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u d an r g e n ini Corn di a ra Tr nal u a c IZZARRI tio B a c ARA Ed BAR B Manometry is indicated to establish the diagnosis of suspected cases of esophageal dysmotility. Manometry is indicated for detecting esophageal motor abnormalities associated with systemic diseases (e.g.,connective tissue diseases), for placement of intraluminal devices (e.g., pH probes), for the preoperative assessment of peristaltic function in patients being considered for surgery and is indicated in this setting if uncertainty remains regarding the correct diagnosis, should be used as the test for chest pain or other esophageal symptoms. Key Words esophagus, esophageal dismotility, achalasia, manometry, high resolution manometry 18 La manometria esofagea nei disordini motori dell'esofago PATRIZIA ZENTILIN e VINCENZO SAVARINO Cattedra di Gastroenterologia, Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche, Università di Genova Introduzione La manometria esofagea è una metodica che consente di misurare le contrazioni della parete muscolare esofagea ed identificare la funzione dello sfintere esofageo superiore (SES) e dello sfintere esofageo inferiore (SEI). In condizioni basali, ambedue gli sfinteri sono contratti ed il corpo esofageo è una cavità virtuale. L’attività esofagea inizia quando il faringe spinge il bolo in esofago, innescando la peristalsi primaria: si rilascia il SES; segue il passaggio del bolo nel corpo esofageo con una contrazione anulare che percorre il corpo esofageo in direzione del SEI rilasciato; le onde di contrazione viaggiano dalla parte prossimale dell’esofago con muscolatura striata alla porzione distale con muscolatura liscia. La peristalsi secondaria è l’attività peristaltica che consegue alla distensione di un qualsiasi punto del corpo esofageo. Tale distensione può essere causata da parte di residui solidi o liquidi non correttamente trasportati dalla peristalsi primaria o dalla presenza di materiale refluito dallo stomaco. Tale fenomeno non è indotto dalla deglutizione ma dalla stimolazione della rete nervosa intramurale e si propaga distalmente rispetto al tratto disteso. Le onde peristaltiche viaggiano con una velocità di 2-4 cm/secondo e l’onda peristaltica impiega circa 8 secondi per attraversare il corpo esofageo. Il rilasciamento del SEI inizia 1-2 secondi dopo la deglutizione, permane per circa 7-10 secondi ed è seguito da un aumento pressorio fino a due volte la pressione basale, per un tempo equivalente. Convenzionalmente, il tono basale del SEI è misurato come gradiente rispetto la pressione intragastrica; il SEI è una struttura asimmetrica e la sua pressione è modulata da influenze nervose e ormonali, sia eccitatorie sia inibitorie; esso separa la pressione negativa toracica da quella positiva endoaddominale e si distingue dal resto del corpo esofageo per l’attività basale tonica e fasica di rilasciamento. Descrizione delle tecniche Esistono numerosi apparecchi per la registrazione di tali funzioni ed hanno fedeltà soddisfacente nella misurazione della contrazione esofagea. La tecnica più datata si avvale di una sonda costituita da alcuni cateteri (3 - 8) di piccolo calibro, assemblati insieme. Il diametro della sonda è circa 5 mm o meno ed è ben tollerata. Ogni catetere termina con un piccolo foro, disposto lateralmente all’asse longitudinale della sonda, ed ogni forellino è distanziato dall’altro di 5 cm ed orientato a 90°-120° rispetto agli altri, sempre lungo l’asse longitudinale della sonda. I forellini ubicati lungo l’asse longitudinale della sonda sono definiti assiali, quelli allo stesso livello radiali; questi ultimi consentono una maggior precisione nella lettura delle pressioni a livello del SEI, asimmetrico [Figura 1]. Ogni catetere è perfuso con acqua bidistillata da un apparato per perfusione a bassa compliance (1). Per lo studio manometrico del SEI, può essere utilizzata una manica (descritta da Dent) (2), che andrà posizionata al suo livello, e che può ovviare alla asimmetria già accennata dello sfintere stesso, consentendo di avere direttamente le medie delle pressioni. La metodica consiste nel posizionamento, a Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(4):18-21 paziente digiuno, dopo anestesia locale, per via nasale, fino a quando la parte distale della sonda sia a livello gastrico ed alla sua retrazione in modo lento, facendo deglutire il paziente o saliva o boli d’acqua di 5 cc. ogni 