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Pietro Ciavarella
Il ministero pastorale, la chiave per la diffusione del Vangelo in Italia
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Il ministero pastorale, la chiave per la diffusione del Vangelo in Italia1
Il ministero pastorale è la chiave per la diffusione del Vangelo in Italia (ripetere).
Questo è l’argomento di questo sermone predicato in una giornata speciale. Questa
giornata è speciale per Cristiano De Chirico, e per i suoi cari e le sue care. Questa
giornata è speciale per coloro che hanno formato Cristiano, compresi quelli
dell’Istituto Biblico Evangelico di Roma (IBEI). Questa giornata è speciale per le
comunità in cui, insieme al contesto famigliare, Cristiano ha conosciuto il Vangelo.
Questa giornata è speciale per la fidanzata Luana che gioisce insieme a tutti noi nel
vedere il suo marito futuro impegnarsi sempre di più nel servizio di Cristo. Questa
giornata, di sicuro, è speciale per noi tutti della Chiesa Evangelica Logos. Ma questa
giornata è anche importante per il progresso del Vangelo in Italia.
L’Italia ha bisogno di ministri cristiani formati impiegati e remunerati, tre parole
a cui torneremo nell’arco del sermone. Qualcuno potrebbe obiettare: ‘Ma cosa dire
della preghiera, della lode, dello studio individuale della Bibbia,
dell’evangelizzazione, e di tante altre cose ancora? Non sono chiavi anche queste
cose? Pietro, come fai a dire che il ministero pastore è la chiave per la diffusione del
Vangelo in Italia.’ Rispondo in due modi. Il primo è che l’idea non è mia, ma del
Signore (come vedremo subito). Il secondo, è che tutte quelle altre cose sono
intimamente collegate al ministero pastorale.
L’evangelizzazione va avanti con cristiani che sono stati nutriti dalla
predicazione di un uomo di Dio. Le preghiere e la lode sono bibliche quando si
1
Questo sermone è stato predicato domenica 3 ottobre 2010 all’interno del culto della Chiesa Evangelica Logos di
Firenze all’intero del quale abbiamo riconosciuto una tappa importante nel ministero di Cristiano De Chirico.
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rifanno all’insegnamento di un uomo di Dio che espone le ricchezze di Cristo dal
pulpito. Lo studio individuale della Bibbia fa progressi quando gli uomini di Dio
esortano senza sosta che il popolo di Dio apra la Bibbia, la legga e mediti su di essa
giorno e notte. Basta guardare una comunità religiosa che ha responsabili dei leader
che non sono attaccati alla parola di Dio. Neppure sono attaccate a quella parola le
pecore di quella comunità. ‘Come i pastori così anche il popolo.’ Questo proverbio è
conosciuto da secoli nella Storia della Chiesa.
Tutto quello che è buono e sano in una comunità locale, dipende da uomini,
maschi, leader cristiani, che sono sottomessi all’Unico Sommo Pastore, Gesù Cristo.
L’idea di nuovo non è mia.
[Ministri formati] Gesù ha scelto dodici uomini, maschi. Tanti fanno tanti
discorsi riguardo ad un eventuale ministero pastorale femminile. Gesù non capiva
questo concetto. Egli ha scelto dodici uomini, di stare con lui: di mangiare dormire
viaggiare con lui e collaborare nel suo ministero. Cosa faceva Gesù con quei dodici?
Li formava. Li formava per il ministero pastorale.
Certo Gesù andava a predicare la presenza del Regno, e chiamava tutti al
ravvedimento, donne uomini, ragazze e bambine e ragazzi e bambini. E certo le
donne hanno avuto un ruolo importantissimo nel ministero di Gesù, ed anche nella
Chiesa primitiva, come nella Chiesa di oggi.
La fanciulla Maria ha gioiosamente accettato di portare nel suo grembo il Figlio
di Dio. E quando Gesù è stato circonciso, insieme a Simeone, Anna la profetessa
spargeva la voce del Bambino davvero speciale nato a Maria e a Giuseppe. Così
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importante era l’atto di una donna in Marco 14 che ha unto il corpo del nostro
Signore, che egli esclamò: “in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo,
anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei”. E che dire di
Maria Maddalena? Per me non è possibile leggere il suo racconto in Giovanni 20
senza piangere per la sua impareggiabile devozione a Gesù. Accecata dal dolore di
aver perso Gesù, le dice proprio al Cristo risorto scambiandolo per l’ortolano (cfr. v.
15): se tu hai portato via il corpo di Gesù, “dimmi dove l’hai deposto, e io lo
prenderò”.
‘Maria sei folle: Come fai a sollevare il peso ‘morto’ di un uomo che aveva
lavorato il legno per trent’anni?’ Sì Maria era folle, e lei costituisce il modello per
ogni maschio e ogni femmina di come dovremmo, proprio come Maria Maddalena,
essere follemente innamorati di Gesù.
Ma Gesù ha scelto maschi per guidare la sua Chiesa. L’ha fatto per motivi suoi e
per motivi che vengono spiegati in più passi della Bibbia. Ha scelto maschi e si è
impegnato a formarli.
