mariapoli celeste - Movimento dei Focolari
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mariapoli celeste - Movimento dei Focolari
01 NotMar 5-10 mT_01 NM 7-8_09 20/09/12 13.56 Pagina 1 MARIAPOLI Notiziario interno del movimento dei focolari AN NO X XVII N 5 MA GGIO 2010 ME NS ILE con i Giovani per un mondo unito costruire ponti alla Plenaria del P. Consiglio per i Laici testimoni di Cristo in politica con la prima opera dell’Opera nuove sfide per Città Nuova spiritualità Archivio Centro Santa Chiara «Sei tra gli amati» C arissimo, ho appena letto la tua lettera. Ho ripercorso perciò un po' la tua vita. Ho conosciuto ciò che vivi e speri nel presente. Come dirti quello che sento dentro? Anzitutto che tu sei un «popo1» amato da Dio: per questo Egli ti rivela di tanto in tanto il suo amore; per questo Egli permette dure e anche durissime prove per purificarti, renderti accetto a Lui, farti suo strumento. E tu combatti, piangi, stai per soccombere e ti riprendi. E Dio Padre veglia su di te, lo si capisce da quello che dici nella tua lettera: lo si scopre fra le righe. Proponiamo come «Pensiero» spirituale questa lettera di Chiara scritta il 5 aprile 1988 che ci aiuta a «entrare» nel mistero di Dio Amore. Segnaliamo il sito del Centro Chiara Lubich, scrigno inesauribile dei suoi scritti. Sì, Dio è come un sole che appare e scompare dietro le nuvole, o tramonta come a sera per farti sperimentare un po' del suo abbandono perché solo amandoLo così sarai «popo» vero, autentico: solo se farai di Lui abbandonato lo Sposo della tua anima. Anch'io, quando Dio mi ha chiamata, ho voluto Lui, Dio, come Sposo. E, perché ciò si realizzi, mi si è presentato abbandonato. È al di là del 1 2 MARIAPOLI 5/2010 «Popo»: in trentino significa «bambino, piccolo» per Chiara «bambino evangelico». novità editoriali suo abbandono che sperimentiamo infatti la pienezza dell'amor di Dio. Dà un solo nome a tutte le tue prove: dà loro il nome di Gesù Abbandonato perché è Lui il buio, il pianto, il dubbioso, la non fede, la non speranza, la stanchezza, l'incapacità, il distacco, la separazione… E abbraccia Lui presente sotto ogni prova: ti troverai nel suo amore, e, col tempo, nel mare del suo amore. Questo devi fare, ora che hai voluto perdere tutta la tua esperienza passata, raccontandomela. Ti resti solo Lui! E saprai cos'è il Paradiso già da questa terra. Certamente tu hai già fatto così molte volte nella tua vita. Ma ora ti è richiesta una donazione a Lui particolare. Falla! Io so che la puoi fare perché ho visto che Dio ti è vicino. Auguri per tutto. Non temere nemmeno dei fallimenti. Ricomincia sempre. [...] Stà felice! Sei tra gli amati. Non puoi desiderare di più. In Lui ed in Maria Mollens, 5 aprile 1988 Educazione come vita. Non poteva esserci un titolo più centrato di questo per presentare Chiara Lubich, il Movimento dei Focolari e la sua storia, sotto il profilo educativo. È da questa caratteristica angolatura che l’agile testo di mons. Vincenzo Zani (La Scuola, Brescia 2010) introduce i tratti pedagogici della esperienza di Chiara (Gesù Maestro, la dimensione dialogicocomunitaria, la fraternità come tratto fondante il bene comune…), che qui trovano una loro essenziale ma articolata presentazione, di intima compenetrazione tra pedagogia e spiritualità dell’unità. 5/2010 MARIAPOLI 3 alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i laici Testimoni di Cristo in politica «C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica». Lo ha detto Benedetto XVI parlando il 21 maggio scorso alla XXIV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici che ha dedicato le discussioni al tema «Testimoni di Cristo nella comunità politica». Nominata il 2 dicembre scorso consultore del dicastero vaticano, anche Maria Emmaus Voce, presidente del Movimento dei Focolari ha partecipato all’Assise. Il tema è stato scelto per rispondere ad un desiderio del Papa: far nascere «una nuova generazione di cristiani che davvero sappiano impegnarsi in politica. Ne è nato – racconta Emmaus - un dibattito serrato. La cosa che emergeva molto forte è che non è la Chiesa a “fare” nuovi politici. A lei spetta il compito di formare i cristiani. E se i cristiani sono formati, allora potranno essere anche dei buoni politici. Quindi ripartire dalla testimonianza cristiana: essere testimoni di Cristo nella comunità politica». «Da più parti – prosegue Emmaus – veniva fuori come uno dei posti privilegiati 4 MARIAPOLI 5/2010 in cui oggi si formano i cristiani sono i Movimenti». Lo ha sottolineato anche Papa Benedetto XVI nel suo discorso ai membri e ai consultori dell’Assemblea. «L’appartenenza dei cristiani alle Associazioni dei fedeli, ai Movimenti ecclesiali e alle Nuove comunità – ha detto il Santo Padre -, può essere una buona scuola per questi discepoli e testimoni, sostenuti dalla ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà». Emmaus è intervenuta in Assemblea portando alcune esperienze sostenute dall’Opera di Maria in campo politico. «Non si può pensare che il Movimento dei Focolari non si interessi alla politica, se si pensa che il primo focolarino sposato era un politico, Igino Giordani, che è avviato alla beatificazione. E poi Chiara Lubich ci ha insegnato a guardare ad un solo Padre, e che siamo tutti fratelli, quindi anche i politici sono nostri fratelli a cui portare sostegno». Tra le esperienze citate, Emmaus ha parlato del «Forum permanente politico per l’unità» che, costituito nel 2008 nella Corea del Sud, è composto da un attivo gruppo di parlamentari che aderisce al Movimento politico per l’Unità. Il 26 febbraio questa celebrazioni per Chiara da una intervista a Maria Emmaus Voce Premio Euanghelion a Chiara Il 19 aprile a Nocera Inferiore si è svolta la quinta edizione del Premio Euanghelion, promosso dalla diocesi di Nocera-Sarno e dal settimanale diocesano Insieme. Due gli «angeli d’argento» consegnati: alla memoria di Chiara e a Giovanni Ruggiero, giornalista di Avvenire. Roberto Rodolico iniziativa ha ricevuto dal Presidente dell’Assemblea nazionale coreana un riconoscimento pubblico quale migliore gruppo di ricerca - fra i 60 concorrenti - nell’attività parlamentare e nell’attuazione della Costituzione. Gli altri esempi: una nostra giovane eletta al Parlamento inglese e dodici persone del Movimento elette alle recenti amministrative in Libano. A conclusione del suo intervento il card. Rylko l’ha ringraziata per la sua presenza e il suo contributo, garanzia di continuità del carisma di Chiara Lubich «che continua ad essere fra di noi e ad accompagnarci». «L’impressione – dice Emmaus – è di stima del Papa nei Movimenti e fiducia che, con la forza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria possano influire positivamente anche nell’ambito politico». La parola Euanghelion significa Buona Notizia e sintetizza lo spirito del riconoscimento: premiare testimoni dell'annuncio autentico, che trasferiscono nel lavoro quotidiano il Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa. Si è voluto attribuirlo alla memoria di Chiara per riconoscere l'impegno che il Movimento dei Focolari, per suo impulso, ha profuso nel campo dei mezzi di comunicazione sociale. Promotore dell'assegnazione il vescovo di NoceraSarno G. Illiano, coadiuvato dallo staff del settimanale diocesano. I premi sono stati consegnati durante un convegno dal tema «Comunicare la speranza», a cui hanno preso parte circa 300 persone. A ritirare quello assegnato a Chiara c'era il co-presidente del Movimento Giancarlo Faletti. Accompagnando un breve filmato su Chiara, il giornalista Giovanni Ruggiero che l'aveva intervistata anni fa, ha espresso una profonda stima per lei. Poi l'intervento di Giancarlo e la conclusione del Vescovo. Il clima di famiglia che si è creato ha fatto avvertire la presenza di Chiara. Un fotografo, che l'ha «scoperta» in questa occasione, parlava di un «incontro con Dio». In mattinata con il caporedattore di Città Nuova Paolo Loriga si erano premiati gli elaborati del concorso «Comunicare la speranza». 250 ragazzi e ragazze di varie scuole del territorio hanno dialogato con Paolo rivelando serietà e sensibilità. Maria Rita Cerimele, Bruno Cantamessa 5/2010 MARIAPOLI 5 la prima opera dell’Opera Nuove sfide per Città Nuova È un momento di Dio. Come spiegare in altro modo quello che stiamo vivendo? In questo periodo molti fatti, circostanze positive e difficoltà inaspettate, ci mostrano sfide e richiedono al Gruppo editoriale Città Nuova scelte e passi nuovi. Domenico Salmaso ne una pagina di notizie e commenti quotidiani, la porta di accesso a tutti i contenuti e le iniziative del Gruppo, i collegamenti con altri siti ed iniziative dell’Opera. Abbiamo poi realizzato la nuova grafica e scansione dei contenuti della rivista, avviato la scrittura di una biografia di Chiara di carattere divulgativo oltre a pubblicare il Dizionario di economia civile, opera di rilievo, uscita quasi in contemporanea con l’enciclica Caritas in veritate e presentato da Luigino Bruni e dal prof. Stefano Zamagni in varie città d’Italia. Molto apprezzata la pubblicazione dei quattro volumetti per l’anno sacerdotale. Abbiamo varato il progetto dei 10 libretti allegati alla rivista. Frutto di una intensa collaborazione con Famiglie Nuove, abbiamo avuto, per il primo anno, più di 10.000 abbonati alla formula rivista + libretti. Stiamo ora progetVisita di Emmaus alla sede del Gruppo Editoriale tando quelli del 2011, che realizzeremo anche in collaIn tre incontri importanti, nel giro di una borazione con altre diramazioni dell’Opera. settimana, abbiamo potuto condividere la Ma il momento economico gesituazione e le prospettive della nostra attinerale ci spinge a fare, nel vità: il 5 maggio con Darci, Arnaldo e i con2010, delle scelte importanti. siglieri di alcuni aspetti; l’8 maggio con Luisa Gennaro, Mario Ciabattini, consiglieri, e I LIBRI. In questi incontri con il Centro e i delegati dell’Opera in Italia. L’11 maggio i delegati delle zone italiane abbiamo cocon il Consiglio Generale. minciato a capire insieme qual è il significato di ogni libro pubblicato dall’Editrice. Nel 2009 abbiamo fatto l’esperienza di un Con gioia troviamo conferma che il libro è Consiglio direttivo che, approvato da Chiauno strumento importante per l’attività ra già nel 2000, è diventato sempre più il dell’Opera che vuole fare arrivare il pensiecuore di tutte le scelte di Città Nuova. ro, l’esperienza, la cultura che scaturisce È nato il nuovo portale internet che contie6 MARIAPOLI 5/2010 dall’Ideale a più persone possibile, nella Chiesa e nella società. Per sviluppare