Personaggi Gigi Marè Daria Valli, la vittima Mario

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Personaggi Gigi Marè Daria Valli, la vittima Mario
Personaggi
Gigi Marè
Daria Valli, la vittima
Mario Stinchi, il proprietario della libreria Attraverso
lo Specchio
Gabri Tassinari, la sua fidanzata
Carlo De La Fusta, il Procuratore Capo (PC)
Pasquale Paci, prof amico di Marè
Mauro Guerra, sindaco di San Gemini
Gianni Conticini, avvocato di Stinchi
Diego Paolantoni, vicequestore
Ferdinando Colacicco, ispettore
Desideri, agente fotografo
Maletti, agente
Mirko Brandi, Mimmo Ginevini, Sonia e Betty, quelli
dell’Hi Drink
Andrea, del bar People
Pippo Rossi, lo scopritore
Aldo Moretti, un cliente della libreria
Martini & Rossi, fondatori dello Studio M & R
Commercialisti Associati
Cesare Pisani, il vice della vittima
Leila Castelbianco, associata dello Studio
Magda Severini, associata dello Studio
Irina Makarenko, segretaria dello Studio
Barbara De Vito, idem
Jessica Rinaldi, idem
Cosimo Righetti, il 3° uomo
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Piazza dell’Olmo, a Terni, d’olmi a dire il
vero ce ne ha due. Ma non è per questo che
ad un tratto diventò famosa: il motivo, come
sapete, fu quell’omicidio.
È per questo che a Terni e in tutta l’Umbria
quell’anno verrà sempre ricordato come l’anno della neve e del delitto.
La notte tra il 5 e 6 gennaio, infatti, la Befana
portò alla città di Valentino e dell’Acciaio una
solenne nevicata: come non se n’erano più viste da trent’anni. Ma anche, e proprio in quella
Piazza, l’e�erato omicidio che smosse tutta Italia.
E cioè telegiornali, quotidiani, chi-l’ha-visto,
vite-in-diretta, quarti-gradi e via rompendo...
In realtà fino a quel giorno quella Piazza era
stata una piazzetta linda e silenziosa messa
tra l’antica Via del Leone e il Vicolo dell’Olmo
(che invece è un moderno piazzale di portici e case colorate dal quale poi si accede al
Largo che prende il nome dall’indimenticato
Sindaco Ottaviani); ma anche, e questo è assai
importante, un punto d’incontro di ternani e
forestieri ra�nati. E ciò a ragione di qualche
ristorante comme il faut e di certe botteghe di
prim’ordine insediate tutt’attorno. La più famosa delle quali è, come è a tutti noto, Attraverso lo specchio: la libreria di Mario Stinchi
Mario Quattrucci / Omicidio a Piazza dell’Olmo /
che offre ai lettori più esigenti una vasta scelta
di successi letterari, e ospita incontri a rilevanza nazionale coi migliori scrittori del momento.
L’omicidio, o a dire meglio il corpo della
morta assassinata, fu scoperto dunque il 6
gennaio. Alle otto e mezza del mattino. E a
scoprirlo fu il popolare Pippo Rossi. Il quale, come disse, era appena uscito dalla casa al
civico 28 in cui abitava con la moglie e due
bambini.
– Ma come mai – gli chiese poi il Vicequestore Paolantoni – sei uscito a quell’ora antelucana (il questurino si compiaceva di certe
ra�natezze lessicali) con tutta quella neve?
– M’ero impegnato col Circolo dell’ARCI,
commissà – rispose risentito Pippo Rossi, – e
lei capisce: neve o no la festa se doveva preparà...
– Ma non era presto? – chiese ancora il questurino: – La festa non è di pomeriggio?
– Ma ci stava da fa’ ancora tutto, commissà...,
e non so’ mica fiaschi che se botteno.
Sulla questione, del resto secondaria, dell’orario, tutto insomma apparve chiaro. Almeno
dell’orario in cui il corpo fu scoperto perché
circa l’orario della morte... su quello, come in
ogni caso d’omicidio, c’era da aspettare il solito referto post-autoptico del medico legale.
