tricampioni - Federazione Italiana Tennis
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tricampioni - Federazione Italiana Tennis
Anno VII - Numero 11 Novembre 2010 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art.1 Comma1 - LO/MI Gianluigi G Quinzi “Player of the year Tennis Europe” WTA CHAMPIONSHIPS A DOHA TRA LE “MAESTRE” DAVIS E FINALI A1 TUTTO IN DIRETTA SULLA TV DELLA FIT PERSONAGGI PIOTR WOZNIACKI LE AZZURRE ANCORA IN CIMA AL MONDO TRICAMPIONI www.federtennis.it www federtennis it www www.supertennis.tv supertennis tv il fondo Altro che anni ’70!... DI GIANCARLO BACCINI É E’ stato naturale, dopo il trionfo di San Diego, abbandonarsi a un confronto fra l’odierna Nazionale di Fed Cup e quella di Coppa Davis che, nei rutilanti anni ‘70, come essa conquistò quattro finali in cinque edizioni di questi autentici Campionati del Mondo a squadre femminile e maschile. Le affinità sono infatti impressionanti, a cominciare dai tre decenni esatti di intervallo fra le varie tappe delle due epopee: primo titolo in trasferta, al debutto nella supersfida decisiva (1976 e 2006); combattuta e sfortunata finale, sempre fuori casa, l’anno dopo; tonfo brutale e inatteso in quello ancora successivo; duplice riscatto nel 79-80 e nello 09-10, con l’ulteriore sovrapposizione degli Usa quali avversari di una delle due finali di allora e di entrambe quelle contemporanee. Insomma, sebbene finiscano qui – perché i tre titoli mondiali delle ragazze sono un bilancio talmente straordinario da far impallidire l’unica vittoria dei ragazzi – le analogie sembrano suggerire un gemellaggio che va oltre i numeri. Condividendo con Lea Pericoli il privilegio di essere l’unico “osservatore esterno” presente di persona in tutte e otto queste storiche occasioni (in realtà anche Corrado Barazzutti c’è sempre stato, ma lui lo ha fatto dall’interno, dunque senza avere la possibilità di giudicare le due squadre da una certa distanza), penso di avere il titolo per dire che, invece, mai confronto è stato meno fondato dal punto di vista qualitativo. Prima di tutto la Nazionale di Coppa Davis era molto diversa da quella di Fed Cup nelle sue dinamiche interne. Lì c’erano due clan l’un contro l’altro armati, che a loro volta intrattenevano rapporti fortemente “dialettici” sia con il capitano (solo in quei cinque anni se ne alternarono tre; che diventano sei ad allargare il discorso all’intero decennio) sia con la Federazione. Qui ci sono cinque-sei amiche che si vogliono sinceramente bene e bene vogliono non solo al capitano, che di conseguenza è sempre lo stesso da dieci stagioni, ma anche al movimento di cui rappresentano la punta di diamante. Lì nascevano conflitti da pigrizia ogni volta che c’era da giocare a risultato acquisito. Qui ci sono voglia di andare in campo e amore sconfinato per la maglia azzurra. La differenza principale sta però in un altro elemento: quello ambientale. Gli anni ‘70 furono caratterizzati dal boom del tennis nel nostro Paese ed è legittimo secondo me ritenere che l’impetuosa crescita del movimento, le cui radici erano socioeconomiche prima an- Super 3 Tennis cora che tecnico-sportive, abbia spinto la squadra più di quanto la squadra non l’abbia a sua volta favorita. Voglio dire che le imprese di Panatta e compagni sono state la fisiologica e quasi inevitabile conseguenza di una spontanea spinta dal basso. Al contrario di loro, Schiavone, Pennetta e le altre ragazze che le hanno precedute e affiancate in azzurro sono invece tennisticamente nate in un periodo di appannamento dell’immagine del nostro sport e di forti contrasti dovuti alle degenerazioni provocate dal predominio degli interessi privati su quelli “pubblici”. Non trovandola nell’ambiente circostante, loro la forza propulsiva hanno dovuto generarsela da sole (e in questo le donne italiane sono molto più solide e determinate degli uomini, in ogni disciplina sportiva). Il che non sarebbe comunque bastato se, parallelamente, il nuovo gruppo dirigente approdato al timone della FIT nel 2001 non avesse progressivamente provveduto a supportarle con la bonifica dell’ambiente, con la rifondazione dell’organizzazione federale e soprattutto con la creazione di un regime di pari opportunità basato su una scala etica e meritocratica dei valori sportivi. Il rilancio dell’immagine del tennis italiano, insomma, è stato frutto di un gioco di specchi tra la FIT e le giocatrici. A me pare dunque evidente che in questa trionfale opera comune ci sia una percentuale di impegno e di lavoro molto più elevata di quanta non ce ne fosse in quella di trent’anni fa. Ecco perché, fra l’altro, i risultati odierni hanno finito per eclissare quelli di allora, facendo di questa squadra non solo la più forte Nazionale di tennis di tutti i tempi ma anche, eccezion fatta per la scherma, la rappresentativa femminile più vincente della storia di tutto lo sport italiano, come i numeri dimostrano inoppugnabilmente. Sebbene si siano spesso trovate ad affrontare nazioni nelle cui fila militavano delle numero 1 del mondo in carica (Henin, Mauresmo, Kuznetsova), infatti, in questi trionfali cinque anni le ragazze capitanate da Corrado Barazzutti hanno vinto 12 dei 14 incontri che hanno disputato, aggiudicandosi 43 dei 61 match che li hanno scanditi. Cifre che smentiscono quanti parlano di fortuna e di basso livello tecnico della Fed Cup. La litania “Troppo facile, non c’erano le Williams”, parossisticamente ripetuta da chi schiuma rabbia perché odia tutto ciò che è azzurro, non è altro che un ridicolo tentativo di offuscare la realtà. FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS Presidente Angelo Binaghi Consiglio Federale Angelo Binaghi (Presidente) Emanuele Scarfiotti (Vicepresidente vicario) Gianni Milan (Vicepresidente) Fabrizio Gasparini (atleta Vicepresidente) Giuseppe Adamo Isidoro Alvisi Carlo Bucciero Federico Ceppellini Sebastiano Monaco Roland Sandrin Emilio Sodano Daniele Bracciali (atleti) Raimondo Ricci Bitti (atleti) Graziano Risi (tecnici) Mario Collarile (affiliati) Segretario Generale Massimo Verdina Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Filippo Bonomonte Componenti: Lucio Brundu Valeriano Corona Giorgio Mario Ledda Giuseppe Toscano Supplenti: Corrado Caddeo Vittorio Massimo Irano FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G – 00194 Roma Telefono: +39-0636858218 / 8406 Fax: +39-0636858166 e-mail: [email protected] www.federtennis.it SU QUESTO NUMERO 6 Primo piano Le rubriche Fed Cup a San Diego: da Halloween al trionfo azzurro Barazzutti: troppi successi, condannato! La riscossa di Roberta Vinci 1 2 Primo Piano 17 LARGO A Doha tra le “maestre” AI GIOVANI Anna Giulia Remondina 20 Io e il Tennis PIOTR WOZNIACKI Papà e coach numero uno 19 IL DOTTOR PARRA RISPONDE 22 Vita da circolo Polso, ginocchia e schiena La pallina nel pallone 24 L’angolo tecnico Il piattone è servito 28 Panorama italiano Rovereto: arriva l’A1 Giudici di Gara - Varie - Paddle 32 La voce delle Regioni 4 1 Beach Tennis Da Albinea una nuova strada COMITATO DI DIREZIONE Giancarlo Baccini, Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Gianni Romeo, Felicetta Rossitto DIRETTORE RESPONSABILE Giancarlo Baccini COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPERTENNIS TEAM Martina Cipriani Antonio Costantini (foto editor) Amanda Lanari Annamaria Pedani (grafica) FOTO Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale S.p.A. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Roberto Bonigolo, Massimiliano Brocchi, Roberto Commentucci, Lazzaro Cadelano, Maria Grazia Ciotola, Ferdinando De Fenza, Demetrio De Gaetano, Giovanni Di Natale, Nicola Gardini, Marcello Giordani, Giuseppe Grignani, Rosaria Ioanà, Marianna La Forgia, Michael John Lazzari, Danilo Manganaro, Ettore Marte, Nicola Pietrangeli, Sergio Pioppi, Marco Preti, Enrico Roscitano, Federico Rossi, Ida Santilli, Roberto Senigalliesi, Fausto Serafini, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Tiziana Tricarico, Piero Valesio, Ugo Veglia A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 27 MAESTRI Questione di obiettivi 45 DICEMBRE SU SUPERTENNIS TV 46 LA POSTA DI NICOLA Pietrangeli risponde alle vostre domande PROMOSSI & BOCCIATI Lazio tricolore 43 Tennis in Carrozzina DIRETTORE Angelo Binaghi 15 IL PROCESSO DEL MESE 1 1 Primo Piano STAMPA Rotolito Lombarda S.p.A. REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Telefono: +39-0636857643-44 Fax: +39-0636857950 [email protected] PUBBLICITÀ Comedi Spa via Don Luigi Sturzo,7 20016 Pero (MI) Telefono: +39-023808501/502 Fax: +39-0238010393 [email protected] Super 5 Tennis Le pagelle di Giancarlo Baccini Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 La rivista non è in vendita in edicola e viene spedita in abbonamento postale. Abbonamento annuale (10 numeri): 30,00 euro Metodo di pagamento: - con assegno circolare, non trasferibile, intestato a “Federazione Italiana Tennis” da spedire a mezzo raccomandata a/r a FIT - Direzione Comunicazione, Stadio Olimpico, Curva Nord, Ingresso 44, Scala G, 00194 Roma - con bonifico bancario intestato a “Federazione Italiana Tennis” c/o Banca Nazionale del Lavoro Ag. CONI IBAN IT31Y0100503309000000000008 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. primo piano Scherzetto Super 8 Tennis Halloween negli USA: le azzurre arrivate a San Diego nella notte delle streghe hanno regalato al tennis italiano il terzo titolo in Fed Cup in cinque anni. La trasferta nella bellissima e calda California ha avuto come teatro anche il Sea World, uno degli acquari più famosi del mondo, dove la foca ammaestrata Clyde è stata protagonista della cerimonia di sorteggio. La vittoria di un gruppo vero ed unito come pochi: atlete ed amiche sempre pronte ad aiutarsi e guidate con intelligenza da un grande capitano. Palestra, allenamenti, massaggi, qualche sfida a burraco, quindi tutte insieme in campo, l’una al fianco dell’altra con nel cuore l’amore per la maglia della nazionale É DALL’INVIATA FRANCESCA PAOLETTI E’ Halloween, nuvole fredde sull’Italia. La nuova straordinaria avventura della squadra di Fed Cup è iniziata proprio il 31 ottobre. Dodici ore di sogni e speranze, un lungo viaggio tra bagagli e racchette ben stivati negli armadietti, musica nelle orecchie e un buon libro a portata di mano. Rullano i motori, si parte.... Francia, Gran Bretagna, tagliando nuvole e perturbazioni, nel gelo della Groenlandia, sorvolando spianate di oceano e ghiacciai sopra Boston, Denver, nella natura dell’Ontario e dello Utah,… verso il sole della California. Verso la gloria. Mentre Flavia Pennetta metteva a segno l’ultimo 15 della sua indimenticabile stagione di doppio sul campo centrale di Doha, Sara Errani e Roberta Vinci raggiungevano la California con un volo AZ partito da Roma e Francesca Schiavone con un volo provenien- USA-ITALIA 1-3 (San Diego Sports Arena, veloce indoor) Francesca Schiavone (ITA) b. Coco Vandeweghe (USA) 62 64 Flavia Pennetta (USA) b. Bethanie MattekSands (USA) 76(4) 62 Melanie Oudin (USA) b. Francesca Schiavone (ITA) 63 61 Flavia Pennetta (ITA) b. Coco Vandeweghe (USA) 61 62 te direttamente dal Qatar. La lunga vigilia della finale di Fed Cup è iniziata così; tappa a Los Angeles e trasferimento in auto 200 chilometri circa più a sud, ad un palmo dal Messico dove il clima è sempre mite: San Diego. Proprio mentre gli americani perfezionavano la maschera da indossare nella lunga notte Halloween, tre quarti della squadra azzurdi Hallow ra si s è ritrovata nella hall dell’US Grant, albergo storico della downtown di a San Diego. Facce stanche ma soddisfatte... neanche il più feroce dei fusi orari può spegnere il sorriso di un sì dolce 2010. La finale di Fed Cup è iniziata così, intorno al tavolo di un ristorante ita- dolcetto Super 9 Tennis primo piano La squadra azzurra festeggia la Fed Cup appena conquistata. A fianco l’esultanza di Flavia Pennetta. A destra la brindisina abbraccia la Schiavone ed in basso Flavia con il capitano Corrado Barazzutti liano della downtown di questa perla della west coast, tra maschere e trucchi da film horror e fastidi del fuso orario. Raggiunta da Flavia Pennetta e da capitan Corrado Barazzutti il pomeriggio successivo, la squadra italiana ha preparato la sfida agli Stati Uniti con la tranquillità e la saggezza di chi sapeva di poter concretamente aggiungere un’altra stella d’oro al palmares. Solo qualche ora dedicata allo shopping (pare che Mr. Abercrombie & Fitch alla fine abbia festeggiato tanto quanto la squadra azzurra....) e poi testa, cuore e anima sotto i fari della San Diego Sports Arena, un palazzetto anni Sessanta a dieci minuti dal centro, abituato ai grandi eventi musicali e sportivi (dai Rolling Stones agli U2, da Muhammed Alì all’All Star Game di Nba). Per capire la forza del gruppo nello sport basta guardare questa squadra: la nazionale azzurra di Fed Cup è un gruppo vero. Si scherza e ci si aiuta fin dalla mattina presto, tutti insieme a colazione: CAPITAN BARAZZUTTI “La squadra piu’ forte del mondo” “E’ un risultato grandioso - ha detto il capitano azzurro Corrado Barazzutti - sono ragazze straordinarie, hanno vinto per la terza volta il titolo mondiale chiudendo alla grande un 2010 strepitoso. Questo successo è per coloro che quando vincemmo nel 2006 la Fed Cup la prima volta a Charleroi con il Belgio dissero che quel successo era frutto del caso, della fortuna. Abbiamo vinto lo scorso anno a Reggio Calabria e ci siamo confermati ora a San Diego. Questa squadra ha dimostrato ancora una volta di essere la più forte del mondo”. Super 8 Tennis IL PRESIDENTE BINAGHI “Queste ragazze danno lustro all’italia” appuntamento intorno allo stesso tavolo tra giornali, blackberry, frutta fresca e tost con marmellata… certo il caffè italiano è tutta un’altra cosa. Palestra, allenamenti, massaggi, una sgambata in bicicletta, qualche sfida a burraco, pranzi e cene leggeri e siamo già al venerdì, il giorno del sorteggio. Le ragazze mostrano orgogliose le nuove divise: tricolore da una parte, due stelle dall’altra e il nome in caratteri oro scritto sulle spalle. Lo scenario è particolare, un parco acquatico noto in tutto il mondo in cui regna la natura. A fare gli onori di casa a Sea World c’è una foca… Clyde, che ha pescato la pallina con i nomi delle prime due singolariste, è l’idolo del giorno. Microfoni e telecamere cominciano a scrutare gli umori delle due squadre. Sotto gli occhi di due vere e proprie leggende del tennis statunitense, Lindsay Davenport e Tracy Austin, Francesca Schiavone ritira orgogliosa il Premio del Cuore. L’Itf e tutti gli appassionati del mondo hanno scelto lei per un premio che vuol dire passione e serietà. Talento e volontà. Il giusto riconoscimento per una stagione indimenticabile e per un attaccamento alla maglia della nazionale che prosegue oramai da ben otto anni. La Fed Cup è lucida e abbellita da un bel mazzo di rose rosa… dopo aver visto da vicino il cielo di Reggio Calabria aspetta di conoscere i nomi delle sue nuove “padrone”. E’ sabato mattina, tutte giù dal letto presto: colazione, palestra, preparazione minuziosa del vestiario… c’è da cucire la scritta “Italia” sulle divise delle ragazze. Oramai mancano solo poche ore e gli sguardi di capitan Barazzutti cominciano a tradire tensione. Alla San Diego Sports Arena si sente odore di hot dog: la banda scalda gli strumenti, la cantante la voce. Siamo negli Stati Uniti e la prudenza non è mai troppa: da “Queste ragazze ci stanno abituando molto ‘male’. Oramai vincere un mondiale sembra una cosa normale”. Il Presidente della FIT Angelo Binaghi commenta il terzo successo in Fed Cup in cinque anni da parte delle azzurre (quattro le finali). “Qualche volta ci fanno un po’ soffrire - continua - ma poi la gioia ancora più bella. Questa è un’altra vittoria eccezionale, frutto del grande carattere e dello spessore di queste ragazze che hanno grandi qualità atletiche, tecniche e sportive”. Poi sul capitano Corrado Barazzutti: “Il merito va anche ad un grande capitano che soffre come loro”. Quindi ancora sulle ragazze: “Questa squadra non è più solamente orgoglio del tennis italiano, ma di tutto lo sport azzurro. Questa squadra dà lustro a tutto il paese. Oramai non possiamo far altro che ringraziarle per questi risultati strabilianti”. Infine sul 2010, l’anno del Centenario della nascita della FIT che ha visto Francesca Schiavone imporsi, prima italiana della storia, al Roland Garros, Flavia Pennetta vincere il titolo di doppio al Masters, Roberta Vinci conquistare un titolo Wta in Lussemburgo di recente e Sara Errani consolidare la propria posizione nel ranking mondiale. Ora il gran finale con la terza Fed Cup in cinque anni. “Il 2010? Che dire.... è il migliore dei nosti primi 100 anni”. nove anni a questa parte per accedere ad una grande feste si usano metal detector e controlli serrati all’ingresso. La tifoseria italiana, con papà Oronzo Pennetta in testa, indossa una “divisa”: c’è una macchia bianca (con bordi azzurri e tricolore) dietro la panchina italiana. E si fa sentire tra bandiere e cori da stadio dedicati per ciascuna delle quattro protagoniste. I flash dei fotografi impazziscono con l’arrivo di Billie Jean King: mentre Coco Vandewege si scalda nei corridoi dello stadio e Mary Jo Fernandez stampa un dolce bacio sulla fronte della figlia, questa vera e propria leggenda dello sport ritira il Fed Cup Award of Excellence… il primo nome inciso sul trofeo in fondo è proprio il suo. Un