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n. 29906/14 RGNR
n. 21487/15 RG. Gip
n. ………./2016 o.c.c.
TRIBUNALE DI NAPOLI
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
SEZIONE 45
ORDINANZA APPLICATIVA DELLA MISURA CAUTELARE DELLA CUSTODIA
CAUTELARE IN CARCERE E DEGLI ARRESTI DOMICILIARI
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Il Giudice per le indagini preliminari dott.ssa Emilia Di Palma;
Letta la richiesta del P.M. del 8.6.2015, pervenuta in data 8.7.2015 (con integrazioni del
25.3.2016 e del 29.4.2016), di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei
confronti di:
PARENTE Enrico, nato a Caserta, il 26/06/1952, residente in Grazzanise alla via Giovanni
Parente n. 9;
SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) l’11/04/1979, residente a Casal di Principe alla via
Cristoforo Colombo n. 2, detenuto;
MADONNA Francesco, di Mario e CANTELLI Maria, nato a Napoli il 20/12/1961 e
residente a Casal di Principe, alla via Vaticale n. 139;
MADONNA Nicola, di Mario e CANTELLI Maria, nato a Casal di Principe l’08/12/1966 e
residente a Casal di Principe alla via Rossini n. 13;
MALENA Maurizio Francesco, nato a Cirò Marina (CZ) il 27/03/1969, residente a
Grazzanise, alla via Montevergine n. 48;
NATALE Benito, nato a Mondragone il 21/10/1973, residente a Grazzanise in via Cesare
Battisti n. 241;
MERCADANTE Luigi, nato a Caserta l’ 11/07/1973, residente a Casal di Principe alla via
Cristoforo Colombo n. 74, detenuto;
MEZZERO Biagio, nato a Capua il 03/06/1983, residente a Grazzanise, alla frazione Brezza
via Capua n. 117;
LANNA Teresa, nata a Teano il 28/02/1985, residente a Grazzanise, alla frazione Brezza via
Capua n. 117.
NOVIELLO Carlo, nato ad Aversa il 07/06/1980 e residente a Casal di Principe, alla via
Galileo Galilei n. 28;
PELLEGRINO Giuseppe, nato a Grazzanise il 13/07/1969, ivi residente alla via San Leucio
n. 20;
VARGAS Pasquale Giovanni, nato a Salvitelle (Sa) il 15/04/1966, detenuto, domiciliato
presso il Servizio Centrale di Protezione;
VARGAS Roberto, nato a Salvitelle (Sa) il 04/04/1968, detenuto, domiciliato presso il
Servizio Centrale di Protezione;
ZAGARIA Alessandro, nato a Caserta il 24/10/1986 e residente in Casapesenna, alla via
Marconi n. 22.
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INDAGATI
putazione
NATALE Benito
Capo 1) del delitto di cui all'art. 416 bis - I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, C.P., per avere
partecipato, nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, ad un’associazione di
tipo mafioso denominata “clan dei casalesi” - promossa e diretta da Antonio BARDELLINO (fino al
1988), da Francesco SCHIAVONE di Nicola, detto “Sandokan”, da Francesco BIDOGNETTI e da
Vincenzo DE FALCO (dal 1988 al 1991) e infine da Francesco SCHIAVONE di Nicola e da
Francesco BIDOGNETTI - dopo l’arresto di questi ultimi due, da Michele Zagaria e Iovine Antonio,
quali esponenti di vertice della fazione facente capo alla famiglia Schiavone e da Bidognetti Domenico,
Bidognetti Aniello, Bidognetti Raffaele, Guida Luigi, Alfiero Nicola, Setola Giuseppe e Cirillo
Alessandro, quali componenti apicali che si avvicendavano alla guida della fazione facente capo alla
famiglia Bidognetti che, operando sull’intera area della provincia di Caserta ed altrove, si avvale della
forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne
deriva, per la realizzazione dei seguenti scopi:
il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi settori
imprenditoriali e commerciali;
il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative;
l'acquisizione di appalti e servizi pubblici;
l'illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero esercizio del voto,
procurando voti a candidati indicati dall'organizzazione in occasione di consultazioni elettorali) e, per
tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici
rappresentativi locali;
il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche, locali e centrali;
il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali degli
ingenti capitali derivanti dalle attività delittuose, sistematicamente esercitate (estorsioni in danno di
imprese affidatarie di pubblici e privati appalti e di esercenti attività commerciali, traffico di sostanze
stupefacenti, truffe, riciclaggio ed altro);
assicurare impunità agli affiliati attraverso il controllo, realizzato anche con la corruzione, di organi
istituzionali;
l'affermazione del controllo egemonico sul territorio, realizzata non solo attraverso la contrapposizione
armata con organizzazioni criminose rivali nel tempo e la repressione violenta dei contrasti interni ma
altresì attraverso condotte stragiste e terroristiche;
il conseguimento, infine, per sé e per gli altri affiliati di profitti e vantaggi ingiusti in particolare
attraverso la capillare imposizione del pizzo.
In particolare, NATALE Benito è inserito nella struttura organizzativa del clan camorristico dei
casalesi attiva in Grazzanise, Capua e comuni limitrofi con il ruolo di partecipe nelle attività illecite
relative all’imposizione e alla raccolta delle estorsioni, all’aggiudicazione degli appalti a ditte
riconducibili al clan, al controllo di fatto del patrimonio confiscato all’organizzazione camorristica.
In Grazzanise e territori limitrofi, dall’anno 2008, con condotta allo stato perdurante.
PARENTE Enrico, MADONNA Nicola, MADONNA Francesco, ZAGARIA Alessandro,
Capo 2) del delitto di cui agli artt. 110, 416 bis - I, II, III, IV, V, VI ed VIII comma, C.P.,
perché non essendo inseriti organicamente ed agendo nella consapevolezza della rilevanza causale
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dell’apporto reso e della finalizzazione dell’attività agli scopi dell’ associazione di tipo mafioso
denominata “clan dei casalesi” - promossa e diretta da Antonio BARDELLINO (fino al 1988), da
Francesco SCHIAVONE di Nicola, detto “Sandokan”, da Francesco BIDOGNETTI e da Vincenzo
DE FALCO (dal 1988 al 1991) e infine da Francesco SCHIAVONE di Nicola e da Francesco
BIDOGNETTI - dopo l’arresto di questi ultimi due, da Michele Zagaria e Iovine Antonio, quali
esponenti di vertice della fazione facente capo alla famiglia Schiavone e da Bidognetti Domenico,
Bidognetti Aniello, Bidognetti Raffaele, Guida Luigi, Alfiero Nicola, Setola Giuseppe e Cirillo
Alessandro, quali componenti apicali che si avvicendavano alla guida della fazione facente capo alla
famiglia Bidognetti che, operando sull’intera area della provincia di Caserta ed altrove, si avvale della
forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne
deriva, per la realizzazione dei seguenti scopi:
il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi settori
imprenditoriali e commerciali;
il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative;
l'acquisizione di appalti e servizi pubblici;
l'illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini (ostacolando il libero esercizio del voto,
procurando voti a candidati indicati dall'organizzazione in occasione di consultazioni elettorali) e, per
tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici
rappresentativi locali;
il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche, locali e centrali;
il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali degli
ingenti capitali derivanti dalle attività delittuose, sistematicamente esercitate (estorsioni in danno di
imprese affidatarie di pubblici e privati appalti e di esercenti attività commerciali, traffico di sostanze
stupefacenti, truffe, riciclaggio ed altro);
assicurare impunità agli affiliati attraverso il controllo, realizzato anche con la corruzione, di organi
istituzionali;
l'affermazione del controllo egemonico sul territorio, realizzata non solo attraverso la contrapposizione
armata con organizzazioni criminose rivali nel tempo e la repressione violenta dei contrasti interni ma
altresì attraverso condotte stragiste e terroristiche;
il conseguimento, infine, per sé e per gli altri affiliati di profitti e vantaggi ingiusti in particolare
attraverso la capillare imposizione del pizzo.
In particolare, PARENTE Enrico contribuiva, con continuità e stabilità, a rafforzare vertici ed
attività del gruppo camorrista facente capo alla famiglia Zagaria attraverso le seguenti condotte:
garantendo l’impunità di CACCIAPUOTI Alfonso, referente di zona del clan dei casalesi per il
Comune di Grazzanise, in occasione dell’estorsione perpetrata ai danni dell’imprenditore DIANA
Orazio;
assistendo ZAGARIA Michele ad eludere le investigazioni e le ricerche dell’Autorità Giudiziaria,
agevolandolo nella sua latitanza mediante prestazioni e visite mediche, in modo tale da sottrarsi ai
numerosi provvedimenti restrittivi su di lui pendenti;
garantendo il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa riconducibile al referente camorristico
MEZZERO Antonio e le amministrazioni pubbliche e comunali;
assicurando il perpetuarsi delle dinamiche criminali economiche;
MADONNA Nicola, MADONNA Francesco, ZAGARIA Alessandro creavano e co-gestivano
monopoli d’impresa in attività controllate dalle famiglie mafiose, quali l’ATI Balcoba Scarl, nella quale
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esercitavano – in posizione sovraordinata a NOVIELLO Carlo – il reale potere direttivo e di gestione,
così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti;
TUTTI contribuivano, con continuità e stabilità, a rafforzare vertici ed attività del gruppo camorrista
facente capo alla famiglia Schiavone, condizionando la gara pubblica di appalto “Emissario
Grazzanise” per un importo di € 3.378.376,05 , di modo che i lavori fossero aggiudicati alla ditta di
riferimento del clan camorristico, contribuendo alla conservazione ed il rafforzamento dell'associazione
malavitosa, che dalla manipolazione e dall’aggiudicazione degli appalti pubblici trae grande profitti.
In provincia di Caserta, dall’anno 2009 (per PARENTE Enrico dal 2005), con condotta tuttora
perdurante.
PARENTE Enrico, NOVIELLO Carlo, ZAGARIA Alessandro, MADONNA Francesco,
MADONNA Nicola, NATALE Benito, MALENA Maurizio Francesco,
Capo 3) del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 117, 353 co. 2 e 479 C.P. e art. 7 L.203/91,
perché in concorso ed unione tra loro, in esecuzione del medesimo disegno criminoso ed in tempi
diversi, PARENTE Enrico quale Sindaco del Comune di Grazzanise, NOVIELLO Carlo quale legale
rappresentante della ATI Balcoba Scarl, ZAGARIA Alessandro, MADONNA Francesco e
MADONNA Nicola quali gestori occulti della ATI Balcoba Scarl, nella quale esercitavano il reale
potere direttivo e di gestione, NATALE Benito quale delegato da esponenti del clan ad attuare mezzi
intimidatori, MALENA Maurizio Francesco quale Presidente e segretario della Commissione di Gara,
mediante violenza, minaccia, collusioni, mezzi fraudolenti, falsificazione di atti pubblici, artate
manifestazioni di perplessità sul progetto d’appalto per ottenere la sospensione dei lavori della
commissione aggiudicatrice e di dubbi pretestuosi circa la validità del progetto, turbavano la gara
pubblica denominata “Emissario Grazzanise” consistente nella realizzazione della condotta fognaria
da Grazzanise a Cancello ed Arnone per un importo di euro 3.378.376,05 ed infine inducevano l’Ente
pubblico comunale ad assegnare la gara all’ATI Balcoba Scarl.
Con l’aggravante, conosciuta ai correi, di essere il PARENTE Enrico e MALENA Maurizio Francesco
persone preposte dalla legge al pubblico incanto.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed
omertà tipica delle associazione di cui all’art. 416bis c.p. e comunque al fine di agevolare il clan dei
casalesi.
In Grazzanise, dal maggio 2009, con condotta perdurante.
PARENTE Enrico,
Capo 4) del delitto di cui agli artt. 110, 361 C.P. e art. 7 legge 203/91, perché, in concorso ed
unione con MARANO Luigi, deceduto, allora responsabile dell’area di vigilanza del Comune di
Grazzanise, avendone avuto notizia nell’esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale quale Sindaco
p.t. del Comune di Grazzanise, ometteva di denunciare all’Autorità Giudiziaria o ad un’altra Autorità
che a quella abbia l’obbligo di riferire, il delitto di estorsione aggravata di cui agli artt. 629 C.P. e 7 L.
203/91 ai danni dell’imprenditore DIANA Orazio commesso da CACCIAPUOTI Alfonso, referente
camorristico del clan dei casalesi per il Comune di Grazzanise, delitto per il quale il CACCIAPUOTI
veniva poi condannato con il rito abbreviato con sentenza dell’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli n.
55790/06 PM, 40489/10 RG GIP e 2628/10 Reg.Sent., emessa il 23/11/2010.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed
omertà tipica delle associazione di cui all’art. 416bis c.p. e comunque al fine di agevolare il clan dei
casalesi.
In Grazzanise, tra maggio e dicembre 2008.
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PARENTE Enrico, PELLEGRINO Giuseppe,
Capo 5) del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 117, 353 co. 2 e 479 C.P. e art. 7 L.203/91,
perché in concorso ed unione tra loro, in esecuzione del medesimo disegno criminoso ed in tempi
diversi, PARENTE Enrico quale Sindaco del Comune di Grazzanise e PELLEGRINO Giuseppe quale
gestore occulto della ditta Ecoambiente 2001 (nella quale esercitava il reale potere direttivo e di
gestione), falsamente dichiarando l’urgenza di provvedere ed agendo in violazione del TUEL, con
l’artificiosa preventiva acquisizione del nominativo delle ditte da invitare, elenco delle ditte concordato
tra gli indagati, turbavano le gare pubbliche di appalto per la pulizia degli Uffici dell’Unione dei
Comuni Area Caserta Sud – Ovest per il triennio 2009-2011 e per la pulizia degli Uffici del Comune
di Grazzanise, così determinandone l’artificiosa e preventivamente concordata aggiudicazione in
favore della ditta Ecoambiente 2001.
Con l’aggravante, conosciuta ai correi, di essere il PARENTE Enrico persona preposta dalla legge al
pubblico incanto.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed
omertà tipica delle associazione di cui all’art. 416bis c.p. e comunque al fine di agevolare il clan dei
casalesi.
In Grazzanise, dal dicembre 2008 al gennaio 2009.
MEZZERO Biagio, LANNA Teresa,
Capo 6) del delitto di cui agli artt. 110 C.P., 12 quinquies D.L. 306/92 e art. 7 legge 203/91,
perché, in concorso e previo accordo fra loro, al fine di agevolare la commissione dei delitti di
riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita (artt. 648 bis e 648 ter. c.p.) e, comunque, al fine
di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, con più azioni
esecutive di un medesimo disegno criminoso, MEZZERO Biagio attribuiva fittiziamente al socio di
fatto LANNA Teresa (ora moglie del MEZZERO Biagio) la titolarità dell’impresa B.E.T. NEW
GARDEN, operante nel settore delle pulizie e del giardinaggio, nonché i mezzi necessari allo
svolgimento dell’impresa e dei proventi dell’attività. Fatto commesso con le modalità previste dall’art
416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’organizzazione camorrista dei casalesi di cui MEZZERO Antonio,
fratello del padre di MEZZERO Biagio, è capozona in Grazzanise e Comuni limitrofi, consistite
nell’obiettivo di mantenere nella disponibilità dell’associazione i capitali illeciti dell’attività del
menzionato clan.
In Grazzanise, il 24/06/2009, data di costituzione della società.
SCHIAVONE Nicola, VARGAS Pasquale, VARGAS Roberto, MERCADANTE Luigi,
Capo 7) del delitto p.p. dagli artt. 110, 612, 339 e 61 n. 6 c.p. e 7 L. 203/91, perché, in concorso ed
unione fra loro, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza di SCHIAVONE
Nicola, VARGAS Pasquale e VARGAS Roberto all’associazione mafiosa di cui all’art. 416 bis detta
clan “dei casalesi” e dal conseguente stato di assoggettamento ed omertà che ne deriva, minacciavano
di morte MADONNA Francesco.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed
omertà tipica delle associazione di cui all’art. 416bis c.p. e comunque al fine di agevolare il clan dei
casalesi in Casal di Principe e comuni limitrofi.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto con armi.
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Con l’aggravante, per VARGAS Pasquale, di aver commesso il fatto durante il tempo in cui si è
sottratto volontariamente all’esecuzione dell’ordinanza di ripristino di custodia cautelare in carcere
emessa dalla Corte di Assise di Santa Maria C.V., 2^ sezione, nel processo n. 9/98 mod.16 datata
30/06/2005.
In Casal di Principe tra il 2006 ed il 2007.
VARGAS Pasquale, VARGAS Roberto, MERCADANTE Luigi,
Capo 8) del delitto p.p. dagli artt. 110 c.p. 10, 12 e 14 L. 497/74, e art. 7 legge 203/91, perché
illecitamente si procuravano ed utilizzavano una pistola ed una mitragliatrice di tipo non meglio
precisato, quest’ultima arma da guerra ai sensi dell’art. 1 L. 110/75 in quanto progettata per il
funzionamento a raffica e per l’impiego bellico.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed
omertà tipica delle associazione di cui all’art. 416bis c.p. e comunque al fine di agevolare il clan dei
casalesi in Casal di Principe e comuni limitrofi.
In Casal di Principe tra il 2006 ed il 2007.
OSSERVA
Premessa
L’odierna richiesta ha ad oggetto una serie di vicende relative all’aggiudicazione di appalti
pubblici nel comune di Grazzanise dalle quali emergevano significativi contatti e collusioni
tra ambienti politici e criminalità locale, in particolare con soggetti ritenuti esponenti del clan
dei Casalesi, fazione famiglia Schiavone.
Le indagini si concentravano sullo svolgimento della gara pubblica di appalto “Emissario
Grazzanise”, dell’importo di € 3.378.376,05, aggiudicato in data 17.10.2011 all’ATI BALCOBA
Scarl (società consortile a responsabilità limitata), ritenuta, nella prospettazione della
pubblica accusa, riconducibile a MADONNA Nicola e MADONNA Francesco, imprenditori
vicini e/o contigui al clan dei casalesi.
Come meglio verrà illustrato nel corpo della trattazione, in detta vicenda emergeva la figura
di Alessandro Zagaria, NATALE Benito e del sindaco pro tempore PARENTE Enrico,
quest’ultimo ritenuto ed indicato come colui che aveva pilotato la predetta procedura di
gara, consentendone infine l’aggiudicazione ai predetti imprenditori collusi.
Proprio la vicenda dell’aggiudicazione dell’appalto “Emissario Grazzanise” consentiva di
estendere le indagini ad ulteriori condotte delittuose quali intestazioni fittizie di società, in
realtà riconducibili ad esponenti della criminalità locale, oltre che di verificare la illiceità
dello svolgimento di altre gare pubbliche di appalto (quella per la pulizia degli uffici
dell’Unione dei Comune Area Caserta Sud Ovest e della gara per la pulizia degli uffici del
Comune di Grazzanise).
Ciò posto le risultanze delle attività investigative svolte venivano puntualmente
compendiate ed illustrate nell’informativa 189/74-6 dei CC della Stazione di Grazzanise, cui
di seguito verrà fatto riferimento.
Seguendo, dunque, lo sviluppo delle predette indagini, appare opportuno e necessario
ricostruire preliminarmente tutti i passaggi della vicenda della predetta gara d’appalto
“Emissario Grazzanise” che rappresenta il fulcro principale intorno al quale si sono poi
sviluppate le ulteriori contestazioni.
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1. Genesi dell’indagine
In data 13 dicembre 2008 alle ore 00.10 circa, in Grazzanise alla via G. Parente altezza civico
n. 9 ignoti esplodevano due colpi di arma da fuco all’indirizzo dell’autovettura Alfa Romeo
166 di colore grigio targata BK856AN, di proprietà dell’allora Sindaco del Comune di
Grazzanise dott. PARENTE Enrico, il quale poco dopo sporgeva denuncia del fatto negli
uffici della Stazione Carabinieri di Grazzanise.
Da qui la richiesta di intercettazioni telefoniche delle utenze in uso al denunciante PARENTE
Enrico e l’intercettazione ambientale delle conversazioni e comunicazioni che sarebbero
avvenute all’interno dell’autovettura Alfa Romeo 166 targata BK859AN (fascicolo
processuale n. 15264/08 RGNR).
Dalle prime conversazioni intercettate, emergevano in maniera inequivocabile dei fatti
penalmente rilevanti a carico del sindaco PARENTE Enrico e di altri soggetti comunque a lui
collegati che davano origine al proc. n. 1296/09 RGNR.
In particolare, emergeva che il sindaco pro tempore Enrico PARENTE, nel mese di gennaio
2009, aveva effettuato un viaggio all’estero a Innsbruck (Austria) con la sua autovettura Alfa
166 targata BK859AN. Dal tenore delle conversazioni e dagli accorgimenti da lui presi,
nonché dalle successive analisi delle conversazioni captate, si poteva agevolmente desumere
che si era recato a Innsbruck per incontrare il latitante Michele ZAGARIA1 e che, dopo tale
incontro, era stato contattato da una persona di Grazzanise identificato in PARENTE Enrico2,
imprenditore agricolo e titolare di un Caseificio sito in Grazzanise, che gli aveva chiesto,
facendo riferimento a pregressi favori, di mettersi di nuovo a disposizione per una visita
medica a favore di Michele ZAGARIA, affetto da uno scompenso cardiaco.
A seguito di tali fatti nasceva il procedimento penale n. 302175/2010 della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, confluito poi nel
procedimento penale n. 5722/11 mod. 21.
Alla discovery degli atti – a seguito del ricorso in Cassazione opposto dal PM al rigetto dalla
richiesta misura cautelare a carico dei due indagati emessa dal GIP di Napoli- seguivano le
dimissioni a catena dei membri del Consiglio Comunale di Grazzanise, a cui facevano eco le
dimissioni, nel mese di maggio 2012, dell’allora Sindaco PARENTE Pietro, figlio di Enrico,
già Sindaco per due mandati, a cui era succeduto nella carica a seguito delle elezioni
amministrative del 28 e 29 marzo 2010.
L’amministrazione del Comune di Grazzanise veniva così sospesa ai sensi dell’art. 141 del
TUEL, in attesa dello scioglimento degli organi, per il venir meno della maggioranza
consiliare a causa delle dimissioni del Sindaco e dei consiglieri che, sebbene avvenuti non
contemporaneamente, ne avevano determinato l’impossibilità di procedere alla loro surroga.
Contestualmente alla sospensione del Consiglio e degli organi dell’amministrazione, veniva
nominato un Commissario prefettizio per la gestione dell’Ente.
Quindi, con proprio decreto il Prefetto di Caserta, delegato dal Ministro dell’Interno,
disponeva che l’apposita Commissione d’accesso verificasse presso il Comune di Grazzanise,
ai sensi dell’art. 143 del TUEL, la sussistenza di collegamenti diretti o indiretti con la
1
ZAGARIA Michele, nato a San Cipriano d’Aversa il 21/05/1958, reggente del clan camorristico denominato dei
casalesi, oggi detenuto ma all’epoca dei fatti latitante da oltre 15 anni.
2
PARENTE Enrico nato a Grazzanise il 08.06.1951 e ivi alla via Cesare Battisti nr. 158, coniugato, imprenditore
agricolo titolare dell’Azienda Agro-zootecnica Marchesa di PARENTE Enrico & C., sedente in Grazzanise, alla
via Cesare Battisti nr.158.
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criminalità organizzata di tipo mafioso ovvero su forme di condizionamento della volontà
degli organi amministrativi ed elettivi.
Tale Commissione3 si insediava formalmente presso il Comune di Grazzanise il 16/07/2012,
concludendo i lavori nel dicembre dello stesso anno, redigendo infine la propria relazione.
Nel periodo di luglio – agosto 2012 veniva infine notificato l’avviso di conclusione indagini
da parte della DDA di Napoli agli indagati PARENTE Enrico cl. 52 (ex Sindaco) e PARENTE
Enrico cl. 51 (imprenditore agricolo), ai quali venivano contestati i reati p. e p. dagli artt. 110,
81 cpv – 378 - 390 c.p. e art. 7 legge 203/91, per avere, in concorso con altre persone, in
esecuzione del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, aiutato Zagaria Michele ad
eludere le investigazioni e le ricerche dell’Autorità Giudiziaria, agevolandolo nella sua
latitanza mediante prestazioni e visite mediche, in modo tale da sottrarsi ai numerosi
provvedimenti restrittivi su di lui pendenti.
Dopo la richiesta di rito abbreviato avanzata da PARENTE Enrico cl. 52 (ex Sindaco), il
procedimento si concludeva con la sentenza di condanna dell’imputato in primo grado
avente n. 48247/13 Reg.Gen. PM, 41723/13 Reg.Gen. GIP e 2970/13 Reg.Gen. Sent., emessa
da in data 27/12/2013 dal GIP di Napoli che lo riconosceva responsabile dei reati ascritti e
determinava la pena finale in anni 2 di reclusione, con beneficio della sospensione
condizionale.
Detta vicenda, come meglio verrà di seguito illustrato, seppure oggetto di un separato
procedimento, costituisce non solo il punto di partenza dell’indagine – attese le
conversazioni che verranno di seguito richiamate –, ma rappresenta un tassello
fondamentale per la comprensione e ricostruzione dei rapporti dell’ex sindaco Parente con i
locali esponenti del clan dei Casalesi
2. Intercettazioni
L’indagine, come già anticipato, si fonda anche su intercettazioni telefoniche ed ambientali,
poste in essere nell’ambito di altri procedimenti, alle quali hanno fatto seguito le necessarie
operazioni di identificazione degli interlocutori.
Di seguito si riporta l’elenco dei decreti RIT utilizzati e l’esplicazione delle identificazioni.
Usuario
PARENTE
Enrico
PARENTE
Enrico
PELLEGRINO
Giuseppe
NATALE
3
Utenza
Procedimento penale e
RIT
Ambientale con sim 15264/08/44 RGNR Santa
340/7266031
su Maria C.V.
autovettura Alfa 166 1245/08 RIT
BK859AN
329/5866416
15264/08/44 RGNR Santa
(gestore TIM)
Maria C.V.
1246/08 RIT
339/5419096
1296/09/21 RGNR Santa
(gestore TIM)
Maria C.V.
64/09 RIT
392/7721509
57801/09 mod. 21 RGNR
Periodo
di
monitoraggio
dal
13/12/2008
al 26/06/2009
dal
13/12/2008
al 26/06/2009
dal
30/01/2009
al 16/03/2009
dal
Composta dal V.pref. dott. Bonanno, dal Cap. GdF Viggiani e dal Cap. CC Carpino, quest’ultimo succeduto alla
prima nomina del dott. Battaglia.
8
Benito
(gestore Wind)
DDA Napoli
6531/10 RIT
30/12/2010
al 07/02/2011
Ambientale su autovettura di PARENTE Enrico Alfa 166 BK859AN
L’auto è intestata a PARENTE Enrico nato a Caserta, il 26/06/1952, residente in Grazzanise,
alla via Giovanni Parente n. 9 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 4) e a suo
uso prevalente. Le conversazioni utilizzate, captate all’interno del veicolo, sono intrattenute
dallo stesso PARENTE Enrico con altri soggetti di volta in volta identificati.
Utenza telefonica di PARENTE Enrico n. 329/5866416
L’utenza è intestata al Comune di Grazzanise, Comando di Polizia Municipale ed è in uso
esclusivo a PARENTE Enrico (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 5).
Utenza telefonica di PELLEGRINO Giuseppe n. 339/5419096
L’utenza è intestata a PELLEGRINO Giuseppe, nato a Grazzanise il 13/07/1963 ed è in uso
esclusivo allo stesso (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 6).
Utenza telefonica di NATALE Benito n. 392/7721509
L’utenza è intestata a LA GRIFF Costruzioni Srl, con sede in Perugia, ma in uso esclusivo a
NATALE Benito. L’identificazione di NATALE Benito come utilizzatore effettivo dell’utenza
si è avuta sulla base delle sue conversazioni telefoniche relative all’utenza 392/7721509,
intercettata con decreto RIT 6531/10 nell’ambito del Proc. Pen. 57801/09 mod. 21 RGNR
DDA Napoli.
In particolare, in tali conversazioni egli viene costantemente chiamato con il nome di
battesimo di Benito ed intrattiene numerose conversazioni, aventi ad oggetto le sue relazioni
familiari, con l’utenza n. 338/1750069, intestata ed in uso a MARTUCCI Antonietta (allegato
all’informativa dei CC di Grazzanise n. 8), moglie di NATALE Benito (allegato
all’informativa dei CC di Grazzanise n. 9). Tra tutte, si riporta la conversazione seguente,
che conferma l’esatta identificazione del NATALE Benito come utilizzatore dell’utenza
392/7721509.
Conversazione indicata al progressivo n. 38 del 31/12/2010 ore 17.39.49, di cui al decreto
57801/09 mod. 21 RGNR e Rit. n. 6531/10 del 30/12/2010 emesso dalla Procura della
Repubblica Presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia a firma del Sost.
Proc. dott. Ardituro, relativo ad una chiamata intercorsa tra l'utenza telefonica chiamante
avente numero 3927721509 in uso a NATALE Benito e l'utenza telefonica ricevente avente
numero 3381750069 in uso a MARTUCCI Antonietta.
(voci e rumori di sottofondo)
MARTUCCI Antonietta: pronto.
NATALE Benito:
oh, dove stai?
MARTUCCI Antonietta: sto a casa.
NATALE Benito:
a casa tua?
9
MARTUCCI Antonietta:
NATALE Benito:
MARTUCCI Antonietta:
NATALE Benito:
MARTUCCI Antonietta:
NATALE Benito:
MARTUCCI Antonietta:
NATALE Benito:
MARTUCCI Antonietta:
no, da noi.
eh?
da noi.
ah.
che c’è?
ma tu a che ora vai a casa?
eh, fra poco, se riesco a (inc.) a questo oggi, può essere che ci vado.
eh? Non ho capito.
(voci di neonato in sottofondo) ho detto, se questo si sta zitto un poco, oggi, può
essere che vado a casa. (ride)
NATALE Benito:
che vuoi fare? Ti vuoi far venire a prendere tu?
MARTUCCI Antonietta: eh, tu dove stai? Stai al bar?
NATALE Benito:
sto a fare un altro po’ di servizi.
MARTUCCI Antonietta: va buò dai, dopo mi faccio venire a prendere da (inc.), non ti preoccupare.
NATALE Benito:
eh, che mo’ vengo direttamente là, allora.
MARTUCCI Antonietta: eh, va buò.
NATALE Benito:
ciao.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 10).
Utenza telefonica di ZAGARIA Alessandro n. 334/7326541
Tale utenza è stata intercettata indirettamente tramite quella n. 329/5866416, in uso a
PARENTE Enrico, monitorata con decreto RIT 1246/08 nell’ambito del Proc. Pen.
15264/08/44 RGNR Santa Maria C.V.
Sebbene lo ZAGARIA utilizza l’utenza avente n. 334/7326541 intestata fittiziamente ad un
indiano4, l’identificazione dell’interlocutore del PARENTE in Alessandro ZAGARIA si ha
dalla considerazione più elementi: il primo è che il PARENTE Enrico, nell’appuntamento che
segue una telefonata, dialoga con lo ZAGARIA all’interno dell’autovettura monitorata,
chiamando con il nome “Alessandro”; poi bisogna considerare che già precedentemente il
PARENTE Enrico aveva fatto menzione, in più conversazioni con i membri della sua
famiglia all’interno della sua autovettura, del fatto che egli era in contatto con Alessandro
ZAGARIA per questioni attinenti un appalto; in ultimo va considerato che gli operatori di
p.g. hanno potuto riscontrare che la voce di Alessandro ZAGARIA, utilizzatore di
quest’utenza, sia la stessa voce dell’utilizzatore dell’utenza n. 346/1825081, anch’essa in uso
ad Alessandro ZAGARIA, in ordine alla quale non sussistono dubbi d’identificazione, in
quanto è intestata a MADONNA Maria, nata a Maddaloni il 28/07/1988, figlia primogenita
del MADONNA Francesco e fidanzata di ZAGARIA Alessandro, il quale risulta attestato ai
registri Vodafone come il reale utilizzatore dell’utenza telefonica.
Utenza telefonica di ZAGARIA Alessandro n. 334/7544709
4
In particolare, dall’anagrafica Telecom, l’utenza risulta intestata a tale THUSHAN Kalek, nato in India il
05/03/1950, residente a Napoli alla via Polveriera n. 50. L’utenza, venduta nel febbraio 2009, viene chiusa
d’ufficio dalla Telecom Italia nell’ottobre 2010 con la motivazione “Dealer fittizio per Mediofactoring”.
10
Tale utenza è stata intercettata indirettamente tramite quella n. 329/5866416, in uso a
PARENTE Enrico, monitorata con decreto RIT 1246/08 nell’ambito del Proc. Pen.
15264/08/44 RGNR Santa Maria C.V.
Anche quest’utenza, avente n. 334/7544709 è intestata fittiziamente ad un ucraino5;
l’identificazione dell’interlocutore del PARENTE in Alessandro ZAGARIA si ha dalla
considerazione più elementi: il primo è che il PARENTE e lo ZAGARIA fanno chiaro
riferimento all’appalto “Emissario Grazzanise”; poi bisogna considerare che, durante le
conversazioni telefoniche, lo ZAGARIA Alessandro si reca ad effettuare un sopralluogo a cui
già aveva fatto cenno nella conversazione ambientale avente progr. 2187 del 10/06/2009; in
ultimo va considerato che, anche in questo caso, gli operatori di p.g. hanno potuto
riscontrare che la voce di Alessandro ZAGARIA, utilizzatore di quest’utenza, sia la stessa
voce dell’utilizzatore dell’utenza n. 334/7326541 e di quella n. 346/1825081, quest’ultima
intestata a MADONNA Maria, nata a Maddaloni il 28/07/1988, figlia primogenita del
MADONNA Francesco e fidanzata di ZAGARIA Alessandro, il quale risulta attestato ai
registri Vodafone come il reale utilizzatore dell’utenza telefonica.
Utenza telefonica di ZAGARIA Alessandro n. 346/1825081
Tale utenza è stata intercettata indirettamente tramite quella n. 392/7721509, in uso a
NATALE Benito, monitorata con decreto RIT 6531/10 nell’ambito del Proc. Pen. 57801/09
mod. 21 RGNR DDA Napoli.
L’identificazione certa di ZAGARIA Alessandro si ha dall’anagrafica Vodafone dell’utenza
346/1825081, da cui si apprende che egli risulta attestato ai registri Vodafone come il reale
utilizzatore dell’utenza telefonica, la quale è intestata alla fidanzata MADONNA Maria, nata
a Maddaloni il 28/07/1988, figlia primogenita del MADONNA Francesco
Utenza telefonica di MEZZERO Michele n. 335/6498106
Tale utenza è stata intercettata indirettamente tramite quella n. 339/5419096 in uso a
PELLEGRINO Giuseppe, monitorata con decreto RIT 64/09 nell’ambito del Proc. Pen.
1296/09/21 RGNR Santa Maria C.V.
Il MEZZERO Michele è stato identificato attraverso l’anagrafica Telecom dell’utenza
335/6498106, che risulta a lui intestata
3. Dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia
La piattaforma indiziaria riceveva un ulteriore e più recente contributo – soprattutto per
quanto concerne le contestazioni di cui ai capi A e B della rubrica - dalle plurime chiamate in
reità o correità tutte, come si preciserà meglio nel prosieguo, munite dei requisiti prescritti
dall'elaborazione giurisprudenziale e rispondenti ai paradigmi ed ai canoni metodologici
espressi dall'art. 192 comma III c.p.p.
Sul punto, occorre un breve richiamo in questa sede ai principi elaborati dalla
giurisprudenza per la corretta valutazione delle predette dichiarazioni.
5
In particolare, dall’anagrafica Telecom, l’utenza risulta intestata a tale KOROSCHI Radyi, nato in Ucraina il
10/06/1980, residente a Milano alla via Delle Forze Armate n. 361. L’utenza, venduta nel settembre 2008,
viene chiusa d’ufficio nel gennaio 2012 dalla Telecom Italia con la motivazione “Dealer fittizio per
Mediofactoring”.
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In primo luogo, deve distinguersi, in linea generale, fra chiamata in reità e chiamata in
correità; la chiamata in correità è la confessione del fatto proprio ed altrui ed in quanto tale
necessita di una verifica meno rigorosa di quella necessaria, invece, per controllare la
chiamata in reità nella quale il dichiarante si pone - rispetto al reato - in una posizione di
incontrollabile agnosticismo e di semplice spettatore, fermo restando che entrambe possono
costituire prova della responsabilità penale solo laddove siano intrinsecamente attendibili e
positivamente riscontrate attraverso elementi oggettivi ed i predetti riscontri non possono
essere rappresentati da qualsiasi elemento generico relativo al fatto per cui si procede ed
all’imputato a cui la vicenda illecita è ascritta, bensì sono quegli elementi di qualsiasi
natura, storica o logica, che, compatibili con le altre emergenze processuali e non caducati
da essi, siano idonei, in modo causale e rappresentativo, ad avvicinare l’accusato al reato ed
a qualsiasi momento dell’ ‘iter criminis (fra le altre, Cass., 14272/99, Cervellone).
Più specificamente, si è sottolineato che la chiamata in reità ‘de relato’, affine alla struttura
della testimonianza indiretta (regolata nell’articolo 195 c.p.p.), può costituire prova della
penale responsabilità solo se sorretta da riscontri estrinseci (di carattere obiettivo ed
individualizzante) in relazione alla persona incolpata ed al fatto, che forma oggetto
dell’accusa, non essendo sufficiente il mero controllo sulla attendibilità intrinseca del
‘collaborante’ (fra le altre, Cass., 43464/02, Pinto).
La chiamata in correità o in reità, dunque, non può, di per sé, da sola costituire prova piena
della responsabilità penale e necessita di riscontri, che possono essere costituiti da qualsiasi
altro elemento o dato probatorio, sia di carattere logico, che rappresentativo, a condizione
che tale riscontro sia indipendente rispetto alla medesima chiamata (per evitare la cosiddetta
‘circolarità’), potendo, quindi, il riscontro medesimo risolversi ed identificarsi anche in altre
chiamate in correità, purchè queste siano totalmente autonome tra loro, ed a condizione che
tale riscontro abbia valenza individualizzante, dovendo riguardare non solo il fatto–reato,
ma anche la sua riferibilità all’imputato (Cass., 1263/07, Alabiso ; Cass., 3255/10, Genna,
nella quale si precisa che i riscontri esterni alla chiamata di correità, richiesti dall’articolo 192
c.p.p., devono essere individualizzanti nel senso che devono avere ad oggetto direttamente
la persona dell’incolpato e devono possedere idoneità dimostrativa in relazione allo
specifico fatto a questi attribuito).
Così, si è evidenziato che le dichiarazioni accusatorie rese dal coindagato nel medesimo
reato o da persona indagata o imputata in procedimento connesso o collegato, ai sensi
dell’articolo 371, comma 2, lett. b, c.p.p., sono idonee a fornirsi reciproco riscontro, laddove
siano attendibili e, anche in relazione a distinti frammenti dell’attività criminosa di cui
trattasi, colleghino l’indagato o l’imputato al reato (Cass., 40237/07, Cacisi ; Cass., 31695/10,
Calabresi, che ha precisato che un ‘collaboratore di giustizia’, anche se non imputato o
indagato nello stesso procedimento, può essere credibile, quando ha acquisito le notizie da
lui propalate nell’ambito della sfera criminale in cui è inserito, purché venga accertata la
intrinseca attendibilità delle sue dichiarazioni, nonché la sussistenza di riscontri esterni, i
quali, in caso di più chiamate convergenti, possono anche consistere nella circostanza che le
dichiarazioni riconducano, anche se in modo non sovrapponibile, il fatto all’imputato,
essendo sufficiente la convergenza su comportamenti riferiti alla sua persona ed alle
imputazioni a lui attribuite ossia la idoneità delle dichiarazioni a riscontrarsi reciprocamente
nell’ambito della cosiddetta ‘convergenza del molteplice’).
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La giurisprudenza, nel corso degli anni, ha fissato, così, alcuni principi ben definiti in tema di
valore probatorio della chiamata in correità o in reità, che possono essere in questi termini
riassunti :
la chiamata deve provenire da un soggetto intrinsecamente attendibile;
la credibilità soggettiva deve essere valutata in relazione alla personalità del dichiarante, alle
condizioni socio–economiche e familiari del medesimo, ai suoi rapporti con i chiamati in
correità o in reità, alla genesi della sua risoluzione alla confessione ed all’accusa dei complici;
l’interesse a collaborare, correlato alla possibilità di beneficiare delle misure previste dalle
leggi speciali sui ‘collaboratori di giustizia’, non deve essere confuso con l’interesse concreto
a rendere dichiarazioni accusatorie nei confronti di terzi; infatti, il generico interesse a fruire
dei benefici premiali non intacca, di per sé, la credibilità delle dichiarazioni rese dai
‘collaboratori’, imponendo, invece, solo al giudice una maggiore cautela, dovendosi
accertare, da un lato, se e quanto quell’interesse abbia inciso sulle stesse dichiarazioni e,
dall’altro, dovendosi applicare, secondo il massimo scrupolo, gli altri criteri della esperienza
e della logica (Cass., 8161/10, La Delfa ; Cass., 32924/04, Belforte);
il contenuto della dichiarazione deve essere spontaneo, circostanziato, genuino,
logicamente coerente, fermo, disinteressato e privo di intenti calunniatori; è, così,
necessario che la chiamata in correità sia circostanziata, relativamente al suo contenuto
(precisione) ; che appaia conforme al vero fino al limite in cui l’accusa rivolta nei confronti
del chiamato risulti almeno possibile (verosimiglianza); che non sia dettata da scopo di
vendetta, odio o inimicizia (disinteresse) ; che non sia affetta da coartazione (spontaneità) ;
che sia, infine, ripetuta in tutte le fasi ed i gradi del procedimento (costanza) – fra le altre,
Cass., 4000/93, Fedele. In tal senso è indubbio che questi dati devono essere esclusi dal
novero dei riscontri esterni, poiché essi sono significativi della sola affidabilità, in via
intrinseca e generale, della medesima dichiarazione. Si parla, infatti, in quest’ambito di
attendibilità intrinseca, che deve essere valutata in relazione alla intrinseca consistenza delle
dichiarazioni del chiamante alla luce dei sopra indicati criteri della precisione, della
coerenza, della verosimiglianza, del disinteresse, della costanza, della spontaneità. In tal
senso, con specifico riferimento a tali ultimi aspetti, la giurisprudenza di legittimità ha
precisato che è certamente possibile la valutazione frazionata delle dichiarazioni accusatorie,
in quanto la credibilità di una parte non può significare attendibilità per l’intera narrazione
in modo automatico e, d’altra parte, la attendibilità, anche se denegata per una parte del
racconto, non ne coinvolge tutte le altre parti, le quali reggano alla verifica del riscontro,
sempre che non esista una interferenza logica e fattuale fra le varie parti del narrato, ritenute
false o inattendibili, e le rimanenti parti, considerate, invece, attendibili ed adeguatamente
riscontrate (Cass., 5281/04, Alfieri ; Cass., 37327/08, Palo).
la chiamata in correità o in reità, limitando il principio del libero convincimento del giudice,
può costituire prova del reato per cui si procede solo se vi siano riscontri probatori esterni.
La chiamata di correo deve, così, essere agganciata ad un riscontro esterno, idoneo a
confermarne la attendibilità, che non è predeterminato nella sua specie e nella sua qualità,
ma può essere di qualsiasi genere e consistere anche in argomenti di natura logica o
rappresentativa ed anche in altra chiamata in
correità, che, però, deve essere autonoma ed
avulsa rispetto alla prima e da qui la constatazione che, in ordine alla valutazione della
13
portata probatoria del riscontro,
opera, fermo restando
l’obbligo di motivazione,
il principio del libero
convincimento del giudice;
il riscontro deve essere indipendente dalla ‘chiamata’ ossia deve provenire da una fonte
estranea ed esterna rispetto alla chiamata stessa in modo da evitare il fenomeno della
‘circolarità’, ossia che sia la stessa ‘chiamata’, di fatto, a convalidare se stessa; il riscontro,
poi, non deve necessariamente presentare idoneità a fornire la ricostruzione, di per
sé, della colpevolezza della persona accusata, poiché in questo caso non si avrebbe
evidentemente alcuna necessità della chiamata in correità o in reità e la stessa disposizione di
cui al comma 3 dell’articolo 192 c.p.p. sarebbe, per i fini che qui rilevano, del tutto superflua;
in caso di più dichiarazioni, la loro convergenza non impone la loro totale sovrapponibilità e
la eventuale presenza di discrasie e di smagliature non implica, di per sé, il venir meno della
loro sostanziale affidabilità, quando sia dimostrata la convergenza di esse nei loro rispettivi
nuclei fondamentali;
il riscontro deve essere individualizzante nel senso che deve riguardare non solo il fatto –
reato per cui si procede, ma la posizione soggettiva dell’imputato;
in tale ottica, come detto, i riscontri esterni possono essere ricavati anche da una pluralità di
chiamate convergenti, purchè queste siano fra loro totalmente autonome ed a condizione che
le medesime abbiano valenza individualizzante, dovendo, dunque, riguardare non solo il
fatto – reato in contestazione, ma anche la riferibilità dello stesso all’imputato (Cass.,
3616/00, Calascibetta ; Cass., 1263/07, Alabiso).
Deve, dunque, di fatto, intervenire una triplice verifica in ordine alla credibilità soggettiva
del dichiarante, alla attendibilità intrinseca delle sue dichiarazioni ed alla loro riscontrabilità
oggettiva.
Correttamente, peraltro, i primi due sopra indicati profili devono essere esaminati in via
preliminare rispetto ai riscontri esterni, in quanto, laddove vi siano dei dubbi circa la
credibilità del ‘collaboratore’, gli altri indizi devono, a questo punto, avere una loro oggettiva
ed autonoma valenza probatoria, poiché non valgono più a confermare la attendibilità della
chiamata in correità o in reità, ex art. 192, comma 3, c.p.p., bensì costituiscono il vero e
proprio accertamento del fatto in contestazione (fra le altre, Cass., 4888/00).
In linea ancora più chiara e conclusiva si è precisato che si deve prima valutare la credibilità
del dichiarante (confidente ed accusatore); in un secondo momento la valutazione deve
passare alla sua attendibilità intrinseca ossia alla intrinseca consistenza ed alle
caratteristiche delle dichiarazioni del chiamante alla luce di criteri, quali la precisione, la
coerenza, la costanza, la spontaneità, il disinteresse, la verosimiglianza; come ultimo aspetto
devono, poi, analizzarsi i riscontri cosiddetti esterni. E deve necessariamente seguirsi
quest’ordine, poiché si devono prima chiarire gli eventuali dubbi che si addensino sulla
chiamata in correità in sé, indipendentemente dagli elementi di verifica esterni ad essa (fra le
altre, Cass., 2350/05, Papalia).
Peraltro, di recente la giurisprudenza ha fissato, poi, un ulteriore importante principio, che
nella vicenda in oggetto assume grande rilievo, poiché qui si è dinanzi a dichiarazioni di
soggetti, che, ora ‘collaboratori di giustizia’, rivestivano nel passato posizioni di vertice o,
comunque, erano pienamente inseriti all’interno dei rispettivi sodalizi criminosi di
appartenenza con ruolo di forte spessore criminale.
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Si è precisato che sono direttamente utilizzabili le dichiarazioni rese da un collaboratore di
giustizia’ su circostanze che egli apprende in relazione al proprio ruolo di vertice del
sodalizio criminoso e derivanti da un patrimonio conoscitivo costituito da un flusso circolare
di informazioni, relative a fatti e vicende di comune interesse per gli associati, in quanto non
assimilabili né alla dichiarazioni ‘de relato’ (utilizzabili solo attraverso la procedura di cui
all’articolo 195 c.p.p.), né alle cosiddette ‘voci correnti nel pubblico’ delle quali è prevista la
inutilizzabilità, ex art. 194 c.p.p. (Cass. 4977/10, Finocchiaro).
Si è dinanzi, in concreto, ad una situazione simile a quella che si verifica in qualsivoglia
organismo associativo (anche di natura lecita) in ordine ai fatti di interesse comune; dunque,
anche queste dichiarazioni possono assurgere a rilievo probatorio a condizione che siano
supportate da validi elementi di verifica in ordine al fatto che la notizia riferita costituisce
effettivamente oggetto di patrimonio conoscitivo comune, derivante dal sopra indicato flusso
circolare di informazioni e che abbia ad oggetto fatti di interesse comune per gli associati e
ciò in aggiunta ai normali riscontri, richiesti per le propalazioni dei ‘collaboratori di giustizia’
(Cass., 15554/09, Lo Russo).
Se tali sono, dunque i criteri a cui l’interprete deve uniformarsi, vediamo di comprendere se i
collaboratori di giustizia dell’odierno procedimento siano credibili, attendibili e se le loro
dichiarazioni siano riscontrate.
Come verrà meglio di seguito indicato, si tratta di collaboratori la cui militanza nelle
organizzazioni criminali indicate è documentata in numerosi atti giudiziari e nei confronti è
stata già ritenuta l’attenuante di cui all’art. 8 l. 203/91.
Trattasi di tutte dichiarazioni dettagliate e provenienti da soggetti che si autoaccusano di
gravi delitti e che si riscontrano fra loro.
Si tratta, pertanto, di dichiarazioni attendibili non solo intrinsecamente, per la qualità dei
soggetti da cui provengono, direttamente a conoscenza dei fatti riferiti ed al vertice
dell’organizzazione criminale, ma anche estrinsecamente in considerazione proprio del
reciproco riscontro.
Verranno, pertanto, di seguito riportati nei rispettivi paragrafi, gli stralci delle dichiarazioni
ritenuti di interesse per i fatti per i quali si procede.
4. Il gruppo di Grazzanise nell’organizzazione del Clan dei Casalesi
Tanto premesso sulle fonti di prova, per una compiuta ricostruzione dei fatti in contestazione
ed al fine di meglio comprendere anche il ruolo rivestito da ciascuno degli indagati, appare
opportuno un breve cenno alla complessa articolazione e dislocazione sul territorio dei vari
gruppi camorristici facenti capo al clan dei casalesi.
Sul punto, si rinvia in questa sede a quanto puntualmente rappresentato nella richiesta :
“…omissis
Volendo fare una ricostruzione storica del recente passato, bisogna partire sicuramente dall’attività di
indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Caserta e denominata “SPARTACUS 3”. Difatti, in data
13/12/2004 veniva eseguita d’iniziativa una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Schiavone
Vincenzo detto “Copertone”, esponente apicale della compagine criminale in parola, cugino di
SCHIAVONE Francesco detto “Sandokan”. Nel corso della perquisizione si rinveniva materiale
cartaceo e informatico di eccezionale rilievo la cui disamina consentiva di ottenere un’aggiornata
visione di molte delle attività e della struttura del clan dei casalesi ed in particolare della fazione
facente capo alla famiglia Schiavone, nonché della ricostruzione relativa alla dislocazione territoriale
dei vari gruppi camorristici controllati dalla medesima famiglia criminale.
15
Per quel che rileva menzionare in questa sede, dalla suddivisione operata nei documenti in esame
risultava che la famiglia Schiavone era costituita da 11 diverse componenti, e più in dettaglio:
1. Gruppo il cui capofila è “Ciccillo” da identificarsi, in Schiavone Francesco di Nicola;
2. Gruppo il cui capofila è il “Padrino” da identificarsi in RUSSO Giuseppe;
3. Gruppo il cui capofila è Antonio Vecchio da identificarsi in Del Vecchio Antonio, cugino di Francesco
Schiavone di Luigi;
4. Gruppo di Capua il cui capofila è Carlino da identificarsi per Del Vecchio Carlo, nipote di Del Vecchio
Antonio e di Francesco Schiavone di Luigi;
5. Gruppo di Grazzanise il cui capofila è “Mezzero” da identificarsi per Mezzero Antonio;
6. Gruppo Caruso, il cui capofila è “Carusiello” da identificarsi in Cantiello Salvatore;
7. Gruppo “Montagne” il cui capofila è “Peppe P.” da identificarsi per Papa Giuseppe;
8. Gruppo di San Cipriano il cui capofila è “Peppinotto” da identificarsi per Caterino Giuseppe;
9. Gruppo di Aversa il cui capofila è “Luigi” ma nel quale il soggetto che percepisce lo stipendio più alto
( euro 2000) è Raffaele della Volpe;
10. Gruppo di Trentola il cui capofila è Giorgio da identificarsi per Marano Giorgio;
11. Gruppo di Casapesenna.
La ricostruzione della dislocazione territoriale dei vari gruppi camorristici controllati dalla famiglia
Schiavone operata nella contabilità tenuta da Vincenzo Schiavone, risulta in perfetta armonia con
quella che può ritenersi la oramai accertata suddivisione del clan casalese in tre distinte
“amministrazioni”, quella degli Schiavone, quella di Zagaria Michele e quella dei Bidognetti, oramai
distinte fra di loro pur rimanendo in un rapporto di stretto collegamento ed alleanza , anche se non
sono mancati momenti di frizioni e guerre intestine.
E’ significativo un dato numerico complessivo che emerge dalla lettura dei conteggi effettuati da
Schiavone Vincenzo: la sola famiglia Schiavone ( che è all’incirca 1/3 dell’intero clan dei casalesi e che
per la restante parte fa capo alla famiglia Bidognetti e a Michele Zagaria) mensilmente eroga stipendi
per circa 300.000 euro. Quando si parla di camorra imprenditrice, quindi, si fa un riferimento che
descrive per difetto il fenomeno: rimane, infatti, da chiedersi quanti imprenditori della provincia di
Caserta eroghino stipendi mensili ai loro dipendenti per tale entità complessiva (in via deduttiva può
ritenersi che tutte e tre le famiglie casalesi eroghino stipendi per circa 900.000 euro mensili, cifra, che,
grosso modo, corrisponde alle mensilità pagate da un’azienda con circa 600/700 addetti).
Quanto, dunque, ai gruppi di cui ai punti 4 e 5, cioè quelli coordinati rispettivamente da Carlino Del
Vecchio per ciò che concerne Capua e Mezzero Antonio per ciò che riguarda Grazzanise, agivano in
modo coordinato fra loro e con Antonio Del Vecchio - in quanto tutti e tre a loro volta collegati a
Schiavone Francesco di Luigi – nei territori di Capua, Grazzanise, Santa Maria Capua Vetere e zone
limitrofe. L’esistenza di un gruppo di Grazzanise coordinato dal Mezzero è oramai accertato in modo
definitivo da sentenza passata in giudicato e, per altro verso, che il pieno coordinamento fra i tre
gruppi in esame emerge nell’ambito della ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli a
carico di Ammutinato Michele ed altri del 26.11.2002 specie nelle parti relative alla vicenda del
duplice omicidio Florio-Cantiello - propiziato da Francesco Schiavone di Luigi e da Del Vecchio
Antonio, proprio per consentire al Mezzero di diventare il nuovo capo-zona di Grazzanise al posto di
Cantiello Antonio. Quanto alla esistenza di uno specifico gruppo di Capua particolarmente legato a
Carlo Del Vecchio, sia pure nel più ampio coordinamento di cui si è detto, vengono in rilievo oltre alla
già richiamata sentenza emessa dal Gip di Napoli per 416 bis C.P. ed altri a carico di Del Vecchio
Carlo, i provvedimenti coercitivi emessi a carico del predetto sia per la vicenda del tentato omicidio di
Pietro Ligato (esponente clan dei casalesi – fazione Schiavone) che per le estorsioni in danno di
Violante Mario ed altri, vicende tutte nelle quali emerge il ruolo di preminenza e di comando di Carlo
16
del Vecchio.
Dunque al punto 5 vi è un chiaro riferimento al gruppo di GRAZZANISE, storicamente facente capo
a MEZZERO Antonio, e strettamente legato, non solo geograficamente, al gruppo di CAPUA gestito
da Carlino DEL VECCHIO. Si tratta del “ventre” del territorio gestito dai casalesi, a stretto contatto
con Casal di Principe e con i reggenti di volta in volta liberi o latitanti e comunque sempre facenti
capo a Schiavone Francesco detto Sandokan e Schiavone Francesco detto Cicciariello.
Del gruppo di GRAZZANISE, stando alla documentazione sequestrata, facevano parte i seguenti
soggetti, tutti stipendiati: BUONANNO Francesco, CACCIAPUOTI Alfonso, GRASSO Davide,
IZZO Giovanni, MEZZERO Antonio, PAPA Giovanni Battista, TUCCI Gioacchino.
Tuttavia l’attività investigativa denominata “SPARTACUS 3”, opera una ricostruzione fino all’anno
2005, dopodiché bisogna rifarsi all’attività investigativa condotta dai CC di Grazzanise e denominata
“CENTOPASSI” generata nell’ambito del procedimento penale nr. 55790/06 della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia. Tale attività ha consentito
una ricostruzione del Gruppo di Grazzanise a partire dall’anno 2006 e culminata con sentenza di
condanna a carico di tutti gli esponenti del citato gruppo.
La predetta attività investigativa, ha consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale che
operava con particolare tenacia il controllo del territorio finalizzato a commettere estorsioni in danno
di imprenditori e commercianti, c.d. “cavalli di ritorno” (estorsioni per ottenere la restituzione di beni
rubati) e rapine in danno di autotrasportatori. Nell’anno 2006, ed in particolare nel mese di giugno
2006 data di inizio delle indagini, con MEZZERO Antonio, CACCIAPUOTI Alfonso e GRASSO
Davide detenuti, il gruppo di Grazzanise veniva affidato a TUCCI Gioacchino che avvalendosi di DI
GIOVANNI Salvatore provvedeva ad un accurato controllo del territorio con l’imposizione del racket
delle estorsioni in danno di imprenditori e commercianti. In data 07.02.2007, il Comando Stazione
Carabinieri di Grazzanise, procedeva all’arresto in esecuzione di Ordinanza di custodia cautelare in
carcere di TUCCI Gioacchino, CECERE Agostino, MAIELLO Gennaro e DI GENNARO Salvatore
per il delitto di rapina e sequestro di persona in danno di autotrasportatore. E’ stato proprio tale
arresto a determinare un forzato cambio ai vertici del gruppo di Grazzanise, al punto che al TUCCI
Gioacchino succede un affiliato storico, PAPA Giovanni Battista, che guida il gruppo fino al mese di
luglio 2007, data in cui fu scarcerato CACCIAPUOTI Alfonso, indiscusso referente di zona storico del
clan dei CASALESI in assenza di MEZZERO Antonio.
La scarcerazione di CACCIAPUOTI Alfonso diede nuova vitalità al gruppo criminale, consentendo il
reclutamento e l’ingresso di nuovi elementi fra cui RAIMONDO Paolo, MINUTOLO Modestino,
FULGIDO Gianluca e MERCADANTE Antonio, che si rendono subito protagonisti di una
incessante attività di controllo del territorio, ponendo in essere una serie indeterminata di richieste
estorsive. Proprio a tal proposito va ricordato che, in data 19.11.2007, i Carabinieri di Grazzanise
eseguivano decreto di fermo del P.M. DDA a carico di FULGIDO Gianluca e MERCADANTE
Antonio per il delitto di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
In tale arco temporale, nella gestione delle attività delittuose, subentrarono a pieno titolo anche la
moglie del CACCIAPUOTI, MARTINO Luisa e il figlio CACCIAPUOTI Giuseppe.
Successivamente, intervenuto il 30 settembre 2008 il nuovo arresto di CACCIAPUOTI Alfonso, le
attività sono continuate sotto l’azione sul territorio di PAPA Giovanni Battista e MINUTOLO
Modestino, fino alla tragica uccisione di questi ultimi, insieme a BUONANNO Francesco.
A seguito di tale triplice omicidio, sono stati tratti in arresto i responsabili dai Carabinieri di
Grazzanise e dalla Squadra Mobile di Caserta, individuati in affiliati storici del clan dei casalesi quali
materiali esecutori VARGAS Roberto, PICCOLO Raffaele, DELLA CORTE Francesco, SALZANO
Francesco e SCHIAVONE Nicola di Francesco.
17
Tali arresti, inizialmente hanno visto venir meno una figura verticista che tuttavia è stata individuata
alcuni mesi orsono con la figura di DEL VILLANO Romolo, che aveva assunto la reggenza del gruppo
di Grazzanise. Quest’ultimo il 13 agosto 2012, veniva tratto in arresto in esecuzione di fermo di
indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli per estorsione aggravata dal metodo mafioso. A seguito di ciò,
nell’ambito dell’operazione c.d. Riscatto, questo Comando dava esecuzione ad ordinanza di custodia
cautelare in carcere nei confronti di 17 soggetti (CACCIAPUOTI Alfonso, DEL VILLANO Romolo
ed altri) gravemente indiziati di partecipare ad un’organizzazione a delinquere di stampo mafioso,
dedita stabilmente alle estorsioni con le modalità del metodo mafioso e alla detenzione di armi. Le
attività investigative hanno avuto origine dalle dichiarazioni di alcuni imprenditori i quali, negli
Uffici del Comando Stazione Carabinieri di Grazzanise, rompendo il muro di omertà che finora ha
assicurato l’impunità dei responsabili, denunciavano di aver ricevuto richieste estorsive da parte di
affiliati al clan. Il prosieguo delle attività condotte, mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali e
riscontri documentali, consentiva di ricostruire l’intero gruppo facente capo alla famiglia Schiavone
operante in zona, nonché di accertare la commissioni di numerosi estorsioni. Il gruppo si avvaleva
della disponibilità di un ingente quantitativo di armi, rinvenute da questo Comando in data
19.03.2011 nel comune di Cancello ed Arnone, presso l’abitazione di uno dei destinatari IANUARIO
Alfonso, fratello di IANUARIO Biagio, attualmente ritenuto referente di zona di quel centro del clan
DEI CASALESI.
Infine, non può non citarsi la recente operazione c.d. Tornado, che in data 13.11.2013, ha visto dare
esecuzione ad ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di nr.7 indagati (tra
cui CACCIPAUOTI Alfonso, GRASSO Davide ed altri), responsabili a vario di titolo di estorsione
aggravata dal metodo mafioso ed interposizione fittizia di beni.
Nel corso degli anni, la presenza del sodalizio criminoso nel territorio di Grazzanise e Comuni
limitrofi facente capo al clan camorristico denominato “dei Casalesi”, si è manifestata con particolare
violenza ed efferatezza. Difatti, allo scopo di conquistare una assoluta egemonia territoriale, dall’aprile
1995 ad oggi, il predetto sodalizio ha commesso numerosi omicidi, macchiandosi di sangue in diverse
circostanze, nello specifico:
in data 26.04.1995, in via Cesare Battisti del comune di Grazzanise, veniva assassinato da ignoti
killers, mediante colpi d’arma da fuoco, RAIMONDO Pasquale nato a Grazzanise il 14.09.1963 e ivi
residente alla via Annunciata nr.45, con contestuale ferimento di altri tre persone del medesimo
centro;
in data 02.03.1996, familiari di CANTIELLO Antonio nato a San Cipriano d’Aversa il 24.03.1958 e
residente a Grazzanise frazione Borgo Appio, alla via Oreste Salomone e FLORIO Domenico nato a
Grazzanise il 20.07.1950 e ivi residente a Grazzanise al Vico San Gennaro nr. 8, entrambi legati al
“Clan dei Casalesi”, ne denunciavano la scomparsa in circostanze misteriose. Successive dichiarazioni
di collaboratori di giustizia riveleranno che si è trattato di un duplice omicidio di lupara bianca
nell’ambito della gestione del potere all’interno del Clan dei Casalesi;
In data 29.05.1998 in via Oreste Salomone del comune di Grazzanise, frazione Borgo Appio, veniva
assassinato da ignoti killers, mediante colpi d’arma da fuoco ALIPERTI Arturo nato a Grazzanise
l’08.12.1952 e ivi residente alla frazione Borgo Appio, alla via Oreste Salomone nr. 184, elemento
legato al “Clan dei Casalesi”;
in data 27.09.2006, sulla S.S. 264 – S. Maria La Fossa, altezza km.34, nel territorio di Santa Maria La
Fossa (Comune limitrofo a Grazzanise), veniva assassinato da ignoti killers PARENTE Giovanni nato
a S. Maria La Fossa il 24.10.1944 e residente a Grazzanise, alla via G. Parente nr. 11;
in data 10.12.2003, venivano assassinati da ignoti killers, in via S. Andrea del comune di Grazzanise,
18
frazione Brezza, APUZZO Domenico nato a Capua il 20.10.1971 e ivi residente alla frazione Brezza,
via Sant’Andrea nr. 202 e NATALE Salvatore nato a Capua il 23.03.1960, residente in Grazzanise,
alla frazione Brezza, alla via per Sant’Andrea nr.206. Sul luogo dell’evento criminoso, si constatava
che i corpi esanimi dell’APUZZO e del NATALE, erano stati attinti da numerosi colpi di arma da
fuoco. Infatti venivano rinvenuti nr. 3 bossoli cal. 7,62 del tipo sovietico e nr. 3 bossoli cal. 12;
in data 10.05.2009, veniva rinvenuto il cadavere di BUONANNO Francesco mentre in data
18.05.2009, si ritrovavano i corpi esanimi di PAPA Giovanni Battista e MINUTOLO Modestino,
tutti barbaramente trucidati nell’ambito di un regolamento di conti all’interno della fazione Schiavone
del clan dei casalesi.
…” (cfr. richiesta in atti)
5. Appalto Emissario Grazzanise – capo 3 della rubrica
Come già accennato in premessa, la trattazione delle vicende relative all’aggiudicazione
dell’appalto cd. Emissario Grazzanise - di cui al capo 3 della rubrica – appare l’antefatto
imprescindibile per poter valutare la fondatezza della prospettazione accusatoria anche con
riguardo alle contestazioni di cui ai capi 1 e 2 della rubrica.
Genesi dell’appalto
Con deliberazione della Giunta Provinciale di Caserta n. 888 del 30/03/1990, veniva
approvato il piano di massima degli allacciamenti dell’impianto di depurazione consortile
delle fognature di Grazzanise e Santa Maria La Fossa e veniva disposto di dare incarico alla
S.T.I.A e per essa all’Ing. Sergio Guglielmi di approntare i progetti stralci singoli per comuni
che, di volta in volta, l’Amministrazione Provinciale avrebbe provveduto ad approvare e
trasmettere al Ministero Competente per la richiesta di finanziamento.
Con deliberazione della Giunta Provinciale di Caserta n. 1930 del 11/07/1990 veniva ribadito
che nell’approvare il piano di massima degli allacciamenti all’impianto di depurazione
consortile delle fognature di Grazzanise e Santa Maria La Fossa, redatto dalla società S.T.
I.A., si intendeva includere, come di fatto veniva incluso, anche quello relativo al Comune di
Cancello ed Arnone in quanto, per mera omissione dattilografica, nel dispositivo della
predetta deliberazione n. 888 del 30/03/1990 il Comune di Cancello ed Arnone non venne
indicato.
Nella necessità di avviare, in modo unitario, la riqualificazione ambientale e il risanamento
igienico sanitario del comprensorio urbano in sinistra idraulica del Fiume Volturno
prioritariamente con la realizzazione del Collettore fognario in destra Regi Lagni, su cui si
era espressa favorevolmente l’Autorità di Bacino Liri-Garigliano e Volturno con parere prot.
3461 del 26/01/1998, l’Amministrazione Comunale di Grazzanise con nota prot. 7174 del
16/07/2007 , chiedeva allo Studio Tecnico dell’ing. Sergio Guglielmi l’aggiornamento del
progetto relativo alla “Realizzazione del Collettore Emissario di Grazzanise” con riguardo
sia all’aspetto economico che tecnico-amministrativo.
In esito alla succitata richiesta l’ing. Sergio Guglielmi, unitamente alla nota datata
30/07/2007 e acquisita al protocollo generale del Comune di Grazzanise in data 28/08/2007
con i n. 8257, trasmetteva l’aggiornamento progettuale relativo alle opere di “Realizzazione
dell’Emissario di Grazzanise”, che costituiva parte integrante del “Piano di Massima degli
interventi urgenti per la tutela delle acque del Fiume Volturno” ed era compreso nel relativo
“Progetto esecutivo 1. LOTTO: Collettore Emissario di Cancello ed Arnone, Grazzanise e
Santa Maria La Fossa”, approvati dall’Amministrazione Provinciale di Caserta con
deliberazione n. 888 del 30/03/90 e n. 1930 dell’ 11/07/1990.
19
Con deliberazione di G.C. n. 83 del 10/10/2007 veniva approvato il progetto della
realizzazione dell’Emissario di Grazzanise, così come redatto e aggiornato dallo Studio
Tecnico dell’ing. Sergio Guglielmi, per l’importo complessivo di € 4.553.060,67.
Con il medesimo atto giuntale n. 83 del 10/07/2007 veniva deliberato di chiedere alla
Regione Campania i finanziamenti necessari per la realizzazione dell’opera di cui è cenno a
valere sui fondi F.A.S. 2007/2013 secondo il D.S.R. (Documento Strategico Regionale)
2007/2013 di riferimento.
La Giunta Regionale della Campania, con delibera dirigenziale n. 212 del 07/04/2009 –
A.G.C. 5 – Settore 9 –Servizio 2 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 22),
disponeva di ammettere a finanziamento sui fondi POR Campania FESR 2007/2013
Obiettivo Operativo 1.3 il Progetto: Realizzazione dell’Emissario di Grazzanise – Opere per
la riqualificazione ambientale ed il risanamento igienico sanitario “ – Codice
PPR:GRZ_71_28_s05_m, con Beneficiario Finale il Comune di Grazzanise, per un importo di
€ 4.514.500,67 di cui € 3.450.125,82 per lavori ed € 1.064.374,85 per somme a disposizione.
Le conversazioni di seguito riportate appaiono significative in quanto ripercorrono i contatti
che hanno preceduto e seguito il bando di gara prima della sua aggiudicazione.
La conversazione ambientale che segue, captata all’interno dell’autovettura di PARENTE
Enrico, avuta da quest’ultimo con l’ing. Luigi PAGANO6, allora responsabile dell’Area
Tecnica e Responsabile Unico del Procedimento con nomina del 26/11/2008, va inserita
proprio nella preparazione della gara d’appalto per il realizzando impianto.
