I portinnesti del melo

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I portinnesti del melo
Melo
ORIENTAMENTI PER LA SCELTA
I portinnesti del melo
S. SANSAVINI, S. LUGLI, S. MUSACCHI, M. GRANDI - Dipartimento di colture arboree, Università di Bologna
Lavoro effettuato con la collaborazione di:
G. Bassi (Istituto sperimentale di frutticoltura, Provincia di Verona);
A. Bergamini (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Trento);
C. Bomben (Dipartimento produzioni vegetali e tecnologie agrarie, Università di Udine);
A. Dorigoni (Istituto tecnico agrario statale, S. Michele all’Adige);
A.M. Imperatrice (Azienda agraria sperimentale dimostrativa «Bosco Galdo», Potenza);
O. Insero (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Caserta);
F. Loreti (Dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose, Università di Pisa);
S. Pellegrino (Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo - Regione Piemonte)
J. Youssef (Servizio di sperimentazione agraria dell’Ersa - Pozzuolo del Friuli (Udine) - Regione Friuli Venezia Giulia).
La scelta del portinnesto nei moderni impianti di melo è da tempo orientata in modo preponderante verso il
Malling 9, di cui sono stati selezionati
numerosi cloni a partire dal clone Emla 9, selezione operata da East Malling
dall’originario Paradiso Giallo di Metz
(Hutton, 1935; Webster, 2002; Wertheim, 1998). Degli altri tradizionali
portinnesti che hanno fatto storia nel
nostro Paese è rimasta solo una modesta quota di MM 106 e M 26, mentre
molto diminuiti, fin quasi a scomparire, sono M 4, M 7, M 111. In effetti, M 9
ha dimostrato un’ampia adattabilità
pedologica, un buon controllo dello
sviluppo dell’albero, in modo da corrispondere, per certi aspetti, a densità
relativamente alte (3.000-4.000 alberi/ha), per lo più adottate nelle valli alpine e prealpine. Tuttavia il grado di
nanizzazione indotto da M 9 sembra
insufficiente per certi ambienti, specialmente in terreni molto fertili e fre-
schi, dove la vigoria degli alberi è ritenuta eccessiva.
Nel mercato vivaistico italiano, M 9
supera ormai il 90% del totale dei portinnesti melo (su oltre 5,5 milioni di
piante certificate) e di questo oltre il
60% è dato dal clone Nakb T 337.
È quindi evidente che nelle principali aree di coltivazione del melo, tanto
di montagna come di pianura, la scelta
del portinnesto è diventata sempre più
spesso una scelta di cloni e, nella fattispecie, di cloni di M 9. È noto, però,
che i diversi cloni del melo M 9 a parità di stato sanitario (da anni ormai
l’industria vivaistica italiana dispone
di portinnesti certificati) hanno un
comportamento alquanto variabile,
specie per quanto riguarda la vigoria
(indotta) del nesto, tanto che ormai la
scelta è molto influenzata dalla taglia
dell’albero che si vuole ottenere.
Sul piano sperimentale, tuttavia, oltre all’indubbio interesse verso i vari
cloni commerciali di M 9, l’attenzione
degli studiosi è stata di recente estesa
a un paio di nuovi portinnesti che il
Gruppo di lavoro del Progetto ministeriale ha inserito nella prova di confronto di portinnesti clonali, scegliendoli in una rosa molto ampia ormai disponibile anche commercialmente. La
prova è dislocata, con ripetizione del
medesimo disegno, in 10 siti regionali
(tabella 1).
In questo rapporto, il terzo della serie, dopo quelli relativi ai primi due
meeting di Gorizia e di Faenza (Sansavini e Mantinger, 1995; Sansavini et al.,
1999) e dopo il preliminare contributo
dato dall’Università di Pisa (Loreti et
al., 2001), vengono qui illustrati i risultati conseguiti nei primi otto anni di rilievi sistematici eseguiti in detti campi
sperimentali. È altresì da rilevare che,
in sede di elaborazione dei risultati, si
è preferito aggregare i dati localmente
rilevati in due gruppi, relativamente
omogenei, sulla base del comportamento degli alberi. In alcuni siti, infatti, la prova è stata influenzata da imprevisti fattori di stress o da cause
esterne imprecisate, che in qualche
caso hanno impedito agli alberi il raggiungimento del massimo potenziale
di espressione della combinazione
portinnesto-varietà. Un’altra istituzione partecipante al Progetto, la Regione Abruzzo, non figura in elenco, in
quanto i dati presentati erano incompleti.
Tabella 1 - Gruppo di lavoro «Portinnesti melo»
Creso CN
Localizzazione
campi sperimentali
Spinetta (CN)
S. Pellegrino
L. Berra
Isf TN
Ia TN
Ersa UD
Borgo Valsugana (TN)
Maso Parti (TN)
Talmassons (UD)
A. Bergamini
A. Dorigoni
J. Youssef
D. Bartolotti, M. Fontanari, P. Videsot
M. Comai, N. Dallabetta
E. Strazzolini, L. Piazza
Dpvta UD
Zoppola (PN)
G. Costa, R. Testolin
G. Comuzzo, C. Bomben, R. Frezza
Isf VR
Dca (BO)
Angiari (VR)
Ostellato (FE)
G. Bassi
S. Sansavini
Dcdsl PI
Pisa
F. Loreti
U. Fraccaroli
R. Correale, M. Gaddoni, A. Gaiani, M. Grandi,
S. Lugli, S. Musacchi
R. Massai, C. Fei
Reg. Abr.
Alsia PZ
Vasto (CH)
Villa d’Agri (PZ)
C. Della Penna
A. M. Imperatrice
G. Sardella
R. Sanchirico
Pignataro Maggiore (CE)
O. Insero
A. De Luca, M. Petriccione, P. Rega
Unità operative
Sigla
Consorzio di ricerca e sperimentazione per
l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo - Regione Piemonte
Istituto sperimentale per la frutticoltura - Sezione di Trento
Istituto tecnico agrario statale, S. Michele a/A (Trento)
Servizio di sperimentazione agraria dell’Ersa - Pozzuolo
del Friuli (Udine) - Regione Friuli Venezia Giulia
Dipartimento produzioni vegetali e tecnologie agrarie,
Università di Udine
Istituto sperimentale di frutticoltura - Provincia di Verona
Dipartimento di colture arboree - Università di Bologna
Dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose,
sezione coltivazioni arboree, Università di Pisa
Regione Abruzzo (*) Azienda agraria «Genova Rulli»
Azienda agr. sper. dimostrativa «Bosco Galdo»
Regione Basilicata
Istituto sperimentale per la frutticoltura - Sezione di Caserta
Isf CE
Responsabile
Collaboratori
(*) I dati di questa Unità operativa non sono stati considerati in questa nota perché incompleti.
