Lampade a scarica in gas e LED - Laboratorio di Fisica Tecnica

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Lampade a scarica in gas e LED - Laboratorio di Fisica Tecnica
CORSO DI FISICA TECNICA – Tecniche del COSTRUIRE
AA 20010/11
ILLUMINOTECNICA
Lezione n° 3: Lampade a scarica nei gas e LED
Corso di Fisica Tecnica – Tecniche del COSTRUIRE - Prof. Paolo ZAZZINI
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Primi studi sulla scarica elettrica in tubi riempiti con gas a bassa pressione alla fine del XIX
secolo (Sir William Crookes ed altri)
Primo tubo pieno di neon con emissione di luce monocromatica rossa utilizzata per
scopi decorativi e per insegne pubblicitarie (Georges Claude)
Prime lampade al neon in commercio nel 1910 per insegne luminose (Georges Claude)
In seguito intensa sperimentazione con vapori di mercurio (luce blu e radiazioni UV) e
vapori di sodio (luce monocromatica giallognola)
Verso il 1930 comparsa dei tubi fluorescenti (con vapori di mercurio e pareti interne
ricoperte da depositi di polvere fluorescente)
Fino ai primi anni ’50:
lampade ad incandescenza e fluorescenti per gli interni
lampade a scarica al neon e simili per gli esterni e per le insegne luminose
lampade a vapori di sodio per l’illuminazione stradale.
Dagli anni ‘70 grande impulso delle lampade al sodio ad alta pressione buone sia per
interni che per esterni.
Più recentemente sono apparse in commercio le lampade allo xenon con luce simile a quella
naturale del sole.
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Cenni al fenomeno fisico della scarica
• Atomo in configurazione stabile o neutra:
tutti gli elettroni occupano le loro orbite naturali caratterizzate ciascuna dal proprio livello energetico.
• Stato di “eccitazione” :
uno o più elettroni acquistando quanti ben definiti di energia saltano su orbite stazionarie più
distanti dal nucleo (atomo “eccitato”)
Stato di equilibrio instabile, dal quale l’atomo tende spontaneamente a tornare alla
configurazione iniziale, a più basso contenuto di energia, di equilibrio stabile,
riemettendo l’energia immagazzinata.
• Ionizzazione:
l'energia assorbita provoca l'uscita dell’elettrone dall'ultima orbita (elettrone libero senza alcun
legame con lo ione originario, l’ atomo è “ionizzato”, l’energia è detta di ionizzazione).
Per provocare eccitazione o ionizzazione occorrono:
• interazioni con fotoni aventi lunghezza d’onda nell’ultravioletto e nel visibile
• urti con elettroni liberi dotati di sufficiente energia cinetica.
• Diseccitazione:
Dalla condizione di eccitazione, l’atomo torna nella configurazione stabile iniziale, mediante
dissipazione dell’energia acquisita nella eccitazione attraverso emissione di quanti di energia.
Se la lunghezza d’onda dell’energia emessa è nello spettro del visibile si ha emissione di luce dovuta alla
scarica
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Nella massa gassosa possono essere già presenti elettroni liberi oppure essere emessi da un
catodo metallico opportunamente riscaldato (effetto termoionico - Edison).
Gli elettroni liberi scambiano energia con atomi e molecole della massa gassosa
mediante urti elastici (senza alcuna dissipazione di energia meccanica) ed anelastici (parte
dell’energia meccanica dell’elettrone viene dissipata sotto forma di energia di deformazione del
corpo urtante o di quello urtato).
• Velocità dell'elettrone libero bassa:
l'elettrone libero (massa << di quella della molecola) conserva l'energia cinetica
precedente all'urto, ma varia la quantità di moto cambiando la direzione della velocità dopo l'urto
• Velocità dell'elettrone libero sufficientemente elevata:
possibile scambio di energia sufficiente per la eccitazione: salto ad un livello energetico
più elevato e ritorno allo stato iniziale con emissione di fotoni.
• Velocità dell’elettrone libero molto elevata:
possibile scambio di energia sufficiente per la ionizzazione: liberazione di un elettrone
con formazione di uno ione positivo.
In questa situazione aumento delle cariche (elettroni liberi) che contribuiscono alla
corrente entro la massa del gas (SCARICA).
