un modello metodologico per la ricerca veloce del
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un modello metodologico per la ricerca veloce del
Settore Tecnico della FIGC Corso per Direttore sportivo 2013-14 Autore: Marco Zunino PROGETTO DI LINGUAGGIO COMUNE: UN MODELLO METODOLOGICO PER LA RICERCA VELOCE DEL “CALCIATORE OBIETTIVO” SU PIATTAFORMA INFORMATICA Relatori: Felice Accame, Paolo Piani Coverciano, 16-12-2013 1 A mia Nonna Maria, che mi ha fatto conoscere il Calcio 2 INDICE 1-PREMESSA, Pag. 4 2-UN METODO, Pag. 7 3-IL CAMPO TATTICO, Pag. 12 4-IL RUOLO TATTICO, Pag. 14 5-L’ATTITUDINE, Pag. 15 6-IL CASO ATTACCANTE, Pag. 18 7-L’ALA, IN ATTACCO NON ESISTE, Pag. 20 8-I CALCI PIAZZATI, Pag. 22 9-LA REGOLA, Pag. 23 10-IL RUOLO DI POSIZIONE GENERICO, Pag. 24 11-IL TOP 11, Pag. 25 12-DIFFERENZIARE, Pag. 26 3 1-PREMESSA Osservatore in Italia, Scout nel mondo, quest’ultimo termine più indicato perché la sua etimologia ci porta alla parola Esploratore: chi, con i resoconti dei suoi viaggi, ha consentito di tracciare i confini e le forme della Terra come la conosciamo. Ogni calciatore, o squadra visionata, deve essere per l’Osservatore, lo Scout appunto, un nuovo pianeta da scoprire e ben delineare nelle sue forme. Viaggiare oggi è più semplice che mai, i mezzi di trasporto tradizionali si sono moltiplicati e in ventiquattro ore puoi fare il giro del mondo, oppure lo si può attraversare più volte al giorno, rimanendo comodamente seduti alla scrivania in ufficio, quando non addirittura seduti in poltrona nel salotto di casa, navigando virtualmente su Internet, l’Oceano degli esploratori moderni. Negli ultimi dieci anni la professione dell’Osservatore ha intrapreso un processo di riconoscimento e modernizzazione accelerato, arrivando a costituire una vera e propria branchia dell’Area Tecnica di una Società o di una Federazione: lo Scouting. Come professione organizzata al massimo livello una novità solo nel calcio, negli Stati Uniti, il Baseball prima, il Basket e il Football americano a ruota, si affidano allo Scouting ormai da quasi un secolo. Lo Scouting, inteso come struttura professionale organizzata, lavora, ma al momento è forse più corretto dire dovrebbe lavorare, con uomini propri, formati e specializzati, e con strumenti tecnologici dedicati. Lo Scouting è funzionale alla figura del Direttore sportivo e al lavoro dell’Allenatore e dei suoi collaboratori; è una risorsa strategica della Società o per la Federazione, necessaria per conoscere e approfondire le caratteristiche dei singoli calciatori, come del gioco delle squadre; utile per produrre documenti dettagliati che possano permettere la tracciabilità della scelta tecnica, leggibile, per esempio attraverso grafici, anche da chi non ha una formazione sportiva, come buona parte della nuova dirigenza del calcio, di estrazione aziendale o finanziaria. Alla Società serve per individuare e scegliere il Calciatore Obiettivo di Mercato, e per analizzare gli avversari in campionato e nelle coppe; per la Federazione è un mezzo per monitorare gli avversari internazionali e il parco calciatori nazionale e quindi per individuare il Calciatore Obiettivo Selezionabile. Un vecchio detto del mondo dell’ippica ammonisce: “Per conoscere i cavalli non bisogna essere stati un cavallo”. Non bisogna essere stati un calciatore per giudicare un calciatore. La professione dell’Osservatore non è una diretta conseguenza delle professioni di Calciatore e Allenatore, come invece è sembrato essere fino ad oggi. E’ una professione diversa, parallela, per la quale, come per quelle di Calciatore e Allenatore, serve una formazione adeguata per poterla svolgere in maniera professionale, con ambizioni professionistiche. Siamo passati in pochi anni dall’appunto a penna sul retro della distinta, alla digitazione diretta in una sofisticata Banca dati on-line, senza però una preparazione preventiva, tutto lasciato all’intrapresa soggettiva. L’innovazione tecnologica del settore non va di pari passo con i contenuti, figli di una attività improvvisata, approssimativa, di matrice dilettantistica. Ancora oggi l’Osservatore nel calcio si considera come una figura di secondo piano, non specializzata, riservata agli ex calciatori che attendono di diventare allenatori o direttori sportivi; ai direttori sportivi che vedono nell’attività di Scouting la possibilità di salire di categoria, aspettando l’opportunità di continuare la carriera da Direttore; agli allenatori ormai “fuori dal giro”, se non ritirati dall’attività agonistica, in pensione, o in attesa di essa; spesso l’Osservatore è semplicemente un amico, un ex compagno di squadra, un ex giocatore, da impegnare occasionalmente, in 4 cambio dell’accredito alla partita, perché abita nella città giusta, nella regione giusta. Insomma, un’attività di ripiego, e questo approccio non ha permesso di sviluppare negli anni una professionalità dovuta ad un settore del calcio così delicato e strategico, sul piano tecnico ed economico. Paradossalmente però è il campo dove si registra la maggiore incidenza della tecnologia e di conseguenza, almeno nel professionismo, al classico addetto ai lavori di provenienza agonistica hanno cominciato ad affiancarsi figure professionali che non arrivano dal calcio giocato. Io ne sono un esempio: dal giornalismo sportivo sono approdato allo Scouting. Questo sta comportando un cambiamento nella comunicazione, ma per il momento manca un linguaggio comune e la didattica mirata. E’ necessario fondere al più presto le due anime che si stanno confrontando nel calcio di oggi e trovano proprio nell’Area Scouting il terreno più fertile di incontro/scontro: chi arriva dal calcio giocato e chi proviene dal mondo del lavoro e/o delle professioni. Visionare un calciatore è una tecnica, e quindi la si può insegnare e imparare, naturalmente è necessaria una predisposizione naturale, come per tutte le attività. Di certo non basta più sapere individuare, solo, il talento del calciatore; adesso è necessario saperlo anche trasmettere nella maniera più appropriata: con i mezzi e i codici più efficaci. Un processo già avvenuto nel Giornalismo, nella prima metà del Novecento, quando gli appunti veloci, o le telefonate, dei giornalisti meno bravi con la penna in mano, ma efficienti “sul campo”, e quindi sguinzagliati in città, negli ospedali e nelle questure, venivano riscritti “in bella copia” dai cosiddetti estensori, seduti ad attendere in redazione: giovanotti freschi di laurea, al contrario del “cronista da strada”, tutti o quasi con velleità letterarie, e durante una di queste attese è nato uno dei capolavori del Romanzo italiano: Il Deserto dei Tartari, una storia che simboleggiava l’attesa di un domani sconosciuto dell’annoiato estensore, nell’occasione Dino Buzzati, alla ricerca della grande occasione della vita nella redazione del Corriere della Sera, in via Solferino, a Milano. Nella seconda metà del Novecento sono nate le Scuole di Giornalismo e la figura dell’estensore è scomparsa, perché il giornalista formato era in grado di procacciarsi la notizia e di scriverla nella maniera più veloce e corretta. Formazione, per ottenere una completa competenza: un emiro, un petroliere, un finanziere, diciamo i nuovi padroni del calcio di vertice, difficilmente possono capire il valore di una Diagonale fatta bene o di una Transizione fatta male, capiscono molto bene invece il valore dei numeri. L’Osservatore formato e preparato professionalmente, deve essere in grado di trasformare la sua valutazione tecnica in un valore codificato, e trasmetterlo con i mezzi di comunicazione di ultima generazione. Purtroppo, dalla Serie A alla Lega Pro 2, sono ancora molte le Società professionistiche che si avvalgono di osservatori (non sarebbe giusto definirli tali) casuali, quindi sprovvisti di una tecnica e di un metodo di lavoro, persone di tutte le età, più o meno volenterose, che presentano relazioni scritte a penna e non sono rare le relazioni riportate a voce, con indicazioni tecnico tattiche del tutto personalizzate. L’importante “E’ capirsi” dicono nell’ambiente. Fra amici. Nel professionismo non basta, il professionismo pretende, dovrebbe pretendere, la tracciabilità della scelta tecnica in quanto documentazione che accompagna un investimento della Società, destinato ad apparire regolarmente sul Conto Economico. Con l’abbattimento delle frontiere comunitarie in Europa e l’adeguamento delle risorse video che oggi fornisce il mercato, il parco giocatori, disponibile e monitorabile, è diventato praticamente illimitato, e quindi la tecnica di informazione degli osservatori deve essere sempre più specializzata, più veloce, e quindi sempre più professionale. Non è importante scrivere una o dieci pagine per descrivere un calciatore, 5 l’importante è sapere cosa scrivere e riuscire a rendere l’effetto di una fotografia, ancora meglio, di un video. Bisogna fare “vedere” il Calciatore Obiettivo. E quando abbiamo la competenza ci servirà un Metodo. E’ quello che ho ricercato (e sto ricercando) nei ventinove anni della mia attività professionale. Quando nel 1984 mi sono avvicinato al giornalismo sportivo, con indirizzo al calcio internazionale, mi serviva una tecnica che mi permettesse di concentrare tutto quello che definisce un calciatore: a cominciare dalla posizione in campo e dal suo ruolo, intuendone l’attitudine, per poi aggiungere il piede naturale e specifiche note fisiche e cognitive facilmente riscontrabili dalla visione, sul campo o in video, del calciatore, e quindi la qualità dei suoi fondamentali. L’Osservatore usa gli occhi non fa visite mediche. Ricordiamoci che l’obiettivo finale del lavoro dell’Osservatore moderno è permettere al Presidente, al Direttore generale, al Direttore sportivo e all’Allenatore una Ricerca Veloce su una piattaforma informatica predefinita di quello che serve alla squadra. Questo potrà avvenire in pochi minuti e nella maniera più efficace possibile se i dati riportati saranno stati correttamente codificati e ordinati. Grazie ad un Metodo espresso attraverso uno specifico ordine di codici, un Osservatore formato potrà essere in grado di trasmettere le informazioni normalmente contenute in una o più pagine, in trenta o più righe di testo, in una sola, breve, riga digitata sul programma Excel (quindi gestibile all’infinito, grazie ai Filtri, da chi andrà a leggere e ricercare), il Foglio di Calcolo più diffuso sul mercato, facilitando e velocizzando di conseguenza il lavoro di scrematura che poi verrà svolto dal Direttore sportivo, dall’Allenatore e dal suo Staff, attori dell’Area Tecnica nella norma con poco tempo a disposizione. Peraltro, imporre la lettura di decine di pagine indurrebbe in facili errori e confusione. L’Area Scouting serve, dovrebbe servire, a semplificare la trasmissione dei dati a chi ha il potere decisionale in Società o in Federazione. L’Osservatore è l’equivalente di un centrocampista completo: intercetta e conquista le informazioni, imposta la relazione e rifinisce i dati con la massima precisione e velocità di esecuzione, per mettere il Direttore sportivo e/o l’Allenatore, la Società o la Federazione, nella migliore condizione di raggiungere il Goal, l’obiettivo finale aziendale. 