meglio un progetto culturale, coinvolgeremo tante persone al Centro e nelle nostre comunità, gli agenti e gli incaricati di Città Nuova nelle zone. Altri progetti importanti si stanno mettendo a punto per l’editoria digitale e la riorganizzazione della rete commerciale. LA RIVISTA. Dal 1° aprile sono finite le agevolazioni postali per la spedizione agli abbonati della rivista Città Nuova. Così, dopo l’appello del direttore Michele Zanzucchi (Città Nuova 8/2010) a tutti i lettori, le zone italiane si sono mobilitate. Una volontaria di Napoli, ad esempio, aveva già rinnovato i suoi 40 abbonamenti e pensava di aver finito quando ha letto l’appello. Così ha rifatto un elenco di 71 persone che non avevano rinnovato negli ultimi anni. Ed ha recuperato 30 abbonamenti. La sua raccomandazione? «Farlo sapere a tutti. Dietro all’appello di Michele c’è Chiara stessa che accompagna ogni proposta del giornale. Non mi spiego diversamente il miracolo di questi abbonamenti. Ho coinvolto nell’appello anche altre persone che a loro volta ne hanno coinvolto altre». Danilo Virdis Ciudad Nueva Uruguay-Paraguay compie gli anni! IL 25 APRILE 1980, IN UNA StANzEttA DI UNA PENSIoNE PER StUDENtI dove alloggiava un gen - adibita a centro di distribuzione (!) - arrivava il primo numero di Città Nuova stampato a Montevideo (prima si riceveva l'edizione argentina). Cinque anni piú tardi, si cominció a inviare Ciudad Nueva anche al Paraguay (Paese con forte presenza indigena e cattolica, diversissimo dal laicissimo e pur ricco di valori Uruguay), e, pian piano, anche lí nacque una piccola redazione amatoriale. Dai tempi in cui si vendeva la rivista fuori dalle chiese all'attuale riconoscimento della Chiesa e della società (specie di alcuni parlamentari e giornalisti) tante avventure... Nella redazione uruguayana tra l’altro, sono cresciuti come giornalisti gli attuali direttori di Ciudad Nueva argentina e spagnola. Ed eccoci arrivati ai 30 anni. Un traguardo importante! Per l’occasione è uscito un numero speciale la cui copertina – una combinazione di quella del primo numero con una dell’ultimo – sembra sfogliare idealmente trent'anni in una sola scorsa di pagina. tanti gli echi giunti in redazione, tra i quali quelli di cinque Vescovi (quasi la metà della Conferenza episcopale). Hanno scritto dai due Paesi persone diversissime tra loro: c’è chi ringrazia «delle testimonianze vive del cristianesimo», chi «dei semi di bontà e verità nelle altre religioni e negli avvenimenti della società che Ciudad Nueva riscatta», «degli articoli che illuminano e sono una solida referenza», «di seminare a piene mani la Buona Novella», «della dimensione locale e universale, viste nella prospettiva della fraternità, che aprono orizzonti piú ampi», «di permettere un tuffo nella spiritualità che invita a essere protagonisti di un mondo piú fraterno». Per tutti, un augurio: «Che Ciudad Nueva continui a crescere e a dare ai suoi lettori la forza di vivere la vita quotidiana con Dio». Prossimamente, festeggeremo con i lettori. Silvano Malini 5/2010 MARIAPOLI 7 gen e giovani buddhisti della Rissho Kosei-kai In dialogo per un mondo unito ziativa contro gli armamenti promossa dalla sezione giovanile della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (WCRP), con raccolta di firme - che molti giovani stanno portando avanti in tutto il mondo - da presentare all’ONU. Il 1° maggio a Loppiano se ne sono raccolte 800. Simposio giovani buddhista-cristiano tra il 29 aprile e il 6 maggio una delegazione di giovani della RKk è stata in Italia. Era la terza volta che si teneva un programma per gen e giovani buddhisti. La delegazione dei giovani della RKk era composta da 10 persone, guidate dal rev. Yasutomo Bamba, vice-direttore del dipartimento giovani. Il primo maggio i giovani buddhisti hanno partecipato al tradizionale meeting di Loppiano. Essendo la pace una missione profondamente sentita dai giovani della RKk, in continuità con la missione del fondatore Nikkyo Niwano, hanno portato il loro contributo intervenendo al work-shop sul disarmo, dove hanno esposto con entusiasmo convincente il progetto «Arms Down». Si tratta di un’ini8 MARIAPOLI 5/2010 Nei giorni successivi, al Centro Mariapoli di Rocca di Papa si è tenuto il 2° Simposio giovanile, dove sono stati protagonisti i giovani della RKk insieme ai gen e alle gen. Il titolo scelto di comune accordo era «Pace nei cuori per portare la pace nel mondo». Il programma, oltre che dalla conoscenza reciproca, dai temi e scambi di esperienze, è stato costruito da profonde comunioni che hanno fatto sperimentare sulla propria pelle lo scopo dell’ideale dell’unità. Dopo il momento delle esperienze, una delle ragazze ha detto che si sentiva colpita del fatto che abbiamo un rapporto quotidiano con Dio, che rende capaci di perdonare - come aveva raccontato una gen -, cosa che per loro si raggiunge solo a livelli spirituali molto elevati. Ci colpiva anche il fatto che nel momento del dialogo, alcune buddhiste hanno messo in comune aspetti della loro vita personale, che, poi, sono risultati, un dono. Si sperimenta un dialogo fondato sulla verità, coscienti delle differenze e scoprendo allo stesso tempo quello che ci unisce. Così, attraverso l’amore reciproco, che ci faceva sen- tire la realtà altrui come nostra, sono cresciuti il desiderio e l’impegno di continuare a costruire un mondo unito. Tra giovani l’intesa è immediata. Il punto centrale era l’amore evangelico e la compassione buddhista. Vederlo vissuto aiuta gli amici buddhisti a vivere ciò che è per loro più specifico: la compassione in tutti i rapporti e le situazioni anche difficili che si trovano ad affrontare. Siamo rimasti sorpresi da come ci hanno aggiornato dell’incontro avuto con Emmaus a Tokyo. Tra le risposte ne hanno scelte due: sulla presenza di Dio che si sperimenta quando c’è la carità ed anche sulle esigenze di questo «amore», che per essere autentico richiede l’amore a Gesù sulla croce. Sono attirati da questi due aspetti. Camminiamo insieme nell’amore e nella compassione: è una luce che ci fa progredire sempre più verso la verità. Udienza da Benedetto XXVI Il giorno seguente – 5 maggio - era prevista la partecipazione del gruppo giapponese e di alcuni gen all’udienza generale con Benedetto XVI. È stata annunciata la loro presenza come «partecipanti al Simposio buddhista-cristiano, organizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari». Calorosa la risposta con un «Viva il Papa» in italiano. Nel salutarlo, i rappresentanti dei due gruppi hanno consegnato nelle mani di Benedetto XVI l’impegno a costruire la fraternità universale e gli hanno espresso «tutto il nostro rispetto, l’amore e la preghiera». Il Santo Padre ha avuto parole di incoraggiamento, ripetendo due volte: «Continuate così!». Alcune espressioni GIOVANI DELLA RKK. «Ascoltando le vostre esperienze ho capito il significato di donarsi agli altri per primi, senza aspettare nulla; è anche ciò che il nostro fondatore ci insegna. Grazie ai nostri due fondatori - Nikkyo Niwano e Chiara Lubich - noi giovani abbiamo potuto oggi fare quest’esperienza». «Ho visto che voi mettete in pratica le parole dei vostri libri sacri, e perciò riuscite ad amare. Anch’io vorrei mettere la “fede” al centro della mia vita quotidiana». «Al 1° maggio ciò che mi ha impressionato di più è stata la storia di Chiara Luce. Non pensava a se stessa neanche nella malattia, ma ha continuato ad amare le persone. Mi ha fatto riflettere tanto sulla mia vita. Non lo dimenticherò mai». GEN. «Ci sentiamo molto fortunati per aver partecipato ad un Simposio così costruttivo, che fa parte della storia del Movimento ed anche del mondo. Il dialogo interreligioso è il segno del nostro tempo: facendo ciò portiamo avanti il mondo unito. In noi è rimasta questa voglia di continuare ad andare avanti insieme, perciò vivere intensamente l’Ideale e costruire ponti con quanti Gesù ci mette accanto. Attraverso questo dialogo abbiamo avvertito sulla nostra pelle lo scopo del nostro Ideale: l’Unità». Centro per il Dialogo interreligioso e Centri gen2 5/2010 MARIAPOLI 9 a Castel Gandolfo Famiglie-focolare a scuola Roberto Rigo monio, è il presupposto dell’essere famiglia-focolare. Una Scuola che è stata un evento. A cominciare dalla partecipazione di 140 famiglie-focolare di 41 zone di tre continenti e dai 22 interventi-testimonianze di famiglie-focolare di ogni parte del mondo, che hanno dato al corso il timbro di universalità e di comunione. La Scuola (13-16 maggio), dal titolo significativo ed ardito: «Famiglia-focolare: dono e impegno per l’Opera», si è aperta con una riflessione sui fondamenti della vocazione dei focolarini sposati, a cura di Gianni Cito e Margi Comazzi, incaricati nelle due Sezioni per i focolarini sposati. Vocazione che, unitamente al sacramento del matri10 MARIAPOLI 5/2010 I diversi interventi delle famiglie-focolare che si sono poi succeduti, tutti radicati su quanto si andava via via approfondendo attraverso i video di Chiara, sono stati espressione di quella novità e bellezza che l’inCon Vale Ronchetti novativa proposta di Chiara contiene. Infatti, come è stato ricordato da Danilo e Anna Maria Zanzucchi – testimoni accanto a Chiara come prima famiglia-focolare - è stato proprio il «di più d’amore» a conquistare Foco quando ella, ancora nel lontano 1953 gli presentò la via del focolare da percorrere assieme ai focolarini vergini. E conseguentemente - hanno sottolineato Simonetta e Piergiorgio Colonnetti nel raccontare il loro incontro con Chiara - quando nella famiglia-focolare si vive l’amore reciproco del Vangelo, Gesù è in mezzo ad essa. Ed è questa divina Presenza che la fa «focolare». Valorizzando così anche l’apporto di tutte le altre famiglie che nell’Opera cercano di vivere con Gesù in mezzo. Nell’accogliere con trepidazione il radicale invito di Chiara ad essere «come ogni altro focolare», nei presenti si è accesa la consapevolezza – ed è questo forse ad aver dato alla Scuola il carattere di evento - del moltiplicarsi dei focolari nel mondo per la presenza nell’Opera delle famiglie-focolare, come Chiara ha sempre auspicato. Famiglie-focolare che, dopo quanto detto da Emmaus nell’ottobre scorso su «L’Opera oggi», si stanno sempre più stagliando come tali, sia nel rinnovato impegno ad essere dono per l’Opera là dove si trovano, sia con una nuova disponibilità a trasferirsi dove ce ne sia necessità. Ed è così che già in questo 2010 è prevista la partenza di sette famiglie-focolare, grazie al nuovo impulso di Emmaus e sulla scia dei primi trasferimenti «storici» come quelli delle famiglie