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L’elettrone libero responsabile dell'urto non deve avere esattamente la giusta quantità di
energia di eccitazione o di ionizzazione, ma soltanto non deve averne di meno. L'eventuale
eccesso rimane dopo l'urto sotto forma di energia cinetica del solo elettrone libero, nel caso
della eccitazione, o dei due elettroni liberi nel caso della ionizzazione.
Emissione spettrale a righe - presenti componenti relative solo ad alcune lunghezze
d’onda entro fasce più o meno strette tipiche dell’elemento chimico gassoso che riempie il
bulbo
Composizione spettrale della luce emessa da una lampada a scarica (sodio alta pressione)
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Lampade a vapori di sodio a bassa pressione (0.1 mm Hg a lampada spenta)
Contengono xenon / elio / neon / argon che servono ad avviare la scarica che riscalda il tubo e
permette la evaporazione del sodio metallico inizialmente raccolto in pozzetti in piccole
quantità.
1. Attacco a baionetta;
2. Catodo di tungsteno;
3. Piccole cavità
per la raccolta del
sodio metallico;
4. Tubo di scarica
La stabilità della scarica dipende fortemente dalla temperatura di funzionamento (circa 250 °C)
Per mantenere una temperatura di funzionamento costante:
Alimentazione stabilizzata
Isolamento termico mediante intercapedine vuota con un secondo tubo più esterno o
rivestimento con ossidi di iridio e stagno o mediante doratura trasparente alla luce ma
riflettente l’infrarosso.
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• Luce emessa monocromatica giallo-arancione, poco adatta all’illuminazione degli interni.
Luce emessa concentrata entro
una banda di lunghezze d’onda molto
stretta tra 589.0 e 589.6 nm ove il
coefficiente di visibilità relativa v(λ)
è molto elevato(≈ 0,86)
Elevatissima efficienza luminosa
• Resa dei colori nulla, anzi, priva di significato;
• Efficienza luminosa: ≈ 200 (lm W-1).
• Decadimento del flusso luminoso: 87%.
• Tempo di riaccensione a caldo: quasi nullo.
• Tempo di riaccensione a freddo: ≈ 10 min.
• Utilizzate dove non è richiesta una
buona resa dei colori:
illuminazione stradale ed autostradale,
gallerie, incroci e grandi spazi esterni
• Temperatura di colore: ≈ 1700 K.
• Vita media: ≈ 10000 h.
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Lampade a vapori di sodio ad alta pressione
Apparse in commercio attorno al 1965.
Formate da due tubi:
Tubo interno in ceramica o quarzo resistente
all’aggressività del vapore di sodio ed alle elevate
temperature (circa 1500 K);
Tubo esterno con funzione di protezione;
tra i due tubi viene fatto il vuoto.
Luce di colore giallo-bianco non adatta per
l’illuminazione degli interni.
Sono prevalentemente usate per
parcheggi ed impianti sportivi.
• Efficienza luminosa: 90 (lm W-1)
• Vita media di 12000 h
• Decadimento del flusso luminoso: 90%
• Tempo di messa a regime: alcuni minuti
• Tempo di riaccensione a caldo: 1 ÷ 2 minuti
• Tempo di riaccensione a freddo: 5 ÷ 11 minuti
• Temperatura di colore di 2000 K.
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L’alta pressione (circa 10 ÷ 35
kPa) fa allargare lo spettro di
emissione che diventa quasi
continuo con un miglioramento
della resa dei colori.
In commercio disponibili anche lampade ad alta pressione a luce corretta e più
recentemente, nel 1986, sono apparse le lampade al sodio ad alta pressione a luce
bianca, che possono essere utilizzate anche negli ambienti interni.
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Lampade a vapori di mercurio a bassa pressione (Fluorescenti)
Impropriamente dette tubi al neon, realizzate in quarzo e riempite con argon a pressione
molto bassa (circa 1 Pa) per innescare la scarica e qualche goccia di mercurio che
riscaldandosi evapora.
La scarica emette prevalentemente radiazioni
UV ( λ ≈ 253,7 nm) riconvertite in radiazioni
visibili dai fosfori depositati sulla parte
interna del tubo per assorbire gli UV ed
emettere radiazioni visibili (trasduttori di
frequenza).
Forma tubolare con alte rese cromatiche
Anche in forma compatta apparse negli anni ‘80, resa
cromatica intorno a 85, scarsa presenza estetica.
