Guida al Cimitero monumentale

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Guida al Cimitero monumentale
AMMINISTRAZIONE SANTUARIO DI OROPA
L’ALTRA OROPA - GUIDA
AL
CIMITERO MONUMENTALE
DEL
SANTUARIO
L’altra Oropa
Guida al Cimitero Monumentale del Santuario
LUISA BOCCHIETTO
MARIO CODA
CARLO GAVAZZI
AMMINISTRAZIONE SANTUARIO DI OROPA
LUISA BOCCHIETTO
Nata a Biella nel 1960. Architetto, libero professionista dal 1985 con studio in Biella. Si occupa di
progetti di sviluppo locale, di recupero urbano e di ristrutturazione edilizia nel campo dell’architettura, per una committenza sia pubblica sia privata. Progetta arredi, negozi, allestimenti in Italia e
all’estero, disegna prodotti per aziende del settore del mobile, nel campo del design. E’ stata presidente dell’Ordine degli Architetti alla istituzione della nuova provincia di Biella. Attualmente è presidente dell’ADI, Associazione per il Design Industriale, per la Delegazione Piemonte e Valle
d’Aosta. E’ autrice di Abitare nel Biellese, testo sull’edilizia tradizionale locale, edito nel 1999 dalla
Provincia di Biella. Ha curato per “Eco di Biella” una serie di articoli sull’architettura locale del
’900.
MARIO CODA
Nato a Biella nel 1934. Studioso di storia locale e di araldica, è autore di diverse pubblicazioni tra
cui Biella tra polemica e storia nel “Ragionamento” di Carlo Antonio Coda, 1986; Araldica e genealogia (con Lorenzo Caratti), 1989; Il Comune di Biella. Origine, sedi, simboli araldici, 2003. Già consigliere comunale di Biella e amministratore di diversi enti cittadini, nel 1991 è entrato a far parte
dell’Amministrazione del Santuario di Oropa, rimanendovi fino a tutto il 2004 e occupando anche, per
un certo periodo, la carica di amministratore delegato. Sempre nel 1991 è diventato vicepresidente
della Commissione del Cartario oropense e nel 1993 bibliotecario e archivista onorario del Santuario,
incarichi che conserva tuttora. Dal 1979 è ispettore archivistico onorario per il Piemonte e la Valle
d’Aosta.
CARLO GAVAZZI
Nato a Biella nel 1950, è medico dentista e scultore dilettante. Si occupa di ricerca e documentazione sia nel campo delle incisioni rupestri e dei graffiti, sia in quello della scultura, con particolare
riguardo all’Ottocento e al Novecento; con Mauro Mazzia ha dato vita al progetto Arte ricca del
DocBi, promuovendo mediante pubblicazioni, conferenze e visite guidate la conoscenza degli scultori
biellesi o attivi nel Biellese in tale epoca, con particolare riguardo alla scultura commemorativa e
funeraria. A tal proposito ha visitato tutti i cimiteri della nostra provincia redigendo schede relative
ad alcune migliaia di sculture e altre manifestazioni di arte funeraria, e fotografato alcune centinaia
di opere.
Si ringrazia vivamente la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
per il generoso contributo che ha consentito la pubblicazione di questa Guida
Finito di stampare nel novembre 2006
presso la Tipografia Arte della Stampa di Gaglianico
In copertina. Oropa, scorcio del Cimitero Bosco (m.c.)
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Saluto con soddisfazione l’iniziativa di pubblicare una “guida” che permetta di
visitare in maniera “informata” quel singolare monumento che il santuario di
Oropa custodisce: il cimitero monumentale.
Cimitero è parola che deriva dalla lingua greca: koimeterion (in latino coemeterium) e significa “luogo del riposo”, più alla buona potremmo dire “dormitorio”...
Dunque luogo di approdo, certo; ma per sostarvi temporaneamente, in attesa di
risvegliarsi... Questa è la visione cristiana delle cose! Essa propone una visione della
morte dell’uomo e del credente modellata sulla morte di Cristo; ossia rintraccia i caratteri della
prima guardando i caratteri della seconda.
Nell’esistenza di Gesù di Nazaret l’intreccio tra vita e morte appare assai singolare.
Egli, in quanto Messia - in virtù della sua forza taumaturgica - compie dei “resuscitamenti” (è Signore della vita e della morte); eppure vive realmente l’esperienza
della morte, cioè l’esperienza della tragicità e dell’abbandono. La vita di Gesù, vita
realmente aggredita dalla morte, conosce una contraddizione irrisolvibile: esattamente il fatto che quella contraddizione resti “aperta” fa sì che la sua morte sia
paradigma di una “morte che reca in sé i semi della risurrezione”. La sua “sterile”
“inutile” esistenza è “feconda” esattamente quando muore; è feconda quando si
realizza pienamente e totalmente quale dono, senza rivendicazione alcuna...
Gesù che muore da “figlio” (ossia nell’amore) assume la dimensione “penale”
della morte e la trasforma in un evento “salvifico”. Per questo l’annuncio cristiano legge il morire alla luce del morire e del risorgere di Cristo: la totalità dell’esistenza credente è “essere in Cristo, essere con Cristo, per opera dello Spirito
Santo”.
Osserviamo ora un altro polo che la teologia contemporanea della morte ha riscoperto e che possiamo chiamare l’istanza “antropologica”, cioè la morte/il momento del morire come fatto decisivo del compimento dell’uomo e che tocca tutto l’uomo in se stesso e nella sua relazionalità. La nuova teologia della morte non si è
chiusa né alle filosofie contemporanee sull’uomo e sul suo sperimentare la finitezza e la morte, né al comune sentire la morte che si evidenzia nelle diverse espressioni culturali.
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Il momento della morte è vero evento umano, anzi è l’evento umano decisivo: fissazione della definitività (aspetto statico), approdo al vero “futuro” (aspetto dinamico).
In altri termini: l’uomo naturalmente si pone di fronte alla morte con un atteggiamento duplice; esso è realtà che “chiude”, “conclude” la vita; essa è realtà che
“apre”, si apre ad un futuro, ad un fluire della vita che va oltre il momento della
morte individuale. E la riflessione teologica contemporanea è chiamata a dover
armonizzare questi due momenti, a non separarli, a non renderli come “assoluti”,
ma a vederne il rapporto e la consequenzialità.
La centralità della morte-risurrezione di Cristo è categoria in grado di assumere,
interpretare, illuminare il morire dell’uomo.
Ne deriva (anche tramite un fecondo dialogo tra teologia e antropologia) la “novità
della speranza”. La morte viene letta come “momento perfettivo della libertà”,
come opzione finale: momento di coscienza suprema che illumina la vita e ne assume le responsabilità; ovvero come “passività/accoglienza” che trova nella misericordia di Dio la sua referenza più completa...
È per questi motivi che amo recarmi presso il nostro cimitero; lì posso ascoltare; lì
posso pensare; lì posso dialogare... Posso sentirmi dire quelle consolanti verità nei
modi più disparati: me ne parlano i vescovi e i preti che tali verità annunziarono ed
ora le sperimentano; me ne parlano tanti fratelli e sorelle, dei ceti più diversi, delle
diverse età; me ne parlano con semplicità, con umanità, con concretezza...
“[...] Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella. e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. [...]”
(G. Leopardi, L’infinito).
Can. Alceste Catella, Rettore del Santuario
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Luisa Bocchietto
Il Cimitero di Oropa: luogo di architetture
Il Cimitero di Oropa è certamente luogo da conoscere; luogo di valenza paesaggistica ed ambientale dove ha trovato collocazione, accanto al percorso devozionale
del Sacro Monte ed al Santuario, l’insediamento del “Cimitero Nuovo”, creato alla
fine dell’800. Luogo interessante dunque per l’aspetto naturalistico e geomorfologico, per l’aspetto religioso, per l’aspetto storico ed emozionale che lo legano al territorio ed infine per l’aspetto artistico ed architettonico delle opere che vi sono collocate.
In particolare, per quanto concerne l’architettura, il racconto dei fatti che si sono
succeduti nel tempo per la creazione del complesso attuale e l’osservazione delle
edicole e dei monumenti a noi pervenuti sviluppano il racconto di più di un secolo
di architettura locale, del suo mutare continuo per adattarsi ad una visione della vita,
progressivamente più vicina alla nostra concezione contemporanea.
Queste poche note riassuntive si propongono di valorizzare gli aspetti architettonici del complesso, per permettere una visione ancora più ricca di un luogo a molti
già conosciuto e per stimolare altri ad un nuovo interesse. Una pubblicazione ancora più approfondita, in corso di preparazione, speriamo potrà rendere onore a ciascuna delle cappelle o edicole, vere e proprie singole opere di architettura, accogliendo i numerosi e pregevoli disegni presenti nell’archivio del Santuario insieme
alle tavole dei vari concorsi che si sono succeduti nel tempo per la sistemazione
generale del complesso.
Il Cimitero di Oropa con la neve, visto da Levante. In primo piano le tombe delle Figlie di Maria (m.c.)
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La creazione del Cimitero Nuovo nella seconda metà dell’Ottocento
Anticamente il cimitero era ubicato, come da usanza diffusa, direttamente sotto il
pavimento della antica basilica di Oropa, posta al centro del Santuario.
Nel 1830, a causa delle disposizioni governative del tempo, che vietavano il seppellimento all’interno delle chiese, venne individuata per il cimitero una nuova
localizzazione nel sotterraneo del primo piazzale di accesso al Santuario.
La soluzione non incontrava il favore dei fedeli perché gli spazi erano tetri, troppo
ristretti ed inadeguati alla posa di monumenti celebrativi (vedi foto a pag. 53).
Le offerte e le pressioni della comunità richiedevano una nuova costruzione.
La necessità di individuare un sito adatto per la realizzazione del cimitero era sentita da tempo. Il primo sopralluogo per la valutazione di un possibile insediamento
alternativo avvenne nel 1862 per volontà del rettore del tempo, il canonico Bernardino Pezzia.
L’ingegnere Ernesto Camusso(1), di Torino, che sarà poi incaricato dalla Amministrazione del Santuario della redazione del progetto, così descriveva il sito nella sua
relazione preliminare, indicandolo come particolarmente adatto: “…. per la propizia disposizione del suolo, che forma ivi una rientranza è quasi un anfiteatro, colla
sua apertura rivolta verso chi percorre la salita alle cappelle, … disposizione che
permette di erigere un edificio, il quale, per quanto semplice, contribuirà ad accrescere la maestà già così imponente di quei luoghi”.
Il progetto dell’ingegner Ernesto Camusso, che riguarda il complesso centrale ad
emiciclo, fu redatto in seguito ad incarico conferitogli nel 1871.
Il progetto fu studiato per adattarsi al suolo, per ridurre i movimenti di terra, per
facilitare il deflusso delle acque e per permettere la vista del paesaggio circostante
Il Cimitero di Oropa visto da Ponente. Sulle sfondo alcune cappelle del Cimitero Bosco
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(m.c.)
anche dal retro della nuova
costruzione, che risultava incassata parzialmente nel terreno.
La costruzione era composta
da un percorso a galleria ad
arcate (25 per parte, compresa l’arcata di testata terminale), appoggiate su colonne in
pietra, che formava due quarti di circolo di 44 metri di
raggio, con al centro uno spazio lineare di 12 metri, destinato ad accogliere una piccola chiesa.
La dimensione dell’apertura
dell’emiciclo verso valle era
di 100 metri di diametro, con
circa 50 metri di profondità,
per 4000 metri quadri di
sviuppo di superficie.
All’interno delle gallerie laterali, poste ad una quota di
metri 2,40 dal piano del ter- Cimitero di Oropa. Galleria di Ponente vista dall’interno
(l.b.)
reno, ad ogni arcata, potevano essere disposte lapidi o monumenti di sepolture private. Ulteriori spazi da destinarsi ad uso dei privati, con possibilità di posa di lapidi visibili dall’esterno, erano
previsti al di sotto delle gallerie, negli appositi androni, accessibili anche da percorso interno sottostante. Lo spazio a campo aperto, posto al centro e circoscritto
dall’edificio, suddiviso in settori degradanti e concentrici, veniva destinato principalmente a sepolture comuni, lasciando però la possibilità di ulteriore uso privato
della superficie per la posa di lapidi o piccoli monumenti commemorativi.
Erano previste quindi tre tipologie di sepolture: lungo le arcate laterali, con spazi
dedicati per ogni arcata ad una singola famiglia e con possibilità di inserimento di
monumenti e sculture (per un totale di 50 arcate), a titolo individuale, nel sottosuolo delle gallerie, con lapidi visibili all’esterno a quota del terreno (per un totale di
312 lotti) e nel campo aperto (per un totale di 732 lotti), con possibilità di posa di
lapidi e piccoli monumenti anche con camera interrata.
Il progetto, il cui costo totale era preventivato al tempo di L.39.000, fu consegnato
nel 1872, subì ancora alcune modifiche necessarie ad aumentare gli spazi di sepoltura e realizzare una intercapedine tecnica a monte dell’edificio, poi ne fu appaltato il primo lotto all’esecutore Stefano Caneparo, cui seguirono a breve tempo quelli di completamento.
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Il Cimitero fu ultimato e benedetto nel 1877. La costruzione originaria in stile
“romanico antico” (come risulta indicato nei documenti descrittivi depositati in
archivio), è realizzata prevalentemente in pietra da taglio per assolvere alle sue
caratteristiche di monumentalità ed a garanzia di maggiore durata; l’intonaco viene
destnato solo alle parti coperte e protette. Il disegno del complesso è in stile eclettico, tipico del periodo; nell’impostazione recupera aspetti decorativi del linguaggio
architettonico del passato eppure mantiene quei caratteri di sobrietà ed eleganza che
lo contaddistinguono, favoriti forse dall’ impiego esclusivo del materiale lapideo e
dal rigore dell’impianto compositivo.
Il disegno ad emiciclo ben si adatta alla conformazione della valle in cui è inserito,
definisce in modo funzionale gli spazi d’uso e si apre verso il panorama sottostante, caratterizzando in modo significativo e decisivo il luogo attorno al quale si svilupperanno le successive architetture. L’impostazione originaria del Camusso, che
ha saputo interpretare in modo felice il “genius loci”, determina l’aspetto peculiare
del sito così come ci é stato tramandato ed ha creato la base d’impianto su cui si é
costruito e rafforzato il fascino del luogo.
Il progetto del 1872, depositato presso l’Archivio del Santuario è corredato da
numerose tavole di progetto che descrivono l’insieme del complesso e riportano i
dettagli esecutivi della lavorazione delle lastre di Luserna per la realizzazione di
colonne, capitelli, rivestimenti, zoccolature, cornici, dentelli.
Con il completamento dell'opera furono trasferite al nuovo cimitero alcune delle
tumulazioni esistenti sotto il piazzale del Santuario e, al ritmo di circa cinquanta
all’anno, ne avvennero di nuove.
Il Cimitero di Oropa visto da Settentrione
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(l.b.)
Il Cimitero Bosco e le edicole o cappelle monumentali
Nel 1888 si iniziarono le costruzioni di quello che venne definito il Cimitero
Superiore o Cimitero Monumentale Bosco.
Il particolare luogo naturale, già carico di valori religiosi e di nuovo valore di perpetuità conferitogli dal progetto realizzato, iniziò a richiamare l’attenzione delle
famiglie facoltose del Biellese, e non solo, che vi vennero a realizzare i loro monumenti commemorativi. Le nuove costruzioni si andarono a disporre irregolarmente
tra le piante del bosco, a monte del Cimitero progettato dal Camusso, distribuendosi sul pendio ad anfiteatro che lo circonda, servite da percorsi che seguivano l’andamento della montagna.
La prima cappella monumentale(2) era stata già costruita nel 1884, per Quintino Sella
e la sua famiglia. Progettata dall’ingegner Carlo Maggia(3) (n. 1 blu in plan.), si ispira alla piramide di Caio Cestio a Roma ed appartiene ad un modello di stampo neoclassico che fu molto diffuso all’epoca. Essa è, a sua volta, ispiratrice dell’edicola
per l’imprenditore Vogel realizzata nel 1901, al Cimitero Monumentale di Milano,
dall’architetto Egidio Mazzucchelli.
La forma è quella netta di una piramide, che si innalza direttamente dal terreno, su
cui si innesta un portale di ingresso monumentale, inizialmente non previsto dal
progettista, ma voluto dai committenti. Attraverso la griglia della porta di accesso
è visibile lo spazio entrostante, al cui centro è posto il sarcofago principale.
La decorazione interna è ricca di simbologie decorative in contrapposizione alla
forma esterna caratterizzata da grande essenzialità. Nel 1884, in omaggio alla figu-
Cimitero Bosco, tomba a piramide di Quintino Sella, edificata nel 1884
(l.b.)
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ra di Quintino Sella, una corona in bronzo portante l’iscrizione “Umberto I a Q.
Sella” fu deposta ad Oropa a nome del re ed una ancora a nome del popolo italiano, per i servizi da lui resi alla patria.
A questa costruzione, a partire dai primi anni del Novecento, seguirono quelle di
altre famiglie, che le edificarono nello spazio appositamente recintato a cura
dell’Amministrazione del Santuario e consacrato ad uso di cimitero nel 1888.
Le prime costruzioni che comprendono sia opere prettamente scultoree, sia opere di
architettura, ornate di sculture a firma di rinomati autori del tempo, di carattere
simile tra loro, sono assimilabili alle caratteristiche del complesso architettonico
generale e risentono dell’influenza dello stile eclettico e dell’impostazione
Ottocentesca. Analoghe caratteristiche hanno le contemporanee lapidi e le decorazioni dei monumenti funebri realizzate nella Galleria del Cimitero Inferiore o nel
Campo Aperto sottostanti, sempre realizzate tra fine Ottocento ed i primi anni del
Novecento. A questo gruppo appartengono le edicole ove è preponderante l’aspetto
decorativo e scultoreo quali quella di Andrea Maggia del 1910, realizzata su progetto del 1908 dello scultore Edoardo Rubino (n. 7 blu in plan., all’interno del
bosco, lungo il secondo arco di cappelle), quella dedicata ad Eugenio Bona realizzata nel 1914, su progetto del 1908 dello scultore Cesare Biscarra di Torino (n. 11
blu in plan., posta sul primo terrazzamento a monte dell’emiciclo), progetto approvato dalla Commissione Artistica presieduta dallo scultore Bistolfi a Torino, quella
della famiglia Gallo, del 1922, ad opera dello scultore Gino Piccioni (n. 15 blu in
plan., posta dietro alla Piramide Sella), decorata all’interno con opere pittoriche
visibili dalla cancellata di accesso.
Cimitero Bosco, edicola Gallo, sculture Gino Piccioni, 1922
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(l.b.)
Per quanto riguarda le cappelle monumentali rappresentative di questo primo periodo vi sono quelle realizzate dai principali progettisti locali dell’epoca e da progettisti provenienti dall’area torinese.
I progettisti locali sono anche quelli che troveremo impegnati nella redazione delle
varie proposte dei successivi progetti di ampliamento del Cimitero.
Si tratta dell’ingegner (Giovanni Battista) Giò Feroggio(4) (ingegnere di riferimento
dell’Amministrazione del Santuario per la manutenzione e le opere di completamento generali del cimitero ed il controllo dei conti negli ultimi anni
dell’Ottocento), dell’ingegner Carlo Maggia (già progettista della prima edicola
monumentale per la famiglia Sella), dell’ingegner Quinto Grupallo(5), che avrà la
meglio con le sue proposte sugli altri numerosi progetti per l’ampliamento del
Campo Aperto ed a cui si devono le due ali terminali dell’emiciclo centrale.
Le architetture di impostazione ancora Ottocentesca sono quelle realizzate nei primi
anni del secolo dall’ingegner Giò Feroggio per la famiglia Zina nel 1904 (n. 2 blu
in plan., all’interno del bosco lungo il secondo arco di cappelle), per Giovanni
Viglieno nel 1908 (n. 5 blu in plan., in posizione centrale dietro alla chiesa, posta
al centro dell’emiciclo, dietro alla cappella centrale, costruzione ora passata
all’Amministrazione del Santuario), quella per Giovanni Fogliano del 1911 (n. 8 blu
in plan., a levante sul primo terrazzamento a monte dell’emiciclo).
Alla stessa impostazione di impianto tradizionale appartengono ancora le cappelle progettate dall’ingegner Ferdinando Cocito di Torino nel 1906 per la famiglia
Serralunga, su incarico dell’Onorevole (Giovanni Battista) Giobatta Serralunga e
realizzata nel 1908, (n. 3 blu in plan., in posizione centrale a quota superiore alla
Cimitero Bosco, edicola famiglia Zina, progetto
dell’ing. Gio Feroggio, 1904
(l.b.)
Cimitero Bosco, edicola famiglia Trossi, progetto dell’ing. Quinto Grupallo, 1909
(l.b.)
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cappella Viglieno), dall’ingegner
Carlo Maggia per il Cavalier
Federico Petiva in memoria del
padre Pietro nel 1909 (n. 6 blu in
plan., in posizione centrale a quota
superiore dietro alla cappella
Viglieno), dall’ingegner Quinto
Grupallo per il cavalier Carlo
Trossi nel 1909 (n. 4 blu in plan.,
posta tra le due precedenti), dall’arch. Giulio Feroggio(6), figlio di Giò
Feroggio, per l’avvocato Mattia
Cridis nel 1915 (n. 12 blu in plan.,
nella parte alta del bosco), ed ancora dallo stesso progettista in collaborazione con l’ing. Coccino per la
famiglia Aimone Marsan, ora intestata alla famiglia Gilardino (n. 28
Cimitero Bosco, edicola famiglia Cridis, progetto delblu in plan., nella parte alta del
l’arch. Giulio Feroggio, 1915
(l.b.)
bosco).
Ancora degne di segnalazione per la impostazione classica e per la particolare
forma circolare la cappella Ferrua del 1920, progettista l’arch. Annibale Rigotti
(n.14 blu in plan., sul secondo livello di percorso) e la cappella per la famiglia
Cimitero Bosco, edicola famiglia Ferrua. In primo piano una scultura di E. Musso dell’edicola
Righetti
(m.c.)
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Gualino ad opera
dello scultore Pietro
Canonica, realizzata
nel 1922.
Le successive cappelle realizzate nel
Cimitero Bosco fino
agli anni Trenta,
mantengono caratteri di monumentalità,
ma, rispetto alle costruzioni dei primi
anni del secolo, si
inizia a percepire in
esse un nuovo originale linguaggio ar- Cimitero Bosco, edicola famiglia Serralunga, progetto dell’ing.
Ferdinando Cocito, 1908
(l.b.)
chitettonico.
Le linee si semplificano e la forza celebrativa viene ricercata non più attraverso la
decorazione applicata, quanto con la dimensione del manufatto ed attraverso il disegno compositivo. L’ingegnere Quinto Grupallo, già interprete della precedente
tipologia decorativa è protagonista di questa evoluzione del gusto e per questa sua
“modernità” sarà fortemente osteggiato dalla critica estetica del tempo, durante la
realizzazione delle cappelle Rivetti (n. 13 blu in plan., l’ultima a ponente sul primo
Cimitero Bosco, edicola famiglia Gualino, progetto dello scultore Pietro Canonica, 1922
(l.b.)
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terrazzamento a monte dell’emiciclo), ed Ugliengo (n. 10 blu in plan., la prima a
destra della cappella Viglieno centrale), costruzione avvenuta tra il 1914 ed il 1916.
In entrambe la decorazione scultorea é ridotta a elementi simbolici significativi, di
grande dimensione (per la cappella Rivetti da segnalare la scritta esterna in oro e la
decorazione della volta interna sempre in oro), le linee sono semplificate ed anticipano l’impostazione estetica successiva degli anni Trenta.
La vertenza relativa alla approvazione dei progetti vede contrapposto il parere del
Consiglio Edilizio locale e dell’Amministrazione del Santuario, che li avevano a suo
tempo approvati e della Commissione Artistica di Torino (Bistolfi, Bertea, Ferraris),
che li osteggiava per la eccessiva monumentalità e ne avrebbe pretesa la demolizione,
dopo aver imposto una riduzione in altezza. Le due architetture ci paiono oggi inserite a pieno titolo nel contesto ma la linearità, in anticipo sui tempi, e la novità compositiva devono essere sembrate inaccettabili per i difensori della tradizione all’epoca.
Nonostante questi attacchi o forse grazie alla popolarità che ne deve essere derivata
numerose furono le ulteriori cappelle progettate dallo stesso Grupallo.
A lui si devono le successive cappelle per la famiglia di Ottavio Boggio (n. 17 blu in
plan., sul secondo terrazzamento di ponente), per la vedova Zanon Dina Taverna (n.
18 blu in plan., nella parte alta del bosco) del 1925 e la cappella Pasini e Rossi del
1926 (n. 19 blu in plan., la terza sul primo terrazzamento a levante).
Nel 1914 le edicole-cappelle erano circa una decina, alla fine degli anni trenta diventano una trentina. Oggi tra cappelle e tumuli in terra, nel Cimitero Bosco, sono rappresentate una cinquantina di famiglie.
Cimitero Bosco, edicola famiglia Rivelli, progetto dell’ing. Quinto Grupallo, 1916
(l.b.)
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Cimitero Bosco, edicola famiglia Ugliengo, progetto dell’ing. Quinto Grupallo, 1914
(l.b.)
Progetti per l’ampliamento del Cimitero e per altre edicole
Già a partire dai primi anni del
secolo, in seguito al favore
riscontrato per la creazione del
nuovo cimitero e data la carenza
fin da subito emersa di spazi
ancora disponibili nel Cimitero
Inferiore si iniziò a pensare ad un
ampliamento.
Si susseguirono, nel tempo,
approvazioni contrastate di progetti diversi tra loro ad opera
dell’ingegnere (Giovanni) Giò
Feroggio (progetto del 1902),
dell’architetto Crescentino Caselli (progetto del 1921), dell’architetto Giulio Feroggio (progetto del 1926, basato su quello
precedente del padre), dell’ingegnere Quinto Grupallo
(progetti del 1926 e successivo
del 1932), dell’architetto Nicola
Mosso(7) di Torino, originario di
Graglia (progetto del 1930), con
Bosco, edicola famiglia Schneider, progetto delil coinvolgimento a giudizio Cimitero
l’arch. Nicola Mosso, 1929
(l.b.)
della competente Soprintendenza (allora Soprintendenza all’Arte Medioevale e Moderna). Il progetto che alla
fine prevalse, sebbene molto ridimensionato rispetto all’originale, e nonostante
l’opposizione della Commissione Artistica di Torino, che aveva dato parere favorevole al progetto di Nicola Mosso, fu quello dell’ingegnere Quinto Grupallo. A
lui si deve la costruzione avvenuta negli anni 1933-34, delle due testate di completamento delle Gallerie e l’ampliamento del Campo Aperto, oltre alla contemporanea già citata realizzazione di alcune delle cappelle monumentali.
A partire dagli anni Trenta e fino agli anni Cinquanta le costruzioni più interessanti del Cimitero Bosco si semplificano ulteriormente ed il linguaggio espressivo
ricerca il confronto con le correnti di pensiero caratteristiche del dibattito architettonico del tempo. Molti i progetti di qualità firmati da architetti non solo locali quale
quello dell’architetto di scuola torinese Nicola Mosso, realizzato per la famiglia
Schneider nel 1929 (n. 21 blu in plan., posizione della cappella retrostante la
Piramide Sella), caratteristico per la composizione non scontata e l’uso della pietra
lucidata in contrasto con il volume lasciato grezzo dell’edificio che, nella forma,
colloquia con la Piramide Sella posta di fronte.
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Si evidenzia anche il disegno dei progettisti milanesi Ravizza(8) (arch. Carlo Ravizza, ing. Carlo Ravizza), per i figli di
Albino Botto Poala, Federico, Ernesto, Eligio ed
Attilio, del 1952 (n. 34 blu
in plan., posto a sinistra
dell’edicola Serralunga),
caratterizzato dalla presenza di decori interni e
sculture decorative esterne che si integrano in un
Cimitero Bosco, edicola famiglia Botto Poala, progetto dell’arch.
insieme compositivo ricco
Carlo Ravizza e dell’ing. Carlo Ravizza, 1952
(l.b.)
e lineare.
Altro progetto milanese quello dell’architetto Michele Marelli(9), realizzato nel
1953 per Silvio Cerruti (n. 36 blu in plan., all’interno del bosco). Anche questo progetto si distingue per pulizia compositiva, per il disegno e la estrema cura dei dettagli e per la presenza di parti
scultoree che bene si integrano
con la struttura architettonica.
Le linee di questa costruzione
anticipano in modo sorprendente molti progetti “postmoderni” che hanno caratterizzato
la produzione di architetture a
partire dagli anni Ottanta ed in
particolare il Teatro del Mondo
di Aldo Rossi, un’architetturascenografia che richiedeva il
diritto al recupero dei segni del
passato in contrasto con le
forme anonime dell’International Style. I disegni di queste
costruzioni sono molto belli ed
il progetto di stampo decisamente moderno.
Accanto a questi autori di provenienza esterna si distinguono progettisti di rilievo locali
quali l’architetto Arturo RoCimitero Bosco, edicola famiglia Silvio Cerruti, progetto delsazza con progetti per la fami- l’arch. Michele Marelli, 1953
(l.b.)
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glia Pozzo del 1931 (n. 23 blu in
plan., nella parte alta del bosco) e
per il dottor Emilio Paschetto del
1953 (n. 35 blu in plan., seconda
cappella a levante sul primo terrazzamento a monte dell’emiciclo), il
geom. Candido Porta per il cavalier
Quintino Cerrruti del 1942 (n. 30
blu in plan., la prima a levante).
Alcune cappelle di nuova esecuzione
restano invece di stampo più tradizionale e si rifanno alle tipologie
monumentali precedenti: cappella Bianchetti, progetto ingegner G. B. Carra di
Torino del 1931 per Teresa De Lazzero Cimitero Bosco, edicole primo terrezzamento a Levante.
(l.b.)
vedova Bianchetti (n. 22 blu, in plan.,
lungo il secondo arco di cappelle), cappella della famiglia Righetti voluta da Giovanni Righetti
nel 1933, ad opera dello scultore Emilio Musso, realizzata dalle Fonderie Fratelli Chiampo di
Torino (n. 25 blu in plan., all’interno del bosco, lungo il secondo arco di cappelle) e infine quella della famiglia Poma ad opera del prof. architetto Boffa del 1938 (n. 29 blu in plan., posta a
levante sul primo terrazzamento a monte dell’emiciclo).
Cimitero Bosco, edicola famiglia Righetti, scultore Emilio Musso, 1933
(l.b.)
17
Cento anni ed oltre: l’ultimo ampliamento
Gli anni Sessanta segnano il trascorrere di un secolo di storia a partire dalla prima
ideazione del nuovo Cimitero. Se nel 1862 era stato valutato il possibile insediamento sul sito, a distanza di circa un secolo, un concorso per un ulteriore ampliamento sancisce l’immagine del Cimitero attuale.
Nel 1957 viene bandito un Concorso aperto agli architetti ed ingegneri del Piemonte
e della Lombardia e nell’anno successivo vengono valutati i progetti presentati.
La Commissione Giudicatrice é composta dagli Amministratori di Oropa, monsignor Giuseppe Botta, signor Augusto Chiorino, professor arch. Pietro Paolo
Bonora, dal professor Umberto Cuzzi di Torino, dal presidente dell’Ordine degli
architetti della provincia di Vercelli, ing. arch. Federico Maggia, dal rettore di
Oropa Pier Luigi Maffeo e presieduta dal professor arch. Giuseppe Pugno della
facoltà di architettura di Torino.
I progettisti partecipanti sono l’architetto biellese Alessandro Trompetto, con progetto presentato con motto “In pace Marie”, i milanesi architetti Franco Buzzi
Ceriani con motto “Mucrone” e Giorgio Madini Moretti con motto “Arcangelo” ed
infine i due progetti a firma di Mario Sola con motto “Vides” ed “Eitel 58”.
La Commissione scelse il progetto dell’ingegnere ed architetto Alessandro
Trompetto(10) di Biella, scartando le proposte degli altri tre concorrenti per la buona
integrazione raggiunta con il complesso esistente ed il carattere compositivo semplice e funzionale.
Concorso per la realizzazione del nuovo ampliamento. Il progetto vincitore dell’arch. Alessandro
Trompetto
18
Il progetto, con
forme lineari ma
in sintonia con il
complesso storico
preesistente, prevedeva un ampliamento a valle
del Campo Aperto. Viene concepita la costruzione di due nuove
ali simmetriche, a
prosecuzione dell’impianto originario dell’emiciCimitero di Oropa. Nuovo ampliamento, progettista Alessandro Trompetto,
clo, poste ad un 1967
(l.b.)
livello inferiore
ed a questo collegate da uno scalone monumentale centrale. I lavori interessanti lo
scalone centrale ed il solo fabbricato di ponente furono realizzati nel 1967 ed inaugurati nello stesso anno.
Il fabbricato di levante non è, ad oggi, ancora stato realizzato e la forma risulta in
qualche modo incompiuta e non finita.
Cimitero di Oropa. Nuovo ampliamento, Galleria superiore, progettista Alessandro Trompetto, 1967
(l.b.)
19
Per quanto riguarda la costruzione di nuove edicole famigliari nel Cimitero Bosco
si assiste, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, alla diffusione di un modello
anomalo ed antimonumentale costituito da edicole funerarie realizzate in foggia di
piccoli chalet.
Fanno riferimento a questa tipologia le cappelle per Alessandro Mosca, con progetto dell’ingegnere architetto Federico Maggia(11) del 1945 (n.31 blu in plan.,
nella parte alta del bosco), quelle per i conti Nomis di Cossilla del 1955 (n. 37 blu
in plan., nel bosco a ponente) ed i marchesi Solaro del Borgo del 1974 (n. 42 blu
in plan. nel bosco a ponente), realizzate su progetto a firma dell’architetto
Adalberto Borromeo di Milano e quella per la famiglia di Attilio Converso, a
firma dell’architetto Beppe Maggiora di Torino (n. 40 blu in plan., nel bosco a
ponente).
Le forme sono mutuate da quelle in uso per l’edilizia tradizionale residenziale,
quasi a volerne ridurre la carica celebrativa nella ricerca di una maggiore semplicità
espressiva. Anche i materiali utilizzati sono quelli localmente in uso per la costruzione di piccole abitazioni di montagna: i tetti sono in pietra, con struttura portante
in legno a vista, le porte di accesso sono in legno senza uso di inferriate scolpite,
viene utilizzato semplice intonaco per la finitura delle pareti al posto di rivestimenti a disegno in lastre di pietra.
Questo modello si esaurisce velocemente negli anni seguenti, forse per motivi legati alla durabilità del manufatto (intonaco e legno richiedono manutenzione più
costante della pietra), forse per un maturato chiarimento in merito a quanto ci si
aspetti da un monumento commemorativo che, per tipologia, non può essere assimilato all’edilizia residenziale.
Cimitero Bosco, edicola Alessandro Mosca, progetto dell’ing. arch. Federico Maggia, 1945 (l.b.)
20
Cimitero Bosco, edicola famiglia Converso, progetto dell’arch. Beppe Maggiora, 1968
(l.b.)
Le cappelle realizzate
successivamente fino
all’epoca attuale si
riconducono infatti
alla individuazione di
una nuova monumentalità, perseguita nella
forma, nell’uso di materiali imperituri e nel
disegno di prospetto,
senza rinunciare alla
ricerca del significato
di una architettura disposta a colloquiare
Cimitero Bosco, edicola famiglia marchesi Solaro del Borgo, progetto
con l’eternità.
dell’arch. Adalberto Borromeo, 1974
(m.c.)
A questa tipologia
fanno riferimento le cappelle più recenti: vedasi la cappella Aiazzone, progettista
architetto Giulio Carpano, realizzata nel 1986 (n. 47 blu in plan., la terza sul secondo terrazzamento a levante) o la cappella per Fernando Savio, progettista l’architetto Renato Boffa Ballaran, realizzata nel 1972 (n. 41 blu in plan., la prima sul
secondo terrazzamento a levante). A titolo di curiosità si evidenzia infine la cappella Magliola, del 1931 (n. 24 blu in plan., al centro del bosco), che è straordinariamente simile alla cappella della famiglia Giordani Antonelli, realizzata in stile lombardo a Roma, nel Cimitero del Verano.
Cimitero Bosco, edicola famiglia Aiazzone, progetto dell’arch. Giulio Carpano, 1986
(l.b.)
Cimitero Bosco, edicola famiglia Savio, progetto
dell’arch. Renato Boffa Ballaran, 1972
(l.b.)
21
Note
(1) Ernesto Camusso, torinese. Il Camusso è progettista anche della Cappella di San Giuseppe, in fondo alla passeggiata omonima, costruita nel 1875. Del suo progetto per il Cimitero di Oropa esiste ampia documentazione presso l’Archivio del Santuario.
(2) La numerazione delle cappelle nella planimetria segue l’ordine cronologico di costruzione per permetterne una
lettura delle diverse tipologie e caratteristiche costruttive che si sono succedute; si parte dal numero 1 per la
cappella monumentale Sella, la prima ad essere stata realizzata, fino all’ultima realizzata in ordine di tempo,
la numero 49 di proprietà della famiglia Ferraris.
