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Dopo il voto occorre passare all’azione
Alessandro Cocirio
Segretario Generale API Torino
INSERTO REDAZIONALE
A CURA DI API TORINO
Via Pianezza 123,
10151 Torino
Tel. 011 4513.111
Fax 011 4513.227
Allegato a API Flash
n.7, 15 aprile 2006
Per commenti, comunicazioni
e per segnalare notizie:
Ufficio Stampa
Andrea Zaghi
Tel. 011 – 45 13 268
e-mail: [email protected]
Passate le elezioni politiche, individuato un vincitore – seppur di misura – l’Italia avrà a questo
punto un nuovo Governo. Adesso, quindi, dopo le dichiarazioni e le buone intenzioni è necessario passare ai fatti. Anche se il panorama politico che si è delineato è denso di preoccupanti incertezze. L’Italia politicamente spaccata in due non fa bene a nessuno, un Parlamento con quasi il
20% formato da esponenti dell’uno o dell’altro estremismo non aiuta la soluzione dei tanti problemi aperti. I dubbi sulla capacità del futuro Governo di riuscire davvero a governare incombono,
come pesanti ipoteche, sul Paese, sulle sue imprese e sull’economia in generale. Certamente
l’Italia si presenta dopo il voto con una situazione non meno difficile di prima, anzi. C’è il rischio
concreto che la politica perda ancora più di vista i bisogni del Paese, le sue aspettative, i problemi concreti da affrontare.
E’ nostro dovere, quindi, ribadire la necessità di porre attenzione all’economia, alla produzione
industriale, ai servizi alle imprese ed alle PMI in particolare. Dobbiamo chiedere prima di tutto alla
politica e al futuro Governo di mettere mano, da subito e con corsia preferenziale alla soluzione
dei problemi che frenano l’economia e quindi la ripresa del paese. Delle difficoltà delle aziende
siamo tutti coscienti. Si tratta di problemi che arrivano da lontano e che continuiamo a trascinarci come pesante fardello. Al di là dei numeri (tutti negativi) che è possibile mettere in fila, la constatazione di fondo è che il sistema produttivo italiano sta perdendo costantemente terreno sui
mercati internazionali e si ritrova, a subire in misura crescente, la concorrenza estera sul mercato interno. Per quanto riguarda le PMI in particolare, queste vivono difficoltà dovute agli stessi fattori che nel passato ne hanno determinato il successo e che oggi, invece, rappresentano freni alla
crescita della competitività sui mercati.Di fronte a questo quadro, è chiaro che ciò che è davvero
mancato, e che invece occorre adesso chiedere con forza, è una adeguata consapevolezza della
necessità di porre al centro dell’agenda di Governo una forte politica industriale, combattendo, è
il caso di dirlo, quella “cultura delle rendite” che, in mille forme, erodono il patrimonio del Paese e
non creano valore. Le imprese, in sostanza, si attendono dalla politica più attenzione ai problemi
reali, maggiore capacità di confronto e di decisione, più concretezza. Guardiamo adesso al particolare. Per le PMI sono svariate le priorità da affrontare subito. L’innovazione, con un sistema che
faciliti la ricerca ed il trasferimento delle tecnologie e delle idee con investimenti pubblici e privati
destinati prioritariamente all’offerta di innovazione che sia incentivata anche attraverso la detassazione ed il credito di imposta. La Crescita dimensionale delle imprese come fattore intrinseco di
competitività deve poggiare su un sistema fiscale che incentivi le fusioni e le aggregazioni ed un
accesso al credito che sia sintonico con gli obiettivi di sviluppo. Il made in Italy quale marchio di
origine che accompagni le imprese nella difficile battaglia che conducono nel mondo a difesa delle
nostre produzioni. La minore imposizione fiscale deve essere poi uno dei cardini della politica
industriale. Riforma dell’IVA e dell’Irap diventano ora improcrastinabili. Più in generale ma non
meno importante, è la necessità di intraprendere con decisione la strada verso un Paese più competitivo. Occorre quindi ridurre il cuneo contributivo, più concorrenza nella gestione dei servizi e
delle utilities, serve avere più energia a prezzi più bassi, sono necessarie più infrastrutture, è doverosa una ancora più forte semplificazione amministrativa. Certo, ci rendiamo conto che tutto ciò
non è facile, ne’ immediato, tanto meno in una situazione come quella in cui siamo. Ma è doveroso provarci. Le PMI, da chi governerà l’Italia da qui ai prossimi anni si aspettano questo e saranno attente ad ogni decisione che potrà coinvolgerle.
