Politiche educative - Dipartimento di Scienze Umane per la

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Politiche educative - Dipartimento di Scienze Umane per la
Le Politiche
educative
Corso di Politiche Sociali
Facoltà di Scienze della Formazione
Università Milano Bicocca
Anno Accademico 2011-12
Politiche educative
e welfare

Il sistema educativo agisce sulla riproduzione
sociale delle disuguaglianze, in quanto sistema di
selezione sociale: allocazione dei soggetti alle
occupazioni

Può contrastare l'influenza delle origini sociali
sui destini occupazionali e sociali oppure
favorirla: pari opportunità di accesso; merito.
La scuola
Continuità strutturale dall'Unità alla
Seconda Repubblica
Stratificata per gradi di istruzione
Primario elementare
Secondario medio
Secondario superiore
Centralizzata come gestione amministrativa
Standardizzata per programmi di
insegnamento
Periodo repubblicano
Anni 50-70 discontinuità storica ma con meno
dinamismo rispetto al contesto europeo
1962: nasce la scuola media unificata – nascono
le riforme in senso universalistico:
Sperimentazioni didattiche
Inserimento disabili
Insegnanti di sostegno
Tempo pieno
Organi collegiali partecipativi
Periodo repubblicano (2)
Anni 70- 80: immobilismo legislativo
Scuola italiana: mantiene forte selezione scolastica e scarso
contatto con mercato lavoro
Vittime: figli delle classi sociali inferiori, incanalati in studi tecniciprofessionali
Europa: profonde riforme
- unificazione del percorso primario fino ai 15 anni
Due modelli:
- sistemi unificati poco stratificati verso un modello egualitario
- sistemi a forte stratificazione e inserimento nel mercato del
lavoro (Germania)
Il modello scandinavo: la scuola unica
Obiettivo: fornire a tutti gli studenti una
preparazione che permetta uguaglianza di
opportunità e inserimento nella società
democratica.
• Insegnamento comune fino ai 16 anni
• Stesso gruppo di docenti
• Ridotta rilevanza di valutazioni e bocciature
Le comparazioni internazionali lo indicano come
il modello più idoneo alla realizzazione di una
scuola “giusta ed efficace”.
Il modello anglosassone: la scuola
polivalente
Modificato nell’88 dall’introduzione del National
Curriculum, è caratterizzato da:
• Continuità tra secondario inferiore e superiore
(invece che tra primario e secondario inferiore),
• Tutorato come supporto all’eguaglianza e
qualità del sistema
• Presenza di valutazioni, ma non di ripetenze.
Il modello tedesco: indirizzi separati
–
Modello opposto a quello scandinavo: il percorso di
studi è fortemente condizionato dall’estrazione sociale
–
Percorso comune fino ai 10 anni
Scelta di un indirizzo:
ormazione corta (più di 1/3 degli studenti) alternanza di studio e
stages fino ai 18 anni (crisi economica lo ha messo in discussione)
cuola media (1/4 degli studenti) consente accesso ad istruzione
superiore non universitaria
cuola secondaria generale (poco più di ¼ degli studenti) consente
accesso all’università.
•S
•F
•S
•S
Il modello latino e mediterraneo:
il tronco comune
Questo modello unisce tendenze contrastanti:
Ideale egualitario: scuola unica fino alle
secondarie
MA assenza di pedagogia differenziata o tutor
e classicismo di base (presenza di esami e ripetenze)
In alcuni paesi equivalenti parziali degli indirizzi
(classi di livello, sistemi di opzione)
Decentramento e
autonomia scolastica
Dagli anni 90...
Ispirazione al neo-liberismo
Decentramento: competenze alle Regioni e agli
enti locali
Autonomia: gestione autonoma delegata ai singoli
istituti; presidi-manager, legame con società civile
e mercato
Decentramento e
autonomia scolastica (2)
Governo centro-sinistra (ministro Berlinguer):
Obbligo scolastico fino ai 15 anni; poi la scelta tra
licei (5 anni) e formazione professionale (3 anni)
Alternanza istruzione lavoro (Germania)
Parità normativa delle scuole non statali (in gran
parte cattoliche)
La legge Berlinguer non entra in vigore per la
caduta del governo
Decentramento e
autonomia scolastica (3)
Governo centro-destra (ministre Moratti e Gelmini):
Annullamento della proposta di unificazione del
ciclo dell'obbligo fino ai 15 anni
Istruzione secondaria superiore divisa in liceo e
professionale
Formazione e apprendistato affidati solo a imprese
Riduzione finanziamento e insegnanti (in particolare