6 2-UN METODO Il Metodo di analisi, rilevazione dati, archiviazione e ricerca veloce che propongo in queste pagine si può riassumere con quello che ho definito: il Ruolo Tattico. E’ il frutto maturo del mio lavoro nel calcio dal 1984 ad oggi. Nel mentre ho lasciato il giornalismo sportivo per abbracciare a tempo pieno il ruolo di Coordinatore dello Scouting della SSC Napoli. Questa è la mia quinta stagione a Napoli, dove sono stato voluto dal Direttore sportivo Riccardo Bigon nell’ottobre 2009 (stagione 2009-10), con il preciso compito di coordinare e sviluppare la nascita dell’Area Scouting nella sede sportiva di Castel Volturno. Un’ operazione analoga, ma a Napoli sviluppata in ambito professionistico, a quella che avevo affrontato per la prima volta nel 1988, nella Repubblica di San Marino, chiamato dal Presidente della Federcalcio sammarinese Giorgio Crescentini: allora la piccola Repubblica situata in Romagna si apprestava ad esordire ufficialmente con la Nazionale A e la Nazionale Under 21, partecipando alle qualificazioni di categoria per il Mondiale e l’Europeo. Serviva conoscere gli avversari internazionali e si affidarono alla mia Banca dati e alla rete di osservatori/colleghi che in veste di giornalista di calcio internazionale del settimanale Guerin Sportivo avevo cominciato a costruire in tutto il mondo. Si trasformò in una stimolante attività di Scouting durata per vent’anni all’ombra del Monte Titano. In contemporanea, dal 1989 al 1991, gestivo la Banca dati sul calcio della ex Unione Sovietica che avevo creato a Milano per la Sport Trade di Franco Dal Cin, ex Direttore sportivo di Udinese e Inter. Raccogliere informazioni, trasformarle, per poi trasmetterle nella maniera più leggibile ma assolutamente professionale, questo è stato da subito il mio obiettivo principale da raggiungere. Facendo questo ho sviluppato un preciso Modello Metodologico che negli anni ho perfezionato giorno dopo giorno, basato prevalentemente sulla differenziazione dei ruoli dei calciatori, a seconda della posizione tenuta sul campo, dell’attitudine del calciatore e del modulo adottato dalla squadra. Così il ruolo diventa un concentrato di informazioni, un autentico micro cip alfabetico, ma devo ricordare che era nato come un metodo alfanumerico. Negli anni Ottanta c’era ancora la numerazione fissa. I numeri da 1 a 11 indicavano le posizioni e i ruoli in campo. Ai numeri abbinavo il ruolo indicandolo con le lettere che rappresentano il Ruolo Generico: P, Portiere; D, Difensore; C, Centrocampista; A, Attaccante. Di conseguenza P1 era il Portiere, D2 il Terzino Destro, C8 il Centrocampista Centrale, A9 ovviamente il Centravanti, e così via. In Italia. La numerazione si dimostrò infatti poco funzionale, perché troppo varia se rapportata al mondo: nell’Europa dell’Est il numero 3 era un Difensore Centrale e il numero 4 un Terzino Sinistro; il numero 5 nell’Europa dell’Est, come in Sud America lo è ancora, era il Centrocampista Centrale, in Germania era il Libero; il numero 6 un Centrocampista in tutto il mondo, ma era il Libero in Italia; e in Inghilterra il numero 8 e il numero 10 risultavano ancora le due punte centrali come nel vecchio modulo MM. Undici numeri inoltre, seppure preceduti da lettere diverse (C7 era un Centrocampista, A7 un Attaccante), erano pochi per specificare le differenze tattiche fra un’Ala e una Seconda Punta (tutti e due A11), fra un Centrocampista Interno come la classica Mezzala Sinistra e un Centrocampista Trequartista (tutti e due C10); troppo pochi undici numeri per le tante posizioni richieste dai vari moduli che anno dopo anno si sono venuti a manifestare, di conseguenza ho abbandonato in fretta la soluzione alfanumerica, salvo usarla 7 ancora oggi solo per note veloci del momento, ma il risultato finale è quello che si ottiene con il Ruolo di Posizione Generico che vedremo più avanti. Note troppo incomplete per una ricerca professionale. Al contrario il Ruolo Tattico può essere scritto frettolosamente su un tovagliolo al Bar, oppure digitato minuziosamente sulla tastiera dell’ultimo modello di Tablet, e il risultato non cambia. Le formazioni schierate delle squadre visionate possono essere scritte disordinatamente, anche su tanti fogli di carta diversi, ma avremo sempre la certezza che nulla sarà stato perso, anzi: riportando i ruoli tradizionali previsti per i diversi moduli, sarà direttamente il Ruolo Tattico a ricordarci il Modulo adottato dalle due squadre rilevate: un Difensore Esterno Destro e un Difensore Esterno Sinistro, un Difensore Centrale Destro e un Difensore Centrale Sinistro non possono che formare una Difesa a 4, basterebbe trovare appuntato solo Difensore Centrale Destro, o Sinistro, per potere escludere che la squadra osservata giocasse con la Difesa a 3, essendo completamente diversi i ruoli dei due assetti. Come la presenza di due centrocampisti interni, più ancora due centrocampisti laterali, dovrebbe escludere la possibilità di un Centrocampo in linea, oppure l’Allenatore interpreta il Modulo. Quante notizie si possono trovare in due parole. Anche nel Corso per Direttore sportivo ho riscontrato difficoltà nell’individuare la figura dell’Osservatore. Per la maggior parte degli addetti ai lavori l’Osservatore è colui che va ad osservare la squadra avversaria, incarico che difficilmente nelle Società viene ricoperto da un componente dell’Area Scouting, ma dipende direttamente dall’Allenatore e quindi fa parte del suo Staff. Quasi sempre è a sua volta Allenatore, e i corsi per Allenatore sono la formazione più adeguata per eseguire questo compito. Visionare le squadre avversarie richiede una preparazione specialistica: in questo caso non esiste il Calciatore Obiettivo, ma l’obiettivo è la prestazione della Squadra avversaria, valutata solo per la partita che si andrà a giocare contro di loro, in uno spazio temporale ristretto a non oltre due settimane. Anche l’Osservatore degli avversari riporta le caratteristiche dei calciatori, ma le note sono orientate sempre al gioco della squadra, ad un contesto specifico. Cambiano completamente le tecniche e le competenze di rilevazione. Il Ruolo Tattico, comunque, si rivela una spia preziosa anche applicato alla Squadre Avversaria: delinea immediatamente la filosofia offensiva, difensiva o di palleggio del suo Allenatore. A Napoli, con Bigon, ho avuto la possibilità di studiare in maniera approfondita e di sviluppare questo Metodo basato sul Ruolo Tattico. Il primo tentativo per farlo diventare una metodologia di una Società professionistica italiana lo avevo fatto nella stagione 2006-07 alla Juventus, con l’allora Responsabile dello Scouting Pasquale Sensibile, personalmente molto interessato a creare una nuova mappa per lo Scouting bianconero basata su nuovi codici di linguaggio, ma l’esperienza si esaurì nell’arco di una stagione. A Napoli sono riuscito a farla diventare una metodologia testata al massimo livello, e questa ricerca basata sui ruoli adesso viene sfruttata dalla SSC Napoli in tre modi: il primo modo si è sviluppato attraverso la Banca dati della Società creata ex novo nel 2010, con la collaborazione dei miei colleghi Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani, la scelta di una serie di ruoli prefissati ha permesso la creazione di un’interfaccia che ricrea il campo di gioco e a seconda dei ruoli prescelti va a configurare sul video del computer il modulo adottato dalla squadra, un’operazione che si può fare in tempo reale, seduti in tribuna durante la partita, digitando sulla tastiera del portatile, e con i nomi dei calciatori sul campo appare il ruolo specifico del calciatore in quel modulo. Automaticamente il ruolo viene registrato anche nella scheda anagrafica di ogni singolo calciatore presente nella Banca dati, per consentire, in un secondo momento, la ricerca mirata per Ruolo, ma con l’inserimento del Ruolo Tattico quella che nella norma è un’azione ordinaria diventa un’azione strategica. 8 Il secondo modo riguarda il mio lavoro di Fact Checking, il controllo delle informazioni sui calciatori segnalati quotidianamente al Direttore Bigon, per una media di 3-5 calciatori segnalati ogni giorno dell’anno (circa 1.500 calciatori segnalati in un anno solare), informazioni che richiedono una risposta immediata, via Sms , e trattandosi di messaggi brevi indicare la sintesi di un ruolo con un acronimo diventa più semplice che generalizzare in Terzino o Mezzala: abbiamo digitato sette lettere e ancora non sappiamo se sono calciatori offensivi o difensivi, oppure se la mezzala ha caratteristiche di regia, e cosa intendiamo per mezzala? Un Centrocampista Centrale, Interno o Laterale? Con sole tre lettere il Ruolo Tattico permette di definire nella maniera più completa possibile un calciatore: CCR, Centrocampista Centrale di Regia, diverso, per posizione e modulo, dal CCDRD, Centrocampista Centrale Destro di Regia e Difesa. Il Ruolo Tattico ci segnala indirettamente anche il modulo più adatto: il CCR è previsto nel centrocampo a 3, a Rombo e a 5, mentre il CCDRD è un centrocampista centrale adatto per un centrocampo in linea, a 2 o a 4. Scrivendo Play usiamo solo quattro lettere, ma anche in questo caso il ruolo risulta molto generico: è un Play basso o alto? Un regista puro o un tattico? Oppure è un interditore piazzato a schermo della difesa? La stagione scorsa c’era molta differenza fra il CCR della Juventus, Centrocampista Centrale di Regia, Pirlo, regista puro, e il CCD del Napoli, Centrocampista Centrale Difensivo, Behrami, interditore puro: avversari diretti in cima alla classifica della Serie A e colleghi di posizione davanti alla difesa, nel Centrocampo Difensivo, nel medesimo Modulo, ma così diversi! Fra di loro il CCDR della Roma, Centrocampista Centrale di Difesa e Regia, De Rossi. Tutti Play bassi, ma differenti nell’interpretazione. Il Ruolo Tattico lo evidenzia senza possibilità di inganno. Applicando maggiore attenzione al singolo, con sei lettere si può approfondire ogni aspetto tattico di un calciatore, mettendo in ordine tutte le sue attitudini: CIDARD, Centrocampista Interno Destro di Attacco, Regia e Difesa, ovvero quello che si direbbe una mezzala completa, o come hanno spiegato al Corso i Mister Maurizio Viscidi e Arrigo Sacchi, un calciatore Tuttocampo e Tuttotempo. Il terzo modo nel quale il Ruolo Tattico viene sfruttato dalla SSC Napoli è il fulcro della mia attività di formazione: da due stagioni il Direttore sportivo Bigon mi ha affidato anche il coordinamento dello Scouting del Settore Giovanile e la formazione degli osservatori. L’applicazione sistematica del Ruolo Tattico, previo adeguata preparazione dell’Osservatore, a cominciare dal Responsabile dello Scouting del Settore, Luigi Caffarelli, compagno di squadra di Maradona nel Napoli campione d’Italia, già vice di Reja sulla panchina del Napoli in Serie C, ex allenatore e Responsabile Tecnico del Settore Giovanile azzurro, ha permesso la creazione di un prezioso Database mirato alla raccolta di tutte le caratteristiche dettagliate dei calciatori campani di interesse per il Napoli, con particolare attenzione ai campionati nazionali, dai Giovanissimi agli Allievi Nazionali, passando per la Berretti. Ecco un caso di collaborazione costruttiva e fusione dei due mondi a confronto nell’Area Scouting: chi viene dal calcio giocato e chi dalle professioni. Applicare sistematicamente il Ruolo Tattico nella visione delle partite, dalla Categoria Giovanissimi fino alla squadra Primavera, le leve dove le attitudini cominciano a delinearsi e a fissarsi, hanno portato alla Banca dati del Napoli un numero di informazioni esclusive e di alta qualità perché introvabili altrimenti (non esistono video). Il segreto è riportare, sempre, i dati di tutti i calciatori che abbiamo visto giocare. Un Metodo che può essere applicato per la Banca dati di una Società che opera sul calciomercato, non importa a quale livello (i moduli, i ruoli e l’attitudine esistono anche sui campi della Terza Categoria), come per una Federazione che deve monitorare e registrare le caratteristiche del parco calciatori nazionale. 