Zagolin, Calò, Quartana, e dei numerosi altri avvenuti successivamente nei continenti o all’interno della stessa zona. Altre tre famiglie-focolare si stanno preparando per partire nel 2011, mentre sono numerosi i trasferimenti temporanei di uno o due mesi – già avvenuti o in preparazione – in zone dove non ci sono ancora focolarini sposati. Darci e Arnaldo, venuti per portare il cuore di Emmaus e del Centro dell’Opera, hanno potuto ascoltare le testimonianze di alcune famiglie-focolare in partenza. Sentendo con quale anima si dispongono a partire e come tutta la comunità li sostenga anche concretamente, hanno manifestato la loro gioia nel vedere attuarsi la profezia di Chiara. A conclusione della Scuola è venuta Vale Ronchetti, che da vera testimone di DioAmore, ha trasmesso la radicalità originaria del Carisma e con essa la certezza che Chiara ci è sempre accanto ad aiutarci nell’impegno di adempiere il disegno che Dio ha pensato su ciascuno di noi. Anna e Alberto Friso con Maria e Raimondo Scotto Parrocchie in fermento Guardando la sala di Castel Gandolfo con oltre 1500 persone inondata da giovani qualcuno ha parlato di «esplosione del Movimento parrocchiale e diocesano». Un Convegno quello del 16-18 aprile che possiamo dire «nuovo», se si guarda ai precedenti di queste due diramazioni. Nuovo nella preparazione, sostenuta per la prima volta insieme a un comitato di incaricati delle varie zone, in particolare italiane, che si sono assunte ciascuna un aspetto dell’incontro e l’hanno svolto con competenza. Nuovo nei partecipanti: chi si immaginava una raccolta di persone adulte, si è trovato dinnanzi un’abbondante schiera di giovani attivi, lanciati, radiosi. Nuovo nello stile: quattro presentatori che si alternavano, una band tutta di giovani di Teramo, intermezzi artistici con pezzi del cantautore Mimmo Jervolino. Anche una tavola rotonda condotta da giovani, scambi in sala a gruppetti, possibilità di scrivere le proprie impressioni su foglietti o di inviarle per SMS o via email… Ma questa è la cornice. Il convegno «Parrocchia testimone dell’amore di Dio» - titolo in sintonia con il tema dell’anno e con la prima Enciclica di Benedetto XVI da cui è stato tratto - ha inciso profondamente sui presenti. Il video di Chiara su «Dio Amore» ai gen del 1974 è risultato attualissimo, come il Vangelo che mai invecchia. «La certezza più grande che ci siamo portati via è che Dio ci ama immensamente, la frase che è stata ripetuta di 5/2010 MARIAPOLI 11 a Castel Gandolfo più in questi tre giorni. L’abbiamo recepita con una nuova convinzione». Affascinante il racconto dei primi tempi di Silvana Veronesi e Marco Tecilla: «Non avevo sentito mai finora Marco parlare così “terra a terra” come un operaio, ma allo stesso tempo “pieno di cielo”». Emmaus e Giancarlo ci hanno trasmesso l’amore dell’Opera di Maria e le loro parole hanno dato nuovo slancio a essere tessitori di unità nelle comunità parrocchiali, perché «il carisma non è solo per noi». Le esperienze erano come «frutti maturi». È venuto in rilievo come una parrocchia, testimone dell’amore di Dio, possa rispondere ef- ficacemente alle sfide dell’oggi: le attese dei giovani, le crisi della famiglia, le nuove povertà, l’urgenza del dialogo. Solenne la presentazione di Chiara Badano, testimone fino alla fine di come il dolore offerto per amore renda liberi. Il contributo sull’Enciclica Caritas in Veritate ha trovato una grande risonanza. La festa, svolta «in quel clima - si è espresso un giovane – che ci faceva sentire come sospesi in un mondo surreale, divino», ha colpito anche d. Foresi, felicemente sorpreso di vedere tanta vita. Non sono mancate le monete: voli cancellati a causa del vulcano Eyafjallajokull e ritorni avventurosi con mezzi di d. Raggio presenta i partecipanti a Emmaus e Giancarlo fortuna; piccoli e meno piccoli incidenti… La «prova» che Dio ci ama con un amore che non esclude le difficoltà, ma le fa superare. «L’impressione che mi è rimasta - confida un sacerdote - è che Maria abbia preso in mano il Movimento Parrocchiale e Diocesano e che ci saranno sorprese». d. Adolfo Raggio, Pierina Onofrio, Billy Orlandi 12 MARIAPOLI 5/2010 congressi gen3 a Castel Gandolfo e nelle zone La scoperta più grande Dalla Lituania alla terra del Fuoco incontrando i gen3, passando per Germania, olanda, Cechia, Italia e Argentina. Un Congresso unico, possiamo dire, anche nelle molteplici diversità, quello che ha visto protagonisti più di 1000 gen3, dall’Europa al Sud America nei mesi di dicembre 2009 e di gennaio e febbraio 2010. Tema centrale di tutti i Congressi nelle varie zone: Dio, scoperto come Amore. Questo Suo Amore lo abbiamo sentito in modo particolare nei giorni vissuti insieme. È stata anche l’occasione della consegna della Formula, sulla quale avevamo lavorato tutto lo scorso anno. «Colore» principale in tutti i congressi è stato l’Indaco (Sapienza e studio). Domande e risposte presentate ad esperti sulle tematiche scelte da noi: dalla famiglia, al rapporto Nella Cittadella di O’ Higgins in Argentina Nella Cittadella di Ottmaring in Germania scienza e fede, dalla post-modernità, all’amicizia, dall’affettività alla scuola... Di grande aiuto la Scuola mariana gen3, che vediamo quanto sia importante per noi. Nel congresso a Castel Gandolfo, momenti molto forti, i «colloqui sulla panchina», con i primi testimoni del Carisma, e «l’incontro» con Chiara Luce, attraverso l’intervista ai suoi genitori. Ci è sembrata una compagna eccezionale in questo cammino nel «santo viaggio». Chiara ci ha sempre detto che noi gen3 siamo una generazione di santi; conoscere la vita di Chiara Luce è stato come sentire che una di noi ce l’ha fatta e il suo stile di vita, di gen realizzata, ci dona la forza di continuare nel cammino intrapreso. Cosa hanno lasciato questi giorni nel nostro cuore? «Continuare ad amare e un gran desiderio di raggiungere la santità, proprio come Chiara Luce». «Consegnarmi a Dio perché realizzi su di me il Suo progetto». «Un’esperienza incredibile. Dio mi ama proprio immensamente. Mi ha lasciato nel profondo la forza di andare avanti». «Un forte senso d’unità e famiglia: ho avvertito la presenza di Gesù in mezzo a noi che ci ha fatto vivere momenti splendidi». 5/2010 MARIAPOLI 13 gen3 Quando abbiamo sentito di più di essere amati da Dio? «In ogni momento: quando mangiavi, quando giocavi, quando parlavi e partecipavi a qualsiasi attività». «Quando abbiamo lavato i piatti insieme mi sono sentito amato da Dio, attraverso l’unità dei miei compagni». «Nella comunione d’anima, dove ognuno di noi ha offerto agli altri le sue esperienze». «Ascoltando la testimonianza di Chiara Luce. Ho capito come affrontare il dolore, come Lui lo ha affrontato sulla croce. Anche la visita alla casa di Chiara: quanta speranza si può affidare alle mani di Dio per raggiungere il grande obiettivo dell’amore». «Subito dopo essermi confessato con un sacerdote che mi ha consigliato di affidarmi a Maria, ho avvertito che “qualcuno” mi era vicino e mi sono sentito pervadere da una grande gioia». Cosa mi chiede adesso Dio? «Questo congresso mi ha cambiato e da subito voglio fare una cosa, la più semplice: amare il prossimo». «Voglio impegnarmi di più, magari dando una mano con i gen4». «Aprirmi nel diffondere l’Ideale a tutti, a partire dai miei compagni di scuola, senza timore di presentarmi come gen3 e magari essere deriso ed incompreso». «Impegnarmi nello studio per amare i miei genitori, poi amare alcuni compagni di classe che mi prendono in giro solo perché credo». «Dire ai miei amici più vicini che io frequento il Movimento Gen e seguo un ideale ben preciso». Altri hanno scritto: «Prima di venire avevo incominciato a dubitare dell’esistenza di Dio, ma qui ho sperimentato forte la presenza di Gesù fra noi e questo ha fortificato la mia fede». «Ho imparato che se io sbaglio, e anche se sbagliassi sempre, Gesù sempre, sempre mi amerà». Il Centro dei gen3 14 MARIAPOLI 5/2010 Costruendo i ponti… diario di viaggio Un viaggio che lega l’Ungheria e l’India nella passione che i Giovani per un mondo unito di queste terre stanno traducendo concretamente in tasselli di fraternità. Maria Guaita e Andrew Camilleri, della segreteria centrale dei GMU, all’inizio di maggio hanno percorso questo itinerario aprendo e chiudendo la Settimana Mondo Unito (della quale parleremo sul prossimo numero). dal Ponte sul Danubio Eravamo a Loppiano quando riceviamo una telefonata dei giovani dell’Ungheria: «Per la Settimana Mondo Unito, abbiamo pensato di realizzare una giornata insieme, giovani dell’Ungheria e della Slovacchia». Ci sembra un’idea bellissima, accogliamo con gioia l’invito di recarci in Ungheria, e lì ci rendiamo conto di quanto sia ardita l’iniziativa dei Giovani per un mondo unito ungheresi e slovacchi: la storia ha lasciato delle ferite che talvolta generano incomprensione. Il primo appuntamento, nell’incantevole Budapest, è con le focolarine e i focolarini dell’Ungheria: un momento di famiglia e di condivisione in cui chiediamo lo Spirito Santo perché ogni difficoltà sia l’occasione per un amore scambievole ancora più grande. Il giorno dopo, nel focolare che si trova al Tarcisio Arzuffi Giovani per un mondo unito Ungheria. Con i giovani ungheresi e slovacchi centro della città, la segreteria dei Giovani per un mondo unito e le due unità arcobaleno ci raccontano il cammino fatto fino a quel momento: «Abbiamo desiderato che la Settimana Mondo Unito in questa terra desse un segno di speranza, incontrandoci a Esztergom e Sturovo, dove un ponte sul Danubio lega le due nazioni. Via via che andavamo avanti con i preparativi, ci rendevamo conto che era una sfida… “E i nostri amici: come reagiranno?”». Con cuore aperto dicono il loro travaglio. La presenza di Gesù in mezzo illumina e dà coraggio: riconoscendo Gesù Abbandonato, ciascuno dice il suo «sì» sincero a Lui con amore disinteressato, anche nella diversità di vedute. Un momento fortissimo, che non dimenticheremo, segnato da una gioia soprannaturale. Capiamo perché Chiara ha visto nella seconda generazione lo splendore dell’Ideale e le sue parole «Sarà la seconda generazione a far riecheggiare il grido di Gesù Abbandonato fino agli ultimi confini della terra», risuonano più attraenti che mai. Davvero sono i grandi ideali che fanno la storia! I giovani della Slovacchia aderiscono con altrettanta autenticità e la vigilia dell’apertura della S MU , in cui rinnoviamo il patto dell’amore scambievole, è la radice di ciò che vediamo con commozione il giorno dopo: una sala compatta, 300 giovani in profondo ascolto, in un clima gioioso. Si alternano