ultimo “check up” fisico e tecnico e Francesca Schiavone e Corrado Barazzutti lasciano gli spogliatoi. La presentazione è spettacolare, musica, fuochi d’artificio, speaker e dj…. Hollywood in fondo non è lontanissima. La cantante storpia un po’ l’inno italiano, ma lo canta con passione. La mano sul cuore di tutto il pubblico di San Diego è il preludio all’esibizione dal vivo dell’inno americano, sempre uno spettacolo nello spettacolo… Sono già passate 24 ore… Flavia Pennetta abbraccia le compagne e il suo capitano. L’Italia si è confermata Super 9 Tennis La grinta di Francesca Schiavone. In basso la squadra statunitense al Sea World primo piano regina di Fed Cup. Racchette e completini restano in albergo, per l’ultimo atto ufficiale di questa magica trasferta californiana le ragazze sfoggiano uno splendido completo scuro. Nello scenario da film della Crown Room dell’Hotel del Coronado ancora foto e complimenti per le tricampionesse del mondo. Il classico scambio dei doni con la squadra avversaria e le foto di rito… ora le ragazze possono davvero andare in vacanza. Un po’ di meritato riposo per loro… il lavoro ora è tutto per le statistiche e i libri di storia. FED CUP 2011 A febbraio si ricomincia in Australia Dopo il tris già si guarda avanti. A febbraio le regine di Coppa voleranno in Australia. Sarà il campo in cemento del “Domain Tennis Centre” di Hobart, capitale della Tasmania (stato federale dell’Australia), ad ospitare il week-end del 5-6 febbraio prossimo la sfida tra Australia ed Italia, primo turno del World Group della Fed Cup 2011. Cinque i precedenti tra le due squadre, tutti favorevoli al team "Aussie" ma tutti piuttosto datati: l'ultimo si è giocato a Melbourne nel 1988. La numero uno dell’Australia è Samantha Stosur, attualmente numero 6 del ranking Wta. L’Australia è tornata nel Gruppo Mondiale dopo un’assenza che durava dal 2004. Un tabellone tutt'altro che comodo per le azzurre: in caso di vittoria contro l'Australia, infatti, l'Italia troverebbe in semifinale la vincente di Russia-Francia (si giocherebbe in trasferta contro le russe - le avversarie più probabili - in casa contro le francesi). Di positivo, in chiave azzurra, c'è che il Belgio, teoricamente in grado di schierare Kim Clijsters e Justine Henin, è capitato dall'altra parte del tabellone ed al primo turno dovrà vedersela (in casa) con gli Stati Uniti, finalisti delle ultime due dizioni (sempre battuti dall'Italia). Riepilogando, delle altre quattro formazioni in tabellone le azzurre affronterebbero in trasferta la Repubblica Ceca, in casa il Belgio (contro il quale nel 2006 a Charleroi hanno vinto la prima Fed Cup) e gli Stati Uniti, mentre con la Slovacchia sarebbe il sorteggio a decidere la sede. NUMERI DA RAGAZZE SEMPRE PIU’ IRRESISTIBILI Sempre più numeri da ragazze irresistibili quelli delle azzurre che, vincendo a San Diego contro gli Stati Uniti hanno conquistato la terza Fed Cup in cinque anni (le altre due sono datate 2006 e 2009). 3 I match perduti dalle azzurre sui 27 giocati negli ultimi due anni in Fed Cup: è successo nella finale di quest’anno a Francesca Schiavone, sconfitta dalla statunitense Melanie Oudin; ancora alla Schiavone, superata dall’ucraina Alona Bondarenko al primo turno sempre quest’anno; nella semifinale 2009 a Flavia Pennetta, battuta dalla russa Svetlana Kuznetsova capace poco più di un mese dopo di trionfare sul centrale del Roland Garros di Parigi. 4 Le finali disputate dall’Italia, tutte negli ultimi cinque anni. Tre le vittorie - con il Belgio a Charleroi nel 2006, con gli Stati Uniti a Reggio Calabria nel 2009 e quest’anno a San Diego contro una sola sconfitta, subita con la Russia nel 2007 a Mosca. 7 15 35 48 La serie positiva delle azzurre, che non perdono un incontro dalla sfida contro la Spagna a Napoli nel febbraio del 2008. Le vittorie consecutive in doppio in Fed Cup per Roberta Vinci, tutt’ora imbattuta. Meglio di lei nella storia della manifestazione ha fatto solo l’indonesiana Angelique Widjaja (16). I match di singolare disputati da Francesca Schiavone , che detiene anche il primato nella classifica delle italiane con più presenze in Fed Cup, tra singolare e doppio: 39 Le partecipazioni consecutive dell’Italia in Fed Cup fin dall’anno della sua istituzione (1963). IL RECORD SI VESTE DI ROSA - Tra il 1976 ed il 1980 l’Italtennis maschile ha conquistato una Coppa Davis (nel 1976 a Santiago del Cile) disputando altre tre finali: nel 1977 in Australia, nel 1979 negli Stati Uniti e nel 1980 in Cecoslovacchia. Le azzurre hanno fatto meglio portando a casa tre Fed Cup su quattro finali disputate dal 2006 al 2010. Tabellone World Group 2011 Australia - ITALIA Russia - Francia Slovacchia - Repubblica Ceca Belgio - Usa Super 10 Tennis La riscossa di ROBERTA La Vinci ha finito in crescendo una stagione travagliata a causa dei soliti problemi fisici. Recuperata la condizione atletica, la ventisettenne tarantina ha ritrovato anche il suo gioco serve&volley, autentica rarità nel tennis moderno. Un 2010 illuminato dal titolo Wta numero tre in carriera e dalla terza Fed Cup. E concluso ad un passo dal best ranking D DI TIZIANA TRICARICO Da ragazzina i suoi idoli erano Stefan Edberg e Martina Navratilova. Da adulta ammira Roger Federer: “E’ sempre un piacere vederlo giocare”. Forse non è un caso che Roberta Vinci sia una delle pochissime tenniste a giocare serve&volley, anche a dispetto di un fisi- co non esattamente da valchiria. E che il suo sogno nel cassetto sia vincere Wimbledon, lei che grazie al suo gioco classico è probabilmente la più “erbivora” delle azzurre. Il suo è un tennis che spesso scombussola le idee alle altre giocatrici: “Quando non mi prendono a pallate, sono piuttosto fiera del mio modo di giocare perché riesco a com- Super 11 Tennis petere. E a far diventare matte le mie avversarie. Per riuscirci, però, devo essere sempre al 100%, soprattutto di testa”. E’ fiera del suo tennis la 27enne brindisina (“Però ruberei almeno una decina di centimetri ad una come la Sharapova”, ammette). Un servizio dal movimento fluido, perfettamente coordinato con la spinta delle gambe le permette di mettere a segno molti più ace e servizi vincenti di quanti il suo metro e 63 centimetri di altezza lascerebbero intuire. Un diritto, giocato sia in top spin che piatto con accelerazioni improvvise a chiudere o per guadagnare la rete, che quando funziona è la dimostrazione più evidente che Roberta “è in giornata”. Ed un rovescio in back tanto delizioso quanto raro nel tennis moderno. E poi ci sono le volée: puntuali, precise, eleganti. Nonostante l’”apertura alare” modesta. La pugliese ha chiuso il 2010 in 38esima posizione nella classifica Wta, ad un passo soltanto dal suo best ranking, numero 37, datato 6 marzo 2006. Una stagione cominciata così così, pur con l’acuto ad aprile della finale a Barcellona (dove era la campionessa in carica) stoppata da una Francesca Schiavone capace da li a qualche settimana di trionfare al Roland Garros. Dopo un’estate deludente pure sull’erba - anche se Henin e Pavlyuchenkova non sono proprio avversarie semplici -, soprattutto a causa di problemi alla spalla (che già l’avevano fermata due anni fa), ecco un autunno di fuoco. Partendo dalle qualificazioni, Roberta a Tokyo batte la Petrova e la Pironkova prima di perdere dalla Zvonareva, a Pechino elimina la Kuznetsova. A Linz arriva in semifinale dove si arrende alla ex number one Ivanovic, poi vincitrice del torneo, ma prima batte l’ucraina Alona Bondarenko e la compagna di doppio Sara Errani, con la quale quest’anno ha centrato l’accoppiata Marbella-Barcellona. Il clou è il successo in Lussemburgo - il terzo in carriera dopo Bogota 2007 e Barcellona 2009 -, dove supera in finale l’emergente tedesca Goerges. La ciliegina sulla torta è la terza Fed Cup conquista a San Diego. E pazienza se Roberta non ha potuto eguagliare il record di vittorie consecutive in doppio (sul 3-1 in finale il match non si è disputato) dell’indonesiana Widjaja (16). La Vinci, tutt’ora imbattuta in Fed Cup, è ferma a quota 15: sarà per il prossimo anno. primo piano Maestre tra le Francesca Schiavone e Flavia Pennetta sono state tra le protagoniste dei Wta Championships di Doha. La milanese ha firmato la prima storica vittoria azzurra in un Masters, la brindisina ha conquistato il titolo di doppio in coppia con l’argentina Dulko DALL’INVIATO GIOVANNI DI NATALE D RISULTATI SINGOLARE Finale: Kim Clijsters (BEL) b. Caroline Wozniacki (DEN) 63 57 63 Round robin (gruppo marrone): Samantha Stosur (AUS) b. Francesca SCHIAVONE (ITA) 64 64; Caroline Wozniacki (DEN) b. Francesca SCHIAVONE (ITA) 36 61 61; Francesca SCHIAVONE (ITA) b. Elena Dementieva (RUS) 64 62 DOPPIO Semifinale: Gisela Dulko/Flavia PENNETTA (ARG/ITA) b. Vania King/Yaroslava Shvedova (USA/KAZ) 64 64 Finale:Gisela Dulko/Flavia PENNETTA (ARG/ ITA) b. Kveta Peschke/Katarina Srebotnik (CZE/SLO) 75 64 DOHA - La storia cammina ai piedi dei grattacieli. Si cela in due corpi diversi. Tanto diversi da poter addirittura sembrare uguali. Francesca Schiavone e Flavia Pennetta, così diverse eppure così simili. Nell’impegno, nella dedizione, nell’amore per il tennis, nella puntualità con la storia. Doha non è città di storia, come possono essere Parigi o Londra. I grattacieli provano a nascondere questo vuoto “di anima” che però si vive e si avverte almeno quanto l’umidità e il calore del deserto. Ma il tennis non si gioca tra palazzi e strade. Non ha bisogno di mare o vento. Tra quelle righe bianche che segnano il campo, uguali in tutto il mondo, Francesca e Flavia sono a casa. È il loro habitat. Sono vere. A Doha come in qualsiasi altro luogo. Ai Wta Championships sono arrivate da protagoniste. In punta di piedi, ma non troppo. Il loro 2010 era già stato foriero di soddisfazioni, era già stato un anno speciale. In singolare la Schiavone, in doppio la Pennetta. A Doha non per caso, ma per merito. Lì, insieme. Un segno del destino. Nel torneo delle “maestre” del tennis am- Super 12 Tennis bizione e sogni si confondono. Felicità non era raggiungere la qualificazione e poter dire: “sono tra le migliori”. Nessuna traccia di appagamento nelle giocatrici, nonostante visi segnati dalla stanchezza dopo dieci mesi di tornei e viaggi. Negli occhi delle due italiane d’oro e delle altre giocatrici solo voglia di provare a fare un’altra impresa. Alla ricerca della gloria. La storia era già scritta, perché mai un’italiana si era qualificata per il master a otto; ma il solito spirito vincente ha stravolto tutto. Ecco cosa ha fatto la differenza. La storia è stata riscritta, aggiornata con il passare dei giorni. Con sudore e colpi vincenti. Francesca Schiavone non ha superato il girone di qualificazione (Wozniacki, Stosur e Dementieva nel suo gruppo), da lei stessa definito difficilissimo alla vigilia visto “che per vincere una partita bisogna giocare una finale Slam”. Non si è qualificata, ma è uscita comunque da vincente, firmando la prima vittoria al master nella storia del tennis azzurro. Ha vinto l’ultimo match, quando l’eliminazione era ormai certa. Ha vinto per se stessa, Francesca. Ha lottato e spinto per cancellare la delusione per quel che avrebbe potuto essere. Non doveva dimostrare niente la numero 1 d’Italia, ma in campo ha fatto sentire la voglia di vincere. La voglia di dare una ulteriore prova di personalità: tra le migliori perché una delle migliori. Un esempio di abnegazione anche nella sconfitta (generale). La gioia che ha fatto seguito alla vittoria contro Elena Dementieva era piena e vera. Così coinvolgente da far crescere i rimpian- “maestre” Flavia Pennetta e Gisela Dulko; in alto le protagoniste dei Wta Championships; nella pagina a sinistra Francesca Schiavone ti, perché il tennis di Francesca nei giorni del Qatar era al top. A mancare è stata, per una volta, la continuità; la sua abilità di far crescere l’intensità con il passare dei punti, il suo essere “presente” con carattere e personalità che quando è in giornata riesce a schiacciare l’avversaria, lasciandola inerme al fondo del campo, confusa e vinta. Non c’è stato “quel qualcosa in più che viene da dentro e che fa la differenza, quello che di solito riesco ad esprimere e che è mancato”. Peccato. Resta però l’immagine di una Schiavone a suo agio contro le prime della classe. La sua semplicità dentro e fuori dal campo. Il suo essere “normale”, in campo come al Souq, il mercato arabo di Doha, davanti ad essenze e tappeti. Una normalità vincente che a 30 anni l’ha resa consapevole di poter essere ancora protagonista assoluta. Una normalità che è presa ad esempio anche dalle migliori, Caroline Wozniacki in primis. Francesca Schiavone e Flavia Pennetta. Tanto diverse, tanto simili. Rivali? Solo sulla carta. La realtà è una stima sincera e una profonda conoscenza l’una dell’altra. Così non è strano vederle giocare insieme con un microfono in mano o rincorrere per i corridoi dell’hotel Stefano Barsacchi e Max Tosello, due degli angeli custodi della nazionale di Super 13 Tennis Fed Cup. Ed il destino sembra aver voluto unirle ancor di più. Il master di singolare Flavia lo ha solo sfiorato, due anni di fila ad un passo dalla qualificazione. Un sogno solo parzialmente soddisfatto quest’anno grazie al doppio, ma Flavia non rinuncia e “tornerò alla carica già dal prossimo anno per il master in singolare”. Il doppio, specialità che ha esaltato la Pennetta negli ultimi dodici mesi. Partito come un gioco, come quando da bambina si divertiva a giocare con le amiche, ha trasportato l’azzurra lì dove mai nessuno in Italia era arrivato. Miglior coppia del mondo del 2010. Flavia è la numero 1 del mondo insieme con l’argentina Gisela Dulko, che grazie all’amicizia e alla complicità con la brindisina sta prendendo sempre più i tratti italiani. Il miglior doppio, senza dubbio. Lo dicono i risultati di un anno, lo ha confermato il master. Hanno vinto, anzi stravinto. Successo mai in dubbio e questo si era intuito già prima del fine settimane di incontri. Tra allenamenti e bagni in piscina, tra fatica e relax, Flavia era riuscita a ricaricare muscoli e testa, arrivando così al momento della verità con mente e cuore proiettati sul campo, sulla storia. Puntuale, come sempre, al suo appuntamento con il libro dei record. Francesca e Flavia, grande Italia. Campionesse vere tra le migliori del mondo. FORNITORE UFFICIALE THE BLACORIGIN K ST AL RING TOP QUALITY TENNIS STRING www.onestrings.com il processo del mese DI PIERO VALESIO BARAZZUTTI SUL BANCO DEGLI IMPUTATI Troppi successi: condannato! Questa volta tocca al capitano azzurro di Coppa Davis e Fed Cup finire sotto giudizio: così impara a vincere tanto apparendo così poco. In Italia quasi sempre accade l’esatto contrario: si parla molto, spesso a sproposito ed alla fine non si conquista nulla E LA DIFESA Essendo l’Italia un paese non solo di navigatori e poeti ma anche di creativi a tutto tondo, ecco che sul banco odierno degli imputati deve sedersi Corrado Barazzutti. Ovvero colui che quest’anno, tanto per gradire, ha portato l’Italia del tennis femminile a vincere la terza Fed Cup della sua storia. E non solo: ha comunque tentato di riportare l’Italia maschile nel tabellone principale dovendo fare i conti con i giocatori che aveva a disposizione (dopo la rinuncia di Seppi) e ha avuto pure parte notevole nell’ascesa di Francesca Schiavone fra le top ten. Come dite? Che non ha alcun senso che uno così sia sotto processo? Invece succede, dunque parlino le parti. L’ACCUSA Vostro onore, il succitato Barazzutti Corrado deve essere processato e condannato per parecchi motivi, soprattutto di sostanza. In primo luogo non è alto e riccioluto come Guy Forget e non è glamour come Mats Wilander. Non ha nemmeno la treccia come Mary Jo Fernandez che, dall’altra parte del giudice di sedia a San Diego, faceva la sua porca (si fa per dire) figura. E soprattutto non ha provveduto a colmare la sua calvizie con un adeguato intervento estetico di quelli che avrebbe potuto compiere Cesare Ragazzi se non fosse fallito. Mancanze gravissime che hanno nuociuto all’immagine dell’Italia nel mondo. In secondo luogo ha anche mancato di tatto. Perché quando ha saputo che gli Stati Uniti non avrebbero schierato le sorelle Williams, lui avrebbe dovuto adeguarsi alla situazione. E, ad esempio, convocare, con buona solerzia, non già la vincitrice del Roland Garros oppure quella del Masters di doppio. Ma la signorina Costanza Manichetti fu Roarsi di anni 85 che nel torneo misto canasta- tennis del suo circolo a Salsomaggiore Terme ha fatto segnare un punteggio da record (nella canasta) e nel doppio ha messo a segno una volèe di manico che i testimoni oculari (pochi ma buoni) hanno definito sensazionale. Con la signora Costanza in campo il succitato Barazzutti avrebbe assolto i suoi obblighi di buona educazione nei confronti del paese ospitante. Con il suo comportamento arrogante invece (preferendo schierare Pennetta e Schiavone) Barazzutti ha chiaramente messo in imbarazzo l’Italia intera in un momento in cui sarebbe fondamentale per noi non indisporre l’alleato americano. E, dulcis in fundo, a compromettere ulteriormente la sua posizione ci si è messa anche la testimonianza di Mr Simpson di Lake Tahoe, di anni 89 (memorabile un suo singolare con la Manichetti ai Giochi dell’Esercito della salvezza del ‘54), che ha denunciato di essere stata risvegliata in maniera brusca dalle frasi di sprone che Barazzutti indirizzava verso la Schiavone. Mrs