9 Se viene applicato per lo studio degli avversari, il Ruolo Tattico permetterà di individuare in tempo reale la filosofia tattica delle squadre e quindi dei loro allenatori. Quali squadre sono più difensive, quali più offensive, quali squadre prediligono giocatori di corsa e quali squadre calciatori di palleggio. Applicare il Ruolo Tattico come principio base del rilevamento dati, garantisce, con il minimo sforzo economico, di avere a disposizione sempre tutte le informazioni necessarie per effettuare una precisa scelta nell’ordine del modulo da adottare per la nostra squadra, dell’allenatore da scegliere in base alla composizione della nostra rosa, oppure del tipo di Calciatore Obiettivo da ricercare per completare i nostri ranghi o per soddisfare le richieste del nuovo allenatore. Passare dalla Difesa a 3 alla Difesa a 4, dal Centrocampo a Rombo al Centrocampo in linea, da un Attacco a 2 ad un Attacco a 3, o viceversa, con il rilevamento sistematico del Ruolo Tattico non si assisterà mai ad uno stravolgimento del lavoro dello Scouting. Al contrario, si esalterà lo scopo dello Scouting, un Ufficio destinato a proporre soluzioni, a creare alternative. Fra gli effetti positivi del Ruolo Tattico c’è proprio quello di consentire agevoli cambi di rotta nelle strategie societarie e/o federali. Lo scorso mese di Maggio, a Napoli, abbiamo dovuto cambiare i nostri obiettivi di mercato nell’arco di pochi giorni, direi ore, passando da un modulo 1-3-5-2 ad un modulo 1-4-2-3-1 con l’addio di Mazzarri e l’arrivo a sorpresa di Benitez in panchina. Due allenatori diversi e due moduli poco compatibili. Erano tre stagioni che lavoravamo per costruire e rinforzare la Difesa a 3 e il Centrocampo a 5, privilegiando il fisico e l’Attitudine difensiva alla tecnica e all’Attitudine offensiva, ma l’inserimento dati aveva continuato a registrare tutti i calciatori da noi visionati e non solo gli obiettivi, soprattutto, i calciatori erano stati sempre inseriti tenendo conto del Ruolo Tattico e quindi della loro posizione e delle loro attitudini. In questo modo sono bastate poche ore di lavoro per approntare una lista di calciatori visionati dalla SSC Napoli da portare all’attenzione del nuovo allenatore, adatti per giocare l’1-4-2-3-1 e capaci di soddisfare le esigenze tattiche della nuova gestione. L’applicazione del Ruolo Tattico ha reso possibile anche la lettura approfondita delle formazioni mandate in campo da Benitez, e quindi delle sue scelte tecnico-tattiche, da quando allena nella massima serie: il tecnico castigliano è stato analizzato dai tempi della sua prima stagione al Valencia fino alla finale di Europa League vinta alla guida del Chelsea contro il Benfica, nell’ultima stagione, passando per Liverpool e Inter. Una visione dettagliata di tutti i calciatori impiegati che ha permesso al Direttore Bigon una consapevole valutazione del tecnico e delle eventuali priorità che si sarebbero dovute andare a cercare in sede di calciomercato e di conseguenza ha permesso una precisa e trasparente informazione al Presidente Aurelio De Laurentiis. “Fast and Pocket”, veloce e tascabile, il Ruolo Tattico è un metodo che punta alla massima efficacia nella maniera più semplice, è riproducibile sul proprio portatile come sul telefono cellulare di ultima generazione, quindi sempre a portata di mano come si conviene per un Metodo moderno di ricerca informatica. Per un uso personale può bastare il programma Excel di Office, più intuitivo e pratico dell’ortodosso Access, sarà come avere il block notes degli appunti in tasca, però appunti ordinati e in grado di provvedere ad una ricerca digitale immediata. Il risultato finale è una lettura particolareggiata delle caratteristiche di un calciatore, sintetizzate mantenendo la massima qualità. Dovrebbe corrispondere alla somma delle informazioni basiche contenute in tutte le relazioni sul calciatore in questione conservate nel Server di una Banca dati tradizionale. Non è una ricetta segreta: i ruoli dei calciatori, il campo di gioco e le sue zone, sono sotto gli occhi di tutti. E’ un Metodo. 10 Farne il soggetto di questa Tesi, in una sede istituzionale quale il Centro Tecnico di Coverciano, mi permette di continuare a perseguire il mio prossimo obiettivo professionale: il raggiungimento di un linguaggio comune, quindi della condivisione di quello che per adesso sono codici e segni, come ci ha insegnato il Professore Felice Accame nelle sue lezioni di Comunicazione. Arrivare a definire un vero e proprio linguaggio professionale per lo Scouting è una meta ambiziosa quanto necessaria per continuare verso l’evoluzione e lo sviluppo di quella che oggi si presenta come l’attività dell’Area Tecnica più innovativa e aperta alle figure specializzate che non provengono dal calcio giocato. Nuovi punti di vista e nuovi mezzi per un nuovo calcio. Un primo contributo intanto è arrivato dal calcio giocato, grazie alla pazienza e alla passione del Presidente degli Allenatori, Renzo Ulivieri, il quale la scorsa primavera, dopo alcuni incontri ha contribuito con un paio di preziose correzioni a migliorare la lista dei ruoli (definizione del Difensore Laterale e ideazione del Centrocampista Laterale), accettando infine la sostanza e l’impostazione del Metodo, fino a farlo insegnare all’ultimo Corso per Allenatori di Seconda Uefa A. 11 3-IL CAMPO TATTICO L’ingranaggio che porta al Ruolo Tattico è messo in moto da quello che ho battezzato come: il Campo Tattico (Vedi Fig. 1 ). Il Campo Tattico è la fonte del Ruolo di Posizione, la radice del Ruolo Tattico. Il campo di gioco è sempre da valutare in senso dinamico, quindi verticale, per esprimere in grafica un senso di movimento ho ideato il Campo Tattico, immaginandolo tracciato da corsie, alcune di esse invisibili all’occhio umano. Queste corsie sono cinque, da destra a sinistra: la Fascia Destra, il Corridoio Interno Destro, l’Asse Centrale, Il Corridoio Interno Sinistro e la Fascia Sinistra. Naturalmente abbiamo tre linee orizzontali che ci riportano alle origini del Calcio con il Rugby, le quali costituiscono la matrice del Ruolo Generico, traccia primordiale della Piramide, il primo Modulo del calcio organizzato con i ruoli, nato alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento. Queste linee in alcuni casi sono visibili o chiaramente delimitate: la Seconda Linea in particolare è quella che attraversa il cerchio del Centrocampo; la Prima Linea, inequivocabile la semantica bellica, ci porta all’Attacco; la Terza Linea è la Difesa e come nel caso della Prima Linea, attraversa il campo, da fascia a fascia, appoggiandosi sul vertice della “luna” dell’Area di Rigore e in Italia, solo in Italia, ha dato il nome al ruolo del Terzino. Nette, segnate come da regolamento di bianco, le linee che formano le due Fasce, le due Aree di Rigore e il Centrocampo. Invisibili invece le linee che formano il Corridoio Interno Destro, L’Asse Centrale, Il Corridoio Interno Sinistro, il Centrocampo Difensivo e la Trequarti campo, eppure sono zone assolutamente necessarie da individuare perché cardini per quanto riguarda la definizione dei ruoli di centrocampo. Zone fondamentali per ottenere una giusta differenziazione dei ruoli e delle posizioni. Necessarie per capire che ci sono sette tipi di centrocampisti comunemente detti centrali, quindi esclusi i centrocampisti esterni i quali hanno come chiaro riferimento le rispettive fasce, e tre tipi di centrocampisti trequartisti, esclusi gli esterni che hanno come riferimento le fasce. L’Asse Centrale del campo definisce il vero, l’unico, Centrocampista Centrale del calcio, che può essere Centrale (CC), Destro (CCD) e Sinistro (CCS), ma nel caso del Centrocampista Centrale puro la sua posizione non sarà all’altezza del cerchio del Centrocampo ma nella zona davanti alla propria Area di Rigore e quindi nel Centrocampo Difensivo, ma per favore non chiamiamolo più Metodista! Un ruolo scomparso nella prima metà del Novecento che definiva un calciatore alto e possente come un difensore centrale, in grado di marcare a uomo e di impostare con un potente lancio lungo, non per caso poi definitivamente arretrato al centro della difesa come Difensore, un profilo decisamente opposto a quello di un Pirlo, di un Pizarro, di un Lodi. Non è la posizione che definisce le caratteristiche di un calciatore ma l’Attitudine. Sempre sull’Asse Centrale, ma dalla Trequarti campo, parte l’azione del Centrocampista Trequartista Centrale, ruolo che riscontriamo abitualmente nel Rombo e/o Diamante. I due corridoi interni, destro e sinistro, definiscono il Centrocampista Interno (CI), in gergo mezzala, ideale per il Centrocampo a 3, a 5, 1-4 e Rombo/Diamante, ma potrebbe anche affiancare il Centrocampista Centrale Destro o Sinistro in un Centrocampo in linea per dare più profondità alla manovra, e quando il Centrocampista Interno è particolarmente attratto dall’ampiezza del campo può essere un Centrocampista Laterale, un interno duttile adatto per il Rombo in particolare. Nel centrocampo 2-2 tipico del calcio sudamericano, i due calciatori che partono dalla Trequarti non lo faranno centralmente, ma spostati a destra e a sinistra, a galleggiare fra la fascia, l’interno e l’asse centrale, diventando il Centrocampista Trequartista Destro e il Centrocampista Trequartista Sinistro, posizioni riscontrabili anche in un attacco 2-1. Parliamo ancora di ruoli di posizione, l’Attitudine indicherà il Ruolo Tattico e il 12 Centrocampista Trequartista può diventare Attaccante Trequartista. Quando si passa dal Centrocampo all’Attacco si usa dire: Giocare fra le linee, invece si gioca semplicemente sulla Trequarti. Il Campo Tattico mette in luce tutte le zone e le linee che possono destinare un ruolo al calciatore e già indicarne l’attitudine dello stesso. Una mappa del campo di gioco disegnata per analizzare il Calciatore Obiettivo ad occhio nudo nella maniera più dettagliata possibile, attraverso una elementare Analisi Quantitativa dei suoi movimenti. La definizione del Ruolo, prendendo come riferimento le posizioni sul campo, rende i ruoli universali e facilmente traducibili, soprattutto in inglese, la lingua internazionale per gli addetti ai lavori, caratteristica fondamentale nel calcio moderno dove il flusso delle informazioni è continuo e necessario, vista la presenza sempre più regolare di calciatori, allenatori, e adesso anche di dirigenti stranieri nei diversi campionati nazionali. 