SUPPLEMENTO
A
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Melo
1
2
3
1 - 2 - 3 - Fruttificazione di Golden Delicious cl. B al 7° anno su Cover 2 (foto 1), Nakb 337 (foto 2) e Mac® 9 Mark* (foto 3) nell’azienda
di S. Michele, Trento (maso Parti)
Materiali e metodi
La prova portinnesti melo, ripetuta
con eguale disegno sperimentale nei
10 siti regionali o provinciali, è stata
impiantata nel febbraio 1994. La cultivar Golden Delicious clone B era stata
innestata sui seguenti portinnesti: Cover 1 (= Burgmer 751), Cover 2 (=
Burgmer 984), M 9 (selezione Emla), M
26, Mac® 9 (Mark*), Nakb T 337, Nakb
T 338, Nakb T 339, Pajam® 1 (Lancep*),
Pajam® 2 (Cepiland*), Jork 9. Ciascuna
combinazione di innesto era rappresentata da 20 alberi suddivisi in 4 blocchi randomizzati di 5 alberi per parcella. Tra le parcelle è sempre stato messo un albero di Hi Early Delicious con
funzione impollinatrice di bordo. I rilievi però sono stati eseguiti, singolarmente, nei soli 3 alberi centrali della
parcella (totale 12 alberi/tesi). Il sesto
della piantagione era, ovunque, di 4,5 ×
2,5 m. Non si è riscontrata alcuna mortalità in 8 campi su 10, e anche dove si
sono avute perdite queste sono rimaste entro livelli minimi, fisiologici; solo
in un caso (Verona), a causa di una fortissima grandinata verificatasi nell’estate 1994, si è preferito tagliare gli alberi e ripartire da terra con un nuovo
fusto l’anno successivo. La forma di allevamento (fusetto), le tecniche di potatura, la conduzione degli alberi e del
suolo, al pari degli apporti idrici e fertilizzanti, sono stati concordati e osservati da ciascuna Unità. Ciononostante,
a posteriori, occorre rilevare che qualche interferenza di fattori agronomicocolturali vi è stata, ad esempio, a livello di irrigazione, fertilizzazione e di carico di frutti, per le inevitabili diversità
di situazioni venutesi a creare nei vari
ambienti. Il piano sperimentale prevedeva una serie di rilievi biometrici, sia
18
SUPPLEMENTO
A
vegetativi che produttivi, eseguiti annualmente su ciascun albero. Quelli
del primo quadriennio 1995-1998 sono
già stati riportati nel precedente rapporto (Sansavini et al., 1999), mentre
nella presente nota si riportano i dati
dall’inizio della prova fino all’ottavo
anno (cioè l’intero periodo di osservazione 1995-2001). I parametri vegetativi rilevati sono: circonferenza del
tronco, poi convertita in AST (area di
sezione del tronco) e peso del legno
asportato con la potatura invernale.
Osservazioni estemporanee sono state
compiute su entità di «burrknots» e
polloni radicali riscontrati, nonché su
aspetti fenologici, segnatamente date
di fioritura e di raccolta, attacchi parassitari, peraltro non riportati o soltanto segnalati, se rimarchevoli, nei
profili dei singoli portinnesti.
I parametri produttivi registrati sono: peso delle mele prodotte da ciascun albero e peso medio dei frutti su
campione o su tutti. Per ciascuna tesi è
stato raccolto un campione di almeno
120 e non più di 240 frutti (cioè da 10 a
20 frutti per albero), al fine di ricavarne: la calibrazione, come si trattasse di
simulazione commerciale; la classificazione della rugginosità (espressa
empiricamente da 5 classi, per crescente intensità ed estensione nella
buccia); le analisi qualitative dei frutti.
I dati relativi alla pezzatura e alla rugginosità sono riferiti a tre Unità (Ia TN,
Ersa UD e Dca BO), mentre quelli della
qualità delle mele sono riferiti alla sola
Unità di Cuneo.
Separatamente vengono presentati
in tabelle e, quando possibile, solo in
grafico i confronti fra portinnesti e
quelli tra siti. Nell’uno e nell’altro caso
i livelli di significatività (P ≤ 0,05) sono
stati calcolati con il metodo SNK.
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
Risultati
Variabile ambientale
Innanzi tutto è stata rilevata, nell’insieme, una forte influenza dei siti di
prova (scelti in modo da rispecchiare
ambienti di coltura rappresentativi di
ben 8 distretti melicoli), dislocati a
Nord come a Sud, influenza risultata
certamente superiore a quella dei singoli portinnesti; ciò a causa delle disparità climatiche e di inevitabili condizionamenti pedo-agronomici e colturali, nonché di eventi atmosferici avversi (abbassamenti termici, grandinate, stress idrici). Ai fini dell’analisi, l’aggregazione dei dati dei 10 siti in due distinte sub-prove, rispettivamente con 5
siti ciascuna, si è rivelata utile e fruttuosa: ha consentito di interpretare
meglio le cause degli scostamenti verificatisi in alcuni parametri (ad esempio fruttificazione), in quanto non dipendenti solo dalla combinazione d’innesto, ma anche, o piuttosto, dall’interferenza di altri fattori.
Nel raggruppamento A sono stati
compresi i siti di Cuneo (Creso CN),
Trento (Ia TN), Udine (Ersa UD), Verona (Isf VR), Bologna (Dca BO); in quello B i siti di: Trento (Isf TN), Udine
(Dpvta UD), Pisa (Dcdsl PI), Potenza
(Reg. Bas.), Caserta (Isf CE).
Nei siti A (tabella 2) gli alberi, oltre a
essere entrati prima in fruttificazione,
hanno prodotto di più, raggiungendo
anche soddisfacenti pezzature delle
mele, coerenti con lo standard pomologico delle varietà (peso frutto 200250 g). Questa maggiore efficienza degli alberi dei siti A ha contribuito a far
emergere alcune differenze fra i cloni e
ne ha attutito altre, più evidenti, nei siti B, i cui alberi hanno dovuto fronteggiare qualche stress o fattore avverso,
Melo
Tabella 2 - Parametri vegeto-produttivi nelle diverse località (*)
Sigla
Unità
operativa
Produzione (kg/albero)
Area sezione Legno potatura
tronco
(media
media
8° anno
4°-7° anno) cumulata cumulata
(cm2)
(kg/albero) 2°-5° anno 2°-8° anno 6°-8° anno
Gruppo A
Dca BO
Creso CN
Ersa UD (1)
Ia TN
Isf VR (2)
Media
Gruppo B
Isf CE
Dcdsl PI
Alsia PZ
Isf TN
Dpvta UD (2)
Media
Efficienza
produttiva
2°-8° anno
(kg/cm2)
Peso frutto (g)
media
media
2°-5° anno 6°-8° anno
34,6 c
31,6 c
49,9 a
38,7 b
29,7 d
36,9
0,62
0,95
0,94
0,75
0,61
0,77
54,4 b
35,1 d
58,4 a
48,2 c
26,9 e
44,6
126,7 b
127,8 b
157,4 a
160,3 a
113,8 c
137,2
24,1 d
30,9 c
49,5 a
37,3 b
29,3 c
34,2
3,69 bc
4,13 a
3,44 c
4,24 a
3,92 ab
3,88
174,8 e
231,6 a
219,4 b
210,6 c
192,9 d
205,9
186,8 d
239,2 b
252,5 a
204,9 c
210,9 c
218,9
41,3 b
47,7 a
26,1 d
49,0 a
32,8 c
39,4
0,87
0,88
0,84
46,8 b
35,4 c
33,5 c
17,2 d
58,4 a
38,3
99,3 a
92,0 ab
82,0 b
60,1 c
99,2 a
86,5
26,2 b
18,9 c
16,2 c
14,3 c
40,8 a
23,3
2,44 b
1,90 c
3,15 a
1,23 d
3,01 a
2,35
207,8 a
165,4 c
156,5 d
168,3 c
193,8 b
178,4
152,9 cd
159,0 cd
144,8 d
214,0 a
193,1 b
172,8
1,97
1,14
A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK).
(*) Media degli 11 portinnesti in prova. (1) Prova terminata alla fine del 7° anno. (2) Alberi ribattuti a 2-3 gemme l’anno successivo all’impianto a causa di danni atmosferici. (3) Prova terminata alla fine del 6° anno.