esperienze, canzoni, danze, che esprimono la ricchezza di questi popoli; poi la diretta che via internet apre la 13ª edizione della SMU. Dopo il pranzo in giardino, gruppi di giovani slovacchi e ungheresi insieme animano tante attività. Bello vedere tutti gli anziani della Casa di riposo accompagnati dai giovani nella piazza di Sturovo: seguono i giochi organizzati per i bambini, gustando un gelato in quel tiepido pomeriggio di primavera. Momento culmine è quello in cui viene piantato un albero alla presenza dei due vice sindaci di Esztergom e Sturovo, per esprimere il legame tra le due nazioni: «Questo cedro, che ora vogliamo simbolicamente piantare, ci deve parlare di amicizia, non vuole essere un’espressione simbolica, ma reale, di vera fraternità tra le due città, le due nazioni, tra i giovani ungheresi e slovacchi. Il cedro è stato sempre considerato, nel Medio Oriente, come un albero santo: in arabo significa forza. Si dice del cedro che rafforza la volontà e resistenza contro le influenze esterne, sostiene nel desiderio di andare avanti nella vita spirituale e aiuta a cambiare dal negativo in positivo le difficili esperienze che poi diventano patrimonio di sapienza. Un proverbio dice: 5/2010 MARIAPOLI 15 Tarcisio Arzuffi Bombay. Alla Scuola per animatori dei GMU provenienti dalle varie parti dell’India. “Un pezzo di cedro con sè, porta tanta benedizione”. Che quest’albero porti anche per i nostri popoli benedizione, che la sua crescita veda quella della fraternità e qui possano venire le famiglie con i loro bimbi per giocare insieme». Segue un applauso lunghissimo e commosso, come il saluto dei due vice sindaci. Nel cuore di ciascuno un desiderio ardente di crescere nella fratellanza. … al Sea-link di Mumbay Dopo pochi giorni con l’aereo sorvoliamo l’oceano; risuonano in cuore le parole di Chiara «Come un oceano deve essere il tuo cuore...»: doniamo a Dio la splendida esperienza ungherese per aprirci alla nuova: in India, per la conclusione della SMU e una Scuola di animatori dei Giovani per un mondo unito. Alle tre del mattino, in aereoporto, calorosa accoglienza della nostra famiglia! I preparativi fervono, è in pieno corso la settimana intensa d’iniziative che entusiasmano i giovani: danza, fotografia, sport, gita con i bambini del Progetto Udisha, maratona e realizzazione di un murales lungo 80 metri al centro di Bombay con il motto della SMU, molto incisivo e attraente. Il caldo umido non frena il loro impegno: per partecipare a questi momenti i giovani di Coimbatore dello Shanti Ashram hanno viaggiato sul treno per 38 ore! La chiusura della SMU con la diretta internet alle 20.30 locali, è il momento culmine 16 MARIAPOLI 5/2010 di una giornata di lancio che si conclude con un simpatico barbecue: c’è anche un piccolo gruppo di giovani indù, molto toccati da questa proposta di vita. Nei giorni successivi, si tiene la Scuola per animatori dei GMU: siamo 70 tra gen, GMU, focolarine e focolarini provenienti dalle varie parti dell’India. C’è anche una gen della Corea e un giovane di Malta. È la prima volta che i gen, le gen e i GMU si incontrano a livello nazionale. Bellissimo il momento in cui loro stessi tracciano la storia dei GMU in India. In un dialogo vivo e partecipato, emerge il desiderio di comunicare l’Ideale a tanti, agli amici - anche indù -, in questa terra affascinante dai profumi e dai sapori intensi. Gli ultimi due giorni li viviamo a Coimbatore, nel sud dell’India: con Giuliana Taliana e Antonio Salimbeni, i delegati dell’Opera in India, incontriamo Minoti e Vinu Aram e i collaboratori dello Shanti Ashram che ci accolgono fraternamente. Visitiamo il loro centro, le scuole, i lavori che svolgono nei villaggi, cogliendo i frutti dello spirito gandhiano che li anima; sono desiderosi di continuare a lavorare insieme e la proposta che un gruppo dei loro giovani partecipi al prossimo meeting dei Giovani per un mondo unito, è accolta con entusiasmo. Minoti e Vinu ci raccontano a varie riprese il dono inestimabile del loro personale incontro con Chiara: sono le ultime perle che Dio ci dona in questo viaggio, in cui lo splendore del Carisma ci appare nuovissimo, in tutta la sua grandezza: come la sconfinata India! Maria Guaita e Andrew Camilleri «inondazioni» 12 anni di EcoOne Dal 14 al 16 maggio si è tenuto a Castel Gandolfo il Convegno di EcoOne su «Sostenibilità ambientale e questione energetica». Aperto dal messaggio di Emmaus, è stato arricchito dal dialogo tra il nostro piccolo corpo di ecologi e professionisti non appartenenti al Movimento. Il tema è stato trattato da esperti nei vari ambiti legati al problema dell’energia: dall’ingegneria alla fisica, dalla politica alla sociologia. I loro interventi hanno tracciato un vivace panorama che ha toccato l’utilizzo dell’energia in natura, le fonti rinnovabili, l’energia nucleare, i cambiamenti climatici, la partecipazione politica e la solidarietà sociale. Gli oltre cinquanta partecipanti (da Brasile, Cile, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Austria e Italia) hanno contribuito con poster in cui esponevano lavori, ricerche e studi. Una parte del programma è stata dedicata ad esaminare - a dieci anni dal primo Convegno - il percorso di EcoOne e gli elementi culturali che l’hanno caratterizzato: CUSTODIA: la persona è custode della creazione (cfr Gen 1,28; 2,15). RESPONSABILITÀ E COSCIENZA AMBIENTALE: la consapevolezza che danneggiare la natura significa minacciare la vita, stimola la coscienza morale sulla questione ambientale. NUOVO RAPPORTO PERSONA NATURA: la persona, nel dono di sé, vive un rapporto corretto con la natura, superando estremismi antropocentristi o fisiocentristi. SOSTENIBILITÀ come nuovo paradigma di sviluppo: occorrono radicali cambiamenti strutturali e comportamentali affinché lo sviluppo possa essere sostenibile. 5/2010 MARIAPOLI 17 «inondazioni» Un po’ di storia di EcoOne L’«inondazione» ecologica è nata ufficialmente il 27 maggio 1999, con l’annuncio di Eli durante il Collegamento CH. Lo stesso giorno, durante un incontro degli esterni della Scuola Abbà, Sergio Ron dinara ha presentato a Chiara sei persone che hanno costituito un primo abbozzo di Commissione centrale. I prodromi. Nel ’98, in seguito ad una lettera dell’oceanologo Pino Giaccone, Chiara ha affidato a Sergio Rondinara focolarino, ingegnere nucleare - l’aspetto dell’ecologia nella Scuola Abbà. Il 13 novembre Sergio ha presentato alla Scuola il suo primo lavoro: «Il rapporto persona umana-natura alla luce degli scritti di Chiara Lubich». Il 18 maggio ’99, dopo una visita alla Cittadella belga, Sergio ha scritto a Chiara che esisteva nell’Opera un corpo di professionisti che lavoravano insieme in campo ecologico. Il primo Convegno di EcoOne - che allora si chiamava «Inondazione su Natu ra&Ambiente» - si è svolto l’11-12 novembre 2000 col titolo «La natura tra Ideale e progettualità sociale». La riflessione era focalizzata sul rapporto persona-natura nella prospettiva dell’ideale dell’unità. L’anno seguente, con lo stesso titolo si è trattato l’effetto serra, analizzando il ruolo di foreste e oceani nel bilancio dell’anidride carbonica. Dal 2003, l’inondazione ha preso il nome di EcoOne e il Convegno ha avuto una tematica precisa. 2003 – Durante il Convegno si è affrontato il tema dei cambiamenti climatici sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista etico. Per quanto riguarda gli aspetti scientifici, l’attenzione è stata rivolta a dinamica del clima, forzante solare, rapporto tra incendi e cambiamenti climatici 18 MARIAPOLI 5/2010 ed effetti di tali cambiamenti sulla biodiversità. L’approfondimento etico è stato dominato dal principio di precauzione. 2004 – «L’acqua. Bene comune dell’umanità» con particolare attenzione alla solidarietà internazionale e intergenerazionale. Da questo Convegno, fino a quello del 2008, è stata presente Aletta Salizzoni, per temi specifici sulla spiritualità dell’unità. Dal 2005 il filo conduttore è stato lo sviluppo sostenibile, seguendo le indicazioni contenute nel messaggio di Chiara al Convegno di quell’anno, vera Magna Charta di EcoOne. 2005 e 2006 – «La sostenibilità dello sviluppo». Con il contributo di altre «inondazioni»: diritto, economia, politica, sociologia, si esamina questo tema dalle angolazioni più diverse: dall’antropologia agli ecosistemi, dalla cooperazione alla storia. 2007 – «Ecologia del paesaggio e relazionalità sociale». Continuando sul solco dell’interdisciplinarietà, ci si propone di costruire un ponte tra scienze naturali e scienze umane, con temi svolti con uno sguardo ai popolamenti biotici e ad una lettura sociologica. 2008 – «Ambiente e democrazia». L’attenzione è stata rivolta alla politica e agli strumenti partecipativi/legislativi che possono orientare il comportamento dei cittadini in campo ecologico, con particolare riferimento alle direttive europee e ai trattati internazionali. 2009 – «Sostenibilità ambientale: coscienza e partecipazione nella gestione dei rifiuti». È ritornato il tema dello sviluppo sostenibile, cominciando dal problema scottante della gestione dei rifiuti, affrontato dal punto di vista naturale, tecnico, economico e politico. Luca Fiorani «inondazioni» «Hollywood» a Milano Loppiano e Roma L’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Angelus Student Film Festival di Hollywood in collaborazione con Netone, hanno promosso il 15 aprile un Seminario nel capoluogo lombardo dal titolo «Milano-Hollywood: le promesse del cinema di domani». Dagli Stati Uniti sono giunti per l’occasione cinque registi e un’attrice israeliana – vinci- All’Università Cattolica di Milano tori dell’Angelus Film Festival 2009 – la direttrice del Festival e p. Willy Raymond direttore di Family Theater Productions. Il tema «Milano-Hollywood: le promesse del cinema di domani» è stato sviluppato dal professore Armando Fumagalli, direttore del master in Scrittura e produzione per la fiction ed il cinema della Cattolica. Oltre agli studenti del master della Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo e i L’Angelus Student Film Festival (fondato dal Family Theater Productions di p. Patrick Peyton) è una competizione internazionale che si tiene annualmente a Los Angeles per i migliori film degli allievi delle scuole di cinema di tutto il mondo. Lo scopo è di sostenere e incoraggiare un cinema fondato sui valori umani. Chiara aveva conosciuto il servo di Dio p. Peyton negli anni Cinquanta, e nel settembre 2006 la Family Theater Productions le aveva consegnato il premio «Lifetime Achievement Award» (vedi Mariapoli 9/2006). Presentazione a Castelgandolfo registi americani, c’erano alcuni professori dell’Università, professionisti dei media, nonché alcuni registi italiani. Il programma, con la proiezione dei cortometraggi degli USA, è stato accolto con entusiasmo. La sera del 16 aprile una proiezione al Centro culturale San Fedele; un pubblico entusiasta di cinema ha seguito con partecipazione i cortometraggi e i momenti di dialogo con gli artisti. 