Lampade miniaturizzate con tubi di
diametro di 10 mm piegati ad U o
affiancati
Interessanti alternative alle lampade ad incandescenza:
notevoli risparmi energetici (fino al 75%), costo leggermente
maggiore, temperature notevolmente più basse.
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La composizione dei fosfori influenza la temperatura di colore e la resa cromatica.
Valori diversi della temperatura di colore: luce bianca fredda, calda o intermedia,
Luminanze non elevate, intorno a 7000 cd m-2, nessun rischio di abbagliamento.
Contrassegnate da una lettera ed un numero
Lettera: forma della lampada
T: tubolare
C: circolina (estremità adiacenti rivolte in senso opposto)
H: (Helicoid) di geometria elicoidale
U: il tubo è ritorto su se stesso a forma di U
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Numero: diametro della
sezione in 1/8”
Esempi:
T-2 = 6 mm,
T-5 =16 mm;
T-8 = 25 mm;
T-12 = 38 mm.
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Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione
Pressione fino a 8 atm per sostituire la funzione dei fosfori, riducendo la emissione
UV a favore delle radiazioni visibili.
Due bulbi:
quello interno in quarzo, di alcuni millimetri di
diametro, contiene i vapori di mercurio ad alta
pressione;
quello esterno di vetro svolge le funzioni di
protezione del tubo principale e di custodia
dei contatti degli elettrodi principali e di quelli
di innesco.
Emettono luce verde-blu ed UV
Quasi assente la luce rossa (gli oggetti rossi
illuminati da queste lampade appaiono marrone)
Usate dove il rosso ha poca importanza
Di solito installate nei parcheggi, lungo le
autostrade etc.
Lungo l’asse del tubo principale si hanno temperature a
regime anche di 5000 K mentre sull’involucro si
raggiungono anche i 1000 K.
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Inconveniente:
lunghi tempi di messa a regime ( 3-7 minuti)
necessari al riscaldamento ed all’evaporazione delle
gocce di mercurio;
lunghi tempi di riaccensione necessari per
consentire un adeguato raffreddamento del bulbo
che riporti la pressione interna a valori compatibili con
la tensione di avvio della scarica.
E’ possibile abbinare
vapori di mercurio ad alta pressione e fosfori
depositati sulla superficie interna del tubo ottenendo
luce più bianca (i fosfori colmano la lacuna del
rosso).
• Vita media: 12000 h
• Efficienza luminosa: ≈ 50 (lm W-1).
• Decadimento del flusso luminoso: 78%.
• Tempo di riaccensione a caldo: è di 4÷6 minuti
• Tempo di riaccensione a freddo è di 3 ÷ 5 minuti
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Lampade ad alogenuri metallici
Apparse in commercio nel 1964
Particolare versione delle lampade a vapori di
mercurio ad alta pressione con l’aggiunta di
alogenuri metallici anche in miscela (ioduri di
sodio, di cesio, di tallio e di indio, di disprosio, di
torio).
I vapori degli alogenuri arricchiscono lo
spettro di emissione del mercurio aggiungendo
energia emessa nelle bande assenti,
rendendo superfluo il compito dei fosfori.
L’aggiunta degli alogenuri migliora le prestazioni della lampada:
• Efficienza luminosa: 60 - 80 (lm W-1).
• Resa cromatica: 60-93 %.
• Vita media: 5000 h.
• Temperatura di colore: va da 3000 a 6000 K.
• Tempi di riaccensione: i più elevati tra tutte le lampade.
Usate per l’illuminazione di ampi spazi interni ed esterni dove è importante la resa dei
colori come nelle manifestazioni notturne con riprese televisive.
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LED: acronimo di Light Emitting Diode (diodo ad emissione luminosa )
Primo LED sviluppato da Nick Holonyak nel 1962
Diodo
Il diodo è un componente elettronico a due poli, che permette il passaggio di corrente
elettrica in una direzione bloccandola contemporaneamente nell'altra.
LED:
Speciale diodo a giunzione p-n costituito da un sottile strato di materiale
semiconduttore drogato
Giunzione p-n
Una giunzione p-n è un cristallo semiconduttore composto da due zone, una ad eccedenza
di elettroni (strato n) ed una ad eccedenza di lacune (strato p).
