particolarmente utile se consistente con:
– La qualità del prodotto: inefficace o controproducente
collegare «made in Italy» a prodotti anonimi o di qualità
media per ottenere premi di prezzo
– La storia aziendale, il packaging, la comunicazione del
prodotto e delle sue materie prime