Speciale Pesca

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Speciale Pesca
ANNO XLVII - N. 28
martedi' 25 gennaio 2011
SPECIALE PESCA
L'Economia e la politica della pesca nel mondo
FRANCIA: LE ASTE FINALMENTE RITROVANO
LA CRESCITA – "MAVILLE.COM"
21 gennaio 2011 – Finalmente! Le aste di Erquy, Saint-Quay-Portrieux e Loguivy-de-la-Mer
possono riprendere fiato. I risultati pubblicati relativi al 2010 sono davvero positivi. Dopo
due anni di apnea, il mercato ha ripreso il toro per le corna. 8% l'aumento dei ricavi, 16% i
quantitativi pescati (…) Le aste della Cotes-d'Armor non devono vergognarsi delle loro
performance. Questi dati la fanno passare dal sesto al quarto posto nazionale. Erquy e
Saint-Quay-Portrieux totalizzano quest'anno circa lo stesso quantitativo. "Piu' crostacei
che pesce per Saint-Quay-Portrieux e piu' pesce che crostacei per Erquy", ha dichiarato
Patrick Mazza, responsabile delle aste del dipartimento.
Il significativo incremento quantitativo e' dovuto principalmente ai crostacei (…)
Dopo diversi anni di grande lavoro, il bilancio 2011 sara' principalmente dedicato alla
manutenzione e all'acquisto di materiale di piccole dimensioni. (…) Le aste della Cotesd'Armor hanno messo in atto da oltre tre anni l'acquisto a distanza. Il metodo ha attratto i
compratori. L'anno scorso, il 40% di loro comprava per telefono o tramite internet.
Quest'anno e' il 50% "E aumenta ancora. C'e' sempre meno gente nelle sale di
contrattazione". E per la Camera del commercio e dell'industria e per il responsabile delle
aste, e' un buon segno. "Significa chiaramente che i compratori si fidano di noi poiche'
non vedono le merci che acquistano". (…) "Un unico rammarico, le sale deserte. E' un
peccato. Si perde l'atmosfera dell'asta". [Melanie Becognee, portale – a cura di agra
press]
ALGERIA: LA CICTA ESAMINERA' A FEBBRAIO IL RICORSO SULLA
QUOTA DI PESCA DEL TONNO ROSSO – "LE MAGHREB"
20 gennaio 2011 - Il Ministro della Pesca e delle Risorse ittiche Abdellah Khanafou ha
dichiarato ieri a margine di un incontro per valutare il settore della pesca che la questione
del tonno rosso "non e' una priorita'". "Si e' parlato molto riguardo a questo argomento
(...), ma in quanto principale responsabile di questo settore (...)", ha affermato, "non lo
considero una priorita' (...), e non credo che agli algerini interessi molto".
"La Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (Cicta)
esaminera' il prossimo febbraio il ricorso dell'Algeria relativo al recupero della propria
quota di tonno rosso per il 2011", ha rivelato il Ministro (...). Il contingente dell'Algeria, che
dovrebbe essere pari a 616 tonnellate, e' stato ridotto di 418 tonnellate, che sono state
ripartite tra quattro paesi, ovvero la Libia, l'Egitto, il Marocco e la Croazia. "La Cicta si
riunira', in linea di principio, nel mese di febbraio a Barcellona, e a questa riunione
saranno presenti i nostri rappresentanti", ha riferito lo stesso Ministro in una
dichiarazione all'APS [agenzia di stampa ufficiale algerina].
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L'Algeria, ricordiamo, aveva presentato ricorso contro la Commissione dopo che
quest'ultima aveva deciso durante la sua riunione annuale, che si e' tenuta lo scorso
novembre a Parigi, di ridurre la quota di cattura dell'Algeria nel 2011 a 298 tonnellate .
"Cio' che interessa ai cittadini e' il prezzo del pesce e l'indisponibilita' del prodotto sul
mercato, non il tonno rosso", ha spiegato.
Khanafou ha osservato inoltre che l'Algeria non e' stata in grado di catturare la sua quota
nel 2010 e che non saranno certamente molti gli operatori nazionali per la prossima
campagna 2011.
"Ci stiamo preparando per questa campagna, ma riusciremo a raggiungere l'obiettivo che
ci e' stato imposto?", si e' chiesto il Ministro, facendo notare che la commissione, presso
il Ministero, incaricata di ricevere le richieste di autorizzazione per la pesca ha concesso
le licenze solo a due operatori, che potranno cosi' partecipare alla stagione di pesca di
quest'anno.