Qui l’allora primo cittadino ed il tecnico comunale discutono proprio della predisposizione
del relativo bando
Conversazione indicata al progressivo n. 1740 del 05/05/2009 ore 09:35:22, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE:- adesso quali sono i passaggi nostri
Luigi PAGANO:- i passaggi sono che io preparo ..preparo questo documento
Enrico PARENTE:- si
Luigi PAGANO:- ve ne do sempre una copia
Enrico PARENTE:- uh si
Luigi PAGANO:- ve ne do sempre una copia ne mando anche una copia a loro perchè
l'hanno chiesta ma penso più per un fatto formale che sostanziale
Enrico PARENTE:- cioè il documento quale documento
Luigi PAGANO:- il bando
Enrico PARENTE:- ah il bando per le cose
6
PAGANO Luigi, nato a San Marcellino il 11/08/1952, residente a Villa Literno in via Salerno, 26, ingegnere, nel
periodo in esame responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Grazzanise. L’identificazione del PAGANO
come interlocutore del PARENTE nella presente intercettazione ambientale scaturisce sia dal contenuto della
conversazione, che verte su argomenti tecnici di competenza dell’ing. PAGANO, sia dal timbro vocale
corrispondente a quello dell’ingegnere, persona nota agli operanti.
20
Luigi PAGANO:- esatto lo preparo e vi do una copia a voi e stabiliamo le date tutto che
devono essere 31 giorni
Enrico PARENTE:- si
Luigi PAGANO:- vediamo un pochettino di come devo dirvi selezionare punto per punto
cosa dice la norma
Enrico PARENTE:- ah ah
Luigi PAGANO:- e lo prepariamo in funzione di questi requisiti
Enrico PARENTE:- quanto una settimana
Luigi PAGANO:- è
Enrico PARENTE:- così appena voi la preparate io faccio la conferenza stampa
Luigi PAGANO:- va benissimo
Enrico PARENTE:- la conferenza stampa se volete partecipare pure voi
Enrico PARENTE e Luigi PAGANO continuano a conversare sulle modalità della
conferenza stampa.
Luigi PAGANO gli dice che dopo queste formalità chiameranno il Comune di Cancello ed
Arnone.
Enrico PARENTE gli chiede dell'Ing. MASTRACCHIO.
Enrico PARENTE risponde al telefono e conversa con l'Ass. Giovanna PERILLO.
Enrico PARENTE e Luigi PAGANO continuano la conversazione ma non è ritenuta di
interesse investigativo.
Seguiva una conversazione tra PARENTE Enrico ed il figlio Paolo nella quale veniva
delineata la figura di tale “Alessandro” (identificato in ZAGARIA Alessandro7 per via dei
riferimenti al suo ristorante, ma soprattutto alla luce delle successive conversazioni), già
destinatario di alcuni lavori edili per il Comune.
Conversazione indicata al progressivo n. 1888 del 16/05/2009 ore 20:16:51, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Ascoltano la musica in sottofondo. Dalla posizione 1:45.
Enrico PARENTE: oh se mamma ci vuole venire ma quella non ci viene. A cena andiamo
io...tu vuoi venire? Io già ho telefonato, te l'ho detto no che ho prenotato. Quindi venerdì 22,
la sera, io mamma... siamo quattro medici con le quattro mogli. Perciò ho prenotato un
tavolo, ho detto fate una bella cena veniamo alle 20:30, insomma, 21. Una bella cena tutta a
base di pesce. Hai capito? Mangiando antipasto primo e secondo, tutto pesce.
Paolo PARENTE: vi dovete schiattare.
Enrico PARENTE:- però ho detto:" guardate Alessà, io devo pagare eh. Io ci vengo perché,
per la stima nei vostri confronti e di vostro padre, poi perché siete veramente bravi, avete un
buon cuoco, la cucina è ottima. Ma non vengo perché non voglio pagare perché, se voi non
vi prendete i soldi, io me ne vado a un altro ristorante". "Ah mo' mi fate questo? Ma perché
7
ZAGARIA Alessandro, nato a Caserta il 24/10/1986, residente a Casapesenna alla via Marconi n. 22.
21
mi devo prendere... tanta gente, tanti fetenti... e poi voi siete persone perbene...". "No no no,
Alessà, guardate, non ci vengo. Invece di prendervi 100 euro, ve ne prendete ottanta, se mi
volete fare la preferenza. Però i soldi ve li dovete prendere". "E va bene, e va bene". Ma io vi
faccio vedere che mi mette in difficoltà.
Paolo PARENTE: niente di meno.
Enrico PARENTE: ha preso una stima per me, perché mo' gli ho dato un lavoro no...
Paolo PARENTE:- che lavoro gli hai dato?
Enrico PARENTE:- un piccolo lavoro edile. E oggi mi ha presentato un altro collega suo
che tiene una ditta che più grossa e partecipano alle gare di appalto al Comune. Però gli ho
detto: "voi dovete fare le gare di appalto, perché fate la vostra offerta, fate un'offerta
migliore, qualitativamente migliore, cioè voi dovete concorrere insieme ad altre ditte..."
Paolo PARENTE:- con il ribasso.
Enrico PARENTE:- non solo il ribasso, quello, le gare di appalto si aggiudicano in due modi:
o con ribasso secco, e questo va bene quando le gare sono piccole, allora 200.000 - 300.000
euro con il massimo ribasso, ma quando sono gare grosse...
Paolo PARENTE: 300.000 euro è una gara piccola?
Enrico PARENTE: si si, 2 - 300.000 euro che cazzo di gara è? Per esempio i marciapiedi sono
200.000 euro. Quando invece le gare 1milione, 2milioni, 3milioni di euro, si fanno con ribasso
e qualitativamente migliori. Cioè, oltre a offrire, per esempio, il 20% di ribasso, le ditte
devono fare i progetti che migliorano o migliorino il progetto che l'amministrazione
comunale ha presentato (...)
Fino alla posizione 4:47. Poi Enrico PARENTE e Paolo PARENTE continuano la
conversazione sulle tipologie di gare di appalto e delle opere che devono essere realizzate a
Grazzanise, tra cui il cimitero e la scuola.
La successiva conversazione ambientale, tra PARENTE Enrico e la moglie (mentre sono di
ritorno da una cena presso il ristorante “Il Tempio” di Alessandro ZAGARIA), ha come
oggetto lo stesso Alessandro ZAGARIA.
Qui il PARENTE allude chiaramente alla famiglia di origine ed ai legami con il boss Michele,
aggiungendo che vi sono delle affinità tra ZAGARIA e tale famiglia “Madonna”, titolare di
un’impresa di movimento terra che partecipa alle gare di appalto non inferiori ai tre milioni
di euro.
Conversazione indicata al progressivo n. 1890 del 17/05/2009 ore 01:22:51, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE commenta con la moglie la cena che ha consumato al ristorante il tempio
di Alessandro ZAGARIA.
Enrico PARENTE: mo questo ragazzo ha preso una simpatia semplicemente per un lavoro
che ha fatto...non ti pensare che ha fatto
Agata CALANDRA: ma lo ha fatto qualche lavoro?
22
Enrico PARENTE: si..lui no, un'impresaaa....questi sono i cugini di primo grado ...hai
sentito che una sola volta ha fatto il nome te ne sei accorto
Agata CALANDRA: io non lo capivo
Enrico PARENTE: ti ricordi quel tuo zio acquisito il marito di zia Felicina
Agata CALANDRA: è
Enrico PARENTE: a Fratta ..quello tale e quale ..parla con la mezza lingua lui e mezza lingua
..incacaglia
Agata CALANDRA: non lo riesci neanche a capire
Enrico PARENTE: io stavo vicino a lui e non lo capivo
Agata CALANDRA: me ne sono andato proprio per idea
Enrico PARENTE: una sola volta ha fatto il nome del frato cucino carnale
Agata CALANDRA: e che ne so
Enrico PARENTE: io lo so bene
Agata CALANDRA: non riuscivo neanche a capire
Enrico PARENTE: questi sono strettamente legati..e diciamo che ..la moglie di Francesco
Moglie del Sindaco : una cosa che la cosa che ho notato e che avevano tutti le camicie con la
sigla.... a parte il vecchio......
Il Sindaco : Allora quello che ti voglio far capire...
La moglie del Sindaco : la sigla A.Z. il figlio e A.Z. pure lei la mamma .....
Il Sindaco: ZAGARIA quello che ti voglio dire.... la mamma fa finta di non sapere.... tutte le
donna di camorra fanno finta di non sapere... la quello che dirige le file e il marito del
cugino di primo grado...questa è gente che...
Poi commenta il luogo del ristorante che è un posto isolato...alle 01.30 non ci viene più
nessuno a dare fastidio
La moglie del sindaco. incomprensibile..
Il Sindaco: il famoso....cugino Michele. che qualche tempo è stato a confine tra l'Italia e
l'Austria...il latitante...hai capito.inc.... ogni tanto ha bisogno del medico..... e c'e
l'abbiamo...gli porta uno scompenso ma niente di grave lui è cardio..... ricordati che questi
grandi uomini
La moglie del Sindaco: grandi......
Il Sindaco: grandi.....
La moglie del Sindaco: nel senso in negativo.......
Il Sidaco: hanno una paura di morire... peggio di come c'e l'ho io....
La moglie del Sindaco: .e si pero dico...che senso ha vivere cosi......
Il Sindaco: e questa e gente che.....secondo me no....se muoiono prima.... oppure fanno i fatti e
si ritirano...
La moglie del Sindaco: e. ma che serve..... incomprensibile....
Il Sidaco: .per loro ... essere malati diciamo non avere quella..... e come morire.... e
preferiscono o morire o uscire fuori dal giro...che non hanno più quel rispetto.... perche
quando si viene a sapere che sono malati ... non li rispettano più..... tanto prima o poi questo
muore..... e si trovano un altro capo......e la stessa cosa del sindaco ..sanno che non sono più
sindaco e si cercano un altro sindaco....e io queste storie le conosco bene penso
dall'esterno.....
23
La moglie del Sindaco: questi qua pure hanno fatto i marciapiedi come li hai fatti
tu...guarda... (incomprensibile).
Il Sindaco: . un metro e ottanta... si e quello e per legge....quello un metro e ottanta con
parcheggio.. qua l'hanno fatto l'anno scorso... un anno e mezzo fa... ma a me stanno venendo
meglio.. no... vedi qua ci ha messo pure il cemento... come si chiama..... le betonelle... invece a
noi hai visto come stanno venendo belli...
La moglie del Sindaco: pero guarda che questi sta...... pure da te... (incomprensibile)... ci sta
una manutenzione...
Il Sindaco: .là sai come hanno fatto?
La moglie del Sindaco: e poi e brutto..
Il Sindaco: .hanno pulito sotto con lo scavatore... cercando di togliere le erbacce, qua.
La moglie del Sindaco: le radici
Il Sindaco: . le radici... poi ci hanno messo il brecciolino....
La moglie del Sindaco: e ma quello ci stava...
Il Sindaco: .poi non ci hanno messo l'asfalto
La moglie del Sindaco: quella è la gramigna.
Il Sindaco: . capì? L'asfalto è questa qua...ci hanno messo il cemento...
La moglie del Sindaco: e ma perché secondo te quello non è cemento?
Il Sindaco: . non lo so... poi da sopra il cemento ci hanno fatto una passata. di.. non so come si
chiama ... quel cemento....un piccolo strato.. di cemento colorato...se tu lo vedi di giorno... mo
non si vede di notte... lo vedi ruvido...se tu ci cammini non è liscio, per evitare che la gente
possa scivolare quando piove...
La moglie del Sindaco: eh, ma tra (incomprensibile)...
Il Sindaco: e... (incomprensibile). speriamo che. lo riscontri tra 4/5 anni. Sapessi quante volte
me l'ha detto questo giovane che mi voleva far conoscere la madre e il padre... voleva...con te
ovviamente.
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)...
Il Sindaco: si lo conoscevo... però voglio dire mai cosi.. come dire siamo stati due ore a
parlare...dice...e io ho sempre cercato....pure a me... dice se la signora non può venire...venite
voi... e io dicevo no no no.... vado a casa a cena... e poi la sera sono stanco... comunque è vero
eh, non lo stavo dicendo... non lo facevo perché...(incomprensibile).. poi lo sai che vanno a
mangiare i Carabinieri (incomprensibile)… lui me lo racconta... io poi alcune volte.. l'ho
visto... pure quella sera che stavamo con Pietro...al primo tavolo hai visto ci stava quello con
la divisa ... quello non ha mai pagato...non pagano mai...ha detto a parte che io non li faccio
pagare .. ma quelli manco vogliono pagare. Mo’ per questo non perché.... perciò te l'ho
detto... se stasera ci vogliamo andare... ha detto jà venitevi a prendere il telefono... ve lo porto
io a casa...dico no no..ci mancherebbe....me lo vengo a prendere io ...mi ha detto allora
portate pure la signora.. forse questo è il momento che state qui a cena con noi...mo se tu sei
venuta... vabbuò...mi ha fatto assai piacere..ma se non venivi, io mi venivo a prendere il
telefono e me ne tornavo, mica mi mettevo a cena. Anche se in buona sostanza... è vero che
appartengono a quella famiglia... ed è indiscusso...quelli che stanno a Brezza, Zagaria..... il
fatto della via... l'hai mai sentito....via San Lazz... hanno detto che sono cugini al Sindaco......
ma sono cugini a lui... cioè iss, lo zio e Brezza, il famoso... (incomprensibile)....sono tutti
parenti...(incomprensibile)
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La moglie del Sindaco: scusa iss che ci appartiene
Il Sindaco: eh... davanti a te ha detto che no.
La moglie del Sindaco: perché.. che ...significa
Il Sindaco: ee...
La moglie del Sindaco: e che faceva...
Il Sindaco: noo... Alessandro a me invece mi ha detto tutt'altre cose. Quelle due o tre volte
che abbiamo parlato...
La moglie del Sindaco: perché io... a me che me ne fotte...
Il Sindaco:va bene... loro non ti conoscono a te... non sanno se possono... tu hai visto che
parata... che atteggiamento...quello è solo una parvenza... son uomini terribili...non solo gli
uomini pure le donne...quella fidanzata...facci caso...la fidanzata non viene da un'estrazione
sociale... cioè hai visto com'è ... è "bellell. è garbata...io non l'avevo mai vista... è la prima
volta che la vedevo... e perche non è...Zagaria si chiama Madonna di cognome...sono dei
grossi grossi .....
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)... quello là di...
Il Sindaco: quel signore che ci ha salutato...e se ne andato... e quello è il fratello del padre
La moglie del Sindaco: di questa ragazza?
Il Sindaco: di questa ragazza... sono dei grossi imprenditori...del movimento terra.....pale
meccaniche, escavatori. E sono attorno a...(incomprensibile)... cioè fanno le gare
d'appalto...e invece sono chistu Zagaria e i Madonna... e poi i soldi..... gente che
partecipano a gare d'appalto dai tre milioni di euro a salire... sotto non ci vanno proprio
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: mo io non so
La moglie del Sindaco: chi è che ci va?
Il Sindaco: io credo che
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: io non so.... no so se quella ragazza lo sa...io credo che non sappia nulla....
Alessandro invece sa tutto...ed è quello addetto alle pubbliche relazioni... cioè di quella
famiglia la faccia pulita è quel guaglione... quello la tiene la faccia pulita no?.... lo vedi...
La moglie del Sindaco: e dobbiamo vedere fino a che punto
Il Sindaco: quello mo si prende pure la laurea a ottobre... se è vero o non è vero...diventa
dottor...
dottore... allora lui non si presenta come Zagaria... dottor Alessandro...(incomprensibile)
come il fatto del sindaco di...(incomprensibile),...è laureato in legge... mo’ si è laureato... 6/7
mesi ... hai capito? Stanno cercando... che... si sono evoluti... per non rimanere..ghettizzati...
La moglie del Sindaco: accorporati
Il Sindaco: ghettizzati...e già mi ha fatto arrivare il messaggio..il fatto del segretario... sempre
buono è...l'hai sentito come ha detto la prima volta... perciò che mi hanno sparato nella
macchina non gli ho detto niente....perché non sono gente che fanno questi gesti....questo..ha
detto...quello è...un gesto del genere è controproducente.....mica sono scemi.... per arrivare a
questi livelli sono persone intelligenti...cattive... ma sono persone intelligenti...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile) la cattiveria.
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Il Sindaco: ci hai fatto caso che gli altri figli non compaiano quasi mai? Perché uno...il primo
si dedica al Catering e fa la sua vita come... Il secondo è più "sciacculattone", ci piacciono le
macchine sportive. Il terzo...Alessandro...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: tre ne tiene.... il terzo Alessandro è quello che ...colletto bianco...quello che
entra fino alle pubbliche amm.... è quello destinato a fare carriera..... mo tiene 25 anni...
quanti anni tiene?
La moglie del Sindaco: va bè anche perché ....(incomprensibile)
Il Sindaco: 26 anni... tiene l’età di Pietro... qualche anno in più....
La moglie del Sindaco: qualche anno in più....
Il Sindaco: eh. Hai capito? Quello...
La moglie del Sindaco: ah, ok, ok. C'ha 24 25 anni?
Il Sindaco: però sai come la farà la carriera? La farà da laureato....capito... ma comunque ha
lo stesso modo... cioè se deve dire vicino a uno "Pasquà va a sparare a quello"
(incomprensibile) ... sò gente spietata, eh. Dici "e tu come...." e io l'ho conosciuto. Tra
virgolette... (incomprensibile). Stu Michele, il capo indiscusso, vicino a lui...
(incomprensibile) tutti quanti... (incomprensibile) .a lui appartengono tutti. I quali loro
tengono strettamente collegati con loro. E io lo so, perché tutti e...(incomprensibile)
La conversazione continua su cose non utili.... parlano dei lampioni e marciapiedi all'entrata
del paese.
Emerge, dunque, chiaramente come l’allora sindaco Parente era perfettamente a conoscenza
della parentela di Zagaria Alessandro con il reggente camorrista Michele Zagaria (allora
latitante) e dei suoi legami con gli illeciti affari dell’organizzazione camorristica, tanto da
ritenerlo la “faccia pulita” del clan, utilizzato all’occorrenza per le relazioni con le pubbliche
amministrazioni.
Così come noto erano gli stessi legami tra Zagaria Alessandro e gli imprenditori Madonna.
Seguiva l’indizione della gara.
In data 27/05/2009, infatti, il Comune di Grazzanise, con determinazione dell’Area Tecnica n.
128, indiceva la gara di appalto per la realizzazione del progetto “Emissario Grazzanise”,
mediante procedura aperta ai sensi degli artt. 3 comma 37, 54, 55, comma 5 e 82 c. 1 e 2 lett B)
del decreto legislativo 163/2006, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
In detto contesto ed alla luce delle conversazioni sopra richiamate appaiono significative le
successive emergenze.
Nelle conversazioni di seguito riportate, infatti, Alessandro ZAGARIA e il Sindaco discutono
sull’assegnazione della gara di appalto dei lavori del realizzando “Emissario Grazzanise”.
Che si tratti di proprio di tale gara, si evince proprio dalle conversazioni che ZAGARIA
Alessandro ha con l’ex Sindaco, attesi gli inequivoci riferimenti fatti in relazione al luogo
esatto dove lo Zagaria sta effettuando il sopralluogo e cioè all’altezza delle “vasche” nei
pressi del collettore di Cancello ed Arnone, luogo quest’ultimo dove si trova il cantiere dei
lavori, ancora in fase di ultimazione, del progetto dell’Emissario di Grazzanise.
Da tali conversazioni, emerge che il Sindaco PARENTE consigli allo ZAGARIA di imbonirsi
l’ing. Luigi PAGANO, all’epoca dei fatti capo ufficio Tecnico del Comune, suggerendogli
velatamente di corromperlo, anziché minacciarlo, e indicandogli anche come farlo.
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Il PARENTE offre peraltro la propria disponibilità, concedendo allo ZAGARIA (che
ufficialmente non ne avrebbe titolo) di fare un sopralluogo sul sito dove sorgerà il collettore
fognario e facendolo accompagnare dall’impiegato dell’ufficio tecnico comunale geom.
Francesco PARENTE8 che, dopo prime rimostranze e su pressione dello stesso Sindaco,
accompagna lo ZAGARIA sul luogo dei futuri lavori.
Conversazione indicata al progressivo n. 8701 del 10/06/2009 ore 20:06:11, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393347326541 .
Enrico PARENTE:- pronto pronto?
Alessandro ZAGARIA:- dove..inc..
Enrico PARENTE:- sto dall'elettrauto sto sistemando un po’ i fari dell'automobile, voi dove
vi trovate?
Alessandro ZAGARIA:- l'elettrauto sarebbe sulla strada?
Enrico PARENTE:- no dove stavamo ieri sera parcheggiati a parlare vi ricordate?
Alessandro ZAGARIA:- è io qua sto si
Enrico PARENTE:- addo sta. e allora fate una cosa dove stavamo ieri sera voi girate e venite
verso la strada che va all'interno io sto proprio qua dove sta la posta ..la dove stavamo
parcheggiati ieri sera proprio affianco ci sta la posta l'ufficio postale
Alessandro ZAGARIA:- si si si
Enrico PARENTE:- io sto proprio dove sta la posta proprio la a cinquanta metri
Alessandro ZAGARIA:- ok ok ok
Enrico PARENTE:- voi state lontano?
Alessandro ZAGARIA:- no no sono arrivato
Enrico PARENTE:- ah sto guardando le auto che girano allora vi aspetto qua d'accordo
Alessandro ZAGARIA:- è si
Sebbene nella precedente telefonata lo ZAGARIA utilizza l’utenza avente n. 334/7326541
intestata fittiziamente ad un indiano9, l’identificazione dell’interlocutore del PARENTE in
Alessandro ZAGARIA si ha dalla considerazione di più elementi: il primo è che il PARENTE
Enrico, nell’appuntamento che segue alla telefonata, dialoga con lo ZAGARIA all’interno
dell’autovettura monitorata, chiamando con il nome “Alessandro”; poi bisogna considerare
che già precedentemente il PARENTE Enrico aveva fatto menzione, in più conversazioni con
i membri della sua famiglia all’interno della sua autovettura, del fatto che egli era in contatto
con Alessandro ZAGARIA per questioni attinenti un appalto; in ultimo va considerato che
gli operatori di p.g. hanno potuto riscontrare che la voce di Alessandro ZAGARIA,
utilizzatore di quest’utenza, sia la stessa voce dell’utilizzatore dell’utenza n. 346/1825081,
8
PARENTE Francesco, nato a Grazzanise il 21/05/1948, ivi residente in via Crocelle, I trav., 2, geometra tuttora
impiegato dell’Area Tecnica del Comune di Grazzanise.
9
In particolare, dall’anagrafica Telecom, l’utenza risulta intestata a tale THUSHAN Kalek, nato in India il
05/03/1950, residente a Napoli alla via Polveriera n. 50. L’utenza, venduta nel febbraio 2009, viene chiusa
d’ufficio dalla Telecom Italia nell’ottobre 2010 con la motivazione “Dealer fittizio per Mediofactoring”. Al
proposito si rimanda paragrafo dedicato all’identificazione.
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anch’essa in uso ad Alessandro ZAGARIA, in ordine alla quale non sussistono dubbi
d’identificazione, in quanto è intestata a MADONNA Maria, nata a Maddaloni il
28/07/1988, figlia primogenita del MADONNA Francesco e fidanzata di ZAGARIA
Alessandro, il quale risulta attestato ai registri Vodafone come il reale utilizzatore dell’utenza
telefonica.
Conversazione indicata al progressivo n. 2187 del 10/06/2009 ore 20:36:23, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
(entrano in auto continuando a conversare)
Enrico PARENTE: prima.
Alessandro ZAGARIA: ah già stava con voi prima? Pima già stava con voi?
Enrico PARENTE: no prima. Sta, sta... dal mese di settembre del 2007, quindi molto tempo
prima che usciva questa gara. Non tenevamo manco i soldi all'epoca. Mo' dobbiamo, però
Alessà, noi dobbiamo, per ottenere l'obiettivo...
Alessandro ZAGARIA: dobbiamo andare con calma.
Enrico PARENTE: ...dobbiamo andare con calma. Con calma. Perché con la calma, secondo
me, ci riusciamo lo stesso, senza impaurirlo e senza fargli mancare... Perché io a mano a
mano lo smonto.
Alessandro ZAGARIA: ah.
Enrico PARENTE: perché io, vi ho detto, lo sto seguendo personalmente. Io non mi sono
mai, mai interessato di queste cose, da un euro a un milione di euro. Mai. Però io ho dato
la mia parola e così deve andare. Voi, di vostro tentativo bonario, andateci a parlare, fatevi
presentare dall'amico.
Alessandro ZAGARIA: che lui... ci porta lui, però noi (sovrapposizione di voci)
Enrico PARENTE: dice... si, diteci: "guardate, ingegnere, noi... io lo devo fare il progetto,
devo partecipare, mo' devo pagare a uno come mi avete detto a me, no devo pagare il 3%,
il 5, quello che è, a voi vi voglio dare pure di più, tanto voi dovete fare solo il progetto e la
firma ce la mette un altro. Fatemelo voi e io vi pago quello che è". Chiaramente non è una
tangente, questa, ma è un lavoro che voi fate.
Alessandro ZAGARIA: se lui mi dice di no?
Enrico PARENTE: lui potrebbe dire, se il ragionamento indirettamente cade sul Sindaco,
dite: "va buò, ma il Sindaco io un paio di volte l'ho visto perché è venuto a mangiare al
ristorante..."
Alessandro ZAGARIA: no no no no.
Enrico PARENTE: manco questo gli volete dire? Allora dite: "ma il Sindaco voi come ci
state?"...
Alessandro ZAGARIA: no, io non gli dico proprio niente. Io non gli dico proprio niente.
Enrico PARENTE: ...quello vi dirà che sto in buoni rapporti. No, caso mai andaste a finire...
Alessandro ZAGARIA: no eh... (inc.)
Enrico PARENTE: eh, allora dite: "se il Sindaco si fida di voi, che cosa... sicuramente non
avrà niente da dire visto, che...".
Alessandro ZAGARIA: io non glielo voglio proprio dire.
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Enrico PARENTE: e allora meglio ancora .
Alessandro ZAGARIA: quello a voi vi ha detto che no. Questo non è buono (inc.) un altro.
Avete capito?
Enrico PARENTE: va bene, può darsi che a me mi ha detto che no perché tiene soggezione,
ma voi che state... ci andate tramite un amico del figlio...
Alessandro ZAGARIA: si, sentiamoci...
Enrico PARENTE: può essere che dica un'altra... può essere che dica di si. Tanto poi ci
sentiamo e ci vediamo.
Alessandro ZAGARIA: andiamo là. Oggi già è...10 eh.
Enrico PARENTE: e voi quando ci potete parlare? Domani?
Alessandro ZAGARIA: (inc.) ci sta lui.
Enrico PARENTE: fatemi sapere e ci vediamo domani.
Alessandro ZAGARIA: domani ci vediamo?
Enrico PARENTE: eh, però domani io sto a Napoli. Pure la sera, tanto noi la sera ci
possiamo vedere tranquillamente. Va bene.
Alessandro ZAGARIA: si so proprio... smontato.
Enrico PARENTE: smontato? Per questo poco.
Alessandro ZAGARIA: no. Vorrei prendere un'altra via, eh. Però è meglio che...
Enrico PARENTE: no no no, con calma, non vi preoccupate, ci riusciamo. Ciao Alessandro.
(dalla posizione 2:41 alla posizione 3:24, solo rumori di sottofondo)
Enrico PARENTE: buonasera.
Alessandro ZAGARIA: mi ero dimenticato i cellulari.
Enrico PARENTE: ah già.
Alessandro ZAGARIA: e comunque.
Enrico PARENTE: grazie.
Alessandro ZAGARIA: vado a vedere io, ah.
Enrico PARENTE: va bene, poi ci sentiamo.
Alessandro ZAGARIA: spero che...
Enrico PARENTE: andrà bene.
Alessandro ZAGARIA: questo mo' deve andare di qua no? Vado oggi, domani, dopodomani.
Ha detto la settima che viene.
Enrico PARENTE: si, ha detto prima mercoledì e poi, dietro insistenza, gli ha detto "no,
come mercoledì, fatelo venire più presto". "Può mai essere che questo progetto non lo
conosco", ho detto. Hai capito?
Alessandro ZAGARIA: eh.
Enrico PARENTE: eh.
Alessandro ZAGARIA: eh, con permesso.
Fino alla posizione 4.04. La registrazione ambientale prosegue con dei rumori di sottofondo.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 29)
A seguito di pubblicazione del Bando di Gara, allo scadere del termine ultimo per la
presentazione delle offerte, pervenivano al protocollo del Comune di Grazzanise nr. 12
domande di partecipazione tra cui quella della ditta De.Ca. Impresit Srl, di proprietà di
MADONNA Nicola, che reca la data del 16/06/2009.
29
Detta domanda si inserisce sia logicamente che cronologicamente tra l’accordo ZAGARIAPARENTE e il sopralluogo che lo ZAGARIA Alessandro andrà ad effettuare in data
23/06/2009 sul sito in cui saranno realizzati i lavori, desunto dalle conversazioni che
seguono.
Nella serie di conversazioni telefoniche che seguono, ZAGARIA Alessandro utilizza
precauzionalmente un’utenza telefonica diversa da quella utilizzata la settimana precedente.
Anche quest’utenza, avente n. 334/7544709 è intestata fittiziamente ad un ucraino10;
l’identificazione dell’interlocutore del PARENTE in Alessandro ZAGARIA si ha dalla
considerazione più elementi: il primo è che il PARENTE e lo ZAGARIA fanno chiaro
riferimento all’appalto “Emissario Grazzanise”; poi bisogna considerare che, durante le
conversazioni telefoniche, lo ZAGARIA Alessandro si reca ad effettuare un sopralluogo a cui
già aveva fatto cenno nella conversazione ambientale del 10/06/2009 sopra riportata avente
progr. 2187; in ultimo va considerato che, anche in questo caso, gli operatori di p.g. hanno
potuto riscontrare che la voce di Alessandro ZAGARIA, utilizzatore di quest’utenza, sia la
stessa voce dell’utilizzatore dell’utenza n. 334/7326541 e di quella n. 346/1825081,
quest’ultima intestata a MADONNA Maria, nata a Maddaloni il 28/07/1988, figlia
primogenita del MADONNA Francesco e fidanzata di ZAGARIA Alessandro, il quale risulta
attestato ai registri Vodafone come il reale utilizzatore dell’utenza telefonica.
Conversazione indicata al progressivo n. 9508 del 23/06/2009 ore 12:32:34, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393347544709 .
Enrico PARENTE:- pronto?
Alessandro ZAGARIA:- dottore io sto quà sto giù devo salire sopra?
Enrico PARENTE:- si salite il geometra già sa tutto andate
Alessandro ZAGARIA:- difronte
Enrico PARENTE:- è appena salite il geometra sta seduto a sinistra
Alessandro ZAGARIA:- ...inc. non devo dire niente?
Enrico PARENTE:- come?
Alessandro ZAGARIA:- l'altra persona non ci devo dire niente
Enrico PARENTE:- no dovete entrare e parlate con il geometra Parente vi accompagna lui
sul posto
Alessandro ZAGARIA:-è è
Enrico PARENTE:- no l'altra persona no che glielo dovete dire a fare
Alessandro ZAGARIA:- va bene
Enrico PARENTE:- va bene d'accordo arriv..
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 31)
10
In particolare, dall’anagrafica Telecom, l’utenza risulta intestata a tale KOROSCHI Radyi, nato in Ucraina il
10/06/1980, residente a Milano alla via Delle Forze Armate n. 361. L’utenza, venduta nel settembre 2008,
viene chiusa d’ufficio nel gennaio 2012 dalla Telecom Italia con la motivazione “Dealer fittizio per
Mediofactoring”. Anche in questo caso, si rimanda paragrafo dedicato all’identificazione.
30
Conversazione indicata al progressivo n. 9509 del 23/06/2009 ore 12:47:14, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393347544709 .
Enrico PARENTE:- pronto?
Alessandro ZAGARIA:- dottore
Enrico PARENTE:- si allora
Alessandro ZAGARIA:- si io sto quà mo mi stanno dicendo che forse non è previsto
sopralluogo
Enrico PARENTE:- come non ..passatemi
Alessandro ZAGARIA:-mo dico io vi aspetto pure fra un quarto d'ora venti minuti
Enrico PARENTE:- no no vengo più tardi però chiamo io il geometra
Alessandro ZAGARIA:-è sta quà vicino a me
Enrico PARENTE:- adesso lo chiamo sul telefono suo
Alessandro ZAGARIA:- ok ok
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 32)
Conversazione indicata al progressivo n. 9512 del 23/06/2009 ore 12:50:16, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393347544709 .
Alessandro ZAGARIA:- pronto?
Enrico PARENTE:- il geometra me lo volete passare al telefono per favore
Alessandro ZAGARIA:- è è
Francesco PARENTE:- pronto?
Enrico PARENTE:- uè Ciccio ciao
Francesco PARENTE:- si
Enrico PARENTE:- che è successo dimmi
Francesco PARENTE:- no niente
Enrico PARENTE:- e perché non possono prendere visione come no?
Francesco PARENTE:- si
Enrico PARENTE:- no del progetto del posto
Francesco PARENTE:- si si si si stiamo qua però mi stanno chiedendo delle questione
tecniche che io il progetto non lo conosco
Enrico PARENTE:- ah si
Francesco PARENTE:- la curva di partenza per esempio io non lo so questo qua stiamo qua
stiamo sul posto sopra le vasche
Enrico PARENTE:- ah già state sul posto e allora loro le quote di partenza possono prendere
le copie addò Andrea
Francesco PARENTE:- eh si già ce l'hanno il progetto quindi
Enrico PARENTE:- ah
Francesco PARENTE:- al limite si dovevano studiare prima tutto il progetto e poi vedere sul
posto se ci stava qualcosa che non andava
31
Enrico PARENTE:- ho capito però dico se loro hanno bisogno di prendersi le carte
vanno..glielo dici tu dove stanno ..
Francesco PARENTE:- si si ma io sto qua non ci sono problemi però spiegazioni tecniche sul
progetto siccome non lo conosco non riesco a darle solo questo
Enrico PARENTE:- va bene Ciccio va bene
Francesco PARENTE:- va buò
Enrico PARENTE:- grazie passami un pò un'altra volta questo imprenditore
Francesco PARENTE:- è è perchè poi mi hanno chiesto di protocollare il sopralluogo e
l'Ingegnere mi diceva l'altro giorno che il sopralluogo non è previsto quindi ...
Enrico PARENTE:- no e che lo devono protocollare a fare
Francesco PARENTE:- è appunto..mo ve lo passo
Enrico PARENTE:- si grazie
Alessandro ZAGARIA:-pronto?
Enrico PARENTE:-quindi voi state sul posto
Alessandro ZAGARIA:-si si si stiamo qua
Enrico PARENTE:- è a fare i vostri sopralluoghi
Alessandro ZAGARIA:- è
Enrico PARENTE:- poi le quote le prendete dalle carte non ci sono problemi
Alessandro ZAGARIA:- stanno vedendo ...
Enrico PARENTE:- è perchè quello è tutto il fosso fino in fondo a Cancello ed Arnone
Alessandro ZAGARIA:-si uh il sopralluogo non è previsto ha detto però noi ce lo vogliamo
mettere al protocollo perchè mi hanno detto che quello lo deve fare l'ingegnere e questo deve
essere un atto che noi siamo venuti ...avete capito come mi ha detto
Enrico PARENTE:- va bene voi lo potete mandare pure per raccomandata con ricevuta di
ritorno caso mai..
Alessandro ZAGARIA:- non lo vorrebbero mettere
Enrico PARENTE:-è raccomandata con ricevuta di ritorno e si risolve il problema
Alessandro ZAGARIA:- e se dopo andiamo pure sopra per far spiegare qualche altra cosa
dall'ingegnere vediamo se è al corrente di tutto come ho già capito
Enrico PARENTE:- va bene e andateci tranquillamente
Alessandro ZAGARIA:-avete capito?
Enrico PARENTE:-è va bene d'accordo
Alessandro ZAGARIA:-arrivederci
Enrico PARENTE:-arrivederci
Detta conversazione cristallizza emblematicamente l’interessamento di Alessandro Zagaria
per l’appalto in questione.
Interessamento del tutto anomalo se si tiene conto della circostanza che Alessandro Zagaria –
da quanto emerge dalla Banca dati della camera di commercio – è titolare della ditta “Gusti e
Sapori srl” con sede in Santa Maria CV alla via Mazzocchi avente ad oggetto la
somministrazione di alimenti e bevande e servizio catering.
Non aveva, dunque, né titoli né competenze per svolgere un siffatto sopralluogo in data
23.6.2009 nei pressi del collettore di Cancello e Arnone ove arriverà il cantiere per l’emissario
Grazzanise.
32
L’annullamento della prima gara
L’iter della predetta gara subiva, tuttavia, un inatteso imprevisto.
In data 08/07/2009 si insediava la Commissione Giudicatrice della gara in parola, nominata
con determinazione dell’Area tecnica n. 166 del 06/07/2009, e si dava inizio all’esame delle
offerte pervenute sulla scorta del protocollo d’arrivo.
Tra le offerte delle ditte pervenute, come detto, vi era quella della ditta De.Ca. Impresit Srl,
di proprietà di MADONNA Nicola che, nella prima seduta (del 15/07/2009), veniva
preliminarmente esclusa poiché mancava copia del documento d’identità del sottoscrittore
allegata alla domanda e alla dichiarazione ai sensi del punto 1 del disciplinare di gara,
mentre la copia del documento d’identità si trovava allegato alla SOA ed inserito all’interno
della busta, ma non fascicolato alla dichiarazione e alla domanda di ammissione.
L’esclusione era legittima, in quanto il disciplinare di gara (a pena di esclusione) prescriveva
chiaramente che: (punto 1) alla domanda di partecipazione andava allegata copia fotostatica
di un documento d’identità del sottoscrittore e che (punto 5) alla certificazione SOA doveva
essere allegata copia del documento d’identità del legale rappresentante. Ciò perché il
sottoscrittore della domanda di partecipazione ed legale rappresentante potevano essere
soggetti diversi.
Nella quarta seduta (del 20/07/2009), la stessa ditta, a seguito delle osservazioni presentate
dal legale rappresentante della società, veniva poi ammessa con riserva chiedendo
comunque il parere legale dell’Avvocato convenzionato con il Comune di Grazzanise dott.
Aldo Cantelli, ma contestualmente il parere dell’Autorità di Vigilanza per i lavori pubblici.
Nella quinta seduta (del 22/07/2009), la Commissione, visto il parere dell’Avv. Cantelli (non
rinvenuto in atti) scioglieva la riserva e ammetteva la predetta società alla gara, facendo
riserva di acquisire il parere dell’Autorità di Vigilanza per i Lavori Pubblici.
Si noti come l’allora Sindaco Enrico PARENTE presenzi già alla sesta seduta del 24/07/2009.
In data 27/07/2009, il Sindaco Enrico PARENTE, presente alla settima seduta della
Commissione Giudicatrice, prima dell’inizio dei lavori manifestava delle “perplessità”
tecniche in merito al progetto e chiedeva la sospensione dei lavori della commissione, in
attesa di acquisizione di eventuali pareri della Regione Campania (ente Finanziatore).
Tali “perplessità” verranno poi condivise ed approvate all’unanimità dalla Giunta Comunale
del 29/07/2009 (allegato 36).
In sostanza i dubbi mossi dall’ex primo cittadino (allo stato degli atti non vi è traccia circa la
provenienza delle perplessità tecniche manifestate dal PARENTE Enrico e non si sa alla luce
di quali conoscenze tecniche abbia sollevato tali problematiche) erano:
- il progetto originario approvato dall’amministrazione prevedeva delle pompe di
sollevamento in località “Alveo Minervino” situato nel tenimento del Comune di Cancello ed
Arnone senza nulla precisare in merito alla gestione delle pompe stesse nel senso che dal
progetto non era chiaro quale Comune dovesse provvedere alla manutenzione delle stesse;
- l’ex primo cittadino chiedeva inoltre alla commissione di gara - attesa l’esistenza di un
presunto dislivello di circa 6.50 metri tra il territorio di Grazzanise e l’impianto fognario di
Cancello ed Arnone a cui l’impianto emissario doveva collegarsi - di verificare se le ditte
avessero proposto delle soluzioni alternative nell’offerta tecnica prevista del bando di gara
(la commissione tra l’altro rispose che tutte le ditte avevano previsto delle pompe di
33
sollevamento) temendo che ulteriori impianti di sollevamento arrecassero ancor maggior
danni per il paese rammentando che già diverse volte si erano allagate alcune parti della
cittadina.
Per tali presunte perplessità l’ex primo cittadino chiedeva al consiglio di dargli mandato di
trovare idonee soluzioni attraverso l’affidamento dell’incarico ad un ingegnere specializzato
in idrogeologia al fine di verificare se la capacità dell’impianto fosse sufficiente per evitare il
riflusso, se fosse stato possibile eliminare le pompe di sollevamento e come eventualmente
eliminare le deviazioni dell’impianto stesso. In quell’occasione fu anche sollevato il dubbio
che le ditte partecipanti alla gara di appalto potessero chiedere eventualmente delle somme a
titolo di risarcimento per l’interruzione improvvisa delle procedure di appalto, ma l’allora
segretario comunale spiegava che la revoca è un atto amministrativo di secondo grado e
pertanto ha come oggetto un precedente atto amministrativo il quale viene ritirato con
efficacia non retroattiva per sopravvenuti motivi di pubblico interesse o nel caso di
mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse originario; veniva
precisato quindi che in base alla legge 241/90 la pubblica amministrazione può dar luogo
alla revoca di un atto viziato nel merito, cioè divenuto inopportuno rispetto alla tutela
dell’interesse pubblico che quell’atto deve perseguire, oppure valutato come inopportuno a
seguito di una successiva valutazione dei vari interessi coinvolti nell’atto stesso. Precisava
inoltre che l’interesse pubblico era la realizzazione dell’emissario, ma nello stesso tempo
anche la modalità di costruzione e di gestione non doveva essere dannosa per il territorio di
Grazzanise e anche questo in sé è un ulteriore interesse pubblico.
In realtà, come opportunamente evidenziato nella richiesta, dagli atti emergeva chiaramente
come l’esclusione della ditta De.Ca. Impresit Srl, di MADONNA Nicola sarebbe stata
inevitabile e ciò alla luce del parere – tardivo - pervenuto il 24/09/2009 dall’Autorità di
Vigilanza per i Lavori Pubblici nel quale veniva segnalata la più recente giurisprudenza del
Consiglio di Stato, orientata nel ritenere “sufficiente l’allegazione di una sola fotocopia del
documento d’identità nella busta contenente la documentazione amministrativa se, in
ipotesi, le prescrizioni di gara non sono sufficientemente chiare nel richiedere una
fotocopia del documento per ciascuna dichiarazione resa”.
Ebbene, nel caso specifico, il disciplinare di gara era chiarissimo: a pena di esclusione
(punto 1) alla domanda di partecipazione andava allegata copia fotostatica di un documento
d’identità del sottoscrittore e (punto 5) alla certificazione SOA doveva essere allegata copia
del documento d’identità del legale rappresentante.
Appare, pertanto, evidente che – alla luce anche dei pregressi contatti sopra riportati - , come
rappresentato dalla pubblica accusa, le “perplessità” tecniche espresse dal Sindaco nel
settimo verbale di gara del 27/07/2009, poi in sede di Giunta Comunale del 29/07/2009 e
poi ancora di Consiglio Comunale del 10/09/2009, erano state artatamente congegnate per
sospendere una gara che di certo non sarebbe stata aggiudicata alla ditta De.Ca. Impresit del
MADONNA Nicola.
Questa conclusione trovava, peraltro, ulteriore conferma nella circostanza che la De.Ca.
Impresit – sulla base di atti antecedenti – di li a breve sarebbe stata colpita dall’interdittiva
34
antimafia n. 2545/12 b.16/ANT/AREA1 emessa dalla Prefettura di Caserta il 17/11/2009 e
quindi, estromessa da una pubblica gara o da un appalto pubblico in corso d’opera11.
Di particolare rilevanza è senza dubbio il verbale di deliberazione del Consiglio Comunale n.
27 del 10/09/2009 –durante l’amministrazione PARENTE Enrico- e il successivo verbale di
deliberazione della Giunta Comunale n. 45 del 09/08/201012 (allegato all’informativa dei
CC di Grazzanise n. 40) -durante l’amministrazione PARENTE Pietro, succeduto come
Sindaco al padre il 29/03/2010- perché costituiscono tappe fondamentali delle ultime
vicende legate alla procedura di assegnazione dell’appalto in esame.
Partendo dall’ultimo atto ovvero la deliberazione della giunta comunale n. 45 del
09/08/2010 è abbastanza chiaro il fatto che è stato proprio il PARENTE Enrico di propria
iniziativa, come già meglio indicato, in data 27 luglio 2007 a sollevare le perplessità tecniche
sopra riportate.
In tal senso appare significativa la circostanza che nell’atto formale di revoca della prima
gara di appalto veniva menzionata solo ed esclusivamente la questione sollevata
dall’Enrico PARENTE ignorando, in modo assolutamente anomalo, la risposta tecnica formale del progettista ing. Sergio GUGLIELMI (allegato all’informativa dei CC di
Grazzanise n. 41).
La relazione del citato ingegnere non poteva non essere conosciuta da quegli amministratori
poiché era stata protocollata formalmente presso quel Comune in data 01/10/2009 con
numero 10245. Dalla relazione si rilevava chiaramente che il tecnico, primo progettista di
tutto il collettore emissario, smentiva punto su punto in maniera assolutamente tecnica le
presunte perplessità che il primo cittadino aveva sollevato nel 2009.
A ciò si aggiunga che, sempre nel corso del Consiglio Comunale del 10/09/2009, il Sindaco
Enrico PARENTE motivava che, a seguito di colloquio intercorso con l’ing. Fontana,
dirigente della Regione Campania nonché responsabile del procedimento per il
finanziamento POR, “erano state considerate fondate le perplessità illustrate dal primo cittadino ed
asseritamente era stato consigliato dallo stesso dirigente della Regione di revocare il progetto perché
non corrispondente alle esigenze dell’Amministrazione stessa”. Anche per questo motivo, la
delibera veniva approvata all’unanimità dei presenti.
Successivamente, l’ing. Fontana, dirigente settoriale della Regione Campania, con missiva n.
1076866 del 14/12/2009 (protocollata al Comune di Grazzanise al n. 13001 del 18/12/2009),
smentiva le opinioni attribuitegli dal sindaco, espresse nel Consiglio Comunale del
10/09/2009 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 42). A tale missiva, il Sindaco
rispondeva che il Comune “si attiverà per l’assunzione dei provvedimenti di conseguenza”.
Nel prosieguo delle attività investigative, in data 10/11/2009, i CC di Grazzanise escutevano
D’ELENA Domenico13, geometra di Grazzanise nonché esponente politico di opposizione
11
Il MADONNA Nicola ricorreva al TAR della Campania avverso l’interdittiva in parola e quindi faceva appello
avanti al Consiglio di Stato alla sfavorevole sentenza emessa del TAR. Il Consiglio di Stato, con sentenza n.
444/12 del 30/01/2012, accoglieva l’appello del MADONNA e disponeva l’annullamento dell’interdittiva
antimafia a carico della De.Ca. Impresit (allegati 39 ter e 39 quater).
12
Con la stessa deliberazione si affidava l’incarico di R.U.P. al geom. Pietro MONTONE, che subentrava all’ing.
PAGANO, e che poi, in datata 03/09/2010, con determinazione n. 126, definiva la revoca della gara “Emissario
Grazzanise, preso atto di quanto deliberato dagli organi comunali.
13
D’ELENA Domenico, nato a Grazzanise il 19.08.1954 e ivi residente alla via Alberolungo n. 44.
35
alla giunta Parente, il quale dichiarava e verbalizzava che inspiegabilmente i lavori del
progetto denominato “Emissario Grazzanise”, erano stati sospesi per imprecisate
motivazioni e pertanto erano state commesse delle irregolarità.
L’indizione della seconda gara e l’intervento di NATALE Benito
Alla descritta pretestuosa revoca della gara d’appalto “Emissario Grazzanise”, seguiva una
seconda gara.
Questa volta, tuttavia, nulla veniva lasciato al caso.
La gara veniva, infatti, preceduta da un significativo incontro tra il maggio ed il giugno 2011
di Benito NATALE14 con l’allora responsabile dell’Area Tecnica geom. Pietro MONTONE15,
subentrato all’ing. PAGANO come R.U.P. per l’ “Emissario Grazzanise” dal 09/08/2010.
Escusso a siti in data 11.3.2013, il geom. MONTONE riferiva:
Domanda:- Geom. MONTONE Pietro avete ricoperto la carica di Responsabile dell’Area Tecnica del
Comune di Grazzanise. Riferisca se nell’ambito della trattazione della gara di appalto denominato
“Emissario Grazzanise” avete ricevuto minacce.----////
Risposta:- Nell’anno 2010, sono stato contattato dal Dr. Annunziata, Segretario del Comune di S.
Maria La Fossa, e mi ha chiesto se volevo fare la convenzione con il Comune di Grazzanise per essere
responsabile dell’Area Tecnica, per un breve arco temporale in quanto vi era un concorso in
svolgimento. Nella circostanza, ho deciso di accettare tale incarico anche per fare un po’ di esperienza.
Non appena ho assunto l’incarico, tra le pratiche che ho trattato vi era appunto l’appalto denominato
“Emissario Grazzanise”. Tra i primi atti che sono stato chiamato a fare per tale incarico, vi è stato
quello di annullare la precedente gara così predisposto dal consiglio comunale e dalla giunta comunale
nonché successivamente iniziare la procedura di gara per l’affidamento dell’emissario Grazzanise. Al
termine della pubblicazione del bando di gara, dopo l’arrivo delle buste contenenti l’offerta, nel
periodo compreso tra maggio e giugno 2011, si presentavano presso il Comune di Grazzanise, nr.2
persone di cui una di corporatura robusta, basso, capelli medio-lunghi, anni 30 circa e altra persona a
me conosciuta come NATALE Benito, gestore del bar Moulin Rouge.----////
Voglio precisare che conosco il NATALE Benito, in quanto alcuni mesi prima si era presentato presso
gli Uffici Comunali per problemi legati alle autorizzazioni del citato Bar Moulin Rouge.
Nell’occasione, il NATALE Benito mi invitò a parlare in disparte, in un’altra stanza. ----------///////
Giunti nell’altra stanza, il NATALE Benito, mi disse che la persona che si accompagnava con lui era
un’ “amico”. A tal punto, il suo amico mi disse testualmente “L’EMISSARIO GRAZZANISE E’
UNA COSA NOSTRA FAI ATTENZIONE A NON SBAGLIARE LE CARTE. VEDI CHE
NELLA VECCHIA GARA GIA’ E’ COSA NOSTRA IN QUANTO SIAMO NOI I VINCITORI
ADESSO QUINDI LA GARA E’ LA NOSTRA E NON DEVI SBAGLIARE”. Immediatamente
non ho capito a cosa si volesse riferire in quanto io non avevo prodotto alcun atto che potesse favorire
l’uno o l’altra persona, pertanto impaurito gli dissi che poteva stare tranquillo in quanto non avevo
fatto nulla di particolare. Dopo alcuni giorni, ho cercato di convocare la commissione con persone
esperte nel campo quali i due segretari Comunali di Casal di Principe e S. Maria La Fossa e
l’Università, ma gli stessi dopo qualche giorno non hanno accettato l’invito mentre l’Università in
quei giorni non rispose. Dopo non vi è stato più tempo di fare altri atti in quanto mi è scaduto
14
NATALE Benito, nato a Mondragone il 21/10/1973, residente in Grazzanise alla Cesare Battisti nr. 241. In
ordine alla sua personalità si rinvia al paragrafo a ciò dedicato.
15
MONTONE Pietro nato Caserta il 07.12.1969, residente a Castello del Matese (CE), alla via Matese snc,
Cooperativa Castellana.
36
l’incarico ed ho lasciato l’appalto. Dopo aver ricevuto tali minacce, fortemente impaurito ho evitato di
venire in questo Comune e a conferma di ciò, vi è stata una comunicazione del Comune di Letino al
Comune di Grazzanise, in cui mi veniva chiesto di lavorare presso il Comune di Letino per
sopravvenute esigenze. Non ricordo se venne fatta per iscritto o verbalmente.-----/////
DOMANDA:- A tal punto si da atto che al MONTONE Pietro viene posto in visione un fascicolo
fotografico a colori composto da nr.12 effigi fotografiche e il MONTONE Pietro dopo averlo
attentamente visionato riferisce quanto segue:--------////
RISPOSTA:- Riconosco senza ombra di dubbio nella foto nr.5 la persona a me conosciuta come
NATALE Benito che si è presentato sul Comune di Grazzanise unitamente ad altra persona per
l’appalto denominato “Emissario Grazzanise”-----////
L’ufficio da atto delle generalità delle persone che vengono riconosciute e precisamente:-///
Il soggetto contraddistinto nella effige fotografica avente il nr.5 (cinque) si identifica in NATALE
Benito nato a Mondragone il 21.10.1973.-----------/////
Si da atto che al presente verbale si allega fascicolo fotografico a colori composto da nr.12 effigi che è
stato posto in visione nell’esecuzione dell’atto di polizia giudiziaria al MONTONE Pietro.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 44)
In detto contesto appaiono, peraltro significativi i numerosi contatti registrati tra Natale
Benito ed Alessandro Zagaria.
L’identificazione certa di ZAGARIA Alessandro si ha dall’anagrafica Vodafone dell’utenza
346/1825081, da cui si apprende che egli risulta attestato ai registri Vodafone come il reale
utilizzatore dell’utenza telefonica, la quale è intestata alla fidanzata MADONNA Maria, nata
a Maddaloni il 28/07/1988, figlia primogenita del MADONNA Francesco.
Conversazione indicata al progressivo n. 165 del 07/01/2011 ore 12.01.14, di cui al decreto
57801/09 mod. 21 RGNR e Rit. n. 6531/10 del 30/12/2010 emesso dalla Procura della
Repubblica Presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia a firma del Sost.
Proc. dott. Ardituro, relativo ad una chiamata intercorsa tra l'utenza telefonica chiamante
avente numero 393927721509 in uso a NATALE Benito e l'utenza telefonica ricevente avente
numero 393461825081 in uso a ZAGARIA Alessandro.
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
pronto
Ale
wè
come stai? Stai per di qua tu?
eh.
eh, sto… (sovrapposizione di voci)
no, sto a Santa Maria
ah, stai a Santa Maria? Ma ci metti assai? Ci metti tempo?
se vieni qua ti aspetto, jà. Ci vogliamo vedere a… sai a… a piazza
(incompr.)
a casa di coso?
eh, sai venire?
eh, mò vengo là, jà
eh, ok
37
Conversazione indicata al progressivo n. 166 del 07/01/2011 ore 12.23.08, di cui al decreto
57801/09 mod. 21 RGNR e Rit. n. 6531/10 del 30/12/2010 emesso dalla Procura della
Repubblica Presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia a firma del Sost.
Proc. dott. Ardituro, relativo ad una chiamata intercorsa tra l'utenza telefonica chiamante
avente numero 393927721509 in uso a NATALE Benito e l'utenza telefonica ricevente avente
numero 393461825081 in uso a ZAGARIA Alessandro.
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
(di sottofondo mentre il telefono squilla) si stava bene, si stava
Benì
ehi, Ale, sto qua sotto eh
suona, suona, vieni sopra, jà
eh, ciao
Conversazione indicata al progressivo n. 167 del 07/01/2011 ore 12.23.32, di cui al decreto
57801/09 mod. 21 RGNR e Rit. n. 6531/10 del 30/12/2010 emesso dalla Procura della
Repubblica Presso il Tribunale di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia a firma del Sost.
Proc. dott. Ardituro, relativo ad una chiamata intercorsa tra l'utenza telefonica chiamante
avente numero 393927721509 in uso a NATALE Benito e l'utenza telefonica ricevente avente
numero 393461825081 in uso a ZAGARIA Alessandro.
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
ZAGARIA Alessandro:
NATALE Benito:
wè
Ale, senti, se no… sto con Assunta, la ragazza che ti dicevo del
discorso del bar
ah, ah. E fai venire pure lei sopra
eh ok, jà
stai a fa (incompr.)
ciao
In data 27/04/2011 veniva, dunque, indetta nuova gara di appalto a cui partecipavano sedici
ditte; mutava, peraltro, il responsabile dell’Area Tecnica atteso che al geom. MONTONE, in
data 01/07/2011 subentrava l’arch. Maurizio Francesco MALENA16
L’iter di aggiudicazione della gara si concludeva in data 17/10/2011 con determinazione
n.141. In tale determina venivano aggiudicati i lavori di realizzazione dell’emissario
Grazzanise al consorzio ATI – BALCA Costruzioni Srl (Capogruppo) e CO.GE.SA di
CORVINO Vincenzo & C. Sas (Mandante) e BALDASCINO Mario (Mandante) per un
importo di euro 3.378.376,05.
In data 18/10/2011 veniva quindi costituita la società consortile a responsabilità limitata
BALCOBA Scarl (che verrà controllata dai CC di Grazzanise il 14/03/2012, in fase di
esecuzione dei lavori) con sede in Casal di Principe, alla via Vaticale n. 99 il cui
amministratore unico si identifica in NOVIELLO Carlo17.
16
17
Nato a Cirò Marina (CZ) il 27/03/1969, residente a Grazzanise alla via Montevergine.
NOVIELLO Carlo, nato ad Aversa il 07/06/1980 e residente a Casal di Principe, alla via Galileo Galilei nr.28.
38
Gli accertamenti successivi facevano chiaramente emergere a chi fosse realmente
riconducibile la predetta società consortile.
L’aggiudicataria BALCOBA Scarl, non possedendo evidentemente i mezzi d’opera, in data
16/01/2012 sottoscrive un contratto di nolo a freddo per il noleggio di nr.5 mezzi d’opera,
con la società ME.CO. srl di MADONNA Francesco e Nicola.
Emergeva tra l’altro che gli stessi MADONNA Nicola18 e MADONNA Francesco19, come si
evince dall’informativa n. 2/8 del 15/03/2012 e n. 2/8-6 del 04/11/2012 della Stazione di
Grazzanise, lavoravano stabilmente sul cantiere in corso d’opera con la qualifica di
“geometri di cantiere”.
Detta circostanza emergeva a seguito di un controllo effettuato in data 14/03/2012 e
finalizzato ad accertare ove venissero confluiti gli inerti derivanti dalla demolizione stradale
che venivano prodotti dalla ditta BALCOBA Scarl, che stava operando lavori di scavo di via
della Pietra e via Cesare Battisti del Comune di Grazzanise, per l’apposizione dei tubi della
rete fognaria, in esecuzione dell’appalto “Emissario Grazzanise”.
Gli agenti operanti notavano che, esattamente di fronte al luogo ove si stavano eseguendo
tali lavori, era stata realizzata una discarica abusiva ove erano stati accumulati numerosi
inerti derivanti dalla demolizione dell’asfalto.
In particolare, si notava che un autocarro con il cassone pieno di rifiuti entrava nell’area
sopra descritta e vi scaricava l’intero cassone. A tal punto si decideva di intervenire e di
procedere all’identificazione del conducente del camion di colore bianco targato CG170NY
che era condotto da GAROFALO Gerardo nato a Grazzanise l’08/05/1967 e residente a
Grazzanise, alla via Capua nr.33. Nella circostanza il GAROFALO Gerardo richiedeva sul
cantiere l’intervento di MADONNA Francesco e di MADONNA Nicola, i quali
dichiaravano di essere i geometri del cantiere in corso d’opera.
MADONNA Nicola esibiva contratto di noleggio del mezzo d’opera Astra HD7/C84.45 da
cui era possibile evincere che lo stesso era di proprietà della società ME.CO srl con sede in
Casal di Principe, alla via Vaticale nr.139 e noleggiato alla società BALCOBA SCARL con
sede in Casal di Principe, alla via Vaticale nr.99 (allegato 53).
In merito al formulario di identificazione rifiuti richiesto, il MADONNA Nicola esibiva tre
documenti di trasporto privi di data e numero identificativo da cui era possibile evincere che
veniva effettuata fornitura di terra e rocce alla proprietà Lanna ma non vi era alcuna
indicazione circa il materiale bituminoso che invece era stato trasportato e scaricato in
ingenti quantità. Esibiva inoltre, analisi chimico fisiche di roccia e terreno eseguite dal Dott.
Salvatore URCIUOLO iscritto all’ordine dei chimici della Campania nr.1003 ma non vi era
alcuna indicazione circa il materiale bituminoso trasportato. Nel prosieguo delle attività
investigativa, veniva richiesto se vi fosse autorizzazione a scaricare sulla predetta area e lo
stesso consegnava comunicazione al Comune di Grazzanise da parte di tale LANNA Luigi
attestante la fornitura di inerti e terreno da parte della società BALCOBA SCARL con sede in
Casal di Principe, alla via Vaticale nr.99. Atteso ciò, veniva richiesto l’intervento del
Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale Arch. MALENA Maurizio, al fine di accertare le
dimensioni dell’area, la proprietà nonché la quantità di materiale sversato; il tecnico
consegnava relazione tecnica da cui era possibile evincere quanto richiesto.
18
19
MADONNA Nicola, nato a Casal di Principe il 08/12/1966, ivi residente alla via rossini n. 13.
MADONNA Francesco, nato a Napoli il 20/12/1961, residente a Casal di Principe alla via Vaticale n. 139.
39
Pertanto, rilevato che sul citato terreno erano stati accumulati ingenti quantità di inerti
provenienti dalla demolizione di manto stradale senza alcuna autorizzazione, considerati
rifiuti pericolosi, il fondo terriero di che trattasi, nonché il veicolo Astra HD7/C84.45 targato
CG170NY, venivano sottoposti a sequestro preventivo d’iniziativa.
Nell’ambito degli accertamenti, veniva escusso NOVIELLO Carlo, amministratore unico
della BALCOBA Scarl, il quale, oltre a confermare l’interessamento del MADONNA Nicola
ai lavori ed il nolo a freddo dei suoi mezzi, mostrava di non conoscere esattamente neanche
l’ammontare dell’appalto (credo che sia circa tre milioni di euro, in ogni modo la somma precisa si
può rilevare dal verbale di consegna dei lavori) (allegato 54).
In seguito al deferimento in stato di libertà dei responsabili NOVIELLO Carlo
(amministratore unico della Balcoba Scarl) e GAROFALO Gerardo (materiale esecutore della
condotta) per le predette condotte, veniva emesso decreto di sequestro preventivo dell’area e
del veicolo, nell’ambito dell’instaurato procedimento penale n. 5228/2012 R.G.N.R. e n.
3917/2012 RG GIP, emesso in data 16/03/2012 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Ufficio GIP.
In data 22/10/2012, militari della Stazione di Grazzanise e dell’ARPAC di Caserta, alla
presenza del RUP arch. MALENA, di NOVIELLO Carlo e di MADONNA Nicola,
rispettivamente legale rappresentante e geometra della ditta Balcoba Scarl, effettuavano
sopralluogo in Grazzanise alla SP333-via Cesare Battisti, altezza bar “Morico”, ove
campionavano, per poi essere analizzati, i conglomerati bituminosi depositati dalla ditta
Balcoba Scalrl a margine della carreggiata.
Anche in tale sede era presente MADONNA Nicola.
L’interessamento dei fratelli MADONNA va oltre però il nolo a freddo dei mezzi di cantiere
della loro ditta ME.CO. Srl alla Balcoba Scarl.
La Balcoba, infatti, con contratto del 08/03/2012, subappaltava alla De.Ca. Impresit di
MADONNA Nicola le opere inerenti la categoria prevalente OG6 per un importo di €
1.013.512,80 pari al 30% dell’importo del contratto principale e l’arch. Maurizio Malena,
Responsabile dell’Area Tecnica, autorizzava il subappalto con propria determinazione n. 68
del 13/03/2012.
Non appare un caso che detto subappalto interveniva in epoca successiva al deposito della
sentenza emessa dal Consiglio di Stato – datato 30.1.2012 – con la quale veniva annullato il
provvedimento interdittivo antimafia del 13.10.2010 adottato dal Prefetto di Caserta.
La De.Ca. Impresit, già estromessa nel 2009 dal primo appalto sulla realizzazione
dell’emissario, infatti, non aveva potuto partecipare alla seconda gara d’appalto (indetta in
data 27.4.2011) perché interdetta da provvedimento antimafia dal novembre 2009 al gennaio
2012, cioè dal periodo che va dall’interdittiva della Prefettura di Caserta fino alla citata
sentenza del Consiglio di Stato (allegati 39 bis, ter e quater).
Venuto meno però il predetto impedimento formale, si rendeva disponibile per il relativo
subappalto.
Contributo di Maurizio Malena
Come già detto, l’architetto Maurizio MALENA, nell’anno 2011 (durante l’amministrazione
retta da Pietro PARENTE, figlio di Enrico PARENTE), assumeva ufficialmente la carica di
responsabile dell’area tecnica del Comune di Grazzanise, ove tuttora è impiegato come
responsabile dell’area Urbanistica.
40
Il concorso per la predetta carica era stato indetto con delibera della giunta comunale n. 16
del 18/02/2009, durante la seconda amministrazione Enrico PARENTE, poi vinto dal
MALENA che già allora era persona di fiducia del sindaco Enrico PARENTE.
Questa collocazione del MALENA si dimostrava determinante e strategica atteso che i
precedenti responsabili dell’UTC si erano mostrati poco propensi a favorire il pactum sceleris
tra il primo cittadino e la criminalità organizzata.
Già ZAGARIA Alessandro aveva manifestato al Sindaco PARENTE le sue perplessità sulla
corruttibilità dell’ing. PAGANO (già citato progr. 2187 del 10/06/2009): quando il
PARENTE aveva consigliato allo ZAGARIA di andare a corrompere il tecnico (si, diteci:
"guardate, ingegnere, noi... io lo devo fare il progetto, devo partecipare, mo' devo pagare a uno come
mi avete detto a me, no devo pagare il 3%, il 5, quello che è, a voi vi voglio dare pure di più, tanto voi
dovete fare solo il progetto e la firma ce la mette un altro. Fatemelo voi e io vi pago quello che è".
Chiaramente non è una tangente, questa, ma è un lavoro che voi fate), lo ZAGARIA aveva replicato
di non ritenere che il PAGANO fosse propenso alla loro causa (quello a voi vi ha detto che no.
Questo non è buono (inc.) un altro. Avete capito?), proponendo, anzi, sistemi diversi (Vorrei
prendere un'altra via, eh. Però è meglio che...).
Invero, le preoccupazioni dello ZAGARIA erano ben fondate, visto che la ditta De.Ca.
Impresit Srl di MADONNA Nicola veniva esclusa dalla prima gara dalla commissione
presieduta dell’ing. PAGANO.
Scaduto –e non rinnovatogli- il contratto dell’ing. PAGANO, con cui era stato assunto ai
sensi dell’art. 110 TUEL, i diversi sistemi prospettati dallo ZAGARIA saranno poi adottati
con il subentrante geom. MONTONE, per il tramite di NATALE Benito (l’Emissario
Grazzanise è una cosa nostra fai attenzione a non sbagliare le carte. Vedi che nella vecchia gara già è
cosa nostra in quanto siamo noi i vincitori adesso quindi la gara è la nostra e non devi sbagliare).
Bandita la gara durante la dirigenza del geom. MONTONE, in data 01/07/2011 subentrava
l’arch. MALENA, che di lì a poco (29/07/2011) apriva la gara ed esaminava le offerte delle
16 ditte partecipanti all’appalto “Emissario Grazzanise”, come Presidente e segretario della
Commissione di Gara20.
All’esito della procedura e della valutazione delle offerte, l’ATI, poi costituitosi come Balcoba
Scalr, conseguiva il punteggio massimo in tutti i criteri valutativi, tranne due (allegato 59).
Uno dei due criteri valutativi nel quale l’ATI conseguiva il minor punteggio di tutti era
proprio quello relativo all’offerta del prezzo dei lavori, al ribasso del solo 2,12%, mentre la
ditta AIRES Scarl offriva un ribasso del 25,277%, il massimo consentito. Tuttavia ciò non
comprometteva l’aggiudicazione della gara all’ATI poi costituitosi come Balcoba Scalr, che
otteneva un punteggio finale di 65 punti, con un vantaggio di 5,093 punti sulla ditta
pretermessa AIRES Scarl.
Risultava infatti determinante il punteggio di 28 punti su 40 attribuito dalla Commissione
all’ATI -Bal.Ca. e soci- in valutazione dell’elemento qualitativo n. 1 previsto dal bando
(“Proposta migliorativa inerente il pregio tecnico della rete fognaria rispetto al progetto
esecutivo”), che era superiore di 13,3 punti rispetto al punteggio attribuito alla ditta AIRES
Scarl.
Come detto, l’iter di aggiudicazione della gara di appalto denominata “Emissario
Grazzanise” si concludeva in data 17/10/2011 con l’emissione della determinazione n.141,
20
Composta dall’arch. MALENA e dai proff. ingg. Roberto GRECO e Luigi MOLLO, quali componenti.
41
che concedeva i lavori di realizzazione dell’emissario Grazzanise, per un importo di euro
3.378.376,05, al consorzio ATI – BALCA Costruzioni Srl (Capogruppo) e CO.GE.SA di
CORVINO Vincenzo & C. Sas (Mandante) e BALDASCINO Mario (Mandante) che insieme
poi costituivano la Balcoba Scarl. Alla determinazione seguiva il contratto di appalto del
23/12/2011 e verbale di consegna dei lavori del 02/01/2012 (allegato 60).
Sebbene alcune ditte escluse o pretermesse avanzavano ricorso, adducendo irregolarità
nell’ambito dello svolgimento della gara (tra cui l’intromissione da parte della Commissione,
dopo l’apertura delle buste, di alcuni criteri non indicati nel bando secondo cui si sarebbe
tenuto conto nell’attribuire i punteggi alle ditte), sia il TAR che il Consiglio di Stato
confermavano il regolare svolgimento della gara, vista tra l’altro la discrezionalità tecnica
con cui erano stati assegnati i punteggi.