Area sezione tronco (8° anno) (cm2)
60
2,00
aa
40
1,75
a
50
a
ab
cd
abc a ab
a
a
ab
ab cd
abc
bc
de ab cde
b
30
ab
ab
1,50
1,25
de
e
1,00
f
0,75
20
0,50
10
0,25
0
Cover Cover M 26 Emla Mac® Nakb Nakb Nakb Pajam® Pajam® Jork A B
1
2
9
9
T 337 T 338 T 339
2
9 Media
1
Area sezione tronco Gruppo A
Area sezione tronco Gruppo B
Peso legno potatura (media 4°-7° anno)
(kg/albero)
Grafico 1 - Parametri vegetativi: area sezione tronco e peso legno
potatura
0
Peso legno potatura Gruppo A
Peso legno potatura Gruppo B
A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test
utilizzato: SNK).
interagenti sul comportamento dell’albero.
Analisi dei cloni M 9-simili
Fra i portinnesti in prova, 8 su 11 erano costituiti da cloni di M 9-Paradiso
Giallo di Metz (Emla 9, Cover 1 e 2,
Nakb T 337, T 338, T 339, Pajam® 1 e 2),
due considerati M 9-simili (Mac® 9 e
Jork 9) e uno (M 26) scelto quale termine di confronto, in quanto relativamente più vigoroso di M 9.
Nella valutazione dei risultati occorre precisare che fra gli M 9-simili, Jork
9 ha rivelato un comportamento del
tutto omologabile a M 9 originario
(Emla), mentre Mac® 9 si è rivelato diverso per avere indotto una minore vi-
goria (rilevata come AST del tronco),
una cospicua perdita di produttività
(causata anche dal minor peso dei frutti, appena 158,6 g in media nel raggruppamento B), seppure accompagnata
da un’ottima precocità di messa a frutto e da un’iniziale, elevata, efficienza
produttiva degli alberi. È apparsa, dunque, fondamentalmente inadeguata la
risposta di tale portinnesto in tutti gli
ambienti di prova.
Analisi dei cloni di M 9
Vigoria. Sulla base dello sviluppo degli alberi di Golden Delicious (AST fino
all’8° anno) (grafico 1) gli otto cloni di
M 9 possono essere raggruppati, in
parte, in «meno vigorosi» di Emla 9
SUPPLEMENTO
(Pajam® 1, Nakb T 337 e T 338, alla pari con Jork 9) e, in parte, «di vigoria simile» (Cover 1 e 2, Nakb T 339 e
Pajam® 2). Da rilevare che anche M 26,
finora, va assimilato a questo secondo
gruppo, in quanto l’AST non risulta statisticamente diversa da Emla 9. Tale risposta comportamentale è risultata
uguale in entrambe le prove, come si
può rilevare indirettamente anche dai
valori del peso della legna di potatura
(grafico 1). Evidentemente, la maggiore vigoria di M 26 si potrà esprimere
solo negli anni a venire.
Fruttificazione. La messa a frutto
degli alberi ha visto primeggiare, sia
pure con differenze non sempre statisticamente significative, i due cloni
Emla 9 e Pajam® 2, alla pari con M 26;
già al 5° anno, però, le produzioni degli
alberi dei siti del gruppo A sono state
moderatamente superiori a quelle dei
siti B; probabilmente la minore fruttificazione degli alberi del gruppo B ha
contribuito ad accentuarne lo sviluppo, riscontrato con qualche portinnesto (grafico 1). I siti dove è stata registrata una più rapida entrata in fruttificazione sono stati Ersa UD, Dpvta UD,
Dca BO e Isf CE (tabella 2). Se si estende l’osservazione fino all’8° anno, la
forbice fra gruppo A e B si amplia
(sommatoria di circa 135 kg/albero nel
gruppo A, contro circa 85 kg/albero nel
gruppo B). Altrettanto marcata è stata
la differenza di produzione media annua nell’ultimo triennio: circa 35 kg/albero (gruppo A) contro 25 circa (gruppo B). Il peso medio dei frutti è stato di
circa 220 g nel primo lotto e di 175 g nel
secondo.
Per quanto riguarda l’effetto portinnesto (grafico 2), se espresso in termini di resa produttiva non si è rilevata alcuna differenza fra gli otto cloni M 9,
sia nel lotto A come nel B, salvo la citata minore fruttificazione indotta da
Mac® 9. Emerge però una tendenza: nel
complesso i due cloni Nakb T 337 e T
338 e i due Pajam® 1 e 2 (al pari degli alberi su M 26) sembrerebbero avviarsi
verso una minore produttività individuale degli alberi (ora appena percettibile), rispetto a Emla 9, Nakb T 339 e
Cover 2. Le differenze riscontrate non
sono però statisticamente significative.
Per quanto attiene al peso medio del
frutto (tabella 3), nessuna differenza è
stata riscontrata fra portinnesti (salvo
un apparente lieve vantaggio a favore
dei cloni Nakb T 338 e T 337 ed Emla 9
nel gruppo B). Differenze forti si sono
avute invece nel confronto fra siti (tabella 2) a vantaggio di Ersa UD e Creso
CN nel gruppo A (rispettivamente con
252 e 240 g) e di Isf TN e Dpvta UD nel
gruppo B (214 e 193 g), mentre Alsia
PZ e Isf CE hanno toccato i valori più
bassi (145-153 g).
A
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
19
Melo
60
40
abc
abc abc
cd bcd a bcd
abc a abc
Produzione cumulata 2°-5° anno
a
a
ab ab
a
ab ab
a
80
b
60
40
a
ab ab
b
20
0
Media
Jork 9
Pajam® 2
Pajam® 1
Nakb T 339
Nakb T 338
Nakb T 337
Mac® 9
Emla 9
M 26
0
Cover 2
20
a
a
ab ab
ab ab ab
ab
Media
80
100
Jork 9
100
120
Pajam® 2
b
140
Pajam® 1
a
Nakb T 339
a
Nakb T 338
a
Nakb T 337
120
a
Mac® 9
a
a
Emla 9
140
Gruppo B
160
M 26
a
a
Cover 2
a
Cover 1
Gruppo A
a
Produzione cumulata (kg/albero)
160
Cover 1
Produzione cumulata (kg/albero)
Grafico 2 - Produzione cumulata iniziale (2°-5° anno) e complessiva (2°-8° anno)
Produzione cumulata 2°-8° anno
A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti (P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK).
L’efficienza produttiva, intesa come
rapporto fra sommatoria della produzione totale e AST all’8° anno, è stata
più alta nel novero di portinnesti più
«deboli» del raggruppamento A (Jork
9, Mac® 9, Pajam® 1, Nakb T 337), mentre nessuna differenza è stata rilevata
fra quelli nei siti del gruppo B. Interessante anche notare che, in rapporto ai
siti (tabella 2), i migliori indici di efficienza produttiva si sono avuti presso
le Unità Creso CN e Ia TN (gruppo A) e
Alsia PZ e Dpvta UD (gruppo B). L’elevata efficienza di Mac® 9 non deve trarre in inganno, non essendo accompagnata da un sufficiente sviluppo dell’albero e non avrebbe potuto essere verosimilmente compensata, probabilmente, nemmeno da una eventuale maggiore densità d’impianto.