(3) Carlo Maggia. Nato a Biella nel 1834, morto ivi nel 1921. Nipote di Giovanbattista Maggia (Biella 17571819). Misuratore delle Regie Patenti, diresse i lavori della Sacrestia del Duomo. Presidente della Deputazione
Provinciale di Novara, maggiore autorità della provincia che comprendeva Biella e Vercelli. Consigliere comunale, fece nominare l’ing. Beruto come progettista del primo Piano Regolatore di Biella.
(4) Giò Feroggio. Nato a Camburzano nel 1850, morto ivi nel 1924. Progettista locale, appartiene ad una stirpe di
costruttori, impresari, ingegneri, architetti biellesi. Nipote di Giovanbattista Feroggio (Camburzano 17231797), uno dei più importanti architetti del secolo (Parrocchia di San Germano Vercellese 1754-1764, Chiesa
dello Spirito Santo a Torino 1764-1767, Santa Caterina di Asti 1766-1773, ricostruzione del Teatro di
Carignano di Torino 1796), il cui figlio e padre dell’autore citato, fu architetto della Reale Accademia delle
Scienze di Torino e lavorò successivamente in Francia. Giò Feroggio fu professionista di riferimento per
l’Amministrazione del Santuario di Oropa; per lungo tempo curò la direzione dei lavori e la contabilità delle
opere di completamento dell’emiciclo centrale principale. Suo figlio Giulio Feroggio prosegue nella attività di
progettista e promuove il completamento delle ali laterali di ampliamento del Cimitero, sulla base del progetto paterno (non realizzato).
(5) Quinto Grupallo. Nato a Bioglio nel 1867, si spense a Biella nel 1957. Varie sono state le costruzioni civili ed
industriali nel Biellese da lui realizzate nella prima metà del Novecento. Fu delegato di parte comunale all’interno dell’Amministrazione di Oropa, collaboratore di P. Carlo Mino. per gli sviluppi della Piccola Casa del
Cottolengo in Biella.
(6) Giulio Feroggio. Nato a Biella nel 1899, si spense ad Occhieppo Inferiore nel 1975. Progettista locale, figlio
di Giò Feroggio.
(7) Nicola Mosso. Nato a Graglia nel 1899, morto a Torino nel 1986. Diresse lo studio di Michele Frapolli, partecipò alle correnti del futurismo con Oriani e Fillia pubblicando progetti su riviste come “Stile Futurista” e
“Casabella”. Si avvicinò all’Art Nouveau e poi all’espressionismo (chiesa del SS. Redentore di Torino con
struttura-forma a cristallo, progettata con il figlio Leonardo e con Livio Norzi). Nel Biellese, negli anni Trenta,
ha progettato numerose importanti architetture tra cui la sede dell’Unione Industriali, la stazione di Cossato,
la Casa Cervo. Nel 1933 si distingue alla V Triennale di Milano vincendo il primo premio nel contesto del
padiglione degli architetti piemontesi. Negli ultimi anni si dedicò più ai concorsi ed alle ricerche che non alla
committenza professionale: concorsi per il Liceo Scientifico (1960) e per il Teatro Lirico (1959, primo premio) di Alessandria, studi sulla Torre di Pisa e sul soleggiamento, oltre alla partecipazione con il figlio e con
Aloisio alla progettazione delle Vallette e di diverse architetture religiose (Pavignano, Ternengo).
(8) Carlo Ravizza. Ingegnere milanese, noto a livello locale per aver progettato la Piscina Rivetti donata nel 1958
da Guido Alberto Rivetti alla città di Biella, in memoria del figlio Massimo.
(9) Michele Marelli, architetto milanese. Altra edicola funeraria dello stesso autore è presente a Barzanò Brianza,
per la famiglia Figliodoni, citata come saggio di architettura cimiteriale nelle pubblicazioni sulle Arti
Decorative, Università degli Studi di Roma Tre, Biblioteca Arti, sezione architettura, “Enrico Mattiello” 1927.
(10) Alessandro Trompetto. Nato a Biella nel 1901, morto ivi nel 1978. È autore di numerosi palazzi in Biella, in
particolare nel quartiere degli affari, della chiesa della Madonna Pellegrina al Villaggio Lamarmora, di edicole funerarie al Cimitero di Biella e del Palazzo della Regione Autonoma della Valle d’Aosta ad Aosta.
(11) Federico Maggia. Nato a Biella nel 1901, morto ivi nel 2003. Bisnipote di Giovanbattista Maggia, nipote di
Carlo Maggia, appartiene ad una famiglia di quattro generazioni di progettisti locali che operarono sul terri-
22
torio a partire dal 1789. Ingegnere, ottenne la laurea in architettura a Torino nel 1925, si firmò sempre dott.
ing. Federico Maggia, architetto. Allievo dell’arch. Chevalley e del prof. Colonnetti, fu compagno di studi di
Gino Levi Montalcini. Ha operato professionalmente a Biella per settanta anni (dal 1925 al 1985, fino all’età
di 84 anni), realizzando edifici residenziali (Casa in Via Cavour, Casa Vitale, Casa Boglietti), edifici industriali, edifici civili tra cui la casa per dipendenti comunali a Biella in Via Tripoli, i Bagni Pubblici (ora demoliti), l’Albergo Savoia al Mucrone e moltissime opere di vario genere nei comuni del Biellese: Andorno,
Vallemosso, Cossato. Ha progettato edifici in Asia, America, Australia. Fu presidente dell’Ospedale dal 1961
al 1970, componente della Commissione Edilizia per più di 40 anni. Ha realizzato il nuovo PRG di Biella con
Levi Montalcini e Morelli. Amico di Giò Ponti amò lo stile razionale del “Novecento”. Nel 1996 ha istituito
in collaborazione con l’Ordine degli architetti locali (presidente la sottoscritta) e con la Fondazione Sella il
Premio Concorso Federico Maggia per promuovere l’opera prima di un giovane architetto, a ricordo della fatica professionale dei suoi primi anni di studio.
Fonti d’Archivio
Archivio Santuario di Oropa
Archivio “Sala Biella”, Biblioteca Civica di Biella
Bibliografia
Il Cimitero di Oropa: regolamento e tariffe, Biella, Tipografia Amosso, 1920.
Regolamento e tariffa per la concessione dei tumuli nel Nuovo Cimitero dell’Ospizio di Oropa, Biella, Tipografia
Amosso, 1877.
Ampliamento del Cimitero di Oropa, in Biella, anno 1, n. 12, 1963.
Autori vari, Oropa, in Illustrazione Biellese, anno V, n. 7, 8, 9, settembre 1935.
Bocchietto Luisa, Coda Mario, Gavazzi Carlo, Il Cimitero Monumentale, in “Tesori di Oropa” a cura di Paolo
Sorrenti, Regione Piemonte/Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa, Gaglianico 2005.
Bessone Angelo Stefano, Storia di Oropa dal XIII al XIX secolo, Biella Centro Studi Biellesi, Tip.Toso, 1970.
De Fusco Renato, L’Architettura dell’Ottocento, Collana di Storia dell’Arte Italiana, UTET, Torino 1980.
Grupallo Silvio, Considerazioni sulla professione dell’ingegnere e dell’architetto, Accademia di Oropa, Atti del 1°
Convegno, 1954.
Mallè Luigi, Le arti figurative in Piemonte dalle origini al periodo romantico, Torino, Stamperia Artistica
Nazionale, 1962.
Olivero Eugenio, La chiesa dello Spirito Santo in Torino ed il suo architetto Giovanni Battista Feroggio, Rassegna
Mensile Municipale, Torino 1912.
Roccavilla Alessandro, L’Arte nel Biellese (Rinaldo Allara Editore, Biella 1905); ristampa anastatica della Libreria
Vittorio Giovannacci, Biella, 1982.
Seira Pier Enrico, Una città nella città, Rivista Biellese n.1, gennaio 1988.
Seira Pier Enrico, I ricordi di Federico Maggia, Rivista Biellese, n.2, aprile 2001, pag.17-28.
Trompetto Mario, Storia del Santuario di Oropa, Unione Biellese, Biella 1974.
Trompetto Mario, Oropa in Biella, Unione Biellese, numero unico, 1968.
Trompetto Mario, Le cappelle di Oropa in Vie del Biellese, edizione de Il Biellese, 1954.
Torrione Pietro - Crovella Virginio, Il Biellese. Ambiente, uomini, opere, Centro Studi Biellesi, Ed. Unione Biellese,
Biella 1963.
Torrione Pietro, Artisti Biellesi, in Biella, anno 3, n. 2, 1965.
Valz Blin Remo, Famosi impresari del secolo XIX, in Biella, anno 5, n. 2, 1967.
Per la ricerca relativa alle edicole familiari sono state consultate tutte le cartelle conservate nell’Archivio del
Santuario d’Oropa suddivise per nominativo dei richiedenti le Autorizzazioni a costruire (elenco proprietari delle
Concessioni). Alcune cartelle risultano mancanti.
Sono stati consultati inoltre i documenti, sempre depositati presso l’Archivio del Santuario d’Oropa, relativi a tutte
le opere inerenti il nuovo Cimitero di Oropa (creazione, modifiche, concorsi, resoconti dei lavori, carteggi, documenti amministrativi).
Testo di riferimento è stato “Storia del Santuario di Oropa” di Mario Trompetto che a sua volta attinge dalla stessa fonte d’Archivio.
Ringrazio Mario Coda per la pazienza con la quale mi ha permesso l’accesso alle suddette fonti di ricerca.
23
Architetture
Anno costruzione
Famiglie titolari di concessione
Progettista
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Sella (Quintino)
Zina (Giuseppe)
Serralunga (On. Comm. Giobatta)
Trossi (Cav. Carlo)
Ex Viglieno (Giovanni) ora Santuario
Petiva (Cav. Federico)
Maggia (Andrea)
Fogliano (Giovanni)
Bona (Comm. Basilio)
Ugliengo (Cav. Fortunato)
Bona (On. Eugenio)
Cridis (Avv. Mattia)
Rivetti (Giuseppe e figli)
Ferrua (Piero e Clelia)
Gallo (Comm. Emilio)
Gualino (Cav. Carlo)
Boggio (Franco)
Zanon (vedova Dina Taverna)
19
20
21
22
23
Pasini e Rossi
Personali
Schneider (Comm.Giovanni)
Bianchetti (vedova De Lazzero Teresa)
Pozzo (Geom.Ettore)
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25
26
27
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29
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31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
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45
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47
48
49
Magliola (Emilio)
Righetti (Giovanni)
Vellano (Avv. Giovanni)
Pria (Antonio)
Gilardino (Alfredo)
Poma (Giuseppe)
Cerruti (Cav. Quintino)
Mosca (Alessandro)
Pertusi (Prof. Camillo)
Casaccia – Craveri
Botto Poala (Fratelli fu Albino)
Paschetto (Dott. Emilio)
Cerruti (Comm. Silvio)
Nomis di Cossilla (Conte Gianluigi)
Sella (Alfonso)
Sella (Luca e Gianluca)
Converso (Attilio)
Savio (Fernando)
Solaro del Borgo (Marchese)
Sella (Giorgio)
Tonella (Ermanno)
Chiorino (Augusto)
Jahn (Renato)
Aiazzone (Giorgio)
Zanone (Luciano)
Ferraris (Francesco)
Ing. Carlo Maggia
Ing. Giò (Giovanni) Feroggio
Ing. Ferdinando Cocito – TO
Ing. Quinto Grupallo
Ing. Giò (Giovanni) Feroggio
Ing. Carlo Maggia
Scultore Edoardo Rubino
Ing. Giò (Giovanni) Feroggio
Ing. E. Bonelli
Quinto Grupallo
Cesare Biscarra -TO
Arch. Giulio Feroggio
Ing. Quinto Grupallo
Arch. Annibale Rigotti
Scultore Gino Piccioni
Scultore Pietro Canonica
Ing. Quinto Grupallo
Ing. Quinto Grupallo
ampliamento Geom. Remo Valz Blin
Ing. Quinto Grupallo
Capomastri Ramella e Romano
Arch. Nicola Mosso – TO
Ing.G.B.Carra – TO
Arch. Arturo Rosazza – Pavignano
con Geom. Rosazza Manuel Antonio
Arch. Giulio Feroggio
Scultore Emilio Musso
Ing. Giuseppe Vellano
Geom.Pietro ed Alberto Anderi
Arch. Giulio Feroggio con Ing.Coccino
Prof. Arch. C. Boffa
Geom. Candido Porta
Arch. Ing. Federico Maggia
Geom. Candido Porta
manca documentazione
Ing. Carlo Ravizza, Arch.Carlo Ravizza – MI
Arch. Arturo Rosazza – Pavignano
Arch. Michele Marelli – MI
Arch. Adalberto Borromeo – MI
Geom. Franco Rosazza
–
Arch. Beppe Maggiora – TO
Arch. Renato Boffa Ballaran
Arch. Adalberto Borromeo – MI
–
Arch.Graziosi e Mancini – TO
manca documentazione
marmista Pietro Rosso
Arch. Giulio Carpano
Geom. Fassina - Tollegno
Arch. Giulio Carpano
1931
1931
1933
1934
1935
1935
1938
1942
1945
1946
s. d.
1952
1953
1953
1955
1967
s. d.
1968
1972
1974
1977
1977
1978
1978
1986
1988
1996
Ing. Ernesto Camusso
Ing. Quinto Grupallo
Arch. Alessandro Trompetto
1871
1934
1967
A Emiciclo Centrale
B Ampliamento ali laterali
C Ampliamento concorso
1884
1904
1908
1909
1909
1909
1910
1911
1912
1914
1914
1915
1916
1920
1922
1922
1925
1925
1957
1926
1927
1929
1931
Tombe con sculture
A - Ajmonino (O. D’Elia o A. Rossi)
B - Ciarletti (C. Betta)
C - Caneparo (G. Coda Comotto)
D - Simonetti (S. Vigna)
E - Bottinelli (G. Bottinelli)
F - Crosa (S. Caneparo)
G - Coda Cap (V. Audagna)
H - Gastaldi (S. Argenti - L. Bottinelli)
I - Ajmone Gibel (G. Bottinelli)
J - Zaffagnini (G. Bottinelli)
K - Carpano Maglioli (G. Piccioni)
L - Uberti (C. Fumagalli)
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M - Moretti (G. Bottinelli)
N - G.B. Bona (G. Bottinelli)
O - A. Ramella (O. Tabacchi)
P - Cantono e Bagnasacco (O. Tabacchi?)
Q - Canepa (L. Bistolfi)
R - Ripa - Ronco - Botto Baldo (C. Cappello)
S - E. Bona (C. Biscarra)
T - Serralunga (L. Bistolfi)
U - Righetti (E. Musso)
V - Maggia (E. Rubino)
Z - Gallo (G. Piccioni)
Carlo Gavazzi
Le sculture e le pitture del Cimitero di Oropa
Il Cimitero di Oropa al pari di molti altri cimiteri italiani è definito “monumentale”
per le caratteristiche generali della sua struttura e per l’abbondanza di sculture di
pregio. L’interesse e l’apprezzamento per la scultura funeraria, assai vivi
nell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, diminuirono poi drasticamente:
negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo era opinione diffusa che opere come
quelle contenute nella “piccola Staglieno” oropense fossero degne di ben poco interesse. Poi la tendenza si è invertita, e oggi si moltiplicano studi, pubblicazioni e visite guidate ai cimiteri.
Al lettore scettico, che ritiene tuttora che le statue funerarie siano manufatti di scarsa
utilità, esteticamente irrilevanti e privi di reali collegamenti col mondo dei vivi, sarà
bene ricordare uno dei più grandi miti dell’Europa post-classica, un mito che per quattro secoli ha visto drammaturghi, romanzieri, librettisti d’opera, musicisti e pittori
creare opere immortali: quello di Don Giovanni, rovesciamento in chiave controriformista del mito greco di Pigmalione. In esso una scultura funeraria - il Commendatore
ucciso da Don Giovanni - invitata a cena per irrisione ritorna a suo modo a vivere indirizzando a proprio piacimento il corso degli eventi fino alla tragica conclusione: la
morte e la dannazione del protagonista
punito per i suoi peccati.
La statua del Convitato di pietra segue la
storia della scultura funeraria dell’Occidente: Tirso de Molina la situa nella
cappella di una chiesa, Molière in un’edicola all’aperto, Lorenzo da Ponte nel
libretto per Mozart in un cimitero,
“luogo chiuso con diverse statue”. Un
cimitero, alla sommaria descrizione, non
dissimile da quello di Oropa. Il visitatore di quest’ultimo ammiri perciò le sculture, pensi alle innumerevoli vicende
liete e tristi che si intrecciano e si celano
dietro quelle figure di bronzo e di
marmo, ma si guardi bene dall’invitarle a
cena! Non si sa mai.
Accanto ad architettura, scultura e pittura un ultimo, ma non trascurabile, motivo di interesse che
il camposanto di Oropa presenta sono le epigrafi.
Soprattutto le lapidi ottocentesche e quelle del
Alcune sepolture nel Campo Aperto di levante
(c.g.)
25
O. D’Elia o A. Rossi, tomba Ajmonino, particolare
(l.b.)
primo Novecento ne sono ricche: esse raccontano al
visitatore storie a volte drammatiche (come per chi
cadde sulle soprastanti montagne o per chi combatté)
e a volte quiete (come per chi lavorò come apprezzato cameriere fin quando passò a miglior vita), e gli
permettono di gettare uno sguardo sulle abitudini e
sulle idee di società che, quantunque precedano di
poche generazioni quella attuale, ci paiono oggi lontanissime: chi riposa in pace a Oropa affrontò da vivo
problemi quali l’angosciante scelta fra Francia e Italia
cui furono obbligati coloro che erano nati in Savoia al
momento della cessione di quest’ultima a Napoleone
III, come apprendiamo dall’epigrafe di un defunto
che, nato a Chambéry e morto a Biella, “SDEGNANDO BLANDIZIE FRANCESI / PRESCELSE
MORIR ITALIANO”.
Nel testo che segue il segno + significa “data di
morte”. Con il termine “marmo” si intende “marmo
bianco” salvo diversa indicazione. Se non viene specificato l’autore di una scultura significa che quest’ultima non è firmata oppure, se vi sono firme, esse non
sono visibili nell’attuale collocazione. Talora però
l’autore di sculture non firmate è noto grazie a pubblicazioni o alla documentazione conservata nell’archivio del Santuario. La situazione descritta è quella del
2006. Le lettere maiuscole fra parentesi permettono di
rintracciare le principali opere sulla planimetia.
Iniziamo la visita dalle tombe in terra del campo semicircolare,
e partiamo dalla metà orientale (“Campo Aperto di Levante”).
Anna Cerolini (suor Arcangela): altorilievo in marmo. E’ un tondo con un fine
ritratto di profilo. C’è inoltre una croce in marmo datata Biella 1886 con fiori e un
nastro sul quale è la dedica A SUOR ARCANGELA / LA CITTADINANZA (Vedi
epigrafe integrale a pag. 83).
Carlo Ajmonino (bimbo, + 1883): grande tutto tondo in marmo (in plan., A verde). Un
angelo a grandezza naturale tiene il bimbo in mano e poggia su un complesso supporto
con quattro teste d’angeli. Il soggetto si rifà alla tomba Pallestrini di Vincenzo Vela, già
al Cimitero Monumentale di Torino e ora alla Galleria d’Arte Moderna di tale città; il
valore artistico non è certo pari a quello del modello. L’opera è attribuita a Odoardo
D’Elia da un articolo di giornale (NN 1885), il cui estensore ammirò il gesso nello studio torinese dello scultore e scrisse che costui lo stava “già eseguendo in marmo a proporzione del vero”. Ma benché quanto vediamo a Oropa collimi perfettamente con la
descrizione del giornalista e il cognome del bimbo sia lo stesso, l’angelo è firmato “A
Rossi / 1891 (?)” Torino. Forse D’Elia non portò a termine il lavoro ed esso fu terminato sei anni dopo da Rossi, magari con alcune varianti tali da giustificare la sua firma
sul manufatto? O l’opera di D’Elia non fu accettata dai committenti?
26
Famiglia Ciarletti Francesco: tutto
tondo in bronzo raffigurante un busto
(con braccio e mano) di donna in atteggiamento pensieroso (in plan., B verde).
E’ firmato e datato “C. Betta - 916”.
Non si tratta di un ritratto: un bronzo
identico è sulla tomba Avandino del
Cimitero Monumentale di Torino.
Don Pietro Magri (+ 1937), noto musicista: il ritratto è un tondo ad altorilievo in
bronzo compreso entro un altro altorilievo bronzeo raffigurante rami di quercia.
(Vedi foto a pag. 66).
Crescenza Real (+ 1890): piccolo monumento in
marmo con un elegante bassorilievo (croce, clessidra alata, due faci) .
Clerici Vittoria (+ 1900): lapide in marmo con
altorilievo che presenta una figura femminile in
ginocchio e alberi, uno dei quali altissimo (soggetto presente in tombe della stessa epoca in vari
cimiteri biellesi).
C. Betta, tomba Ciarletti
(c.g.)
Magliola Alberto (+1905), neonato: piccolo sarcofago marmoreo con ornati.
Emma Ferrero Magliola (+1926) e Ing.re Lorenzo Magliola (+1932): crisantemi e croce ad altorilievo
in bronzo.
Famiglia Canepa Marco (+ dal 1870 al 1894): struttura architettonica marmorea in stile gotico fiorito
firmata Bottinelli L.
Don Chiappa Enrico (+1879): struttura in pietra grigia con una rosa ad altorilievo.
Caneparo Stefano (+1895): struttura in marmo con ornati ad altorilievo (fronde,
face, àncora, croce) entro cui vi è una lapide in pietra verde con un’interessante epigrafe, firmata “C. Comotto G.ni / Biella” (in plan., C verde). Essa sormonta un
ritratto maschile ad altorilievo
in marmo non firmato, che dovrebbe esser dovuto anch’esso
al Coda Comotto: peraltro nel
progetto conservato nell’archivio del Santuario il ritratto non
è in basso bensì in cima all’intera struttura, che pare dunque
essere stata vittima di un crollo
e poi ricomposta in altro modo.
G. Coda Comotto, tomba Caneparo, particolare
(c.g.)
Maddalena Rondani, morta di
parto: struttura in marmo con
27
epigrafe (vedi a pag. 87) e ornati - fra cui due faci - entro la quale è un ovale in
marmo con un ritratto ad altorilievo assai fine. La tomba è datata 1878 - un anno
dopo l’inaugurazione del cimitero - ed è dunque fra le più antiche.
Bertello Luigi da Airasca, data non visibile, e Anna Maria (+1880): croce marmorea con eleganti rose
ad altorilievo.
Famiglia Lombardi (+ dal 1927 al 1951): sarcofago marmoreo con raffinati ornati floreali. Due croci
e la scritta FAMIGLIA LOMBARDI sono a mosaico blu.
Passiamo alla metà occidentale del campo semicircolare
(“Campo Aperto di Ponente”)
Prof. Simonetti D. Antonio (+1907): l’espressivo busto a tutto tondo in bronzo con
ornati, poggiante su un basamento di sienite, è firmato S. Vigna (in plan., D verde).
Una tomba senza nome né data, con una foto sbiadita, è sormontata da un tutto
tondo in marmo: una fanciulla a braccia conserte a figura intera con delle rose. La
defunta è Angelina Clerici e lo scultore è Giuseppe Bottinelli, come sappiamo dal
progetto - datato Torino 1891 - consistente in un pregevole disegno a colori della
tomba, in esso definita “monumentino”.
Mario Lombardi Clerici (+1915): lapide in marmo con ornati, lunga epigrafe e un altorilievo raffigurante un angioletto e una bara. La firma è di L. Bottinelli.
Lina Delpiano (+1916): angioletto in marmo a tutto tondo su una struttura a falsi blocchi di roccia
(elemento non raro nelle tombe dell’epoca, sovente - non qui - utilizzato per raffigurare il Calvario).
S. Vigna, tomba di don Simonetti, particolare
(m.c.)
28
Famiglia Bottinelli: vi è sepolto il “Cav.
Prof. Giuseppe Bottinelli Scultore” nato
il 23-5-1865 e morto il 12-3-1934, massimo scultore biellese dell’epoca e autore del tutto tondo in bronzo a grandezza
naturale che costituisce una originale
commistione fra ritratto e figurazione
allegorica, come si evince dal sottostante cartiglio con fiori: una vecchia Giovanna, la madre dell’artista, morta
nel 1900 - fila e un angelo recide il filo
(in plan., E verde). E’ firmato “G.
Bottinelli fece”. A lato vi è il busto
bronzeo a tutto tondo di Luigi Bottinelli,
padre di Giuseppe, anch’egli scultore e
autore di alcune tombe di questo cimitero. Tale busto, firmato dal figlio, fu rubato nel 2002; ritrovato, è stato restaurato
dalla famiglia e ricollocato al suo posto.
Tomba Bottinelli (G. Bottinelli) e, più indietro, tomba Neri (R. Rota)
(m.c.)
Neruccio Neri morto nel 1919 a 11 anni: il pregevole ritratto a tutto tondo in bronzo è firmato “Romeo Rota / Milano 1920”.
Capitano Costantino Crosa morto nel 1918, Medaglia d’Oro al Valor Militare: un
tondo in bronzo presenta l’espressivo e mosso ritratto a bassorilievo firmato “S.
Caneparo” - forse l’opera migliore dello scultore - e un altorilievo in bronzo comprendente croce e cartiglio con epigrafe (in plan., F verde). Essi furono rubati nel
2002: il tondo, fortunatamente ritrovato, è stato ricollocato al suo posto insieme a
un nuovo cartiglio bronzeo (vedi foto a pag. 62).
Avv. Leopoldo Cambieri (+ 1893): il monumento in sienite è sormontato da un
busto in marmo firmato “G. Bottinelli” (Trompetto 1974, pag. 418).
Anton Dante Coda (+1959), Giovanni Coda Cap (+1946) e Maria Gremmo
(+1952): il Cristo benedicente, tutto tondo in bronzo a figura intera, è firmato
“AVDAGNA” (in plan., G verde). Quest’opera dalla modellazione asciutta e rigorosa è più interessante e pregevole del portale destro della chiesa nuova di Oropa,
anch’esso dovuto a Virgilio Audagna (vedi foto a pag. 61).
Tomba Cappio: i due bassorilievi bronzei con i ritratti di Cappio Celestina (+ 1923)
e Bartolomeo (+ 1932) accompagnati da rose sono entrambi firmati R. Rota.
Graziella Schiagno (+2000): Pietà ad altorilievo in bronzo.
SODALES ORATORII S. PHILIPPI (+ dal 1884): altorilievo in marmo (cuore infiammato, stelle,
gigli, nastro). Il disegno a matita del prospetto di questo monumento, conservato nell’archivio del
Santuario, reca il timbro “Meliga Giovanni / Geometra”.
29
Tombe Simonetti (S. Vigna, in primo piano), Gurgo (G. Bottinelli, a sinistra) e Gastaldi (S. Argenti, a
destra)
(m.c.)
Padre Agostino Gurgo, Superiore dei Filippini in Biella (+1892): il busto marmoreo
datato 1883 non è firmato ma è attribuito a G. Bottinelli da Trompetto 1974. Poggia
su un basamento in sienite; vi è pure un altorilievo in bronzo (libro aperto e croce).
Più di altri questo marmo pare soffrire l’esposizione agli agenti atmosferici.
Maglioli D. Nicola (+1895): angioletto a tutto tondo in marmo.
Padre Carlo Gastaldi, Filippino (+1873): espressivo busto in marmo firmato
“Stefano Argenti / Torino 78” su basamento pure in marmo firmato Bottinelli L.
(in plan., H verde).
Genta Giovanna (+1924): altorilievo in marmo traforato (croce, cartiglio, fiore).
Genta Giovanni (+1924): altorilievo simile (croce, cartiglio, fronde). Rilievi di questo genere erano
numerosi un tempo nel cimitero di Oropa: alcuni sono stati distrutti per scaduta concessione alla fine
degli anni Ottanta del XX secolo.
Lina Delpiano (+1916): angioletto a tutto tondo in marmo poggiante su struttura a falsi blocchi di roccia.
Esaminiamo il muro di sostegno del porticato semicircolare (“Androne di
Levante”) cominciando dalla metà orientale e procedendo da Est verso Ovest
Famiglia Giovanni Lora Marzé (secondo o terzo decennio del XX secolo?): altorilievo in marmo con
Cristo morto e Vergine firmato M. Perino. Il marmo bianco appare bruno perché colorato con ruggine, secondo una tecnica tipica di questo scultore.
30
Famiglia Aimone Gibel: altorilievo
in bronzo: quattro angeli quasi a
grandezza naturale, due tondi con
ritratti firmati rispettivamente “G.
Bottinelli 1924” e Bottinelli,
Crocifisso e festoni di rose (in
plan., I verde). E’ una fra le migliori opere di Giuseppe Bottinelli.
Lapide in marmo grigio firmata
Vercellotti su cui sono applicate otto
lapidi in pietra verde (una è mancante:
defunti delle famiglie Reda, Dionisio,
Orso, Cucco etc. + dal 1920 al 1946) e
una cornice a bassorilievo.
Ten. Mario Cucco (+ 1918): l’altorilievo in bronzo con il ritratto
comprende l’epigrafe. Si tratta
dell’Alpino Medaglia d’Argento
al Valor Militare commemorato a
Biella, nella piazza a lui intitolata,
da un monumento di Giovanni
Cantono (vedi foto a pag. 62).
G. Bottinelli, tomba Zaffagnini
(c.g.)
Lapide in marmo grigio firmata Vercellotti su cui sono applicate otto lapidi in pietra verde (defunti
delle famiglie Berck, Comerro, Masserano, Dionisio, Viale, Rosi etc.) e una lapide con elegante altorilievo (festone e due nastri con croce).
Teresa Maina: bassorilievo in bronzo comprendente il ritratto firmato Nori G. e l’epigrafe. Terzo o quarto decennio del XX secolo?
Angiono Francesco (+ 1963), Gioachino (+ 1903) e Anna (+ 1969): la lapide marmorea presenta un
elgante stemma inciso e colorato in nero.
Paolo Buisson (1813-1891): la sua lapide in pietra grigia con incisioni colorate in oro, cui è applicata
una corona di fiori in ceramica, reca un’interesante epigrafe (vedi a pag. 81).
Famiglia Conte Fantoni di Vigliano: sulla lapide in marmo grigio firmata F. Bider sono applicate dieci
lapidi in pietra verde con ornati.
Alla stessa altezza sul fronte della cappella la lapide marmorea di Gio. Francesco De Caroli (+ 1879)
presenta un’elegante cornice incisa e ornati pure incisi, fra cui una clessidra alata, nonché una lunga
epigrafe.
Passiamo alla metà occidentale del muro (“Androne di Ponente”)
procedendo da Est verso Ovest
Famiglia Giuseppe Venanzio Sella: la lapide presenta un’epigrafe a mala pena leggibile (vedi a pag.
84). Il medesimo testo compare a Chiavazza nell’epigrafe sulla tomba della famiglia di Antonio Ceria.
Acquadro Gio. Secondo (+ 1887), “CONTROLLORE DEMANIALE”: la lapide marmorea ha una
pregevole cornice incisa con ornati (fronde d’edera) e contiene una lunga epigrafe (vedi a pag. 81).
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Clementina Valle: l’epigrafe
è elegantemente graffita su
una lapide in marmo grigio
insieme a un Chrismòn nel
quale si legge IN CHRISTO
BIBAS. Il lungo testo è un
buon esempio di un gusto
oggi quanto mai superato; la
firma è M. Perino. (vedi a
pag. 88).
Clotilde Zaffagnini (+
1923), professoressa di
pianoforte: lapide in
bronzo con un finissimo
ritratto frontale (soluzione poco comune
M. Perino, tomba di Giovanni Cucco
(c.g.)
nella scultura funeraria)
a bassorilievo nonché edera e rose ad altorilievo (in plan., J verde). E’ firmata G.
Bottinelli: pur di piccole dimensioni, è una fra le opere più pregevoli del cimitero.
Vercellone Carolina (+ 1936) e Gurgo Domenico (+ 1930): due ritratti in un unico
bassorilievo bronzeo firmato S. Caneparo.
Famiglia G. B Coda (+ dal 1916): sulla lapide in marmo grigio firmata Vercellotti sono applicate otto
lapidi in pietra verde e un fine altorilievo in marmo con figura femminile in preghiera e croce che
potrebbe essere anteriore al resto della struttura.
Famiglia L. Ramma: sulla lapide in marmo grigio firmata Vercellotti sono applicate varie lapidi in pietra verde. Notevole la tragica epigrafe di Maria Ramma. (vedi a pag. 87).
Ing. Prof. Giovanni Cucco (+ 1923): espressivo ritratto ad altorilievo (quasi tutto
tondo) in marmo con epigrafe in latino firmato M. Perino.
Sulla lapide in marmo grigio della famiglia Gambarova firmata F. Bider sono applicate nove lapidi in
pietra verde con cornice a bassorilievo ed epigrafi incise nonché due lastre anch’esse in pietra verde
con faci a bassorilievo. L’epigrafe principale è del 1918 e l’opera dovrebbe risalire a tale periodo anche
se le date di morte partono dal 1886.
Sulla lapide in marmo grigio delle famiglie Guala - Capirone - Mosca firmata VercellottiI sono applicate nove lapidi in pietra verde (+1917-1938) una delle quali con croce, nastro e festone ad altorilievo. Da notare l’epigrafe di Ermanno Guala (vedi a pag. 84).
La lapide in marmo grigio delle famiglie Gambarova - Citterio è anch’essa firmata Vercellotti ma lo
stile delle otto lapidi in pietra verde ad essa applicate è decisamente diverso: si rifà a quello in voga
nell’Era Fascista (del resto la data più antica è il 1922) sia nelle sobrie cornici, sia nelle epigrafi, non
incise ma costituite da lettere bronzee applicate - così come la croce patente anch’essa bronzea.
Fra altre lapidi, è notevole per l’epigrafe incisa e colorata in nero quella che si augura che “NOSTRA
SIGNORA D’OROPA / IMPARADISI NELLA PACE ETERNA / L’INDUSTRIALE GIOVANNI
LANZONE…”, morto nel 1924 (vedi a pag. 84).
Poco più avanti, sempre fra altre lapidi, vi è quella in pietra scura, con epigrafe incisa e dorata, sobriamente dedicata “A / SIMONE ROSSETTI / FOTOGRAFO” (+ 1925).
32
Saliamo al porticato semicircolare e iniziamo dalla metà orientale
(“Galleria di Levante”), procedendo da Est verso Ovest.
Famiglia Antonio Carpano
Maglioli: drammatico altorilievo in bronzo (vedi foto a
pag. 60) con Cristo morto e
tre figure a grandezza naturale firmato “Biella Gino
Piccioni 1929” (in plan., K
verde).
Famiglia Uberti (+ dal 1889 al
1975): due angeli a tutto tondo
in bronzo a grandezza naturale
firmati C. Fumagalli (in plan.,
L verde). Paiono provenire,
forse con alcune modifiche,
C. Fumagalli, tomba Uberti
(l.b.)
dallo stesso gesso di una composizione di dimensioni maggiori al Cimitero Monumentale di Torino. Il trattamento
delle superfici e il movimento delle figure, per certi versi quasi barocche, ne fanno un
unicum in tutto il cimitero. Al centro è una pittura murale sbiadita (o incompiuta?),
comprendente un vigoroso Cristo a grandezza naturale tratteggiato a matita e una corona di spine in basso, colorata, con la firma V. Cavalleri. Trompetto 1974, pag. 418.
Serafino Penna (+ dal 1894 al 1978): altorilievo in marmo con eleganti ornati rinascimentali sormontati da una croce firmato Catella Torino.
Primi decenni del XX secolo. L’archivio del
Santuario ne conserva un grande ed accurato progetto.
Famiglia Moretti: altorilievo in
bronzo a grandezza naturale (angelo
con rose, modellato con mano particolarmente felice) e due ritratti firmati rispettivamente “G. Bottinelli
1914”, “G. Bottinelli” e “1923 G.
Bottinelli”. F. (in plan., M verde).
Andrea Maggioli: la tomba sormonta la precedente e presenta un angelo ad altorilievo in
bronzo. Il progetto, corredato da un pregevole e dettagliato disegno, è firmato “Prof. E.
Burlando / Scultore Genova” e datato 1931.
La stessa firma si ritrova, di lato, sulla struttura lapidea in cui è inserito il bronzo.
G. Bottinelli, tomba Moretti
(c.g.)
Famiglia Pugno: sia la grande croce (dalle
estremità dei bracci convesse, decorata da
33
semplici ornati incisi e colorati in oro) sia la
sottostante lapide sono in marmo grigio; quattro chiodi bronzei completano la semplice
composizione, firmata A. Stella.
Cav. Gio. Batta. Bona: tondo marmoreo
con ritratto ad altorilievo firmato “G.