Le predette circostanze di fatto vanno lette congiuntamente alle conversazioni ambientali
intervenute in data 20/01/2009 e captate all’interno dell’autovettura del PARENTE e relative
ad un colloquio tra l’allora primo cittadino ed il MALENA.
Dal colloquio emerge che il sindaco già preannuncia al suo uomo di fiducia arch. MALENA
quali sarebbero stati gli esiti del concorso (a quel tempo ancora non indetto) che il tecnico
effettivamente vincerà nel 2011 e lo preavvisava che ci sarebbe stata una fetta anche per lui
(“e a voi vi danno qualcosa....voi pigliate la vostra (…) quanto iniziamo i lavori credo che voi sarete il
responsabile dell'area tecnica”) nell’affare “Emissario Grazzanise” (che nominano come la gara
grossa).
L’identificazione del MALENA Maurizio come interlocutore del PARENTE nella presente
intercettazione ambientale scaturisce sia dal riconoscimento del timbro vocale
corrispondente a quello dell’architetto, persona nota agli operanti, sia dal contenuto della
conversazione, che verte su argomenti tecnici e politici che il MALENA seguiva da vicino.
Conversazione indicata al progressivo n. 418 del 20/01/2009 ore 20:26:21, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico Parente: Ma che state a fà?
Interlocutore non identificato: è un pò di vino che mi è arrivato... inc.
Enrico Parente: Ah!
Maurizio Malena: Buonasera..
Enrico Parente: Ciao, come stai
Maurizio Malena: bene, bene, tu come stai?
Enrico Parente: Stong buanariell .. inc.... mò c'è stava.. avete visto chi era quello
Maurizio Malena : no....
Enrico Parente: il fratello di .... Antonella Raimondo.
Maurizio Malena: ah. ah... si si... però non l'ho visto in faccia.
Enrico Parente: hann sul... sò sul dispoccupati chist...
Maurizio Malena: hae....
Enrico Parente: lui sta disoccupato, mo’ ha da partorì... ha miss... è gravida quella ragazza, la
figlia di Giovanni Nardelli.
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Maurizio Malena: Ah.
Enrico Parente: Mo’ deve partorì. A sor... s'è lassata con Antonio.
Maurizio Malena: Ah, s'è lasciata!
Enrico Parente: Eh, ed è venuta a chiedere il posto di lavoro..... C'ha due frat: nu frat e na sor.
Maurizio Malena: Ma mi pare che non erano manco sposati, o mi sbaglio.
Enrico Parente: no, quelli...
Maurizio Malena: convivevano.
Enrico Parente: ...convivevano.
Maurizio Malena: C'era pure un figlio.
Enrico Parente: Si.
Maurizio Malena: chissà come mai si sò lasciati.
Enrico Parente: mo’ gli da 300 euro al mese solo per il figlio. e sta a casa con la mamma....ma
guardate che razza di cosa... mah!
Maurizio Malena: comunque il lavoro è un problema, poi c'è anche... è anche vero che... chi
c'è l'ha lo perde...(sovrapposizione di voci)
Enrico Parente: quello è un problema, guardate....ma io non mi impegnerò mai più per
questa persona, mai, mai. Solo con persone veramente che meritano.
Maurizio Malena: No, uno di questi, non so se il grande o il piccolo, comunque mi pare che
frequenta pure brutti ambienti.
Enrico Parente: E' chist'ccà.
Maurizio Malena: E' chist'ccà, eh? E... frequenta bruttissimi ambienti. Non è na persona...
Enrico Parente: dove andiamo, architè?
Maurizio Malena: all'Hotel Capys. Questo qua io già vi ho spiegato chi è, è il socio di... di
Luciano, ed è un...
Enrico Parente: Luciano il...geometra... come si chiama?
Maurizio Malena: Allevi.
Enrico Parente: Ah, Allevi, si scordo sempre geometra Allevi.
Maurizio Malena: quello alla Regione .. sono amici stretti del (incomprensibile)
Enrico Parente: Però non riusciamo ad avere il decreto..ho non hanno fatto..a..... mo’ glielo
chiediamo.
Maurizio Malena: e mo’ ce lo chiediamo perchè loro domani ci vanno,
Enrico Parente: ah ecco
Maurizio Malena: in effetti la cosa che mi ha detto: "sta tutto pronto, deve solo scendere il
DURC",
Enrico Parente: ah ecco
Maurizio Malena: però lui poi domani ci va là e... mi fa sapere meglio solo sul DURC...
(incomprensibile) anche perché alcuni membri della Commissione (inc.)
Enrico Parente:Sono di Milano... e quindi
Maurizio Malena: e quindi lui li conosce bene perché pure lui abita a Milano.
Enrico Parente: Ah!
Maurizio Malena: e quindi la notizia che lui (incomprensibile).
Enrico Parente: Il vice presidente della Commissione, Galli, no? L'ingegnere Galli, mi ha
detto (incomprensibile) il terzo mandato fino a 5.000 abitanti...
Maurizio Malena: ah si?
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Enrico Parente: fino a 5.000.
Maurizio Malena: si... (incomprensibile)
Enrico Parente: va in Parlamento, cioè… è al Senato e passerà, adesso, tra pochi giorni
passa...
Maurizio Malena: fino a 5.000 abitanti.
Enrico Parente: Secondo me il sindaco di Francolise, uscente, si ricandida adesso, il 7 giugno.
Ci vuole ad aprile, le Europee, ci vuole.... Però è ovvio che si aspetta, il Parlamento aspetta
per portarla a 15.000.
Maurizio Malena: Ma speriamo. Anche perché si risolverebbero pure parecchi problemi
all'interno della nostra corrente.
Enrico Parente: No, no, problemi all'interno della coalizione non ce ne stanno. Nessuno di
loro può fare il sindaco quindi è inutile che ve.... Lo sanno bene. chi non è d'accordo prende
un'altra via... non è un problema...( non comprensibile sovrapposizione di voci)
Maurizio Malena: Peppe è convinto che voi ci date l'appoggio, eh!
Enrico Parente: Ma assolutamente no! Lo sa benissimo... Ma come fa a essere convinto se...
Maurizio Malena: sindaco vi dico che è convinto!
Enrico Parente: E... sbaglia. Se vogliamo perdere le elezioni amm' candidà a Peppe
Raimondo.
Maurizio Malena: Poi l'altra volta ho parlato pure con Mariolino.... inc. un pò di mangiare..
inc. Mariolino..
Enrico Parente: Mario vuole fare le primarie
Maurizio Malena: si vuole fare le primarie... queste cose qua però..
Enrico Parente: perchè lui è convinto… eh.....
Maurizio Malena: Lui mi fece capire, cioè lui parlando dice "No, che il sindaco sta con noi .".
inc. poi mi fece capire che praticamente lui...
Enrico Parente: Lui tira per il dott. Cantiello.
Maurizio Malena: ... assieme al dott. Cantiello, stanno vedendo la possibilità di fare una loro
(incomprensibile). dice se il sindaco sta con noi noi a noi ci fa piacere, se non sta con noi...
(incomprensibile)
Enrico: Parente: e ognuno..(incomprensibile)
Maurizio Malena: "Mario, ma ti rendi conto che ci vuole a fare una lista? Ti pensi che ti metti
e fai una lista?" Dice: "No, stiamo già vedendo, ci mettiamo dentro a quello, dentro a
quell'altro (incomprensibile)"
Enrico Parente: si vedrà...... ancora qualche mese ....
Malena Maurizio: Se questo ha amicizie in alto ....io penso.... perche facendo
parte....della.......della ...la...
Enrico Parente: Esce il concorso, voi avete 10 anni di iscrizione all'Albo. No, il concorso è 5,
voi avete di più.
Malena Maurizio ... si....si..
Parente Enrico... 5 ..oppure un anno di... dipendente, in questo caso voi avete 5 anni. Però
viene fatto con categoria protetta..
Malena Maurizio Ehhh..
Parente Enrico: Per voi viene fatto con categoria protetta...
Malena Maurizio: eh con la riserva...
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Parente Enrico : per voi viene fatta con con riserva specifica.... , mica agg' ritt' "a Malena", ...
Maurizio Malena: No, ci mancherebbe ....
Parente Enrico: pero voglio dire....
Malena Maurizio : no anche perché potrebbe concorre qualcun altro...non lo sappiamo....
Enrico Parente: E certo, come no, io posso concorrere da tutta Italia, se è pè chest', però...
Maurizio Malena: E poi quando usciranno? Perché...
Enrico Parente: E' prossimo.
Malena Maurizio: e questioni di giorni....
Enrico Parente: Che il Patto di Stabilità siamo riusciti a... riamo riusciti con le... con le spese a
entrare nel Patto di Stabilità, perchè considera questo, lo scoglio non è questo. Ci siamo
riusciti con l'aiuto del... del... Capo della Polizia Municipale. Eh! Che ha fatto
(incomprensibile). E quindi siamo rientrati nel Patto di Stabilità, possiamo fare... Non ne
facciamo tre, ma ne facciamo due di concorsi. C'è tecnico laureato e l'assistente sociale. Il
terzo che è il dirigente (incomprensibile), cioè vale a dire amministrativo, non lo possiamo
fare perché... Noi facciamo un concorso a part time, architè, 18 ore... perché evitiamo...
Maurizio Malena: ... per l'ufficio tecnico?
Enrico Parente: Chiudiamo... pure a quello amministrativo.... quando sarà.....Per far entrare,
avete capito, a tempo indeterminato. Però all'interno da 18 poi si passa a 24, a 36, ecc. ecc.
Maurizio Malena: Cioè senza fare il concorso, vai direttamente.
Enrico Parente: No, e quale concorso, voi già state all'interno, come! Passate per..."a
completamento orario" si dice. No, non si fa concorso. E quindi..., 18 ore sono importanti
perché danno la responsabilità (incomprensibile) non potrebbe tenere la responsabilità.
Maurizio Malena: Va bene, poi dopo che... perché se no non mi potrebbero dare la
responsabilità.
Enrico Parente: No, bravo, perché altrimenti non ci saremmo rientrati nè nelle spese del
personale nè nel Patto di Stabilità. Poi dopo fai sto servizio, passi a un altro. Ricordate che
voi siete responsabile, però, nel senso che voi siete il capo.... mo’ a prescindere, minimo ci
vogliono 18 ore, che poi dopo... voi ne fate 18 he diciamo sulla carta ... e
poi..(incomprensibile)... attuorno.. a me mi fa piacere, non è chist'o problema.
(incomprensibile)
Maurizio Malena: .che mi venga incontra... (incomprensibile)
Enrico Parente: Dovresti fare tre giorni, no? Tre per sei, diciotto. E poi, venite, facit 18 ore ne
facit 24, 30...
Maurizio Malena: ...nisciun problema ci sta.
Enrico Parente: O comandante Marano fa 18 ore ma ne fa 80. Chill' sta sempre ccà.
Maurizio Malena: come vi sembra Marano..
Enrico Parente: per mo’ si sta comportando bene...ci stann...
Maurizio Malena:(incomprensibile)
Enrico Parente: Per adesso si sta comportando bene... bene e le cose sono migliorate
nettamente.
Maurizio Malena: Lo vedo capace, vedo che rispetta....
Enrico Parente: Quello ogni giorno mi telefona "avete ordini?" ... dico io ma quali
ordini..(incomprensibile) Per qualunque cosa mi chiama, non parla mai per telefono, mai! E'
lui che mi disse cheee... tenevano o' telefono miooo..., non questo, quell'altro.....
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Maurizio Malena: Ah (incomprensibile)....praticamente chi comanda mo’ in zona nostra
(incomprensibile)... Diana cugino di Cicciariello...
Parente Enrico: incomprensibile..
Malena Maurizio: e quando spararono alla macchina .... (incomprensibile),..cioè io poi non ho
potuto chiedere ...se no.....dice no ha chiesto autorizzazione (incomprensibile)...
Parente Enrico: e lo sapevamo..noi....
Malena Maurizio: eh....cioè praticamente lui...eh sapeva già nel senso che so andati a
chiedere a lui ....(incomprensibile)..
Parente Enrico: ha so andati a chiedere il permesso....
Malena Murizio: si si... prima di fare tutto...e quindi se c'era qualche dubbio mo non ce ne
sono più....
Parente Enrico: va buò..(incomprensibile) non ci sta più quello là....
Maurizio Malena: va bene... perche c'era il problema di (incomprensibile)...perchè c'era una
gara fatta e là sono andati a dare..
Enrico Parente: e certo...
Maurizio Malena: la (incomprensibile) l'avrei lasciata a lui....se.. se lui...disse.... che...
insomma è una ...motivazione... e quello... ha detto va bene fate... però giustamente disse
non...
Enrico Parente: ...non fate del male.
Maurizio Malena: ...non fate del male
Enrico Parente: mirate solo alla macchina...
Maurizio Malena: infatti .... è stato fatto di notte... non c'era nessuno in macchina ecc. ecc.
Enrico Parente: E stranamente non c'era nessuno, perchè mio figlio ci si metteva dentro lo
sapete? Mio figlio Paolo ha l'abitudine di stare fino a tardi nella macchina a sentire ... cosi
faceva due collegamenti. Però penso che loro l'hanno... hanno spiato bene, perchè anche
qualche sera prima mi diceva... una persona che vive li... ha visto una macchina di piccola
cilindrata parcheggiata lì fuori, e poi se n'è andata quando accendeva la luce per
vedere..chi era.
Maurizio Malena: a Gerardo quando l'ho incontrato io tremava tutto quanto. Stava tutto
agitato, tutto...(incomprensibile)
Enrico Parente: Questo.... come ha detto che si chiama, Claudio DIANA,
Maurizio Malena: Claudio DIANA..
Enrico Parente: lui sa chiaramente chi..(incomprensibile)... e si perche sono andati da lui...
Maurizio Malena: Si, sono andati di là, facciamo questo.
Enrico Parente: Se... non so se me lo dirà mai.
Maurizio Malena: Claudio DIANA?
Enrico Parente: Eh... chi è stato ... chiaramente il pensiero e su ... “SCARNECCHIA”.
Maurizio Malena: No no, è stato lui è stato lui.... si si... cioè scusatemi qualcuno che sta
all'interno della vostra giunta chi è....
Enrico Parente: ah.!. Na carogna del genere sul’ iss pò essere.
Maurizio Malena: comme....
Enrico Parente: Certo nu pò essere la Perillo
Maurizio Malena: no no...
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Enrico Parente: nu pò essere Clemente, nu pò essere (incomprensibile) non può essere
Giovanni Gravante.
Maurizio Malena: La motivazione... sta...è stata proprio...il fatto che...(incomprensibile)
Maurizio Malena: (parlando al telefono) Luciano....
Enrico Parente:stiamo fuori. qua
Maurizio Malena:stiamo fuori.
Enrico Parente:voi dove state?
Maurizio Malena: stiamo parcheggiando, dove stai tu?... Eh, se scendi nella hall, noi stiamo
giù... Il tempo di parcheggiare la macchina.... Ah, allora stiamo... un minuto, il tempo di
parcheggiare la macchina, va bene? Ciao, ciao.
Enrico Parente:E voi come avete fatto a sapere? Cioè, come... come vi è arrivata stà notizia?
Maurizio Malena: Io... vi dico la sincera verità?
Enrico Parente:Eh.
Maurizio Malena: Questa notizia me l'ha data Carmine IOVINE.
Enrico Parente: Carmine... Carmine... Carmine chi è quel ragazzo che ..
Maurizio Malena: No, no.. il padre, il padre...
Enrico Parente: Ah, proprio lui!
Maurizio Malena: Perchè dice che quando ha saputo la notizia, si è precipitato qua! Perchè
quello ha l'interesse di stare a Grazzanise, no?
Enrico Parente: eh..
Maurizio Malena: Si è precipitato qua. (incomprensibile) comunque dice ... "mi ha detto
lui"... Comanda questo qua... e ha detto (incomprensibile) ma tu che sai...dice non non
per sapere i fatti tuoi?" senti ha detto io sono andato a parlare proprio con il responsabile
che comanda... e mi ha detto lui... "chi t'ha mandato ecc. ecc." e... perchè... per vedere com'è
la situazione, dice, perchè io ho pensavo...
Enrico Parente: dice "ma chist' che ha cumbinat?"
Maurizio Malena: No, più che altro perchè quello là ha interesse per una gara che deve
uscire, quella che vi dissi pure qualche tempo fà.
Enrico Parente:Quale di queste?
Maurizio Malena: Quella dell'ingegnere, che ha preparato l'ingegnere.
Enrico Parente: quelle tre ne ha preparate l'ingegnere.
Maurizio Malena: No, quella grossa, quella...
Enrico Parente: (incomprensibile)... quella si fà a gara di appalto...
Maurizio Malena: Eh, e allora dice "vuoi vedere che è successo qualcosa e... quelli sono
andati a sparare al sindaco?" E' corso là: "Che è successo?" dice: "no, no, il sindaco deve
guardare nella sua amministrazione, perchè ha cacciato uno della Giunta e però io gli ho
detto qual'è la... ho detto di non fare del male, ecc. ecc." Quindi insomma...
Enrico Parente: E perchè chist' è annat' a chiedere...e..
Maurizio Malena: Eh, perchè non ha (incomprensibile).... Si nu Sant.
Enrico Parente: Io se sparo a Scarnecchia vado a chiedere o permess...
Maurizio Malena: No, no, no, mo’ vi spiego perchè. Perchè praticamente loro, siccome
orbitano torno torno, no?
Enrico: Parente:eh..
47
Maurizio Malena: Orbitano torno torno. Non vi scordate, una volta questo a sparato a
uno...
Enrico Parente:perche.... chill'è scemo.
Maurizio Malena: Eh. Eh, poi che comunque quello dice che pure è mezzo camorrista e
comunque diciamo si sò messa gente in mezzo... Loro, dico una cosa, per loro, loro
crescono di rango se vanno a dire io faccio questo.
Enrico: Parente:eh..
Maurizio Malena: Avete capito?
Enrico Parente:E questa è una crescita di rango... questa è una vigliaccata....
Maurizio Malena: Eh, lo so che è una vigliaccata... Però nella loro testa loro crescono di
rango. Non vi scordate che quest'ambiente...
Enrico: Parente:eh..
Maurizio Malena: noi lo sopravvalutiamo, questo è un ambiente che fa schifo. Un
ambiente dove ragionano con i piedi.
Enrico Parente: no, non è... che ci prenderemo delle soddisfazioni, cioè io me la prendo la
soddisfazione, che si pensa che finisce cosi...
(Escono dall'auto)
(allegato 63)
La seguente intercettazione ambientale, all’interno dell’auto del PARENTE Enrico, è la logica
prosecuzione della precedente.
Conversazione indicata al progressivo n. 419 del 20/01/2009 ore 21:47:09, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero con utenza telefonica +393407266031 .
Il Sindaco conversa all'interno dell'autovettura con l'Arch. Malena Maurizio. Parlano della
gestione dell'umido. L'Architetto gli parla dei rapporti che lui ha con un senatore se possono
essere utili al Sindaco. Il Sindaco gli dice è di Forza Italia e fanno il nome dell'On. Giuliano.
Fino al min. 04:10:20 conversazione non utile.
Enrico PARENTE: per il concorso dipende... il concorso deve partire presto dell'area tecnica
..(incomprensibile) l'ingegnere è un furbacchione anche perché mi serve liberare... e se non
va via l'ingegnere, senza offesa e lo sto dicendo.... andare via significa nel senso buono che
libera il posto perché uno dice che lo vuole mandare... perché tra lui e Bartolomeo ci sta una
differenza formidabile
Maurizio Malena: no ma è una difformità ..
Enrico PARENTE: Quindi.. però appena lui va via si libera un altro posto per il 110... il 110
che cos'è l'incarico su decreto del Sindaco... allora liberando eh...ci andate voi a capo
dell'area tecnica rimane uno solo con l'incarico a 110 cioè solo Marano allora io posso
nominare un altro professionista in questo caso un'altra area perché non mi serve per l'area e
col 110 col potere che il Sindaco ha... sopperiamo la mancanza del concorso con un incarico
prioritario
Maurizio Malena: ..inc..
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Enrico PARENTE: e questo è l'obiettivo che mi sono prefissato parlandone con la segretaria
che questa è brava, quindi non ha niente a che vedere con DI CRESCE.. questo.. mo’ se ne è
andato eh....venti minuti prima che vi chiamavo… talmente che è brava che abbiamo
nominato supplente segretario dell'Unione dei comuni perché la segretaria sta in gravidanza
quella del collega di S. Maria la Fossa, cioè il fatto che un bel po’ di soldi restino per le nostre
imprese per le nostre ditte locali ... perché poi se serve un altro incarico quelli te lo danno a
te...
Maurizio Malena: ...cioè io una cosa che ho sempre chiesto..
Enrico PARENTE: l'unica cosa però..Architè...(incomprensibile). si però... si però loro
stanno tranquilli, l'hanno detto loro... è come fanno a (incomprensibile).... tranquillo
Maurizio Malena: diciamo.....il sub appalto lo devono dare per legge il sub appalto lo
deve dare a una ditta locale ..
Enrico PARENTE: (incomprensibile)... non dicevo questo, dicevo con la delinquenza... .
Maurizio Malena: .eh...
Enrico PARENTE: come fa?... la ditta.. ce la diranno loro sicuramente... (incomprensibile)
Maurizio Malena: Eeh... faranno il sub appalto...
Enrico PARENTE: ah..
Maurizio Malena: ..... però lo devono fare bene il sub appalto... (incomprensibile)
Enrico PARENTE: gli operai sono una cosa e la ditta.....
Maurizio Malena:
poi dice che per quanto riguarda.... (incomprensibile) quelli di
Grazzanise di sicuro (incomprensibile) di lavorare…
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)... tanto quello ci vorrà… un anno un anno e mezzo di
lavoro….
Maurizio Malena: …(incomprensibile) .. magari...riuscissimo a parti…
Parente Enrico: possiamo… (incomprensibile)...
Maurizio Malena: …perché tutto il paese…oltre che (incomprensibile) ..
Enrico PARENTE: ...loro decideranno…. cioè questo qua che ci darà…
Maurizio Malena: …(incomprensibile) ..
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)...al comune….incomprensibile…. comunque non lo
sa gestire ovviamente ….incomprensibile…
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)...che cosa va a prendere... (incomprensibile)...
Maurizio Malena: eh... lui ha fatto tutto questo perché ... (incomprensibile)..., l'ingegnere
Pagano deve avere il 2%
Enrico PARENTE: su quale cifra
Maurizio Malena: eeh..... (incomprensibile)...
Enrico PARENTE: sulla gara di appalto..
Maurizio Malena: la gara di appalto sarà… sui 12mila euro che poi è....una percentuale
Enrico PARENTE: ma milioni no 12mila euro..e il 2% quanto sono?
Maurizio Malena: Il 2% eh.. 140 mila..
Enrico PARENTE:
senza fa niente… ma a voi vi danno qualcosa….pigliate la
vostra….perché voi avete lavorato.. mica (incomprensibile)...
Maurizio Malena: qua non prendo niente.. (incomprensibile)..... voi
Enrico PARENTE: ve la danno a voi la direzione dei lavori?
Maurizio Malena: dipende da voi
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Enrico PARENTE: come dipende da me per quanto inizieranno i lavori credo che voi
sarete il responsabile dell'area tecnica ...... (incomprensibile)...
Maurizio Malena: Ah....eh....no.... (incomprensibile)......
Enrico PARENTE: Penso che lo potete prendere o (incomprensibile)...
Maurizio Malena: e lo so se parte prima…potrei farcela
Enrico PARENTE: meglio ancora…
Maurizio Malena: se parte dopo ci... (incomprensibile)...
Enrico PARENTE: una domanda particolare però rispondetemi con lealtà Clemente che sa di
questa storia?
Maurizio Malena: allora Clemente in questa storia
Enrico Parente: perché Clemente si votta ..Clemente (Clemente Carlino Vice Sindaco del
Comune di Grazzanise)
Maurizio Malena: si lo so
Enrico Parente: io non so se ve lo ha mai chiesto di andare a chiedere soldi
Maurizio Malena: io vi parlo con lealtà voi vedete non vi ho mai nascosto niente … cioè uno
nella vita di qualcuno si deve pur fidarsi
Enrico Parente: io mi metto paura di questo Clemente
Maurizio Malena: uno nella vita si deve pur fidare di qualcuno e io vi ho sempre detto tutto
anche perchè ho tutto da perdere e niente da guadagnare secondo la persona che .. inc… se
nasconde qualcosa voglio dire.. (incomprensibile)...Clemente quando siamo andati là
stavamo in macchina lui ha detto io non mi accontento...... (incomprensibile)...
Enrico Parente: lui… quella persona…
Maurizio Malena: io .. sono rimasto… ho detto Clemente non so che dire come faccio
Enrico Parente: vengono a galla le storie hai visto ..poi ascimm copp i manifest
Maurizio Malena: e poi non ne abbiamo parlato proprio più ..ogni tanto se ne è uscito e
diceva che tutto questo è opera sua.....qua e la… invece non è vero niente…
(incomprensibile)...
Enrico Parente: opera sua come fa a essere opera sua..
Maurizio Malena: (incomprensibile)... detto Luciano… ho scaricato un scheda telefonica… vi
faccio vedere quanti messaggi..
Enrico Parente: (incomprensibile)... ancora a questo…ma perché secondo voi questo
cristiano noi ce lo siamo portati all'epoca perché ce lo dovevamo portare ...lui doveva
rimanere vice sindaco e assessore all'ecologia senza sapere niente .. ma però che viene a
chiedere aggia avè chest aggia, che chill vene e dice teccte 50.000 euro pe dicere na palla,
(incomprensibile)... deve cacciare i soldi
Maurizio Malena: (incomprensibile)...
Enrico Parente: va bè ma voglio dire so comportamenti diversi ..voi ve lo state guadagnando
col lavoro con l'impegno con le telefonate con internet a perdere gli occhi sui progetti..ecc.
ecc....quello là lo fa per mestiere… è naturale che deve guadagnare altrimenti che lo fa a fare
Maurizio Malena: è normale…cioè..
Enrico Parente: le ditte guadagneranno tanto, molte persone le ditte
locali…(incomprensibile)... mo’ che la ditta prende una busta e dice " architè questa è una
busta dalla all'assessore, dagli ventimila euro, ma deve essere una cosa sua personale non
50
è io che devo andare da lui, io Sindaco o Vice Sindaco" e (incomprensibile)... non si fanno
queste cose…
Maurizio Malena: allora Sindaco io con questi qua… (incomprensibile)... ci siamo messi
d’accordo.. un po’ cosi… dice che per i lavori ci sta..questo di…Firenze…(incomprensibile)...
Enrico Parente: (incomprensibile)... la…
Maurizio Malena: ci siamo incontrati sulla telesina su una stazione di servizio
Enrico Parente: stavate pure voi
Maurizio Malena: si si
Enrico Parente: quindi siete testimone
Maurizio Malena: si si io e questi qua il Luciano e quelli là dove ci siamo un po’ messi
d'accordo sull'Ati come deve essere, dice la camorra ste cose qua, perché giustamente dice
noi senza fare più di tanto..io ho semplicemente detto sentite voi sapete come funziona
voi vi trovate questo lavoro senza niente ..
Enrico Parente: continuate
Maurizio Malena: e lui ha detto sappiamo di che stiamo parlando non dobbiamo dire
grazie a nessuno quando si fanno questi lavori tutti quanti devono lavorare la politica si
fa ecc.
ecc... (incomprensibile)... però poi dovete mantenere gli impegni ..
(incomprensibile)... è inutile mangiarci la carne quando ancora non c'è
Enrico Parente: è chiaro
Maurizio Malena: dice comunque avrete tutto quanto ci sediamo a tavolino mi dite come
dobbiamo fare e ci regoliamo di conseguenza
Enrico Parente: va bé
Maurizio Malena: e siamo rimasti così
Enrico Parente: e loro che hanno detto sono stati d'accordo
Maurizio Malena: si si si d'accordissimi
Enrico Parente: va buò
Maurizio Malena: anzi hanno apprezzato la lealtà e tutto quanto hanno chiesto solo la
cortesia di trovare una impresa locale …(incomprensibile)...
Enrico Parente: ditte locali a Grazzanise non ce ne stanno
Maurizio Malena: no no.. locali
Enrico Parente: da quella zona la…
Maurizio Malena: non ci voglio mettere nemmeno i casalesi
Enrico Parente: (incomprensibile)... e chi ci volete mettere
Maurizio Malena: di là non ci vogliono mettere nessuno perché come sentono un nome di là
subito la magistratura comincia a guardarci ..ci vorrebbe qualche ditta
Enrico Parente: del centro che è ben collegata..
Maurizio Malena: collegata che sono ben collegate con loro e che possibilmente devono
avere questi consorzi con il nord Italia ecc. ecc…. possibilmente con la sede legale a Roma.. e
poi gli operai da che mondo e mondo…(incomprensibile)...
Enrico Parente: va bene
Maurizio Malena: (incomprensibile)...
Enrico Parente: va bene cosi…allora io e voi non ne parliamo più di questo state solo accorto
a Clemente
51
Maurizio Malena: Sindaco non vi preoccupate perché io comunque non voglio dire.. non ho
detto niente… (incomprensibile)...
Enrico Parente: (incomprensibile)...
Maurizio Malena: dice no no…poi quando sarà pure l’ingegnere… deve cacciare i soldi.. qua
e la …(incomprensibile)...
Enrico Parente: chi è…quale ingegnere
Maurizio Malena: secondo lui l’ingegnere Pagano ci guadagna parecchio..però se vi devo
dire la verità lui poi non mi ha chiesto più niente
Enrico Parente: e perché ancora non si è mosso
Maurizio Malena: nel caso si muove qualcosa vi faccio sapere
Enrico Parente: Ingegnere soprattutto non mollate dite io ho parlato direttamente con quello
della BIOE … vedete che non ci va nessuno la…
Maurizio Malena: no ma infatti….
La conversazione continua di cose non utili. Malena consegna del vino calabrese al Sindaco.
(allegato 64)
Le irregolarità nella concessione del subappalto
Dopo lo scioglimento degli organi elettivi comunali e l’intervento dei Commissari
Straordinari, con deliberazione del Commissario Straordinario n. 45 del 29/10/2012, l’arch.
Francesco MATTIELLO veniva nominato responsabile dell’Area dei LL.PP. e responsabile
del procedimento per i lavori per l’ “Emissario Grazzanise”. In tale veste esaminava le
procedure attuate dai precedenti responsabili d’Area relative all’appalto in questione e ne
redigeva una relazione (allegato 64 bis), della quale si propone un estratto relativo
soprattutto a quanto spiccava dal contratto di subappalto e alla determinazione autorizzativa
del RUP n. 68 del 13/03/2012.
La predetta Deliberazione del Commissario Prefettizio n.45/2012 prevedeva, al fine di
evitare inefficaci vuoti di governance dell’intervento, che il RUP. uscente arch. Maurizio
Malena, attualmente in organico quale responsabile dell’area Urbanistica, provvedesse ad
effettuare un rapporto dettagliato sullo stato dei lavori a tutto il 29/10/2012. Tale
adempimento, tuttavia, non è stato mai assolto, acuendo le difficoltà di gestione
dell’intervento, già notevoli per l’indisponibilità della documentazione, oggetto di varie
indagini che, ancora oggi, ne ritardano la completa ricostruzione.
(…)
L’arch. Maurizio Malena, Responsabile pro tempore dell’Area Tecnica e nominato R.U.P.
dell’intervento in questione con Deliberazione di Giunta Comunale n. 159 del 30/12/2011 ha
autorizzato, con propria Determinazione n. 68 del 13/03/2012, l’autorizzazione al
subappalto alla soc. DE.CA. Impresit Srl, con sede in Casal di Principe (CE) alla Via M. Serao
n. 4, per opere inerenti la categoria prevalente OG6 per un importo di € 1.013.512,80 pari al
30% dell’importo del contratto principale a seguito di richiesta del soggetto esecutore,
pervenuta al protocollo dell’Ente al n. 2410 in pari data.
Nella Determinazione si “da atto che la documentazione concernente la ditta subappaltatrice è stata
verificata e ritenuta conforme a quanto previsto dall’art. 118 del D.Lgs. n. 163/2006”.
Il predetto articolo prevede che l’affidamento in subappalto sia sottoposto alle seguenti
condizioni:
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- l’affidatario abbia indicato in sede di gara i lavori e le parti d’opera che intendeva
subappaltare;
- l’affidatario provveda al deposito del contratto di subappalto, già sottoscritto dalle parti
con efficacia differita e condizionata al rilascio dell’autorizzazione da parte del Committente,
almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell’esecuzione delle relative
prestazioni;
- l’affidatario trasmetta la certificazione attestante il possesso dei requisiti di qualificazione
nonché la dichiarazione del subappaltatore attestante il possesso dei requisiti di cui all’art.38;
- non sussistano nei confronti del subappaltatore alcuno dei divieti di cui all’art. 67 del
D.Lgs.159/2011.
Inoltre il co.8 del predetto art. 118 del D.Lgs. 163/06 prevede che l’affidatario debba allegare
alla copia autentica del contratto la dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali
forme di controllo o collegamento, ai sensi dell’art. 2359 c. c., con l’impresa affidataria del
subappalto.
La norma (il predetto co.8 dell’art. 118 del D.Lgs. 163/06) prevede che l’autorizzazione al
subappalto sia rilasciata entro un lasso di tempo di 30 giorni dalla richiesta, durante il quale
il committente, pubblica amministrazione, dovrebbe provvedere al controllo dei documenti
presentati ed all’acquisizione, ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 159/2011 della documentazione
antimafia (… le pubbliche amministrazioni … devono acquisire la documentazione antimafia …
prima di … autorizzare i contratti e subcontratti relativi a lavori,…), ed, ai sensi dell’art. 6 comma
5 del D.P.R. 207/2010 del D.U.R.C. (… le amministrazioni acquisiscono d’ufficio il DURC … ai
fini del rilascio dell’autorizzazione di cui all’articolo 118 comma 8 del codice ….).
Dalla ricerca degli atti riscontrati in ufficio non risulta siano stati acquisiti né il DURC né le
informazioni antimafia ed, inoltre, il contratto di subappalto fornito dal D.L. risulta
estremamente vago, al punto da non contenere gli elementi minimi che consentano di poter
effettuare il controllo di cui al co.4 dell’art. 118 del D.Lgs. 163/06 che impone all’affidatario
di praticare “… per le prestazioni affidate in subappalto, gli stessi prezzi unitari risultanti
dall’aggiudicazione con un ribasso non superiore ai venti per cento …”.
Proprio la mancanza di tale controllo ha comportato un ritardo sulla liquidazione del
secondo stato di avanzamento, sospeso in attesa dell’espletamento della suindicata
procedura prontamente attivata appena avutane conoscenza. Né può considerarsi esaurito
l’adempimento cui è obbligata la PA., dall’esibizione di una sentenza del Consiglio di
Stato che accoglie il ricorso della società DE.CA. Impresit Srl limitatamente alla richiesta di
annullamento del provvedimento antimafia prot. n. 7/2010 del 13/10/2010 adottato dal
Prefetto di Caserta, in quanto la censura è relativa ad una specifica valutazione
amministrativa condotta, a detta del collegio giudicante, in modo tale che “non possa dirsi
sufficientemente giustificato il giudizio di pericolosità”.
Altra problematica riscontrata ed afferente alla gestione del precedente RUP, arch. M.
Malena, riguarda il reimpiego del materiale proveniente dalle attività scarifica della
pavimentazione in conglomerato bituminoso per realizzare il riempimento del fossato
presente a margine del C.so C. Battisti nei pressi del Bar Morico e della stazione di
sollevamento comunale. Su tale attività risultano in corso indagini da parte dell’ARPAC di
cui al verbale di sopralluogo del 22/10/2012 al quale erano presenti l’arch. M. Malena ed il
geom. N. Madonna.
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Allo stato non è stato ancora possibile ricostruire se e quali disposizioni siano state emesse,
in termini di autorizzazione o di diffida, da parte del Responsabile dell’Area Tecnica / R.U.P.
direttamente nei confronti dell’impresa esecutrice, in quanto la D.L. sostiene, sebbene nel
predetto verbale si faccia espressamente riferimento ai lavori, di non avere competenza in
merito risultando la zona interessata fuori dall’area di cantiere.
Ultima, ma non per questo meno significativa, problematica riguarda la validazione del
progetto esecutivo delle migliorie offerte in sede di gara. In data 23 dicembre 2011 fu
stipulato il contratto di appalto fra il Comune di Grazzanise, rappresentato dal Responsabile
dell’Area Tecnica arch. M Malena, e la società Balcoba scarl, costituita dalle imprese
costituenti l’A.T.I. aggiudicatario per l’esecuzione dei predetti lavori “Realizzazione
dell’emissario di Grazzanise”, che prevedeva a carico dell’appaltatore
“ … tutti gli oneri e gli obblighi già previsti dal C.S.A. all’art. 2.14 - “Oneri ed obblighi diversi a
carico dell’Appaltatore, Responsabilità dell’Appaltatore” - oltre quelli a lui imposti per legge, per
regolamento o in forza del capitolato generale nonché quelli elencati nel presente articolo.
a)
la presentazione alla Stazione Appaltante entro 60 giorni dalla sottoscrizione del
contratto e, comunque, almeno 30 giorni prima dell’inizio delle relative lavorazioni, come da
cronoprogramma, degli elaborati relativi alla progettazione esecutiva delle
migliorie/integrazioni al progetto originario. Il progetto delle migliorie dovrà essere
sottoscritto da tecnico abilitato, competente per la materia, in possesso dei requisiti
economico-finanziari e tecnico-organizzativi di cui ai valori minimi richiamati nell’art. 263
del D.P.R. 207/2010. Il progettista dovrà presentare, ai sensi dell’art. 111 del D.Lgs. 163/06,
un’apposita polizza di responsabilità civile professionale per i rischi derivanti dallo
svolgimento delle attività di propria competenza per un massimale non inferiore al 10%
dell’importo dei lavori progettati come risultante dai giustificativi dell’offerta presentati
dall’Appaltatore. I lavori inerenti le predette migliorie non potranno essere avviati senza
previa validazione del/dei progetto/i presentati dall’Appaltatore ai sensi dell’art. 55 del
D.P.R. 207/2010, da parte del RUP previa acquisizione dell’attestazione del D.L. alla
realizzabilità dei lavori in analogia a quanto previsto dall’art. 106 comma i del D.P.R.
207/2010.
b)
la realizzazione, oltre la cartellonistica di cantiere, di un cartellone pubblicitario
provvisorio nonché, al completamento delle opere, di una targa esplicativa permanente
avente le caratteristiche e le dimensioni di cui al Reg. (CE) 1159/00 ed in conformità delle
Linee Guida e Strumenti per Comunicare POR Campania FESR 2007/2013;
c)
la presentazione di un’apposita polizza, con efficacia differita alla data di
approvazione del collaudo, a garanzia del servizio di manutenzione straordinaria per la
durata di mesi 36 offerto in sede di gara;
d)
le comunicazioni, le richieste di autorizzazioni e nulla osta ad Enti terzi (Provincia,
Genio Civile, ed al.), interessati direttamente o indirettamente dai lavori, incluso gli eventuali
oneri”.
La criticità è rappresentata dalla circostanza che il RUP pro tempore abbia validato con
prescrizioni, ai sensi dell’art.55 del DPR 207/2010, solo una parte del progetto delle migliorie
presentato dalla società BALCOBA scarl a firma dell’ing. Luca Palmiero, limitatamente
all’intervento migliorativo dell’emissario in via C. Battisti mediante la sostituzione della
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condotta in pressione, avente lunghezza 3.200 m da via Cupa, con una tubazione a gravità
DN800 in PEAD corrugato.
Le restanti migliorie sarebbero state eseguite in alcuni casi senza preventiva
autorizzazione, in altri sarebbero state addirittura sostituite con altre lavorazioni, il tutto
da verificare e valutare avendo la piena disponibilità della documentazione e degli atti
prodotti dal precedente RUP non ancora totalmente trasferiti.
In questo quadro generale la propria azione è consistita innanzitutto nel ricostruire, nei limiti
imposti dalla ridotta disponibilità della documentazione, lo stato del procedimento,
prendendo atto che:
in data 02 gennaio 2012 fu sottoscritto il verbale di inizio lavori a firma dell’ing. Giuseppina
Morrone, funzionario tecnico del comune di Cellole, nominato direttore dei lavori a tempo in
virtù della Deliberazione della G.C. n. 156 del 30/12/2011;
in data 13/03/2012, con Determinazione del Responsabile pro tempore dell’Area Tecnica n.
68/2012, fu autorizzata l’impresa BALCOBA scal ad affidare in subappalto all’impresa
DE.CA. Impresit srl le opere inerenti la categoria OG6 per un importo di € 1.013.512,80 pari
al 30% dell’importo contrattuale;
in data 16 aprile 2012, all’ing. Giuseppina Morrone subentra l’ing. Cosma Niutta, a seguito
della Determinazione n. 79 del 28/03/2012 del Responsabile pro tempore dell’Area Tecnica
che costituiva, al termine di una procedura di selezione pubblica, l’Ufficio di Direzione dei
Lavori così composto:
Direttore dei Lavori e Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione: ing. Cosma Niutta,
nato a Napoli il 25/09/1974 e residente in via D. Fontana n. 20, con studio professionale in
Via D. Fontana, 20 - 81100 Caserta, iscritto all’Ordine professionale degli ingegneri di Caserta
al n. 2896
Direttore operativo: Arch. Margherita Niutta, nata il 13/10/1978 e residente in San Nicola La
Strada n. 56 iscritto all’Ordine professionale degli architetti di Caserta al n. 1876
Ispettore di cantiere: arch. Patrizia Moschese, nata il 21/02/1981 e residente in Caserta,
iscritto all’Ordine professionale degli architetti di Caserta al n. 1957
che il D.L., ing. Cosma Niutta, ha emesso due stati di avanzamento dei lavori, il primo SAL
per lavori a tutto il 15/05/2012 ed il secondo SAL per lavori a tutto il 22 giugno 2012;
che il Responsabile del Procedimento pro tempore, arch. Maurizio Malena, ha emesso, a
seguito dei predetti SAL, due Certificati di pagamento, il n. 1, in data 16/05/2012, per un
importo di euro 1.718.117,00 ed il n.2, in data 08/08/2012, per un importo di euro 945.957,00;
in data 14/06/2012 è stato affidato, con Determinazione del Responsabile pro tempore
dell’Area Tecnica n. 14/2012, l’incarico di supporto tecnico-amministrativo al R.U.P. in fase
di esecuzione all’ing. Elia Puglia, nato a Napoli il 03/12/1966, residente in Napoli alla via
Pigna
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P.co Le Ancore 2, iscritto al n. 11850 dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli dal
30/05/1994
in data 14/06/2012 è stato affidato, con Determinazione del Responsabile pro tempore
dell’Area Tecnica n. 143/2012, l’incarico di collaudatore tecnico amministrativo in corso
d’opera all’ing. Raffaele Mennone, nato a Caserta il 20/12/1974 e residente a Valle di
Maddaloni alla via Cossa n.14, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Caserta al
n.2827 della Sezione A;
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- in data 17/07/2012, con Determinazione del Responsabile pro tempore dell’Area Tecnica n.
168/2012, fu liquidato, previa verifica della regolarità contributiva mediante acquisizione del
DURC alla data del 20/06/2012, un acconto del Certificato di Pagamento n.1 per un importo
complessivo, incluso di IVA al 10%, di € 1.300.000 conciliabile con il primo acconto del
finanziamento acquisito con il decreto n. 637 del 24/05/2012 del Dirigente del Settore 05
dell’ACG 05, Responsabile dell’Obiettivo Operativo 1.3;
- in data 8/10/2012, con decreto n.985 della Regione Campania AGC 5 Sett. 9 Ser. 1 è stata
disposta la liquidazione in favore del comune di Grazzanise del secondo acconto del
finanziamento per un importo di € 1.300.000;
Lo scrivente è intervenuto provvedendo in estrema sintesi:
- a liquidare, con propria Determinazione n. 14 del 03/12/2012, il saldo della fattura relativa al
primo certificato di pagamento emesso dal precedente RUP;
- a richiedere alla Prefettura di Caserta le informazioni antimafia per l’impresa
subappaltatrice, DE.CA Impresit, per regolarizzare il procedimento manchevole di tale
adempimento
- a liquidare, con propria Determinazione n.1 dell’11/01/2013, il primo acconto alla DD.LL.
1.
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7.
Sulla scorta di ciò, si acquisiva dal Comune di Grazzanise tutta la documentazione relativa al
subappalto tra la Balcoba Scarl e la De.Ca. Impresit, consegnata dall’arch. Malena in data
12/05/2014 e poi integrata in data 19/05/2014 (allegato 64 ter).
Si aveva così riscontro dei seguenti atti, elencati in ordine cronologico:
Sentenza del Consiglio di Stato n. 444/12 del 30/01/2012 di annullamento dell’interdittiva
antimafia a carico della De.Ca. Impresit (già citata in nota n. 15, allegato 39 quater).
Contratto di subappalto tra la Balcoba Scarl e la De.Ca. Impresit datato 08/03/2012 (allegato
64 quater);
Richiesta di autorizzazione al subappalto del 12/03/2012, depositata dalla ditta
subappaltante al Comune di Grazzanise in data 13/03/2012 (allegato 64 quinquies), in cui si
dicono allegati:
iscrizione camera di commercio De.Ca. Impresit con dicitura antimafia; certificato carichi
pendenti e casellario giudiziale di MADONNA Nicola (allegato 64 sexies),
certificato SOA (allegato 64 septies),
certificato di qualità (allegato 64 octies),
documento dell’amministratore (documento risultante dagli atti – allegato 64 nonies);
Determinazione n. 68 del 13/03/2012, del RUP arch. MALENA autorizzativa del subappalto
tra Balcoba Scarl e DE.CA. Impresit (allegato 64 decies);
Richiesta del RUP arch. Malena al direttore dei lavori ing. Niutta di effettuare le verifiche sui
requisisti del subappalto del 29/03/2012 e relativa risposta del 02/04/2012 (allegato 64
undecies);
Certificato dei carichi pendenti e certificato generale del casellario giudiziale sul conto di
MADONNA Nicola datati 27/08/2012 (allegato 64 duodecies);
Richiesta informazioni antimafia dall’arch. Mattiello, Responsabile dell’area tecnica
subentrante al Malena, alla Prefettura di Caserta del 04/12/2012 (allegato 64 ter decies);
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8.
9.
Richiesta di documentazione relativa al subappalto redatta dall’arch. Mattiello e indirizzata
al direttore dei lavori ing. Niutta e alla Balcoba Scarl datata 04/12/2012 (allegato 64 quater
decies);
Risposta dell’ing. Niutta del 10/12/2012 con allegato computo metrico dei lavori e fattura
quietanzata a favore della De.Ca. Impresit del 19/07/2012 per € 330.000 (allegato 64
quindecies).
Dai documenti acquisiti si riscontrava, pertanto, che con la determinazione n. 68 del
13/03/2012, il RUP arch. MALENA aveva autorizzato il subappalto in favore della ditta
DE.CA. Impresit per un importo di € 1.013.512 (pari al 30% del contratto principale) in
violazione dell’art 118 D.Lgs. 163/06, senza che fossero accertati i requisiti previsti in capo
alla ditta sub-appaltatrice, senza aver acquisito il DURC, né le informazioni antimafia
(risultando oltretutto che la DE.CA. Impresit era stata destinataria di un’interdittiva
antimafia) e senza specificare le opere che dovevano essere realizzate dalla DE.CA. Impresit.
Sintesi dei gravi indizi di colpevolezza e cenni sulla configurazione giuridica della
fattispecie in contestazione
La disamina degli atti amministrativi, il contenuto delle richiamate intercettazioni, la
documentazione acquisita e la stessa descritta progressione degli eventi, consente di ritenere
pienamente integrata la gravità indiziaria in capo a ciascuno degli odierni indagati per i fatti
in contestazione.
Evidente il personale interessamento dell’allora sindaco Enrico Parente che, tenendo fede ad
una promessa fatta – “perché io vi ho detto, lo sto seguendo personalmente. Io non mi sono mai, mai
interessato di queste cose, da un euro a un milione di euro, mai, però io ho dato la mia parola e così
deve andare” cfr. progr. 2187 del 10.6.2009 –, non esitava a relazionare Zagaria Alessandro – a
lui noto come la “faccia pulita” del clan – sull’andamento della predetta gara d’appalto.
Emblematica in tal senso è la conversazione n. 2187 del 10/6/2009 - intervenuta proprio tra
Parente Enrico e Zagaria Alessandro - , nel corso della quale il sindaco non soltanto parla
dell’aggiudicazione dell’appalto come di un obiettivo comune da perseguire (E.P: “mò
dobbiamo, però Alessa, noi dobbiamo, per ottenere l’obiettivo…”; Z.A. “dobbiamo andare con calma”;
E.P.: “dobbiamo andare con calma”), ma fornisce allo stesso Zagaria anche precisi consigli su
come intervenire per corrompere l’ing. Pagano, all’epoca dei fatti responsabile dell’Area
Tecnica e Responsabile del Procedimento in oggetto.
Che l’allora sindaco Parente fosse conscio di chi avesse di fronte emerge con assoluta
chiarezza dalle già citate conversazioni ambientali n. 1888 e 1890 con il figlio Pietro e con la
moglie.
Parente Enrico, infatti, nella citata conversazione con la moglie, le rappresentava in modo
inequivoco lo scenario criminale nel quale si muoveva il “colletto bianco” Zagaria
Alessandro, considerato vicino al gruppo camorristico facente capo a ZAGARIA Michele,
per anni latitante per associazione mafiosa e omicidio.
Indicava il padre di Alessandro ZAGARIA come “U FRAT CUCIN” del famoso Michele che
per qualche tempo era stato al confine tra l'Italia e l'Austria, aggiungendo : “ZAGARIA quello
che ti voglio dire.... la mamma fa finta di non sapere.... tutte le donna di camorra fanno finta di non
sapere... la quello che dirige le file e il marito del cugino di primo grado...”ed ancora: “Alessandro è
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quello che ...colletto bianco...quello che entra fino alle pubbliche amm.... è quello destinato a fare
carriera..... mo tiene 25 anni”.
Lo stesso ristorante “Il Tempio” gestito da Alessandro ZAGARIA, ove il PARENTE Enrico si
recava per incontrarlo, era noto negli ambienti criminali per essere abituale ritrovo di
esponenti illustri del clan.
In tal senso si esprimevano i fratelli Vargas Roberto e Pasquale, entrambi storici esponenti
del clan SCHIAVONE:
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 23/12/2013
ADR: conosco un parente di Michele ZAGARIA che ha un ristorante denominato “IL
TEMPIO” ubicato in Casapesenna. Non ne ricordo il nome so che anche il figlio gestisce il ristorante,
inviava i pasti; ricordo che mentre eravamo a mangiare con Nicola SCHIAVONE lo stesso
avvicinandosi al tavolo mandò tramite Nicola del vino pregiato al padre di SCHIAVONE Nicola, in
quel momento Nicola mi disse che era un amico del padre e che si metteva a disposizione loro e che
era un parente di Michele ZAGARIA, di più non posso riferire.
Interrogatorio di VARGAS Pasquale del 23/01/2014
ADR: circa il ristorante “Il Tempio” di Casapesenna posso dirle che lo conosco per averci
mangiato nel 1993 con ZAGARIA Michele. ZAGARIA mi diceva che era gestito da un suo
parente, ma non so dirle altro.
La consapevolezza dell’allora sindaco Parente Enrico dei legami di Alessandro Zagaria con
la criminalità organizzata ed in particolare con Michele Zagaria, costituisce la cornice
all’interno della quale vanno poi a svilupparsi tutti i successivi accadimenti.
Zagaria Alessandro, infatti, pur non essendo un formale partecipe della predetta gara
d’appalto, si interessa alla stessa proprio in quanto intermediario del clan con il sindaco
Parente.
Lo stesso sopralluogo da lui effettuato in data 23.6.2009 nei pressi del collettore di Cancello
ed Arnone ove arriverà il cantiere per l’emissario Grazzanise - sopralluogo di cui il Parente si
faceva promotore nei confronti del dipendente comunale che accompagnava poi Alessandro
Zagaria sul posto, mettendosi a disposizione per ogni ulteriore evenienza – appare con ogni
evidenza svolto per conto di terzi.
In tal senso depone anche la totale assenza di competenza del predetto indagato.
Come già detto, infatti, Alessandro Zagaria, all’epoca titolare di una ditta – Gusti e Sapori srl
– che si occupava di somministrazione di alimenti e bevande, non aveva alcuna specifica
competenza nella materia oggetto del predetto appalto, vantando solo un significativo
legame affettivo con la famiglia Madonna.
Sono proprio questi ultimi gli effettivi interessati alla gara, attesa l’offerta formulata in data
16.6.2009 dalla De. Ca. Impresit srl, di proprietà di Madonna Nicola.
Il successivo anomalo ed irregolare iter dell’aggiudicazione della gara costituisce la conferma
dell’esistenza di un patto collusivo con il sindaco Parente.
A fronte, infatti, dell’imprevedibile intoppo della esclusione della società De.Ca. Impresit,
per un vizio formale del plico dalla stessa presentato, scattava prima l’ammissione con
riserva e poi l’intervento salvifico dell’apparato amministrativo colluso.
Trattandosi, infatti, di una irregolarità difficile da sanare - l’Autorità di Vigilanza per i
Lavori Pubblici, in data 24/9/2009, aveva confermato che l’irregolarità in cui era incorsa la
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De.Ca. Impresit Srl ne avrebbe dovuto comportare l’esclusione -, interveniva in modo
radicale l’allora sindaco Parente Enrico.
Questi, sulla base di non meglio chiarite cognizioni tecniche in materia, in data 27/7/2009, si
presentava alla commissione aggiudicatrice per i lavori e manifestava della “perplessità
tecniche” che, il progettista ing. Sergio Guglielmi, bollava apertamente come infondate in
data 30/9/2009. È ancora singolare che il Parente, evidentemente conscio del fatto di essere
un medico e non un tecnico, citava a sostegno delle proprie “perplessità” l’opinione del
dirigente settoriale della Regione Campania ing. Fontana, il quale, in data 14/12/2009
smentiva clamorosamente il sindaco Parente - da qui la contestazione della falsità in atto
pubblico - negando di avere mai espresso quelle “perplessità” tecniche in base alle quali
veniva revocata la claudicante gara.
In realtà, come già detto, la predetta revoca era necessaria e finalizzata a sanare l’irregolarità
che avrebbe comportato il serio rischio dell’esclusione dei Madonna dalla gara stessa.
Da qui l’avvio di una nuova procedura per l’aggiudicazione dei medesimi lavori che vedeva
immediatamente l’intervento di Natale Benito.
Questi, infatti, con modalità inequivocabilmente mafiose – e come vedremo già utilizzate in
altri episodi – presentava al geom. Montone (all’epoca responsabile dell’area tecnica
subentrato all’ing. Pagano come RUP per l’Emissario Grazzanise) un “amico” che lo
“invitava” a “non sbagliare le carte” perché, come già era stato per la vecchia gara poi
annullata, anche la nuova era di loro spettanza (“cosa nostra”).
Minacce inequivoche che intimorivano a tal punto il geometra Montone da indurlo a lasciare
il comune di Grazzanise.
In detto contesto subentrava l’arch. Malena Maurizio come presidente e segretario della
Commissione di gara e responsabile dell’area tecnica del comune.
Seguiva poi l’aggiudicazione dell’appalto al consorzio ATI Balcoba Scarl, gestita di fatto dai
fratelli Madonna. Ciò come già detto emergeva da un insieme di elementi.
In particolare, tutti i lavori venivano effettuati con utilizzo di mezzi che la Balcoba noleggia
dalla società Me.Co. Srl di proprietà dei Madonna che, a loro volta, presenziano stabilmente
sul cantiere in qualità di geometri. Sono sempre i fratelli Madonna che si introducono nella
realizzazione dei lavori ottenendo il subappalto in favore della loro ditta De.Ca. Impresit nel
marzo 2012 ovvero immediatamente dopo l’annullamento dell’interdittiva antimafia (datato
30 gennaio 2012) che aveva loro impedito di partecipare in modo diretto alla seconda gara.
Se a ciò si aggiunge che l’amministratore unico della Balcoba Scarl , l’indagato Noviello
Carlo, poco o nulla sapeva dell’appalto in esecuzione – neanche il preciso importo
dell’appalto – appare evidente a chi era concretamente riconducibile detta ATI e dunque, la
stessa gestione dell’appalto.
La riconducibilità del predetto appalto ai fratelli Madonna veniva confermata anche dal
collaboratore Caterino Massimiliano che nel verbale del 2.7.2014 riferiva:
“….Io venni arrestato nuovamente nel 2006 e rimasi detenuto fino al 2009. Poi nel 2011, dopo
l’arresto di Michele Zagaria, mi incontrai con il fratello Antonio Zagaria, per parlare di un riassetto
del gruppo. In tale circostanza, parlammo di alcuni lavori pubblici a cui i Madonna stavano
partecipando, che dovevano svolgersi o si stavano svolgendo a Grazzanise. Antonio mi
disse che i Madonna avevano ottenuto i lavori grazie a Michele Zagaria e a Francesco
Zagaria, cognato di Michele, ma dopo l’arresto di Michele Zagaria i Madonna non si erano fatti
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vedere. Sempre Antonio Zagaria mi disse che i Madonna si erano giustificati con lui dicendo che
avevano ottenuto l’appalto non tanto grazie a Michele Zagaria, ma soprattutto grazie ad
Alessandro Zagaria, figlio di Francesco Zagaria proprietario del ristorante “Il Tempio” di
Casapesenna, che era fidanzato con la figlia di uno dei Madonna.
Il denaro dell’appalto di Grazzanise doveva essere diviso, in base agli accordi tra Zagaria e
i Madonna, al 50% tra gli imprenditori Madonna ed il clan, come mi aveva riferito Antonio
Zagaria.
I lavori pubblici di cui parlo erano per la realizzazione di una fogna.
Non so se Alessandro Zagaria è parente di Michele Zagaria, ma di certo le due famiglie erano in
amicizia….”
Quanto detto non lascia dubbi circa la fondatezza della prospettazione accusatoria.
L’intervento della Balcoba Scarl costituiva solo una schermatura in quanto, per un verso, i
Madonna erano stati protagonisti – come società De.Ca. Impresit - della leggerezza che aveva
portato al rifacimento della gara e, soprattutto, per altro verso, erano stati raggiunti
dall’interattiva antimafia del 17/11/2009, revocata dal Consiglio di Stato solo il 30/1/2012,
che avrebbe, ovviamente, impedito la presenza formale dei Madonna nella gara.
Che i lavori dovessero, e siano stati in realtà, gestiti dai fratelli Madonna lo si desume da una
serie di indicatori che riguardano non solo il nolo a freddo di cui si è sopra parlato, ma anche
il contratto di subappalto indicato in precedenza, oltre che le stesse dichiarazioni dei
collaboratori; in detto contesto, Zagaria Alessandro opera non solo come espressione della
fazione Zagaria, ma anche come persona collegata ai fratelli Madonna, in quanto fidanzato di
Madonna Maria, figlia di Madonna Francesco.
Aggiudicazione rispetto alla quale aveva chiaramente mostrato il proprio interesse la
camorra, attese le inequivoche minacce formulate da Natale Benito al geom. Montone Pietro,
all’epoca responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Grazzanise e RUP del predetto
appalto.
Alla luce, dunque, di tutti gli elementi sopra esposti, appare certamente integrata la gravità
indiziaria in capo agli odierni indagati per i fatti di cui al capo 3) della rubrica.
Quanto alla fattispecie in contestazione, la giurisprudenza ha avuto modo di affermare che
“… in materia di turbata libertà degli incanti, la turbativa può realizzarsi non solo nel momento
preciso in cui la gara si svolge, ma anche nel complesso procedimento che porta alla gara, del quale
sono protagonisti gli stesis concorrenti, o fuori dalla gar medesima. Ciò che assume rilievo è solo il
fatto che il comportamento posto in essere provochi quella lesione della libera concorrenza che la norma
penale intende tutelare a garanzia degli interessi della pubblica amministrazione…” (cfr. cass.
4293/2000).
Costituisce, peraltro, "jus receptum" che l'evento naturalistico del reato di turbata libertà
degli incanti può essere costituito oltre che dall'impedimento della gara anche da un suo
turbamento, situazione quest'ultima che si verifica quando la condotta fraudolenta o
collusiva abbia anche soltanto influito sulla regolare procedura della gara medesima,
essendo irrilevante che si produca un'effettiva alterazione dei risultati di essa (Cass. Sez. 6^,
n. 28970 del 24/04/2013, Sonn Rv. 255625).
Quanto alle modalità attraverso cui deve o può estrinsecarsi, la Suprema Corte ha
evidenziato che la "collusione" va intesa come ogni accordo clandestino diretto ad influire sul
normale svolgimento delle offerte, mentre il "mezzo fraudolento" consiste in qualsiasi
artificio, inganno o menzogna concretamente idoneo a conseguire l'evento del reato, che si
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configura non soltanto in un danno immediato ed effettivo, ma anche in un danno mediato e
potenziale, dato che la fattispecie si qualifica come reato di pericolo (Cass. Sez. 6^, n. 12298
del 16/01/2012, Citarella e altri Rv. 252555).
Nel caso in oggetto, proprio il descritto patto collusivo intervenuto tra il sindaco e gli
imprenditori Madonna, collegati – per le ragioni che verranno di seguito indicate - alla locale
criminalità organizzata, alterava il normale svolgimento della gara d’appalto “Emissario
Grazzanise”, manipolandone il risultato finale a loro vantaggio.
In detta operazioni fornivano il loro determinante contributo Natale Benito, con le minacce
sopra riportate, lo stesso Malena Maurizio, responsabile dell’area tecnica subentrato al geom.
Montone nella predetta gara, ed infine Noviello Carlo, nella sua qualità di amministratore
unico dell’ATI aggiudicataria.
Quest’ultimo rappresenta la “testa di legno” a disposizione del clan o di chi per esso opera.
Proprio, infatti, attraverso la Balcoba Scarl – del tutto priva di mezzi d’opera e costituita ad
hoc per superare l’interdittiva antimafia dei Madonna – veniva superato l’impedimento delle
società dei Madonna.
La Balcoba Scarl, infatti, nella persona di Noviello Carlo - che poco o nulla sapeva
dell’appalto in corso -, prima provvedeva al nolo a freddo dei mezzi con la ME.CO. srl e poi
affidava – una volta venuta meno l’interdittiva - in subappalto alla De.Ca. Impresit di
Madonna Nicola parte dei lavori per la categoria prevalente.
Per il solo fatto della funzione ricoperta dal Sindaco e dal funzionario Malena, appare
certamente integrata anche l’aggravante di cui al co. 2 dell’art. 353 c.p. per essere stata la
stessa condotta posta in essere da persone preposte per legge al pubblico incanto.
Sul punto, la Suprema Corte ha rilevato che “la qualità di preposto cui si riferisce l’art. 353 co. 2
c.p. spetta a chiunque assuma e svolga, anche di fatto e in qualsiasi momento dell’iter procedurale,
funzioni essenziali ai fini della realizzazione dell’obiettivo finale del pubblico incanto o della licitazione
privata, in modo che a causa della sua condotta risulti pregiudicato il principio della libera
concorrenza che costituisce il bene protetto dalla norma incriminatrice…” (cfr. Cass. 4185/2005).
Quanto al concorso di persone nel reato, la giurisprudenza ha affermato che “… ai fini della
sussistenza del concorso di persone nel reato, se non occorre la prova del previo concerto tra i
concorrenti è necessario, nondimeno, dimostrare che ciascuno di essi abbia agito per una finalità
unitaria con la consapevolezza del ruolo svolto dagli altri e con la volontà di agire in comune…”
(Cass. 37337/2003)
Nel caso specifico è la stessa progressione degli eventi ad evidenziare che ciascuno dei
concorrenti ha agito, ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, in vista di una
comune finalità ovvero pilotare l’aggiudicazione dell’appalto a vantaggio di imprenditori
collusi con la camorra.
La sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art.7 L.203/1991
Nella presente vicenda la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 7 1.203/91
opera con riferimento al profilo della "agevolazione mafiosa".
Secondo la recente giurisprudenza di legittimità (I Sezione penale 30.3.2011 n. 13099) sussiste
la circostanza aggravante della c.d. agevolazione mafiosa in relazione alla condotta di colui
che, pur senza essere organicamente inserito in un'associazione mafiosa, offra un contributo
al perseguimento dei suoi tini, ma solo a condizione che tale comportamento risulti assistito
dalla consapevolezza di favorire l'intero sodalizio, e non un suo singolo componente del
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quale si ignorino le connessioni con la criminalità organizzata. In altri termini la Corte
afferma che se l'indagato pone in essere una condotta illecita per favorire un soggetto,
ignorando le connessioni di costui con la malavita organizzata, resta fermo il carattere
illecito, ma non si può dire sussistente la circostanza aggravante di cui all'art. 7 legge 203/91.
Ciò significa anche che se, viceversa, gli autori di una condotta illecita operano in favore di
un soggetto consapevoli dei legami tra il medesimo e l'organizzazione criminale,
l'aggravante deve essere riconosciuta, laddove beninteso la portata agevolatrice del
contributo sia apprezzabile in relazione all'attività dell'intera associazione mafiosa.
Ragionando in tali termini se ne desume che una condotta potrà rivelarsi del tutto priva di
una (anche soltanto astratta) utilità rispetto all'attività dell'associazione mafiosa anche se
realizzata in favore di un esponente di spicco e viceversa potrà rivelarsi dotata di una
effettiva idoneità agevolatrice rispetto all'attività della intera organizzazione anche se posta
in essere a vantaggio di un mero partecipe.
Ed è quindi necessaria, sotto il profilo soggettivo, la consapevolezza non solo del legame che
unisce il soggetto al gruppo, bensì anche e soprattutto del beneficio che dalla condotta illecita
deriva all'associazione di stampo mafioso o camorristico.
Discende da quanto sin qui osservato che, ai fini della sussistenza della aggravante, la
condotta, pur ispirata come ogni comportamento umano da interessi egoistici, deve tendere
oggettivamente e soggettivamente alla realizzazione del beneficio per il clan specificamente
individuato.
Sulla base dell'assunto giurisprudenziale qui riportato va evidenziato che, come meglio verrà
illustrato nella parte dell’elaborato in cui verrà trattato il contestato concorso esterno ai
rispettivi indagati, il clan Zagaria ha creato un sistema per raggiungere l'obiettivo della
infiltrazione camorristica negli appalti pubblici, ma anche nel settore del gioco e delle
scommesse e in moltissimi settori della imprenditoria.
Il sistema di accordi tra clan, imprenditori e politici, costituisce proprio la fondamentale
ragione per la quale i reati vengono realizzati al fine di consentire al clan di ottenere una
partecipazione ai proventi delle opere e dei servizi pubblici sul territorio e alle attività
economiche maggiormente lucrose ( come in questo caso degli appalti pubblici) o comunque
solo al fine di imporre la loro presenza nel territorio, realizzando in tal modo uno specifico
obiettivo delle moderne organizzazioni criminali di stampo mafioso/camorristico.
La costante giurisprudenza della Suprema Corte anche con pronunce recenti (sent.3428 del
20.12.2012, Buonanno ed altro, sent.10966 dell'8.11.2012, Minnitti) ha avuto modo di
osservare che la circostanza di cui all'art.7 L.203/91 trova applicazione anche nei confronti
dei concorrenti nel reato fine seppure quest'ultimi non sono consapevoli della finalizzazione
della condotta criminosa a vantaggio dell'associazione mafiosa, ma tuttavia versino in una
situazione di ignoranza colpevole e che, di conseguenza, e sufficiente che l'aspetto volitivo
sussista in capo ad alcuni o anche ad uno soltanto dei predetti concorrenti nel medesimo
reato perché si trasmetta, pertanto, a tutti i concorrenti nel reato.
Laddove nei confronti di uno dei concorrenti nel reato sia configurabile l'aggravante della
finalità agevolatrice sotto il profilo del dolo, nei confronti degli altri non è richiesto il
medesimo elemento soggettivo del dolo, essendo sufficiente anche la colpa, ovvero la
imprudenza o la negligenza.
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Nel caso specifico, alla luce delle risultanze sopra esposte, è possibile affermare che ci
troviamo in presenza di una piena consapevolezza della finalità agevolatrice della condotta
posta in essere, essendo i rispettivi protagonisti della descritta azione criminosa, ben
consapevoli dei legami di Zagaria Alessandro e degli imprenditori Madonna con la locale
criminalità organizzata.
In tal senso depone il complesso coacervo indiziario che vedeva il coinvolgimento del clan
dei casalesi nelle diverse fasi che portavano poi alla finale aggiudicazione dell’appalto.
Prima l’anomalo interessamento di Alessandro Zagaria, nipote di Michele, poi la successiva
intimidazione di Natale Benito che sugellava come “cosa nostra” l’appalto stesso ed infine,
l’aggiudicazione dello stesso da parte di un soggetto consorziato e di fatto riconducibile ad
imprenditori a disposizione del clan.
Detta conclusione appare avvalorata dalle convergenti dichiarazioni rese dai collaboratori di
giustizia che, come meglio verrà precisato nella parte dell’elaborato relativa al concorso
esterno, indicano i fratelli Madonna come gli imprenditori del clan, prima della fazione
Schiavone e poi di Zagaria.
6. Concorso esterno – capo 2 della rubrica
Occorre, sul tema, effettuare preliminarmente alcune precisazioni.