13 4-IL RUOLO TATTICO Il Ruolo è il soggetto più comune di ricerca del Calciatore Obiettivo, ma il risultato finale può essere molto diverso, a seconda di come il Ruolo è stato inserito e codificato. Immaginiamo di salire sulla nostra auto e di programmare il nostro navigatore per raggiungere il Centro Tecnico di Coverciano: se inseriamo la C di Centrocampista, il navigatore ci porterà in Toscana; se inseriamo CC come Centrocampista Centrale, il navigatore ci farà arrivare a Firenze; volendo essere più precisi digitiamo CCS, Centrocampista Centrale Sinistro, e arriveremo nel quartiere di Coverciano. A questo punto raffiniamo la ricerca nel particolare e digitiamo CCSR, in pratica indichiamo l’indirizzo di dove vogliamo arrivare: Centrocampista Centrale Sinistro di Regia, e ci troveremo davanti alla sbarra del Centro Tecnico. Questa è la funzione primaria del Ruolo Tattico: portare chi effettua la Ricerca Veloce e chi è interessato a raggiungere uno specifico obiettivo, dritti alla meta. Il Ruolo Tattico di un calciatore è il risultato della seguente formula: Ruolo Generico, Centrocampista, più Ruolo di Posizione, Centrocampista Centrale Sinistro, più l’Attitudine del calciatore, di Regia, risultato: CCSR. RUOLO GENERICO + RUOLO DI POSIZIONE + ATTITUDINE = RUOLO TATTICO I RUOLI GENERICI P D C A PORTIERE DIFENSORE CENTROCAMPISTA ATTACCANTE I RUOLI DI POSIZIONE della Difesa, sempre espressi da destra a sinistra: P DED DLD DCD DC DCS DLS DES PORTIERE DIFENSORE ESTERNO DESTRO DIFENSORE LATERALE DESTRO DIFENSORE CENTRALE DESTRO DIFENSORE CENTRALE DIFENSORE CENTRALE SINISTRO DIFENSORE LATERALE SINISTRO DIFENSORE ESTERNO SINISTRO Tutti i moduli di gioco Difesa a 4 in linea e a 5 Difesa a 3 e a 5 Difesa a 4 in linea Difesa a 3 e a 5 Difesa a 4 in linea Difesa a 3 e a 5 Difesa a 4 e a 5 I RUOLI DI POSIZIONE del Centrocampo Difensivo CC CENTROCAMPISTA CENTRALE Centrocampo a 3 a Rombo/Diamante a 5 e 1-4 I RUOLI DI POSIZIONE del Centrocampo: CED CLD CID CCD CENTROCAMPISTA ESTERNO DESTRO CENTROCAMPISTA LATERALE DESTRO CENTROCAMPISTA INTERNO DESTRO CENTROCAMPISTA CENTRALE DESTRO Centrocampo a 4 in linea e a 5 Centrocampo a Rombo/Diamante e a 3 Centrocampo a 3 a Rombo/Diamante a 5 e a 1-4 Centrocampo a 4 e a 2 in linea 14 CCS CIS CLS CES CENTROCAMPISTA CENTRALE SINISTRO CENTROCAMPISTA INTERNO SINISTRO CENTROCAMPISTA LATERALE SINISTRO CENTROCAMPISTA ESTERNO SINISTRO Centrocampo a 4 e a 2 in linea Centrocampo a 3 a Rombo/Diamante a 5 e a 1-4 Centrocampo a Rombo/Diamante e a 3 Centrocampo a 4 in linea e a 5 I RUOLI DI POSIZIONE della Trequarti: CTED CTD CTC CTS CTES ATED ATD ATC ATS ATES CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA ESTERNO DESTRO CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA DESTRO CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA CENTRALE CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA SINISTRO CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA ESTERNO SINISTRO ATTACCANTE TREQUARTISTA ESTERNO DESTRO ATTACCANTE TREQUARTISTA DESTRO ATTACCANTE TREQUARTISTA CENTRALE ATTACCANTE TREQUARTISTA SINISTRO ATTACCANTE TREQUARTISTA ESTERNO SINISTRO Centrocampo a 4 e 2-3 Centrocampo 2-2 e 3-2 e 1-4 Centrocampo a Rombo/Diamante Centrocampo 2-2 e 3-2 e 1-4 Centrocampo a 4 e 2-3 Attacco 3-1 e a 4 Attacco 2-1 e a 4 Attacco 1-1 Attacco 2-1 e a 4 Attacco 3-1 e a 4 I RUOLI DI POSIZIONE dell’Attacco: AED ALD ACD AC ACS ALS AES ATTACCANTE ESTERNO DESTRO ATTACCANTE LATERALE DESTRO ATTACCANTE CENTRALE DESTRO ATTACCANTE CENTRALE ATTACCANTE CENTRALE SINISTRO ATTACCANTE LATERALE SINISTRO ATTACCANTE ESTERNO SINISTRO Attacco a 3 Attacco a 2 e a 4 Attacco a 2 in linea e a 4 Attacco a 1 a 1-1 a 2 a 2 in linea a 3 e a 4 Attacco a 2 in linea e a 4 Attacco a 2 e a 4 Attacco a 3 5-L’ATTITUDINE Le attitudini che si possono individuare in un calciatore sono tre e sono riferite alle Fasi di Gioco che per il lavoro dell’Osservatore devono essere meglio distinte dalle due fasi precostituite, la Fase Offensiva e la Fase Difensiva, troppo sommarie per una corretta codifica dei dati da raccogliere. Per il lavoro al quale è chiamato l’Osservatore che deve andare ad individuare il Calciatore Obiettivo diventa fondamentale focalizzare tutte le caratteristiche che differenziano l’Attitudine. Tenendo in considerazione la squadra in possesso palla al fischio di inizio partiremo dalla costruzione del gioco e dalla sua elaborazione, Portiere compreso, non oltre il cerchio di Centrocampo, una Fase che abbiamo indicato come Fase di Regia, denominazione di efficace traduzione in inglese al contrario di Costruzione. Tutte le azioni che caratterizzano la Fase di Regia serviranno ad indicare, appunto, l’Attitudine alla Regia (R), individuabile in un zona di campo che si estende dalla nostra Area di Rigore fino al vertice del Centrocampo nella metà campo avversaria. Tutte le azioni che si sviluppano oltre il cerchio di Centrocampo, nella zona che va dalla Trequarti alla linea di fondo dell’Area di Rigore avversaria, sono da codificarsi come Fase Offensiva, matrice dell’Attitudine all’ Attacco (A), comprendente l’inserimento, con e senza palla, oltre la metà campo, quindi la Transizione Positiva, le varie rifiniture (cross, assist ecc.) e le varie finalizzazioni (di testa, in area, da fuori area, ecc.). 15 Dalla Fase Difensiva, che va dal pressing alto effettuato dall’Attaccante sul portiere avversario all’intercettamento del Centrocampista, dalla classica marcatura del Difensore fino alla parata del nostro Portiere, passando per la Transizione Negativa, deriva, ovviamente, l’Attitudine alla Difesa (D). Per quanto riguarda l’Attitudine all’ Attacco (A) degli attaccanti, si suggerisce di scomporre la Fase Offensiva in due sotto attitudini: Attacco di Rifinitura (AR) e Attacco di Finalizzazione (AF). Un suggerimento che dovrebbe diventare la norma per tutti i calciatori con la radice A di Attaccante e nulla osta che si possa allargare al Centrocampista e al Difensore, però per l’Attaccante è importante distinguere perché è ovvio come sia assolutamente prevalente l’Attitudine di Attacco, per questo non è molto selettivo indicare un Attaccante Centrale di Attacco (ACA), come un Attaccante Esterno di Attacco (AEA): quale altro compito principale può avere un attaccante se non quello di attaccare? L’Attitudine di Attacco però accomuna due fondamentali che possono differenziare in maniera determinante il Calciatore Obiettivo: la Rifinitura e la Finalizzazione, due buoni motivi per i quali la coppia Pazzini-Cassano ha fatto la differenza insieme, finalizzatore puro il primo, rifinitore ispirato il secondo; due motivi, diciamo noi, fra gli altri indicati da Ulivieri nel suo intervento in aula durante il Corso, per i quali la coppia Lucarelli-Ferrante, due finalizzatori, non ha funzionato a Torino. Non tutti gli attaccanti finiscono le stagioni in doppia cifra o con il doppio decimale di gol segnati, indice di spiccata Attitudine alla Finalizzazione; come non tutti gli attaccanti finiscono la stagione in doppia cifra o doppio decimale di passaggi Assist, indice di spiccata Attitudine alla Rifinitura. Un Attaccante Trequartista, un Attaccante Esterno o un Attaccante Laterale con Attitudine alla Rifinitura è normale, con Attitudine alla Rifinitura e alla Finalizzazione è completo; un Attaccante Centrale con Attitudine alla Finalizzazione rientra nella media, con Attitudine alla Finalizzazione e alla Rifinitura diventa un Attaccante Centrale sopra la media. -Le TRE attitudini del Calciatore: R ATTITUDINE alla REGIA A ATTITUDINE all’ ATTACCO D ATTITUDINE alla DIFESA -Le DUE sotto attitudini dell’ATTITUDINE all’ATTACCO AF ATTACCO di FINALIZZAZIONE AR ATTACCO di RIFINITURA Quando si definisce un ruolo è bene tenere presente la sua traducibilità in inglese, la lingua comune degli addetti ai lavori nel mondo. Terzino, Tornante, non trovano traduzione, come Stopper è un termine obsoleto. Regia invece sarà tradotto come Playmaking; Difesa, Defense; Attacco, Attack; Rifinitura, Assist; Finalizzazione, Finishing. Tutti termini abitualmente accostati al gioco del calcio nella lingua inglese. Il Ruolo Tattico che verrà attribuito ad un calciatore può contenere una o tutte le tre attitudini e/o una o tutte e due le sotto attitudini dell’Attacco. 16 In alcuni calciatori le attitudini sono espresse molto chiaramente tutte e tre e/o quattro, in altri ne prevalgono due e una di queste due è dominante, a volte la prevalenza dell’attitudine principale è così netta da mettere in subordine la seconda e annullare praticamente la terza, conta molto il Ruolo di Posizione del calciatore e l’intensità della sua azione. L’ordine con il quale si manifestano le attitudini oscilla a seconda degli avversari incontrati e dall’Allenatore: l’Attitudine di Regia e Attacco sarà più evidente contro avversari di pari livello, soprattutto di livello inferiore, l’Attitudine alla Difesa sarà particolarmente evidenziata contro avversari di livello superiore. Una volta raccolte e inserite nel Database secondo la codifica prefissata con il Metodo del Ruolo Tattico, sarà interessante andare a confrontare lo storico degli inserimenti effettuati nella stessa stagione e nelle stagioni precedenti per avere un profilo tattico sempre più preciso del Calciatore Obiettivo, il quale modifica il suo atteggiamento in campo, e di conseguenza la sua Attitudine preminente, non solo per la qualità dell’avversario affrontato ma anche per le caratteristiche di chi gli gioca al fianco nel reparto e quindi delle attitudini di questo, o a seconda dei compiti assegnatigli dall’Allenatore. Esemplare il caso del Centrocampista Esterno nel centrocampo a 5 o nel centrocampo a 4 con la Difesa a 3 alle spalle, quasi sempre un Difensore Esterno adattato (da Maggio a Lichtsteiner, da Nagatomo a D’Ambrosio, ieri Cafù e Roberto Carlos, Berthold e Brehme nel Brasile e nella Germania Ovest campioni del Mondo), dotato di spinta ma con una precisa radice difensiva che può garantire nella fase di non possesso il ritorno nella naturale posizione di Difensore Esterno per ricomporre l’assetto della Difesa a 4 o a 5: in questo caso non sarebbe sbagliato indicare il giocatore con il suo ruolo naturale, Difensore Esterno Destro o Sinistro, anche se impiegato a Centrocampo, oppure sottolineandone la radice difensiva indicando la Difesa come prima Attitudine seppure il giocatore in questione è molto attirato dall’attacco allo spazio, un modo efficace per distinguere in prima analisi la diversa matrice del calciatore, per non confondere al momento della ricerca del Calciatore Obiettivo Giaccherini con Balzaretti, Maggio con Candreva, solo