VITE PARALLELE LEZIONE VIII Stazioni sulla via della libertà: morte
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VITE PARALLELE LEZIONE VIII Stazioni sulla via della libertà: morte
STORIA DELLE RELIGIONI TESTIMONI PER IL NOSTRO TEMPO: Geremia – Dietrich Bonhoeffer VITE PARALLELE LEZIONE VIII Stazioni sulla via della libertà: morte I capi allora dissero al re: «Si metta a morte quest’uomo, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». (Geremia 38,4) 1. Biografia e teologia: Da Berlino a Flossenbürg: il patibolo La liberazione nella sofferenza consiste in questo, che all’uomo è possibile rinunciare totalmente a tenere la propria causa nelle proprie mani, e riporla in quelle di Dio. In questo senso la morte è il coronamento della libertà umana. Comprendere o meno la propria sofferenza come prosecuzione della propria azione, come compimento della libertà, questo determina se l’azione umana sia o non sia un affare di fede. Trovo tutto questo molto importante e davvero consolante. (Lettera 183, del 28 luglio 1944). 8. Bonhoeffer 2. Lettura di testi: Geremia Poesia: La morte di Mosè 3. Approfondimento: La promessa di Dio è affidabile? 1 STORIA DELLE RELIGIONI La promessa di Dio è affidabile? Questa domanda ha accompagnato Bonhoeffer, dai primi anni della sua attività di teologo e pastore fino alla cella di Tegel. Un mese dopo il suo arresto, scriveva una lettera ai genitori in cui confessava loro – con molta prudenza – alcune delle difficoltà dovute alla carcerazione, la tentazione di pensare a ciò che non si ha e la sensazione di essere espropriato del proprio tempo. Bonhoeffer sente la sua vita in bilico, tra le mani di Dio e quelle degli uomini: Qualcuno che mi ha preceduto in questa cella ha inciso sopra la porta: «Tra cent’anni sarà tutto finito». … La risposta biblica al problema è: «Nelle tue mani sono i miei giorni» (Sal 31). Ma anche nella Bibbia troviamo proprio la domanda che qui minaccia di imporsi su tutto: «Fino a quando, Signore?» (Sal 13). Dopo il fallimento della congiura, Bonhoeffer deve riconsiderare le sue attese e i suoi desideri: Con la domanda «II braccio è forse...?» (Nm 11,23) pensiamo probabilmente a qualche desiderio o speranza inappagati. Ma di fronte a questo c’è 2 Cor 1,20: Dio non porta a compimento tutti i nostri desideri, bensì tutte le sue promesse, cioè egli rimane il Signore della terra, conserva la sua Chiesa, ci dona sempre nuova fede, non ci impone mai pesi maggiori di quanto possiamo sopportare, … (Lettera n. 190, del 14 agosto 1944). Questa lettera segna un provvisorio punto di equilibrio tra le tensioni che hanno accompagnato Bonhoeffer, un equilibrio guadagnato a fatica e difficile da mantenere. Realizzare la propria vita «nonostante molti desideri irrealizzati» rappresenta un mutamento radicale del punto di vista, per giungere a quello «sguardo dal basso» che Paolo suggerisce in 2 Cor 12, 9: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza si esprime nella debolezza». Mosè: la promessa paradossale A venticinque anni, durante il suo soggiorno di studio in America, Bonhoeffer ed ebbe la possibilità di predicare all’Avana, ai membri della colonia tedesca, in prossimità del Natale. In quell’occasione si era scelto un testo insolito: la storia di Mosé che dovette morire sul monte Nebo, sulla soglia del paese tanto desiderato. Il 22 settembre 1944, dopo la scoperta del dossier di Zossen, che 8. Bonhoeffer TESTIMONI PER IL NOSTRO TEMPO: Geremia – Dietrich Bonhoeffer documentava i preparativi per la congiura, Bonhoeffer riprenderà il tema nella poesia La morte di Mosé. Il punto di vista è cambiato rispetto alla predica dell’Avana: non si tratta più della promessa “inadempiuta”, ora Bonhoeffer si identifica con la preghiera di Mosé, che vede da lontano la terra promessa, ma non vi può entrare: Sulla vetta del monte sta / Mosè, l’uomo di Dio, il profeta. I suoi occhi scrutano intenti / la santa terra promessa. Per prepararlo alla morte / si avvicina al vecchio servo il Signore. Vuole mostrargli, alle altezze dove gli uomini / tacciono, egli stesso il futuro promesso; […] «Di lontano devi vedere la salvezza, / e però il tuo piede non deve andare oltre» E i vecchi occhi guardano, guardano / cose lontane, come alle prime luci del giorno, polvere, plasmata dalla possente mano di Dio / come un vaso del sacrificio per lui - Mosè prega. «Così mantieni, Signore, quel che hai promesso, / mai hai mancato con me alla tua parola. Le ultime strofe non parlano più [solo] di Mosè, ma di Bonhoeffer, che affida a Dio la sua vita: Per me hai fatto cose mirabili, / l’amarezza hai trasformato in dolcezza, attraverso il velo della morte fammi vedere / il mio popolo che si reca alla solenne festa. Mentre sprofondo, Dio, nella tua eternità / vedo il mio popolo camminare nella libertà. Tu che punisci i peccati e perdoni volentieri, / Dio, oh, io l’ho amato questo popolo mio. Che io abbia portato i suoi pesi e la sua vergogna / e vista la sua salvezza - di più non mi bisogna. / Tienimi, afferrami! Il bastone mio sprofonda; Dio fedele, preparami la tomba». «Tienimi, afferrami! Dio fedele». È la risposta di Bonhoeffer alla domanda se Dio è affidabile. 2