Alessandro Cocirio
Segretario Generale API Torino
La Vita dell’Associazione
Il Sindaco Chiamparino incontra l’Associazione
L’intervento il 20 aprile prossimo in occasione
dell’Assemblea Ordinaria
Sergio Chiamparino – Sindaco di Torino – incontrerà le Piccole e Medie Imprese il 20
aprile prossimo in coincidenza dell’Assemblea Ordinaria dell’Associazione.
All’incontro (che si terrà nella sede di API in via Pianezza 123 a Torino a partire dalle ore
16), interverranno anche il Presidente di Federapi Piemonte – Pierluigi Scampini – la
Presidente di API, Claudia Porchietto, seguita da Alessandro Cocirio e Alessandro
Gorgerino, rispettivamente Segretario e Direttore Generale dell’Associazione. Sarà l’occasione per effettuare una analisi a tutto tondo del mandato di Primo Cittadino, dei problemi della città, dei possibili sviluppi e del programma di lavoro con cui Chiamparino si
presenterà alle Elezioni Comunali di giugno. Con API Torino, naturalmente, saranno
presi in considerazione anche i diversi problemi specifici delle PMI nell’area urbana, la
situazione delle aree Fiat, la crescita, le infrastrutture e lo sviluppo urbanistico della città.
L’Assemblea di API dovrà poi approvare il Bilancio Consuntivo 2005 e il Bilancio
Preventivo 2006 la cui illustrazione sarà preceduta dalle relazioni di Presidente,
Segretario Generale e Direttore Generale sull’andamento dell’Associazione e sulla
situazione delle Piccole e Medie Imprese torinesi.
Con API Torino 30 milioni di euro a disposizione
per gli investimenti delle PMI
È il risultato delle convenzioni bancarie con Unicredit
Trenta milioni di euro pronti per essere adoperati da parte delle Piccole e Medie Imprese
torinesi e biellesi per investimenti in scorte e macchinari per la crescita della produzione. Si tratta di un risultato importante che API ha raggiunto attraverso alcune convenzioni con gli Istituti Bancari e che segue una analoga iniziativa sviluppata nel 2005 per
un analogo importo.
Le risorse a disposizione, a metà 2006, derivano sostanzialmente da due plafond per
l’area di Torino e l’area di Biella messi a disposizione da Unicredit Banca (con l’intervento della garanzia di Unionfidi). Per quanto riguarda Torino sono immediatamente disponibili 10 milioni di euro (esauriti i quali ve ne saranno altri dieci) che possono essere
utilizzati per l’acquisto di beni strumentali oppure di scorte di magazzino. Gli importi
finanziabili vanno da un minimo di 40mila euro ad un massimo di 250mila per le scorte
e da 40mila a 500mila euro per gli investimenti. Analogamente per le PMI del Biellese,
la linea di credito prevede un plafond di 5 milioni di euro (rinnovabile). La disponibilità
dei finanziamenti si chiude alla fine di giugno.
Innovativo, inoltre, è il meccanismo individuato per effettuare la richiesta dei fondi che
può essere presentata esclusivamente attraverso il sito www.apito.it, ma ovviamente il
Servizio Credito e Finanza dell’Associazione è a disposizione per tutte le informazioni
necessarie.
Con il FAPI l’opportunità di far “crescere” le proprie imprese
Fino ad ora sono circa 9000 le aziende che hanno aderito al Fondo FAPI in Piemonte.
