E` la notte di lunedì 14 agosto, sono contento, felice. Con mio fratello

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E` la notte di lunedì 14 agosto, sono contento, felice. Con mio fratello
Anno I – Numero 8 – Mensile allegato al foglio “In Cammino” – Agosto 2006 –
Realizzato dal gruppo “giovani” di Langhirano – E-mail: [email protected]
NON DOBBIAMO AVERE PAURA
Dalla Redazione:
Domenica 13 Agosto 2006 ore 8:50 Playa de
Las Americas (Tenerife, Isole Canarie): le
strade sono quasi deserte, il suono delle
campane si sovrappone per qualche istante a
quello delle onde del mare. Il tabellone degli
orari fuori da una Chiesa indica che sta per
cominciare la S. Messa, in italiano. All’interno
però non ci sono solo italiani ma turisti
provenienti da ogni parte del mondo. Alcuni
momenti della Messa vengono recitati in
spagnolo, altri in italiano. Ci vorrebbe proprio
una lingua unica, in grado di unire tutti i
popoli… chissà! Durante lo scambio della
pace qualcuno guardando il proprio vicino
dice “Pace a te”, qualcun altro invece “Peace
for you”. Tante persone, ciascuno con alle
spalle le proprie tradizioni, le proprie storie, la
propria lingua. Persone così diverse, così
uniche. Ma tutti lì, in quella piccola Chiesa,
con un unico obiettivo, partecipare al mistero
eucaristico ed incontrarsi con Gesù senza il
quale non possiamo parlare di “Domenica”.
Così intorno a Lui i popoli possono essere
riuniti ma soprattutto UNITI. Non esiste più
lingua o frontiera che possa dividere gli
uomini. Allora si capisce che soltanto
guardando a Cristo possiamo costruire quella
pace di cui oggi il nostro mondo, lacerato
dalle guerre, ha tanto bisogno. Soltanto
guardando a Lui potremo costruire un
futuro di pace e amore.
(Mirco)
NUOVA ORDINAZIONE SACERDOTALE
Da Langhirano, dopo anni di “silenzio”,
finalmente una nuova vocazione, Don Luka
Lesar che venerdì 8 settembre alle ore 19:30
nella Cattedrale di Massa verrà ordinato
Sacerdote da Mons. Binini.
“Vicini con la preghiera e con il cuore, ci
auguriamo che il Signore possa essere per te
guida e luce ai tuoi passi”.
E’ la notte di lunedì 14 agosto, sono contento,
felice. Con mio fratello e alcuni amici siamo
all’Arena, la famosa discoteca di Tizzano.
Come al solito quando entriamo noi c’è
pochissima gente e così decidiamo di aggirarci
presso i bar e la pista da ballo. Scambiamo
qualche parola con degli altri ragazzi e ad un
certo punto giro la testa, forse per cercare
qualcuno e vedo una ragazza che suscita in me
qualcosa di strano. In un primo momento mi
stropiccio gli occhi per vedere meglio: non ho
visto male, ad una ventina di metri da me c’era
la gioia, la felicità, l’allegria, la vita e la voglia
di vivere.
Non dobbiamo avere paura di mostrarci per
quelli che siamo, freghiamocene dei pareri
degli altri a meno che vengano dai veri amici.
Qualcuno che mi conosce bene (molto bene)
direbbe che queste ultime parole escono dalla
bocca della persona sbagliata. Esatto, io sono
uno che ha avuto una paura enorme dei pareri
altrui e per questo non ho fatto tantissime di
quelle cose che avrei voluto.
Starete pensando cosa ha a che fare la prima
parte dell’articolo con quella centrale, fino ad
ora niente. Vi ricordate che vi ho parlato di una
ragazza? Lei non è normale, è speciale! Io non
ho mai visto nessuno, probabilmente perché
non frequento da molto tempo le discoteche,
che balli sulla sedia a rotelle. Non è però finita
qui, lei rideva, si divertiva cosa che al giorno
d’oggi sembra essere sempre più difficile (vedi
articolo del Mayo del mese di luglio). Questa
ragazza aveva voglia di vivere, il suo sguardo
faceva trapelare “solo” questo.
Conclusione: se a noi dovesse succedere una
disgrazia cosa faremmo? Rimarremmo soli con
le nostre paure senza mostrarci agli altri per
quello che siamo? La risposta è: viviamo
perché la vita è il più bel dono che Dio ci ha
Luca M.
fatto.
AVVISO AI LETTORI:
Evviva!!! Il “CRUCIVERBONE” del mese di luglio è stato risolto. Ci sono tre fortunati vincitori,
Enrica, Sergio e Davide D. … e come promesso ci sono i premi da ritirare. Siete convocati
pertanto lunedì 11 settembre alle ore 21.00 in sala Percudani presso la Canonica di Langhirano. I
nostri ragazzi vi aspettano per consegnarvi il meritato trofeo. Un grazie innanzitutto a Davide
Marchiani che speriamo ci voglia di nuovo “allenare la mente” con altri fantastici giochi ma
soprattutto, riteniamo di dover ringraziare infinitamente i lettori che hanno partecipato
Laura
all’iniziativa.