Il Ministro ha espresso rincrescimento per "l'esperienza passata, quando lo Stato ha
concesso aiuti per l'acquisto di tonniere in vista di queste campagne di pesca del tonno
rosso, e gli operatori non hanno rispettato i loro impegni (...), e hanno fatto invece solo i
loro interessi (...). (...) "Ed e' questo che ha spinto la Cicta", ha aggiunto, "a prendere delle
misure drastiche, tali per cui ora nessuno puo' pescare questa specie senza che vi siano
dei rappresentanti (...) della Commissione e dei guardacoste. Tutto deve svolgersi in
maniera trasparente e l'intero processo di cattura deve essere filmato", ha riferito.
La Cicta (...) e' stata fortemente criticata dalle associazioni ambientaliste in seguito alla
sua decisione, nel corso della sua ultima riunione a fine novembre a Parigi, per aver
ridotto di poco [di 600 tonnellate] le catture di tonno rosso per il periodo 2011-2012.
La Commissione ha appena reso pubblici che i contingenti [annui] di tonno rosso
pescabile nell'Atlantico [orientale e nel Mediterraneo], che sono stati fissati durante tale
vertice, saranno pari a 12.900 tonnellate. [Dalila T., quotidiano - a cura di agra press]
FRANCIA: LANGUEDOC-ROUSSILLON, I PESCATORI DI
SETE CONTRO IL CARO GASOLIO – "FRANCE SOIR"
14 gennaio 2011 – La situazione rimane molto tesa a Sete dove i pescatori sono
preoccupati per l'aumento del prezzo del gasolio, che grava pesantemente sul loro
bilancio. (…) L'anno e' iniziato male per i pescatori di Sete (Herault), che da giorni
esprimono la loro preoccupazione di fronte alle difficolta' che si accumulano e gravano
considerevolmente sul loro bilancio gia' fragile."L'aumento del prezzo del gasolio ci
penalizza fortemente, tanto piu' che i nostri battelli consumano molto carburante", spiega
Raphael Scannapieco, del porto di Sete. Il prezzo al litro attualmente e' di 57 centesimi,
mentre l'attivita' dei pescherecci del porto non e' sostenibile oltre 40 centesimi al litro,
secondo Bernard Wendling, direttore generale della Sathoan, organizzazione che riunisce
una cinquantina di queste navi, cosi' come le tonniere.
Il governo francese ha inoltre chiesto ai pescatori di restituire gli aiuti concessi tra il 2004
e il 2006 che hanno loro permesso di pagare il gasolio meno caro del prezzo di mercato.
Motivo: queste sovvenzioni celate erano incompatibili con il diritto comunitario, poiche'
creavano una disparita' di fatto tra i pescatori francesi e quelli di altri paesi dell'Ue che
non beneficiavano di simili aiuti. Come se non bastasse, i pescatori sono ormai
pienamente consapevoli della diminuzione delle risorse ittiche e reclamano una moratoria
di un mese l'anno per assicurare la riproduzione delle specie. Secondo Raphael
Scannapieco, "occorre stabilire un periodo di riposo biologico" per alcune specie, come il
pesce azzurro (sardine, acciughe, sgombri), il cui numero diminuisce a causa della
proliferazione di tonni. "Dobbiamo anche considerare un piano di uscita dalla crisi per gli
armatori piu' indebitati".
Queste soluzioni sono state discusse in una riunione l'altro ieri tra i pescatori e il direttore
della Pesca, Philippe Mauguin per porre rimedio a una situazione che affligge il primo
porto di pesca francese nel Mediterraneo, da molti anni. [Fhilippe Peter, portale – a cura di
agra press]
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FRANCIA: PESCA, MESTIERE CHE FATICA A
RECLUTARE GIOVANI – "LE TELEGRAMME"
13 gennaio 2011 – La pesca ha perso il 4,7% della sua effettiva forza lavoro tra il 2008 e il
2009. La Bretagna perde "solo" il 3,2% dei marinai. Cio' e' confermato: la pesca fatica a
reclutare giovani sotto i 25 anni. Stato di avanzamento. 23.722 marinai, e' il numero dei
marinai addetti alla pesca nel 2009 secondo i dati resi noti dal Faf, il fondo di
assicurazione della pesca e dell'allevamento marino, che si basa sui dati della direzione
degli affari marittimi. Nel 2008 sono stati 24.887. Il settore ha perso il 4,7% della sua forza
lavoro ossia 1.165 marinai. 1.265 marinai stranieri comunitari, per lo piu' spagnoli e
portoghesi e 641 marinai extracomunitari. Se si guardano i numeri reali, la regione Paysde-la-Loire conosce il calo maggiore: -11,6%, seguita dall'Aquitania: -8,4%. La Bretagna
perde anche marinai, ma in misura minore. Resta il peso massimo e la prima regione in
Francia per la pesca con quasi 6.700 marinai, oltre il 28% delle truppe. Ha perso 214
marinai dal 2008, con un decremento del 3,2%, inferiore alla media nazionale. In generale,
sono la piccola pesca e la pesca costiere che perdono piu' marinai.