Il FAPI – Fondo Formazione PMI - è un’associazione costituita da Confapi, CGIL, CISL,
e UIL. Lo scopo è promuovere la formazione continua per i lavoratori delle Piccole e
Medie Imprese. Per le aziende l'iscrizione al FAPI non costa nulla e permette di organizzare corsi usufruendo di contributi a fondo perduto presso la sede della propria azienda, su temi scelti in base ai fabbisogni formativi di ciascuna azienda e con classi di
almeno 3-4 dipendenti assunti a tempo indeterminato oppure con contratto a tempo
determinato ma assunti dall’azienda da più di 9 mesi. L'adesione al Fondo e la richiesta
di attivazione corsi possono avvenire in qualunque momento dell'anno. Per informazioni si prega di contattare API Formazione al numero 011- 45.13.330.
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Apprendistato: a che punto siamo?
Tra CCNL e regolamentazione regionale
L’attuazione del nuovo apprendistato introdotto dalla Legge 30 è lenta e tortuosa. Le difficoltà sono derivate dal carico ideologico, pro o contro, che tutto il
sistema delle relazioni industriali ha riversato sulla Biagi e, soprattutto, dall’incrocio caotico di rimandi e legittimità tra fonti nazionali e regionali, legislative e
contrattuali, solo in parte risolto dalla Finanziaria 2005 che ha decisamente
spostato in capo ai contratti collettivi nazionali di lavoro la legittimità ad agire
sull’istituto. In questo modo, le Regioni hanno dovuto compiere un passo indietro. Diversi nuovi ccnl (plastica e gomma, metalmeccanici e alimentari) hanno
quindi regolato e reso operativo il nuovo apprendistato professionalizzante. Il
più significativo, per completezza, è sicuramente il contratto dei metalmeccanici che dal primo marzo scorso ha reso operativo il nuovo apprendistato professionalizzante che innova significativamente il precedente istituto e determina
importanti opportunità per le imprese per avviare nuovi rapporti di lavoro formativi a condizioni particolarmente favorevoli. Vediamo i punti principali:
• sono confermati gli sgravi contributivi già previsti dalla precedente normativa;
• l’obbligo di formazione per l’apprendista è ridotto da 160 ore/anno di forma-
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zione teorica esterna a 60 ore medie/anno teoriche + 80 in addestramento sul
lavoro, permettendo, in presenza di determinati requisiti, di svolgere anche
tutta la formazione in azienda;
viene ampliata l’età di assunzione in apprendistato a 29 anni;
vengono estesi ai livelli superiori di inquadramento i profili professionali delle
assunzioni in apprendistato;
si prolunga le durata dei rapporti di lavoro in apprendistato e dei conseguenti benefici contributivi;
si rideterminano i trattamenti retributivi e le dinamiche di inquadramento degli
apprendisti.
Le legislazioni regionali conservano comunque una loro centralità per il completamento della regolamentazione dell’istituto. Da qui l’importanza dell’intesa
raggiunta il 6 marzo scorso tra Federapi Piemonte, le altre Associazioni imprenditoriali e sindacali e l’Assessorato regionale alla Formazione Professionale sul
testo di DDLR che regolamenta i profili formativi del nuovo apprendistato e assicura la continuità del finanziamento pubblico della formazione esterna. Il disegno di legge deve ora passare in discussione in Consiglio Regionale.
Nel frattempo si tratta di gestire una transizione, con un mix tra nuovi ccnl e
vecchi impianti normativi regionali. Questo significa, ad esempio, che l’indirizzo
che oggi Api Torino indica alle imprese associate è di assumere con il nuovo
istituto contrattuale e, fino al completamento dell’iter regionale (orientativamente fino a fine 2006), continuare a richiedere l’iscrizione ai corsi finanziati esterni di 120 ore, per il primo anno di assunzione dei nuovi apprendisti.
