Report Macedonia

Transcript

Report Macedonia
Macedonia
Manutenzione, innovazione
e riforma amministrativa
Aprile 2004
The views expressed do not imply the expression of any opinion
whatsoever on the part of the United Nations and of Italian Department
for Public Administration and Formez.
1
Indice
Macedonia.
Manutenzione, innovazione e riforma amministrativa
Capitolo I
Assetto istituzionale e riforma amministrativa in Macedonia
1. Cenni storici
2. Il contesto politico
3. Il contesto economico
4. L’assetto istituzionale
5. L’amministrazione pubblica: struttura organizzativa e principali
competenze
Capitolo II
Innovazione e riforma amministrativa
1. La Commissione per la riforma della pubblica amministrazione e
l’Action Plan
2. I settori di riforma istituzionale
3. Gli interventi in campo economico
4. Le politiche per lo sviluppo economico: la legislazione a favore
degli investimenti esteri
Fonti
2
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Capitolo I
Assetto istituzionale e riforma amministrativa in
Macedonia
1. Cenni storici
Nel corso dei secoli il regno di Macedonia, oggi repubblica
indipendente, ha subito diverse dominazioni che di volta in volta hanno
modificato l’assetto etnico del territorio. Dopo la morte di Alessandro
Magno, intorno alla metà del II secolo a. C., fu parte dell’impero
romano; successivamente fu conquistata dallo zar bulgaro Simeone e
divenne il centro di un potente stato bulgaro con lo zar Samuele; nel
1389 fu annessa, assieme a tutta la penisola balcanica, all’impero
ottomano e rimase parte dello Stato turco fino al XIX secolo.
Nel 1893 gli irredentisti macedoni fondarono l’Organizzazione
rivoluzionaria interna macedone, l’Orim, che combatteva per
l’indipendenza dalla Turchia, ma le rivolte furono tutte brutalmente
soffocate. Con le guerre balcaniche del 1912 e del 1913 la Serbia riuscì a
strappare la Macedonia alla Turchia e l’Orim continuò a combattere per
l’indipendenza contro lo Stato serbo. Il governo di Belgrado adottò
tuttavia un atteggiamento repressivo, con la messa a bando della lingua
macedone e dello stesso nome di Macedonia. Solo con la fine della
seconda guerra mondiale, il governo di Tito si impegnò a riconoscere
alla Macedonia lo statuto di repubblica, all’interno della nuova
Jugoslavia. Nel 1952 fu pubblicata la prima grammatica della lingua
macedone e venne ammessa la formazione di una chiesa ortodossa
macedone indipendente.
L’indipendenza della Macedonia dallo stato Jugoslavo è stata
dichiarata con il referendum del settembre del 1991, indetto
dall’Assemblea parlamentare (Sobranje), eletta nel novembre 1990.
Oggi la Repubblica di Macedonia è una repubblica parlamentare con
un proprio ordinamento costituzionale che la definisce come «Stato
sovrano, indipendente, democratico e sociale, in cui la sovranità
appartiene al popolo».
3
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Il processo di indipendenza non è stato privo di tensioni politiche con
i paesi confinanti, in particolare con la Grecia, che ha temuto
rivendicazioni da parte della nuova Repubblica sui suoi territori
settentrionali, anticamente annessi al regno macedone. Proprio sulla base
delle pressioni della diplomazia greca la Macedonia è stata costretta ad
assegnarsi il titolo di Repubblica ex Jugoslava di Macedonia, Former
Yugoslav Republic of Macedonia, Fyrom, in cambio della sua
ammissione alle Nazioni Unite (aprile 1993). Da allora, nonostante il
riconoscimento della Repubblica da parte degli stati europei e degli Stati
Uniti, le tensioni con la Grecia non sono ancora del tutto superate.
2. Il contesto politico
Nei primi anni successivi alla nascita del nuovo Stato, il Paese ha
goduto di una relativa stabilità politica, con un governo di coalizione
guidato dal partito socialista (Lega socialista democratica di Macedonia)
che è rimasto al potere da 1992 al 1998, e un governo di centro destra
dal dicembre 1998 all’aprile del 2001, anno in cui l’acuirsi della crisi
politica e militare ha portato alla nascita di un governo di unità
nazionale.
Uno dei temi centrali della politica del governo è stato il
contenimento delle tensioni presenti tra le diverse etnie di cui si
compone la popolazione macedone1, che ha sempre rappresentato una
seria minaccia alla stabilità politica e quindi all’avvio e al successo dei
processi di riforma istituzionale e amministrativa e, più in generale, alla
1
Oltre agli albanesi, che costituiscono il 27% della popolazione complessiva della Repubblica,
la popolazione è composta da macedoni per il 64,6% da turchi per il 4%, da rumeni per il 2,4% e
da serbi per il 2 %.
4
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
crescita economica e sociale del Paese. Nonostante gli sforzi di favorire
il dialogo tra le etnie, nel marzo 2001 un gruppo di ribelli albanesi
appartenenti all’Esercito di liberazione nazionale, l’Uck, provenienti dal
vicino Kosovo, ha violentemente aggredito la popolazione macedone,
scatenando un gravissimo e cruento conflitto che è stato placato solo
dopo alcuni mesi grazie all’intervento della comunità internazionale.
Dopo sei mesi di scontri, il 13 agosto 2001, l’accordo promosso
dall’Unione Europea e dal governo degli Stati Uniti (Ohrid Framework
Agreement) ha avviato la soluzione del conflitto. L’Uck ha accettato di
sciogliersi e di disarmarsi, dietro il riconoscimento di una maggiore
partecipazione della popolazione albanese presente nel Paese, circa
400.000 persone, alle decisioni politiche e amministrative in materia di
lingua, polizia, istruzione e riconoscimento della regione islamica.
All’effettivo disarmo dei guerriglieri albanesi e al mantenimento della
pace ha contribuito un contingente Nato di 3.500 uomini, che è rimasto
nel Paese fino al marzo 2003, rendendo anche possibili le elezioni
politiche nel settembre 2002.
Dall’aprile 2003 la responsabilità della sicurezza e della difesa
nell’area balcanica è passata nelle mani dell’Unione Europea, anche se la
Nato continua a garantire una propria rappresentanza nel Paese ed è in
corso di definizione il negoziato per l’ingresso della Macedonia e di altri
paesi dell’area balcanica nell’alleanza atlantica (nella prima fase
dovrebbero entrare anche Albania e Croazia).