Dal 2002, la tendenza si conferma: la pesca e' in difficolta' ad attrarre e reclutare giovani
sotto i 25 anni che escono dalla formazione iniziale, questo finira' per causare problemi. I
giovani rappresentano solo il 12% della forza lavoro totale. (…)
Un altro problema si profila: l'unica sessione di formazione per capitani di pesca prevista
nel 2010 e' stata annullata per mancanza di "combattenti", cio' ha creato una sorta di
"elettroshock". Il Faf si interroga e si preoccupa per il futuro della flotta per la pesca,
"senza formazione ne' di capi ne' di capitani". [Catherine Magueur, portale – a cura di agra
press]
ALGERIA: PRODUZIONE DI OLTRE 9.500 TONNELLATE
DI PESCE NEL 2010 A MOSTAGANEM - "LE MAGHREB"
12 gennaio 2011 - Secondo la Direzione della Pesca e delle Risorse ittiche, la provincia di
Mostaganem ha realizzato nel 2010 una produzione di pesce, di diverse specie, superiore
alle 9.500 tonnellate, registrando un calo "relativo" stimato a 3.000 tonnellate rispetto al
2009.
La stessa Direzione rivela che l'86 per cento della produzione totale, ovvero 8.133
tonnellate, e' costituito da pesce azzurro, mentre il resto e' diviso tra pesce bianco, 862
tonnellate, crostacei, 65 tonnellate, molluschi, 347 tonnellate, e parti di pesce, 90
tonnellate. (...) L'85 per cento di tale produzione e' stato effettuato presso il porto di
Mostaganem e il 14 per cento presso quello di Sidi Lakhdar, mentre la produzione delle
navi provenienti fuori dalla provincia ha raggiunto circa il 23 per cento della quantita'
totale prodotta nello stesso periodo [dello scorso anno], ovvero oltre le 3.017 tonnellate,
di cui 2.730 di pesce azzurro e 197 di pesce bianco; il numero totale dei pescherecci attivi
nei porti di Mostaganem e di Sidi Lakhdar e' stato stimato a circa 102 unita' (...).
Lo scorso anno i quantitativi di pesce che sono stati esportati principalmente in Spagna,
attraverso cinque operatori privati, sono stati pari a circa 178.244 chili, di cui 157.136 polpi
e 18.942 gamberi rossi.
Nella wilaya di Mila, secondo quanto si e' appreso lunedi' dalla stazione locale di pesca e
delle risorse ittiche, e' stata registrata inoltre nel 2010 una produzione di pesce d'acqua
[dolce] pari a 290 tonnellate.
Questa provincia, ritiene Ahmed Bendjeddou, Direttore della stessa stazione, che fa
territorialmente capo al Dipartimento della Pesca e delle Risorse ittiche della wilaya di
Jijel, "dispone di grandi risorse idriche, stimate a un miliardo di metro cubi ripartiti su una
superficie di 4.684 ettari, tre dighe e due invasi collinari".
Oltre alla diga di Beni Haroun, la piu' grande del paese, che ha una capacita' di 960 milioni
di metri cubi, la provincia dispone anche della diga di Grouz, a Oued Athmania, con una
capacita' di 45 milioni di metri cubi, e della vicina diga-tampone di Ouled El Qaïm, che
arriva a contenere 33 milioni di metri cubi di acqua.
Grazie alle infrastrutture presenti nel suo territorio, afferma lo stesso responsabile,
la wilaya di Mila, finora conosciuta per essere una delle regioni agricole per eccellenza, ha
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cosi' a disposizione un enorme potenziale per sviluppare la pesca nelle acque interne e le
attivita' ad essa connesse.
Fino ad ora cinque operatori sono stati autorizzati a sfruttare le risorse alieutiche delle
acque di Beni Haroun, e un altro quelle della diga-tampone, ha riferito Bendjeddou.