In Italia il bisogno più urgente della Chiesa di Gesù Cristo è di avere uomini
formati, preparati per il ministero pastorale.
[Ministri impiegati] Ma non basta formare gli uomini. Questi uomini devono poi
essere impiegati. Per impiegati, intendo dire, messi in condizioni adeguate per
svolgere il ministero per il quali sono stati formati. È inutile progettare e poi
fabbricare una bella auto, se poi rimane sempre nel garage. È inutile formare uomini,
se poi non vengono impiegati nel ministero pastorale.
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Gesù non ha soltanto formato i dodici ed altri ancora, li ha mandati a svolgere il
loro ministero. In Luca 10 Gesù manda i settanta. In Giovanni 21 egli manda Pietro.
Vi invito a trovare Giovanni 21, perché voglio che vediate ciò che Gesù disse a Pietro
venti secoli fa e che continua a dire oggi a ogni pastore. Voglio che vediate i tre
imperativi, i tre comandi che Gesù rivolge a ogni pastore:
il v. 15: Pasci i miei agnelli
il v. 16 Pastura le mie pecore
il v. 17 Pasci le mie pecore
Vi ricordate il sermone sul Buon Pastore? Gesù non è come i falsi pastori
denunciati in Ezechiele 34. Egli invece protegge e nutre le sue pecore. Ed ora ai suoi
sotto-pastori Gesù dice: ‘Io amo le mie pecore. Le ho comprate con il prezzo del mio
sangue. Ora vi costituisco dei sotto-pastori di una parte del mio gregge. Ma mi
raccomando, le pecore sono mie non tue. Bada bene, pastori umani, a pascere i miei
agnelli.
Questa è una raccomandazione così solenne che, se noi pastori non fossimo
pazzi, dovremmo scappare a gambe levate da una così grave responsabilità. Meglio
fare il fabbro, meglio fare il postino, meglio fare il Presidente della Repubblica. Noi,
noi, vasi di coccio, noi uomini fragili, deboli, peccaminosi—noi pascere le pecore del
grande Re? Impossibile. Impensabile.
Ma nella sua forza possiamo fare l’impensabile; e con il suo Spirito possiamo
fare l’impossibile; e con il suo aiuto possiamo fare ogni cosa che egli ci chiama a
fare.
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E cos’è che ci chiama a fare? Egli ci chiama al ministero della preghiera e della
parola. A questo riguardo vi invito a trovare Atti 6. All’inizio di questo capitolo la
Chiesa primitiva si trovava davanti a un bivio; è lo stesso bivio davanti al quale si
trova la chiesa italiana. C’era un problema—un problema legittimo che richiedeva
tanta energia. Ma se gli apostoli avessero dedicato le loro energie al problema in
questione, avrebbero tralasciato quello a cui erano stati chiamati. Qui ci interessano
due affermazioni.
Il v. 2: Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle
mense.
Il v. 4: Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della
Parola.
Alcuni, che si spacciano per pastori, vogliono case con rubinetti d’oro. Sono
falsi pastori. Alcuni, che sarebbero pastori, vogliono fare un po’ il pastore e un po’
qualcos’altro. Sono confusi. Alcuni credenti vorrebbero che i pastori facessero un po’
il pastore e un po’ qualcos’altro: sono disobbedienti a Dio.
[Ministri remunerati] I ministri non solo devono essere formati, devono anche
essere impiegati—devono essere messi in condizioni adeguate a svolgere il ministero
a cui il Grande Pastore li ha chiamati; devono essere inseriti in delle comunità come
pastori…. E per fare così, essi devono essere…remunerati.
Vorrei che tornassimo alle donne di Gesù; basta trovare insieme Luca 8. Vi
voglio leggere i primi tre versetti: “1 In seguito egli se ne andava per città e villaggi,
predicando e annunziando la buona notizia del regno di Dio. 2 Con lui vi erano i
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dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie: Maria,
detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3 Giovanna, moglie di Cuza,
l'amministratore di Erode; Susanna e molte altre che assistevano Gesù e i dodici con i
loro beni.”
Perché non riusciamo a capire quello che queste pie donne capivano al volo?
Perché la Chiesa italiana ottusa e infantile non riesce a capire che per predicare
bisogna studiare; e per poter studiare bisogna lasciare gli impieghi secolari? A questo
punto nella sua biografia Gesù non sta lavorando più il legno, sta invece predicando il
Regno. Giacomo e Giovanni e Andrea e Pietro erano stati tutt’e quattro pescatori. Ma
ora anziché pescare i pesci stanno pescando degli uomini e delle donne per Gesù. E le
pie donne, le vorrei conoscere di persona in cielo—Maria Giovanna Susanna ed altre
ancora---le pie discepole di Gesù capivano che gli araldi del Vangelo devono
mangiare, devono avere un posto dove posare il capo e devono avere un modo per
sostenere le loro famiglie.