L’accordo firmato con la comunità internazionale (Ohrid Framework
Agreement) ha definito i passi da compiere al fine di scongiurare
ulteriori crisi e di avviare i processi di riforma istituzionale e di
avvicinamento all’Unione Europea. Tra i punti basilari dell’accordo vi è
il rafforzamento della rappresentanza di tutte le minoranze etniche
all’interno dei pubblici uffici e delle imprese pubbliche; l’avvio di
importanti riforme del settore dell’educazione; la diffusione delle lingue
di minoranza e l’introduzione di procedure parlamentari speciali per
tutte le leggi costituzionali riguardanti le minoranze etniche. Altro
importante punto del programma è l’avvio di un processo di
decentramento, che dovrebbe rafforzare la democrazia nel Paese e
avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini. I temi centrali di
questo processo sono la definizione delle competenze da attribuire alle
istituzioni presenti sul territorio (municipalities) e la individuazione dei
criteri che devono guidare l’implementazione del federalismo fiscale. Il
5
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
coordinamento del processo di decentramento è assegnato al vice primo
ministro e al ministro per l’Autogoverno locale (Ministry of Local SelfGovernment).
L’implementazione dell’accordo richiede una serie di modifiche
legislative e un supporto di assistenza tecnica e finanziaria da parte della
comunità internazionale, da realizzare attraverso programmi di
cooperazione, già in parte avviati, che potranno dare un decisivo
contributo alla stabilità politica e alla crescita economica e sociale del
Paese, scongiurando il rischio di una nuova crisi. In particolare
l’assistenza della comunità internazionale sarà necessaria per affrontare
importanti sfide per lo sviluppo della società macedone che vanno dalla
risoluzione del grave problema della corruzione della pubblica
amministrazione, che fino ad ora ha bloccato l’avanzamento del
processo di riforma, al completamento delle privatizzazioni, alla
promozione dell’imprenditorialità e del lavoro autonomo, allo sviluppo
del corporate management, alla ristrutturazione del settore agricolo, alla
riduzione della povertà.
3. Il contesto economico
Il programma del governo macedone in campo economico è da anni
orientato verso un’economia di libero mercato. L’abbandono della
tradizione socialista e dell’economia centralizzata ha richiesto tuttavia
un processo lungo e non privo di ostacoli, che oggi non può ritenersi
completato.
L’avvio di tale processo, agli inizi degli anni 90, ha messo a dura
prova l’economia dell’appena nata repubblica che ha fatto i suoi primi
passi in uno scenario economico fortemente instabile, caratterizzato da
iperinflazione e da un progressivo calo della produzione (circa il 40% tra
il 1991 e il 1995).
A partire dalla metà degli anni 90 importanti riforme strutturali in
campo economico e sociale (liberalizzazione del commercio,
ristrutturazione dei mercati finanziari e della previdenza sociale, avvio
dei processi di privatizzazione delle imprese pubbliche) hanno
contribuito a ridare stabilità al Paese. Importante è stato il contributo
delle organizzazioni internazionali nella realizzazione delle riforme
6
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
(Banca Mondiale, Ocse, Fmi e Commissione europea, in vista del futuro
ingresso del Paese nell’Unione Europea).
Dal 1997 al 2000 l’andamento dei principali indicatori
macroeconomici è stato positivo (tabella 1).
Tabella 1
Principali indicatori macroeconomici
1997
1998
1999
2000
2001
Tasso di crescita del PIL (%)
1,40
3,40
4,30
4,50
-4,10
Pil (in milioni di $)
Tasso di disoccupazione (media
annua)
Tasso di inflazione media
6,598
40,6
6,823
46,6
7,116
32,4
7,436
32,2
7,131
30,5
2,6
-0,1
0,7
5,8
6,0
Deficit pubblico (in miliardi di
denari)
Esportazioni (in milioni di $)
-1,92
-4,01
0,06
5,91
-14,20
1,365
1,523
1,596
1,599
1,499
Importazioni (in milioni di $)
1,856
2,026
2,124
2,074
1,995
Fonte: Country watch, Macedonia Country Review 2003.
Il contributo dei diversi settori alla produzione del Pil negli anni
1997-2000 (tabella 2) evidenzia la diminuzione del peso del settore
agricolo e del settore dei servizi a beneficio degli altri settori economici
(industria, commercio, trasporti, edilizia).
Tabella 2
Contributo dei diversi settori alla formazione del Pil (composizione %)
Settore
1997
1998
1999
Agricoltura, silvicoltura e pesca
14,2
13
11,8
Industria e miniere
21,9
23,8
24,3
Edilizia
5,2
5,8
7,4
Commercio, turismo e catering
15
16,3
15,4
Trasporti e comunicazioni
6,8
6,5
8,4
Servizi e altro
36,9
34,7
35,8
Fonte: Eiu,(Economist Intelligence Unit), Country Report, dicembre 2002.
2000
9,7
25
6,9
18,7
8,8
30,8
Nel 2001 la crisi politica e militare ha fatto registrare una forte
inversione di tendenza, soprattutto nella produzione, che è calata di 4
7
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
punti percentuali rispetto all’anno precedente. Anche il tasso di
inflazione è salito ulteriormente, raggiungendo il 6%, in seguito
all’aumento dei prezzi dei prodotti industriali e dei beni di consumo,
sebbene la tendenza all’aumento si fosse già ampiamente manifesta nel
corso del 2000.
La crisi politica del 2001 ha avuto riflessi molto negativi anche sul
2002. Il tasso di crescita del Pil ha raggiunto valori molto più contenuti
rispetto alle previsioni iniziali (+0,3% rispetto ad una previsione di
crescita di 3-4 punti percentuali). Tra i settori trainanti, il settore dei
servizi ha registrato la crescita maggiore, seguito da quello agricolo,
mentre negativa è stata la crescita nel settore industriale.
Anche il tasso di disoccupazione è aumentato, passando dal 30,5%
del 2001 al 32% del 2002, e ciò ha determinato un ulteriore incremento
del tasso di povertà del Paese e delle disuguaglianze nella distribuzione
del reddito. Il tasso d’inflazione è rimasto invece sotto controllo grazie a
un incremento contenuto dei consumi e ad una rigida politica monetaria.
Per quanto riguarda la finanza pubblica, il deficit del settore pubblico
è andato oltre le previsioni, attestandosi attorno al 5,9% del Pil,
probabilmente a causa delle decisioni di spesa dovute al ciclo elettorale2.
Tra le manovre di finanza pubblica del nuovo governo, si segnala il
taglio delle spese correnti e l’incremento dell’imposta sul valore
aggiunto applicata al settore delle utilities (elettricità, acqua).
La bilancia commerciale ha risentito della debolezza dell’economia
mondiale e in particolare dell’Unione Europea, che rappresenta la
destinazione di quasi la metà del totale delle esportazioni della
Repubblica di Macedonia, prevalentemente nel settore tessile e agricolo
(nel 2002 la caduta delle esportazioni verso la UE è stata del 13%). La
crescita delle esportazioni dei prodotti nazionali verso la UE sarà
2
Le ultime elezioni politiche si sono tenute nel settembre 2002.
8
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
favorita dall’utilizzo di tecniche appropriate di definizione e controllo
degli standard di qualità dei prodotti interni che ne agevoleranno la
distribuzione sul mercato europeo3.