maestro unico nella scuola primaria; no turn-over
pensionamenti)
Nella società dell’informazione
Dalla fine anni ’70: neo-fordismo e post-fordismo,
flessibilità e tagli alle spese sociali, ruolo strategico
dello Stato.
“L’informazione diventa quello che l’energia fu per la
rivoluzione industriale” (Castells ‘94)
Lavoratori dell’economia globale:
Generici: hanno formazione specifica, che diviene
rapidamente obsoleta
Autoprogrammabili: hanno la capacità di incorporare
conoscenze ed informazioni, riprogrammandosi e
coordinandosi in “lavoratori collettivi”
Cosa cambia nella formazione?
Aumentata importanza delle abilità generali:
saper apprendere, trasformare le informazioni in sapere
specifico.
Cade la divisione tra insegnamento accademico e
professionale, scuola deve fornire conoscenze:
Operative: applicare le routines,
Professionali: diagnosi e soluzione delle situazioni,
Scientifiche: identificazione di nuovi problemi e ideazione di
soluzioni creative.
Nuove competenze richieste:
Trasversali: cultura generale che permetta di recepire ed
interpretare,
Motivazionali-cognitive: problem setting and solving,
Socio-relazionali: lavoro di gruppo, coinvolgimento negli
obiettivi delle imprese.
Spesa e rendimento scolastico
Scarsa spesa per l'istruzione: sotto il livello OECD e in
diminuzione dal '95 ad oggi
Spesa totale pari alla media OECD x scuola dell'infanzia (Inferiore
scuola primaria e secondaria I livello)
Spesa per alunno superiore a media OECD in scuole dell'infanzia,
primaria e secondaria I livello, inferiore nei gradi superiori
Stipendi docenti inferiori alla media europea
Alte spese di funzionamento
Numero elevato di docenti: ruolo spugna, assorbe
parte della disoccupazione intellettuale, in particolare
femminile e sud
Rendimento scolastico
Rendimento buono della scuola primaria, ritenuta
una delle migliori in Europa
Confermato dalle graduatorie IEA – indagini su alunni
di 10 anni
Rendimento negativo (rispetto alla media OECD)
della scuola secondaria – indagine PISA sui
15enni
Emergenza strutture scolastiche - sicurezza
Disuguaglianze sociali riproduzione nel ciclo scolastico
Tasso di diploma superiore più basso rispetto alla
media europea, anche se migliorato negli ultimi 10
anni
Basso tasso regolarità nelle secondarie
Scelte educative (liceo o tecnico-professionale;
prosecuzione studi verso università) dipendono
dalle origini sociali → le disuguaglianze sociali
vengono riprodotte dal sistema educativo
Differenze etniche e culturali
Ricerche francesi, australiane e statunitensi hanno
mostrato che:
I figli degli immigrati sono più a rischio di insuccesso, abbandono
e orientamento verso percorsi poco prestigiosi,
MA a parità di condizioni sociali, figli degli immigrati hanno
percorsi più positivi degli autoctoni > le famiglie immigrate
hanno aspirazioni educative più alte.
Un sistema educativo in cui non vi sia
differenziazione precoce dei percorsi limita gli
svantaggi degli allievi immigrati.
Differenze etniche e culturali
La situazione in Italia:
• A parità di bassa condizione sociale, il 30% di ragazzi
italiani ed il 23% di stranieri hanno cattive valutazioni;
• I ragazzi stranieri (soprattutto le ragazze) che si trovano
bene con i professori sono il doppio degli italiani;
• Il ritardo scolastico è dato soprattutto da perdite di tempo
causate dal processo migratorio.
Per spiegare l’insuccesso scolastico,
le differenze etniche e culturali vanno sempre valutate
in relazione all’appartenenza sociale ed
al livello di istruzione dei genitori!
Differenze di genere
In 18 dei 25 paesi dell’OCSE più donne che uomini
ottengono diplomi di tipo terziario,
Permangono settori principalmente maschili (scientifici)
ed il dottorato,unico livello ancora a prevalenza
maschile,
Il primato delle donne è anche nella qualità dello studio
(minore abbandono scolastico, proporzione di lauree
con lode,
Il gap tra uomini e donne in ambito lavorativo non è
ancora però stato colmato > per le donne l’istruzione è
meno costosa:
• Perché comporta minori mancati guadagni
• Perché aumenta le probabilità di impiego
L'università
Università - Welfare
Welfare credenzialistico (Collins): produce
occupazione diretta e nell'indotto (editoria),
ma riduce anche disoccupazione giovanile e
conflitto sociale
Università italiana
Caratteristiche del sistema:

Sottodimensionato

Accentrato

Poco differenziato

Governato da diarchia ministero-professori
(oligarchia accademica)
Sistema poco produttivo
e in crescita

150 di università moderna dall'Unità

Crescita delle sedi con una nuova accelerazione
dagli anni 90 in poi (autonomia genera
proliferazione di sedi distaccate)

Crescita costante studenti; crescita iscritti fino ai
primi '90, ma incremento tasso partecipazione
(diminuzione giovani)
Sistema poco produttivo (2)

3 fasi di partecipazione



Élite: < 15% si laurea
Massa: 15-35%
Universale: > 35%

Italia passa da U. d'élite a U di massa in ritardo
rispetto all'Europa: generazione anni 70 contro
generazione pre-II Guerra (UK e paesi scandinavi)

Bassa percentuali di laureati: scarsa efficienza,
abbandoni → problemi dell'università di massa, ma
risultati dell'università di élite
Scarsa differenziazione

Italia: sistema “unitario”, a bassa
differenziazione


Offerta: istruzione terziaria uniforme (a
differenza di US e Germania); accademie e
conservatori parificati a università; poche scuole
dottorali specializzate
Proprietà: poche università non statali e piccole
(10 U. a distanza di recente nascita)
Accentramento

Omogeneizzazione del sistema universitario preunitario che era eterogeneo per dimensioni e qualità

Anche per controllare un'élite che ancora non
riconosceva il nuovo stato unitario

Unica forma di autonomia dal controllo
ministeriale è quella dei professori, che limita
l'influenza del mercato e la differenziazione interna
che ne potrebbe derivare

L'autonomia degli atenei (dai primi '90) rimane
formale
Riforme

Fino alla fine anni 60 nessuna riforma

'69 liberalizzazione degli accessi (fino ad ora
limitati a chi viene dai licei): eterogeneità sociale
degli studenti, ma immobilismo della gestione
(nelle mani dei professori) e della didattica



Reclutamento attraverso il precariato (insegnamenti
annuali)
Non riesce la “conversione” istituzionale (tipologia
Streek-Thdelen, tab. 7.2)
Conflitto interno alle università tra potere e
studenti
Riforme (2)

Riforma '80: modello “sovrapposizione
istituzionale”


Nuove strutture organizzative: dipartimenti al
posto degli istituti
Cambia il sistema di reclutamento
−
Introduzione dottorato di ricerca
− Professore associato

Reclutamento straordinario (ope lege)
Riforme (3)

'89-'91 Autonomia: atenei possono decidere corsi e
curricula senza approvazione del ministero

Gli atenei non acquistano peso rispetto al potere
dei professori, che mantengono la gestione degli
atenei



Il progetto era di introdurre meccanismi di mercato e
differenziazione fra atenei
Manca autonomia finanziaria
Nessuna differenziazione di offerta tra atenei
(resistenze politici locali)
Riforme (4)

Processo Bologna – curricula 3+2
introduzione dall'alto e allo stesso momento
(2001-2) – contro principio dell'autonomia
impedisce differenziazione tra atenei
Ruolo dei professori
Accentramento ministeriale convive con
debolezza governi e funzionamento poco
efficiente della burocrazia pubblica

Questo favorisce potere “tradizionale”
(Weber) dei professori: regole formali legalirazionali ma funzionamento effettivo di tipo
patrimoniale-personalistico

Forti legami con potere locale e nazionale;
auto-regolazione delle carriere accademiche;
nessuna (scarsa) valutazione delle attività
professionali

Disuguaglianze sociali

Modello egualitario di finanziamento degli
atenei: cresce contributo statale (fino '90),
diminuisce quello diretto degli studenti (famiglie)
(Modello alternativo: forte peso della tasse dirette)

Favorisce l'ingresso e l'espansione del sistema

Il modello italiano riduce l'effettiva autonomia degli
atenei

...però... “i figli della classe operaia pagano
l'università ai figli della borghesia”:
RIPRODUZIONE DISUGUAGLIANZE SOCIALI
Disuguaglianze sociali (2)

Diminuisce effetto di classe sociale

Rimane stabile effetto istruzione familiare

Si ribalta l'effetto di genere

Cresce la disuguaglianza territoriale


Brain drain
L'università italiana rimane di élite
Riforma “Gelmini”
- Legge 133/2008: tagli finanziari e riduzione del turnover
Taglio FFO

Assunzione docenti (ricercatori e professori)
consentito solo a atenei “virtuosi” dal punto di
vista finanziario e solo al 20%
- Legge 240/2010: Riordino dell'Università

Riforma “Gelmini”



SENATO E CDA: Senato accademico solo
competenza di avanzare proposte di carattere
scientifico; il CdA responsabilità delle assunzioni e
delle spese dell’ateneo. Il CdA sarà composto da
almeno 3 membri esterni su 11;
Rettore solo 1 mandato;
No assunzione personale con grado di parentela
"fino al quarto grado compreso” con un professore
appartenente al dipartimento o struttura che
effettua la chiamata rettore, il direttore generale o
un consigliere di amministrazione

Professori in pensione a 70 anni (eliminata
proroga) → diminuzione numero docenti (basso
turn-over) !!
 Abolizione
del ricercatore a tempo indeterminato. I
ricercatori solo con contratti a tempo determinato (3+3).
Al termine di questi contratti dovranno ottenere una
idoneità nazionale per avere la conferma a tempo
indeterminato come professori associati (chiamata diretta
1/3; concorso 2/3 dei posti)

CONCORSI - abilitazione nazionale condizione per
l’accesso all’associazione e all’ordinariato, attribuita da una
commissione nazionale. I posti saranno attribuiti a
seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle
singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati

VALUTAZIONE: studenti e organi di valutazione
(ANVUR) stabiliranno giudizi sulla qualità della
didattica e della ricerca, che influenzeranno il
finanziamento agli atenei

Abolizione Facoltà, i Dipartimenti uniscono funzioni
di didattica e ricerca

Possibilità di unirsi formando Scuole o facoltà
→ La riforma è ancora in fase di attuazione,
mancano ancora regolamenti attuativi