Simpson si era appisolata nella penombra della Sport Arena e il risveglio di soprassalto pare abbia causato un suo ricovero preventivo nell’efficientissima unità coronarica di San Diego. Super 15 Tennis L’accusa non prova in alcun modo che il Barazzutti sia responsabile di alcunché. Il Ct azzurro ha tentato di convocare la signorina Manichetti ma la stessa si è detta indisponibile a causa di un’artrite fulminante derivante dalla volèe sopra citata che, peraltro, le ha regalato celebrità a livello internazionale. Non essendo disponibile nemmeno la compagna di doppio della Manichetti, Giuditta Rospolini Jimenez detta “el servicio de dio” (anni 80) a causa di un improvviso lutto familiare (le è morto il gatto) si è visto costretto a convocare Pennetta Schiavone Vinci ed Errani. Quanto alle urla in campo la difesa ritiene che il ricovero di Mrs Simpson sia da attribuirsi ad un’improvvisa lite con il marito Bobby a causa di un apprezzamento troppo audace rivolto da questi ai polpacci incalzettonati della Mattek-Sands. LA SENTENZA Questa corte condanna Barazzutti Corrado ad una pena esemplare: dovrà ogni mese far palleggiare per almeno tre ore i coniugi Simpson, fare da quarto ad un misto con “el servicio de dio”, la Manichetti e un suo amico ottuagenario e accettare di impiantarsi sul cranio una capigliatura rasta alla Noah d’antan. Così impara a vincere così tanto parlando così poco. In Italia non si fa così: in genere si parla tanto e non si vince un tubo. Dovresti saperlo, Corrado. Il Gran regalo di Natale nelle migliori librerie oppure su www.hoepli.it EDISPORT EDITORIALE augura buone feste a tutti i tennisti largo ai giovani DI ROBERTO COMMENTUCCI ANNA GIULIA REMONDINA Chi va piano… Poco sotto l’1,70 di statura, impressiona per rapidità di piedi e timing perfetto. La ventenne tennista toscana di Massa ha chiuso il 2009 al numero 380 giocando tanti piccoli tornei, poi nel 2010 ha alzato il tiro fino ad arrivare all’attuale posizione, che la vede poco fuori dalle prime 200 del ranking mondiale. F Foro Italico, 10 maggio 2008. Primo turno delle qualificazioni degli Internazionali d’Italia femminili. Una timida biondina italiana, poco più che diciottenne, affronta grazie ad una wild card una solida giocatrice russa, la mancina Ekaterina Makarova, n. 70 Wta. Il copione pare quello consueto, visto tante volte. La piccola italiana, del tutto sprovvista di esperienza a questi livelli, si guarda intorno, spaurita: gli storici pini, le tribune di marmo, il pubblico. Il braccio è paralizzato dalla tensione, la russa ha la palla pesante, molto più delle solite avversarie affrontate nei tornei minori, il suo diritto è micidiale. Il primo set si conclude con un veloce 61. La gente scuote la testa, l’esito pare scontato. Troppa differenza, soprattutto nei colpi di inizio gioco. Ma ecco che, inaspettatamente, a metà del secondo set la partita cambia. La Makarova, tranquilla, continua a incrociare il suo diritto mancino contro il rovescio bimane della nostra che dai e dai, a forza di colpire di rovescio, il suo colpo preferito, si scioglie e trova il ritmo. La piccola italiana, i piedi che paiono volare sul campo, comincia a recuperare tutto, riesce gradualmente a guadagnare un po’ di campo, per poi prendere coraggio e passare al contrattacco: inizia ad esplodere una serie clamorosa di rovesci lungolinea vincenti, perfettamente piatti, che lasciano ferma l’avversaria. L’azzurrina si prende la seconda frazione e, sulle ali dell’entusiasmo, si porta avanti 53 nel set decisivo, in piena trance agonistica. Ma proprio quando l’impresa pare a portata di mano, ecco che l’orgoglio della russa, e qualche fatale incertezza della nostra, più per inesperienza che per paura, portano il match dalla parte della favorita. E’ una sconfitta che fa male, ma che per il livello di gioco espresso dà tanto morale ad una ragazzina che ha fino a quel momento ha giocato solo nel circuito ITF e che in classifica è oltre il 400esimo posto. Qualche addetto ai lavori inizia ad informarsi su questa ragazza. Si scopre così che si chiama Giulia Remondina, che è nata a Massa da mamma toscana e papà (allenatore di calcio) bresciano, che ha iniziato a giocare a 7 anni, “per un po’ ho alternato tennis e ginnastica artistica, poi a 10 anni ho scelto la racchetta”, che il suo primissimo maestro, Mauro Pezzi, è tuttora il suo coach e la segue presso l’Accademia Vavassori. Giulia, poco sotto l’1,70 di statura, non è una maciste, ma im- pressiona per rapidità di piedi e timing perfetto. Il grande senso dell’anticipo, la capacità di colpire sempre vicina alla linea di fondo, l’ottimo senso geometrico, la rendono particolarmente adatta alle superfici rapide. Il suo colpo migliore è di gran lunga il rovescio bimane, molto fluido e naturale, mentre il diritto, eseguito con un’impugnatura prossima alla full western, è potente ma meno sicuro. I maggiori margini di miglioramento l’azzurra li ha nel servizio, con il quale fa ancora un po’ fatica, e dal lato fisico, dove può mettere decisamente qualche muscolo in più. Purtroppo, dopo il quasi exploit al Foro il percorso di Giulia si trasforma in una piccola via crucis. “Dopo quella bella partita a Roma ho avuto una protrusione discale alla schiena, e poi la mononucleosi. Ho perso un mucchio di tempo, quasi tutti i punti e a inizio 2009 sono dovuta ripartire dai tornei più piccoli. Una brutta botta, ma io Super 17 Tennis sono tosta”. Con prudenza, ma con determinazione, la biondina riprende la sua scalata. Finisce il 2009 intorno al 380, giocando un sacco di piccoli tornei, e poi nel 2010 alza progressivamente il tiro, iniziando a confrontarsi con avversarie più forti, fino ad arrivare all’attuale posizione, che la vede poco fuori dalle prime 200. “Non mi preoccupo se altre mie coetanee sono più avanti. Ho tutto il tempo per recuperare. Avrei potuto fare una programmazione più ambiziosa, ma preferisco fare le cose con calma. So che devo continuare a lavorare sul servizio e che devo ancora irrobustirmi. E allora sarò competitiva a livelli più alti”. Insomma, una prudenza e una saggezza inusuale, in una ventunenne. Sarà forse per questo rispetto dei fisiologici tempi di crescita, proprio della nostra scuola, che le giocatrici italiane arrivano magari più tardi delle altre, e colgono i loro migliori risultati alla soglia dei trent’anni? Probabilmente si. Da noi, però, è molto raro vedere casi di teen ager mandate allo sbaraglio nel circuito, per finire poi “bruciate” e buttate via come una scarpa vecchia a nemmeno vent’anni, come è capitato, negli ultimi tempi, a tante giocatrici. La prudenza di Giulia, comunque, non significa certo mancanza di ambizione. Se le chiedi quali sono i suoi obiettivi nel tennis, ti risponde, pronta: “Entrare nelle prime 10! Si, si, lo so che è difficile. Ma nulla è impossibile”. Sarà l’effetto- Schiavone? Il Gran regalo di Natale nelle migliori librerie oppure su www.hoepli.it EDISPORT EDITORIALE augura buone feste a tutti i tennisti scrivete a Pier Francesco Parra via mail a: [email protected] oppure per posta a: Ufficio Stampa FIT - Stadio Olimpico, Curva Nord, scala G - 00194 roma il Dr Parra risponde MEDICINA A BORDO CAMPO Polso, ginocchia e schiena C aro Dott. Parra, ho 50 anni e gioco a tennis da 10, generalmente su terra rossa. Da due mesi, accuso un dolore al polso destro, probabilmente dovuto ad una distorsione provocata durante una partita. Ho, dapprima, curato il dolore con degli antinfiammatori per via orale che non mi hanno sortito alcun effetto e poi con alcune sedute di fisioterapia che hanno ridotto ma non eliminato questo fastidio. Proprio il fisioterapista mi ha suggerito la terapia laser. Può confermare la validità del trattamento? (A.L. – SONDRIO) Carissimo Lettore, nel suo caso, prima di intraprendere qualsiasi tipo di terapia è consigliabile seguire delle indagini diagnostiche. Potrebbe essere sufficiente una semplice ecografia o, per un’indagine ancor più accurata, una risonanza magnetica. Con i risultati degli esami sarà possibile programmare l’iter terapeutico più appropriato ove la terapia laser di potenza potrebbe essere un ottimo strumento per il suo problema. P rof. Parra, sono una ragazza di 25 anni e gioco a tennis da 10. Salvo sporadiche incursioni sulle superfici dure, ho sempre giocato sulla terra rossa. Da tre mesi, però, avendo cambiato circolo, a seguito di un trasferimento in altra città, sono costretta a giocare sul duro (cemento) o su una superficie sintetica in quanto il tennis club è sprovvisto di campo in terra. Gioco 4 ore, quattro volte alla settimana e le gambe stanno risentendo del cambio della superficie. Le ginocchia in particolare le sento come “scricchiolare”. Il medico di famiglia mi ha prescritto una tac alle ginocchia ed, eventualmente, una cura laser. Lei, sulla base di quanto detto, cosa mi consiglia? (V.R. – FIRENZE) Cara Lettrice, giocare così tante ore su una superficie dura può dare delle forti sollecitazioni sulle strutture delle ginocchia. La sua giovane età non mi farebbe ipotizzare un’usura delle cartilagini, anche se non lo scarterei, poiché tale processo degenerativo potrebbe essere ad uno stadio iniziale. Ottimo il consiglio del suo medico, consiglierei anche una risonanza magnetica e successivamente con i risultati degli esami diagnostici decidere come intervenire con la terapia più idenea. P rofessor Parra, mio figlio ha 16 anni e gioca a tennis da 6. Da due anni ha aumentato l’attività tennistica giocando tre volte la settimana per due ore di lezione. A ciò, è da aggiungere l’attività atletica una volta a settimana. Da un anno circa mio figlio accusa dolori alla schiena che si irradiano sino alla spalla. Gli antidolorifici e i trattamenti fisioterapici alleviano il dolore che però non è scomparso. Cosa consiglia? (G.P. – L’AQUILA) Caro lettore, dalla sua descrizione mi pare evidente che siamo in presenza di un deficit posturale. Le consiglierei di far valutare suo figlio da un’osteopata, come esame diagnostico consiglierei una tac spirale dell’intera colonna per valutare lo stato dei dischi intervertebrali. Super 19 Tennis io e il tennis Piotr Wozniacki Papà numero uno S Il segreto del successo è in famiglia. Caroline, nuova regina del tennis mondiale, lo sa bene. Ha scommesso su suo padre, o meglio, è stato proprio lui a indovinare la puntata. Ex calciatore professionista, ha visto talento e successo in sua figlia e dopo averla fatta “impostare tecnicamente” da un maestro ha deciso di accompagnarla nella sua carriera. Dove c’è la ventenne danese, c’è il papà coach, considerato il vero stratega del gioco della “Sirenetta” di Ostenda Super 20 Tennis DI GIOVANNI DI NATALE Sua figlia è la numero 1 del mondo, così lei è il padre numero 1 del mondo. Si, questo non è proprio così, ma ci scherziamo su anche noi. Ci siamo detti che se lei era la numero 1 allora noi eravamo il team numero 1, il padre numero 1, la madre numero 1. Questo ovviamente mi fa molto felice. Lei è padre, ma è anche coach. Ci sono differenze? Questo incide nei suoi rapporti con Caroline? Questo è un grande problema per il padre. Il padre è coach o il coach è padre, molte volte non è facile capire dove siano inizio e fini dei due ruoli. Ma sto iniziando una ricerca approfondita affinché sia sempre tutto ok. Durante il giorno ci sono dei momenti “riservati” al padre o nelle 24 ore lei è sempre lo stesso. Io sono padre nella maggior parte del tempo, mentre sono coach solo due o tre ore al giorno. Mai di più. Il passaggio dal calcio al tennis come lo hai vissuto. Molte cose sono uguali, la disciplina e tanti altri aspetti degli sport di squadra si possono ritrovare anche negli sport individuali. Per me è lo stesso, non vedo grandi differenze nel mio approccio allo sport. Ho un solo grande problema, legato alla tecnica, visto che io giocavo a calcio e Carolina gioca a tennis. La mia esperienza di sportivo all’inizio è servita solo per trovare un buon coach per Carolina, una persona che le insegnasse la giusta tecnica. Adesso, invece, la mia posizione è soprattutto legata agli aspetti mentali e poi le faccio da bodyguard (scherza). Sono il padre. ad essere una buona giocatrice è anche una atleta molto forte, vedremo. Lei gioca sempre oltre 80 match all’anno. E’ già successo nelle ultime due stagioni, quanti ne giocherà il prossimo anno? E’ una bella domanda. Io sto guardando anche altri coach, li studio, osservo. Caroline è giovane e per lei è importante giocare molti match. Il fisico è preparato e anche la mente. Per aumentare l’esperienza puoi solo giocare i match. Non bastano le sedute di allenamento di ogni giorno. Così Caroline sa che deve essere pronta per giocare tanti match anche il prossimo anno. Ogni volta cerchiamo il miglior programma. Non guardo a quel Cosa manca a sua figlia per vincere uno Slam. Ritengo che anche Caroline stia iniziando a raggiungere il livello e l’esperienza della Schiavone e ad avere la stessa serietà e applicazione di Francesca. Se tu perdi un match nello Slam perdi un’altra occasione per entrare nella storia. Gli Slam sono la storia e Francesca è diventata grande, non solo per il tennis italiano ma a livello mondiale. Oggi è una giocatrice eccezionale, lei è la vincitrice del Roland garros. E’ fantastica. Sono felice per Francesca, se lo merita. Sia come coach che come padre sto cercando di far sì che Caroline faccia come Francesca, guardando ad ogni match come se fosse una finale. Caroline è intelligente, lavora duro, gioca un ottimo livello. Quale è stato il regalo più bello che hai fatto a Carolina, magari quando era bambina. E’ la quotidianità. Caroline in famiglia può vivere la normalità. Questo è il massimo che potessimo dare a Caroline. Avere dei genitori felici che la sostengono e che gioiscono per lei, per i suoi successi, ma che sono egualmente felici anche quando non vince. C’è qualcosa che cambieresti in Caroline, oppure è una giocatrice e una figlia perfetta. Non penso che cambierei qualcosa. Posso dire che le cose più importanti per Caroline sono l’impegno e la serietà nel lavoro. È sempre stata così. Non è cambiata oggi che è numero 1 del mondo. Lei è la stessa di quando ha iniziato la carriera professionistica tre anni fa. Per lei non cambia davvero nulla. I suoi amici sono gli stessi di 10 anni fa. Io posso solo essere felice di mia figlia, e lo stesso vale per mia moglie. Noi vedremmo Caroline sempre nello stesso modo, sia che giochi a tennis o che lavori in un supermarket. Questo è molto positivo per la famiglia Wozniacki, rende la famiglia ancora più unita. Caroline ha 20 anni ed è già numero 1 del mondo. Quanti anni pensa possa restare al vertice? Io sono il padre e spero che resti lì, al vertice, il più a lungo possibile. Non è facile, ne sono consapevole. Ci sono tante giocatrici oggi che giocano molto bene e che puntano a diventare numero 1, così è difficile restare numero 1 tanto tempo. Caroline, però, oltre non riesce a vincere. Questo può essere un punto di vista. Ma posso dire che per un buon 90 per cento non è così, il mio lavoro da coach incide al massimo un 10 per cento. Io aiuto Caroline quando lei ha la possibilità del coach in campo nei tornei normali. Negli Slam, ovviamente, è differente. Non solo per il coaching time. Gli Slam sono importanti per tutti i tennisti, tutti giocano il loro miglior tennis, mentre negli altri tornei se tu perdi pensi che la settimana prossima ci sarà un altro torneo. Negli Slam è un po’ diverso. Guarda Francesca, lei ha detto di aver giocato tutti i match con intensità, come se ogni match fosse la finale. Il turno dopo ancora una finale, e una finale ancora. Francesca ha acquisito grande esperienza, gioca bene, lavora ogni giorno molto seriamente per il tennis. Caroline Wozniacki che dicono i giornalisti o a quel che pensano diversi allenatori. Ogni giocatore è un individuo. Ogni giocatore è diverso. Per Caroline per esempio è meglio giocare dei tornei prima di uno Slam. Altri invece preferiscono non giocare la settimana prima di uno Slam. Caroline è tre volte campionessa a New Haven ed il torneo si gioca a ridosso degli Us Open. Nonostante mia figlia fosse giovane ha fatto finale l’anno scorso e semifinale quest’anno. Molti giocatori sono diversi. Oggi Caroline può acquisire esperienza solo giocando e non con gli allenamenti. In molti ritengono che lei sia il segreto dell’ascesa di sua figlia, visto che nei tornei Wta con il coaching time Caroline vince, mentre negli Slam, in cui non è ammesso, Super 21 Tennis Pensa, dunque, che Caroline sia pronta? Non lo so, forse deve acquisire ancora esperienza. È un aspetto fondamentale e se osserviamo le top10, solo Caroline ha venti anni, mentre le Williams, la Schiavone, la Stosur, la Dementieva molte giocatrici sono tutte sopra i venticinque anni. L’esperienza va raggiunta, questo è un valore aggiunto. Caroline è giovane, ma è pronta fisicamente, così giocando più match lei guadagnerà esperienza. Secondo me, questa è la strada più corta per entrare nella storia: giocare più match subito e non tra due o tre anni. Vi rivedremo a Roma il prossimo anno? Torneremo certamente a Roma, lo facciamo tutti gli anni. E’ una città bellissima, una delle più belle del mondo. Il vostro torneo è meraviglioso, c’è una fantastica atmosfera. Al 90% Caroline giocherà a Roma e questo non soltanto il prossimo anno. vita da circolo La pallina nel pallone Le coperture per campi da tennis sono indispensabili per poter svolgere l’attività invernale