Tabella 3
Proiezioni economiche per gli anni 2003 e 2004
Pil (var. %)
2003
Inflazione (%)
3
Bilancia commerciale (milioni di US$)
Esportazioni
2,3
Importazioni
1.300
Saldo
-1.100
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit, Country Report, dicembre 2002
2004
3,8
2,6
2.300
-900
Grafico 1
COMPOSIZIONE DEL PIL
(anno 2000)
12
25
Agricoltura
Industria
Servizi
63
Fonte: Country Watch, Macedonia, Country Review 2003.
3
Association Commission of the European Communities, Stabilisation and Report 2003.
9
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Grafico 2
OCCUPATI PER SETTORE (%)
(anno 1998)
67,3
80
60
40
21,2
11,5
20
0
Agricoltura
Industria
Servizi
Fonte: Country Watch, Macedonia, Country Review 2003.
4. L’assetto istituzionale
Secondo l’ordinamento costituzionale macedone sono organi dello
Stato il Presidente della repubblica, il Parlamento (Sobranje), il governo
e la magistratura; tra questi organi opera la suddivisione dei poteri
legislativo, esecutivo e giudiziario.
Il Parlamento è espressione della sovranità popolare. È formato da
un’unica Camera composta di 120 membri (85 membri sono eletti dal
voto popolare con sistema maggioritario e 35 candidati sono invece eletti
con sistema proporzionale tra le liste di candidati presentate dai partiti) e
rimangono in carica per 4 anni. Oltre ad esercitare il potere legislativo e
ad approvare annualmente il bilancio dello Stato, il Parlamento elegge il
governo (Primo ministro e gabinetto) con un voto di maggioranza di tutti
i suoi membri, su proposta del Presidente della repubblica, e sovrintende
e monitora l’attività del governo, sottoponendola a mozione di sfiducia
qualora ne ricorrano le condizioni.
Le ultime elezioni politiche si sono tenute nel settembre 2002 con
l’assistenza della comunità internazionale, e hanno contribuito a portare
il Paese verso la normalità all’indomani della crisi politica e militare.
Grazie all’implementazione del Framework Agreement molti
regolamenti parlamentari sono cambiati. Fra le innovazioni più
10
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
importanti vi è l’introduzione della lingua albanese nei lavori
parlamentari e il ricorso a una maggioranza qualificata (due terzi) per
l’assunzione di decisioni in alcuni importanti settori legislativi: in
materia giudiziaria, in materia di educazione, cultura e uso delle lingue e
in materia di trattamento dei dati personali.
Il Parlamento sta svolgendo un importante lavoro di affiancamento al
programma di governo nell’avvicinamento alla legislazione europea.
Questo lavoro richiede un’approfondita conoscenza delle leggi
comunitarie e degli accordi internazionali al fine di valutarne la
compatibilità con la legislazione interna. Anche su questo fronte un utile
contributo all’accelerazione del processo di riforma è dato
dall’assistenza tecnica fornita dalla comunità internazionale.
Il Presidente della repubblica è anch’esso eletto direttamente dal
popolo e rimane in carica per 5 anni. Ha poteri di rappresentanza,
promulga le leggi, è comandante delle forze armate e presiede il
Consiglio di sicurezza della repubblica. Può proporre al Parlamento di
dichiarare lo stato di guerra e lo stato di emergenza e, in queste
circostanze, ha potere di nomina e revoca dei membri del governo.
La magistratura esercita il potere giudiziario. È organizzata in 27
tribunali di prima istanza, 3 Corti di appello, la Corte suprema e la Corte
costituzionale, i cui membri sono eletti dal Parlamento. La Costituzione
prevede l’autonomia e l’indipendenza della magistratura che dovrebbe
operare sulla base della Costituzione, delle leggi e degli accordi
internazionali ratificati nel rispetto della Costituzione. I giudici godono
dell’immunità, che è sottoposta unicamente al giudizio del Parlamento.
I principi di autonomia e indipendenza della magistratura non trovano
riscontro nell’attuale situazione. Il sistema giudiziario è ancora
fortemente politicizzato e si richiedono azioni molto incisive per rendere
i giudici effettivamente indipendenti dal potere esecutivo e, più in
generale, dall’influenza dei partiti.
Il governo è composto dal Primo ministro e dai ministri che sono
eletti dal Parlamento su proposta del Primo ministro. Il governo, che
opera sulla base dei principi sanciti dalla Costituzione e dalle leggi della
Repubblica, propone le leggi ed è responsabile della loro
implementazione. Svolge, a sua volta, una funzione legislativa attraverso
l’adozione di decreti e di altri atti amministrativi, quando ricorrono le
condizioni di necessità e urgenza previste dalla legge; detta le norme per
l’organizzazione interna dei ministeri e degli altri organi che fanno parte
11
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
della macchina amministrativa; predispone il bilancio da sottoporre al
Parlamento; gestisce le relazioni diplomatiche con altri Stati e coordina
gli uffici diplomatici all’estero.
5. L’amministrazione pubblica: struttura organizzativa e principali
competenze
L’amministrazione pubblica macedone è organizzata su due livelli
amministrativi, quello centrale che fa capo ai ministeri e ad altre
istituzioni operanti a livello centrale, che possono avere proprie strutture
distribuite sul territorio, e quello rappresentato dalle autonomie locali.
A livello centrale l’attività del governo e della macchina
amministrativa è disciplinata principalmente da tre leggi: la legge sul
ruolo e l’attività del governo («Gazzetta ufficiale», n. 30 del 1990); la
legge sulla pubblica amministrazione del 1996 (Law on Public
Administration) che ha sostituito la precedente legge del 1990
(«Gazzetta Ufficiale», n. 40 del 1990) ed infine la legge sulle procedure
amministrative (Law on General Administrative Procedures), emanata
nel 1996.
Queste leggi definiscono il numero, le tipologie, le competenze e le
procedure di lavoro dei ministeri e degli altri organismi appartenenti alla
pubblica amministrazione centrale. Con l’attuale governo vi sono in
Macedonia 14 ministeri, la cui articolazione è la seguente4:
- Ministro della difesa
- Ministero della giustizia
- Ministero delle finanze
- Ministero dei trasporti e delle comunicazioni
4
<http://www.gov.mk>
12
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
- Ministero del lavoro e della politica sociale
- Ministero della cultura
- Ministero per l’autogoverno locale
- Ministero degli interni
- Ministero degli esteri
- Ministero dell’economia
- Ministero dell’agricoltura, foreste e risorse idriche
- Ministero dell’educazione e delle scienze
- Ministero della salute
- Ministero dell’ambiente e della pianificazione territoriale.