Le pronunzie intervenute nel corso del tempo da parte delle Sezioni Unite della Suprema
Corte (negli anni 1994, 2002 e 2005) hanno ormai radicato, sia pure con differenti
accentuazioni di alcuni profili, il dato culturale della ammissibilità del concorso ex art.110
c.p. anche in riferimento alla fattispecie plurisoggettiva di associazione, nel senso che assume
la qualità di concorrente 'esterno' nel reato di associazione di stampo mafioso la persona che
- priva dell'affectio societatis e non essendo inserita nella struttura organizzativa
dell'associazione mafiosa -, fornisce un concreto, specifico, consapevole e volontario
contributo, purchè questo abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del
rafforzamento dell'associazione e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del
programma criminoso della medesima (Sez. U. n. 22327 del 30.10.2002, rv 224181) . A ben
vedere, la rilevanza e la stessa verificabilità processuale delle condotte di concorso 'esterno' è
da sempre strettamente correlata - tanto sul piano teorico che su quello ricostruttivo - alla
esatta perimetrazione delle condotte di partecipazione, nel senso che lì dove l'elemento di
prova si risolva in un rassicurante «indicatore» dell'avvenuto inserimento del soggetto, con
carattere di tendenziale stabilità e assunzione di un ruolo, nella compagine associativa si
avrà partecipazione, lì dove il concorso esterno è necessariamente ancorato ad un modello
«causalmente orientato» e presuppone da un lato la presa d'atto del non/inserimento del
soggetto nel gruppo, dall'altro la ricostruzione di una condotta capace di realizzare un
incremento tangibile del macro-evento rappresentato dalla esistenza e permanenza della
associazione (le modalità alternative di ricostruzione delle due diverse ipotesi delittuose
sono state di recente evidenziate con particolare chiarezza da Sez. VI n. 16958 del 8.1.2014, rv
261475, nonchè da Sez. VI n. 8674 del 24.1.2014, rv 258807).
Condotta, quella del concorrente, che per essere punibile deve essere alimentata dal dolo
(diretto ma generico) inteso come previa rappresentazione e accettazione del nesso
funzionale tra la propria azione e il raggiungimento (anche parziale) degli scopi della
associazione (tra le molte, di recente, Sez. V n. 15727 del 9.3.2012, rv 252330, ove si è precisato
63
che il rafforzamento del sodalizio può non essere l'unico o il primario obiettivo perseguito
dall'agente, potendo concorrere con uno scopo individuale, ma deve essere previsto,
accettato e perseguito come risultato quantomeno 'altamente probabile' della propria
condotta ) . Se, infatti, l'evento (in senso giuridico e materiale) che la norma incriminatrice di
cui all'art.416 bis tende a reprimere è l'esistenza ed operatività concreta di un 'consorzio
umano organizzato' (l'associazione mafiosa) avente determinate caratteristiche tipiche (sul
piano degli scopi e delle modalità utilizzate per conseguirli), è del tutto pacifico che rispetto
a tale 'dato' fenomenico debbano assumere rilievo penalistico non soltanto le condotte
direttamente espressive di “intraneità” (in quanto dimostrative della connaturale
ripartizione di compiti, attribuiti agli associati in senso stretto) ma altresì tutte quelle
condotte che, pur poste in essere da soggetti 'esterni', contribuiscano in modo
oggettivamente rilevante (e soggettivamente consapevole) alla realizzazione o al permanere
dell'evento in questione.
Il tratto di maggiore problematicità teorica e ricostruttiva - nelle decisioni che hanno
affrontato il tema - consiste nel criterio di apprezzamento della idoneità causale (della condotta
posta in essere dal preteso concorrente esterno) in rapporto alla integrazione o meno dell'evento.
La connotazione 'innovativa' della decisione emessa dalle Sezioni Unite in data 12.7.2005
(ricorrente Mannino, rv 231671) sta infatti, come è noto, nella necessità di un apprezzamento
concreto di tale aspetto (ovviamente anche sulla base di un rassicurante ragionamento
indiziario) con verifica processuale che tende a spostarsi dalla 'prospettazione dell'agente'
(valutazione ex ante) alla constatazione ex post della «efficacia condizionante della condotta
atipica del concorrente» (parla espressamente di accertamento postumo di ogni inferenza o
incidenza della condotta nella vita e nella operatività del sodalizio criminoso Sez. VI n.542
del 10.5.2007, rv 238242, relativa al noto caso Contrada). Ora, tale sottolineatura è figlia di una
condivisibile impostazione teorica - realizzata nella decisione Mannino del 2005 - tesa a far
rifluire nella costruzione dell'istituto i principi essenziali del concorso di persone nel reato,
tra cui assume un indubbio rilievo la previsione normativa di cui all'art. 115 cod.pen.
secondo cui non risulta punibile il mero «tentativo di concorso» ossia il semplice accordo per
commettere un reato o l'istigazione accolta ma non seguita dalla commissione del reato.
Da qui la ricerca di un criterio oggettivo idoneo al recupero della tipicità (l'efficacia causale
del contributo per la realizzazione del 'medesimo reato' , sì da poter affasciare la condotta del
concorrente esterno con quella degli associati in rapporto al permanere della lesione del bene
protetto, sub specie integrità dell'ordine pubblico) e la richiesta ampiezza del dolo, correlata
alla funzionalità della condotta rispetto al perseguimento (in una con il fine individuale, che
sempre muove i comportamenti umani) di almeno una delle finalità descritte dalla norma
incriminatrice. Se dunque l'evento del reato di associazione mafiosa è identificabile nella
conservazione o nel rafforzamento dell'organismo criminoso e se l'adesione al modello
causalmente orientato impone di individuare, nei casi in rilievo, un effettivo
“raggiungimento dello scopo” è evidente che la percezione processuale dell'evento deve
porsi in stretta correlazione con il perseguimento delle finalità tipiche del reato associativo di
cui si discute e pertanto con il catalogo offerto dal comma 3 dell'art. 416 bis (commettere
delitti che siano espressivi del metodo mafioso, acquisire la gestione o il controllo di attività
economiche, concessioni, appalti o servizi pubblici, realizzazione di profitti o vantaggi
ingiusti per sè od altri etc..) . Con ciò si vuole evidenziare che la condotta del concorrente
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esterno - per essere punibile - non deve tendere ad un incremento della semplice potenzialità
operativa dell'organismo criminoso (altrimenti si rientra nel paradigma di punibilità del
mero accordo, con ricadute percepibili solo in ambito psicologico, non sufficiente a realizzare
l'evento descritto nella decisione da ultimo citata) ma deve porsi come 'frammento' (la
realizzazione dello scopo è necessariamente parziale e frammentaria) di una concreta utilità
per la realizzazione di una delle molteplici attività espressive del programma criminoso, sì
da realizzare una contribuzione «percepibile» al mantenimento in vita dell'organismo
criminale.
Vi sono infatti compiti che - per le loro caratteristiche - richiedono, in realtà, il loro
affidamento (anche continuativo) proprio a soggetti 'non associati', posto che per il
raggiungimento degli scopi tipici del sodalizio mafioso - così come per garantirne la stessa
esistenza - è necessaria una costante «interazione» tra il gruppo crimininoso e persone
disposte a realizzare - per finalità personali concorrenti - attività strumentali che vanno dalla
realizzazione di lavori pubblici in modo solo apparentemente lecito (ma in realtà strumentale
anche agli interessi del sodalizio, cui viene restituita una parte dell'utile di impresa) alla
protezione della latitanza degli esponenti di rilievo del sodalizio, al reinvestimento in attività
ad oggetto lecito delle risorse accumulate, tanto per fare qualche esempio, in ciò accedendo
alla realizzazione dell'offesa al bene giuridico protetto. La verifica della effettiva efficacia
causale della condotta con giudizio ex post, una volta esclusa - per citare ancora la decisione
Mannino - una impostazione di tipo meramente soggettivistico (..che, operando una sorta di
conversione concettuale autorizzi il surrettizio e indiretto impiego della causalità psichica
c.d. da "rafforzamento" dell'organizzazione criminale, per dissimulare in realtà l'assenza di
prova dell'effettiva incidenza causale del contributo materiale per la realizzazione del reato..)
richiede pertanto l'esame e la ricostruzione- in sede di merito - delle ricadute fattuali della
condotta oggetto di analisi, sì da poter affermare che la condivisione, da parte del
concorrente, delle finalità perseguite dal gruppo abbia comportato un concreto ausilio in una
o più vicende specifiche, e sì da poter affermare - con la dovuta certezza processuale - che
'quella' condotta sia stata un ingrediente effettivo per la realizzazione di uno degli scopi
tipici e dunque per il permanere dell'offesa.
Posta tale premessa, occorre nello specifico analizzare gli elementi a carico dei rispettivi
indagati cui è contestata la predetta condotta.
Posizione di Madonna Francesco e Madonna Nicola - Dichiarazioni collaboratori di
giustizia – (capo 2)
La descritta vicenda dell’aggiudicazione dell’appalto dell’Emissario Grazzanise va
necessariamente letta in uno con le molteplici dichiarazioni di collaboratori di giustizia che
hanno riguardato proprio i rapporti tra i predetti imprenditori ed il clan dei Casalesi.
Tutti, infatti, i collaboratori indicano Madonna Francesco e Madonna Nicola quali soggetti
oscillanti tra le famiglie Zagaria e Schiavone, ma sempre legati al clan dei casalesi.
Interrogatorio di DE SIMONE Dario del 23/06/1997
(Omissis) Prendo visione delle fotografie di cui ai fogli 69 e 70 del fascicolo n.26619/95 e riconosco
nella fotografia n.4 ZAGARIA Pasquale e in quella n.7 il MADONNA di cui ho parlato nelle
dichiarazioni di cui mi si è data lettura. Il MADONNA di cui alla fotografia n.7 è quello che ho
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incontrato a casa di Walterino nelle due occasioni in cui si è parlato dei lavori T.A.V.. Preciso che il
MADONNA che ho riconosciuto, l’ho incontrato nelle due occasioni che ho citato nell’abitazione di
Walterino ma anche in altre occasioni.
Si da atto che il MADONNA riconosciuto nella fotografia n.7 corrisponde a MADONNA
Francesco, nato a Napoli il 20.12.1961, residente in Casal di Principe in Via Rossini n.9.
Mi viene chiesto di riferire quanto a mia conoscenza circa il MADONNA che ho riconosciuto e preciso
che il medesimo è appartenente all’organizzazione dei Casalesi. Il MADONNA, che ho visto
ora in fotografia, insieme a ZAGARIA Pasquale e DARIONE Gaetano curava il settore degli
appalti che venivano affidati alle imprese facenti capo alla nostra organizzazione
camorrista. Con il MADONNA si sono avute varie riunioni aventi per contenuto appunto gli
appalti che interessavano all’organizzazione camorrista, di cui facevo parte. (Omissis)
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 27/07/2001
(Omissis) La foto nr. 2 ritrae la faccia di una persona che non ho mai visto. Mi dite che la persona
ritratta è MADONNA Francesco nato a Napoli il 20.12.61. Vi rispondo subito che io il MADONNA
Francesco non l’ho mai visto. So, comunque, che questi è un imprenditore ed è titolare di una
specifica ditta che adesso non ricordo dove sia ubicata. Di MADONNA Francesco ne ho soltanto
sentito parlare da “CICCIARIELLO” e da DIANA Elio21. Ho avuto modo di sentire da DIANA
Elio e da “CICCIARIELLO “ che questo MADONNA Francesco era un loro amico e che si
metteva a disposizione dell’organizzazione. Sul punto non sono in grado di riferire circostanze
specifiche. (Omissis)
Interrogatorio di FRASCOGNA Domenico del 13/10/2001
(Omissis) A.D.R. la foto nr. 3 rappresenta FRANCUCCIO MADONNA che è un imprenditore di
Casal di Principe affiliato ai casalesi ed, in particolare, molto legato alla famiglia SCHIAVONE. A
questo punto l'Ufficio rappresenta al FRASCOGNA Domenico che sotto la foto nr. 2, dal
FRASCOGNA Domenico indicata per "ELIUCCIO", è riportato il nominativo di MADONNA
Francesco nato a Napoli il 20.12.61, mentre sotto la foto nr. 3 è riportato il nome di DIANA Elio
nato a Casal di Principe il 29.6.59. Il FRASCOGNA Domenico dichiara: Sig. Giudice sono certo delle
identificazioni fotografiche che ho appena compiuto e quindi ritengo che ci sia un errore nell'album
fotografico nel quale sono stati invertiti i nomi dei due personaggi che ho appena indicato. L'Ufficio si
riserva di accertare quanto rilevato da FRASCOGNA Domenico. A.D.R. Tornando a
FRANCUCCIO MADONNA, ricordo che era una cosa sola con SCHIAVONE Walter e con il
cognato di quest’ultimo che si chiama NATALE Giuseppe. Se non sbaglio era socio di una società che
si chiamava "BETON" non so cosa, che comunque è specializzata nella posa in opera dell'asfalto su
strada, insieme ad un fratello di APICELLA Dante. Vi erano rapporti di tale cordialità tra
ZAGARIA Vincenzo e questo MADONNA Francuccio che quest’ultimo, senza prendere un soldo,
mi asfaltò una stradina privata dove era situata la mia casa. Circa questa società a nome "BETON" ,
non so cosa, posso dirle un particolare importante. Trattandosi di una società molto importante e
legata ai casalesi, a seguito dello "spartacus 1" aveva dei problemi, ritengo perché i nominativi dei soci
erano in odore di camorra se non indagati o latitanti. Per tale motivo venne da me il fratello di
APICELLA Dante il quale mi chiese il nominativo di un incensurato di mia fiducia che potesse
21
Noto è il ruolo di Diana Elio quale soggetto non solo imparentato con esponenti di vertici del clan (essendo
cognato di Francesco Schiavone di Luigi alias Cicciariello), ma anche appartenente al clan stesso in qualità di
delegato agli appalti.
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intestarsi la società. Fu così che io gli misi a disposizione (Omissis) che, all'epoca, era incensurato e
che era anche ragioniere. (Omissis) Posso, anche, dirle, a proposito del MADONNA Francuccio, che
anche se era un "nostro" imprenditore, come tutti doveva pagare la tangente. Ricordo che una
volta cercò di fare il furbo ma io stesso lo scoprii. In particolare, adesso non ricordo esattamente in
quale modo, seppi che MADONNA Francuccio stava facendo, nel 1995, dei lavori a Nettuno. Io,
allora, insieme a mio cognato ZARA Alfredo ed ad un altro nostro affiliato, che mi pare fosse DI
GAETANO Antonio ma, non ne sono certo, andammo a Nettuno e verificammo che MADONNA
Francuccio stava costruendo un complesso immobiliare, costituito da decine di villette a schiera, su
due livelli. Ricordo che questo lavoro lo stavano eseguendo due imprese diverse di cui una era quella di
MADONNA Francuccio ed un'altra era di persone che parlavano il dialetto laziale come io stesso
constatai parlando con costoro. Io parlai, allora, con degli operai del MODONNA Francuccio, in
quanto questi non era presente, e dissi loro di continuare a lavorare per il momento ma che il giorno
dopo non dovevano venire più a lavorare se prima il MADONNA Francuccio non avesse parlato con
chi sapeva lui. Subito dopo ce ne tornammo a Casapesenna dove informammo ZAGARIA Vincenzo di
quanto avevamo fatto a Nettuno. Naturalmente, era stato lo stesso ZAGARIA Vincenzo a darci
questo incarico a seguito della notizia che io e mio cognato ZARA Alfredo gli demmo circa i lavori che
MADONNA Francuccio stava facendo a Nettuno. Il giorno seguente chiesi a ZAGARIA Vincenzo se
dovevamo andare nuovamente a Nettuno e lui ci disse che non era più necessario in quanto il
MADONNA Francuccio aveva già provveduto a parlare con lui. (Omissis)
Individuazione/ricognizione di persone resa da FRASCOGNA Domenico del 06/11/2001
(Omissis) Si da atto che le persone da sottoporre ad individuazione, identificate in DIANA Elio, nato a
Casal di Principe il 29.06.1959 e MADONNA Francesco, nato a Napoli il 20.12.1961, vengono fatte
accomodare in diversa saletta unitamente a due militari in abiti civili del Comando Provinciale CC di
Caserta (Omissis) aventi caratteristiche somatiche somiglianti a quelle dei predetti. Invitati a scegliere
il loro posto rispetto alle altre persone presenti, il DIANA si pone all’estrema sinistra per chi guarda
di fronte (che si indicherà come postazione n. 1) ed il MADONNA all’estrema destra (che si indicherà
come postazione n. 4)
(Omissis) A questo punto, dopo attenta visione dei presenti, il Frascogna dichiara: le persone
posizionate nelle postazioni nr.1 e 4 sono di Casal di Principe ed entrambe da me conosciute. In
particolare, quella posizionata al n. 1 è Eliuccio, cognato di SCHIAVONE Francesco soprannominato
“Cicciariello”. Quella posizionata al n. 4 è un imprenditore di Casal di Principe di cui adesso, per una
momentanea amnesia, non mi viene in mente il nome. Le due persona al centro non le conosco.
Eliuccio me lo ricordavo piu’ robusto, è molto cambiato, evidentemente negli ultimi anni è dimagrito.
L’ufficio rappresenta al Frascogna che la persona di Casal di Principe cui non ricorda il nome è
Madonna Francesco, nato a Napoli il 20.12.1961. Frascogna dichiara: si è vero è proprio lui. Ho già
parlato di lui nel corso di precedente interrogatorio. Ribadisco che per una mera amnesia non mi sono
ricordato il suo nome. L’ufficio rappresenta che la persona indicata come Eliuccio è Diana Elio, nato a
Casal di Principe il 29.06.1959, cognato di Francesco Schiavone. Frascogna dichiara: confermo il
riconoscimento di Eliuccio che ho appreso chiamarsi Diana, di cui ho già parlato in precedente
interrogatorio. Prendo atto che a seguito di accertamento è risultato che l’album fotografico da me
visionato il 13.10.2001 era esatto, per cui rimane confermato che nel corso di quella individuazione
fotografica confusi il Diana Elio per il Madonna Francesco e viceversa. Prendo atto di quanto sopra e
non posso che riconoscere il mio errore che però è giustificato dal fatto che come ho constatato oggi,
Diana Elio è molto dimagrito, per cui vedendolo in foto sono stato tratto in inganno, confondendolo
67
con il Madonna che comunque è piuttosto simile a lui, mentre oggi, vedendolo di persona, nonostante
il dimagrimento, sono riuscito a riconoscerlo con certezza. (Omissis)
Interrogatorio di DIANA LUIGI del 10/05/2005
(Omissis) Si da atto che il DIANA Luigi produce il foglio nr.13 sempre vergato e siglato di proprio
pugno di cui si da lettura, in cui si parla di un lavoro relativo all’autostrada Parete – Giugliano,
fatto da MADONNA Francesco, imprenditore del clan dei Casalesi. (Omissis)
Interrogatorio di DIANA LUIGI del 14/10/2005
(Omissis) A.D.R. Confermo integralmente quanto da me riportato nel citato memoriale alla pagina 13
di cui la S.V. mi ha dato lettura. A tal proposito preciso di aver già riferito in merito a tale episodio
delittuoso nel corso del mio verbale illustrativo ed in particolare al lavoro di un lotto della superstrada
che va da Parete a Giugliano; la ditta interessata era una ditta riconducibile a MADONNA
Francesco ed al fratello Nicola. (Omissis)
Interrogatorio di DIANA LUIGI del 25/05/2006
(Omissis) La foto nr. 11 ritrae Benedetto Sferra, di cui ho riferito in precedenti interrogatori, e è uno
degli imprenditori vicini al clan dei casalesi anche se paga la tangente al clan per i lavori edili che
esegue con la sua ditta. So anche che Sferra Benedetto insieme al figlio Salvatore, quando fu avviato il
business legato all’allevamento delle bufale, i predetti furono a disposizione del clan per prelevare e
procurare le bufale per gli allevamenti di loro interesse, in particolare gli stessi che erano commercianti
di bufale si rivolgevano ai proprietari delle stesse intimandogli di consegnare gratuitamente le bufale e
presentandosi di volta in volta a nome di ZAGARIA Vincenzo ZAGARIA Michele, SCHIAVONE
Francesco “Sandokan”, SCHIAVONE Francesco di Luigi, BIDOGNETTI Francesco e DE FALCO
Vincenzo quando era in vita, ai quali poi consegnavano le bufale. In cambio di tali servigi il clan
agevola le loro attività commerciali consentendogli aggiudicazione di appalti o subappalti,
intimidendo le ditte concorrenti alle gare. Alcuni appalti gli sono stati aggiudicati insieme a
Madonna Francesco. L’Ufficio da atto che la Foto 11 ritrae DI CATERINO Benedetto nato il
25.02.1935 a San Cipriano d’Aversa. La foto nr. 12 ritrae il figlio di Benedetto DI CATERINO da me
conosciuti come Sferra, per il quale valgono le stesse cose riferite per il padre. (Omissis)
Interrogatorio di D'ALESSANDRO Cipriano del 09/05/2013
(Omissis) Domanda: Conosce i fratelli MADONNA Nicola e MADONNA Francesco. Risposta: Si,
sono degli imprenditori edili legati agli appalti e sono legati al clan dei casalesi. Possono
riferire che informano il clan per le gare di appalto e che chiedono supporto per aggiudicarsi
le gare di appalto. Nell’intera gestione delle gare di appalto vengono supportati per vincere
le gare dal clan dei casalesi sia nella determinazione delle buste fittizie sia nella decisione
dei ribassi. Dei proventi dei guadagni delle gare di appalto i fratelli Madonna li consegnano
al clan dei casalesi e vanno nella cassa comune per il pagamento degli stipendi.
Interrogatorio di CATERINO Massimiliano del 17/06/2014
A.D.R. Riconosco la persona effigiata nella foto n.1 in Franco MADONNA di Aversa, personaggio
collegato con la famiglia ZAGARIA; addirittura Pasquale ZAGARIA ha fatto da compare di
battesimo al figlio di MADONNA Franco. Il MADONNA era un imprenditore vicino alla
famiglia ZAGARIA ed in quanto tale veniva avvantaggiato dalla famiglia ZAGARIA in
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particolare da Michele. Infatti ricordo che quando erano in corso i lavori per l'Alta velocità fu creata
una ATI nella quale era presente ZAGARIA Pasquale e l'impresa di MADONNA Francesco.
Le posso dire che Michele ZAGARIA finanziava Franco MADONNA per le proprie attività e
MADONNA versava una percentuale dei suoi guadagni a Michele ZAGARIA. Ero io stesso
che andavo a ritirare questi soldi presso il deposito di Francesco MADONNA che si trova a Casal di
Principe nei pressi del campo sportivo.
Le posso dire che il MADONNA era una cosa sola con Pasquale ZAGARIA che curava gli affari
imprenditoriali della famiglia ZAGARIA. Le posso anche dire che per ogni problema che il
MADONNA aveva, come ad esempio richieste estorsive quando faceva dei lavori fuori zona, si
rivolgeva a Michele ZAGARIA il quale interveniva per non farlo pagare.
Tali circostanze mi sono state confermate da Pasquale e Michele ZAGARIA e da lo stesso
MADONNA.
Ricordo anche che il MADONNA raccoglieva anche le estorsioni che pagavano le ditte sottoposte
ad estorsione da parte del gruppo ZAGARIA come ad esempio nel caso dell'imprenditore FURIA di
Napoli che ha vinto degli appalti o a fine degli anni 1990 e nel periodo della mia scarcerazione
avvenuta nel 2002.
Si trattava per la pulizia o il disboscamento, se non sbaglio dei regi lagni, e ricordo bene che il
MADONNA portava a me i soldi degli imprenditori estorti di nome FURIA che dopo io portavo a
Michele ZAGARIA.
Ci siamo sempre chiesti come mai il MADONNA Francesco non fosse mai stato colpito dalle indagini
ed abbiamo pure pensato che fosse stato agevolato da qualche magistrato, ma non avevamo elementi
concreti in tal senso. Anche per la vicenda della TAV tutti finirono sotto processo ma lui fu solo
sfiorato.
L’Ufficio da atto che la persona effigiata nella foto n. 1 si identifica in MADONNA Francesco nato a
Napoli il 20.12.1961;
A.D.R. Riconosco la persona effigiata nella foto n.2 come Nicola MADONNA fratello di Franco . Le
posso dire che lo stesso era al corrente di tutti gli affari di MADONNA Francesco con il gruppo
ZAGARIA e quando Franco non era presente io mi rivolgevo a lui per prendere i soldi compreso
quelli dell'imprenditore FURIA che dava la somma di 10.000,00 euro al mese o 10.000.000 delle
vecchie lire, ma al momento non ricordo bene se euro o lire. Dopo l'arresto di Pasquale ZAGARIA i
rapporti si raffreddarono un poco perché il MADONNA per paura di essere arrestato si allontanò
da noi.
Ricordo ancora nel 2009, quando fui scarcerato, parlando con Carmine ZAGARIA, appresi dallo
stesso che il ZAGARIA Michele si era riavvicinato al MADONNA e lo stava aiutando a prendere
un appalto a Grazzanise i cui proventi li avrebbe dovuti dividere al 50% con i Michele
ZAGARIA.
Mi incontrai ancora con ZAGARIA Antonio dopo l'arresto del fratello Michele avvenuto nel 2011, ed
Antonio si lamentava del comportamento di Franco MADONNA che per non avere problemi
giudiziari non si voleva più incontrare con il nostro gruppo, nonostante avesse vinto l'appalto al
comune di Grazzanise e, anzi, prendeva tempo nel versare i soldi pattuiti.
Antonio ZAGARIA si arrabbiò perché grazie ai rapporti buoni di Michele ZAGARIA con il
sindaco di Grazzanise, e l'intervento di Michele ZAGARIA sul sindaco, che vedo effigiato
nella foto nr. 4, di cui mi riferì lo stesso ZAGARIA Antonio il MADONNA aveva vinto l'appalto a
Grazzanise. Voglio precisare che sia Antonio ZAGARIA che Carmine mi dissero che c'era un accordo
tra MADONNA Franco e ZAGARIA Michele per il quale il MADONNA avrebbe versato il 50%
dell'appalto come introiti percepiti se avesse vinto l'appalto con l'apporto di Michele ZAGARIA.
69
Preciso, come vi ho detto, che dopo l'arresto di Michele ZAGARIA il fratello Antonio prese le redini
del gruppo e mi disse di essersi recato dal MADONNA Franco per prendere la quota pattuita
dell'appalto ma che il MADONNA cercava di sottrarsi all'incontro ed al versamento della
quota concordata e che comunque gli avrebbe mandato i soldi a casa per il tramite di una terza
persona per non esporsi. Poi Antonio fu arrestato e non ho saputo più niente, Ricordo che commentai
quando parlai con Antonio ZAGARIA del comportamento di MADONNA e gli dissi che era la
seconda volta “che ci aveva fatto” e si era allontanato alle prime difficoltà del gruppo.
L’Ufficio da atto che la persona effigiata nella foto n. 2 si identifica MADONNA Nicola nato a Casal
di Principe in data 08.12.1966;
A.D.R. Riconosco la persona effigiata nella foto n.3 nel figlio di ZAGARIA Francesco
proprietari del ristorante il “Tempio di Casapesenna”.
Lo stesso stava, così come il padre, a disposizione del gruppo per la celebrazione di eventi come
matrimoni, battesimi ecc. per i quali non pagavamo mai. Inoltre il padre della persona effigiata nella
foto n. 3 preparava i pasti per Michele ZAGARIA quando era latitante. Tale circostanza l'ho appresa
da ZAGARIA Antonio e da Carmine i quali mi dissero anche nel 2009, quando fui scarcerato, la
persona nella foto nr. 3 di cui non ricordo il nome, era in buoni rapporti con Filippo CAPALDO e che
grazie all'appoggio di Michele ZAGARIA aveva vinto gli appalti per le mense dell'università di
architettura ad Aversa.
La persona effigiata nella foto aveva il problema di espressione nella lingua e commentando i suoi
difetti di espressione labiale il Carmine mi disse che aveva vinto gli appalti delle mense che gestiva
insieme al primo fratello di cui non ricordo il nome.
L’Ufficio da atto che la persona effigiata nella foto n. 3 si identifica in ZAGARIA Alessandro nato a
Caserta il 24.10.1986;
A.D.R. Riconosco la persona effigiata nella foto n.4 nel sindaco di Grazzanise, di cui ho già parlato
prima. Le posso dire che quando lo stesso si candidò alle elezioni, non ricordo il periodo, ZAGARIA
Franco, cognato di ZAGARIA Michele, gli fece prendere i voti dando ordini a IANUARIO
Gino22 e SANTAMARIA Antonio23, referenti del gruppo ZAGARIA su Grazzanise per farlo votare
poiché erano di Cancello Arnone ed erano vicino a Grazzanise. Queste cose le seppi da Carmine
ZAGARIA che mi incaricò di contattare IANUARIO e SANTAMARIA per far prendere i voti
elettorali al sindaco di Grazzanise. Mi riferisco al periodo settembre 2002 anche se non ricordo la data
con precisione. In cambio di questi voti venni a sapere sempre da Carmine ZAGARIA che il
sindaco era a disposizione del gruppo per far prendere gli appalti d'interesse così come è
successo nel caso di Franco MADONNA di cui prima vi ho riferito.
L’Ufficio da atto che la persona effigiata nella foto n. 4 si identifica in PARENTE Enrico nato a
Caserta il 26.06.1952.
A.D.R.: Se ricordo bene i lavori del MADONNA erano lavori finalizzati alla manutenzione
stradale di Grazzanise o fognari.
A.D.R.: Preciso che il cognato Franco ZAGARIA faceva da intermediario tra il sindaco di Grazzanise
ed il gruppo ZAGARIA.
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IANUARIO Biagio detto Gino, nato a Capua il 07/10/1977, residente a Cancello ed Arnone, affiliato al clan dei
casalesi fazione Zagaria. Oltre che per associazione mafiosa, annovera precedenti per tentato omicidio, porto
abusivo di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altro. È attualmente detenuto.
23
SANTAMARIA Antonio, nato a Cancello ed Arnone il 29/12/1975, ivi residente, affiliato al clan dei casalesi
fazione Zagaria. Oltre che per associazione mafiosa, annovera precedenti per tentato omicidio, porto abusivo
di armi, rapina ed estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altro. È attualmente detenuto.
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A.D.R.: So che la persona nella foto nr. 3 si era fidanzato con una ragazza di Casal di
Principe, se non sbaglio si trattava proprio della figlia di Franco MADONNA.
A.D.R.: Il padre di MADONNA si chiamava Mario.
Interrogatorio di CATERINO Massimiliano del 02/07/2014
Conosco gli imprenditori MADONNA Francesco e MADONNA Nicola da quando eravamo ragazzi,
il loro padre si chiama Mario. Dal 1993 in poi ho avuto modo di apprendere che erano legati agli
ambienti criminali. Allora seppi che si stavano interessando, con un’ATI, dei lavori di realizzazione
della tratta dell’alta velocità Napoli-Roma, in accordo con il clan dei casalesi ed, in particolare, con
Pasquale Zagaria. Era Pasquale Zagaria che, avendo rapporti con gli affidatari diretti dei lavori,
affidava in subappalto i singoli lavori di esecuzione ad altre ditte segnalate dal clan, come quella dei
Madonna. Nel caso in questione, ai Madonna furono affidati dei subappalti. Devo però precisare
che, com’è noto, vi furono poi degli arresti per cui non so se le imprese subappaltatrici individuate
dallo Zagaria riuscirono effettivamente a conseguire i subappalti. Ovviamente, la concessione dei
subappalti ad imprese amiche comportava per il clan grosse entrate, praticamente senza rischi.
L’impresa che otteneva il subappalto in quanto amica del clan, cedeva, quale corrispettivo al clan, una
percentuale del 5%.
Che io sappia, i Madonna già prima di partecipare ai lavori della TAV, erano già vicini al clan dei
casalesi, fazione Schiavone, ma non so che tipo di lavori abbiano fatto per gli Schiavone. Poi, dal
1993, i Madonna si legarono alla famiglia Zagaria, proprio con la vicenda TAV, tant’è vero che
Pasquale Zagaria battezzò il figlio di Madonna Francesco, di nome Mario, nell’anno 1997 - 1998.
Preciso che il battesimo doveva essere fatto personalmente da Zagaria Michele quale espressione degli
ottimi rapporti tra gli imprenditori Madonna –Francesco e Nicola- e Zagaria Michele. Ovviamente,
Zagaria Michele non poteva partecipare a tale cerimonia e “delegò” il fratello Pasquale in sua vece.
Voglio precisare che, fin quando il clan è stato unito, qualunque somma versata dagli imprenditori,
indipendentemente dalla famiglia di riferimento, comportava un introito per il clan nella sua
interezza. Era però evidente che la fazione vicina allo specifico imprenditore spesso otteneva
vantaggi ulteriori trattenendo per sé una parte della somma e versava il residuo nella cassa comune.
Dal 2000 al 2002 fui detenuto, accusato di associazione mafiosa. Dopo la mia scarcerazione, ripresi
contatto con gli ambienti criminali. Ebbi modo di notare che i Madonna si erano un po’ allontanati
dalla fazione Zagaria e non erano stati coinvolti in indagini giudiziarie. La presa di distanza dei
Madonna venne vista da me e da Pasquale Zagaria con sospetto, perché temevamo che avessero degli
appoggi con la politica o la magistratura, o che fossero diventati confidenti, perché comunque non
erano stati colpiti da alcun provvedimento restrittivo, come altri associati, e anzi continuavano a
vivere nel lusso.
Questa presa di distanza con i Madonna si esternò con un atteggiamento schivo di Madonna
Francesco, visto con sospetto. Ad esempio, quando andavo dai Madonna a prendere i soldi spettanti al
clan, i fratelli Madonna evitavano d’incontrarsi con me in ambienti troppo esposti.
Gli imprenditori pagavano a me o ad altri emissari del clan il 5% sulla somma dell’appalto.
L’atteggiamento schivo dei Madonna si protrasse dal 2002 al 2004 o al 2005, infatti lo stesso Michele
Zagaria si adirò per questo atteggiamento dei Madonna.
Io venni arrestato nuovamente nel 2006 e rimasi detenuto fino al 2009. Poi nel 2011, dopo l’arresto di
Michele Zagaria, mi incontrai con il fratello Antonio Zagaria, per parlare di un riassetto del gruppo.
In tale circostanza, parlammo di alcuni lavori pubblici a cui i Madonna stavano
partecipando, che dovevano svolgersi o si stavano svolgendo a Grazzanise. Antonio mi
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disse che i Madonna avevano ottenuto i lavori grazie a Michele Zagaria e a Francesco
Zagaria, cognato di Michele, ma dopo l’arresto di Michele Zagaria i Madonna non si erano fatti
vedere. Sempre Antonio Zagaria mi disse che i Madonna si erano giustificati con lui dicendo che
avevano ottenuto l’appalto non tanto grazie a Michele Zagaria, ma soprattutto grazie ad
Alessandro Zagaria, figlio di Francesco Zagaria proprietario del ristorante “Il Tempio” di
Casapesenna, che era fidanzato con la figlia di uno dei Madonna.
Il denaro dell’appalto di Grazzanise doveva essere diviso, in base agli accordi tra Zagaria e
i Madonna, al 50% tra gli imprenditori Madonna ed il clan, come mi aveva riferito Antonio
Zagaria.
I lavori pubblici di cui parlo erano per la realizzazione di una fogna.
Non so se Alessandro Zagaria è parente di Michele Zagaria, ma di certo le due famiglie erano in
amicizia.
Interrogatorio di IOVINE Antonio del 01/07/2014
(omissis) Per quanto riguarda MADONNA Nicola e MADONNA Francesco detto Francuccio, si
tratta di imprenditori figli di tale MADONNA Mario di Casal di Principe. Tutti sono legati al clan
dei casalesi ed in particolare il padre Mario era legato a Mario IOVINE con un rapporto molto
stretto del tipo di quello che aveva DIANA Costantino detto Repezzato. I figli hanno avuto
certamente rapporti ora con ZAGARIA Michele ora con la famiglia SCHIAVONE a seconda
delle necessità. Erano imprenditori che in cambio dell’erogazione di somme di denaro al clan
venivano aiutati nel loro lavoro consentendo ad esempio, l’aggiudicazione di subappalti.
Le notizie che sto fornendo circa gli imprenditori MADONNA, sono a mia conoscenza in quanto
conoscevo bene Mario e conosco anche Franco. Ricordo di aver incontrato MADONNA Franco a San
Cipriano D’Aversa perché fu convocato da ZAGARIA Michele per una questione attinente a rapporti
di fornitura di mezzi tra il MADONNA e il fratello di ZAGARIA Michele , Pasquale. Sentii anche
che il MADONNA Franco chiedeva a ZAGARIA di essere aiutato a conseguire un lotto dei lavori
dell’Alifana. Tale incontro posso approssimativamente collocarlo intorno al 2003. (omissis)
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 01/02/2013
(Omissis) A.D.R. In merito all’appalto detto emissario Grazzanise non posso riferire circostanze più
precise tuttavia sicuramente lo stesso è stato deciso ed aggiudicato in base alle decisioni del clan. Come
vi ho detto sia Elio DIANA che Nicola SCHIAVONE mi hanno riferito che nei suddetti Comuni viene
gestito tutto dalla famiglia SCHIAVONE. Ricordo che Nicola SCHIAVONE mi disse che sui
Comuni di Grazzanise e S. Maria La Fossa se la vedeva Elio DIANA. Circa tale appalto è
sicuramente una ditta legata alla camorra. IMPRENDITORI MADONNA NICOLA E
MADONNA FRANCO A.D.R. Si conosco gli imprenditori edili MADONNA Nicola e
MADONNA Franco. Sono miei cugini, in particolare uno di essi ha fatto il San Giovanni a
Pasquale ZAGARIA fratello di Michele. Sono in grado di riconoscerli. Ricordo che Nicola
Schiavone era adirato con loro poiché Erminio SCHIAVONE era sposato con la sorella della moglie di
questo Madonna Franco24. Pertanto organizzammo una riunione e lo abbiamo prelevato sul deposito di
via Vaticale di Casal di Principe e lo abbiamo portato al cospetto di mio fratello dove gli abbiamo
chiesto 500.000,00 euro altrimenti lo avremmo ucciso. Lui chiese spiegazioni ma mio fratello gli disse
24
Si tratta di SCHIAVONE Erminio (nato a Casal di Principe il 18/08/1962), coniugato con DI CATERINO Iolanda
(nata a San Cipriano d’Aversa il 27/08/1968), sorella di DI CATERINO Giuseppina (nata a nata a San Cipriano
d’Aversa il 14/12/1964), moglie di MADONNA Francesco.
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che doveva pagare e mi disse che mi poteva dare inizialmente 200.000,00 euro. Mio fratello gli disse
che non doveva uscire di casa. Pertanto lo riaccompagnai e tornai da mio fratello. Dell’avvenuto
incontro ho avvisato Nicola SCHIAVONE e il giorno dopo gli chiesi una parte del denaro che aveva
incassato. Nella circostanza, il Nicola Schiavone mi diede 25.000,00 in assegni che poi io ho fatto
cambiare proprio da Franco MADONNA. Preciso che tale incontro è avvenuto nell’anno 2007.
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 23/12/2013
Relativamente ai MADONNA e degli appalti di Sparanise, voglio specificare che Franco
MADONNA è vicino al clan dei casalesi, in particolare la famiglia ZAGARIA.
Come le ho detto il Franco MADONNA aveva battezzato uno degli ZAGARIA e aveva
frequentazioni con ZAGARIA Pasquale. In particolare nel periodo in cui ZAGARIA Michele era
rimasto da solo a comandare poiché erano stati arrestati i vertici del clan dopo l‘anno 2000 e sino al
2004, faceva affari con l’imprenditore MADONNA Franco cugino di Nicola MADONNA.
Ricordo che SCHIAVONE Nicola mi disse nel 2005/2006 allorquando mio fratello VARGAS
Pasquale Giovanni era latitante, che dovevamo contattare Franco MADONNA cugino di mio cugino
Nicola MADONNA (figlio di MADONNA Menotti, diverso dal MADONNA Nicola fratello di
Franco. Sul punto si confronti l’interrogatorio di VARGAS Pasquale. Ndr) in quanto lo stesso aveva
rapporti privilegiati con la famiglia ZAGARIA relativamente ai lavori pubblici sulla
provincia di Caserta attraverso Pasquale ZAGARIA; mi disse in particolare che il Madonna e
Zagaria facevano affari insieme. Poiché Nicola SCHIAVONE non tollerava questo rapporto
privilegiato ordino a mio fratello alla mia presenza di organizzare un incontro con Franco
MADONNA, poiché eravamo quasi parenti.
Ricordo che mio fratello era latitante, l’appuntamento fu svolto a casa di mio fratello Michelangelo
VARGAS, che mi diede le chiavi e si allontanò, arrivò mio fratello Pasquale in compagnia di Luigi
MERCADANTE altro ostro affiliato, io mi recai da Franco MADONNA presso la sua abitazione
posta in Casal di Principe in una traversa di via Vaticale.
Incontrai Franco MADONNA e gli dissi che mio fratello Pasquale voleva incontrarlo, il MADONNA
ben a conoscenza della latitanza di Pasquale acconsentì all’incontro.
Giunti a casa di mio fratello Michelangelo io e Franco MADONNA, dove era ad attenderci Pasquale
mio fratello. Ricordo che Pasquale era armato in quella occasione con una pistola e di un fucile
mitragliatore, mentre il MERCADANTE era di vedetta per evitare incursioni di forze dell’ordine.
Giunti nell’ufficio di Michelangelo VARGAS, Franco MADONNA nel salutare mio fratello Pasquale
allungandogli la mano, mio fratello immediatamente lo minacciò di morte con la mitraglietta qualora
per il giorno successivo non avesse consegnato duecentocinquantamila euro;il MADONNA impaurito
e perplesso e disse che eravamo parenti e non capiva il motivo della minaccia di morte.
Pasquale rispose che durante i suoi sette anni di carcere patiti non aveva mai visto arrivare nessun
pensiero da parte di MADONNA.
Io secondo quanto stabilito da mio fratello Pasquale, riaccompagnai a casa il MADONNA il quale
durante il viaggio mi disse che in cassaforte aveva la disponibilità di soli centomila euro, ma io gli
ribadii che doveva pagare la somma stabilita da mio fratello Pasquale.
Ci demmo appuntamento per il giorno seguente per il ritiro della somma stabilita, tornai da Pasquale,
mio fratello, che mi disse di avvisare Nicola SCHIAVONE che tutto era andato secondo i
piani, io e MERCADANTE riaccompagnammo Pasquale VARGAS presso la zona “PONTA ROCE”
di Casale, successivamente riferii a Nicola SCHIAVONE che tutto era andato secondo i piani.
73
Il giorno seguente mi incontrai con Nicola SCHIAVONE il quale mi riferì di non andare a casa di
Franco MADONNA, poiché tramite il consigliere comunale di Casal di Principe che si chiama
Erminio SCHIAVONE, cugino di Nicola e cognato di Franco MADONNA si era aggiustata la
situazione e a seguito di un colloquio scaturito da un incontro organizzato da Erminio SCHIAVONE
il MADONNA Franco si impegnava da quel momento in poi a fare solo riferimento alla
famiglia SCHIAVONE e dunque rientrava nei ranghi della famiglia.
Il Franco MADONNA aveva con la sua presenza, una iscrizione molto alta e poteva concorrere a
gare di appalto di elevato valore e pertanto Nicola SCHIAVONE come da lui riferitomi,
aveva interesse a fargli accaparrare appalti per poterlo utilizzare come prestanome con la
sua ditta, così come riferitomi da Nicola SCHIAVONE; sempre Nicola Schiavone mi disse che
con l’intervento mio e dì mio fratello e l’incontro avuto direttamente per il tramite di SCHIAVONE
Erminio il Franco MADONNA si era impegnato a essere a disposizione della famiglia
SCHIAVONE per ogni esigenza.
Ricordo che dopo l’incontro Nicola SCHIAVONE ci disse che Franco MADONNA era diventato
da quel momento “COSA NOSTRA”; lo Schiavone ci diede in regalo a me e a mio fratello Pasquale
una rilevante somma in assegni che io feci cambiare dallo stesso Franco MADONNA.
ADR: nulla so sull’appalto emissario di Grazzanise, se ne occupavano Nicola SCHIAVONE, DIANA
Elio e Franco SALZANO.
ADR: conosco un parente di Michele ZAGARIA che ha un ristorante denominato “IL
TEMPIO” ubicato in Casapesenna. Non ne ricordo il nome so che anche il figlio gestisce il ristorante,
inviava i pasti; ricordo che mentre eravamo a mangiare con Nicola SCHIAVONE lo stesso
avvicinandosi al tavolo mandò tramite Nicola del vino pregiato al padre di SCHIAVONE Nicola, in
quel momento Nicola mi disse che era un amico del padre e che si metteva a disposizione loro e che
era un parente di Michele ZAGARIA, di più non posso riferire.
Interrogatorio di VARGAS Pasquale del 23/01/2014
ADR: sono stato ininterrottamente detenuto in carcere dal 1997 sino all’anno 2004 per provvedimenti
restrittivi emessi nell’ambito del processo Spartacus. Nel 2004 fui scarcerato per decorrenza termini e
mi fu imposto l’obbligo di dimora in Vigevano. Alla fine del 2004, ricordo nel mese di dicembre,
ottenni dal Giudice che mi stava processando di poter rientrare in Casal di Principe da Vigevano in
accoglimento di una mia istanza. Tornai quindi a Casal di Principe e, se non ricordo male, di lì a poco
mi fu applicata la sorveglianza speciale. Il 21/06/2005, poiché sapevo che a settembre sarebbe stata
emessa la sentenza del processo Spartacus, decisi di infrangere la sorveglianza speciale e di rendermi
latitante. Sono stato latitante dal giugno 2005 fino al 20/02/201025, allorquando fui tratto in arresto ed
allora sono rimasto sempre detenuto fino ad oggi.
ADR: i primi 8 mesi della mia latitanza, a partire da l giugno 2005, li ho trascorsi in Cancello ed
Arnone, dove avevo a disposizione un’abitazione di una mia cugina a nome MASSARO Teresa. Mi
sono poi trasferito a Giugliano verso il mese di maggio 2006, in quanto la casa di Cancello ad Arnone
serviva nuovamente a mia cugina ed io decisi appunto di trasferirmi in Giugliano in Campania.
ADR: saltuariamente io andavo via da Cancello ed Arnone e da Giugliano, quando dovevo incontrare
qualcuno e per questa ragione mi sono recato in Casal di Principe.
25
Infatti, dalle banche dati si evince che il VARGAS Pasquale si era reso irreperibile dal momento in cui era stato
raggiunto dall’ordinanza di ripristino di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Assise di Santa
Maria C.V., 2^ sezione, nel processo n. 9/98 mod.16 datata 30/06/2005. Egli risulta poi reperito e tratto in
arresto il 20/02/2010.
74
Domanda: conosce Vargas Michelangelo ed è mai stato presso la sua abitazione durante il periodo
della sua latitanza?
Risposta: sì. Vargas Michelangelo è mio fratello ed abita in Casal di Principe alla via Dei Muratori, se
non ricordo male. Mi sono recato presso l’abitazione di mio fratello Michelangelo durante la
mia latitanza per minacciare tale Franco MADONNA, detto Francuccio, che è il figlio di
MADONNA Mario; Franco MADONNA è cugino di mio cugino che si chiama MADONNA
Michelangelo.
ADR: ho minacciato tale MADONNA Franco presso l’abitazione di mio fratello Michelangelo prima
del 2007. Se non ricordo male, l’episodio è avvenuto qualche mese prima che arrestassero
MERCADANTE Luigi26, il cui ruolo meglio spiegherò in seguito.
ADR: MADONNA Franco è stato sempre un imprenditore così come il padre MADONNA Mario.
ADR: l’incontro con Schiavone avvenne poco prima dell’episodio della minaccia a MADONNA
Franco di cui parlerò. Mi incontrai con Schiavone Nicola a Casal di Principe e nel corso di
quell’incontro, tra l’altro, Schiavone Nicola mi disse che Madonna Franco stava indirizzando
molti imprenditori che dovevano pagare l’estorsione e da Michele ZAGARIA. In sostanza, il
MADONNA Franco indicava agli imprenditori sottoposti a richieste estorsive il nome di
ZAGARIA Michele quale persona cui rivolgersi per chiudere l’estorsione. Tutto ciò comportava
un danno per gli Schiavone, in quanto ZAGARIA Michele gestiva quei soldi favorendo solo alcuni
affiliati, così determinando una sorta di selezione che penalizzava proprio la famiglia SCHIAVONE.
Schiavone Nicola mi chiese di intervenire affinché MADONNA Franco smettesse di comportarsi in
quel modo.
ADR: quando incontrai SCHIAVONE Nicola, io conoscevo MADONNA Franco, che sapevo
essere un imprenditore e di cui sapevo anche essere legato alla famiglia ZAGARIA ed, in
particolare, ZAGARIA Pasquale e mi sembra che abbia fatto da compare ad un figlio di
ZAGARIA Pasquale. Sono certo che ci sia un rapporto di comparato da ZAGARIA Pasquale e
MADONNA Franco.
ADR: io personalmente non ho mai avuto rapporti camorristici con MADONNA Franco, ne senso che
nulla posso dire personalmente di relazioni del predetto con il clan. Ovviamente, ribadisco gli intensi
rapporti che MADONNA Franco aveva con ZAGARIA Pasquale e quindi con la famiglia ZAGARIA.
Ovviamente non so riferirvi dei contenuti dei rapporti del MADONNA coi i ZAGARIA; certamente
SCHIAVONE Nicola mi disse che MADONNA Franco indirizzava gli imprenditori da
ZAGARIA Michele per chiudere le estorsioni.
ADR: Schiavone Nicola mi disse che il mio compito era quello di indurre MADONNA Franco a non
indirizzare più gli imprenditori da ZAGARIA e anzi lo stesso MADONNA Franco doveva rompere i
rapporti con ZAGARIA.
A domanda della P.G. risponde: certamente ZAGARIA Pasquale e MADONNA Franco avevano
ottimi rapporti. Io stesso li vedevo spesso insieme e lo stesso ZAGARIA Pasquale mi riferiva di avere
ottimi rapporti con MADONNA Franco. Non sono però in grado di dire se hanno fatto lavori insieme.
26
Come correttamente osservato dalla P.G., l’episodio deve ritenersi avvenuto tra gli ultimi mesi del 2006 e
l’inizio dell’anno 2007. VARGAS Roberto colloca genericamente i fatti nell’anno 2005 o 2006 (cfr.
interrogatorio del 23/12/2013), oppure nel 2007 (cfr. interrogatorio del 01/02/2013), ma devono ritenersi più
precise le reminiscenze di VARGAS Pasquale, il quale ha maggiori riferimenti temporali quali i periodi di
tempo che ha trascorso durante la latitanza, scanditi dagli spostamenti in vari rifugi, e l’arresto del suo autista
MERCADANTE Luigi (nato a Caserta l’ 11/07/1973). Quest’ultimo infatti risulta tratto in arresto per estorsione
aggravata dal metodo mafioso in data 04/05/2007, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in
carcere del GIP di Napoli n. 10722/07 RG GIP.
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ADR: MADONNA Nicola è cugino di MADONNA Franco ed è mio cugino diretto verificare
parentela tra MADONNA Nicola e MADONNA Franco. Anche MADONNA Nicola è un
imprenditore edile ed ha un’impresa distinta a quella di MADONNA Franco. Posso dirle che
MADONNA Franco è figlio di MADONNA Mario e MADONNA Nicola è figlio di MADONNA
Menotti. MADONNA Menotti ha sposato la sorella di mio padre. Posso dirle che i rapporti tra i
genitori di Franco e Nicola erano pessimi; i rapporti tra Franco e Nicola so che erano rapporti di
conoscenza ma senza frequentazione, proprio per i dissapori che vi erano tra i genitori.
ADR: quando incontrai Schiavone Nicola, il punto di mira dello Schiavone era MADONNA Franco
di Mario. MADONNA Franco ha a sua volta un fratello che si chiama Nicola che è il socio di
MADONNA Franco. In sostanza, MADONNA Franco e MADONNA Nicola sono fratelli ed
entrambi imprenditori. Diverso dal MADONNA Nicola, fratello di Franco è il MADONNA Nicola
di Menotti, che quindi non c’entra nulla con il MADONNA Nicola di Mario.
ADR: so che MADONNA Franco e Nicola di Mario hanno uffici in comune nella zona del campo
sportivo di Casal di Principe; si tratta della strada che porta verso Santa Maria La Fossa e verso
San Tammaro27.
ADR: per dare seguito all’incarico che mi aveva dato SCHIAVONE Nicola, pensai di organizzare un
incontro con MADONNA Franco presso l’abitazione di mio fratello Michelangelo. Incaricai mio
fratello Roberto e MERCADANTE Luigi di recuperare una pistola ed un mitra di mia
pertinenza . Incaricai mio fratello Roberto di prelevare MADONNA Franco e portarlo a casa
di Michelangelo, ove io giunsi accompagnato da MERCADANTE Luigi28.
ADR: ricordo che l’incontro con MADONNA Franco avvenne nel pomeriggio e, come detto, circa uno
o due mesi prima dell’arresto di MERCADANTE. Io e Luigi arrivammo per primi e dopo un poco mio
fratello con MADONNA Franco. Mio fratello e Luigi MERCADANTE ci lasciarono soli nell’ufficio
di mio fratello Michelangelo. Eravamo quindi in tale ufficio io e MADONNA Franco.
ADR: appena rimasti soli, io ingiunsi a Franco MADONNA di portarmi il giorno dopo la somma di
500 mila euro. Il MADONNA mi chiese a che titolo dovesse darmi questi soldi ed io a quel punto lo
insultai intimandogli di non permettersi mai più di inviare gli imprenditori da Michele ZAGARIA. Il
MADONNA Franco, a quanto punto, mi disse di ricordarmi che eravamo parenti ed io, a quel punto,
gli contestai che non mi aveva mai mandato nulla e che quindi doveva consegnarmi la somma richiesta
il giorno dopo. Ricordo che gli puntai il mitra e che fui quasi tentato di colpirlo, utilizzando come
corpo contundente l’arma, alla testa. Mi trattenni e gli dissi di andare via, altrimenti lo avrei ucciso
subito. Mio fratello lo riaccompagnò e io subito andai via da quella casa perché ero latitante e temevo.
Voglio dirle che io fui così risoluto, anche perché volevo innescare la reazione del gruppo ZAGARIA,
in modo tale che noi poi avremmo immediatamente agito. Io a Nicola SCHIAVONE avevo detto che
volevo rompere gli indugi con il gruppo ZAGARIA e che volevo chiamare tutti gli imprenditori
referenti della fazione ZAGARIA e , a prescindere da lavori in corso o meno, chiedere ad ognuno di
loro 500 mila euro. In sostanza io volevo la contrapposizione con Michele ZAGARIA, ma
SCHIAVONE Nicola mi disse di andare piano.
27
Trattasi di via Vaticale, che da Casal di Principe conduce a Santa Maria La Fossa e San Tammaro, ove in effetti
si trova la sede della ditta dei fratelli MADONNA.
28
Qui si delinea il ruolo di VARGAS Roberto e di MERCADANTE Luigi. Non ci sono dubbi sul fatto che entrambi
abbiano partecipato alle minacce al MADONNA Francesco: già si è detto in ordine allo stato giuridico di
MERCADANTE Luigi (libero dall’ 8/06/2005 al 04/05/2007), mentre VARGAS Roberto (che tra l’altro ammette
il suo ruolo nel proprio interrogatorio del 23/12/2013, cui si rimanda) risulta libero fino al 16/05/2009,
quando veniva raggiunto da decreto di fermo del PM emesso nell’ambito del proc. pen. 55790/06 per il
triplice omicidio di PAPA Giovanni Battista, MINUTOLO Modestino e BUONANNO Francesco.
76
ADR: circa l’epoca dell’incontro con MADONNA Franco di cui ho parlato e nel ribadirvi che avvenne
in un pomeriggio di marzo – aprile, posso solo aggiungere che tale incontro avvenne poco tempo
prima, forse meno di una mese, dall’arresto di MERCADANTE Luigi, che era colui che in quel
periodo mia accompagnava negli spostamenti. Ricordo che il MERCADANTE Luigi fu arrestato per
le vicende relative ai supermercati Super Alvi.
ADR: voglio precisare che nel periodo in cui incontrai MADONNA Franco io ero appoggiato a Casal
di Principe presso l’abitazione del fratello di Massimo detto Sgrigno o forse Sgrigno proprio di
cognome. Per meglio comprendere, posso dire che tale Massimo Sgrigno, presso il cui fratello mi
appoggiavo a Casale, era stato ucciso nel 1999 mi pare sulla superstrada di Villa Literno.
ADR: dopo qualche giorno dall’incontro con MADONNA Franco, venne da me mio fratello Roberto,
anzi ricordo che Roberto venne a me il pomeriggio successivo. Mi disse Roberto che MADONNA
Franco aveva incontrato Schiavone Nicola. Mi disse mio fratello che MADONNA Franco aveva
dapprima inviato a Schiavone Nicola la notizia che era disposto a pagare 300 mila euro e
poi si incontrò direttamente con Schiavone Nicola. Tutto ciò era avvenuto il giorno dopo della
mio convocazione del MADONNA Franco e ciò si spiega con il fatto che io avevo detto al
MADONNA Franco che il giorno dopo doveva mandarmi i soldi. Mio fratello mi disse che Nicola
aveva incontrato Franco Madonna dicendo che l’imprenditore non doveva pagare nulla, ma
che da quel momento il Madonna doveva essere a diposizione della famiglia Schiavone.
Nicola disse testualmente a MADONNA Franco che da quel momento lui doveva essere a
disposizione degli schiavone e gli schiavone erano a sua disposizione e che da quel momento
il MADONNA doveva indirizzare gli imprenditori a Casal e non più a Casapesenna. Alla
richiesta del MADONNA franco rivolta la Nicola di come dovesse regolarsi con me, Schiavone Nicola
gli disse che ci avrebbe pensato lui. Nicola disse a MADONNA Franco che se la sarebbe vista lui con
me e che MADONNA Franco non doveva cacciare nulla. Infatti, Nicola mi inviò direttamente 11.000
euro, tramite mio fratello Roberto, ed altri 10.000 euro li mandò a casa di MERCADANTE Luigi, che
nel frattempo era stato arrestato.
ADR: riepilogando, quindi: vi fu prima il mio incontro con MADONNA Franco; il giorno dopo
l’incontro venne da me mio fratello Roberto a dirmi che MADONNA aveva contattato ed incontrato
Nicola Schiavone; il giorno dopo l’incontro fra me e Roberto, lo stesso Roberto mi portò 11.000 euro.
ADR: voglio precisare meglio i fatti e le date: dopo l’incontro tra me e Franco MADONNA, avvenne
quello tra Nicola e Franco che mi fu raccontato da mio fratello Roberto. Da mio fratello Roberto e da
MERCADANTE Luigi seppi che Nicola SCHIAVONE aveva detto che mi avrebbe mandato lui
21.000 euro. Tali soldi mi furono consegnati solo dopo, precisamente dopo l’arresto di
MERCADANTE. Ricordo infatti che quando Roberto mi porto gli 11.000 euro, mi disse che Nicola
Schiavone aveva detto che i residui 10.000 gli aveva lui stesso inviati alla moglie di MERCADANTE
Luigi che era stato arrestato.
ADR: la SV mi chiede come mai io abbia accettato 21.000 euro a fronte di una richiesta rivolta al
Madonna Franco di 500.000 euro. Le rispondo che la richiesta di 500.000 euro era solo una
provocazione. Il nostro obbiettivo era quello di allontanare MADONNA Franco dalla
famiglia ZAGARIA e legarlo a noi. Tant’è vero che i 21.000 euro furono un pensiero di
SCHIAVONE Nicola a me e a MERCADANTE per il recupero dell’imprenditore che avevamo fatto.
ADR: il recupero non era il recupero di una vittima di estorsione, perché altrimenti ci
saremmo presi i soldi da MADONNA Franco. L’obbiettivo di Nicola SCHIAVONE e quindi
mio era quello di legare l’imprenditore MADONNA Franco al nostro gruppo e non quello di
fare un’estorsione.
77
ADR: è la stessa regione quella che ho appena esposto, che indusse SCHIAVONE Nicola a non
prendersi da MADONNA Franco i 300.000 euro che pure gli offriva.
ADR: la SV mi chiede ancora una volta come sia spiegabile che Schiavone Nicola non abbia accettato i
300.000 euro che MANDONNA Franco voleva consegnargli ed io le ribadisco che a noi MADONNA
serviva non come vittima di estorsione, ma serviva come imprenditore e come imprenditore noi
volevamo toglierlo a ZAGARIA Michele.
ADR: la fazione Schiavone aveva bisogno di imprenditi per contrastare ZAGARIA, che aveva a
disposizione molti imprenditori che avevano cominciato a svolgere lavori anche a Casal di Principe.
ADR: dopo questa vicenda, certamente MADONNA Franco non è andato a Casapesenna. So solo per
certo che da quel momento MADONNA Franco ha avuto rapporti stretti con SCHIAVONE
Nicola, come mi ha detto SCHIAVONE Nicola e mio fratello Roberto.
ADR: non sono in grado di fornirvi notizie precise sul collettore fognario di Grazzanise nel 2009, però
posso dire che certamente, per le mie conoscenze degli equilibri criminali della zona, è stato
aggiudicato a certamente ad un impresa facente capo a Schiavone Nicola. Quando dico che certamente
è stata aggiudicata a Schiavone Nicola, intendo dire che è stato Nicola ad indicare a stabilire il proprio
imprenditore che doveva eseguire i lavori. In particolare, nel settore che ha attinenza con fogne e
collettori fognari, dove vi è un margine di guadagno molto alto, Schiavone Nicola non
consentiva a nessun altro di svolgere i lavori. Tale fatto mi risulta direttamente, in quanto
MERCADANTE Luigi, che era un imprenditore, grazie a sue amicizie presso la Regione Campania,
riusciva ad ottenere il finanziamento di opere presso i Comuni del Casertano. Ebbene, mi risulta
direttamente per averlo vissuto, che Schiavone Nicola, nonostante si trattasse di lavori dal
MERCADANTE procurati, li aveva di fatto svolti lui, estromettendo il MERCADANTE. Di tali
vicende ho parlato di recente in un altro interrogatorio e qui le richiamo solo per dirvi che i lavori in
materia di fogne sono sicuro che erano appannaggio di Schiavone Nicola.
Viene sottoposto al VARGAS Pasquale un album fotografico con intestazione della Stazione
Carabinieri di Grazzanise con n. 4 foto a colori.
ADR: nella foto n. 1 è ritratto MADONNA Nicola, fratello di MADONNA Franco, figli di
Madonna Mario.
L’Ufficio dà atto che si tratta di MADONNA Nicola, nato a Casal di Principe l’8/12/1966.
ADR: la persona ritratta nella foto n. 2 mi pare una faccia conosciuta, ma non so dirla chi sia. La SV
mi dice di trattarsi di ZAGARIA Alessandro. Non conosco questa persona.
ADR: circa il ristorante “Il Tempio” di Casapesenna posso dirle che lo conosco per averci
mangiato nel 1993 con ZAGARIA Michele. ZAGARIA mi diceva che era gestito da un suo
parente, ma non so dirle altro.
ADR: nella foto n. 3 è ritratto MADONNA Franco, la persona che ho minacciato come sopra
ho raccontato.
L’Ufficio dà atto che si tratta di MADONNA Francesco, nato a Napoli il 20/12/1961.
Interrogatorio di VENOSA Salvatore del 15/10/2012
(Omissis) Vi posso riferire che la zona di Grazzanise è gestita dalla famiglia Schiavone, tuttavia la
zona di Cancello ed Arnone è completamente gestita totalmente da noi (il c.d.g. appartiene al gruppo
Zagaria. NdR). (Omissis) Vi posso riferire inoltre circa un’estorsione relativa ad un lavoro pubblico
abbastanza grande inerente il Regi Lagni e assegnato a MADONNA Francesco di Casapesenna. Tale
lavoro partiva da Grazzanise fino a Cancello ed Arnone e pertanto concordammo con il gruppo
Schiavone che quando entravano a Cancello ed Arnone, ci dovevano versare il 5% del fatturato che
78
veniva realizzato nel Comune di Cancello ed Arnone in quanto era da noi controllato. (Omissis) Il
pagamento si doveva concretizzare nell’anno 2012, poiché appena iniziavano lo scavo ci dovevano dare
una somma a titolo di acconto. Vi posso riferire inoltre che gli SCHIAVONE già stavano
prendendo i soldi in merito a tale lavoro e li stava pagando MADONNA Francesco
(Omissis). Aggiungo inoltre che l’importo di tale lavori era il lavoro più grande che si stava facendo
nel Comune di Grazzanise (Omissis).
Interrogatorio di PELLEGRINO Attilio del 22/07/2014
(omissis) ADR: la SV mi chiede se io conosca tale MADONNA Francesco. Le chiedo se si tratti di un
imprenditore edile ed alla sua risposta affermativa, rispondo che si tratta di due o tre fratelli che
ricordo legati alla fazione Schiavone. Su sua richiesta preciso che quando parlo di fazione Schiavone
intendo riferirmi dapprima a Schiavone Francesco detto Sandokan e, di recente, al figlio di questi
Nicola. Per imprenditori vicini alla fazione Schiavone intendo dire che erano imprenditori che
regolavano direttamente i rapporti economici con il clan attraverso la famiglia di riferimento, che
garantiva poi l'assoluta tranquillità e linearità nell'espletamento dei lavori. In sostanza, qualora un
imprenditore della famiglia Schiavone veniva a lavorare nelle zone di competenza di Zagaria, noi non
ottenevamo nulla direttamente dall'imprenditore, a cui non potevamo imporre l'estorsione, né
provocare alcun tipo di disagio. Era poi la famiglia Schiavone ad inviarci una somma di denaro in
ragione dei lavori svolti e così accadeva quando era un nostro imprenditore che acquisiva lavori nella
zona di Schiavone.
ADR: la SV mi chiede come faccia ad affermare questo dei fratelli Madonna ed io le rispondo che ne
abbiamo parlato all'interno del clan e della fazione Zagaria, quale ad esempio Garofalo Giovanni, ma
soprattutto ricordo di averne parlato con Iavarazzo Mario, esponente di spicco del clan Schiavone, con
il quale mi incontravo per fare i conti dei soldi da inviare ai detenuti del clan Schiavone e del clan
Zagaria che sì trovavano al 41 bis. Tali incontri, cui partecipava anche, per conto di Antonio Iovine,
tale Cecoro Antonio, si sono svolti dal 2010 e fino al dicembre 2011, quando fu arrestato Michele
Zagaria. Infatti, dopo l'arresto di Michele Zagaria io mi sottrassi dal compito di fare i conti dei soldi
da inviare ai detenuti al 41 bis, in quanto non avendo più alle spalle un personaggio come Michele
Zagaria, preferii sottrarmi a tale responsabilità.
Nel corso di tali incontri, ognuno di noi, espressione delle diverse famiglie, portava l'elenco delle
entrate che ogni famiglia aveva ottenuto nel periodo di tempo che andava fino alla riunione precedente.
In sostanza, io per il clan Zagaria e gli altri che ho indicato per le altre famiglie, rendicontavamo le
entrate, distinguendole per le diverse tipologie quali slot machines e giochi on line, somme che
provenivano dagli imprenditori amici e somme che provenivano dalle estorsioni. Si sommavano gli
importi e, se mancava qualche somma per raggiungere l'importo degli stipendi dovuti ai detenuti al 41
bis, ricordo che era Michele Zagaria che integrava i fondi con il proprio denaro. Infatti, Zagaria aveva
poi le sue "personali entrate", che metteva a disposizione per raggiungere gli importi da devolvere ai
detenuti al 41 bis.
ADR. tali incontri per fare i conti avvenivano generalmente ogni mese. In un'occasione Iavarazzo
Mario, delegato ai conti per la famiglia Schiavone, teneva un elenco in cui io ebbi modo di notare il
riferimento agli imprenditori Madonna, con una cifra che mi pare ricordare essere di 10.000 euro.
Poiché lo Iavarazzo non aveva conteggiato tale somma nel totale da devolvere agli stipendi per il 41
bis, chiesi spiegazione allo Iavarazzo, il quale mi disse che tale entrata non doveva essere conteggiata
per i 41 bis, in quanto si trattava di un'entrata personale della famiglia Schiavone.
79
ADR: ricordo bene che tale episodio relativo all’impresa Madonna e del conteggio in cui non si tenne
conto della somma riferita a tale impresa, avvenne nel Natale del 2010, mentre ci trovavamo nella
villa di Pellegrino Sabino a Villa di Briano. Ricordo bene che, tramite il sistema dei citofoni che
usavamo per comunicare e che ho abbondantemente descritto, portai a conoscenza del comportamento
di Iavarazzo Mario personalmente Zagaria Michele, il quale non diede peso alla cosa in quanto
sostenne che era usuale che gli Schiavone nascondessero o tenessero comunque per loro somme
derivanti dalle attività criminali.
ADR: io non ho mai avuto modo di incontrare o comunque conoscere i fratelli Madonna, né sono in
grado di riferirvi lavori da loro effettuati. Della vicinanza agli Schiavone ho appreso sulla base delle
circostanze che ho sopra esposto. Posso solo aggiungere che nel 2008 o 2009 ero detenuto a Melfi e ebbi
modo di conoscere un tale Madonna di Casal di Principe, che mi disse di essere un imprenditore
insieme ai fratelli. Mi disse che era legato alla famiglia Schiavone, ma non so dire se si tratta degli
stessi Madonna di cui ho parlato in precedenza.
Tutti i predetti collaboratori, tra i quali esponenti apicali del clan come De Simone Dario,
Caterino Massimiliano ed infine Iovine Antonio, indicavano, dunque, Madonna Francesco e
Madonna Nicola come imprenditori camorristi.
Tale indicazione è stata fatta sin dal 1997 dal De Simone Dario, che riferiva di Madonna
Francesco come imprenditore espressione del clan dei casalesi.
Anche Ferriero Giovanni riferisce, sia pure de relato, che il Madonna Francesco era legato al
clan e, in particolare, era legato alla fazione Schiavone.
La qualifica di “imprenditore nostro”, cioè afferente al clan, è ribadita anche da Frascogna
Domenico e Diana Luigi.
D’Alessandro Cipriano, storico esponente del clan dei casalesi, concorda nell’indicare
entrambi i fratelli Madonna come imprenditori favoriti dal clan per l’aggiudicazione degli
appalti.
