Janis Joyce: "Il mio sesso è libero, giocoso come una cena fra amici

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Janis Joyce: "Il mio sesso è libero, giocoso come una cena fra amici
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Costume, EXTR@
31/01/2011 - INTERVISTA
Janis Joyce: "Il mio sesso è libero, giocoso come una cena fra amici"
Janis Joyce è l'autrice misteriosa di "Seventy Sex"
+ Leggi la recensione del libro "Seventy Sex"
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La misteriosa autrice:
«In "Seventy sex"
ci sono molti sentimenti»
FULVIO CERUTTI (Agb)
TORINO
L'identità di Janis Joyce è misteriosa. Solo a marzo si saprà chi si cela dietro all'autrice del libro "Seventy
sex". Intanto lei racconta il suo personaggio, la giovane Nico, non solo attraverso le esperienze sessuali, ma
con i sentimenti e le paure tipiche di quell'età così complessa.
Ha avuto modo di leggere la nostra recensione? Si è ritrovata in quanto abbiamo scritto?
«Un po' sì e un po' no. Un po' sì nel senso che posso capire l'aspetto anche sconcertante del libro, e
scandaloso. Apprezzo che l'incipit sia considerato "naturale", oltre che scandaloso. Un po' no perché io
credo che "Seventy Sex" sia un romanzo pieno di sentimenti: primo fra tutti l'affetto tra Nico e Silvia, che è
profondo, fatto di grande complicità, divertimento e una forma di "sorellanza" che ai tempi era molto
forte...»
Andiamo con ordine. Il sesso che lei descrive è più un'ossessione o un piacere?
«Io credo che non sia ossessione. Anche la masturbazione quotidiana della protagonista è un qualcosa che
viene naturalmente negli adolescenti. Una ricerca, una scoperta che, soprattutto dal punto di vista
femminile, non è così scontata. Pensiamo all'orgasmo: raggiungere quel tipo di piacere con una persona che
non si conosce, perchè la prima volta anche il corpo maschile è un qualcosa di sconosciuto. E' quindi solo in
parte un'ossessione, ma di certo non è perversione. Il primo pensiero della bambina che ha un orgasmo in
quarta elementare è stato "sono malata". Corre dalla madre e, come ha scritto lei, l'unica risposta che si
riceve è "Non farlo più"».
Che cosa pensa di chi giudica il suo libro "porcherie di un'adolescente della provincia veneta"?
«Non mi ritrovo assolutamente. Quello che io volevo rimarcare è che Nico è un personaggio estremamente
pulito. Il sesso crudo di cui si parla è un qualcosa che si vuole nascondere, ma che in realtà a quell'età è
ricerca, è curiosità, è divertimento, è allegria»
E in questo come si inseriscono i sentimenti?
«Per esempio il rapporto tra Nico e la sua amica Silvia non è sesso perverso. Ma è quella "sorellanza" di
cui si parlava negli anni '70 che persiste nelle adolescenti di oggi. Il rapporto fra amiche è indubbiamente
molto più forte di quello fra maschi e femmine. C'è l'affetto, ma anche la gelosia: adesso tu hai fatto sesso,
io no. Ma anche quando Silvia decide di andare a Padova, Nico piange. Perchè le dispiace»
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Di certo i commenti nella pagina finale sul mondo maschile non lasciano dubbi in questo senso...
«Beh, il finale è già proiettato su una continuazione del libro. Legato a quello che vivrà la protagonista
negli anni successivi. Pensiamo ad Andrea. Lui è stato un grande amore per Nico. Però è stato un grande
amore frustrato. A un certo punto lei lo sogna ad occhi aperti, vorrebbe essere la sua ragazza. L'ideologia di
quei tempi, però, spinge verso il concetto di coppia aperta. Addirittura le nega di amarlo proprio perchè è
consapevole che lui il giorno dopo si vedrà con un'altra ragazza, un'altra e un'altra ancora. Mentre Nico lo
vorrebbe tutto per lei. Ricordiamoci che Nico e Silvia fanno la "batteria" [orgia n.d.r], però Nico piange
perchè non lo voleva fare. Piange perchè vede che Andrea fa sesso con Silvia, mentre è Nico è molto
emozionata quando si trovano la prima volta in cucina e si baciano. Però lui è più disinvolto, mentre lei ha
un cuoricino piccolo piccolo»
Quanto c'è di autobiografico in questo libro? Ha realmente vissuto in prima persona tutte quelle
esperienze sessuali?
«Diciamo che ho vissuto l'80% di quanto contenuto nel libro. Poi magari non le ho vissute in prima
persona, magari alcune le ho viste fare da amiche»
E adesso, con il passare del tempo, come vive il sesso Janis Joyce?
«Lo vive con la stessa allegria. Ho una relazione fissa e non è che vado in giro con quell'obiettivo. Però io
ho sempre visto il sesso in maniera giocosa, gioiosa. Dovrebbe essere come una bella cena tra amici. Una
festa. Libero, innanzitutto, libero. Cosciente, dove i partecipanti sono gioiosamente coinvolti e contenti di
farlo. Un po' come ballare. La cosa fondamentale di questo libro è che parla di un sesso dove nessuno paga
per farlo e nessuno lo fa per ottenere qualcosa in cambio. E' una parte fisiologica della propria vita»
Fisiologicamente l'esigenza del sesso muta con il passare degli anni. Lei ha imparato a dominare il
proprio corpo più con la testa o con il cuore?
«Credo che sia una questione di età. Quando hai fatto certe, non le cerchi più. Se così non è, allora il
rischio di cadere nella perversione è dietro l'angolo. La scoperta si porta dietro l'entusiasmo e la gioia di
farlo. E' come l'innamoramento»
Che fine ha fatto Silvia?
«E' una cosa che mi chiedono spesso su Facebook. Silvia è un misto di personaggi. Ho avuto delle Silvie,
anche diverse fra di loro che in qualche modo hanno avuto quel ruolo lì, per me»
Nel momento in cui la sua identità misteriosa verrà svelata, teme qualche critica da parte delle
persone che la conoscono direttamente o indirettamente?
«Diciamo che scrivendo un libro di questo tipo bisogna essere già consapevoli di quello che sarà. E'
eveidente che ci saranno quelli a cui non piacerà. E' legittimo. Sono consapevole di aver usato un
linguaggio molto diretto.Forse perchè ho una visione più serena del sesso e non lo considero come un tabù»
Anche perchè spesso il suo personaggio non racconta fino in fondo quello che pensa nel dopo delle
sue esperienze...
«Questo è però voluto. Io penso che chi scrive debba lasciare uno spiraglio interrogativo, un velo di mistero
sul protagonista. In questo modo ogni lettore fa proprio il personaggio e lo interpreta come meglio crede»
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