Bottinelli 1904” ed eleganti ornati
(vedi foto a pag. 58 - in plan., N verde).
Paolo (+ 1912) e Adelaide (+ 1899)
Pastoris: due ritratti in marmo ad altorilievo
non firmati.
Canale Ines (+1940): la lapide in marmo grigio con ornati incisi e colorati in oro è firmata
“Buratti / Chiavazza”.
Sella Guido (morto nel 1891 a dieci
anni): l’ovale con l’espressivo ritratto
ad altorilievo in marmo è inserito in
una lapide anch’essa marmorea con
ornati ed epigrafe firmata “Catella F.
Torino”. Difficile dire se la firma si
riferisca alla sola lapide o anche al
ritratto.
O. Tabacchi, tomba Aristide Ramella
(c.g.)
Can. Eliseo Maja, rettore di Oropa (+ 1939) e
altri: pitture murali (Madonna d’Oropa e ornati liberty) .
Ceneri di Giuseppe Arnulfo (+1867), parlamentare biellese: la lapide marmorea ha una lunga epigrafe (vedi a pag. 81) e, ad altorilievo, una clessidra alata e la croce dell’Ordine Mauriziano. La clessidra
alata, che abbiamo già incontrato, è un simbolo comune nei cimiteri: rappresenta l’incontro fra il
tempo (la clessidra) e l’eternità (le ali). Vedi foto a pag. 55.
Famiglia Ramella Aristide: splendido tutto tondo in marmo a grandezza naturale
raffigurante una giovane donna velata con due bimbi, allegoria della Carità secondo Trompetto 1974, pag. 418, che lo attribuisce erroneamente al pittore Demetrio
Tabacco, della Beneficenza Tutelare secondo Caselli 1997, pag. 60 (in plan., O
verde). Firmata “O. Tabacchi / Torino 1886”, è un buon esempio delle sensuali
figure femminili per le quali - soprattutto nelle sculture “di genere” - era famoso il
Tabacchi. Questa raffigurazione allegorica della terza virtù teologale è qua e là presente nei cimiteri: nel Biellese ricordiamo il bronzo di Gaetano Cellini a Pralungo.
Al di là del cancello vi è una struttura in marmo grigio e bianco con una lunga epigrafe (vedi a pag.
81) dedicata alle sorelle Angela e Carolina Bona, sepolte in un antro sottostante la cappella centrale;
essa è arricchita da ornati a bassorilievo fra cui due faci. In basso si legge la firma Bottinelli L.
Sulla parete esterna destra della cappella vi è una struttura in marmo grigio venato contenente una lapide in marmo bianco con una lunga epigrafe (vedi a pag. 81) commemorante Emma Buratti Agostinetti
(+ 1920). La firma è “Travaglia / Biella”.
34
Troviamo la cappella centrale, normalmente chiusa.
Dall’esterno possiamo vedere, nell’abside, le prime tre opere che descriveremo.
Le altre si trovano sulla controfacciata
Giovanni Pietro Losana (+ 1873), Vescovo di Biella: la lapide in marmo con una
lunga epigrafe in latino (vedi a pag. 85) comprende un altorilievo (stemma e architetture) ed è sormontata da un busto a tutto tondo, pure in marmo. La struttura è firmata Bottinelli (deve trattarsi di Luigi se essa è coeva alla traslazione del presule
dal vecchio cimitero a questo subito dopo la sua inaugurazione: Giuseppe era troppo giovane). Non è però sicuro che anche il busto sia dovuto al medesimo scultore:
vedi quanto si è detto circa la tomba Gastaldi.
Natale Serafino (+ 1924), Vescovo di Biella: la lapide in marmo bianco su un’altra in “rosso Levanto”
presenta un bassorilievo (stemma, bara, epigrafe etc.) ed è sormontata da una Vergine pure a bassorilievo. La firma è F. Bider.
Carlo Montagnini (+ 1913), Arcivescovo di Larissa: la lapide in mamo bianco su
un’altra in marmo bruno venato presenta lo stemma a bassorilievo. Le è applicato
un tondo marmoreo col ritratto ad altorilievo firmato L. Borgogno - Torino.
Pietro Paolo Trompeo (+ 1897): sulla lapide in marmo nero è applicato un medaglione in marmo bianco col ritratto ad altorilievo firmato Bottinelli L. (vedi foto a pag. 76).
Giuseppe Tarino (+ 1894): sulla
lapide in marmo nero è applicato un
ritratto ad altorilievo in marmo bianco firmato Bottinelli G.
Clotilde Castelli Trompeo (+ 1925) e Carlo
Cesare Castelli (+ 1916): due lapidi in
marmo nero con cornice in marmo bianco
(colorato con ruggine) costituita da tronchi e
foglie a bassorilievo. Entrambe le lapidi
sono firmate M. Perino.
Conti Gromo di Ternengo: quattro lapidi in
marmo nero entro una cornice in marmo
bianco con stemma e motto a bassorilievo.
Luigi Marandono (+ 1897): l’altorilievo in bronzo col ritratto è firmato
G. Bottinelli 189... (?)
Angeline Panario nata Marandono (+1903):
l’altorilievo col ritratto in marmo - un ovale
- è firmato Pini Pietro 1902 (?). In posizione simmetrica vi è un analogo ovale col
ritratto di Filippo Panario (+1897), verosimilmente da attribuire al medesimo scultore.
Mania M. Teresa (+ 1921): lapide in marmo
nero con rose ad altorilievo in bronzo.
G. Bottinelli, lapide di Giuseppe Tarino
(m.c.)
35
Monumento in marmo grigio a Giovanni Francesco
Trompeo (+ 1878) con
ornati e medaglione col
ritratto ad altorilievo in
marmo bianco. La firma è
Bottinelli L.
Eugenia Gabet: lapide in
marmo grigio con ritratto ad
altorilievo in marmo bianco
firmato Stefano Argenti.
Famiglia Avogadro: struttura in marmo grigio e marmo
verde venato con colonne
tortili e quattro lapidi in
marmo bianco due delle
Lapide conte Paolo Avogadro di Valdengo
(m.c.)
quali con altorilievi. Quella
di Paolo Avogadro conte di Valdengo (+ 1881) presenta un angelo con lo stemma e
la croce su una nube; quella di Luigia Avogadro di Valdengo (+ 1884) stemma,
angelo e croce.
Angelo Poma (+1913) e Giuseppina Poma Turvano (+1933): grande struttura in marmi di tre colori
con tre altorilievi in bronzo ed epigrafe “BEATI MORTVI QVI IN DOMINO MORIVNTVR”.
Esisteva in passato nella cappella un gruppo di cinque figure a tutto tondo a grandezza naturale in
gesso: una Deposizione modellata nel 1874 da Giuseppe Antonini, donata al Cimitero dal Conte
Edoardo Lamarmora (Calderini 1890, pag. 98, Trompetto 1974, pag. 415, Caselli 1997, pag. 60 peraltro nel 1997 già da tempo non era più presente). Il gruppo fu “smantellato perché fatiscente” e
una delle statue (“al momento non rintracciabile”) finì alla Pinacoteca di Varallo (Ballarè 2000, pag.
87) insieme con una Pietà ad altorilievo in marmo (echeggiante la Pietà scolpita nel 1862 da
Giovanni Dupré per il monumento Bichi-Ruspoli nel cimitero di Siena) del medesimo Antonini e
proveniente essa pure dalla cappella del cimitero di Oropa (Ballarè 2000, pag. 87 e foto a pag. 97).
Passiamo alla metà occidentale del porticato semicircolare
(“Galleria di Ponente”), procedendo da Est verso Ovest
Can. Fortunato Bora (+ 1877): busto in marmo ad altorilievo firmato Stefano
Argenti entro un’edicola in marmo grigio con ornati (clessidra alata etc.).
Isabella Agosti (+1902): sulla lapide in marmo si osservino le scritte a matita della nipote Amelia datate 1943 e 1949.
Egidio Agosti, morto nel 1886 a 16 anni: si osservino le scritte a matita della sorella Amelia datate
1929, 1930, 1943 e 1943.
Cornelia Agosti, morta nel 1886 a 27 anni: si osservino le scritte a matita della sorella Amelia datate
1929, 1930, 1943 e 1943 e quella di Cornelio datata 1946.
36
Leonilda Agosti (+ 1916): si osservino le scritte a matita della sorella Amelia.
Geom. Dario Lodovico (+ 1906): epigrafe sulla lapide in marmo.
Agosti Giovanni (+ 1892): si osservino le scritte a matita della figlia Amelia.
Gurgo Salice Pietro, medico (+ 1885): lunga epigrafe (vedi a pag. 82).
Famiglia Antonio Poma (+ dal 1892 al 1968: fine XIX - inizio XX secolo ?): sulla lapide in sienite vi
sono una croce in monzonite e un tutto tondo in bronzo (canna e due lampade a olio).
Famiglia Ottino Luigi (+ dal 1889 al 1961: fine XIX - inizio XX secolo ?): sulla lapide in sienite vi
sono una croce in granito porfirico della Valle Cervo e ornati ad altorilievo in bronzo (corona di fronde e fiori, due faci, due zampe). La firma è “Guglielminotti - Canon Biella”.
Delfina Sella (fine XIX secolo o inizio XX): sulla lapide in marmo è un tutto tondo in bronzo (fiori e
fronde).
Cucco Caterina (+1909): sulla lapide in marmo grigio è un’elegante incisione che pare colorata a tempera: crisantemi e fronde. Anche nel cimitero di Biella vi sono lapidi dipinte.
Anna Maria Pettinati Cardellini: la lapide in marmo ha una lunga epigrafe incisa datata 1909 (vedi a
pag. 86).
Gurgo Salice Paolina (+ 1933): il ritratto ad altorilievo in bronzo è firmato G.
Bottinelli.
Famiglia Amosso (primi decenni XX secolo ?): la lapide su cui erano ornati ad altorilievo in bronzo
(croce, face e lampada) non più presenti nel 2005 reca la firma “G. Sartorio - Torino”.
Famiglie Cantono e Bagnasacco: il
pregevole tutto tondo in marmo bianco a figura intera a grandezza naturale
rappresenta una giovane donna sotto
la cui veste esce qualcosa che è stato
più volte scambiato per la coda del
diavolo (!) alimentando le più strane
interpretazioni (in plan., P verde). E’
invece la marra di un’ancora: si tratta
di un’allegoria non rara nei cimiteri, la
Speranza - che peraltro di solito è raffigurata con un’ancora chiaramente
riconoscibile. La statua non è firmata:
Trompetto 1974, pag. 418, la attribuisce a Demetrio Tabacco ovvero - vedi
la Carità sulla tomba Ramella Odoardo Tabacchi. Peraltro sulla
lapide in pietra verde compare la
firma Bottinelli G., che potrebbe riferirsi alla struttura lapidea della tomba
esclusa l’allegoria: vi sono esempi
analoghi a Biella, e qui ad Oropa
O. Tabacchi (?), tomba Cantono - Bagnasacco (c.g.)
37
abbiamo già incontrato la
tomba Gastaldi in cui capita
lo stesso.
L. Bistolfi, tomba Canepa, parte sinistra
(m.c.)
Famiglia Bora (primi decenni del XX secolo?): l’elegante altorilievo (due angeli
di profilo con faci e porta) è
una trasposizione in bronzo
del monumento Stuart di
Antonio Canova nella navata sinistra di San Pietro in
Vaticano. La stessa opera è
stata ripresa - in marmo, più
fedelmente all’originale - in
una tomba a Camandona e,
fuori del Biellese, in altri
cimiteri (famoso un esempio
in quello della Certosa a
Bologna).
Famiglia Canepa (primi decenni del XX secolo?): i due grandi altorilievi bronzei
raffiguranti donne velate in pianto e angeli dalle spiccate fattezze femminili che
colgono fiori recano la sigla LB che significa Leonardo Bistolfi: sono fra le
migliori sculture Liberty presenti nel Biellese e quelle di sinistra si ispirano ad analoghe figure in precedenza modellate dallo scultore di Casale per l’edicola
Hierschel - De Minerbi nel
cimitero di Belgirate (in
plan., Q verde). Possiamo
qui cogliere bene la distanza che separa l’allegoria
classica (come la Speranza
che abbiamo appena incontrato), trasposizione plastica di un concetto astratto
preciso, da queste figure
che rappresentano invece
la materializzazione di
un’emozione, di uno stato
d’animo.
Sulla testata della Galleria di
Ponente possiamo leggere la
struggente epigrafe sulla lapide
marmorea del Geometra Achille
Buffa. (Vedi a pag. 82).
38
L. Bistolfi, tomba Canepa, parte destra
(l.b.)
La Galleria di Ponente ha un prolungamento a due piani, frutto di un ampliamento della seconda metà del XX secolo - epoca alla quale risalgono tutte le
opere che incontreremo. Esaminiamo il piano superiore (“Galleria Superiore
Nuovo Ampliamento”).
Ripa - Ronco - Blotto Baldo: il piccolo ma
notevole Crocifisso in bronzo è firmato
Cappello (in plan., R verde).
Ercole e Ada Botto: il grande Cristo ad altorilievo in marmo è firmato “Prof. Sergio
Vatteroni / Carrara”. Anche per questo scultore, come per Virgilio Audagna, l’opera presente nel cimitero è sicuramente migliore della
porta bronzea della chiesa nuova di Oropa
(quella laterale sinistra in questo caso).
Maria e Giuseppe Alvigini: la Pietà a bassorilievo in pietra bianca è firmata Galli.
C. Cappello, tomba Ripa-Ronco-Blotto
Baldo
(c.g.)
Botto Poala - Zegna - Tallia Galoppo: pregevole la cancellata in ferro con vite, croce, scritta e montagne, non firmata. All’interno vi sono Cristo e un angelo, entrambi a tutto tondo, che paiono in terracotta smaltata.
Prof. Dott. Armando Cesa: il piccolo Crocifisso con Vergine e San Giovanni, prodotto “di fonderia”,
è firmato Guidotti.
Elena Cesa: l’altorilievo in bronzo con figura femminile pensierosa e Crocifisso non reca firme ma, al
pari del precedente, il bollo della fonderia BOSISIO: è anch’esso uno dei tipici prodotti detti appunto
“di fonderia”, fusi in innumerevoli copie e non specificamente per questa tomba.
Scendiamo al piano inferiore
(“Galleria Inferiore Nuovo Ampliamento”).
Famiglia Deiro: la pittura murale, dall’originale soggetto (cinque figure in ombra e due nella luce) è
firmata F. De Pasquale.
Famiglia Avv. Gatti: angelo a tutto tondo in marmo.
Saliamo alle edicole del Cimitero Bosco iniziando dalla parte inferiore.
Pasini - Rossi (progetto del 1926): vi sono un busto a tutto tondo in cemento su una
colonna di diorite e un pregevole, accurato tutto tondo in marmo a figura intera che
è il ritratto di Luigia Naj.
Pria (+ 1934 e 1949): Crocifisso bronzeo quasi a grandezza naturale.
Bianchetti (progetto del 1931): la lunetta ha un Ecce Homo a tutto tondo in bronzo dorato e quattro
angeli a bassorilievo. All’interno altri due angeli, a tutto tondo in marmo, e due bassorilievi sempre in
marmo (Vergine e San Pietro).
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Famiglia Gualino (I metà del XX secolo): bassorilievo in pietra viola raffigurante due pavoni e un
vaso. L’edicola (vedi foto a pag. 13) è citata da Trompetto 1974, pag. 421 e Caselli 1997, pag. 61 come
contenente una o più opere di Pietro Canonica, nel 2001 non più presenti se mai lo sono state; è però
dovuto al Canonica il progetto. L’archivio del Santuario conserva tre grandi e dettagliati disegni a
china in scala 1:10 (pianta della cripta, sezione e prospetto) tutti e tre firmati dallo scultore di Moncalieri. Su di essi non è specificato trattarsi dell’edicola Gualino, ma in effetti ad essa sono riferiti.
Difficile dire se per il citato bassorilievo l’artista si sia limitato a fornire il disegno presente nel prospetto, o l’abbia fatto realizzare da altri nel proprio laboratorio, o addirittura vi abbia posto mano personalmente.
Savio (+ dal 1959): tre altorilievi in bronzo con figure diverse e figura femminile
con due bimbi a tutto tondo in calcare (?).
Cerruti (metà del XX secolo): Agnus Dei con due alberi ad altorilievo in pietra verde.
Ferrua (prima metà del XX secolo): quattro angeli a bassorilievo in marmo. (Vedi foto a pag. 12).
Eugenio Bona (primi decenni del XX secolo): l’imponente gruppo bronzeo a grandezza naturale comprende tre figure umane e una pecora a tutto tondo, tre figure ad
altorilievo e una a bassorilievo ed è firmato Biscarra (in plan., S verde). Si tratta di
“un altorilievo complesso, dove le storie
della lana accompagnano in un’unica scena la raffigurazione
patetica della famiglia
e l’angosciosa presenza di figure simboliste,
dalla misteriosa mano
dotata di falce che
aggredisce alle gambe
la figura femminile
all’estrema destra, alla
figura ormai inanimata
che sale in alto con
gesto protettivo e di
abbandono, fra le rose.
Un dramma inquietante frutto di ormai
maturi elementi bistolfiani su una base di
ancor solido descrittivismo naturalistico”
(Canavesio e Gavazzi
2006). Tale figura inanimata, la meglio riuscita dell’opera, è ispiCimitero Bosco, edicola Eugenio Bona, scultura di C. Biscarra (l.b.)
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rata a raffigurazioni del Bistolfi
come quelle delle tombe Pansa a
Cuneo e Hierschel-De Minerbi a
Belgirate: definita Sfinge moderna da un critico dell’epoca, la
scultura di Cuneo - al pari di questa di Oropa - costituisce una singolare “icona laica” della morte
che tutto accoglie fra le sue braccia: cfr. Canavesio 2006.
Rivetti (prima metà del XX secolo):
all’esterno grandi corone in sienite (?)
ad altorilievo., all’interno grande corona
in bronzo sul sarcofago di Giuseppe (+
1899) e Caterina (+ 1906) Rivetti, e
busto a tutto tondo in bronzo. Il disegno
conservato nell’archivio del Santuario
permette di attribuire la realizzazione di
quest’edicola, la più grande e vistosa del
cimitero-bosco anche se non certo la
meglio riuscita, alla ditta G. Rivetti e
figli di Biella.
Albino Botto Poala (progetto del
1952): una pittura murale raffigura i simboli degli Evangelisti,
un libro, fiori e uccelli. Vi sono
tre altorilievi in pietra bruna: dei
due raffiguranti angeli uno è firmato D. Gramegna, mentre il
terzo, in facciata, ha un soggetto
insolito: quattro querce.
Cimitero Bosco, edicola Serralunga, ritratto di Eugenia
Savinelli Serralunga, dello scultore L. Bistolfi
(c.g.)
Serralunga (progetto del 1908): contiene due sculture a tutto tondo in marmo, una
di fronte all’altra, di dimensioni maggiori della grandezza naturale: un gruppo di tre
figure (Famiglia, del 1922) e il ritratto di Eugenia Savinelli Serralunga a figura intera (1908) (in plan., T verde). Le due opere, dovute a Leonardo Bistolfi (Trompetto
1974, Caselli 1997), per la robustezza del modellato unita alle dimensioni imponenti sono probabilmente le più notevoli di tutto il cimitero. Vi è inoltre un angelo
a tutto tondo in bronzo.
L’archivio del Santuario conserva il progetto dell’edicola: grandi disegni a china recanti il timbro
“COCITO FERDINANDO / INGEGNERE-ARCHITETTO / TORINO / Via Principe Amedeo n.
12 (?)”.
Petiva: il busto di Pietro Petiva (+1894) a tutto tondo in bronzo poggia su di un basamento in marmo grigio. Degno di nota il mosaico a motivi floreali con Cristo benedicente che riveste l’interno.
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Basilio Bona (prima metà del XX secolo): il doppio ritratto di un personaggio
maschile e di uno femminile a tutto tondo in bronzo è curato ed espressivo.
Viglieno: busti di Gioanni (+1926) e Angela (+1941) a tutto tondo in marmo.
Ugliengo (prima metà del XX secolo): corona di fiori in bronzo.
Saliamo alle edicole della parte superiore del Cimitero Bosco.
Righetti (progetto del 1933, vedi foto a pag. 17): vi sono tre sculture a tutto tondo
in bronzo di dimensioni maggiori della grandezza naturale: una figura femminile
con mani alzate (che ricorda una Vittoria come quelle di molti monumenti ai Caduti,
ma non ha le ali), una figura femminile velata accompagnata da una civetta firmata
“E. Musso Fonderia F.lli Chiampo / Torino”, e una figura femminile con un bimbo
anch’essa firmata E. Musso (in plan., U verde). I tre grandi bronzi sono di notevole rigore formale e conferiscono all’edicola un carattere di magniloquenza e monumentalità che non trova eguali nel
cimitero se non nell’edicola Gallo
che tra poco incontreremo.
Andrea Maggia (+ 1905): non è
un’edicola ma una tomba scavata
nella terra in posizione quanto mai
suggestiva (dietro non vi sono
altre strutture funerarie, il bosco
in salita e la montagna le fanno da
sfondo). La orna un elegantissimo
gruppo bronzeo: in primo piano
una figura femminile a tutto tondo
con rose, dietro altre tre figure
femminili con un bimbo e fiori. La
firma è Ed. Rubino (in plan., V
verde).
E. Rubino, tomba Maggia
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(c.g.)
Zanon: la cappella (+ dal 1942)
contiene un busto a tutto tondo
in bronzo e un vaso di rose in
ferro battuto. La sottostante
cripta, fronteggiata da due sarcofagi (+ dal 1924), contiene un
piccolo Crocifisso stilizzato in
bronzo dovuto a Placido Castaldi secondo testimonianza dello
stesso.
G. Piccioni, edicola Gallo, interno
(c.g.)
Emilio Magliola: busto del cav. Emilio Magliola (+ 1927) a tutto tondo in bronzo.
La pittura murale (Pietà) è firmata “C. Gaudina 1937”.
Quintino Sella (+ 1884): la cancellata bronzea con due battenti ad altorilievo raffiguranti teste di leone
e Chrismòn reca la scritta “D. Barzaghi.Fuse. Milano” (vedi foto a pag. 9).
Gallo: l’altorilievo bronzeo sulla facciata comprendente una figura maschile e una
femminile di dimensioni maggiori della grandezza naturale è firmato “G. Piccioni
Tivoli 1925 Fond. Rohrich & Paris. Roma” (in plan., Z verde). All’interno si vede
una pregevole pittura murale (Risurrezione e quattro figure) che potrebbe esser
dovuta essa pure a Piccioni, il quale altrove ha dipinto e scolpito per una medesima tomba (edicola Ghelfi a Biella). Vi sono inoltre il sarcofago in pietra scura di
Ines (+ 1966) e Achille Gallo (+ 1923) con un grande festone di rose ad altorilievo in marmo (?) e la tomba di Emilio Gallo (+ 1945) e altri con un altorilievo in
bronzo (sarcofago ornato con volute e festoni e due figure a grandezza naturale).
Su quest’opera dall’esterno non si vedono firme, ma parrebbe logico attribuirla a
Piccioni.
Cridis (prima metà del XX secolo): la lunetta contiene un altorilievo in bronzo raffigurante un angelo
chino, singolarmente sfumato.
Famiglia E. Pozzo (progetto del 1931): Crocifisso in bronzo. Il vetro raffigurante la Vergine e San
Giovanni ai piedi della croce è firmato “C. Jõrger Torino”.
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Note sugli autori delle opere presenti nel Cimitero di Oropa
(Per quasi tutti gli scultori non biellesi nati entro il 1899 le notizie provengono da Vicario 1994 e da Panzetta 2003.)
ANTONINI Giuseppe junior da Rima S. Giuseppe in Valsesia (1833-1889). Studiò a Milano all’Accademia di
Brera e partecipò a importanti mostre a Milano, Venezia, Torino e Parigi a partire dal 1881. A Varallo gli si devono i monumenti a Vittorio Emanuele II e al generale Antonini nonché la statua di S. Giuseppe e le porte bronzee
della basilica del Sacro Monte; a Vercelli le cantorie della cappella di S. Eusebio nel’omonima cattedrale; a Milano
la statua di Santa Teresa nel duomo.
ARGENTI Stefano. Fa parte di una prestigiosa famiglia di scultori di Viggiù che ha in Giosuè la figura di maggiore
spicco. Ebbe studio a Torino e vi espose, alle mostre della Promotrice delle Belle Arti, a partire dal 1864. Un suo
pregevole ritratto in marmo, datato 1881, è nell’edicola Squindo del cimitero di Biella.
AUDAGNA Virgilio. Nacque e morì in Costa Azzurra (Cannes 1903 - Mentone 1994) ma visse e lavorò a Torino,
nel cui cimitero è notevole la sua grande Deposizione in pietra di Vicenza sulla tomba Musso (1961). A Oropa gli
si devono i nove altorilievi in bronzo della porta laterale destra della basilica nuova, opera fredda e convenzionale,
e il busto di P. A. Boggio nella Galleria Canonici.
BETTA Corrado da Asti (1870-1935). Studiò all’Accademia Albertina di Torino e fu influenzato dal Bistolfi;
divenne noto con sculture di genere ed espose più volte alla Promotrice delle Belle Arti del capoluogo piemontese. A Torino gli si devono le teste di leone del ponte Umberto I e numerose opere funerarie. E’ presente nel cimitero di Biella con i due medaglioni bronzei della tomba Varale datati 1906. Caso raro fra gli scultori, fu anche titolare di una fonderia, cui si devono nella nostra provincia il bronzo della tomba Capisano a San Giuseppe di Casto
e il monumento al Bersagliere (di Giorgio Ceragioli) in piazza Lamarmora a Biella, copia fusa molti anni dopo la
morte del Betta.
BIDER Faustino. Il catalogo della terza mostra mercato dell’artigianato alpigiano rurale, tenuta a Biella nel 1938,
(NN 1938) elenca fra i partecipanti “Bider Faustino - Biella / Tempietti in marmo”. La firma F. Bider compare nei
cimiteri di Cossila S. Grato, Ceresito, Galfione, Sandigliano e sull’elegante lapide marmorea entro cornice di oficalci che, murata nell’ingresso del seminario di Biella, ne commemora il restauro da parte del vescovo Carlo Rossi:
gli ornati a bassorilievo, con lo stemma del prelato e il motto VIAS TUAS DEMONSTRA MIHI, testimoniano il
senso estetico e l’abilità di questo artigiano. L’opera è datata anch’essa MCMXXXVIII - un anno, dunque, di particolare attività per Faustino.
BISCARRA Cesare da Torino (1866-1943). Nella città natale frequentò l’Accademia Albertina e lasciò la maggior parte delle sue opere: il bronzeo monumento ad Ascanio Sobrero (scolpito insieme a Giorgio Ceragioli), il
busto di G. Genta nella chiesa di S. Francesco da Paola e numerosi ritratti oggi raccolti nel Museo del
Risorgimento. A Biscarra si devono anche il monumento Ollier a Courmayeur, quello ai Caduti di Baveno e quello ai Caduti della Somalia Italiana a Mogadiscio. Famose le sue sculture di genere che parteciparono alla Biennale
di Venezia e all’esposizione di Brera negli anni dal 1891 al 1924. Nel Biellese gli si devono il busto di Vitale
Rosazza a Rosazza, il monumento ai Caduti di Masserano, caratterizzato dalla policromia delle pietre impiegate e
sormontato da un’aquila bronzea, nonché il vigoroso busto in marmo di Giuseppe Poma e un ritratto del medesimo a bassorilievo in bronzo, entrambi nella casa di riposo “Il Cenacolo” di Biella Piazzo.
BISTOLFI Leonardo da Casale Monferrato (1859-1933). Partito dalla Scapigliatura approdò al Liberty Simbolismo, di cui divenne il massimo rappresentante italiano. Alla classica allegoria egli assai sovente sostituì
gruppi di sinuose figure femminili, più o meno coperte da eleganti veli, che nascono gradualmente dalla superficie
di sfondo La sua produzione fu immensa, ed è ben documentata nella gipsoteca della sua città natale: ricordiamo
alcune tra le opere più famose. Nel campo della scultura commemorativa, il monumento a Segantini a St. Moritz
con L’Alpe, figura femminile che esce dalla roccia; quelli a Garibaldi a San Remo e a Savona, ancora a Segantini
ad Arco, a Rattazzi a Casale, a Cavour a Bergamo, a Carducci a Bologna, a Zanardelli a Maderno. Nel campo della
scultura funeraria, la tomba Pansa a Cuneo, quella di Giovanni Pascoli a Castelvecchio, l’edicola Hierschel De
Minerbi a Belgirate e numerose opere a Torino, Milano, Genova, Padova, Zurigo, Montevideo. Le sue sculture di
genere più famose sono alla Galleria d’Arte Moderna di Milano; altre sue opere sono conservate nelle analoghe
Gallerie di Roma (un’altra copia de L’Alpe), Trieste, Genova, Novara, Piacenza, Torino, Carignano.
Questo insigne artista ebbe legami stretti col Biellese, che conserva molte sue opere. Egli passava le estati a
Camburzano nella casa della famosa soprano Cesira Ferrani. Di Camburzano divenne cittadino onorario, e a quel
comune regalò il monumento ai Caduti: una piccola ma notevole Vittoria alata in bronzo, copia del marmoreo analogo monumento di Correggio. Gli si devono inoltre i monumenti a Lorenzo Delleani a Pollone, a Corradino
Corrado a Masserano, a Felice Piacenza alla Burcina e a Federico Rosazza a Rosazza, nel quale dietro al busto in
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bronzo escono dal marmo undici sognanti figure femminili che ne fanno il capolavoro del Liberty nel Biellese. Nel
campo della scultura funeraria ha lasciato il Cristo risorto della tomba Ferraris a Pollone (copia del Cristo Brayda),
lo splendido bassorilievo con doppio ritratto dei nonni di Cesira Ferrani nella tomba Ferraria a Camburzano e la
testa di Cristo dell’edicola Garlanda a Strona (anch’essa proveniente dal gesso del Cristo Brayda). Per quanto
riguarda infine la scultura religiosa, sono suoi alcuni degli angeli già sulla facciata del sacello di Oropa.
BORGOGNO Leonardo. Autore di opere funerarie, espose alla Promotrice di Torino a partire dal 1901.
BOTTINELLI Giuseppe da Biella (1865-1934). Figlio dello scultore Luigi, che si era trasferito a Biella dalla natìa
Viggiù, appena ventenne si impose all’attenzione col Mosé della fontana di piazza Duomo. Nella nostra città visse
dalla nascita al 1897 e poi per un breve periodo terminato nel 1920. Noto a livello nazionale per le sue sculture di
genere, alcune acquistate dalla Real Casa, e definito per esse “lo scultore dei bimbi”, ha lasciato nel Biellese un’imponente quantità di opere funerarie, alcune di notevole livello (a Biella, Mongrando Curanuova, Villanova
Biellese), e varie sculture commemorative (a Biella all’Ospedale, al Teatro Sociale, all’Istituto Eugenio Bona; a
Graglia; a Miagliano il monumento ai Caduti). Qualche opera si trova in località lontane da Biella: Somma
Lombardo, Badia Polesine, Ayas. Allievo del Tabacchi all’Albertina, modellò ritratti e scene attenendosi a un chiaro e spontaneo realismo, mai stucchevole, con poche concessioni al gusto Liberty. Per maggiori dettagli vedi
Mazzia 2005.
BOTTINELLI Luigi da Viggiù (VA) (1836-1917). Padre di Giuseppe, si trasferì a Biella e vi lavorò a lungo. Lasciò
nella nostra provincia diverse opere, tutte in marmo: le lapidi ai Caduti nelle Guerre d’Indipendenza al municipio
di Biella, con una elegante figuretta femminile che scrive l’epigrafe (1882), a Rosazza, con angeli che accumulano corone di fronde per gli eroi, e a Masserano; nella cappella del cimitero di Candelo il ritratto di don Giovanni
Schiaparelli. I giornali dell’epoca citano inoltre il busto in marmo di suor Tersilla, del 1902. Fu un bravo artigiano
(nascere a Viggiù era di per sé una garanzia) e le sue opere, tutte di modeste dimensioni, non mancano di grazia.
Ebbe il merito di istradare precocemente alla scultura il figlio Giuseppe, che lo superò largamente e ne immortalò
le sembianze nel ritratto bronzeo sulla tomba di famiglia.
BURATTI. L’attività dei marmorini Buratti nel Biellese dev’essere stata piuttosto lunga, e si devono loro anche
opere più elaborate della semplice lapide presente a Oropa: qua e là nei cimiteri della provincia incontriamo la
firma “G. Buratti - Biella”, come a Curino sulla tomba di Giovanni Battista Gabella (+1900) in cui una figura femminile piangente è situata in una cornice architettonica, e la firma “Buratti A.”, come a Chiavazza sulla tomba della
famiglia Guido Torrione con un angelo a tutto tondo. Probabilmente è a tale ultimo artigiano che la lapide di Oropa
va riferita, sia per motivi di data sia perché la località che vi si cita è appunto Chiavazza.
BURLANDO E. E’ autore di monumenti funerari nel cimitero di Staglieno a Genova, con date che vanno dal 1904 al
1916 (Panzetta 2003, vol. I, pag. 112): la tomba di Oropa è dunque l’opera più tarda finora nota di questo scultore.
CANEPARO Sebastiano da Biella (1884-1971). Ebbe a lungo il laboratorio a Biella in via Seminari, e insegnò disegno all’Ospizio. Specializzatosi nei ritratti, ne ha lasciati molti nei cimiteri biellesi (a Biella, Chiavazza, Pettinengo,
Gaglianico; notevole quello di Eriberto Ramella Germanin al Favaro). Tra le opere commemorative, oltre ai busti dei
coniugi Cerino Zegna a Occhieppo Inferiore e del Cav. De Gioannini al “Belletti Bona” di Biella, vanno ricordati i
monumenti ai Caduti di Chiavazza (ora al cimitero) e del Vandorno. Per maggiori dettagli vedi Gavazzi 2004 / 1.
CANONICA Pietro. Nato a Moncalieri nel 1869, fu allievo di Tabacchi all’Albertina ed iniziò ventenne ad esporre le sue sculture di genere a Torino, a Milano, a Venezia e a Parigi ottenendo presto grande notorietà in tutta
Europa: fu ritrattista ufficiale dei reali di Inghilterra e Russia. Non seppe tuttavia mantenersi al passo con i tempi,
continuando a scolpire sempre con lo stesso stile, cosicché verso la fine della sua lunghissima carriera (morì a
Roma nel 1959) era in pratica un attardato. Molte sue opere sono raccolte a Roma nel Museo Canonica. Fu non
solo scultore ma anche musicista di tutto rispetto e, come a Oropa, architetto.
Alcune opere abbastanza importanti di questo scultore sono nel Biellese. La più nota è il monumento ai Caduti di
Biella, bronzo che rappresenta un Alpino il quale conduce un mulo. A poche decine di metri i Giardini Zumaglini
conservano un’altra sua opera: il sobrio e austero monumento a Garibaldi. Per quanto riguarda la scultura funeraria, si devono al Canonica i due bassorilievi marmorei (un Angelo e un Cristo) dell’edicola Boggio Bertinet a
Oriomosso.
CAPPELLO Carmelo da Ragusa (1912-1996). Allievo di Marini a Monza, ebbe la sua prima “personale” a Roma
nel 1938. Partì da una scultura figurativa (monumento ai Caduti di piazza Martiri e tomba Bonino a Biella) per
approdare a una estrema stilizzazione caratterizzata dal ricorrere di cerchi ed ellissi (Tuffatore della piscina Rivetti,
trofeo Massimo Rivetti di cui a Biella una copia è visibile al C.A.I. e un’altra presso la Società Sportiva Pietro
Micca, tomba Gallo Barbisio a Sagliano, monumenti a Gaglianico e a Vigliano). Fuori della nostra provincia le sue
opere più notevoli sono la tomba Zara a Milano, la fiaccola dedicata ai Ciclisti Caduti presso la Madonna del
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Ghisallo (1948), la fontana dei delfini a Ragusa, il fonte battesimale nella cattedrale della stessa città, le grandi sculture all’inizio dell’autostrada Messina - Palermo (1974) e in piazza IV Febbraio a Milano (1987). Nel 1942 sposò
a Biella Selene Varale da Castelletto Cervo ed ebbe a lungo stretti rapporti con la nostra città, nella quale diverse
collezioni private possiedono sue opere. Ragusa gli ha allestito un museo.
CASTALDI Placido. Nato a Pollone nel 1925 e vivente nel 2006, è soprattutto pittore, noto come “l’allievo di
Bozzalla” e “il pittore della neve” (Pliniano 2002). Ha però un posto importante anche nella scultura biellese del
secondo dopoguerra - assai notevoli i suoi vigorosi nudi, sia in legno sia in una grande varietà di pietre - benché le
opere esposte al pubblico siano solo quattro, due delle quali presso il cimitero del suo paese natale: il bassorilievo
commemorativo della visita di Giovanni Paolo II alla tomba di Pier Giorgio Frassati (1998), il tutto tondo sulla
tomba del cugino Claudio Castaldi (+ 1984), piccola ma notevole scultura ricavata da un ciottolo di eclogite, il
bronzeo Monte Cervino all’esterno della chiesa di S. Barnaba ancora a Pollone e il bassorilievo in sienite dell’edicola Volpe nel cimitero di Gaglianico (1990).
