Cristo Re
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Cristo Re
Cristo Re dell’universo “Nessuno è senza speranza” Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto". Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso". Sopra di lui c'era anche una scritta: "Costui è il re dei Giudei". Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!". L'altro invece lo rimproverava dicendo: "Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male". E disse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso". Cari amici e amiche con la domenica di Cristo Re l’Anno Liturgico si conclude. Domenica prossima iniziamo il percorso di Avvento. Quello di questa domenica è un brano intenso: Gesù è in croce e c’è chi sta a vedere, chi lo deride, chi fa da tentatore invitandolo a gesti prodigiosi e al non amore, c’è chi insulta, c’è chi mendica… e poi Lui e le sue ultime parole: “tre parole regali, tre editti imperiali (E. Ronchi): “oggi con me sarai nel paradiso”. Al bandito che semplicemente aveva chiesto di “ricordarsi di lui”, Gesù risponde “oggi stesso”; non domani, non nel tempo, ma oggi stesso, immediatamente, “sarai con me nel paradiso”. L’amore ha sempre fretta… ecco che l’istante si apre sull’eterno, e l’terno che si insinua nell’istante. L’unica volta che Luca, nel suo vangelo, usa il termine paradiso. In Genesi Dio “cacciò” l’uomo peccatore dal paradiso, dalla croce quel giardino di bontà e bellezza trasfigurata è riaperto. E’ il primo ad entrarvi non è un “santo”, un “perfetto”, un “osservante” della legge, ma un bandito, un ladro, un uomo che di “buono” non aveva nulla (o quasi), un uomo che nell’ultimo istante della vita riesce a “rubare” un tesoro inestimabile. Un uomo che meritava “la giusta pena” si vede catapultato, semplicemente perché ha sussurrato un suo bisogno, nel “luogo” della perfetta comunione. Quante volte la domanda: “cos’è il paradiso?”, la risposta è sulle labbra del Re Crocifisso, il paradiso è semplicemente “stare con lui”. E se lui, l’uomo dalla vita sbagliata, è il primo ad entrarvi, significa che non c’è nessuno di definitivamente perduto, nessuno è senza speranza… le braccia del Crocifisso saranno sempre spalancate per tutti, per coloro che riconoscono lo riconoscono come compagno d’amore e di pena, qualunque sia il loro passato. Ai soldati che avevano chiesto a Gesù di salvarsi, Gesù rivela che c’è qualcosa che vale più della vita; l’amore vale più della vita. Gesù, Re, che muore amando in maniera ostinata, giustiziato ma non vinto, che si può rifiutare, ma che non ci rifiuterà mai… “la risurrezione è il sigillo che un amore così non andrà mai perduto” (E. Ronchi). Un Dio che non guarda al peccato o al merito; il ladrone ha chiesto di non essere dimenticato e lo sguardo di Gesù si posa sulla sofferenza e sul bisogno. Questa è la Buona Notizia del Re Crocifisso. Buona domenica a tutti.