senza subire le interruzioni dovute al maltempo. Ne esistono tante tipologie: da quelle pressostatiche, sempre più evolute, alle tensostrutture metalliche fino alle accoglienti strutture in legno lamellare C DI DANILO MANGANARO Campo soleggiato e aperto d’estate, coperto e riscaldato d’inverno: questo è l’ideale per chi gioca. I cosiddetti “palloni” fanno oramai parte dell’immaginario collettivo del tennista, in particolare nelle zone in cui non si può godere di temperature gradevoli tutto l’anno. Nessuno vuol rinunciare a giocare e allora in autunno ci si rifugia per lo più sotto il pallone pressostatico, definizione tecnica della struttura gonfiabile che qualche bambino, da fuori, quasi scambia per certi giochi del lunapark. Ambienti chiusi, a volte un po’ tristi quando il tempo e la polvere rossa li rendono scuri e poco trasparenti alla luce solare, è vero, ma relativamente semplici da “tirar su” e veloci da smontare. Occupano solo 2 metri quadrati, se ben ripiegati alla fine della stagione fredda. Possono essere singoli o addirittura doppi e tripli (a seconda del numero di campi che si vogliono coprire). Chi però è in grado di fare investimenti a medio termine ha convenienza a puntare sulle “strutture fisse”, esteticamente più gradevoli, tecnologiche e per questo più costose ma, in prospettiva, in grado di far risparmiare parecchio in termini di gestione. Ambienti sicuramente migliori da un punto di vista del “clima” interno. Certo, hanno il difetto di non poter essere smontate nella bella stagione ma ci sono soluzioni intermedie, con aperture ai lati, ventilazione e luce naturale. Diamo Super 22 Tennis dunque un’occhiata al panorama delle scelte possibili per giocare…indoor. Palloni gonfiati Come dicevano in sede di introduzione le strutture pressotatiche sono la soluzione più semplice ed economica per la copertura di uno o più campi da tennis. Consistono in una membrana di tessuto di poliestere, spalmata con mescole a base di PVC su entrambe le facce, ancorata al suolo e sostenuta da una sovrapressione interna. Queste membrane sono resistenti alla fiamma, autoestinguenti, trattate contro funghi e muffe, resistenti anche ai raggi UV. Non hanno dunque una struttura portante rigida. Il telo di per sé non ha una considerevole di- spersione termica e dunque, per contenere le spese che comporta la generazione del calore necessario al riscaldamento dell’ambiente, sono state sviluppate soluzioni che prevedono una doppia o addirittura tripla membrana in modo che si crei tra i teli un’intercapedine atta a mantenere il più possibile il calore all’interno della struttura. Questo problema ovviamente è comune anche agli altri tipi di struttura (tensostrutture o archi in legno lamellare) che utilizzano come copertura il telo in pvc. Nel caso del pressostatico al costo per il riscaldamento va però aggiunto anche quello della gruppo di sostentamento che immette l’aria per mantenere la sovrapressione che sostiene la struttura. Buone notizie in questo senso vengono però dai progressi tecnologici che hanno portato alla possibilità di utilizzare anche per i palloni pressostatici le caldaie a condensazione (le stesse che si usano per il riscaldamento nelle abitazioni): il risparmio è circa di un terzo delle spese annuali che per un campo da tennis significa diverse migliaia di euro. Il bello del legno Dando per scontato che il pressostatico sia il sistema più diffuso per il rapporto qualità prezzo, è altrettanto evidente a chi frequenti i circoli di tennis che le strutture ad archi in legno lamellare siano la soluzione migliore nel caso si voglia conferire al proprio impianto un aspetto estetico di prestigio. Gli elementi sono di solito realizzati in legno lamellare e composti cioè da tavole di abete incollate, trattate con antimuffa e antitarlo, le cui dimensioni sono studiate di volta in volta in funzione delle dimensioni della struttura perché siano in grado di supportare i carichi richiesti. Carichi che negli impianti più ambiziosi sono quelli di una pannellatura coibentata (in vece del telo in pvc) garantendo una tenuta del calore ottimale e una piacevolezza complessiva dell’ambiente “top class”. Un compromesso d’acciaio Una soluzione che sta a cavallo tra palloni e costoloni di legno sono gli impianti fissi basati su strutture reticolari metalliche geodetiche che reggono un telo a singolo a doppia membrana in pvc o su tensostrutture, con archi o altre elementi rigidi in acciaio, cui viene agganciato e tensionato il telo in pvc. L’acciaio può essere zincato o verniciato. Non richiede praticamente manutenzione e nel caso del geodetico è completamente smontabile (anche se si tratta di un operazione complessa che di sicuro non può essere fatta ad ogni cambio di stagione). Qui sopra, una copertura geodetica con il telo fissato all’interno; sotto, la struttura geodetica a vista, con il rivestimento in pvc all’esterno Dentro o fuori? Proprio le diverse esigenze dei giocatori su base stagionale sono un punto di partenza importante per ragionare e fare delle scelte. Le strutture fisse, in legno o acciaio, consentono di giocare sempre, indipendentemente dalle condizioni climatiche, ma nei mesi caldi possono, di solito, essere aperte solo sui lati. Dunque chi da aprile a ottobre vuole assolutamente palleggiare en plain air, con il sole in fronte, deve orientarsi sul pressostatico. Di contro, specie nel caso di società sportive a forte vocazione agonistica, la sicurezza di poter andare in campo 365 giorni l’anno anche in caso di pioggia diventa requisito quasi indispensabile Il campo che si copre e scopre Un possibile compromesso, piuttosto particolare anche se non nuovissimo, è la soluzione evoluta ad apertura telescopica: una copertura realizzata in quattro moduli, due dei quali scorrono e si sovrappongono agli altri quando vengono aperti (con un sistema di motori elettrici), lasciando scoperto il 50 % della superficie di gioco. Un modo per farsi il campo col tetto richiudibile a casa propria: dal Roland Garros e dagli Us Open qualcuno potrebbe guardare con invidia. Super 23 Tennis l’angolo tecnico Il piattone è servito Racchettoni: li maneggiavano Agassi e Chang per il loro gioco di pressione dal fondo ma il loro piatto corde era di soli 107 pollici quadrati. Oggi arrivano anche ai limiti dei 120. Nascono per il pubblico dei tennisti amatoriali, ma spopolano tra gli agonisti veterani perchè con loro in pugno giocare è più facile e si risparmia energia Super 24 Tennis O DI MAURO SIMONCINI Oversize: più grande del normale, abbondante, enorme. Per tradurre alla lettera “fuori misura”. Ma non si sta parlando di abbigliamento o calzature, bensì dell’ovale di una racchetta da tennis. Che può essere, oggigiorno, di svariate misure (espresse in pollici quadrati): dagli 88 della storica Wilson di Sampras ai 119 della amatoriale Pro Kennex Ki Q30, il piatto corde più ampio sul mercato attuale. Se la madre di tutte le Oversize è considerata la POG (Prince Graphite Oversize) da 107 pollici che usava Michelino Chang, sul mercato del terzo millennio spopolano i racchettoni Oversize (da 106 a 115 pollici quadrati) ma anche Super-Oversize (oltre i 115). Ma chi può trarre vantaggio da simili attrezzi? E perché? Quella zona, prossima al centro del piatto corde, in cui colpendo la palla, si ottiene il top della prestazione in quanto a potenza, controllo e comfort. E avere uno sweet spot più grande non è un vantaggio da poco, specie per chi con gli ovali più contenuti (quelli midplus) “scentra” il colpo e inesorabilmente vede la pallina non superare la rete o uscire cortissima o ancora finire diritta diritta sul telone di fondo campo. MISURE LEGALI – Secondo le specifiche dell’International Tennis Federation (ITF) la superficie del piatto corde di una racchetta non può superare i 39,4 cm in lunghezza (corda centrale verticale) e i 29,2 cm di larghezza. Con un’approssimativo calcolo di un’area ellittica queste misure riporterebbero a un ovale da circa 900 cm2 ovvero 140 pollici quadrati. Una dimensione potenziale davvero ragguardevole che nessuna racchetta attualmente in commercio raggiunge e nemmeno avvicina, anche se nell’ambiante corre voce che certi “piattoni” ultraperformanti, siano in effetti più grandi della misura che riportano stampigliata sul telaio, contenuta ad hoc per non “spaventare” i potenziali giocatori acquirenti. NIENTE PAURA - Ma spaventare di cosa poi? L’uomo della strada potrebbe riadattare il ritornello di un famoso spot pubblicitario che parlava di pennelli: “Per fare un grande colpo ci vuole una racchetta grande”. Ovviamente le dimensioni delle palline sono sempre le stesse, ma con una racchetta Oversize aumenta lo sweetspot, l’area utile di impatto. AMATORIALI SUPER TECNOLOGICHE - Di racchette oversize agonistiche ce ne sono attualmente pochissime (giusto un paio di modelli): peso vicino ai tre etti, profili sottili, bilanciamento al cuore e schema corde fitto. Super 25 Tennis Case produttrici e consumatori stanno associando con graduale successo gli Oversize con il tennis amatoriale: profili più accentuati (oltre i 24-25 mm), pesi leggeri (al di sotto dei 280 grammi), bilanciamento spostato verso la testa della racchetta. Leggerezza e comfort abbinate a più potenza ottunuta “gratis”, che significa una maggior facilità di gioco. Inoltre controllo e costanza in termini di profondità sono garantiti dalla maggior rigidità di questi telai (rispetto alle agonistiche) e dalla maggior stabilità (ottenuta anche grazie ai profili più pronunciati). Non a caso è su questa gamma di racchette che si concentrano quasi sempre i maggiori sforzi delle aziende in termini di tecnologie e materiali antishock ogni anno aggiornati. Alla fine si tratta di attrezzi più performanti di quelli dei campioni, proprio perchè cercano di supplire ai limiti del giocatore che le utilizza. E all’estero, specie negli Usa, dove l’utente è puiù aperto all’innovazione e non “si vergogna” di scegliere una racchetta che lo aiuta a giocare meglio, le racchette grandi, leggere e tecnologiche sono le più richieste. In Italia si preferisce sbagliare di più e faticare ma scendere in campo orgogliosamente armati come Federer o Nadal. IN CAMPO – Va però tenuto presente che con questo tipo di telai si riesce a colpire con potenza anche su palle che sopraggiungono lente e senza peso e si fa davvero meno fatica. Tutte le caratteristiche più comuni dei racchettoni amatoriali li rendono ideali per gesti e movimenti contenuti, corti e anche lenti, non di certo strappati. Vengono esaltati i colpi giocati in back spin per esempio, o comunque di piatto, e lo stile di gioco classico. In mano a questo tipo di giocatore gli oversize danno il meglio di sé, senza considerare il risparmio energetico e muscolare che si ottiene manovrandoli. Qualche volta si può chiudere una volée... quasi senza accorgesene. maestri ALLENAMENTI E FASCE D’ETA’ Questione di obiettivi Quando si analizzano i fattori decisivi per lo sviluppo e la giusta crescita di un tennista, a partire dall’età giovanile fino ad arrivare a quella della massima prestazione, sono di fondamentale importanza la programmazione del lavoro e la definizione di scopi a breve, medio e lungo termine DI MASSIMILIANO BROCCHI (TECNICO FIT E COMMENTATORE DI SUPERTENNIS TV) Q Quando parliamo dell’importanza della programmazione commettiamo spesso l’errore di pensare che questa sia importante solo quando si lavora con atleti già di buon livello e per questo sottovalutiamo l’effetto estremamente positivo che avrebbe una attenta definizione degli obbiettivi del lavoro a partire dall’età del minitennis. Prendiamo ad esempio un gruppo di bambini di7\8 anni che iniziano a giocare a tennis, quindi inseriti nel programma del minitennis in fase di avviamento e vediamo quali possono essere gli obbiettivi da raggiungere alla fine del primo anno di corso di tennis. La prima cosa da fare per essere precisi nella definizione degli obbiettivi è quella di “testare” il nostro gruppo di lavoro per avere una idea chiara di quale sia il punto di partenza sul quale iniziare a lavorare. Si possono effettuare test di vario tipo per valutare capacità motorie, abilità tecniche , motivazione etc., ed ogni maestro può crearsi un proprio protocollo di valutazione dell’allievo per monitorare il lavoro. Una volta stabilito il punto di partenza, bisogna a fissare degli obiettivi finali per le varie aree. Per l’area tecnica, ad esempio, gli obiettivi per la fine dell’anno saranno quelli che noi definiamo “prerequisiti della tecnica”, ovvero quegli elementi necessari per poi andare a costruire e consolidare una tecnica corretta. Questi sono: una corretta impugnatura, un corretto assetto del braccio-racchetta, una corretta posizione atletica (posizione nella quale l’allievo attende di giocare il prossimo colpo), una corretta lettura della palla (intesa come abilità di relazionarsi con la palla in arrivo cercando di decifrarne prima possibile velocità, altezza, profondità, complessità) e azione delle gambe. Per l’area fisica invece si possono definire come obiettivi target di fine anno, elementi di tipo coordinativo, di agilità e di rapidità, quindi tutte quelle componenti coordinative che risultano indispensabili per il gioco del tennis e che trovano nella età 7\8 anni il momento più fertile per lo sviluppo, andremo quindi a lavorare sull’equilibrio, sul ritmo, sulla capacità di combinazione, sull’oculomanualità e sulla capacità di differenziazione. È importante tenere sempre presente che ci sono degli aspetti fisici che possono essere sviluppati in determinate fasce di età ed altri no: ad esempio un lavoro sulla forza massima con bambini di questa età non porterebbe nessun risultato o ancor peggio provocherebbe dei danni. Per quello che riguarda l’area tattica, gli obiettivi che dobbiamo perseguire con bambini che sono all’inizio di questo percorso formativo, sono sicuramente tattici di base, come ad esempio il giusto rapporto con gli ostacoli che ci fanno perdere il punto, quindi la rete e le righe perimetrali e la giusta conoscenza di tutte le zone del campo. A questo punto una volta definiti gli obbiettivi finali da raggiungere nel primo anno di corso, possiamo cominciare a strutturare il programma di lavoro definendo le modalità di intervento ed inserendo obbiettivi a medio e Super 27 Tennis breve termine. Con una programmazione ben strutturata noi saremo molto più precisi nel nostro lavoro e sicuramente molto più efficienti, ottenendo risultati maggiori in tempi molto più brevi, ma soprattutto avremo costantemente il controllo della situazione, di cosa è stato fatto e di cosa c’è ancora da fare, degli obiettivi già centrati e di quelli ancora da raggiungere. I maestri nella definizione del modello di prestazione da raggiungere devono fare molta attenzione a non cadere nell’errore di prendere subito come punto di riferimento l’esecuzione tecnica del tennista di vertice come obbiettivo immediato per l’allievo che è alle prime armi o è in un’età ancora molto giovane, perchè ci sono degli aspetti della tecnica e fisici che sono delle conseguenze di anni di lavoro progressivo e di una strutturazione fisica formata negli anni. Essere abili nella programmazione del lavoro significa essere in grado di costruire una scala partendo dal gradino più basso per arrivare al top e quindi maestri, diamoci da fare e cerchiamo di portare più bambini possibile in cima a queste scale! panorama nazionale APPUNTAMENTO L’11 E IL 12 DICEMBRE Rovereto: arriva l’A1 L’11 e il 12 dicembre sarà Rovereto a ospitare la fase conclusiva dei campionati di Serie A1 a squadre maschile e femminile. Nuova la formula: non più final four come negli anni scorsi ma finale secca sia per le donne che per gli uomini. Gli incontri saranno trasmessi in diretta da SuperTennis DI LIVIO D’ALESSANDRO A Ad un passo dal lago di Garda. In Trentino per un soffio, il Veneto alle porte. Lambito dal fiume Adige, nel bel mezzo della Vallagarina, sorge Rovereto. L’origine del nome deriva dal latino robur, legno di rovere, proprio in riferimento alle tante querce che abbondano nella valle della provincia di Trento. Arriva il tennis, a Rovereto, l’11 e il 12 dicembre. Arriva la Serie A1. C’è il Palazzetto dello Sport ad attendere i campioni del nostro sport. 