CATELLA. I marmisti fratelli Catella, probabilmente di Viggiù, si trasferirono a Torino dove aprirono un importante laboratorio. Furono attivi anche a Pinerolo. A Torino si devono loro sculture decorative nel caffè Mulassano
in piazza Castello e nel Palazzo delle Poste; a Fenestrelle la lapide dedicata a Stefano Michellonet e Stefano Pin e
a Cervere un obelisco commemorativo, ambedue del 1919; infine un camino in pietra in uno dei due castelli neogotici di Mazzé. Nel laboratorio Catella - del quale fu per un certo periodo direttore artistico il bravo scultore monregalese Mario Malfatti, allievo del Bistolfi - nei primissimi anni del XX secolo lavorò il biellese Massimino
Perino.
CAVALLERI Vittorio (Torino 1860 - 1938). Frequentò l’Accademia Albertina, di cui divenne in seguito socio onorario, e acquistò fama come paesaggista e pittore “di genere”; fu anche un buon ritrattista. La sua pittura, che si
potrebbe definire una continua ricerca sul tema della luce, lo portò via via ad accostarsi a esperienze e correnti
diverse: naturalismo, impressionismo, simbolismo, verismo, divisionismo. Numerose le sue partecipazioni a
mostre, a Torino e altrove, e numerosi i premi: fra i più prestigiosi le medaglie d’oro ai Salons di Parigi vinte con
Turbine e Sogno d’amore.
L’arte sacra lo vide sovente fra i protagonisti: all’esposizione di Torino del 1898 dedicata a tale tema presentò un
quadro di grandi dimensioni, Veduta della Palestina. Nella Basilica Nuova di Oropa gli si deve Fedeli. Anche dopo
la morte il suo nome non venne affatto dimenticato: ne sono prova le due grandi personali di Torino del 1952 e del
1963 (con ben novantaquattro opere esposte).
CODA COMOTTO Giovanni da Cossila (a quei tempi comune autonomo e non frazione di Biella: 1867-1938).
Marmorino operante a Biella nel quartiere Riva, in “via del Fossale” (attuale viale Battisti) “presso l’Albergo Tre
Re” come è scritto sulla carta intestata del suo “Laboratorio in Marmi d’ogni genere”, è presente nel cimitero di
Biella con gli eleganti ornati floreali incisi sulle lapidi marmoree di Laura Bernocco, Luigi Meola, Alfonso e
Antonio Meola che risalgono agli anni dal 1906 al 1938.
D’ELIA Odoardo o Edoardo. Questo scultore attivo a Torino nella seconda metà dell’Ottocento partecipò con successo a esposizioni a Firenze (1876), a Milano (1881) e a Torino (1884); dopo la morte di Garibaldi, quando in tutta
Italia esplose una vera e propria febbre commemorativa e innumerevoli comuni fecero a gara nell’erigere un monumento all’Eroe dei Due Mondi, egli si specializzò nel ritrarre quest’ultimo. Un articolo sull’Eco dell’Industria, presentando la tomba Ajmonino di Oropa, suggeriva il nome di quello scultore per il monumento a Garibaldi che anche
Biella si preparava ad erigere (NN 1885). In effetti egli eseguì il busto facente parte della strampalata struttura ideata da Giuseppe Maffei, eretta ai Giardini Zumaglini e presto sostituita dal monumento di Pietro Canonica tuttora
esistente. Non sappiamo dove sia stato collocato in seguito il busto del D’Elia.
DE PASQUALE Francesco. Nato a Biella nel 1949, dove vive e lavora, è scultore, pittore e incisore. Come scultore ha realizzato opere in bronzo a tema religioso (i grandi altorilievi della Via crucis all’aperto di Oropa) e funerario (l’Ascensione dell’edicola Regis Milano e la Resurrezione della tomba Zanin entrambe a Mosso). Da ricordare
l’originale terracotta Conclave. Come pittore gli si deve la Via crucis della parrocchiale del Villaggio Lamarmora
a Biella. Ha partecipato a mostre in Italia e all’estero; collezioni pubbliche e private possiedono sue opere (Pliniano
2002).
FUMAGALLI Celestino da Torino (1864-1941) fu scultore di grande abilità tecnica e modellò sovente i gessi dei
suoi bronzi (sono tutte in bronzo le sue opere importanti) con uno stile personale, che si discosta da quello dei
numerosi colleghi torinesi a lui contemporanei. Capace di creare gradevoli opere di genere (due di esse ebbero successo all’esposizione di Brera nel 1891, e altre tre sono alla Galleria d’Arte Moderna di Milano), ideò una scultura assai più complessa col monumento al Cottolengo a Bra, la città dove il santo nacque. Il cimitero di Torino conserva alcuni suoi pregevoli bronzi funerari, alcuni dei quali ricordano molto da vicino i due angeli della tomba
Uberti di Oropa, il cui atteggiamento è ben lontano da quello di ogni altro angelo presente nei cimiteri biellesi. Altra
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splendida opera è l’urna Graziola nel camposanto di Lessona. Fino a pochi decenni fa essa era perennemente coperta da un drappo, poiché la chiesa cattolica vedeva di mal occhio la pratica della cremazione cui Fumagalli risulta
collegato: è infatti sua una fra le più notevoli sculture del Tempio Crematorio di Torino.
GAUDINA Carlo da Torino (1878-1937). Questo pittore partecipò nel 1908 alla Seconda Esposizione Quadriennale
di Torino (cui prese parte, tra molti nomi prestigiosi, lo scultore biellese Ugo Villa). Solidamente legato alla tradizione pittorica piemontese ottocentesca, è stato negli ultimi anni spesso presente nelle aste con quadri ad olio come
Mascherina (1913), Ballerina (1922) e Vanità. Nel 1906 fu tra i pochi artisti che sotto la direzione di Giacomo
Grosso lavorarono per le celebrazioni del bicentenario dell’assedio di Torino e del sacrificio di Pietro Micca.
GRAMEGNA Donato. Si hanno poche notizie su questo scultore pugliese attivo a Milano, che si dedicò anche alla
raffigurazione di soggetti sportivi: è suo un drammatico Portiere in tuffo del 1938 (PANZETTA 2005, pag. 328).
Nacque probabilmente a Bitetto (BA), Comune che gli ha intitolato una via.
MUSSO Emilio da Torino (1890-1973). Studiò all’Accademia Albertina e sempre rimase fedele a un classicismo
che si può definire, appunto, accademico. A Torino insegnò a lungo al Liceo Artistico. La figlia sposò lo scultore
biellese Giovanni Cantono, suo allievo e poi collaboratore. Autore della tomba Baraldi (1927) a Torino nonché dei
monumenti ai Caduti di Montà, Cherasco e Chivasso e co-autore del monumento Arnaud a Torre Pellice, lasciò nel
Biellese diverse opere funerarie a Biella, Vaglio Pettinengo, Camandona, Tavigliano e Ponzone e, ancora a
Ponzone, il busto Giletti all’asilo e le statue sulla facciata della Parrocchiale.
NORI Giuseppe. Questo scultore veneziano attivo a Torino nella prima metà del XX secolo ha lasciato ampie tracce della sua attività nel Biellese. Nel 1924 fu invitato alla Esposizione Biellese organizzata da “Per l’Arte” cui partecipò coi quattro bronzi Ubriaco, Centauro, Diana e Ferma e con la terracotta Testa di putto. Tutte in bronzo le
sculture oggi visibili nella nostra provincia: i monumenti ai Caduti di Graglia (un Alpino che lancia una granata) e
di Chiavazza (un guerriero con spada) e, fra le opere funerarie, la singolare famiglia con cane e frutta sull’edicola
Chiorino a Ponderano, la Sacra famiglia sulla tomba Rolando a Pollone e la grande figura femminile a tutto tondo
sulla tomba Albertazzi a Oriomosso. Fu anche buon ritrattista: suoi i ritratti di Baldassarre Mora, di Antonio Ceria
e di Maria Prina Ceria a Chiavazza.
PERINO Massimo detto Massimino da Pralungo (1882-1954). Ebbe un’infanzia poverissima e a dieci anni lavorava già in fabbrica. La sua prima scultura è del 1905. Dopo anni movimentati e numerosi spostamenti stabilì il proprio laboratorio in piazza San Cassiano a Biella e vi lavorò fino alla morte. Tra le sue numerosissime opere funerarie, sparse in molti cimiteri biellesi (e a Santhià, dove ebbe una succursale), ricordiamo i ritratti conservati in
quelli di Sagliano, Pralungo, Mosso; stupefacente la sua tomba di famiglia a Sant’Eurosia, virtuosistica composizione marmorea dominata da un autoritratto a figura intera. Fra le opere di genere spicca il bronzo Prima pesca.
Numerosi i monumenti ai Caduti: i migliori a Mongrando e a Pralungo (firmato anche da Luigi Barbera, con cui
collaborò per alcuni anni). Per maggiori dettagli vedi Gavazzi 2002 / 1 e Gavazzi e Perino 2005.
PICCIONI Gino (in realtà Iginio) da Foligno (1871-1941). Pittore e scultore, espose a Torino a partire dal 1903 e
a Biella a partire dal 1926. Nella nostra città, dove morì, risiedette dal 1927 al 1935 ed ebbe lo studio nella torre
rinascimentale di via S. Filippo. Lasciò nel Biellese numerose sculture funerarie (oltre a quelle di Oropa le più notevoli sono a Biella e a Vallemosso), il monumento ai Caduti della Grande Guerra di Sordevolo e la Fons vitae di
viale Matteotti a Biella.
ROSSI A. Non è possibile affermare con sicurezza, data la diffusione del cognome, ma pare tuttavia probabile che
il Rossi che firmò il monumento Ajmonino (con la A e la R fuse in unico segno grafico) sia lo stesso che nel cimitero di Pollone firmò Rossi / via Montebello 84 / Torino il ritratto marmoreo di Maddalena Bilotti, morta nel 1910.
ROTA Romeo. E’ autore di ritratti ed opere di genere, tre delle quali sono nelle collezioni della Provincia di Milano
che le acquistò dalla vedova. A Roma al Palazzo del Quirinale è il suo bassorilievo in bronzo Ai prodi figli d’Italia
/ Ai difensori della libertà del 1918. Gavazzi 2002 / 2 attribuisce erroneamente al più noto Antonio Rota il busto
oropense di Neruccio Neri.
RUBINO Edoardo da Torino (1871-1954) Allievo di Tabacchi e Belli all’Albertina (dove poi insegnò), collaborò
col Bistolfi assorbendo in parte il suo linguaggio simbolista. Esordì nel 1891 e partecipò a innumerevoli mostre italiane ed estere. La sua produzione è assai vasta: sculture religiose (Duomo di Milano, Gran Madre di Torino, parrocchiale di Sestrière); funerarie, sia in chiese (tombe Gamba nel duomo di Torino e Duccio Galimberti a Cuneo)
sia in cimiteri (Milano, Torino, Ivrea); commemorative (monumenti ad Aosta, Courmayeur, Trento nonché - insieme a Calandra - a Roma e a Buenos Aires). Scolpì tre importanti Vittorie: una a Roma per l’Altare della Patria e
due a Torino, una delle quali, quella del faro sul colle della Maddalena, alta più di diciotto metri. Opere di questo
artista sono nelle Gallerie d’Arte Moderna di Torino, Genova e Roma.
47
Nel chiostro di San Sebastiano a Biella il busto bronzeo di Basilio Bona reca la sigla E.R. che suggerisce il Rubino
come autore.
SARTORIO Giuseppe da Boccioleto in Valsesia (1854-1922). Studiò all’Albertina con Tabacchi e a Roma
all’Accademia di San Luca. Partecipò a numerose mostre a Torino e a Milano. La sua attività si svolse sia in
Piemonte (monumenti a Cuneo, Dronero, Boves) sia in Sardegna (monumenti a Q. Sella a Iglesias e a Vittorio
Emanuele II a Sassari, statue della chiesa di Ittireddu); la sua firma è anche presente a Roma nel cimitero del
Verano.
Questo scultore dotato di notevoli capacità tecniche e a volte di originalità (come nel minatore che incide il nome
del Sella sul piedistallo del monumento di Iglesias) è presente nel Biellese col pregevole monumento Ceria, in
marmo, nel cimitero di Vigliano e col piccolo ma squisito bronzo dedicato ai benefattori Poma al municipio di
Miagliano. Partecipò anche al concorso per il monumento a Quintino Sella di Biella.
STELLA Aurelio. L’archivio del Santuario conserva il progetto della tomba Pugno, datato Torino, Aprile 1912. Dal
timbro e dalla firma che esso contiene sappiamo che la ditta di Aurelio Stella aveva sede in via Magenta 49, lavorava “marmi, graniti, pietre diverse” ed aveva cave proprie.
TABACCHI Odoardo da Ardena di Brusimpiano (VA) (1831-1905). E’ uno fra i massimi scultori italiani della sua
epoca. Allievo a Brera di Pompeo Marchesi, ebbe commissioni importanti (l’impressionante monumento ad
Arnaldo da Brescia nella città natale di costui; quello a Cavour a Milano). Espose a Parigi Ugo Foscolo dopo il trattato di Campoformio, ora alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e nel 1867 a Torino succedette a
Vincenzo Vela nella cattedra di scultura all’Accademia Albertina, che resse fino alla morte. Sotto il suo insegnamento si formarono legioni di scultori che operarono in Piemonte e in particolare nel Biellese.
A Torino sono suoi numerosi monumenti, fra cui quello a Garibaldi, e pregevoli tombe; altri monumenti gli si devono a Moncalieri, Tortona, Asti, Casale, Pinerolo, Santa Margherita Ligure. Possiedono sue opere funerarie i cimiteri monumentali di Milano e Brescia; il Duomo di Milano conserva le sante Dorotea e Maria Egiziaca. L’enorme
celebrità di cui godette derivò dalla sua partecipazione alle più importanti esposizioni italiane ed estere - specie a
Parigi e a Vienna - e alla sua abilità nel modellare figure femminili sovente ricche di sensualità.
A Biella è una delle sue opere commemorative più note, il monumento ad Alfonso Lamarmora ai giardini
Zumaglini. Palazzo Lamarmora a Biella Piazzo ne conserva il bozzetto. Inoltre nel municipio della città Alfonso
Lamarmora è commemorato da un accurato busto in bronzo, dalla patina scurissima, dovuto sempre al Tabacchi, e
nella chiesa di S. Sebastiano gli si devono due marmi: il ritratto di Giovanna Bertie Mathew, moglie di Alfonso
Lamarmora, inginocchiata in preghiera, e le pregevoli Virtù teologali.
TRAVAGLIA Francesco da Quaregna (1866-1932). Visse a Chiavazza dove ebbe un laboratorio che anche dopo la
sua morte, gestito dai figli (?) Attilio e Mario, mantenne il suo nome di battesimo. A tale laboratorio si devono numerose opere commemorative e funerarie biellesi della prima metà del XX secolo, tutte in marmo. Fra le prime sono le
lapidi o i monumenti ai Caduti della Prima Guerra Mondiale di Piedicavallo, Cerrione, Zimone, Roppolo, Dorzano,
Netro, parte di quello del Vandorno e quelli nei cimiteri di Ronco e del Barazzetto, nonché il ritratto di Giacomo
Buscaglione ad altorilievo, datato 1943, nel santuario di Graglia. Fra le seconde - presenti anche nei cimiteri di
Cossila S. Grato, Borriana, Campiglia, Pettinengo, Sandigliano,Valle Mosso e Zimone - vanno ricordate le figure
femminili a bassorilievo sulle tombe Beduglio a Dorzano e Delleani a Occhieppo Superiore nonché a Chiavazza,
sulle tombe Cerrato, Azario e Prato, due figure femminili e un angelo a tutto tondo a grandezza naturale.
VATTERONI Sergio. Nato a Carrara nel 1890, studiò e insegnò all’Accademia della sua città. Fu anche incisore.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Museo Nazionale di Sofia conservano sue opere. Nella basilica nuova di Oropa gli si devono molti altorilievi in bronzo: i nove pannelli della porta laterale sinistra e la Via crucis. Anche la Via crucis della basilica vecchia è opera sua.
VERCELLOTTI C. Nel primo dopoguerra era fiorente a Biella in via Torino 10 il laboratorio di “marmi - graniti
e pietre / lavorazione meccanica” dei “figli di C. Vercellotti / Concessionari cave di sienite di Balma Biellese /
Specialità monumenti in sienite / cappelle mortuarie - tombe / lavori architettonici” come si legge sull’elegentissima e pittoresca intestazione dei loro fogli in un documento del 1937. All’operosa famiglia Vercellotti si devono,
lungo un ampio lasso di tempo, sia una delle lapidi ai Caduti di Cerrione, sia molte pregevoli lapidi marmoree con
ornati all’esterno di chiese (Quittengo, Pettinengo e Vaglio Pettinengo) e in cimiteri (Biella, Pollone) a volte con
figure umane ad altorilievo (la migliore è sulla tomba di Agostino Caneparo ad Occhieppo Superiore), sia la sistemazione architettonica di edicole funerarie o di monumenti. In tali casi a volte sulla struttura lapidea compare la
firma dei Vercellotti, ma non pare probabile che a costoro sia da attribuire la scultura che essa contiene: per esempio sulla lapide ai Caduti della guerra di Libia al municipio di Biella la firma Vercellotti si accompagna a un rilievo, non firmato, del Bottinelli.
48
VIGNA Stefano da Occhieppo Superiore (1884-1979). Cavaliere dell’Ordine di Malta, fu Capitano degli Alpini
nella Grande Guerra; ferito in combattimento, ricevette il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. Nella Seconda
Guerra Mondiale, partigiano di “Giustizia e Libertà”, venne arrestato e incarcerato. Nel dopoguerra fu Ispettore
Onorario della Soprintendenza alle Belle Arti per il Biellese per diversi anni: tra i suoi meriti è la scoperta degli
affreschi in Santa Maria di Castelvecchio a Mongrando, ora al Museo di Biella.
A Torino frequentò l’Accademia Albertina e a Roma l’Istituto di Belle Arti. Fu avviato alla scultura dal Calandra.
Aprì uno studio a Torino dove visse molti anni. Partecipò a diverse esposizioni biellesi e a quella di Assisi del 1927.
Le sue numerose opere sono a Bra, Chieri, Casal Cermelli, Sommariva Bosco, Torino (cimitero, chiese di Santa
Barbara e della Crocetta e museo della Sindone). Gli si devono i monumenti ai Caduti di Settimo e Sommariva
Bosco nonché il ritratto di De Gasperi a Roma a Montecitorio. Rimase sempre fedele a un compassato accademismo sostenuto da una solida professionalità.
Nel Biellese ha lasciato la Via crucis marmorea della chiesa di San Sebastiano (1946) e il paliotto bronzeo in quella della Trinità a Biella, varie opere nella parrocchiale di Mosso, il busto Maggia a Pettinengo e il monumento ai
Caduti della II Guerra Mondiale a Sordevolo.
RINGRAZIAMENTI vanno ai collaboratori Nicoletta Bottinelli, Walter Canavesio, Fabio Copiatti, Franca
Forgnone, Mauro Lampo, Mauro Mazzia, Mariella Perino, Nicoletta Pizzetti e al prof. Alfonso Panzetta.
Bibliografia
Sul Cimitero di Oropa o su singole opere in esso contenute:
Ballaré Enrica, La scultura dell’Ottocento nella Pinacoteca di Varallo, in “Pietro Della Vedova e la scultura valsesiana dell’Ottocento” a cura di Casimiro Debiaggi e Bruno Signorelli, SPABA, Torino 2000, pag. 79-97.
Bocchietto Luisa, Coda Mario e Gavazzi Carlo, Il Cimitero Monumentale, in “Tesori di Oropa” a cura di Paolo
Sorrenti, Regione Piemonte / Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Oropa, Gaglianico 2005, pag. 179-193.
Calderini Pietro, Il professor Giuseppe Antonini, in “Almanacco-Guida della Valsesia”, Varallo 1890, pag. 90-98.
Canavesio Walter e Gavazzi Carlo, La scultura nella seconda metà del secolo a Biella e nel Biellese, in
“L’Ottocento a Biella e a Vercelli” a cura di Vittorio Natale, Eventi e Progetti, Biella 2006.
Caselli Carlo, Oropa santuario della Madonna Nera, Leone e Griffa, Pollone1997.
Gavazzi Carlo, Museo a cielo aperto i cimiteri del Biellese, “Rivista Biellese” anno VI n. 3, luglio 2002, pag. 5565 (citato come GAVAZZI 2002 / 2).
Gavazzi Carlo, La piccola Staglieno ovvero il cimitero di Oropa, DocBi, Biella 2006.
NN, Un monumento ad Oropa, “Eco dell’Industria” 10.5.1885, pag. 2.
Trompetto Mario, Storia del Santuario di Oropa, Unione Biellese, Biella 1974.
Sugli scultori rappresentati nel Cimitero di Oropa:
E.U., Giuseppe Bottinelli, “Illustrazione Biellese”, marzo 1934, pag. 30-31.
Gavazzi Carlo, Massimino Perino: artigiano o artista?, “Studi e ricerche sul Biellese”, DocBi, Biella 2002, pag.
129-144 (citato come GAVAZZI 2002/1).
Gavazzi Carlo, Lo chiamavano Bastianìn, “Rivista Biellese” anno 8 n. 3, luglio 2004, pag. 47-55.
Gavazzi Carlo, Biella, crocevia di scultori: il cimitero, DocBi, Biella 2004.
Gavazzi Carlo e Perino Mariella, Massimino Perino Scultore di Pralungo 1882-1954, Arte della Stampa,
Gaglianico 2005.
Mazzia Mauro, Non solo Mosé: l’opera di Giuseppe Bottinelli, “Studi e ricerche sul Biellese”, DocBi, Biella 2005.
NN, Terza mostra mercato dell’artigianato alpigiano rurale / Catalogo ufficiale / Prima mostra enogastronomica
e del commercio / In Biella 26 maggio 12 giugno 1938 - XVI.
Panzetta Alfonso, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento (2 volumi),
AdArte, Torino 2003.
Panzetta Alfonso, Eterni atleti, Edizioni XX Secolo, Bologna 2005.
Pliniano Giorgio, Artisti biellesi professionisti e non, Kiwanis Club International, Biella 2002.
Vicario Vincenzo, Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty (2 volumi), Il Pomerio, Lodi 1994.
Altre opere citate:
Canavesio Walter, Una Sfinge simbolista tra scultura e letteratura, in “Egittologia in Piemonte” a cura di Bruno
Signorelli e Pietro Uscello, Torino, SPABA 2004, pag. 99-123.
49
L’Ospizio di Oropa in una preziosa fotografia di Vittorio Besso anteriore al 1884, nella quale, in alto
a sinistra, è visibile il nuovo cimitero del Santuario in fase di costruzione
(Archivio M. Coda)
Il Cimitero Monumentale di Oropa in una fotografia di Dossena & Scanzio risalente al 1890 circa. In
alto si intravvede tra i faggi la tomba a piramide di Quintino Sella (+ 1884).
(Archivio Santuario)
50
Mario Coda
Personaggi di rilievo sepolti a Oropa
Come si sa, nei tempi antichi i morti venivano seppelliti all’interno delle chiese.
Così avvenne anche nella vecchia basilica di Oropa, anche se delle tombe più vetuste sono soltanto rimaste, come indicano i sigilli tombali sul pavimento nell’area
antistante al presbiterio, quelle di una principessa sabauda, l’infanta Francesca
Caterina di Savoia (1595-1640), figlia del duca Carlo Emanuele I, alla quale si attribuisce la fondazione della Congregazione delle Figlie di Maria di Oropa, e del di lei
fratellastro Don Silvio di Savoia (+1644), Gran Priore, Cavaliere Mauriziano,
Commendatario d’Entremont, “governatore e difensore valoroso d’Ivrea” (vedi
rispettive foto). Le altre tombe di cui si possono ancora leggere le iscrizioni sul
pavimento della chiesa sono appena una quarantina, le più antiche delle quali risalgono soltanto ai primi anni dell’800. Sicuramente le persone sepolte nell’antica
chiesa oropense furono ben di
più. Dai registri conservati nell’archivio del Santuario si può
stabilire che a partire almeno dal
1688 (primo anno delle registrazioni) a tutto il 1830 esse furono
ben 860, e precisamente: 133
negli ultimi dodici anni del secolo XVII, 523 durante tutto il
secolo XVIII e 204 nel primo
trentennio del secolo XIX. E’
evidente pertanto che periodicamente, dopo un certo numero di
anni, i resti venivano esumati per
fare posto ad altri defunti.
Ecco perché, fatta eccezione per
la sepoltura di Francesco Ignazio
Gaetano Dentis, cittadino di
Bolengo, cavaliere dell’ordine
dei Santi Maurizio e Lazzaro e
senatore di Casale morto nel
1760, tutte le altre risalgono
all’800 (poche quelle dei primi
anni del secolo). Si tratta di per- Basilica antica. Tomba dell’infanta Francesca Caterina di
sonaggi del clero, della nobiltà e Savoia.
(m.c.)
51
Basilica antica. Tomba del Gran Priore Don Silvio di Savoia
(m.c.)
della borghesia biellese, ma non solo, tra i quali, tanto per citarne qualcuno, il sacerdote G.B. Piazza, canonico regolare lateranense, Cavaliere Mauriziano (+1828); il
conte Alessandro Gromo di Ternengo, luogotenente generale, commendatore
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine di Leopoldo (+1841); il
conte Ottavio Gromo di Ternengo, colonnello di cavalleria (+1860); la contessa
Gabriella Gromo di Ternengo, nata Richelmi (+1826); la contessa Camilla Gromo
di Ternengo, vedova del marchese di Moncrivello (+1844), la contessa Marianna
Fecia di Cossato (+1831); la contessa Vittoria Maillard de Tournon (+1820); la
signora Rosa Carozzi di Langosco (+1827); l’architetto Nicola Tarino, capitano del
Genio Civile (+1829), Carlo Belletti, insigne benefattore (+1844). Ma molte sepolture di personaggi di grande prestigio come, per esempio, il marchese Agostino
Ripa di Meana, decurione e poi sindaco di Torino (+1785), che era della famiglia
del vescovo di Vercelli di tal cognome e che governò la chiesa eusebiana tra il 1679
e il 1691 mons. Vittorio Agostino Ripa, o di una certa rilevanza, magari solo in sede
locale, come il medico e storiografo biellese Giovanni Tommaso Mullatera (17271805), o, ancora, di una certa fama come il capomastro del Santuario Giovanni
Battista Negro di Pralungo (+1714), o i due miracolati oropensi canonicamente
riconosciuti, Giacomo Vallet di Champorcher (+1712) e Giovanni Battista Peron di
Chatillon (+1737), oggi non sono più individuabili, benché doviziosamente documentate in archivio. Diligenti ricerche sono state ancora fatte durante gli ultimi
lavori di restauro eseguiti nel primo semestre del 2005, in occasione dei quali la
chiesa fu svuotata interamente e furono anche sollevati diversi lastroni di pietra del
pavimento, ma con esito negativo. E’ da ritenere pertanto che dette tombe rientrino
tra quelle che in passato furono eliminate.
Nella cappella detta del S. Sepolcro, sita nella Galleria del Tesoro contigua alla
chiesa antica, sono murati i resti mortali della monaca cistercense Anna Ludovica
Bruco di Sordevolo, alla quale, nella notte tra il 25 e il 26 luglio 1620, nel monastero di S. Caterina al Piazzo, apparve S. Anna con la Vergine Maria per assicurarle
52
il gradimento celeste alla
iniziativa della incoronazione del simulacro mariano di Oropa, che avverrà nell’ultima domenica di agosto del 1620. La
monaca non vi potrà però
assistere perché morirà
pochi giorni dopo, per la
precisione il 29 luglio di
quell’anno.
Durante l’impero napoleonico il seppellimento
nelle chiese fu proibito
per motivi di igiene pubblica; pure i Savoia, ritornati sul trono nel 1814,
dopo qualche tentennamento, finirono poi (nel
1830) con il confermare
tale opportunità, e così
anche Oropa dovette adeguarsi al nuovo indirizzo
in materia. Si ricavò un
cimitero sotto il primo
piazzale, adattando all’uopo le gallerie sotterranee
che erano state costruite
nel ‘700 a sostegno del
primitivo cimitero di Oropa ubicato sotto il piazzale di ingresso
monumentale ingresso del Il
del Santuario ed utilizzato tra il 1834 e il 1873, poco prima del suo
Santuario progettato dal- definitivo smantellamento nel 1950.
(Archivio Santuario)
l’architetto
Francesco
Gallo (1672-1750) di Mondovì e poi non realizzato. Tale cimitero, entrato in funzione nel 1836, non soddisfece per niente a causa della sua tetraggine e della grande
umidità che lo impregnava, oltre che per la ristrettezza degli spazi disponibili. Per cui
nel giro di qualche anno si pensò alla realizzazione di un nuovo cimitero (quello
attuale) nella valletta a ponente del Santuario, tra il dosso delle cappelle del Sacro
Monte e il riale Canalsecco.
La costruzione di questo nuovo cimitero iniziò nel 1871, con i lavori di adattamento del sito, cui fece seguito la edificazione della cappella centrale e poi delle arcate
laterali (24 per parte), in emiciclo. Esso entrò in funzione nel 1877: il 3 settembre
fu benedetto dal vescovo di Biella mons. Basilio Leto, presenti i canonici della
Cattedrale, i componenti l’amministrazione del Santuario e una grande folla. Il gior53
no dopo, per prima, fu traslata, dal vecchio cimitero sotto il primo piazzale del
Santuario, dove nel 1873 aveva trovato provvisoria sepoltura, alla cappella del
nuovo cimitero, la salma del vescovo mons. Gio. Pietro Losana. Seguirono, in tempi
ravvicinati, altre traslazioni, tra cui quelle dei resti di Maurizio Gaudenzio Sella
(1784 - 1846), e Rosa Sella (1799 - 1881), genitori di Quintino Sella, e di alcune
Figlie di Maria. Il vecchio cimitero, pur cessando fin dal 1882 la sua funzione, fu
conservato ancora per quasi 70 anni. Ne fu infatti deliberata la soppressione, dal
Consiglio comunale di Biella, soltanto in data 1° agosto 1950. Nel corso dell’anno
seguente esso fu completamento svuotato: le salme esumate e trasportate nel nuovo
cimitero furono ben 500, ma soltanto per 347 di esse fu possibile rilevare il nome
del defunto, in quanto, come risulta da un documento dell’archivio santuariale,
“molti loculi non avevano (più) iscrizione”. Delle salme individuate era stato fatto
un elenco dettagliato in data 16 febbraio 1946, che pure è conservato nell’archivio
di Oropa.
Nel nuovo cimitero, dalla sua “inaugurazione” nel 1877 ai giorni nostri ebbero
luogo all’incirca 2500 sepolture (il che non sembra un numero eccessivo), tra le
quali spiccano i nomi di personalità illustri della Chiesa, della politica, della cultura, della nobiltà, dell’imprenditoria. Emergono fra tutti: i vescovi di Biella mons.
Gio. Pietro Losana (1793 - 1873) e mons. Natale Serafino (1861 - 1924); l’arcivescovo di Larissa mons. Carlo Montagnini (1863 - 1913); lo statista e scienziato
Quintino Sella (1827 - 1884); il senatore del Regno Giuseppe Arnulfo (1797 1867); il deputato Luigi Guelpa, mazziniano (1843 - 1911); il deputato Eugeno
Bona (1854 - 1913); il deputato Pietro Paolo Trompeo (1824 - 1897); il deputato
Giovanni Battista Serralunga (1843 - 1915); il maggior generale conte Augusto
Avogadro di Vigliano (1832 - 1895); il capitano Costantino Crosa, Medaglia d’oro
al V.M. (1889 - 1918); l’esploratore e fotografo Vittorio Sella (1859 - 1943); il maestro compositore don Pietro Magri (1873 - 1937); il deputato socialista Ernesto
Carpano (1887 - 1955); l’economista Anton Dante Coda (1899 - 1961); l’imprenditore Riccardo Gualino (1869 - 1964); il capitano d’industria conte Oreste Rivetti
di Valcervo (1887 - 1962) e tanti altri. Tra i personaggi che hanno avuto una rilevanza soltanto a livello locale, vi sono importanti esponenti del clero biellese, in
particolare canonici del Capitolo di S. Stefano, tra cui diversi rettori di Oropa, e
vicari generali della diocesi di Biella; alcuni sindaci di Biella e pubblici amministratori; magistrati; letterati e storiografi; cattedratici di diverse discipline scientifiche; grandi imprenditori del settore industriale, commerciale e bancario (Cerruti,
Gallo, Poma, Rivetti, Coda, Sella, Pria, ecc.); filantropi e benefattori; esponenti di
famiglie nobili biellesi e anche di fuori (Avogadro di Valdengo e Vigliano, Brivio
Sforza, Fantoni di Vigliano, Gromo di Ternengo, Nomis di Cossilla, Solaro del
Borgo, Trossi di Pian Villar, Zanon di Valgiurata), ecc.
Il Cimitero di Oropa è considerato “monumentale” soprattutto per la sua particolare struttura architettonica, per le sue pregevoli edicole funerarie gentilizie disperse
nel bosco sovrastante (una quarantina), e per le importanti opere artistiche, specialmente scultoree, in esso collocate, ma lo è certamente anche per alcuni personaggi
54
storici e le molte personalità di una certa rilevanza a livello locale che ivi dormono
il sonno eterno, sotto lo sguardo benigno della Vergine Bruna. Di essi diamo qui di
seguito brevi cenni biografici, sufficienti, riteniamo, per soddisfare la curiosità del
visitatore. Se, malgrado tutto il nostro impegno, qualche nominativo degno di
segnalazione fosse sfuggito alla nostra ricerca, ci scusiamo con l’attento lettore.
Cenni biografici
AIAZZONE Giorgio (Tollegno 1947 - Sartirana Lomellina 1986)
Imprenditore nel settore dell’arredamento, diede vita ad un grande stabilimento per la vendita di mobili al minuto.
Cavaliere dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme. Morì in un tragico incidente aereo.
Ed. fam., Cim. Bosco
AIMONE GIBELLO Alfonso (Biella Chiavazza 1874 - Biella 1953)
Sacerdote, parroco di Zubiena (1905 - 1922), direttore del Convitto Biellese (1922), quindi canonico del capitolo
della cattedrale di Biella e amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa (1949).
Andr. Lev., n. 190
AMOSSO Bernardo (Biella 1828 - Biella 1912)
Figlio dello stampatore Giuseppe Amosso (1797 - 1863). Laureatosi in filosofia e metodo, si diede all’insegnamento che, come si legge sulla sua epigrafe tombale, “elevò a dignità di apostolato” (vedi a pag. 81). Cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia.
Andr. Lev., n. 102
AMOSSO Paolo Severo (Biella 1827 - Biella 1880)
Fratello del precedente e contitolare della tipografia di
famiglia, nella quale introdusse la litografia.
Andr. Lev., n. 56
ARNOLDI Domenico (Vercelli 1871 - Camburzano
1947)
Sacerdote, studioso di storia vercellese, poeta e narratore. Fu il librettista di alcune delle opere musicali del
compositore don Pietro Magri (vedi), e membro attivo
della Commissione del Cartario di Oropa: molti sono
gli antichi documenti da lui rinvenuti e trascritti.
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Andr. Lev., n. 27. In plan., n. –1 rosso.
ARNULFO Giuseppe (Biella 1797 - Biella 1867)
Causidico insigne, fu consigliere municipale di Biella
e amministratore di diverse altre istituzioni cittadine,
tra cui l’Ospizio di Carità, l’Orfanotrofio Femminile
Ravetti, l’Ospedale degli Infermi, la Cassa di
Risparmio di Biella, della quale fu il primo presidente (1856-67), e il Santuario di Oropa. Fu anche consigliere della divisione di Vercelli, della provincia di
Biella, presidente della provincia di Novara. Fu inoltre tra i promotori della Società per l’avanzamento
delle Arti dei Mestieri e dell’Agricoltura, fondata nel
1838, della quale fu poi segretario. Deputato al
Parlamento nazionale per più legislature, nel periodo
tra il 1848 e il 1857, prima per il collegio elettorale di
Biella I (città), poi per quello di Biella II (mandamenti di Adorno e Candelo); nel 1860 fu creato senatore del Regno. Commendatore dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro.
La sua prima sepoltura fu nel vecchio Cimitero sot-
Lapide del Senatore Giuseppe Arnulfo
(m.c.)
55
terraneo del primo piazzale del Santuario; solo successivamente i resti furono trasferiti nel nuovo Cimitero,
costruito extra moenia. Una epigrafe (vedi foto alla pagina precedente) è collocata all’esterno della Galleria.