simili in alcuni atteggiamenti tattici ma diversi per Ruolo e Attitudine. Il Ruolo Tattico serve per segnalare la caratterizzazione del Calciatore Obiettivo. Il Ruolo Tattico non è altro che la declinazione delle tre attitudini del Calciatore che vanno a completare il Ruolo di Posizione, creando una vera e propria fotografia istantanea grazie alla quale è già possibile trasferire importanti informazioni sul Calciatore Obiettivo: ATTITUDINE R RA RD RAD RDA A AR AD ARD ADR D DR DA DRA DAR DECLINAZIONE TATTICA REGIA REGIA ATTACCO REGIA DIFESA REGIA ATTACCO DIFESA REGIA DIFESA ATTACCO ATTACCO ATTACCO REGIA ATTACCO DIFESA ATTACCO REGIA DIFESA ATTACCO DIFESA REGIA DIFESA DIFESA REGIA DIFESA ATTACCO DIFESA REGIA ATTACCO DIFESA ATTACCO REGIA 17 Come possiamo vedere ogni Calciatore può avere quindici diversi ruoli tattici, Portiere compreso, ma questo vale per i Ruoli di Posizione che vanno dal Portiere al Centrocampista Trequartista, come abbiamo visto, l’Attaccante ha bisogno di una maggiore definizione. SOTTO ATTITUDINE-ATTITUDINE AF AFR AFD AFRD AFDR AFAR AFARR AFARD AFARRD AFARDR AR ARR ARD ARRD ARDR ARAF ARAFR ARAFD ARAFRD ARAFDR DECLINAZIONE TATTICA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO FINALIZZATORE REGIA ATTACCO FINALIZZATORE DIFESA ATTACCO FINALIZZATORE REGIA DIFESA ATTACCO FINALIZZATORE DIFESA REGIA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITURA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITURA REGIA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITURA DIFESA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITURA REGIA DIFESA ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITURA DIFESA REGIA ATTACCO RIFINITORE ATTACCO RIFINITORE REGIA ATTACCO RIFINITORE DIFESA ATTACCO RIFINITORE REGIA DIFESA ATTACCO RIFINITORE DIFESA REGIA ATTACCO RIFINITORE ATTACCO FINALIZZATORE ATTACCO RIFINITORE ATTACCO FINALIZZATORE REGIA ATTACCO RIFINITORE ATTACCO FINALIZZATORE DIFESA ATTACCO RIFINITORE ATTACCO FINALIZZATORE REGIA DIFESA ATTACCO RIFINITORE ATTACCO FINALIZZATORE DIFESA REGIA Per il Calciatore definito Attaccante, dalla Trequarti all’Area di Rigore avversaria, i ruoli tattici possibili sono venti. 6-IL CASO ATTACCANTE L’Attaccante è un calciatore speciale, è l’uomo deputato a segnare il gol della squadra, il terminale della manovra; per questo diventa facilmente l’idolo dei tifosi, è il più fotografato e intervistato; è il calciatore più premiato, soprattutto è il calciatore più pagato della rosa e quello con il cartellino più costoso. Di conseguenza il Ruolo Tattico che definisce l’Attaccante è il più complesso: l’Attaccante non si può sbagliare. Infatti, come abbiamo visto, per gli attaccanti è bene dividere l’Attitudine di Attacco per meglio comprenderne le qualità offensive e non basta distinguerlo con il solo Ruolo di Posizione, serve sapere, e trasmettere correttamente, anche la sua Tipologia Tattica. Attaccante Trequartista non significa che ha le caratteristiche del rifinitore così come immaginiamo da sempre il numero 10, significa semplicemente che sviluppa il suo gioco partendo dalla Trequarti campo, è appunto un Ruolo di Posizione; Attaccante Centrale non significa per forza il centravanti da sempre indicato con il numero 9, ma solo la posizione che un attaccante copre sul campo di gioco, in questo caso l’Asse Centrale dell’Attacco, quando due attaccanti giocano in linea si definiscono Attaccante Centrale Destro e 18 Attaccante Centrale Sinistro, però nessuno dei due potrebbe essere una Prima Punta; lo stesso vale per l’Attaccante Esterno (Fascia Destra o Sinistra) e l’Attaccante Laterale (laterale non in linea con l’Attaccante Centrale). Il Ruolo di Posizione va a comporre i diversi Moduli, in questo momento sono diciannove i più adottati nel mondo (sei con la Difesa a 3, dieci con la Difesa a 4, tre con la Difesa a 5). Nella stessa posizione, il Ruolo Tattico del calciatore può cambiare. La predisposizione tattica, la scelta della giocata, indica l’Attitudine del calciatore, e la Tipologia Tattica per quanto riguarda l’Attaccante, ma l’Allenatore può decidere di interpretare un modulo come vuole: con una Prima Punta sulla Fascia o sulla Trequarti alle spalle dell’Attaccante Centrale che magari è una Seconda Punta, oppure seguire la moda del momento e impiegare come Attaccante Centrale una Mezza Punta, quello che gli spagnoli definiscono il Falso Nove. Il Ruolo Tattico dell’Attaccante quindi obbliga ad una modifica della formula originale: RUOLO GENERICO + RUOLO DI POSIZIONE + SOTTO ATTITUDINE + ATTITUDINE + TIPOLOGIA TATTICA Ci sarà l’ACPPPAFAR, Attaccante Centrale Prima Punta di Posizione Attacco di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura (Gilardino e Toni) o l’ACPPMAFAR, Attaccante Centrale Prima Punta di Movimento Attacco di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura (Higuain); l’ACSPAFAR, Attaccante Centrale Seconda Punta Attacco di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura (Palacio), fino all’ACMPAFAR, Attaccante Centrale Mezza Punta Attaccao di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura (Totti), il Ruolo Tattico del più forte calciatore in attività: Messi, rivelatosi come AEDMPAFAR, Attaccante Esterno Destro Mezza Punta Attacco di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura,ma oggi ACMPAF, Attaccante Centrale Mezza Punta Attacco Finalizzazione; il “vero” Falso Nove però è Fabregas quando gioca come ACMPARAF, Attaccante Centrale Mezza Punta Attacco Rifinitura e Attacco di Finalizzazione, perché Fabregas non è un Attaccante di ruolo ma nasce Centrocampista, e non per caso la Rifinitura viene prima della Finalizzazione nel suo Ruolo Tattico. Preziosi e introvabili gli attaccanti con un Ruolo Tattico comprendente l’Attacco di Finalizzazione, la Rifinitura e la Difesa: Rooney è il prototipo, duttile anche nella posizione (Attaccante Centrale, Laterale, Esterno e Trequartista). Lo può raggiungere Cavani (Attaccante Centrale, Laterale ed Esterno) che non giocando sull’Asse Centrale al Paris Saint-Germain sta migliorando inevitabilmente la Rifinitura. In Italia l’Attitudine alla Difesa in un Attaccante fa la differenza, ma non solo, il nuovo allenatore del Napoli è spagnolo, eppure la prima componente che ha indicato allo Scouting per la ricerca degli Attaccanti Esterni adatti per il suo 1-4-2-3-1 è stata l’Attitudine alla Difesa. Non per caso Callejon, oggi titolare del Napoli come ATEDMPAFDAR (Attaccante Trequartista Esterno Destro Mezza Punta Attacco Finalizzazione Difesa Attacco Rifinitura), rivelazione della Serie A in questa prima parte della stagione, aveva finito il campionato 2012-13 nel Real Madrid giocando nel ruolo di DEDAD (Difensore Esterno Destro di Attacco e Difesa). Il compito dell’Osservatore è di riportare esattamente quello che ha visto, deve essere in grado di tradurre tatticamente i moduli mandati in campo dai vari allenatori, riportando il Ruolo Tattico dei calciatori impiegati, al di là dei ruoli tradizionali previsti dai moduli adottati, ed ecco che il Ruolo di Posizione dell’Attaccante Centrale si moltiplica, e lo stesso succede per l’Attaccante Esterno, l’Attaccante Trequartista e l’attaccante Laterale. 19 Un Attaccante Esterno può essere un Attaccante Esterno Prima Punta di Movimento (AEPPM), lo sono di norma gli attaccanti impiegati da Zeman, ricordiamo Signori a Vucinic, Osvaldo a Destro, ma lo è anche Gervinho nella Roma di Garcia e lo è Cristiano Ronaldo, nato Attaccante Centrale; l’AEMP, Attaccante Esterno Mezza Punta (Liajic), trasforma un attacco a 3 in un attacco 2-1; lo riporta a 3 l’AESP, Attaccante Esterno Seconda Punta (El Shaarawy). Di moda negli ultimi anni l’Attaccante Trequartista Centrale (ATC), l’attaccante che si posiziona alle spalle dell’Attaccante Centrale, formando l’attacco 1-1: Ibrahimovic sa essere un clamoroso Attaccante Trequartista Centrale Prima Punta di Movimento (ATCPPM); Cassano è il prototipo dell’Attaccante Trequartista Mezza Punta (ATMP), ma il suo ruolo preferito è quello di Attaccante Laterale Sinistro Mezza Punta (ALSMP), dove è più vicino all’area di rigore e può calciare a girare essendo un destro naturale, il movimento preferito da Lorenzo Insigne il quale al suo Ruolo Tattico (ATESMP o AESMP) può aggiungere anche una preziosa D come Attitudine di Difesa, grazie alle sue capacità aerobiche. -Le TIPOLOGIE TATTICHE dell’ATTACCANTE: Aa MP SP PPP PPM ALA MEZZA PUNTA SECONDA PUNTA PRIMA PUNTA di POSIZIONE PRIMA PUNTA di MOVIMENTO 7-L’ALA, IN ATTACCO NON ESISTE L’Ala (Aa) è uno dei ruoli che più ha colpito l’immaginario collettivo, ma in pochi sanno che non esiste più, o se vogliamo non è mai esistita. Quando alla fine dell’Ottocento prese forma il primo assetto tattico del calcio, la Piramide, le due posizioni estreme della prima linea a 5 indicavano l’Outside Right Forward e l’Outside Left Forward, di fatto l’Attaccante Esterno Destro e l’Attaccante Esterno Sinistro, non le Ali, Winger. Ala vale la definizione Terzino, fa parte del gergo non della lingua, simboleggia una posizione, scomparsa di fatto nel calcio moderno. Era una vera Ala, Destra, quindi con il numero 7 sulla schiena e destro naturale, Sir Stanley Matthews, il quale cercava reiteratamente il fondo per calciare tagliati cross al centro dell’area puntando l’avversario diretto e sfidandolo allo scatto, saltandolo in dribbling secco. Erano due ali da manuale il numero 7 e il numero 11 dell’Ungheria degli anni Cinquanta del Novecento, la Squadra d’Oro, Budai e Czibor, con il primo che percorreva l’intera Fascia Destra in linea retta, cercando il fondo per il cross, e il secondo che dalla Fascia Sinistra, a piede invertito, tagliava dentro in accelerazione all’altezza del vertice destro dell’Area di Rigore avversaria, cercando la finalizzazione o l’assist. Matthews, Budai e Czibor si possono vedere giocare insieme cercando su Youtube un rarissimo filmato della leggendaria vittoria a Wembley dell’Ungheria nel Novembre 1953, la prima sconfitta casalinga della storia per l’Inghilterra. L’Ala ha la fascia come riferimento obbligato perché nasce in un modulo di gioco che prevede cinque attaccanti in linea (erano otto), modulo ormai scomparso. Claudio Sala campione d’Italia con il Torino si muoveva a mezza luna, da destra a sinistra, avvolgendo le punte Graziani e Pulici, come un Attaccante Trequartista piuttosto che un Attaccante Esterno, e lo stesso ha fatto Bruno Conti nella Roma di Liedholm campione d’Italia e nell’Italia di Bearzot campione del Mondo nel 1982; Donadoni era un Trequartista adattato alla fascia, Causio, nato interno, si muoveva come un Attaccante Esterno di un tridente, Domenghini come un Centrocampista Esterno, l’unico ruolo di oggi accostabile a quello dell’ala di una volta. L’Ala classica è il calciatore che cerca il fondo campo, non quello che taglia dentro come un Trequartista o una Seconda Punta, giocando in una prima linea composta da cinque uomini infatti l’ala non aveva lo spazio necessario per entrare dentro il campo. Oggi è rimasta l’idea originaria dell’Outside 20 Forward, l’Attacante Esterno, quello del 