1500 posti, una struttura modernissima al centro della città. Una location suggestiva, in particolar modo nel periodo di Natale, con i tanti mercatini che saranno un rilassante diversivo per gli spettatori e, perchè no, tra un match e l’altro anche per i tennisti. Rovereto vanta 40.000 abitanti, è la seconda città del Trentino e offre a tutti i visitatori attrazioni di primissimo piano. Spicca, tra tutte, il fantastico Mart, museo d’arte moderna e contempo- Alcune immagini del Palazzetto dello Sport di Rovereto dive si giocheranno le finali di Serie A1 maschile e femminile Super 28 Tennis ranea che include oltre 15.000 opere, con nuclei importanti soprattutto per quanto riguarda le avanguardie del Novecento. L’avanguardia di Rovereto però non si manifesta solo dal punto di vista artistico e culturale. La città è in prima linea anche a livello di impiantistica. L’assessore allo sport del comune trentino Franco Frisinghelli si è dato come obiettivo primario quello di accogliere nei prossimi mesi e nei prossimi anni eventi sportivi di ogni genere proprio per valorizzare queste strutture. “La Alcune vedute di Rovereto nostra giunta si è insediata da pochi mesi - racconta Frisinghelli - stiamo lavorando per rendere Rovereto un centro d’eccel- lenza dal punto di vista sportivo. Abbiamo lo stadio, il Palazzetto e tanti altri spazi attrezzatissimi per ogni disciplina. La Serie A1 sarà il nostro biglietto da visita per il tennis. Abbiamo infatti deciso di avanzare la nostra candidatura anche per ospitare l’eventuale incontro di Coppa Davis previsto per il prossimo luglio nel caso in cui l’Italia dovesse affrontare la Slovenia”. Si pensa in grande dunque, a Rovereto. Tutto è pronto per queste finali di Serie A1 che SuperTennis trasmetterà in diretta e in esclusiva. La formula è nuova: non più final four ma finale secca sia per le donne sia per gli uomini. Si parte l’11 dicembre. La presentazione delle squadre avverrà nel prestigioso scenario del Mart. Poi, tutti al Palazzetto per gustarsi una due giorni di grande spettacolo! GIUDICI DI GARA Variazioni regolamentari sui “crampi” Importante: Con Atti Ufficiali 4/2010, sono state pubblicate le Regole di tennis “edizione 2010”, contenenti una importante modifica riguardante l’abolizione dei tre (3) minuti per trattamento medico per crampi, pertanto si invitano tutti gli Ufficiali di Gara, Arbitri e Giudici arbitri, a prendere visione del contenuto dell’appendice F.I.T. “ sospensioni consentite per le situazioni di rilevanza medica o altro” alla voce Crampi, (pagine 2425-26 RT). Nota interpretativa: Il giocatore può usufruire del trattamento per i crampi solo durante il tempo del cambio di lato del campo o il riposo. Il giocatore non può avere per i crampi la sospensione per trattamento medico. Nei casi in cui vi sia il dubbio se il giocatore soffra di una condizione acuta o non acuta, compresi i crampi, o di una condizione non trattabile dal punto di vista medico, la decisione che viene presa dal fisioterapista/preparatore atletico, insieme al medico del torneo se del caso, è definitiva. Se il fisioterapista/preparatore atletico valuta che il giocatore ha la febbre, tenuto conto che la febbre è uno dei sintomi dei crampi, i crampi possono essere trattati solo in quanto parte del trattamento che il fisioterapista/ preparatore atletico può effettuare per la febbre. L’arbitro deve ordinare di riprendere il gioco immediatamente al giocatore che l’ha fermato lamentando di avere una condizione medica acuta, ma che il fisioterapista/ preparatore atletico o il medico del torneo hanno valutato come crampi. Se il giocatore non può continuare il gioco per la gravità dei crampi, quando vi è stata la valutazione del fisioterapista/ preparatore atletico o del medico del torneo, deve rinunciare al punto/i o gioco/i che occorrono per il cambio di lato del campo o per il riposo al fine di avere un’immediata valutazione e trattamento, se il tempo lo consente. In un intero incontro, ci possono essere un totale di due ulteriori trattamenti al cambio di lato del campo per i crampi, non obbligatoriamente consecutivi. Se l’arbitro o il supervisor o il giudice arbitro valutano che vi sia stato tatticismo, si deve applicare il Codice di condotta per comportamento antisportivo. Il supervisor o il giudice arbitro o l’arbitro possono concedere anche due sospensioni consecutive per condizioni di rilevanza medica quando, in particolari situazioni, il fisioterapista/preparatore atletico valuti che il giocatore ha sviluppato almeno due condizioni acute da trattamento medico. Questo comprende: una malattia assieme ad un danno muscolo-scheletrico; due o più danni muscolo-scheletrici acuti e distinti. In questi casi, il fisioterapista/preparatore atletico effettua una singola valutazione medica per le due o più condizioni trattabili e, successivamente, può decidere se occorrono due sospensioni consecutive. Super 29 Tennis panorama VARIE IL MASTERS “B” AD ANA IVANOVIC tratta del quarto trofeo messo in bacheca. ELENA DICE BASTA Ana Ivanovic si è aggiudicata il titolo al “Commonwealth Bank Tournament of Champions”, il “Masters B” femminile dotato di un montepremi di 600mila dollari andato in scena a Bali, in Indonesia. In finale la bella serba si è imposta per 62 76(5) sulla russa Alisa Kleybanova festeggiando nel migliore dei modi il suo 23esimo compleanno. Per la ex numero uno del mondo - lo era diventata all’indomani del successo al Roland Garros del 2008 - si tratta del decimo titolo in carriera, il secondo della stagione dopo quello vinto ad ottobre a Linz. Grazie alla vittoria in Estremo Oriente Ana è rientrata nelle top-20 (quest’anno era scesa fino al numero 65) e chiuderà il 2010 in 17esima posizione. POTITO E DANIELE SIGNORI DEL DOPPIO Elena Dementieva lascia. La decisione è arrivata improvvisa ai Wta Championships di Doha al termine del match perso con la Schiavone. La moscovita saluta il circuito a 29 anni - li ha compiuti lo scorso 15 ottobre - con 16 titoli di singolare vinti in carriera e 6 in doppio, una medaglia d’oro conquistata ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, e con un best ranking, numero 3, raggiunto il 6 aprile del 2009. In questo 2010 la russa si è aggiudicata il torneo di Sydney e quello di Parigi indoor ad inizio stagione. In una carriera caratterizzata dalla grande costanza ad altissimi livelli le è mancato però un titolo dello Slam: Elena lo ha sfiorato nel 2004 al Roland Garros (fermata dalla connazionale Myskina) ed ancora agli Us Open dello stesso anno (sconfitta dall’altra connazionale Kuznetsova). TENNIS EUROPE PLAYER OF THE YEAR 2010: PRIMO QUINZI, TERZO BALDI Daniele Bracciali e Potito Starace hanno vinto il titolo del doppio del “St Petersburg Open”, torneo Atp da 663.750 dollari di montepremi disputato sul veloce indoor di San Pietroburgo, in Russia. In finale la coppia azzurra ha sconfitto per 76(6) 76(5) quella formata dall’indiano Rohan Bopanna e dal pakistano AisamUl-Haq Qureshi, seconde teste di serie del torneo. Per Bracciali è il secondo titolo nel circuito maggiore mentre per Starace si under 14 (Tennis Europe Ranking 2010 e Race to Master 2010), leadership mantenuta in entrambi nell’arco dell’intero anno solare. Sul podio anche un altro azzurrino, Filippo Baldi, terzo, anche lui protagonista dei successi giovanili italiani individuali e a squadre in questo fantastico 2010. Negli anni passati il “The Player of the year” ha premiato nella categoria Under 14 campioni del calibro di Richard Gasquet (1999) e Novak Djokovic (2001). GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI AL TC BRINDISI GIORGI NEGLI STATI UNITI Camila Giorgi è andata a segno nel 25mila dollari di Rock Hill, nella Carolina del Sud (Stati Uniti): in finale la tennista italiana, numero otto del seeding, ha battuto per 63 64 la statunitense Irina Falconi, testa di serie numero due. Per la Giorgi si tratta del terzo titolo Itf in carriera. DAVATO DI SPAGNA Benedetta Davato ha vinto il 10mila dollari di St. Cugat, in Spagna. In una finale tutta azzurra la Davato, testa di serie numero tre, ha battuto la favorita numero uno del torneo, Federica Quercia, per 64 36 62. FALGHERI IN GRECIA Andrea Falgheri si è aggiudicato il titolo nel 10mila dollari di Heraklion, in Grecia. In finale il tennista italiano, prima testa di serie, ha battuto 62 75 il greco Alexandros Jakupovic, secondo favorito del seeding. ANASTASIA CALA IL POKER Gianluigi Quinzi ha vinto il “The Player of the year”, prestigioso riconoscimento attribuito dall’European Tennis Association. Questo si aggiunge alla prima posizione del 14enne di Porto San Giorgio (campione d’Europa under 14 in carica) nei due rankings internazionali Tennis Europe Tour plein vincendo anche il titolo di doppio in coppia con Alice Balducci. Anastasia Grymalska si è aggiudicata il trofeo del 10mila dollari di Vila Real Santo Antonio, in Portogallo. In finale la tennista italiana, seconda favorita del seeding, ha sconfitto per 61 75 la tedesca Lena-Marie Hofman, terza testa di serie. Per Anastasia è il quarto titolo Itf in carriera. La Grymalska ha poi fatto l’en Super 30 Tennis I campi in terra rossa del Circolo Tennis Brindisi è stato il palcoscenico delle fasi nazionali dei “Giochi Sportivi Studenteschi di Tennis”. Nei campionati a squadre maschili vittoria per la regione Piemonte con il Liceo Galileo Ferrari di Torino che in finale ha sconfitto (2-1) il Liceo Toniolo di Bolzano. Nei campionati a squadre femminili il titolo è andato al Liceo Cotta di Legnano (Veneto) vittorioso in finale (2-0) sul Liceo Peano di Cuneo. Nei campionati individuali maschili titolo a Alessandro Domenech del Liceo Toniolo di Bolzano che in finale ha battuto (4-1, 4-2) Filippo Lucchetti del Liceo Marconi di Foligno (Umbria). Nei campionati individuali femminili successo di Chiara Sevega del Liceo Peano di Cuneo che si è imposta in finale (2-4, 4-2, 7-3) su Chiara Pellegrino dell’IIS L. da Vinci di Bisceglie (Puglia). Il titolo di Regione campione dei giochi, in virtù dei risultati conseguiti nei diversi tabelloni, se lo è aggiudicato il Piemonte. Il “premio Fair-Play” è stato vinto invece dalla Sardegna mentre il Trentino si è aggiudicato il “premio Simpatia”: entrambi i riconoscimenti sono stati votati dai ragazzi. I vincitori sono stati premiati da Massimo Monticelli, organizzatore della manifestazione, da Lino Argentieri e da Oronzo Pennetta, rispettivamente presidente e vice presidente del circolo brindisino. PADDLE Appuntamento mondiale Da 29 novembre al 5 dicembre la rassegna iridata a Cancun vedrà protagoniste tutte le squadre più forti del mondo, tra cui il Messico, paese ospitante, e l’Argentina, campione in carica. L’obiettivo degli azzurri è migliorare la nona posizione raggiunta nell’ultima edizione del 2006 a Murcia, in Spagna DI MARTINA CIPRIANI C Cresce l’attesa. Le aspettative pure. E’ tanta la voglia di arrivare pronti per quello che è l’evento internazionale più prestigioso ed importante. Un appuntamento per cui ogni giocatore si allena tutta la stagione, e per cui ogni match diventa quello giusto, quello decisivo per conquistarsi l’attenzione del coach, la convocazione, la maglia della propria nazionale. Sono infatti ormai alle porte i Campionati Mondiali, che avranno inizio il 29 novembre e che saranno di scena fino al 5 dicembre nell’imponente struttura dell’hotel “Gran Palladium Resort & Spa”, a Cancun, in Messico. La conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta lo scorso ottobre presso la stessa struttura che ospiterà la manifestazione, ha visto la partecipazione delle più importanti cariche del paddle internazionale, tra cui José Luis Garcia, Presidente della Federazione Messicana, e Oscar Nicastro, Vicepresidente della Federazione Internazionale di paddle, certi di assistere ad un evento di portata massima, da un punto di vista sportivo ma anche mediatico, e che tra l’altro, dicono gli esperti, raggiungerà una copertura televisiva quasi raddoppiata rispetto alle passate edizioni. Un campo centrale con pareti di cristallo ed erba sintetica capace di ospitare fino a 1.500 spettatori, 6 campi laterali, sempre circondati da pareti di cristallo e in erba sintetica, 5 ristoranti, oltreché punti di accoglienza e di ristoro: questa è l’imponente struttura che accoglierà le squa- La conferenza stampa di presentazione dei Mondiali svoltasi a Cancun dre ma anche il pubblico, che si prevede numeroso. Gli azzurri voleranno alla volta del Messico per migliorare la nona posizione raggiunta nei Campionati Spagnoli di Murcia del 2006. Avversarie dell’Italia il Messico, Paese ospitante la manifestazione, la Francia, il Brasile, l’Argentina campione in carica, la Spagna, gli Stati Uniti, il Canada, il Paraguay, l’Inghilterra, il Portogallo, la Svezia, l’Uruguay, il Cile e la Svizzera. Matteo Reina, coach della nazionale ma anche giocato- re esperto e protagonista di questo 2010 nel Circuito Nazionale, porterà con sé un’Italia composta da Roberto Agnini, (uno dei leader indiscussi di questa squadra e al secondo posto della classifica nazionale) Enrico Burzi, Francesco Catenacci, Alessandro Palli, Sebastiano Sorisio, Isidoro Spanò e Alessandro Testoni (al primo posto della classifica nazionale). Ma i nostri ragazzi non saranno i soli a raggiungere il continente sudamericano. Per il paddle in gonnella, grandi Super 31 Tennis speranze anche per le nostre azzurre, quinte ai Campionati Mondiali di Murcia del 2006, da giugno di quest’anno guidate dall’allenatrice-giocatrice Ilenia Zanotti, oramai il pilastro di questa nazionale. Valentina Bronzetti, Martina Camorani, Elena Facchini, Laura Pollacci, Giulia Nenzioni, Valentina Farini, insieme alla Zanotti, appunto, sono le ragazze che voleranno alla volta del Messico. Manca davvero poco. Non ci resta che attendere, e (perché no?) tifare. la voce delle REGIONI CALABRIA Il CT Rocco Polimeni diventa Cpa di Rosaria Ionà U n piccolo, grande passo verso un futuro sportivo migliore. Il 2010 è stato l’anno dell’avvio delle attività dei Centri periferici di allenamento su tutto il territorio nazionale: finanziati dalla Fit, sorgono all’interno dei circoli più prestigiosi, capaci di offrire gli spazi NORD CENTRO SUD CAMPANIA Autunno tra tornei e raduni di Maria Grazia Ciotola A Il Centrale del CT Rocco Polimeni indispensabili per l’allenamento dei giocatori under 14 individuati dal settore tecnico nazionale. Per la Calabria, la Fit ha scelto quale location del CPA il Ct “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria. Ad occuparsi delle sedute di allenamento saranno i tecnici della Fit sotto la supervisione del direttore tecnico nazionale Renzo Furlan, del direttore dell’Istituto superiore di formazione “Roberto Lombardi” Michelangelo Dell’Edera, del coordinatore dell’attività giovanile e del centro tecnico nazionale di Tirrenia Giancarlo Palumbo e del responsabile per la preparazione fisica nazionale Pino Carnovale. A oggi sono Francesco Veneziano, Irene Lavino, Angela Scarfò, Corrado Summaria e Gaia Magurno i migliori atleti calabresi selezionati: si alleneranno con una frequenza di 2 sedute settimanali nel periodo ottobre 2010-Giugno 2011. “Una serie di situazioni ci fa ben sperare che siamo sulla strada giusta - afferma Paolo Girella, maestro federale, originario di Reggio Calabria -. Il lavoro svolto nei vari circoli è sicuramente adeguato, ma vedere i ragazzi due o tre volte a settimana in un centro così importante serve sicuramente come uno stimolo maggiore. Questo è solo un primo passo. Il problema della nostra terra è legato alle strutture – aggiunge - . I maestri lavorano benissimo, tant’è che riescono a fare emergere frequentemente ragazzini competitivi a livello nazionale. Quando gli atleti compiono 13-14 anni, però, i maestri non sono più in grado di seguire questi ragazzi: il maestro di un circolo, infatti, non può lasciare il proprio lavoro per accompagnare un solo ragazzo in Europa”. All’interno dei CPA si svolgeranno corsi di aggiornamento pre-insegnati e preparatori fisici, corsi di formazione per istruttori di 1° e 2° livello, corsi di formazione per preparatori fisici di 1° grado, riunioni informative per insegnanti e dirigenti, raduni di monitoraggio per le categorie under 10. utunno caldo in Campania. Mentre il Centro tecnico del Comitato campano ha ripreso la rinnovata attività programmatica ed organizzativa per sviluppare il progetto giovani, si sono conclusi eventi internazionali di valore, come l’”Accademia Tournament - Trofeo Db Traderoil”, torneo internazionale Itf da 10mila dollari organizzato dall’Accademia Tennis Agnano, vinto da Claudio Grassi in finale su Federico Torresi (60 76), ed il “Tennis Europe Junior Masters” disputato allo Sporting Poseidon di Ercolano, che ha visto in campo i migliori under 14 e 16 d’Europa. Ottobre è stato anche il mese degli ultimi tornei Open in Campania, con il successo del torneo “Città di Sorrento”, organizzato dl TC Montariello - evento caro a Mimmo Carnuccio, presidente di Fit Servizi - vinto da Enrico Burzi in finale su Marco Crugnola (63 26 62). Si sono conclusi anche gli ultimi campionati a squadre regionali. Nella serie D2 femminile titolo all’AS Duemila Napoli in finale sul New Age di Piedimonte Matese, mentre nella D2 maschile successo dell’Ideal Napoli in finale sul TC Alto Livello Un raduno al Centro Tecnico campano Cicciano. Infine, nel campionato regionale di serie D3 maschile, che alla sua prima edizione ha visto in gara oltre 100 club, successo del Tennis Epomeo Napoli in finale sull’AS 2002 Benevento. Intanto, vanno avanti i raduni tecnici promossi dal Comitato campano. In ottobre a Fuorigrotta, Benevento e Caserta, con la massiccia presenza dei tecnici regionali e dello staff del Comitato e con l’intervento di Nicola Fantone, tecnico nazionale e supervisor degli appuntamenti giovanili in Campania. EMILIA ROMAGNA Il Masters Natale Fontana Gioielli di Michael John Lazzari S ui campi in terra rossa del Cierrebi Bologna si sono conclusi i Masters del circuito regionale Natale Fontana Gioielli 2010 riservato ai veterani over 45 e 55 e alle Ladies over 40 lim. terza cat, dopo un Super 32 Tennis Da sinistra a destra: il vincitore Over 45 Fabrizio Terzi; le finaliste Ladies Sandra Sazzi e Paola Postacchini; i finalisti Uner 10 maschile e femminile La premiazione del Trofeo Città di Ronchi anno ricco di gare. Nell’Over 45 successo per Fabrizio Terzi (3.2, Ct Bologna) che non ha lasciato nemmeno un set agli avversari. Buono il torneo del finalista Vittorio Gadda (3.4, Tennis Decima). Nell’Over 55 ha bissato la vittoria della scorsa edizione Franco Claudi (3.4, Ct Cervia), anche