Il Mediterraneo in Atlantico
Transcript
Il Mediterraneo in Atlantico
PORTOGALLO Il Mediterraneo in Atlantico Bibliografia a cura della SEZIONE LETTURA della Biblioteca Classense PORTOGALLO IL MEDITERRANEO IN ATLANTICO Secondo alcuni il nome Portogallo deriverebbe da Portus Cale. ‘Portus’, dall’insediamento tuttora esistente alla foce del Douro; ‘Cale’, dal greco ‘bello’. Etimologia non molto attendibile, pare, ma sicuramente suggestiva, perché rimanda alle incantevoli fattezze dei luoghi. Non un centimetro di costa si affaccia sul Mediterraneo ma la luce, i colori, i tramonti, gli aromi, la sontuosità arabescata dei monumenti, la religiosità, sono mediterranei. Ci si rende conto che quel mare sconfinato non è il Mediterraneo ma l’oceano soltanto quando lo si vede ruggire alla base delle scogliere di Cabo Sao Vicente o di Cabo da Roca. E davanti l’occhio spazia all’infinito. Destino già scritto quello del popolo portoghese. Pressato alle spalle da un vicino invadente e invasore, costretto comunque ad allearsi con quel vicino per fronteggiare un invasore ancora più insidioso (non un giorno ma settecentocinquanta anni ci sono voluti per la reconquista della penisola iberica), la scelta di andar per mare alla ricerca di nuove terre era quasi obbligata. E così fecero i suoi navigatori, per espandersi e rivendicare il ruolo di potenza marinara di primo piano, certamente, ma non solo: anche per “seguir virtute e canoscenza”, sfidando l’ignoto e la superstizione. Quel passato glorioso lo si intuisce dallo splendore dei monumenti, delle chiese, dei palazzi. Nonostante lo sconquasso, la devastazione, e la morte che dovette portare quel terribile giorno di Ognissanti del 1755, quando un terremoto e il successivo maremoto spazzarono via la città di Lisbona e i suoi abitanti. Perché, con perseveranza e coraggio, in poco tempo, Lisbona fu ricostruita, più bella di prima. Poi sono seguiti i tempi lunghi dell’oblio, dell’isolamento dal resto d’Europa. Hanno saputo reagire a tutto questo, i portoghesi; hanno affrontato la paura di svoltare dopo una dittatura, e si sono esposti al rischio che la svolta potesse essere sanguinosa. Perché questo popolo, come spesso capita ai popoli mediterranei, ha mille risorse. Prima fra tutte, la consapevolezza di provenire da una civiltà millenaria comune. Che ci ha insegnato che spesso i contrasti e le differenze costituiscono la nostra ricchezza. Come il contrasto tra i colori di smalto del cielo e degli azulejos e la maliconia del fado, tra il sapore forte del bacalhau e l’ineffabile soavità dei pasteis de nata, tra l’incanto dei miradouros assolati e la decadenza di certi palazzi del Bairro Alto e dell’Alfama di Lisbona, tra lo sferragliante, festoso e pericoloso Tram 28, che si arrampica per le calçades più ripide, e la magia romantica del cimitero dos Prazeres (dei Piaceri), a cui i gatti che lo popolano donano un fascino un po’ misterioso e da cui si gode una vista strepitosa sull’estuario del Tejo e sul ponte XXV aprile. Se vi sentite viaggiatori dell’anima, andate in Portogallo. Nel paese “dove finisce la terra e comincia il mare”. LISBONA: TUTTO QUELLO CHE IL TURISTA DEVE VEDERE VIAGGIO IN PORTOGALLO José Saramago “Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all’interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto...” Una guida anomala che va alla scoperta di paesini rimasti intatti e si addentra nella psicologia di un popolo. Un invito a perdersi, più che a trovare la strada. “La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro”. Fernando Pessoa Una vera e propria guida turistica di Lisbona, con il fascino dei luoghi che esistevano nel 1925, scritta dal più grande scrittore portoghese del Novecento: questo il senso del volume, che accompagna il lettore alla scoperta di una delle più affascinanti e misteriose capitali europee. Scritta in inglese, questa guida faceva parte di un progetto più ampio e ambizioso che lo scrittore voleva dedicare alla sua terra, rivendicandone il ruolo e l’importanza storica di fronte a un mondo che sembrava averla dimenticata: “All about Portugal” doveva intitolarsi la serie di pubblicazioni concepita da Pessoa e di cui questa guida resta la testimonianza più organica. 