Sebbene, come presto si vedrà, neanche
quello sarebbe stato necessario.
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Ma veniamo al fatto.
Dunque: venerdì 6 gennaio, giorno della
Santa Epifania, alle otto e trenta del mattino, Gianfilippo Rossi detto Pippo esce
di casa e parte verso Piazza San Francesco.
Quando è a metà della piazzetta, lato lungo
dell’aiuola che contiene gli olmi, l’occhio gli
cade su un cumulo, lui veramente dice mondarozzo, piuttosto rilevante da cui emerge
“un quarghe cosa scuro”. La nevicata è stata
lunga ed abbondante ma l’aiuola, al riparo
parziale dei due olmi e soprattutto nel punto fra i due tronchi, ne ha raccolta meno: di
qui quel quarghe cosa scuro. Ad ogni modo,
poiché Pippo è un’anima pietosa, e subito
pensando che un cane o altro animale o addirittura Dio non voglia un senza casa sia
rimasto là sotto assiderato, il primo impulso è quello di correre al soccorso attraversando il prato e smuovendo la neve da quello che intravede.
Il primo impulso... Perché invece Pippo cià
la mente svelta. E anche coltivata. Infatti, è
appassionato di letture gialle e di serial tivù
d’identico colore, e dunque appena ha mosso
il primo passo... là si blocca.
– Capisce, commissà? Mi sono detto: se quella
è una creatura morta assiderata due minuti in
più non so’ di certo quelli... Ma se invece poi
la cosa è grave? Meglio, ho pensato, non toccà
la neve.
Mario Quattrucci / Omicidio a Piazza dell’Olmo /
E così aveva fatto. Aperto il cellulare e digitato il 113 di Stato, s’era messo ad aspettare
nel silenzio totale della piazza... e di tutta la
città. Unica umana forma in tutto il circondario.
In capo a sei minuti – la Questura in fondo
sta a due passi e col tra�co a zero e malgrado la neve... – una volante si ferma all’angolo
dell’Olmo col Leone. Ne scendono Fernando
Colacicco, l’ispettore che ha preso la chiamata, e gli agenti Maletti e Desideri. Pippo s’avvicina, mormora qualcosa e indica l’aiuola.
L’ispettore s’accosta ma non passa il bordo:
la neve è intatta, non c’è orma né segno... a
parte il mondarozzo. Ordina quindi a Desideri di prendere le foto della zona e soprattutto
dell’aiuola. Cosa che Desideri fa con gran perizia: altro che il RIS di Parma e la Scientifica
di Roma...! Non per niente ha fatto il corso
d’informatica a Milano...
Scattate le foto, Colacicco muove finalmente i primi passi: s’accosta al cumulo bianco
con le tracce nere, si piega, e quasi senza dover
smuovere la neve constata che si tratta di una
donna. E di una donna morta. Infatti: mezza
appoggiata al tronco del secondo olmo, appena ricoperta da un leggero strato, emerge una
testa di signora dalla chioma nera: bagnata,
rigida, ma nera. Infila una mano e sente al
tasto un collo di pelliccia; va un po’ dentro e
mette le dita sulla gola: e sente che il sangue in
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quelle vene più non scorre... e dunque che la
vita, e già da ore, ha per sempre lasciato quel
corpo di signora. Va ancora con le dita un po’
più in dentro e sente l’appiccico rappreso e il
molle di un occipite sfondato. O nuca... Insomma il posteriore della testa.
Si rialza e torna sulla via. Nell’aiuola, adesso, solo le orme dell’attento questurino.
Di lì a due minuti arrivano i rinforzi. Quelli della Scientifica e Ambulanza, e di lì a un
quarto d’ora il PC in persona: Carlo De La
Fusta. E, insieme a lui, il vicequestore commissario Paolantoni.
Le constatazioni e i rilievi furono precisi, e
due giorni dopo (malgrado sia domenica i tre
sono al lavoro) Paolantoni e Colacicco consegnano al PC il referto completo. Da esso De
La Fusta apprende quanto segue.