Nel tempo, è invece da prevedere, e quindi da organizzare, il passaggio da un
sistema unico (120 ore anno in agenzia) a un sistema basato su modalità diverse di distribuzione della formazione tra interna, in azienda, ed esterna, in agenzia, a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche delle imprese.
In questo scenario, occorre che la programmazione regionale promuova nuovi
pacchetti formativi adeguati, tra le 40 e le 60 ore/anno, in parallelo e non in totale sostituzione dei programmi standard di 120 ore. Allo stesso tempo, si creerà
poi probabilmente una nuova forma di domanda alle Agenzie formative da parte
delle imprese, per organizzare e gestire il raccordo tra formazione erogata
all’esterno e formazione in impresa.
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PMI di successo
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Tre stabilimenti per produrre tubi ad alta tecnologia
La Errecinque di Leini da oltre 20 anni attiva nel comparto
dell’automotive ad alta tecnologia
Tutto nasce con una pressa e un operaio, nell’81. Oggi la
Errecinque di Leinì è una azienda che occupa cento persone,
produce e commercializza tubi flessibili, lavora in tre stabilimenti diversi e riesce a conquistare i primi posti nella classifica Europe’s 500 legata alla crescita occupazionale oltre a raggiungere un fatturato di circa 13 milioni di euro. A raccontare
storia e futuro di una impresa che le statistiche definiscono
semplicemente “media”, è Luisella Lovera che con il padre
Pierino è impegnata nella gestione della produzione. “Per il
70% il nostro fatturato viene ottenuto lavorando con Iveco, ma
abbiamo commesse anche con altre case Ferrari e Moto
Guzzi e produciamo tubi in plastica e gomma anche per il settore della refrigerazione e del condizionamento industriale”.
L’azienda ha la sua sede e stabilimento principale a Leinì,
nella prima cintura torinese, uno stabilimento produttivo in provincia di Cosenza ed un terzo stabilimento in provincia di
Bologna, in cui si concentrano l’attività commerciale e parte
dell’attività produttiva del segmento refrigerazione e condizioLo stabilimento della Errecinque a Leinì
namento. Ad affascinare, tuttavia, è la storia della Errecinque.
L’azienda, alla sua nascita, non è altro che una piccola officina in cui vengono raccordati tubi in gomma che sono acquistati esternamente. Il primo investimento importante avviene
nell’88 con l’acquisto di una linea di estrusione per la produzione vera e propria di tubi in plastica partendo dai granuli
della materia grezza. “Questo passaggio – aggiunge Luisella è accompagnato dall’arrivo di un tecnico che riesce a mettere
a punto un prodotto innovativo. Si tratta del tubo per l’air brake
system, il tubo del sistema di frenaggio ad aria”. La Errecinque
fatica ad acquistare il prodotto a prezzi che le consentano di
essere competitiva. L’azienda incontra però la DuPont che le
propone un proprio materiale alternativo, un poliestere, per l’estrusione. “E’ stata la nostra prima grande opportunità – dice
oggi Luisella Lovera – che ci consente fra l’altro di acquisire
Luisella Lovera ritira il premio Europe’s 500
Iveco come nostro principale cliente”. Nel 1995 il reparto di
trecciatura viene trasferito ed ampliato in quella che diventerà l’unità produttiva di Cosenza. "Negli anni Duemila - dice poi Luisella
Lovera - arrivano in azienda nuove tecnologie come la coestrusione,
la corrugazione ed il soffiaggio. E’ così che iniziamo a fornire Audi e si
apre così un varco nel difficile mondo della fornitura ai costruttori di
passenger cars”. Nella primavera del 2003, l’azienda inaugura la terza
unità produttiva, a Bologna. Oggi alla Errecinque tracciano un primo
bilancio. “Siamo cresciuti in maniera inarrestabile - commenta Luisella Lovera - sia dal punto di vista del volume delle vendite che da
Luisella e Pierino Lovera titolari della Errecinque
quello del personale impiegato, ma in maniera moderata, non eclatante. Forse però proprio questa cautela ha permesso di non soffrire troppo il generale rallentamento del
mercato che ha causato invece una sorta di carneficina nel settore in cui operiamo”. Poi c’è il futuro. “Rimane
per noi fondamentale – spiega a questo proposito Luisella - la collaborazione con Iveco. Ma si è aperto un
canale anche con MAN. Nel settore del condizionamento, infine, è stato recentemente messo a punto un
nuovo prodotto le cui caratteristiche tecniche dovrebbero ampiamente superare quelle attuali. In questo
modo potrebbero addirittura aprirsi per noi le porte del settore del condizionamento per l’automotive”.