Analisi delle caratteristiche
dei frutti
Pezzatura. Per questo confronto erano disponibili solo i dati di 3 siti (Dca
BO, Ia TN ed Ersa UD). In generale, se
si tiene conto delle pezzature di 75 mm
e oltre (dati non riportati) il dato di
Udine è ininfluente, perché con tutti i
portinnesti le grosse pezzature coprono sempre il 90-95% della produzione;
a Trento, invece, svettano Cover 1, i tre
cloni Nakb e l’Emla 9, tutti con percentuali fra il 70 e l’80%, mentre a Bologna
solo Cover 1 ha raggiunto il 30% di frutti con oltre il 75 mm di diametro. Se,
invece, si usa come discriminante diametrale dei frutti la misura di 70 mm,
allora anche a Trento (Ia TN) tutti i cloni di M 9 inducono ottime pezzature
(oltre il 90-95% di frutti rientrano nel
diametro > 70 mm); si va un po’ oltre
solo con Mac® 9. Ancora più interessante è la discriminante «diametro >
70 mm» se applicata alla classificazio-
20
SUPPLEMENTO
A
ne di Bologna, doTabella 3 - Parametri produttivi tra i diversi porve i migliori risultinnesti
tati sono stati
Produzione
Peso frutto (g)
ottenuti da un
Indice
Efficienza
(media
6°-8
gruppo di quattro
Portinnesti
di precocità produttiva
anno)
media
media
portinnesti (Cover
()
(kg/cm ) ( )
(kg/albero)
2°-5° anno
6°-8° anno
®
1, Mac 9, Nakb T
Gruppo A
338 e Pajam ® 1)
Cover 1
36,3 a
0,31 bc
3,42 cd
207,5 a
220,1 a
che hanno dato
Cover 2
37,8 a
0,31 bc
3,97 abcd
208,4 a
221,9 a
frutti «oltre 70
M
26
32,0
a
0,38
a
3,28
d
205,4
a
223,0
a
mm» in misura del
Emla 9
35,6 a
0,33 abc
3,45 cd
206,2 a
222,5 a
60-70%; altri stanMac 9
25,4 b
0,37 a
4,55 a
198,9 a
207,8 a
no fra il 50-60% e
Nakb T 337
34,7 a
0,31 bc
4,01 abc
201,0 a
221,3 a
cioè Cover 2, Nakb
Nakb T 338
32,5 a
0,28 c
3,84 bcd
207,3 a
220,7 a
T 339, Pajam ® 2 e
Nakb T 339
38,0 a
0,29 c
3,49 cd
206,4 a
222,0 a
Jork 9, seguiti da
Pajam
1
33,5
a
0,35
ab
4,60
a
208,6
a
220,8
a
alcuni con meno
Pajam 2
33,9 a
0,35 ab
3,66 bcd
205,3 a
212,8 a
del 50% (M 26,
Jork 9
35,8 a
0,30 bc
4,27 ab
208,7 a
218,3 a
Nakb T 337) e, infiMedia
34,1
0,33
3,87
205,8
219,2
ne, da Emla 9 con
Gruppo
B
circa il 30% di pezCover 1
22,3 ab
0,44 ab
2,10 a
178,1 ab
176,5 ab
zature di almeno
Cover
2
26,1
a
0,42
ab
2,28
a
183,8
ab
177,4 ab
70 mm. L’aspetto
M 26
25,1 a
0,45 ab
2,37 a
182,8 ab
171,9 ab
portinnesto è staEmla
9
25,6
a
0,43
ab
2,39
a
177,2
ab
179,9 a
to dunque meglio
Mac 9
14,9 b
0,49 a
2,40 a
168,9 b
158,6 b
valutato a BoloNakb T 337
24,8 a
0,40 ab
2,60 a
172,5 ab
169,8 ab
gna, grazie al legNakb T 338
26,6 a
0,38 b
2,12 a
189,3 a
184,4 a
gero sovraccarico
Nakb
T
339
27,4
a
0,41
ab
1,97
a
188,7
a
184,9
a
degli alberi, con la
Pajam 1
20,4 ab
0,47 ab
2,47 a
178,5 ab
172,3 ab
conseguenza di
Pajam 2
21,3 ab
0,45 ab
2,47 a
176,0 ab
169,8 ab
evidenziare meJork 9
28,4 a
0,40 b
2,30 a
185,1 ab
177,9 ab
glio l’influenza del
Media
23,9
0,43
2,32
180,1
174,8
portinnesto.
Rugginosità. La
A lettere diverse poste accanto ai numeri corrispondono trattamenti statisticamente differenti
(P ≤ 0,05) (test utilizzato: SNK).
rugginosità (dati
( ) Produzione cumulata (2°-5° anno)/produzione cumulata (2°-8° anno). ( ) Produzione cumulata
non riportati) limi(2°-8° anno)/area della sezione del tronco (8° anno).
tatamente alle tre
sedi che l’hanno rilevata è stata minima presso Ersa UD e gradiente di umidità relativa entro la
massima presso Dca BO (intermedia a chioma).
Ia TN). In generale i portinnesti più viI dati di Udine mettono in bella mogorosi hanno favorito, forse indiretta- stra Nakb T 337 e Mac® 9, con i quali olmente, l’insorgenza della rugginosità tre il 70% dei frutti erano privi di ruggi(ad esempio, a causa della diversa al- nosità, mentre con altri soggetti, come
tezza da terra dei frutteti e del diverso Jork 9 e Nakb T 338 e T 339, questa per-
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
1
2
2
®
®
®
®
®
®
1
2
centuale si è ridotta al 50medio e la qualità dei frutti,
60%. A Trento si è manifestabuoni anche in condizioni di
to il buon comportamento di
coltura non ottimali. Il comun gruppo di soggetti con i
portamento di Cover 1 è, per
quali la rugginosità ha intemolti aspetti, simile a quello
ressato il 50-60% (Cover 2 e
di Cover 2, a conferma dei riMac ® 9) oppure il 60-70%
sultati ottenuti in una prece(Emla 9, Nakb T 337, T 338 e
dente indagine (Sansavini et
T 339, Pajam® 1 e Jork 9); inal., 1999) in cui un terzo clofine, con oltre il 70% (Cover 1
ne (Burgmer 719), si era rivee Pajam® 2). A Bologna i milato ancor più interessante
gliori risultati sono stati conper il contenimento della viseguiti da Cover 2, Mac ® 9,
goria e per l’elevata efficienNakb T 338 e T 339, nonché Panoramica della prova sperimentale portinnesti Mipaf a Spinetta
za produttiva.
da Jork 9, tutti con il 55-70% (Cuneo) con alberi al 6° anno dall’impianto
Precedenti esperienze itadi frutti con meno del 10% di
liane (Bassi e Colombari,
rugginosità (si è avuto anche un 10%
1997), mettendo a confronto vari porTabella 4 - Caratteristiche fisicirca di frutti totalmente indenni); a
tinnesti del melo con Golden Delicious
co-chimiche dei frutti (media
questo lotto di portinnesti si possono
(clone Smoothee), hanno dato risultati
6°-8° anno)
aggiungere Nakb T 337, Cover 1 e
solo in parte concordanti con la prePeso
Acidità Indice
Pajam® 1 con circa il 40% di frutti con
sente nota: nell’arco di 6 anni, infatti,
Durezza RSR
Portinnesti frutto
(g/l) Thiault
meno del 10% di superficie rugginosa; i
mentre l’effetto nanizzante indotto da
(kg)
(%)
(g)
()
()
peggiori risultati sono da attribuire, inPajam® 1 e Nakb T 337 è emerso nettaCover 1
240
6,6
12,7
7,9
168
mente, in misura superiore ad altri clovece, a M 26, Emla 9 e Pajam® 2, con
Cover 2
242
6,6
12,7
8,0
167
circa il 30% di frutti poco affetti e un alni, il comportamento di Mac® 9 è stato
M 26
235
6,7
13,0
7,8
169
tro 70% affetto in maggior misura e con
diverso e anche relativamente soddiEmla 9
242
6,8
12,7
8,1
169
rugginosità superiore al 30%.
sfacente, avendo indotto una vigoria e
Mac 9
224
6,9
13,6
7,9
177
Caratteristiche fisico-chimiche
una produzione simili a Pajam® 2 e a M
Nakb
T
337
245
6,7
12,9
7,9
169
dei frutti. I dati più interessanti sono
9 clone RN 19.