L’attività dei ministeri è in gran parte basata su forme di
cooperazione interministeriale. Ciascun ministero, prima di sottoporre le
proprie proposte al governo, è tenuto a consultare gli altri ministeri e le
altre strutture amministrative che hanno interessi sulla materia. Per
favorire tale cooperazione interministeriale, il governo istituisce delle
Commissioni interministeriali che possono essere permanenti o
temporanee5.
5
Le principali commissioni istituite in seno al governo sono:
- Commissione per la politica economica
- Commissione per il sistema economico e lo sviluppo
- Commissione per gli affari interni
- Commissione per la difesa e la sicurezza
- Commissione per le risorse umane e gli affari amministrativi
- Commissione per il sistema politico
- Commissione per i servizi pubblici
- Commissione per la difesa, la produzione e i servizi
- Commissione per l’energia
- Commissione per le politiche della casa
- Commissione per l’immigrazione
- Commissione per le privatizzazioni
- Commissione per la riforma della pubblica amministrazione.
13
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Oltre ai 14 ministeri, a livello centrale sono collocate le strutture
amministrative non ministeriali di supporto all’attività del governo:
- l’Archivio della Repubblica di Macedonia
- i Servizi generali del governo
- l’Ufficio di statistica nazionale
- la Commissione per gli affari religiosi
- l’Ufficio idrometeorologico
- il Segretariato per l’attività legislativa.
Si tratta di strutture che godono di una maggiore autonomia rispetto ai
ministeri e che normalmente rispondono direttamente al Capo del
governo.
La legge sul ruolo e le attività del governo disciplina altresì l’attività
di due suoi organi di consulenza: il Consiglio legale e il Consiglio
economico. Tali organi sono formati da esperti provenienti
prevalentemente dal mondo accademico e che sono chiamati ad
intervenire su richiesta del governo o su loro iniziativa, per l’esame di
questioni in campo giuridico o economico particolarmente delicate.
A livello locale l’amministrazione è suddivisa in 123 municipi
(opstini)6 che godono di propria autonomia nelle materie di rilevanza
6
La legge sulla Divisione del territorio macedone ha individuato 123 municipi: Aracinovo, Bac,
Belcista, Berovo, Bistrica, Bitola, Blatec, Bogdanci, Bogomila, Bogovinje, Bosilovo, Brvenica,
Cair (Skopje), Capari, Caska, Cegrane, Centar (Skopje), Centar Zupa, Cesinovo, Cucer-Sandevo,
Debar, Delcevo, Delogozdi, Demir Hisar, Demir Kapija, Dobrusevo, Dolna Banjica, Dolneni,
Dorce Petrov (Skopje), Drugovo, Dzepciste, Gazi Baba (Skopje), Gevgelija, Gostivar, Gradsko,
Ilinden, Izvor, Jegunovce, Kamenjane, Karbinci, Karpos (Skopje), Kavadarci, Kicevo, Kisela
Voda (Skopje), Klecevce, Kocani, Konce, Kondovo, Konopiste, Kosel, Kratovo, Kriva Palanka,
Krivogastani, Krusevo, Kuklis, Kukurecani, Kumanovo, Labunista, Lipkovo, Lozovo, Lukovo,
Makedonska Kamenica, Makedonski Brod, Mavrovi Anovi, Meseista, Miravci, Mogila, Murtino,
Negotino, Negotino-Polosko, Novaci, Novo Selo, Oblesevo, Ohrid, Orasac, Orizari, Oslomej,
Pehcevo, Petrovec, Plasnica, Podares, Prilep, Probistip, Radovis, Rankovce, Resen, Rosoman,
Rostusa, Samokov, Saraj, Sipkovica, Sopiste, Sopotnica, Srbinovo, Star Dojran, Staravina, Staro
Nagoricane, Stip, Struga, Strumica, Studenicani, Suto Orizari (Skopje), Sveti Nikole, Tearce,
14
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
locale e che si finanziano in parte con proprie risorse e in parte con
risorse dello Stato centrale.
Le autonomie locali sono riconosciute all’interno dell’ordinamento
costituzionale macedone. La costituzione detta i principi che regolano il
sistema di finanziamento delle autonomie locali e individua nella legge
sull’autogoverno locale la fonte di disciplina delle funzioni pubbliche
loro assegnate (art. 8 Costituzione, paragrafo 9, e art. 114 Costituzione).
Individua, inoltre, le materie di rilevanza locale per le quali è prevista la
partecipazioni diretta dei cittadini o dei loro rappresentanti alle decisioni
pubbliche: pianificazione territoriale, lavori pubblici, cultura, sport,
spettacoli, educazione primaria, assistenza sanitaria primaria e assistenza
sociale (art. 115 Costituzione).
I criteri per la definizione della dimensione ottimale dei governi locali
e la suddivisione territoriale della Repubblica sono definiti per legge
(art. 116 Costituzione). Una disciplina speciale è prevista per la città di
Skopje (art. 117 Costituzione)7.
La prima legge sull’auto-governo locale, che ha individuato 34
municipi, è del novembre 1995 («Gazzetta ufficiale», n. 52 del 1995).
Tale legge ha definito le responsabilità, l’organizzazione e il
funzionamento delle autorità locali e la partecipazione dei cittadini alla
vita pubblica.
Le competenze assegnate ai municipi si distinguono in competenze
originarie e competenze assegnate dalla Repubblica. Le prime
riguardano l’adozione di programmi di sviluppo della città, la
pianificazione di nuove infrastrutture, la manutenzione delle strade e dei
Tetovo, Topolcani, Valandovo, Vasilevo, Velesta, Veles, Vevcani, Vinica, Vitoliste, Vranestica,
Vrapciste, Vratnica, Vrutok, Zajas, Zelenikovo, Zeleno, Zitose, Zletovo, Zrnovci.
7
La legge che detta la disciplina speciale per la città di Skopje è pubblicata nella «Gazzetta
ufficiale», n. 49 del 1996.
15
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
ponti che insistono sul territorio locale, l’adozione del budget e del
bilancio di cassa del municipio, la determinazione dei presupposti dei
tributi locali e la raccolta degli stessi nel rispetto di quanto previsto dalla
legge. Le seconde riguardano principalmente l’assistenza sanitaria
primaria e l’assistenza sociale, l’educazione primaria, la promozione di
eventi culturali e sportivi. I conflitti di competenza tra lo Stato e le
autorità locali sono definiti dalla Corte costituzionale.
Gli organi di governo dei municipi sono: il Sindaco, che è eletto
direttamente dal popolo con una votazione segreta ed ha un mandato di
quattro anni, e il Consiglio.
La legge sull’autogoverno locale prevede forme di cooperazione
orizzontale tra i municipi (Comunità di autogoverno), prevalentemente
nel settore dei servizi pubblici locali.
Il sistema di finanziamento dei municipi è regolato oltre che dalla
legge sull’autogoverno locale anche dalla legge sul bilancio (Law on
Budgets) e dalla legge sul contenimento delle fonti di entrata per il
finanziamento della spesa pubblica (Law on limiting the Sources of
Revenues for financing Public Expenditure), adottata annualmente.