5/2010 MARIAPOLI 19 «inondazioni» Sabato il gruppo si è portato a Loppiano, per una immersione nella Cittadella. Dopo le proiezioni un regista ha esclamato: «Non abbiamo mai avuto un pubblico come questo per i nostri film!». Sono partiti per Roma il giorno seguente con il cuore pieno dell’esperienza vissuta nella Cittadella. Poi, martedì 20 a Castelgandolfo, nella proiezione per la Mariapoli Romana, sono stati molto apprezzati i valori dei messaggi sottolineati nei film e gli interventi degli artisti. I registi commentavano: «Non ci sembra vero quello che abbiamo sperimentato in questo viaggio… È un’esperienza che ci accompagnerà per tutta la vita». Ed è quanto sottolineavano anche altre impressioni. Gregg Helvey: «Sentivo definita in questa esperienza la mia “vocazione” come film maker (regista): dare l’amore attraverso i miei lavori, attraverso la bellezza... dare, dare, dare». Dana Kabesa (attrice): «In questo viaggio ho capito chi sono i cristiani, cos’è la Chiesa cattolica, con la quale non avevo mai avuto nessun contatto. Voglio ancor più collaborare con persone di tutte le fedi e culture per la pace nel mio Paese e nel mondo. Lavoro con una compagnia teatrale di ebrei e arabi (cristiani e musulmani) e vogliamo dare testimonianza al nostro Paese che vivere con armonia insieme è possibile». Oscar Bucher: «Ho sentito tale amore che sono costretto a farlo ritornare a chi incontrerò nella vita». L’ultimo giorno p. Willy, successore di p. Peyton, e p. Hugh Cleary, superiore generale della Congregazione della Santa Croce (a cui appartiene anche p. Willy) hanno potuto ringraziare Emmaus personalmente. Sono partiti strafelici: «Questo viaggio – diceva p. Willy – è stato guidato da Dio». Mary Cass 20 MARIAPOLI 5/2010 «Ospite d’eccezione» a Praga d’oro In occasione del decimo anniversario della chiamata al Cielo di Josef Lux – politico, focolarino sposato – la Repubblica Ceca lo ricorda con riconoscenza. Anche durante l’incontro di «Praga d’oro» è stato «ospite d’eccezione». L’incontro di febbraio di «Praga d’oro» è stato dedicato a Josef Lux. La sala strapiena in grande ascolto, ha fatto dire ad una persona di convinzioni non religiose: «Non ho mai vissuto in un’atmosfera così sacra e d’intenso silenzio». Un focolarino sposato, storico, ha presentato Josef nel contesto sociale in cui è vissuto, mettendo in luce la sua concezione politica, il suo difficile e infaticabile lavoro di pioniere in un Paese appena uscito da un regime totalitario, il suo impegno come servizio. Un politico, che ha condiviso con lui la militanza nel partito e la vita in Parlamento, ne ha tracciato il profilo. Emergeva l’uomo del dialogo, dalle convinzioni chiare e profonde, geniale nel trovare soluzioni, ma profondamente rispettoso dell’avversario. Convinto che nello nel decimo anniversario di Josef Lux scambio c’è l’arricchimento reciproco, favoriva la comunicazione, perché «ognuno potesse offrire il proprio contributo». Pur con un carattere impulsivo, era catalizzatore d’unità, uomo di nuove e ampie vedute, spesso criticate e incomprese, che oggi risultano profetiche. Uno stralcio, in video, del suo ultimo intervento all’Assemblea generale del suo partito (Unione Cristiano Democratico Popolare) nel 1999, lo ha fatto sentire più che mai presente. Il suo appello alla comprensione e alla fraternità ha commosso molti. Sono poi stati letti brani tratti da un suo libro. La moglie Viera - focolarina sposata - ha commentato alcune foto: ne illustravano il profilo spirituale e familiare. La partecipazione dei presenti è stata viva ed attiva, con interventi e colloqui personali sia con Viera che con gli altri relatori: risultava evidente che la vita si impone e trascina. Più esattamente si dovrebbe dire: «L’incontro di Praga d’oro, a febbraio ha avuto un “ospite d’eccezione”: Josef Lux». Naturalmente quello fatto a «Praga d’oro» non è stato l’unico ricordo di Josef. Sulla stampa ceca, sono usciti vari articoli: unanime il riconoscerlo come un «unicum» sulla scena politica. Citiamo per tutti quanto espresso dal Segretario generale di un partito diverso dal suo, che ha scritto: «Dopo 10 anni viene ancora più in evidenza che un tipo di politico come Josef Lux, ci manca in modo incredibile. Se 10 anni fa non fosse morto la situazione politica ceca oggi sarebbe completamente diversa. Era un politico non solo di grande carisma ma anche di grande autorevolezza morale. Era capace di raggiungere una soluzione consensuale e sempre c’è riuscito. Aspettiamo un’altra persona di tale statura nel nostro mondo. È stata una perdita enorme». E Petr Pithart, Presidente del Senato: «Josef non è stato solo un grande politico, ma un grande uomo, sempre e dovunque». Teresa Cifaldi, Martin Uher Josef Lux é nato nel 1956 a Ústí nad Orlicí (Boemia dell’Est). Ha studiato agronomia a Brno e fino al ’90 ha lavorato in questo campo. Dall’82 membro del Partito popolare cecoslovacco, ne è diventato vicesegretario nell’89. Nel ’90 é stato cooptato nell’Assemblea federale ed eletto come segretario generale del suo partito. Nel ’92 è di nuovo deputato nel l’Assemblea federale, ministro dell’Agricoltura e vicepresidente nel primo governo di Vaclav Klaus. Dopo le elezioni nel ’96 deputato in Parlamento e di nuovo vicepresidente nel secondo governo di Klaus e ministro dell’Agricoltura. Nel ’98 vicepresidente e ministro dell’Agricoltura anche nel governo di Josef Tosǒvskí, e deputato in Parlamento. Per la prima volta all’opposizione. È morto di leucemia il 21 novembre ’99. 5/2010 MARIAPOLI 21 mariapoli celeste a cura di Amata Alda Ghezzi «Cares» Con totalitarietà dagli inizi del Movimento gen «Ieri, 13 marzo, alle 12.25 Alda del focolare di Genova è arrivata in Cielo, pensiamo accompagnata da Maria, proprio mentre a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, si concludeva la Messa per il secondo anniversario della dipartita di Chiara. Alda proviene da una bellissima famiglia, unita e allegra: il papà Nando, uno dei primi focolarini sposati di Genova, la mamma Maria Luisa e quattro figli: Enrico, Alda, Renato e Giovanni. Ha conosciuto l’Ideale ancora bambina dal papà, che è in cielo da qualche anno. Dopo gli intensi anni di fondazione del movimento gen, nel 1978, a 25 anni, Alda è entrata in focolare. Provata nella salute, la sua vita è stata un continuo rispondere con totalitarietà a quanto Chiara le aveva scritto nel giugno ’93: “Sono con te nel trasformare ogni limite imposto dalla salute in amore, in carburante perché l’Opera vada avanti, e nel credere pienamente che tutto è predilezione di Dio per te”. Durante l’ultimo anno si è manifestata una grave malattia. Le terapie che sono seguite hanno segnato delle tappe importantissime per la sua anima. Scriveva: “Ieri mattina, appena saputo la diagnosi, ho subito accettato senza fatica - per una grazia, la realtà di poter morire presto. Poi sono venute le focolarine e ho sperimentato che con Gesù in mezzo la vita va comunque avanti. Oggi ho sentito l’onnipotenza del chiedere in unità. E ci sto!”. E ancora: “Per la prima volta ho proprio chiamato col nome del mio Sposo, la mia malattia. È stato darle il senso più vero e rendermi conto che così Lo posso avere sempre con me”. Nei mesi successivi Alda ha aderito con la sua caratteristica generosità ai tocchi dell’Amore del Padre. Poi è arrivata la guarigione completa e, di nuovo in forze, si è donata senza ri22 MARIAPOLI 5/2010 Alda Ghezzi serve. Sembrava che le sue caratteristiche più belle, raffinate dal lavoro di Dio e dal suo “sì” tutto nuovo, venissero in particolare luce: la grande fedeltà nel curare i tantissimi rapporti tessuti negli anni, la carità fine e operosa, l’amore concreto per l’Opera nelle sue diverse espressioni. È soprattutto nel suo apporto a Gesù in mezzo in focolare che si è visto il compiersi della Parola di vita che Chiara aveva scelto per lei: “Rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità” (Fil 2,2). E così anche il suo nome nuovo “Cares” = “Eucaristia”. L’emorragia cerebrale, da cui è stata colpita improvvisamente, l’ha trovata pronta all’incontro con Gesù Abbandonato. E come scriveva a Chiara in una delle sue lettere nel dicembre ’93: “…Posso ripetere persa in te: ‘Perché anch’io ho il mio Paradiso, ma è quello nel cuore dello Sposo mio!’”. Alda sarà trasportata a Loppiano, dove verrà celebrata la Messa al santuario Maria Teotokos, prima della sepoltura nel nostro camposanto. Uniti alla sua famiglia, preghiamo per Alda, nella certezza che lei lo farà per noi e per tutta l’Opera...». Così Emmaus ha comunicato ai focolari nel mondo la «partenza» di Alda. Un dono grande ricevuto nella sua vita è stata la famiglia, culla che ha custodito e favorito lo svilupparsi delle doti umane e spirituali di Alda, palestra di rapporti, di crescita, di allegria, di cultura. Le gen la ricordano come una giovane amante dello sport e della musica, ricca di talenti, gioiosa con le sue battute argute che divertivano e ridimensionavano le difficoltà. Affascinata e pronta a seguire Gesù. Testimonia una di loro: «A me che mi descrivevo inadeguata ha detto: “L’unica cosa che non possiamo davvero fare è non credere che lasciando spazio a Dio in noi possiamo farcela, ricominciando sempre». Il giorno stesso della sua laurea – in lettere – Alda parte per la Scuola di formazione a Loppiano e nel ’78 entra in focolare, a Bari, dove si dona senza misura. Dall’83 è nel focolare di Genova, di cui per un periodo è la responsabile. Impressionante il numero e l’intensità dei rapporti tessuti con le persone più diverse. Con la fiducia di un figlio in braccio al Padre, a cui tutto è possibile, si è fatta carico delle necessità che molti le confidavano, coinvolgendo altri nel suo circuito d’amore. Da anni seguiva con dedizione le religiose aderenti al Movimento. Una delle realtà a cui si è dedicata con ardore è stato il nascente gruppo di persone collegate al mondo della pedagogia. Sapeva esprimere a ciascuno un amore personalizzato, lo confermano anche i suoi studenti, che ha seguito con passione fino alla fine. Nell’ultimo SMS, inviato poco prima di sentirsi male, diceva a chi le aveva chiesto un favore: «Questa notte ho dormito solo un’ora, ma se me la sento … volo». Alda ci ha lasciato nell’anima la certezza che in lei «tutto era compiuto». Aveva 56 anni. Daniela Bignone Agata Tranchino Agata Tranchino «“Sigillo d’oro” del focolare» «Agata, focolarina sposata dei primi tempi della Sicilia, dopo un lungo periodo segnato da tanti dolori fisici, il 9 aprile, all’età di 91 anni, ha raggiunto la Mariapoli celeste come un angelo, addormentandosi dolcemente. In queste settimane le è stata sempre assicurata la presenza di Gesù in mezzo e il giorno della sua partenza erano accanto a lei i figli, alcune focolarine e altre persone dell’Opera. Nel 1972 Chiara le aveva dato come Parola di Vita “Abbà Padre” (Rm 8,15) aggiungendo: “Sia la tua vita incarnazione della volontà del Padre, fino al dono supremo”. Agata stessa raccontava in una Mariapoli: “Conobbi l’Ideale quando avevo 36 anni... A quel tempo mi trovavo già con quattro ragazzi dai 18 ai quattro anni... Eravamo una stimata e ricca famiglia di Siracusa; Cosimo, mio marito, mi amava molto e i ragazzi erano sani, vivaci, affettuosi. Io mi sentivo divisa: da un lato non potevo sottrarmi a quel vivere fatto di convenienze e buone abitudini borghesi… dall’altro mi rifugiavo sempre più spesso in un mio mondo interiore... A Dio non pensavo… Mi trova5/2010 MARIAPOLI 23 mariapoli celeste vo in questo stato d’animo quando agli inizi del ’56 accompagnai un’amica in quello che scopersi, poi, essere il primo focolare di Siracusa... Venne ad aprirmi una ragazza sorridente che disse di chiamarsi Renata (Borlone)… Mi raccontò la breve e semplice storia degli inizi del Movimento a Trento. Avvertii che… era ‘storia mia’. Anche in me tutto crollava… Ebbi la certezza che quello che andavo cercando era Dio, solo Lui. Ero felice. Deposi pelliccia e gioielli, non mi appartenevano più, e tornai in focolare il giorno dopo, dove conobbi Silvana, una delle prime compagne di Chiara. Da allora non lasciai più le focolarine... Con Cosimo aprimmo la nostra casa: era un via vai di sacerdoti, seminaristi, famiglie: dal calzolaio all’avvocato, ai Vescovi… Nell’estate del ’56, arrivata a Fiera di Primiero, conobbi Foco, Igino Giordani. Mi sentii avvolta in una misura sconfinata di amore... e raccontai, raccontai... Lui mi disse una sola frase: ‘Fatti santa!’, che diventò per me una consegna. Ben presto avrei compreso quale era il segreto per realizzare un così grande programma: Gesù Abbandonato e Gesù in mezzo, l’unità…”. Nel ’90, dopo qualche mese che suo marito era partito per il Cielo, avendo ormai i cinque figli tutti sposati, Agata chiese a Chiara di poter tramutare le promesse in voti; lei le rispose: “Sono felice che sei nella Lauretana”. Nel 2002 in un momento di prova scriveva a Chiara: “Ultimamente la mia salute è abbastanza peggiorata… sto vivendo su una fede nuda e riesco a vivere l’Ideale solo se mi sento chiusa in Maria Desolata, fuori di Lei non vedo più niente… Un solo pensiero mi conforta: che il mio non aver salute aumenti la tua per l’Opera. Solo questo mi dà un po’ di pace, un briciolo di gioia”. Chiara le risponde: “Grazie Agata... È Maria che ti ha chiamato fra le prime a lavorare alla Sua Opera, ed ora che tutto le hai dato, ti unisce a Sé, strettamente nel dolore, per farti altra Lei”. Nell’ottobre del 2008 Agata mi ha scritto: “Fai di me quello che vuoi”. Ed io le ho risposto: “…Che tu sia sempre quel ‘sigillo d’oro’ del focolare che Chiara pensa”. Fino agli ultimi giorni, guardando la fotogra24 MARIAPOLI 5/2010 fia di Chiara, la chiamava molte volte: “mamma”. Così diceva ad una focolarina: “In Chiara io ho trovato la fede di avere la mamma, eppure… ho novant’anni tra poco!”. Pensiamo Agata felice in Cielo, dove Maria e Chiara l’avranno accolta. Certi che da Lassù continuerà a seguire con amore la sua famiglia e l’Opera tutta...». Come Emmaus scrive nel telegramma alle zone, Agata si sentiva «figlia» di Chiara e con lei ebbe un rapporto epistolare stretto e profondo, di cui riportiamo stralci. Maggio 1991: «Grazie per essere entrata nella mia vita, per averla presa e fatta tua. Volevo anche dirti che ho desiderato inviarti un piccolo dono: dovrei, in questi giorni, fare un intervento… Sono felice di scoprirlo come cosa preziosa da offrire per questo tuo viaggio in Brasile: che sia un dono per la tua salute». E, Chiara attraverso Eli: «ringrazia di cuore per quanto stai offrendo per il suo viaggio in Brasile: ci conta! È con te, Agata, nel cercare sempre il volto dello Sposo». E nel 2003: « Mi sento nelle Sue mani... Una gioia grande è stato sentirti dire al Collegamento CH l’invito a ricordare i doni di Dio. Proprio in quei giorni, senza saperlo, avevo ripreso in mano degli scritti che mi hanno fatto “ricordare” e rivivere la mia chiamata all’Opera ed ho sentito la gioia e l’onore di appartenere a te e al Carisma». E Chiara: «So che soffri molto, ma vai avanti sempre fedele a Gesù Abbandonato lo Sposo, al quale offri tutto per l’Opera e per le mie intenzioni. Maria ti ricompensi con il suo amore di madre e ti benedica». Il giorno della sua «partenza» Agata non riusciva più a parlare, ma il suo essere comunicava, il suo sguardo era solo amore. Ha rivolto un saluto a ciascuno ed anche noi le abbiamo detto il nostro grazie. Seguiva le preghiere e i canti, i suoi occhi si sono illuminati nel sentire le parole di «È tanto difficile capir». Più le sue forze diminuivano, più emergeva la Vita che era in lei. Donatella Donato di Paola Pavel Ferko Pavel Ferko Il primo focolarino sposato della Slovacchia «Il 31 marzo, mercoledì della Settimana Santa, Pavel (Palko), il primo focolarino sposato della Slovacchia, ha compiuto il suo “santo viaggio” all’età di 83 anni. La mattina precedente aveva detto: “Sento che Gesù mi prenderà in questa settimana. Mi sento pronto, non perché sono stato sempre fedele ma perché mi sono sempre lasciato guidare da lui. […] ora vedo come tutta la mia vita non è stata che una preparazione ad incontrare Chiara, il dono grande che Dio ha fatto all’umanità”. La scorsa domenica delle Palme, rispondendo ad una mia lettera, diceva: “Mi scrivi che anch’io sono amato immensamente da Dio. Devo dire che è una verità genuina. L’ho sperimentato, quando a Lipsia, nel febbraio 1967, ho incontrato personalmente Natalia, Clari, Roberto e Margaret Frisch […]. Questa nuova spiritualità mi ha rapito infervorandomi. Grazie alle visite regolari dei focolari di Vienna abbiamo cominciato a vivere più intensamente, insieme a mia moglie Monika. E così è iniziata una vita clan- destina per potere approfondire e realizzare la spiritualità di Chiara anche (nell’allora) Cecoslovacchia […]. Questa è una breve ma densa testimonianza di un’avventura personale che Dio è Amore”. Palko fin da giovane aveva sentito la vocazione religiosa ed era entrato tra i gesuiti. Ma nel ’50, in quella che fu chiamata da qualcuno “la notte dei barbari”, tutti i religiosi di tutti gli Ordini furono presi e trasportati in alcuni monasteri della ex-Cecoslovacchia, trasformati in un certo tipo di lager. Era iniziato così un altro capitolo della sua vita e da quelle circostanze Palko capì che la sua strada era formarsi una famiglia. Si sposò con Monika ed ebbero quattro figli, uno dei quali, Andrej, è in focolare. Palko e Monica hanno sempre sostenuto il Movimento nella loro terra, fin dai suoi inizi. Quando nel ’69 Teresa Cifaldi è andata a Bratislava, l’hanno accolta nella loro famiglia, proteggendo così il focolare nascente. Sono stati tra i primi a portare l’Ideale nella ex DDR ed anche in Lituania, dove hanno fatto dei viaggi periodici. Seguivano inoltre le nostre famiglie sia a Bratislava che fuori e si occupavano anche del Movimento Parrocchiale, rimanendo nel cuore di molti. Palko aveva una profonda cultura, anche nel campo teologico; insegnante di matematica, ricercatore di fisica, conoscitore di molte lingue, per la sua fede ha vissuto momenti difficili di emarginazione e di povertà. Nonostante la sua debolezza fisica, fino alla fine ha portato avanti i suoi compiti: ha tradotto regolarmente la Parola di vita, articoli per Città Nuova slovacca e alcuni libri di Chiara. Dopo qualche anno dalla morte di Monika, gli era stato chiesto se volesse vivere in focolare e lui aveva risposto: “Questo sarebbe la realizzazione del mio sogno, ma sono vecchio e malato di cancro, temo di essere soltanto un peso”. Però vi è andato nella Pasqua 2005 e la sua presenza costruttiva ha dimostrato che lui era una miniera di amore e una vera colonna portante dell’Opera. La Parola di vita che Chiara gli aveva dato è: “La moltitudine di coloro che erano venuti alla 5/2010 MARIAPOLI 25 mariapoli celeste fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune” (At 4,32). E come nome nuovo: Manuel = Emanuele, Dio con noi. Pensando che ora Palko è nella gioia del Risorto, offriamo suffragi per lui e preghiamo per la sua famiglia». Con questo annuncio - che dice la ricca vita di Palko - Emmaus ha annunciato la sua partenza per il Paradiso. Pochi giorni prima, nell’anniversario della liquidazione di tutti gli Ordini religiosi nell’allora Cecoslovacchia, Palko aveva scritto: «Sembra che tutto quello che succede, anche di più doloroso e distruttivo, è finalizzato all’unità, al carisma che Dio ha dato a Chiara. Proprio quando siamo stati arrestati (noi gesuiti) ci siamo trovati a convivere insieme religiosi di Ordini diversi. Non è che ci fosse un grande rapporto fra noi, anzi c’erano delle rivalità. Lavorare insieme, soffrire insieme e pregare insieme ci ha fatto fratelli. Sono scomparse le differenze e ci siamo trovati figli dell’unico Padre. Penso che anche questo fatto sia stato una preparazione per poter incontrare l’Opera di Maria». Continua ancora: «Osservavo, infatti, che non bastava vivere una propria via di perfezione, ma la Chiesa aveva bisogno di una forza capace di indirizzare e armonizzare le potenzialità di tutti i carismi. Il carisma che Dio ha dato a Chiara risponde a una necessità intima della Chiesa e dell’umanità. Avendo conosciuto altre spiritualità, avendo anche studiato tanto vedo che dono più grande il Padre non poteva farci. È Gesù stesso che torna tra gli uomini, che entra a Gerusalemme, che mangia con noi, che soffre con noi. È Lui che vive nei nostri focolari. Certo non per tutti è la stessa cosa perché siamo in tappe diverse, ma è questione di tempo: prima o poi si scopre che è Lui. Dio fra noi. Ed io, pur indegno, ho avuto la grazia di dare la mia vita a Lui Risorto fra noi. Sono pronto ad incontrarlo non per meriti miei, ma perché sono ricoperto della Sua misericordia. E per i 26 MARIAPOLI 5/2010 meriti di Chiara, potente strumento di Dio. Sono grato e felice!”