lui senza cedere un set. Ottima la prestazione del finalista Paolo Tossani (3.5, Ct Parma). Nelle Ladies pronostico rispettato con la vittoria di Sandra Sazzi (4.2, Sant’Andrea Bagni) su un’ottima Paola Postacchini (4nc, Tc Nettuno). Da segnalare la prova di Manuela Monetti (4.3, Ct Bologna) capace di portare al terzo set in semifinale la Sazzi. Nella parte bassa del tabellone semifinale per Prisca Guidetti (4.3, Tennis Club Lendinara), ammirevole per la tenacia. Presente a bordo campo il canale tv della FIT Supertennis (il servizio è stato inserito nella rubrica “La voce delle Regioni”). Premiazioni alla presenza del presidente FIT Emilia Romagna Carlo Cesari, del vicepresidente Giovanni Ricci Bitti, del consigliere responsabile veterani Gianni Pinotti, dello sponsor del circuito Giorgio Sinigaglia e del direttore del Cierrebi Saverio Pierini. Sempre in tema di Master, ma questa volta in ambito giovanile, alla presenza delle massime autorità del Comitato Regionale FIT Emilia Romagna e nello specifico dei rappresentanti del settore giovanile Pallweber e Furlanetto, si è concluso sui campi del Cus Bologna il Master giovanile Australian 2010. Grande successo di pubblico per una manifestazione che si è confermata al vertice per mettere in mostra i nostri migliori giovani talenti. Questi nel dettaglio i risultati della finali: U10 maschile Taddia b. Vianello 46 75 86, U10 femminile Ruffini b. Tcherkes Zade 64 63, U12 maschile Della Valle b. Coloretti 61 62, U12 femminile Elisa Gugnali b. Serena Gugnali 62 61, U14 maschile Porisini b. Piccolo 64 63, U14 femminile Abbate b. Nadalini 06 75 63. ti per avere la meglio sull’emergente tredicenne della società Gaja, Gianluca Grison (affossato il tie-break che conduceva per 6-1!). Alle piacevoli scorribande delle racchette dei teen-agers, dominatrici della parte bassa del tabellone, si delineava, al lato opposto, l’avanzata da parte del maturo Mauro Sussan. Il consistente giocatore, alla vigilia del trasferimento nel circolo di Ronchi, era stato abile nell’emergere da due sfide roventi, la prima contro l’argentino Savino Esteban Eduardo ( Circolo Ferriera di Servola), e la seconda nel testa a testa con Francesco Bulfone (Tc Gradisca). Cosi la sfida conclusiva proponeva il raffronto tra due generazioni con le relative implicazioni sportive: esperienza di fronte all’impeto giovanile. Parte sciolto Zacchigna, mette forza nella prima di servizio cercando traiettorie estreme, esecuzioni che gli permettono di segnare ace o a comandare lo scambio con l’avversario in emergenza nell’inseguire i suoi diagonali eseguiti con il rovescio bimane. Scivola via veloce il primo set, lasciando l’impressione di un incontro già scritto, ma la grinta e l’esperienza del coriaceo Sussan emerge nel secondo parziale. Si inverte il trend, Zacchigna incomincia a sbagliaree alcune risposte, Sussan insiste con il back e prende sempre più spesso la via della rete, tattica che lo ripaga fino al 4-1. Non perde la calma il mancino triestino, fredda con pallonetti radiocomandati le discese del rivale, riaggiusta dritto e servizio, lotta senza mollare una palla e vola verso il terzo titolo di categoria. All’inizio della giornata, la gara di chiusura del tabellone degli Nc registrava la resa di Marco Seibessi del Tc Ronchi nei confronti di Massimiliano Poretti della Polisportiva San Marco. Premiazioni condotte dal presidente del sodalizio Lucio Baradel e dal presidente regionale Fit Antonio De Benedittis. RISULTATI: Quarti: Bulfon b. Forza 64 63, Sussan b. Savino 62 36 64, Zorzin b. Grison 76 36 64, Zacchigna b. Papagna 76 62; Semifinali: Sussan b. Bulfon 62 36 62, Zacchigna b. Zorzin 36 75 76;. Finale: Zacchigna b. Sussan 62 64. FRIULI VENEZIA GIULIA Zacchigna firma il Ronchi di Fausto Serafini P er arrivare all’incontro decisivo per il titolo dell’XI Trofeo Città di Ronchi, gara maschile riservata ai 4a categoria, Davide Zacchigna, 17 anni distribuiti su 194 centimetri, aveva dovuto ben soffrire, nel turno di semifinale, contro lo sbarramento tecnico del 14enne goriziano Matteo Zorzin, ragazzino che a sua volta aveva dovuto serrare i den- LAZIO Assoluti: titoli a Santopadre e Sulpizio di Marcello Giordani I XXX Campionati Assoluti Regionali al Circolo Villa York di Roma si sono conclusi con le vittorie di Valentina Sulpizio e di Vincenzo Santopadre. Per la Sulpizio primi games concessi in questo torneo solo nella Super 33 Tennis la voce delle REGIONI finalissima: infatti Valentina, che aveva infilato una serie impressionante di 60 60 nei turni precedenti, contro Stefania Chieppa si è dovuta accontentare di un 64 64. La Chieppa, che gioca con La stampa di Torino ed era la testa di serie n. 2, aveva superato in sequenza Basciani (61 61), Pappacena (62 60) ed in semifinale la Santoni (76 75). In discesa, come detto, il cammino della Sulpizio (Tc Viterbo), che aveva regolato Lavoretti, Moroni e Carolina Orsi. Diverso l’esito del torneo di singolare maschile, dove sono cadute le due prime due teste di serie, il favoritissimo Flavio Cipolla ad opera di un sorprendente Giulio Di Meo, e Francesco Piccari per mano di Vincenzo SanValentina Sulpizio e Vincenzo Santopadre topadre, ormai un protagonista assoluto di questa manifestazione che lo ha visto più volte vincitore sia in singolare che in doppio e che vanta titoli anche nel misto in coppia con la moglie Carolina Boniek, figlia del popolare calciatore che ha vestito le maglie di Juventus e Roma. Santopadre, che gioca per il Canottieri Aniene in A1, doveva difendere il titolo conquistato nella scorsa stagione e si è presentato in ottima forma: nel primo turno ha superato Stabile per 61 61, nel secondo Russo per 64 60 e nei quarti Marco Viola per 64 62, poi la semifinale con Francesco Piccari risolta con un 64 63 in suo favore. Di Meo, quest’anno tesserato per il TC Udinese, invece, dopo aver superato il primo turno per rinuncia, ha battuto Di Ienno per 36 64 62 e Van Ingen nei quarti per 64 62 prima della performance in semifinale contro Cipolla, che lo ha visto prevalere per 64 63 proiettandolo in finale. Proprio questa vittoria deve aver prosciugato le energie nervose di Di Meo che nella finalissima ha lasciato via libera a Santopadre, subendo un secco 61 61 dal riconfermato Campione di questa edizione di questi Assoluti Laziali. Nel doppio titolo a Mirko Nasoni e Valerio Museo (76 63 a Giacomo Vianello e Michele Bruno). LIGURIA Assegnati gli scudetti di Serie D di Marco Preti L a Liguria ha assegnato i titoli regionali a squadre di serie D. I due scudetti della D1 sono entrambi finiti nella bacheca del Break Point Savona. Per i maschi il tabellone è stato costellato di una serie interminabile di 4-0. I due fratelli Caravelli (Emanuele e Bartolomeo) hanno vinto poi in finale contro Sarzana, dove hanno beneficiato anche del ritiro di Fabrizio Sanguinetti e Andrea Nistri. Gli altri due punti erano stati ottenuti da Tomislav Raca su Maiorino (62 63) e da Gabriele Legge (62 62 ad Alessandro Sambuchi). Nel femminile la finale è arrivata invece al doppio di spareggio e il Savona l’ha spuntata per 3-2 sulle genovesi del Tennis Club Le Palme. Da parte savonese c’erano Giulia Schivo ed Elena Petrazzini (con un buon passato in B), dal versante ge- NORD CENTRO SUD Il Savona vincitore della D1 novese Margherita Peri, tuttora classificata 2.8. Se la Peri ha disposto (63 61) della Petrazzini, unendo il suo punto a quello di Laura Martucciello (vincente contro la Bracco), nulla ha invece potuto la terza genovese, Beatrice Gollini, contro una Schivo ancora in ottima forma. Il 2-2 arrivava, dopo tre set combattuti, dal doppio Schivo/Petrazzini: poi le stesse si ritrovavano nello spareggio ancora contro Gollini/Peri, imponendosi per 76 62 e conquistando il titolo. Il circolo Biancorosso di Carcare ha invece vinto il campionato di D2 maschile, battendo in finale l’altra grande favorita del campionato, il Tennis Club del Principe di Genova. Vittoria secondo pronostico quella del Biancorosso dei fratelli Igor e Adriano Parodi, davvero troppo forti per questa categoria. L’incontro d’apertura ha visto Igor imporsi per 60 62 a Roberto Gatto. Per i colori del Principe arrivava comunque un punto grazie al bel match giocato da Gian Carlo Nanni, che spegneva rapidamente le velleità di Roberto Moiso (62 61). A questo punto però andava in campo Adriano Parodi (3.1) per la sfida dei numeri 1 con Emanuele Bianconcini (3.3) e la dimostrazione di forza del savonese era impressionante con il capitano ospite raccoglieva un solo game. Restava il doppio, ma con una coppia come Parodi/Parodi il Biancorosso non aveva molto da preoccuparsi: infatti Gatto/Bianconcini cedevano per 62 61. Infine il TC Loano ha portato a casa il titolo della serie D2 femminile, battendo in finale le ragazze della Unione Sportiva Taggese per 2-0, con Veronica Giusto vincente sulla Prevosto e Claudia Pomarici trionfatrice su Cecilia Borgotallo. RISULTATI: D1 Maschile - Finale: Savona b. Sarzana 4-0 D1 Femminile - Finale: Break Point Savona b. Le Palme Genova 3-2 D2 Maschile - Finale: Biancorosso b. Principe 3-1 D2 Femminile - Finale: Loano b. Taggese 2-0 LOMBARDIA A un passo dal titolo di Cristian Sonzogni L a squadra under 12 maschile della Polisportiva Curno e quella under 14 femminile del Tc Ambrosiano sono andate ad un soffio dallo Super 34 Tennis scudetto. I ragazzi bergamaschi, guidati da Leonardo Mora, hanno chiuso Il team della Polisportiva Curno; in basso Verzeroli infatti al secondo e Culea, finalisti al Mongodi posto nella final four del Ct Giussano. A batterli, dopo due vittorie su Lanciano e Parioli Roma, è stato il Tc Napoli, che si è imposto per 2-1 al doppio di spareggio. “Malgrado la sconfitta - spiega il capitano e allenatore Leonardo Mora - sono davvero contento di come hanno giocato i ragazzi. Abbiamo dato tutto, non è bastato: ma abbiamo confermato di avere un grande vivaio, visto che tutti i nostri sono nati e cresciuti tennisticamente sui campi di Curno”. Protagonisti dello splendido campionato sono stati Filippo Mora, Lodovico Buffoni, e ancora Ghilardi e Foresti. Secondo posto finale anche per le under 14 del Tc Ambrosiano, che al Tc Perugia hanno chiuso dietro al Tc Kaltern campione d’Italia, ma davanti a Montekatira e Palagiano. Per l’Ambrosiano, protagoniste Prati, Morar e Orlandi. Passando al tennis in carrozzina, è il bergamasco Marco Verzeroli, testa di serie numero 2, il vincitore dell’edizione 2010 del Memorial Mongodi di Cividino, il torneo nazionale organizzato da Sbs (Special Bergamo Sport) e Tennis Mongodi. Partito tra i più accreditati per incamerare il trofeo, il padrone di casa non ha deluso le attese, dominando in semifinale Mestriner (61 60) e soffrendo solo un po’ di più nell’ultimo atto contro Culea (n. 4), capace di eliminare in semi il primo favorito Paolo Cia (62 62). Il match decisivo ha visto i due rivali esprimersi al meglio solo a sprazzi: alla fine la spuntava Verzeroli per 62 63. In doppio, successo bis per Verzeroli in coppia con Mestriner: i due favoriti hanno battuto nella sfida decisiva Trevisiol e Cia per 61 60. I RODEI PER I GIOVANI A BERGAMO La Federazione provinciale di Bergamo ha diramato gli appuntamenti con formula rodeo riservati ai giovani. Si comincia il 30 ottobre da Curno e Brusaporto, si chiude il 20 febbraio con tre prove under, quelli del Fortennis, di Dalmine e di Bagnatica. Il Master finale è in programma sempre al Tc Bagnatica il 26 e 27 febbraio. CALENDARI: Under 12. 30 ottobre-1 novembre: Curno. NOVEMBRE. 6-7: Romano di Lombardia, 13-14: Mongodi Cividino, 20-21: Osio Sopra, 27-28: Fortennis. DICEMBRE. 4-5: Scanzorosciate, 11-12: Tennis Arca, 18-19: Fabiani Albano. GENNAIO. 15-16: Osio Sopra, 22-23: Mongodi Cividino, 29-30: Comunale Sarnico. FEBBRAIO. 5-6: Bagnatica, 12-13: La Quarenga Almenno San Bartolomeo, 19-20: Fortennis. Under 14: 30 ottobre-1 novembre: Curno. NOVEMBRE. 6-7: Treviglio, 13-14: Mongodi Cividino, 20-21: Tennis Arca, 27-28: Comunale Sarnico. DICEMBRE. 4-5: Bagnatica, 11-12: Osio Sopra, 18-19: Romano di Lombardia. GENNAIO. 15-16: Fortennis, 22-23: Mongodi Cividino, 29-30: Montecchio Alzano. FEBBRAIO. 5-6: Fabiani Albano, 12-13: Osio Sopra, 19-20: Dalmine. Under 10 e 16: 30 ottobre-1 novembre: Brusaporto. NOVEMBRE. 6-7: Dalmine, 13-14: Comunale Sarnico, 20-21: Bagnatica, 27-28: Osio Sopra. DICEMBRE. 4-5: Fabiani Albano, 11-12: Lovere, 18- 19: Pontirolo. GENNAIO. 15-16: Mongodi Cividino, 22-23: Zanica, 29-30: Treviglio. FEBBRAIO. 5-6: Fortennis, 12-13: Tennis Arca, 19-20: Bagnatica. MARCHE Palpacelli campione regionale di Roberto Senigalliesi E ’ Roberto Palpacelli il campione regionale di tennis 2010. Ha conquistato il titolo al Morelli Ascoli, dove i campionati sono tornati a disputarsi dopo una trentina d’anni di stop, dimostrando di essere sempre in forma nonostante le sue 40 primavere. Il mancino di San Benedetto, classificato 2.3, alla presenza di un folto pubblico ha battuto in finale l’ascolano del Morelli Marco Bonelli (2.7) al termine di un bel match, equilibrato e spettacolare, piazzando due break in entrambi i set che avevano avuto un andamento regolare. Nel secondo set Bonelli, sul 4- 5, è riuscito a salvare un primo match point ma non a fermare l’avversario al secondo. Altrettanto spettacolari erano state le due semifinali. Palpacelli riusciva ad imporsi a Daniele Giuliani del CT Camerata Picena (2.4) riuscendo a rimontare da 1-5 nel secondo set, dopo aver vinto il primo a zero. Bonelli riusciva invece ad avere ragione dell’altro ascolano, Matteo Melchiorre (2.4), solo al tie-break del terzo set, dopo un match avvincente. Da segnalare l’inserimento nei quarti di finale del quindicenne Nicolas Compagnucci dell’AT Macerata, proveniente dal tabellone di terza categoria e con classifica 3.3, che non ha sfigurato contro Palpacelli. Sempre nei quarti Matteo Spernanzoni e Fabrizio Pili (anche lui dal tabellone di terza), mentre Piercarlo Cocciò ha impegnato al terzo set Bonelli. Dal tabellone di terza categoria sono approdati a quello principale anche Vittorio Panichi ed il giovane Edoardo Lamberti, poi battuti da Compagnucci e Pili. Dal tabellone di quarta erano emersi Baldini, Mrinelli, Tama, Gentili, Gerrieri, Panichi e Calore. RISULTATI: Quarti: Palpacelli b. Compagnucci 64 64, Giuliani b. Spernanzoni 61 61, Bonelli b. Cocciò 46 6-4 6-1, Melchiorre b. Pili 6-4 6-1; Semifinali: Palpacelli b. Giuliani 60 75, Bonelli b. Melchiorre 63 57 76; Finale: Palpacelli b. Bonelli 75 64. MOLISE Fantone: “Il tennis deve ripartire” di Ida Santilli D a circa 5 anni ha ricevuto dalla FIT l’incarico di responsabile del settore nazionale under 12 e coordina tutte le scuole tennis del Centro Sud, dal Lazio fino alle isole. Nicola Fantone, originario di Castel di Sangro, ha chiamato a raccolta i dirigenti e i tecnici del Molise per illustrare i punti salienti dell’attività tecnico-promozionale messa a punto dalla Federazione. Un incontro che arriva in un momento di stasi del movimento tennistico regionale dopo una stagione agonistica tutto sommato positiva sotto il profilo della partecipazione. “Il livello medio del tennis giocato dai ragazzini italiani - ha spiegato Fantone - è Super 35 Tennis la voce delle REGIONI NORD CENTRO SUD Cecilia Castelli nell’under 12; tra i maschi Stefano Napolitano e Matteo Donati si sono classificati secondi nel doppio maschile under 16. Nelle competizioni a squadre bella vittoria della società Sporting Borgaro che ha vinto con Andrea Turco e Alessandro Giuliato, il campionato italiano under 14 maschile, migliorando il secondo posto della scorsa stagione con una formazione del tutto rinnovata e la Pro Vercelli che con Cecilia Castelli ed Anna Turco è vicecampione under 12 femminile. Occorre infine ricordare che il supporto dell’Assessorato allo Sport della Regione Piemonte che con il progetto “Tutela del Talento” fornisce un contributo al Comitato per soddisfare, in parte, le esigenze economiche delle trasferte delle squadre regionali e premiare i risultati sportivi dei nostri giovani. I giovani tennisti molisani molto cresciuto negli ultimi anni. Nel Molise ci sono tutti i presupposti per far ripartire con slancio l’attività tennistica che da qualche anno ha subito un rallentamento. L’entusiasmo di maestri, istruttori e presidenti dei club certamente darà una marcia in più per rilanciare l’attenzione verso la pratica, anche agonistica, di questo sport. Sono certo - ha continuato Fantone - che con la collaborazione di tutti si riusciranno a raggiungere risultati soddisfacenti” . PIEMONTE Tutti i successi del 2010 di Ugo Veglia A nche quest’anno il Piemonte ha raggiunto i vertici nazionali nel settore giovanile, confermando le aspettative di tecnici e dirigenti. Ormai da parecchio tempo investiamo su ragazzi che si impegnano per raggiungere obiettivi di primato nel nostro sport. La professionalità e disponibilità dei tecnici, la capacità organizzativa del Comitato Regionale e dei Circoli, la bravura dei ragazzi e il notevole apporto economico profuso dalle famiglie, ha consentito di ottenere livelli e risultati che continuano a far primeggiare la nostra Regione: concludiamo la stagione con cinque titoli nazionali individuali ed un secondo posto, un titolo nazionale ed un secondo posto a squadre. Meglio hanno fatto le ragazze che hanno vinto il titolo indiviProcacci e Gardella premiate a duale under 16 in singolo ed in Finale Ligure doppio con Camilla Rosatello, quello under 14 in singolo ed in doppio con