Come molti imprenditori, fermo restando il collegamento con il clan, spesso si assiste ad un
contatto ora con l’una ora con l’altra fazione del medesimo clan. È quanto avvenuto per i
fratelli Madonna, che, dopo essere stati inizialmente legati alla fazione Schiavone, si sono
successivamente avvicinati alla diversa, ma pur sempre espressione del medesimo gruppo,
fazione facente capo a Zagaria Michele. Tale avvicinamento determinava il “rammarico”
della famiglia Schiavone, in quanto è evidente che più stretto è il collegamento tra
l’imprenditore e una fazione, maggiori sono le possibilità di più ampio guadagno per la
fazione cui l’imprenditore è più vicino.
Emerge dalle dichiarazioni dei collaboratori, e in particolare da quelle di Iovine Antonio, che
la fazione cui l’imprenditore è più vicino, riesce a gestire direttamente i proventi economici
che derivano dal rapporto con l’imprenditore stesso. In sostanza, la fazione si avvantaggia
maggiormente in termini economici del rapporto con l’imprenditore, beneficiando di una più
immediata forza nella ripartizione delle somme che l’imprenditore destina al clan, quale
prezzo per l’appoggio che il clan stesso offre.
Della reazione rabbiosa di Schiavone Nicola per l’avvicinamento dei Madonna allo Zagaria
vi è prova nelle dichiarazioni concordi di Vargas Roberto e Vargas Pasquale Giovanni (come
meglio vedremo nella trattazione dei capi 7 ed 8 della rubrica).
Tale reazione è stata raccontata dal Vargas Pasquale nell’interrogatorio del 23/1/2014.
80
Il Vargas Pasquale racconta di aver minacciato armato il Madonna Franco, proprio per
indurlo ad allentare i rapporti con Zagaria Michele e a riavvicinarsi alla famiglia Schiavone.
Il Vargas colloca tale minaccia tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007 ed in tal senso riferisce
concordemente anche Vargas Roberto.
Ebbene, del mutato atteggiamento del Madonna verso la fazione Zagaria, vi è concorde
traccia nel narrato di Caterino Massimiliano del 2/7/2014.
Quest’ultimo, uomo di fiducia di Zagaria Michele, oltre a ribadire che più l’imprenditore era
vicino ad una fazione piuttosto che ad un’altra, più vantaggi quella fazione otteneva,
riferisce di un allontanamento dei fratelli Madonna dalla famiglia Zagaria che adirò Michele
Zagaria. L’indicazione del Caterino Massimiliano è generica circa gli anni, ma ciò può
spiegarsi con il tempo trascorso, mentre è significativo che “una voce di dentro” del gruppo
Zagaria confermi quanto già narrato dai fratelli Vargas.
Importante è anche il punto del racconto di Caterino Massimiliano che fa specifico
riferimento ai lavori per l’ “Emissario Grazzanise” e della sicura sottrazione del pagamento
in favore degli Zagaria da parte dei Madonna, motivata dall’acquisizione dell’appalto grazie
all’intervento di Alessandro Zagaria.
Detta circostanza trovava effettivo riscontro nelle richiamate intercettazioni dalle quale
emergeva il ruolo svolto da Alessandro Zagaria nell’aggiudicazione dei predetti lavori.
Il quadro probatorio è definitivamente chiarito dalle dichiarazioni dell’esponente apicale del
clan Iovine Antonio. Quest’ultimo, storico esponente del clan, non soltanto ha fatto parte del
vertice del citato clan, ma è rimasto latitante per ben 15 anni ed aveva assunto un
indiscutibile ruolo di vertice nel clan medesimo. Ebbene, lo Iovine, nelle sue dichiarazioni
dell’ 1/7/2014, ha non solo confermato il ruolo d’imprenditori camorristi di Madonna Nicola
e Madonna Francesco, ma li ha indicati come imprenditori collusi, collegati “ora con Zagaria
Michele, ora con la famiglia Schiavone, a seconda delle necessità”.
Coerente con tale progettazione è anche il narrato di Pellegrino Attilio, “contabile” della
fazione Zagaria a partire dal 2010 e fino al dicembre 2011, data dell’arresto di Michele
Zagaria.
Il Pellegrino, nell’interrogatorio del 22/7/2014, ha riferito di aver avuto modo di constatare,
nel corso delle riunioni tra gli appartenenti alle diverse fazioni del clan, finalizzate ad
effettuare i conteggi degli stipendi, di aver notato che il rappresentante della famiglia
Schiavone, Iavarazzo Mario (sul cui ruolo di contabile del clan Schiavone vds. allegata
sentenza di condanna, nonché, per la compiuta esposizione della vicenda, l’ordinanza
emessa nell’ambito del medesimo procedimento c.d. operazione “Titano”), vide, nelle mani
dello Iavarazzo, un appunto relativo a tali imprenditori “Madonna”, che gli vengono indicati
dallo Iavarazzo come “persone” della famiglia Schiavone. Il racconto del Pellegrino è
assolutamente omogeneo con le risultanze probatorie sopra esposte, in quanto conferma che
nel 2010, quindi in epoca più o meno coeva alla vicenda dell’ “Emissario”, gli imprenditori
Madonna erano contigui al clan dei casalesi.
Tutti i richiamati collaboratori di giustizia, dunque, li indicano come imprenditori collusi con
la camorra, ora vicini alla fazione Zagaria ora alla fazione Schiavone.
Soggetti che negli anni hanno assunto il ruolo di entità deputate a consentire al clan di
conseguire il controllo degli appalti pubblici e rilevanti proventi economici.
81
La vicenda dell’Emissario Grazzanise costituisce proprio la conferma delle riferite
circostanze.
In tal senso, si esprime il già citato collaboratore di giustizia Caterino Massimiliano nel
verbale del 2.7.2014:
“….Io venni arrestato nuovamente nel 2006 e rimasi detenuto fino al 2009. Poi nel 2011, dopo
l’arresto di Michele Zagaria, mi incontrai con il fratello Antonio Zagaria, per parlare di un riassetto
del gruppo. In tale circostanza, parlammo di alcuni lavori pubblici a cui i Madonna stavano
partecipando, che dovevano svolgersi o si stavano svolgendo a Grazzanise. Antonio mi
disse che i Madonna avevano ottenuto i lavori grazie a Michele Zagaria e a Francesco
Zagaria, cognato di Michele, ma dopo l’arresto di Michele Zagaria i Madonna non si erano fatti
vedere. Sempre Antonio Zagaria mi disse che i Madonna si erano giustificati con lui dicendo che
avevano ottenuto l’appalto non tanto grazie a Michele Zagaria, ma soprattutto grazie ad
Alessandro Zagaria, figlio di Francesco Zagaria proprietario del ristorante “Il Tempio” di
Casapesenna, che era fidanzato con la figlia di uno dei Madonna.
Il denaro dell’appalto di Grazzanise doveva essere diviso, in base agli accordi tra Zagaria e
i Madonna, al 50% tra gli imprenditori Madonna ed il clan, come mi aveva riferito Antonio
Zagaria.
I lavori pubblici di cui parlo erano per la realizzazione di una fogna.
Non so se Alessandro Zagaria è parente di Michele Zagaria, ma di certo le due famiglie erano in
amicizia….”
Evidente, dunque, la piena condivisione delle finalità perseguite dal gruppo attraverso una
fattiva e concreta collaborazione nello specifico settore dei lavori pubblici, così contribuendo
alla realizzazione di uno degli scopi tipici dell’associazione ovvero il controllo del tessuto
imprenditoriale di un determinato territorio.
Che non siano, peraltro, soggetti inseriti stabilmente nel gruppo in qualità di partecipi lo si
ricava dalla stessa vicenda contestata ai capi 7 ed 8 della rubrica che – come meglio vedremo
– vede Madonna Francesco persona offesa in quanto destinataria delle minacce dei fratelli
Vargas in quanto Nicola Schiavone non tollerava proprio il rapporto privilegiato dagli stessi
intrattenuto con la famiglia Zagaria sui lavori pubblici nella provincia di Caserta.
Posizione di Parente Enrico
Si è già ampiamente illustrata la figura dell’ex sindaco PARENTE Enrico nella vicenda c.d.
“Emissario Grazzanise”.
Seguendo la condivisibile impostazione della pubblica accusa, ai fini di una compiuta
ricostruzione del contributo dallo stesso concretamente offerto al clan, verranno di seguito
ricostruiti ed illustrati due ulteriori episodi che hanno per protagonista il predetto indagato
ovvero il favoreggiamento della latitanza di ZAGARIA Michele e l’omessa denuncia
dell’estorsione patita dall’imprenditore DIANA.
-
Il favoreggiamento aggravato del latitante Michele ZAGARIA
In premessa è stato già fatto cenno alla vicenda del favoreggiamento di ZAGARIA Michele
per la quale il PARENTE è stato già condannato in primo grado con sentenza del GUP di
Napoli del 27.12.2013 / 7.1.2014 (sentenza allegata agli atti).
Lungi dal voler in questa sede ripetere e ripercorrere il processo all’indagato per fatti già sub
iudice, appare tuttavia opportuno e doveroso farvi in questa sede cenno per meglio
contestualizzare gli ulteriori fatti oggi in contestazione.
82
Nella più volte richiamata informativa in atti dei CC di Grazzanise del 30.7.2014 veniva
rappresentato che dalle intercettazioni in atti emergeva che il sindaco pro tempore Enrico
PARENTE, nel mese di gennaio 2009, aveva effettuato un viaggio all’estero a Innsbruck
(Austria) con la sua autovettura Alfa 166 targata BK859AN.
Dal tenore delle conversazioni e dagli accorgimenti da lui presi, nonché dalle successive
analisi delle conversazioni captate, si poteva agevolmente desumere che si era recato a
Innsbruck per incontrare il latitante Michele ZAGARIA29 ; dopo tale incontro, era stato
contattato da una persona di Grazzanise identificato in PARENTE Enrico30, imprenditore
agricolo e titolare di un Caseificio sito in Grazzanise, che gli aveva chiesto, facendo
riferimento a pregressi favori, di mettersi di nuovo a disposizione per una visita medica a
favore di Michele ZAGARIA, affetto da uno scompenso cardiaco.
Nelle conversazioni che seguono, si apprendeva che il PARENTE Enrico si stava preparando
ad effettuare un viaggio particolarmente arduo e rischioso che aveva come meta Innsbruck.
Al progressivo n. 500, minuto 01:09:10 circa, viene captata una conversazione nel corso della
quale il sindaco conversa al telefono, piuttosto preoccupato, con il figlio Paolo e gli riferisce
che per il bene della famiglia si deve allontanare.
Conversazione indicata al progressivo n. 1798 del 24/01/2009 ore 11:15:05, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393334473416 .
Il sindaco e l'assessore all'inizio parlano dello stato di salute della PERILLO , poi al minuto
02.11 viene intercettata conversazione di interesse investigativo , nello specifico il sindaco
riferisce che qualunque cosa succeda le vuole bene, e ribadisce qualsiasi cosa succeda, e
viene di seguito trascritta:
SINDACO DR. ENRICO PARENTE:... senti cara , senti cara, ti voglio bene assai,
qualunque cosa succeda , io ti voglio sempre bene , ricordatelo. Qualunque cosa succeda,
in genere.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: in genere..
SINDACO DR. ENRICO PARENTE: Tu pensa che passano cento anni ,io ti voglio bene.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: Ehh, questo mi fa piacere, l'importante che tu non
ritratti.
SINDACO DR. ENRICO PARENTE: Non, che devo ritrattare , perchè dovrei ritrattare .
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: Non l'importante nella peggiore delle ipotesi che
dovesse succedere, tu non ritratti.
SINDACO DR. ENRICO PARENTE: Non, non ritratto nulla.
29
ZAGARIA Michele, nato a San Cipriano d’Aversa il 21/05/1958, reggente del clan camorristico denominato dei
casalesi, oggi detenuto ma all’epoca dei fatti latitante da oltre 15 anni.
30
PARENTE Enrico nato a Grazzanise il 08.06.1951 e ivi alla via Cesare Battisti nr. 158, coniugato, imprenditore
agricolo titolare dell’Azienda Agro-zootecnica Marchesa di PARENTE Enrico & C., sedente in Grazzanise, alla
via Cesare Battisti nr.158.
83
Poi la conversazione continua e commentano lo stato di salute della PERILLO, della
manifestazione dell'inaugurazione della nuova sede di Libera in Grazzanise, e il sindaco
dice che non ha l'umore giusto per partecipare e quindi ha delegato il vice sindaco Carlino
CLEMENTE , il tutto non utile all'indagine e ai fini investigativi.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 102)
Conversazione indicata al progressivo n. 500 del 24/01/2009 ore 20:32:31, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
SINDACO ENRICO PARENTE:-Paolo dove stai tu? Ehh mica ci sta qualcuno vicino a te?
Allontanati, allontanati, che ti devo dire una cosa, non fare sentire a nessuno. Mo’ che vai a
casa, nel cassetto dellaaaaa, della scrivania, nel cassetto di destra della scrivania, hai capito?
No quando ci vai a mezzanotte, alle dieci , alle undici, nel cassetto di destra della scrivania,
dove sta chiuso a chiave, tu apri, vedi sulla destra del cassetto, sotto, la busta di plastica, una
busta di plastica blue, ehhhh ci stanno milleducento euro, tu piglia e li dai a mamma, che
quelli sono i soldi per la famiglia, e qualcosa pure per Pietro e per te, poi io per un po’ di
giorni non ci sto a Grazzanise, non te lo posso dire, non ci sto a Grazzanise, quindi non vi
preoccupate se non mi vedete, sto in giro sto qua vicino, però non vengo a casa, che devo
cercare di risolvere un problema importante, per me e per voi. Avverti tutti quanti che
stanno tranquilli, poi io ogni tanto ti chiamo a te sul telefono. I soldi dalli a mamma eh?
Ciao.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 103)
Conversazione indicata al progressivo n. 502 del 24/01/2009 ore 22:08:48, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Dal minuto 11.49
Enrico PARENTE:- buonasera ...lo so...otto euro ...grazie
Rumori di sottofondo del veicolo in marcia....
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 104)
Conversazione indicata al progressivo n. 503 del 24/01/2009 ore 22:32:39, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Dal minuto 22.33
Casellante: bollino autostrada?
Enrico PARENTE: bollino autostrada no! ho pagato ticket ...
84
Casellante: otto euro all'ora
Enrico PARENTE: ho pagato ticket
Casellante: libretto per favore ....no bollino Innsbruck 120 euro prego
Enrico PARENTE: pagato ticket ..
Casellante: otto euro ..il bollino Innsbruck ...
Enrico PARENTE: si
Casellante: no bollino Innsbruck 120.......no pagare ..tu pagare 1 2 3 cento mila...
Enrico PARENTE: ...consolato italiano...
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 105)
Conversazione indicata al progressivo n. 540 del 28/01/2009 ore 19:13:39, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero con utenza telefonica +393407266031 .
Conversazione al minuto 18 circa.
Sconosciuto: franco! franco!
Sindaco: che stai facendo? (...) devi chiamare Francoforte.
Sconosciuto: franco! e muoviti. franco!
Sindaco: e che sei tu. a frà. devi chiamare a Francoforte. dillo: Francoforte. devi chiamare. che
codice è? (...) chiama.
Sconosciuto: franco!! e vieni abbasc, fà mpress. francucc! chist' e và truvann!
Sindaco: -incompressibile(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 106)
Conversazione indicata al progressivo n. 2111 del 30/01/2009 ore 10:56:01, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393334473416 .
All'inizio il sindaco e l'assessore parlano dello stato di salute di entrambi, poi al minuto
02.20 circa il sindaco riferisce che sta ancora lontano e tornerà quanto prima, il tutto viene
qui di seguito trascritto:
SINDACO ENRICO PARENTE: ...io sto abbastanza bene , non ti preoccupare, sto ancora
lontano, ma ritornerò al più presto.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: si ma dai sparire così all'improvviso!
SINDACO ENRICO PARENTE: Non sono sparito, io sono andato per un corso alla
Bocconi di Milano, adesso sto cercando di fare un'altra cosa e appena è possibile, appena
ho le risposte ( di alcune analisi cliniche ), me ne torno, non ti preoccupare.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: No va beneee.
SINDACO ENRICO PARENTE: Ho chiamato pure i carabinieri a Grazzanise, onde evitare
che qualcuno mettesse in giro delle voci strane.
85
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: E tu ieri mi hai detto , stanno andando gente a
domandare, qua, la, , pure a noi so venuti gente a domandare , ma io ho detto che eri in
ferie, non ci sei punto.
SINDACO ENRICO PARENTE: va beeee in ferie quelli dicono , la famiglia sta casa , ma
lui dove sta?
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: E infatti Renato , quando io gli dissi sta in ferie, non
c'è, lui mi rispose ma la famiglia sta a casa., perchè lui teneva appuntamento con me,
come è la prima volta che succede, teneva l'appuntamento con me , sono andato non l'ho
trovato. NOn mi risponde al telefono. E io gli dissi va beeee... Renato , evidentemente ha
da fare e si sarà scordato. Cioè almeno dicci , guardate io non ci stò, una settimana sto
fuoriiii.
SINDACO ENRICO PARENTE: Ve lo dissi, ve lo dissi! Forse quando ho parlato tu non
c'eri, però io dissi al segretario comunale , dissi, faccio la sostituzione fino al 28 febbraio
a Clemente (vice sindaco) , perchè non so se riesco a tornare prima, però non ci starò e non
mi telefonate perché dove sta non si prende la linea. tanto è vero che io non stavo in
Italia, adesso sono in Italia! Quindi praticamente sto a posto. Quando ti ho chiamato la
prima volta, con telefono pubblico, io non stavo in Italia, anche perchè questo telefono
sicuramente sarà intercettato, allora io vogliooooo, chi sente ,chi non sente , non me ne
fotte proprio.Però i fatti miei , i fatti miei non li voglio far sapere. Non non voglio che un
imbecille qualunque che si mette a sentire le mie telefonate.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: va be mo hanno tagliato i soldi, hai capito?
SINDACO ENRICO PARENTE: Eeee dipende!
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: No con tanti mariuoli non penso che si mettono a
intercettare a te.
SINDACO ENRICO PARENTE: Comunque, io appena rientro ci vediamo? Io ho un po di
cose da dirti nell'orecchio.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: Se rientri fra due mesi non lo so!
SINDACO ENRICO PARENTE: Fra due mesi no.
ASSESSORE GIOVANNA PERILLO: Ecco dopo poi te ne puoi andare anche per altri due
mesi.
SINDACO ENRICO PARENTE: No ancora qualche giorno, perchè le indagini diagnostiche
saranno, pronte , le risposte saranno pronte già tra lunedi o mardetì, poi per tutt'altro per
il privato sto facendo , non si paga nulla, e non è convenzionato niente, qua per esempio
la risonanza magnetica con modulo vascolare c'è l'hanno pochissime strutture.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 107)
Poi la conversazione continua e il sindaco parla solo del suo stato di salute e delle varie
indagini diagnostiche che ha effettuato, a suo dire, poi dice che per copertura ha effettuato
l'iscrizione alla Bocconi per un corso dove ha preso solo le presenza , e di tutto ciò neanche
la famiglia ne è a conoscenza, il tutto non utile all'indagine in corso.
Conversazione indicata al progressivo n. 772 del 13/02/2009 ore 10:12:28, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
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Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE conversa con una donna all'interno della macchina e le racconta che ha
fatto una gita a Copenaghen perché aveva voglia di evadere. Nella circostanza parla delle
varie ipotesi che erano state fatte in occasione del suo allontanamento tra cui quella che si era
reso latitante perché lo dovevano arrestare. Commentano le varie ipotesi che erano state fatte
in paese.
Dalla posizione 33:21:
Enrico PARENTE: ma... a me ultimamente sono capitati due episodi sgradevolissimi, che
sono stato costretto... sono costretto a portare la pistola. Lo sai? Sono anni che non la portavo
più, infatti quando venni da te non la portavo. Mi hanno sparato nell'auto. Qua (inc.). Non a
me, hanno sparato alla macchina. Palle di lupare. Era notte, verso mezzanotte, io non ci sto
mai a casa, una delle poche volte... Io la notte quando mi ritiro non esco più, non esco più.
Quindi...
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: eh, si, si. Lo dissi. Ehm... Nessuno di noi se ne accorse, perché a casa
sentirono due colpi, però era il periodo di Natale, mo' allora dice, dice, sono i botti di Natale.
Dopo, mio figlio Pietro, quando tornò: "guarda che abbiamo sentito due colpi". Va buò i botti
di Natale. Siamo stati pure cinque minuti (inc.). La macchina io la parcheggio dietro, dietro
casa mia (inc.), sicché io me ne andai a dormire, loro stavano giocando a carte con altri
giovani, altri ragazzi, sette - otto di loro. Verso l'una e mezza mi venne a chiamare l'ultimo
figlio, disse: "papà, esci un poco, perché questi hanno sparato nella macchina". Allora mi alzo
col pigiama, andai a constatare e chiamai i carabinieri, facemmo i rilievi del caso. Ci stanno
ancora le le botte vicino al muro. Quelli hanno sparato col fucile a canne mozze.
Donna: cioè, venuti di proposito per sparare?
Enrico PARENTE: per sparare.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: no, sono stato deciso.
Donna: cioè, tu lo sai chi è stato?
Enrico PARENTE: si. Credo. Avrò la conferma tra pochi giorni, perché, chiaramente la Digos,
la Prefettura di Caserta, i carabinieri, la polizia, hanno fatto tutte le ipotesi. Sapendo che io
sono un sindaco molto duro, molto severo e (inc.) mai avuti, quale può essere il motivo che
ha scatenato...
Donna: la rabbia.
Enrico PARENTE: ...questa rabbia? I 40 miliardi di... che stanno per arrivare al Comune di
Grazzanise?
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: si? E molto probabilmente no. Qualche avversario politico che ha pagato
qualcuno, visto che non si riesce in nessuna maniera di cacciarmi, mi vogliono cacciare in
questo modo. Insomma, tante ipotesi.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: io poi ci sono arrivato. Perché, pochi giorni prima, io ho revocato
l'assessorato a un mezzo delinquente. Non lui, quello è un buon ragazzo, quello tiene 27 - 28
87
anni, ma tiene uno zio mezzo camorrista e, siccome questo invece di fare l'assessore va
facendo il pagliaccio (inc.) siccome sono sempre deciso, gli levai l'assessorato, gli dissi: "tu è
meglio che te ne vai. Se vuoi rimanere nel gruppo di maggioranza, se no prenditi la valigia e
vattene". Io credo che sia stata... perché questo è capitato dopo una quindicina di giorni e non
ancora avevo nominato il nuovo assessore.
Donna: però è stato uno, diciamo, uno spavento così, perché se no ti facevano (inc.)
Enrico PARENTE: no, aspetta. (inc.) ancora ti devo dire il corso sotterraneo della storia. Non
ancora avevo nominato il nuovo assessore, dice: "mo' lo intimoriamo, facciamo questa
intimidazione e torna indietro". E invece niente, io sono andato avanti, ho nominato un
nuovo assessore, quel Pasquale che dicevo prima a Tommaso "datela a Pasquale, dalla a
Pasquale poi me la porta lui", che è un maresciallo dell'esercito. Passano i giorni, l'opinione
pubblica, i giornali, pure la televisione ne ha parlato. Poi io sono il sindaco che è andato due
volte a Matrix (inc.), insomma in televisione se n'è parlato "il sindaco di Grazzanise ha subito
un'intimidazione", non l'avete...
Donna: no.
Enrico PARENTE: vabbè, non l'avete ricevuto. Vabbè, è obbligatorio.
Donna: (inc.) è una zona che...
Enrico PARENTE: centrale.
Donna: ...non sta (inc.)
Enrico PARENTE: aspè, però voglio dire qua... ah, eccolo qua. Questo qua ci sta il casellante
o si paga con la carta?
Donna: qua è con la carta, qua è con la moneta. Qua è con la moneta.
Enrico PARENTE: si, no, ma quelle ce l'ho, non è questo... Questo hai capito che hanno fatto?
Hanno levato quasi tutti i casellanti.
Donna: si, perché devono risparmiare come alla De Blasi.
Enrico PARENTE: (ride) e quindi si paga o con i soldi o... vabbè non è un problema. Mo' che
stavo dicendo: tutta l'opinione pubblica paesana, a parte le telefonate, la gente che mi
fermava in mezzo alla via "ma... ti sei messo paura, se è un problema noi ti stiamo vicino, vai
avanti, tu sei un sindaco buono", dicevo "non vi preoccupate, io (inc.) ma non me ne vado
(inc.)". E insomma, a parte questo, l'opinione pubblica ha decretato, tu sai che il popolo
quando decreta è micidiale eh, non c'è niente da fare, ha detto "sono state queste persone".
Donna: Enrì, scusa eh, come faccio a fare (inc.)
Enrico PARENTE: lo schienale?
Donna: eh, si perchè tu...
Enrico PARENTE: col pulsantino.
Donna: ...tu stai con sta capa, che ti stai tanto (inc.)
Enrico PARENTE: (inc.) più avanti... pulsantino... eh.
Donna: non mi riesce a...
Enrico PARENTE: se no ci sta il (inc.) più avanti. Dice, è stato, secondo il popolo sono state
queste persone: le persone che pensavo io. Tant'è vero che io ho tolto il saluto ai familiari
del... Quando quel signore poi è venuto, (inc.) Alessio si chiama: "ehi, sindaco buongiorno".
"Vieni qua, diglielo a tuo zio Gerardo che il sindaco sa". "Ma che so...". Dico: "senti -perché io
gli parlo col tu, quello mi parla col voi a me- tu digli solo così e lui lo capisce", ho detto.
(rumori di sottofondo da cui si evince che si trovano all'uscita di un casello)
88
Donna: Enrico, ci stanno gli amici, mettiti la cintura. Mettiti la cintura.
Enrico PARENTE: uh. Quando tornai da Copenaghen mi fermarono 5 o 6 volte. E io da
lontano... uh
Donna: e io mo' (inc.)
Enrico PARENTE: (continua il discorso precedente) "gli devi dire solo questo, dice ha detto il
sindaco che lui sa. Basta, non gli dei dire più niente". Perché, nel frattempo, tra le tante ditte
che hanno lavorato... qua che cos'è, si esce qua o è stazione di servizio? No no.
Donna: no no, polizia stradale Lunghezza. Che ne so che è. No.
Enrico PARENTE: no no no (inc.)
Donna: non è che (inc.)
Enrico PARENTE: no no e torniamo dall'altro lato, andiamo per la via normale. (riprende il
discorso) Dice... mh... molte ditte che lavorano sono di Casal di Principe, Villa Literno, San
Cipriano, Casapesenna, questi paesi dove la camorra regna sovrana e io sono confinante, io
mio paese è confinante. Allora quelli che hanno lavorato per il Comune, e che mi
conoscono, sono venuti e uno di questi c'ha un cognome particolare e si chiama Iovine.
Iovine, ed è cugino di uno dei capi storici della... del clan dei casalesi, non so se (inc.) in
televisione, e mi ha detto: "sindaco, -proprio così, guarda eh- ma avete qualche problema?
Perché a me risulta che da Casale non è venuto nessuno...
Donna: sai che (inc.)
Enrico PARENTE: non è venuto nessuno. Quindi, non è una cosa della camorra". Ma non
signore, ve lo sto dicendo io, io non ho rapporti con queste persone, anche se voi siete un
familiare con... lo chiamano u'Ninn, quindi uno dei più sanguinari che ci stanno nella mia
zona. Ecco, usciamo qua. Dice: "vi farò sapere". Mo' io con lui non ho più parlato, però mi ha
mandato il messaggio -(inc.) tra pochi giorni. Perciò ho detto tra pochi giorni saprò- tramite
un architetto che è un mio carissimo amico del paese, che è calabrese, mi ha chiamato in
disparte ha detto: "senti, io te la do la notizia in anteprima, poi verrà lui di persona. Questo
qua, prima di venire a casa tua a sparare nella macchina tua, sono andati a chiedere il
permesso". Tu sai, no, che nella camorra (inc.). Ci sono... il capo famiglia è il boss...
Donna: certo, certo.
Enrico PARENTE: ...poi ci sono i capi mandamenti.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: ...i capi mandamenti e poi ci sono i soldati. Allora, questo Gerardo, che io
sospetto, è un soldato, non è un... è un imbecille, è andato a chiedere il permesso se lui
poteva fare quest'azione dimostrativa nei confronti (inc.). Quello lì, il reggente, gli ha detto:
"guarda che tu stai facendo, stai per fare una carognata, perchè questo non se lo merita,
perché questo è una persona seria". Dice, dice: "no, ma sai, è una questione nostra...". E allora
lui mi ha mandato a dire: "guarda all'interno della tua giunta. A noi non ci pensare. Guarda
all'interno della tua giunta". Quindi, indirettamente, ha confermato quello che sia l'opinione
pubblica, sia io pensai. Però questo mi ha mandato a dire questo, io mo', quando lo
incontro, sarà più chiaro. Non incontro a lui, il capo (inc.). Basta che tu una volta sola ci hai
a che fare, dopo si aggrappano, no. Non ti mollano più. Perciò...
Donna: (inc.) tua moglie non sta preoccupata.
Enrico PARENTE: ...perciò sono stato costretto ad armarmi. Hai capito?
Donna: ma come ti è passato per capo a (inc.) in mezzo alla politica?
89
Enrico PARENTE: perché io sono un guerriero, non sono un...
La donna: continua a conversare con Enrico PARENTE e parlano di fermarsi con la
macchina.
Enrico PARENTE parla che gli hanno mandato la Digos per parlare con il Questore per avere
il porto d'armi. Enrico PARENTE parla delle difficoltà che ci sono in provincia di Caserta
per avere il porto d'armi. Enrico Parente conversa con la donna degli accenti e dei dialetti.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 108)
Conversazione indicata al progressivo n. 2728 del 13/02/2009 ore 19:39:41, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1246/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3295866416 con utenza telefonica +393355706313 .
Parente Enrico (Sindaco):- pronto?
Parente Enrico (Campania Felix):- Enrico
Parente Enrico (Sindaco):- oh Enrico ciao come stai?
Parente Enrico (Campania Felix):- non c'è male
Parente Enrico (Sindaco):- è dimmi io pure oggi ..ho trovato il tuo messaggio stamattina
quaNdo ho acceso il telefono ma ..è poi ho provato a chiamare...
Parente Enrico (Campania Felix):-e niente se sei disponibile un poco stasera ci incontriamo
dieci minuti
Parente Enrico (Sindaco):- aspetta mo non ci sto sto a Capua
Parente Enrico (Campania Felix):- è
Parente Enrico (Sindaco):- sto a Capua.....sto con degli amici.. amici Sindaci qua a
Capua...ma domani mattina dove stai mica stai al Caseificio
Parente Enrico (Campania Felix):- si
Parente Enrico (Sindaco):- e allora vengo io da te
Parente Enrico (Campania Felix):- e come vuoi tu
Parente Enrico (Sindaco):- più o meno che fascia orario posso venire ...
Parente Enrico (Campania Felix):- no e io sto là la mattinata sto là
Parente Enrico (Sindaco):- verso le dieci le dieci e mezza ti trovo
Parente Enrico (Campania Felix):- e va bene ok
Parente Enrico (Sindaco):- va bene allora vengo io da te domani mattina
Parente Enrico (Campania Felix):- va bene
Parente Enrico (Sindaco):- ciao Enrico buonanotte
Parente Enrico (Campania Felix):- ciao ciao a domani
Parente Enrico (Sindaco):- ciao
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 109)
L’esatta identificazione di PARENTE Enrico nato a Grazzanise l’8/06/1951, quale
utilizzatore dell’utenza telefonica 335/5706313 si evidenzia principalmente da due elementi
ovvero innanzitutto dall’intestatario, poiché l’utenza in disamina è intestata alla Cooperativa
Agricola LA MARCHESA di cui il PARENTE Enrico è titolare, nonché dal contenuto della
90
conversazione stessa poiché il PARENTE Enrico Sindaco di Grazzanise lo chiama con il
nome di battesimo Enrico.
Dall’analisi della seguente conversazione captata all’interno dell’autovettura Alfa Romeo
166 targata BK859AN , si deduce che l’interlocutore, identificato in PARENTE Enrico classe
1951, titolare del caseificio Campania Felix, chiede al sindaco Dr. Enrico PARENTE di
mettersi di nuovo a disposizione e cioè di interessarsi di reperire un medico cardiologo per
far sottoporre a visita medica il latitante Michele ZAGARIA affetto da uno scompenso
cardiaco.
Conversazione indicata al progressivo n. 787 del 14/02/2009 ore 14:11:28, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero
con utenza telefonica +393407266031
(AMBIENTALE) .
LEGENDA:
PARENTE Enrico= sindaco di Grazzanise (Ce) cl.52
Parente Enrico (Campania Felix) cl.51
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
:………passa ha detto! (inteso che terza persona ha detto alla
persona da identificare di passare da PARENTE Enrico) Lui
ha detto che tu ti eri messo a disposizione per un suo amico
ecc ecc……. ora ti vorrei chiedere un’altra cortesia……
si!
per un cardiologo!
cioè va trovando una visita cardiologica?
eh!
e non ho capito ……
detto inter nos questo è quel ragazzo snello di Cancello, un
po’ schizzato …in effetti questo…..
sinceramente nemmeno ce l’ho presente, però dimmi che devo
fare che non ci stanno problemi
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Parente Enrico (Campania Felix)
……. è un mezzo delinquente o un delinquente del clan
Zagaria?.........Michele chi è il latitante? il primo dei quattro
(inteso dei fratelli Zagaria)
…perfetto….
inc…Biagio Fulgido
chist…inc….è Biagio Fulgido
Come
questo è proprio Michele Zagaria che ha bisogno del controllo
e dove glielo mando adesso a questo qua
e quello quello è (inteso il problema) quello mi chiese di
91
accompagnarlo da te …Biagio no voleva venirti a chiederti lui
personalmente questa cosa………
PARENTE ENRICO
non ci sono problemi
dice se ci sta la possibilità di uno specialista, di un
Parente Enrico (Campania Felix)
cardiologo…..
PARENTE ENRICO
…ha bisogno di un….
...perché va “fujenn” e non può essere …
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
…..portato…..si è chiaro
:…dice se mi può usare questa gentilezza dice…inc… però se
Parente Enrico (Campania Felix)
mi accompagnate voi….perché io a casa non ci voglio andare.
Ora probabilmente verso mercoledì
PARENTE ENRICO
vorrebbe venire!?
…potrebbe venire il pomeriggio
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
…non ci stanno problemi
se tu tieni…..
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
…l’unica cosa è che
…..se tu tieni un aggancio che puoi…perché questi qua poi lo
Parente Enrico (Campania Felix)
sai benissimo no?
PARENTE ENRICO
Si…..ho aperto un po’ d’aria perché è caldo (apre il finestrino
dell’auto)
…lo sai benissimo se tu mi puoi favorire senza implicarti in
Parente Enrico (Campania Felix)
certe situazioni
PARENTE ENRICO
…..è chiaro!...
…ti riguardano….e tutto…(inteso ti saranno grati)
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
…..ti lasciano stare insomma?!
Esatto!
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
Senza storie senza….
…avere contraccolpi. Ora vedi tu se hai la
Parente Enrico (Campania Felix)
possibilità…..ovviamente deve essere…….
PARENTE ENRICO
…..uno che non parla….
…una persona fidata
Parente Enrico (Campania Felix)
PARENTE ENRICO
…..fidata….
….una persona fidata perché logicamente perché ad una cosa
Parente Enrico (Campania Felix)
di questa uno ci deve andare con i piedi di piombo
PARENTE ENRICO
..inc…
…se tu hai nella tua conoscenza
Parente Enrico (Campania Felix)
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 110)
Orbene, dalla precedente conversazione si evince che in data 14.2.2009 alle ore 14.11 circa, un
uomo, prendeva contatto con PARENTE Enrico (Sindaco) su richiesta di terza persona,
identificata in FULGIDO Biagio31. L’interlocutore, identificato in PARENTE Enrico classe
1951 titolare del Caseificio Campania Felix, facendo riferimento al FULGIDO come una
pregressa conoscenza personale del Sindaco (lui ha detto che tu ti eri messo a disposizione per un
31
di Antonio e SALZILLO Antonietta, nato il 14/04/1971 a Cancello Arnone (CE) ed ivi residente in via Gelsi nr. 2
92
suo amico ecc ecc……ora ti vorrei chiedere un’altra cortesia…) gli chiede di trovare un medico
cardiologo di sua fiducia e che riunisca requisiti di massima affidabilità e riservatezza. La
richiesta proveniente dal FULGIDO Biagio, sarebbe stata originariamente mossa da Michele
ZAGARIA in persona, così come palesato al Sindaco, in quanto il boss latitante ha necessità
di sostenere una visita cardiologica. L’interlocutore del Sindaco non manca di prospettargli
quelli che sarebbero i vantaggi dall’adempiere con buon esito, ovvero senza “implicarsi in
certe situazioni”, alle richieste del boss Michele ZAGARIA, in termini di protezione e
gratitudine da parte del capo clan.
Che il predetto FULGIDO Biagio intrattenga rapporti con il citato PARENTE Enrico classe
1951 trovava conferma, fra l’altro in un controllo effettuato in data 10/05/2001; questi
veniva, infatti, controllato da personale dell’ufficio Frontiera Aerea di Capodichino
unitamente ad AMBROSCA Antonio nato a Caserta il 07/04/1964, nel comune di Napoli,
all’aeroporto di Capodichino, a bordo dell’autovettura Nissan Vanette targata ZA640FC
intestata all’Azienda Agro-zootecnica Marchesa di PARENTE Enrico & C., sedente in
Grazzanise, alla via Cesare Battisti nr.158.
Rilevante altresì il rapporto familiare che lega il FULGIDO Biagio a DEL VILLANO Nicola,
da sempre autista ed elemento fidato di ZAGARIA Michele. Infatti, il DEL VILLANO Nicola
è coniugato con FULGIDO Marina sorella di FULGIDO Biagio.
Le conversazioni di seguito riportate - e già citate nella parte dell’elaborato relative ai
rapporti tra Alessandro Zagaria ed il clan - costituiscono un’ulteriore conferma della
ricostruzione dei fatti appena esposta.
Il PARENTE Enrico, infatti, all’interno della propria autovettura, riferisce alla moglie Agata
CALANDRA che Michele ZAGARIA alcuni mesi fa si trovava al confine tra l’Austria e
l’Italia ed era affetto da uno scompenso cardiaco per cui necessitava di un medico e lui ha
provveduto personalmente a reperire uno specialista.
Conversazione indicata al progressivo n. 1889 del 16/05/2009 ore 21:27:45, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Il Sindaco Enrico PARENTE conversa con la moglie AGATA Calandra mentre si reca a cena
al ristorante il Tempio da Alessandro ZAGARIA . Durante il viaggio parlano dei lavori di
costruzione del nuovo collettore fognario di via A. Diaz.
Dal minuto 16.00
Enrico PARENTE:- fanno il traforo sotto terra e poi lo spingono un macchinario enorme io
l'ho visto dal vivo sono andato a vedere ogni pezzo di tubo che
AGATA Calandra:-ma questo tu parli della strada di via Cesare Battisti che non hanno
toccato
Enrico PARENTE:- esatto!
AGATA Calandra:- ma l'altro dove sta quella recinzione
Enrico PARENTE:- non l'hanno rotta la via
AGATA Calandra:- là manco l'hanno rotta
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Enrico PARENTE:- no perchè loro stanno tra il marciapiede e la terra di Alduccio il
meccanico e il commendatore gli ha dato per il fastidio 1.500,00 euro
AGATA Calandra:-ah
Enrico PARENTE:- per occupare il terreno..quindi manco la via è rotta perciò stanno facendo
un lavoro preciso e ci voleva tempo per ..mica si mettevano a fare i scemi
AGATA Calandra:- e com'è che tiene tutte queste competenze
Enrico PARENTE:- perché tiene settanta anni che fa questo perlomeno da 35 anni
AGATA Calandra:- ma lavora proprio in questo settore qua
Enrico PARENTE:-si lavori edili perchè non sta a fare pure il cimitero pure lui è
AGATA Calandra:- però questo è
Enrico PARENTE:- quel porco disse che io gli avevo dato il lavoro perchè non stava
vendendo pochi loculi..in questi giorni si è avuta una vendita molto forte di loculi ..sono
venuti perlomeno io l'ho visto che se li sono comprati..che andavano poi non so se se li sono
comprati ...devo chiede un'informazione. Alla faccia del tuppo e quanta gente ..mo vediamo
e ...speriamo che ci sta spazio sennò mi prendi il telefono e ce ne andiamo..ce ne andiamo a
cenare da un'altra parte..devo dire Alessandro e che capa di imbrella tutta questa gente tieni
AGATA Calandra:- meglio pieno
Enrico PARENTE:- mi fa piacere ..questa è la macchina del padre, questa macchina rossa
Scendono dal veicolo
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 111)
Conversazione indicata al progressivo n. 1890 del 17/05/2009 ore 01:22:51, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE commenta con la moglie la cena che ha consumato al ristorante il tempio
di Alessandro ZAGARIA.
Enrico PARENTE: mo questo ragazzo ha preso una simpatia semplicemente per un lavoro
che ha fatto...non ti pensare che ha fatto
Agata CALANDRA: ma lo ha fatto qualche lavoro?
Enrico PARENTE: si..lui no, un'impresaaa....questi sono i cugini di primo grado ...hai
sentito che una sola volta ha fatto il nome te ne sei accorto
Agata CALANDRA: io non lo capivo
Enrico PARENTE: ti ricordi quel tuo zio acquisito il marito di zia Felicina
Agata CALANDRA: è
Enrico PARENTE: a Fratta ..quello tale e quale ..parla con la mezza lingua lui e mezza lingua
..incacaglia
Agata CALANDRA: non lo riesci neanche a capire
Enrico PARENTE: io stavo vicino a lui e non lo capivo
Agata CALANDRA: me ne sono andato proprio per idea
Enrico PARENTE: una sola volta ha fatto il nome del frato cucino carnale
Agata CALANDRA: e che ne so
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Enrico PARENTE: io lo so bene
Agata CALANDRA: non riuscivo neanche a capire
Enrico PARENTE: questi sono strettamente legati..e diciamo che ..la moglie di Francesco
Moglie del Sindaco : una cosa che la cosa che ho notato e che avevano tutti le camicie con la
sigla.... a parte il vecchio......
Il Sindaco : Allora quello che ti voglio far capire...
La moglie del Sindaco : la sigla A.Z. il figlio e A.Z. pure lei la mamma .....
Il Sindaco: ZAGARIA quello che ti voglio dire.... la mamma fa finta di non sapere.... tutte le
donna di camorra fanno finta di non sapere... la quello che dirige le file e il marito del
cugino di primo grado...questa è gente che...
Poi commenta il luogo del ristorante che è un posto isolato...alle 01.30 non ci viene più
nessuno a dare fastidio
La moglie del sindaco. incomprensibile..
Il Sindaco: il famoso....cugino Michele. che qualche tempo è stato a confine tra l'Italia e
l'Austria...il latitante...hai capito.inc.... ogni tanto ha bisogno del medico..... e c'e
l'abbiamo...gli porta uno scompenso ma niente di grave lui è cardio..... ricordati che questi
grandi uomini
La moglie del Sindaco: grandi......
Il Sindaco: grandi.....
La moglie del Sindaco: nel senso in negativo.......
Il Sidaco: hanno una paura di morire... peggio di come c'e l'ho io....
La moglie del Sindaco: .e si pero dico...che senso ha vivere cosi......
Il Sindaco: e questa e gente che.....secondo me no....se muoiono prima.... oppure fanno i fatti e
si ritirano...
La moglie del Sindaco: e. ma che serve..... incomprensibile....
Il Sidaco: .per loro ... essere malati diciamo non avere quella..... e come morire.... e
preferiscono o morire o uscire fuori dal giro...che non hanno più quel rispetto.... perche
quando si viene a sapere che sono malati ... non li rispettano più..... tanto prima o poi questo
muore..... e si trovano un altro capo......e la stessa cosa del sindaco ..sanno che non sono più
sindaco e si cercano un altro sindaco....e io queste storie le conosco bene penso
dall'esterno.....
La moglie del Sindaco: questi qua pure hanno fatto i marciapiedi come li hai fatti
tu...guarda... (incomprensibile).
Il Sindaco: . un metro e ottanta... si e quello e per legge....quello un metro e ottanta con
parcheggio.. qua l'hanno fatto l'anno scorso... un anno e mezzo fa... ma a me stanno venendo
meglio.. no... vedi qua ci ha messo pure il cemento... come si chiama..... le betonelle... invece a
noi hai visto come stanno venendo belli...
La moglie del Sindaco: pero guarda che questi sta...... pure da te... (incomprensibile)... ci sta
una manutenzione...
Il Sindaco: .là sai come hanno fatto?
La moglie del Sindaco: e poi e brutto..
Il Sindaco: .hanno pulito sotto con lo scavatore... cercando di togliere le erbacce, qua.
La moglie del Sindaco: le radici
Il Sindaco: . le radici... poi ci hanno messo il brecciolino....
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La moglie del Sindaco: e ma quello ci stava...
Il Sindaco: .poi non ci hanno messo l'asfalto
La moglie del Sindaco: quella è la gramigna.
Il Sindaco: . capì? L'asfalto è questa qua...ci hanno messo il cemento...
La moglie del Sindaco: e ma perché secondo te quello non è cemento?
Il Sindaco: . non lo so... poi da sopra il cemento ci hanno fatto una passata. di.. non so come si
chiama ... quel cemento....un piccolo strato.. di cemento colorato...se tu lo vedi di giorno... mo
non si vede di notte... lo vedi ruvido...se tu ci cammini non è liscio, per evitare che la gente
possa scivolare quando piove...
La moglie del Sindaco: eh, ma tra (incomprensibile)...
Il Sindaco: e... (incomprensibile). speriamo che. lo riscontri tra 4/5 anni. Sapessi quante volte
me l'ha detto questo giovane che mi voleva far conoscere la madre e il padre... voleva...con te
ovviamente.
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)...
Il Sindaco: si lo conoscevo... però voglio dire mai cosi.. come dire siamo stati due ore a
parlare...dice...e io ho sempre cercato....pure a me... dice se la signora non può venire...venite
voi... e io dicevo no no no.... vado a casa a cena... e poi la sera sono stanco... comunque è vero
eh, non lo stavo dicendo... non lo facevo perché...(incomprensibile).. poi lo sai che vanno a
mangiare i Carabinieri (incomprensibile)… lui me lo racconta... io poi alcune volte.. l'ho
visto... pure quella sera che stavamo con Pietro...al primo tavolo hai visto ci stava quello con
la divisa ... quello non ha mai pagato...non pagano mai...ha detto a parte che io non li faccio
pagare .. ma quelli manco vogliono pagare. Mo’ per questo non perché.... perciò te l'ho
detto... se stasera ci vogliamo andare... ha detto jà venitevi a prendere il telefono... ve lo porto
io a casa...dico no no..ci mancherebbe....me lo vengo a prendere io ...mi ha detto allora
portate pure la signora.. forse questo è il momento che state qui a cena con noi...mo se tu sei
venuta... vabbuò...mi ha fatto assai piacere..ma se non venivi, io mi venivo a prendere il
telefono e me ne tornavo, mica mi mettevo a cena. Anche se in buona sostanza... è vero che
appartengono a quella famiglia... ed è indiscusso...quelli che stanno a Brezza, Zagaria..... il
fatto della via... l'hai mai sentito....via San Lazz... hanno detto che sono cugini al Sindaco......
ma sono cugini a lui... cioè iss, lo zio e Brezza, il famoso... (incomprensibile)....sono tutti
parenti...(incomprensibile)
La moglie del Sindaco: scusa iss che ci appartiene
Il Sindaco: eh... davanti a te ha detto che no.
La moglie del Sindaco: perché.. che ...significa
Il Sindaco: ee...
La moglie del Sindaco: e che faceva...
Il Sindaco: noo... Alessandro a me invece mi ha detto tutt'altre cose. Quelle due o tre volte
che abbiamo parlato...
La moglie del Sindaco: perché io... a me che me ne fotte...
Il Sindaco: va bene... loro non ti conoscono a te... non sanno se possono... tu hai visto che
parata... che atteggiamento...quello è solo una parvenza... son uomini terribili...non solo gli
uomini pure le donne...quella fidanzata...facci caso...la fidanzata non viene da un'estrazione
sociale... cioè hai visto com'è ... è "bellell. è garbata...io non l'avevo mai vista... è la prima
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volta che la vedevo... e perche non è...Zagaria si chiama Madonna di cognome...sono dei
grossi grossi .....
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)... quello là di...
Il Sindaco: quel signore che ci ha salutato...e se ne andato... e quello è il fratello del padre
La moglie del Sindaco: di questa ragazza?
Il Sindaco: di questa ragazza... sono dei grossi imprenditori...del movimento terra.....pale
meccaniche, escavatori. E sono attorno a...(incomprensibile)... cioè fanno le gare
d'appalto...e invece sono chistu Zagaria e i Madonna... e poi i soldi..... gente che
partecipano a gare d'appalto dai tre milioni di euro a salire... sotto non ci vanno proprio
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: mo io non so
La moglie del Sindaco: chi è che ci va?
Il Sindaco: io credo che
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: io non so.... no so se quella ragazza lo sa...io credo che non sappia nulla....
Alessandro invece sa tutto...ed è quello addetto alle pubbliche relazioni... cioè di quella
famiglia la faccia pulita è quel guaglione... quello la tiene la faccia pulita no?.... lo vedi...
La moglie del Sindaco: e dobbiamo vedere fino a che punto
Il Sindaco: quello mo si prende pure la laurea a ottobre... se è vero o non è vero...diventa
dottor...
dottore... allora lui non si presenta come Zagaria... dottor Alessandro...(incomprensibile)
come il fatto del sindaco di...(incomprensibile),...è laureato in legge... mo’ si è laureato... 6/7
mesi ... hai capito? Stanno cercando... che... si sono evoluti... per non rimanere..ghettizzati...
La moglie del Sindaco: accorporati
Il Sindaco: ghettizzati...e già mi ha fatto arrivare il messaggio..il fatto del segretario... sempre
buono è...l'hai sentito come ha detto la prima volta... perciò che mi hanno sparato nella
macchina non gli ho detto niente....perché non sono gente che fanno questi gesti....questo..ha
detto...quello è...un gesto del genere è controproducente.....mica sono scemi.... per arrivare a
questi livelli sono persone intelligenti...cattive... ma sono persone intelligenti...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile) la cattiveria.
Il Sindaco: ci hai fatto caso che gli altri figli non compaiano quasi mai? Perché uno...il primo
si dedica al Catering e fa la sua vita come... Il secondo è più "sciacculattone", ci piacciono le
macchine sportive. Il terzo...Alessandro...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: tre ne tiene.... il terzo Alessandro è quello che ...colletto bianco...quello che
entra fino alle pubbliche amm.... è quello destinato a fare carriera..... mo tiene 25 anni...
quanti anni tiene?
La moglie del Sindaco: va bè anche perché ....(incomprensibile)
Il Sindaco: 26 anni... tiene l’età di Pietro... qualche anno in più....
La moglie del Sindaco: qualche anno in più....
Il Sindaco: eh. Hai capito? Quello...
La moglie del Sindaco: ah, ok, ok. C'ha 24 25 anni?
Il Sindaco: però sai come la farà la carriera? La farà da laureato....capito... ma comunque ha
lo stesso modo .... cioè se deve dire vicino a uno "Pasquà va a sparare a quello"
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(incomprensibile) ... sò gente spietata, eh. Dici "e tu come...." e io l'ho conosciuto. Tra
virgolette... (incomprensibile) .Stu Michele, il capo indiscusso, vicino a lui...
(incomprensibile) tutti quanti... (incomprensibile) .a lui appartengono tutti. I quali loro
tengono strettamente collegati con loro. E io lo so, perchè tutti e...(incomprensibile)
La conversazione continua su cose non utili.... parlano dei lampioni e marciapiedi all'entrata
del paese.....
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 112)
Come già detto, i predetti fatti davano vita al procedimento penale n. 5722/11 R.G.N.R. a
carico di PARENTE Enrico cl. 52 (ex Sindaco) e PARENTE Enrico cl. 51 (imprenditore
agricolo), ai quali venivano contestati i reati p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv – 378 - 390 c.p. e
art. 7 legge 203/91, per avere, in concorso con altre persone, in esecuzione del medesimo
disegno criminoso ed in tempi diversi, aiutato Zagaria Michele ad eludere le investigazioni e
le ricerche dell’Autorità Giudiziaria, agevolandolo nella sua latitanza mediante prestazioni e
visite mediche, in modo tale da sottrarsi ai numerosi provvedimenti restrittivi su di lui
pendenti.
Dopo la richiesta di rito abbreviato avanzata da PARENTE Enrico cl. 52 (ex Sindaco), il
predetto procedimento si concludeva con la sentenza di condanna in primo grado
dell’imputato avente n. 48247/13 Reg.Gen. PM, 41723/13 Reg.Gen. GIP e 2970/13 Reg.Gen.
Sent., emessa da in data 27/12/2013 dal GIP di Napoli, che lo dichiarava responsabile dei
reati ascritti e determinava la pena finale in anni 2 di reclusione (allegato all’informativa dei
CC di Grazzanise n. 3).
L’omessa denuncia dell’estorsione perpetrata da CACCIAPUOTI Alfonso (Capo 4)
La conversazione che segue viene richiamata dalla pubblica accusa per sostenere la
responsabilità dell’odierno indagato Parente Enrico per i fatti di cui al capo 4 della rubrica.
Trattasi di una conversazione intrattenuta dal Sindaco pro tempore del comune di
Grazzanise PARENTE Enrico, all’interno della sua autovettura Alfa Romeo 164 targata
BK859AN, con il Responsabile della Polizia Municipale Luigi MARANO32.
Nella stessa MARANO Luigi chiedeva al sindaco Enrico PARENTE notizie su tale Orazio.
Conversazione indicata al progressivo n. 61 del 22/12/2008 ore 11:22:52, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad un
Ambientale.Luigi Marano:- mo aggio sentito u nome Orazio perché è nu nome che uno non
Enrico PARENTE:- ha fatto due piccoli lavori due strade rurali facendo un sub appalto con la
ditta
Luigi Marano:- si
Enrico PARENTE:- però regolare eh
Luigi Marano:- ah no ma mica mi è venuto perché
Enrico PARENTE:- poi so cose loro a nui nun cene fotte proprio ..
Luigi MARANO:- Nero mi ha chiesto......
32
MARANO Luigi, nato a Villaricca, il 14/02/1962, all’epoca responsabile dell’Area di Vigilanza, deceduto.
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Enrico PARENTE:- anzi chist nu iuorno sa lamentava come e che ricette u paesano vuost
Luigi Marano:- u Ingegnere
Enrico PARENTE:- Cacciapuoti
Luigi Marano:- u paesano vuost chi sarebbe
Enrico PARENTE:- Cacciapuoti
Luigi Marano:- ahh
Enrico PARENTE:- mi so sfastiriato ciagg ritt tu me lassa i chill quattro euro ci sta poi vieni
pure tu a romporo o cazz... i vigili nostri...
Luigi MARANO:- quanto le rereno..
Enrico PARENTE:- tremila euro
Luigi Marano:- tremila euro
Enrico PARENTE:- si
Luigi Marano:- voi iat in giro poi vi telefono
Enrico PARENTE:- CACCIAPUOTI arò sta
Luigi Marano:- ma in carcere
Enrico PARENTE:- ah in carcere
Luigi Marano:- sta al 41 bis
Enrico PARENTE:- quà chist quà l'amma chiurere nu pò
Luigi Marano:- eh ma si chiurimm chist quà ah cioè
Enrico PARENTE:- no ammà levà nu poco i due segnali
La conversazione tra Luigi Marano ed il Sindaco Enrico PARENTE continua sul problema
della viabilità
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 15)
Nella prospettazione accusatoria gli interlocutori fanno riferimento ad un’estorsione
aggravata dal metodo mafioso, commessa dal noto referente di zona del clan camorristico dei
casalesi CACCIAPUOTI Alfonso33, il quale formulava una richiesta estorsiva di euro 3.000,00
all’imprenditore DIANA Orazio34 della società Brick Costruzioni srl.
Per i predetti fatti, CACCIAPUOTI Alfonso veniva condannato con il rito abbreviato con
sentenza n. 55790/06 PM, n. 40489/10 RG GIP e n. 2628/10 Reg.Sent., emessa il 23/11/2010
dal Tribunale di Napoli, Ufficio XIV GIP (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n.
16)
Ciò posto, l'ipotesi in contestazione di omessa o ritardata denuncia di fatti costituenti reato
da parte di un pubblico ufficiale è un reato istantaneo.
33
CACCIAPUOTI Alfonso, nato a Casal di Principe il 09/11/1958, residente a Grazzanise in via 2^trav. Sambuco
nr. 5, è uno dei componenti storici del clan dei casalesi. Risulta imputato e condannato nel primo storico
processo sulla criminalità organizzata Casertana (il cd processo Bardellino a carico di Alessandri ed altri
Sentenza nr.441 e nr.948/85 R.G. emessa in data 29.04.1986 dal Tribunale di S.Maria C.V. - 1a sezione
Penale). Risulta anche condannato nel primo maxi-processo sul clan dei casalesi c.d Spartacus I, per il delitto
di partecipazione al suddetto sodalizio (sentenza del 15.9.2005 della Corte di Assise di Santa Maria Capua
Vetere Sez. II^) con contestazione fino a tutto il 1996. Nell’ambito dell’indagine denominata Spartacus III
avente nr.22138/05 Pm e N. 43563/05 Gip e N. 871/08 O.C.C. il Cacciapuoti risponde del delitto associativo
dal 1996 sino ad oltre il dicembre 2004 (epoca nella quale furono rinvenuti gli appunti da cui si evinceva la
sua ulteriore permanenza nel clan) e in particolare fino al 2005 epoca nella quale i collaboratori Diana Luigi e
Diana Alfonso davano ancora per sussistente la partecipazione del Cacciapuoti al clan (e ciò senza contare i
numerosi ulteriori episodi sintomatici della sua partecipazione all’organizzazione, desumibili dai procedimenti
a suo carico e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Caianiello Raffaele, Ferriero Giovanni, Tavoletta
Cesare, Lettiero Cuono, ecc). È attualmente detenuto in regime di cui all’art.41 bis dell’ordinamento
penitenziario presso la casa circondariale di Terni.
34
DIANA Orazio, nato a Casal di Principe il 23/01/1962 e ivi residente alla via Vaticale nr.141.
99
Più esattamente un reato di pericolo a consumazione istantanea, per la cui commissione
rileva un termine di adempimento unico che è quello, per dir così, finale o -meglio- unitario,
in cui, data come acquisita la conoscenza di elementi dimostrativi di fatti criminosi, il
pubblico ufficiale omette volontariamente di farne denuncia (v. Cass. Sez. 6, 7.5.2009 n.
27508, Rizzo, rv. 244528). E al riguardo a nulla rileva, stante la natura di reato di pericolo
della fattispecie, la circostanza che l'amministrazione della giustizia non abbia subito un
concreto danno dalla omissione o dal ritardo della denuncia.
La norma richiede altresì l’ulteriore condizione costitutiva dell'acquisita conoscenza dei dati
relativi a fatti reato nell'esercizio delle funzioni o a causa del loro svolgimento, come recita
l'art. 361 c.p.. L'esercizio delle funzioni del pubblico ufficiale nell'ambito delle quali o a causa
delle quali, nello svolgere compiti di istituto, il pubblico ufficiale sia venuto a conoscenza di
reati suscettibili di denuncia all'autorità giudiziaria è, quindi, elemento o presupposto di
fatto che orienta causalisticamente fonti e modalità di conoscenza dei reati denunciabili da
parte del pubblico ufficiale.
Quando difetti tale connotazione funzionalistica della conoscenza ricevuta dal pubblico
ufficiale, non è configurabile il reato di omessa o ritardata denuncia.
Tanto premesso, occorre in questa sede evidenziare che la vicenda in contestazione viene
richiamata in questa sede cautelare solo ai fini di una complessiva valutazione dei rapporti
del Parente con la criminalità locale.
Trattasi, infatti, di fattispecie per la quale, attesi i limiti edittali, non è possibile applicare una
misura cautelare.
Prescindendo, dunque, dalla sufficienza ai fini indiziari/probatori della predetta
conversazione e dalla sua connessione con lo svolgimento delle funzioni istituzionali del
Parente, dalla stessa emerge certamente un dato ovvero che l’allora sindaco Parente era
perfettamente a conoscenza delle dinamiche criminali locali e dei soggetti preposti dal clan
alle attività estorsive ai danni degli imprenditori.
Detta conversazione si colora di ulteriore significato se la si legge congiuntamente alle
dichiarazioni di alcuni collaboratori in merito ai suoi rapporti con il citato Cacciapuoti e con
altri esponenti del clan.
Interrogatorio DI GIOVANNI Salvatore del 17/06/2010
(Omissis) A.D.R.: Per ciò che concerne l’estorsione al Parco Giochi di Grazzanise, relativa all’anno 20012002, si tratta della realizzazione di una villetta comunale con annesso parco giochi. In questa vicenda è
coinvolto il Sindaco di Grazzanise dell’epoca 2001 – 2002, Enrico PARENTE. Due giorni prima io e
CACCIAPUOTI Alfonso ci fermammo fuori la scuola di Grazzanise e davanti al bar il
CACCIAPUOTI parlò con il Sindaco e in auto mi disse che dovevo andare a fare la richiesta
estorsiva. Il Sindaco gli disse di quanto era l’importo della gara ovvero 10.000 euro e quindi,
siccome il CACCIAPUOTI Alfonso applicava richiesta estorsiva variabile fra il 4-7% per i
cantieri edili, ci siamo recati a formulare la richiesta pari al 5% io, (Omissis) e (Omissis). Il
cantiere era ubicato nel centro di Grazzanise, dove c’è il monumento ai caduti sulla sinistra. La richiesta
fu fatta agli operai. Il giorno dopo il titolare del cantiere si recò a casa del CACCIAPUOTI e concordò la
somma da pagare. Ancora il giorno dopo andammo a ritirare la somma di euro 500 sul cantiere, sempre
noi tre. (Omissis)
Interrogatorio RAIMONDO Paolo del 25/10/2010
(Omissis) A.D.R.: Quando andavo a casa di CACCIAPUOTI Alfonso, un paio di volte mi disse che stava
uscendo in quanto doveva cercare il Sindaco di Grazzanise Enrico PARENTE perché gli doveva
100
chiedere delle cose. Quando il CACCIAPUOTI Alfonso era in macchina con me è capito che
salutasse il Sindaco ma non mi ha mai chiarito i rapporti che aveva con lui (Omissis).
Interrogatorio VARGAS Roberto del 12/09/2011
(Omissis) Dopo aver visionato la foto nr. 55 VARGAS dichiara: Non conosco la persona effigiata anche se
mi dite il nome PARENTE Enrico. Forse penso che si tratti del Sindaco di Grazzanise negli anni 2000
appoggiato dagli SCHIAVONE, ma non sono in grado di riferire altro. L’ufficio dà atto che la foto ritrae
PARENTE Enrico nato a Caserta il 26.06.1952. (Omissis)
Interrogatorio di IOVINE Antonio del 01/07/2014
(omissis) La s.v. mi chiede se io conosca tale PARENTE Enrico già sindaco di Grazzanise. Io
direttamente non lo conosco ma posso dire con certezza che chi aveva buoni rapporti con
l’amministrazione comunale di Grazzanise era DIANA Elio per conto della famiglia
SCHIAVONE. Infatti, nella ripartizione dei comuni, Grazzanise era appannaggio della famiglia
SCHIAVONE. Per esperienza diretta posso dire che intorno al 2004-2005, comunque dopo l’arresto
di SCHIAVONE Francesco detto Cicciariello, fui avvicinato da PIROZZI Pietro che mi chiese se
potevo aiutare l’imprenditore di Caserta di nome FARINA che, dopo essersi aggiudicato un
appalto pubblico in Grazzanise, voleva concordare la somma da versare al clan. Io incaricai
DE LUCA Ernesto di contattare DIANA Elio e so che l’operazione fu chiusa con il versamento della
somma di 50.000 euro da parte dell’imprenditore FARINA. Era noto che DIANA Elio aveva
ottime entrature presso il comune di Grazzanise. Non so dirle però se il sindaco si chiamasse
PARENTE. (omissis)
Le predette dichiarazioni di IOVINE trovavano peraltro pieni elementi di riscontro.
La vicenda relativa all’appalto illustrato dal collaboratore di giustizia iniziava nel febbraio
2001, quando la Giunta Comunale di Grazzanise approvava il progetto preliminare per la
realizzazione del nuovo cimitero per un importo di lire 7.447.048.000 con finanziamento
interamente a carico dei privati cittadini, cioè autofinanziamento, in ossequio a quanto
previsto nell’allora vigente programmazione triennale delle opere pubbliche.
Nel febbraio 2005 si procedeva ad approvare il parere dell’allora Responsabile dell’area
tecnica in base al quale, a seguito della valutazione delle offerte pervenute alla data del
31/12/2004, proponeva all’amministrazione comunale l’accettazione del progetto presentato
dall'ATI Cosmer Srl.
Così, nel dicembre 2005 veniva stipulato tra il Comune di Grazzanise e l’ATI Cosmer Srl
degli imprenditori FARINA il contratto di concessione per i lavori di costruzione del nuovo
cimitero di Grazzanise.
Per la moltitudine di irregolarità che avevano portato ad assegnare all’ATI Cosmer Srl i
lavori di realizzazione del nuovo Cimitero di Grazzanise attraverso il c.d. “Project
Financing” per un importo finale di euro 4.405.000, PARENTE Enrico, all’epoca dei fatti
Sindaco di Grazzanise, e gli imprenditori FARINA Antonio Bruno e FARINA Salvatore35,
rappresentanti della ATI Cosmer Srl, sono indagati nell’ambito del Proc. Pen. 1296/09 della
Procura di Santa Maria C.V. per concorso nei reati di turbativa d’asta, falso e peculato.
35
In concorso con gli allora amministratori e/o tecnici comunali CARLINO Clemente Nicola, CANTIELLO Mario,
RAIMONDO Salvatore, GRAVANTE Giovanni, CANTIELLO Alessio, PERILLO Giovanna, DI FRUSCIA Pasquale,
ABBATE Giuseppina, TESCIONE Giuseppe, BARTOLOMEO Mario, PAGANO Luigi e MONTONE Pietro.
101
I rapporti di PARENTE Enrico e MALENA Maurizio con elementi di spicco della
criminalità organizzata
L’attitudine del PARENTE ad intrattenere rapporti con soggetti a vario titolo vicini alla
criminalità organizzata emerge altresì anche dalla già richiamate conversazioni ambientali,
avviate dopo che lo stesso Parente fu fatto oggetto di attentato mediante esplosione di colpi
di arma da fuoco all’indirizzo della propria autovettura parcheggiata nei pressi della propria
abitazione (episodio che il Parente attribuisce ad alcuni componenti della famiglia
dell’assessore, in precedenza allontanato dalla Giunta, Cantiello Alessio, conosciuti anche
con l’appellativo di “Scarnecchia”):
Conversazione indicata al progressivo n. 51 del 21/12/2008 ore 18:28:01, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Il Sindaco parla con tale Marta RAIMONDO all'interno dell'autovettura e commenta il fatto
che hanno sparato alla propria autovettura.
Enrico PARENTE:-….. è gentarella sono cosarelli così non ho nessuna perplessità la
reazione deve essere calma tranquilla ...ti ho detto è da parecchio tempo che sto ingoiando
amaro poi piano piano ..ma tutti mi incitano a star fermo a star tranquillo perché lo hanno
capito tutti quanti che è una questione locale che la camorra non c'entra niente che è stato
un atto di vigliaccheria suprema questa ..perché vedi quella è un escalation stanno
continuando....
Enrico PARENTE commenta con Marta il comizio di D'ELENA e dice che quella sera due,
tre degli SCARNECCHIA si sono ubriacati e hanno fatto quel gesto. Il sindaco dice di sapere
chi è stato l’autore dell’episodio intimidatorio e “che se non li trova la legge li troveranno
altre persone...”. Afferma inoltre che alle prossime elezioni deve trovare il proprio sostituto,
comunque si candiderà come consigliere , poi si dimetterà e farà subentrare il primo dei non
eletti, poi una volta che si sarà dimesso si vendicherà contro i suoi amici che l'hanno tradito.
Prosegue sostenendo di non avere paura di affrontarli, poiché ha una pistola detenuta
legalmente che però non può portare fuori casa per cui ha chiesto già il porto di pistola per
difesa personale.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 114)
Nelle seguenti intercettazioni ambientali aventi data 20/01/2009, captate all’interno
dell’autovettura del PARENTE, l’allora sindaco già preannuncia all’ arch. MALENA
Maurizio36 quali saranno gli esiti del concorso (a quel tempo ancora non indetto) che il
tecnico vincerà nel 2011 e lo preavvisa che ci sarà una fetta anche per lui (“e a voi vi danno
36
Lo stesso arch. MALENA Maurizio controllato in compagnia di MADONNA Nicola in data 19/02/2002 in Casal
di Principe alla via Circumvallazione, da una pattuglia del Commissariato di P.S. di Casapesenna a bordo
dell’autovettura Lancia Delta targata AZ582GA di proprietà del MALENA. Nell’anno 2011 poi, l’architetto
MALENA, (durante l’amministrazione retta da Pietro PARENTE, figlio di Enrico PARENTE), assumerà
ufficialmente la carica di responsabile dell’area tecnica del Comune di Grazzanise, che conserva tuttora. Il
concorso per la predetta carica era stato indetto con delibera della giunta comunale n. 16 del 18/02/2009,
durante la seconda amministrazione Enrico PARENTE, e quindi vinto dal MALENA che già allora era persona di
fiducia del sindaco Enrico PARENTE.
102
qualcosa....voi pigliate la vostra (…) quanto iniziamo i lavori credo che voi sarete il responsabile
dell'area tecnica”) nell’affare “Emissario Grazzanise” (che nominano come la gara grossa).