. Varie persone hanno potuto salutarlo poco prima che ci lasciasse. Il funerale è stato una vera festa nella gioia pasquale ed il ringraziamento per la sua vita così piena d’amore per Dio e per tutti. Martin Uher Chiara Benedusi Rodolico «Nella tua volontà è la mia gioia» «Il 3 aprile, Sabato Santo, Chiara, focolarina sposata di Napoli, è partita per il Paradiso. Aveva 49 anni. Circa un anno e mezzo fa le si era manifestato un male aggressivo, col quale ha combattuto con coraggio, sopportando con forza e dignità i dolori - molto acuti - che esso e le rispettive cure hanno comportato, cercando sempre eroicamente di non far pesare ai figli e al marito la sua malattia e di far vivere loro una vita “normale”. I suoi genitori si erano trasferiti dal nord Italia a Napoli e qui Chiara, terza di dieci figli, aveva conosciuto l’Ideale, a 16 anni. La scoperta di Dio Amore fu una rivoluzione per lei. Vi aderì subito, vivendo con pienezza la vita gen. Nel settembre 1986, si è sposata con Riccardo, anche lui gen ed ora volontario. Hanno avuto tre figli: Alessio gen2 (di 20 anni), Matteo (di 16) e Angela Diletta (di 12) entrambi gen3. Sentita la vocazione al focolare, così scriveva a Chiara nel ’93: “... il tuo amore è per me lo sguardo di Gesù che mi chiama ed è anche la grazia per corrispondere a una chiamata così totalitaria… Se finora mi è venuto più in rilievo il taglio per seguire Gesù, ora vedo chiaramente che Lui mi chiama a fare anche della vita in famiglia un capolavoro d’amore e che posso stare pienamente in focolare solo se sono canale del tuo amore anche per i miei famigliari”. Insegnante d’inglese in un liceo classico di Napoli, era molto stimata. La sua intelligenza lucida e vivissima le faceva cogliere in profondità la dall’amore costante, attento e premuroso di Riccardo, dei suoi cari e delle focolarine di Napoli. Purificata dalla sofferenza, la pensiamo ora immersa in Gesù, Resurrezione e Vita. Stringiamoci in unità ai suoi e preghiamo per Chiara che da Lassù continuerà ad essere vicina alla sua famiglia e all’Opera tutta» Così Emmaus ha comunicato a tutti la partenza per la Mariapoli celeste di Chiara. Chiara Benedusi Rodolico luce dell’Ideale. In focolare donava la propria vita e le proprie esperienze e sempre attingeva da Gesù in mezzo la forza per portare avanti quanto viveva. L’anno scorso, di fronte a un imprevisto peggioramento del suo stato di salute, scriveva alle focolarine: “Continua lo strazio di sapere che non c’è tempo da perdere, ma neanche ci sono strade facilmente percorribili. L’orizzonte chiuso è un autentico inferno... ma è sempre Gesù Abbandonato! Se gli dico il mio ‘sì’, contribuisco a che Lui si manifesti Paradiso... Le vostre preghiere e offerte sono le mani che mi sorreggono, che allontanano gli artigli tremendi della mia malattia: i vostri atti d’amore concreti... mi sollecitano a spedire in cielo i miei pacchetti d’amore per Gesù Abbandonato”. Nel 2007, dopo aver fatto le “promesse per sempre”, scriveva a Chiara: “Le prove che hanno preceduto questo momento fin all’ultimo sono state per me la grazia di dire il mio ‘sì’ non solo ‘in te’, ma in misura certamente infinitesimale ‘come te’… Sento che tutto è crollato per me perché ci fosse tutto lo spazio per Dio solo, mio Sposo per sempre”. La sua Parola di Vita: “Nella tua volontà è la mia gioia: mai dimenticherò la tua parola” [Sal 119 (118),16]. Fino alla fine è stata accompagnata e sostenuta La Messa del funerale è stata celebrata dal vescovo ausiliare di Napoli L. Lemmo; la chiesa era gremitissima di parenti, amici, colleghi e pure di alcune ex-gen, che dicevano di aver preso coscienza della profondità della vita dell’Ideale. Si è ricordata la sua intelligenza che le faceva cogliere la luce del Carisma, ma che la rendeva anche ipersensibile di fronte ai rapporti non facili. Si sono pure rivissuti alcuni tratti del suo «santo viaggio» leggendo stralci di alcune sue lettere. «Grazie del vostro aiuto - scriveva alle focolarine. Ho in voi delle sorelle che mi esprimono l’amore di Dio [...]. Quando riesco a comunicare, sento la responsabilità di mettere in evidenza tutto l’amore che arriva: è il mio modo di santificare Gesù fra noi». E ancora: «Ero angosciata... Dopo aver parlato con te, mi sono trovata tra le mani solo l’attimo presente, un attimo da vivere… Poi, in chiesa, ho visto chiaramente di avere un tesoro in Cielo e cioè tutto l’amore con cui avevo amato finora nella vita era lì, al sicuro, per sempre. Non so spiegarti la gioia, mi sono sentita avvolta dall’amore di Dio, così sicura tra le Sue braccia, così felice e grata delle prove…». Un suo capolavoro è stato l’amore per i figli e per il marito, che si è rivelato in pienezza nella sua malattia. I rappresentanti dell’Amicizia ebraico-cristiana hanno scritto: «Chiara sapeva fare interventi in cui la sua intelligenza, illuminata dall’amore per il dialogo, sapeva cogliere e valorizzare i comuni punti di contatto, aiutandoci a superare e smussare ostacoli e diffidenze». Maria Rita Cerimele 5/2010 MARIAPOLI 27 mariapoli celeste Hanna Meyer «La Parola è Vita» «Ieri, 6 maggio, il Padre ha chiamato a Sé nella Vita che non ha fine Hanna, focolarina sposata di Paderborn (Germania). L’hanno accompagnata negli ultimi momenti: il marito Anton, volontario, il figlio Burkhard, focolarino, gli altri tre figli e Margret, sua sorella con il marito. È arrivata preparata all’incontro con Gesù, dopo una vera impennata vissuta con profonda fiducia in Dio Amore. Hanna, nata l’11 agosto 1941, ha conosciuto nel ’74 l’Ideale, che ha accolto con gratitudine straordinaria. Subito ha voluto rispondere a questo dono curando tanti rapporti personali e dedicandosi con magnanimità ai prossimi che avvicinava, perché per lei era un incontro da Gesù a Gesù e un’occasione per dare il grande “tesoro” che aveva ricevuto. Ben presto lei, Anton ed i quattro figli, sono diventati un punto di riferimento per tante persone nella sua città e dintorni. Anche se abitava lontana dal focolare, ha sempre vissuto molto concretamente per e con Gesù in mezzo; e quando vi andava, portava un’aria di festa. Ha vissuto le varie tappe della «via Mariae» radicata nella Parola e nell’amore a Gesù Abbandonato. Scriveva a Chiara nel ’99 da Castelgandolfo: “Quest’incontro è stato il culmine della mia vita. Non sono più io, perché sono perduta nel tuo cuore, nell’Anima! Quando sei venuta, ho sentito in quel momento Maria dentro di me. Lei mi conforterà e mi accompagnerà sempre; l’unità con Lei significa perdere per essere più vigilante nell’amare Gesù Abbandonato”. La Parola di vita che Chiara le aveva dato, “L’amore non fa nessun male al prossimo. Pieno compimento della legge è l’amore” (Rom 13,10), le è stata di guida. Con gli anni la sua personalità ha irradiato sempre più la limpidezza e la semplicità del “bambino evangelico”. Hanna amava tanto la vita ed il manifestarsi nel 2008 della grave malattia è stato un grande colpo per lei. Ma ha accettato subito la nuova volontà di Dio, affidandosi a Lui e a Gesù in mezzo, testimoniando durante le terapie, le sospen28 MARIAPOLI 5/2010 Hanna Meyer sioni e le sofferenze di questi ultimi due anni, un’incrollabile fede. Nel Natale scorso, quando la malattia era già avanzata, ha confidato: “Alle volte sento un amore pazzo per Gesù Abbandonato. Ed è vero: lo sto sperimentando come Lui ci porta al Padre. Certo, lo sapevamo da sempre, ma ora lo sperimento in modo nuovo. Mi sento avvolta da Lui che è Amore”. E poche settimane prima di morire ha detto alle focolarine che le stavano vicine: “Sì, la Parola è Vita. Vorrei che fosse scritto sulla mia tomba”. Ci ha lasciati con la promessa di tenere Gesù in mezzo anche da Lassù, da dove non smetterà di aiutare tutti noi ad edificare l’Opera. In quest’unità, che ci lega ancor più al Cielo, preghiamo per Hanna, insieme alla sua famiglia». Dal telegramma di Emmaus ai focolari si comprende come Hanna è stata sempre molto sensibile alla realtà di Gesù in mezzo. Non potendo partecipare ad un incontro, scrive nel 2002: «Devo dirvi che ho sperimentato anch’io l’unitá più profonda che è avvenuta con l’incontro. Sento una luce che libera: è Dio. Nell’impegno di voler vivere momento per momento la Sua volontà, vi ringrazio per il vostro “essere” e soprattutto per il vostro “sì”!». Scrive Mari (responsabile del focolare di Hannover): «Penso di poter dire che c’era l’amore vero - umano e divino - tra noi! Mi ha colpito profondamente come Hanna ha cercato di fare ogni passo con Gesù in mezzo, di affidarsi a Lui. Ci sono stati momenti di incertezza, anche di buio pieno, però lei si fidava - e ci sfidava, mentre creava attorno a sé sempre di più un’aria di cielo. Chi veniva da lei - e in certi periodi erano molte le persone che la visitavano - si sentiva confortato, risolto e felice. Le realtà del cielo e della terra si sono sempre più unite». Il Pensiero dell’ultimo Collegameno sul rapporto con le tre divine persone è stato per Hanna come il «viatico». Quando la malattia era già molto avanzata, ha chiesto di leggerlo insieme con alcune focolarine: «È sempre più importante per me questa realtà trinitaria. È la realtà che mi aspetta», ha detto. ve tecniche atte a migliorare la loro vita. Sei anni fa la grave malattia: «... Mi sembrava che Dio mi chiedesse un amore più grande. Nella certezza del Suo scopro la forza della “grazia”». Si batte per trovare ogni possibile rimedio, per continuare a prendersi cura di Pino. Per medici e personale paramedico è «un campione di resistenza». La comunità di Trieste si attiva e non le fa mancare l’amore e l’assistenza. Luciana scrive: «Scopro ogni giorno che la malattia è una grazia e sento di doverla trafficare bene… Il suo nome è tumore, ma vorrei chiamarla “tuo-amore”». Riceve poi il premio Hazel della Bontà, per sue alte doti di umanità nei confronti del prossimo. Il 18 febbraio, a 67 anni, conclude il «santo viaggio», circondata dall’amore della famiglia e della comunità; una vita, la sua, di grande donazione ed anche coraggio. Friederike Köller Maria Grazia Sartori Luciana M. Bergamo Idione Mari M. César «Vi ho chiamati amici» «Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo» Luciana, di Trieste, conosciuto l’Ideale nella Mariapoli del 1975, avverte presto che Dio la chiama nella via dell’unità. Entra fra le volontarie e sarà poi responsabile di un nucleo. Chi la incontra coglie in lei la gioia di vivere pienamente la scelta di Dio-Amore. Ha uno stretto rapporto con Chiara e da lei riceve la Parola di vita: «Vi ho chiamati amici» (Gv. 15,15); la sosterrà nei vari passaggi della vita. Cresciuti