30 sec. Il paziente è in clinostatismo con il dorso inclinato di 45°. La metodica è ben tollerata ed ancora utilizzata per il Figura 1 Tracciato manometrico ottenuto in un soggetto normale con sistema a perfusione. minor costo e per Le quattro tracce prossimali sono ottenute lungo il corpo esofageo (da 21 a 36 cm dalla narice) e le quattro distali sono la registrazione ottenuta a livello del SEI. il fatto che le sonde sono monouso. La sedazione farmacologica non è consentita, in quanto può interferire sia sui valori della pressione del SEI che sui valori dell’ampiezza delle onde peristaltiche. Un passo avanti nella precisione ed affidabilità della registrazione è stato ottenuto con la miniaturizzazione dei trasduttori, che vengono assemblati nel catetere per lo studio della motilità: tale strumentazione ha consentito l’esecuzione di registrazioni nelle 24 ore e fornisce la possibilità di prescindere da un sistema a perfusione. La lettura dei dati pressori è fatta da un computer portatile nello studio prolungato (3) o stazionale per la definizione dei parametri motori dell’esofago, ottenendo una lettura più precisa. Ovviamente il costo dell’apparecchiatura sale e le sonde non sono monouso e sono più delicate. Un ulteriore vantaggio diagnostico è rappresentato dalla lettura non solo dei valori pressori, ma anche da quelli impedenziometrici (4), che permettono lo studio della conduzione del bolo, liquido o viscoso. La metodica è basata sull’uso di sonde che hanno rilevatori pressori miniaturizzati ogni 5 cm, ognuno appaiato ad una unità di rilevazioFigura 2 Tracciato manometrico ottenuto in un soggetto normale con manometria con impedenza. ne di impedenza (si parlerà di maLe quattro tracce prossimali segnalano il passaggio del bolo liquido, evidenziato dalla deflessione nometria con impedenza) [Figura2] anterograda delle linee (dai 25 ai 40 cm dalla narice). Le cinque tracce distali mostrano la peristalsi condotta lungo il corpo esofageo e la traccia distale evidenzia i rilasciamenti del SEI. oppure ogni centimetro. Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(4):18-21 19 Training and Educational Corner Quest’ultima è la configurazione delle sonde per manometria ad alta risoluzione (HRM) [Figura 3] (5), che consente una visualizzazione completa dell’esofago durante l’esame, fornendo la possibilità di dimostrare qualsiasi alterazione motoria esofagea con la massima precisione. Con le sonde sia per la manometria con impedenza che ad alta risoluzione, l’esame viene condotto lasciando il catetere, Figura 3 Tracciato manometrico ottenuto in un soggetto normale con metodica ad alta risoluzione. una volta posizionaLa parte alta della figura dimostra il passaggio del bolo liquido durante tre deglutizioni con le tracce impedenziometriche; la parte inferiore fa visualizzare la porzione manometrica. to correttamente in esofago con la porzione distale intragastrica, in situ, facendo deglutire il paziente ogni 30 sec. 5 cc d’acqua o di soluzione gelatinata. Indicazioni all’indagine L’obiettivo primario della manometria esofagea è quantificare l’attività contrattile del corpo esofageo e degli sfinteri durante la deglutizione (6). Ovvio che è il metodo più efficace per ottenere il preciso posizionamento di un catetere per la pH-metria o la pH-impedenziometria nelle 24 ore e consente di scegliere tra le due metodiche in caso di peristalsi inefficace, in quanto in questo caso l’impedenza non sarà letta, ma viene utilizzata per definire le anomalie di funzione motoria esofagea nei pazienti sintomatici. Le alterazioni che si possono evidenziare con questa metodica sono: acalasia, SEI ipertonico con peristalsi ancora presente ed inefficace commiste, spasmo esofageo diffuso, esofago con sporadiche onde simultanee ad ampiezza oltre i 180 mmHg, mono o multipicco (Jackhammer esophagus), esofago a schiaccianoci con onde propagate di ampiezza oltre i 180 mmHg, peristalsi inefficace (7). La manometria ad alta risoluzione ha consentito di poter definire con precisione le caratteristiche manometriche delle alterazioni su menzionate, grazie all’elaborazione dei dati ottenuti dalla registrazione. Abbiamo accennato all’appropriatezza dell’indagine manometrica nei pazienti sintomatici ed è ancora più importante nei bambini o nei giovani adolescenti, quando i sintomi possono essere poco specifici e confondenti. Si può essere di fronte al rifiuto dell’alimentazione per pirosi retrosternale, alla comparsa di rigurgito ricorrente (spesso confuso con il vomito), ad un insufficiente guadagno ponderale per disfagia, ad irritabilità per asma, a disturbi del sonno per coinvolgimento delle vie respiratorie, tosse secca ricorrente, disfonia. Tutti questi sintomi possono essere attribuiti ad altre patologie ed andranno investigati e la manometria esofagea può contribuire a fare una diagnosi corretta. Altra indicazione dell’indagine è lo studio preoperatorio per indicare al chirurgo la migliore tecnica di intervento cui sottoporre il paziente. 