Giulia Pairone, il titolo di doppio under 13 con Anna Maria Procacci e Federica Gardella, il secondo posto under 12 con PUGLIA Progetti per il futuro di Marianna La Forgia P rogetti per il futuro. Ed un sacco di carne a cuocere. Il programma agonistico per i giovani tennisti pugliesi è davvero bello ricco di appuntamenti e impegni da adrenalina e come recita lo slogan del calendario della Federazione pugliese, ‘a ciascuno la sua gara’. Intanto si parte con i Pia (Progetti dei piani integrati d’area) 2010-2011 che rientrano in un piano più ampio di attività promozionale voluta dalla Federazione: è organizzato un circuito nazionale con lo svolgimento di sei tappe per ogni macroarea alla fine delle quali si terrà un master nazionale, ma vengono contemplate le fasi interprovinciale, il grande slam regionale e il challenger intercircolo. Le categorie a cui si rivolgono i Pia vanno dagli under 6 agli under 16. C’è poi un altro appuntamento imperdibile e che sta diventando il volano di tanti baby tennisti gioiello della nostra regione, la “Coppa Belardinelli”, i cui raduni sono già iniziati da ottobre 2010 per concludersi a febbraio prossimo. Quest’anno è stata proprio la Puglia a conquistare l’ambito trofeo come campioni d’Italia, un festeggiamento avvenuto nel Circolo Tennis Bari con la premiazione della promessa italiana under 12 Martina Zerulo e Andrea Pellegrino, campione italiano under 12 di singolo e doppio nel 2009, e finalista di singolo e doppio nel 2010. E ancora la “Coppa d’Inverno”, (per i nati ‘96-‘97) campionato a squadre a cui parteciperanno oltre alla Puglia, le Marche, il Piemonte (testa di serie numero 1) e l’Abruzzo, e poi la “Coppa delle Province” per gli atleti del 2000-2001. Insomma, anche per questa stagione agonistica il tennis pugliese non deluderà chi è sempre affamato di buono sport. Il condimento, di qualità, saranno come sempre i ragazzi. SARDEGNA Ecco i campioni di quarta di Lazzaro Cadelano I l Tennis Club Costa di Sopra ha eletto i Campioni sardi di Quarta categoria 2010. Due settimane di tennis sui tre campi in mateco del circolo di Quartu Sant’Elena in cui 182 racchette si sono date battaglia Super 36 Tennis Il predidente Carta con i finalisti e le finaliste dei Campionati sardi di quarta categoria a caccia dell’ultimo scudetto individuale per il 2010 del tennis sardo. “Teniamo tanto a questo torneo che abbiamo ospitato per cinque anni consecutivi e questa è la sesta edizione” - ha dichiarato il presidente e Maestro Carlo Carta -. Siamo riusciti a crescere con questo torneo, migliorando e dando sempre qualcosa di più nell’organizzazione, e la risposta di quasi 200 giocatori ne è la dimostrazione”. I campionati di Quarta poi, hanno sempre avuto un fascino speciale, perché da questo torneo sono passati alcuni dei giocatori più rappresentativi del tennis sardo degli ultimi anni, che da giovanissimi hanno vinto questo torneo. Quest’anno però nel tabellone principale maschile, la tendenza è stata invertita. Non perché mancavano i giovani di talento, anzi, la maggior parte dei 93 ai nastri partenza erano under 20, ma perché la finalissima per il titolo ha opposto Matteo Rotoni Bruni, 36 anni, e Gianluca Orrù, di 41 anni. La partita è stata avvincente: il Dj di Radiolina, tesserato per il Tc Cagliari, ha superato il tennista del Tc Su Planu per 64 64. Bruni, che in passato sulla tessera Fit aveva una classifica di rango superiore, festeggia comunque questo titolo: “La vittoria è riuscire a giocare e poi divertirsi. E’ un stato torneo difficile e ho incontrato tanti ragazzini terribili per arrivare alla finale. Sul 5-2 al secondo ho fatto errori dovuti alla paura di vincere, in particolare una volèe facile sbagliata: ci ho pensato per due game. Se avessi perso per quell’errore, cui non ho smesso di pensare, non me lo sarei perdonato”. Si è invece confermata “verde” la linea nel tabellone rosa, con la finale tanto attesa tra Alessandra Lenzini (17 anni, del Tc Cagliari) e Martina Mone (13 anni, de Le Saline): la tennista di Monte Urpinu l’ha spuntata per 64 36 61. Lenzini saluta così la Quarta categoria con il titolo: “Ho già i punti per passare 3.5, l’obbiettivo di questo anno è stato raggiunto. Sono contenta per il titolo, ma adesso penso all’anno prossimo e a diventare 3.4”. Il Gs Le Saline ha piazzato tre bandiere nelle quattro finali, ma ha portato a casa solo il titolo nel doppio misto grazie a Mauro Testa con Martina Mone che hanno sconfitto 63 62 Sandro Sassu (Cus Cagliari) e Claudia Martis (Sporting Quartu). Secondo posto per Mirko De Montis (Le Saline) e Antonio Corda (Margine Rosso) nella finale spettacolo di doppio maschile vinta dal tennista di casa Giampiero D’Emidio in coppia con Fabrizio Nepitella del Tc Su Planu in rimonta: 57 64 10-8. D’Emidio si gode il titolo: “Ne avevamo vinto un altro, Veterani, senza giocare, questo, conquistato sul campo da una soddisfazione in più”. SICILIA Tempo di Masters colò Schilirò (Tc Adrano) prevalere per 63 63 su Giuliano Randazzo (Ct Palermo). In finale poi Schilirò ha battuto Ingarao per 60 60. Nell’U12 femminile Federica Bilardo (Ct Palermo) ha superato agevolmente Alice Di Matteo (Tc Palermo 2) col punteggio di 60 60 ed Eleonora Liga (Ct Palermo) ha battuto Chiara Andaloro (Polisportiva G. Rescifina) per 62 60. La finale è stata vinta dalla Bilardo sulla Liga col punteggio di 63 61. Nel master riservato alla categoria U14 maschile, il pubblico presente ha assistito a delle partite combattute sin dal primo turno. In semifinale Giorgio Villari (Ct Vela Messina) e Giorgio Passalacqua (Ct Palermo) hanno avuto ragione rispettivamente di Lorenzo Incontro (Tc Lentini) e Giovanni Sanci (Ct Trapani). Combattuta la finale, dopo un primo set vinto da Villari 76(5), ottimo il ritorno di Passalacqua che dopo aver conquistato il secondo set per 63, si è aggiudicato il terzo col medesimo punteggio. Nell’U14 femminile la vittoria è andata a Dalila Spiteri (Tc Match Ball Siracusa) per il forfait dovuto ad un malessere di Ginevra Chiara (Tc Montekatira). Tra i “più grandi” il master Open che si è svolto sui campi del Circolo Tennis Comiso è stato vinto da Salvatore Caruso (Match Ball Siracusa) che in finale ha superato il compagno di club Ettore Zito. In semifinale i due avevano avuto la meglio, rispettivamente, di Emanuele Sammatrice, anche lui del circolo aretuseo, e di Cosimo Munzone (Tc Montekatira). Tornando ai più piccoli si è conclusa con un ottimo secondo posto l’avventura della rappresentativa siciliana nel “Trofeo Morini”. A Prato la squadra guidata dai maestri Visalli e De Simone è stata sconfitta solamente dall’Emilia Romagna, migliorando il terzo posto ottenuto lo scorso anno. TOSCANA di Enrico Roscitano P er il secondo anno consecutivo la rappresentativa regionale della Toscana che ha partecipato al “Memorial Francesca Morini”, manifestazione riservata alle categorie under 12 maschile e femminile, è di Fabio Tedesco C on la stagione che volge al termine anche in Sicilia è tempo di master nelle diverse categorie. Quest’anno il circuito under 12 e under 14 maschilee femminile ha avuto il suo epilogo sui campi del Taormina Sporting Club. Il torneo come sempre ha mostrato l’ottimo livello tecnico raggiunto dai giovani atleti siciliani. Nell’U12 maschile le semifinali hanno visto Alessandro Ingarao (Tc Siracusa) superare per 62 60 Roberto Bello (Polisportiva Avola), e Ni- Il “Memorial Morini” e’… emiliano I partecipanti al Memorial Morini Super 37 Tennis la voce delle REGIONI rimasta a bocca asciutta. L’ultima volta che il team di casa ha vinto il prestigioso torneo è stato, infatti, nel 2008. L’edizione numero otto è stata vinta dall’Emilia-Romagna, presentatasi a Prato con una squadra compatta in entrambi i settori, dove l’ha fatta da padrone Enrico Dalla Valle, premiato alla fine come miglior giocatore della manifestazione. Al femminile lo stesso titolo è andato alla pugliese Martina Zerulo. In finale la rappresentativa emiliana ha superato una bella Sicilia che, per la terza volta di fila, ha conquistato il podio sfiorando il successo. Terzo posto per il Lazio che ha superato proprio la Toscana, mentre Marche, Alto Adige, Puglia e Umbria hanno completato la classifica. Per quanto riguarda la rappresentativa toscana, guidata dal maestro Romeo Tanganelli, si è rivelata molto solida nel settore femminile dove ha sempre vinto, ma poco competitiva in quello maschile, dimostratosi all’altezza solo nel match d’esordio. Questi gli elementi a disposizione di Tanganelli: Elisa Cordovani, Martina Pratesi, Alessandra Simonelli, Lucrezia Stefanini, Alessio Bulletti, Tommaso Dinelli, Filippo Fratini, Tommaso Schold. La manifestazione, dedicata alla memoria di una giovane maestra di tennis prematuramente scomparsa, è stata organizzata dal Tc Prato che, come ogni edizione, ha ricevuto la collaborazione degli altri club della città: Ct Etruria, Tc Bisenzio, Ct Valbisenzio, Tc Costa Azzurra e l’immancabile Ct Paolo Ciampi, circolo che ha visto all’opera la sfortunata maestra e che è stato promotore iniziale di quello che è diventato un prestigioso appuntamento tennistico interregionale. Il periodo di svolgimento è molto buono ed altre regioni si aggiungerebbero volentieri alle otto che sistematicamente rispondono presente. Il torneo è stato condotto dal giudice arbitro Carlo Maccarrone coadiuvato dal direttore di gara Andrea De Marni. In chiusura si è svolta una bella cerimonia di premiazione alla presenza, oltre che dei dirigenti del club organizzatore, del Presidente regionale Guido Turi, del delegato pratese Antonio Bambagioni, dell’Assessore allo Sport di Prato Matteo Grazzini e dei rappresentanti di tutti i circoli che hanno collaborato alla splendida riuscita della manifestazione. TRENTINO Varato il nuovo Centro Federale di Luca Avancini V aro ufficiale lo scorso mese di ottobre alla Baldresca di Rovereto per il nuovo Centro Federale del Tennis Trentino. Si tratta di una delle 21 realtà tecniche volute dalla Fit che, nel caso Trentino, ha richiamato sui campi del Circolo Tennis Rovereto un primo nucleo di promettenti under 13 convocati dal maestro Alberto Tirelli, responsabile della macroarea del Nord. All’apertura ufficiale del Centro erano presenti, tra gli altri Giancarlo Palumbo, delegato del direttore tecnico di Tirrenia Renzo Furlan, ed il presidente della Fit provinciale Marcello Russolo, che ha colto l’occasione per rilanciare e valorizzare di riflesso anche il “progetto giovani” del Comitato Trentino. “Fino a giugno - ha detto Tirelli - i migliori trentini under 13 (dalla classe ‘97 e sotto) si raduneranno ogni venerdì e domenica al centro della Baldresca, destinato a diventare una palestra di confronto ed aggiornamento fondamentale”. Un’opportunità significativa per i ragazzi che non intende snaturare il lavoro delle scuole agonistiche, ma solo valutare i migliori che verranno selezionati, tenendo conto di ogni esigenza legata allo studio (c’è stato anche un vertice con i genitori) ed agli impegni nei vari circoli. Durante la prima giornata di lavoro gli allievi hanno assistito alle lezioni teoriche NORD CENTRO SUD e di tattica del maestro Tirelli, il gruppo era composto dal mancino Giovanni Oradini, gioiellino di casa e fratello minore di Giacomo, Pietro Pecoraro (Ata), Daniele Gramola (Argentario), Sebastiano Dalsasso (Ata), Giulio Tranquillini (Mori), Carolina Cestarollo (Ata), Martina Pola (Levico), Giada Avi (Pergine), Elisa Visentin (Ata), Monica Cappelletti (Ct Trento), quindi nella seconda fascia Alberto Tengattini (Rovereto), To m m a s o Pederzolli (Levico), Alessandro Dagnoli (Levico), Shaka Cristellotti (Ata), Pietro Alcuni allievi del Centro Federale Biscaglia (Ct Trento), Kristian Pedri (Levico), Giulia Maistrelli (Val di Non), Anna Lever (Calisio), Aurora Bertoluzza (Calisio). Alla presenza dei maestri Gerginov (Levico), Cestarollo (Happy), Labrocca (Ata) e Zenato (Rovereto) lo stesso Tirelli ha illustrato la prima fase del progetto e spiegato gli obiettivi di lavoro che punteranno soprattutto sulla mobilità e sul ritmo di gioco. Un lavoro che si snoderà fino al 2011 con monitoraggio delle eccellenze da destinare poi al Centro Nazionale di Tirrenia. VALLE D’AOSTA Open di Saint Vincent: un successo di Demetrio De Gaetano I campi in terra rossa del Grand Hotel Billia hanno ospitato il torneo open da 2.000 euro di montepremi organizzato dal Tennis Club Chatillon/Saint Vincent. Al solito ricco il campo dei partecipanti al torneo maschile con 64 giocatori suddivisi in 4 sezioni intermedie più il tabellone finale. Il livello tecnico è stato garantito dalla presenza di 12 giocatori di 2a categoria tra cui tre valdostani d’origine, ma attualmente tesserati fuori valle: Andrea Alviano, accreditato della testa di serie n° 3 (Tennis Rivoli 2000), Saul Toniolo, testa di serie n° 4 (Sporting La Stampa) e Laurent Bondaz, testa di serie n. 5 (Ca’ del Moro). Nella parte alta del tabellone finale, il passaggio del turno per rinuncia dell’avversario mandava direttamente Bondaz al derby con Toniolo nei quarti: partita a senso unico che vedeva Bondaz vincitore per 62 61 guadagnarsi l’accesso alla semifinale contro Fabio Colangelo (n. 1). Nella parte bassa Alviano superava nei quarti Tommaso Metti per 76 57 63 per affrontare in semifinale Nicola Curto, che con un non meno sofferto 63 36 76 creava la sorpresa del torneo estromettendo Simone Vismara (n. 2). Nella parte alta, nel frattempo, il favorito Colangelo, dopo aver superato al primo turno Andrea Begnis per 62 64 si imponeva su Bondaz per 64 63 ed approdava in finale. Dal canto suo Alviano approfittava al meglio del “buco” lasciato da Vismara e con un perentorio 64 61 su Curto guadagnava il diritto di sfidare il favorito Colangelo. Pronosti- Super 38 Tennis co rispettato nel match-clou con Colangelo vincitore per 64 63. Per quanto riguarda le sezioni intermedie sono da registrare le Le finaliste di Saint Vincent vittorie finali di Paolo Fina nel tabellone NC, di Patric Jacobsson nel 4° categoria e di Marco Guerriero nel 3° categoria. Il torneo femminile, dotato di un montepremi di 1.000 euro, ha visto in campo di 16 atlete suddivise in due tabelloni, quarta categoria e finale. Numerosa la partecipazione di tenniste valdostane, tra cui le prime due teste di serie: Francesca Campigotto, tesserata per il T.C. Albinea e Monica Cantele del T.C. Chatillon Saint Vincent. La Campigotto entrava in gara nelle semifinali, subito sconfitta per 62 61 da Giulia Pairone, che aveva approfittato del forfait nei quarti di Gaia Pesce (n. 4). Nella parte bassa Valeria Campigotto, sorella minore di Francesca, superava nei quarti Michela Pirro (n. 3) per 61 60, e in semifinale Monica Cantele (n. 2) per 60 76. La finale tra le due sorprese del torneo vedeva la vittoria della Pairone (64 64). Nel tabellone di quarta categoria la vittoria finale è andata a Liudmila Sansonova. VENETO Bilanci di fine stagione di Roberto Bonigolo C hiusura di stagione e primi consuntivi. A conclusione dei campionati individuali nazionali delle varie categorie eccoci pronti ad un primo bilancio. E’ mancato purtroppo l’acuto rappresentato da uno scudetto tricolore, ma più di qualche buon risultato è stato ugualmente ottenuto dai nostri portacolori. Cominciamo dalle categorie giovanili. Poche soddisfazioni nella categoria under 11 con il solo Federico Rebecchini (4.4 C.T. Scaligero) che ha superato tre turni ed è approdato ai quarti, stoppato dallo “scudettato” Ramazzotti. Nessuna particolare citazione neppure nell’under 12 in singolare, sia maschile che femminile, ma con la 4.1 Michelle Cillo approdata in finale di doppio in coppia con l’emiliana Gussetti. Maggiori soddisfazioni nell’under 13, soprattutto maschile, ove Semprebon (4.1 Polisportiva Caselle) e Giacomini (4.1 Soc. Canottieri Padova) si sono scontrati nei quarti promuovendo in semi lo stesso Luca Giacomini e, sempre in coppia, conquistando la semifinale di categoria. In campo femminile, invece, da segnalare il secondo posto in doppio dalla vicentina Federica Mordegan (4.1) in coppia con l’altoatesina Meliss. Trascurando l’under 14, dove i nostri rappresentanti sono usciti anzitempo, buoni exploit sono arrivati dall’under 16, soprattutto nella gara femminile grazie ad Angelica Moratelli (una 2.5 del C.T. Scaligero) approdata al terzo turno in singolare e finalista in doppio con la pugliese Stefanelli e, soprattutto, con la 2.5 Francesca Fusinato (emigrata dallo Sc Bassano al Ct Trento) arrivata fino alle semifinali. Arrivando, infine, alle categorie di maggior prestigio (terza e seconda), i risultati più eclatanti sono stati senz’altro ottenuti nella categoria cadetta, grazie alla semifinale in singolare e finale in doppio da parte di Agnese Zucchini (2.3 Società Canottieri Padova) e alla finale conquistata dal portacolori del T.C. Schio Stefano Tarallo (un 2.1 peraltro di origine romane) dopo aver eliminato in Stefano Tarallo semifinale l’altro portacolori veneto Mauro Bosio (C.T. Vicenza). Da notare che lo stesso Bosio è stato premiato anche come finalista in doppio con il lombardo Leopardi. Concludendo infine con la terza categoria, in campo maschile la coppia Tommaso Gabrieli (3.1)/Francesco Salviato (3.3) della St Bassano è arrivata fino alla semifinale nel doppio, mentre nel settore femminile la “teenager” Romilda Zitarosa (3.1 S.T. Bassano) ha concluso in semifinale la sua galoppata stoppata dalla “scudettata” emiliana Emanuela Falleti, e Giorgia Possamai (3.5 C.S. Plebiscito Padova) ha raggiunto la semifinale in doppio in coppia con la cagliaritana Lehner. Super 39 Tennis beach tennis CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI Lazio tricolore Si è giocato al Circolo Tennis Grosseto con in gara otto circoli rappresentativi di altrettante regioni. Ha vinto il Beach Tennis School grazie ai successi di Ludovici/Petrucci nel doppio maschile e di Briganti/ Olivieri nel femminile. Ottima la risposta del pubblico che ha assistito con partecipazione alle gare DI MASSIMO CAPUTI A Al termine di una stagione ricca di tornei, qualità di gioco e di nuovi atleti, si è svolta, a fine ottobre, la quinta edizione dei Campionati Italiani di Beach Tennis. Teatro della manifestazione il Circolo Tennis Grosseto di Via Cimabue dove hanno partecipato alla fase finale gli otto circoli rappresentativi delle regioni: Lazio, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Piemonte, Toscana, Abruzzo e Veneto, divisi in 2 giorni di qualificazione: Girone A: 1 BEACH TENNIS SCHOOL (Lazio) 2 ASD LIDO DI GANDOLI (Puglia) 3 CENTRO ROMAGNA BEACH (Emilia Romagna.) 