Tra le sette specie di pesce che vivono in questi corsi d'acqua, dominano le carpe
argentate e reali.
Se la diga di Beni Haroun e' in gran parte coperta dai cinque operatori (...), le opportunita'
di sfruttamento di pesce nelle dighe di Grouz, Ouled El Qaïm e negli invasi collinari
rimangono invece sottoutilizzate, e aperte a potenziali operatori e alla creazione di nuovi
posti di lavoro, osserva il Direttore della stazione. Al momento sono all'esame
nove dossier di richiesta di autorizzazione allo sfruttamento (...): l'aumento del numero
degli operatori autorizzati, sostiene Bendjeddou, favorira' la protezione della diga e lo
sfruttamento delle sue risorse ittiche, oltre a fornire delle opportunita' di lavoro per i
giovani in cerca di un impiego.
Poiche' le superfici idriche della provincia di Mila (...) vengono utilizzate spontaneamente
dai pescatori amatori, vi e' la necessita' di sviluppare un piano di sfruttamento
regolamentato, e soprattutto di adottare una "visione globale di sfruttamento", che tenga
in considerazione al tempo stesso la pesca e la trasformazione, in modo tale da aprire
delle prospettive per il settore e promuovere lo sviluppo sostenibile della regione.
Per poter sviluppare ulteriormente le risorse ittiche della zona, durante il 2011 le tre dighe
della wilaya verranno ripopolate con avannotti, ha rivelato il responsabile. Recentemente
il Ministro della Pesca e delle Risorse ittiche ha inaugurato a El Ouricia, presso Setif,
un'unita' di produzione di avannotti e il piano direttore del settore che prevede di
realizzare nella stessa provincia, entro il 2025, 8 siti di pesca in acque interne e un
numero analogo di centri di pesca interna, un centro di pesca che potra' essere esteso ad
attivita' turistiche, e un sito di allevamento intensivo di pesci in gabbie sommerse. Tale
piano si propone di raggiungere entro i prossimi quindici anni una produzione di pesce
dell'ordine di 2.000 tonnellate l'anno, di creare oltre 100 posti di lavoro diretti e centinaia
di altri posti di lavoro indiretti.
La stazione di pesca della provincia di Mila intende inoltre creare un porto di legno sulla
diga di Beni Haroun, una zona di degustazione e ricreazione, una pescheria, dei locali
destinati ai pescatori, un'unita' di produzione di ghiaccio, una cella frigorifera e degli spazi
turistici integrati nella zona d'espansione turistica di Beni Haroun. [D.T., quotidiano – a
cura di agra press]
SPAGNA: "LA PESCA DI OGGI E' COME RIPETERE IL
RACCOLTO SETTE VOLTE ALL'ANNO"– "EL PAIS"
10 gennaio 2011 – Ti passa la voglia di aprire una scatola di tonno. Ascoltare Charles
Clover, massimo attivista per la sostenibilita' dei mari, significa riconsiderare molte
abitudini alimentari. Ha scelto il ristorante di Sergi Arola per questo impegno. Qui non
troveremo tonno rosso, caviale o anguille: nessuna specie in via di estinzione. Il
giornalista venne per presentare l'edizione in spagnolo del suo sito web Fish2fork, un
archivio del tipo di pesce servito nei nostri ristoranti.
Dopo seduto, chiede un bicchiere d'acqua. "Qui a Madrid avete un'acqua molto ben
trattata. Non ha alcun senso chiedere una bottiglia che hanno dovuto trasportare fino a
qui, con il conseguente impatto ambientale".
Con la sua veloce parlantina e i modi innati da gentleman, spiega i mali che stanno
distruggendo la pesca, esposti nel suo libro "The end of the line", che e' stato trasformato
in un documentario (nella versione spagnola, con Miguel Bose' come voce narrante). In
questo documentario si dimostra, per esempio, come e' stata messa alle corde Nobu, la
catena di ristoranti giapponesi delle stelle. "Ho al mio fianco anche Michael Moore". (…)
"La sostenibilita' definisce la qualita' di quello che mangiamo. Le sardine, per esempio,
sono un'alternativa eccellente ad altri pesci: sono economiche, il loro consumo non ha un
grave impatto e inoltre sono sanissime" dice degustando uno dei piatti di Arola.