20 Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2013; Volume V(4):18-21 La manometria esofagea nei disordini motori dell'esofago Interpretazione dei risultati L’acalasia, patologia ad eziologia sconosciuta anche se recentemente l’ipotesi di patologia autoimmune a predisposizione genetica è la più accreditata, consiste nel mancato rilasciamento del SEI ed assenza di peristalsi. Con l’utilizzo della manometria ad alta risoluzione, si possono distinguere tre tipi di acalasia: tipo I (classica), tipo II (con pressurizzazione esofagea), tipo III (con presenza della peristalsi distalmente od atteggiamento spastico delle contrazioni in più del 20% delle deglutizioni). Tale divisione consente di prevedere una buona risposta dei pazienti affetti da acalasia tipo II alla terapia endoscopica con dilatazioni, all’intervento chirurgico con miotomia sec. Heller o alle infiltrazioni con tossina botulinica (complessivamente dal 70 al 100% dei casi), rispetto a quelli con acalasia tipo I (≥ 50%) e III (30%). La terapia è solo volta a diminuire i sintomi (8). Le alterazioni motorie associate o meno a peristalsi inefficace con SEI ipertonico costituiscono un gruppo nel quale non sono presenti i criteri per la diagnosi di acalasia ed i pazienti vanno monitorati nel tempo. Nelle patologie ipercinetiche, tipo spasmo esofageo diffuso ed esofago a schiaccianoci, può essere tentata la terapia medica con farmaci antidepressivi non triciclici inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) che determinano anche una diminuzione della soglia sensitiva del paziente con minor frequenza degli episodi di dolore toracico e della disfagia. Altra causa di alterazioni ipercinetiche è l’esofagite eosinofila che risponde sia a terapia medica con steroidi che con inibitori della pompa protonica. Completando lo studio con pH-impedenziometria, si può verificare se gli episodi sintomatici sono attribuibili a malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). Il riscontro di peristalsi inefficace potrà far comprendere i sintomi da MRGE o, se associata a SEI ipotonico, far propendere la diagnosi verso patologie autoimmuni, quali la sclerodermia. Key Points • La manometria esofagea definisce la motilità esofagea. • Può aiutare a porre diagnosi quando i sintomi sono poco specifici, specie nella popolazione infantile. • I segni ecografici caratteristici ed il tasso di detection rate delle patologie ostruttive del tratto gastroenterico fetale sono influenzati dall’epoca gestazionale in cui viene eseguito l’esame ecografico. • Mancato incremento ponderale per dolore toracico, disfagia, rigurgito spesso confuso con vomito, sintomi respiratori meritano, se non attribuiti ad altre patologie, un’indagine manometrica. • La terapia medica o chirurgica può aiutare ad ottenere una migliore qualità di vita. LIMITI DELLA METODICA I limiti della metodica sono il paziente poco collaborativo e l’invasività. Corresponding author VINCENZO SAVARINO Cattedra di Gastroenterologia Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche Università di Genova Viale Benedetto XV, 6 - 13132 Genova Tel. e Fax + 39 010 3538956 E-mail: [email protected] BIBLIOGRAFIA 1. Castell DO, Richter JE, Dalton CB. Esophageal motility testing. 2nd ed. New York: Elsevier,1993. 2. Dent J. A new technique continuous sphincter pressure measurement. Gastroenterology 1976;71:263-7. 3. Breumelhof R, Nadorp JHSM, Akkermans LMA et al. Analysis of 25-hour esophageal pressure and pH in data in unselected patients with non cardiac chest pain. Gastroenterology 1990;99:1257-64. 4. Tutuian R, Vela MF, Nagammapudur SB et al. Esophageal function testing with combined multichannel intraluminal impedance and manometry: multicenter study in healthy volunteers. Cl Gastroenterol Hepatol 2003;1:174-82. 5. Sifrim D, Blondeau K. New techniques to evaluate esophageal function. Dig Dis 2006;24:243-51. 6. Kahrilas PJ. 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