Tubi di plastica (in realtà di polietilene reticolato ad alta
densità) che corrono appena sotto il pavimento formando
una fitta rete termica resistente praticamente a tutto, o
quasi. Il segreto della Deltasolar di Chivasso è sostanzialmente tutto qui. Una forte tecnologia per realizzare i pavimenti radianti inventata e brevettata da Giuseppe Brucco,
architetto e fondatore dell’azienda, insieme al figlio Alberto.
Entrambi, dagli anni ’70 ad oggi hanno realizzato pavimenti in abitazioni ed edifici di ogni genere. Anche quelli più
impensati.
“La nostra tecnologia – spiega ad API Notizie Alberto
Brucco – realizzata su misura, riesce a distribuire in maniera uniforme il calore, senza avere sprechi energetici”. La
tecnica è tutto sommato semplice. Sul pavimento grezzo
viene appoggiato un reticolo di tubi di polietilene che viene
“annegato” nel cemento e che crea una struttura la cui vita
è ritenuta addirittura più lunga di quella del resto dell’edificio. I materiali con cui sono fatti i tubi, infatti, sono gli stessi che servono per proteggere le fibre ottiche e i cavi elettrici posti sul fondo degli oceani.
E’ per questo motivo che i tubi usati devono essere più resistenti di altri, in particolare alle incrostazioni e alla corrosione. “Quando l’impianto è pronto – spiega quindi Alberto
– viene fatta circolare acqua a temperatura più bassa di
quella tradizionalmente usata nei termosifoni e quindi attorno ai 30-38° C.
In questo modo, la temperatura del pavimento che si ottiene, è quella fisiologica, inferiore di quasi dieci gradi a quella del nostro corpo.
Il risultato è un comfort maggiore e un forte risparmio energetico e quindi economico”. Dalle stime effettuate, infatti, in
locali convenzionali si arriva a risparmi superiori del 2530%, che salgono al 50-60% per grandi ambienti con sofGli impianti Deltasolar collocati nelle Chiese di San Lorenzo a
fitti elevati.
Torino e San Uberto nella Reggia di Venaria
E’ con questa tecnologia – ovviamente spiegata in termini
semplici – che la Deltasolar è riuscita a realizzare pavimenti
radianti in oltre duemila alloggi in tutta Italia e all’estero oltre che
le superfici di alcuni importanti edifici d’arte. E’ il caso, per esempio, della Reggia di Venaria, del Museo Egizio di Torino,della
Chiesa di San Lorenzo sempre a Torino, della Mole Antonelliana
oltre che del Lingotto. Oltre a tutto questo, Deltasolar realizza
anche corsi di aggiornamento per gli installatori e fornisce programmi informatici su misura per i progettisti.
Giuseppe e Alberto Brucco titolari della Deltasolar
“Quanto abbiamo fatto – conclude Alberto Brucco – è ovviamente
il frutto dell’impegno che è stato messo da tutte le persone che lavorano con noi in azienda. E’ chiaro
che continueremo a lavorare anche sul fronte della ricerca per migliorare ancora i nostri prodotti”.
