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SCIENZE DELLA TERRA
Le imprese lunari sono state e restanotra i vertici più alti
raggiunti dall’ingegno umano. La ricaduta tecnologica è
stata formidabile: si pensi all’informatica, all’ottica, alla
scienza dei materiali alle telecomunicazioni, solo per citare alcuni settori tecnologici sviluppati dalla conquista
dello spazio.
P A L’astronauta statunitense Edward H. White
fluttua nello spazio durante la missione spaziale Gemini IV. White rimase per
21 minuti fuori della nave
spaziale il 3 giugno 1965,
diventando così il primo
uomo a «camminare» nello
spazio. Egli era fissato alla
navicella spaziale tramite
un cavo di sicurezza (in oro)
e portava con sè nello zaino
una scorta di emergenza di
ossigeno. Una visiera in oro
serviva a proteggerlo dai
raggi del Sole non filtrati
dall’atmosfera. La missione
Gemini IV durò 4 giorni,
durante i quali la navetta
spaziale orbitò intorno alla
Terra 62 volte.
P B Lancio del razzo Saturn V. Apollo 11 era composto di tre parti: il modulo di
comando è il cono situato
sulla sommità del razzo, il
modulo di servizio è la parte cilindrica centrale grigia
e il modulo lunare è nella
carenatura svasata bianca
nella parte bassa centrale.
Fabio Fantini, Simona Monesi, Stefano Piazzini - Progetto
Il 4 ottobre 1959 una navicella spaziale sovietica fotografò per la primavolta la faccia nascosta della Luna; le
immagini erano sfocate, ma l’evento aprì le porte a traguardi epocali.
Con l’ingresso alla Casa Bianca di John Fitzgerald
Kennedy, la Luna divenne la «nuova frontiera» degli
americani. Nel messaggio al Congresso del 25 maggio
1961 il presidente annunciò il grande traguardo del programma spaziale statunitense: «Credo che questa nazione debba impegnarsi a far scendere un uomo sulla Luna
e a farlo tornare sano e salvo sulla Terra prima della fine
di questo decennio». L’incarico di mettere a punto l’astronave per la Luna venne assegnato al fisico di origine
tedesca Wernher von Braun.
Con la sonda statunitense Ranger 7, lanciata nel luglio 1964, lo studio della superficie della Luna fece un
grande passo avanti. La Ranger, prima di schiantarsi sulla superficie lunare, trasmise 4.306 fotografie nitidissime. Nell’ultima foto, scattata da una quota di 1.600 m, si
distinguono crateri larghi un metro, mentre i più potenti telescopi terrestri non permettevano di vedere oggetti
più piccoli di mezzo kilometro. Quello storico risultato
fu seguito da un crescendo di successi. La corsa verso lo
spazio proseguì con gli esperimenti di navigazione umana nello spazio circumterrestre (programmi Mercury e
Gemini) e con l’esplorazione preliminare della Luna per
mezzo di sonde automatiche in vista dello sbarco umano. Il progetto Mercury portò l’uomo in orbita intorno
alla Terra, e consentì di mettere alla prova la resistenza
umana nello spazio e alle forti accelerazioni di partenza
e rientro. Le capsule spaziali nel progetto Mercury potevano ospitare un solo astronauta. Con il progetto Gemini furono costruite capsule spaziali in grado di ospitare
due astronauti, che consentirono di effettuare le prime
«passeggiate» nello spazio (figura A).
Il progetto Apollo prevedeva l’invio sulla Luna di tre
astronauti. La nave spaziale era costituita da tre moduli: modulo di comando (CM), modulo di servizio (SM) e
modulo di discesa sulla Luna (LEM). Il modulo di comando ospitava gli astronauti ed era il centro di controllo
dell’intero sistema. Il modulo di servizio conteneva fondamentalmente il motore di rientro, i serbatoi di propellente e di ossigeno, i sistemi di guida e trasmissione. Il
LEM era il modulo per far scendere due astronauti sulla
Luna, mentre il terzo rimaneva in orbita lunare in attesa del rientro dei due compagni. La nave spaziale doveva
essere lanciata verso la Luna dal più grande razzo vettore mai costruito, il Saturn V: una incredibile macchina
alta 111 metri e pesante 3.000 tonnellate, con 11 motori
principali e 30 ausiliari (figura B).
Il progetto Apollo ebbe un primo arresto il 27 gennaio
1967: la caspula Apollo 1 andò in fiamme sulla rampa di
lancio durante un’esercitazione e i tre astronauti morirono. La capsula fu riprogettata e resa operativa nell’ottobre 1968. Il 16 luglio 1969 partì l’Apollo 11. L’equipaggio
scienze naturali • Italo Bovolenta editore - 2011
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era formato da Neil Armstrong, comandante; Michael
Collins, pilota del modulo di comando; Edwin Aldrin, pilota del modulo lunare. Dopo un’orbita intorno alla Terra
e 4 giorni di viaggio verso la Luna, il modulo di comando
entrò in un’orbita lunare la cui minima distanza dal suolo lunare era di 113 km; in tutto compì 30 orbite lunari. Il
20 luglio il modulo lunare Eagle, con a bordo Armstrong
e Aldrin, si separò dal modulo di comando e iniziò la fase di avvicinamento alla Luna. Dopo aver visto che la
zona per l’allunaggio era molto più rocciosa del previsto,
Armstrong assunse il controllo manuale dell’Eagle. Alle
ore 4 e 56 minuti, ora italiana del 21 luglio, Neil Armostrong fu il primo uomo a mettere piede sulla Luna; lo
seguì Edwin Aldrin (figura C). Nello stesso giorno, dopo il
decollo dalla Luna e il riaggancio al modulo di comando,
iniziò il rientro verso la Terra con 21 kg di rocce lunari.
L’ultima missione che portò l’uomo sulla Luna, l’Apollo 17 del 1972, fu l’unica alla quale partecipò anche un
geologo: Harrison Schmitt. Durante la permanenza sul
suolo lunare, la più lunga di tutte le missioni Apollo, furono effettuate tre distinte missioni extraveicolari, della
durata di circa 7ore ciascuna, utilizzando anche il lunar
rover, un veicolo lunare. In tutto furono percorsi oltre 30
km e furono raccolti più di 100 kg di rocce (figura D).
 C Missione Apollo 11.
Edwin Aldrin, fotografato dal suo capitano
Armstrong, mentre scende
i nove gradini del modulo
lunare. L’attività fuori dal
modulo lunare durò 2 ore
e 31 minuti, la permanenza
sul nostro satellite poco
meno di 22 ore.
 D Missione Apollo 17. L’astronauta Eugene Cernan
fotografato da Harrison
Schmitt alla guida del lunar rover, il veicolo lunare
usato nella misione.
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