i due figli - Rita, ora focolarina sposata, e Andrea - riprende il lavoro di assistente ai bimbi portatori di handicap. Il suo amore concreto è supportato da grande professionalità e dalla luce dell’unità. Quando a Pino viene diagnosticato il Parkinson, è un momento forte: «Vedevo mio marito perdere le sue capacità... eppure sentivo che dovevo prendere su di me tutto il suo dolore». Comincia ad occuparsi di altri ammalati e dei loro famigliari, divenendo presto presidente dell’Associazione Parkinsoniani di Trieste. Assieme ai medici, lotterà per introdurre nuo- Nell’anniversario della sua «partenza» ricordiamo Idione, volontaria di Jundiaí (zona Mariapoli Ginetta). Madre di tre figli, dopo aver conosciuto l’Ideale è stata sempre proiettata a vivere per l’«Ut omnes», senza misurare sforzi nè sacrifici ed ha realizzato la sua Parola di vita «Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo» (Gv 4,19). Cosciente dell’importanza della formazione si dedica alla catechesi, introducendo in parrocchia il «dado dell’amore» con cui coinvolge, con i ragazzi, anche genitori ed insegnanti. Con grande fede nella Provvidenza, organizza per loro i pullman per le Giornate dell’Opera e gli incontri al Centro Mariapoli. Sfrutta ogni occasione per dare l’Ideale - più di 400 i foglietti mensili della Parola di vita – ed organizza una raccolta di firme contro la pena di morte. Diffonde inoltre Città Nuova e collabora con la Segreteria dell’Educazione in attività culturali e formative specialmente 5/2010 MARIAPOLI 29 mariapoli celeste nelle favelas, dove tiene anche incontri della Parola di vita. Il suo superfluo è ricavato da lezioni extra di sostituzione notturna. Quando, nel dicembre 2008, le viene diagnosticato un tumore, lo accoglie come il volto di Gesù Abbandonato e, concentrata nel presente, trasmette serenità, con la certezza che la vita non muore. Nel febbraio 2009, Idione scrive ad Eli: «Felice di poter accogliere Gesù Abbandonato ed abbracciare Maria Desolata, ridichiaro la mia unità all’Opera. Sono con tutto il cuore e tutta l’anima nella volontà di Dio, pronta ad offrirmi perché l’Ideale raggiunga tutta l’umanità». La sua offerta si è conclusa il 31 maggio 2009, a 66 anni, lasciando in tutti un esempio di santità. Gehilda Cavalcanti Gianni Predieri Gianni Predieri Da comandante di navi a volontario di Dio Giancarlo (Gianni) di La Spezia (zona Torino), per aiutare la famiglia inizia a lavorare ancora adolescente. Terminata la seconda guerra mondiale, riprende gli studi all’Istituto Nautico. È lunga la sua avventura sulle petroliere e su altre navi. Infine anche come comandante. Sposatosi con Pina, durante il viaggio di nozze a Fiera di Primiero, sente per la prima volta parlare di Mariapoli, termine che suscita soprattutto la curiosità e la ricerca di sua moglie. Al rientro da un viaggio anche lui si avvicina al Movimento. Riscopre il senso della vita e si pone il problema di Dio. Sbarcato poi definitivamente, si trasferisce a Carpi, in Emilia, dove avrà l’incarico di dirigente nell’azienda del volontario Angelo Po. Qui scopre la sua vocazione come volontario e presto diviene responsabile di un nucleo, quindi dei volontari della zona. Nel ’77 è al Centro internazionale dei Volontari, dove rimane quindici anni: un servizio prezioso, nel quale, tra l’altro imposta l’archivio. Malgrado il suo aspetto da «comandante di navi», Gianni ha un’anima attenta al 30 MARIAPOLI 5/2010 prossimo e alle sue necessità. È un punto di riferimento per tanti volontari che aiuta a dare il meglio di se stessi. Ritornato in Liguria, fa parte di un nucleo di volontari che hanno spiccate attitudini per le questioni sociali. Dà il proprio contributo affinché un volontario di Genova porti avanti il progetto del «corridoio Genova-Rotterdam», progetto che in seguito verrà approvato dal governo e dall’Unione Europea. Rientrato a La Spezia, si inserisce in un nucleo dove cerca soprattutto di mantenere viva la presenza di Gesù, senza far pesare la sua esperienza. Nella costante fedeltà al Carisma, Gianni si lascia «lavorare» da Dio e le residue spigolosità del carattere via via scompaiono. Intanto le sue facoltà diminuiscono sempre più fino a fargli provare l’incapacità di esprimersi. Eppure non si lamenta e lascia trapelare una grande serenità. Ormai prossimo alla Mèta, Gianni chiede di vestire, in quel giorno, l’abito con cui si era recato al primo incontro del Consiglio di Coordinamento con Chiara. Ha concluso il «santo viaggio» il 24 novembre scorso, a 80 anni. Al funerale viene letta la meditazione di Chiara «La grande attratti- va del tempo moderno», che più sembrava rispecchiare la sua vita. Sull’annuncio della sua «partenza», le parole di s. Paolo: «È giunto il momento di sciogliere le vele, ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede». Mauro Camozzi Pina Palermo «Non mi manca niente» Pina nasce a Riesi in Sicilia, quarta di sette figli. Quando la mamma le comunica che non può prepararle una bella festa per la prima comunione, la rassicura dicendole che a lei importa solo ricevere Gesù. Nel 1954 con alcuni fratelli si trasferisce a Genova. Quattro anni dopo, incontra delle ragazze che le raccontano fatti meravigliosi di vita evangelica. Non perde i contatti e ne parla col curato della sua parrocchia che invita d. Raggio a parlare dell’Ideale al gruppo di giovani di Azione Cattolica. Poi, per una malattia grave, Pina viene ricoverata in ospedale. È quello il periodo più doloroso: prossima alle nozze, lascia libero il fidanzato per non coinvolgerlo in un futuro incerto. È il «tutto crolla». La tentazione è di lasciarsi andare. Quando le focolarine vanno a trovarla e le chiedono di fare alcune telefonate per invitare persone ad un incontro, pur costandole molto lo fa. Questa generosità e l’amore per la sua famiglia le danno la forza di reagire. Da quel momento la sua vita sarà una corsa nell’Ideale. Tra le prime volontarie di Genova, è una persona solare. Infermiera al S. Martino, vive con impegno la sua professionalità e stabilisce rapporti nuovi con colleghi, medici e pazienti. Erano gli anni in cui si diffondeva la droga. Si ferma con i ragazzi per strada, li porta a casa, li riveste. Riesce a convincere una suora ad ospitarne alcuni e li segue nel periodo della disintossicazione. Una volontaria racconta che una sera le aveva chiesto di accompagnarla nei vicoli del centro storico a cercare una ragazza. Davanti al suo sgomento Pina aveva replicato «E se fosse tua sorella?». Questo amore tenace a Gesù Abbandonato la faceva capace di trasformare il dolore personale o di ogni prossimo e lasciarvi l’impronta del Risorto. Pochi giorni prima della sua «partenza» – avvenuta il 12 febbraio a 74 anni - ha detto: «Non voglio più preoccuparmi di nulla: tutto è amore di Dio» e ancora: «A volte è dura, ma ho sempre l’Ideale dentro, non mi manca niente». E ha continuato ad avere le più piccole attenzioni per chi l’andava a trovare. Quando le ho portato, a nome di Emmaus, il grazie di tutta l’Opera, non potendo parlare mi ha regalato un sorriso di paradiso. Durante le esequie il fratello Pino, a nome della famiglia, ha voluto esprimere la profonda riconoscenza per il «capolavoro» che la spiritualità di Chiara aveva forgiato svelando la bellezza dell’anima di sua sorella. Daniela Bignone I nostri parenti Sono partiti per l’Altra Vita: Enrico, fratello di Graziella De Luca, marito di Irene, foc.na sp. a Firenze e papà di Emma, foc.na a Loppiano; Ines, mamma di Roberto Novelli, co-resp a Trento; il fratello di Barbara (Basia) Schejbal, foc.na resp. alla Mariapoli Fiore (Polonia); Anita, mamma di Judith Povilus, foc.na all’Istituto Universitario Sophia; Bruna, mamma di Giuliana, Lucia, Miranda, foc.ne alla Mariapoli Romana, e di Vasco Lascialfari, foc.no a Malta; Renato, papà di Cristina Brachelente, foc.na alla Cittadella Faro (Croazia) e di Linda, foc.na sp. a Perugia; Matthew, fratello di Perpetua Ekeh, foc.na a Douala; Rita, sorella di Redis Ceccarelli e Juan, papà di Festa Alcazar, foc.ne a Loppiano; Antonia, mamma di Enrica Bonanomi e Giorgina, sorella di Giannina Fara, foc.ne alla Mariapoli Romana; Raul, papà di Laura Patricia Sandi, foc.na a Buenos Aires; Sosan, mamma di Saleema (Sima) Kundan, foc.na a Lahore (Pakistan); il papà di Marie-Pierre Focki, foc.na a Ginevra; Caterina, mamma di Mimmo Foderaro, foc.no sp. a Loppiano; Elio, papà di Sandro Sgriccia, foc.no a Pescara. 5/2010 MARIAPOLI 31 2 Pensiero di Chiara «Sei tra gli amati» 3 4 5 6 Lubich Educazione come vita. Il libro edito da «La Scuola» emmaus alla Plenaria del P. Consiglio per i laici Celebrazioni per Chiara. Premio Euanghelion Con la prima opera dell’Opera. Nuove sfide per Città Nuova. Ciudad Nueva Uruguay-Paraguay compie 30 anni 8 gen e giovani buddhisti della rKk in dialogo 10 Famiglie-focolare a scuola 11 Parrocchie in fermento 13 Congressi gen3 al Centro e nelle zone La scoperta più grande 14 in viaggio con i giovani per un mondo unito. Costruendo i ponti... dall’Ungheria all’India 17 «inondazioni». Dodici anni di EcoOne. «Holliwood» a Milano, Loppiano, Roma 20 «Ospite d’eccezione» a Praga d’oro. Decimo anniversario di Josef Lux Ai sensi della legge n.675/1996 e 22 mariapoli Celeste. Alda successivi decreti per la tutela dei Ghezzi «Cares». Agata Tranchino. dati personali, comunichiamo che gli indirizzi a cui viene inviato Pavel Ferko. Chiara Benedusi Mariapoli fanno parte dell’archivio del Notiziario Mariapoli, gestito Rodolico. Hanna Meyer. Luciana M. dalla P.a.f.o.m., esclusivamente per Bergamo. Idione Mari M. César. la finalità dell’invio di tale periodico. I dati possono essere comunicati Gianni Predieri. Pina Palermo. I nostri a terzi incaricati per la spedizione. parenti Questo numero è stato chiuso il 3 giugno 2010. Il n. 3-4/2010 è stato consegnato alle poste il 12 maggio. In copertina: I Giovani per un mondo unito di Ungheria e Slovacchia insieme al lavoro (foto Tarcisio Arzuffi). Redazione: Via CoRRidoni, 23 - 00046 GRottafeRRata (Roma) - tel/faX 06.94.11.788 e-mail: [email protected] Mariapoli n. 5/2010 n Mensile n Notiziario interno del Movimento dei Focolari n Direttore responsabile: Caterina Ruggiu n Direz.: Via di Frascati, 306 - 00040 Rocca di Papa (Roma) n Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 5/84 del 10 gennaio 1984 - PAFOM n Stampa: Tipografia Città Nuova, via San Romano in Garfagnana, 23 - 00148 Roma - tel/fax 06 6530467 PeRCUe - TASSA RiSCOSSA sommario POSTe iTAliANe S.P.A. - SPeD. iN Abb. POSTAle D.l. 353/2003 (CONV.iN l.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 2 - DCb PADOVA - TAXe maggio 2010