Il recupero dei crediti negli Stati Uniti d`America

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Il recupero dei crediti negli Stati Uniti d`America
Il recupero dei crediti negli Stati Uniti d'America
Come recuperare negli Stati Uniti somme di denaro derivanti dalla vendita di beni o
dall'inadempimento di un'obbligazione contrattuale?
In un ordinamento come quello USA, dove i costi legali sono molto elevati, il creditore ha
un particolare interesse a limitare eventuali possibilità del debitore di contestare gli
importi dovuti.
Primo obiettivo del creditore italiano è quello di ridurre al minimo la possibilità del
debitore/obbligato di articolare difese alle domande introdotte in giudizio. In un
ordinamento come quello USA, dove i costi legali sono molto elevati, il creditore ha un
particolare interesse a precludere o a limitare in ogni modo eventuali possibilità del
debitore di contestare gli importi dovuti.
Per prevenire tali contestazioni è opportuno predisporre con cura le condizioni generali
di vendita che il compratore sarà tenuto a rispettare.
Secondo obiettivo è quello di ottenere una pronuncia giudiziale nei confronti del debitore
che gli consenta di recuperare tutte le somme (comprese le spese e gli onorari degli
avvocati). Tuttavia è importante notare che negli USA le spese legali non sono
normalmente riconosciute al creditore che vince la causa (a meno che ciò non sia stato
pattuito nel contratto fra le parti). Sarà pertanto necessario inserire nel contratto con il
proprio partner USA una clausola che stabilisca le modalità di rimborso delle spese legali e
più in generale delle spese processuali.
Allo stesso modo la Corte difficilmente riconoscerà gli interessi di mora a meno che il
creditore non possa dimostrare che il mancato pagamento è dovuto ad un irragionevole ed
immotivato rifiuto del debitore. Anche in tal caso pertanto si suggerisce di prevedere nel
contratto l'obbligo della corresponsione degli interessi di mora indicando l'entità e le
modalità di liquidazione degli stessi a cui il Giudice dovrà attenersi.
Inoltre è utile effettuare accurate ricerche sul debitore al fine di accertare che quest'ultimo
non sia in fase di probabile fallimento.
Quale giurisdizione?
Normalmente un creditore vorrebbe citare il debitore in una Corte situata nel suo Stato.
Tuttavia tale evento non è sempre possibile ed è sottoposto ad accertamenti non sempre
agevoli. Sembra preferibile pertanto affrontare tale argomento nel contratto inserendo
un'apposita clausola che definisca in modo chiaro le regole di competenza e giurisdizione.
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Prima di intentare la causa si deve accertare quale sia la giurisdizione competente (negli
USA ci sono 50 Stati, ciascuno con il proprio sistema giudiziario). In considerazione di
questa vasta articolazione l'individuazione della Corte competente richiede alcuni
approfondimenti preliminari.
Ci sono due tipi di competenza:
* la competenza per materia, che è la facoltà della Corte di giudicare sulla base della
natura della vertenza e quindi in relazione a settori determinati del diritto previsti dalla
legge
* la competenza di tipo personale, che è la facoltà della Corte di emettere una
sentenza nei confronti di un particolare convenuto.
Quando si pensa alla competenza per materia, si deve stabilire se la Corte adita è
quella corretta per giudicare in merito ad un' azione volta al recupero di un credito.
Poiché le Corti federali degli Stati Uniti hanno normalmente competenza esclusiva
(giurisdizione federale) su una limitata percentuale di casi, come il diritto d'autore o le
controversie sui brevetti, i tribunali degli Stati sono competenti nella maggior parte
dei casi.
La competenza per materia è più limitata nelle Corti federali degli Stati Uniti e può
essere subordinata anche al valore minimo della lite.
Il creditore che intenda agire in giudizio contro un debitore davanti ad un determinato
tribunale distrettuale degli Stati Uniti deve soddisfare alcuni requisiti:
* deve agire nei confronti di un convenuto la cui residenza, oppure, trattandosi di una
persona giuridica, la cui sede è situata in uno Stato diverso da quello del creditore
* la controversia deve avere ad oggetto un certo importo (attualmente pari a $75.000)
* l'azione civile ordinaria richiede che ogni requisito previsto nella sezione 1332 sia
soddisfatto.
Va inoltre rilevato che il creditore, mentre può intentare un'azione per il recupero presso
una Corte federale, può farlo anche innanzi ad un tribunale dello Stato. Molte volte un
creditore locale propone azione innanzi ad un tribunale dello Stato nei confronti del
debitore. Ma il debitore ha il diritto di trasferire la controversia alla Corte federale, a
condizione che il tribunale federale sia competente sulla domanda, come accade in molti
casi.