I BAGNINI DI GESU’
Atti degli APOSTOLI: riflessione cap. 11 e 12
Avete mai visto una Chiesa sulla spiaggia? Gli abitanti di
Pescara e i turisti passati di li quest’estate molto
probabilmente si. Si chiama Don Vito Cantò il giovane
prete trentatreenne che crede in questa “missione”:
portare Gesù in spiaggia ai giovani e a tutti quelli che
hanno voglia di fermarsi anche solo un istante davanti
all’ostensorio. Il tutto avviene rigorosamente di notte
quando le strade e le spiagge si popolano di vita.
Perché questa scelta? Dice: “il buio è il momento ideale
per attendere e cercare la luce”. Don Vito non è
comunque solo, con lui ci sono frati cappuccini,
carmelitani e numerosi volontari, portatori di fede. Vicino
al gazebo montato per l’occasione, il sacerdote resta a
disposizione per la confessione, per assistere i viandanti,
per la preghiera e a volte anche solo per fare due
chiacchiere. Tra la gente si distinguono tantissime
reazioni: chi si fa subito il segno della croce, chi fa il giro
più largo possibile, chi tira diritto accelerando il passo,
chi torna indietro. Non è sicuramente una cosa facile
perché non tutti sono disponibili ma, come dice Giselda
una dei volontari che aiutano Don Vito nell’impresa, “se
ricevessimo solo applausi sarebbe preoccupante,
vorrebbe dire che seguiamo un vincitore, non un
crocefisso”.
Personalmente la ritengo una “missione“ coraggiosa e
molto importante: anche Gesù andava in strada a
predicare ed è giusto che la Chiesa vada dove la gente
vive. Credo che ci voglia molto coraggio da entrambe le
parti perché questa iniziativa funzioni: da parte degli
organizzatori perché siano disposti con fede ad accettare
qualunque tipo di commento, ringraziamenti, consensi o
addirittura insulti da quelli restii nel vedere Il Crocefisso
esposto, e ovviamente dai passanti, soprattutto giovani,
perché non cedano alla vergogna di farsi il segno della
croce o alla paura di essere derisi, ma trovino la forza
nella fede e nell’affidamento a Gesù.
Perché costa fatica accettare Gesù e ammettere di
essere cristiani? Perché bisogna vergognarsi di amare
Cristo sinonimo di amore, fratellanza e carità? Che male
c’è in questo? Quando si è soli “contro” tutti spesso può
diventare un grosso problema. Non possiamo permettere
che succeda perché non c’è niente di male nell’essere
cristiani, ne tanto meno c’è da vergognarsi. Ragazzi
dobbiamo essere forti e aiutarci fra di noi perché è
bello che Gesù stia con noi. Dobbiamo essere
orgogliosi di credere in qualcosa per cui valga davvero la
pena e ricordiamoci che se Dio è con noi, cosa
dobbiamo temere?
Michela
Leggere gli Atti degli Apostoli è come compiere un
viaggio nella storia per incontrare la Chiesa delle
origini. Nelle pagine di questo mese si legge della
nascita delle prime chiese fuori da Gerusalemme.
L’annuncio della salvezza inizia a muoversi e a
diffondersi al di fuori dei suoi confini. Molti
discepoli dispersi dopo l’uccisione di Stefano e
l’inizio delle persecuzioni arrivano ad Antiochia,
luogo dove storicamente si parla di cristiani per la
prima volta. Si tratta di un viaggio, quello degli
Atti, che ci porta a contatto con le nostre radici più
profonde. Capitolo dopo capitolo è l’incessante
azione dello Spirito Santo che continua a
sorprenderci. E’ lo Spirito Santo promesso da Gesù
che scende sopra i pagani e li rende figli di Dio.
Dinnanzi a così tanta potenza Pietro esclama “chi
ero io per porre impedimento a Dio”? Ad
Antiochia la Parola viene annunziata ai greci e si
assiste ad un numero impressionante di
conversioni. Tuttavia non sono gli apostoli a
convertire le persone ma piuttosto lo Spirito che
agisce attraverso di loro, strumenti nelle mani del
Creatore. Intanto si va delineando una gerarchia
nella Chiesa delle origini indispensabile per
mantenere l’ordine e per garantire una diffusione il
più capillare possibile della Parola di Dio. Le
persecuzioni dei cristiani diventavano sempre più
frequenti e a quelle delle autorità religiose si
aggiunsero quelle delle autorità politiche nella
persona di Erode Agrippa. Alle origini come oggi,
l’annuncio della Parola veniva combattuto e
ostacolato. Tutto questo Gesù lo aveva detto e noi
cristiani lo sappiamo bene. Le Sue parole
profetiche però non si sono fermate lì: Gesù ha
anche aggiunto “Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non
prevarranno contro di essa" (Mt 16,16)”. Con
questa convinzione dobbiamo andare avanti e non
perdere mai la speranza anche quando tutto sembra
perduto. Chissà cos’ha provato Pietro quando fu
imprigionato e non attendeva altro che la fine.
Chissà cosa provò quando un angelo del Signore lo
condusse fuori da quella cella lasciando i soldati
increduli. “Il miracolo non è la soluzione abituale
delle situazioni incresciose e difficili, ma qualche
volta avviene ed è per noi un segno evidente che
Dio, anche quando non si fa vedere, è vicino ai suoi
fedeli”.
Mirco