1-4-3-3, e il Wide Midfilder, il Centrocampista Esterno, o il Winger Back, il Centrocampista Esterno di Attacco e Difesa, il vecchio Tornante, un giocatore con caratteristiche tipicamente di fascia, corsa lunga, a cercare il fondo, non la Trequarti. Possiamo affermare che l’Ala vera è scomparsa con il Metodo, poco meno di cento anni fa: il Sistema, o WM, ha introdotto gli interni a centrocampo, e quindi avvicinato le Ali del Metodo al centravanti, seppure rivoluzionario era più vicino al Metodo il modulo MM adottato dal tecnico Sebes con l’Ungheria, che tutto sommato confermava cinque giocatori in attacco. Fra i contemporanei il gallese Bale del Real Madrid può essere, caso raro, considerato un AEDAa o AESAa. Attualmente la definizione Ala sarebbe più corretta per un Difensore Esterno o un Centrocampista Esterno impiegati in una Difesa o in un Centrocampo a 5. La Mezza Punta (MP) è una variabile tattica dell’interpretazione della Prima Punta di Posizione, come molti dei ruoli moderni nasce con la Squadra d’Oro dell’Ungheria che nel secondo dopo guerra rinnovò il Sistema imponendo il Modulo MM: era di fatto l’arretramento sulla Trequarti del centravanti, chiamato non più ad essere il terminale del gioco ma ad assistere le due “nuove” punte, la Prima Punta di Movimento e la Seconda Punta. In Italia diventò il Centravanti di Manovra, nella storia è rimasto il magiaro Hidegkuti. Applicando il Ruolo Tattico si arriva all’Attaccante Trequartista Mezza Punta, il ruolo di Pelè, Attaccante Trequartista Destro Mezza Punta nel Brasile campione del mondo 1970 che giocava con una prima linea a 4, ma era più simile ad Hidegkuti il campione del mondo con l’Inghilterra nel 1966 e d’Europa con il Manchester United nel 1968, Bobby Charlton, dotatissimo ambidestro. Spostato qualche metro più avanti il ruolo diventa Attaccante Centrale Mezza Punta, interpretato magistralmente da Cruijff nell’Olanda vice campione del Mondo del 1974 e poi da Maradona nell’Argentina campione del Mondo nel 1986, prime punte di un tridente rovesciato. Sacchi ha sfruttato con successo il ruolo dell’Attaccante Trequartista Mezza Punta, con Gullit nel Milan e Roberto Baggio in Nazionale. La Seconda Punta (SP) è il Second Striker per gli inglesi proprio perché può dare appoggio non solo al classico centravanti ma anche ad una Prima Punta di Movimento, ma agisce come spalla, non da punti di riferimento e nella norma dovrebbe essere più tecnico e con maggiore Attitudine alla Rifinitura della prima punta. In origine era l’Inside Left Forward della Piramide, l’attaccante interno sinistro che diventa Seconda Punta negli Cinquanta del Novecento con l’ungherese Puskas. La Prima Punta di Posizione (PPP) è il tipico centravanti, l’antico Avanti Centro (Centre Forward) di stampo anglosassone, una prima punta fisica, poco mobile se non nel Movimento Incontro, piazzato spalle alla porta, abile nel gioco aereo, bravo a fare salire la squadra e nel gioco di sponda. Con il Portiere è l’unico ruolo rimasto dalla prima organizzazione tattica del calcio, la Piramide. La Prima Punta di Movimento (PPM) è lo Striker inglese, una prima punta dinamica, potente e/o agile, bravo nel Movimento di Penetrazione, parte da fuori area, gioca frontale alla porta avversaria, cerca la profondità. In origine era il numero 8, l’Inside Right Forward della Piramide, l’attaccante interno destro di una prima linea a 5: con l’ungherese Kocsis negli anni Cinquanta del Secolo scorso nasce la Prima Punta di Movimento della storia. Nel Secolo scorso, fra gli anni Sessanta e Ottanta, in particolare nei Settanta, la cosiddetta ala sinistra, il numero 11, era quasi sempre una Prima Punta di Movimento: lo erano Pulici e Bettega nel Torino e nella Juventus campioni d’Italia con Radice e Trapattoni, ma lo era anche Prati lanciato a rete da Rivera nel Milan alla fine dei Sessanta, in questo caso, la differenza più evidente con dell’ungherese Kocsis era che la loro azione si sviluppava sul centro sinistra e non sul centro destra della prima linea. 21 8-I CALCI PIAZZATI Quando si procede all’inserimento dati in un Database non si è mai troppo precisi, la codifica delle informazioni più dettagliata consentirà di ottenere la Ricerca più veloce e raffinata possibile, per questo il Metodo del Ruolo Tattico lo possiamo mutuare per ricercare alcune “specializzazioni” dei calciatori, in particolare per indicare gli specialisti dei calci piazzati, oggi una delle variabili più incidenti per vincere, o perdere, una partita. L’Abilità nel calciare Rigori e Punizioni dovrebbe rientrare nelle Sotto Attitudini dell’Attacco, fanno parte indubbiamente della Finalizzazione ma non riguardano solo i calciatori con radice A di Attacco, non di rado il Portiere si rivela un rigorista o uno specialista delle punizioni (il brasiliano Ceni fra i più prolifici in attività) e quindi è giusto indicarlo. Per non creare confusione possiamo staccare il dato dal Ruolo Tattico del calciatore, trattandolo a parte creando nella Banca Dati un richiamo specifico. CODICE TATTICO RDX RSX PGDX PGSX PFDX PFSX CALCIO PIAZZATO RIGORE di DESTRO RIGORE di SINISTRO PUNIZIONE a GIRARE di DESTRO PUNIZIONE a GIRARE di SINISTRO PUNIZIONE di FORZA di DESTRO PUNIZIONE di FORZA di SINISTRO La definizione alfabetica di un Calcio Piazzato può avere l’efficacia di una serie di schemi disegnati: DXSXPGDXAASXP, da Destra a Sinistra Punizione a Girare di Destro all’Angolo Alto alla Sinistra del Portiere, un’indicazione che ricordo con particolare gioia perché mi riporta alla mia prima missione come Osservatore della Squadra Avversaria: stagione 2006-07, Sampdoria-Torino, campionato Primavera. Visionavo il Torino prossimo avversario della Juventus e annotai come lo specialista delle punizioni dirette granata, l’Attaccante Esterno Destro, Negro, calciasse sempre nell’angolo alto alla sinistra del portiere avversario, con il piede naturale, il destro, da qualunque posizione, da destra a sinistra. La Juventus Primavera vincerà il Derby, con il portiere bianconero sempre pronto alla parata nell’angolo alto alla sua sinistra. annullati tutti i tentativi del pur abile Negro. Piccole soddisfazioni della professione. Segnalare la capacità di calciare un piazzato, indicando il piede e il tipo di tiro è un’informazione particolarmente preziosa, veloce da raccogliere. La si può perfezionare ulteriormente andando ad indicare la posizione di campo dove è stata calciata la Punizione e la zona della porta dove è stato indirizzato il tiro, Rigore o Punizione che sia, ma questo interessante approfondimento ci allontana dal tema del Ruolo Tattico, mi auguro possa essere invece materia delle lezioni di Scouting previste nei corsi del Centro Tecnico e magari di una pubblicistica dedicata che oggi manca, contro decine e decine di ottime pubblicazioni tecnico-tattiche rivolte all’Allenatore. Come suggerito dal Professore Gianfranco Piantoni durante il Corso: puntare all’impossibile per ottenere un risultato straordinario, come sarebbe quello di trasformare l’attività di Scouting in una materia di studio e in un’Area strategica del calcio professionistico. 22 9-LA REGOLA Per ottimizzare il risultato finale non si può prescindere dall’unica regola da rispettare con assoluto rigore e spirito di sacrificio: è necessario rilevare il Ruolo Tattico di tutti i calciatori scesi in campo nella partita da noi visionata, dal vivo o in video, fosse anche la sola Attitudine principale. Bisogna visionare ogni partita come se fosse l’ultima occasione di vedere in azione quelle squadre, quei calciatori. Quando i termini qualitativi dell’inserimento sono stati decisi, nel nostro caso con la definizione del Ruolo Tattico, la differenza la farà il numero degli inserimenti. Un conto è avere a disposizione i ruoli tattici della nostra squadra e una cosa sarà avere a disposizione i ruoli tattici di tutta la Serie A, di tutta la Serie B, di tutta la Lega Pro, di tutto il Campionato Primavera, di tutta la Champions League, di tutta l’Europa League, delle Nazionali di tutto il Mondo. Per essere in grado di conferire un valore al dato che andiamo ad analizzare, serve la possibilità di fare un confronto con altri dati dello stesso tipo. Oggi la raccolta dati è praticamente senza soluzione di continuità, in un calcio che ha conquistato il video e non conosce più soste. La visione di una partita da parte dell’Osservatore dei ventidue calciatori in campo non è un’Analisi Quantitativa (computo matematico delle azioni di gioco), né tantomeno un’Analisi Qualitativa (assegnazione di un valore alle azioni di gioco contate), due operazioni da farsi a tavolino sfruttando il materiale video, oppure con un uomo dedicato, un lusso per il calcio di oggi se non fa parte dello Staff dell’Allenatore. La missione ordinaria dell’Osservatore è quella di riportare quello che ha visto sul campo, o in video, a seconda della sua esperienza, competenza e sensibilità. E’ una ricognizione non è un’analisi. Qualunque metodo adottato serve per avere una tecnica di osservazione, l’Osservatore deve sapere cosa osservare e come farlo, il Metodo del Ruolo Tattico permette di codificare in fretta e nella maniera più professionale e ordinata il primo dato evidente che si forma sul campo, il Ruolo dei calciatori impiegati. Dettagliato. A proposito del lavoro al video, la nuova frontiere dell’osservazione, ancora poco amata da chi arriva dall’attività agonistica, ma solo per una questione di abitudine: quando si fa una visione della partita attraverso un video registrato il comportamento deve essere lo stesso di quando si assiste ad una partita sul campo o in diretta. Non bisogna lasciarsi prendere la mano dal tasto Rewind, bisogna fare scorrere la partita (anche l’osservazione si allena, come se fosse un gesto tecnico da affinare esercitandosi con la palla), semmai si può approfittare per andare avanti e saltare i tempi morti, mai tornare indietro per vedere meglio. Al campo non lo si può fare e allora non lo facciamo neppure a casa. Questo vale per il monitoraggio dei ventidue in campo. Diverso è quando la visione riguarda il Calciatore Obiettivo, in questo caso è bene stare attenti ai particolari, e magari procedere con le varie Analisi del caso, e quindi approfittare di tutte le opportunità che mai potremmo avere sul campo e che invece ci regala la ripresa video. Lo sanno bene gli allenatori più aggiornati e all’avanguardia che ormai fanno registrare, da più angolazioni, le partite ufficiali e gli allenamenti. Osservare, troviamo riportato sui vocabolari, significa: esaminare con attenzione, anche con l’aiuto di strumenti adatti, al fine di conoscere meglio, di rilevare i particolari, per formulare giudizi e considerazioni. Da non confondersi mai con Guardare: dirigere gli occhi, lo sguardo, verso qualcuno o qualcosa, ma guardando qualcuno o qualcosa si può anche non vedere, guardiamo soltanto. Più corretto Visionare: controllare con estrema attenzione. Mentre possiamo Vedere una partita, un calciatore, senza capire. Osservare e visionare implicano una tecnica e una competenza. Ogni Osservatore ha una sua capacità