La legislazione sul governo locale è contenuta anche nelle leggi di
settore per le materie di rilevanza locale (pianificazione territoriale,
infrastrutture locali, servizi di rete, etc).
Nel 1996 la legge sulla divisione del territorio (Law on Territorial
Division) ha determinato la dimensione ottima dei municipi, ampliando
il loro numero da 34 a 123, (di cui sette facenti parte della città Scopje),
più la città di Scopje, individuando comunità molto diversificate nel
livello di sviluppo sociale, economico e infrastrutturale. Nello stesso
anno la Repubblica di Macedonia ha sottoscritto la Carta europea sulle
autonomie locali del Consiglio d’Europa.
Il coordinamento e lo sviluppo del processo di decentramento è
affidato al Ministero per l’autogoverno locale. Il Ministero svolge anche
l’importante funzione di promozione della coesione all’interno del
territorio nazionale, proponendo misure e strumenti di riequilibrio
finanziario tra i governi locali e realizzando interventi a favore dello
sviluppo economico delle aree in ritardo.
16
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Capitolo II
Innovazione e riforma amministrativa
1. La Commissione per la riforma della pubblica amministrazione e
l’Action Plan
Il governo della Repubblica di Macedonia ha istituito nel gennaio
1998 una Commissione per la riforma della pubblica amministrazione
presieduta dal ministro della giustizia, della quale fa parte il ministro per
l’autogoverno locale. Nel febbraio 99 è stata definita la strategia per la
riforma della pubblica amministrazione, che ha individuato nelle
autonomie locali il punto nodale dell’intero processo di riforma.
Al fine di analizzare lo stato del processo di decentramento e di
ampliare le funzioni dei governi locali, il governo ha successivamente
predisposto un Action Plan, che ha previsto le seguenti fasi di lavoro:
- fase 1 - preparazione di un rapporto per la definizione della strategia
da seguire per la riforma del governo locale;
- fase 2 - revisione della legislazione vigente in materia di governo
locale, attraverso la costituzione di tre gruppi di lavoro, formati da
esperti, per l’individuazione delle modifiche da apportare alle tre leggi
fondamentali in materia: la legge sull’autogoverno locale, la legge sulla
divisione del territorio e la legge che disciplina il sistema di
finanziamento dei governi locali;
- fase 3 - definizione degli standard che i governi locali dovranno
rispettare nell’esercizio delle materie di loro competenza; individuazione
di adeguati programmi di training per il management pubblico, al fine di
migliorare l’efficienza e l’accountability delle strutture amministrative.
Nel marzo 1999 il Ministero per l’autogoverno locale ha dato avvio
alla fase 1 dell’Action Plan istituendo una commissione di studio
composta da rappresentati dei Ministeri per l’autogoverno locale, delle
finanze e della pianificazione territoriale, dai Sindaci, da esperti di
governo locale provenienti dall’Agenzie di sviluppo internazionale
(Usaid) e da esperti di riforma amministrativa impegnati sui programmi
UE Phare.
17
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Le fasi 2 e 3 dell’Action Plan sono tuttora in corso.
Il rapporto della Commissione di studio, pubblicato nell’ottobre 1999,
ha messo in luce la scarsa autonomia dei governi locali sia sul piano
delle competenze sia sul piano del sistema di finanziamento, che è
apparso ancora troppo dipendente dal centro.
Sul piano delle competenze, le principali carenze del sistema di
governo locale evidenziate nello studio riguardano i seguenti aspetti:
- la non adeguata attuazione dell’art. 115 della Costituzione sulla
partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche nelle materie di
rilevante interesse locale;
- il mancato rispetto all’interno della legislazione sul governo locale
dei principi sanciti nella Carta delle autonomie locali del Consiglio
d’Europa, e quindi la necessità di armonizzare la legislazione con gli
standard previsti dal diritto europeo;
- la presenza di forti restrizioni all’autonomia dei governi locali anche
nelle materia ad esse delegate, laddove l’esercizio delle competenze
debba avvenire in accordo con quanto disposto da altre leggi della
Repubblica, già esistenti o non ancora emanate;
- la limitata e inadeguata competenza dei governi locali in materia di
pianificazione territoriale, sviluppo e gestione delle public utilities,
contrariamente a quanto previsto dalla Costituzione e dalla Carta
europea delle autonomie locali e la conseguente necessità di un ulteriore
decentramento di funzioni in queste materie;
- i ritardi nell’adozione della nuova legge sull’edificabilità dei suoli;
- l’assenza di una precisa ripartizione di compiti e responsabilità
all’interno della struttura organizzativa dei municipi, soprattutto in
materia di pianificazione, finanza e manutenzione delle reti stradali, e la
conseguente esigenza di un modello di governo più efficiente in questi
settori;
- la necessità di definire un sistema di standard di qualità per il settore
delle public utilities e lo sviluppo di un modello per la determinazione
delle tariffe di tali servizi;
- l’esigenza di una normativa per il passaggio della proprietà dei
servizi di rete a rilevanza locale alle autonomie territoriali;
- il bisogno di una normativa più chiara sullo status giuridico delle
imprese di titolarità pubblica.
Sul piano del sistema di finanziamento dei governi locali lo studio
evidenzia i seguenti aspetti critici:
18
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
- l’assenza di una legge speciale sulla finanza pubblica dei governi
locali;
- la discrepanza tra le risorse assegnate ai governi locali e le loro
responsabilità, così come definite dalla Costituzione e dalle leggi in
materia;
- l’impossibilità per le autonomie territoriali di finanziarsi con le
risorse provenienti dalla tassazione locale, a causa dei limiti derivanti
dalla legislazione vigente;
- la necessità di definire un sistema di allocazione di fondi aggiuntivi
per le nuove competenze da trasferire in materia di pianificazione
territoriale e sviluppo;
- la scarsa partecipazione dei governi locali nella decisioni relative
alla allocazione dei fondi nazionali e la mancanza di trasparenza nelle
relative procedure di allocazione dei fondi;
- la limitata autonomia dei governi locali nella definizione delle
politiche di spesa per la presenza di vincoli di destinazione
nell’assegnazione delle risorse;
- l’impossibilità per i governi locali di accedere al mercato nazionale
dei capitali;
- l’incapacità dei governi locali di implementare sistemi efficaci di
budgeting e di controllo della spesa, che migliorerebbero
l’accountability dei governi locali, a causa di una eccessiva
frammentazione dei fondi e dei capitoli di spesa;
- l’incapacità dei governi locali di determinare adeguatamente le
aliquote sulla tassazione locale e di amministrare i tributi.