Nakb T 338 239
6,7
12,8
7,9
168
stati forniti dal sito di Cuneo di cui, in
Interessanti anche i dati della prova
Nakb T 339 242
6,6
12,5
8,1
166
tabella 4, si riportano le medie triennainternazionale di Alpe-Adria (Keppel et
Pajam 1
237
6,8
13,1
7,9
171
li di 4 parametri: durezza, RSR, acidità e
al., 1997 e 2000) e di un’altra condotta
Pajam
2
244
6,6
12,7
8,0
168
indice di Thiault, equivalente alla somnel Veneto (Galletti et al., 2000), dalle
Jork 9
241
6,6
12,5
8,3
167
ma di solidi solubili più acidi (entrambi
quali è emersa la validazione speriin per mille, questi ultimi moltiplicati
mentale di tre cloni di M 9 (FL 56, KL
( ) Millequivalenti di acidi organici (ac. malico = 0,67 meq totali). ( ) Somma di solidi, solubili, acidi.
per 10). Poche le indicazioni conse29 e RN 19), non inclusi in questa indaDati rilevati dalla sola Unità operativa Creso CN.
guenti. La prima è che Mac® 9 svetta
gine comparata. Il clone RN 19 è risulper il miglior indice di qualità (177), ditato meno vigoroso del KL 29 e FL 56 si
pendente da un maggior titolo zucche- Nakb T 337, Nakb T 338 e Pajam® 1; tut- è rivelato paragonabile a Pajam® 1 per
rino. Fra gli altri, buone anche le valu- ti possiedono, in maggiore o minore riduzione di vigoria e fruttificazione.
tazioni delle mele ottenute con i portin- misura, i citati requisiti: Pajam® 1 si è
Infine un cenno a Mac® 9, l’unico pornesti Pajam® 1, Nakb T 337 ed Emla 9, distinto per la precocità di messa a tinnesto fra quelli sperimentati dal
mele che peraltro hanno raggiunto un frutto e per l’alta efficienza produttiva, Gruppo di lavoro ritenuto inadatto per
peso medio di 240 g e oltre, contro cir- Nakb T 338 per l’ottima pezzatura dei gli impianti italiani in base a una valuca 224 g di Mac® 9. Questi tre cloni han- frutti, Nakb T 337 per la più limitata tazione d’insieme dei vari parametri rino anche indotto una durezza di poco rugginosità dei frutti e infine Pajam® 1 levati (tabella 6). Infatti, nonostante la
inferiore a quella di Mac® 9 (6,9 kg).
e Nakb T 337 per il buon indice di pre- precocità di messa a frutto e l’alta effiIn genere, mentre il RSR è variato, in cocità di fruttificazione.
cienza produttiva dimostrate (legate
media, fra 12,5% e 13,6%, l’acidità moNaturalmente, queste considerazioni entrambe alla scarsa vigoria degli albestra scarti di valori quasi impercettibi- nulla tolgono alla validità del 2° gruppo ri) e le ottime caratteristiche qualitatili, variando da 7,8‰ (M 26) a 8,3‰ di cloni di M 9 (e cioè Emla 9, Pajam® 2, ve dei frutti (un po’ penalizzati, però,
(Jork 9).
Nakb T 339 e Cover 2) più idonei al nella pezzatura), questo soggetto, col
conseguimento di una vigoria legger- passare degli anni, ha ridotto la resa
mente superiore a quella del 1° gruppo, produttiva (in alcuni siti, anche a meno
Conclusioni
perciò più adatti ai suoli dove esistono di 20 kg/albero), probabilmente in relaLa presente indagine si è dimostrata deficit di fertilità e di disponibilità idri- zione anche alle note distrofie nel punmolto laboriosa e complessa. I dati ri- ca. L’efficienza produttiva di questi to d’innesto (Sansavini et al., 1999), delevati portano però ad alcune conside- cloni, pur essendo di poco inferiore a stinate ad aggravarsi nel tempo e a mirazioni assai utili per le relative indica- quella di Nakb T 337 e T 338 e di narne la funzionalità vascolare. Inolzioni per i nuovi impianti. Uno degli Pajam® 1, è buona, tenuto conto che tre, secondo la letteratura americana
obiettivi del Progetto era quello di indi- hanno manifestato egualmente un (Marini et al., 2001) questo difetto si
viduare, fra i cloni di M 9, quali poteva- buon indice di precocità di messa a aggrava nelle zone di coltura più calno controllare la taglia dell’albero in frutto, inducendo anche buone carat- de. Nelle aree settentrionali, invece,
Mac® 9 risponderebbe meglio, fino a
misura più nanizzante di Emla 9 senza teristiche qualitative dei frutti.
compromettere la precocità di messa a
Appaiono soddisfacenti anche i dati indurre una vigoria addirittura supefrutto, la fruttificazione complessiva, relativi ai restanti cloni Cover 1 e Jork riore a quella di M 9. In Italia, però, anl’efficienza produttiva e la qualità dei 9. Questi cloni si sono fatti apprezzare che per quanto si è potuto osservare in
frutti. La risposta ottenuta è abbastan- per vari parametri, in particolare Jork zone alpine, questo portinnesto induce
za nettamente a favore dei tre cloni 9 per l’efficienza produttiva, il peso una minore vigoria e manifesta egual1
2
®
®
®
1
2
SUPPLEMENTO
A
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
21
Melo
Tabella 5 - Usa: principali portinnesti disponibili per classe
di vigoria
Tabella 7 - Portinnesti di potenziale interesse per il melo
Classe 1
Classe 2 Classe 3 Classe 4
Classe 5
Last Minute® BUD 146
M 9 Ottawa 3 Supporter® 4
(P22*)
M 27
BUD 491
BUD 9
G 11
CG 30
G 65
Lizzy® (P16*) P 2
M 26
G 16
Classe 6
Classe 7 Classe 8 Classe 9 Classe 10
M7
MM 106 MM111 BUD 118
Franco
BUD 490
P18
Novole
Serie Nakb: T 340
Fonte: Nysaes Cornell University, Geneva (Usa).
Portinnesti
Serie Burgmer: 719
Fleuren 56
RN 19
RN 29
Bemali
Novole
Ottawa 3
Stazione sperimentale
Stazione di ricerca di
Wilhelminadorp e Nakb
Istituto di frutticoltura di Bonn
e vivaista Burgmer
Vivai Nicolai
Vivai Nicolai
Balsgard
NY State Agr. exp. station Geneva
Agriculture Canada
Research station Ottawa
Agriculture Canada
Research station Ottawa
Michurinsk College of Agriculture
Mosca
Tabella 6 - Classificazione dei
portinnesti in prova
Robusta 5
Portinnesti consigliati
Con maggiore controllo vegetativo rispetto a M 9:
Nakb T 337
Nakb T 338
Pajam® 1 - Lancep*
Con normale controllo vegetativo (pari a M 9):
Emla 9
Nakb T 339
Pajam® 2 - Cepiland*
Cover 2 (= Burgmer 984)
Con vigoria superiore a M 9:
M 26
Portinnesti promettenti
Cover 1 (= Burgmer 751)
Jork 9
Portinnesti sconsigliabili
Mac® 9 Mark*
Serie Budagovski:
BUD 9
BUD 146
Serie DAB
Berlino
Serie CG (Cornell-Geneva)
NY State Agr. exp. station Geneva
G 11
G 16
G 30
G 65
CG 10
Serie 1
Serie J-TE: J-TE-G, J-TE-E-, J-TE-H, J-TE-F Stazione di ricerca di Techobuzice
Serie Pillnitzer:
Istituto di Pillnitz-Dresden
Supporter ® 1
Supporter® 2
Supporter® 3
Supporter® 4 (Pi 80*)
Serie Polan:
Res. inst. of pomology Skierniewice
P1
P2
Lizzy® (P 16*)
Last Minute® (P 22*)
Serie Vineland: V-605-1=V1,
Horticultural research
V-605-2=V2, V-605-3=V3,
institute of Ontario,
V-605-4=V4, V-605-7=V7
Vineland station
Serie KSC (Kentville Stock Clone): Research station agriculture
KSC 28, KSC 18, KSC 7, KSC 11
Canada Kentville (Nova Scotia)
Serie JM: JM 1*, JM 5, JM 8
Lab. of plant physiology, Apple research
center, National institute of fruit tree
science Morioka
mente la citata sindrome al colletto,
che non sembra corrispondere tanto a
una forma di disaffinità quanto a una
caratteristica intrinseca, limitativa della propria funzionalità (somigliante per
certi aspetti ai «burrknots»). Di seguito
si riporta il giudizio dei portinnesti in
prova (tabella 6) nonché nel box a pag.