Gall. Lev., n. 24. In plan., n. 2 rosso.
ARVAT Caterina III (Carema 1846 - Biella 1909)
Figlia di Maria di Oropa dal 1869, nell’ultimo anno della sua vita coadiuvò, quale vice, nella direzione dell’Istituto
delle Figlie di Maria, la Madre Superiora Maria Angela Fila che aveva problemi di salute.
C.A. Lev., n.11
AVOGADRO DI VIGLIANO conte Augusto (Tempio Pausania, in Sardegna, 1832 - Torino 1895)
Maggior generale dell’arma dei Reali Carabinieri. Arruolatosi nell’Esercito sardo quindicenne appena,
combatté tra le file della brigata Pinerolo a Peschiera ed a Rivoli (1848) contro le truppe del generale Zobel
che accorreva dal Tirolo in aiuto del maresciallo Radetzky. Agli ordini del duca di Genova, si segnalò per
bravura nella battaglia di Novara (1849). Ufficiale dei Bersaglieri (1854), fu richiesto dal generale La
Marmora per la spedizione piemontese in Crimea. Partito con il contingente sardo, si batté contro i Russi
sulla Cernaia, sotto la torre di Malakoff e sullo Sciulin (1855). Durante la campagna del 1859 si distinse nella
battaglia di San Martino, ed in quella del 1866 a Custoza, guadagnandosi due medaglie d’argento ed una di
bronzo al valor militare. Fu anche decorato di una medaglia civile per pubbliche benemerenze.
Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi alle pag.
81-82 la lapide sepolcrale e l’epigrafe commemorativa.
Andr. Pon., n. 80. In plan., n. –3 rosso.
AVOGADRO DI VALDENGO conte Paolo (Valdengo 1797 - Torino 1881)
Colonnello dei Reali Carabinieri, comandò le Guardie di Carlo Alberto durante la campagna 1848. Vedi foto lapide sepolcrale alla pag. 36.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 33)
BAGNASACCO Filiberto (Andorno 1830 - Biella 1897)
Geometra, fu consigliere comunale di Biella e anche membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1882-88).
Gall. Pon., n. 199
BECCHIO GALOPPO Felice (Biella 1885 - Biella 1961)
Podestà di Biella (1927 - 28) e amministratore delegato di parte laica del Santuario di Oropa (1935 - 1945).
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Pon., n. 21
BELLA FABAR Barone Francesco (Carrù 1787 - Biella 1854)
Sindaco di Biella (1846-48). Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
La sua prima sepoltura fu nel vecchio Cimitero sotterraneo del primo piazzale del Santuario; solo successivamente i resti furono trasferiti nel nuovo Cimitero, costruito extra moenia.
Andr. Pon., Oss., n. 5
BERIZZI Pietro Giuseppe (Occhieppo Superiore 1824 - Biella 1873)
Sacerdote, dottore in teologia e filosofia, scrittore e poeta. Figura di notevole importanza nella storia della
Congregazione di S. Giuseppe, della quale per primo concepì l’idea della fondazione, e del Collegio degli
Artigianelli di Torino, di cui ebbe la direzione, a partire dal 1852 (inizialmente con Giacinto Tasca, poi da solo)
fino al 1866, quando, chiamato a Biella come canonico arciprete della chiesa cattedrale, la lasciò nelle mani dell’amico don Leonardo Murialdo, fondatore della Congregazione di S. Giuseppe e futuro Santo. Per i suoi meriti fu
insignito della prestigiosa onorificenza di cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Sepolto nel primitivo cimitero di Oropa, sito sotto il primo piazzale del Santuario, i suoi resti andarono dispersi.
Oss. com. ?
BERSANO Francesco (Occhieppo Inf. 1839 - Biella 1910)
Avvocato. Fu consigliere comunale di Biella e anche membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (190609). Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
C. A. Lev., n. 83
BERSANO Giovanni Battista (Occhieppo Inf. 1813 - Biella 1886)
Prete dell’Oratorio, come il confratello Padre Gioacchino Sella, legò il suo nome alla compilazione dell’Officiatura
Propria della Madonna di Oropa, approvata nel 1856. Versatissimo nella Teologia Morale, nella Sacra Scrittura,
nella Storia ecclesiastica, nella Sacra liturgia, era consultato come maestro dai Padri, da alti personaggi, ma egli
cercava il nascondimento e persino il disprezzo a somiglianza di S. Filippo Neri. (p.t.)
C. A. Pon., n. 77. In plan., n. 4 rosso.
56
BERTOLA Felice (Pollone 1916 - Biella 2003)
Sacerdote, fu parroco di Castagnea (1943-55), vicario di Cossato (1955-70), e poi, per quasi trent’anni, collegiale
e prefetto di sacrestia a Oropa (1970-99). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1984). Fu anche attivissimo vice postulatore della causa di beatificazione del Ven. don Oreste Fontanella.
C. A. Pon., n. 6
BERTOLONE Piero (Torino 1905 - Biella 1994)
Ragioniere. Fu segretario generale dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1935 - 1972). Commendatore
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Gall. Sup. N.A., n. 27
BLOTTO BALDO Aldo (Biella 1903 - Biella 1992)
Fu amministratore delegato di parte laica del Santuario di Oropa (1945-52).
Gall. Sup. N.A., Ed. fam. (n. 2)
BOCCACINO Francesco (Occhieppo Inferiore 1845 - Torino 1912)
Avvocato di grande talento, con i colleghi Caucino e Alessio difese i diritti del Capitolo di S. Stefano di Biella nella
causa contro il Comune di Biella circa l’amministrazione del Santuario di Oropa, causa dibattuta presso la Corte
d’Appello di Torino nell’anno 1900, con esito favorevole alla parte religiosa.
Gall. Lev., n. 140
BOGGIO Agostino (Mezzana 1883 - Biella 1946)
Sacerdote, fu insegnante e prefetto di disciplina nel Seminario di Biella e amministratore de “il Biellese”. Nominato
canonico del capitolo della cattedrale di Biella, morì prima di prender possesso del canonicato mentre soggiornava a Oropa presso il fratello canonico Pietro Angelo, rettore del Santuario.
Andr. Lev., n. 308
BOGGIO Pietro Angelo (Mezzana 1879 - Biella 1956)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1930), amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa (1935-39) e poi rettore del medesimo (1940-54). A lui soprattutto si deve la costruzione
della grande cupola della Chiesa nuova. Un suo busto marmoreo, a suo tempo eseguito dallo scultore Virgilio
Audagna, è stato recentemente collocato nella Galleria Canonici.
Gall. Lev., n. 307. In plan., n. 5 rosso.
BOGLIETTI Antonio (Biella 1834 - Biella 1893)
Geometra, fu consigliere comunale di Biella. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
Gall. Lev., n. 105
BOGLIETTI Giovanni (Biella 1835 - Firenze 1901).
Letterato insigne. Vedi epigrafe a pag. 82
Gall. Lev., n. 100. In plan., n. 6 rosso.
BONA Angela (Sordevolo 1811 - Sordevolo 1871)
Di famiglia benestante. Donna pia e caritatevole, unitamente alla sorella Carolina, fece molta beneficenza.
Antro sotto la cappella centrale (Andr. Lev., n. 1).
BONA Basilio (Sordevolo 1848 - Bognanco - Domodossola 1915)
Fratello dell’on. Eugenio. Industriale e filantropo. Scopritore delle leggi sui tessuti simili. Commendatore
dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
BONA Carolina (Sordevolo 1803 - Sordevolo 1877)
Sorella di Angela. Benefattrice. Lasciò erede il Ricovero di Mendicità di Biella e legò cospicue somme all’Ospedale
degli Infermi di Biella, alla Congregazione di Carità di Sordevolo, all’Asilo Infantile e alla Congregazione di Carità
di Salussola, nonché all’Ospizio di Oropa. Una lapide, murata all’esterno della cappella centrale, ricorda entrambe
le sorelle e la loro munificenza (vedi a pag. 82).
Antro sotto la cappella centrale (Andr. Lev., n. 2).
BONA Eugenio (Sordevolo 1854 - Torino 1913)
Industriale, deputato al Parlamento nazionale per il Collegio di Biella (1906 - 1909), fondò l’Istituto Tecnico
per Ragionieri e Periti commerciali che porta il suo nome. Benefattore. Grand’Ufficiale dell’Ordine della
Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 7 rosso.
57
BONA Gio. Batta (Sordevolo 1833 - 1901).
Medico chirurgo. Cavaliere ufficiale dell’Ordine
della Corona d’Italia. Sulla lapide sepolcrale
(vedi foto a lato) sta scritto: “Secondo creatore
dell’Ospizio Marino”.
Gall. Lev., n. 116
BORA Felice (Biella 1843 - Biella 1905)
Capitano di Artiglieria a riposo. Fu presidente
dell’Amministrazione dell’Ospedale degli Infermi di Biella e consigliere comunale di Biella.
Gall. Pon., n. 216
G. Bottinelli, tomba G. B. Bona
(c.g.)
BORA Fortunato (Biella 1801 - Biella 1877)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di
Biella (dal 1833) e tesoriere del Santuario di
Oropa (1854-71). Fu il primo presidente del
Ricovero di Mendicità di Biella (1874-77). Elargì
ingenti somme per la costruzione del Cimitero
monumentale di Oropa e per l’acquisto di una
arcata (la prima a sinistra della cappella centrale)
destinata alle sepolture dei canonici del capitolo
della cattedrale di Biella. La sua tomba è la prima
a sinistra, mentre al centro campeggia un suo busto
marmoreo, fattogli erigere, in attestazione di gratitudine, dai suoi confratelli canonici.
Gall. Pon., n. 1
BORELLO (Pietro) Luigi (Biella 1880 - Torino 1946)
Avvocato, storiografo, paleografo, araldista, genealogista, lasciò molte opere inerenti tali materie, tra cui, con
Mario Zucchi, il “Blasonario Biellese (1929) e, con Mario Rosazza, una contestata “Storia di Oropa “(1936).
Inoltre, con A. Tallone, pubblicò “Le carte dell’Archivio Comunale di Biella fino al 1379” (quattro volumi che
videro la luce tra il 1927 e il 1933). Fu anche direttore della Biblioteca Civica di Biella.
Gall. Pon., n. 69. In plan., n. 8 rosso.
BOTTINELLI Giuseppe (Biella 1865 - Torino 1934)
Scultore molto apprezzato. Fu allievo del Tabacchi.
C. A. Pon., n. 90. In plan., n. 9 rosso.
BOTTINELLI Luigi (Viggiù, Varese, 1836 - Biella 1917)
Padre del precedente. Scultore pure lui.
C. A. Pon., n. 92
BOTTO POALA Eligio (Crocemosso 1898 - Biella 1978)
Imprenditore industriale, fu presidente della Casa di Riposo
Belletti Bona di Biella (1946-64). Cavaliere del Lavoro.
Ed. fam., Cim. Bosco.
BOZZALLA PRET Giovanni (Castagnea 1827 - Biella
1882)
Industriale tessile, sposò Efisia Sella (1833 - 1881), sorella
di Quintino, dalla quale ebbe 14 figli, ultimo dei quali
Giuseppe, il celebre pittore (1874 - 1958), che volle essere
sepolto a Pollone.
Gall. Pon., n. 34
BRIVIO SFORZA DI SANTA MARIA IN PRATO (dei
marchesi) Antonio (Biella 1905 - Milano 1995)
Patrizio milanese. Appassionato di automobilismo sportivo, partecipò, come pilota, a diverse manifestazioni del settore, tra le quali quelle svoltesi a Biella negli anni 1934 e
1935.
Gall. Sup. N.A., n. 119. In plan., n. 10 rosso.
58
G. Bottinelli, busto di L. Bottinelli
(c.g.)
BUBANI Lino (Faenza 1900 - Torino 1965)
Medico Chirurgo, Ufficiale sanitario, fu segretario del Fascio di Biella. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Sup. N.A., n. 6
BUISSON Paolo (Chambery 1813 - Biella 1891)
Magistrato e uomo di grande cultura, fu consigliere onorario di Corte d’Appello. Sulla lapide della sua sepoltura
(vedi a pag. 82) si legge, tra l’altro: “avulsa la Savoia, sdegnando blandizie francesi, prescelse morir italiano”.
Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’ordine della Corona d’Italia.
Andr. Lev., n. 71. In plan., n. 11 rosso.
BURATTI AGOSTINETTI Emma (Biella 1890 - Torino 1920).
Prima moglie dell’On. Vittorio Buratti, che ricostruì nelle forme attuali il castello di Zumaglia e ne sistemò il parco,
oggi regionale. E’ sepolta sotto la cappella centrale, mentre una lapide a lei dedicata (vedi a pag. 82) è murata sulla
parete esterna della stessa, al piano superiore.
Andr. Lev., n.50
BUSCAGLIA Basilio (Biella 1867 - Biella 1940)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1897), amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa dal 1906 al 1911, quindi per breve tempo rettore del medesimo. Suo il volume dato alle
stampe nel 1930 dal titolo “Raccolta di Grazie e Miracoli della Madonna d’Oropa compilata su documenti autentici da un canonico della Cattedrale di Biella”.
Andr. Pon., n. 7
BUSCAGLIONE Pio Giuseppe (Ariano di Puglia 1868 - Torino 1940)
Pittore, nato da genitori originari di Graglia. Fu allievo del Delleani.
Gall. Lev., n. 148
CAGNASSOLA Giuseppe (Candelo 1835 - Biella 1896)
Sacerdote, dottore in teologia e diritto canonico, fu arciprete di Netro (1869-91). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1891), fu anche amministratore del Santuario di Oropa (1894-96). Cameriere segreto di S.S.
Gall. Pon., n. 10
CALANZANO VIGNA Bartolomeo (Occhieppo Superiore 1815 - Biella 1879)
Sacerdote, dottore in ambo le leggi, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1856).
Gall. Pon., n. 4
CANEPA Eugenio (Bioglio 1855 - Biella 1916)
Fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1884-90). Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Pon., n. 231
CANEPARO Stefano Carlo (Biella Vandorno 1818 - Torino 1895)
Avvocato. Socio promotore delle Scuole tecniche di S. Carlo in Torino. Cavaliere dell’Ordine della Corona
d’Italia.Vedi epigrafe a pag. 82.
C.A. Lev., n. 76
CANOVA Edoardo (Pettinengo 1869 - Biella 1917)
Sacerdote. Laureato in teologia, insegnò presso il Seminario diocesano di Biella. Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1911) e rettore del Santuario di Oropa (1913-17).
Andr. Pon., n. 5
CANOVA Giuseppe (Andorno 1900 - Biella 1979)
Sacerdote, fu viceparroco del Piazzo (1927-50) e poi del duomo di Biella. Canonico del capitolo della cattedrale
(dal 1955), fu anche tesoriere del Santuario di Oropa (1969).
Andr. Lev., n. 315
CANOVA Lina (Andorno 1898 - Biella 1966)
Sorella del canonico Giuseppe Canova. Madre Superiora delle Figlie di Maria di Oropa (1949 - 1966), tra le quali
era entrata nel 1921.
C. A. Lev., n. 16
CANTONO Enrico (Andorno 1845 - Roma 1902)
Generale del Regio Esercito. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Pon., n. 193
59
CARPANO MAGLIOLI Ernesto (Biella 1887 Biella 1955)
Avvocato, deputato socialista all’Assemblea
costituente (1946–47), e poi al Parlamento
nazionale, nella prima legislatura repubblicana (1948–52), sottosegretario di Stato per
l’Interno.
Gall, Lev., n. 237. In plan., n. 12 rosso.
CASTELLI Carlo Cesare (Torino 1839 - Biella
1916)
Alto funzionario statale e “squisito poeta”. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Nella controfacciata interna della cappella centrale una lapide in marmo nero e con l’epigrafe in
caratteri dorati ne sottolinea le qualità umane e
patriottiche (vedi a pag. 82).
Andr. Lev., n. 37. In plan., n. 13 rosso.
G. Piccioni, tomba Carpano Maglioli
(m.c.)
CERRUTI Antonio (Occhieppo Sup. 1857 Torino 1915)
Industriale laniero. Con i fratelli Quintino e
Stefano, acquistò nel 1895 dagli eredi di
Giovanni Bozzalla Pret un lanificio sito in Biella
sulla sponda destra del torrente Cervo, dando inizio alla grande impresa industriale della famiglia
Cerruti. I suoi resti mortali furono trasferiti a
Oropa nel 1955.
Ed. fam., Cim. Bosco
CERRUTI Quintino (Occhieppo Sup. 1864 - Biella 1944).
Industriale laniero. Grande benefattore di Oropa: provvide alle opere di rivestimento marmoreo di una delle cappelle della Chiesa Nuova (la prima a sinistra entrando). Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
CERRUTI Silvio (Biella 1891 - Vigliano Biellese 1951)
Figlio di Antonio. Proseguì l’attività industriale intrapresa dal padre e dagli zii, ampliando e raffinando le capacità produttive dell’azienda di famiglia. Benefattore di Oropa: proseguì l’impegno assunto dallo zio Quintino per la Chiesa
Nuova. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. I suoi resti mortali furono trasferiti a Oropa nel 1955.
Ed. fam., Cim. Bosco
CERRUTI Stefano (Occhieppo Sup. 1858 - Biella 1911)
Industriale laniero. I suoi resti mortali furono trasferiti a Oropa nel 1934.
Cell. Oss. Gall. Pon., n. 242/a
CHIAPPERO Teresina (Cavour 1898 - Biella 1979)
Madre Superiora delle Figlie di Maria di Oropa (1966 - 1979), tra le quali era entrata nel 1919.
C. A. Lev., n. 119
CHIORINO Augusto (Biella 1906 - Biella 1996)
Imprenditore. Fu amministratore delegato di parte laica del Santuario di Oropa (1957-67).
Ed. fam., Cim. Bosco
CODA CANATI Antonio (Cossila 1821- Biella 1891)
Colonnello nel Regio Esercito, Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Lev., n. 90
CODA CANATI Pietro (Cossila 1803 - Biella 1872)
Sacerdote e dottore in teologia e in ambo le leggi. Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1844) e arciprete della stessa (1844-58), poi rettore del Santuario di Oropa (1863-65). Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio
e Lazzaro. Subito dopo la sua morte fu sepolto nel sepolcreto dei canonici in duomo e solo successivamente (nel
1891) i suoi resti furono trasferiti nel cimitero di Oropa.
Gall. Pon., n. 7
60
CODA CAP Anton Dante (Biella
1899 - Torino 1959)
Esponente del mondo politico ed economico, dopo la caduta del Fascismo
e prima della convocazione dell’assemblea costituente, fu membro della
Consulta nazionale (1945–46). Tra
gli altri incarichi da lui rivestiti, assai
importante e prestigioso fu quello di
presidente dell’Istituto Bancario San
Paolo di Torino (1946-59).
La salma fu trasferita a Oropa nel 1961.
C. A. Pon., n. 221. In plan., n. 14 rosso.
CODA Giovanni Battista (Occhieppo
Inf. 1852 - Biella 1940)
Notissimo commerciante, titolare della
prestigiosa ditta di prodotti di merceria,
maglieria e chincaglieria, denominata
“Coda & Maffiotti”, da lui fondata nel
1898 insieme a Raimondo Maffiotti e
operante in Biella e a Ivrea fino agli
anni sessanta del ‘900.
Andr. Pon., n. 112
CODA Pietro (Biella 1818 - Biella
1890)
Sacerdote, professore di lettere nel
Civico Collegio di Biella. Fu parroco di
Benna (1855-90), poi canonico del capitolo della cattedrale di Biella solo per
qualche mese. Vedi epigrafe a pag. 83.
Andr. Pon., n. 7
COMINETTI Guido (Vestignè 1864 V. Audagna, tomba di Anton Dante Coda
Biella 1922)
Sacerdote, parroco di Zubiena (18981904), canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1904), tesoriere del Santuario di Oropa.
Andr. Lev., n. 125
(m.c.)
CORNALE Luigi (Biella 1830 - Torino 1892)
Consigliere comunale di Biella.
Andr. Pon., n. 96
CORONA Lodovico (Biella 1836 - Torino 1888)
Causidico, fu membro di diverse istituzioni di beneficenza e dell’istruzione, nonchè sindaco di Biella (1878 - 1880).
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag. 83. Gli è intitolata una via al Monte Piazzo.
Andr. Pon., 57
CORTE Antonio (Andorno Cacciorna 1833 - Biella 1893)
Notaio, fu segretario della Commissione amministratrice dell’Ospizio di Oropa.
C. A. Lev., n. 20
CORTE Riccardo (Biella 1866 - Biella 1933)
Figlio del notaio Antonio. Avvocato, fu assessore comunale di Biella. Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona
d’Italia.
C. A. Lev., n. 20
CRIDIS Teresa, nata GROMO ( Biella 1832 - Cossato 1901).
Figlia di Bernardino Gromo, illustre dottore in medicina (1787 - 1854). Sposò l’avvocato Gian Matteo Cridis (1828
- 1913). Benefattrice. In segno di riconoscenza, le furono intitolati la scuola elementare e l’asilo infantile di Biella
Vernato.
Ed. fam., Cim. Bosco
61
CROSA Costantino (Biella 1889 - Molino Vecchio,
Piave 1918)
Capitano del Regio Esercito (201° Reggimento
Fanteria), cadde da eroe durante la prima Guerra
mondiale, ottenendo il conferimento della Medaglia
d’oro al valor militare, alla memoria. Biella gli ha
dedicato una via. I suoi resti mortali furono tumulati a
Oropa nel 1922. Un tondo in bronzo con il ritratto dell’eroe in bassorilievo (vedi foto) ne decora la tomba.
C. A. Pon., n. 31/c. In plan. n. 16 rosso.
CUCCO Giacomo (Biella 1842 - Torino 1920)
Sacerdote. Professore di filosofia positiva presso il
Seminario diocesano. Si diede alla vita politica.
Consigliere comunale di Biella (1883-89). Canonico
onorario della cattedrale di Biella (dal 1914). Vedi epigrafe a pag. 83.
Andr. Lev., n. 171
CUCCO Luigi (Biella 1859 - Biella 1933)
Ingegnere, diresse per quarant’anni l’Acquedotto biellese. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Vedi epigrafe a pag. 83.
Andr. Lev., n. 169
CUCCO Mario (Biella 1896 - Solaroli 1918)
S. Caneparo, tomba di Costantino Crosa, particolare
(c.g.)
Tenente degli Alpini, partecipò alla prima Guerra
mondiale. Cadde eroicamente sul Monte Istrice
(quota 1601), ottenendo la Medaglia d’argento al valor militare. Biella gli ha intitolato una piazza nel borgo del
Piazzo, dove gli fu eretto un monumento bronzeo. I suoi resti mortali furono tumulati a Oropa nel 1921. Sulla lapide tombale in bronzo, l’epigrafe che ne esalta le virtù eroiche è accompagnata dalla sua effigie in bassorilievo (vedi
foto).
Andr. Lev., n. 160. In plan., n. –17 rosso.
CUCCO Salvatore Cornelio (Biella 1892 - Biella 1959)
Avvocato, pubblicista e cantore della Madonna d’Oropa. Sulla lapide sepolcrale furono incise le seguenti parole:
“Poeta, Dotto, Amante di altezze”.
Andr. Lev., n. 279
CUCCO Sisto (Biella 1889 - Biella 1963)
Professore di Liceo, amava scrivere di storia biellese. Fu consigliere comunale e assessore a Biella, nonché membro della Commissione del Cartario di Oropa. Nel 1921, con G. Varale, curò la pubblicazione del volume “Reginae
Montis Oropae”, rassegna
storico-artistica delle feste
per la IV centenaria incoronazione della statua della Vergine di Oropa (Tip. Unione
Biellese).
Andr. Pon., n. 309
DEBERNARDI Ignazio (Zubiena 1825 - Biella 1885)
Dottore in medicina e chirurgia, cultore valente dell’arte
idroterapica, nell’anno 1865
ne fondava lo stabilimento in
Biella Piazzo. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag.
83.
Andr. Lev., n. 60.
62
Targa sepolcrale di Mario Cucco
(m.c.)
DE GENOVA Emilio (Biella 1836 - Biella 1912)
Ispettore demaniale. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag. 83.
Andr. Lev., n. 130
DELPIANO Enrico (Biella 1900 - Torino 1974)
Ingegnere, fu amministratore delegato di parte laica del Santuario di Oropa (1973 - 75). In età giovanile, studente
universitario a Torino, ebbe modo di conoscere il Beato Pier Giorgio Frassati, diventandone amico. Con lui condivise l’impegno caritativo, visitando i poveri e i malati nelle vecchie soffitte cittadine.
Gall. Sup. N.A., n. 18
DIONISIO Camillo (Biella 1830 - Torino 1901)
Tesoriere provinciale. Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Andr. Lev., n. 84
DIONISIO Ignazio (Biella 1863 - Torino 1942)
Otorinologo insigne, umanista filantropo, docente universitario, scrittore di scienze, presidente
dell’Accademia di medicina. Vedi epigrafe a pag. 83.
Andr. Pon., n. 64. In plan., n. –18 rosso.
FANTONI DI VIGLIANO conte Vincenzo Pietro (Vigliano 1846 - Torino 1919)
Magistrato, fu consigliere della Corte d’Appello di Torino. La salma fu tumulata a Oropa nel 1921.
Andr. Lev., n. 24
FERRUA Pierino (Biella 1877 - Biella 1921)
Industriale laniero.
Ed. fam., Cim. Bosco
FILA Maria Angela (Trivero Bulliana 1854 - Biella 1910)
Madre Superiora delle Figlie di Maria di Oropa (1900 - 1910), tra le quali era entrata nel 1872.
C. A. Lev., n. 12
FOGLIANO Giovanni (Sordevolo 1855 - Biella 1933)
Fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1906-13)
Ed. fam., Cim. Bosco
FORNO Vittorio (Mosso S.Maria 1886 - Biella 1969)
Sacerdote, fu arciprete di S. Giacomo del Piazzo (1927-50). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal
1950), fu anche tesoriere del Santuario di Oropa (1955-59).
Andr. Pon., n. 233
GALLO Achille (Biella 1866 - Pollone 1923)
Industriale. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim Bosco
GALLO Emilio (Biella 1870 - Biella 1945)
Industriale e benefattore. Fondò un importante maglificio a Chivasso e una casa di cura estiva a Pollone. Amante
della montagna e fotografo di grande talento, prese parte a diverse esposizioni fotografiche sia in Italia che all’estero. Nel 1896, con Vittorio Sella, partecipò alla spedizione nel Caucaso. Fu anche presidente della sezione del
C.A.I. di Biella. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim Bosco. In plan., n. 19 rosso.
GASTALDI Carlo (Colla di Netro 1798 - Biella 1873)
Prete dell’Oratorio, Superiore della casa di Biella. Sul monumento sepolcrale (con busto) sta scritto: “Amico vero
del Popolo”.
C. A. Pon., n. 62
GAVOSTO Tomaso (Villanova Solaro 1816 - Biella 1891)
Ingegnere assai esimio, prestò la sua opera anche presso il Santuario di Oropa. Fu consigliere comunale di Biella.
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. La sua epigrafe tombale, alquanto scarna, è oggi quasi del tutto illeggibile.
Vedi epigrafe a pag. 84.
C. A. Lev., n. 90. In plan., n. 20 rosso.
GILARDINO Gentile (Biella 1861 - Biella 1922)
Medico chirurgo. Ricoprì diverse cariche pubbliche tra cui quella di amministratore del Santuario di Oropa (1915-20).
Andr. Lev., n. 19
63
GOGGIA Francesco (Biella 1804 - Biella 1889)
Sacerdote, dottore in teologia, canonico del capitolo
della cattedrale di Biella (dal 1839). Fu consigliere di
amministrazione dell’Orfanotrofio Femminile e
anche del Santuario di Oropa (1880).
Gall. Pon., n. 5
GROMO Alessandro (Sandigliano 1881 - Sandigliano 1949)
Sacerdote. Laureato sia in teologia che in filosofia e
diritto, insegnò presso il Seminario diocesano.
Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal
1919), rettore del Santuario di Oropa (1920-27), e
poi anche amministratore dello stesso (1940-42 e
1947-49), lasciò la sua ricca Biblioteca e un calice
d’oro puro al Santuario di Oropa.
Gall. Pon., n. 279
GROMO DI TERNENGO conte Emanuele (Biella
1850 - Biella 1903)
Figlio del conte Ottavio, colonnello di Cavalleria
(+1860), sepolto nella basilica antica di Oropa, e di
Ersilia Thaon Revel di St. Andrè (+1889)
Andr. Lev., n. 5
GUAGNO Enrico (Ancona 1870 - Biella 1955)
Ingegnere, appassionato collezionista. Alla sua
morte, la sua ricca collezione di dipinti dell’800 italiano passò al Museo Civico di Biella; oggi è esposta
al Museo del Territorio Biellese.
Gall. Pon., n. 77
GUALA Benvenuto (Bioglio 1859 - Bioglio 1924)
Ingegnere, Colonnello del Genio. Cavaliere
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e
dell’Ordine della Corona d’Italia.
Andr. Pon., n. 107
Tomba della famiglia dei conti Gromo di Ternengo,
particolare
(m.c.)
GUALA Ermanno (Mottalciata 1883 - Acque di
Belvedere Calabro 1917)
Capitano della Regia Marina, “caduto per la Patria” durante la prima guerra mondiale. Vedi epigrafe a pag. 84.
I suoi resti furono tumulati ad Oropa nel 1923.
Andr. Pon., n. 152
GUALINO Carlo (Vercelli 1870 - Biella 1941)
Figlio dell’orafo Giuseppe. Fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1915-20).
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
GUALINO Giuseppe (Vercelli 1841 - Biella 1906)
Valentissimo orafo, fondò a Biella una importante azienda di settore. Fu amministratore delegato di parte laica del
Santuario di Oropa (1884-90).
Ed. fam., Cim. Bosco
GUALINO Riccardo (Biella 1879 - Firenze 1964)
Figlio dell’orafo Giuseppe. Grande imprenditore nei più svariati settori dell’industria e del commercio, quali
quelli dei legnami, del cemento, della seta artificiale, delle automobili, della cinematografia e altri. Fondò la
SNIA-VISCOSA, la società Rumianca, la Lux Film, e fu vicepresidente della FIAT. Coltivò interessi culturali per le arti figurative, l’architettura, la letteratura, il teatro. Si laureò in giurisprudenza, e scrisse alcuni
libri sulle vicende della sua vita travagliata ed economicamente assai avventurosa. Conobbe il confino politico (a Lipari e a Cava dei Tirreni) negli anni 1931-32, per via delle sue idee, non gradite al regime fascista.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 21 rosso.
64
GUELPA Camillo (Biella 1845 - Biella 1922)
Figlio di Giuseppe. Notaio. Più volte consigliere e assessore comunale, e poi sindaco di Biella (1886-88, e 1892)
e consigliere provinciale di Novara per il collegio di Cossato. Fu anche amministratore di quasi tutti gli istituti civili e le opere pie cittadine, tra cui il Santuario di Oropa (1903-09). Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Lev., n. 20. In plan., n. 22 rosso.
GUELPA Giuseppe (Cossato 1821 - Biella 1881)
Notaio, espertissimo in scienze amministrative, sindaco di Cossato e consigliere provinciale di Novara. Rifiutò la
nomina a senatore del Regno offertagli nel 1870. Promosse l’agricoltura nel Biellese e la istituzione del Consorzio
Agrario (p.t.). Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Lev., n. 16. In plan., n. 23 rosso.
GUELPA Luigi (Biella 1843 - Biella 1911)
Avvocato. Mazziniano convinto fin dagli anni giovanili, nel 1890 fu eletto deputato al Parlamento nazionale
per il collegio plurinominale di Novara II; nel 1892 per quello di Cossato.
Gall. Lev., n. 17. In plan., n. 24 rosso.
GURGO Agostino (Biella 1825 - Biella 1892)
Prete dell’Oratorio, fu superiore della casa di Biella e, come è scritto sul suo monumento funebre sostenente il suo
busto, “della gioventù studiosa protettore benefico” (vedi a pag. 84).
C. A. Pon., n. 72
GURGO SALICE Edoardo (Pettinengo 1834 - Biella 1897)
Sacerdote. Laureato in teologia, insegnò Sacra scrittura nella Scuola di Teologia del Seminario. Fu parroco di
Ternengo (1861-76), poi vicario foraneo di Coggiola (1876-82), canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal
1882) e rettore dell’Ospizio di Oropa (1887-92).
Andr. Pon., n. 21
GURGO SALICE Pietro (Pettinengo 1834 - Biella 1885).
Medico chirurgo.
Gall. Pon., n. 113
JORIO Giovanni (Biella 1826 - Biella 1909)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella
(dal 1879), fu amministratore del Santuario di Oropa
(1892-97 e 1903-11)). Notaio apostolico e cancelliere
della Curia vescovile di Biella.
Gall. Pon., n. 24
LANZA Pietro Antonio (Andorno 1831 - Biella 1902)
Fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa
(1890-96). Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
C. A. Pon., n. 40
LANZONE Ferdinando (Crocemosso 1852 - Pistolesa
1924)
Industriale laniero. Vedi epigrafe a pag. 84.
Andr. Pon., n. 121
LANZONE Giovanni (Pistolesa 1883 - Biella 1924)
Figlio di Ferdinando. Industriale laniero. Vedi epigrafe
pag. 84.
Andr. Pon., n. 190
LEVIS Pietro Antonio (Biella 1807 - Biella 1889)
Sacerdote e dottore in teologia. Canonico del capitolo
della cattedrale di Biella (dal 1836), fu anche amministratore del Santuario di Oropa (1880-83).
Gall. Pon., n. 3
LOSANA Mons. Gio. Pietro (Vigone 1793 - Torino
1873)
Quinto Vescovo di Biella e Conte (1834 - 1873). La sua
L. Bottinelli (?), tomba del Vescovo Giovanni
Pietro Losana, particolare
(c.g.)
65
attività pastorale fu intensissima. Tra le molte iniziative da lui intraprese o sostenute, riveste particolare
importanza l’ottenimento dell’Officiatura propria della Madonna di Oropa (1857). Egli partecipò al Concilio
ecumenico Vaticano I e clamorosa fu la posizione da lui assunta in quella sede, con pochi altri vescovi, contro
il dogma della infallibilità papale (1870). Grande filantropo, a lui si deve la fondazione di molte istituzioni biellesi, tra le quali le Scuole femminili (1835), diventate poi l’Istituto Losana, la Società per l’avanzamento delle
Arti, Mestieri e Agricoltura (1838), la Società Generale di Mutuo Soccorso fra gli Operai (1843), il Comizio
Agrario (1843), la Cassa di Risparmio di Biella (1856). Egli patrocinò anche la erezione di un Ricovero di
Mendicità (il “Belletti Bona”) che, grazie alle cospicue donazioni dei due benefattori che gli diedero il nome,
si realizzerà nel 1874, trasformandosi in seguito in una casa di riposo ed infine in una struttura polivalente.
Esperto di problemi agricoli, propagandò la pratica della solforazione dei vigneti minacciati dalla crittogama.
In più occasioni, si onorò di ospitare nel suo palazzo regine e principi di casa Savoia di passaggio da Biella per
recarsi a Oropa, e perfino il generale Garibaldi che pure transitò dalla nostra città, nel 1859, con i suoi
Cacciatori delle Alpi. Mons. Losana (che si era laureato in Teologia a Torino nel 1816 e che era stato ordinato prete l’anno dopo), prima di diventare vescovo di Biella, fu vescovo titolare di Abido in Egitto, vicario apostolico ad Aleppo in Siria e delegato della S. Sede per il Libano (1826 - 1833). Prelato domestico di Sua Santità
e assistente al Soglio Pontificio, per le sue molte benemerenze divenne anche Grand’Ufficiale dell’Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro. La salma di monsignor Losana inizialmente trovò sepoltura nel primitivo
Cimitero sotterraneo, che era ubicato sotto il primo piazzale del Santuario, e solo nel 1877 fu trasferita in
quello nuovo, costruito extra moenia, e tumulata all’interno della cappella centrale, dietro l’altare. Sul
monumento funebre campeggia il suo busto, accompagnato dalle sue armi episcopali e da una lunga e dotta
epigrafe in latino che ricorda i tratti salienti della sua straordinaria personalità (vedi a pag. 85).
Cappella centrale. In plan., n. 25 rosso.
MAGLIOLA Emilio (Biella 1869 - Cossila 1927)
Imprenditore. Cavaliere del Lavoro, cavaliere ufficiale dell’ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
MAGNANI Pietro (Campiglia Cervo 1817 - Biella 1890)
Sacerdote, diventa canonico del capitolo della cattedrale di Biella nel 1853. Fu rettore del Seminario vescovile di
Biella (1854-90), presidente della locale Cassa di
Risparmio (1879-90) e amministratore del
Santuario di Oropa (1883-89). Sulla sua tomba si è
voluto perennemente ricordare che fu “ottimo cittadino, sacerdote esemplare, integerrimo amministratore” (vedi a pag. 85).