1) La donna trovata cadavere in Piazza
dell’Olmo era la dottoressa Valli Daria, nubile,
di anni 34, residente in Via Camillo Benso di
Cavour n. 38; impiegata presso lo Studio Martini & Rossi Commercialisti Associati, con sede
in Via Giuseppe Garibaldi n. 50.
2) Dal fatto che il terreno sotto al corpo
fosse quasi asciutto e che esso (il corpo, non
il terreno...) fosse interamente ricoperto dalla
neve, peraltro intonsa (intonsa non è l’aggettivo più appropriato ma noi sorvoliamo...), si
deduce che il delitto è avvenuto poco prima
Mario Quattrucci / Omicidio a Piazza dell’Olmo /
che iniziasse a nevicare, e cioè qualche minuto prima delle 22,18.
3) La donna è stata uccisa con due colpi violenti alla regione parietale sinistra e occipitale
sinistra. È morta per trauma cranico cerebrale. Non vi è stata altra forma di violenza.
L’arma del delitto, ritrovata presso il cadavere,
è una statuina di bronzo alta cm. 22 ra�gurante la Venere Capitolina montata su una
base ugualmente in bronzo di cm. 10x10x10.
Dall’esame dell’arma e delle ferite il medico
legale evince che i colpi sono stati sferrati da
una persona posta di fronte alla vittima, presumibilmente con la mano destra ma è anche
possibile con la sinistra di rovescio.(Che è da
intendere, pensiamo, con un colpo portato con
il braccio sinistro al modo di un rovescio di tennista...).
1) La statuina proviene dalla libreria Attraverso lo specchio, situata in Via del Leone n. 31.
2) La donna indossava... (segue l’elenco degli
abiti del soprabito e della biancheria, ma noi anche qui sorvoliamo... almeno per adesso).
3) La borsetta della Valli Daria conteneva:
portafoglio con documenti... (segue elenco dei
documenti d’identità e delle carte di credito...)
e trecento euro in contanti; contenitore oggetti di toilette... (segue elenco...); apparecchio
iPhone ultimo modello nella cui memoria è
registrata una rubrica di nomi e indirizzi (di
cui si allega l’elenco) e l’agenda degli impegni
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quotidiani; un fazzoletto di seta con cifre ricamate; un pacchetto di sigarette marca Davidov; un pacchetto da sei di preservativi marca
Durex; uno scontrino della libreria Attraverso
lo specchio per l’acquisto del libro intitolato
Fattacci brutti a Via del Boschetto... (seguono
i dati dello scontrino con orario e tutto...); una
busta vuota indirizzata alla signora.
Carlo De La Fusta legge e rilegge il referto
recatogli dai due fidi poliziotti, poi si toglie
gli occhiali e fa la fatidica domanda: – Cosa
ne ricavate? E cosa d’altro avete appurato nelle
indagini?
– Stiamo ancora lavorando – risponde Paolantoni, – ma ecco quanto... Lo scontrino della
libreria porta le ventuno e quarantotto; dunque la signora alle dieci meno dieci compra il
libro, scambia ancora due parole col libraio, e
se ne va...
– Il libraio conferma?
– Sì, conferma, ma al libraio poi ci arrivo.
Dunque... Esce dalla libreria alle dieci diciamo meno otto meno sette, ci siamo?..., e viene ammazzata alle dieci e un quarto dieci e
dieci...
– Ma perché, scusi? Perché non le dieci o
le dieci e uno o le dieci meno tre? Il fatto della neve ci dà un termine post quem non, non
ante quem, non le pare? E lo scontrino invece
un termine non ante quem. Cioè: non dopo
le dieci e diciotto, quando inizia a nevicare, e
Mario Quattrucci / Omicidio a Piazza dell’Olmo /
non prima delle dieci meno dieci quando esce
dalla libreria. O mi sbaglio?
– Non si sbaglia, ma c’è altro. Dunque... La
donna esce dalla libreria ma resta invece nei
dintorni. Nonostante il freddo si fa una sigaretta girando attorno agli olmi, e a dircelo è il
barman Ginevini Mimmo che sta prendendo
una boccata d’aria sulla porta dell’Hi Drink,
un locale alla moda all’angolo tra l’Olmo e Via
Pazzaglia... A questo punto la donna butta il
mozzicone della sigaretta ed entra nel locale.
