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L'avanguardia Al Mario Negli il progetto applicato a sei pazienti. Catena di solidarietà salva la vita a 4 persone Trapianti, la nuova frontiera Il ricercatore Remuzzi: senza farmaci antirigetto, siamo a un passo dal traguardo Superare un trapianto senza farmaci antirigetto ma con una terapia a base di cellule staminali. Il progetto del Mario Negri è a un passo dal traguardo. Giuseppe Remuzzi ne ha parlato ieri a margine della presentazione della catena di trapianti di rene che ha salvato quattro vite. Le storie delle famiglie del Papa Giovanni. alle pagine 2 e 3 Berbenni, Seminati «Trapianti senza farmaci: siamo a un passo» Il progetto del Mario Negri applicato ai primi sei pazienti. Catena di solidarietà salva la vita a quattro persone Nel 2009 al pronto soccorso di Seriate si presenta un indiano. Non parla italiano, anche se è a Bergamo da due anni. Ha lavorato come bracciante, poi ha strappato un contratto da operaio in un'azienda di guarnizioni. Ha tre figli, che ha lasciato in patria per cercare qui una vita migliore. Quel giorno, in ospedale, i medici scoprono che i suoi reni sono gravemente compromessi e che la patologia ha già avuto conseguenze sul cuore. Inizia allora un lungo percorso di dialisi e attesa. Fino alle 16.42 del 6 luglio scorso. Una giornata e mezza e la sua storia incrocia quella di tre coppie. Più una samaritanav È un intreccio magico, di scienza e generosità, quello che ha salvato l'indiano di Seriate. Oggi ha 48 anni e un rene nuovo, grazie alla catena innescata da una sessantenne milanese che anonimamente ha scelto di donare un suo rene a chi ne aveva bisogno. È risultato compatibile un paziente di Pisa, che non poteva riceverlo da un suo congiunto perché tra loro la compatibilità non c'era. Il congiunto, a quel punto, ha deciso di mettere a disposizione il suo rene per un'altra coppia che si trovava nella stessa situazione, sempre a Pisa. E, a sua volta, il secondo aspirante donatore ha fatto la stessa cosa con una terza coppia, questa volta di Sie- na, da dove poi è stato inviato il rene per Bergamo. Morale: nel giro di 33 ore, partendo dal donatore samaritano (è definito così chi dona da vivente senza avere legami con chi riceve), è stato possibile salvare quattro vite. Fanno impressione orari e numeri. La prima sala operatoria al Niguarda si è attivata alle 6.10 del 5 luglio. Alle 9.06, il rene della 6oenne è stato consegnato alla polizia che si è occupata del trasporto da un centro all'altro su una Lamborghini Huracan. Tra le 10.56 e le 16.20 sono start eseguiti i due prelievi e trapianti a Pisa e alle 17.37 il terzo rene è arrivato a Siena. Alle 8.32 del giorno successivo è stato il turno dell'ultimo prelievo, alle 12.13 il viaggio per Bergamo e alle 16.56 la vita dell'indiano cambia per sempre. A donare tre donne e un uomo, a ricevere tre uomini e una donna. In tutto, percorsi mille chilometri, attivate 55 persone tra medici, infermieri, rianimatori e ogni passaggio è stata seguito dal Centro nazionale trapianti via Whatsapp. Potere delle chat. «La risposta all'odio è l'umanità: da chi ha donato il sangue a Bari, alla samaritana di oggi, alla solidarietà ai francesi», il commento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha illustrato la speciale catena. Presente anche Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle attività di ricerca GIUSEPPE REMUZZI dell'Istituto Mario Negri e a un passo da un traguardo che potrebbe rivoluzionarie le terapie post trapianto con l'eliminazione dei farmaci antirigetto. Dall'operazione in poi il paziente li deve a s s u m e r e sempre. «Ma sono molto tossici — spiega Remuzzi —, spesso danneggiano gli stessi organi trapiantati. E, a distanza di tempo, i pazienti sviluppano con più frequenza infezioni, cancro». H Mario Negri, in collaborazione con il Papa Giovanni, ha avviato da tempo un progetto che pimta a sostituire i farmaci con infusioni di cellule staminali, prese dal paziente ed espanse in laboratorio. La procedura, molto complessa e delicata, è stata applicata su tre gruppi da due pazienti (per il terzo gruppo per ora solo su una persona) e i risultati «sono molto incoraggianti», afferma Remuzzi. In un ragazzo bergamasco a cui è stato trapiantato un rene da vivente si è raggiunta la somministrazione di un solo farmaco. A dosi bassissime. Maddalena Berbenni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corsa in Lamborghini Il trasporto degli organi è avvenuto su una Huracan della polizia per mille chilometri La samaritana La catena dei trapianti è iniziata grazie a una milanese di 60 anni che ha donato un rene in forma anonima ed è proseguita a Pisa, Siena e infine a Bergamo. Ne ha beneficiato un indiano di 48 anni iscritto nella lista da cadavere Idati • È la seconda donazione samaritana in Italia. Il precedente è di un anno fa. Solo il 10% delle donazioni è da vivente (contro il 50% degli Usa) • Sono relativamente più frequenti quelle tra congiunti. A Bergamo l'ultima è stata nel 2014 • Lo scorso anno una mamma ha donato al figlio una porzione di fegato (che ha la capacità di rigenerarsi) Siamo sulla strada giusta: Ira i pazienti che seguiamo in questo progetto c'è un ragazzo bergamasco elicè arrivato ad assumere un solo farmaco antirigetto Giuseppe Remuzzi Mario Negri GIUSEPPE REMUZZI