Domnika Poklitar

Transcript

Domnika Poklitar
Domnika Poklitar
12.06.1999 Ucraina
37060 Castel d'Azzano (VR)
Via Cavour 119
3276232553; 3285353877
3E RIM Marco Polo (VR)
Tutte le principali aree mondiali di crisi sono ai confini dell’Europa: Ucraina, Medio Oriente (Iraq e
Siria), Maghereb (Libia). Come spieghi questo fatto?
L'Unione europea venne creata allo scopo di mettere fine alle frequenti e sanguinose guerre tra
paesi vicini, culminate nella seconda guerra mondiale.
Se lo scopo dell'UE era quello di costruire una zona di pace e stabilità, basata sugli ideali di unità e
prosperità possiamo dire che ci è riuscita; ma già dagli anni Cinquanta il territorio intorno a lei era
caratterizzato dalla Guerra Fredda tra Est ed Ovest e perfino oggi tutte le principali aree mondiali di
crisi si trovano ai suoi confini. Basti pensare all'Ucraina, dove dal 2014 si fronteggiano nell’est del
paese i filorussi contro gli ucraini; oppure alla Siria e al Iraq, dove il 29 giugno 2014 è nato lo Stato
Islamico e che si è successivamente diffuso tramite le milizie dell'ISIS in Libia, Libano, Nigeria,
Yemen e nella penisola del Sinai.
Attualmente nel mondo i conflitti sono numerosi, ma la maggior parte di essi si svolgono in tre
continenti, ovvero Europa, Asia ed Africa; mentre gli altri due, America ed Oceania, hanno paesi
impiegati direttamente in un conflitto: gli USA sono ovunque, invece Canada e Australia
combattono contro l'ISIS.
Per capire meglio perché questi paesi prendano parte alle guerre bisogna entrare nello specifico e
comprendere quali sono i vantaggi e gli svantaggi che i paesi stessi ne ricavano.
Prendendo ad esempio l'Ucraina, si può dire che tutto è iniziato nel 2013 con la manifestazione di
Maidan, in seguito al rifiuto del presidente ucraino, Viktor Yanukovych di concludere un accordo
commerciale e politico con l’Unione Europea, che avrebbe rimosso tutti i dazi doganali sui prodotti
ucraini in ingresso in Europa e cercato di evitare al Paese un grave crac finanziario. Yanukovych si
rifiutò di firmare l’accordo poiché essendo sostenitore della Russia per lui sarebbe diventato
svantaggioso offrire il controllo dei ricchissimi giacimenti di gas dell'Ucraina all'Unione Europea e
perdere la fiducia del presidente russo Putin, che a sua volta avrebbe perso il suo monopolio
energetico. A seguito di questo fatto nel febbraio 2014 iniziò la Rivoluzione Ucraina, che portò alle
guerre interne in Crimea e nel Donbass contro i filorussi, presenti tutt'oggi, nonostante ufficialmente
regga la tregua.
È possibile notare come la presenza di questo conflitto ai confini dell'Europa sia legato ai benefici
che l'UE avrebbe voluto ricavare dall'Ucraina, ma di cui non è riuscita a usufruire a causa della
Russia, che attraverso le proprie ingerenze ha impedito all'UE di relazionarsi con l'Ucraina e
viceversa.
Per quanto riguarda la Siria il conflitto è iniziato nel 2011 e prosegue tutt’ora: tutto ebbe inizio con
un movimento non violento di riforma contro il governo di Assad, che fu represso con la violenza e
si evolse in una resistenza armata. Consecutivamente nel 2012 la guerra civile siriana sconfinò in
Iraq a causa di una serie di eventi che sono avvenuti durante quest’ultima e che hanno coinvolto le
forze armate siriane e irachene contro miliziani ribelli siriani sul territorio iracheno e che hanno
causato l'indebolimento politico e religioso dell'Iraq.
Oggi lo Stato Islamico è bombardato in continuazione dagli aerei della coalizione guidata dagli Stati
Uniti e dalle milizie curde e sciite, mentre le forze armate russe e iraniane appoggiano l’esercito
governativo siriano: si può quindi affermare, che la situazione rimarrà invariata per molto, data
l'impossibilità delle forze in campo di prevalere l’una sull’altra e di giungere a una pace, a causa
della pesante ingerenza delle potenze straniere.
Oltre a questi due paesi, dove i conflitti perdurano da ormai cinque anni, anche il territorio della
Libia è pervaso da uno scontro armato, non meno importante, tra due governi e due coalizioni rivali.
Come nei due casi precedenti, anche in Libia è stato avviato, poco dopo l'inizio della guerra, un
intervento militare internazionale, a cui hanno preso parte gli Stati appartenenti alla NATO tra cui
Stati Uniti, Canada, e alcuni paesi arabi e dell'Europa. Lo scopo dichiarato di questo intervento era
quello di tutelare la popolazione civile libica, ma realmente era concentrato sul bombardamento
sistematico delle truppe governative, delle strutture militari e civili e sull'appoggio logistico alle
truppe antigovernative e nonostante esso sia stato autorizzato dall'ONU con lo scopo di rispettare i
diritti umani, il suo fine principale era ben diverso: l'acquisto degli ultimi pozzi petroliferi presenti
in quei territori.
L'interesse dell'Europa nel partecipare alle guerre in Medio Oriente, mediante l'offerta dei mezzi
necessari, è quello di acquistare un controllo maggiore sul Mediterraneo; mentre l'interesse
secondario è l'acquisizione di gas e petrolio in quantità superiore con il conseguente sostenimento di
costi minori.
Dopo questo studio delle guerre ai confini dell'Europa si può intuire il vero motivo per cui i conflitti
stessi si trovino ai margini dell'Europa e non a quelli di un altro continente.
Essendo l'Unione Europea un'unione politica ed economica di più stati fra loro vicini, indipendenti e
democratici, essa tende a comportarsi come uno Stato unico, prendendo decisioni che si
ripercuotono su tutta l'unione: spesso il suo comportamento tende ad essere condiviso dall'USA,
questo fatto potrebbe far pensare che a volte le sue scelte sono prese sotto l'influenza degli Stati
Uniti; altre volte esso è contestato dalla Russia, la quale, essendo una grande potenza mondiale, nel
suo complesso potrebbe ostacolare le decisioni dell'Ue, che potrebbero rivelarsi giuste. Inoltre,
bisogna ricordarsi che la Federazione Russa e gli Stati Uniti sono sempre stati due Paesi in contrasto
tra di loro e se uno di loro prendeva una decisione, l'altro non si trovava mai concorde; quindi anche
a causa di questa discordia tra i due Paesi, l'Europa resta sempre influenzata sia in modo positivo
che in negativo, nella maggior parte dei casi: lo si può capire dal fatto che tutti i conflitti sono situati
intorno all'Europa e i Paesi che offrono gli armamenti necessari alle regioni in guerra sono sempre
la Russia e gli USA, che rimanendo fedeli alle loro idee si collocano sempre fra due parti
contrapposte.
Per quanto riguarda l'Europa: essa dovrebbe imparare a prendere decisioni neutrali, in modo da non
poter essere influenzata da altri Paesi e per concludere essa dovrebbe allargare i propri obiettivi per
cercare di costruire una zona di pace e stabilità, che vada oltre i propri confini.