PMI di successo
Ecco chi riscalda la Mole Antonelliana
La Deltasolar da oltre 30 anni leader nel comparto
del riscaldamento con pavimenti radianti
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Smaltimento apparecchiature elettroniche
L’obbligo scatta da agosto. API Torino lavora
ad un progetto per le imprese
Si chiamano AEE e RAEE e potrebbero, dal prossimo agosto,
creare qualche problema a molte Piccole e Medie Imprese.
Anche se, a ben vedere, si tratta spesso del fior fiore della produzione manifatturiera italiana e torinese.
Dietro le due sigle, si nascondono infatti prodotti come i grandi e piccoli elettrodomestici, le apparecchiature informatiche,
quelle per l’illuminazione, tutti gli strumenti elettrici ed elettronici, i giocattoli, i distributori automatici.
Per tutto ciò, sarà vietato usare nella produzione sostanze
pericolose ma soprattutto sarà obbligatorio curarsi dello smaltimento delle stesse apparecchiature (i cosiddetti rifiuti elettrici, i RAEE). Un onere importante per le PMI. Per questo API
Torino, e in particolare il suo Servizio Tecnico, sta studiando le
modalità per assistere le aziende associate anche in questa
circostanza.
Vediamo qualche particolare in più. Le indicazioni della Ue
sono state accolte nel 2005 da un Decreto Legislativo che entrerà in vigore ad
agosto. “La legge – spiegano al Servizio Tecnico di API - pone diversi obblighi
ai vari soggetti della filiera del recupero dei rifiuti, ma soprattutto a carico dei
fabbricanti di attrezzature nuove”. In sintesi, occorrerà curare molto di più la
progettazione ma anche la raccolta, il recupero e il riutilizzo di tutti questi prodotti. I costi per tutte queste operazioni saranno a carico delle imprese. Sarà
necessario avere sistemi adeguati di raccolta separata di RAEE professionali
o domestici (con possibile ricorso, e convenzione, alle strutture del comune
interessato) ma anche per il loro trattamento. Dovranno essere previste anche
adeguate istruzioni per l’uso degli apparecchi. Verrà istituito un Registro
Nazionale dei produttori di RAEE.
Insomma, una vera e propria rivoluzione a cui anche le PMI dovranno adeguarsi. Da tutto questo l’azione di API Torino. “Non vengono posti dei vincoli –
fa notare il Servizio Tecnico di API - sulla forma associativa che possono assumere i produttori per adempiere agli obblighi della legge. Anzi, per il settore
delle AEE viene lasciato ampio spazio al mercato e all’iniziativa imprenditoriale”. API, quindi, sta lavorando ad una ipotesi concretamente realizzabile di
costituzione di una forma organizzata di aggregazione dei fabbricanti di AEE.
Questa dovrebbe fornire tutto il supporto tecnico-informativo per gli adempimenti di ordine formale, ma soprattutto funzionare da unico interlocutore nei
confronti dei gestori di impianti di raccolta, recupero e smaltimento dei RAEE,
anche per ottenere, facendo massa critica, prezzi più favorevoli. In queste settimane, quindi, i tecnici di API stanno effettuando una analisi del mercato e
della situazione dei RAEE.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Servizio Tecnico
dell’Associazione al numero 011- 4513262.
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Successo delle iniziative promozionali all’estero di API Torino
Toccati Germania, Algeria e Sud Africa
Gli eventi che API Torino ha realizzato per i propri soci nel mese di marzo, hanno coinvolto aziende che operano in tutti i settori: dalla ferramenta, alla meccanica strumentale, ai beni di largo consumo. Si è trattato di esperienze interessanti per le imprese coinvolte, sia per capire da vicino la natura dei mercati, sia per verificare direttamente le proprie capacità di risposta. Ecco una sintesi di quanto emerso.
PRACTICAL WORLD (Salone Internazionale della ferramenta) - Colonia, 5 – 8 Marzo.