La sua carriera ambientalista inizio' molto presto. Negli anni '60 sua madre distribuiva
volantini per difendere la sua idilliaca terra natale, il North Essex, dalla espansione
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urbanistica. A sette anni gia' sapeva usare la stampatrice. "Credo che quella battaglia mi
ha trasformato in quello che sono. Mio padre era un coltivatore e mia madre mi inizio' alla
pesca a mosca. Non sono come Robert Redford nel film 'In mezzo scorre il fiume' pero' mi
difendo". A 21 anni, quando gia' era corrispondente del Daily Telegraph, prese un
salmone di 10 chili. "All'improvviso i grandi salmoni smisero di rimontare alcuni fiumi.
Pensai: 'Se noi pescatori sportivi possiamo sovrasfruttare un fiume, chissa' cosa
succedera' nel mare. Nel 1990 ascoltai da uno scienziato una delle migliori analogie per
comprendere quello che succedeva: comparava la pesca di tipo industriale in una zona
con fare il raccolto in un campo sette volte all'anno anziche' due".
Nella sua lotta ha trovato alleati celebri. Insieme al principe Alberto di Monaco ha
denunciato la pesca eccessiva del tonno pinna azzurra nel Mediterraneo. "Il Principato
non e' una potenza peschereccia ma la sua economia si basa sulla gente ricca che va li'.
Negli ultimi anni per farsi il bagno e' necessario mettere una rete intorno agli yacht
perche' il mare e' pieno di medusa. Come ben sappiamo, il principale predatore di meduse
e' il tonno. Alberto mi ha detto: 'Se e' un problema per i miei cittadini, allora e' un
problema per me'".
Il suo prossimo socio e' Carlo d'Inghilterra. Clover e' stato per dieci anni un suo
consulente privato su questioni ecologiche. "Dopo aver visto il mio documentario, mi ha
detto: 'Charles, da adesso prestero' particolare attenzione all'industria della pesca e agli
oceani'". (...) [Borja Bas, quotidiano - a cura di agra press]
MAROCCO: DECISO SOSTEGNO ALLA
PESCA COSTIERA - "AFRISCOOP"
10 gennaio 2011 - Il governo marocchino ha deciso di sovvenzionare, da sabato 8 gennaio
2011, il prezzo del gasolio utilizzato nella pesca costiera, ha annunciato il primo ministro.
Cosi', il prezzo del gasolio utilizzato per il settore della pesca costiera e' ora fissato a 6,20
dirham (0,56 euro) al litro, per maggiorato delle spese di trasporto che variano a seconda
del porto, a condizione che il prezzo massimo non superi i 6,50 DH / L. Il governo
marocchino sosterra', attraverso il fondo di compensazione, le differenze tra i prezzi di
mercato del gasolio e il suo prezzo di vendita al pescatori costieri, ha dichiarato il primo
ministro.
Questa decisione arriva mentre il settore della pesca costiera si trova ad affrontare alcune
difficolta', in particolare relative al carburante utilizzato, a causa dei rialzi importanti e
continuati del prezzo registrate a livello internazionale, dice il primo ministro. [portale - a
cura di agra press]
FRANCIA: CRISI DELLA PESCA, LA LOIRA-ATLANTIQUE RAGGRUPPA
LA GESTIONE DEI SUOI DUE PORTI – "LE PARISIEN"
5 gennaio 2011 – Il Consiglio generale della Loira-Atlantica ha formalmente delegato la
gestione delle attivita' della pesca e da diporto dei suoi due porti per la pesca, Le Croisic
e La Turballe, all'interno di un'unica societa' a capitale misto per far fronte alla crisi del
settore mettendo in comune le loro risorse. La societa' a capitale misto (SEM) "LoireAtlantique, Peche e Plaisance" e' delegataria di queste attivita' per i due porti a partire dal
primo gennaio 2011, per dodici anni, ha annunciato mercoledi' il presidente del Consiglio
generale, Patrick Mareschal, durante una visita ai due siti.
(…) "Da quasi dieci anni, i porti francesi sono interessati da una profonda crisi economica
(…). La politica della pesca dell'Unione europea, volta a proteggere le risorse naturali
delle zone marittime, ha portato a un calo dell'attivita' e provocato difficolta' operative e di
equilibrio finanziario delle concessioni portuali", ha aggiunto l'assemblea della LoiraAtlantique. (…)
Per le aste, Max Palladin, (direttore generale di SEM), intende anche sviluppare l'acquisto
a distanza di prodotti della pesca, realizzare una vendita al dettaglio e anche creare un
marchio collettivo per una migliore identificazione dei prodotti. (…). [AFP, agenzia di
stampa – a cura di agra press]
NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 13:25
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