Il convenuto può trasferire la causa al tribunale federale dalla Corte di Stato, tranne
quando il convenuto sia domiciliato nello Stato in cui la causa era stata intentata. Lo scopo
di questa regola è quello di proteggere il convenuto quando è stato citato in uno Stato
diverso da quello in cui è domiciliato o, se trattasi di società, dove ha sede legale. Sulla
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base del medesimo principio l'operatore italiano citato innanzi ad una Corte statale ha
facoltà, purché tale diritto sia esercitato tempestivamente, di trasferire la vertenza presso
la Corte federale competente che normalmente è in grado di garantire una maggiore
capacità di valutare le tematiche internazionali rispetto ad un tribunale locale.
Affinché una Corte sia competente nei confronti di un soggetto convenuto in
giudizio, occorre dimostrare che il convenuto abbia avuto almeno contatti minimi con lo
Stato in cui la Corte stessa ha sede.
Contatti minimi possono essere stabiliti anche con l'accordo fra le parti, nel caso in cui una
parte sottoscriva un contratto contente una clausola di scelta del foro competente, in base
alla quale tale parte acconsente a discutere ogni disputa nascente dal contratto innanzi al
foro specificato.
L'azione di recupero
Per la vendita di merci negli Stati Uniti, si applica generalmente l'art. 2 dello Uniform
Commercial Code (UCC). Ogni Stato (eccetto la Louisiana) ha recepito l'art. 2 seppur con
limitate differenze. Generalmente vale il caso che, qualora ci sia una violazione del
contratto, bisogna in primis dimostrare:
* l'esistenza di un contratto valido ed efficace
* l'eventuale presenza di condizioni sospensive e il loro adempimento o meno
* una violazione del contratto
* i danni quale conseguenza diretta della violazione.
Il convenuto rispondendo alla domanda introduttiva dell'attore deve effettuare
tempestivamente alcune azioni al fine di far valere i propri diritti. Se il convenuto non
contesta la competenza, può:
a) presentare una mozione per respingere il reclamo
b) depositare una difesa basata sulla replica e sulla controdeduzione (comparsa di
costituzione e risposta)
c) depositare una difesa contenente non solo repliche e controdeduzioni, ma anche nuove
domande nei confronti dell'attore (comparsa di costituzione e risposta con domanda
riconvenzionale).
Una volta emessa la sentenza, prima che la parte vittoriosa possa iniziare procedimenti
esecutivi nei confronti del debitore dovrà attendere il decorso del termine di 30 giorni.
Durante detto termine, il debitore ha la possibilità di impugnare in appello la sentenza.
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Conclusioni
Il contratto può rappresentare un prezioso strumento di tutela in un ordinamento come
quello USA informato ai principi di common law e che attribuisce particolare rilevanza
all'autonomia negoziale delle parti.
In tal senso anche una clausola attributiva della competenza di un tribunale italiano e della
legge italiana potrebbe essere validamente introdotta in un contratto tra una parte italiana
e una statunitense.
Tuttavia non bisogna dimenticare che tra i due Paesi non è in vigore nessuna
Convenzione sul riconoscimento reciproco delle sentenze giudiziali e pertanto una
sentenza italiana emessa nei confronti di un debitore statunitense rischia di non essere
riconosciuta di per sé negli USA. Il riconoscimento di una sentenza straniera, negli USA, è
materia di state law. Nella maggior parte degli Stati è in vigore una legge uniforme che
prevede la possibilità di riconoscimento, in via accelerata, delle sentenze straniere di
condanna al pagamento di somme di denaro (anche se si tratta prevalentemente di una
razionalizzazione della procedura di riconoscimento, non essendo stati, per contro,
sostanzialmente modificati i requisiti e le condizioni per il riconoscimento delle sentenze
straniere).
Al contrario i lodi arbitrali rituali emessi nei due Paesi sono riconosciuti in virtù
dell'adesione di entrambi alle principali convenzioni arbitrali internazionali.
Un accorgimento utile per la parte italiana potrebbe essere quello di prevedere la legge
italiana quale diritto applicabile al contratto e il tribunale italiano come competente a
dirimere eventuali controversie, con facoltà tuttavia per quest'ultima di adire l'Autorità
giudiziaria USA in determinati casi. Tale clausola richiede una cura e una forma particolare
per poter essere ritenuta valida, ma può costituire uno strumento molto efficace per la
scelta della giurisdizione più appropriata nel momento in cui sorge una possibile
controversia. In alternativa, la clausola arbitrale può essere una soluzione valida in molti
casi.
Va infine ricordato che gli USA, al pari dell'Italia, hanno recepito la Convenzione di
Vienna del 1980 sulla vendita di merce. Conseguentemente, i contratti di vendita fra
parti italiana e statunitense dovrebbero essere assoggettati ad una normativa comune.
Tuttavia, spesso le controparti americane cercano di evitare l'applicazione della
Convenzione di Vienna mediante clausole che la escludono espressamente o stabiliscono
l'applicabilità dello UCC, sia esplicitamente, sia in maniera implicita designando quale
legge applicabile quella di un particolare Stato.
Maurizio Gardenal e Christian Montana
Tratto dal manuale Ipsoa "Il recupero dei crediti internazionali"
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Newsletter n. 91 - 18 marzo 2010
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