Di questo già si è parlato nel capitolo riguardante l’appalto anzidetto; in questo capitolo
rileva menzionare che il MALENA, apparendo ben informato delle dinamiche criminali,
informa l’allora Sindaco delle notizie raccolte per individuare il responsabile che aveva
esploso dei colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’auto del PARENTE [“Questa notizia me
l'ha data Carmine IOVINE (…) Perchè quello ha l'interesse di stare a Grazzanise, no? Si è precipitato
qua (…) Dice (…) ha parlato col responsabile, con chi comanda, e mi ha detto lui "chi t'ha mandato
ecc. ecc."].
In una successiva intercettazione ambientale, il PARENTE confiderà ad una donna più
approfonditi risultati emersi da questa indagine parallela che l’arch. MALENA aveva svolto
negli ambienti della malavita (“allora quelli che hanno lavorato per il comune e mi conoscono sono
venuti uno di quelli che c'ha un cognome particolare si chiama IOVINE più o meno ed è il cugino di
uno dei capi storici del clan dei casalesi non so se li hai sentiti in televisione e mi ha detto Sindaco
proprio così guarda...”Ma avete qualche problema? Perché' a me risulta che da Casale non è venuto
nessuno....non è venuto nessuno...quindi non è una cosa della camorra” ...ma non signore ve lo sto
dicendo io non ho rapporti con queste persone anche se voi siete familiare con u chiamano "U Ninno"
uno dei più sanguinari che c'è ... dice “vi farò sapere”... mo’ io con lui non ho più parlato però mi ha
mandato il messaggio tramite un architetto che è un mio carissimo amico del paese che è calabrese”).
Nel prosieguo della medesima conversazione, il PARENTE confermerà di dover ottenere dei
chiarimenti da un esponente di spicco della criminalità organizzata (però questo mi ha mandato
a dire questo mo’ quando lo incontro sarà più chiaro… non incontro a lui ..il capo): tale affermazioni
si intersecano con le risultanze emerse dalle conversazioni citate nel capitolo relativo al
favoreggiamento di Michele ZAGARIA e confermano la tesi che il PARENTE abbia
effettivamente avuto quest’incontro.
Il MALENA, tra l’altro, dimostra la sua intraprendenza nell’estorcere denaro a ditte
impegnate nell’esecuzione di lavori: racconta che “con questi qua (si riferisce ai rappresentati
della società BIOE Srl con sede in Milano, che il Sindaco e l’architetto stanno per incontrare
nell’ambito dei lavori preparatori di un appalto, poi non bandito, per la costruzione di un
sito di compostaggio in Grazzanise, NdR), ci siamo incontrati sulla telesina su una stazione di
servizio (…) ci siamo un po’ messi d'accordo sull'Ati come deve essere la camorra (…) detto sentite
voi sapete come funziona voi vi trovate questo lavoro senza niente (…) di là non ci vogliono mettere
nessuno perché come sentono un nome di là subito la magistratura comincia a guardarci… ci
vorrebbe qualche ditta collegata che sono ben collegate con loro e che possibilmente devono avere questi
consorzi con il nord Italia eccetera possibilmente con la sede legale a Roma”.
Conversazione indicata al progressivo n. 418 del 20/01/2009 ore 20:26:21, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico Parente: Ma che state a fà?
Interlocutore non identificato: è un pò di vino che mi è arrivato... inc.
Enrico Parente: Ah!
Maurizio Malena: Buonasera..
103
Enrico Parente: Ciao, come stai
Maurizio Malena: bene, bene, tu come stai?
Enrico Parente: Stong buanariell .. inc.... mò c'è stava.. avete visto chi era quello
Maurizio Malena : no....
Enrico Parente: il fratello di .... Antonella Raimondo.
Maurizio Malena: ah. ah... si si... però non l'ho visto in faccia.
Enrico Parente: hann sul... sò sul dispoccupati chist...
Maurizio Malena: hae....
Enrico Parente: lui sta disoccupato, mo’ ha da partorì... ha miss... è gravida quella ragazza, la
figlia di Giovanni Nardelli.
Maurizio Malena: Ah.
Enrico Parente: Mo’ deve partorì. A sor... s'è lassata con Antonio.
Maurizio Malena: Ah, s'è lasciata!
Enrico Parente: Eh, ed è venuta a chiedere il posto di lavoro..... C'ha due frat: nu frat e na sor.
Maurizio Malena: Ma mi pare che non erano manco sposati, o mi sbaglio.
Enrico Parente: no, quelli...
Maurizio Malena: convivevano.
Enrico Parente: ...convivevano.
Maurizio Malena: C'era pure un figlio.
Enrico Parente: Si.
Maurizio Malena: chissà come mai si sò lasciati.
Enrico Parente: mo’ gli da 300 euro al mese solo per il figlio. e sta a casa con la mamma....ma
guardate che razza di cosa... mah!
Maurizio Malena: comunque il lavoro è un problema, poi c'è anche... è anche vero che... chi
c'è l'ha lo perde...(sovrapposizione di voci)
Enrico Parente: quello è un problema, guardate....ma io non mi impegnerò mai più per
questa persona, mai, mai. Solo con persone veramente che meritano.
Maurizio Malena: No, uno di questi, non so se il grande o il piccolo, comunque mi pare che
frequenta pure brutti ambienti.
Enrico Parente: E' chist'ccà.
Maurizio Malena: E' chist'ccà, eh? E... frequenta bruttissimi ambienti. Non è na persona...
Enrico Parente: dove andiamo, architè?
Maurizio Malena: all'Hotel Capys. Questo qua io già vi ho spiegato chi è, è il socio di... di
Luciano, ed è un...
Enrico Parente: Luciano il...geometra... come si chiama?
Maurizio Malena: Allevi.
Enrico Parente: Ah, Allevi, si scordo sempre geometra Allevi.
Maurizio Malena: quello alla Regione .. sono amici stretti del (incomprensibile)
Enrico Parente: Però non riusciamo ad avere il decreto..ho non hanno fatto..a..... mo’ glielo
chiediamo.
Maurizio Malena: e mo’ ce lo chiediamo perchè loro domani ci vanno,
Enrico Parente: ah ecco
Maurizio Malena: in effetti la cosa che mi ha detto: "sta tutto pronto, deve solo scendere il
DURC",
Enrico Parente: ah ecco
Maurizio Malena: però lui poi domani ci va là e... mi fa sapere meglio solo sul DURC...
(incomprensibile) anche perché alcuni membri della Commissione (inc.)
Enrico Parente:Sono di Milano... e quindi
Maurizio Malena: e quindi lui li conosce bene perché pure lui abita a Milano.
Enrico Parente: Ah!
104
Maurizio Malena: e quindi la notizia che lui (incomprensibile).
Enrico Parente: Il vice presidente della Commissione, Galli, no? L'ingegnere Galli, mi ha
detto (incomprensibile) il terzo mandato fino a 5.000 abitanti...
Maurizio Malena: ah si?
Enrico Parente: fino a 5.000.
Maurizio Malena: si... (incomprensibile)
Enrico Parente: va in Parlamento, cioè… è al Senato e passerà, adesso, tra pochi giorni
passa...
Maurizio Malena: fino a 5.000 abitanti.
Enrico Parente: Secondo me il sindaco di Francolise, uscente, si ricandida adesso, il 7 giugno.
Ci vuole ad aprile, le Europee, ci vuole.... Però è ovvio che si aspetta, il Parlamento aspetta
per portarla a 15.000.
Maurizio Malena: Ma speriamo. Anche perché si risolverebbero pure parecchi problemi
all'interno della nostra corrente.
Enrico Parente: No, no, problemi all'interno della coalizione non ce ne stanno. Nessuno di
loro può fare il sindaco quindi è inutile che ve.... Lo sanno bene. chi non è d'accordo prende
un'altra via... non è un problema...( non comprensibile sovrapposizione di voci)
Maurizio Malena: Peppe è convinto che voi ci date l'appoggio, eh!
Enrico Parente: Ma assolutamente no! Lo sa benissimo... Ma come fa a essere convinto se...
Maurizio Malena: sindaco vi dico che è convinto!
Enrico Parente: E... sbaglia. Se vogliamo perdere le elezioni amm' candidà a Peppe
Raimondo.
Maurizio Malena: Poi l'altra volta ho parlato pure con Mariolino.... inc. un pò di mangiare..
inc. Mariolino..
Enrico Parente: Mario vuole fare le primarie
Maurizio Malena: si vuole fare le primarie... queste cose qua però..
Enrico Parente: perchè lui è convinto… eh.....
Maurizio Malena: Lui mi fece capire, cioè lui parlando dice "No, che il sindaco sta con noi .".
inc. poi mi fece capire che praticamente lui...
Enrico Parente: Lui tira per il dott. Cantiello.
Maurizio Malena: ... assieme al dott. Cantiello, stanno vedendo la possibilità di fare una loro
(incomprensibile). dice se il sindaco sta con noi noi a noi ci fa piacere, se non sta con noi...
(incomprensibile)
Enrico: Parente: e ognuno..(incomprensibile)
Maurizio Malena: "Mario, ma ti rendi conto che ci vuole a fare una lista? Ti pensi che ti metti
e fai una lista?" Dice: "No, stiamo già vedendo, ci mettiamo dentro a quello, dentro a
quell'altro (incomprensibile)"
Enrico Parente: si vedrà...... ancora qualche mese ....
Malena Maurizio: Se questo ha amicizie in alto ....io penso.... perche facendo
parte....della.......della ...la...
Enrico Parente: Esce il concorso, voi avete 10 anni di iscrizione all'Albo. No, il concorso è 5,
voi avete di più.
Malena Maurizio ... si....si..
Parente Enrico... 5 ..oppure un anno di... dipendente, in questo caso voi avete 5 anni. Però
viene fatto con categoria protetta..
Malena Maurizio Ehhh..
Parente Enrico: Per voi viene fatto con categoria protetta...
Malena Maurizio: eh con la riserva...
Parente Enrico : per voi viene fatta con con riserva specifica.... , mica agg' ritt' "a Malena", ...
Maurizio Malena: No, ci mancherebbe ....
Parente Enrico: pero voglio dire....
105
Malena Maurizio : no anche perché potrebbe concorre qualcun altro...non lo sappiamo....
Enrico Parente: E certo, come no, io posso concorrere da tutta Italia, se è pè chest', però...
Maurizio Malena: E poi quando usciranno? Perché...
Enrico Parente: E' prossimo.
Malena Maurizio: e questioni di giorni....
Enrico Parente: Che il Patto di Stabilità siamo riusciti a... riamo riusciti con le... con le spese a
entrare nel Patto di Stabilità, perchè considera questo, lo scoglio non è questo. Ci siamo
riusciti con l'aiuto del... del... Capo della Polizia Municipale. Eh! Che ha fatto
(incomprensibile). E quindi siamo rientrati nel Patto di Stabilità, possiamo fare... Non ne
facciamo tre, ma ne facciamo due di concorsi. C'è tecnico laureato e l'assistente sociale. Il
terzo che è il dirigente (incomprensibile), cioè vale a dire amministrativo, non lo possiamo
fare perché... Noi facciamo un concorso a part time, architè, 18 ore... perché evitiamo...
Maurizio Malena: ... per l'ufficio tecnico?
Enrico Parente: Chiudiamo... pure a quello amministrativo.... quando sarà.....Per far entrare,
avete capito, a tempo indeterminato. Però all'interno da 18 poi si passa a 24, a 36, ecc. ecc.
Maurizio Malena: Cioè senza fare il concorso, vai direttamente.
Enrico Parente: No, e quale concorso, voi già state all'interno, come! Passate per..."a
completamento orario" si dice. No, non si fa concorso. E quindi..., 18 ore sono importanti
perché danno la responsabilità (incomprensibile) non potrebbe tenere la responsabilità.
Maurizio Malena: Va bene, poi dopo che... perché se no non mi potrebbero dare la
responsabilità.
Enrico Parente: No, bravo, perché altrimenti non ci saremmo rientrati nè nelle spese del
personale nè nel Patto di Stabilità. Poi dopo fai sto servizio, passi a un altro. Ricordate che
voi siete responsabile, però, nel senso che voi siete il capo.... mo’ a prescindere, minimo ci
vogliono 18 ore, che poi dopo... voi ne fate 18 he diciamo sulla carta ... e
poi..(incomprensibile)... attuorno.. a me mi fa piacere, non è chist'o problema.
(incomprensibile)
Maurizio Malena: .che mi venga incontra... (incomprensibile)
Enrico Parente: Dovresti fare tre giorni, no? Tre per sei, diciotto. E poi, venite, facit 18 ore ne
facit 24, 30...
Maurizio Malena: ...nisciun problema ci sta.
Enrico Parente: O comandante Marano fa 18 ore ma ne fa 80. Chill' sta sempre ccà.
Maurizio Malena: come vi sembra Marano..
Enrico Parente: per mo’ si sta comportando bene...ci stann...
Maurizio Malena:(incomprensibile)
Enrico Parente: Per adesso si sta comportando bene... bene e le cose sono migliorate
nettamente.
Maurizio Malena: Lo vedo capace, vedo che rispetta....
Enrico Parente: Quello ogni giorno mi telefona "avete ordini?" ... dico io ma quali
ordini..(incomprensibile) Per qualunque cosa mi chiama, non parla mai per telefono, mai! E'
lui che mi disse cheee... tenevano o' telefono miooo..., non questo, quell'altro.....
Maurizio Malena: Ah (incomprensibile)....praticamente chi comanda mo’ in zona nostra
(incomprensibile)... Diana cugino di Ciccariello...
Parente Enrico: incomprensibile..
Malena Maurizio: e quando spararono alla macchina .... (incomprensibile),..cioè io poi non ho
potuto chiedere ...se no.....dice no ha chiesto autorizzazione (incomprensibile)...
Parente Enrico: e lo sapevamo..noi....
Malena Maurizio. eh....cioè praticamente lui...eh sapeva già nel senso che so andati a
chiedere a lui ....(incomprensibile)..
Parente Enrico: ha so andati a chiedere il permesso....
106
Malena Murizio: si si... prima di fare tutto...e quindi se c'era qualche dubbio mo non ce ne
sono più....
Parente Enrico: va buò..(incomprensibile) non ci sta più quello là....
Maurizio Malena: va bene... perche c'era il problema di (incomprensibile)...perchè c'era una
gara fatta e là sono andati a dare..
Enrico Parente: e certo...
Maurizio Malena: la (incomprensibile) l'avrei lasciata a lui....se.. se lui...disse.... che...
insomma è una ...motivazione... e quello... ha detto va bene fate... però giustamente disse
non...
Enrico Parente: ...non fate del male.
Maurizio Malena: ...non fate del male
Enrico Parente: mirate solo alla macchina...
Maurizio Malena: infatti .... è stato fatto di notte... non c'era nessuno in macchina ecc. ecc.
Enrico Parente: E stranamente non c'era nessuno, perchè mio figlio ci si metteva dentro lo
sapete? Mio figlio Paolo ha l'abitudine di stare fino a tardi nella macchina a sentire ... cosi
faceva due collegamenti. Però penso che loro l'hanno... hanno spiato bene, perchè anche
qualche sera prima mi diceva... una persona che vive li... ha visto una macchina di piccola
cilindrata parcheggiata lì fuori, e poi se n'è andata quando accendeva la luce per
vedere..chi era.
Maurizio Malena: a Gerardo quando l'ho incontrato io tremava tutto quanto. Stava tutto
agitato, tutto...(incomprensibile)
Enrico Parente: Questo.... come ha detto che si chiama, Claudio DIANA,
Maurizio Malena: Claudio DIANA..
Enrico Parente: lui sa chiaramente chi..(incomprensibile)... e si perche sono andati da lui...
Maurizio Malena: Si, sono andati di là, facciamo questo.
Enrico Parente: Se... non so se me lo dirà mai.
Maurizio Malena: Claudio DIANA?
Enrico Parente: Eh... chi è stato ... chiaramente il pensiero e su ... “SCARNECCHIA”.
Maurizio Malena: No no, è stato lui è stato lui.... si si... cioè scusatemi qualcuno che sta
all'interno della vostra giunta chi è....
Enrico Parente: ah.!. Na carogna del genere sul’ iss pò essere.
Maurizio Malena: comme....
Enrico Parente: Certo nu pò essere la Perillo
Maurizio Malena: no no...
Enrico Parente: nu pò essere Clemente, nu pò essere (incomprensibile) non può essere
Giovanni Gravante.
Maurizio Malena: La motivazione... sta...è stata proprio...il fatto che...(incomprensibile)
Maurizio Malena: (parlando al telefono) Luciano....
Enrico Parente:stiamo fuori. qua
Maurizio Malena:stiamo fuori.
Enrico Parente:voi dove state?
Maurizio Malena: stiamo parcheggiando, dove stai tu?... Eh, se scendi nella hall, noi stiamo
giù... Il tempo di parcheggiare la macchina.... Ah, allora stiamo... un minuto, il tempo di
parcheggiare la macchina, va bene? Ciao, ciao.
Enrico Parente:E voi come avete fatto a sapere? Cioè, come... come vi è arrivata stà notizia?
Maurizio Malena: Io... vi dico la sincera verità?
Enrico Parente:Eh.
Maurizio Malena: Questa notizia me l'ha data Carmine IOVINE.
Enrico Parente: Carmine... Carmine... Carmine chi è quel ragazzo che ..
Maurizio Malena: No, no.. il padre, il padre...
107
Enrico Parente: Ah, proprio lui!
Maurizio Malena: Perchè dice che quando ha saputo la notizia, si è precipitato qua! Perchè
quello ha l'interesse di stare a Grazzanise, no?
Enrico Parente: eh..
Maurizio Malena: Si è precipitato qua. (incomprensibile) comunque dice ... "mi ha detto
lui"... Comanda questo qua... e ha detto (incomprensibile) ma tu che sai...dice non non
per sapere i fatti tuoi?" senti ha detto io sono andato a parlare proprio con il responsabile
che comanda... e mi ha detto lui... "chi t'ha mandato ecc. ecc." e... perchè... per vedere com'è
la situazione, dice, perchè io ho pensavo...
Enrico Parente: dice "ma chist' che ha cumbinat?"
Maurizio Malena: No, più che altro perchè quello là ha interesse per una gara che deve
uscire, quella che vi dissi pure qualche tempo fà.
Enrico Parente:Quale di queste?
Maurizio Malena: Quella dell'ingegnere, che ha preparato l'ingegnere.
Enrico Parente: quelle tre ne ha preparate l'ingegnere.
Maurizio Malena: No, quella grossa, quella...
Enrico Parente: (incomprensibile)... quella si fà a gara di appalto...
Maurizio Malena: Eh, e allora dice "vuoi vedere che è successo qualcosa e... quelli sono
andati a sparare al sindaco?" E' corso là: "Che è successo?" dice: "no, no, il sindaco deve
guardare nella sua amministrazione, perchè ha cacciato uno della Giunta e però io gli ho
detto qual'è la... ho detto di non fare del male, ecc. ecc." Quindi insomma...
Enrico Parente: E perchè chist' è annat' a chiedere...e..
Maurizio Malena: Eh, perchè non ha (incomprensibile).... Si nu Sant.
Enrico Parente:Io se sparo a Scarnecchia vado a chiedere o permess...
Maurizio Malena: No, no, no, mo’ vi spiego perchè. Perchè praticamente loro, siccome
orbitano torno torno, no?
Enrico: Parente:eh..
Maurizio Malena: Orbitano torno torno. Non vi scordate, una volta questo a sparato a uno...
Enrico Parente:perche.... chill'è scemo.
Maurizio Malena: Eh. Eh, poi che comunque quello dice che pure è mezzo camorrista e
comunque diciamo si sò messa gente in mezzo... Loro, dico una cosa, per loro, loro crescono
di rango se vanno a dire io faccio questo.
Enrico: Parente:eh..
Maurizio Malena: Avete capito?
Enrico Parente:E questa è una crescita di rango... questa è una vigliaccata....
Maurizio Malena: Eh, lo so che è una vigliaccata... Però nella loro testa loro crescono di
rango. Non vi scordate che quest'ambiente...
Enrico: Parente:eh..
Maurizio Malena: noi lo sopravvalutiamo, questo è un ambiente che fa schifo. Un ambiente
dove ragionano con i piedi.
Enrico Parente: no, non è... che ci prenderemo delle soddisfazioni, cioè io me la prendo la
soddisfazione, che si pensa che finisce cosi... (Escono dall'auto)
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 115)
La seguente intercettazione ambientale, all’interno dell’auto del PARENTE Enrico, è la logica
prosecuzione della precedente.
Conversazione indicata al progressivo n. 419 del 20/01/2009 ore 21:47:09, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
108
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero con utenza telefonica +393407266031 .
Il Sindaco conversa all'interno dell'autovettura con l'Arch. Malena Maurizio. Parlano della
gestione dell'umido. L'Architetto gli parla dei rapporti che lui ha con un senatore se possono
essere utili al Sindaco. Il Sindaco gli dice è di Forza Italia e fanno il nome dell'On. Giuliano.
Fino al min. 04:10:20 conversazione non utile.
Enrico PARENTE: per il concorso dipende... il concorso deve partire presto dell'area tecnica
..(incomprensibile) l'ingegnere è un furbacchione anche perché mi serve liberare... e se non
va via l'ingegnere, senza offesa e lo sto dicendo.... andare via significa nel senso buono che
libera il posto perché uno dice che lo vuole mandare... perchè tra lui e Bartolomeo ci sta una
differenza formidabile
Maurizio Malena: no ma è una difformità ..
Enrico PARENTE: Quindi.. però appena lui va via si libera un altro posto per il 110... il 110
che cos'è l'incarico su decreto del Sindaco... allora liberando eh...ci andate voi a capo
dell'area tecnica rimane uno solo con l'incarico a 110 cioè solo Marano allora io posso
nominare un altro professionista in questo caso un'altra area perchè non mi serve per l'area e
col 110 col potere che il Sindaco ha... sopperiamo la mancanza del concorso con un incarico
prioritario
Maurizio Malena: ..inc..
Enrico PARENTE: e questo è l'obiettivo che mi sono prefissato parlandone con la segretaria
che questa è brava, quindi non ha niente a che vedere con DI CRESCE.. questo.. mo’ se ne è
andato eh....venti minuti prima che vi chiamavo..talmente che è brava che abbiamo nominato
supplente segretario dell'Unione dei comuni perché la segretaria sta in gravidanza quella del
collega di S. Maria la Fossa, cioè il fatto che un bel po’ di soldi restino per le nostre imprese
per le nostre ditte locali ...perchè poi se serve un altro incarico quelli te lo danno a te...
Maurizio Malena: ...cioè io una cosa che ho sempre chiesto..
Enrico PARENTE: l'unica cosa però..Architè...(incomprensibile). si però... si però loro stanno
tranquilli, l'hanno detto loro... è come fanno a (incomprensibile).... tranquillo
Maurizio Malena: diciamo.....il sub appalto lo devono dare per legge il sub appalto lo deve
dare a una ditta locale ..
Enrico PARENTE: (incomprensibile)... non dicevo questo, dicevo con la delinquenza... .
Maurizio Malena: .eh...
Enrico PARENTE: come fa?... la ditta.. c'è la diranno loro sicuramente... (incomprensibile)
Maurizio Malena: Eeh... faranno il il sub appalto...
Enrico PARENTE: ah..
Maurizio Malena: ..... però lo devono fare bene il sub appalto... (incomprensibile)
Enrico PARENTE: gli operai sono una cosa e la ditta.....
Maurizio Malena:
poi dice che per quanto riguarda.... (incomprensibile) quelli di
Grazzanise di sicuro (incomprensibile) di lavorare…
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)... tanto quello ci vorrà… un anno un anno e mezzo di
lavoro….
Maurizio Malena: …(incomprensibile) .. magari...riuscissimo a parti…
Parente Enrico: possiamo… (incomprensibile)...
Maurizio Malena: …perché tutto il paese…oltre che (incomprensibile) ..
Enrico PARENTE: ...loro decideranno…. cioè questo qua che ci darà…
Maurizio Malena: …(incomprensibile) ..
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)...al comune….incomprensibile…. comunque non lo
sa gestire ovviamente ….incomprensibile…
Enrico PARENTE: ... (incomprensibile)...che cosa va a prendere... (incomprensibile)...
109
Maurizio Malena: eh... lui ha fatto tutto questo perchè ... (incomprensibile)..., l'ingegnere
Pagano deve avere il 2%
Enrico PARENTE: su quale cifra
Maurizio Malena: eeh..... (incomprensibile)...
Enrico PARENTE: sulla gara di appalto..
Maurizio Malena: la gara di appalto sarà… sui 12mila euro che poi è....una percentuale
Enrico PARENTE: ma milioni no 12mila euro..e il 2% quanto sono?
Maurizio Malena: Il 2% eh.. 140 mila..
Enrico PARENTE:
senza fa niente… ma a voi vi danno qualcosa….pigliate la
vostra….perchè voi avete lavorato.. mica (incomprensibile)...
Maurizio Malena: qua non prendo niente.. (incomprensibile)..... voi
Enrico PARENTE: ve la danno a voi la direzione dei lavori?
Maurizio Malena: dipende da voi
Enrico PARENTE: come dipende da me per quanto inizieranno i lavori credo che voi
sarete il responsabile dell'area tecnica ...... (incomprensibile)...
Maurizio Malena: Ah....eh....no.... (incomprensibile)......
Enrico PARENTE: Penso che lo potete prendere o (incomprensibile)...
Maurizio Malena: e lo so se parte prima…potrei farcela
Enrico PARENTE: meglio ancora…
Maurizio Malena: se parte dopo ci... (incomprensibile)...
Enrico PARENTE: una domanda particolare però rispondetemi con lealtà Clemente che sa di
questa storia?
Maurizio Malena: allora Clemente in questa storia
Enrico Parente: perché Clemente si votta ..Clemente (Clemente Carlino Vice Sindaco del
Comune di Grazzanise)
Maurizio Malena: si lo so
Enrico Parente: io non so se ve lo ha mai chiesto di andare a chiedere soldi
Maurizio Malena: io vi parlo con lealtà voi vedete non vi ho mai nascosto niente … cioè uno
nella vita di qualcuno si deve pur fidarsi
Enrico Parente: io mi metto paura di questo Clemente
Maurizio Malena: uno nella vita si deve pur fidare di qualcuno e io vi ho sempre detto tutto
anche perchè ho tutto da perdere e niente da guadagnare secondo la persona che .. inc… se
nasconde qualcosa voglio dire.. (incomprensibile)...Clemente quando siamo andati là
stavamo in macchina lui ha detto io non mi accontento...... (incomprensibile)...
Enrico Parente: lui… quella persona…
Maurizio Malena: io .. sono rimasto… ho detto Clemente non so che dire come faccio
Enrico Parente: vengono a galla le storie hai visto ..poi ascimm copp i manifest
Maurizio Malena: e poi non ne abbiamo parlato proprio più ..ogni tanto se ne è uscito e
diceva che tutto questo è opera sua.....qua e la… invece non è vero niente…
(incomprensibile)...
Enrico Parente: opera sua come fa a essere opera sua..
Maurizio Malena: (incomprensibile)... detto Luciano… ho scaricato un scheda telefonica… vi
faccio vedere quanti messaggi..
Enrico Parente: (incomprensibile)... ancora a questo…ma perché secondo voi questo
cristiano noi ce lo siamo portati all'epoca perché ce lo dovevamo portare ...lui doveva
rimanere vice sindaco e assessore all'ecologia senza sapere niente .. ma però che viene a
chiedere aggia avè chest aggia, che chill vene e dice teccte 50.000 euro pe dicere na palla,
(incomprensibile)... deve cacciare i soldi
Maurizio Malena: (incomprensibile)...
110
Enrico Parente: va bè ma voglio dire so comportamenti diversi ..voi ve lo state guadagnando
col lavoro con l'impegno con le telefonate con internet a perdere gli occhi sui progetti..ecc.
ecc....quello là lo fa per mestiere… è naturale che deve guadagnare altrimenti che lo fa a fare
Maurizio Malena: è normale…cioè..
Enrico Parente: le ditte guadagneranno tanto, molte persone le ditte
locali…(incomprensibile)... mo’ che la ditta prende una busta e dice " architè questa è una
busta dalla all'assessore, dagli ventimila euro, ma deve essere una cosa sua personale non
è io che devo andare da lui, io Sindaco o Vice Sindaco" e (incomprensibile)... non si fanno
queste cose…
Maurizio Malena: allora Sindaco io con questi qua… (incomprensibile)... ci siamo messi
d’accordo.. un po’ cosi… dice che per i lavori ci sta..questo di…Firenze…(incomprensibile)...
Enrico Parente: (incomprensibile)... la…
Maurizio Malena: ci siamo incontrati sulla telesina su una stazione di servizio
Enrico Parente: stavate pure voi
Maurizio Malena: si si
Enrico Parente: quindi siete testimone
Maurizio Malena: si si io e questi qua il Luciano e quelli là dove ci siamo un po’ messi
d'accordo sull'Ati come deve essere, dice la camorra ste cose qua, perché giustamente dice
noi senza fare più di tanto..io ho semplicemente detto sentite voi sapete come funziona voi vi
trovate questo lavoro senza niente ..
Enrico Parente: continuate
Maurizio Malena: e lui ha detto sappiamo di che stiamo parlando non dobbiamo dire grazie
a nessuno quando si fanno questi lavori tutti quanti devono lavorare la politica si fa ecc.
ecc... (incomprensibile)... però poi dovete mantenere gli impegni .. (incomprensibile)... è
inutile mangiarci la carne quando ancora non c'è
Enrico Parente: è chiaro
Maurizio Malena: dice comunque avrete tutto quanto ci sediamo a tavolino mi dite come
dobbiamo fare e ci regoliamo di conseguenza
Enrico Parente: va bé
Maurizio Malena: e siamo rimasti così
Enrico Parente: e loro che hanno detto sono stati d'accordo
Maurizio Malena: si si si d'accordissimi
Enrico Parente: va buò
Maurizio Malena: anzi hanno apprezzato la lealtà e tutto quanto hanno chiesto solo la
cortesia di trovare una impresa locale …(incomprensibile)...
Enrico Parente: ditte locali a Grazzanise non ce ne stanno
Maurizio Malena: no no.. locali
Enrico Parente: da quella zona la…
Maurizio Malena: non ci voglio mettere nemmeno i casalesi
Enrico Parente: (incomprensibile)... e chi ci volete mettere
Maurizio Malena: di là non ci vogliono mettere nessuno perché come sentono un nome di là
subito la magistratura comincia a guardarci ..ci vorrebbe qualche ditta
Enrico Parente: del centro che è ben collegata..
Maurizio Malena: collegata che sono ben collegate con loro e che possibilmente devono
avere questi consorzi con il nord Italia ecc. ecc…. possibilmente con la sede legale a Roma.. e
poi gli operai da che mondo e mondo…(incomprensibile)...
Enrico Parente: va bene
Maurizio Malena: (incomprensibile)...
Enrico Parente: va bene cosi…allora io e voi non ne parliamo più di questo state solo accorto
a Clemente
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Maurizio Malena: Sindaco non vi preoccupate perché io comunque non voglio dire.. non ho
detto niente… (incomprensibile)...
Enrico Parente: (incomprensibile)...
Maurizio Malena: dice no no…poi quando sarà pure l’ingegnere… deve cacciare i soldi.. qua
e la …(incomprensibile)...
Enrico Parente: chi è…quale ingegnere
Maurizio Malena: secondo lui l’ingegnere Pagano ci guadagna parecchio..però se vi devo
dire la verità lui poi non mi ha chiesto più niente
Enrico Parente: e perché ancora non si è mosso
Maurizio Malena: nel caso si muove qualcosa vi faccio sapere
Enrico Parente: Ingegnere soprattutto non mollate dite io ho parlato direttamente con quello
della BIOE … vedete che non ci va nessuno la…
Maurizio Malena: no ma infatti….
La conversazione continua di cose non utili. Malena consegna del vino calabrese al Sindaco
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 116)
Conversazione indicata al progressivo n. 772 del 13/02/2009 ore 10:12:28, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE conversa con una donna all'interno della macchina e le racconta che ha
fatto una gita a Copenaghen perché aveva voglia di evadere. Nella circostanza parla delle
varie ipotesi che erano state fatte in occasione del suo allontanamento tra cui quella che si era
reso latitante perché lo dovevano arrestare. Commentano le varie ipotesi che erano state fatte
in paese.
Dalla posizione 33:21:
Enrico PARENTE: ma... a me ultimamente sono capitati due episodi sgradevolissimi, che
sono stato costretto... sono costretto a portare la pistola. Lo sai? Sono anni che non la portavo
più, infatti quando venni da te non la portavo. Mi hanno sparato nell'auto. Qua (inc.). Non a
me, hanno sparato alla macchina. Palle di lupare. Era notte, verso mezzanotte, io non ci sto
mai a casa, una delle poche volte... Io la notte quando mi ritiro non esco più, non esco più.
Quindi...
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: eh, si, si. Lo dissi. Ehm... Nessuno di noi se ne accorse, perché a casa
sentirono due colpi, però era il periodo di Natale, mo' allora dice, dice, sono i botti di Natale.
Dopo, mio figlio Pietro, quando tornò: "guarda che abbiamo sentito due colpi". Va buò i botti
di Natale. Siamo stati pure cinque minuti (inc.). La macchina io la parcheggio dietro, dietro
casa mia (inc.), sicché io me ne andai a dormire, loro stavano giocando a carte con altri
giovani, altri ragazzi, sette - otto di loro. Verso l'una e mezza mi venne a chiamare l'ultimo
figlio, disse: "papà, esci un poco, perché questi hanno sparato nella macchina". Allora mi alzo
col pigiama, andai a constatare e chiamai i carabinieri, facemmo i rilievi del caso. Ci stanno
ancora le le botte vicino al muro. Quelli hanno sparato col fucile a canne mozze.
Donna: cioè, venuti di proposito per sparare?
Enrico PARENTE: per sparare.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: no, sono stato deciso.
Donna: cioè, tu lo sai chi è stato?
Enrico PARENTE: si. Credo. Avrò la conferma tra pochi giorni, perché, chiaramente la Digos,
la Prefettura di Caserta, i carabinieri, la polizia, hanno fatto tutte le ipotesi. Sapendo che io
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sono un sindaco molto duro, molto severo e (inc.) mai avuti, quale può essere il motivo che
ha scatenato...
Donna: la rabbia.
Enrico PARENTE: ...questa rabbia? I 40 miliardi di... che stanno per arrivare al Comune di
Grazzanise?
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: si? E molto probabilmente no. Qualche avversario politico che ha pagato
qualcuno, visto che non si riesce in nessuna maniera di cacciarmi, mi vogliono cacciare in
questo modo. Insomma, tante ipotesi.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: io poi ci sono arrivato. Perché, pochi giorni prima, io ho revocato
l'assessorato a un mezzo delinquente. Non lui, quello è un buon ragazzo, quello tiene 27 - 28
anni, ma tiene uno zio mezzo camorrista e, siccome questo invece di fare l'assessore va
facendo il pagliaccio (inc.) siccome sono sempre deciso, gli levai l'assessorato, gli dissi: "tu è
meglio che te ne vai. Se vuoi rimanere nel gruppo di maggioranza, se no prenditi la valigia e
vattene". Io credo che sia stata... perché questo è capitato dopo una quindicina di giorni e non
ancora avevo nominato il nuovo assessore.
Donna: però è stato uno, diciamo, uno spavento così, perché se no ti facevano (inc.)
Enrico PARENTE: no, aspetta. (inc.) ancora ti devo dire il corso sotterraneo della storia. Non
ancora avevo nominato il nuovo assessore, dice: "mo' lo intimoriamo, facciamo questa
intimidazione e torna indietro". E invece niente, io sono andato avanti, ho nominato un
nuovo assessore, quel Pasquale che dicevo prima a Tommaso "datela a Pasquale, dalla a
Pasquale poi me la porta lui", che è un maresciallo dell'esercito. Passano i giorni, l'opinione
pubblica, i giornali, pure la televisione ne ha parlato. Poi io sono il sindaco che è andato due
volte a Matrix (inc.), insomma in televisione se n'è parlato "il sindaco di Grazzanise ha subito
un'intimidazione", non l'avete...
Donna: no.
Enrico PARENTE: vabbè, non l'avete ricevuto. Vabbè, è obbligatorio.
Donna: (inc.) è una zona che...
Enrico PARENTE: centrale.
Donna: ...non sta (inc.)
Enrico PARENTE: aspè, però voglio dire qua... ah, eccolo qua. Questo qua ci sta il casellante
o si paga con la carta?
Donna: qua è con la carta, qua è con la moneta. Qua è con la moneta.
Enrico PARENTE: si, no, ma quelle ce l'ho, non è questo... Questo hai capito che hanno fatto?
Hanno levato quasi tutti i casellanti.
Donna: si, perché devono risparmiare come alla De Blasi.
Enrico PARENTE: (ride) e quindi si paga o con i soldi o... vabbè non è un problema. Mo' che
stavo dicendo: tutta l'opinione pubblica paesana, a parte le telefonate, la gente che mi
fermava in mezzo alla via "ma... ti sei messo paura, se è un problema noi ti stiamo vicino, vai
avanti, tu sei un sindaco buono", dicevo "non vi preoccupate, io (inc.) ma non me ne vado
(inc.)". E insomma, a parte questo, l'opinione pubblica ha decretato, tu sai che il popolo
quando decreta è micidiale eh, non c'è niente da fare, ha detto "sono state queste persone".
Donna: Enrì, scusa eh, come faccio a fare (inc.)
Enrico PARENTE: lo schienale?
Donna: eh, si perchè tu...
Enrico PARENTE: col pulsantino.
Donna: ...tu stai con sta capa, che ti stai tanto (inc.)
Enrico PARENTE: (inc.) più avanti... pulsantino... eh.
Donna: non mi riesce a...
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Enrico PARENTE: se no ci sta il (inc.) più avanti. Dice, è stato, secondo il popolo sono state
queste persone: le persone che pensavo io. Tant'è vero che io ho tolto il saluto ai familiari
del... Quando quel signore poi è venuto, (inc.) Alessio si chiama: "ehi, sindaco buongiorno".
"Vieni qua, diglielo a tuo zio Gerardo che il sindaco sa". "Ma che so...". Dico: "senti -perché io
gli parlo col tu, quello mi parla col voi a me- tu digli solo così e lui lo capisce", ho detto.
(rumori di sottofondo da cui si evince che si trovano all'uscita di un casello)
Donna: Enrico, ci stanno gli amici, mettiti la cintura. Mettiti la cintura.
Enrico PARENTE: uh. Quando tornai da Copenaghen mi fermarono 5 o 6 volte. E io da
lontano... uh
Donna: e io mo' (inc.)
Enrico PARENTE: (continua il discorso precedente) "gli devi dire solo questo, dice ha detto il
sindaco che lui sa. Basta, non gli dei dire più niente". Perché, nel frattempo, tra le tante ditte
che hanno lavorato... qua che cos'è, si esce qua o è stazione di servizio? No no.
Donna: no no, polizia stradale Lunghezza. Che ne so che è. No.
Enrico PARENTE: no no no (inc.)
Donna: non è che (inc.)
Enrico PARENTE: no no e torniamo dall'altro lato, andiamo per la via normale. (riprende il
discorso) Dice... mh... molte ditte che lavorano sono di Casal di Principe, Villa Literno, San
Cipriano, Casapesenna, questi paesi dove la camorra regna sovrana e io sono confinante, io
mio paese è confinante. Allora quelli che hanno lavorato per il Comune, e che mi
conoscono, sono venuti e uno di questi c'ha un cognome particolare e si chiama Iovine.
Iovine, ed è cugino di uno dei capi storici della... del clan dei casalesi, non so se (inc.) in
televisione, e mi ha detto: "sindaco, -proprio così, guarda eh- ma avete qualche problema?
Perché a me risulta che da Casale non è venuto nessuno...
Donna: sai che (inc.)
Enrico PARENTE: non è venuto nessuno. Quindi, non è una cosa della camorra". Ma non
signore, ve lo sto dicendo io, io non ho rapporti con queste persone, anche se voi siete un
familiare con... lo chiamano u'Ninn, quindi uno dei più sanguinari che ci stanno nella mia
zona. Ecco, usciamo qua. Dice: "vi farò sapere". Mo' io con lui non ho più parlato, però mi ha
mandato il messaggio -(inc.) tra pochi giorni. Perciò ho detto tra pochi giorni saprò- tramite
un architetto che è un mio carissimo amico del paese, che è calabrese, mi ha chiamato in
disparte ha detto: "senti, io te la do la notizia in anteprima, poi verrà lui di persona. Questo
qua, prima di venire a casa tua a sparare nella macchina tua, sono andati a chiedere il
permesso". Tu sai, no, che nella camorra (inc.). Ci sono... il capo famiglia è il boss...
Donna: certo, certo.
Enrico PARENTE: ...poi ci sono i capi mandamenti.
Donna: (inc.)
Enrico PARENTE: ...i capi mandamenti e poi ci sono i soldati. Allora, questo Gerardo, che io
sospetto, è un soldato, non è un... è un imbecille, è andato a chiedere il permesso se lui
poteva fare quest'azione dimostrativa nei confronti (inc.). Quello lì, il reggente, gli ha detto:
"guarda che tu stai facendo, stai per fare una carognata, perchè questo non se lo merita,
perché questo è una persona seria". Dice, dice: "no, ma sai, è una questione nostra...". E allora
lui mi ha mandato a dire: "guarda all'interno della tua giunta. A noi non ci pensare. Guarda
all'interno della tua giunta". Quindi, indirettamente, ha confermato quello che sia l'opinione
pubblica, sia io pensai. Però questo mi ha mandato a dire questo, io mo', quando lo
incontro, sarà più chiaro. Non incontro a lui, il capo (inc.). Basta che tu una volta sola ci hai
a che fare, dopo si aggrappano, no. Non ti mollano più. Perciò...
Donna: (inc.) tua moglie non sta preoccupata.
Enrico PARENTE: ...perciò sono stato costretto ad armarmi. Hai capito?
Donna: ma come ti è passato per capo a (inc.) in mezzo alla politica?
Enrico PARENTE: perché io sono un guerriero, non sono un...
114
La donna: continua a conversare con Enrico PARENTE e parlano di fermarsi con la
macchina.
Enrico PARENTE parla che gli hanno mandato la Digos per parlare con il Questore per avere
il porto d'armi. Enrico PARENTE parla delle difficoltà che ci sono in provincia di Caserta
per avere il porto d'armi. Enrico Parente conversa con la donna degli accenti e dei dialetti.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 117)
Da ultimo è lo stesso Caterino Massimiliano nel verbale del 17.6.2014 a riferire in modo
chiaro quale sia il ruolo del sindaco:
“…A.D.R. Riconosco la persona effigiata nella foto n.4 nel sindaco di Grazzanise, di cui ho già
parlato prima. Le posso dire che quando lo stesso si candidò alle elezioni, non ricordo il periodo,
ZAGARIA Franco, cognato di ZAGARIA Michele, gli fece prendere i voti dando ordini a
IANUARIO Gino37 e SANTAMARIA Antonio38, referenti del gruppo ZAGARIA su Grazzanise
per farlo votare poiché erano di Cancello Arnone ed erano vicino a Grazzanise. Queste cose le seppi da
Carmine ZAGARIA che mi incaricò di contattare IANUARIO e SANTAMARIA per far prendere i
voti elettorali al sindaco di Grazzanise. Mi riferisco al periodo settembre 2002 anche se non ricordo la
data con precisione. In cambio di questi voti venni a sapere sempre da Carmine ZAGARIA che il
sindaco era a disposizione del gruppo per far prendere gli appalti d'interesse così come è
successo nel caso di Franco MADONNA di cui prima vi ho riferito.
L’Ufficio da atto che la persona effigiata nella foto n. 4 si identifica in PARENTE Enrico nato a
Caserta il 26.06.1952…”
Parente Enrico è, dunque, colui che, in qualità di sindaco del Comune di Grazzanise,
intrattiene rapporti con esponenti della criminalità locale – Cacciapuoti, Diana e Zagaria
Alessandro - e favorisce l’aggiudicazione di appalti ad imprese vicine al clan, come appunto
accaduto nell’appalto per l’ “Emissario Grazzanise”.
Tale condotta si è sviluppata attraverso una serie concatenata di azioni.
Il Parente, infatti, ben consapevole dei legami di Zagaria Alessandro, interloquisce con
quest’ultimo di un appalto rispetto al quale Zagaria non aveva alcun titolo, consentendogli
di effettuare sopralluoghi, fornendogli suggerimenti proprio finalizzati all’aggiudicazione ed
alla rimozione di eventuali “ostacoli” di qualunque natura.
E’ sempre il Parente che determina il pretestuoso rifacimento della gara in modo da
purificarla di quelle irregolarità che si sono prima illustrate e che avrebbero potuto vanificare
l’effetto dell’aggiudicazione dell’appalto ad un’impresa del clan.
Il predetto episodio appare la chiara traduzione in fatto di quel “mettersi a disposizione” di
cui riferiscono i collaboratori di giustizia.
Con tutta evidenza, dunque, la condotta del Parente si è tradotta in un rafforzamento
dell’operatività del clan dei casalesi nello specifico settore economico degli appalti pubblici,
nella piena consapevolezza del sindaco della caratura mafiosa dei soggetti con cui si
interfacciava.
La predetta specifica vicenda non può non essere letta congiuntamente al favoreggiamento
della latitanza di Zagaria Michele - vicenda sub iudice e che si colloca nel medesimo periodo
dei fatti in contestazione – oltre che con le richiamate dichiarazioni dei collaboratori di
37
IANUARIO Biagio detto Gino, nato a Capua il 07/10/1977, residente a Cancello ed Arnone, affiliato al clan dei
casalesi fazione Zagaria. Oltre che per associazione mafiosa, annovera precedenti per tentato omicidio, porto
abusivo di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altro. È attualmente detenuto.
38
SANTAMARIA Antonio, nato a Cancello ed Arnone il 29/12/1975, ivi residente, affiliato al clan dei casalesi
fazione Zagaria. Oltre che per associazione mafiosa, annovera precedenti per tentato omicidio, porto abusivo
di armi, rapina ed estorsione aggravata dal metodo mafioso ed altro. È attualmente detenuto.
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giustizia che indicano in Parente Enrico un riferimento per la criminalità locale,
all’occorrenza a disposizione del clan ( Di Giovanni e Raimondo Paolo lo indicano come un
vero e proprio referente per Cacciapuoti Alfonso il quale, come sopra detto, ricorreva all’ex
sindaco anche solo per sapere il valore degli appalti aggiudicati, al fine di una compiuta
determinazione della percentuale estorsiva).
Referente, dunque, pienamente consapevole della rilevanza causale del proprio operato ai
fini della conservazione o rafforzamento del clan.
Posizione di ZAGARIA Alessandro (capo 2 della rubrica)
La descritta vicenda dell’appalto dell’Emissario Grazzanise delinea in modo evidente il ruolo
ed il contributo offerto all’associazione dal predetto indagato.
Si è già detto delle conversazioni intrattenute con l’allora sindaco Parente Enrico e
dell’interessamento di Alessandro Zagaria rispetto al predetto appalto.
Emblematico il già citato sopralluogo sull’area di cantiere al fine di controllare le
caratteristiche dell’appalto nonché la sua proposta di intervenire verso gli amministratori o i
funzionari pubblici che potessero frapporre ostacoli all’aggiudicazione dell’appalto ai
Madonna.
Giova ricordare, peraltro, che trattasi di appalto rispetto al quale lo Zagaria Alessandro non
rivestiva alcun ruolo formale, non essendo partecipe della gara e non avendo alcuna
competenza specifica per poterne interloquire con il Sindaco e con il relativo ufficio tecnico.
Detto interessamento trova la propria unica ragion d’essere proprio nei suoi collegamenti
con la famiglia Zagaria e con gli stessi imprenditori Madonna.
Sul punto, è lo stesso sindaco Parente, nella più volte richiamata intercettazione ambientale
con la moglie, a dirci che Alessandro Zagaria era in realtà “la faccia” pulita del clan, legato
sentimentalmente alla figlia di uno degli imprenditori Madonna.
Conversazione indicata al progressivo n. 1890 del 17/05/2009 ore 01:22:51, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Enrico PARENTE commenta con la moglie la cena che ha consumato al ristorante il tempio di
Alessandro ZAGARIA.
Enrico PARENTE: mo questo ragazzo ha preso una simpatia semplicemente per un lavoro
che ha fatto...non ti pensare che ha fatto
Agata CALANDRA: ma lo ha fatto qualche lavoro?
Enrico PARENTE: si..lui no, un'impresaaa....questi sono i cugini di primo grado ...hai sentito
che una sola volta ha fatto il nome te ne sei accorto
Agata CALANDRA: io non lo capivo
Enrico PARENTE: ti ricordi quel tuo zio acquisito il marito di zia Felicina
Agata CALANDRA: è
Enrico PARENTE: a Fratta ..quello tale e quale ..parla con la mezza lingua lui e mezza lingua
..incacaglia
Agata CALANDRA: non lo riesci neanche a capire
Enrico PARENTE: io stavo vicino a lui e non lo capivo
Agata CALANDRA: me ne sono andato proprio per idea
Enrico PARENTE: una sola volta ha fatto il nome del frato cucino carnale
Agata CALANDRA: e che ne so
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Enrico PARENTE: io lo so bene
Agata CALANDRA: non riuscivo neanche a capire
Enrico PARENTE: questi sono strettamente legati..e diciamo che ..la moglie di Francesco
Moglie del Sindaco : una cosa che la cosa che ho notato e che avevano tutti le camicie con la sigla.... a
parte il vecchio......
Il Sindaco : Allora quello che ti voglio far capire...
La moglie del Sindaco : la sigla A.Z. il figlio e A.Z. pure lei la mamma .....
Il Sindaco: ZAGARIA quello che ti voglio dire.... la mamma fa finta di non sapere.... tutte le donna
di camorra fanno finta di non sapere... la quello che dirige le file e il marito del cugino di
primo grado...questa è gente che...
Poi commenta il luogo del ristorante che è un posto isolato...alle 01.30 non ci viene più nessuno a dare
fastidio
La moglie del sindaco. incomprensibile..
Il Sindaco: il famoso....cugino Michele. che qualche tempo è stato a confine tra l'Italia e
l'Austria...il latitante...hai capito.inc.... ogni tanto ha bisogno del medico..... e c'e
l'abbiamo...gli porta uno scompenso ma niente di grave lui è cardio..... ricordati che questi
grandi uomini
La moglie del Sindaco: grandi......
Il Sindaco: grandi.....
La moglie del Sindaco: nel senso in negativo.......
Il Sidaco: hanno una paura di morire... peggio di come c'e l'ho io....
La moglie del Sindaco: .e si pero dico...che senso ha vivere cosi......
Il Sindaco: e questa e gente che.....secondo me no....se muoiono prima.... oppure fanno i fatti e si
ritirano...
La moglie del Sindaco: e. ma che serve..... incomprensibile....
Il Sidaco: .per loro ... essere malati diciamo non avere quella..... e come morire.... e preferiscono o
morire o uscire fuori dal giro...che non hanno più quel rispetto.... perche quando si viene a sapere che
sono malati ... non li rispettano più..... tanto prima o poi questo muore..... e si trovano un altro
capo......e la stessa cosa del sindaco ..sanno che non sono più sindaco e si cercano un altro sindaco....e
io queste storie le conosco bene penso dall'esterno.....
La moglie del Sindaco: questi qua pure hanno fatto i marciapiedi come li hai fatti tu...guarda...
(incomprensibile).
Il Sindaco: . un metro e ottanta... si e quello e per legge....quello un metro e ottanta con parcheggio..
qua l'hanno fatto l'anno scorso... un anno e mezzo fa... ma a me stanno venendo meglio.. no... vedi qua
ci ha messo pure il cemento... come si chiama..... le betonelle... invece a noi hai visto come stanno
venendo belli...
La moglie del Sindaco: pero guarda che questi sta...... pure da te... (incomprensibile)... ci sta una
manutenzione...
Il Sindaco: .là sai come hanno fatto?
La moglie del Sindaco: e poi e brutto..
Il Sindaco: .hanno pulito sotto con lo scavatore... cercando di togliere le erbacce, qua.
La moglie del Sindaco: le radici
Il Sindaco: . le radici... poi ci hanno messo il brecciolino....
La moglie del Sindaco: e ma quello ci stava...
Il Sindaco: .poi non ci hanno messo l'asfalto
La moglie del Sindaco: quella è la gramigna.
Il Sindaco: . capì? L'asfalto è questa qua...ci hanno messo il cemento...
La moglie del Sindaco: e ma perché secondo te quello non è cemento?
Il Sindaco: . non lo so... poi da sopra il cemento ci hanno fatto una passata. di.. non so come si chiama
... quel cemento....un piccolo strato.. di cemento colorato...se tu lo vedi di giorno... mo non si vede di
notte... lo vedi ruvido...se tu ci cammini non è liscio, per evitare che la gente possa scivolare quando
piove...
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La moglie del Sindaco: eh, ma tra (incomprensibile)...
Il Sindaco: e... (incomprensibile). speriamo che. lo riscontri tra 4/5 anni. Sapessi quante volte me l'ha
detto questo giovane che mi voleva far conoscere la madre e il padre... voleva...con te ovviamente.
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)...
Il Sindaco: si lo conoscevo... però voglio dire mai cosi.. come dire siamo stati due ore a parlare...dice...e
io ho sempre cercato....pure a me... dice se la signora non può venire...venite voi... e io dicevo no no
no.... vado a casa a cena... e poi la sera sono stanco... comunque è vero eh, non lo stavo dicendo... non
lo facevo perché...(incomprensibile).. poi lo sai che vanno a mangiare i Carabinieri (incomprensibile)…
lui me lo racconta... io poi alcune volte.. l'ho visto... pure quella sera che stavamo con Pietro...al primo
tavolo hai visto ci stava quello con la divisa ... quello non ha mai pagato...non pagano mai...ha detto a
parte che io non li faccio pagare .. ma quelli manco vogliono pagare. Mo’ per questo non perché....
perciò te l'ho detto... se stasera ci vogliamo andare... ha detto jà venitevi a prendere il telefono... ve lo
porto io a casa...dico no no..ci mancherebbe....me lo vengo a prendere io ...mi ha detto allora portate
pure la signora.. forse questo è il momento che state qui a cena con noi...mo se tu sei venuta...
vabbuò...mi ha fatto assai piacere..ma se non venivi, io mi venivo a prendere il telefono e me ne
tornavo, mica mi mettevo a cena. Anche se in buona sostanza... è vero che appartengono a quella
famiglia... ed è indiscusso...quelli che stanno a Brezza, Zagaria..... il fatto della via... l'hai mai
sentito....via San Lazz... hanno detto che sono cugini al Sindaco...... ma sono cugini a lui... cioè iss, lo
zio e Brezza, il famoso... (incomprensibile)....sono tutti parenti...(incomprensibile)
La moglie del Sindaco: scusa iss che ci appartiene
Il Sindaco: eh... davanti a te ha detto che no.
La moglie del Sindaco: perché.. che ...significa
Il Sindaco: ee...
La moglie del Sindaco: e che faceva...
Il Sindaco: noo... Alessandro a me invece mi ha detto tutt'altre cose. Quelle due o tre volte che abbiamo
parlato...
La moglie del Sindaco: perché io... a me che me ne fotte...
Il Sindaco:va bene... loro non ti conoscono a te... non sanno se possono... tu hai visto che parata... che
atteggiamento...quello è solo una parvenza... son uomini terribili...non solo gli uomini pure le
donne...quella fidanzata...facci caso...la fidanzata non viene da un'estrazione sociale... cioè hai visto
com'è ... è "bellell. è garbata...io non l'avevo mai vista... è la prima volta che la vedevo... e perche non
è...Zagaria si chiama Madonna di cognome...sono dei grossi grossi .....
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)... quello là di...
Il Sindaco: quel signore che ci ha salutato...e se ne andato... e quello è il fratello del padre
La moglie del Sindaco: di questa ragazza?
Il Sindaco: di questa ragazza... sono dei grossi imprenditori...del movimento terra.....pale
meccaniche, escavatori. E sono attorno a...(incomprensibile)... cioè fanno le gare d'appalto...e
invece sono chistu Zagaria e i Madonna... e poi i soldi..... gente che partecipano a gare
d'appalto dai tre milioni di euro a salire... sotto non ci vanno proprio
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: mo io non so
La moglie del Sindaco: chi è che ci va?
Il Sindaco: io credo che
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: io non so.... no so se quella ragazza lo sa...io credo che non sappia nulla.... Alessandro
invece sa tutto...ed è quello addetto alle pubbliche relazioni... cioè di quella famiglia la faccia
pulita è quel guaglione... quello la tiene la faccia pulita no?.... lo vedi...
La moglie del Sindaco: e dobbiamo vedere fino a che punto
Il Sindaco: quello mo si prende pure la laurea a ottobre... se è vero o non è vero...diventa dottor...
dottore... allora lui non si presenta come Zagaria... dottor Alessandro...(incomprensibile) come il
fatto del sindaco di...(incomprensibile),...è laureato in legge... mo’ si è laureato... 6/7 mesi ... hai
capito? Stanno cercando... che... si sono evoluti... per non rimanere..ghettizzati...
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La moglie del Sindaco: accorporati
Il Sindaco: ghettizzati...e già mi ha fatto arrivare il messaggio..il fatto del segretario... sempre buono
è...l'hai sentito come ha detto la prima volta... perciò che mi hanno sparato nella macchina non gli ho
detto niente....perché non sono gente che fanno questi gesti....questo..ha detto...quello è...un gesto del
genere è controproducente.....mica sono scemi.... per arrivare a questi livelli sono persone
intelligenti...cattive... ma sono persone intelligenti...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile) la cattiveria.
Il Sindaco: ci hai fatto caso che gli altri figli non compaiano quasi mai? Perché uno...il primo si dedica
al Catering e fa la sua vita come... Il secondo è più "sciacculattone", ci piacciono le macchine sportive.
Il terzo...Alessandro...
La moglie del Sindaco: (incomprensibile)
Il Sindaco: tre ne tiene.... il terzo Alessandro è quello che ...colletto bianco...quello che entra
fino alle pubbliche amm.... è quello destinato a fare carriera..... mo tiene 25 anni... quanti anni
tiene?
La moglie del Sindaco: va bè anche perché ....(incomprensibile)
Il Sindaco: 26 anni... tiene l’età di Pietro... qualche anno in più....
La moglie del Sindaco: qualche anno in più....
Il Sindaco: eh. Hai capito? Quello...
La moglie del Sindaco: ah, ok, ok. C'ha 24 25 anni?
Il Sindaco: però sai come la farà la carriera? La farà da laureato....capito... ma comunque ha
lo stesso modo... cioè se deve dire vicino a uno "Pasquà va a sparare a quello"
(incomprensibile) ... sò gente spietata, eh. Dici "e tu come...." e io l'ho conosciuto. Tra
virgolette... (incomprensibile). Stu Michele, il capo indiscusso, vicino a lui...
(incomprensibile) tutti quanti... (incomprensibile) .a lui appartengono tutti. I quali loro
tengono strettamente collegati con loro. E io lo so, perché tutti e...(incomprensibile)
La conversazione continua su cose non utili.... parlano dei lampioni e marciapiedi all'entrata del paese.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 26)
Proprio il ristorante “Il Tempio” gestito da Alessandro ZAGARIA, ove il PARENTE Enrico
si recava per incontrarlo, è noto agli ambienti criminali per essere abituale ritrovo di
esponenti illustri del clan.
In tal senso si esprimono i già citati collaboratori di giustizia Vargas Roberto e Vargas
Pasquale.
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 23/12/2013
ADR: conosco un parente di Michele ZAGARIA che ha un ristorante denominato “IL
TEMPIO” ubicato in Casapesenna. Non ne ricordo il nome so che anche il figlio gestisce il ristorante,
inviava i pasti; ricordo che mentre eravamo a mangiare con Nicola SCHIAVONE lo stesso
avvicinandosi al tavolo mandò tramite Nicola del vino pregiato al padre di SCHIAVONE Nicola, in
quel momento Nicola mi disse che era un amico del padre e che si metteva a disposizione loro e che
era un parente di Michele ZAGARIA, di più non posso riferire.
Interrogatorio di VARGAS Pasquale del 23/01/2014
ADR: circa il ristorante “Il Tempio” di Casapesenna posso dirle che lo conosco per averci
mangiato nel 1993 con ZAGARIA Michele. ZAGARIA mi diceva che era gestito da un suo
parente, ma non so dirle altro.
La consapevolezza dei predetti legami non impedisce al Parente non solo di interloquire
indebitamente con Alessandro Zagaria sul predetto appalto, ma anche di favorirlo nella
aggiudicazione di ulteriori lavori.
119
Ciò lo si evince dalla già citata conversazione intrattenuta da PARENTE Enrico con il figlio
Paolo che di seguito si riporta per completezza espositiva.
Conversazione indicata al progressivo n. 1888 del 16/05/2009 ore 20:16:51, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero Ambientale con utenza telefonica +393407266031 .
Ascoltano la musica in sottofondo. Dalla posizione 1:45.
Enrico PARENTE: oh se mamma ci vuole venire ma quella non ci viene. A cena andiamo io...tu vuoi
venire? Io già ho telefonato, te l'ho detto no che ho prenotato. Quindi venerdì 22, la sera, io mamma...
siamo quattro medici con le quattro mogli. Perciò ho prenotato un tavolo, ho detto fate una bella cena
veniamo alle 20:30, insomma, 21. Una bella cena tutta a base di pesce. Hai capito? Mangiando
antipasto primo e secondo, tutto pesce.
Paolo PARENTE: vi dovete schiattare.
Enrico PARENTE:- però ho detto:" guardate Alessà, io devo pagare eh. Io ci vengo perché, per la
stima nei vostri confronti e di vostro padre, poi perché siete veramente bravi, avete un buon cuoco,
la cucina è ottima. Ma non vengo perché non voglio pagare perché, se voi non vi prendete i soldi, io
me ne vado a un altro ristorante". "Ah mo' mi fate questo? Ma perché mi devo prendere... tanta gente,
tanti fetenti... e poi voi siete persone perbene...". "No no no, Alessà, guardate, non ci vengo. Invece di
prendervi 100 euro, ve ne prendete ottanta, se mi volete fare la preferenza. Però i soldi ve li dovete
prendere". "E va bene, e va bene". Ma io vi faccio vedere che mi mette in difficoltà.
Paolo PARENTE: niente di meno.
Enrico PARENTE: ha preso una stima per me, perché mo' gli ho dato un lavoro no...
Paolo PARENTE:- che lavoro gli hai dato?
Enrico PARENTE:- un piccolo lavoro edile. E oggi mi ha presentato un altro collega suo che
tiene una ditta che più grossa e partecipano alle gare di appalto al Comune. Però gli ho
detto: "voi dovete fare le gare di appalto, perché fate la vostra offerta, fate un'offerta
migliore, qualitativamente migliore, cioè voi dovete concorrere insieme ad altre ditte..."
Paolo PARENTE:- con il ribasso.
Enrico PARENTE:- non solo il ribasso, quello, le gare di appalto si aggiudicano in due modi: o con
ribasso secco, e questo va bene quando le gare sono piccole, allora 200.000 - 300.000 euro con il
massimo ribasso, ma quando sono gare grosse...
Paolo PARENTE: 300.000 euro è una gara piccola?
Enrico PARENTE: si si, 2 - 300.000 euro che cazzo di gara è? Per esempio i marciapiedi sono 200.000
euro. Quando invece le gare 1milione, 2milioni, 3milioni di euro, si fanno con ribasso e
qualitativamente migliori. Cioè, oltre a offrire, per esempio, il 20% di ribasso, le ditte devono fare i
progetti che migliorano o migliorino il progetto che l'amministrazione comunale ha presentato (...)
Fino alla posizione 4:47. Poi Enrico PARENTE e Paolo PARENTE continuano la conversazione sulle
tipologie di gare di appalto e delle opere che devono essere realizzate a Grazzanise, tra cui il cimitero e
la scuola.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 25)
Le già riportate dichiarazioni del collaboratore Caterino Massimiliano – verbale del 2.7.2014
– appaiono un’ulteriore conferma del ruolo di Alessandro Zagaria e della sua vicinanza al
clan.
“…Io venni arrestato nuovamente nel 2006 e rimasi detenuto fino al 2009. Poi nel 2011, dopo
l’arresto di Michele Zagaria, mi incontrai con il fratello Antonio Zagaria, per parlare di un riassetto
del gruppo. In tale circostanza, parlammo di alcuni lavori pubblici a cui i Madonna stavano
partecipando, che dovevano svolgersi o si stavano svolgendo a Grazzanise. Antonio mi
disse che i Madonna avevano ottenuto i lavori grazie a Michele Zagaria e a Francesco
120
Zagaria, cognato di Michele, ma dopo l’arresto di Michele Zagaria i Madonna non si erano fatti
vedere. Sempre Antonio Zagaria mi disse che i Madonna si erano giustificati con lui dicendo che
avevano ottenuto l’appalto non tanto grazie a Michele Zagaria, ma soprattutto grazie ad
Alessandro Zagaria, figlio di Francesco Zagaria proprietario del ristorante “Il Tempio” di
Casapesenna, che era fidanzato con la figlia di uno dei Madonna.
Il denaro dell’appalto di Grazzanise doveva essere diviso, in base agli accordi tra Zagaria e
i Madonna, al 50% tra gli imprenditori Madonna ed il clan, come mi aveva riferito Antonio
Zagaria.
I lavori pubblici di cui parlo erano per la realizzazione di una fogna.
Non so se Alessandro Zagaria è parente di Michele Zagaria, ma di certo le due famiglie erano in
amicizia….” (verbale di Caterino Massimiliano del 2.7.2014)
Ai predetti elementi vanno da ultime aggiunte le risultanze della indagine confluita nella
OCC 166/2016 emessa dal Gip di Napoli nei confronti, fra gli altri di Zagaria Alessandro per
violazione degli artt. 416 bis, 319, 321 , 353 cpv e art. 7 l. 203/91.
Trattasi di vicenda analoga a quella oggetto dell’odierno procedimento che vede, fra gli altri,
il predetto Zagaria Alessandro ancora una volta coinvolto nella aggiudicazione di un appalto
pubblico, rispetto al quale veniva chiamato ad esercitare le proprie influenze sul sindaco,
questa volta, del comune di Santa Maria Capua Vetere.
Si ripropone, dunque, il medesimo schema, ma con soggetti diversi.
Sul punto, non deve forviare la circostanza che in detto citato procedimento venga contestata
ad Alessandro Zagaria una condotta di partecipazione al clan dei casalesi e non di concorso
esterno, atteso che, come precisato dal PM – nella integrazione da ultimo depositata in data
29.4.2016 – trattasi di episodi che maturano in tempi diversi.
Gli stessi appaiono piuttosto proprio espressione della progressiva crescita criminale del
predetto indagato che nella vicenda dell’Emissario Grazzanise inizia come giovane
“promettente”, fornendo un determinante contributo nella realizzazione della operazione
testé ricostruita.
Del resto in tal senso depongono le stesse dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
richiamate in atti.
Così Pellegrino Attilio nell'interrogatorio del 12 giugno 2015:
“..omissis..
Posso, quindi, tranquillamente affermare che sia ZAGARIA Francesco, sia ZAGARIA Alessandro
erano soggetti legati a ZAGARIA Michele da interessi imprenditoriali, per quanto dettomi sempre da
GAROFALO Giovanni e per quanto già in precedenza mi fece capire, seppur in maniera non esplicita,
CATERINO Massimiliano. Proprio per illustrarvi l'ingrandimento dell'azienda di ZAGARIA
Alessandro, GAROFALO Giovanni mi disse che costui era divenuto particolarmente attivo nel settore
degli appalti pubblici ed in particolare delle mense scolastiche e del bar e per questo aveva stretto molti
rapporti, di tipo illecito, con esponenti dei comuni e degli enti pubblici che bandivano le gare. In
particolare, GAROFALO Giovanni mi descrisse ZAGARIA Alessandro come un ragazzo che si
stava facendo strada grazie al fatto di avere un cognome come quello di ZAGARIA Michele e grazie
al fatto di godere anche del beneplacito dello stesso ZAGARIA Michele in forza del quale poteva
introdursi all'interno dei comuni e degli enti pubblici dove, poi, prendeva gli appalti. GAROFALO
Giovanni non mi disse che tipo di rapporti ZAGARIA Alessandro avesse con il personale dei comuni
da dove prendeva le gare, ma so, per certo, in quanto assicuratomi da GAROFALO Giovanni, che egli
non aveva bisogno di ricorrere ad atti intimidatori in quanto godeva di forte entrature negli enti
121
pubblici grazie alla sua riconosciuta aderenza al clan di ZAGARIA Michele. Fra i comuni che mi
consta che lo ZAGARL4 Alessandro frequentasse in tal senso ricordo quello di Santa Maria Capita
Vetere in cui GAROFALO Giovanni mi disse che egli aveva forti appoggi e dove, infatti, aveva anche
scelto di aprire degli uffici"
Di questa progressiva crescita ne dà altresì conto lo stesso Caterino nell’interrogatorio del 16
luglio 2015 – riportato nella richiamata OCC – nel quale racconta di come Zagaria
Alessandro fosse divenuto un "grosso imprenditore", molto bravo nella gestione dei rapporti
con gli enti pubblici.
"..omissis..