La giunzione è propriamente la sottile regione di incontro tra i due settori (p ed n)
Le eccedenze di elettroni e lacune si ottengono mediante drogaggio.
Drogaggio
Aggiunta di piccole percentuali di atomi non facenti parte del semiconduttore stesso per
modificare le proprietà elettriche del materiale.
Elementi droganti utilizzati in piccolissime quantità (impurità elettroniche espresse in atomi/cm3), che
modificano le proprietà elettriche del semiconduttore ma non le sue proprietà chimiche.
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Materiale conduttore
Sovrapposizione parziale tra la banda di valenza e quella di conduzione: presenza di molti elettroni nella
banda di conduzione (liberi) ⇒ possibilità di muoversi da atomo ad atomo dando luogo a correnti
elettriche
Materiale isolante
Distanza notevole (elevato gap di energia) tra banda di valenza e banda di conduzione: assenza di elettroni
nella banda di conduzione ⇒ impossibilità di muoversi da atomo ad atomo costituendo correnti elettriche
Materiale semiconduttore
Situazione intermedia tra le due: gap di energia non eccessivamente grande tra banda di valenza e banda di
conduzione: possibilità per gli elettroni di passare dalla banda di valenza a quella di conduzione superando il
gap energetico se viene fornita dall’esterno una certa quantità di energia (esempio e.m.)
Silicio tetravalente
Cristallino stabile con legami covalenti tra cinque atomi di silicio
Attraverso una operazione di drogaggio si dispongono alcuni elettroni nella banda di conduzione ottenendo
un certo grado di conducibilità elettrica
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Esempio: col silicio che ha atomi tetravalenti (quattro legami per formare un cristallino), il drogaggio di tipo n
può essere effettuato mediante atomi di fosforo o arsenico (5 el.), mentre il drogaggio di tipo p è effettuato
mediante atomi di boro (3 el.).
Drogaggio di tipo n: l'atomo drogante ha un elettrone in più di quelli necessari per soddisfare i
legami del reticolo cristallino e tale elettrone diventa libero di muoversi all'interno del
semiconduttore.
Drogaggio di tipo p: l'atomo drogante ha un elettrone in meno di quelli necessari per soddisfare i
legami del reticolo cristallino e tale mancanza (lacuna), si comporta come una particella carica
positivamente e si può muovere all’interno del semiconduttore
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La lacuna è, insieme all'elettrone, uno dei due portatori di carica che contribuiscono al passaggio di
corrente elettrica nel semiconduttore.
Pur non essendo una particella elementare (è piuttosto assenza di particella), ha in valore assoluto la
stessa carica dell'elettrone, ma di segno opposto (+).
In un semiconduttore drogato elettroni della banda di conduzione possono cadere nella banda di valenza
occupando le lacune: questo processo (ricombinazione) avviene con emissione di energia (fotoni),
cioè generazione di luce.
In un semiconduttore si può avere una regione drogata di tipo N (aumento di elettroni nella banda di
conduzione) ed una regione drogata di tipo P si (incremento di lacune)
GIUNZIONE: zona di sovrapposizione della regione “P” con quella “N”
Gli elettroni in eccesso della zona N approssimandosi alla giunzione possono occupare le lacune della zona P
vicine alla giunzione, dando luogo a ioni positivi nella regione N e ioni negativi nella regione P
-
+
+
+
+
+
+
Regione P
Regione N
Si genera una zona di svuotamento in cui si fronteggiano ioni positivi e negativi: barriera di potenziale
superabile applicando una differenza di potenziale maggiore di quella esistente (polarizzazione)
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Nel semiconduttore polarizzato in modo diretto una corrente di elettroni va dalla regione N alla P
ricombinandosi con le lacune ed emettendo luce (fotoni)
-
+
+
+
+
+
+
Regione P
Regione N
+
-
Se si invertono le polarità (polarizzazione inversa) solo una debole corrente riesce ad attraversa la giunzione
Il sistema costituisce così un DIODO (cioè un sistema che consente il passaggio di corrente solo in un verso
e non nel senso opposto) ad EMISSIONE di LUCE cioè un LED
Il dispositivo LED sfrutta le proprietà ottiche di alcuni semiconduttori drogati (arseniuro di gallio GaAs, fosfuro di
gallio GaP, fosfuro arseniuro di gallio GaSaP, carburo di silicio SiC, nitruro di gallio e indio Ga In N), per produrre
fotoni a partire dalla ricombinazione di coppie elettrone-lacuna.