24 una breve valutazione dei nuovi materiali potenzialmente interessanti, attenendosi alle informazioni reperibili in
letteratura (tabella 7).
Portinnesti consigliati
M 9 clone Emla. Clone virus-esente,
risanato con termoterapia dalle due Stazioni sperimentali inglesi di East Malling e Long Ashton (ora cessata) fin dagli anni 60. Rispetto a M 9 tradizionale si
è dimostrato leggermente più vigoroso
(ma meno di altri cloni di M 9 pure risanati per termoterapia), facile da propagare con le normali tecniche di margottaggio (comunque presenta qualche difficoltà nella radicazione) e meno pollonifero dello standard. Induce scarsa vigoria e scarso ancoraggio al suolo (necessita quindi dell’uso di sostegni). La
messa frutto è precoce; elevate sono la
produttività e l’efficienza produttiva dell’albero. Esalta le qualità organolettiche,
la pezzatura e la colorazione dei frutti,
ma può favorire l’insorgenza della ruggi-
22
SUPPLEMENTO
A
nosità. Predilige i terreni fertili, permeabili e irrigui; infatti ha mostrato scarso
adattamento ai terreni siccitosi e a quelli eccessivamente pesanti e/o umidi. Resistente a Phytophthora cactorum; sensibile ad Agrobacterium tumefaciens e
all’afide lanigero; suscettibile al colpo di
fuoco batterico.
Pajam® 1 - Lancep*. Selezione clonale virus-esente di Paradiso Giallo di
Metz ottenuta in Francia, a Lanxade,
nel 1981 da Ctifl-Cep; brevettato come
Lancep, marchio Pajam 1. Clone di vigoria leggermente inferiore ad altri
cloni risanati (ad esempio Emla), ma
simile a quella del clone Nakb T 337.
Nella propagazione per margotta di
ceppaia ha dimostrato una resa superiore alla media dei cloni Emla e Nakb
T 337. Leggermente pollonifero, tende
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
Paese
d’origine
Olanda
Origine genetica
sel. genetico-sanitaria di M 9
Germania sel. genetico-sanitaria di M 9
Olanda
Belgio
Belgio
Svezia
Stati Uniti
Canada
sel. genetico-sanitaria di M 9
sel. genetico-sanitaria di M 9
sel. genetico-sanitaria di M 9
Marnk’s Codlin×M 4
Malus prunifolia lib. impol.
Robin Crab×M 9
Canada
Malus baccata lib. impol.
Russia
M 8×Red standard
Germania Malus baccata lib. impol.
Stati Uniti
M 26 Robusta 5
Ottawa 3×Malus floribunda
Robusta 5×M 9
M 27×Beauty Crab apple
M 8 lib. impol.
Russia
M 4, M 9×cv locali
Rep. Ceca M 9, M 2, M 1, M 4×cv locali
Germania
M 9×Malus baccata
M 9×Malus micromalus
M 9×Malus micromalus
M 9×M 4
Polonia
M 4×Antonovka
M 9×Antonovka
Longfield×M 11
M 9×Antonovka
Canada
M 9×cv da sidro
Canada
Beautiful Arcade×Robusta 5
Giappone Morubakaido×M 9
anche a formare un maggior numero di
sferoblasti («burrknots») lungo il tronco, accompagnati da abbozzi radicali
sotto il punto d’innesto e fuori terra.
Pajam® 2 - Cepiland*. Selezione clonale virus-esente di Paradiso Giallo di
Metz ottenuta in Francia, a Lanxade,
nel 1981 da Ctifl-Cep; già clone P, brevettato col nome di Cepiland e diffuso
con il marchio Pajam 2. Più vigoroso rispetto agli altri cloni di M 9 (nei primi
anni circa il 20% in più del clone Nakb
T 337) e più pollonifero del clone
Pajam® 1. Rispetto ad altri cloni presenta maggiori rese di ceppaia (quasi
doppie rispetto a Nakb T 337), ma anche alcuni inconvenienti dovuti al suo
stato di «ringiovanimento» (ad esempio, numero elevato di «burrknots» e
spinescenza).
Melo
5
6
5, 6, 7 - Golden B
alla 6a foglia
(1999) su
M 9 clone
Emla (foto 5)
a confronto
con Golden
B/Pajam® 1
Lancep* (foto 6)
e Golden B/Jork 9
(Creso,
Az. Spinetta,
Cuneo)
7
SUPPLEMENTO
Nakb T 337. Selezione clonale di M 9
ottenuta da un complesso lavoro del
Nakb olandese, iniziato nel 1968 e
conclusosi con l’ottenimento, dopo
termoterapia, di alcuni cloni (T 337,
qui descritto, T 338, T 339, T 340) testati inizialmente dalla Stazione sperimentale di Wilhelminadorp (Olanda).
Clone di vigoria paragonabile a
Pajam® 1, difficile a moltiplicarsi (le
rese di ceppaia sono inferiori a quelle
di Pajam ® 1, ma più elevate rispetto
agli altri tre cloni olandesi). Manifesta
scarsa attitudine alla produzione di
polloni radicali e di «burrknots», qualità queste molto apprezzate dal mercato. Induce una buona fruttificazione
e sembra anche esaltare la qualità delle mele.
Nakb T 338. Clone di M 9 selezionato
dal Nakb olandese. Manifesta qualche
problema di propagazione (scarsa attitudine rizogena). Come vigore non è
tanto dissimile dagli altri cloni del
Nakb. In Olanda aveva dato un esito
produttivo almeno pari a Nakb T 337.
Nakb T 339. Clone di M 9 selezionato
dal Nakb olandese. Nelle prove di Van
Oosten (1986) in Olanda questo clone
era risultato più produttivo degli altri,
a parità di vigoria delle piante. A Bologna ha dimostrato vigoria e produttività pari a quelle di Nakb T 337.
A
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
23
Melo
DA INFORMAZIONI REPERIBILI IN LETTERATURA
Nuovi portinnesti di potenziale interess
Per la redazione dei profili di questi portinnesti, non inclusi nella
presente indagine, gli autori si sono attenuti alle informazioni reperibili in letteratura.