Con quasi 75mila operatori in visita da 140 paesi, si è conclusa la prima edizione biennale di questo importante evento mondiale dei settori Utensileria, Sistemi di sicurezza,
Serrature e Ferramenta, Edilizia, Bricolage e Fai-da-te. Il bilancio della manifestazione
è sicuramente positivo. Tutti gli operatori erano altamente qualificati. API Torino, che
partecipa da più di dieci anni a questa importante manifestazione, era presente con 10
aziende distribuite su 145 mq di cui la maggioranza al padiglione utensileria e il resto
collocato in quello dedicato alle forniture industriali. Quasi tutti gli espositori API sono
concordi nell’affermare che questo salone resta una piattaforma ottimale per presentare i propri prodotti. La prossima edizione di PRACTICAL WORLD avrà luogo nel 2008
dal 9 al 12 marzo.
EQUIP’AUTO ALGERIA, Algeri, 13 – 16 marzo. La prima edizione africana di EQUIP’AUTO, che ha avuto luogo ad Algeri dal 13 al 16 marzo 2006, si è conclusa con successo. Gli espositori sono stati 209, provenienti da 17 paesi. La manifestazione ha
attratto un pubblico forse non così numeroso, ma senz’altro qualificato. L’iniziativa era
importante anche per la particolare situazione economica del Paese. La crescita del PIL
algerino, infatti, è attestata ad un + 5% da oltre due anni ed il governo prevede una
crescita simile almeno fino al 2010. Anche il settore del veicolo ha registrato in questi
ultimi anni una forte crescita. Il parco circolante conta oggi circa 3,5 milioni di veicoli, due
terzi dei quali sono auto. Analogamente si sta sviluppando il settore della ricambistica
ed accessoristica auto. Si tratta di un mercato che vale attualmente 200 milioni di euro
all’anno e che è destinato a salire a causa della scarsa e pessima produzione locale.
Sepure anche l’Algeria soffra del problema della contraffazione, proveniente soprattutto da Cina e Turchia, la qualità dei prodotti italiani è tenuta in alta considerazione dagli
operatori locali. Da tutto ciò l’interesse delle sei aziende API che hanno partecipato alla
manifestazione. Quasi tutte le aziende, in base ai contatti avuti, ritiene infatti di poter sviluppare opportunità di vendita; l’80% di loro valuta che l’iniziativa abbia corrisposto agli
obiettivi ed il 70% chiede di ripetere l’iniziativa alla prossima edizione.
MISSIONE CONFAPI in Sud Africa, 25-31 marzo. Anche la seconda missione imprenditoriale Confapi in Sud Africa si è conclusa con successo. Il Sud Africa sta infatti vivendo un periodo economicamente molto favorevole. L’aumento del reddito disponibile e
dell’occupazione, la riduzione dei tassi di interesse, un livello di inflazione minimo da
oltre vent’annni hanno contribuito a far registrare una forte accelerazione della domanda sia di beni di largo consumo sia di beni durevoli. Siamo di fronte, insomma, ad una
serie di variabili congiunte, tanto ottimali quanto eccezionali, che meritano di essere
sfruttate. In questo contesto esistono quindi notevoli margini di incremento delle esportazioni. Il mercato è particolarmente recettivo nell’ambito della meccanica strumentale,
dei macchinari agricoli, della componentistica auto, nel settore chimico e delle materie
plastiche, nei settori delle comunicazioni e degli impianti di sicurezza. Per quanto riguarda i beni di largo consumo è molto apprezzato tutto ciò che viene identificato con
l’Italian Life Style. Tutto ciò, è stato ampiamente confermato dai risultati ottenuti dalle
quattro imprese API Torino partecipanti alla missione. Ogni impresa ha incontrato almeno una decina di operatori locali per un totale di 163 meeting.
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L’UNIGEC incontra gli studenti
“Progetto Scuole”: un ciclo di conferenze per far capire
come si lavora in una PMI del settore grafico ed editoriale
Conoscere e farsi conoscere. Possono essere sintetizzati così gli obiettivi di ”Progetto
Scuole”, un ciclo di incontri che l’UNIGEC sta svolgendo con gli studenti degli Istituti
e dei centri di formazione. La categoria delle Piccole e Medie Imprese di API Torino
attiva nell’ambito della grafica e dell’editoria – che conta 200 aziende per circa duemila dipendenti -, ha voluto, infatti, prendere contatto diretto con le possibili future
nuove leve del settore, soprattutto per far loro toccare con mano gli aspetti operativi
dell’attività.