Quando sottoposti ad una tensione diretta gli elettroni della banda di conduzione si ricombinano con le
lacune della banda di valenza rilasciando energia sotto forma di fotoni. A causa dello spessore ridotto del
chip un ragionevole numero di questi fotoni può abbandonarlo ed essere emesso come luce.
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Il colore della radiazione emessa è definito dalla distanza in energia tra i livelli energetici di elettroni e
lacune, quindi al salto di energia compiuto nella ricombinazione elettrone-lacuna.
La scelta del semiconduttore determina pertanto la distribuzione spettrale dunque il colore della luce
I LED emettono secondo uno spettro a banda stretta con una forte concentrazione di energia intorno alla
lunghezza d’onda dominante
Primi LED solo di colore rosso (indicatori nei circuiti elettronici, nei display)
In seguito dispositivi con due LED integrati nello stesso contenitore
(rosso e verde), permettendo di visualizzare quattro stati (spento,
verde, rosso, verde+rosso=giallo) con lo stesso dispositivo.
Successivamente LED a
luce gialla e verde
A partire dagli anni ’90: LED in una gamma più ampia di colori
Con la realizzazione di LED a luce blu possibilità di dispositivi in grado di
emettere qualunque colore (rosso + verde + blu)
La luce eterocromatica (es. bianca) può essere ottenuta anche convertendo
mediante i fosfori posizionati nel rivestimento protettivo del chip le radiazioni UV
prodotte dal semiconduttore)
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Il LED è alimentato da una corrente continua il cui valore assieme alla temperatura del dispositivo consente
l’emissione di un certo flusso luminoso.
All’aumentare della corrente aumenta il flusso ma valori troppo elevati possono far diminuire
eccessivamente la durata del dispositivo per cui la corrente deve essere mantenuta costante al valore ottimale
mediante un alimentatore convertitore (converte la tensione da alternata in continua e ne diminuisce il valore)
Particolarmente interessanti:
LED ad alta efficienza (Ing. Barbieri c/o laboratori dell'università di Cardiff- 1995)
Ottime caratteristiche per dispositivi in AlGaInP/GaAs (fosfuro di alluminio, gallio, indio e arseniuro di
gallio) con contatto trasparente di Indio e stagno.
Applicazioni principali:
• Telecomandi a infrarossi;
• Indicatori di stato (lampade spia);
• Retroilluminazione di display LCD;
• Semafori;
• Luci di "posizione" e "stop" delle automobili, etc.
• Telefoni cellulari: nel formato più piccolo per l'illuminazione dei tasti;
In ambito illuminotecnico: LED di potenza ottenuti raggruppando più LED nello stesso sistema
alternative a sorgenti tradizionali (ad incandescenza, alogene o fluorescenti compatte )
Emettono luce sufficiente per molte applicazioni di illuminazione generali e speciali: già ampiamente
installati nei riflettori delle scenografie teatrali, nelle lampade flash ad alta potenza e nei proiettori
per auto, sostituzione di sorgenti tradizionali per interni.
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Caratteristiche:
•Lunga durata (fino a 100000 h) e ridottissimi costi di manutenzione;
•Efficienza luminosa: fino a 40-60 lm/W ⇒ risparmio energetico;
•Flusso luminoso non elevato (20÷ 120 lm);
(Lampada ad incandescenza (60 W): flusso luminoso ≈ 600 lumen)
LED più luminosi a luce fredda con resa cromatica relativamente bassa
•Assenza totale di radiazioni IR (minimo riscaldamento degli oggetti illuminati) e UV
•Facilità di realizzazione di ottiche efficienti in plastica;
•Flessibilità di installazione del punto luce;
•Possibilità di un forte effetto spot (sorgente quasi puntiforme);
•Funzionamento in sicurezza perché a bassissima tensione (3 ÷ 24 V corrente continua);
•Molto sensibili alle variazioni di tensione: basta il 10% in meno perché non si illuminino e il 10% in
più per bruciarli;
•Accensione istantanea anche a freddo (fino a -40°C);
•Insensibilità a umidità;
•Temperatura di colore: 3000÷6000 K (da bianco caldo a bianco freddo)
•Ra ≈ 80-85.
