Emo», il nuovo fenomeno adoescenziale - La Mitica 4Bp

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La Mitica 4Bp
«Emo», il nuovo fenomeno adoescenziale
Inviato da sballox
sabato 16 febbraio 2008
Ultimo aggiornamento sabato 16 febbraio 2008
Di difficile definizione, trova il suo collante in un genere musicale e in alcune community su Internet Sottocultura? Forse.
Misteriosa? Sicuramente, se persino il prestigioso Times, che gli dedica due pagine di inchiesta, fatica a capire e
descrivere che cos’è.
Parliamo di «emo». Un fenomeno in origine musicale, ma che pare sia diventato ormai un'ondata culturale tra gli
adolescenti, in Inghilterra e Stati Uniti all'inizio, e poi in tutto il mondo: ovviamente grazie a Internet. Che cos’è
«emo»? Che cosa vuol dire? Se un non-adepto lontano qualche decennio (in termini di età) dai suoi epigoni vuole saperlo
può per esempio Stile emo secondo Wikipediacominciare dall’enciclopedia libera online wikipedia (sicuramente
aggiornata in modo opportuno da qualche adolescente ben informato), e trovare questa definizione: «Con il termine emo
si contraddistingue un sottogenere della musica hardcore punk. Nella sua interpretazione originale, il termine emo fu
utilizzato per descrivere la musica di Washington DC della metà degli anni '80 e le band associate ad essa. Negli anni
successivi, fu coniato il termine emocore (abbreviazione di “emotional hardcore"), usato per descrivere altre scene
musicali influenzate da quella di Washington. Il termine emo deriva dalla volontà della band di "emozionare" l'ascoltatore
durante le proprie esibizioni». CODICI CULTURALI - Soprattutto musica insomma. Almeno così parrebbe. Ma se si legge
il «tentativo di inchiesta» di Michele Kirsch sul giornale inglese si capisce che la faccenda è un po’ più complessa
(«Nessuno mi risponde mai quando chiedo che cos’è emo»), e si evince che il termine indica qualcosa
probabilmente di più sfuggente, fatto di atteggiamenti, convergenze virtuali, abbigliamento e, magari, antidepressivi.
Il modo di vestire, a leggere l'inchiesta potrrebbe essere vagamente (Da Internet)evocativo della cultura punk, e «goth»
(salvo smentite, come vedremo), e i gusti musicali e il «mood» dei ragazzi «emo» troverebbero il loro crocevia in comunità
web, come quella ospitata da Myspace. Crocevia di testi e note ma anche di confessioni, segnate da accenti wherteriani,
con spazio alle emo-zioni, senza censura per quelle tristi e con riferimenti più o meno espliciti al suicidio. Cosa che
farebbe degli «emo» spesso il bersaglio di feroce scherno da parte di altri adolescenti.
Emblematica, a questo proposito, la storia di un ragazzo «emo» che avrebbe «postato» su Myspace un messaggio in cui
annunciava il suo suicidio. Fatto poi che sarebbe stato confermato, e seguito da ondate di «post» di partecipazione e
dolore da parte degli altri «emo», ma anche di acidissimi commenti dei «non-emo» della comunità virtuale, con toni del
tipo: «Se gli piaceva quella musica spazzatura si è dato quello che si meritava». E con il forte dubbio che la storia stessa
non fosse altro che uno scherzo (pare che il «suicida» si sia connesso il giorno dopo la sua «morte» per leggere i
commenti al suo ipotetico gesto). CONTROVERSIE - Insomma «emo-zioni» forti, ma anche controverse. Se tra molti
giovani, infatti, la sottocultura «emo» pare sia ritenuta una «cosa da sfigati», o da «viziati che hanno tutto e che si creano
dal nulla problemi enormi per farsi commiserare», secondo uno studio dell'Università del Michigan, «gli emoboy»
sarebbero invece ragazzi considerati gentili e fedeli, affidabili e comprensivi, di cui le ragazze andrebbero pazze. Altro
che «sfigati» insomma, casomai neo-maschi antitetici al modello «macho tenebroso ed egocentrico», capaci di scrivere
poesie e di inviarle per posta (non via internet) e di anticipare i desideri della propria partner. Nuova specie di neoromantico finto trascurato, con look a base di t-shirt vintage, jeans invecchiati e capelli spettinati. (si veda anche l'articolo
del Corriere della Sera: «Per le donne l'uomo nuovo è übersexual»)LE EMO-GIRLS - E le ragazze «emo»? Come
vestono? Ufficialmente con maglioni di lana larghi oppure strettissimi, magliette un po' «andate» e pantaloni di velluto e
scarpe da ginanstica rovinate.
Ma se pensate di aver capito una volta per tutte i codici dell'abbigliamento «emo», basta che diate un'occhiata a questo
post scovato su una community italiana per poter socraticamente concludere che «non si sa un bel
nulla».“… qui a Roma è arrivata una moda emo piuttosto devastante. Ci sono gli hardcorers/grindcorers
vestiti da emo-kids con risultati tipo -ahah guarda com'è fighetto quello! poi mentre il fighetto in questione ti si avvicina
con fare minaccioso noti i muscoli e i tatuaggi sopra questi. E ci sono anche i giovani holden vestiti da emo-kids e quelli
per fortuna si possono prendere in giro che di solito sono fragili e fini come il loro tormentato animo!" RISERBO - Un bel
ginepraio. Tutto sarebbe più facile se gli «emo» ribattessero e chiarissero con le loro argomentazioni. Se solo facessero
«outing»....«Ma è difficile che un emo si dichiari» si legge ancora sul Times, «anche se qualcuno è orgoglioso di
esserlo».
Tuttavia, anche se la faccenda rimane misteriosa, vale probabilmente la pena anche che chi è oltre gli "anta" ne prenda
almeno atto, soprattutto se si è genitore di qualche adolescente.
Non foss'altro perché «emo» sta per emo-zione, ma è anche la radice greca della parola «sangue» e, sebbene questi
neo-romantici, a dispetto di accenti melanconici e predilezione per gli antidepressivi non appaiano davvero autodistruttivi,
meglio essere informati.MUSICA- Per concludere, e cercare di fare un po' d'ordine, forse è il caso, alla fine, di tornare a
mettere la musica al centro, come vero collante di questo fenomeno culturale, mantenendo però l'umiltà di chi sa che
magari non potrà proprio capire.
Una prova? Basta leggere quest'altro post, scovato su un'altra community italiana, che commenta la definzione di
«emo»che abbiamo riportato sopra da wikipedia
http://www.mitica4bp.altervista.org
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