Supporter® 4 (Pi 80*)
Incrocio tra M 9 e M 4 ottenuto da M. Fischer a Dresden presso l’Istituto di Pillnitz (Germania) (Fischer, 1997). La vigoria è paragonabile o di poco superiore a M 26; in base a prove condotte in Francia
(Michelesi et al., 1995) risulta di vigoria superiore (+10%) a quella ottenibile con Pajam® 2; nel Cuneese la vigoria è risultata intermedia fra
M 26 e M 106 (Pellegrino, com. pers.). L’ancoraggio risulta analogo a
quello di M 26. La precocità di messa a frutto è simile a M 26 (ma inferiore a Pajam® 2) mentre in seguito la fruttificazione è superiore a
M 26. Supporter® 4 conferisce ai frutti un buon calibro e una buona
qualità e conservabilità. Tollerante a Phytophthora spp.
Serie CG (Cornell-Geneva, Usa)
G 65. Incrocio tra M 27 e Beauty Crab apple selezionato da J. Cummins a Geneva (New York); licenziato nel 1992. È molto difficile da propagare. Tende a produrre molte spine e radica poco. Nanizza come P
22, BUD 491 e M 27. Induce una precoce messa a frutto. Necessita di
supporti. È stata notata anche un’influenza negativa sulla dimensione
del frutto. La tendenza a emettere polloni è moderata e i «burrknots»
rari. Presenta una moderata resistenza ad afide lanigero, oidio e soprattutto al colpo di fuoco batterico (Robinson e Cummins, 1997).
G 16. Incrocio tra Ottawa 3 e Malus floribunda selezionato a Geneva (New York); licenziato nel 1997. Le rese nelle ceppaie sono
moderate e non radica facilmente. Vigoria simile a M 9. Induce una
precoce messa a frutto, simile o migliore di M 9; la produttività e la
pezzatura sono buone. L’ancoraggio è migliore di M 9, ma necessita
di supporti. Poco pollonifero. Resistente al colpo di fuoco batterico,
è sensibile all’afide lanigero; sembra anche resistente al marciume
del colletto (Robinson e Cummins, 1997; Wertheim, 1998).
G 11. Incrocio di M 26×Robusta 5 selezionato da J. Cumminsa a Geneva (New York); licenziato nel 1993. Si moltiplica bene per margotta di ceppaia. Vigoria simile a M 26 (Wertheim, 1998; Webster, 2002).
Cover 2 (= Burgmer 984). Selezionato da una popolazione di M 9 in Germania da Nauman dell’Istituto di frutticoltura di Bonn, insieme al vivaista
Burgmer. Pianta poco pollonifera con
limitato numero di «burrknots». Prove
condotte per un decennio presso la
Stazione sperimentale di Laimburg
(Bolzano) su Golden Delicious clone
B hanno valutato questo soggetto, come produttività ad albero, alla pari
con Mac® 9 e superiore a Nakb T 337,
ma a un livello inferiore alle selezioni
Burgmer 751 e 511. Tuttavia, il minore
sviluppo degli alberi ha permesso di
conseguire gli stessi livelli di efficienza produttiva di Nakb T 337. I frutti poi
sono apparsi tendenzialmente meno
sfaccettati di rosa e un po’ più rugginosi. Nel complesso R. Stainer (inf.
pers.) ha considerato il clone Burgmer
984 equivalente per vigoria e produttività a Nakb T 337; nella prova di Bologna (Sansavini et al., 1997) Burgmer
24
SUPPLEMENTO
A
L’efficienza produttiva è comparabile o migliore di M 26 ed è poco
pollonifero. È moderatamente resistente al colpo di fuoco batterico,
tollerante al marciume del colletto e sensibile all’afide lanigero (Robinson e Cummins, 1997).
G 30. Incrocio di Robusta 5×M 9 selezionato da J. Cummins a Geneva (New York); licenziato nel 1994. Difficile da propagare, poco
adatto alla propagazione per ceppaia. Vigoroso (simile a M 7), presenta una messa a frutto simile a M 26, ma necessita ugualmente di
supporto. Moderatamente pollonifero (meno di M 7). I «burrknots»
sono rari. Con Gala manifesterebbe disaffinità non riscontrata in altre cultivar. Resistente al colpo di fuoco batterico (Robinson e Cummins, 1997).
Serie Polan (Skierniewice, Polonia)
P 2. Incrocio tra M 9 e Antonovka, ottenuto in Polonia da Zagaja e
Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice licenziato nel
1974. Si propaga bene per margotta di ceppaia, come M 9. Vigoria simile a M 9. Esiste una sorta di conflitto sulla attribuzione del vigore
di questo portinnesto: in prove condotte negli Usa è risultato più nanizzante di M 9, mentre dai dati europei risulterebbe indurre vigoria
e produttività al pari di M 9, forse perché con stato sanitario migliore (Wertheim, 1998). Presenta pochi «burrknots»; poco pollonifero.
Resiste molto al freddo e potrebbe sostituire M 9 nelle aree fredde.
P 2 è considerato da certi autori (Zagaja, 1974) come moderatamente sensibile al marciume del colletto mentre da altri (Baritt et al.,
1990) è stato classificato come moderatamente resistente. È sensibile all’afide lanigero e moderatamente resistente a oidio.
P 22* (Last Minute®)
Incrocio tra M9 e Antonovka, ottenuto in Polonia da Zagaja e
Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice. A causa della
propagazione in vitro esistono due forme vegetative di questo clone:
una «adulta» e una «giovanile». Quest’ultima si propaga più facilmente e quindi le rese sono molto più alte (Wertheim, 1998). Le barbatelle da piante giovani evidenziavano differenze morfologiche legate a
effetti epigenetici, foglie più piccole, alta radicazione, alta resa in ceppaia; quelle adulte, invece, davano germogli eretti, foglie larghe, ca-
984 si è collocato invece fra i cloni di
M 9 più vigorosi, con una produttività
soddisfacente ma leggermente inferiore a quella di Burgmer 719. In ogni caso risulta competitivo, anche per la
qualità dei frutti, con M 9.
M 26. Incrocio di M 16×M 9 ottenuto a
East Malling (Gran Bretagna) nel
1965. Si propaga discretamente bene
per margotta di ceppaia; risulta scarsamente pollonifero. La presenza abbondante di «burrknots» (sferoblasti)
influisce negativamente sulla vigoria
delle piante (disformità dell’impianto). Induce una vigoria medio-scarsa.
L’ancoraggio è superiore a M 9, ma le
piante necessitano spesso di sostegni.
Induce precoce messa a frutto, elevata
produttività e alta efficienza produttiva; ritarda il germogliamento. L’affinità di questo portinnesto si è rivelata
appena discreta o scarsa con alcune
cultivar (ad esempio Granny Smith e
Imperatore). Predilige terreni fertili,
L ’ I N F O R M A T O R E A G R A R I O 51/2002
permeabili, irrigui; ha mostrato limitato adattamento a terreni siccitosi,
mentre risulta poco idoneo a terreni
asfittici. È più sensibile ai freddi invernali di M 9; presenta media sensibilità a Phytophthora cactorum; è suscettibile ad afide lanigero e molto suscettibile al «fire blight» (colpo di fuoco batterico).
Portinnesti promettenti
Cover 1 (= Burgmer 751). Selezione
sanitaria di M 9, ottenuto in Germania
da un lavoro di iniziato nel 1960 da
Nauman dell’Istituto di frutticoltura di
Bonn insieme al vivaista Burgmer. Dalla stessa selezione sono stati ottenuti
Burgmer 719 e Burgmer 984. In Italia
ha preso il nome commerciale di Cover 1. Clone di maggiore vigoria rispetto a M 9 clone Emla e Nakb T 337. La
propagazione è piuttosto difficile (anche se migliore di Nakb T 337), ma le
piante sono belle e sembra prive di
Melo
se per il melo
pacità rizogena e rese molto basse. Nessuna differenza è, invece,
emersa fra produzioni degli astoni ottenuti da portinnesti «adulti» e
«giovanili» (Wertheim, 1998). Vigoria simile a M 27 variabile con il genotipo della varietà. Efficienza produttiva elevata e buona dimensione dei frutti. In Usa ed Europa sono stati segnalati casi di morte di alberi giovani, sensibili alla siccità, per la disidratazione delle radici
nelle fasi di estirpazione e trasporto. Apparato radicale superficiale
sensibile all’afide lanigero e moderatamente sensibile al marciume
del colletto; resiste alle basse temperature.