Molto utilizzati con esigenze di:
• miniaturizzazione ;
• colori saturi;
• lunga durata;
• robustezza;
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Gli apparecchi d'illuminazione a LED montano sorgenti da 1, 2 o
3 W.
Possono essere costituiti da moduli
con numero variabile di elementi
Efficienza luminosa di una lampada alogena: η = 20 lm/W;
Flusso emesso da una lampada alogena di 10 W = 200 lm;
Efficienza luminosa di un LED di potenza: η = 40 lm/W;
Flusso emesso da un modulo di 5 LED da 1 W = 200 lm;
Applicabili sia per l’illuminazione di interni che di esterni
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Grazie alla loro lunga durata particolarmente
adatti in tutte quelle situazioni in cui la frequente
sostituzione sarebbe problematica e
richiederebbe alti costi di manutenzione:
fondi di piscine
alti soffitti
facciate di palazzi
angoli interni non facilmente raggiungibili.
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Lampade LED con attacco G4
descrizione breve
attacco
LEDLG409WH10
G4
colore
luce
Applicazioni:
hotel, supermarket, sale meeting,
stand per fiere, vetrine, pubblicità
arredamento
in alternativa a sorgenti luminose
tradizionali in ambito domestico,
roulotte, barche, camper
numero
di LED
apertura
fascio di luce
flusso
luminoso
potenza
forward
voltage
corrente
tensione
9
10 ÷ 20°
20°
14.5 lm±
lm±20%
0.6 W±
W±20%
2,8 ÷ 3,6 V
86±
86±10 mA
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
Lampade LED con attacco GX5.3
Utilizzabili con trasformatore
elettromagnetico da 12 V
numero
di LED
apertura
fascio di luce
flusso
luminoso
potenza
forward
voltage
corrente
tensione
GX5.3
20
15 ÷ 25°
25°
8.2 lm ±20%
1.4 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
140 mA ±15%
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
LEDLGX5320GR15
GX5.3
20
15 ÷ 25°
25°
18.5 lm ±20%
1.4 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
139 mA ±15%
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
LEDLGX5320WH10
GX5.3
20
10 ÷ 20°
20°
30.3 lm ±20%
1.5 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
152 mA ±15%
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
LEDLGX5320YE15
GX5.3
20
10 ÷ 25°
25°
10 lm ±20%
0.9 W ±20%
1,8 ÷ 2,2 V
99 mA ±15%
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
LEDLGX5320RE15
GX5.3
20
15 ÷ 25°
25°
9 lm ±20%
0.9 W ±20%
1,8 ÷ 2,2 V
98 mA ±15%
12V A.C. ±10% 5050-60 Hz
descrizione breve
attacco
LEDLGX5320BL15
colore
luce
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Lampade LED con attacco E27
numero
di LED
apertura
fascio di luce
flusso
luminoso
potenza
forward
voltage
corrente
tensione
E27
12
10 ÷ 20°
20°
18 lm ±20%
1.0 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
18 mA ±15%
220V÷
220V÷240 A.C. 5050-60 Hz
LEDLE2715WH10
E27
15
10 ÷ 20°
20°
22.5 lm ±20%
1.1 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
19 mA ±15%
220V÷
220V÷240 A.C. 5050-60 Hz
LEDLE2718WH10
E27
18
10 ÷ 20°
20°
26.8 lm ±20%
1.3 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
18 mA ±15%
220V÷
220V÷240 A.C. 5050-60 Hz
LEDLE2720WH10
E27
20
10 ÷ 20°
20°
30.2 lm ±20%
1.3 W ±20%
2,8 ÷ 3,6 V
18 mA ±15%
220V÷
220V÷240 A.C. 5050-60 Hz
descrizione breve
attacco
LEDLE2712WH10
descrizione breve
LEDLE2736WH10
colore
luce
attacco
E27
colore
luce
numero
di LED
flusso
luminoso
potenza
corrente
tensione
36
49 lm ±20%
2.1 W ±20%
20 mA ±15%
220V÷
220V÷240 A.C. 5050-60 Hz
Corso di Fisica Tecnica – Tecniche del COSTRUIRE - Prof. Paolo ZAZZINI
AA 2010/11