Alle problematiche individuate si aggiunge l’inadeguatezza della
suddivisione territoriale rispetto alle caratteristiche demografiche,
economiche, sociali e culturali delle aree prese in considerazione. Anche
l’organizzazione della città di Skopje in sette municipi crea problemi di
sovrapposizione di competenze. Infine, l’incapacità amministrativa delle
strutture che operano a contatto con i cittadini e l’assenza di una
normativa di tutela dei cittadini rispetto alla legittimità degli atti
amministrativi.
Dal momento che la Costituzione non ha previsto l’esistenza di entità
territoriali sovraordinate rispetto ai municipi (regioni o altre entità
autonome) lo studio suggerisce di operare al fine di rafforzare il modello
esistente, ampliando le funzioni delegate ai municipi e garantendo
risorse finanziarie congrue all’esercizio di tali funzioni. Allo stesso
19
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
tempo suggerisce di rafforzare la capacità amministrativa e di gestione
degli uffici pubblici attraverso politiche adeguate di formazione e
riqualificazione del personale impiegato, prevedendo anche il ricorso a
sistemi incentivanti.
Un importante supporto all’implementazione della riforma potrà
venire dai programmi di assistenza tecnica proposti dagli organismi
internazionali. Nella tavola che segue si riportano i principali programmi
di assistenza al processo di decentramento nella Repubblica di
Macedonia già in corso di svolgimento o di prossima implementazione.
Tabella 5
Programmi di assistenza al processo di riforma del governo locale
proposti da organismi internazionali
Iniziativa
Obiettivo
UE PHARE
Program of techincal and other support
of the public administration (1997–
1999)
Assistenza tecnica in materia di relazioni
finanziarie tra l’amministrazione centrale e
i governi locali; Institutional building e
sviluppo delle risorse umane; supporto al
Ministero per l’auto-governo locale.
UE PHARE
Programme of support for the
development of locale self government
Supporto al Ministero per l’auto-governo
locale; implementazione di progetti pilota
presso i municipi, finalizzati ad assistere
l’implementazione
della
legislazione
esistente e ad introdurre miglioramenti
organizzativi; sviluppo di programmi di
training sulle materie di interesse locale.
20
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
US
Agency
for
International
Development (USAID)
Programme for techinical assistance in
the reform of local self government
(settembre 1999 – agosto 2002)
Prima fase
Institutional building e sviluppo delle
risorse umane; ridisegno del sistema di
finanziamento dei governi locali;
Seconda fase
Supporto
all’innovazione
legislativa;
supporto al miglioramento degli standard
di servizio; sviluppo delle competenze in
materia di raccolta dei fondi per l’esercizio
delle competenze dei governi locali.
United
Nation
Development
Programme (UNDP)
Project on urgent reaction to the effects
of the Kosovo crisis in the Republic of
Macedonia.
Creazione di un Fondo municipale di
sviluppo per attirare risorse finanziarie
estere per programmi di assistenza
all’attività
delle
istituzioni
locali;
creazione di una Unità di Coordinamento
per coordinare le attività proposte da
organizzazioni internazionali.
United
Nation
Development
Programme (UNDP)
Second Country cooperation for FYR
Macedonia (2001-2003)
Potenziamento delle competenze e delle
capacità amministrative dei governi locali;
rafforzamento dei principi di trasparenza e
di accountability nella gestione delle
funzioni pubbliche attribuite ai governi
locali.
2. I settori di riforma istituzionale
Un altro importante settore di intervento per lo sviluppo sociale ed
economico della Macedonia è rappresentato dal settore dell’istruzione.
Già a partire dal 1997 sono stati realizzati importanti progetti di riforma
attraverso programmi di training per gli insegnanti, attraverso la
definizione di un sistema nazionale di controllo della qualità del servizio
offerto finalizzato a migliorare il servizio e ad accrescere gli skills della
popolazione giovanile, mediane la diffusione delle tecnologie
informatiche e la creazione di scuole pilota e di centri regionali per
21
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
l’impiego, per favorire il dialogo tra scuola e mondo del lavoro. Queste
iniziative sono tuttora in corso e la loro implementazione è supportata
dai programmi di assistenza tecnica offerti dall’Unione Europea.
L’elevato livello di disoccupazione presente in Macedonia (il 32% nel
2002) spinge a ritenere che un altro campo cruciale d’intervento per lo
sviluppo del Paese sia rappresentato dalle politiche per il lavoro. I
principali attori istituzionali che operano in questo settore sono: il
Ministero del lavoro e l’Ufficio per l’occupazione, oltre all’Ufficio di
statistica, che raccoglie tutti i dati sul mercato del lavoro. Di primaria
importanza sono le funzioni svolte dall’Ufficio per l’occupazione, che si
occupa non solo dell’assegnazione dei sussidi alla disoccupazione, ma
che è anche sempre più coinvolto nella realizzazione di politiche attive
per il lavoro, come ad esempio l’organizzazione e il coordinamento di
corsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Nel 1999 l’Ufficio
per l’occupazione ha organizzato 105 corsi di formazione che hanno
visto la partecipazione di 2.984 persone; dopo il programma di
formazione, la maggior parte dei partecipanti ha trovato un impiego
stabile (hanno trovato lavoro 1.924 persone, di cui l’80% era
rappresentato da donne e il 60% aveva meno di trent’anni)8.
Un settore critico è anche quello della giustizia, caratterizzato non
soltanto da una gestione fortemente inefficiente che rallenta
notevolmente la conclusione dei processi, ma anche dalla presenza di un
elevato livello di corruzione tra i giudici, che mette in pericolo il
processo di consolidamento della democrazia, basato principalmente sul
rispetto della legge. Gli obiettivi del processo di riforma in questo settore
devono essere orientati alla realizzazione di un sistema giudiziario
indipendente dal potere politico e in grado di progettare idonee misure
per combattere la corruzione. Allo stesso tempo è necessario
8
European Commission, Cards Assistance Programme 2002-2006.
22
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
modernizzare le procedure di gestione dell’amministrazione giudiziaria,
anche attraverso il completamento dell’informatizzazione dei tribunali.
3. Gli interventi in campo economico
Nell’arco di un decennio la Repubblica di Macedonia ha compiuto
importanti progressi nel processo di transizione da un sistema
economico centralizzato a un’economia di libero mercato.
Per raggiungere tale obiettivo il governo ha agito sia sul settore
pubblico, attraverso la leva fiscale e le privatizzazioni, sia sul settore
privato, attraverso la riforma del diritto societario e la modernizzazione e
il rafforzamento del sistema finanziario. La consapevolezza che la
creazione di un settore privato efficiente e competitivo fosse un passo
cruciale per la riforma del sistema economico ha spinto il governo ad
operare sul piano normativo, rafforzando la disciplina giuridica di tutela
degli azionisti, creando così un ambiente favorevole agli investimenti.
Il processo di privatizzazione delle imprese pubbliche è cominciato
nel 1989 e ha avuto una forte accelerazione dopo il 1993 Alla fine del
2000 erano state privatizzate più di 1.600 imprese pubbliche, la maggior
parte di piccole dimensioni.