Domanda: conosce Alessandro ZAGARLA? Risposta: si. Si tratta del figlio di ZAGARIA Francesco
detto Ciccio del Tempio, proprietario del ristorante il Tempio di Casapesenna. Questo ragazzo l'ho
conosciuto da molti anni all'interno del ristorante e durante le mie frequentazioni quotidiane. Io
infatti frequentavo spesso, insieme ad altri affiliati, il suddetto ristorante ed in questo contesto io lo
vedevo sempre all'interno del locale. Era poco più che un ragazzo ed io mi rapportavo
soprattutto con il padre. Come io ho già spiegato, infatti, il padre ZAGARIA Francesco "Ciccio"
era una persona molto vicina a Michele ZAGARIA in quanto, mi pare, anche un lontano parente,
nonché amico fraterno di CAPALDO Raffaele, marito di ZAGARIA Beatrice e padre di Filippo. (…)
Nel 2012, poi, ho avuto modo di parlare di lui con CAPALDO Filippo, allorquando stavamo - dopo la
cattura di Michele ZAGARIA - tracciando le linee della gestione del clan, rimessa - come ho già detto allo stesso CAPALDO. In quella circostanza, CAPALDO Filippo mi disse che ZAGARIA
Alessandro era divenuto davvero un ragazzo molto in gamba, tanto che lo avrebbe
personalmente "adottato" come persona di sua diretta riferibilità. In sostanza, qualunque
richiesta o problema di ZAGARIA Alessandro sarebbe stato da lui direttamente risolto. Mi aggiunse,
in questa stessa circostanza. che ZAGARIA Alessandro era una persona molto sveglia che era riuscita
ad avere molti contatti con Enti pubblici (fra cui ricordo l'università di Aversa, facoltà di
Architettura) nonché il comune di Grazzanise. Questi rapporti, ovviamente, erano di tipo illecito e
consistevano nel fatto che egli avesse delle relazioni particolari con esponenti di tali Enti pubblici nel
settore degli appalti. Anzi, ricordo, che CAPALDO Filippo mi disse testualmente "te lo saresti mai
aspettato da ZAGARIA Alessandro?" a conferma del fatto che costui avesse seriamente intrapreso
tali contatti di carattere illecito con molti Enti. Dopo qualche mese da tali interlocuzioni fui arrestato e
non ho più avuto modo di incontrare ZAGARIA Alessandro. Questo è tutto quanto so sul suo conto"
Dunque, Alessandro Zagaria viene descritto come un giovane promettente, all’epoca dei fatti
in contestazione poco più che ventenne.
Quanto detto conferma, ad avviso della scrivente, la correttezza della contestazione almeno
per il periodo dei fatti oggetto dell’odierno procedimento (tenuto conto della precisazione
fatta dal PM nella integrazione del 29.4.2016).
7. Capo 1 della rubrica – Natale Benito
Si è già detto della condotta di Benito Natale nella vicenda dell’Emissario Grazzanise.
Trattasi, di episodio che, così come rappresentato dal PM, si pone in scia ad altre analoghe
condotte poste in essere dall’indagato, sempre con le medesime modalità e nell’interesse
delle locali organizzazioni criminali.
Nella informativa in atti veniva, infatti, riportato un ulteriore episodio estorsivo avvenuto
nell’estate 2012 e denunciato dagli imprenditori DI NARDI Alessandro e DI NARDI
122
Alberto, rispettivamente, padre e figlio, nonché socio di maggioranza e presidente della
società “DHI SPA”, con sede legale in Pastorano (CE) alla via Nazionale Appia località
Spartimento, operante nel settore dei servizi ambientali e d’igiene urbana.
Nello specifico il DI NARDI Alberto, denunciava testualmente che:
“Premetto di essere presidente ed amministratore delegato della società DHI SPA, con sede legale in
Pastorano (CE) alla via Nazionale Appia località Spartimento snc, con P.I. 03458080615, che si
occupa di servizi ambientali ed igiene urbana nei comuni di Santa Maria C.V., Maddaloni,
Pontelatone ed altri siti nella provincia di Caserta, alle cui dipendenze vi sono circa 220 dipendenti.
Venerdì 27 luglio scorso alle ore 11.40 circa, dopo essere entrato all’interno dell’azienda e nel mentre
parcheggiavo il motociclo nel piazzale sopraggiungeva FUSCO Maurizio, da me conosciuto, a bordo di
una Golf grigio metallizzata, che approfittando dell’apertura temporanea del cancello d’ingresso
automatica, entrava anch’egli all’interno. Preciso di averlo riconosciuto senza ombra di dubbio alcuna,
in quanto mio compaesano e coetaneo e soprannominato in paese “pachialone”, alias ereditato dalla
sua famiglia. Il FUSCO sceso dall’auto mi si avvicinava e mi domanda il perché non rispondessi alle
chiamate. E’ opportuno precisare, al riguardo, che effettivamente sulla mia utenza mobile 3294366469 erano giunte poco tempo prima dell’incontro delle chiamate da un numero che sconoscevo
348-0652998 e al quale, pertanto, non ritenevo doveroso rispondere. Alla mia domanda a chi
appartenesse il numero comparso, lui rispondeva di tale Gabriele, facendo riferimento al gestore del
distributore “ESSO” posto di fronte alla mia società, e che di fatto, tale FALCO Gabriele ha la
disponibilità della mia utenza cellullare. A quel punto gli chiedevo in cosa potessi aiutarlo, lui
chiaramente mi rappresentava che la società che operava nel servizio rifiuti a Santa Maria C.V., tale
ECOLOGICAL SERVICE versava una cifra di circa 10.000,00 euro al mese, e poiché la mia società
era subentrata a quella, io dovevo versare una somma di 3.000,00-3.500,00 euro mensili, cifra inferiore
a quella della precedente ditta, in quanto si tratta di un affidamento temporaneo da parte del comune
in questione, e, poiché, entrambi compaesani, mi veniva fatto un ulteriore sconto. A tale richiesta
chiedevo a che titolo la mia società doveva versare questa somma e di risposta il FUSCO rispondeva a
protezione della società, in particolare, per evitare di far fermare i mezzi o poterli danneggiare.
Aggiungeva, inoltre, di venire per conto del nipote della famiglia PAPA di Sparanise e del terzo figlio
di SCHIAVONE Francesco, detto “Sandokan”. A tal punto rincalzavo dicendogli che la protezione
che chiedeva era verso lui stesso, ma il FUSCO, alla mia osservazione, tergiversava sottolineando che
bisognava preoccuparsi della tranquillità generale dell’attività. Al che rinviavo ad un successivo
appuntamento, anche e soprattutto in ragione del fatto che ne avrei voluto discutere con mio padre,
anch’egli socio di maggioranza della predetta società, fissandolo, su sua disposizione, alla data odierna
alle ore 12.00 presso il predetto distributore. Effettivamente oggi sulla mia utenza mobile giungevano
diverse chiamate , a cui non rispondevo , da parte dello stesso numero che il FUSCO mi aveva riferito
appartenere a Gabriele, ed infatti, in considerazione del mio diniego alle chiamate, sopraggiungeva un
sms alle ore 12.49 in cui testualmente riportava tale messaggio “Sono gabriele” - si da atto che viene
mostrato alla P.G. L’sms potendone accertare la veridicità del contenuto -. Al che richiamavo quel
numero e lo stesso FALCO Gabriele, che riconoscevo dalla voce, mi avvertiva che c’era una persona
presso il suo distributore che mi aspettava, senza fare alcun riferimento specifico. Gli rispondevo,
pertanto, che si sarebbe presentato di lì a poco mio padre. Effettivamente provvedevo a contattare
telefonicamente mio padre avvertendolo dell’accaduto e lui stesso mi rispondeva che si sarebbe testè
portato sul posto. Sono a conoscenza del fatto che mio padre ivi giunto non veniva avvicinato da
nessuno in particolare ne tantomeno il gestore gli faceva riferimenti specifici”.
123
Nella circostanza veniva mostrato al DI NARDI Alberto un album con le effigi di 12 soggetti
e, tra questi, riconosceva, senza ombra di dubbio alcuna, il FUSCO Maurizio in colui che
aveva posto in essere la richiesta estorsiva il 25 luglio c.a. ed il FALCO Gabriele39, in colui
che attualmente gestisce il distributore di carburante “ESSO”, sito di fronte alla sua società40.
Nel corso della stesura della denuncia da parte di DI NARDI Alberto, alle ore 17.00 circa, il
padre Alessandro, alla presenza della p.g. operante, riceveva una telefonata da parte di un
suo dipendente della rivendita di pneumatici ubicata in Capua alla via Fuori Porta Roma n.
199, in cui gli veniva riferito che lì sul posto erano giunti tali FUSCO e BENITO, i quali
chiedevano di parlare con lui. Il DI NARDI, su indicazione della P.G, veniva invitato a
presentarsi sul posto per capire quale fosse il motivo della visita dei due. Nel contempo
veniva predisposto un servizio di osservazione a mezzo di personale in abiti civili e con auto
di copertura, che poteva verificare che presso la sede suddetta il DI NARDI Alessandro
aveva un colloquio con FUSCO Maurizio e con NATALE Benito - soggetti riconosciuti
anche dalla P.G. operante - protrattosi fino alle ore 17:35 circa, allorquando entrambi si
allontanavano in direzione di Brezza a bordo dell’autovettura Ford Fiesta targata BZ 286 YZ,
condotta da NATALE.
Alle successive ore 18.45 il DI NARDI Alessandro faceva ritorno presso la Compagnia
Carabinieri di Capua dove, sentito a sommarie informazioni, testualmente dichiarava:
“A.D.R.: effettivamente così come mi domandate, oggi sono stato contattato intorno alle 12.40 circa da
mio figlio per presentarmi, per suo conto, presso il “distributore “ESSO”, di FALCO Gabriele, sito di
fronte la società di cui sono socio di maggioranza, in Pastorano (CE) alla via Nazionale Appia località
Spartimento snc, per un appuntamento con FUSCO Maurizio. Ivi giunto alle ore 13.15 circa entravo
all’interno del Bar ma non incontravo nessuno ne tantomeno il FALCO Gabriele faceva riferimento a
qualcuno e/o qualcosa in particolare. Mi limitavo a consumare un caffè ed ad allontanarmi
successivamente.
A.D.R.: Di fatto, oggi mentre mi trovavo in quest’ufficio da voi Carabinieri sono stato contattato
presso la mia utenza mobile 328-7250674 alle ore 17.00 circa dal cellulare di un mio dipendente che
lavora presso la mia rivendita di gomme “DI NARDI GOMME srl”, a Capua, che mi diceva vi erano
due persone che volevano parlare con me, tali FUSCO e BENITO. Pertanto, allontanatomi dalla
caserma mi dirigevo verso il mio punto vendita. Sul posto incontravo due persone che riconoscevo in
FUSCO Maurizio di Vitulazio e tale BENITO di Grazzanise, che gestisce una sala giochi, che conosco
in quanto mio cliente occasionale. I due mi riferivano di essere stati mandati per conto di
qualcuno di Casal di Principe, senza alcun riferimento specifico, e che dovevo chiarire una
situazione. In particolare, in considerazione del fatto che la precedente ditta che lavorava nella
raccolta dei rifiuti nel comune di Santa Maria C.V. “pagava” e poiché la ditta DHI SPA, di cui io
sono socio di maggioranza è subentrata a quest’ultima, bisognava chiarire chi doveva continuare
pagare con chiaro riferimento al fatto che toccasse a me. Al che, mi rifiutavo, categoricamente, di
pagare alcuna somma di denaro e pertanto gli stessi mi avvertivano che avrebbe riferito a chi di
dovere. Di conseguenza chiedevo chi fossero i mandanti per rivolgermi e chiarirmi direttamente con
loro. Gli stessi si rifiutavano di rispondere sui nomi dei mandanti e che avrebbero comunque riferito
superiormente. Successivamente si allontanavano a bordo di una utilitaria in direzione di Capua.”
A.D.R.: durante la conversazione, principalmente, a parlare era FUSCO Maurizio”.
39
FALCO Gabriele, nato l’8 gennaio 1970 a Giugliano in Campania e residente a Parete alla via San Giuseppe
Lavoratore n.57.
40
E’opportuno precisare che il giorno successivo alla denuncia - 01/08/2012 - DI NARDI Alberto si presentava
nuovamente presso questi uffici rettificando il giorno dell’incontro avuto con il FUSCO che non era 27 luglio
ma il precedente mercoledì 25/07/2012.
124
Il 1° agosto alle ore 13.30 circa, presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Capua, al DI
NARDI Alessandro, veniva mostrato un album fotografico con le effigi di 10 soggetti e
questi riconosceva, con assoluta certezza, il FUSCO Maurizio e il NATALE Benito, in coloro
che il pomeriggio precedente si erano recati presso la sua rivendita di pneumatici in Capua e
FALCO Gabriele, in colui che attualmente gestisce il distributore di carburante “ESSO” sito
di fronte alla sua società.
Sulla base dei predetti elementi e delle ulteriori risultanze delle indagini, in data 02/10/2012
NATALE Benito veniva colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere n. 597/2012
OCC, n. 25159/2012 GIP e nr. 28832/2012 RGNR, emessa dal Tribunale di Napoli Ufficio GIP
XXIII Sezione in data 01/10/2012 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 69.
Per i predetti fatti – come da integrazione depositata dal PM in data 25.3.2016 – interveniva
sentenza emessa in data 28.3.2013 dal GUP del Tribunale di Napoli, irrev. il 21.10.2014, con
condanna di Natale Benito e Fusco Maurizio ad anni 4 di reclusione ed euro 1.400 di multa.
Nella richiamata informativa, a riprova dell’inserimento di Natale Benito nella compagine
associativa dei casalesi, venivano riportate le frequentazioni ed i controlli:
05.07.2004 ore 21.15 in Castelforte (LT) interno “Ippodromo” con PARENTE Giovanni41,
MORICO Gianni42, PARENTE Agostino, PEZZERA Agostino;
13.01.2005 ore 11.30 controllato in Autostrada A/1km. 668+500 con MEZZERO Giuseppe43,
NUVOLETTA Lorenzo44, GIANPORCARO Antonio e NATALE Roberto;
26.04.2005 ore 20.51 in Casal di Principe alla via Baracca con DEL VECCHIO Arturo e DEL
VILLANO Nicola45;
21.01.2006 ore 21.30 in Grazzanise alla via Cesare Battisti interno Bar “Moulin Rouge” con
PALAZZO Vincenzo46, GRAVANTE Filippo47, GRAVANETE Carlo, PARENTE Carmine48,
PETRELLA Federico49, FLORIO Salvatore, PENSOSI Giuseppe, NATALE Valerio e PUCINO
Nicola;
06.12.2006 ore 12.53 in Caianello alla via Ceraselle con MEZZERO Giuseppe50;
01.02.2007 ore 02.02 in Capua alla via G.C. Falco con ABBATE Emilio51;
29.11.2008 ore 11.15 in Grazzanise alla via Capua, interno Concessionaria “San Martino” con
MEZZERO Michele52;
15.12.2008 ore 13.10 in Grazzanise avanti Agenzia scommesse con PARENTE Edo53,
PIRRAGLIA Pasquale54 e DI STASIO Antimo;
41
PARENTE Giovanni nato a Grazzanise il 07.08.1954, con precedenti di polizia per ricettazione e sequestro di
persona a scopo di rapina o di estorsione.
42
MORICO Gianni nato a Norimberga (GERMANIA) il 20/03/1972, residente Grazzanise alla Via Sambuco 4^
Traversa nr.14.
43
MEZZERO Giuseppe, nato a Grazzanise il 09.02.1968, con precedenti di polizia per 416 bis c.p..
44
NUVOLETTA Lorenzo, nato a Napoli l’11.11.1982, con precedenti di polizia per reati contro la persona, porto
abusi d’arma ed evasione dagli AA.DD.
45
DEL VILLANO Nicola nato a Villaricca (NA) il 14.12.1968, affiliato al clan dei casalesi con il ruolo di autista di
ZAGARIA Michele.
46
PALAZZO Vincenzo nato a Grazzanise il 27.05.1959, con precedenti di polizia per detenzione illegale di armi e
concorso in rapina.
47
GRAVANTE Filippo, nato a Grazzanise il 21.03.1967 con precedenti di polizia art. 416 bis.
48
PARENTE Carmine nato a Capua il 22.05.1981, segnalato per violazione di cui all’art. 75 DPR 309/90.
49
PETRELLA Federico nato a Grazzanise il 14.10.1972 denunciato ai sensi dell’art. 346 c.p. (millantato credito).
50
MEZZERO Giuseppe, nato a Grazzanise il 09.02.1968, con precedenti di polizia per 416 bis c.p.
51
ABBATE Emilio nato a Caserta il 20.07.1975, precedenti di polizia per resistenza a P.U..
52
MEZZERO Michele nato a Grazzanise il 26.10.1965, denunciato a p.l. per violazione norme gpl.
53
PARENTE Edo nato a Torino il 16.05.1974, denunciato a p.l. per esercizio abusivo di gioco.
54
PIRRAGLIA Pasquale nato Acerra il 04.12.1969 precedenti di polizia per D.lgs 74/00 art. 8 emissione di fatture
per operazioni inesistente, art. 10 stesso decreto occultamento o distruzione di documenti contabili .
125
08.03.2010 ore 20.48 in Cancello ed Arnone alla via Roma con PEZZERA Agostino e
PARENTE Edo55;
13.11.2010 ore 23.48 in Grazzanise alla via Cesare Battisti presso “Punto Snai” con NOBILE
Amerigo56, PERNA Armando, CAIANIELLO Cesare e DI MARTINO Giulio.
La predetta prospettazione trovava, infine, il suggello del collaboratore di giustizia
CHIERCHIELLO Enrico che nell’interrogatorio del 06/09/2011 dichiarava:
Interrogatorio CHIERCHIELLO Enrico del 06/09/2011.
(Omissis) ADR: spesso Fusco veniva a Cancello Arnone per darci indicazioni su quello che dovevamo
fare io e Raimondo Paolo per il clan. Ci incontravamo al bar “Il Fortino” o di fronte al caseificio
Corvino o presso la piazzola del caseificio Cacciapuoti; altre volte ci incontravamo a Grazzanise
davanti al bar “American dream”. A Grazzanise Fusco ha contatti stretti per attività illecite
legate ai videopoker con tale Benito che gestisce il bar che prima si chiamava “Moulin
Rouge”. (Omissis)
Che il Benito citato dal collaboratore di giustizia suddetto sia il NATALE Benito oggetto del
presente procedimento, lo si rileva dal fatto che la di lui sorella NATALE Patrizia è
proprietaria del bar, con annessa sala giochi, denominato “Moulin Rouge” sedente in
Grazzanise alla via C. Battisti che è notoriamente gestita - di fatto - dal NATALE Benito.
Ancora in data 07/09/2012, il c.d.g. CHIERCHIELLO Enrico, testualmente riferiva:
Interrogatorio CHIERCHIELLO Enrico del 07/09/2012.
“ADR. Intendo rispondere e confermo la volontà di collaborare con la giustizia.
L’Ufficio da atto che in data 6 settembre 2011 nel corso del verbale di interrogatorio e di contestuale
verbale illustrativo della collaborazione il sig. Chierchiello parlando della posizione di Fusco Maurizio
e del suo ruolo di capo zona del Clan dei Casalesi come capo zona per i Comuni di Grazzanise,
Vitulazio, Bellona e Triflisco e paesi limitrofi ha fatto riferimento, quale collaboratore di Fusco ad un
tale Benito, interrogatorio di cui si da lettura nella parte relativa, e chiede allo steso di fornire
maggiori dettagli in relazione a tale Benito.
ADR Ribadisco che io, così come ho già riferito nel corso del precedente verbale di interrogatorio di cui
mi è stata data lettura, io conosco bene tale Benito, a non ho mai conosciuto il suo cognome, né ho mai
saputo che lo stesso avesse un contronome. Io l’ho sempre conosciuto quale Benito. Ribadisco che lui
aveva contatti stretti con Fusco Maurizio con il quale collaborava nelle attività illecite, non
solo nelle attività illecite relative alla gestione dei videopoker, così come ho riferito in
precedenza, ma anche nella gestione dell’attività illecite relative alle estorsioni nei confronti
di imprenditori nella zona di competenza di Fusco.
Posso dire che lui, come me era incaricato anche di recarsi presso i cantieri ad avanzare le
richieste estorsive, in particolare posso riferire che nel medesimo periodo, forse addirittura lo stesso
giorno, in cui ho compiuto la tentata estorsione nei confronti di Taddeo Giovanni, estorsione per la
quale sono stato condannato e sono tutt’ora detenuto, Benito ha compiuto, sempre per conto di Fusco
Maurizio, una richiesta estorsiva su un cantiere relativo alla costruzione di una palazzina sito in
Vitulazio, vicino all’Agenzia Immobiliare.
L’agenzia Immobiliare si trova vicino a un bar, di cui non ricordo il nome, dopo la rotonda, prima del
centro di Vitulazio a sinistra, nei pressi anche di un carrozziere, dopo la curva a destra, fabbricato ora
finito, e nel quale ci sono anche negozi al piano terra. Preciso che vicino a questo cantiere vi è anche
l’Ufficio Postale di Vitulazio.
L’Ufficio chiede quale lavoro svolgesse tale Benito, oltre alle attività illecite del Clan
55
56
PARENTE Edo nato a Torino il 16.05.1974, denunciato a p.l. per esercizio abusivo di gioco.
NOBILE Amerigo nato a Capua il 22.01.1980, con precedenti di polizia legge 895/67 “detenzione illegale di
armi”, art. 73 DPR 309/90.
126
ADR Così come ho detto lui gestiva il bar Moulin Rouge in Grazzanise, insieme a lui nel bar vi
era anche la sorella di cui non ricordo il nome.
ADR Non so se il Clan dei Casalesi, in particolare la fazione a cui appartenevo anche io,
capeggiata da Fusco avesse interessi economici nel bar di Benito, ma posso dire che sia io,
sia Maurizio Fusco che anche Papa Giovanni, Minutolo Modestino, Buonanno Francesco,
tutte e tre uccisi nel triplice omicidio, frequentavamo assiduamente il bar di Benito.
ADR per come ho visto io Maurizio Fusco, proprio per il rapporto che aveva con Benito non pagava
mai quello che consumava all’interno del bar Moulin Rouge.
ADR io ho visto Benito l’ultima volta due o tre mesi che io fossi arrestato e decidessi di collaborare, in
particolare intorno al gennaio 2011. In quel periodo lui lavorava ancora per Fusco e si occupa
ancora delle estorsioni gli imprenditori e delle gestione dei videopoker, sempre per conto del
gruppo capeggiato da Maurizio Fusco.
ADR Benito gestiva i videopoker nel senso che provvedeva a far installare i videopoker di
una ditta di cui non ricordo il nome che faceva capo a Schiavone Nicola e nella quale aveva
interessi economici anche Fusco Maurizio e poi parte dei proventi venivano consegnati a Fusco
Maurizio in quanto poi spettanti al Clan dei casalesi. Le installazioni riguardavano sia i videopoker
regolari, sia quelli modificati in modo da limitare le possibilità di vincite per i giocatori e da permettere
un maggiore guadagno per il gestore.
A.D.R.: Insieme ai videopoker Benito si occupava anche della gestione delle sale scommesse, in
particolare lui gestiva una sala scommesse in Grazzanise. In questa attività aveva collegamenti anche
con altri gruppi criminali operanti in Giugliano in Campania e Qualiano.
L’Ufficio chiede al Chierchiello se conosceva il titolare della pompa di benzina “Esso” sita in
Pastorano, nei pressi dell’uscita “Capua” dell’autostrada.
A.D.R: Per quanto so io Maurizio FUSCO era in buoni rapporti con il titolare di una pompa di
benzina sita in Capua vicino all’Alfa Romeo, di cui non ricordo il nome. Al momento non ricordo, ma
mi sembra di no, di conoscere il titolare della pompa di benzina Esso a cui voi avete fatto riferimento,
né sono in grado di riferire se questa stessa persona fosse in buoni rapporti con FUSCO Maurizio.
A.D.R.: Non sono in grado di riferire se il Benito di cui ho parlato finora come diretto collaboratore del
FUSCO abbia mai subito attentati alla propria persona o se la sua autovettura Audi A8 di colore, mi
pare blu o grigio, sia mai stata attinta da colpi di arma da fuoco.
(Omissis)
A.D.R.: Riconosco nella foto nr. 4 la persona di cui ho parlato nel presente interrogatorio da me
conosciuta con il nome di Benito che gestiva il Moulin Rouge e come ho detto faceva parte insieme a
me del clan dei casalesi, nella fazione capeggiata da FUSCO Maurizio di cui è diretto
collaboratore.
L’Ufficio da atto che la foto nr. 4 ritrae NATALE Benito nato a Mondragone il 21.10.1973
A.D.R.: Ribadisco che io non ho mai saputo che lui si chiamasse NATALE perché per me era Benito e
basta e quindi per tale motivo sia nel verbale di interrogatorio di oggi che in quello di settembre del
2011, quando ho fatto riferimento a lui ho sempre parlato solo di Benito in quanto il suo cognome non
l’ho mai conosciuto”.
Non appare, dunque, un caso che Natale Benito, così come rappresentato dal predetto
collaboratore, sia coinvolto in vicende estorsive e nella turbativa d’asta in oggetto, entrambe
ai danni di imprenditori e poste in essere sempre con modalità tipicamente camorristiche.
Emblematico, peraltro, il riscontrato stretto legame con Fusco Maurizio, importante
esponente del clan dei Casalesi e reggente del gruppo Schiavone sull’area di Vitulazio e
dedito, fra l’altro, proprio ad attività estorsive.
Fazione nella quale il collaboratore colloca lo stesso Natale Benito, indicato come un soggetto
impegnato in attività intimidatorie ed estorsive proprio come quelle contestate nella vicenda
dell’appalto dell’Emissario Grazzanise.
127
Intimidazioni che, in una evidente progressione criminosa, vengono prima prospettate da
Alessandro Zagaria – nella più volte richiamata conversazione avuta con il sindaco Parente e poi realizzate da Natale Benito, con modalità inequivocabilmente mafiose.
Quanto detto basta, ad avviso della scrivente, per ritenere la sussistenza della contestata
gravità indiziaria per la partecipazione di cui al capo 1 della rubrica.
Come già detto, proprio il controllo delle attività imprenditoriali locali e dunque delle
estorsioni, è uno dei settori di principale vocazione del gruppo, in cui si realizza la sua
sistematica tendenza all'accaparramento di ingenti risorse economiche, attuata mediante il
soffocamento o comunque il controllo diretto o indiretto delle attività commerciali ed
imprenditoriali operanti sui territori di propria esclusiva egemonia.
È in questo contesto che va letta e collocata la condotta ascritta al Natale Benito.
Il descritto grave quadro indiziario in uno con le già intervenute condanne e le dichiarazioni
del collaboratore di giustizia, sono tutti elementi che depongono per la sussistenza di un
continuativo contributo offerto dall’indagato alla compagine associativa e dunque, per la
sussistenza della partecipazione in contestazione.
8. La vicenda dei lavori appaltati alla ditta Ecoambiente 2001 – capo 5 della rubrica
La presente vicenda riguarda l’aggiudicazione dei lavori pubblici ad una ditta ritenuta, nella
prospettazione della pubblica accusa, riconducibile al clan dei casalesi attraverso MEZZERO
Antonio, esponente di spicco, attualmente detenuto, del clan dei casalesi.
Si esamineranno di seguito sia gli elementi relativi all’alterazione delle gare aggiudicate alla
ditta Ecomambiente 2001, sia gli elementi relativi alla prospettata fittizia attribuzione della
titolarità della ditta a tale ZITO Paolo Antonio, al fine di occultare la reale titolarità di
PELLEGRINO Giuseppe.
La ditta “Cooperativa Ecoambiente 2001” - aggiudicataria di ben 55 gare di appalto per
lavori pubblici nel Comune di Grazzanise dal 2005 al 2010 - per tutto l’arco del secondo
mandato del Sindaco Enrico Parente57 - è attualmente intestata formalmente a ZITO Paolo
Antonio (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 71), ritenuto un mero prestanome
a fronte della reale gestione riconducibile a PELLEGRINO Giuseppe nato a Grazzanise il
13/07/1969, imprenditore che in passato (dal 2005 al 2006) è stato anche membro del
consiglio di amministrazione della predetta società.
PELLEGRINO Giuseppe è anagraficamente (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise
n. 72) figlio della cugina di MEZZERO Antonio, alias “O’ Barone”, nato a Grazzanise (CE), il
25/06/1962, pluripregiudicato (attualmente detenuto), elemento di spicco del clan dei casalesi
e testimone di nozze del pluripregiudicato SCHIAVONE Francesco alias “Cicciariello”.
Che il MEZZERO Antonio sia soggetto di spessore criminale è certificato dalle sottoelencate
risultanze penali:
16/04/1998: con foglio nr.52/92 MP Mis. Prev. di P. S. datata 06.12.1995, veniva sottoposto
alla misura della sorveglianza Speciale con l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza,
per la durata di anni due e mesi sei, più volte interrotta.
Arrestato su Ord.Custodia Cautelare in carcere Rif. nr.3801/98 R. G. N. R. e NR. 3225/98
R.G. GIP emessa dal Tribunale di Santa Maria C. V. in data 16/11/1998 (per Estorsione);
57
Dati rilevati dalla Commissione d’accesso ex art. 143 TUEL datata 12/12/2012, composta dal dott. BONANNO,
dal Cap. CC CARPINO e dal Cap. GdF VIGGIANI.
128
Arrestato Ord.C.C. in carcere Rif. nr.16594/R/98 R. G. e nr.407/99 R. G.I.P. e nr.36/99 R.
Mis. Caut. Emessa GIP del Tribunale di Napoli in data 05/02/1999 (per Associazione
delinquere tipo mafioso, Omicidio ed Estorsione);
Arrestato O.C.C. in carcere Rif. nr.16594/R/98 R.G. e nr.1121/99 R. G.I.P. e nr.71/99 R.M.I.S.
Caut., emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli (per associazione a delinquere tipo Mafioso,
estorsione e altro);
12/03/1999: tratto in arresto dal Comando Provinciale Caserta- Nucleo Operativo, in quanto
colpito da più ordini di carcerazione per reati associativi.
Attualmente il MEZZERO è detenuto a far data del 12/03/1999. Lo stesso ha contratto
matrimonio in data 08/04/1995 con PALAZZO Carolina nata a Santa Maria Capua Vetere, il
02/09/1970 e residente in Grazzanise, alla Via Capua n.117, casalinga, alla Banca dati delle
Forze di Polizia risulta quanto segue:
24/09/2008: Il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli eseguiva
sequestro preventivo ex articolo 321 C.P.P. nell’ambito dell’operazione “SPARTACUS III”
diretta dalla DDA di Napoli (P.P. n.22138/05).
30/09/2008: Deferita all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà dalla Squadra Mobile di
Caserta, in quanto al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzioni
patrimoniali fittiziamente era intestataria di beni mobili e immobili.
MEZZERO Antonio ed il fratello MEZZERO Michele (nato a Brezza, frazione di Grazzanise,
il 26/10/1965)58 sono cugini della madre del PELLEGRINO Giuseppe.
L’appalto per la pulizia degli uffici dell’Unione dei Comuni e l’interposizione fittizia
della società A.C.M. Srl di BARBERIS Roberto, per conto e in favore di MEZZERO
Michele
La presente vicenda concerne un appalto per la pulizia degli Uffici dell’Unione dei Comuni
Area Caserta Sud – Ovest, di cui il Comune di Grazzanise è il Comune capofila59 (allegato
all’informativa dei CC di Grazzanise n. 73), fatto aggiudicare alla ditta Ecoambiente 2001.
La conversazione che segue, registrata al progressivo n. 441 RIT 1245/08, rappresenta una
straordinaria conferma delle irregolarità nello svolgimento della predetta gara d’appalto.
Nella stessa il Sindaco del Comune di Grazzanise Enrico PARENTE, nel conversare con
PELLEGRINO Giuseppe, ritenuto il reale gestore di impresa di pulizia Cooperativa
Ecoambiente 2001, gli chiede di fare pervenire entro la stessa giornata le altre ditte che
devono partecipare alla gara, precisando quale dovrà essere la somma da presentare per
l’esecuzione dei lavori; il PELLEGRINO, in tutta risposta, comunica al Sindaco i nomi delle
ditte che lui porterà in Comune per produrre i formali inviti.
L’identificazione certa dell’interlocutore di PARENTE Enrico nella seguente intercettazione
ambientale in PELLEGRINO Giuseppe, si ha dal fatto che egli viene nominato “Peppe
PELLEGRINO” e convocato tramite la sua utenza cellulare 339/5419096.
58
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sul conto di MEZZERO Antonio e dei fratelli MEZZERO Giacomo e
Michele verranno trattate oltre, nel capitolo relativo all’appalto per la manutenzione del verde pubblico
affidato alla ditta B.E.T. NEW GARDEN di LANNA Teresa, nuora del MEZZERO Michele.
59
L’Unione dei Comune viene istituita in data 15/03/2002, con scrittura privata firmata dai Sindaci del Comuni
di Cancello ed Arnone, Capodrise, Castel Volturno, Cellole, Francolise, Marcianise, Mondragone, S. Maria La
Fossa e Grazzanise. L’Unione dei Comuni ha personalità giuridica e veniva istituita presso la casa comunale di
Grazzanise, alla via Cesare Battisti n. 161.
129
Conversazione indicata al progressivo n. 441 del 22/01/2009 ore 13:21:39, di cui al decreto
nr.15264/08/44 RGNR - 1245/08 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero con utenza telefonica +393407266031 .
Rumori di sottofondo. Dalla posizione 2:51:
Il Sindaco: (effettua una telefonata in auto) Paolo, stai ancora a scuola? Mi puoi dare il
numero di telefono di Peppe PELLEGRINO? Tu lo tieni memorizzato... Eh, dimmi.... Aspè,
mo' me lo scrivo. 339 poi... 54... si... 96? Mo' lo provo a chiamare, vediamo se risponde. Eh,
quello tiene uno che mi pare che finisce con 999, qual'è? Aspè, mo' come si fa a memorizzare
questo qua. Aspetta un po'. Mo' lo chiamo su questo, perchè non so come si fa sul telefono. E
vai, jà, dimmi... 3..392 si.. 88? 99... va buò, ci vediamo più tardi. Ciao... (digita sul telefono)
19...(inc.) 096... 392/3588999...
Il Sindaco: (effettua un'altra telefonata in auto) Pronto, Peppino. Buongiorno. Ehm, state in
zona, Peppino?... Pure io. allora ci vediamo tra 10 minuti sotto al Comune. Sotto al Comune
vi aspetto, tra 10 minuti. D'accordo. Arrivederci.
Rumori di sottofondo. Dalla posizione 14:30:
Sindaco:- Peppi, entrate entrate. Innanzitutto come state?
Peppe Pellegrino:- bene, abbastanza bene, voi?
Sindaco:- sto bene. Peppì, allora...
Peppe Pellegrino:- ditemi.
Sindaco:- Peppino.. allora questa sera devo portare, (abbassa la voce) devo portare (inc.) tre
D per l'Unione dei Comuni...
Peppe Pellegrino: si.
Sindaco:-...me le potete procurare oggi (inc.) tre D?
Peppe Pellegrino:- quelle due di Giovanni e la nostra. Parpul, Puliente e... o sennò vi porto
quelli altri là ià.
Sindaco: (inc.)
Peppe Pellegrino:no, non ve li posso portare quelli. L'ACM e...
Sindaco:- verso le... se me le portate verso...
Peppe Pellegrino: ci state no? Al ritorno.
Sindaco: verso le quattro e mezza quà, dentro quà, all'Unione dei Comuni. Sapete dove sta
no?
Peppe Pellegrino: si.
Sindaco: sta alle spalle della scuola elementare. Perché vogliono fare un app... comunque
l'appalto è piccolo, sono un migliaio di euro all'anno (inc.).
Peppe Pellegrino:- sempre buono è.
Sindaco:- lo facciamo per tre anni.
Peppe Pellegrino:- mh.
Sindaco:triennale.
Peppe Pellegrino: triennale, si.
130
Sindaco:- tre anni. In modo che voi fate... (abbassa la voce) loro vi mandano la lettera,
mettono 1.000 euro, (inc.) facciamo... sapete voi come dovete fare.
Peppe Pellegrino:- si si, non vi preoccupate.
Sindaco:- sentite, passo... ci vediamo verso le... o ci vogliamo vedere quà fuori?
Peppe Pellegrino:- vediamoci fuori, secondo me è meglio.
Sindaco:- eh, eh. Allora alle cinque ci vediamo qua fuori, alle spalle della... fuori il
cancello.
Peppe Pellegrino:- la..
Sindaco:- si.
Peppe Pellegrino:- quella... vi feci un pensiero per l'inaugurazione della sede, non lo so ve
lo hanno recapitato?
Sindaco:- aspettate che cos'era? (inc.)
Peppe Pellegrino:- era un... era un composè, diciamo, di canna di bambù, di vimini penso di
si.
Sindaco: si, sicuramente. Mo' io non ci sono mai più andato da sabato, perché mo' sto (inc.).
Mo' chiedo a mia moglie però. Ehm...
Peppe Pellegrino:- altre, altre novità? Niente?
Sindaco: no, aspettate...
Peppe Pellegrino: Sindaco, qualcosa di liquidazione per le somme urgenze, ce la facciamo
più o meno...
Sindaco:- qualcosa di liquidazione per le somme urgenze?
Peppe Pellegrino:- eh.
Sindaco:- ma quale abbiamo fatto per le somme urgenze.
Peppe Pellegrino:- ne abbiamo fatto parecchi.
Sindaco:- se mi dite qualcosa.
Peppe Pellegrino:- abbiamo liquidato, allora... lo spazzamento. Al limite qualcosa dello
spazzamento dei mesi...
Sindaco:- precedenti.
Peppe Pellegrino:- eh, dei mesi precedenti.
Sindaco:- mo' stiamo fermi, non lo abbiamo rinnovato.
Peppe Pellegrino:- stiamo quasi a diciassette - diciottomila euro.
Sindaco:- no, dico, non lo fate ancora adesso. Fermatevi e mantenete (sovrapposizione di
voci)
Peppe Pellegrino:- con lo spazzamento ci dobbiamo fermare?
Sindaco:- si si si, perché dobbiamo approvare il bilancio. Se no come pigliamo i soldi? Mo'
vediamo di potervi pagare qualcosa... perché i soldi non stanno entrando.
Peppe Pellegrino:- eh, lo so eh.
Sindaco:- pure lo Stato non ci ha passato la prima trimestralità. Mo' vediamo quello che
possiamo fare.
Peppe Pellegrino:- vedete un pochettino le cose. Poi qualsiasi cosa... a disposizione voi lo
sapete.
Sindaco:- lo so perchè dovete pagare pure le signore.
Peppe Pellegrino:- eh, si.
Sindaco:- vanno trovando, si lamentano, rompono il cazzo a voi, a me, a tutti quanti.
131
Peppe Pellegrino:- no, perchè con l'ordinario siamo usciti fuori quasi due tre mensilità. Con
l'ordinario.
Sindaco:- con loro?
Peppe Pellegrino:- no, no, con l'ordinario proprio del Comune. Quelli mo' hanno fatto i
bonifici e cos'. Stamattina... Domani arrivano in banca, mo' teniamo tre mensilità di ordinario
scoperto.
Sindaco:- aspettate, scusate. L'ordinario è quello che il contratto è fatto, la gara di appalto?
Peppe Pellegrino:- la gara di appalto tiene tre mensilità scoperte.
Sindaco:- (inc.) Mo' tutte insieme le hanno pagate?
Peppe Pellegrino:- si si.
Sindaco:- quanto (inc.)
Peppe Pellegrino:- eh... le ultime due che sono arrivate, i due bonifici che so arrivati mo' di
novembre e dicembre, quindi stiamo a posto.
Sindaco:- ah, quindi, poi incomincia gennaio.
Peppe Pellegrino:- dopo gennaio quello deve finire.
Sindaco:- quindi novembre e dicembre chiudiamo col pregresso, però poi ci sono quelli fuori
mano e lo straordinario che hanno fatto. Ancora non l'hanno pigliata la tredicesima.
Peppe Pellegrino:- no, ancora il bonifico... si, domani arriva.
Sindaco:- ce la fate a pigliare...
Peppe Pellegrino:- si, perché devo pagare gli operai e cos'.
Sindaco:- cosi date qualcosa pure...
Peppe Pellegrino:- eh.
Sindaco:- tra le due, mi pare che la signora Petrella non tanto è (inc.), quell'altra che è (inc.)
Peppe Pellegrino:- Giovanna? Voi (inc.)
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 74)
La gara d’appalto per la pulizia degli Uffici dell’Unione dei Comuni veniva indetta per il
triennio 2009-2011 con un costo base annuo di euro 1.000,00, così come anticipato dal sindaco
nella predetta conversazione.
La conferma della turbativa dell’incanto si ha dall’orario di ricezione delle ditte invitate:
difatti le ditte vengono invitate in data 22/01/2009 alle ore 18:00 circa (allegato
all’informativa dei CC di Grazzanise n. 75), mentre la richiesta di procurare fittiziamente tre
ditte del Sindaco al PELLEGRINO è del medesimo giorno alle ore 13:21:39.
Nel prosieguo delle attività investigative, la P.G. provvedeva ad escutere DI SCIORIO
Francesco, ROMANO Flora della ditta A.P.S. e BARBERIS Roberto della ditta A.C.M., circa
l’avvenuta ricezione degli inviti alla predetta gara di appalto.
Si evinceva, pertanto che l’A.P.S. non aveva i requisiti in quanto il ramo di azienda era stato
ceduto, mentre l’A.C.M. non era altro che un’azienda di MEZZERO Michele, soggetto legato
in vincoli di parentela a PELLEGRINO Giuseppe e soprattutto fratello del noto referente di
zona del “clan dei casalesi” MEZZERO Antonio.
In data 01 dicembre 2009, negli Uffici del Comando Stazione carabinieri di Grazzanise, DI
SCIORIO Francesco riferiva quanto segue:
DOMANDA:- Riferisca l’attività lavorativa da lei svolta?---///
132
RISPOSTA:- Sono il legale rappresentante della società A.P.S. srl Impiantistica Pulizie
Energia Pulita, con sede in Capua, alla via Fuori Porta Roma nr.20.--------////
DOMANDA:- Riferisca il numero di telefono e fax della predetta società?----//
RISPOSTA:- Il numero di telefono e fax è 0823/622035.--------///
DOMANDA:- Riferisca la sede legale e operativa della predetta società.----///
RISPOSTA:- La sede legale della società A.P.S. srl Impiantistica Pulizie Energia Pulita è
Capua, alla via Fuori Porta Roma nr.20.--------////
DOMANDA:- La società A.C.M. SRL ha sede in Capua, alla via alla via Fuori Porta Roma
nr.20/24 .--------////
RISPOSTA:- La società A.C.M. srl ha avuto sede fino a più di due anni fa presso la nostra
sede di Capua, via Fuori Porta Roma nr.20 ma a seguito di una cessione del nostro ramo
d’azienda alla predetta ACM srl, si è trasferita in Capua, presso un altro indirizzo che non
conosco.----////
DOMANDA:- Nell’ambito dell’attività lavorativa svolta dalla APS srl avete partecipato a
gare di appalto nel Comune di Grazzanise per ciò che concerne le pulizie di Uffici o altro?-/
RISPOSTA:- Da quando ho ceduto il ramo d’azienda non posso più partecipare ad alcuna
gara di appalto relative a pulizie o manutenzione e pertanto non ho partecipato.-----///
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti per partecipare a gare di appalto nel Comune di
Grazzanise nell’anno 2009 per le pulizie di uffici o altro?-----////
RISPOSTA:- No.----------//////
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti a gare di appalto della società ACM srl ?---///
RISPOSTA:- Su tale tematica può riferire la mia impiegata ROMANO Flora.---///
DOMANDA:- Conosce tale PELLEGRINO Giuseppe di Grazzanise?------////
RISPOSTA:- Non conosco nessuna persona che si chiama PELLEGRINO Giuseppe di
Grazzanise.DOMANDA:- Conoscete persone di Grazzanise o Brezza titolari di ditte di pulizie?--//
RISPOSTA:- No, non conosco nessuno.--------////
DOMANDA:- Avete competenze specifiche per ciò che concerne le pulizie di uffici o
manutenzioni del verde pubblico?---///
RISPOSTA:- No, non alcuna competenza perché tale settore è sempre stato gestito dal mio ex
socio DE CECIO Antonio di Capua.------/////
DOMANDA:- Avete qualcosa da aggiungere e/o da modificare?-----///
RISPOSTA:- Non ho nulla da aggiungere.--------/////
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 76)
In data 01 dicembre 2009, negli Uffici del Comando Stazione Carabinieri di Grazzanise,
ROMANO Flora dichiarava quanto segue:--///
DOMANDA:- Riferisca l'attività lavorativa da lei svolta?—///
RISPOSTA:- Premetto che lavoro come segretaria della società A.P.S. srl Impiantistica
Pulizie Energia Pulita, con sede in Capua, alla via Fuori Porta Roma nr.20.---////
DOMANDA:- Riferisca il numero di telefono e fax della predetta società?—//
RISPOSTA:- II numero di telefono e fax è 0823/622035.---///
DOMANDA:- Riferisca la sede legale e operativa della predetta società.—///
133
RISPOSTA:- La sede legale della società A.P.S. srl Impiantistica Pulizie Energia Pulita è
Capua, alla via Fuori Porta Roma nr.20.---////
DOMANDA:- La società A.C.M. SRL ha sede in Capua, alla via alla via Fuori Porta Roma
nr.20/24.---////
RISPOSTA:- La società A.C.M. srl ha avuto sede fino a più di due anni fa presso la nostra
sede di Capua, via Fuori Porta Roma nr.20 ma a seguito di una cessione del ramo d'azienda
alla predetta ACM srl, si è trasferita in Capua, presso un altro indirizzo che non conosco.--///
DOMANDA:- Nell'ambito dell'attività lavorativa svolta dalla APS srl avete partecipato a
gare di appalto nel Comune di Grazzanise per ciò che concerne le pulizie di Uffici o altro?-/
RISPOSTA:- No, da quando è stato ceduto il ramo d'azienda non possiamo più partecipare
ad alcuna gara di appalto relative a pulizie o manutenzione e pertanto non abbiamo
partecipato. Tale cessione risale al 2006 ------------ ///
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti per partecipare a gare di appalto nel Comune di
Grazzanise nell'anno 2009 per le pulizie di uffici o altro?-,-—////
RISPOSTA:- No. ---//////
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti per gare di appalto della società ACM srl nell’anno
2009?—///
RISPOSTA:- No, non è mai arrivato niente.—///
DOMANDA:- Avete qualcosa da aggiungere e/o da modificare?------------- ///
RISPOSTA:- Non ho nulla da aggiungere. --------------- /////
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 77)
Nel prosieguo delle attività investigative, in data 15 dicembre 2009, BARBERIS Roberto a
domanda rispondeva:
DOMANDA:- Riferisca l’attività lavorativa da lei svolta?---///
RISPOSTA:- Sono il legale rappresentante della società denominata A.C.M. SRL con sede in
Capua, alla via Porta Fluviale nr.40.--------////
DOMANDA:- Riferisca da quando riveste tale carica?----///
RISPOSTA:- Sono il legale rappresentante della società denominata A.C.M. SRL dal
22.10.2008.--DOMANDA:- Riferisca la sede legale e operativa della predetta società.----///
RISPOSTA:- La sede legale della A.C.M. SRL è in Capua, alla via Porta Fluviale nr.40.-//
DOMANDA:- La società A.C.M. SRL ha avuto sede in Capua, alla via alla via Fuori Porta
Roma nr.20/24 .--------////
RISPOSTA:- La società A.C.M. srl ha avuto sede in Capua , alla via Fuori Porta Roma, fino a
quando è stata da me acquistata.----////
DOMANDA:- Nell’ambito dell’attività lavorativa svolta dalla ACM srl avete partecipato a
gare di appalto nel Comune di Grazzanise per ciò che concerne le pulizie di Uffici o
all’Unione dei Comuni?-/
RISPOSTA:- Non ho partecipato ad alcuna gara di appalto né al Comune di Grazzanise, né
all’Unione dei Comuni relative a pulizie o manutenzione.---///
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti per partecipare a gare di appalto nel Comune di
Grazzanise nell’anno 2009 o all’Unione dei comuni per le pulizie di uffici o altro?-----////
RISPOSTA:- No.----------//////
134
DOMANDA:- Avete ricevuto inviti a partecipare a gare di appalto della società ACM srl
come da invito che le mostro in copia fotostatica da parte del Comune di Grazzanise o da
parte dell’unione dei Comuni?---///
RISPOSTA:- Non ho ricevuto alcuno invito a partecipare a gare di appalto né dal Comune di
Grazzanise né da parte dell’Unione dei Comuni.---///
DOMANDA:- Conosce tale PELLEGRINO Giuseppe di Grazzanise?------////
RISPOSTA:- Non conosco nessuna persona che si chiama PELLEGRINO Giuseppe di
Grazzanise.DOMANDA:- Conosce tale MEZZERO Michele della frazione Brezza di Grazzanise?---////
RISPOSTA:- Nel mese di ottobre 2008 sono stato contattato da MEZZERO Michele abitante
nella frazione Brezza del Comune di Grazzanise, alla via Capua, da me personalmente
conosciuto, il quale mi ha chiesto se mi volevo intestare una società di pulizia e in cambio
mi avrebbe fatto guadagnare qualcosa di denaro. Avendo forti problemi economici ho
accettato tale proposta e mi sono intestato la predetta società ACM ma non ho mai svolto
alcuna funzione e ho fatto solo da prestanome.-----////
DOMANDA:- Riferisca l’importo pagato per l’acquisto della predetta società?---///
RISPOSTA:- Non ho pagato alcuna somma di denaro in quanto l’intero importo è stato
pagato da MEZZERO Michele.---------////
DOMANDA:- Nell’ambito dei rapporti con MEZZERO Michele vi siete intestati altri beni o
società?--//
RISPOSTA:- No, non mi sono intestati altri beni.--------////
DOMANDA:- Avete competenze specifiche per ciò che concerne le pulizie di uffici o
manutenzioni del verde pubblico?---///
RISPOSTA:- No, non alcuna competenza.------/////
DOMANDA:- Avete qualcosa da aggiungere e/o da modificare?-----///
RISPOSTA:- Non ho nulla da aggiungere.--------/////
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 78)
Il predetto appalto per la pulizia degli Uffici del Comune di Grazzanise veniva indetto con
procedura negoziata con determinazione n. 349 del 31/12/2008 (allegato all’informativa dei
CC di Grazzanise n. 81).
Venivano invitate cinque ditte: la Ecoambiente 2001, la ditta Puliand, la ditta Parpul, la ditta
A.C.M. Srl e la ditta A.P.S. (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 82).
Si è già detto dell’escussione di DI SCIORIO Francesco, ROMANO Flora e BARBERIS
Roberto, legali rappresentanti delle ditte A.P.S. e A.C.M. Srl (sopra riportate).
Successivi accertamenti, condotti tramite l’escussione di PARENTE Mattia e CARDARELLI
Rosa, rispettivamente titolari delle società PARPUL e PULIAND, evidenziavano che gli
stessi, seppur risultanti invitati, non avevano partecipato alla gara.
In data 02 dicembre 2009, negli Uffici del Comando Stazione carabinieri di Grazzanise,
PARENTE Mattia così rispondeva alla P.G.:
DOMANDA:- Riferisca l’attività lavorativa da lei svolta.--------///
RISPOSTA:- Sono il legale rappresentante della ditta PARPUL Società Cooperativa a.r.l.,
con sede in Falciano del Massico, al Corso Oriente nr.18.------------////
135
DOMANDA:- Nell’ambito dell’attività lavorativa da lei svolta, ha ricevuto l’invito alla gara
di appalto relativa alle pulizie degli Uffici della Casa Comunale di Grazzanise che le mostro
in copia fotostatica?----------/////
RISPOSTA:- Si, ho ricevuto l’invito alla gara di appalto da voi indicato e dell’invito che mi
avete mostrato in copia fotostatica.------/////
DOMANDA:- Riferisca le motivazioni per cui la ditta PARPUL non ha partecipato alla gara
di appalto sopra indicato.-------////
RISPOSTA:- Non ho partecipato alla predetta gara di appalto poiché l’importo era di euro
15.000,00 circa e non soddisfaceva le nostre esigenze di mercato.-------//////
DOMANDA:- Avete ulteriori elementi utili alle indagini da riferire?------////
RISPOSTA:- Non ho altri elementi utili alle indagini da riferire.--------////
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 83)
In data 03 dicembre 2009, CARDARELLI Rosa riferiva:
DOMANDA:- Riferisca l’incarico lavorativo da lei svolto e la sede di servizio?---///
RISPOSTA:- Premetto, che sono legale rappresentante della società PULIAND, con sede in
Grazzanise, alla via Cesare Battisti nr.130.-------/////
DOMANDA:- Nell’ambito dell’attività lavorativa da lei svolta, ha ricevuto l’invito alla gara
di appalto relativa alle pulizie degli Uffici della Casa Comunale di Grazzanise che le mostro
in copia fotostatica?----------/////
RISPOSTA:- Si, ho ricevuto l’invito alla gara di appalto da voi indicato e dell’invito che mi
avete mostrato in copia fotostatica.------/////
DOMANDA:- Riferisca le motivazioni per cui la ditta PULIAND non ha partecipato alla gara
di appalto sopra indicato.-------////
RISPOSTA:- Non ho partecipato alla predetta gara di appalto poiché non l’ho ritenuto
opportuno.--- //
DOMANDA:- Avete ulteriori elementi utili alle indagini da riferire?------////
RISPOSTA:- Non ho altri elementi utili alle indagini da riferire.--------////
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 84)
La successiva acquisizione di documentazione presso il comune di Grazzanise consentiva di
accertare che, dopo una prima assegnazione temporanea dei lavori (allegato all’informativa
dei CC di Grazzanise n. 85), l’appalto in disamina veniva assegnato con determinazione n.
106 del 28/04/2009 alla Cooperativa Ecoambiente 2001 (allegato all’informativa dei CC di
Grazzanise n. 86), l’unica ad avervi partecipato, per un importo di euro 980,00 euro annui,
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 79).
Appare, dunque, evidente che gli inviti erano stati artatamente strutturati al solo fine di far
aggiudicare la gara di appalto al PELLEGRINO Giuseppe.
In tal senso depone in primo luogo la già richiamata conversazione ambientale tra Parente
Enrico ed il Pellegrino Giuseppe, sopra riportata, nel corso della quale il Parente richiede al
Pellegrino i nominativi delle tre ditte da invitare e che poi verranno effettivamente invitate a
partecipare.
Tra queste il Pellegrino fa espresso riferimento alla ditta ACM, formalmente intestata a tale
Barberis che a sua volta dichiarava alla PG di essere solo formale intestatario della stessa.
136
Venivano, poi, invitate le ulteriori ditte indicate nella predetta conversazione dal Pellegrino;
tra queste ultime, l’A.P.S. che non aveva i requisiti in quanto il ramo di azienda era stato
ceduto (alla ACM), mentre l’A.C.M. non era altro che un’azienda di MEZZERO Michele –
come dichiarato dal legale rappresentante Barberis Roberto -, soggetto legato da vincoli di
parentela a PELLEGRINO Giuseppe e soprattutto fratello del noto referente di zona del “clan
dei casalesi” MEZZERO Antonio.
Di contro, le pur invitate Parpul e Puliad, per ragioni non meglio indicate, non rispondevano
proprio all’invito.
Sulla riconducibilità della ditta Ecoambiente 2001 proprio al Pellegrino Giuseppe, dirimente
è la circostanza che nella lettera di preventivo dell’offerta per la gara della pulizia del
cimitero viene indicato come recapito telefonico della Ecoambiente 2001 l’utenza cellulare in
uso al Pellegrino, utenza sulla quale peraltro quest’ultimo veniva contattato proprio dal
Parente, con conversazioni oggetto d’intercettazione.
Tutti i predetti elementi, unitariamente valutati, inducono a ritenere anche la gara per la
pulizia degli uffici comunai di Grazzanise sia stata pilotata in favore di Pellegrino Giuseppe
proprio sulla base di una precisa intesa tra quest’ultimo ed il Sindaco Parente, secondo lo
stesso canovaccio di cui vi è testuale confessione nella conversazione ambientale citata progr.
441 del 22/01/2009.
Quanto alla contestazione dell’aggravante di cui all’art. 7 l. 203/91, nella prospettazione
della pubblica accusa l’aggiudicazione del predetto appalto la ditta Ecoambiente 2001, di
fatto gestita da PELLEGRINO Giuseppe, sarebbe stato finalizzato a favorire il clan dei
casalesi.
In tal senso deporrebbero i legami di parentela esistenti tra Pellegrino Giuseppe , Mezzero
Michele e Mezzero Antonio, alias o’Barone, pluripregiudicato ritenuto un elemento di spicco
del predetto clan.
A tal fine vengono richiamate alcune conversazioni tra Pellegrino Giuseppe e Mezzero
Michele, fratello di MEZZERO Antonio, ritenute una conferma dei rapporti familiari
intercorrenti tra i predetti soggetti.
Il PELLEGRINO Giuseppe ed il MEZZERO Michele sono stati identificati attraverso le loro
utenze 339/5419096 e 335/6498106, intestate a loro stessi.
Conversazione indicata al progressivo n. 1034 del 10/02/2009 ore 11:30:42, di cui al decreto
nr.1296/09/21 RGNR - 64/09 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3395419096 con utenza telefonica +393356498106 .
Voci di sottofondo prima dell'inizio della telefonata
PELLEGRINO Peppe:-we Michele buon giorno
MEZZERO Michele:-Peppino senti un po’ mi ha chiamato Nino stamattina, ha detto così
quell'assegno sta stornato più di una volta
PELLEGRINO Peppe:-e Miche abbiamo un problema stiamo cercando di risolvere
137
MEZZERO Michele:-e dice magari mi facevano perché lui è dovuto andare a versare
altri...perché quello mo’ aveva versato a copertura un altro assegno, ai capito o no ed
invece di due se ne trovato quattro hai capito o no
PELLEGRINO Peppe:-ho capito
MEZZERO Michele:-ha detto che mi poteva almeno avvisare per vedere io come fare hai
capito o no
PELLEGRINO Peppe:-"ci siamo capitati, la settimana prossima si dovrebbe risolvere devono
arrivare il pagamenti dal Comune di la e hanno trasportato
MEZZERO Michele:-e vabbè mo’ come fanno questi non mantengono più in mano
quest'assegno ora lo protestano va a finire
PELLEGRINO Peppe:-ho capito mo’ vediamo un attimo
MEZZERO Michele:-perché oggi e domani è l’ultimo giorno che lo riescono a mantenere poi
non lo so vedi tu io non lo so come hai parlato con il direttore e roba varia
PELLEGRINO Peppe:-mo’ a limite ci arrivo un po’ e cose
MEZZERO Michele:-arrivaci un po’ vedi se lo può pagare sconfinando un po’ se ci riesci a
fare vedi stesso tu
PELLEGRINO Peppe:-va bene
MEZZERO Michele:-va bene ok, quell'altro numero risulta sempre spento perciò non ti
riuscivi più.... questo qua ....
PELLEGRINO Peppe:-no quello è saltato te l'ho già detto
MEZZERO Michele:-mo’ lo memorizzo questo qua ok
PELLEGRINO Peppe:-ok ciao Michele
MEZZERO Michele:-ciao ciao
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 91)
Conversazione indicata al progressivo n. 3597 del 11/03/2009 ore 16:36:04, di cui al decreto
nr.1296/09/21 RGNR - 64/09 RIT emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere a firma del Sost. Proc. Dr. Silvio Marco GUARRIELLO, relativo ad una
chiamata intercorsa tra l’utenza numero 3395419096 con utenza telefonica +393356498106 .
PELLEGRINO Peppe:-Michele senti una cosa questi qua non li rilasciano ci devi andare tu
personalmente
MEZZERO Michele:-neanche l'estratto
PELLEGRINO Peppe:-niente questi qua fanno un bordello casino quelli pure a Mario e cose
quando lo abbiamo fatto entrare nella società e cose dovette andarci personalmente a me non
vollero darmelo "incomprensibile"
MEZZERO Michele:-e cose devo firmare io non devo firmare nulla
PELLEGRINO Peppe:-no devi andarci tu personalmente tu perché ci vuole la persona
interessata
MEZZERO Michele:-"incomprensibile"
PELLEGRINO Peppe:-"incomprensibile"
MEZZERO Michele:-se sta Assunta vai da Assunta Assunta quella la ..."incomprensibile"
PELLEGRINO Peppe:-"incomprensibile"
138
MEZZERO Michele:-diglielo mo’ lo chiamo a Michele te lo passo per telefono sono frate
cucino di Michele mi ha mandato lui, lui non è potuto venire
PELLEGRINO Peppe:-e e mo’ ci passo un altra volta
MEZZERO Michele:-e già ci sei andato
PELLEGRINO Peppe:-e
MEZZERO Michele:-che ti ha detto chi l'ha detto
PELLEGRINO Peppe:-a quell'altra Giovanna e ee
MEZZERO Michele:-lascia stare allora se già ci sei andato lascia stare, dopo ci vado io
domani mattina
PELLEGRINO Peppe:-va bene ciao
MEZZERO Michele:-ciao ciao
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 92)
Ciò posto, ad avviso di questo giudice, ferma la gravità indiziaria per i fatti in contestazione,
non si ritiene, allo stato, sussistente la contestata aggravante dell’art. 7 l. 203/91.
I predetti rapporti familiari tra Pellegrino Giuseppe e Mezzero Antonio, non appaiono di per
sé idonei a sostenere l’esistenza di un collegamento tra l’aggiudicazione dei predetti lavori
alla ditta Ecoambiente 2001 ed il clan dei casalesi.
Sul punto, pur non apparendo casuale che tra le ditte indicate dal Pellegrino vi sia proprio la
ACM – formalmente intestata a Barberis Roberto ma, per sua stessa ammissione,
riconducibile a Mezzero Michele -, detta circostanza, in mancanza di ulteriori elementi di
collegamento, non appare idonea a sostenere, allo stato, il diretto interesse del clan nella
aggiudicazione dell’appalto alla Ecoambiente 2001.
9. Interposizione fittizia della Ditta BET New Garden – capo 6 della rubrica
Nel corso della predetta indagine, nell’esaminare anche l’affidamento dei lavori per la
manutenzione del verde pubblico, emergeva che l’amministrazione aveva affidato
direttamente tali lavori alla ditta B.E.T. New Garden di LANNA Teresa.
La predetta società nella prospettazione accusatoria viene ritenuta riconducibile alla famiglia
MEZZERO.
Nell’informativa dei CC in atti viene dato atto che pochi mesi dopo l’insediamento
dell’amministrazione capeggiata da Pietro PARENTE60, figlio di Enrico PARENTE, i lavori di
manutenzione del verde pubblico negli spazi circostanti gli edifici scolastici, con
determinazione n. 94 del 10/05/2010, venivano affidati alla ditta Ecoambiente 2001.
A seguito della dichiarazione di recesso di questa ditta (allegato all’informativa dei CC di
Grazzanise n. 94), il servizio per la manutenzione del verde pubblico veniva affidato con
determinazione n. 96 del 20/05/2010 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 95),
a firma del responsabile pro tempore dell’area tecnica, con affidamento diretto, alla ditta
B.E.T. NEW GARDEN di LANNA Teresa con sede legale in Grazzanise, alla frazione Brezza
via Capua 1^ Traversa n. 14 (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 96), che a
marzo dello stesso anno aveva fatto domanda di iscrizione nell’elenco delle ditte fiduciarie
del Comune.
60
L’amministrazione comunale guidata dal Sindaco PARENTE Pietro rimane in carica dalle elezioni del 28 e 29
marzo 2010, fino alle dimissioni di tutto il Consiglio avvenute nel maggio 2012.
139
Il legale rappresentante della predetta società, LANNA Teresa nata a Teano il 28/02/1985 è
oggi coniugata con MEZZERO Biagio, nato a Capua il 03/06/1983 (allegato all’informativa
dei CC di Grazzanise n. 97); all’epoca dei fatti era già fidanzata con il MEZZERO e legati da
rapporti di vecchia data, in quanto già controllati insieme in data 20/05/2007 da personale
del Commissariato di Formia.
La P.G. accertava collegamenti di MEZZERO Biagio con la criminalità organizzata ed in
particolare con il clan camorristico “dei casalesi”.
Si acclarava, infatti, che MEZZERO Giacomo61, padre del MEZZERO Biagio e fratello del già
citato MEZZERO Antonio (allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 98), risultava
indagato nell’ambito del procedimento penale n. 7279/99 Mod.21 e n. 5300/99 R GIP del
Tribunale di Napoli per i delitti di cui agli artt. 416bis c.p. (associazione a delinquere di tipo
mafioso, contestata al capo 1), 81 cpv, 110 c.p. e 12 D.L. 306/1992 (illecito reimpiego di capitali
illeciti provenienti da associazione mafiosa, contestata al capo 24) e 110 e 629 comma 2 c.p.
(illecito profitto in associazioni mafiose, contestata al capo 28), mentre la madre del MEZZERO
Biagio, D’AGOSTINO Marta62, in data 11/12/2002, nell’ambito del medesimo
procedimento, veniva tratta in arresto da personale del Comando Provinciale di Caserta, per
i delitti di cui agli artt. 81, 110, e art.12 D.L. 306/1992 (illecito reimpiego di capitali illeciti
provenienti da associazione mafiosa, contestata al capo 24).
In sostanza, entrambi i genitori del MEZZERO Biagio, risultavano indiziati di aver
reimpiegato, attraverso la mediazione di MEZZERO Antonio, i capitali illeciti Schiavone
Francesco alias Cicciariello, capoclan dei casalesi (allegato all’informativa dei CC di
Grazzanise n. 99) 63.
Sulla scorta di tali risultanze, veniva avviata una più ampia attività investigativa sui
dipendenti della ditta B.E.T. New Garden, al fine di accertare ulteriori collegamenti con la
criminalità organizzata.
Tra questi si identificava CASTELLANO Salvatore nato a Napoli il 31/05/1981, coniugato
con PAPA Giuseppina, figlia del defunto PAPA Giovanni Battista alias “u’ Papiss” (allegato
all’informativa dei CC di Grazzanise n. 100), altro elemento di spicco del clan “dei casalesi”
fazione facente capo alla famiglia SCHIAVONE, barbaramente trucidato in data 08/05/2009
da affiliati del medesimo gruppo nell’ambito di un regolamento di conti all’interno del
gruppo criminale64.
In data 25/08/2010, a seguito di un controllo ai lavori pubblici che la ditta stava svolgendo,
veniva escusso come persona informata sui fatti MEZZERO Biagio nato a Capua (CE) il
03/06/1983 e residente a Grazzanise, alla frazione Brezza via Capua n. 117, il quale così
esponeva:
61
MEZZERO Giacomo, nato a Grazzanise il 20/11/1958, residente a Grazzanise, alla via Capua nr.117.
D’AGOSTINO Marta, nata a Grazzanise il 14/04/1962.
63
Si noti come nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere 7279/99 Mod.21 e 5300/99 RGGIP, il GIP abbia
rigettato la misura per il MEZZERO Giacomo cl. 58 per i capi n. 1 e n. 28 (con cui gli si contestava l’art. 416bis
e gli artt.110 e 629 co. 2), non pronunciandosi nei suoi confronti per ciò che concerneva il contestato capo n.
24 (con cui gli si contestavano gli artt. 81, 110, e art.12 D.L. 306/1992), stesso capo per il quale invece la
moglie D’AGOSTINO Marta veniva tratta in arresto.
64
Per tale omicidio, sono stati tratti in arresto PICCOLO Raffaele, VARGAS Roberto (entrambi hanno ammesso
la loro partecipazione all’omicidio), DELLA CORTE Nicola, DE MARTINO Eduardo e SCHIAVONE Nicola, figlio di
SCHIAVONE Francesco detto “Sandokan”.
62
140
Domanda: Riferisca il ruolo da lei svolto all’ interno della società B.E.T. NEW GARDEN di LANNA
Teresa.
Risposta: La predetta società B.E.T. NEW GARDEN è della mia fidanzata LANNA Teresa
nata a Teano il 28.02.1985. Essendo attualmente disoccupato, svolgo attività di
collaborazione all’interno della predetta società della mia fidanzata e per tale motivo, mi
sono recato presso i vostri uffici per consegnare la documentazione richiesta da voi
carabinieri circa l’assunzione dei dipendenti nonché per il furgone della società BE.T. NEW
GARDEN.
Domanda: Riferisca le motivazioni per cui gli operai della predetta ditta erano intenti a lavorare sulla
strada provinciale 333 del Comune di Grazzanise.
Risposta: I dipendenti CASTELLANO Salvatore e RUSSO Luciano della predetta società BE.T. NEW
GARDEN della mia fidanzata LANNA Teresa pulivano i marciapiedi in virtù di un appalto pubblico
che è stato vinto dalla predetta ditta presso il Comune di Grazzanise.
(allegato all’informativa dei CC di Grazzanise n. 101)
Sulla base delle predette risultanze nella prospettazione accusatoria la ditta B.E.T. NEW
GARDEN, viene ritenuta costituita da MEZZERO Giacomo e Biagio, per l’interposizione di
comodo di LANNA Teresa e ciò al fine di eludere le misure di prevenzione irrogate o
irrogabili a carico dei MEZZERO, quindi al fine di agevolare la commissione di uno dei
delitti di cui agli articoli 648, 648-bis e 648-ter C.P., onde consentire l'attività dell’associazione
camorristica di cui MEZZERO Antonio è storico referente.
A tal fine venivano richiamate le dichiarazioni di collaboratori di giustizia relative a
MEZZERO Antonio.
Interrogatorio di CAIANIELLO Raffaele del 30/03/1998
(Omissis) All’epoca, e cioè nel 1986-1987, il gruppo di Grazzanise era composto dal (Omissis) da
MEZZERO Antonio, da (Omissis). Preciso che il MEZZERO Antonio ed (Omissis) sono entrati
nell’organizzazione più tardi, dopo di me, forse nel 1988.(Omissis) Costui (BIDOGNETTI Domenico
NdR) disse a me ed ALIPERTI che oramai il CANTIELLO Antonio non c’era più per cui c’erano due
possibilità per il futuro: o noi due e tutto il nostro gruppo passavamo con la famiglia BIDOGNETTI
oppure sarebbe stato nominato un nuovo capo zona nella persona di MEZZERO Antonio (che essendo
stato detenuto nella stessa cella con SCHIAVONE Franceco detto “Cicciariello” ne era divenuto
compare di anello). Concluse dicendo che nei giorni seguenti ci avrebbero comunicato quali delle due
opzioni i “casalei” avrebbero scelto e, in effetti, pochi giorni dopo ci venne comunicato dallo stesso
MEZZERO Antonio che lui da quel momento in poi sarebbe stato il nuovo capo zona.