4 VENICE BEACH TENNIS (Veneto) Girone B: 1 ASD BEACH TENNIS TOSCANA (Toscana) 2 ASD BEACH TENNIS ABRUZZO (Abruzzo) 3 EOLO BEACH (Sardegna) 4 MATCH BALL BRA (Piemonte) Nel Girone A, è prevalsa la forza del Circolo Beach Tennis School che si aggiudicato il primo posto con tre vittore, tutte con il risultato tre a zero. La squadra, composta da Tazzari, Garavini, Ludovici, Petrucci, Belli, Olivieri e Briganti, è apparsa da subito la favorita al titolo, ottenendo successi agevoli in tutti gli incotnri di qualificazione. Al secondo posto si è qualificato Una fase di gioco dei Campionati Italiani Assoluti il Centro Romagna Beach che ha sconfitto sulla teste di serie numero due del girone, Lido Gandoli, grazie alle prestazioni di Meliconi, Carli, Cappelletti, Antonelli, Prati e Sbrighi. Nel girone B, la sorte ha voluto che si affrontassero le finaliste dello scorso anno. Toscani e Abruzzesi hanno, infatti, aperto con una sfida molto combattuta che ha visto si prevalere i toscani per tre a zero, ma con ben due match conclusi al long tiebreak del terzo. Per il resto le due compagini hanno vinto senza grossi problemi gli altri incontri, accedendo alle semifinali. Come da pronostico, equilibratissima la semifinale tra ASD beach Tennis Toscana e Centro Romagna Beach, sbilanciata quella tra la Beach Tennis School e ASD beach Tennis Abruzzo. Il team del Crb (Centro Romagna Beach) ha schierato nel primo incontro la coppia di punta, Carli/Cappelletti, che non hanno lasciato scampo a Galdini/ Peri, superandoli in due set. Il doppio femminile, il punto forte dei Toscani, non ha deluso e ha riportato l’incontro in parità, grazie alla prova di Zanaboni/ Paramucchi, vincenti su di Prati/ Sbrighi. Sull’uno a uno, il doppio decisivo è stato intenso ed emozionante. Una prestazione superlativa di Mazzarone/Capone, terminata al long tie break contro Meliconi\Antonelli, ha regalato la seconda finale consecutiva alla squadra toscana (detentrice del titolo). Va rilevato il clima di sportività Super 41 Tennis nel quale si sono svolti tutti gli incontri. Un plauso, tra gli altri, a Luca Meliconi per aver anche “sgridato” qualche spettatore per il tifo eccessivo nei suoi confronti. Nell’altra semifinale tra Lazio e Abruzzo, c’e’ stato equilibrio soltanto nel primo match tra Ludovici/Petrucci e Forcellini/ De Berardinis, vinto dai romani al long tie break. Briganti e Olivieri non hanno poi trovato alcuna difficoltà nello sbarazzarsi di Pretolesi/Sirena, così come Tazzari e Garavini di Morosato/Manfroni. La finale ha visto, dunque, di fronte toscani e laziali, questi ultimi nettamente favoriti, sopratutto dopo l’infortunio subito da Mazzarone al termine della semifinale. Per la BEACH TENNIS SCHOOL è stata una marcia inarrestabile culminata in finale dove si sono portati sull’uno a zero con Ludovici/Petrucci che, giocando un beach tennis vicino alla perfezione, hanno sconfitto i campioni toscani in carica Galdini/Capone (60 61). Il secondo e decisivo punto è arrivato dal doppio femminile. Briganti/Olivieri hanno superato le colleghe Zanaboni/Paramucchi in due set, 75 61. Il terzo match che avrebbe dovuto vedere schierati Tazzari e Garavini contro Peri/Faenzi non è stato disputato. tennis in carrozzina UN SEGNALE DI CRESCITA Da Albinea una nuova strada Da gennaio 2011 i circoli di tennis che sono affiliati alla Fit potranno tesserare gli atleti paralimpici i quali a loro volta avranno molte più possibilità di praticare l’attività ovunque essi si trovino. Il club reggiano è stato il primo ad applicare questa nuova regolamentazione aprendo così importanti prospettive DI FEDERICO ROSSI “S “Sulla spinta di un gruppo di ragazzi disabili che da tempo si stanno allenando sui campi di Via Grandi, il Circolo Tennis Albinea ha deciso di costituire un proprio gruppo di tennisti in carrozzina. In preparazione di tale attività e per far conoscere tale disciplina ai Soci e alla Comunità albinetana, il Circolo Tennis Albinea promuove e organizza una giornata di benvenuto al Tennis in Carrozzina. L’iniziativa sarà denominata “Wheelchair Tennis Welcome” e coinvolgerà ad invito circa 20 giocatori di Tennis in Carrozzina provenienti da Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto. L’iniziativa gode del patrocinio della FederTennis Provinciale, del Comitato Paralimpico Provinciale e dell’Amministrazione Comunale di Albinea. Al termine della conferenza stampa, Gianpaolo Ferrarini, Consigliere del CT Albinea e responsabile del settore Tennis, consegnerà ai tennisti in carrozzina il materiale sportivo dl Circolo in dotazione a tutti i giocatori di ogni categoria”. Questo virgolettato è il comunicato stampa rilasciato dal Circolo Tennis Albinea per la confe- Alcuni tennisti in carrozzina del CT Albinea. In basso Bruno Carlucci renza stampa di presentazione della nuova squadra paralimpica che vestirà nel 2011 i colori del circolo reggiano. Ma soprattutto è un’importante testimonianza del percorso straordinario che il tennis in carrozzina ha fatto in pochi anni. Sono passati solo pochi mesi da quando il consiglio nazionale del CIP ha demandato alla FIT tutta l’attività paralimpica, ma i suoi effetti, come si vede, si fanno già sentire. Da gennaio 2011 i circoli di tennis che sono affiliati alla Fit potranno tesserare gli atleti paralimpici i quali a loro volta avranno molte più possibilità di praticare l’attività ovunque essi si trovino. In realtà la Federtennis e il Comitato Paralimpico già da tempo collaboravano affinchè questo passaggio di consegne avvenisse senza sconvolgimenti sull’attività, che in quest’ultimo anno ha subito un’impennata importante sia sotto l’aspetto numerico sia come organizzazione di manifestazioni ed eventi. Il nostro paese è uno dei più fertili del mondo a livello organizzativo se si considera che nell’anno che sta per terminare si sono svolti ben 20 tornei tra nazionali ed internazionali, da nord a sud, interessando quasi tutto il nostro territorio. Ma in questo fine anno si comin- Super 43 Tennis cia a vedere anche i risultati che l’integrazione con la federazione tennis ha portato al movimento paralimpico. Il Circolo Tennis Albinea ha di fatto aperto una nuova strada includendo il tennis in sedia a rotelle come una delle “normali” attività agonistiche del club anticipando quello che potrà avvenire in futuro. Naturalmente un passaggio di consegne, benchè importante, non risolve l’atavico problema delle barriere architettoniche, vero tallone d’achille di tutto lo sport paralimpico italiano, ma perlomeno mette in condizione gli atleti di essere più presenti e attivi nella vita del circolo perché parte integrante. Occorrerà lavorare ancora molto per dare a tutti coloro che desiderano giocare a tennis l’opportunità di praticarlo ovunque essi siano ma il percorso tracciato è un importante e decisivo passo verso il futuro. Intanto continua imperterrita l’ascesa dei nostri migliori azzurri e a Toulone, in francia, per poco non realizzavamo una “triplete” con Marco Innocenti, che ha vinto la categoria Quad, Marianna Lauro, vincitrice del torneo femminile, e Fabian Mazzei, fermato purtroppo in semifinale nel torneo maschile. Con questi risultati i nostri giocatori migliorano sensibilmente la classifica mondiale che vede Innocenti al numero 10 del ranking Quad, Marianna Lauro al numero 20 delle classifiche femminili e Fabian Mazzei al 24° di quella maschile. in tv DICEMBRE SU Mercoledi 1 Gran finale live Coppa Davis e Serie A1 La prima finale della Serbia in Davis sarà anche la prima finale Davis di SuperTennis. È il grande evento di dicembre, quello che arricchisce il nuovo palinsesto della tv targata Fit, che per festeggiare i due anni di attività si è rifatta il look. Dopo cinquant’anni di monopolio della Rai, dunque, dal 4 al 6 dicembre sarà SuperTennis a far vivere le emozioni della finale tra Serbia e Francia. Una diretta no-stop con Belgrado, per vedere se Novak Djokovic (nella foto) riuscirà ad aggiungere nel proprio curriculum la vittoria della “Insalatiera”, facendo così meglio di Roger Federer, al quale manca proprio la Davis. Contro la Francia, però, non sarà una passeggiata, visto il cammino dei transalpini. Non sarà questo l’unico evento live del mese, visto che a fine anno si assegnano anche gli scudetti di serie A1. Finali, maschile e femminile, che si giocheranno l’11 e il 12 dicembre a Rovereto e che saranno trasmesse integralmente da SuperTennis, con una copertura dell’evento degna dei tornei di prima fascia. Coppa Davis e Serie A1 che ovviamente saranno protagoniste anche negli appuntamenti con l’informazione. La nuova programmazione del canale ha mantenuto i due spazi con le News, ma sono cambiati gli orari. Per offrire un servizio sempre più ricco le “Flash News” del pomeriggio sono state anticipate alle 15,30. Sarà questa la finestra sul mondo del web, ma anche l’angolo di analisi e commento degli articoli pubblicati sulla stampa nazionale ed internazionale. Per approfondire i fatti del giorno, invece, l’appuntamento è con le news della sera. Tutti i giorni, infatti, alle 22,45 c’è il notiziario. Servizi, interviste, curiosità e tanto altro ancora, per avere una visione globale di quel che accade nel pianeta tennis. Il nuovo palinsesto, però, non riguarda ovviamente solo le notizie. Nuove trasmissioni hanno fatto capolino nella programmazione del canale e la seconda serata (ore 23) diventa sempre più l’appuntamento da non perdere. Ogni giorno un programma diverso, da Focus (lunedì) a Tennis Club (martedì), da Circolando a Colpo da Campione (mercoledì), fino a Sottorete (giovedì) e ai film (venerdì) dei tornei più prestigiosi del circuito mondiale. La mattina, poi, è dedicata ai match più belli, da Borg a McEnroe, da Sampras a Federer. Alle 10,30 è il momento di Replay Evergreen, un occhio al passato per non perdere mai l’emozione che ogni epoca ha saputo trasmettere. Solo grandi campioni, solo grandi match. Solo su SuperTennis, a casa e sul web. di Giovanni Di Natale ◙ 23:00 Colpo da campione Giovedi 2 ◙ 23:00 Sottorete Martedi 14 ◙ 23:00 Tennis Club (Talk Show) Mercoledi 15 ◙ 23:00 Colpo da campione Venerdi 3 ◙ 14.00 LIVE Finale Coppa Davis Serbia vs Francia ◙ 23:00 Film Fed Cup 2010 Giovedi 16 ◙ 23:00 Sottorete Venerdi 17 Sabato 4 ◙ 15.00 LIVE Finale Coppa Davis Serbia vs Francia Domenica 5 ◙ 13.00 LIVE Finale Coppa Davis Serbia vs Francia Lunedi 6 ◙ 23:00 Focus approfondimento sul tennis internazionale ◙ 23.30 Highlights Finale Coppa Davis Martedi 7 ◙ 23:00 Tennis Club (Talk Show) Mercoledi 8 ◙ 23:00 Circolando Giovedi 9 ◙ 23:00 Sottorete Venerdi 10 ◙ 23:00 Film ATP World Tour Finals Londra 2010 Sabato 11 ◙ 10.00* LIVE Finale Serie A1 Rovereto ◙ 23:00 Film ATP Senior Tour 2010 Lunedi 20 ◙ 23:00 Un Anno di Tennis Martedi 21 ◙ 23:00 Speciale Francesca Schiavone Mercoledi 22 ◙ 23:00 Speciale Coppa Davis Giovedi 23 ◙ 23:00 Speciale FED CUP Venerdi 24 ◙ 23:00 Speciale Internazionali d’Italia Sabato 25 ◙ 23:00 Speciale La stagione dei n° 1 Il nuovo palinsesto prevede le seguenti edizioni giornaliere dei notiziari: ◙ 15:30 Flash News ◙ 22:45 News Domenica 12 ◙ 12.00* LIVE Finale Serie A1 Rovereto Tutti i giorni dal Lun. al Venerdi alle ◙ 10:30 Replay Evergreen Lunedi 13 ◙ 23:00 Focus approfondimento sul tennis internazionale Super 45 Tennis Note: * gli orari possono subire variazioni la posta di Nicola Fed Cup? Quel che conta e’ vincere Caro Nicola, volevo sottolineare l’ennesima impresa delle nostre tenniste in Fed Cup. Trovo un po’ strano continuare a leggere da più parti che molte tenniste di vertice questa gara non la giocano - vedi le Williams -, che basta vincere tre sfide per conquistare il trofeo e via di seguito. Mi sembra assurdo volere ridimensionare a tutti i costi un successo legittimo e sacrosanto. Del resto abbiamo in squadra la numero 7 del mondo, Francesca Schiavone, che quest’anno ci ha regalato la gioia del successo a Parigi, e la numero 24 (ma fino a poco tempo fa era molto più in alto), Flavia Pennetta: senza dimenticare Roberta Vinci e Sara Errani. Queste ragazze vincono anche nel circuito, VALENTINA TERRA (VERONA) Cara Valentina, Una certa categoria di persone ha sempre qualcosa da ridire. E’ vero che a San Diego Serena e Venus non c’erano, ma le sorellone la Fed Cup non l’hanno mai amata. E questo è un problema della Fernandez, non certo di Barazzutti. E tanto meno delle nostre fantastiche ragazze. In California, contro le americane comunque in finale per il secondo anno di fila, hanno dimostrato una volta di più di essere un gruppo affiatato, una squadra vera. Dove quando una giocatrice incappa nella più classica delle giornate storte c’è subito la compagna di squadra pronta a rimediare. Un successo può arrivare per caso, anche se è difficile; due per fortuna, ma è improbabile. Se però vinci tre volte, per giunta in cinque anni e su quattro finali disputate, non ci sono “ma” che tengano: sei bravo e basta! Ci si lamenta che la squadra di Coppa Davis - dove pare che i più forti non marchino visita soltanto quando devono affrontare l’Italia - non riesce a tornare in serie A ed al tempo spesso si tenta di sminuire risultati che sono di valore assoluto. E proprio vero che siamo un popolo di criticoni. Infine vuoi sapere davvero quello che penso? L’importante è continuare vincerla questa Fed Cup! PROMOSSI DI & GIANCARLO BACCINI BOCCIATI AL TENNIS ITALIANO Il centesimo anno di vita della Federazione Italiana Tennis è stato la più bella stagione di sempre per qualità e quantità dei trionfi sportivi colti dagli atleti e dalle squadre azzurre, che hanno celebrato la ricorrenza recitando un ruolo che non era mai stato altrettanto di primissimo piano sulla scena mondiale. 10 ALLA FOCA CLYDE Chiamata a decidere l’ordine del gioco di Usa-Italia, la stella di Sea World ha gigioneggiato durante la cerimonia del sorteggio, sfoggiando un sorriso così umano e grazioso da ispirare impietosi paragoni con qualcuna delle giocatrici americane… 9 4 3 2 ALLA NAZIONALE DI FED CUP Giocare da favoriti può essere molto rischioso, come hanno imparato a loro spese Marcello Lippi e i suoi pompatissimi presunti fenomeni del calcio. Ma le nostre ragazze non ci sono cascate, e hanno chiuso alla grande l’anno dei record conquistando il terzo titolo iridato (facendolo per di più negli Usa, dove, è giusto aggiungere, in quasi cinquant’anni di Fed Cup nessuno era mai riuscito a battere le padrone di casa in una finale di Fed). 8 5 A ELENA DEMENTIEVA A Doha tutti sapevano che avrebbe annunciato il ritiro dopo la sua ultima partita contro la Schiavone. Tutti tranne lei, Francesca. Che però l’ha battuta lo stesso. ALLA ITWA Brava a sospendere i giornalisti maleducati e indisciplinati, l’associazione internazionale degli “scrittori di tennis” ha però il torto di non comunicare ufficialmente le sanzioni che delibera. A SCHIAVONE& PENNETTA Prima di condurre al successo la più grande squadra azzurra di sempre avevano scritto altre due inedite pagine di storia, Francesca diventando l’unico rappresentante del tennis italiano ad aver vinto un match durante un Masters di fine anno con tabellone d’eccellenza a 8, e Flavia conquistando il titolo di campionessa mondiale WTA di doppio. AI FEGATI SPAPPOLATI i quali piuttosto che venire a scrivere bene degli italiani che vincono preferiscono restarsene rintanati a schiumare in solitudine. Voto aumentato perché la loro assenza, ormai è assodato, porta fortuna. A ROBERTA VINCI Ha disputato un autunno davvero eccezionale, non solo bello da vedere, come sempre, ma anche ipervittorioso, con la chicca finale del titolo WTA di Lussemburgo, terza giocatrice italiana a vincere nel 2010 ameno un torneo del maggiore circuito internazionale. 7 ALLE SORELLE WILLIAMS Che non solo hanno negato alle azzurre il piacere di provare a battere loro e i giornalisti che scrivono soltanto della loro assenza, ma ci hanno anche fatto sbagliare la copertina del precedente numero di questa rivista. 6 A FERRUCCIO DE BORTOLI ED EZIO MAURO I direttori del “Corriere della Sera” e di “Repubblica” hanno osato mandare un inviato alla finale di Fed Cup senza chiedere il permesso a Ubaldo Scanagatta! AI TIFOSI ITALIANI A SAN DIEGO Erano un centinaio, simpatici e rumorosi al punto giusto sulle tribune della Sport Arena e spendaccioni nel tempo libero . Una manna dal cielo per gli shopping center e gli outlet della città californiana. 1 0 Super 46 Tennis