Gall. Pon., n. 8
MAGRI Pietro (Vigarano Mainarda, Ferrara,
1873 - Biella 1937)
Sacerdote e grande musicista. Allievo di
Lorenzo Perosi, fu insegnante di musica sacra
al Seminario di Venezia e maestro di prove e
canto alla Cappella Marciana (1898), maestro
di cappella alla cattedrale di Bari (1901), alla
cattedrale di Lecce e di Molfetta (1910), alla
cattedrale di Vercelli (1911) ed infine a Oropa
(1919), dove rimarrà fino alla fine della sua
vita. Compose tantissime (oltre 700) opere
musicali di soggetto religioso, e qualcuna
anche di soggetto profano, tra cui famosi
“oratori”, come “La Regina delle Alpi”, “La
Regina dei Pirenei”, “Auxilium Christianorum”, “Omaggio a Cristo Re” e altri. Il futuro
Papa Pio X, che ebbe modo di conoscerlo ed
apprezzarne le doti ai tempi in cui era patriarca di Venezia, lo tenne in grande stima.
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Sulla tomba una eloquente epigrafe lo ricorda ai
visitatori (vedi a pag. 85).
C. A. Lev., n. 28. In plan., n. 26 rosso.
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Tomba di don Pietro Magri
(m.c.)
MAJA Mons. Eliseo (Sordevolo 1856 - Biella 1939)
Sacerdote, dottore in teologia e diritto canonico, insegnò teologia presso il Seminario diocesano. Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1890), divenne prevosto del capitolo (1899). Protonotario apostolico e più volte
rettore del Santuario di Oropa (1896-99, 1911-12 e 1930-39), e amministratore delegato di parte ecclesiastica del
medesimo (1903-06, 1916-19 e 1927-35). Fondò “Eco del Santuario di Oropa” (1898). Cavaliere dell’Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro. Vedi epigrafe a pag. 85.
Gall. Lev., n. 56. In plan., n. 27 rosso.
MANDELLI Teresa (Vercelli 1822 - Roppolo 1913)
Figlia del notaio vercellese Vittorio Mandelli (1799 - 1861), insigne storico, e vedova dell’avvocato Giuseppe
Tarino (1811 - 1894), che fu sindaco di Biella. La sua tomba è oggi priva della lapide.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 8)
MANFREDI Eugenio (Biella 1845 - Biella 1925)
Ingegnere, fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1887-90). Cavaliere dell’Ordine della Corona
d’Italia.
Andr. Pon., n. 166
MARANDONO Luigi (Biella 1821 - Biella 1897)
Architetto, fu sindaco di Biella (1889 - 1891) e, per un ventennio (1877-97), anche presidente dell’Ospizio di
Carità. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. Un suo busto, con epigrafe è nel portico interno del palazzo dell’Ospizio, ora sede della Provincia.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 15). In plan., n. –28 rosso.
MASSERANO Giovanni (Biella 1823 - Novara 1882)
Scrittore e pubblicista, fondò il periodico “Eco del Mucrone” (1856) e pubblicò diversi studi di carattere storico,
tra cui il volume “Biella e i Dal Pozzo” (1867), che gli valse la nomina a socio dell’Accademia di scienze storiche,
e “Pietro Micca da Sagliano d’Andorno. Ricordanze storiche” (1880). Lasciò anche un’opera inedita sugli uomini
illustri del Biellese, che forse andò perduta. Cancelliere del Tribunale Civile di Novara. Cavaliere dell’Ordine della
Corona d’Italia. La sua tomba è oggi priva di lapide.
Andr. Lev., n. 36
MASSERANO Giuseppe (Biella 1825 - Biella 1896)
Fratello del precedente. Chimico e fotografo, con Graziano Capellaro, era titolare della ditta “Capellaro &
Masserano”. Fu membro dell’Amministrazione comunale di Biella (per un certo periodo, nel 1888, svolse anche le
funzioni di sindaco) e di diversi enti locali tra cui il Ricovero di mendicità e il Santuario di Oropa (1881-87). Socio
fondatore della sezione C.A.I. di Biella e cofondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Biella.
Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag. 85.
Andr. Lev., n. 86
MINIGGIO Giuseppa (Pettinengo 1817 - Biella 1900)
Madre Superiora delle Figlie di Maria di Oropa (1867 - 1900), tra le quali era entrata nel 1843.
C. A. Lev., n. 6
MINO Giuseppe Vincenzo (Camandona 1825 - Biella 1905)
Industriale, fu consigliere comunale di Biella e sindaco di Cossila.
Andr. Lev., n.103
MONTAGNINI Mons. Carlo (Casale Monf. 1863 - Berlino 1913)
Arcivescovo titolare di Larissa e Delegato apostolico in Colombia. Era figlio adottivo della terra biellese, avendo a Biella compiuto gli studi ecclesiastici. Laureatosi poi, a Roma, in teologia e in diritto canonico e civile,
entrò in Diplomazia. Fu nelle Indie, quale segretario di mons Aiuti; segretario di Nunziatura a Monaco di
Baviera e a Vienna; uditore a Parigi con il Nunzio Clari e mons. Lorenzelli. Ottenne numerosissime decorazioni, tra le quali quelle di Cavaliere del Real Ordine del merito di S. Michele (Baviera), Commendatore del
Real Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna), Commendatore del Real Ordine del Merito di S. Lodovico
(Parma), insignito dell’Ordine Imperiale du Lion et Soleil (Persia), Grand’Ufficiale dell’Ordine Reale
Ospedaliero ed umanitario di S. Caterina del Monte Sirio, Cavaliere del Real Ordine Militare di N.S. della
Concezione di Villa Vicosa (Portogallo), Cavaliere dell’Ordine della Corona di Ferro (Austria), Ufficiale della
Légion d’Honneur (Francia). Fu inoltre Commendatore con placca dell’Ordine del S. Sepolcro, decorato della
Medaglia Pro Ecclesia et Pontifice, e insignito della dignità di Cameriere Segreto di Sua Santità. Morì casualmente a Berlino, dove si era recato per curarsi del grave male che l’aveva colpito. La salma di mons.
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Montagnini fu trasferita a Oropa nel 1914 e tumulata nella cappella centrale del nuovo Cimitero. Sul monumento tombale una succinta epigrafe (vedi a pag. 85) è accompagnata dal suo busto e dalle sue armi episcopali.
Cappella centrale. In plan., n. 29 rosso.
MONTEGRANDI Giuseppe Maria (Masserano, 1815 - Biella 1891)
Sacerdote, prevosto degli Oblati di S. Andrea di Vercelli. Fu un tenace oppositore delle tesi giobertiane (p.t.).
C. A. Lev., n. 69
MOSSA Bernardo (Occhieppo Sup. 1809 - Occhieppo Sup. 1885)
Magistrato. Vedi epigrafe a pag. 85.
Gall. Pon., n. 88
MOSSA Giovanni Battista (Occhieppo Sup. 1799 - Occhieppo Sup. 1881)
Commerciante, “del suo paese fautore generoso e caritatevole”. Vedi epigrafe a pag. 86.
Gall. Pon., n. 82
MURATORE Giovanni (Mosso S. Maria 1829 - Biella 1895)
Sacerdote, fu maestro in Portula per 25 anni; nel 1874 fu chiamato a far parte del capitolo canonicale di S. Stefano,
come arciprete della cattedrale di Biella, incarico che tenne fino alla morte. Sulla sua tomba si è voluto ricordare
che fu ”insigne per pietà, beneficenza e zelo”. Vedi epigrafe a pag. 86.
Gall. Pon., n. 9
NEGRO Camillo (Biella 1861 - Torino 1927)
Neurologo insigne. Titolare della cattedra di neuropatologia all’Università di Torino. Autore di circa 200
memorie scientifiche di notevole interesse. Vedi epigrafe a pag. 86.
C. A. Pon., n. 60. In plan., n. –30 rosso.
NOMIS DI COSSILLA conte Mario (Chiavari 1874 - Roma 1946)
Generale di Cavalleria, Senatore del Regno, gentiluomo d’onore della regina Margherita, Balì d’onore e
devozione del S.M.O. di Malta. La salma fu tumulata a Oropa nel 1954.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 31 rosso.
NORZA Mons. Pietro (Rosazza 1844 - Biella 1917)
Sacerdote. Laureato in teologia, insegnò morale, dogmatica e storia ecclesiastica presso il Seminario di Biella, di
cui fu poi rettore (1902-17). Fu parroco di S. Biagio del Vernato (1874-78). Canonico del capitolo della cattedrale
di Biella (dal 1878), fu per molti anni (tra il 1880 e il 1914) amministratore del Santuario di Oropa, di cui per breve
tempo (1900-01) fu anche rettore. Alla morte del vescovo Cumino, nel 1901, divenne vicario capitolare. Fu poi
vicario generale della diocesi sotto i vescovi Gamba, Masera e Serafino.
Andr. Pon., n. 25
OTTINO Francesco (Pralungo 1875 - Biella 1948)
Sacerdote. Laureato in teologia, insegnò Lettere nel Liceo del Seminario diocesano. Canonico del capitolo della
cattedrale di Biella (dal 1929), fu poi eletto alla carica di prevosto (1939). Amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa (1940-48).
Gall. Lev., n. 299
OTTINO Giovanni Battista (Magnano 1869 - Biella 1930)
Sacerdote, Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1911), rettore del Santuario di Oropa (1918-19 e
1927-30). La salma fu tumulata a Oropa nel 1934.
Gall. Lev., n. 246. In plan., n. 32 rosso.
PANIZZA Benvenuto (Biella 1912 - Biella 1986)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1954). Nel dopoguerra organizzò colonie marine a
Imperia, dove realizzò una casa soggiorno nella celebre villa con parco che fu di Teodoro Roosevelt, presidente degli
U.S.A. Fondò la POA, poi ODA, e la Charitas diocesana. Fu anche amministratore delegato di parte ecclesiastica del
Santuario di Oropa (1961-66 e 1976-78). Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Gall. Sup. N.A., n. 90
PASCHETTO Antonio (Cossato 1856 - 1928)
Medico chirurgo, specialista in malattie veneree. Primario dell’Ospedale di Biella e Ufficiale sanitario.
Gall. Lev., n. 253
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PASCHETTO Emilio (Arborio 1904 - Biella 1991)
Medico odontoiatra, rotariano (dal 1949), presiedette il Club di Biella nel biennio 1971-73. Fu anche membro della
Commissione del Cartario di Oropa.
Ed. fam., Cim. Bosco
PERTUSI Luigi (Formigliana 1847 - Torino 1916)
Professore. Autore, con Carlo Ratti, di una “Guida illustrata pel villeggiante nel Biellese”, pubblicata a Torino nel
1900, e di numerose altre opere. I suoi resti mortali furono tumulati a Oropa nel 1941, provenienti da Rivoli.
Cim. Bosco. In plan., n. 33 rosso.
PETIVA Pietro (Sordevolo 1824 - Biella 1894)
Industriale. Benefattore.
Ed. fam., Cim. Bosco
PETIVA Federico (Sordevolo 1855 - Biella 1948)
Figlio del precedente. Agricoltore. Benefattore del Cottolengo di Biella, dove sorge un monumento a lui dedicato
nel padiglione costruito grazie alla sua munificenza. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e cavaliere
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Ed. fam., Cim Bosco
PEZZIA Bernardino (Andorno 1809 - Biella 1877)
Sacerdote. Laureato in teologia, insegnò presso il Seminario diocesano. Canonico del capitolo della cattedrale di
Biella (dal 1840), rettore del Santuario di Oropa (1854-62 e ancora 1865-74). Cavaliere dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro. Vedi epigrafe a pag. 86.
Gall. Pon., n. 2
PIZZO Clemente (Torino 1909 - Biella 1982)
Sacerdote, fu cancelliere della Curia Vescovile (dal 1949). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal
1952), fu anche membro dell’amministrazione del Santuario di Oropa (1961-75). Cappellano dell’Ordine Equestre
del S. Sepolcro di Gerusalemme.
Gall. Sup. N.A., n. 117
POLLO Flaviano (Borgovercelli 1831 - Biella 1910)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1879), fu anche amministratore del Santuario di
Oropa (1895-97).
Gall. Pon., n. 26
POMA Anselmo (Biella 1848 - Torino 1913)
Figlio di Pietro. Imprenditore nel settore cotoniero, benefattore. Fu consigliere comunale di Biella. Cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 1)
POMA Antonio (Zumaglia 1829 - Napoli 1892)
Figlio di Pietro. Imprenditore industriale nel settore cotoniero. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Pon., n. 122
POMA (Michele) Cipriano (Biella 1856 - Biella 1935)
Figlio di Antonio. Imprenditore industriale nel settore cotoniero. Benefattore. Cavaliere dell’Ordine della Corona
d’Italia.
Gall. Pon., n. 128
POMA Felice (Biella 1851 - Biella 1927)
Figlio di Giovanni. Imprenditore industriale nel settore cotoniero.
I suoi resti mortali furono tumulati a Oropa nel 1935.
Gall. Lev., n. 281
POMA Filippo (Biella 1884 - Biella 1963)
Figlio di Felice. Imprenditore industriale nel settore cotoniero. Fu presidente della sezione C.A.I. di Biella (192028). Dopo la guerra fu eletto consigliere comunale di Biella, rivestendo dopo qualche anno anche l’incarico di
assessore (1952-60). Cavaliere ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Gall. Lev., n. 280
POMA Giovanni Maria (Zumaglia 1807 - Biella 1888)
Figlio di Andrea. Con il fratello Pietro iniziò l’attività imprenditoriale di famiglia, impiantando al Piazzo di Biella
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un modesto stabilimento per la tessitura del cotone (con telai a mano), da cui derivarono poi i vari cotonifici meccanizzati di Miagliano, Occhieppo Inferiore, Torino e della via per Ponderano (attuale via Fratelli Rosselli) a Biella.
I suoi resti mortali furono tumulati a Oropa nel 1935.
Gall. Lev., n. 282
POMA Giovanni Battista (Zumaglia 1825 - Biella 1885)
Figlio di Pietro. Imprenditore industriale nel settore cotoniero.
Gall. Pon., n. 102
POMA Giulia (Biella 1897 - Biella 1989)
Figlia di Cipriano. Poetessa. Raccolse le sue poesie nel volume “Ciaciarade ‘ncornisà” (1976).
Gall. Pon., n. 135. In plan., n. 34 rosso.
POMA Giuseppe (Biella 1835 - Biella 1894)
Figlio di Pietro. Imprenditore industriale cotoniero. A lui si deve l’introduzione dei telai meccanici negli stabilimenti della famiglia. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Pon., n. 74
POMA Pietro (Zumaglia 1805 - ?, 1855)
Fratello di Giovanni e cofondatore dell’impresa cotoniera di famiglia.
La sua prima sepoltura fu nel vecchio Cimitero del primo piazzale del Santuario.
Gall. Pon., n. 72
POMA Pio (Biella 1877 - Roma 1971)
Figlio di Anselmo. Ammiraglio della Regia Marina.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 3). In plan., n. –35 rosso.
PORRINO Paolino (Cossato 1817 - Biella 1896)
Sacerdote, arciprete di Rosazza (1852-89), canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1894) e rettore del
Santuario di Oropa (1895-96).
Andr. Pon., n. 22
PRIA Antonio (Biella 1901 - Biella 1974)
Industriale laniero, titolare del Lanificio Alfredo Pria presso il ponte della Maddalena a Biella, fondato da suo padre
Alfredo Pria Falcero (+1934). Commendatore dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme.
Ed. fam., Cim. Bosco
PUGNO Alfredo (Genova 1863 - Torino 1948)
Ingegnere, “al lavoro degli uomini nuove rapide vie aperse, altre già aperte amministrò”, recita l’epigrafe sepolcrale (vedi a pag. 86). Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e cavaliere ufficiale dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro.
Gall. Lev., n. 168
PUGNO Giuseppe Maria (Firenze 1900 - Torino 1984)
Figlio del precedente. Ingegnere, architetto, fu professore ordinario di scienza delle costruzioni del Politecnico
di Torino, preside della Facoltà di architettura, fondatore e direttore della Scuola a fini speciali di scienze ed
arti nel campo della stampa del medesimo Politecnico, membro del Consiglio superiore della Pubblica
Istruzione, membro della Commissione del Cartario di Oropa. Autore di diverse opere di carattere tecnicoscientifico e anche di storia locale, tra cui una Storia del Santuario di S. Giovanni Battista d’Andorno, pubblicata a Torino nel 1970. Fu insignito della medaglia d’oro “Benemeriti della Scuola, Cultura e Arte”.
Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di
Gerusalemme, Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Vedi epigrafe a pag. 86.
Gall. Lev., n. 165. In plan., n. 36 rosso.
PUGNO Giuseppe Antonio (Sordevolo 1838 - Torino 1919)
Ingegnere meccanico, servì nella Regia Marina e poi prestò la sua opera, come capo meccanico, nelle Fonderie di
Torino. Chiamato dal re di Birmania, “degnamente tenne il nome italiano in quello Stato, meritandosi dal re onore
stima affetto”; così recita l’epigrafe tombale (vedi a pag. 86).
Gall. Lev., n. 167
QUAZZA Emma, sposata PIANA (Mosso S. Maria 1880 - Vallemosso 1965)
Operaia tessitrice, emigrata giovanissima a Paterson (USA). Fu sospettata (e poi prosciolta) di complicità con l’a-
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narchico Gaetano Bresci nell’assassinio di re Umberto I (avvenuto a Monza il 29 luglio 1900), per aver viaggiato e amicizzato con il regicida, da lei incontrato casualmente sul piroscafo che la riportava in Patria nel maggio
1900.
Andr. Lev., n. 242
RAINERO Alfredo (Biella 1872 - Biella 1949)
Avvocato, fu membro dell’amministrazione del Santuario di Oropa (1927 - 1943). Cavaliere ufficiale dell’Ordine
della Corona d’Italia.
C. A. Lev., n. 209
RAINERO Attilio (Biella 1873 - Biella 1906)
Dottore in medicina e chirurgia, ma, come si legge nell’epigrafe tombale, “insidioso morbo spegneva la sua giovane e forte esistenza” (vedi a pag. 87).
Andr. Lev., n. 91
RAINERO Vincenzo (Biella 1829 - Biella 1900)
Notaio, Presidente del Consiglio notarile, “esempio di professionista onesto e delicato”, come si legge nella sua
epigrafe tombale (vedi a pag. 87).
Andr. Lev., n . 89
RAMASCO Gio. Maria (Sagliano 1842 - Sagliano 1896)
Imprenditore industriale, fu sindaco di Sagliano Micca. Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi
epigrafe a pag. 87.
Gall. Lev., n. 83
RESSA Pietro (Biella 1834 - Biella 1911)
Capitano del Regio Esercito. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Andr. Lev., n. 112
REY Clotilde (Torino 1836 - Biella 1915)
Vedova dello statista e scienziato Quintino Sella.
Ed. fam., Cim Bosco
RIVETTI Adolfo (Biella 1890 - Roma 1946)
Figlio del commendator Giovanni. Imprenditore industriale. Primo presidente del R. Automobil Club di Biella,
diede vita a memorabili manifestazioni sportive, tra cui i due Circuiti automobilistici di Biella, svoltisi negli anni
1934 e 1935 e che suscitarono interesse a livello nazionale. Di animo patriottico, durante la Resistenza sovvenzionò
largamente il movimento partigiano. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e Cavaliere dell’Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Alessandro (Biella 1911 - Torino 1999)
Figlio del grand’ufficiale Giuseppe. Dottore in scienze economiche e commerciali, imprenditore industriale.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Attilio (Veglio Mosso 1885 - Biella 1980)
Figlio del commendator Giovanni. Imprenditore industriale. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Ermanno (Veglio Mosso 1887 - Vigliano Biellese 1958)
Figlio del cavalier Quintino. Imprenditore industriale, fu presidente della Cassa di Risparmio di Biella (1940-44) e
munifico benefattore di Oropa, provvedendo a sue spese alla costruzione di una delle cappelle marmoree della
Chiesa Nuova (la seconda a sinistra entrando). Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, Cavaliere del
Lavoro.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Ezio Oreste, conte di Valcervo (Veglio Mosso 1887 - Biella 1962)
Figlio del commendator Giovanni. Grande capitano d’industria. Cavaliere del Lavoro, fu creato conte di
Valcervo nel 1941.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 37 rosso.
RIVETTI Giorgio (Biella 1914 - Massazza 1969)
Figlio del grand’ufficiale Giuseppe. Dottore in giurisprudenza, imprenditore industriale.
Ed. fam., Cim. Bosco
71
RIVETTI Giovanni (Crocemosso 1860 - Biella 1945)
Figlio di Giuseppe. Imprenditore industriale. Portò la propria azienda famigliare da piccole proporzioni a un grande stabilimento. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, Cavaliere del Lavoro.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Giovanni (Biella 1911 - Biella 1971)
Figlio del comm. Attilio. Imprenditore industriale.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Giovanni Battista (Crocemosso 1842 - Graglia 1920)
Figlio di Giuseppe. Sacerdote, Vicario foraneo di Graglia (1875-1920).
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Giulio (Biella 1917 - Biella 2001)
Figlio del grand’ufficiale Giuseppe. Imprenditore industriale.
Ed. fam. Botto Poala, Cim. Bosco
RIVETTI Giuseppe (Crocemosso 1816 - Biella 1899)
Pioniere e capitano della grande industria tessile biellese. Nel 1872, con i figli Quintino, Ottavio e Giovanni, diede
vita sulle falde della Rovella al nucleo primo di quello che dovrà poi diventare il poderoso gruppo aziendale Rivetti.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Giuseppe (Callabiana 1882 - Biella 1952)
Figlio del commendator Giovanni. Imprenditore industriale. Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Guido Alberto ( Biella 1892 - Biella 1976)
Figlio del cavalier Quintino. Imprenditore industriale. Fu presidente della sezione C.A.I. di Biella (1928-45) e, nel
dopoguerra, consigliere comunale e vice sindaco della città. Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, e poi
cavaliere di gran croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI (Benedetto Battista) Mario (Biella 1886 - Biella 1955)
Figlio del cavaliere ufficiale Ottavio. Dottore in chimica, imprenditore industriale. Grand’Ufficiale dell’Ordine
della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Massimo (Biella 1927 - Milano 1955)
Figlio del grand’ufficiale Guido Alberto. Dottore in scienze economiche e commerciali, imprenditore industriale.
Morì in un incidente automobilistico. A lui fu intitolata la Piscina fatta costruire dal padre e donata alla città di
Biella nel 1958.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Ottavio (Crocemosso 1857 . Cossila Favaro1914)
Figlio di Giuseppe. Imprenditore industriale. Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Pietro (Biella 1912 - Firenze 1990)
Figlio del grand’ufficiale Giuseppe. Dottore in giurisprudenza, imprenditore industriale.
Ed. fam., Cim. Bosco
RIVETTI Quintino (Crocemosso 1853 - Biella 1902)
Figlio di Giuseppe. Imprenditore industriale. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
RONCO Camillo (Biella Chiavazza 1874 - Biella 1965)
Avvocato, fu presidente dell’Ospizio di Carità di Biella (1949-57).
Gall. Sup. N.A., Ed. fam. Blotto Baldo ( n. 2)
ROSSETTI Simone (Gaglianico 1859 - Biella 1925)
Fotografo professionista, nel 1881, in società con Onorato Borro, fondò l’omonimo studio fotografico, che dal 1885
tenne poi da solo fino al 1913, quando gli subentrarono i figli Alfredo e Oreste.
Andr. Pon., n. 206. In plan., n. –38 rosso.
SAVIO Fernando (Arborio 1924 - Biella 2002)
Imprenditore tessile, socio fondatore e presidente per oltre 25 anni dell’areoporto “Città di Biella” a Cerrione.
Ed. fam., Cim. Bosco
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SAVIO Quinto (Arborio 1890 - Biella 1959)
Geometra, amò molto disegnare, diventando un artista assai apprezzato; prediligeva rappresentare vedute paesaggistiche, singoli monumenti e nature morte.
I suoi resti mortali furono tumulati a Oropa nel 1973.
Ed. fam., Cim. Bosco
SCARZELLA Mario (Biella 1902 - Biella 1997)
Medico pediatra, per moltissimi anni primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale degli Infermi di Biella.
Appassionato ricercatore e studioso, pubblicò, con il figlio dottor Paolo (docente universitario), diverse opere di
storia e archeologia biellese. Fu il primo nella nostra zona a dedicarsi allo studio delle incisioni rupestri. Fu anche
membro della Commissione del Cartario di Oropa.
Gall. Pon., n. 300
SCHNEIDER Giovanni (Valdagno 1899 - Biella 1980)
Figlio di Daniele Schneider, fondatore della Filatura di Tollegno. Imprenditore laniero, fondò a sua volta la ditta
“Giovanni Schneider & C. Lane S.n.c.”. Persona molto generosa, specialmente con chi era bisognoso d’aiuto. A lui
si deve, tra l’altro, la istituzione dell’Asilo Infantile di Vaglio di Biella. Diciassettenne (era un “ragazzo del ’99”),
parteciò alla prima guerra mondiale, combattendo sul Piave. Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto.
Ed. fam., Cim. Bosco
SELLA Alfonso (Biella 1865 - Roma 1907).
Figlio di Quintino. Docente di fisica complementare all’Università di Roma, lasciò molte pubblicazioni di
carattere scientifico. Fu il promotore della Società Italiana per il progresso della Scienza. Scoprì col
Pochettino la radioattività delle acque. La sua salma fu tumulata nella cappella paterna oropense soltanto
nel 1912.
Tomba a piramide di Q. Sella, Cim. Bosco. In plan., n. 39 rosso.
SELLA Alfonso (Roma 1913 - Biella 2001)
Studioso di diverse discipline e artista. Coltivò approfonditi studi linguistici ed etnografici, continuando e
ampliando, con la collaborazione del prof. Corrado Grassi (docente di dialettologia prima all’Università di
Torino e poi in quella di Vienna) lo schedario già iniziato dal padre Massimo, formando un grande Atlante
delle Parlate Biellesi (complessivamente circa 45000 schede). Ma fu anche un botanico appassionato, e un
valente artista nella pittura, nella incisione, nella scultura e nella fotografia. Diede alle stampe diverse opere
sulle materie da lui coltivate.
Cim. Bosco. In plan., n. 40 rosso.
SELLA TROSSI Clementina, detta Tina (Biella 1883 - Biella 1949)
Vedova del conte Felice Trossi di Pian Villar (1886 - 1922), autrice del volume monografico “Il castello di
Gaglianico”, dato alle stampe nel 1940.
Ed. fam. Trossi, Cim. Bosco
SELLA Corradino (Torino 1860 - Biella 1933)
Figlio di Quintino. Industriale. Si laureò giovanissimo in ingegneria civile, ma ebbe una grande predilezione
per la matematica e la geologia. Nel 1890 fu eletto deputato al Parlamento nazionale per il collegio plurinominale di Novara II; dal 1892 al 1919 fu sindaco di Biella, salvo una breve interruzione nel 1898 quando gli
elettori di Cossato, con una votazione mai raggiunta sino ad allora, lo rimandarono alla Camera. Si interessò in modo particolare dell’istruzione, specie dell’Istituto Industriale da lui presieduto (p.t.). Tra le altre
cariche rivestite, fu presidente dell’Associazione dell’Industria Laniera, membro del Consiglio superiore
dell’Industria, membro del Consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato, presidente della sezione
del Club Alpino Italiano di Biella (1899 - 1905). Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Tomba a piramide di Q. Sella, Cim. Bosco. In plan., n. 41 rosso.
SELLA Gaudenzio (Biella 1860 - Biella 1934).
Figlio di Giuseppe Venanzio. Rinunciò alla passione ed al talento per le scienze e fondò, quasi suo malgrado, la
banca di famiglia, che oggi è forse la più grande banca privata d’Italia. Nella sua costante prudenza, animato da
spirito del dovere e di amore del prossimo, fu importante fattore dell’odierno progresso industriale ed economico
del Biellese (p.t.)
Gall. Pon., n. 16. In plan., n. 42 rosso.
SELLA Gioachino (Mosso S.Maria 1813 - Biella 1884)
Prete dell’Oratorio, superiore della casa di Biella dal 1858 fino alla morte. Il suo nome, insieme a quelli del confratello Padre Giovanni Battista Bersano (1813 - 1886) e del Padre Barnabita Carlo Giuseppe Vercellone da
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Sordevolo (1814 - 1896), è legato alla compilazione e all’approvazione dell’Officiatura Propria della Madonna di
Oropa (1857). Patrocinò inoltre la ricerca storica intorno al Santuario. Fu uomo di grandi virtù e di sommo sapere,
che nascose sotto una grande modestia.
Gall. Pon., n. 31. In plan., n. 43 rosso.
SELLA Giuseppe Venanzio (Mosso 1823 - Biella 1876)
Fratello di Quintino. Industriale. Si prese cura in prima persona del lanificio di famiglia che era stato iniziato dal padre nel 1835 nei locali in cui era ubicato l’antico setificio del Santuario di Oropa, lungo la sponda orografica sinistra del Cervo, in prossimità di Chiavazza. Nel 1869 si fece promotore della Banca Biellese.
Persona molto colta (aveva compiuto studi umanistici), si appassionò anche alla fotografia, diventandone un
grande esperto, tanto da pubblicare nel 1856 un trattato teorico-pratico intitolato “Plico del fotografo”
(ristampato nel 1863). A lui si deve l’istituzione del Liceo a Biella (1873). Lasciò la sua ricca biblioteca alla
Biblioteca Civica di Biella, iniziata nel 1873 dal fratello Quintino. (p.t.)
Gall. Pon., n. 15. In plan., n. 44 rosso.
SELLA (Renzo Maurizio) Massimo (Biella 1886 - Biella 1959)
Ingegno multiforme: biologo insigne, libero docente di scienze naturali, fra i suoi numerosi studi si citano
quelli di malariologia e quelli sui tonni. Si occupò anche di dialettologia, iniziando uno schedario etnografico locale, poi proseguito dal figlio Alfonso. Unì alla capacità scientifica elevate doti di artista; fu musicista
appassionato, scrittore; di lui restano pure numerose fotografie d’arte e il volume “La Bürsch”, scritto intorno al 1945 e pubblicato postumo dal figlio Alfonso nel 1964. La città di Rovigno (oggi in Croazia), dove fino
alla Seconda Guerra Mondiale egli dirigeva l’Istituto di Biologia Marina, gli ha intitolato una via.
Andr. Pon., n. 31. In plan., n. 45 rosso.
SELLA Maurizio Gaudenzio (Mosso 1784 - Biella 1846)
Padre di Quintino.
La sua prima sepoltura fu nel vecchio Cimitero sotterraneo del primo piazzale del Santuario; solo successivamente i suoi resti furono trasferiti nel nuovo Cimitero, costruito extra moenia.
Gall. Pon., n. 20. In plan., n. 46 rosso.
SELLA Nelson (Dambury, U.S.A. 1895 - Biella 1983)
Sacerdote, canonico della cattedrale di Biella (dal 1947). Laureato in filosofia e pedagogia, insegnò in varie scuole
della città, oltre che nel Seminario diocesano. Musicista e compositore, per cinquanta anni fu maestro di cappella del
duomo di Biella. Fu anche amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa (1967-69).
C. A. Lev., n. 231. In plan., n. 47 rosso.
SELLA Pietro (Biella 1882 - Roma 1971)
Insigne paleografo e sfragista. Pubblicò molte opere fondamentali riguardanti tali discipline. Ma in anni giovanili si occupò anche di ricerche archivistiche relative a Biella: trascrisse e diede alle stampe nel 1904 gli
“Statuta Comunis Bugelle (del 1245) et documenta adiecta” e nel 1908 il “Libro dei Prestiti del Comune di
Biella (1219 - 1391)”.
Tomba a piramide di Q. Sella , Cim. Bosco. In plan., n. 48 rosso.
SELLA Quintino (Mosso 1827 - Biella 1884)
Statista e scienziato. Laureatosi in ingegneria, ottenne diversi incarichi nella pubblica amministrazione che culminarono con la nomina a ingegnere nel corpo delle miniere (1856), a membro del Consiglio superiore
dell’Istruzione (1859) e a membro del Consiglio delle Miniere (1860). Ma, datosi alla politica, nel 1860 fu eletto consigliere provinciale di Novara (presidente dal 1870) e deputato al Parlamento nazionale per il collegio di
Cossato, carica nella quale sarà sempre confermato nelle successive elezioni. Nel 1862 divenne ministro delle
finanze nel ministero Rattazzi; poi ancora nel 1864 col ministero La Marmora, e nel 1869 col ministero Lanza,
che durò fino al 1873. Come ministro, dimostrò capacità e grande coraggio nel proporre provvedimenti drastici e impopolari per assestare la disastrosa situazione finanziaria del nuovo Stato unitario. Fu sostenitore della
neutralità italiana nella guerra franco-prussiana del 1870, come pure fu assertore dell’occupazione di Roma e
del trasporto immediato della capitale da Firenze. A lui si devono la fondazione, nel 1863, del Club Alpino
Italiano (di cui diventerà presidente nel 1876); l’istituzione delle Casse postali di Risparmio (1875), il riordinamento dell’Accademia dei Lincei (della quale diventerà presidente nel 1874), il rinnovamento edilizio di Roma,
l’istituzione della Scuola professionale di Biella (p.t). Volle essere sepolto a Oropa, dove si fece costruire una
tomba a forma di piramide, su imitazione di quella romana di Caio Cestio. Patrizio della Repubblica di San
Marino. Cavaliere di Gran Croce decorato di gran cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1865),
cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia “per meriti scientifici” (1869), cavaliere di gran croce dell’Ordine della
Corona d’Italia (1870), fu insignito anche di diverse prestigiose onorificenze straniere.
Tomba a piramide di Q. Sella, Cim. Bosco. In plan., n. 49 rosso.
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SELLA Rosa di Giacomo, vedova di Maurizio Sella (Mosso 1799 - Biella 1881)
Madre di Quintino.
Gall. Pon., n. 20 (ex n. 18). In plan., n. 50 rosso.
SELLA Vittorio (Biella 1859 - Biella 1943)
Figlio di Giuseppe Venanzio. Pioniere dell’alpinismo, specie invernale, fotografo alpino ed esploratore col
duca degli Abruzzi. Fu presidente della sezione C.A.I. di Biella (1891-95).
Gall. Pon., n. 11. In plan., n. 51 rosso.
SERAFINO Mons. Natale ( Genova 1861 - Genova 1924)
Decimo Vescovo di Biella e Conte (1913 - 1917). Nel 1914 promosse il primo Congresso eucaristico diocesano e,
particolarmente attento ai problemi del Santuario di Oropa, nel 1917 scrisse una importante lettera pastorale,
intitolata “La casa della Madre”, per mantenere vivo l’interesse della diocesi verso la erigenda Chiesa Nuova.
Su sua richiesta (per motivi di salute), in questo stesso anno la S. Sede lo sollevò del peso della diocesi biellese,
trasferendolo a quella di Chiavari, come amministratore apostolico. Ma dopo soli pochi mesi lasciò anche questo incarico ritirandosi, con il titolo di vescovo titolare di Tricala, dapprima presso il Cottolengo di Torino e poi
nella sua nativa Genova, dalla quale non si allontanò più. Ha voluto essere sepolto ad Oropa. La tomba di
mons. Serafino è all’interno della cappella centrale, accanto a quelle del vescovo suo antecessore Losana e
del vescovo Montagnini. Una lunga epigrafe in latino lo ricorda ai posteri (vedi a pag. 87).
Cappella centrale. In plan., n. 52 rosso.
SERRALUNGA Gian Pietro, detto Nanni (Biella 1926 - Biella 1984)
Figlio di Roberto. Industriale. Appassionato sportivo, si prodigò non poco per lo sviluppo della Società Funivie
Oropa. A lui è intitolata la pista di discesa dal Monte Camino al Lago del Mucrone.
Ed. fam., Cim. Bosco
SERRALUNGA Giovanni Battista (Biella 1843 - Biella 1915)
Industriale, nel settore della lavorazione del cuoio, fu deputato al Parlamento nazionale per il Collegio di
Biella (1895-97), consigliere comunale di Biella (1877 - 1910), consigliere provinciale di Novara (1897 - 1902),
presidente della Cassa di Risparmio di Biella (1891 - 1913) e membro dell’Amministrazione del Santuario di
Oropa (1908-09). Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag. 87.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 53 rosso.
SERRALUNGA Giuseppe (Biella 1879 - Milano 1965)
Figlio dell’on. Giov. Battista, proseguì con i fratelli Roberto e Piero l’attività industriale della famiglia. Presiedette
il Comitato promotore (costutitosi nel 1923) per la istituzione dell’asilo infantile G.B. Serralunga, di cui poi fu il
primo presidente (1931-1933). Fu amministratore delegato di parte laica del Santuario di Oropa (1927-31) e podestà di Biella (1933). Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
SERRALUNGA Roberto (Biella 1881 - Biella 1967)
Figlio dell’on. Giov. Battista. Industriale, fu presidente dell’asilo infantile G.B. Serralunga (1933-44)
Ed. fam., Cim. Bosco
SIMONETTI Antonio (Mongrando 1860 - Mongrando 1907)
Sacerdote. Professore di filosofia e di lettere nel Seminario di Biella, sociologo ed oratore tra i più illustri del suo
tempo in Italia, letterato e poeta. Fondatore dell’Università Popolare di Biella. Consigliere comunale di Biella dal
1895 fino alla sua morte. Nel 1920 la tipografia “Unione Biellese” pubblicò in cinque volumi tutti i suoi scritti (p.t.).