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 08/03/2000
(Omissis) Vi era, poi, un’altra squadra che si era formata a seguito della morte di CANTIELLO
Antonio. Si trattava della squadra composta da MEZZERO Antonio, dal (Omissis), per quelli che
adesso ricordo. Costoro che operavano alle dipendenze del CANTIELLO Antonio, una volta che il
MEZZRO Antonio divenne il capo zona di Grazzanise, cominciarono a godere di una maggiore
autonomia anche perché, poco dopo la morte del CANTIELLO e del FLORIO, “CICCIARIELLO”
venne arrestato e quindi il MEZZERO Antonio era diventato a pieno titolo il responsabile dei casalesi
in quelle zone. (Omissis)
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 15/06/2000
(Omissis) Ricordo un’estorsione che ho compiuto in danno di un fabbricante di fili di Brezza di cui
non ricordo il nome. Questa estorsione avvenne quando già da un certo periodo di
141
tempo SCHIAVONE Francesco di Luigi, detto “CICCIARIELLO” era detenuto per cui il comando
del nostro gruppo era divenuto esclusiva pertinenza di MEZZERO Antonio il quale era responsabile
di tutta la zona di Santa Maria la Fossa, Capua, Grazzanise e territori limitrofi.
Interrogatorio di ABBATE Antonio del 22/11/2000
Il MEZZERO Antonio, inizialmente, era uomo di CANTIELLO Antonio, detto il “carrozziere”, ed
operava nella zona di Grazzanise-Santa Maria La Fossa e territori circostanti. Dopo la rottura con i
DE FALCO, gli SCHIAVONE pensarono di portarsi il MEZZERO Antonio più vicino a loro
allontanandolo dal CANTIELLO (Omissis), in seguito, il MEZZERO Antonio divenne il vero uomo
di fiducia di SCHIAVONE Francesco, detto “CICCIARIELLO” che operava nelle zone di Santa
Maria la Fossa-Grazzanise e zone viciniori. Divenuto l’uomo di fiducia di “CICCIARIELLO” ,
MEZZERO Antonio fu anche legalizzato.
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni 18/06/2001
(Omissis) faceva lo “specchiettista” ed ha partecipato insieme a me, a “CICCIARIELLO”, a
ZAGARIA Michele, MEZZERO Antonio, DEL VECCHIO Antonio, NOBIS Salvatore al duplice
omicidio in danno di CANTIELLO Antonio, detto “o carruzziere” e di FLORIO Domenico.
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 02/03/2002
Dopo l'arresto di "CICCIARIELLO" lo "stipendio" mi veniva dato o da MEZZERO Antonio o da
DEL VECCHIO Carlo. Le specifico che DEL VECCHIO Carlo mi portava i soldi in quanto li
riceveva, a sua volta, da MEZZERO Antonio.
Interrogatorio di DIANA Luigi del 11/05/2006
(Omissis) Antonio Mezzero soprannominato Tonino. Lo stesso era collegato al gruppo operante in
Brezza, Santa Maria La Fossa ,Grazzanise, insieme a Del Vecchio Antonio e Schiavone Francesco di
Luigi ed Alfonso Cacciapuoti ed aveva il ruolo di Capo zona, lo stesso ha compiuto vari omicidio di cui
ho già riferito. Lo stesso era affiliato al clan dei casalesi e percepiva lo stipendio, pari a euro 2000,00
mensili per quanto era a mia conoscenza perlomeno fino a quando sono stato sottoposto al regime
detentivo previsto dall’articolo 41 bis del c.p.p. ovvero settembre 2003.
Interrogatorio di TAVOLETTA Cesare del 19/05/2006
(Omissis) La foto nr. 88 ritrae una persona MEZZERO Antonio . Lo stesso era affiliato al clan dei
casalesi con il ruolo di capo zona per la zona di Grazzanise e percepiva lo stipendio, per quanto era a
mia conoscenza perlomeno fino all’anno 2004 ed ovvero fino al momento in cui ho iniziato la
collaborazione con la giustizia, di euro mensili. L’Ufficio da atto che la foto nr. 88 raffigura
MEZZERO Antonio nato a Grazzanise (CE) il 25.6.1962. (Omissis)
Interrogatorio di PANNULLO Massimo del 26/05/2006
(Omissis) La foto nr.88 ritrae Tonino MEZZERO. Lo stesso era affiliato al clan dei casalesi con il
ruolo di capo zona per Grazzanise oltre che ad essere un killer del clan, come riferitomi da (Omissis) e
percepiva lo stipendio mensile pari a euro 2000,00, per quanto era a mia conoscenza perlomeno fino
all’anno 2003 epoca in cui ho iniziato la collaborazione con la giustizia. L’Ufficio da atto che la foto nr.
88 raffigura MEZZERO Antonio nato a Grazzanise (CE) il 25.6.1962. (Omissis)
Interrogatorio di DI GRAZIA Paolo del 15/06/2006
La foto nr.88 ritrae Tonino MEZZERO che è il capo zona di Grazzanise per conto del clan dei casalesi
per conto di SCHIAVONE Francesco detto “cicciariello”. Ho parlato spesso con lui e con altri affiliati
che mi hanno confermato la sua caratura criminale. L’Ufficio da atto che la foto nr. 88 raffigura
MEZZERO Antonio nato a Grazzanise (CE) il 25.6.1962.
Interrogatorio di PETTRONE Giuseppe del 19/11/2007
142
(Omissis) Conosco Antonio MEZZERO: è il capozona di Brezza, S. Maria La Fossa, Grazzanise ed
una parte di Capua per conto dei casalesi. (Omissis)
Interrogatorio di FRONCILLO Michele del 04/02/2008
(Omissis) La foto nr.88 ritrae Antonio MEZZERO. Lo stesso era affiliato al clan dei casalesi con il
ruolo di capo zona per Grazzanise oltre che ad essere un killer del clan, ha Partecipato a numerose
estorsioni e gestisce aziende bufaline e percepisce lo stipendio di un capo direttamente collegato a
cicciriello e Sandokan e Schiavone Walter L’Ufficio da atto che la foto nr. 88 raffigura MEZZERO
Antonio nato a Grazzanise (CE) il 25.6.1962. (Omissis)
Interrogatorio di BIDOGNETTI Domenico del 05/03/2008
(Omissis) Riconosco la persona raffigurata nella foto che mi mostrate contraddistinta con il n 88
MEZZERO Antonio, è un affiliato dei casalesi, con il rito della pungitura è referente dei
casalesi insieme ad Alfonso Cacciapuoti di cui ho già precedentemente parlato. L’Ufficio dà atto che la
foto n. 88 raffigura MEZZERO Antonio nato a Grazzanise (CE) il 25.6.1962 ed ivi residente alla
Frazione Brezza in Via Capua, nr, 69. (Omissis)
Interrogatorio di DI CATERINO Emilio del 30/12/2008
(Omissis) Si dà atto che viene mostrata la foto n.88. Riconosco nella foto Tonino MEZZERO, già
appartenete a Antonio CANTIELLO detto “ ANTONIO O’ CARRUZZIERO” affiliato al clan
SCHIAVONE, circostanze riferitemi da altri affiliati. Il MEZZERO opera si Brezza –Grazzanise
effettua estorsioni ed omicidi. L’ufficio dà atto che la foto n.88 raffigura MEZZERO Antonio nato a
Grazzanise (CE) il 25.6.1962 ed ivi residente alla Frazione Brezza in Via Capua, nr, 69. Alias “O’
Barone”. (Omissis)
Interrogatorio di D'ALESSANDRO Cipriano del 09/05/2013
(Omissis) Nella zona di Grazzanise, il dominio era nostro, tuttavia avevamo dei rappresentanti a
Grazzanise Alfonso CACCIAPUOTI, a Brezza Antonio MEZZERO, e al Borgo Appio Tonino il
Carrozziere e a Sant’Andrea del PIZZONE Enrico MARTINELLI. Di questi solo Tonino Mezzero era
stato affiliato con il rito della pungitura, dopo aver commesso il primo omicidio con me del fattore dei
Nuvoletta sull’Appia. (Omissis)
Venivano altresì richiamate anche le dichiarazioni dei collaboratori su MEZZERO Giacomo
(padre di Biagio, quest’ultimo marito di LANNA Teresa) a cui veniva attribuito un ruolo
funzionale non solo a quello del fratello Antonio, ma all’associazione malavitosa stessa.
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 19/01/2001
(Omissis) Francesco SCHIAVONE di Luigi alcuni anni fa non so dirle esattamente quando, aveva
comprato un terreno in S. Maria La Fossa vicino al Corso Principale affianco al bar di PAPA Gerardo.
Su questo terreno insisteva una vecchia costruzione. Lo SCHIAVONE comprò questo terreno e lo
fece intestare alla moglie di MEZZERO Giacomo. Io ricordo questo fatto perché’ ero presente
quando il MEZZERO Antonio, parlando di questo terreno, suggerì allo SCHIAVONE di intestarlo
alla sua predetta cognata. SCHIAVONE accettò il suggerimento e così fece. (Omissis)
MEZZERO Giacomo è il fratello di Antonio. Svolge l’attività di fornitore di bibite nei bar della zona e
conduce insieme al fratello Antonio l’azienda di bufale di famiglia. Il MEZZERO Giacomo da quando
lo conosco si è sempre messo a disposizione del gruppo. (Omissis)
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 12/02/2001
Posso anche dirle che il MEZZERO Michele partecipava anche all’attività della vendita all’ingrosso di
bibite che aveva iniziato il fratello MEZZERO Giacomo. Circa questa attività è evidente che tutti i
commercianti ed i baristi della zona controllata da MEZZERO Antonio si rifornivano delle bibite
dalla famiglia MEZZERO: Non era neanche necessario fare nessun tipo di minaccia in quanto,
143
essendo notoria la statura criminale di MEZZERO Antonio, nessuno osava rifiutare le forniture di
bibite in questione. (Omissis) Non posso che ripetere che MEZZERO Giacomo gestisce insieme al
fratello di MEZZERO Antonio, un’azienda di bufale che si trova proprio attaccata all’abitazione
dei fratelli MEZZERO. Le bufale le comprò MEZZERO Antonio con i soldi ricavati dai proventi
illeciti. Io stesso ero presente, avendolo accompagnato, in una circostanza, quando MEZZERO
Antonio comprò alcune bufale attualmente allevate, per suo conto, dal fratello MEZZERO Giacomo.
Interrogatorio di FARINA Antonio del 10/06/2009
(Omissis) A.D.R.: Per quanto io so, per averlo appreso da lui stesso, nel 2009 MEZZERO Antonio
era ancora stipendiato dal clan ed in particolare dalla famiglia SCHIAVONE, che gli versava
mensilmente uno stipendio di cinquemila euro. Mi disse anche che, se non si fosse trovato al 41 bis e
avesse avuto più libertà di inviare ordini fuori, avrebbe fatto in modo che i vertici del clan dei Casalesi
inviassero anche a me uno stipendio. La famiglia del MEZZERO era strettamente collegata al figlio di
SCHIAVONE Francesco detto Cicciariello. A.D.R.: Lo stesso MEZZERO Giacomo mi confidò
che il fratello Antonio gli aveva dato i soldi per aprire la rivendita di gas che gestisce. I
proventi dell’azienda, che io sappia, venivano consegnati a MEZZERO Antonio il quale,
dunque, era l’effettivo titolare della società. (Omissis)
Infine sul conto di MEZZERO Michele :
Interrogatorio di FERRIERO Giovanni del 12/02/2001
(Omissis) la foto n. 1 raffigura MEZZERO Michele, fratello di MEZZERO Antonio. L’Ufficio à atto
che così è. MEZZERO Michele era un nostro fiancheggiatore ed era molto ben voluto dal
fratello MEZZERO Antonio tanto che MEZZERO Antonio gli aprì un bar a Brezza con i
suoi soldi. Di recente, intorno al 1997-98, il MEZZERO Michele divenne così tanto persona di
fiducia del fratello MEZZERO Antonio che da Casal di Principe, su disposizione dello stesso
MEZZERO Antonio, i soldi dei nostri stipendi venivano recapitati o direttamente nel suo bar di
Brezza oppure presso la sua abitazione. Io stesso ho sentito (Omissis) che aveva lasciato i soldi degli
stipendi a MEZZERO Michele. Ricordo che poco prima che fossi arrestato per l’illegale detenzione di
una pistola, da parte delle Squadra Mobile di Caserta, verso la fine del 1997. Il MEZZERO Michele
deteneva presso la sua abitazione le armi del fratello ed in particolare, due fucili cal. 12 a canna lunga,
un mitragliatore tipo kalashnicof, una pistola 9X21 ed un altro mitragliatore molto grande di cui non
ricordo la marca. (Omissis)
A.D.R. Concludendo il discorso su MEZZERO Michele posso dire che lo stesso era in effetti un vero e
proprio affiliato del gruppo del fratello MEZZERO Antonio in quanto riceveva lo stipendio,
trasportava ed occultava armi, fissava appuntamenti con imprenditori sotto estorsione e si divideva
con il fratello MEZZERO Antonio i proventi della gestione del bar. Quest’ultimo
particolare mi fu detto da MEZZERO Antonio e del resto mi disse anche che era stato lui a
finanziare l’attività del bar che iniziò intorno al 1996. Posso anche dirle che il MEZZERO
Michele partecipava anche all’attività della vendita all’ingrosso di bibite che aveva iniziato il fratello
MEZZERO Giacomo. Circa questa attività è evidente che tutti i commercianti ed i baristi della zona
controllata da MEZZERO Antonio si rifornivano delle bibite dalla famiglia MEZZERO: Non era
neanche necessario fare nessun tipo di minaccia in quanto, essendo notoria la statura criminale di
MEZZERO Antonio, nessuno osava rifiutare le forniture di bibite in questione.
(Omissis) MEZZERO Giacomo, a differenza di MEZZERO Michele, non prendeva uno stipendio
mensile ma divideva con il fratello MEZZERO Antonio i proventi dell’attività di allevamento delle
bufale. (Omissis)
144
Ciò detto, ad avviso della scrivente, allo stato, gli elementi in atti non consentono di ritenere
la sussistenza della gravità indiziaria per i fatti in contestazione.
Secondo una costante linea interpretativa tracciata dalla Suprema Corte (Sez. 1, n. 30165 del
26/04/2007, dep. 24/07/2007, Rv. 237595), il delitto di trasferimento fraudolento di valori è
una fattispecie a forma libera che si concretizza nell'attribuzione fittizia della titolarità o della
disponibilità di denaro o altra utilità realizzata in qualsiasi forma. Il fatto-reato, quindi,
consiste nella dolosa determinazione di una situazione di apparenza giuridica e formale
della titolarità o disponibilità del bene, difforme dalla realtà, al fine di eludere l'applicazione
di misure di prevenzione patrimoniale, ovvero al fine di agevolare la commissione di reati
relativi alla circolazione di mezzi economici di illecita provenienza.
L'espressione utilizzata dal legislatore, "attribuzione fittizia della titolarità o della
disponibilità dì denaro, beni o altre utilità", non intende formalizzare i meccanismi - che
possono essere molteplici e non classificabili in astratto - attraverso i quali può realizzarsi
l'"attribuzione fittizia", nè intende ricondurre la definizione di "titolarità" o "disponibilità"
entro schemi tipizzati di carattere civilistico, ma ha una valenza ampia che rinvia non
soltanto alle forme negoziali tradizionalmente intese, ma a qualsiasi tipologia di atto idonea
a creare un apparente rapporto di signoria tra un determinato soggetto e il bene, rispetto al
quale permane intatto il potere di colui che effettua l'attribuzione, per conto – o nell'interesse
- del quale l'attribuzione è operata (Sez. 2, n. 52616 del 30/09/2014, dep. 18/12/2014, Rv.
261613). E' dunque sufficiente, per la configurabilità di tale ipotesi delittuosa, qualunque
azione che si traduca in una scissione fra titolarità o disponibilità effettiva di denaro o altre
utilità, e titolarità o disponibilità formale delle stesse, fittiziamente attribuita ad un soggetto
o a soggetti diversi da quello o da quelli cui quel denaro o quelle utilità fanno
sostanzialmente capo (ex multis, v. Sez. 6, n. 15140 del 12/04/2012, dep. 19/04/2012, Rv.
252610; Sez. 2, n. 40 del 24/11/2011, Rv. 251748; Sez. 1, n. 23266 del 28/05/2010, Rv. 247581;
Sez. 5, n. 30605 del 22/05/2009, Rv. 244482).
Lineamento essenziale della "figura criminis" di cui trattasi è, insomma, la consapevole
determinazione - in qualsiasi forma realizzata - di una situazione di difformità tra titolarità
formale, meramente apparente, e titolarità di fatto di un determinato compendio
patrimoniale, qualificata dalla specifica finalizzazione fraudolente normativamente descritta.
Per questa sua caratteristica, risulta irrilevante che il provvedimento di prevenzione non sia
ancora disposto, poiché - alla luce dell'interesse giuridico sotteso al reato - conserva
indubbiamente interesse penale la cessione dei beni disposta proprio al fine di sottrarli
all'effetto ablativo della misura.
L'ampiezza e l'indeterminatezza del momento oggettivo, trova però un limite
nell'indefettibile presenza del dolo specifico, momento selettivo che qualifica il portato
antidoveroso: lo scopo elusivo.
La medesima giurisprudenza di legittimità (Cass., Sez. 1, n. 21256 del 05/04/2011-dep.
26/05/2011, Iaria, rv. 250240) chiarisce inoltre come la circostanza aggravante del metodo
mafioso, di cui al D.L. n. 152 del 1991, art. 7, conv. nella L. n. 203 del 1991, può trovare
applicazione anche in relazione al delitto di trasferimento fraudolento di valori quando si
tratti di condotte funzionali a favorire l'operatività di un sodalizio di stampo mafioso in
quanto strumentali a sottrarre i beni e le attività illecitamente accumulate dall'associazione a
misure ablatorie.
145
Ciò detto, la principale misura di prevenzione patrimoniale è la confisca, prevista dall'art. 2ter, comma 3, legge 31 maggio 1965, n. 575, alla cui stregua "il Tribunale dispone la confisca dei
beni sequestrati di cui la persona, nei cui confronti è instaurato il procedimento, non possa giustificare
la legittima provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o
avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini
delle imposte sul reddito, o alla propria attività economica, nonché dei beni che risultino essere frutto
di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego".
L'art. 2-bis, comma 3, della stessa legge dispone, che le indagini sull'attività economica dei
soggetti nei cui confronti possono essere proposte le misure di prevenzione sono effettuate
anche nei confronti del coniuge e dei figli, aggiungendo l'art. 2-ter citato che la confisca può
colpire anche i beni che risultano essere stati fittiziamente intestati o trasferiti a terzi, e il suo
ultimo comma, introdotto con il d.l. 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni,
nella legge 24 luglio 2008, n. 125, che fino a prova contraria si presumono fittizi i
trasferimenti e le intestazioni effettuati nei due anni antecedenti la proposta della misura di
prevenzione nei confronti dell'ascendente, del discendente e del coniuge.
Il reato di trasferimento fraudolento di beni, che rinviene nella finalità di elusione delle
misure di prevenzione patrimoniale un connotato dell'elemento soggettivo, è, quindi,
commesso, stando alla richiamata previsione incriminatrice, con l'attribuzione fittizia della
titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità ad "altri", non ulteriormente
individuati. Tale mancanza di ulteriore specificazione selettiva è stata condivisibilmente
intesa dalla costante giurisprudenza nel senso della non esclusione dal novero dei soggetti
con i quali può intervenire l'illecito trasferimento, quanti, ai sensi della richiamata
legislazione di prevenzione patrimoniale, e ora del vigente d.l.vo 6 settembre 2011, n. 159 (in
particolare artt. 19 e 26), sono comunque soggetti alle indagini patrimoniali prodromiche alla
emissione dei provvedimenti di sequestro e confisca (quali il coniuge e i figli).
A tale riguardo si è, in particolare, evidenziato che la configurabilità del reato di cui al citato
art. 12-quinques non è esclusa dal fatto che i beni, la cui titolarità o disponibilità sia stata
oggetto di un'attribuzione fittizia, siano stati intestati a un familiare del soggetto sottoposto o
sottoponibile a una misura di prevenzione patrimoniale, trattandosi di condotta comunque
capace di mettere in pericolo l'interesse protetto dello Stato, "posto che l'esistenza di una mera
presunzione relativa di elusività nella intestazione di beni ai familiari del proposto (L. n. 575 del 1965,
art. 2 ter) non è certo elemento idoneo ad escludere ex se l'offensività del contestato delitto di concorso
L. n. 356 del 1992, ex art. 12 quinquies, commesso al deliberato scopo di eludere, appunto attraverso la
propria interposizione fittizia, la efficacia di adottande misure di prevenzione patrimoniale" (Sez. 1, n.
31884 del 06/07/2011, dep. 11/08/2011, Asaro, non massimata).
Sotto concorrente profilo si è rimarcato, in fattispecie nella quale il ricorrente aveva dedotto
che la presunzione di fittizietà della intestazione di cui all'art 2-ter legge n. 575 del 1965
portava a escludere la concorrente violazione di cui all'art. 12-quinquies d.l. n. 306 del 1992,
che l'ambito di operatività della prima norma è squisitamente processuale, poiché la
disposizione regolamenta particolari aspetti del procedimento di prevenzione per le misure
patrimoniali, prevedendo presunzioni d'interposizione fittizia destinate a favorire
l'applicazione di dette misure, mentre quello della seconda norma è penale sostanziale,
poiché la disposizione punisce con la reclusione la fittizia intestazione –comunque
commessa- di un bene a un qualsiasi soggetto terzo, al fine di eludere le disposizioni in
146
materia di misure di prevenzione patrimoniale, con la conseguenza che l'applicazione
dell'una non esclude l'applicazione dell'altra (tra le altre, Sez. 2, n. 5595 del 27/10/2011, dep.
14/02/2012, Cuscinà e altro, Rv. 252696; Sez. 6, n. 20769 del 06/05/2014, dep. 21/05/2014,
P.M. in proc. Barresi, Rv. 259609).
Poste tali condivise premesse, in tema di reato di trasferimento fraudolento di valori, la
valutazione della natura fittizia, e quindi fraudolenta rispetto a procedimenti di prevenzione
patrimoniale anche soltanto eventuali, del trasferimento di beni o valori in capo a soggetti
che, in forza della normativa di prevenzione, sono comunque interessati dalle indagini
patrimoniali prodromiche alla emissione dei provvedimenti di cautela e di ablazione, non
può prescindere dall'apprezzamento di ulteriori elementi di fatto, rispetto all'atto del
trasferimento, che siano capaci di concretizzare la capacità elusiva dell'operazione
patrimoniale, altrimenti lecita (tra le altre, Sez. 1, n. 17064 del 02/04/2012, dep. 08/05/2012,
Ficara, Rv. 253340; Sez. 1, n. 4703 del 09/11/2012, dep. 30/01/2013, Lo Giudice, Rv. 254528;
Sez. 5, n. 45145 del 2013, dep. 07/11/2013, Femia, non massimata).
Non può, invece, condividersi la tesi che, muovendo dalle stesse premesse, ritiene sufficiente
la sola fittizietà della intestazione anche nel caso in cui i beni siano stati intestati a un
familiare di un soggetto sottoposto o sottoponibile a una misura di prevenzione
patrimoniale, valorizzando la non esclusa configurabilità del detto reato per la ritenuta
applicabilità dell'art. 2-ter, ultimo comma, legge n. 575 del 1965 (tra le altre, Sez. 6. n. 20769
del 06/05/2014, citata; Sez. 6, n. 37375 del 06/05/2014, dep. 09/09/2014, Pmt in proc.
Filardo, Rv. 261656).
In presenza di soggetti (quali il coniuge e i figli), nei cui confronti è operativa la già detta
presunzione, e proprio per detta operatività, la capacità elusiva dell'operazione patrimoniale,
potendo essere altre le finalità perseguite (familiari, fiscali, ecc.) e diversamente perseguibili
le finalità elusive, deve essere oggetto di apprezzamento in concreto ed essere corroborata da
elementi fattuali, che, senza esaurirsi nel rilievo della intervenuta attribuzione fittizia,
confortino la sussistenza nella stessa dei requisiti per sfuggire alle rigorose previsioni della
normativa di prevenzione patrimoniale all'esito di una motivazione rafforzata.
Tanto premesso, nel caso in oggetto l’ipotesi accusatoria è quella di una fittizia intestazione
della titolarità della Bet New Garden in favore di Lanna Teresa, fittizia in quanto la realtà
fattuale sarebbe nel senso che tale impresa sia in realtà riconducibile al coniuge Mezzero
Biagio, figlio di Mezzero Giacomo, nonché nipote di Mezzero Antonio, entrambi esponenti
del clan dei casalesi.
Un salto logico, ad avviso della scrivente, del tutto privo di riscontri concreti.
Non vi sono in atti accertamenti patrimoniali sulle rispettive capacità economiche dei coniugi
o dei prossimi congiunti.
Al pari, la circostanza che Mezzero Biagio - all’epoca fidanzato ed attualmente coniuge di
Lanna Teresa -, abbia dichiarato all’atto del controllo dei Carabinieri di collaborare nella
predetta società, non appare un elemento dirimente per sostenere che lo stesso eserciti una
diretta gestione della predetta società.
Né depone in senso contrario la presenza di dipendenti in qualche modo ritenuti orbitanti
nel clan dei casalesi.
Peraltro, trattandosi in astratto di una intestazione in capo ad un soggetto nei cui confronti è
operativa la già detta presunzione, potendo essere altre le finalità perseguite (familiari,
147
fiscali, ecc.), la finalità elusiva deve essere corroborata da elementi fattuali - che non siano la
mera intestazione fittizia in quanto tale - e che nel caso in oggetto mancano.
Allo stato, dunque, pur tenuto conto dei riferiti collegamenti della famiglia Mezzero con il
clan dei casalesi, la mera partecipazione di Mezzero Biagio alla gestione della società
intestata alla attuale moglie Lanna Teresa, non costituisce di per sé una illecita operazione di
intestazione fittizia tale da integrare la condotta in contestazione.
10. Minacce aggravate a Madonna Francesco e detenzione di armi – capi 7 e 8 della rubrica.
La presente vicenda è significativa dei già riferiti rapporti degli imprenditori con le varie
fazioni del clan dei casalesi, oltre che dell’importanza delle predette relazioni d’affari
attraverso le quali il clan realizza l’infiltrazione nel settore dei lavori pubblici.
Si può ben dire, coerentemente con gli insegnamenti della Corte di Cassazione, che il
rapporto tra l’imprenditore e il clan è di tipo sinallagmatico: l’imprenditore, grazie al clan,
amplia la propria espansione operativa; il clan, grazie all’imprenditore, riesce ad ottenere
utilità economiche dai lavori che l’imprenditore svolge e consegue una delle finalità di cui
all’art. 416 bis, vale a dire il controllo delle attività economiche e degli appalti pubblici.
La vicenda in oggetto riguarda l’imprenditore MADONNA Francesco, che, dopo essersi
legato alla famiglia ZAGARIA, diviene oggetto di gravi minacce da parte della famiglia
SCHIAVONE.
Le fonti di prova che di seguito si illustreranno sono costituite dalle concordi dichiarazioni
dei collaboratori di giustizia VARGAS Roberto e VARGAS Pasquale, i quali hanno offerto un
racconto assolutamente lineare della vicenda.
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 01/02/2013
(Omissis) A.D.R. In merito all’appalto detto emissario Grazzanise non posso riferire circostanze più
precise tuttavia sicuramente lo stesso è stato deciso ed aggiudicato in base alle decisioni del clan. Come
vi ho detto sia Elio DIANA che Nicola SCHIAVONE mi hanno riferito che nei suddetti Comuni viene
gestito tutto dalla famiglia SCHIAVONE. Ricordo che Nicola SCHIAVONE mi disse che sui Comuni
di Grazzanise e S. Maria La Fossa se la vedeva Elio DIANA. Circa tale appalto è sicuramente una
ditta legata alla camorra. IMPRENDITORI MADONNA NICOLA E MADONNA FRANCO
A.D.R. Si conosco gli imprenditori edili MADONNA Nicola e MADONNA Franco. Sono miei
cugini, in particolare uno di essi ha fatto il San Giovanni a Pasquale ZAGARIA fratello di Michele.
Sono in grado di riconoscerli. Ricordo che Nicola Schiavone era adirato con loro poiché Erminio
SCHIAVONE era sposato con la sorella della moglie di questo Madonna Franco65. Pertanto
organizzammo una riunione e lo abbiamo prelevato sul deposito di via Vaticale di Casal di
Principe e lo abbiamo portato al cospetto di mio fratello dove gli abbiamo chiesto
500.000,00 euro altrimenti lo avremmo ucciso. Lui chiese spiegazioni ma mio fratello gli disse che
doveva pagare e mi disse che mi poteva dare inizialmente 200.000,00 euro. Mio fratello gli disse che
non doveva uscire di casa. Pertanto lo riaccompagnai e tornai da mio fratello. Dell’avvenuto
incontro ho avvisato Nicola SCHIAVONE e il giorno dopo gli chiesi una parte del denaro
che aveva incassato. Nella circostanza, il Nicola Schiavone mi diede 25.000,00 in assegni che poi io
65
Si tratta di SCHIAVONE Erminio (nato a Casal di Principe il 18/08/1962), coniugato con DI CATERINO Iolanda
(nata a San Cipriano d’Aversa il 27/08/1968), sorella di DI CATERINO Giuseppina (nata a nata a San Cipriano
d’Aversa il 14/12/1964), moglie di MADONNA Francesco.
148
ho fatto cambiare proprio da Franco MADONNA. Preciso che tale incontro è avvenuto nell’anno
2007.
Interrogatorio di VARGAS Roberto del 23/12/2013
Relativamente ai MADONNA e degli appalti di Sparanise, voglio specificare che Franco
MADONNA è vicino al clan dei casalesi, in particolare la famiglia ZAGARIA.
Come le ho detto il Franco MADONNA aveva battezzato uno degli ZAGARIA e aveva frequentazioni
con ZAGARIA Pasquale. In particolare nel periodo in cui ZAGARIA Michele era rimasto da solo a
comandare poiché erano stati arrestati i vertici del clan dopo l‘anno 2000 e sino al 2004, faceva affari
con l’imprenditore MADONNA Franco cugino di Nicola MADONNA.
Ricordo che SCHIAVONE Nicola mi disse nel 2005/2006 allorquando mio fratello VARGAS
Pasquale Giovanni era latitante, che dovevamo contattare Franco MADONNA cugino di mio
cugino Nicola MADONNA (figlio di MADONNA Menotti, diverso dal MADONNA Nicola fratello
di Franco. Sul punto si confronti l’interrogatorio di VARGAS Pasquale. Ndr) in quanto lo stesso
aveva rapporti privilegiati con la famiglia ZAGARIA relativamente ai lavori pubblici sulla
provincia di Caserta attraverso Pasquale ZAGARIA; mi disse in particolare che il Madonna e
Zagaria facevano affari insieme. Poiché Nicola SCHIAVONE non tollerava questo rapporto
privilegiato ordinò a mio fratello alla mia presenza di organizzare un incontro con Franco
MADONNA, poiché eravamo quasi parenti.
Ricordo che mio fratello era latitante, l’appuntamento fu svolto a casa di mio fratello Michelangelo
VARGAS, che mi diede le chiavi e si allontanò, arrivò mio fratello Pasquale in compagnia di
Luigi MERCADANTE altro nostro affiliato, io mi recai da Franco MADONNA presso la sua
abitazione posta in Casal di Principe in una traversa di via Vaticale.
Incontrai Franco MADONNA e gli dissi che mio fratello Pasquale voleva incontrarlo, il
MADONNA ben a conoscenza della latitanza di Pasquale acconsentì all’incontro.
Giunti a casa di mio fratello Michelangelo io e Franco MADONNA, dove era ad attenderci Pasquale
mio fratello. Ricordo che Pasquale era armato in quella occasione con una pistola e di un
fucile mitragliatore, mentre il MERCADANTE era di vedetta per evitare incursioni di forze
dell’ordine.
Giunti nell’ufficio di Michelangelo VARGAS, Franco MADONNA nel salutare mio fratello Pasquale
allungandogli la mano, mio fratello immediatamente lo minacciò di morte con la mitraglietta
qualora per il giorno successivo non avesse consegnato duecentocinquantamila euro; il MADONNA
impaurito e perplesso e disse che eravamo parenti e non capiva il motivo della minaccia di morte.
Pasquale rispose che durante i suoi sette anni di carcere patiti non aveva mai visto arrivare nessun
pensiero da parte di MADONNA.
Io secondo quanto stabilito da mio fratello Pasquale, riaccompagnai a casa il MADONNA il quale
durante il viaggio mi disse che in cassaforte aveva la disponibilità di soli centomila euro, ma io gli
ribadii che doveva pagare la somma stabilita da mio fratello Pasquale.
Ci demmo appuntamento per il giorno seguente per il ritiro della somma stabilita, tornai da Pasquale,
mio fratello, che mi disse di avvisare Nicola SCHIAVONE che tutto era andato secondo i
piani, io e MERCADANTE riaccompagnammo Pasquale VARGAS presso la zona “PONTA
ROCE” di Casale, successivamente riferii a Nicola SCHIAVONE che tutto era andato
secondo i piani.
Il giorno seguente mi incontrai con Nicola SCHIAVONE il quale mi riferì di non andare a casa di
Franco MADONNA, poiché tramite il consigliere comunale di Casal di Principe che si chiama
149
Erminio SCHIAVONE, cugino di Nicola e cognato di Franco MADONNA si era aggiustata la
situazione e a seguito di un colloquio scaturito da un incontro organizzato da Erminio SCHIAVONE
il MADONNA Franco si impegnava da quel momento in poi a fare solo riferimento alla famiglia
SCHIAVONE e dunque rientrava nei ranghi della famiglia.
Il Franco MADONNA aveva con la sua presenza, una iscrizione molto alta e poteva concorrere a gare
di appalto di elevato valore e pertanto Nicola SCHIAVONE come da lui riferitomi, aveva interesse a
fargli accaparrare appalti per poterlo utilizzare come prestanome con la sua ditta, così come riferitomi
da Nicola SCHIAVONE; sempre Nicola Schiavone mi disse che con l’intervento mio e dì mio fratello e
l’incontro avuto direttamente per il tramite di SCHIAVONE Erminio il Franco MADONNA si era
impegnato a essere a disposizione della famiglia SCHIAVONE per ogni esigenza.
Ricordo che dopo l’incontro Nicola SCHIAVONE ci disse che Franco MADONNA era
diventato da quel momento “COSA NOSTRA”; lo Schiavone ci diede in regalo a me e a mio
fratello Pasquale una rilevante somma in assegni che io feci cambiare dallo stesso Franco
MADONNA.
(…)
Interrogatorio di VARGAS Pasquale del 23/01/2014
ADR: sono stato ininterrottamente detenuto in carcere dal 1997 sino all’anno 2004 per provvedimenti
restrittivi emessi nell’ambito del processo Spartacus. Nel 2004 fui scarcerato per decorrenza termini e
mi fu imposto l’obbligo di dimora in Vigevano. Alla fine del 2004, ricordo nel mese di dicembre,
ottenni dal Giudice che mi stava processando di poter rientrare in Casal di Principe da Vigevano in
accoglimento di una mia istanza. Tornai quindi a Casal di Principe e, se non ricordo male, di lì a poco
mi fu applicata la sorveglianza speciale. Il 21/06/2005, poiché sapevo che a settembre sarebbe stata
emessa la sentenza del processo Spartacus, decisi di infrangere la sorveglianza speciale e di rendermi
latitante. Sono stato latitante dal giugno 2005 fino al 20/02/201066, allorquando fui tratto in arresto ed
allora sono rimasto sempre detenuto fino ad oggi.
ADR: i primi 8 mesi della mia latitanza, a partire da l giugno 2005, li ho trascorsi in Cancello ed
Arnone, dove avevo a disposizione un’abitazione di una mia cugina a nome MASSARO Teresa. Mi
sono poi trasferito a Giugliano verso il mese di maggio 2006, in quanto la casa di Cancello ad Arnone
serviva nuovamente a mia cugina ed io decisi appunto di trasferirmi in Giugliano in Campania.
ADR: saltuariamente io andavo via da Cancello ed Arnone e da Giugliano, quando dovevo incontrare
qualcuno e per questa ragione mi sono recato in Casal di Principe.
Domanda: conosce Vargas Michelangelo ed è mai stato presso la sua abitazione durante il periodo
della sua latitanza?
Risposta: sì. Vargas Michelangelo è mio fratello ed abita in Casal di Principe alla via Dei Muratori, se
non ricordo male. Mi sono recato presso l’abitazione di mio fratello Michelangelo durante la
mia latitanza per minacciare tale Franco MADONNA, detto Francuccio, che è il figlio di
MADONNA Mario; Franco MADONNA è cugino di mio cugino che si chiama MADONNA
Michelangelo.
66
Infatti, dalle banche dati si evince che il VARGAS Pasquale si era reso irreperibile dal momento in cui era stato
raggiunto dall’ordinanza di ripristino di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Assise di Santa
Maria C.V., 2^ sezione, nel processo n. 9/98 mod.16 datata 30/06/2005. Egli risulta poi reperito e tratto in
arresto il 20/02/2010.
150
ADR: ho minacciato tale MADONNA Franco presso l’abitazione di mio fratello Michelangelo prima
del 2007. Se non ricordo male, l’episodio è avvenuto qualche mese prima che arrestassero
MERCADANTE Luigi67, il cui ruolo meglio spiegherò in seguito.
ADR: MADONNA Franco è stato sempre un imprenditore così come il padre MADONNA Mario.
ADR: l’incontro con Schiavone avvenne poco prima dell’episodio della minaccia a MADONNA
Franco di cui parlerò. Mi incontrai con Schiavone Nicola a Casal di Principe e nel corso di
quell’incontro, tra l’altro, Schiavone Nicola mi disse che Madonna Franco stava indirizzando
molti imprenditori che dovevano pagare l’estorsione e da Michele ZAGARIA. In sostanza, il
MADONNA Franco indicava agli imprenditori sottoposti a richieste estorsive il nome di ZAGARIA
Michele quale persona cui rivolgersi per chiudere l’estorsione. Tutto ciò comportava un danno per gli
Schiavone, in quanto ZAGARIA Michele gestiva quei soldi favorendo solo alcuni affiliati, così
determinando una sorta di selezione che penalizzava proprio la famiglia SCHIAVONE. Schiavone
Nicola mi chiese di intervenire affinché MADONNA Franco smettesse di comportarsi in quel
modo.
ADR: quando incontrai SCHIAVONE Nicola, io conoscevo MADONNA Franco, che sapevo essere
un imprenditore e di cui sapevo anche essere legato alla famiglia ZAGARIA ed, in particolare,
ZAGARIA Pasquale e mi sembra che abbia fatto da compare ad un figlio di ZAGARIA Pasquale.
Sono certo che ci sia un rapporto di comparato da ZAGARIA Pasquale e MADONNA Franco.
ADR: io personalmente non ho mai avuto rapporti camorristici con MADONNA Franco, ne senso
che nulla posso dire personalmente di relazioni del predetto con il clan. Ovviamente, ribadisco gli
intensi rapporti che MADONNA Franco aveva con ZAGARIA Pasquale e quindi con la famiglia
ZAGARIA. Ovviamente non so riferirvi dei contenuti dei rapporti del MADONNA coi i ZAGARIA;
certamente SCHIAVONE Nicola mi disse che MADONNA Franco indirizzava gli
imprenditori da ZAGARIA Michele per chiudere le estorsioni.
ADR: Schiavone Nicola mi disse che il mio compito era quello di indurre MADONNA
Franco a non indirizzare più gli imprenditori da ZAGARIA e anzi lo stesso MADONNA
Franco doveva rompere i rapporti con ZAGARIA.
A domanda della P.G. risponde: certamente ZAGARIA Pasquale e MADONNA Franco avevano
ottimi rapporti. Io stesso li vedevo spesso insieme e lo stesso ZAGARIA Pasquale mi riferiva di avere
ottimi rapporti con MADONNA Franco. Non sono però in grado di dire se hanno fatto lavori insieme.
ADR: MADONNA Nicola è cugino di MADONNA Franco ed è mio cugino diretto verificare
parentela tra MADONNA Nicola e MADONNA Franco. Anche MADONNA Nicola è un
imprenditore edile ed ha un’impresa distinta a quella di MADONNA Franco. Posso dirle che
MADONNA Franco è figlio di MADONNA Mario e MADONNA Nicola è figlio di MADONNA
Menotti. MADONNA Menotti ha sposato la sorella di mio padre. Posso dirle che i rapporti tra i
genitori di Franco e Nicola erano pessimi; i rapporti tra Franco e Nicola so che erano rapporti di
conoscenza ma senza frequentazione, proprio per i dissapori che vi erano tra i genitori.
ADR: quando incontrai Schiavone Nicola, il punto di mira dello Schiavone era MADONNA Franco
di Mario. MADONNA Franco ha a sua volta un fratello che si chiama Nicola che è il socio di
67
L’episodio deve ritenersi avvenuto tra gli ultimi mesi del 2006 e l’inizio dell’anno 2007. VARGAS Roberto
colloca genericamente i fatti nell’anno 2005 o 2006 (cfr. interrogatorio del 23/12/2013) oppure nel 2007 (cfr.
interrogatorio del 01/02/2013), ma devono ritenersi più precise le reminiscenze di VARGAS Pasquale, il quale
ha maggiori riferimenti temporali quali i periodi di tempo che ha trascorso durante la latitanza, scanditi dagli
spostamenti in vari rifugi, e l’arresto del suo autista MERCADANTE Luigi (nato a Caserta l’ 11/07/1973).
Quest’ultimo infatti risulta tratto in arresto per estorsione aggravata dal metodo mafioso in data 04/05/2007,
in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere del GIP di Napoli n. 10722/07 RG GIP.
151
MADONNA Franco. In sostanza, MADONNA Franco e MADONNA Nicola sono fratelli ed
entrambi imprenditori. Diverso dal MADONNA Nicola, fratello di Franco è il MADONNA Nicola
di Menotti, che quindi non c’entra nulla con il MADONNA Nicola di Mario.
ADR: so che MADONNA Franco e Nicola di Mario hanno uffici in comune nella zona del campo
sportivo di Casal di Principe; si tratta della strada che porta verso Santa Maria La Fossa e verso San
Tammaro68.
ADR: per dare seguito all’incarico che mi aveva dato SCHIAVONE Nicola, pensai di
organizzare un incontro con MADONNA Franco presso l’abitazione di mio fratello
Michelangelo. Incaricai mio fratello Roberto e MERCADANTE Luigi di recuperare una
pistola ed un mitra di mia pertinenza. Incaricai mio fratello Roberto di prelevare
MADONNA Franco e portarlo a casa di Michelangelo, ove io giunsi accompagnato da
MERCADANTE Luigi69.
ADR: ricordo che l’incontro con MADONNA Franco avvenne nel pomeriggio e, come detto, circa uno
o due mesi prima dell’arresto di MERCADANTE. Io e Luigi arrivammo per primi e dopo un poco mio
fratello con MADONNA Franco. Mio fratello e Luigi MERCADANTE ci lasciarono soli nell’ufficio
di mio fratello Michelangelo. Eravamo quindi in tale ufficio io e MADONNA Franco.
ADR: appena rimasti soli, io ingiunsi a Franco MADONNA di portarmi il giorno dopo la
somma di 500 mila euro. Il MADONNA mi chiese a che titolo dovesse darmi questi soldi ed io a
quel punto lo insultai intimandogli di non permettersi mai più di inviare gli imprenditori da Michele
ZAGARIA. Il MADONNA Franco, a quanto punto, mi disse di ricordarmi che eravamo parenti ed io,
a quel punto, gli contestai che non mi aveva mai mandato nulla e che quindi doveva consegnarmi la
somma richiesta il giorno dopo. Ricordo che gli puntai il mitra e che fui quasi tentato di
colpirlo, utilizzando come corpo contundente l’arma, alla testa. Mi trattenni e gli dissi di andare
via, altrimenti lo avrei ucciso subito. Mio fratello lo riaccompagnò e io subito andai via da
quella casa perché ero latitante e temevo. Voglio dirle che io fui così risoluto, anche perché volevo
innescare la reazione del gruppo ZAGARIA, in modo tale che noi poi avremmo immediatamente agito.
Io a Nicola SCHIAVONE avevo detto che volevo rompere gli indugi con il gruppo ZAGARIA e che
volevo chiamare tutti gli imprenditori referenti della fazione ZAGARIA e, a prescindere da lavori in
corso o meno, chiedere ad ognuno di loro 500 mila euro. In sostanza io volevo la
contrapposizione con Michele ZAGARIA, ma SCHIAVONE Nicola mi disse di andare piano.
ADR: circa l’epoca dell’incontro con MADONNA Franco di cui ho parlato e nel ribadirvi che avvenne
in un pomeriggio di marzo – aprile, posso solo aggiungere che tale incontro avvenne poco tempo
prima, forse meno di una mese, dall’arresto di MERCADANTE Luigi, che era colui che in quel
periodo mia accompagnava negli spostamenti. Ricordo che il MERCADANTE Luigi fu arrestato
per le vicende relative ai supermercati Super Alvi.
ADR: voglio precisare che nel periodo in cui incontrai MADONNA Franco io ero appoggiato a Casal
di Principe presso l’abitazione del fratello di Massimo detto Sgrigno o forse Sgrigno proprio di
68
Trattasi di via Vaticale, che da Casal di Principe conduce a Santa Maria La Fossa e San Tammaro, ove in effetti
si trova la sede della ditta dei fratelli MADONNA.
69
Qui si delinea il ruolo di VARGAS Roberto e di MERCADANTE Luigi. Non ci sono dubbi sul fatto che entrambi
abbiano partecipato alle minacce al MADONNA Francesco: già si è detto in ordine allo stato giuridico di
MERCADANTE Luigi (libero dall’ 8/06/2005 al 04/05/2007), mentre VARGAS Roberto (che tra l’altro ammette
il suo ruolo nel proprio interrogatorio del 23/12/2013, cui si rimanda) risulta libero fino al 16/05/2009,
quando veniva raggiunto da decreto di fermo del PM emesso nell’ambito del proc. pen. 55790/06 per il
triplice omicidio di PAPA Giovanni Battista, MINUTOLO Modestino e BUONANNO Francesco.
152
cognome. Per meglio comprendere, posso dire che tale Massimo Sgrigno, presso il cui fratello mi
appoggiavo a Casale, era stato ucciso nel 1999 mi pare sulla superstrada di Villa Literno.
ADR: dopo qualche giorno dall’incontro con MADONNA Franco, venne da me mio fratello
Roberto, anzi ricordo che Roberto venne a me il pomeriggio successivo. Mi disse Roberto che
MADONNA Franco aveva incontrato Schiavone Nicola. Mi disse mio fratello che
MADONNA Franco aveva dapprima inviato a Schiavone Nicola la notizia che era disposto
a pagare 300 mila euro e poi si incontrò direttamente con Schiavone Nicola. Tutto ciò era
avvenuto il giorno dopo della mio convocazione del MADONNA Franco e ciò si spiega con il fatto che
io avevo detto al MADONNA Franco che il giorno dopo doveva mandarmi i soldi. Mio fratello mi
disse che Nicola aveva incontrato Franco Madonna dicendo che l’imprenditore non doveva
pagare nulla, ma che da quel momento il Madonna doveva essere a diposizione della
famiglia Schiavone. Nicola disse testualmente a MADONNA Franco che da quel momento lui
doveva essere a disposizione degli Schiavone e gli schiavone erano a sua disposizione e che da quel
momento il MADONNA doveva indirizzare gli imprenditori a Casal e non più a Casapesenna. Alla
richiesta del MADONNA franco rivolta la Nicola di come dovesse regolarsi con me, Schiavone Nicola
gli disse che ci avrebbe pensato lui. Nicola disse a MADONNA Franco che se la sarebbe vista lui con
me e che MADONNA Franco non doveva cacciare nulla. Infatti, Nicola mi inviò direttamente 11.000
euro, tramite mio fratello Roberto, ed altri 10.000 euro li mandò a casa di MERCADANTE Luigi, che
nel frattempo era stato arrestato.
ADR: riepilogando, quindi: vi fu prima il mio incontro con MADONNA Franco; il giorno dopo
l’incontro venne da me mio fratello Roberto a dirmi che MADONNA aveva contattato ed incontrato
Nicola Schiavone; il giorno dopo l’incontro fra me e Roberto, lo stesso Roberto mi portò 11.000 euro.
ADR: voglio precisare meglio i fatti e le date: dopo l’incontro tra me e Franco MADONNA, avvenne
quello tra Nicola e Franco che mi fu raccontato da mio fratello Roberto. Da mio fratello Roberto e da
MERCADANTE Luigi seppi che Nicola SCHIAVONE aveva detto che mi avrebbe mandato lui
21.000 euro. Tali soldi mi furono consegnati solo dopo, precisamente dopo l’arresto di
MERCADANTE. Ricordo infatti che quando Roberto mi porto gli 11.000 euro, mi disse che Nicola
Schiavone aveva detto che i residui 10.000 gli aveva lui stesso inviati alla moglie di MERCADANTE
Luigi che era stato arrestato.
ADR: la SV mi chiede come mai io abbia accettato 21.000 euro a fronte di una richiesta rivolta al
Madonna Franco di 500.000 euro. Le rispondo che la richiesta di 500.000 euro era solo una
provocazione. Il nostro obbiettivo era quello di allontanare MADONNA Franco dalla
famiglia ZAGARIA e legarlo a noi. Tant’è vero che i 21.000 euro furono un pensiero di
SCHIAVONE Nicola a me e a MERCADANTE per il recupero dell’imprenditore che avevamo fatto.
ADR: il recupero non era il recupero di una vittima di estorsione, perché altrimenti ci
saremmo presi i soldi da MADONNA Franco. L’obbiettivo di Nicola SCHIAVONE e quindi
mio era quello di legare l’imprenditore MADONNA Franco al nostro gruppo e non quello di
fare un’estorsione.
ADR: è la stessa regione quella che ho appena esposto, che indusse SCHIAVONE Nicola a non
prendersi da MADONNA Franco i 300.000 euro che pure gli offriva.
ADR: la SV mi chiede ancora una volta come sia spiegabile che Schiavone Nicola non abbia accettato i
300.000 euro che MANDONNA Franco voleva consegnargli ed io le ribadisco che a noi MADONNA
serviva non come vittima di estorsione, ma serviva come imprenditore e come imprenditore noi
volevamo toglierlo a ZAGARIA Michele.
ADR: la fazione Schiavone aveva bisogno di imprenditi per contrastare ZAGARIA, che aveva a
disposizione molti imprenditori che avevano cominciato a svolgere lavori anche a Casal di Principe.
153
ADR: dopo questa vicenda, certamente MADONNA Franco non è andato a Casapesenna. So solo per
certo che da quel momento MADONNA Franco ha avuto rapporti stretti con SCHIAVONE Nicola,
come mi ha detto SCHIAVONE Nicola e mio fratello Roberto.
(...) Viene sottoposto al VARGAS Pasquale un album fotografico con intestazione della Stazione
Carabinieri di Grazzanise con n. 4 foto a colori.
ADR: nella foto n. 1 è ritratto MADONNA Nicola, fratello di MADONNA Franco, figli di
Madonna Mario. L’Ufficio dà atto che si tratta di MADONNA Nicola, nato a Casal di Principe
l’8/12/1966.
(…) ADR: nella foto n. 3 è ritratto MADONNA Franco, la persona che ho minacciato come
sopra ho raccontato. L’Ufficio dà atto che si tratta di MADONNA Francesco, nato a Napoli il
20/12/1961.
Le convergenti dichiarazioni sopra esposte consentono di ritenere integrata la gravità per i
fatti in contestazione.
Trattasi di un episodio che si verifica tra gli ultimi mesi del 2006 e l’inizio dell’anno 2007, nel
quale sono a vario titolo coinvolti VARGAS Pasquale, il fratello Roberto (oggi entrambi
collaboratori di giustizia), MERCADANTE Luigi, responsabili delle minacce architettate da
SCHIAVONE Nicola ai danni dell’imprenditore MADONNA Francesco.
Minacce finalizzate, in una prospettiva più a lungo temine, a cagionare “una reazione” tra la
fazione Schiavone e quella Zagaria (“la richiesta di 500.000 euro era solo una provocazione. Il
nostro obbiettivo era quello di allontanare MADONNA Franco dalla famiglia ZAGARIA e legarlo a
noi”), portando a sé l’imprenditore Franco Madonna.
Non vi sono dubbi circa l’attendibilità delle dichiarazioni autoaccusanti dei collaboratori di
giustizia VARGAS Pasquale e Roberto, che si incardinano perfettamente con i periodi in cui
essi erano in libertà (o latitanti), con il periodo in cui era libero il correo MERCADANTE
Luigi, oltre che con le oggettive dinamiche criminali che poi sono state conseguenza della
loro azione e che hanno portato gli imprenditori MADONNA Francesco e Nicola ad
agevolare economicamente dal fazione SCHIAVONE e non più quella ZAGARIA.
Minacce che confermano, peraltro, il particolare rapporto esistente tra il clan e gli
imprenditori, ambito strumento delle organizzazioni criminali per il controllo dell’economia
e, dunque, degli appalti.
Ferma, dunque, la sussistenza della gravità indiziaria, la richiesta può trovare accoglimento
limitatamente al capo 8) della rubrica, attesi i limiti edittali del reato contestato al capo 7)
della rubrica.
11. LE ESIGENZE CAUTELARI
L’ufficio della Procura ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari per Vargas Pasquale e
Vargas Roberto, in ragione del contributo collaborativo reso, così come per Lanna Teresa, in
ragione dell’episodicità del ruolo svolto, non avanzando alcuna richiesta.
Di contro, per gli indagati Parente Enrico – escluso il reato di cui al capo 4 della rubrica -,
Zagaria Alessandro, Natale Benito, Madonna Francesco, Madonna Nicola, Mercadante Luigi
– escluso il capo 7 della rubrica -, Noviello Carlo e Malena Maurizio Francesco, l’ampia
descrizione dei fatti loro ascritti denota la sussistenza delle esigenze cautelari previste dagli
art. 274 lett. c) c.p.p. ovvero il concreto pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie.
154
Si tratta reati associativi commessi con modalità particolarmente allarmanti e al fine di
agevolare interessi camorristici ed in particolare il controllo dell’economia del territorio da
parte del clan dei casalesi.
In particolare, quanto alla posizione di Natale Benito, Madonna Nicola, Madonna
Francesco e Zagaria Alessandro, il concreto pericolo di reiterazione di delitti della stessa
specie si desume dalle stesse gravi modalità delle condotte realizzate dagli indagati a
vantaggio di un clan tuttora egemone sul territorio.
Tali considerazioni illuminano di prognosi negativa la personalità degli indagati, così come i
precedenti penali e carichi pendenti sussistenti a loro carico.
Sul punto, appare oltremodo significativo il recente arresto che ha interessato Alessandro
Zagaria, formalmente incensurato, per analoga contestazione associativa formulata in altro
procedimento.
Circostanza questa che evidenzia la progressiva crescita criminale di un soggetto che,
nonostante la giovane età, cresce con il clan, implementando le proprie competenze ed i
propri legami sul territorio, passando con estrema disinvoltura da una amministrazione
pubblica ad un’altra.
E’ proprio l’indagato Parente Enrico a descriverne la personalità ed il ruolo in modo
estremamente puntuale laddove – come già detto – parlando con la moglie lo indica come
“quello addetto alle pubbliche relazioni … cioè di quella famiglia la faccia pulita è quel guaglione… è
quello che … colletto bianco .. quello che entra fino alle pubbliche amministrazioni… è quello destinato
a fare carriera”.
Al pari inquietante la figura degli imprenditori Madonna Francesco e Madonna Nicola, già
gravati da precedenti penali anche specifici, che rappresentano lo strumento imprenditoriale
attraverso il quale il clan dei Casalesi in concreto si infiltra nel tessuto economico della
società.
Sul punto, emblematica la vicenda dell’appalto Emissario Grazzanise nel quale neanche
l’intervenuta interdittiva antimafia impediva agli stessi di infiltrarsi e, dunque, di operare
nell’interesse del clan.
Lo stesso dicasi per Natale Benito, il cui inserimento in una organizzazione che svolge
attività delinquenziale in modo professionale e non episodico, illumina di prognosi negativa
la relativa personalità, così come i precedenti penali e carichi pendenti di cui lo stesso è già
gravato.
Al pari, concreto ed attuale appare il pericolo di reiterazione per Parente Enrico.
Come già rappresentato nel corpo del presente elaborato, trattasi di soggetto che ha rivestito
la carica di sindaco del comune di Grazzanise per ben due mandati, non esitando in detta
qualità di favorire la latitanza di Michele Zagaria, oltre che di porre in essere le ulteriori e
gravi condotte oggi in contestazione.
La cessazione della predetta carica non rappresenta, tuttavia, un elemento interruttivo ben
potendo contare il predetto indagato su sicuri e collaudati legami negli ambienti politici ed
amministrativi.
Basti pensare che alla scadenza del suo mandato, gli “succedeva” il figlio Parente Pietro
eletto sindaco nelle elezioni amministrative del marzo 2010, dimessosi nel 2012 a seguito
della discovery degli atti del proc. n. 5722/2011 RGNR che portava poi al commissariamento
prefettizio del comune di Grazzanise.
155
Nella stessa informativa del 28.4.2016 i CC della stazione di Grazzanise davano atto della
diretta partecipazione del Parente ad un comizio elettorale del 9.5.2015 tenuto durante le
elezioni comunali alla carica di sindaco cui era candidato il figlio. Comizio durante il quale il
predetto indagato, asserendo di essere vittima di un complotto della magistratura,
riaffermava il proprio impegno politico.
Peraltro, gli stessi stretti legami tra Parente Enrico e Malena Maurizio Francesco, attualmente
responsabile dell’area urbanistica del comune di Grazzanise, costituiscono un ulteriore
elemento attraverso il quale l’indagato può agevolmente esercitare la propria influenza nella
pubblica amministrazione.
Sul punto la giurisprudenza di legittimità ha in più occasioni evidenziato che la prognosi
sfavorevole circa la commissione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede non è
impedita dalla circostanza che l'incolpato abbia dismesso l'ufficio o la carica pubblica,
nell'esercizio dei quali, abusando della sua qualità o dei suoi poteri o altrimenti illecitamente
determinandosi, realizzò la condotta criminosa. L'art. 274 c.p.p., lett. c), infatti, fa riferimento
alla probabile commissione di reati della stessa specie, cioè di reati che offendono lo stesso
bene giuridico e non già di fattispecie omologhe a quella per cui si procede (Cass. Sez. 1^, n.
33928 del 22/09/2006, Failla, Rv. 234801).
Sulla base dei predetti parametri appare, dunque, insuperata la duplice presunzione
cautelare in capo al Parente atteso che è l'inserimento delle condotte nell'allarmante quanto
consolidato descritto contesto politico - mafioso - imprenditoriale che palesa, ancorché non in
termini pienamente partecipativi, la contiguità del ricorrente alla criminalità organizzata.
In tal senso appare, pertanto, del tutto inidonea la dismissione dalla carica pubblica relativa
alla condotta incriminata.
Attuali e concrete appaiono altresì anche le esigenze cautelari per Mercadante Luigi per il
solo reato, tuttavia, di cui al capo 8 della rubrica.
Trattasi di soggetto già gravato da numerosi e gravi precedenti penali, anche specifici,
commessi con le medesime modalità mafiose.
Il concreto pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie, peraltro, si desume dalle
stesse allarmanti modalità della condotta descritta, indicative di un professionale e non
episodico contributo alle dinamiche associative.
Tutte circostanze queste che, a prescindere dall’epoca di commissione dei fatti, illuminano di
prognosi negativa la personalità dell’indagato, rendendo oltremodo attuale il rischio di
reiterazione di condotte analoghe.
Quanto alla scelta della misura, con la recente riforma che ha modificato il comma terzo
dell’art. 275 c.p.p. è stata mantenuta la presunzione assoluta di adeguatezza della custodia
cautelare in carcere oltre che per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. per le sole ulteriori ipotesi
associative di cui agli artt. 270 e 270 bis c.p.; è stato, dunque, abbandonato il riferimento
all’elenco di fattispecie incriminatrici contenuto nei comma 3 e 3 bis dell’art. 51 c.p.p.
La scelta legislativa appare correlata alle valutazioni espresse dalla Corte Costituzionale nei
suoi ripetuti interventi demolitori dell’art. 275 c.p.p. a proposito in particolare dei reati
aggravati dalla circostanza di cui all’art. 7 l. 203/91 e del concorso esterno in associazione
mafiosa.
Tuttavia, il richiamo ai commi 3 e 3 quater dell’art. 51 c.p.p. non è scomparso ed è stato
utilizzato nel medesimo art. 275 c.p.p. per individuare una nuova area di applicazione della
156
doppia presunzione relativa nei termini delineati dalla Consulta. Ed infatti la l. 47/2015 ha
previsto che in presenza di gravi indizi per i delitti di cui ai predetti commi dell’art. 51 c.p.p.
8fatti salvi per quelli associativi per i quali è rimasta ferma la presunzione assoluta) è
applicata la custodia in carcere salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non
sussistono esigenze cautelari o che in relazione al caso concreto le esigenze cautelari possono
essere soddisfatte con altre misure.
Ebbene, alla luce di quanto sopra esposto, ferma la presunzione assoluta per Natale Benito,
anche per gli ulteriori indagati Madonna Nicola, Madonna Francesco, Zagaria Alessandro,
Parente Enrico e Mercadante Luigi, l’unica misura idonea appare quella della custodia
cautelare in carcere.
L’allarmante capacità criminale dei predetti soggetti, la persistenza e reiterazione delle azioni
delittuose da loro poste in essere, la determinazione e la spregiudicatezza dimostrata nella
commissione dei singoli delitti, la gravità dei fatti accertati, i titoli di reato contestati portano
a ritenere proporzionata agli stessi e adeguata alla personalità dei singoli indagati
l’applicazione della più grave delle misure coercitive, unica misura idonea a far fronte alle
predette esigenze.
A tal fine deve, peraltro, considerarsi che la pena edittale prevista per i delitti ascritti esclude
la concedibilità del beneficio della sospensione condizionale della pena, oltre che la
irrogabilità di una pena inferiore ad anni tre di reclusione.
L’elevata professionalità dimostrata dai destinatari della richiesta e l’inserimento degli stessi
in contesti associativi rendono del tutto privo di valore significativo il tempo decorso dai
fatti, trattandosi di soggetti completamente inseriti del descritto circuito criminale che rende
del tutto probabile una reiterazione di condotte.
Quanto a Malena Maurizio Francesco, all’epoca dei fatti responsabile dell’area tecnica del
Comune di Grazzanise.
Sul punto, nella già richiamata informativa del 28.4.2016 veniva dato atto che il predetto
indagato veniva rimosso da predetto incarico con decreto del 28.7.2014, attesa l’informazione
di garanzia ricevuta, unitamente a Parente Enrico e Pietro, nell’ambito del proc. n. 1296/09
RGNR per abuso d’ufficio per aver preordinato il bando di concorso per la nomina del
responsabile dell’UTC del Comune allo scopo di farlo vincere a Malena Maurizio.
Incarico in cui veniva tuttavia reintegrato a seguito delle ultime elezioni e che, tuttora,
ricopre.
Proprio il ruolo ricoperto dal predetto indagato connota di particolare gravità i fatti in
contestazione, consentendo di ritenere attuale e concreto il pericolo di reiterazioni di
condotte analoghe.
Sul punto, appaiono oltremodo significative le intercettazioni riportate nel corpo
dell’elaborato dalle quali emergono inquietanti contatti del predetto funzionario con
ambienti criminali – si vedano conv. cit. n. 419 del 20.1.2009 e n. 772 del 13.2.2009 -, oltre che
la sua intraprendenza anche nell’estorcere denaro ad altri imprenditori.
Anche in questo caso, tuttavia, pur tenuto conto della gravità dei fatti sopra descritti, lo stato
di formale incensuratezza del predetto indagato induce a ritenere idonea e proporzionata la
meno afflittiva misura degli arresti domiciliari, non sussistendo elementi concreti per
ritenerlo non in grado di rispettare le restrittive prescrizioni imposte dalla predetta misura.
157
Quanto, infine, alla posizione di Noviello Carlo, amministratore unico della Balcoba Scarl
aggiudicataria dei lavori dell’Emissario Grazzanise, trattasi di soggetto strettamente
collegato agli imprenditori Madonna, imprenditori questi ultimi da cui, nella condivisa
ricostruzione accusatoria, viene di fatto gestito il predetto appalto.
E’ dunque, evidentemente un soggetto a disposizione del clan o di chi per esso opera e che al
momento opportuno non esitava a interporsi con la Balcoba Scarl – del tutto priva di mezzi
d’opera e costituita ad hoc per superare l’interdittiva antimafia dei Madonna - nel predetto
appalto.
Appalto di cui il Noviello poco o nulla sapeva e rispetto al quale procedeva poi, come
Balcoba Scarl, a sottoscrivere un contratto di nolo a freddo con la ME.CO. srl, affidando poi
in subappalto alla De.Ca. Impresit di Madonna Nicola parte dei lavori per la categoria
prevalente.
Le gravi modalità dei fatti sopra descritti appaiono indicative di una spregiudicatezza non
comune dell’indagato, oltre che della sua vicinanza ai descritti ambienti criminali,
circostanze queste che inducono a ritenere perdurante il pericolo di reiterazione di condotte
analoghe.
Ciò detto, pur tenuto conto della gravità dei fatti sopra descritti, lo stato di formale
incensuratezza del predetto indagato induce a ritenere idonea e proporzionata la meno
afflittiva misura degli arresti domiciliari, non sussistendo elementi concreti per ritenerlo non
in grado di rispettare le restrittive prescrizioni imposte dalla predetta misura.
Quanto alla posizione di Pellegrino Giuseppe, la gravità della condotta in contestazione al
capo 5) della rubrica appare immutata pur alla luce della esclusione dell’aggravante dell’art.
7 l. 203/91, attese le modalità allarmanti e la spregiudicatezza delle condotte in
contestazione, indicative della sistematicità del descritto agire criminoso.
Tuttavia, la predetta esclusione dell’art. 7 l. 203/91, incidendo in modo determinante sul
corso della prescrizione, rende, allo stato, oltremodo remota la possibilità di una futura
condanna.
Detta circostanza, in assenza di ulteriori elementi, induce a ritenere insussistenti nei
confronti di Pellegrino Giuseppe le esigenze cautelari per l’unico episodio in contestazione.
Al pari, per le ragioni espresse in motivazione, va rigettata la richiesta con riferimento a:
- Schiavone Nicola, essendo chiamato a rispondere del solo reato di cui al capo 7 della
rubrica per il quale non ricorrono i limiti edittali per l’applicazione della misura cautelare
richiesta;
- Mezzero Biagio nei cui confronti, per le ragioni espresse nel corpo dell’elaborato, non si
ritiene integrata la gravità indiziaria per il reato di cui al capo 6 della rubrica;
- Mercadante Luigi limitatamente ai capo 7 della rubrica per il quale non ricorrono i limiti
edittali per l’applicazione della misura cautelare richiesta;
- Parente Enrico limitatamente al reato di cui al capo 4 della rubrica per il quale non
ricorrono i limiti edittali per l’applicazione della misura cautelare richiesta;
Tanto premesso
Letti gli artt. 272 e ss. c.p.p.
DISPONE
la misura della custodia in carcere nei confronti di:
1. PARENTE Enrico, nato a Caserta il 26.6.1952, per i reati di cui ai capi 2, 3 e 5 della rubrica;
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2. MADONNA Francesco, nato a Napoli il 20.12.1961, per i reati di cui ai capi 2 e 3 della
rubrica;
3. MADONNA Nicola, nato a Casal di Principe l’8.12.1966 per i reati di cui ai capi 2 e 3 della
rubrica;
4. NATALE Benito, nato a Mondragone il 21.10.73, per i reati di cui al capo 1 e 3 della rubrica;
5. MERCADANTE Luigi, nato a Caserta l’11.7.73, per i reati di cui al capo 8 della rubrica;
6. ZAGARIA Alessandro, nato a Caserta il 24.10.86, per i reati di cui ai capi 2 e 3 della rubrica;
ORDINA
agli Ufficiali ed agli Agenti di polizia giudiziaria di procedere alla loro cattura e di condurli
immediatamente in un istituto di custodia con le modalità indicate dall’ art. 285, comma
secondo, c.p.p. per rimanere ivi a disposizione di questo Ufficio.
APPLICA
nei confronti di:
7. MALENA Maurizio Francesco, nato a Cirò Marina (CZ) il 27.3.69, per il reato di cui al capo 3
della rubrica;
8. NOVIELLO Carlo, nato ad Aversa il 7.6.70, per il reato di cui al capo 3 della rubrica;
la misura degli arresti domiciliari, nel domicilio che indicheranno all’atto della esecuzione
della misura e per l’effetto gli ordina di non allontanarsene senza previa autorizzazione
dell’AG procedente.
Si dispone altresì il divieto di incontro e di contatto, anche telefonico o telematico, con
persone diverse da quelle con loro abitualmente conviventi, con la sola eccezione del
difensore.
Rigetta la richiesta nei confronti di:
1. Schiavone Nicola, nato a Loreto (AN) l’11.4.79;
2. Mezzero Biagio nato a Capua il 3.6.83;
3. Pellegrino Giuseppe, nato a Grazzanise il 13.7.69
4. Mercadante Luigi, nato a Caserta ill’11.7.73, limitatamente al reato di cui al capo 7 della
rubrica;
5. Parente Enrico, nato a Caserta il 26.6.52, limitatamente al reato di cui al capo 4 della
rubrica.
Dispone che la presente ordinanza venga depositata unitamente agli atti allegati alla
richiesta del P.M. presso la cancelleria di questo ufficio e che a cura della cancelleria venga
dato avviso ai difensori.
Manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la presente ordinanza in duplice
copia al P.M. in sede che ha richiesto la misura per l’esecuzione.
Manda alla Cancelleria per gli ulteriori adempimenti di competenza.
Napoli, il 2.5.2016
IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
Dott.ssa Emilia Di Palma
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