Prima tappa l’Istituto Albe Steiner di Torino l’8 e il 9 marzo scorsi. Gli incontri sono stati
coordinati da Silvia Parvopassu (Presidente di UNIGEC Torino), da Roberto
Cotterchio (VicePresidente di UNIGEC Torino) da Domenico Allasia (Consigliere UNIGEC) e dalla Professoressa Di Girolamo (Insegnante dell’Albe Steiner) e hanno coinvolto anche degli ex-allievi della scuola stessa, attualmente occupati presso gli associati UNIGEC. Quattro i temi principali toccati. Prima di tutto la figura professionale
del “grafico editoriale” nel ciclo produttivo. L’argomento è stato illustrato da Stefania
Belsito (Editore Giappichelli).
Successivamente Roberto Cotterchio e Nadia Ounnadi della Cograf hanno illustrato
agli studenti la giornata di lavoro normale di una azienda grafica che produce etichette. Il 9 marzo, è stato ripreso (con l’intervento di Riccardo Capecelatro sempre della
Giappichelli) il tema del “grafico editoriale” dal punto di vista del marketing di una PMI
editrice. “Tornare a scuola per crescere meglio e crescere tutti. E’ stata questa la motivazione sottesa al ciclo di incontri – spiega Cotterchio - che abbiamo promosso.
Riteniamo, infatti, che lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, non solo in termini
economici ma anche, e soprattutto, sociali, sia funzione della capacità di integrazione
tra formazione, innovazione e valorizzazione delle risorse umane. Molto positivo, quindi, il primo incontro con l’Istituto Albe Steiner a seguito del quale saranno avviati stage
formativi mirati presso le nostre imprese”.
Ad approfondire programmi e strategie di UNIGEC è invece Silvia Parvopassu che
spiega: “L’obiettivo iniziale che ci siamo posti con Progetto Scuole era quello di orientare i ragazzi degli ultimi anni degli Istituti Professionali alla scelta consapevole della
loro professione e quindi evitare il solito scollamento fra scuola e impresa. Un secondo obiettivo era quello di sensibilizzare i ragazzi e le scuole stesse sulla bontà della
scelta di una formazione tecnica e professionale” e di motivarli, illustrando loro le
opportunità lavorative. UNIGEC, poi, sta lavorando ad ampliare la collaborazione fra
PMI e scuole. “Un altro aspetto che ci interessava – spiega infatti la Presidente - era
quello di valutare l’opportunità di collaborazione fra imprese e scuole facendo diventare le imprese UNIGEC una sorta di interlocutore privilegiato per ospitare gli studenti in stage, per organizzare visite presso le aziende associate e per sviluppare nuove
iniziative . Abbiamo trovato un buon riscontro nelle scuole”. Parallelamente a tutto ciò,
l’UNIGEC ha inviato un questionario alle imprese associate chiedendo loro le esigenze formative sia per quanto riguarda le persone già assunte, sia in riferimento alle figure professionali difficili da reperire. “Il traguardo che vogliamo raggiungere - commenta il vertice di UNIGEC - è arrivare a costruire iniziative di formazione professionale,
con la collaborazione delle scuole stesse ma più aderenti alle reali necessità delle
nostre PMI”.
I passi successivi del progetto, prevedono un incontro, a metà maggio, con l’Istituto
CNOS Valdocco. “Siamo in contatto con tutti gli istituti professionali della provincia di
Torino con cui intendiamo collaborare per progetti di comune interesse e – conclude
la Parvopassu – stiamo lavorando affinchè in un prossimo futuro si possano creare
collaborazioni più importanti ed estese”.
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