Beve un whisky, scambia due parole, poi riesce. Nessuno guarda l’ora ma devono essere
le dieci passate da poco. Da questo momento,
tranne l’assassino, non la vede più nessuno...
– Cioè: esce dal locale e nel giro d’un minuto o due viene ammazzata?
– Anche più di due, Procuratore – dice Colacicco: – anche tre o quattro, o anche cinque
o sette. Insomma prima delle ventidue e diciotto.
– Ho capito, i termini si spostano: non dopo le ventidue e diciotto non prima delle ventidue e... minuti. E quindi le cose sarebbero
andate in quale modo?
– Esce dal locale – riprende Paolantoni, –
incontra l’assassino..., o perché aveva appuntamento o per un caso..., ma io credo perché
invece l’aspettava..., parlano, discutono, oppure
non si dicono un amato... e quello la fa secca.
Una botta tremenda sulla testa e, mentre già
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barcolla e sta cadendo, la seconda. E la povera
ragazza resta ai piedi del secondo olmo.
– Ho capito... Ma mi tolga una curiosità:
perché dite tutti il primo olmo o il secondo
olmo... li avete numerati?
Paolantoni sorride: – C’è un motivo. Il primo olmo è quello che s’incontra venendo da
Piazza San Francesco, il secondo è quello che
si vede andando in là, verso il Vicolo dell’Olmo e Attraverso lo specchio... Il quale però è
il numero 2 anche e soprattutto per un altro
verso, e cioè perché è stato piantato per secondo quando l’olmo vecchio... Ma questa è
un’altra storia. Dunque... dicevamo: la povera
donna resta stesa o quasi ai piedi del secondo,
comincia a nevicare e il corpo in poco tempo
è ricoperto.
– E nessuno ha visto...? O sentito...? Un grido, una voce, un rumore di passi?
– Da quelle parti – interviene Colacicco – di
norma alle dieci è già scattato il coprifuoco
almeno da due ore, quella sera poi... Faceva
freddo, era la Befana... i ternani se ne stavano
chiusi dentro casa.
– E all’Hi Drink ? E ai ristoranti lì vicino?
– L’Hi Drink – si riprende il pallino Paolantoni – effettivamente fa sempre le ore piccole,
ma quella sera ha chiuso solo a mezzanotte...
Perché era fiacca, dicono Mirko e Mimmo, e
c’erano solo due amichette loro. Però faceva
freddo e rimasero all’interno: un po’ di musica,
Mario Quattrucci / Omicidio a Piazza dell’Olmo /
quattro whisky..., sempre a detta loro..., e poi a
nanna. Ma quando sono usciti non hanno notato un accidente: la signora era morta nell’aiola, la neve la stava ricoprendo e non l’hanno
vista.
– Però la cosa regge – interviene di nuovo
Colacicco – perché vede...: intanto nevicava forte già da un’ora e venti, e poi la visuale dell’aiola era coperta parzialmente da un
Fiorino... un furgoncino che appartiene a tale
Aldo Benvenuto abitante nei pressi.
– E siamo a posto. D’altronde i quattro si
reggono a vicenda, non è vero?
– Certamente. E altrettanto vale per i due
ristoranti della zona, che hanno chiuso verso
le undici e mezza ma nessuno dei clienti o del
personale è passato dalla Piazza.
– E anche con questi siamo a posto. Che rimane?
– La libreria, dottore – dice Paolantoni. – La
libreria e il proprietario Mario Stinchi. E a questo punto...
– Mi dirà tutto fra un momento, ma prima
vorrei capire perché è stata uccisa Daria Valli.
– Sì... Dunque... Allo stato attuale ne sappiamo poco, troppo poco: solo ciò che si vede
al primo esame. La signora non è stata violentata, dunque il movente non è un’aggressione
a sfondo sessuale; dalla borsa non mancava
niente...
– A parte...
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