Nel 1999 con l’ultima legge sulle privatizzazioni (Law on Amending
of the Law on Transformation of Enterprises With Social Capital),
pubblicata nella «Gazzetta ufficiale» n. 25 del 30 Aprile 1999, sono stati
rafforzati i poteri dell’Agenzia per le privatizzazioni, già istituita con la
precedente legge sulle privatizzazioni del 93, che opera come agenzia
governativa per la promozione degli investimenti. Con la stessa legge è
stata inoltre modificata la disciplina sulla bancarotta. Una nuova legge
sull’auditing ha poi migliorato l’attività di reporting finanziario per le
imprese da sottoporre a privatizzazioni.
Lo schema di privatizzazione adottato dal governo macedone prevede
che il 30% del capitale sociale sia offerto ai dipendenti sotto forma di
azioni ordinarie o di stock option; il 15% del capitale sociale confluisce
automaticamente in un Fondo pensioni dello Stato; il Fondo può, in un
momento successivo, decidere autonomamente la vendita delle azioni;
infine il 55% del capitale sociale è disponibile per essere collocato sul
mercato tra investitori interni ed esteri.
23
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Alla fine del 2002 erano state privatizzate 1.688 società con capitale
pubblico mentre 84 imprese erano in fase di privatizzazione. Rispetto al
programma del governo, che prevedeva la quasi totale dismissione della
proprietà pubblica entro la fine dell’anno, soltanto 10 imprese sono state
privatizzate nel corso dell’anno 2002 e tra queste la Jugohrom, una delle
più grandi imprese pubbliche del Paese con grosse difficoltà finanziarie,
che è stata venduta a investitori francesi9. Il processo di privatizzazione
ha interessato anche il settore bancario, nel quale oggi operano tre
principali banche che assieme posseggono una quota di mercato pari al
65% del totale.
Tabella 6
Settore pubblico all’inizio del processo di privatizzazione (escluso
settore agricolo)
Settori
Numero di
imprese
Occupati
Manifatturiero
403
149.174
Capitale
sociale
(in euro)
1.101.109.147
Edilizia
117
33.499
118.205.995
Commercio
385
20.773
252.619.574
Trasporti
63
12.080
67.505.331
Finanza e servizi
120
4.417
26.247.146
Craft
58
3.017
9.376.752
Catering e turismo
70
5.890
111.824.957
Totale
1.216
228.850
1.686.888.902
Fonte: Governo della Repubblica di Macedonia - Agenzia per le privatizzazioni
9
Privatization Agency of the Republic of Macedonia (<http://www.mpa.org.mk>).
24
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Nell’ambito del settore finanziario il governo ha operato sia
attraverso la modifica della disciplina giuridica sia attraverso interventi
di modernizzazione dei sistemi di gestione.
Con riferimento al primo aspetto, le innovazioni legislative più
importanti riguardano la legge sul settore bancario del luglio 2000 (Law
on banks, «Gazzetta ufficiale», n. 63/2000) che ha disposto, tra le altre
modifiche, la riduzione delle restrizioni sulla partecipazione al capitale
azionario delle banche e delle istituzioni finanziarie da parte di
investitori nazionale che esteri, aumentando il limite al possesso
azionario dal 20 al 33%; la nuova legge sul ruolo e le funzioni della
Banca centrale; la legge sulla prevenzione del riciclaggio del maggio
2001, con la quale è stato anche istituito un Dipartimento di controllo ad
hoc presso la Direzione generale del Ministero delle finanze10.
10
Ocse, Progress in Policy Reform in South Est Europe - Monitoring Instruments, giugno 2001.
25
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Tabella 7
Stato di avanzamento del processo di privatizzazione al 31 dicembre
2002
Settori
Imprese
privatizzate
Manifatturiero
500
Imprese in
fase di
privatizzazio
ne
25
Agricoltura
427
16
Edilizia
122
6
Commercio
352
22
Trasporti
53
1
Finanza e servizi
116
10
Craft
55
1
Catering e Turismo
63
3
Totale
1.688
84
Fonte: Governo della Repubblica di Macedonia - Agenzia per le privatizzazioni
Relativamente al secondo aspetto, sono stati compiuti importanti
progressi nella modernizzazione del sistema dei pagamenti e delle
operazioni bancarie, a seguito dell’adozione di una legge sulle forme di
pagamento elettroniche, dell’introduzione della carta di credito a valenza
nazionale per i pagamenti ad importo limitato, e dell’introduzione del
sistema di dell’e-banking, che ha permesso lo snellimento di numerose
transazioni finanziarie.
Nonostante tali progressi, il settore finanziario mostra ancora punti di
debolezza; soprattutto la bassa competitività dovuta ad un volume di
prestiti ancora molto contenuto e alla presenza di rilevanti carenze
organizzative, anche in termini di disponibilità di adeguate competenze
professionali.
Anche il mercato borsistico è ancora poco sviluppato. A novembre
2002 soltanto 8 società erano quotate al mercato ufficiale (Macedonian
Stock Exchange), mentre all’incirca 70 società erano quotate al secondo
mercato. Le transazioni sul mercato sono ancora estremamente basse (in
media 84 al giorno) e hanno un impatto molto limitato sull’andamento
dell’economia.
26
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
La legislazione in materia di mercati finanziari sta però facendo passi
in avanti con l’emanazione delle leggi in materia di Fondi
d’investimento (febbraio 2000) e in materia di acquisizioni. Al fine di
rendere maggiormente efficaci le operazioni sul mercato borsistico è
stato inoltre introdotto un Deposito centrale valori che è in grado di
gestire e controllare i libri contabili e di controllare in forma elettronica
le transazioni sul mercato dei capitali, in maniera da garantire maggiore
trasparenza nelle operazioni sui titoli e assicurare maggiore protezione
agli azionisti di minoranza. Si sta sperimentando infine un allargamento
del mercato dei titoli attraverso collegamenti della Borsa macedone con
quella slovena e greca.
4. Le politiche per lo sviluppo economico: la legislazione a favore
degli investimenti esteri
La politica del governo della Repubblica di Macedonia è sempre stata
molto favorevole all’ingresso di capitali esteri nel Paese. La legislazione
in materia di investimenti esteri è contenuta in differenti leggi, alcune di
nuova adozione, altre derivanti dalla legislazione della Repubblica
Jugoslava. Importanti principi in materia sono inoltre dettati nella Carta
Costituzionale.
La Costituzione macedone (artt. 31 e 59) e la legge sugli investimenti
esteri (Law on Foreign Investment) non prevedono discriminazioni per
gli stranieri, i quali possono investire direttamente in tutti i settori
economici e in ogni tipologia di industria, salvo alcune eccezioni
regolate dalla legge, per le quali si richiede una speciale autorizzazione
governativa: produzioni e commercio di armi, commercio di narcotici,
protezione del patrimonio artistico e culturale. Gli stranieri hanno inoltre
il diritto di trasferire liberamente i capitali investiti e i profitti.