Sapete chi sono i nostri maestri in merito alla remunerazione? Le donne di
Gesù.
Il movimento evangelico italiano si trova davanti a un bivio. Formerà
impiegherà e pagherà degli uomini, o viceversa continuerà a pensare a tante altre cose
e a tralasciare la chiave? Continueremo ad insistere che i chirurghi che ci operano
siano formati e i migliori, mentre per i pastori ci basta l’improvvisazione?
Esaminiamo un attimo la logica. Per curare il corpo che è mortale vogliamo avere
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delle persone ben preparate, ma per curare l’anima che durerà per sempre ci
arrangiamo!
Sapete di recente il mio dentista m’ha fatto una bella devitalizzazione. Secondo
voi, mi sarei rivolto per una cosa simile ad un dentista improvvisato e non formato? E
a proposito, ho pagato pure il suo intervento. Sapete perché? Perché è così che egli
campa e può andare avanti a fare il dentista, per me ed anche per altre persone
ancora.
La Bibbia dà una specifica responsabilità ai pastori, e dà anche una specifica
responsabilità alla Chiesa nei riguardi dei pastori. Vediamo ambedue le cose in 1
Timoteo.
Prima la responsabilità di noi pastori. 1 Timoteo 4:13-16: “13 Àpplicati, finché
io venga, alla lettura, all'esortazione, all'insegnamento. 14 Non trascurare il carisma
che è in te e che ti fu dato mediante la parola profetica insieme all'imposizione delle
mani dal collegio degli anziani. 15 Òccupati di queste cose e dèdicati interamente ad
esse perché il tuo progresso sia manifesto a tutti. 16 Bada a te stesso e
all'insegnamento; persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e
quelli che ti ascoltano.” Il ministero pastorale è la chiave, facendo così il pastore non
solo ‘salva’ se stesso ma anche quelli che lo ascoltano. Nel piano di Dio, il ministero
pastorale è la chiave.
E come farà a fare questo Timoteo e tutti gli altri pastori? 1 Timoteo 5:17-18
annuncia la responsabilità della Chiesa nei loro riguardi: “17 Gli anziani che tengono
bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si
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affaticano nella predicazione e nell'insegnamento; 18 infatti la Scrittura dice: «Non
mettere la museruola al bue che trebbia»; e: «L'operaio è degno del suo salario».”
Qui il doppio onore del v. 17 vuol dire ‘stima’ e ‘remunerazione’—o denaro per
intenderci.
Le responsabilità non potrebbero essere più chiare. I pastori si dedicano appieno
al ministero, la Chiesa li mette in condizioni tali da poter fare così.
Cristiano, io e Andrea riconosciamo la grazia di Dio in te; e ti amiamo in Cristo,
come amiamo anche colei che un giorno sarà una sola carne con te. Anche questa
comunità vi ama. Cristiano, siamo riconoscenti al Signore per averti mandato qui.
Siamo riconoscenti alla tua famiglia, alle comunità che tu avevi frequentato prima di
noi, come siamo riconoscenti all’IBEI dove ti sei formato. Inoltre gioiamo che non
solo noi ma anche altri hanno riconosciuto la grazia di Dio in te. Penso alle persone e
alle chiese che partecipano nel sostenerti economicamente, i quali salutiamo in questo
momento. Penso all’Agape Italia, un altro gruppo che riconosce la grazia di Dio in te.
Tu sei speciale, o uomo di Dio. E rivolgo a te a nome anche di Andrea e la
comunità tutta, l’esortazione che Paolo rivolge in Colossesi 4:17, dove c’è scritto:
“Dite ad Archippo: ‘Bada al servizio che hai ricevuto nel Signore, per compierlo
bene’. Ma anche alla comunità rivolgo un’esortazione; quella trovata in 1
Tessalonicesi 5:12-13: “12 Fratelli [e sorelle], vi preghiamo di aver riguardo per
coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono,
13 e di tenerli in grande stima e di amarli a motivo della loro opera.”
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Cristiano, tu sei speciale, ma speriamo che tu sia soltanto la primizia di una
lunga serie di uomini di Dio, mandati da Dio, formati impiegati e remunerati da
questa comunità e da tante altre nella nostra Italia tanto amata. Perché il ministero
pastorale è la chiave per la diffusione del Vangelo in Italia.
Concludo dicendoti quello che sai già. In te non puoi fare nulla. Per cui rimani
attaccato a Cristo. Perché mentre in te stesso non puoi far nulla, in lui puoi compiere
tutto quello che egli ti ha chiamato e ti chiamerà a fare.
Infine, caro Cristiano, il compito della tua generazione sarà di portare avanti la
catena del formare degli uomini. Facciamo solo un breve accenno questo riguardo
leggendo 2 Timoteo 2:2: “e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni,
affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.” Come voi siete
stati formati, dovete a vostra volta formare degli altri, ecc.—poi ovviamente facilitare
che essi vengano impiegati e remunerati. Perché il ministero pastorale è la chiave per
la diffusione del Vangelo in Italia come in tutto il mondo.
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