P 16* (Lizzy®). Incrocio tra Longfield e M 11, ottenuto da Zagaja e
Czyczynk, presso l’Istituto di ricerca di Skierniewice (Polonia); diffuso nel 1988. Abbastanza facile da propagare per margotta di ceppaia. Vigoria simile o leggermente inferiore a M 9 (Wertheim, 1998).
L’efficienza produttiva è buona o superiore a quella di M 9, necessita
di supporti. L’irrigazione è necessaria, specialmente negli impianti ad
alta densità. È moderatamente pollonifero e presenta pochi «burrknots». È resistente al freddo e sembra anche al marciume del colletto; risulta sensibile al colpo di fuoco batterico e all’afide lanigero.
Serie Budagovskij (Mosca, Russia)
B 9 (Bud 9). Incrocio tra M 8 e Krasny Sztandart (Red Standard),
ottenuto da Budagovskij al Michurinsk College of Agriculture di
Mosca (Russia). Nella moltiplicazione per margotta di ceppaia ha
rese inferiori a M 9. Simile a M 9 per vigoria e produttività. Induce
una precoce messa a frutto. Presenta scarso ancoraggio, necessita
di supporto. Moderatamente pollonifero, con pochi «burrknots».
Sembra tollerante al colpo di fuoco batterico e più resistente di M 9
al marciume del colletto; sensibile all’afide lanigero e all’oidio e resistente al freddo più di M 9 ma meno di M 26 [forse per questo nello stato di Washington (Usa) rappresenta il 12% dei portinnesti
censiti nel 1998].
B 146. Ottenuto da Budagovskij presso il Michurinsk College of
Agriculture di Mosca (Russia). In Polonia ha mostrato capacità di
moltiplicazione per margotta di ceppaia. Esistono differenti cloni
con più o meno predisposizione ai «burrknots» e all’attività pollonifera. Per vigore si colloca tra M 9 e M 27. In alcune prove è risul«burrknots» e polloni radicali.
Induce nelle piante una buona e regolare fruttificazione. Nelle prove condotte a Bologna la produttività non è
stata significativamente differente da
quella del clone Burgmer 984 (Cover
2), ma è risultato leggermente meno
vigoroso dello stesso.
Jork 9. Selezionato da una popolazione a libera impollinazione di M 9, ottenuto a Jork (Germania) da Tiemann e
Dammann, alla Fruit Tree Research
Station. Introdotto come portinnesto
clonale negli Usa nel 1981. Jork 9 è facilmente propagabile per margotta di
ceppaia. Paragonato a M 26, è leggermente più nanizzante, induce un anticipo di produzione e un incremento
produttivo ed è dotato di legno leggermente più fragile. I polloni sono rari. È
estremamente suscettibile al «fire blight» e all’afide lanigero; è sensibile alla ticchiolatura e alla rugginosità.
Qualche volta, rispetto a M 9, è risulta-
tato simile a M 9, in altre meno vigoroso (Wertheim, 1998). La precocità nella messa a frutto è elevata simile a M 27 e la produttività
è risultata maggiore di M 9. Richiede supporti per lo scarso ancoraggio. È sensibile al colpo di fuoco batterico e all’afide lanigero ed
è molto resistente al freddo.
Serie J-TE (Techobuzice, Repubblica Ceca)
Ottenuti da un programma di miglioramento genetico nella Repubblica Ceca. Il codice J-TE indica J=melo e TE= Techobuzice (località
della stazione di ricerca) (Dvoràk, 1988; Kosina, 1988). I genotipi più
interessanti sono: J-TE-E, con vigore simile a M 9 e con elevata produzione ed efficienza produttiva, abbastanza pollonifero; J-TE-F, con
vigore simile a M 9 ed elevata produzione ed efficienza produttiva; JTE-G, caratterizzato da un vigore simile a M 27, da una elevata efficienza produttiva e una scarsa attitudine pollonifera; J-TE-H con vigore intermedio tra M 9 e M 26 e meno produttivo di M 9 (Wertheim
1988; Webster et al., 2000).
Fleuren 56
È un clone ottenuto attraverso selezione sanitaria di M 9 in Olanda
il cui vigore sembra inferiore a quasi tutte le altre selezioni di M 9 finora valutate. In vivaio le rese sono buone e questo potrebbe essere
legato alla presenza di una forma di persistente giovanilità (Wertheim,
1998). In prove condotte in Germania e in Olanda è risultato il più nanizzante tra i cloni di M 9. Altre sperimentazioni condotte in Australia
lo riportano come più vigoroso di Nakb T 337 (Wertheim, 1998).
RN 29
È stato ottenuto in Belgio al Centro di ricerca di Gorsem dopo termoterapia di M 9 e diffuso da R. Nicolai. È più vigoroso e pollonifero
di Nakb T 337 e sembra simile al Pajam® 2. Anche in questo clone è
possibile che siano presenti fenomeni di giovanilità (Wertheim,
1998), identificabili con foglie lanceolate e dentellate. La resa di propagazione da margotta di ceppaia è superiore a Nakb T 337 (Sansavini e Mantinger, 1995). La produttività è risultata buona e non significativamente differente da M 9 (Wertheim, 1998).
to più resistente alle basse temperature invernali (però meno di M 11). Presenta «burrknots» che si sviluppano
radialmente nei tronchi, formando
una sorta di anello.
Portinnesti sconsigliati
Mac® 9 (Mark*). Semenzale di M 9
selezionato da Carlson a East Lansing
(Michigan - Usa) nel 1979 per libera
impollinazione di M 9.
Difficile da propagare per margotta
di ceppaia; buona invece la moltiplicazione in vitro. È poco pollonifero.
Mac® 9 induce una vigoria medio-scarsa (le piante necessitano di sostegni).
Predilige terreni fertili, permeabili, irrigui. Presenta, a un anno dall’impianto, un grosso cercine (iperplasia) che
può portare a irregolarità di sviluppo e
a disfunzioni dell’albero; questo fenomeno si accentua negli ambienti pedoclimatici particolarmente caldi e in
condizioni di stress idrico. Le caratteSUPPLEMENTO
ristiche qualitative dei frutti (colore,
forma, rugginosità) sono positivamente influenzate da Mac® 9. Negativo è risultato il comportamento produttivo
nei nostri ambienti. Buona è la resistenza a Phytophthora cactorum; sensibile ad afide lanigero, ai tumori radicali e al virus TmRSV.
Il Gruppo di lavoro «Portinnesti melo» ringrazia vivamente tutte le Unità operative che
hanno fornito dati e materiale fotografico, i
responsabili dei campi sperimentali, i rilevatori e gli analisti, E. Muzzi (per l’elaborazione
finale), nonché le aziende sperimentali e dimostrative che hanno ospitato le prove e fornito personale specializzato.
Lavoro svolto nell’ambito del Progettto finalizzato Mipaf «Formulazione di liste di orientamento varietale dei fruttiferi. Sottoprogetto
Portinnesti», Roma. Pubblicazione n. 220.
La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.
A
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Melo
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