BIOGRAFIA DI VITTORIO D`AUGUSTA

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BIOGRAFIA DI VITTORIO D`AUGUSTA
BIOGRAFIA DI VITTORIO D’AUGUSTA
Vittorio D’Augusta è nato a Fiume nel 1937 e dal 1948 risiede a Rimini. Da quella città
di confine, che nell'arco di un secolo è stata asburgica, dannunziana, italiana, titina e croata, e da
Rimini, città dalle profonde trasformazioni, ha tratto l'attitudine a rifiutare la rassicurante stabilità
delle teorie definitive e a considerare valore l'elasticità del pensiero "mobile", capace di
attraversare ipotesi contraddittorie. Questa concezione ossimorica dell'arte gli ha permesso di
rinunciare a coerenze formali, rimanendo però fedele a due principi: l'idea che la pittura sia il
termine di paragone con cui si confronta ogni pensiero, l'idea che ogni gesto del dipingere, per
quanto radicale, possa sempre complicarsi in digressioni, "dirottamenti da sé", che ne mettano a
rischio la rotta prefissata, e che implicano un'aspettativa fatalista, o romantica, per ciò che potrà
accadere, e forse accadrà, dentro la pittura all' "insaputa dell'autore".
Esordisce in campo artistico negli anni '60, unendo all'interesse per la pittura l'impegno
culturale e politico tipico di quell'epoca. Nel decennio successivo approda ai movimenti europei
della concettualità analitica. L'attività di questo periodo è documentata in Empirica, al Museo
Castelvecchio di Verona (1975) e in Astratta: Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al
1990, a Palazzo Forti di Verona a cura di Giorgio Cortenova e Filiberto Menna.
Giovanni Maria Accame nel 1978 presenta una personale di D'Augusta a Firenze, presso
la Galleria Piramide, con una riflessione al concetto di soglia di definibilità della pittura.
In questo ambito, in bilico tra pittura e spazialità sensibile, opera installazioni ambientali,
esponendo in importanti rassegne tra cui: Le designazioni del senso, presso la Loggetta
Lombardesca di Ravenna (1978); Metafisica del quotidiano, alla Galleria d'Arte Moderna di
Bologna (1978); Pittura/Ambiente al Palazzo Reale di Milano (1979); Materiale delle Arti al
Castello Sforzesco di Milano; Nuova immagine al Palazzo della Triennale di Milano (1980) a
cura di Flavio Caroli.
Con il gruppo dei "Nuovi Nuovi", teorizzato da Renato Barilli espone in prestigiose sedi,
come il Palazzo dell'Esposizioni a Roma, la Palazzina di Parco Massari a Ferrara, la Galleria
Comunale d'Arte Moderna di Torino. È presente nel 1985 ad Anni Ottanta presso la Galleria
d'Arte Moderna di Bologna e, nel 1986, ad Aspetti dell'Arte Italiana 1960/1980 (Francoforte,
Berlino, Hannover, Bregenz, Vienna).
Nel 1992 Marisa Vescovo lo invita a Frequences Lumineuses alla Villette di Parigi.
Ha allestito personali in numerose città, tra cui: Vienna, Milano, Firenze, Amburgo,
Francoforte, Monaco, Costanza, Valencia, Bologna, Alessandria, Rimini. Si dedica al disegno
come pratica liberatoria e introspettiva: nel 1994 espone ai Musei di Modena opere su carta,
presentato da Flaminio Gualdoni.
La pittura ritorna al centro del suo interesse come scommessa che, entro i limiti della
bidimensionalità, siano ancora possibili margini di libertà, di trasgressione linguistica e
coinvolgimento meditativo.
Nel 1995 la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna gli dedica una vasta personale
con testo in catalogo di Dede Auregli, che testimonia questa fase di ricerca con quadri di grandi
dimensioni tra minimalismo e sensibilità lirica.
Claudio Spadoni, che già nel 1983 lo aveva inserito in Critica ad Arte, a cura di Achille
Bonito Oliva, al Palazzo Lanfranchi di Pisa, lo invita nel 2000 alla Quadriennale di Roma.
Tra le collettive recenti più importanti, "Opera al Nero (Ancona, Mole Vanvitelliana,
2004) a cura di Marisa Vescovo, Nuove Acquisizioni (Ravenna, Museo della città, 2006) a cura
di Claudio Spadoni, Elogio della Figura (Cesena, Palazzo del Ridotto, 2007) a cura di Marisa
Zattini e Antonio Paolucci.
Dal 1979 ha insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, della quale è stato
direttore per dieci anni. Attualmente insegna presso l'Accademia LABA di Rimini.
Dicembre 2007