Solo nel 1911 la sua salma, dal cimitero di Mongrando, fu trasportata in quello di Oropa, dove per oblazioni popolari gli fu eretto un monumento con busto, inaugurato nel 1913.
C. A. Pon., n.123. In plan., n. 54 rosso.
SOLARO DEL BORGO marchese Alfredo (Brescia 1904 - Venezia 1995)
Marchese di Borgo San Dalmazzo, di Dogliani e di Castelnuovo, Conte di Moretta, di Macello e di Torre San
Giorgio, Signore di Villanova Solaro e di Tegerone, Cavaliere dell’Ordine Supremo della SS. Annunziata, cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, Cavaliere di onore e devozione del S.M.O. di Malta, fu
Gentiluomo di Corte di S.M. la Regina Maria José. Negli anni Trenta-quaranta del ‘900 fu direttore dell’Opera
Nazionale Combattenti.
Ed. fam., Cim. Bosco
SOLARO DEL BORGO marchesa Ippolita, nata VIMERCATI SANSEVERINO (Crema 1906 - Milano 1991)
Consorte del marchese Alfredo. Dama di Corte di S.M. la Regina Maria José. Medaglia di bronzo al merito, con
palme, della Croce Rossa Italiana.
Ed. fam., Cim. Bosco
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SORMANO Riccardo (Pollone 1876 - Biella 1965)
Avvocato, sindaco di Biella (1923-25).
Gall. Lev., n. 207 (ex 124)
TARELLO Mons. Antonio (Viverone 1851 - Biella 1927)
Sacerdote, laureato in lettere e filosofia, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal 1896), fu amministratore del Santuario di Oropa per molti anni (tra il 1898 e il 1923), nonché rettore del medesimo (1906-11). Vicario
generale della diocesi di Biella (1918-27).
Andr. Pon., n. 27
TARINO Giuseppe (Biella 1811 - Biella 1894)
Figlio dell’architetto Nicola Martiniano (1765 - 1829). Avvocato. Sindaco di Biella (1866 - 1872). Sepolto nella cripta sottostante la cappella centrale, una lapide in marmo nero sostenente il rilievo di un suo ritratto in marmo bianco
e recante incisa a caratteri dorati l’epigrafe che lo ricorda è murata nella controfacciata interna della detta cappella.
Cripta sotto cappella centrale (Andr. Lev., n. 6). In plan., n. –55 rosso (vedi foto a pag. 35).
TARINO Pietro (Cossato 1825 - Biella 1899)
Sacerdote, canonico del capitolo della cattedrale di Biella (1855), e prevosto del medesimo (1878). Amministratore
del Santuario di Oropa (1883-89). Dottore in teologia, filosofia e metodo, pubblicò corpose opere riguardanti tali
discipline, nonché altre minori di istruzione religiosa, predicazione sacra e ascetica.
Andr. Pon., n. 23. In plan., n. –56 rosso.
TONELLA Adriano (Vallemosso 1912 - Biella 1999)
Dirigente industriale. Commendatore dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme.
Gall. Sup. Pon. N.A., n. 107
TONELLA Giovanni Battista (Trivero Cereie 1840 - Biella 1911)
Prete dell’Oratorio e collegiale di Oropa, scrisse due opere storiche e devozionali sul Santuario, che videro la luce
nel 1887: “Santa Maria delle Alpi Pennine” e “La Vergine d’Oropa ai suoi devoti”.
C. A. Pon., n.16
TRIVERO Antonio (Pettinengo 1868 - Biella 1946)
Sacerdote, fu professore di teologia morale e di diritto canonico
nel Seminario di Biella. Canonico del capitolo della cattedrale di
Biella (dal 1900), fu anche amministratore del Santuario di
Oropa (1906-14).
Gall. Pon., n. 28
TROMPEO Pietro Paolo (Mouthiers 1824 - Roma 1897)
Deputato al Parlamento nazionale per il collegio di Biella
(1876-97). Seppur espresso dall’elettorato della Destra, si
dichiarò progressista e favorevole ad un Governo di Sinistra.
Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Sepolto nella cripta sottostante la cappella centrale, una
lapide in marmo nero, caricata di un ovale con la sua effigie
in rilievo in marmo bianco e recante incisa a caratteri dorati l’epigrafe che lo ricorda, è murata nella controfacciata
interna di detta cappella (vedi foto).
Andr. Lev., n. 39. In plan., n. –57 rosso.
TROMPETTO Alessandro (Biella 1901 - Biella 1978)
Architetto, fratello del canonico Mario, progettò l’ampliamento
del Cimitero monumentale di Oropa e vari edifici nel Quartire
degli Affari, a Biella.
C. A. Pon., n. 231
TROMPETTO Mario (Biella 1902 - Biella 1991)
Sacerdote, parroco di Benna (1932-41), canonico del capitolo
della cattedrale di Biella (dal 1941), di cui divenne poi prevosto
(1949). Amministratore delegato di parte ecclesiastica del Santuario di Oropa (1955-60), e poi rettore del medesimo (196172). Studioso profondo, fu autore di diverse opere, tra cui una
approfondita Storia del Santuario di Oropa, una sulla chiesa di
76
L. Bottinelli, lapide di Pietro Paolo
Trompeo
(m.c.)
Santa Maria in Piano, e una, pubblicata postuma (2005) a cura di mons. Delmo Lebole, sulle infanti Caterina e
Maria di Savoia e le Figlie di Maria di Oropa.
C. A. Pon., n. 233. In plan., n. 58 rosso.
TROSSI Carlo (Torino 1848 - Ardenza di Livorno 1927)
Industriale. Fondò nel 1882 l’Opificio di Vigliano Biellese, diventato nel 1905 Società Pettinatura Italiana Limited,
che nel 1916, associandosi alla ditta Giuseppe Rivetti e Figli, si muterà in Pettinatura Italiana di Vigliano Biellese.
Cavaliere del Lavoro, cavaliere ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e grad’ufficiale dell’Ordine della
Corona d’Italia. Legò il suo nome a molte opere di straordinaria munificenza.
Ed. fam., Cim. Bosco
TROSSI Carlo Felice, conte di Pian Villar (Biella 1908 - Milano 1949)
Figlio di Felice. Industriale e… corridore automobilistico, fu podestà di Gaglianico.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. –59 rosso.
TROSSI Felice (Biella 1886 - Rondissone 1922)
Industriale e… agricoltore. Donò al Comune di Biella 40.000 mq. di terra per l’ampliamento urbanistico della città.
A lui si deve la fondazione del Villaggio operaio Trossi di Vigliano Biellese. Commendatore dell’Ordine della
Corona d’Italia. Morì in un tragico incidente automobilistico e il padre Carlo Trossi lo volle ricordare, dotando
l’Ospedale di Biella di un padiglione molto particolare a lui intitolato.
Ed. fam., Cim. Bosco
TUA Marco Antonio (Occhieppo Sup, fraz. Galfione 1809 - Biella 1882)
Sacerdote, fu arciprete e vicario foraneo di Chiavazza (1836-56). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella
(dal 1856).
Gall. Pon., n. 6
UBERTI Dino (Biella 1885 - Ardenza, Livorno, 1949)
Pittore di grande talento, fu anche imprenditore industriale, con una laurea in giurisprudenza.
Gall. Lev., n. 217
UGLIENGO Fortunato (Bioglio 1856 - Viverone 1941)
Imprenditore industriale. Cavaliere del Lavoro. Vedi epigrafe a pag. 88.
Ed. fam., Cim. Bosco
UGLIENGO Giuseppe (Valdengo 1828 - Torino 1880)
Docente di Belle Lettere presso l’Ateneo torinese, fu “carissimo ai discepoli, che l’amavano qual padre”. Cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia. Vedi epigrafe a pag. 88.
Gall. Lev., n. 36
UGLIENGO Luigi (Valdengo 1825 - Parma 1879)
Tenente d’artiglieria, fregiato di medaglia al Valor Militare. Vedi epigrafe a pag. 88.
Gall. Lev., n. 34
VACIAGO Antonio (Piacenza 1863 - Biella 1943)
Imprenditore tessile, benefattore. Con la moglie Maria Boglietti, si occupò delle centinaia di profughi friulani
affluiti a Oropa durante la prima Guerra mondiale. Cavaliere ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Gall. Lev., n 107
VALENTINI Luciano ( ? , 1853 - ?, 1894)
Maresciallo dei Reali Carabinieri, “prode, coraggioso, eroico, morì vittima del dovere”. Vedi epigrafe a pag. 88.
Andr. Lev., n. 67
VALETTO Giuseppe (Torino 1904 - Biella 1970)
Dirigente amministrativo, fu membro della Commissione del Cartario di Oropa.
Gall. Pon., n. 290
VALLE Enrico (Biella 1908 - Biella 1998)
Ragioniere, fu membro dell’Amministrazione del Santuario di Oropa (1957-59).
Gall. Sup. N.A., n. 28
VALLINO Domenico (Bra 1842 - Biella 1913)
Appassionato escursionista e studioso della storia e delle tradizioni locali, pubblicò un volume, oggi rarissimo, intitolato “A Gressoney per Val d’Andorno. Album d’un alpinista” (1877) e una “Guida per gite alpine nel Biellese”
(1882). Fu presidente della sezione C.A.I. di Biella (1894-99 e 1905-08). Ma si impegnò anche a livello ammini-
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strativo. Per quasi un ventennio sedette in Consiglio comunale e, nel triennio 1898 - 1901, fu sindaco della città.
Divenne poi presidente del Monte di Pietà di Biella (1901-07), e amministratore delegato di parte laica del
Santuario di Oropa (1910-13).
C. A. Pon., n. 208. In plan., n. 60 rosso.
VARALE Alfredo (Biella 1878 - Biella 1966)
Dottore in medicina e chirurgia, ufficiale sanitario del Comune di Biella. Cavaliere ufficiale dell’Ordine al Merito
della Repubblica Italiana.
Gall. Sup. N.A., n. 69
VARALE Giuseppe (Biella 1833 - Biella 1899)
Negoziante di corami, fu consigliere comunale di Biella.
Oss. com.
VELLANO Giuseppe (Castel S. Giovanni 1894 - Torino 1967)
Grande mutilato della guerra 1915-18, decorato sul campo di medaglia d’argento al V.M. Ingegnere.
Ed. fam., Cim. Bosco. In plan., n. 61 rosso.
VIOLA Annibale (Crocemosso 1838 - Biella 1916)
Sacerdote, fu parroco e vicario foraneo di Carisio (1869-1906). Canonico del capitolo della cattedrale di Biella (dal
1906), fu anche amministratore del Santuario di Oropa (1910-13).
Andr. Pon., n. 63
ZANON Gaetano, nobile dei conti di Valgiurata (Torino 1902 - San Remo 1954)
Figlio di Giuseppe. Industriale. Grand’Uff. dell’Ordine della Corona d’Italia.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZANON nobile Giuseppe Ottavio (Schio 1870 - Torino 1924)
Imprenditore industriale.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZANON Giuseppe, conte di Valgiurata, marchese di Fenera (Pollone 1927 - Torino 2005)
Figlio del conte Lucio. Esponente di spicco del mondo economico e finanziario italiano e grande mecenate di manifestazioni sportive legate al mondo dell’automobilismo e in particolare della Formula Uno. Fu amministratore di
varie società e presidente della Toro Assicurazioni. Cavaliere di grazia magistrale del Sovrano Militare Ordine di
Malta e anche dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZANON Lucio Igino, conte di Valgiurata, marchese di Fenera (Torino 1903 - Torino 1969).
Figlio di Giuseppe. Dottore in giurisprudenza. Industriale, amministratore di varie società. Maggiore del Nizza
Cavalleria. Campagna di guerra 1940-43, Medaglia di bronzo al valor militare sul campo e croce di guerra al valor
militare sul campo. Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia,
commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere dell’Ordine di Skanderberg per meriti di guerra, cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno, cavaliere di grazia magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZANON Pier Beppe, nobile dei conti di Valgiurata (Biella 1929 - Biella 1974)
Figlio di Gaetano. Industriale. Cavaliere di grazia magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZANON Vittorio, nobile dei conti di Valgiurata (Biella 1935 - Torino 1998)
Figlio di Gaetano. Industriale. Cavaliere di grazia magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Ed. fam., Cim. Bosco
ZUSSINO Gian Paolo (Udine 1948 - Magnonevolo 1968)
Giocatore di pallacanestro di serie A (Società Libertas Biella), morto in un incidente stradale.
Gall. Sup. N.A., n. 60
Si ringrazia la Signora Laura Gibello, impiegata dell’Ufficio di Stato Civile del Comune di Biella per la sua disponibilità e collaborazione nelle ricerche
78
Abbreviazioni e sigle
Andr. Lev. = Androne di Levante
Andr. Pon. = Androne di Ponente
C.A. Lev. = Campo aperto di Levante
C.A. Pon. = Campo aperto di Ponente
Cell. Oss. = Celletta ossario
Cim. Bosco = Cimitero Bosco
Ed. fam. = Edicola familiare
Gall. Lev. = Galleria di Levante
Gall. Pon. = Galleria di Ponente
Gall. Sup. N.A. = Galleria Superiore Nuovo Ampliamento
Oss. Com. = Ossario comune.
(p.t.) = Pietro Torrione.
plan. = planimetria.
Bibliografia essenziale
AA. VV., Il Biellese nell’epopea del Risorgimento (Biella, 1960)
AA. VV., Studi e ricerche sulla fotografia nel Biellese, vol. 2°. Bollettino Doc.Bi. 2006
Bessone Angelo Stefano, Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella (Biella 1985)
Bessone Angelo Stefano, Don Oreste Fontanella fuori dalle mura del Seminario (Biella 1990)
Bessone Angelo Stefano, Preti e ambienti della Chiesa biellese intorno a Don Oreste Fontanella , vol. I (Biella,
1997), vol. II (Biella 2000)
Bessone Angelo Stefano, I Cinquecento Canonici di Biella (Biella, 2004)
Eco del Santuario di Oropa (1898 - 2005), annate diverse
Lebole Delmo, Storia della Chiesa Biellese (1971 - 2005), voll. divv.
Mongilardi Beppe, Vicende parlamentari biellesi nel secolo scorso (Biella, 1946)
Ormezzano Vincenzo, Il Biellese ed il suo sviluppo industriale, voll. divv. (1928 - 29)
Sormano Camillo, Oropa ( Biella, 1927)
Torrione Pietro - Crovella Virgilio, Il Biellese. Ambiente, uomini, opere (Biella 1963)
Trompetto Mario, Santa Maria in Piano (Biella 1963)
Trompetto Mario, Storia del Santuario di Oropa, terza ediz. (Biella 1983)
Trompetto Mario, Caterina e Maria di Savoia e le Figlie di Maria di Oropa , opera postuma pubblicata a cura di
mons. Delmo Lebole (Biella 2005)
Valz Blin Remo, Le Comunità di Biella e Andorno (Biella 1966)
Vialardi di Sandigliano Tomaso, Libro eroico della Provincia di Biella (Savigliano 2004)
Vigliano (di) Federico, Alcuni dati sulla famiglia Avogadro di Vercelli (Roma 1928)
Cimitero Bosco, alcune edicole primo terrazzamento a Ponente
(l.b.)
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Scorcio del Cimitero di Oropa immerso nella nebbia, intravisto dalla cappella centrale
80
(c.g.)
Alcune delle più importanti epigrafi sepolcrali
tuttora esistenti nella Basilica antica di Oropa (*)
QUI GIACE IL / CORPO DELLA / SER.MA INFANTE / CATT.NA DI SAVOIA / 1640 LI XX 8BRE / FONDATRICE / DELLE / FIGLIE DI MARIA / D’OROPA.
IL GRAN PRIORE / D. SILVIO DI SAVOIA / CAVALIERE MAURIZIANO / COMMENDATARIO D’ENTREMONT / GOVERNATORE E DIFENSORE VALOROSO D’IVREA / DECEDUTO NEL 1644 / E’ QUI SEPOLTO.
D. O. M. / ET / DEIPARAE VIRGINI OROPENSI / SISTITE ADVENAE / ICH IACET D. FRANC.VS IGNAT.
MAVR. CAIETANVS DENTIS / CIVIS BOLENGI / EQVES SS. MAVRITII ET LAZARI / SENATOR OLIM
CASALENSIS / QVI DVM VIVERET QVAMPLVRIES / HVC ORANDO SE TRANSTVLIT / MORIENDO SE
TOTVM RELIQVIT / ET PIORUM PRECIBVS CONFISUS / ANIMAM SVAM COMMENDAT / VIXIT
ANNOS 72 ET VLTRA / OBYIIT ANNO 1760 / MENSE IVNII DIE 22 / ORATE PRO EO.
IN QUESTO LUOGO / SOTTO IL PIETOSO SGUARDO DI MARIA / PRENDE AUSPICIO DI BEATA ETERNITA’ / DALL’IMAGINE SOPRASTANTE / DELL’UNIVERSALE RISORGIMENTO / FERDINANDO AVOGADRO / CONTE DI COLOBIANO, VALDENGO E CARISIO / AMATO DAI SUOI PRINCIPI / RISPETTATO DAI SUOI CONTEMPORANEI / COMPIANTO DAI FRATELLI SUOI SUPERSTITI / AUGUSTO,
EUGENIO, EMANUELE E FILIBERTO / I QUALI IMPLORANO ALLA SANTA ANIMA / LA REQUIE DEI
GIUSTI / LASCIANDO QUI IL RICORDO DELLE MOLTE SUE VIRTU’ / MORI’ / ADDI’ XX APRILE /
MDCCCLI.
AL C(ON)TE AL(ESSANDRO). GROMO DI TERNENGO / L(UOGOTENEN).TE GEN(ERA).LE
COM(MMENDATORE). DE SS. M(AURIZIO). E LAZ(ZARO). E DE / LEOP(OLDO). D’.AUST(RIA). M. A. 24
AP(RI).LE. 1841 D’ANNI 62 / LI FIGLI P.P.
Le più importanti e significative epigrafi sepolcrali
del Cimitero di Oropa (*)
ACQUADRO GIO. SECONDO / GIOVANE PER INGEGNO E VIRTU’ / CARO AGLI AMICI / DA TUTTI
ACCORATO / PER ENERGIA DI LAVORO / E DI SACRIFIZIO / CONTROLLORE DEMANIALE / PROBO
INTELLIGENTE ED ONESTO / FRA LE ROSEE SPERANZE / DELLA CARRIERA / DA ACUTANEO
MORBO RAPITO / IN PARMA 20 GENNAIO 1887 / LASCIO’ DI SE DOLCE MEMORIA / NEI PARENTI
TUTTI / CHE CON PRECI NE PIANGONO / L’IMMATURA PERDITA. / NATO A BIELLA IL 9 LUGLIO 1842
– DECEDUTO A PARMA IL 20 GENNAIO 1887 (Andr. Pon., n. 41)
QUI RIPOSA IN PACE AMOSSO CAV. BERNARDO / PROFESSORE DI FILOSOFIA / INGEGNO PRECLARO / COLTURA VASTA / ONESTA’ SCRUPOLOSA / ELEVO’ L’INSEGNAMENTO A DIGNITA’ DI APOSTOLATO / ANIMA GENTILE, CARITATEVOLE / VISSE E MORI’ SERENAMENTE / AMATO, COMPIANTO / DA GRANDI E DA UMILI. / * MDCCCXXVIII + MCMXII (Andr. Lev. , n. 102)
QUI / RIPOSANO LE CENERI / DEL COMMEMDATORE / GIUSEPPE ARNULFO DI BIELLA / MORTO IL
XXIX MAGGIO MDCCCLXVII / PER PROVATA VIRTU’ E PRUDENZA / FU CONSIGLIERE / IN TUTTE LE
AMMINISTRAZIONI / CIVILI E PIE / DELLA CITTA’ / DEPUTATO E SENATORE / DEL REGNO / LASCIO’
GRANDE DESIDERIO / NELLA NAZIONE / DOTTISSIMO DI GIURISPRUDENZA / ED ORATORE FACONDO / IN AMBEDUE LE CAMERE / CON LEALTA’ E CORAGGIO / PROPUGNO’ L’ONESTO ED IL GIUSTO / E NELL’ULTIMO DE SUOI GIORNI / CORONO’ LA CRISTIANA SUA VITA / LEGANDO AI POVERI / TUTTE LE RICCHE SUE FORTUNE (Gall. Lev., n. 24)
QUI E’ SEPOLTO / INNOCENZO AVICO / MORTO LI XXVII APRILE MDCCCLXXVIII / D’ANNI LXVI /
AMOROSISSIMO MARITO / CRISTIANO APERTO / E BENEFICO CITTADINO / FU III LUSTRI / TESORIERE DELLE PRINCIPALI OPERE PIE / DI BIELLA / E IL DELICATO INCARICO / CON SPECCHIATA
ONESTA’ / SOSTENNE / LA CONSORTE FRANCESCA / CON MESTO DESIDERIO / GLI PREGA ETERNA
PACE. (Andr. Pon., n. 14)
QUI’ RIPOSA / IL GENERALE AUGUSTO AVOGADRO DI VIGLIANO / CONTE E SIGNORE DI VIGLIANO, VALDENGO E MONTECAVALLO (Andr. Pon., n. 80)
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QUI’ RIPOSA NELLA PACE DEL SIGNORE / IL GENERALE AUGUSTO AVOGADRO DI VIGLIANO
CONTE E SIGNORE DI VIGLIANO, VALDENGO E MONTECAVALLO / COMBATTE’ NELLE GUERRE
DELL’INDIPENDENZA ITALIANA / 1848 – 1849 - 1859 – 1866 – 1854-55 IN… (?) / ERA DECORATO DI
DUE MEDAGLIE AL VALOR MILITARE / DI QUELLA CIVILE PER PUBBLICHE BENEMERENZE / DI
ALTRE COMMEMORATIVE ITALIANE FRANCESI INGLESI, TURCHE (?) / FU INSIGNITO DELLE COMMENDE DEI SS. MAURIZIO – LAZZARO / E DELLA CORONA D’ITALIA / MORI’ IL 5 FEBBRAIO 1895,
D’ANNI 63. (All’esterno dell’Androne)
LUIGI AVOGADRO DI VALDENGO / FRA IL PIANTO DEI SUOI CARI / CINTO DELL’AUREOLA DEL
GIUSTO / VOLAVA A DIO / LASCIANDO IL SUO NOME ESEMPIO / DI OGNI BELLA VIRTU’. / CHAMBERY 11 GIUGNO 1841 / TORINO 29 GIUGNO 1903 (Sotto la cappella centrale, Andr. Lev., n. 35)
PAOLO AVOGADRO / CONTE DI VALDENGO ECC. / N. IN VALDENGO / 17 GENNAIO 1797 / + IN TORINO / 31 GENNAIO 1881 / - / PIO E PRODE SOLDATO DEI SUOI RE / D’ONORE E LEALTA’ ESEMPIO /
NELLA GRAVE ETA’ D’ANNI 84 / S’ADDORMENTO’ IN DIO / COLLA FEDE ANTICA E LA SPERANZA
/ DEL GIUSTO (Nella cappella centrale)
QUI GIACE / GIOVANNI BOGLIETTI / LETTERATO STUDIOSO E MODESTO QUANTO INSIGNE / NON
AMBI’ GLORIA NE’ ONORI / CRUDELE MORBO LO RAPI’ IN FIRENZE / ALL’AFFETTO DELLA FAMIGLIA. / NATO IL 1° SETTEMBRE 1835. MORTO IL 4 MARZO 1901 (Andr. Lev., n. 100).
QUI RIPOSANO LE CENERI / DI / ANGELA E CAROLINA SORELLE BONA / DA SORDEVOLO / DONNE
PIE E CARITATEVOLI / VISSERO NEL SILENZIO E NELLA BENEFICENZA / DEL LORO RICCO CENSO
/ LASCIANDO EREDE / IL RICOVERO DI MENDICITA’ DI BIELLA / LEGANDO INOLTRE COSPICUE
SOMME / A QUESTO OSPIZIO / ALL’OSPEDALE DELLI INFERMI DI BIELLA / ALLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI SORDEVOLO / ALL’ASILO INFANTILE ED ALLA / CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI
SALUSSOLA / + / I REGGITORI DEL RICOVERO DI MENDICITA’ / A GIUSTA ONORANZA A MEMORIA
NON PERITURA / OSSEQUENTI / P. P. / BOTTINELLI L. – SETTEMBRE 1880. (All’esterno della cappella
centrale)
ALL’ALMA EGREGIA E PROBA / DEL CAV. UFF. GIO. BATTISTA BONA / IN MEDICINA E CHIRURGIA
PER OTTO LUSTRI MAESTRO / DELL’OSPIZIO MARINO SECONDO CREATORE / PREGA PACE LA
CONSORTE PAOLINA / + 1901, d’anni 68 (Gall. Lev., n. 116)
GEOMETRA ACHILLE BUFFA / TENENTE DEGLI ALPINI IN CONGEDO / SEPPE DELLA GUERRA I
PIU’ DURI CIMENTI / MORTE LO RISPARMIO’ SUL CAMPO / MA LO COLSE NEL PIENO VIGOR
DELLA VITA / SIGILLO’ I SUOI DOLCI OCCHI PER SEMPRE / A 29 ANNI / CUOR DEI LORO CUORI QUI
SEPOLTO NON SPENTO / LO PIANGONO INCONSOLABILMENTE / LA MADRE LE SORELLE LA VECCHIA NONNA / ASTI 1899 – BIELLA 1928-VI (Andr. Pon., n. 218)
PACE ALL’ANIMA / / DELL’AVV. PAOLO BUISSON / CAV. DEI SS. MAURIZIO E LAZZARO / UFFICIALE DELLA CORONA D’ITALIA / CONSIGLIERE ONORARIO DI CORTE D’APPELLO / NATO A CHAMBERY DECEDUTO A BIELLA / SUA PATRIA DI ADOZIONE / CORTESIA - SCIENZA – CULTURA /
ORNARONO L’UOMO IL MAGISTRATO / AVULSA LA SAVOIA / SDEGNANDO BLANDIZIE FRANCESI
/ PRESCELSE MORIR ITALIANO / OSSEQUENTE ALLA VOLONTA’ ESTREMA / LA VEDOVA DESOLATA / QUI’ COMPOSE LA SALMA / N. 1813 – M. 1891 (Andr. Lev., n. 71, all’esterno)
IN MEMORIA / DI / EMMA BURATTI AGOSTINETTI / BIELLA 17 FEBBRAIO 1890 / BIELLA 14
LUGLIO 1920 / LA SUA MORTE FU PARI ALLA VITA: / VIRTUOSA, PIA, DOLCISSIMA / SPOSA NELLA
PIU’ ALTA SIGNIFICAZIONE / DELL’AMORE CRISTIANO / SENTI’ E VOLLE LA MATERNITA’ COME
UN DOVERE: / MADRE NELLO STRAZIO DI SE / E DELLA SUA CREATURA / ACCETTO’ IL SACRIFICIO CON FEDE / ED AMMIRABILE SERENITA’(All’esterno della cappella centrale)
CANEPARO STEFANO CARLO / Cavaliere della Corona d’Italia / Socio promotore / Delle Scuole Tecniche di
S. Carlo in Torino / Solerte intraprenditore d’opere pregiate / A largo censo ed onorata condizione / Collo studio –
lavoro – risparmio / Dal nulla assorto / Esempio singolare / Di ferrea volontà – carattere integerrimo.
*Vandorno 1818 - + Torino 1895 (C.A. Lev., n.76)
+ / COMMENDATORE /CARLO CESARE CASTELLI / LA TERZA ITALIA ADORATA / IN ALTI DICASTERI SERVIVA / SQUISITO POETA CANTAVA / DICHIARANDO AI FIGLI AI DISCEPOLI / NELLA
PURISSIMA VITA / IL VANGELO DELLA PATRIA / TORINO MDCCCLXXXIX / BIELLA MCMXVI / LA
CONSORTE I FIGLI (Nella cappella centrale)
82
+ CLOTILDE CASTELLI TROMPEO / 1851 TORINO – BIELLA 1925 / - / CUSTODI’ NELLA CASA SEVERA / LE UMILI VIRTU’ SUBLIMI / LA DOMESTICA PACE AFFETTUOSA / - / TRE GENERAZIONI
CONOBBERO / IL FASCINO SANTO / E DALL’ANIMA ELETTA / SALITA COL CRISTO ALL’ETERNO /
ATTENDONO ANCORA CONFORTO / - / I FIGLI (Nella cappella centrale)
A SUOR ARCANGELA / NEL SECOLO ANNA CEROLINI / * NEL 1822 IN CIS TIROLO / + IN BIELLA
VERNATO 1886 / ORNAMENTO DELLE ROSMINIANE / PER ANNI 32 MADRE AFFETTUOSA / NELLE
SCUOLE ELEMENTARI FEMMINILI / E NELL’ASILO INFANTILE / GRATI E MEMORI I CITTADINI
POSERO (C.A. Lev., n. 123)
ALLA MEMORIA / DI / CLERICI VITTORIA MASSANO / NATA A TORINO 22 NOVEMBRE 1844 /
MORTA A BIELLA 2 DICEMBRE 1900 / CHE CON UNA VITA DI LAVORO E DI SACRIFIZIO / PROFUSE
PER BONTA’ DEL CUORE / NEL CONSORTE E FIGLIA DILETTI / IL DIO DELLA PACE E DELL’AMORE
/ ACCOLTA NEL SUO SENO L’ANIMA ELETTA / R.I.P. (C.A. Lev., n. 63)
CODA D. PIETRO / NATO IN BIELLA LI 31 XBRE 1818. MORTO LI 21 XBRE 1890 / PROFESSO’ LETTERE NEL CIVICO COLLEGIO / PER SETTE LUSTRI AMATISSIMO PARROCO DI BENNA / RIMPIANGENDO RIMPIANTO LASCIAVA / CHIAMATO NEL CAPITOLO DELLA PATRIA CATTEDRALE / FU PIO
DOTTO GENEROSO / IL FRATELLO ANTONIO DOLENTE POSE (Andr. Pon., n. 7)
AL CAVALIERE LUDOVICO CORONA / CHE ALLE CURE GIURIDICHE SEPPE UNIRE CON PLAUSO /
QUELLE DI PUBBLICO AMMINISTRATORE / COME SINDACO E CONSIGLIERE MUNICIPALE DI BIELLA / DI DELEGATO SCOLASTICO E DI MEMBRO OPEROSO NEL GOVERNO / DELLE OPERE DI BENEFICENZA E DELL’ISTRUZIONE. / RAPITO DA MORTE IMMATURA ALL’AFFETTO DELLA CONSORTE
E DELLE BAMBINE / CHE SCONSOLATE PER LUI PIANGONO E PREGANO. / NATO A BIELLA NEL
1836 – MORTO IN TORINO NEL 1888 (Andr. Pon., n. 57).
CANONICO PROFESSOR / DON GIACOMO CUCCO / 1841 – 1920 / PIO AUSTERO SERENO / DOTTO IN
ESTERE LINGUE / E NELLE SCIENZE DELLA NATURA / PROFESSAVA SORELLE FEDE E SAPIENZA /
AI DISCEPOLI INSEGNANDO / NELLA LUNGA CARRIERA LUMINOSA / COME OGNI VERO PROMANI DA DIO (Andr. Lev., n. 171)
COMMENDATORE DOTTOR INGEGNER / LUIGI CUCCO / 1859 BIELLA 1933 / PER QUARANT’ANNI /
DIRESSE L’ACQUEDOTTO BIELLESE / QUI’ / LE OPERE DA LUI CREATE / DICONO L’ALTEZZA DEL
SUO INGEGNO (Andr. Lev., n. 169)
QUI’ ATTENDE LA RISURREZIONE NELLA PACE DI DIO PRESSO LA VERGINE BRUNA / IL DOTTOR
MARIO CUCCO / NATO A BIELLA IL 22 LUGLIO 1896 / CADUTO AL SOLAROLI IL 26 OTTOBRE 1918.
/ LA FAMIGLIA POSE (Andr. Lev., n. 160)
TRE VOLTE DECORATO AL VALORE / PROCLAMATO .LUPO DEL PASUBIO. / IL TENENTE MARIO
CUCCO / ALFIERE DEL BATTAGLIONE AOSTA / NELLA VISIONE DELLA VITTORIA / SPARTANAMENTE CADEVA / * BIELLA 1896 + M. GRAPPA 1918. / QUI TRASLATA L’EROICA SALMA RIPOSA /
AUSPICE L’ASS. BIELLESE DI RESISTENZA (All’esterno dell’Androne).
QUI GIACE LA SALMA DEL MEDICO / CAV. DEBERNARDI IGNAZIO / NATO IL 25 OTTOBRE 1825.