di Scansione Visiva, una Capacità Cognitiva che varia da persona a persona, come le Capacità Motorie dei calciatori: l’Occhio proietta le immagini alla Retina, la Retina le 23 trasmette al Cervello, più è mirato ad un preciso soggetto o movimento questo processo (la necessità di un Metodo) più sarà veloce, e la Percezione Visiva realistica, tanto più nella visione di una partita dove i calciatori sono in movimento. Basterebbe questo elementare limite fisiologico per fare capire come la tradizionale osservazione dalla tribuna si trasformi solo in una simulazione di quanto visto sul campo se non effettuata nella massima concentrazione e possibilmente registrata, codificata, scritta, nell’arco di un’ora, dopo la quale, secondo la Teoria della Curva dell’Oblio, possiamo perdere fino al 60% dei dati memorizzati e quelli rimanenti, dopo 24 ore, rischiano di essere confusi tra loro e solo interpretati al momento del richiamo mnemonico. Quindi l’osservazione è prevalentemente a base intuitiva, si raccolgono segnali nell’arco di pochi secondi. Negli ultimi dieci anni alcune ricerche universitarie che arrivano dall’Inghilterra hanno messo in evidenza come un calciatore giochi al massimo della sua prestazione solo 35 minuti dei novanta complessivi e come i calciatori Esterni (Difensori, Centrocampisti e Attaccanti) e i calciatori Interni (Centrocampisti) siano quelli più frenetici, quindi i più difficili da osservare nei particolari, al contrario del Difensore Centrale e del Portiere: il ruolo più facile da osservare, eppure un tabù nel mondo dello Scouting. Il Portiere è considerato da molti un Ruolo a parte, da assegnare solo a chi è stato un Portiere, dimenticando così un’altra regola non scritta dello Scouting: chi ha giocato nel ruolo che è chiamato a giudicare tenderà a sopravvalutare la prestazione o a sottovalutarla. L’Osservatore che lavora rilevando il Ruolo Tattico deve cogliere l’Attitudine caratterizzante: la Regia di un Difensore, l’Attacco di un Centrocampista, la Rifinitura, o la Difesa, di un Attaccante, anche se è ovvio che l’Attitudine principale, quella che andrà a sviluppare la più alta densità di gioco, registrabile con l’Analisi Quantitativa, sarà sempre quella della radice del ruolo: il Difensore difende (Difesa), il Centrocampista costruisce il gioco (Regia), l’Attaccante attacca (Attacco). L’intuito difficilmente inganna quando dobbiamo individuare l’Attitudine principale del calciatore, ma può sbagliare se vogliamo indicare nel giusto ordine le varie attitudini, valutando contemporaneamente ventidue calciatori in campo. Di certo ci rimane impressa l’Attitudine primaria e/o quella caratterizzante, ma un’analisi a tavolino potrà certamente invertire i dati percentuali, senza per questo inficiare il risultato della visione ottica. Un Difensore con Attitudine alla Regia sottoposto ad una semplice Analisi Quantitativa rileverà sempre una maggiore percentuale di azioni difensive, ma la sua caratterizzazione sarà comunque evidenziata nella seconda Attitudine rilevata che riporterà una percentuale di Attitudine alla Regia molto più elevata della media del ruolo, come l’Attitudine alla Regia sarà invece molto più bassa della media nel difensore con marcata Attitudine alla Difesa. 10-IL RUOLO DI POSIZIONE GENERICO Per un appunto veloce, lo abbiamo fatto presente in apertura, può essere utile tenere in considerazione l’opportunità di usare la sotto categoria dei Ruoli di Posizione, quella che io definisco i Ruoli di Posizione Generici, ma se non verranno successivamente completati non dovranno mai essere inseriti come dati, possono creare errori di valutazione: P DE DL DC CC PORTIERE DIFENSORE ESTERNO DIFENSORE LATERALE DIFENSORE CENTRALE CENTROCAMPISTA CENTRALE 24 CE CL CI T CT CTE AT ATE AE AL AC CENTROCAMPISTA ESTERNO CENTROCAMPISTA LATERALE CENTROCAMPISTA INTERNO TREQUARTISTA CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA CENTROCAMPISTA TREQUARTISTA ESTERNO ATTACCANTE TREQUARTISTA ATTACCANTE TREQUARTISTA ESTERNO ATTACCANTE ESTERNO ATTACCANTE LATERALE ATTACCANTE CENTRALE 11-IL TOP 11 Qui di seguito ho immaginato quello che potrebbe essere un possibile Top 11 del calcio mondiale al momento della stesura di questa Tesi, schierato con il modulo attualmente più adottato nel mondo, l’ 1-42-3-1, il modulo del Bayern Monaco campione d’Europa e del Brasile campione Intercontinentale: Neuer Lahm, Thiago Silva, David Luiz, Alaba Vidal, Schweinsteiger Ribery, Ozil, Cristiano Ronaldo Messi. Con il Ruolo Tattico applicato troviamo una sorte di Formula della Squadra Vincente: PRD; DEDRARD, DCDRD, DCSDR, DESAFDR; CIDDAFR, CISRDAR; CEDARRD, CTCARR, AESPPMAFAR; ACMPAF In porta, il tedesco Neuer registra percentuali da prototipo perfetto del portiere moderno: completo come pochi nel ruolo, forse, vista la sua abilità podalica, il più completo di tutti i tempi. Si nota invece come i due difensori esterni, Lahm (Regia, Difesa, Attacco Rifinitura) e Alaba (Difesa, Attacco Finalizzazione, Regia), abbiano caratteristiche in ordine assolutamente alternativo, e il fatto, piuttosto curioso, che l’Attitudine principale di Lahm sia la Regia, può fare capire meglio la scelta, per molti sorprendente, fatta dal nuovo allenatore del Bayern, Guardiola, che ha spostato Lahm dalla fascia destra della difesa alla zona del Centrocampo Difensivo e poi da Interno, scelta condivisa in seguito anche dal Ct tedesco Low, una novità solo per per chi non sapeva che fino alla Nazionale U20 Lahm era un Centrocampista. Eccezionalmente completi e complementari risultano i due centrocampisti, di fatto due Interni e non due Centrali, e quindi ideali per dare maggiore profondità e mobilità alla manovra, senza appiattire il baricentro della squadra sulla difesa: Vidal (Attacco Finalizzazione, Difesa, Regia) e Schweinsteiger (Regia, Difesa, Attacco Rifinitura), equilibrati entrambi dalla fase difensiva quale perno attitudinale. 25 Particolarmente preziosa l’Attitudine alla Difesa (con l’Analisi Quantitativa si ricava il dato del 19%) riscontrata nel gioco di Ribery, in questo Top 11 spostato sulla fascia destra degli esordi nel Metz, mentre oggi gioca stabilmente sulla fascia sinistra: i suoi compagni sulla Trequarti, Ozil e Cristiano Ronaldo, insieme non sommano la sua percentuale difensiva; Cristiano Ronaldo però risulta un Attaccante di ruolo, e non un Centrocampista come Ozil e Ribery, per di più un Attaccante con la più definita Tipologia Tattica: Prima Punta, nel suo caso di Movimento, il ruolo originario del portoghese, consacratosi però come Attaccante Esterno Sinistro, (ecco il motivo dello spostamento a destra di Ribery). Avendo a disposizione non meno di cinque attaccanti centrali prima punta di assoluto livello mondiale (Cavani, Falcao, Higuain, Ibrahimovic, Van Persie, citati in rigoroso ordine alfabetico), per questo ruolo abbiamo virato su Messi, il più grande talento in circolazione, protagonista di un ruolo particolare, l’Attaccante Centrale Mezza Punta, propagandato dal calcio spagnolo negli ultimi anni come Falso Numero 9, interpretato con vigore ritrovato in Italia da Totti, nella Roma di Garcia. Non sorprendiamoci mai del risultato finale della nostra analisi. Il calciatore osservato potrebbe giocare fuori posizione o essere chiamato dal suo allenatore a compiti tattici diversi dalle sue attitudini: è successo più di una volta che il Centrocampista Trequartista Centrale di un Rombo (Pinzi nel Chievo) o di un 1-4-2-3-1 (Mutarelli nel Palermo di Baldini in Serie B fra i primi) non era un trequartista di ruolo ma un centrocampista difensivo, adattato con precisi compiti di marcatura e non di rifinitura e attacco come sarebbe previsto dalla posizione. Un occhio preparato ad osservare la cosa giusta non farà fatica a notare chi dei calciatori visionati è più portato a costruire il gioco, ad attaccare o a difendere. 12-DIFFERENZIARE La visione e l’analisi di un calciatore da parte dell’Osservatore deve andare oltre la visione comune degli addetti ai lavori. L’Osservatore non può accontentarsi della Fase Offensiva e della Fase Difensiva comunemente condivise nell’ambito tecnico, ha bisogno di lavorare tenendo in considerazione una Terza Fase di Gioco, quella definita in questo modello metodologico come la Fase di Regia, necessaria per meglio focalizzare le caratteristiche di palleggio e gestione della palla, così come abbiamo visto quanto è utile scomporre la Fase Offensiva, in questo Metodo definita Fase di Attacco, in due sotto attitudini: Attacco di Finalizzazione e Attacco di Rifinitura, Portiere compreso. Il Metodo spiegato in questa Tesi consente di arrivare a risultati precisi e concreti superando il luogo comune, a cominciare dai ruoli. Con il Ruolo di Posizione otteniamo la zona esatta sul campo da dove parte l’azione del calciatore, con il Ruolo Tattico conferiamo un ordine alle attitudini del calciatore. “Io allenatore, non posso accettare che un difensore centrale abbia l’attitudine alla difesa o alla regia, sono due fondamentali e se non sono all’altezza il calciatore con me non gioca. Lo stesso vale per il portiere, non posso accettare che ci sia un portiere che non usa i piedi e un portiere di regia che imposta come un centrocampista, anche in questo caso la gestione della palla fa parte dei fondamentali del portiere che deve essere all’altezza di parare, difendere e impostare, altrimenti non gioca.” (Renzo Ulivieri, Presidente Associazione Allenatori). Indiscutibile, ma l’efficacia del lavoro dello Scouting, e quindi di una Banca dati professionale, sta proprio nel grado di individuazione dei particolari, che siano pregi o siano difetti, e per questo deve riuscire ad andare oltre l’evidenza. Schwarzenbeck e Beckenbauer quando hanno vinto la Coppa dei Campioni con il Bayern Monaco e il Mondiale con la Germania Ovest erano due difensori centrali, come Morini e Brio risultavano difensori centrali come Scirea nella Juventus pluricampione di Trapattoni. Difensori Centrali, ma profondamente diversi, per questo complementari: Schwarzenbeck, Morini e Brio erano tre tipici stopper, 26 marcatori puri, secondo il Ruolo Tattico tre DCDD (Difensore Centrale Destro di Difesa), in quanto giocavano ricoprendo il centro destra della difesa; Beckenbauer e Scirea sono stati la massima rappresentazione del ruolo di Libero, tradotto nel Ruolo Tattico DCSR (Difensore Centrale Sinistro di Regia), in quanto partivano dal centro sinistra della difesa. A livello professionistico Il calciatore meno dotato tecnicamente è bene possa giocare a favore del suo piede naturale (tutti destri Schwarzenbeck, Morini e Brio), tanto più che il calciatore abile nell’impostazione impiegato a piede invertito (destri anche Beckenbauer e Scirea) dispone di un maggiore raggio d’azione e infatti praticamente tutti i liberi, seppure non mancini, hanno giocato sul centro sinistra della difesa, dall’inglese Moore a Franco Baresi. Un’Attitudine, la Regia, per Beckenbauer e Scirea, confermata dalla loro origini di centrocampista. Abbandonata la marcatura a uomo, con la difesa in linea i difensori centrali si sono maggiormente