Numero 4 - Settembre
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Numero 4 - Settembre
Settembre 2014 SOTTO LA LENTE Il meteo nella nostra vita Se ci fosse una hit parade delle frasi più gettonate in una conversazione telefonica, “Che tempo fa lì?” sarebbe sicuramente ai primi posti. Gli italiani e il meteo, una passione di lunga data, che smartphone e tablet hanno incentivato ancor di più. Un’indagine di Ipsos traccia un quadro di questo legame, rivelando che ben il 63% degli italiani consulta le previsioni del tempo almeno una volta al giorno e tra questi, il 26% lo fa anche più volte. Qualunque sia il mezzo scelto per informarsi, telefonino, pc o televisione, oggi le previsioni del tempo si consultano di più rispetto al passato: lo sostiene il 64% contro un 27% di coloro che dichiarano di non aver cambiato abitudini rispetto al passato. Anche chi dichiara di non essere interessato a sapere in anticipo che tempo farà (26%), finisce per dare almeno un’occhiata ai bollettini. A fronte di una quota del 21% che confida completamente nelle previsioni del tempo, esiste per contro anche un buon numero di scettici (pari al 17%) che ci crede poco o per niente. contrario, migliorare una giornata. Se un temporale estivo può rinfrescare la calura cittadina, o un tiepido pomeriggio di sole riscaldarci nel mezzo di un rigido inverno, c’è chi sulla stabilità del tempo, fonda i propri affari. Il monito dell’Associazione italiana albergatori, che dalla sezione della riviera romagnola, in occasione del ponte di Pasqua 2013, mandò una vera e propria diffida ai media ritenuti «iettatori», balzò agli onori della cronaca. I meteorologi, con le loro previsioni meteo sbagliate (previdero erroneamente giorni di pioggia), furono ritenuti responsabili della scarsa affluenza turistica nelle loro strutture. Ma quell’episodio fu solo il primo di una serie di analoghe disavventure. La stagione dell’anno più amata in assoluto è la primavera, preferita dal 56% degli intervistati. L’inverno invece, piace a pochi, ma soprattutto alle donne: tra quanti affermano di amare questa stagione, ben il 61% è di sesso femminile. Nelle giornate più fredde si sogna soprattutto un caminetto acceso (39% delle risposte), la magia della neve che scende (30%), il calore del piumone (19%). Se invece splende il sole, la bella giornata stimola lo shopping (45% delle risposte), una passeggiata con gli amici (32%) e lo sport (24%). Solo un 10% del campione intervistato ha dichiarato di non essere minimamente condizionato dal tempo nella pianificazione delle proprie giornate. Credere che le condizioni climatiche non influenzino la nostra vita sembra però un po’ presuntuoso. Al di là dei grandi eventi atmosferici che provocano disastri ambientali, come le alluvioni, che talvolta finiscono per segnare tragicamente la storia di intere comunità, anche piccoli eventi possono risultare spiacevoli o arrecare danni, così come magari, al Chi non può certo prendersela con i meteorologi, ma spera sempre che le piogge arrivino al momento giusto, sono gli agricoltori, per i quali siccità e grandine, a stagioni alterne, diventano dei veri e propri La newsletter completa disponibile online su www.unipolsai.it/utileasapersi pag.1 Settembre 2014 incubi. Nel 2013, per citare l’esempio più clamoroso, le pessime condizioni meteorologiche della stagione primaverile e di parte di quella estiva, hanno causato la più grave crisi della produzione di vino in Francia negli ultimi 40 anni. La produzione di vino nella regione di Bordeaux, ha visto perdite del 20 % del volume produttivo, quantificato in un danno economico di 300 milioni di euro. E anche nella vita di tutti i giorni, sbalzi di temperatura e condizioni climatiche possono mandare in crisi qualcuno. Sono le donne ad avvertire con più insistenza gli effetti del tempo su umore e stati d’animo; a fronte di un 49% di uomini convinti di non subire alcun tipo di condizionamento dalle condizioni atmosferiche, esiste un 65% di donne che ha ammesso di sentirsi sensibile al meteo. Sempre in materia di relazioni tra clima e umore, ben il 56% degli intervistati di entrambi i sessi crede che la meteoropatia non sia una malattia, ma una forma di suggestione. Infine come non pensare a quella volta in cui la grandine ci ha rovinato la carrozzeria dell’auto nuova…ma in quel caso, basta una polizza contro gli eventi atmosferici a scacciare i pensieri! La newsletter completa disponibile online su www.unipolsai.it/utileasapersi pag.2 Settembre 2014 STUPORE ASSICURATO Assicurarsi contro un mostro leggendario Il primo avvistamento, secondo i racconti tramandati per lo più oralmente, risale a ben 1500 anni fa. Il 1933 fu l’anno che fece segnare la sua definitiva ribalta mediatica. Nel secolo scorso, quella del mostro di Loch Ness è diventata una delle leggende più famose del mondo. Seppur nessuno oggi sia in grado di definire con certezza se alla base della leggenda possa esserci davvero una qualche verità, il mostro sembra ancora fare paura. A tal punto che qualcuno, nel 2007 decise di assicurarsi contro la possibilità di un attacco del mostro Nessie. Gli organizzatori di una gara di triathlon, preoccupati per la salute e la sicurezza degli atleti durante la competizione, hanno richiesto a una compagnia britannica di sottoscrivere speciali polizze a copertura di eventuali attacchi da parte del mostro. La compagnia, sensibilizzata dall’aumento dei presunti avvistamenti, temendo forse che il leggendario mostro acquatico potesse palesarsi per attaccare proprio gli atleti, stipulò così una polizza “ad hoc”. Tutte le squadre iscritte accettarono di contrarre l’assicurazione che avrebbe coperto danni fino a 1,5 milioni di euro. Mentre Nessie non si fece viva durante la gara, una recente fotografia di un pescatore scozzese ha riacceso il dibattito sul mostro. L’uomo avrebbe immortalato con uno scatto il mostro mentre nuotava nelle acque del famoso lago e secondo indiscrezioni sarebbe stata ritenuta autentica dopo un’attenta analisi delle autorità. Chissà che questa testimonianza non spinga qualcun altro ad assicurarsi contro il mostro. La newsletter completa disponibile online su www.unipolsai.it/utileasapersi pag.3 Settembre 2014 APOTROPAICO Il numero 17 Secondo la smorfia napoletana, vera Bibbia per gli scaramantici, il numero 17 indica “la disgrazia”. Ma perché questo numero porta sfortuna? Una spiegazione molto accreditata risale ai tempi dell’antica Roma. La rappresentazione in cifre romane del numero 17 era infatti: XVII, anagramma di “VIXI” che, in latino, significa “vissi”. Un verbo al tempo “perfetto” (il passato remoto latino) che porta alla mente il concetto della morte. Secondo altri invece la credenza avrebbe origini molto più antiche: nella Bibbia il diluvio universale iniziò il 17° giorno del secondo mese e terminò il 17 del settimo mese. La fama iettatoria del numero 17 si sarebbe rafforzata, in epoca moderna, con la sfortunata vicenda del mancato re Luigi XVII che, in piena Rivoluzione francese, non salì mai al trono e morì in carcere. E se sul calendario il giorno 17 cade di venerdì, gli effetti nefasti non possono che aumentare: anticamente si credeva che le streghe si incontrassero il venerdì, mentre secondo la tradizione cristiana il venerdì è considerato infausto perché giorno della crocifissione di Gesù. La newsletter completa disponibile online su www.unipolsai.it/utileasapersi pag.4 La newsletter completa disponibile online su www.unipolsai.it/utileasapersi pag.5