MORTO IL 9 GENNAIO 1885 / CULTORE VALENTE DELL’ARTE IDROTERAPICA / NELL’ANNO 1865 NE
FONDAVA LO STABILIMENTO IN BIELLA PIAZZO / DOVE PER MOLTI ANNI TENNE PURE CONDOTTA MEDICA / ALL’ABILE E CARITATEVOLE DOTTORE / I POVERI E GLI ABITANTI TUTTI DEL QUARTIERE RICONOSCENTI (Andr. Lev., n. 60)
A CHIARO RICORDO DI DE GENOVA CAV. EMILIO FU LORENZO / PIO INTEGRO UMILE E GIUSTO
IN VITA / PER 40 ANNI SOLERTE E STIMATO / ISPETTORE DEL REGIO DEMANIO / IN CALABRIA E
SICILIA / A COMO, PIACENZA E PINEROLO / MEMORE ED AMATO / SEMPRE DELLA FAMIGLIA E DI
BIELLA / LE SORELLE POLISSENA E SOFIA / * 31 DICEMBRE 1836 + BIELLA PIAZZO 30 OTTOBRE
1912 (Andr. Lev., n. 130)
A / POLISSENA DE GENOVA / DONNA DI CASA / SAVIA AMMINISTRATRICE / DI FEDE PROFONDA /
DI PIETA’ ESEMPLARE / AFFETTUOSA COI FAMIGLIARI / BENEFICA VERSO I POVERI / LA SORELLA SOFIA ED I NIPOTI / PP / NATA 27 SETTEMBRE 1833 / MORTA 8 APRILE 1897 (Andr. Lev., n. 48)
PROF. DOTT. IGNAZIO DIONISIO / 1863 BIELLA – TORINO 1942 / OTORINOLOGO INSIGNE UMANISTA FILANTROPO / DOCENTE UNIVERSITARIO SCRITTORE DI SCIENZE / PRESIDENTE ACCADEMIA
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DI MEDICINA / MIRANDI SUCCESSI IN CAMPO CLINICO OTTENNE / SANANDO COL CUORE ALTRE
IMMENSE FERITE (Andr. Pon., n. 64)
INGEGNERE PROFESSOR / GIACOMO FERRARIS / A DUE GENERAZIONI DI ALLIEVI / PRODIGO’
SERENAMENTE LA SCIENZA / AI CONCITTADINI L’ESEMPIO / DI AUSTERA ONESTISSIMA VITA / AI
FIGLI IL RETAGGIO SUBLIME / DEL GENITORE CREDENTE ITALIANO / - / NATO A PRAROLO IL 29
MAGGIO 1855 / DECEDUTO A BIELLA IL 28 GENNAIO 1927 (Andr. Lev., n. 333)
DOTTOR VITTORIO FERRARIS / VETERINARIO CONSORZIALE DI CANDELO / TENENTE DEGLI
ALPINI / VOLONTARIO DI GUERRA / D’ANIMO GENEROSO / CARATTERE INTEGRO / SENTIMENTI
NOBILISSIMI / DIEDE ALLA PATRIA / IL BRACCIO E L’INGEGNO / ALLA FAMIGLIA / IL TESORO DEI
SUOI AFFETTI PIU’ SANTI / N. 11 AGOSTO 1896 / + 20 FEBBRAIO 1930 (Andr. Lev., n. 53)
GAVOSTO CARLO TOMMASO / INGEGNERE PROFESSORE NATO IN VILLANOVA SOLARO / IL 9
NOV.BRE 1816 / RAPITO ALL’AFFETTO DEI FIGLI / E DELLA NUORA / IN BIELLA IL 6 DIC.BRE 1891
(C.A. Lev., n. 90)
ALLA ADORATA MEMORIA / DI / GUGLIELMINA GAVOSTO BAGNASACCO / NATA IN SAGLIANO
MICCA / IL XI SETTEMBRE MDCCCXXX / RAPITA ALL’AMORE DEI SUOI CARI / IL XXIV DICEMBRE
MDCCCLXXXVIII. / IL DESOLATO CONSORTE ING.RE GAVOSTO / GLI AFFETTUOSI FIGLI CARLO,
AMEDEA E SILVIO / QUESTO RICORDO POSERO (C.A. Lev., n. 90)
GIACOMO GIORDANETI / * IL 25 LUGLIO 1885 A TOLLEGNO + IL 13 MARZO 1920 A BIELLA / UMILE
LA SUA STORIA / DOLORI, PREGHIERE, SPERANZE / INTESSERO BREVI SUOI ANNI / PER MARIA
NEL LAVORO A GESU’ SOSPIRO’ / LA VERGINE BRUNA / ESAUDI’ BENIGNA IL SUO VOTO / ALL’OMBRA DEL SANTUARIO AMATO / ACCOLSE IL DEVOTO FIGLIO / PER INTRODURLO NEI SANTI
TABERNACOLI (Andr. Lev., n. 142)
QUI GIACE IL CAVALIERE / GIOVANNI MARIA GIRELLI / PROFESSORE DI LETTERE NELLE PUBBLICHE SCUOLE / IL QUALE / EDUCO’ AL SENTIMENTO DEL BELLO E DEL BUONO / UN’INTIERA
GENERAZIONE / LASCIANDO MEMORIA NON SOLO DI DOTTO INSEGNANTE / MA BEN ANCO DI
CITTADINO INTEGERRIMO / DI CRISTIANO ESEMPLARE. / MORI’ FRA L’UNIVERSALE COMPIANTO
/ IN SORDEVOLO SUA PATRIA / IL DI’ 25 MARZO 1879 D’ANNI 76 (Gall. Lev., n. 28)
ERMANNO GUALA / CAPITANO DI MARINA / SUL PIROSCAFO “CATANIA” / MARINAIO D’ITALIA
CADUTO PER LA PATRIA / * MOTTALCIATA 7 APRILE 1883 / + ACQUE DI BEL VEDERE CALABRO 16
MARZO 1817 (Andr. Pon., n.152)
GURGO SALICE PIETRO / DOTTORE IN MEDICINA E CHIRURGIA / ESERCITO’ NEI PRIMI ANNI / LA
MEDICINA IN PETTINENGO SUA PATRIA / FISSATO IL SUO DOMICILIO IN BIELLA / SI ACQUISTO’
UNA LARGA CLIENTELA / NEL MDCCCLXXVII / FU ELETTO MEDICO ORDINARIO / DELLO SPEDALE DEGLI INFERMI / E QUEL POSTO OCCUPO’ CON ZELO E ONORE / ALIENO DAI MOTI SOCIALI /
ERA TUTTO NELLO STUDIO E NELLA FAMIGLIA / OTTIMO MARITO E PADRE AFFETTUOSISSIMO /
LA MORTE LO RAPI’ NELL’ETA’ D’ANNI LI. / LA MOGLIE CARLOTTA E IL FIGLIO TANCREDI / CON
MESTO DESIDERIO / Q.M.P. / XXV GIUGNO MDCCCLXXXV (Gall. Pon., n. 113)
AL SUPERIORE DEI FILIPPINI IN BIELLA / PADRE AGOSTINO GURGO / DELLA GIOVENTU’ STUDIOSA / PROTETTORE BENEFICO / GLI AMMIRATORI / PP. / 1825 – 1892 (C.A. Pon., n. 72)
FERDINANDO LANZONE / CROCEMOSSO 18 AGOSTO 1852 / PISTOLESA 20 GENNAIO 1924 /
SEGUENDO SEMPRE IN VITA LE LEGGI DELLA / BONTA’ E DEL LAVORO LASCIO’ MORENDO / EREDITA’ DI ALTI INSEGNAMENTI E DI / AFFETTI DURATURI / LA FAMIGLIA PIANGENTE NEL DOLORE
/ MA ORGOGLIOSA NELLA MEMORIA DI LUI NE / RAVVIVA IL RICORDO A QUANTI LO CONOBBERO / E LO AMARONO (Andr. Pon., n. 121)
NOSTRA SIGNORA D’OROPA / IMPARADISI NELLA PACE ETERNA / L’INDUSTRIALE GIOVANNI
LANZONE / CHE SEMPRE RETTO ED ONESTO / COGLI AMICI E CORTESE E FEDELE / BUONO GENEROSO E CARITATEVOLE / COGLI OPERAI E GLI UMILI / DA CRUDO MORBO RAPITO A SOLI ANNI 41
/ LASCIAVA DI SE VIVO E LARGO COMPIANTO / NATO A PISTOLESA IL 24 AGOSTO 1883 / MORTO A
BIELLA IL 30 SETTEMBRE 1924 (Andr. Pon., n. 190)
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H.S.E. / IO. PETRVS LOSANA / DOMO VIGONE / EQ. MAVRIT. TORQVATVS DOCTOR DECVRIALIS
IN R. ATHENAEO TAVRIN. / HIC OLIM ABBAS ANDREANVS SAVILIANEN. MOX. EPISCOPVS / ABYDENVS ET LEGATVS APOSTOLICVS ALEPPI ET LIBANI / AN. MDCCCXXXIII EPISCOPVS BVGELLEN. DATVS EST / VBI STVDIOSVS RELIGIONIS ECCLESIAM SAPIENTISSIME REXIT / CONCORDIAM INTER CIVIVM ORDINES NON AEQVALIBVS / TEMPORIBVS RETINVIT BONIS EXEMPLO SVO
CONFIRMATIS / CONTVMACIBVS FACILITATE ALLOQVI DEVICTIS LARGITOR / SVI INIQVA LABORANTIVM FORTVNA ET INSANABILIVM / INOPIAM SVBLEVAVIT INDIGIS SACRORVM ALVMNIS
SVBVENTAVIT LEGATIS INSTITVTIS OPERARIORVM PARSIMONIAE CONSVLVIT / ARCA NVMMARIA LVCRORVM RESIDVIS IN FOENORE SEPONENDIS / EXCITATA ET MVNIFICE DOTATA SAGAX
HVMANAE NATVRAE / AESTIMATOR PARENTES AD ACCVRATIOREM LIBERORVM / CVSTODIAM
PRAEMIIS ADLEXIT ET CVLTVM SOBOLIS / SVCCRESCENTIS LATIVS PROPAGATVRVS AVCTOR
EXSTITIT / VT PARVVLIS ET PVELLIS VTRIVSQVE GENERIS LVDI / APERIRENTVR VIXIT AN. LXXX
PLACIDE OBIIT AVGVSTAE / TAVRINOR. XVI KAL. MARTIAS AN. MDCCCLXXIII / P / MICHAEL ET
FRANCISCA CVM LACRIMIS FRATRI AMANTISSIMO (Nella cappella centrale)
QUI ASPETTA LA GLORIOSA RISURREZIONE / IL CANONICO PRIMICERIO PIETRO MAGNANI / DI
CAMPIGLIA CERVO / GIA’ PROCURATORE DI QUESTO PIO LUOGO / RETTORE DEL SEMINARIO PER
TRENTASEI ANNI / PRESIDENTE DELLA CASSA DI RISPARMIO E MEMBRO DI VARIE PIE OPERE /
OTTIMO CITTADINO SACERDOTE ESEMPLARE INTEGERRIMO AMMINISTRATORE / MORI’ IL 7
OTTOBRE 1890 DI 74 ANNI (Gall. Pon., n. 8)
QUI RIPOSA NELLA PACE DI CRISTO / IL SAC. CAV. D. PIETRO MAGRI / * 1873 VIGARANO + OROPA
1937 / PER 18 ANNI MAESTRO DI CAPPELLA / NEL SANTUARIO / SEMPLICE NEL TRATTO EBBE
ANIMA GRANDE / CHE NELLA MUSICA DIEDE / NON PERITURE COMPOSIZIONI / A GLORIA DI DIO
/ DELLA VERGINE / AD ONORE DELL’ARTE ITALIANA. / - / MARIA MAGRI / D’ANNI 78 + 21 – 9 1946
(C.A. Lev., n. 28)
MONS. ELISEO MAJA / PROTONOTARIO APOSTOLICO AD INSTAR / CANONICO PREVOSTO DI BIELLA / RETTORE DI OROPA / RIPOSA ALL’OMBRA DEL SANTUARIO / CUI DEDICO’ TANTO DELLA SUA
VITA / DEL SUO CUORE DEL SUO ZELO. / SORDEVOLO IL 30 – 1° - 1857 / BIELLA IL 4 – 7 – 1939 (Gall.
Lev., n. 56)
QUI GIACE LA BENEDETTA SALMA DI MAJOCCHI IDA / N. A BIELLA IL 12 MARZO 1887 / M. A TORINO IL 6 MAGGIO 1921 / A TE O IDA CHE TANTO BENE VOLEVI / A TUO MARITO E AI TUOI FIGLI /
IMMATURAMENTE RAPITA AL LORO AFFETTO / TI GIUNGA L’IMMENSO DOLORE DEI TUOI CARI /
E DAL CIELO PREGA PER NOI / PER IL TUO CARLO PER LUCIANO E CECILIA / CHE IMMENSAMENTE TI AMARONO / PER LE TUE ESEMPLARI VIRTU’ / DI MOGLIE E DI MAMMA. (Andr. Pon., n. 85, all’esterno)
MASSERANO CAV. GIUSEPPE OTTIMO CITTADINO, SINCERO CREDENTE, / PER LUNGHI ANNI
SOLERTE AMMINISTRATORE / DEL COMUNE E DELLE PIE OPERE LOCALI / CONFONDATORE
NELLA CITTA’ DELLA PICCOLA CASA / DELLA DIVINA PROVVIDENZA / ALLA QUALE FINCHE’
VISSE / DEDICAVA LE PRINCIPALI SUE CURE. / * 29 LUGLIO 1825 + 5 LUGLIO 1896. / LA VEDOVA
MARIA POMA POSE (Andr. Lev., n. 86)
A / MONSIGNOR CARLO MONTAGNINI / ARCIVESCOVO DI LARISSA / DELEGATO APOSTOLICO IN
COLOMBIA / - / NATO A CASALE IL 2 GIUGNO 1863 / SI SPENSE A BERLINO IL 24 OTTOBRE 1913 /
COME RAGGIO DI STELLA FILANTE / NELL’ALBA DEL SUO TRIONFO / - / ALL’OMBRA DI QUESTO
SACRO TEMPIO / GIA’ META DELLE SUE DEVOTE PEREGRINAZIONI / RIPOSA LA VENERATA
SALMA / CUI VEGLIA DAL SUO MISTICO TRONO / LA VERGINE SANTA / NEL SILENZIO D’UNA
PACE DIVINA (Nella cappella centrale)
MOSCA MARIO MELCHIOR / FU CARLO GIUSEPPE / MEDICO CHIRURGO / NACQUE IN PRALUNGO / IL 27 MAGGIO 1804 / MORI’ IN BIELLA / IL 1 (?) LUGLIO 1883 (sul primo lato)
FU ESEMPIO / DI VIRTU’ DOMESTICHE E CITTADINE / DI VITA ONESTA E OPEROSA (sul secondo lato)
AMO’ E SERVI’ LA PATRIA / OGNI ALTRA CURA / RIVOLSE ALLA FAMIGLIA (sul terzo lato)
LA VEDOVA CLOTILDE… (?) / I FIGLI / ALBERTO, CESARE, IRENE / ERNESTO, GIUSEPPE / AL COMPIANTO MARITO E PADRE / POSERO QUESTO RICORDO (sul quarto lato). (C.A. Pon., n. 61)
BERNARDO MOSSA / VICE PRESIDENTE DI TRIBUNALE / NATO IL 23 AGOSTO 1809 IN OCCHIEPPO
SUPERIORE / MORTO LI 27 DICEMBRE 1885 (Gall. Pon., n. 88)
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ALLA CARA MEMORIA / DI GIOVANNI BATTISTA MOSSA / DA OCCHIEPPO SUPERIORE DI ANNI 77
/ DEL BENE DEL SUO PAESE FAUTORE GENEROSO CARITATEVOLE / COMMERCIANTE ONESTISSIMO. MORTO IL 4 SETTEMNRE 1881- FRATELLI, SORELLE, COGNATA, E NIPOTI DOLENTI Q.M. P. (Gall.
Pon., n. 82)
AL CANONICO GIOVANNI MURATORE / PER 25 AN. MAESTRO IN PORTULA SUA PATRIA / E PER 21
AN. ARCIPRETE DELLA CATTEDRALE DI BIELLA / INSIGNE PER PIETA’ BENEFICENZA E ZELO / I
CITTADINI GRATI POSERO / 1895 (Gall. Pon., n. 9)
CAMILLO NEGRO DA BIELLA
PROFESSORE ORDINARIO DI NEUROPATOLOGIA NELLA R. UNIVERSITA’ DI TORINO. NEUROPATOLOGO SOMMO. PARI AI GRANDISSIMI. FISIOLOGO E PENSATORE. MAESTRO DI BONTA’ E DI SAPERE. TORTURO’ LA SUA VITA INDAGATRICE SEGNANDO NUOVE CONQUISTE ALLA SCIENZA.
LABOR ET GLORIA VITA FUIT. MORS REQUIES. / BIELLA 6 GIUGNO 1861 – TORINO 16 OTTOBRE
1927 (C.A. Pon., n. 60)
ALLA CARA MEMORIA / DELL’AVV. FRANCESCO PETIVA / SORDEVOLO 25 AG. 1850 – BIELLA 19
MAG. 1905 / D’ANIMO BUONO RETTO ED ONESTO / TRASCORSE LA VITA / FRA AMARI DISINGANNI / RASSEGNATO AI DIVINI VOLERI / NEI CONFORTI DELLA FEDE / SPIRAVA L’ANIMA GIUSTA / LA
CONSORTE ADDOLORATA POSE (Andr. Pon., n. 187)
ANNA MARIA PETTINATI CARDELLINI / LA SUA AMMIRABILE ENERGIA / ELEVO’ A VIRTU’ DI
SACRIFICIO / PER L’AMORE DELLA FAMIGLIA E L’EDUCAZIONE DEI FIGLI / CULTORE ESIMIA
DELLA MUSICA / SEPPE TRARNE ISPIRATI ACCENTI / ED INFONDERE LA PASSIONE NEI FIGLI / A
SOLI 40 ANNI RAPITA ALL’AFFETTO / DI QUANTI APPREZZAVANO IN LEI / LE DOTI VERAMENTE
CRISTIANE DELL’ANIMO / E LA GRANDE AFFABILITA’ DEL CARATTERE / LASCIA DI SE RICORDO
IMPERITURO / ED ESEMPIO FECONDO A BEN OPERARE. / IL MARITO, I FIGLI, I GENITORI, LA
SORELLA DOLENTI / PREGANO PACE / 29 LUGLIO 1909 (Gall. Pon., n. 160).
A PERENNE MEMORIA / DEL CANONICO PEZZIA CAV. BERNARDINO GIA’ PROFESSORE DI TEOLOGIA DEL SEMINARIO DI BIELLA / STATO RIELETTO CINQUE VOLTE RETTORE DEL SANTUARIO D’OROPA / NATO IN ANDORNO IL 5 FEBBRAIO 1809 / MORTO IN BIELLA IL 15 GIUGNO 1877 / I NIPOTI PEZZIA GIO. E FEDERICO POSERO (Gall. Pon., n. 2)
DOTT. ING. ALFREDO PUGNO / COMMENDATORE DELLA CORONA D’ITALIA, CAVALIERE UFFICIALE DEI SANTI MAURIZIO E LAZZARO / NATO A GENOVA IL 15 – VIII – 1863. MORTO A TORINO
IL 30 – X – 1948. / NELLA LEGGE DI DIO ALLA FAMIGLIA SUA TUTTO SE STESSO DEDICO’ / IN NOME
DEL SUO RE VIGORE ED INGEGNO PROFONDENDO / AL LAVORO DEGLI UOMINI NUOVE RAPIDE
VIE APERSE, ALTRE GIA’ APERTE AMMINISTRO’ / I SUOI CARI CHE NEL DURO SONNO L’UMAN
RETAGGIO PUR ACERBAMENTE CONTRISTA / LASCIA NEL FEDEL CONFORTO DEL PROMESSO
RISVEGLIO / QUANDO OGNI COSA CREATA E LA MORTE STESSA VINTA / DI STUPOR TRASALIRANNO A TANTO PRODIGIO NELLA NUOVA AURORA (Gall. Lev., n. 168)
PUGNO CAV. UFF GIUSEPPE ANTONIO / INGEGNERE MECCANICO / NATO A SORDEVOLO IL 25 – 5
– 1838. MORTO A TORINO IL 17 – 1 – 1919. / ALLIEVO DELLA SCUOLA PROFESSIONALE DI BIELLA /
FU PRESCELTO DA R. GOVERNO PER FREQUENTARE LA SCUOLA NAVALE DI GENOVA E PER PREPARARSI NELLA MECCANICA IN INGHILTERRA / CHIAMATO NELLA R. MARINA E POI COME CAPO
MECCANICO NELLA FONDERIA DI TORINO VI PORTO’ INTELLIGENTE IMPULSO / CHIAMATO DAL
RE DI BIRMANIA DEGNAMENTE TENNE IL NOME ITALIANO IN QUELLO STATO / MERITANDOSI
DAL RE ONORE STIMA AFFETTO (Gall. Lev., n. 167)
PROF. ING. DOTT. ARCH. GIUSEPPE MARIA PUGNO / PROFESSORRE EMERITO DEL POLITECNICO
DI TORINO / MEDAGLIA D’ORO BENEMERITI SCUOLA CULTURA E ARTE / FONDATORE E DIRETTORE EMERITO DELLA SCUOLA A FINI SPECIALI DI SCIENZE / ED ARTI NEL CAMPO DELLA STAMPA DEL POLITECNICO DI TORINO / GRAND’UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA E DELL’ORDINE GEROSOLIMITANO DEL S. SEPOLCRO / COMMENDATORE DELL’ORDINE DI S. MAURIZIO E
LAZZARO, GIA’ PROFESSORE ORDINARIO DI SCIENZA DELLE COSTRUZIONI DEL POLITECNICO DI
/ TORINO, PRESIDE DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO, MEMBRO
DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE / PRESIDENTE DEI COMITATI DI FONDAZIONE DELLE FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI GENOVA E DI REGGIO CALABRIA. / NATO A
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FIRENZE IL 17 – V – 1900. MORTO A TORINO IL 18 – VIII – 1984. / IN MANIBUS TUIS COMMITTO SPIRITUM MEUM…MISERERE MEI… / JUDICA ME DOMINE SECUNDUM MAGNAM MISERICORDIAM
TUAM ! (Gall. Lev., n. 165)
RAINERO ATTILIO FU GIACOMO DOTTORE IN MEDICINA E CHIRURGIA / FORTE INGEGNO, ANIMO
NOBILE E GENEROSO / STUDIOSO ED APPREZZATO CULTORE DELL’ARTE SUA / ALLA QUALE GIOVANISSIMO NEGLI ANNI / ERASI DEDICATO CON ZELO E BONTA’ ESEMPLARI / …A NELLA LOTTA
EROICA CON INSIDIOSO MORBO DOLOROSO RETAGGIO DEL DOVERE ED ABNEGAZIONE SPEGNEVA LA SUA GIOVANE E FORTE ESISTENZA. * 13 OTTOBRE 1873 + 9 APRILE 1906 (Andr. Lev., n. 91)
RAINERO GIACINTO DOMENICO / FUNZIONARIO CORTESE INTEGERRIMO… / * 2 GENNAIO 1843
+ 28 GIUGNO 1898 (Andr, Lev., n. 87)
RAINERO VINCENZO FU DOMENICO, NOTAIO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NOTARILE ESEMPIO
DI PROFESSIONISTA ONESTO E DELICATO / CONVERSE L’OPERA SUA PROBA E LABORIOSA / AL
BENE DEI PRIVATI E DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI / * 27 OTTOBRE 1829 + 2 FEBBRAIO
1900 (Andr. Lev., n. 89)
A RAMASCO CAV. UFF. GIO. MARIA / OPEROSO ED ESIMIO CITTADINO / COL SENNO E COL LAVORO INDEFESSO / ALL’INDUSTRIA E AL COMUNE DI SAGLIANO MICCA / OVE FU SINDACO E CONCILIATORE / LASCIO’ GRATO RICORDO / DI CONSIGLI PREGIATI CON DISINTERESSATA ONESTA’ /
DAL GOVERNO E DAI CONCITTADINI / EBBE PREMIO ED OSSEQUIO / * IL 14 AGOSTO 1842 + IL 19
NOVEMBRE 1896. / ALLA PIA E VENERATA MEMORIA LA VEDOVA E I FIGLI P.P. (Gall. Lev., n. 83)
RAMMA MARIA. INGEGNO PRONTO E AFFETTUOSO / LA CUI VITA NELLA BELLA E VIGOROSA /
PIENEZZA DEI SUOI DICIOTT’ANNI / VENIVA DISGRAZIATAMENTE / TRONCATA / PRECIPITANDO
DAI FIANCHI / MISTERIOSI / DEL MUCRONE IL 22 LUGLIO 1917 (Andr. Pon., n. 125)
MADDALENA RONDANI / NATA FLECCHIA / DOPO UN ANNO APPENA / DI DOLCE UNIONE / COLL’AMATO SUO SPOSO / NEL FIORE DEGLI ANNI / ANDO’ A RAGGIUNGERE IN CIELO / IL BAMBINO
/ CHE AVEVA DATO ALLA LUCE / OTTO GIORNI PRIMA / LO SCONSOLATO CONSORTE / CLEMENTE
/ E LA FAM. FLECCHIA LE POSERO QUESTA MEMORIA / MDCCCLXXVIII (C.A. Lev., n. 171)
PENSA CHE ANCHE TV DOVRAI MORIRE / ESAMINA ATTENTAMENTE TE STESSO / CONFRONTANDO LA TVA CONDOTTA CON / I DIVINI INSEGNAMENTI DEL VANGELO / E SFORZATI DI DIVENTARE PERFETTO / RICORDATI DI NOI / FAMIGLIA G. V. SELLA 1917 (Andr. Pon., n. 15, all’esterno)
PAX ET QVIES / NATALI SERAFINO / BVGELLENSIVM OLIM EPISCOPO / 17 IANVARII 1861 / 2 SEPTEMBRIS 1924. / QVI VIR CLARISSIMVS IANVAE ORTVS / DOCTRINA PIETATE IN DEVM AC DEIPARAM / PRVDENTIA SOLLERTIA / EFFVSA IN OMNES CHARITATE / PRAESERTIM IN PAVPERES ET
ORFANOS (SIC) / INTER CIVES FLORENS / PAROCHVS PRIVS AD S. BENEDICTI / POSTEA ABBAS S.
MARIAE DE REMEDIO / AB ANNO AVTEM MCMXIII PER QVINQVENNIVM / IVBENTE PIO X PONT.
MAX. / SAPIENTER ET SVAVITER BVGELLEN. ECCLESIAM REGENS / SANCTVARIVM OROPEN.
MAXIME DILEXIT / NOVI TEMPLI AEDIFICATIONEM / QVOD MATRIS DOMVM PERBELLE APPELLABAT / CONSILIO SCRIPTIS SVMTIBVS SVMMOPERE PROMOVIT / DEVM EPISCOPALI MVNERE
DIMISSO / IN PATRIAM REVERSVS / ACRI MORBO PLVRES PER ANNOS PATIENTISSIME TOLERATO
/ IAM PIISSIMA ANIMA AD COELESTIA REMEANTE / HAEIC VELVT IN DVLCISSIMAE MATRIS SINV
/ CORPVS SVVM QVIESCERE OPTAVIT / IN SPEM BEATAE RESVRRECTIONIS / BREVISSIMO SED
CHRISTIANA ANIMI DEMISSIONE FVLGENTE / SCRIPTO SIBI EPITAPHIO / - / COETVS VIRORVM QVI
MARIALIBVS AEDIBVS PRAESVNT / PASTORI ET PRAESIDI OPTIMO BENEM.MO DESID.MO / REVERENTIAE ET GRATI ANIMI MONVMENTVM / CVM ELOGIO / P. P. (Nella cappella centrale)
A DUREVOLE RICORDO / DELLA FIGLIA EUGENIA / ROSA SMAGLIANTE PER GIOVANILI SPERANZE / STRAPPATA AL CUOR DEL GENITORE DEI FRATELLI / E DELLO SPOSO AVV. LUIGI SAVINELLI
/ CHE L’ADORAVANO / GIOVANNI BATTISTA SERRALUNGA / QUESTO LUOGO DI LACRIME /
VOLLE ERIGERE / PER RACCOGLIERVI LE SUE MORTALI SPOGLIE / E QUELLE DEI SUOI CARI / 1907
(Ed. fam., Cim. Bosco)
QUI GIACE / ASPETTANDO LA RISURREZIONE / LA VENERATA SALMA / DELL’AVVOCATO GIUSEPPE TARINO / MANCATO AI VIVI IL 16 GENNAJO 1894 / - / FU UOMO PROBO / PIU’ CHE IL CENSO
DILESSE LA GIUSTIZIA / STUDIOSO INDEFESSO DELLE PATRIE LEGGI / COLTIVO’ LA LETTERATURA E VI IMPARO’ / “LO BELLO STILE CHE GLI FECE ONORE” / - / AMO’ LA BIELLA SUA NATIA E LA
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SERVI’ / BEN OLTRE AI DIECI LUSTRI / - / MORI’ NEL BACIO DEL SIGNORE IN ETA’ D’ANNI 83 /
BENEDETTO DAI POVERELLI A CUI FU PADRE / - / E QUIVI AVRA’ SUA REQUIE / LA DOLENTISSIMA CONSORTE TERESA MANDELLI / CHE RICONOSCENTE QUESTO MARMO POSE / E LA SCRITTA DETTO’ LACRIMANDO (Nella cappella centrale).
PIETRO PAOLO TROMPEO / * 11 GENNAJO 1824 A MOUTHIERS / 31 OTTOBRE 1897 A ROMA / - /
EDUCATO ALLE VIRTU’ D’ILLUSTRI ANTENATI / SENTI’ E PENSO’ NOBILMENTE / EBBE CUORE
TENERISSIMO PE’ SUOI / DI PRINCIPI SCHIETTAMENTE LIBERALI / RAPPRESENTO’ PER OLTRE
VENT’ANNI / CON RETTA COSCIENZA E INTELLETTO D’AMORE / IL COLLEGIO POLITICO DI BIELLA / LASCIANDO MOLTO RIMPIANTO DI SE’ / E DI AFFETTI E CONSIGLI GRATO RICORDO / - / LE
DUE FIGLIE / MEMORI E DOLENTI / POSERO (Nella cappella centrale).
QUI RIPOSANO LE CENERI / DI MARCANTONIO TUA / MORTO IL 24 GIUGNO 1882 D’ANNI 72 / PARROCO PER VENTI ANNI DI CHIAVAZZA LASCIO’ MEMORIA DI PADRE / ELETTO CANONICO FU
LUSTRO DELLA CATTEDRALE DI BIELLA / GLI ALUNNI DEL SEMINARIO MAGGIORE L’EBBERO
AMICO PIU’ CHE RETTORE / GENEROSO PIO AMICO A TUTTI NON NEGO’ MAI L’OPERA SUA A NESSUNO / LA SUA VITA FU UN CONTINUO BENEFIZIO LA SUA MORTE DOLORE UNIVERSALE / L’EREDE ELISABETTA TUA CON MESTO DESIDERIO / POSE QUESTA MEMORIA (Gall. Pon., n. 6)
CAV. UFF. FORTUNATO UGLIENGO / CAVALIERE DEL LAVORO / NATO A BIOGLIO IL 17 LUGLIO
1856. MORTO A VIVERONE IL 6 NOVEMBRE 1941 / DA MODESTA CONDIZIONE ASCESO A CELEBRATA FAMA / CON LE ARDITE INTRAPRESE INDUSTRIALI / QUI RIPOSA SOTTO LO SGUARDO
DELLA VERGINE OROPENSE / DI CUI EBBE SEMPRE SACRO L’AFFETTO E IL CULTO (Ed. fam., Cim.
Boco)
ALLA SANTA MEMORIA / DEL CAV. UGLIENGO GIUSEPPE / VALENTE PROFESSORE DI BELLE LETTERE / NELL’ATENEO TORINESE / D’ANIMO NOBILE E GENTILE. CARISSIMO AI DISCEPOLI / CHE
L’AMAVANO QUAL PADRE / AI PARENTI ERA DELIZIA E CONFORTO / IL DOLORE DELLA MORTE
DEL FRATELLO LUIGI / LO RAPI’ BEN PRESTO ALL’AFFETTO / DELLA FAMIGLIA / CHE INCONSOLABILE NE PIANGE LA PERDITA. / NATO IN VALDENGO IL DI’ 8 FEBBRAIO 1828 / MORTO IN TORINO IL DI’ 4 MARZO 1880 / E QUI SEPOLTO IL 15 LUGLIO STESSO ANNO (Gall. Lev., n. 36)
PACE IN CRISTO ALL’ANIMA / DI UGLIENGO LUIGI / PRODE TENENTE D’ARTIGLIERIA / FREGIATO DELLA MEDAGLIA AL VALOR MILITARE / RAPITO ALL’AFFETTO DELLA CONSORTE / LUCIA
BONORA / E DEI FRATELLI / CHE MESTI SEMPRE RICORDERANNO / LE SUE PRECLARE VIRTU’. /
NATO IN VALDENGO IL DI’ 4 APRILE 1825 / MORTO IN PARMA IL 16 DICEMBRE 1879 / E QUI RIPOSTO IL DI’ 25 LUGLIO 1880 (Gall. Lev., n. 34)
A / LUCIANO VALENTINI / MARESCIALLO NEI CARABINIERI REALI / PRODE CORAGGIOSO EROICO / FU SUA FEDE IL LAVORO / CONFORTO LA FAMIGLIA / MORI’ VITTIMA DEL DOVERE /
LASCIANDO ALLA VEDOVA SCONSOLATA / ED AI FIGLI / L’ESEMPIO D’UNA VITA ONORATA /
EBBE PREMIO DAGLI UOMINI IN TERRA / PREMIO MAGGIORE / AVRA’ DA DIO NEL CIELO.
+ 24 GENNAIO 1894 NELL’ETA’ D’ANNI 41 (Andr, Lev., n. 67).
A PERENNE MEMORIA / DI CATERINA VALLE VED. VERGNASCO / NATA IN CANDELO ADDI’ 21
APRILE 1844 / DECEDUTA IN GATTINARA ADDI’ 22 FEBBRAIO 1920 – TRASPORTATA AD OROPA
ADDI’ 26 FEBBRAIO 1920 / DONNA DI VIRTU’ ELETTE DEVOTA A DIO E ALLA MADONNA / EBBE
AUDACIA PARI ALLA FEDE FENOMENO DI ATTIVITA’ / LA VITA VOTO’ AL SACRIFICIO COME
MEZZO DI LAVORO PER FINE DI CARITA’ / I NIPOTI DESOLATISSIMI SU QUESTO AVELLO PREGANDO / POSERO / PREGATE (Andr. Lev., n. 158)
CLEMENTINA VALLE T.O.F. DA BIELLA / VEDOVA ING. PROF. GIO. CUCCO / MDCCCLX
MCMXXX / UMILISSIMA – PIA – FIGLIA – SORELLA – SPOSA – MADRE / AVA – NEL – SILENZIO –
SUBLIME – NELLE – OPERE / INSONNE – OFFERIVA – AL – SIGNORE - DELL’ – ALTISSIMO / CANTO
– UN – SERTO – IMMORTALE – DI – FIERI – LUTTI / DI – UMANI – DOLORI – IRRORATO – DI - LACRIME – SANTIFICATO / DI - PRECI – AUSPICIO – DI – GAUDIO – ETERNO / M. PERINO (Andr. Pon., n. 46)
(*) Rilevate e trascritte da Mario Coda.
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Sepolture di personaggi di rilievo
– 1 Arnoldi Domenico (1871 – 1947), sacerdote,
storico
2 Arnulfo Giuseppe (1797 – 1867), causidico, deputato al Parlamento, senatore
– 3 Avogadro di Vigliano Augusto (1832 –
1895), generale
4 Bersano Giov. Battista (1813 – 1886), prete
dell’Oratorio
5 Boggio Pietro Angelo (1879 – 1956), canonico rettore di Oropa
6 Boglietti Giovanni (1835 – 1901), letterato
7 Bona Eugenio (1854 – 1913), industriale,
deputato al Parlamento
8 Borello Luigi (1880 – 1946), storico e
araldista
9 Bottinelli Giuseppe (1865 – 1934), scultore
10 Brivio Sforza Antonio (1905 – 1995), corridore automobilistico
– 11 Buisson Paolo (1813 – 1891), magistrato
12 Carpano Ernesto (1887 – 1955), avvocato, deputato al Parlamento
– 13 Castelli Carlo Cesare (1839 – 1916), scrittore
14 Coda Anton Dante (1899 – 1959), economista, consultore nazionale
–15 Corona Lodovico (1836 – 1888), causidico, sindaco di Biella
16 Crosa Costantino (1889 – 1918), capitano
di fanteria, medaglia d’oro al V.M.
–17 Cucco Mario (1896 – 1918), tenente degli
Alpini, medaglia d’argento al V.M.
–18 Dionisio Ignazio (1863 – 1942), otorinologo
19 Gallo Emilio (1870 – 1945), imprenditore
20 Gavosto Tommaso (1816 – 1891), ingegnere
21 Gualino Riccardo (1879 – 1964), imprenditore
22 Guelpa Camillo (1845 – 1922), notaio, sindaco di Biella
23 Guelpa Giuseppe (1821 – 1881), notaio, sindaco di Cossato
24 Guelpa Luigi (1843 – 1911), avvocato,
deputato al Parlamento
25 Losana Gio. Pietro (1793 – 1873), vescovo
di Biella
26 Magri Pietro ( 1873 – 1937), sacerdote,
musicista e compositore
27 Maja Eliseo (1856 – 1939), canonico rettore di
Oropa
–28 Marandono Luigi (1821 – 1897), architetto,
sindaco di Biella
29 Montagnini Carlo (1863 – 1913), arcivescovo di Larissa
30 Negro Camillo (1861 – 1927), neurologo
31 Nomis di Cossilla Mario (1874 – 1946),
senatore del Regno
32 Ottino Giovanni Battista (1869 – 1930), canonico rettore di Oropa
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Pertusi Luigi (1847 – 1916), scrittore
Poma Giulia (1897 – 1989), poetessa
Poma Pio (1877 – 1971), ammiraglio
Pugno Giuseppe (1900 – 1984), docente
di architettura
Rivetti di Valcervo Oreste (1887 – 1962),
capitano d’industria
Rossetti Simone (1859 – 1925), fotografo
Sella Alfonso (1865 – 1907), fisico
Sella Alfonso (1913 – 2001), botanico,
dialettologo
Sella Corradino (1860 – 1933), sindaco di
Biella, deputato al Parlamento
Sella Gaudenzio (1860 – 1934), banchiere
Sella Gioachino (1813 – 1884), prete dell’Oratorio
Sella Giuseppe Venanzio (1823 – 1876),
industriale, fotografo
Sella Massimo (1886 – 1959), biologo,
dialettologo
Sella Maurizio (1784 – 1846), padre di Quintino
Sella Nelson (1895 – 1983), canonico, musicista e compositore
Sella Pietro (1882 – 1971), paleografo
Sella Quintino (1827 -1884), statista e
scienziato
Sella Rosa (1799 – 1881), madre di Quintino
Sella Vittorio (1859 – 1943), esploratore,
fotografo
Serafino Natale (1861 – 1924), vescovo di
Biella
Serralunga Giovanni Battista (1843 –
1915), industriale, deputato al Parlamento
Simonetti Alfonso (1860 – 1907), sacerdote,
professore, consigliere comunale di Biella
Tarino Giuseppe (1811 – 1894), avvocato, sindaco di Biella
Tarino Pietro (1825 – 1899), canonico, docente di teologia e scrittore
Trompeo Pietro Paolo (1824 – 1897),
deputato al Parlamento
Trompetto Mario (1902 – 1991), canonico rettore e storico di Oropa
Trossi Carlo Felice (1908 – 1949), corridore
automobilistico
Vallino Domenico (1842 – 1913), sindaco di
Biella, alpinista, storico
Vellano Giuseppe (1894 -1967), grande mutilato di guerra, medaglia d’argento al V.M.
Corpi religiosi
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Canonici del Capitolo di S. Stefano
Preti collegiali di Oropa
Preti dell’Oratorio di S. Filippo
Figlie di Maria di Oropa
AVVERTENZA
Le sepolture indicate nella planimetria con i numeri in colore rosso, non riguardano tutti i personaggi di
cui sono dati nel testo i cenni biografici, ma soltanto quelli più illustri e alcuni altri, a semplice discrezione dell’autore.
I numeri preceduti dal segno meno (-) si riferiscono a sepolture site nella cripta sotto la cappella centrale o nei cosiddetti Androni.
Per quanto riguarda i personaggi non richiamati nella planimetria, il visitatore potrà comunque trovare
le rispettive sepolture sulla base delle indicazioni date alla fine di ogni cenno biografico (m.c.).