assomigliati, ma l’Attitudine è innata e si continua ad innestare ex centrocampisti al centro delle difese, Mascherano nel Barcellona fra i casi più noti degli ultimi anni, un destro naturale impiegato ovviamente come DCSR (Difensore Centrale Sinistro di Regia). L’abbandono della marcatura a uomo e la difesa in linea hanno trasformato in particolare il ruolo del Difensore Esterno Destro (DED): fino agli anni Ottanta il numero 2 era uno Stopper aggiunto, più piccolo e veloce dello Stopper centrale, adatto per marcare avversari rapidi e guizzanti, oggi copre tutta la Fascia Destra alternando la tre Fasi di Gioco (vedi Lahm), caratteristiche che per anni sono appartenute al Difensore Esterno Sinistro, il cosiddetto fluidificante sinistro. Il DEDD (Difensore Esterno Destro di Difesa) è una vera rarità, vanto del calcio italiano del passato grazie a campioni come Burgnich, Claudio Gentile e Bergomi, ma non si può dimenticare un mastino blasonato come il tedesco Vogts. Tassotti, nato Difensore Esterno Destro di Difesa (DEDD) nella Lazio diventato Difensore Esterno Destro di Attacco e Difesa (DEDAD) nel Milan, con Sacchi allenatore, impressionato nei Settanta dall’olandese Suurbier moderno DEDAD (Difensore Esterno Destro di Attacco e Difesa), ha tracciato il solco fra le due epoche in Italia. Oggi il DEDD (Difensore Esterno Destro di Difesa) è più facile trovarlo nella Difesa a 3 come Difensore Laterale Destro (DLD). In Italia la novità del momento è il PR (Portiere di Regia), ma nel calcio non si inventa nulla e allora la memoria si ricorda dell’olandese Stuy, il portiere della prima Ajax campione d’Europa nel 1971, oltre quarant’anni fa, anche se i suoi interventi erano più quelli di un Libero che non di un uomo di Regia aggiunto . L’ermetismo tattico della scuola italiana fondata su “Primo non prenderle”, ha per anni snobbato e giudicato con sospetto il portiere che per attitudine partecipava alla gestione del pallone, da qualche anno invece la nuova generazione di allenatori laureati dal Centro Tecnico di Coverciano pretende questo fondamentale e il profilo tattico del portiere cambia o è cambiato, ma in questo preciso momento storico convivono due distinte categorie di portieri: chi non è stato allenato alla gestione del pallone e chi è allenato per essere la prima fonte di gioco della squadra. Sono tutti Portieri (P), ma per consentire la scelta più giusta il Ruolo Tattico deve diversificare le attitudini, che non cambiano: Regia, Difesa e Attacco anche per l’estremo difensore. Il Portiere chiamato ad avviare la manovra da dietro risulterà inevitabilmente un PRD, Portiere di Regia e Difesa, perché nell’arco di una partita sono molte di più le azioni di impostazione che non le parate o gli interventi difensivi. Meno comune invece che il Portiere possa includere nel Ruolo Tattico tutte e tre le attitudini, ma in alcuni casi possiamo segnalare con la A di Attitudine all’Attacco i portieri specialisti dei calci piazzati (rigori e punizioni) o i portieri che vanno a saltare sui piazzati a favore e segnano. 27 La scorsa estate ho vissuto personalmente la necessità di riconoscere la differenza attitudinale dei portieri per soddisfare le richieste della Società e del nuovo allenatore. Senza il Ruolo Tattico che divideva i portieri da valutare in PD (Portiere di Difesa) e PR (Portiere di Regia), la lista di calciatori obiettivo consegnata al Direttore sportivo Bigon in venti minuti, trasmettendo di conseguenza un segnale di professionalità ed organizzazione al nuovo tecnico Rafael Benitez, straniero e proveniente dal Chelsea, società fra le più all’avanguardia nello Scouting internazionale, sarebbe arrivata solo dopo un paio di giorni trascorsi, h24, a leggere le decine e decine di relazioni archiviate. Differenziare è il principio attivo del Modello Metodologico del Ruolo Tattico. Differenti, ad una visione più accurata di un occhio allenato ed esperto, risultano il Centrocampista Interno e il Centrocampista Laterale, intuizione e felice “imposizione” del Mister Ulivieri dopo uno stimolante pomeriggio di confronto e discussioni sotto la supervisione del Direttore Paolo Piani. Un centrocampista, quello Laterale, che parte dal Corridoio Interno, Destro o Sinistro, come il collega Interno puro, ma che rivela una naturale propensione ad allargarsi verso la Fascia, fino ad essere in grado di coprirla come un Esterno di ruolo, spesso la sua posizione originale. Un ruolo, tiene a sottolineare Ulivieri, che va incontro soprattutto alle esigenze tattiche del Rombo e/o Diamante che sulle fasce può contare solo sui difensori esterni: Gattuso è stato uno dei migliori CLDD (Centrocampista Laterale Destro di Difesa) di sempre, agli esordi nel calcio professionistico giocava non a caso come DED (Difensore Esterno Destro) nei Rangers, in Scozia, e poi come CEDD (Centrocampista Esterno Destro di Difesa) nella Nazionale U21 campione d’Europa di Tardelli; Di Livio e Davids, Centrocampista Esterno agli esordi il primo, Attaccante Esterno il secondo, come CL (Centrocampista Laterale) hanno fatto volare la Juventus pluricampione di Lippi e Conte ha sfruttato la duttilità di Giaccherini e Asamoah, scartando invece De Ceglie, tutti CLS (Centrocampisti Laterali Sinistri). Nel Mondo va ricordato il fuori classe del Barcellona e della Spagna Iniesta, certamente il migliore CLA (Centrocampista Laterale di Attacco) in circolazione, e ha quelle caratteristiche, ma piede sinistro, il nazionale argentino del Real Madrid Di Maria. A volte solo leggere sfumature, ma se registrate e organizzate adeguatamente possono fare la differenza in una ricerca analitica e il risultato si ripercuote sempre sul campo. E non solo. Il Ruolo Tattico serve a questo, serve a dichiarare le caratterizzazioni, serve a distinguere, è la sintesi semplificata in un acronimo di un procedimento più lungo, abitualmente adottato nel mondo del lavoro con la produzione di tabelle di rendimento, creando delle “Torte” percentuali a seguito di un’analisi quantitativa e qualitativa al quale può essere sottoposto anche un calciatore. Un procedimento utile per rendere i risultati delle scelte dell’Area Tecnica leggibili anche da chi non è un addetto ai lavori specializzato. Un’Area Scouting organizzata ed evoluta tecnologicamente può consentire alla proprietà di una Società e alla dirigenza apicale di una Federazione di accedere direttamente ad informazioni tecniche e tattiche fruibili e trasparenti. L’analisi di un calciatore non è diversa dall’analisi di un qualsiasi prodotto di mercato. Per un Amministratore delegato senza esperienza nel calcio, la lettura di un diagramma è certamente più agevole della lettura di una relazione tecnica professionale. Come, perché, viene scelto un calciatore può, deve, equivalere a come, e dove, viene prodotto un vino a Denominazione e Origine Controllata, ma per garantirne l’origine e la qualità è d’obbligo mostrare la tracciabilità della filiera di produzione. Una Banca dati professionale a disposizione di una Società o di una Federazione consente tutto questo. 28 L’esperienza e la competenza di un Direttore sportivo o di un Allenatore, se non supportate da analisi e dati riconoscibili, non possono più essere accettate come unica espressione di giudizio tecnico. Conta poco se lo dice Tizio o Caio, servono i documenti a dimostrarlo. Semmai l’esperienza e la competenza di un Direttore sportivo o di un Allenatore possono aiutare a rendere maggiormente attendibili i documenti prodotti. La scorsa estate Benitez ha chiesto alla SSC Napoli un calciatore in grado di garantire Fase Difensiva e Gol da fare giocare sulla Fascia Destra dell’Attacco nel modulo 1-4-2-3-1: fra i calciatori analizzati c’erano lo spagnolo Callejon, riserva nel Real Madrid, e l’italiano Cerci, titolare nel Torino e reduce dalla sua migliore stagione in Serie A. Stesso Ruolo di Posizione: Attaccante Trequartista Esterno Destro; stessa Attitudine primaria, ovviamente: Attacco; uguale Tipologia Tattica: Mezza Punta. Per carpirne le differenze sostanziali sono servite la Sotto Attitudine: Attacco di Finalizzazione (Gol) per Callejon, Attacco di Rifinitura per Cerci; quindi la seconda Attitudine, determinante: Difesa per Callejon, contro l’Attacco di Finalizzazione per Cerci. Dal solo Ruolo Tattico si evidenziava un Attaccante Esterno completo, Callejon, con potenzialità da sviluppare eesendo riserva, e un Attaccante Esterno all’apice della forma marcatamente offensivo. Chi lo dice? L’indagine analitica attraverso un’Analisi Quantitativa presentata con un semplice, quanto esplicativo, grafico, di facile lettura e comprensione, per chiunque. La Prova del Nove del Ruolo Tattico. Qui sotto le due “Torte” percentuali delle rispettive caratteristiche rilevate nell’arco della stagione 2012-13, in seguito a visioni sul campo e in video effettuate periodicamente. I dati confermano il Ruolo Tattico attribuito ai due nominativi inseriti nella Banca dati. 2012-13: CALLEJON-87ATEDMPAFDAR 24% 29% FASE DIFENSIVA TRANSIZIONE POSITIVA 18% 29% RIFINITURA FINALIZZAZIONE 29 2012-13: CERCI-87-ATEDMPARAF 20% 9% 33% 38% FASE DIFENSIVA TRANSIZIONE POSITIVA RIFINITURA FINALIZZAZIONE ATEDMPAFDAR, Attaccante Trequartista Esterno Destro Mezza Punta Attacco Finalizzazione Difesa Attacco Rifinitura per Callejon; ATEDMPARAF, Attaccante Trequartista Esterno Destro Mezza Punta Attacco Rifinitura Attacco Finalizzazione per Cerci. Sotto il 10% di rilevazione, l’Attitudine può considerarsi non influente per la valutazione tattica del calciatore, per questo il 9% di Fase Difensiva registrata da Cerci può non essere riportato nel Ruolo Tattico. Non riportando le esatte percentuali, nel Ruolo Tattico è più utile fare notare l’assenza di un’Attitudine piuttosto che l’inutile, anzi in molti casi dannosa ed equivoca, presenza. Il Ruolo Tattico espresso con attenzione e scrupolo è un pratico, ed efficace, surrogato di una lunga analisi, più immediato e facile da cogliere: al termine dei novanta minuti di gioco viene di getto. Mettere in ordine di importanza le attitudini riscontrate sarà come riprodurre degli attendibili valori percentuali L’osservatore attribuisce il Ruolo Tattico al Calciatore Obiettivo alla prima visione di esso, che sia sul campo o in video, se ne conviene di conseguenza che più precisa sarà la sua valutazione del Ruolo di Posizione e delle sue Attitudini e più efficace e veloce risulterà il risultato della ricerca. L’approfondimento con la realizzazione di tabelle e diagrammi, per motivi di tempo e organico, avviene solo quando sono stati individuati gli obiettivi, prodotti dalla ricerca. Inserito in una Banca dati e applicato alla Ricerca Veloce, il Ruolo Tattico è una piccola rivoluzione perché con un dato semplice consente una risposta di alta qualità alle specifiche esigenze espresse dall’Allenatore, dal Direttore sportivo, dal Direttore Generale o dal Presidente, senza dovere andare ad aprire e consultare le migliaia di relazioni archiviate solo per capire quale dei Centrocampisti Centrali Destri visionati è più adatto a soddisfare le richieste di Regia, Attacco e Difesa. 30 31