3 OVUNQUE IO SIA Romana Petri Ofelia, Margarida e Maria do Ceu sono le tre donne di una travolgente saga familiare che parte negli anni Quaranta e finisce ai giorni nostri. Sullo sfondo di una Lisbona dalla bellezza magica, ma anche oppressa da una dittatura che finirà solo con la rivoluzione del 1974, i loro tragici destini si incroceranno per sempre. Romana Petri dipinge l’affascinante affresco di un Portogallo chiuso, dolente e tragicamente arretrato. Il lungo cammino umano di un popolo che, dopo il forzato silenzio, troverà il coraggio di essere moderno scegliendo la libertà. ALBA SPORCA Miguel Sousa Tavares Ancora oggi non è difficile nelle città sedi di università prestigiose - Coimbra, Lisbona, Évora - imbattersi in studenti in divisa e con un grande mantello nero. Evora, 1988. Sono le tre del mattino alla festa di fine corso all’Università. Filipe, ubriaco al punto tale da andare a sbattere violentemente contro un professore all’uscita del bagno degli uomini, viene approcciato da una ragazza del liceo, una di quelle che si imbucano nelle feste universitarie... A distanza di anni, e con una vita attraversata da un fatto storico (la rivoluzione dei garofani), la vicenda finirà in un modo imprevisto. 4 TEORIA DELLE OMBRE Paolo Mauresing La mattina del 24 marzo 1946 Alexandre Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi, venne trovato privo di vita nella sua stanza d’albergo, a Estoril. L’esame autoptico certificò che il decesso era avvenuto per asfissia, e che questa era stata provocata da un pezzo di carne conficcatosi nella laringe - escludendo qualsiasi altra ipotesi. La stampa portoghese pubblicò la versione ufficiale, e il caso fu rapidamente archiviato. Da allora, però, sulle cause di quella morte si sono moltiplicati sospetti e illazioni. Con il fiuto e il passo del narratore di razza, Paolo Maurensig indaga sulla morte di Alekhine cercando di scoprire, come dice Kundera citando Hermann Broch, “ciò che solo il romanzo può scoprire”. LA NOTTE DI LISBONA Eric M. Remarque È il 1942 a Lisbona. Un uomo osserva attentamente una nave ancorata nel Tago, poco distante dalla banchina. Al vivo bagliore delle lampadine scoperte, sull’imbarcazione si sbrigano le operazioni di carico. Si stivano carichi di carne, pesce, conserve, pane e legumi. Come tutti i piroscafi che, in quei tumultuosi giorni del 1942, lasciano l’Europa per l’America, la nave sembra un’arca ai tempi del diluvio. Un’arca incaricata di porre in salvo una gran folla di disperati, di profughi inseguiti dalle acque fetide del nazismo che hanno inondato da un pezzo Germania e Austria, e già sommerso Amsterdam, Bruxelles, Copenaghen, Oslo e Parigi... 5 AMALIA. UNA BIOGRAFIA Victor Pavao dos Santos Amalia è il Fado. In Portogallo “Amalia” non può essere che lei, Amalia Rodriguez, a cui è stata riservata una tomba nel Pantheon di Lisbona. L’autore di questa biografia, amico personale di Amália, ha seguito la fadista nel corso di tutta la sua vita, raccogliendo testimonianze e memorie. Il risultato è questa biografia, scritta in prima persona, con la voce di Amália, come se si trattasse di una sua confessione. SOSTIENE PEREIRA Antonio Tabucchi Agosto 1938. Un momento tragico della storia d’Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del “Lisboa” (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di “non” essere un eroe. 6 IL FADO. STORIA E CULTURA DELLA CANZONE PORTOGHESE Rui Nery Vieria Un genere musicale e al tempo stesso poetico. Una danza che parte dal Brasile agli inizi dell’Ottocento per sbarcare nei salotti borghesi come nel teatro satirico e nei locali malfamati della Lisbona tra la fine del secolo e gli inizi del Novecento. Da fenomeno marginale a emblema di un popolo e della sua civiltà, il fado è tuttora parte integrante della tradizione familiare dei quartieri popolari di Lisbona. IL TUO VOLTO SARA’ L’ULTIMO Joao Ricardo Pedro Il 25 aprile 1974 la Rivoluzione dei garofani mette fine al regime instaurando la democrazia in Portogallo. Quello stesso giorno, in un piccolo villaggio nel centro del paese, l’uomo con l’occhio di vetro scompare. Lo hanno visto partire di buon’ora, armato del fucile. Dopo lunghe ricerche lo ritrovano morto, devastato di colpi. A ritroso rispetto a questo episodio, lungo tutto un secolo, si snoda la storia di tre generazioni di una famiglia portoghese nel tempo della dittatura, delle guerre coloniali, della rivoluzione e, infine, della disillusione. 7