La legislazione incoraggia la partecipazione dei capitali esteri nei
processi di privatizzazione delle società pubbliche a condizione che tale
partecipazione favorisca le opportunità di esportazione e la crescita del
livello di occupazione. Gli investitori stranieri possono entrare nel
capitale di imprese pubbliche sottoposte a processi di privatizzazione,
anche acquisendo la maggioranza del pacchetto azionario (Law for
Transormation of Enterprises with Social Capital).
27
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
È favorita inoltre la partecipazione dei capitali esteri nella compagine
azionaria delle banche e delle istituzioni finanziarie (legge sul settore
bancario «Gazzetta ufficiale» n. 63/00), poiché si ritiene che tale
partecipazione possa migliorare i sistemi di governance e la performance
del settore bancario; e nel settore assicurativo, dove è previsto un
aumento del limite al possesso azionario dal 25% all’80% in caso di
compagnie di assicurazione estere (Law on Insurance, «Gazzetta
ufficiale», n. 49/97).
La legislazione sulla tutela del diritto di proprietà, modificata con la
nuova legge (Law on ownership relations) del giugno 2001 e la
legislazione sull’edificabilità dei suoli (Law on costruction land)11,
anch’essa recentemente modificata, non penalizzano gli stranieri.
Rispetto alla precedente legislazione in materia di tutela del diritto di
proprietà e di edificabilità dei suoli12, le nuove leggi hanno anche
rimosso alcune restrizioni esistenti sulla vendita dei terreni, sull’ipoteca
o sul leasing per investitori stranieri. Analogamente non sono previste
discriminazioni in materia di esproprio (Law on Espropriation). La
proprietà, anche se posseduta da non residenti, non può essere sottoposta
ad esproprio, eccetto che nei casi richiamati dalla stessa legge: guerra;
disastri naturali; o quando è in contrasto con interessi pubblici
(costruzioni di strade, acquedotti, opere di difesa e protezione civile,
edifici scolastici, ospedali, etc.) e in tali casi lo Stato è comunque
obbligato a pagare un indennizzo per l’esproprio. L’unica vera
limitazione riguarda l’esercizio del diritto di proprietà sulla terra, sulla
11
Progress in Policy Reform in South Est Europe -– Monitoring Instruments, Ocse, giugno
2001.
12
La precedente legge in materia di edificabilità risaliva al 1975 mentre quella sul diritto di
proprietà al 1980.
28
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
quale agli investitori stranieri sono riconosciuti soltanto diritti di uso e
non diritti di proprietà.
La legislazione fiscale, altrettanto favorevole all’ingresso di capitali
esteri, prevede una serie di incentivi che rendono più attraente
l’investimento nel territorio macedone. Gli investitori stranieri non
pagano le tasse doganali sull’importazione di attrezzature e merci
quando il periodo di investimento eccede i cinque anni e quando la quota
di capitale posseduta in azienda è almeno pari al 20% del capitale
sociale. Sono previste esenzioni dal pagamento delle tasse sui profitti
generati durante i primi tre anni di attività a condizione che la quota di
capitale investita in azienda sia almeno del 20%; ulteriori esenzioni sono
previste a condizione che i profitti siano reinvestiti in attività fisse o
impiegati per interventi che favoriscano la protezione dell’ambiente. Le
tasse sui profitti possono essere ridotte del 100% se l’investimento
avviene in regioni in ritardo di sviluppo economico (zone di montagna,
di confine o zone rurali). Infine per le imprese straniere la tassazione
sulle società è ridotta al 15%. Per quanto riguarda l’acquisto di materie
prime non vi sono particolari vincoli. Gli investitori stranieri possono
acquistare materie prime da produttori locali o importarle da Paesi esteri.
In questo ultimo caso la legge prevede incentivi, sotto forma di sgravi
fiscali, nei casi in cui la transazione è conclusa con i Paesi aderenti al
Free Trade Agreement con la Repubblica di Macedonia. Non sono
previsti limiti alle esportazioni. Anche la riforma amministrativa sta
facendo progressi al fine di favorire l’ingresso di imprese straniere sul
territorio macedone. Uno dei principali ostacoli all’incremento degli
investimenti esteri è infatti rappresentato dalla persistenza di procedure
burocratiche lunghe e farraginose. Per tentare di superare tali ostacoli
sono stati avviati due importanti progetti di innovazione amministrativa.
Il primo è relativo all’informatizzazione dei registri catastali, che
permette l’aggiornamento e la trasmissione delle informazioni sulla
proprietà immobiliare in tempi più rapidi. Il progetto è realizzato dal
National Land Bureau e dai Ministeri dell’agricoltura e della giustizia. Il
secondo, coordinato dal Ministero dell’economia, si propone invece la
creazione di un ufficio unico (one shop stop) che adempie a tutti gli
obblighi burocratici necessari alla registrazione delle imprese straniere
che si localizzano sul territorio macedone.
Per finire, la legislazione sul mercato del lavoro (Employment
Relations Law) non prevede discriminazioni per gli stranieri che
29
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
lavorano in Macedonia, che però devono possedere un regolare
permesso di lavoro. Non vi sono limitazioni sul numero di lavoratori
stranieri impiegati in aziende macedoni e sulla durata dei contratti di
lavoro13.
Tabella 8
Principali partner commerciali della Repubblica di Macedonia
(scambi commerciali in milioni di $)
Importazioni
Germania
Ucraina
Grecia
Italia
Jugoslavia
Esportazioni
Iugoslavia
Germania
Croazia
Italia
Grecia
Fonte: Macedonia Country Watch 2003
13
1997
239
92
130
96
206
1998
255
120
113
109
246
1999
245
115
164
93
182
2000
252
206
200
249
190
2001
247
297
339
170
209
1997
274
199
39
44
99
1998
240
281
54
92
83
1999
254
255
49
70
86
2000
333
256
49
88
84
2001
368
228
58
94
73
<http://www.gov.mk.it> Macedonian Government Body.
30
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Tabella 9
Debito estero della Repubblica di Macedonia (in milioni di $)
Debito estero
1996
1,818
1997
1,265
1998
2,392
1999
1,433
2000
1,465
Interessi per il servizio del debito
Esportazioni
59
1,244
92
1,365
143
1,523
458
1,593
161
1,559
0,30%
0,50%
0,70%
1,70%
0,50%
9,40%
6,60%
11,50%
5,30%
4,90%
Interessi per il servizio del
debito/esportazioni
Debito estero/esportazioni
Fonte: Macedonia Country Watch 2003
Tabella 10
Il commercio estero dell’Italia con la Repubblica di Macedonia (valori
in euro)
2002*
2001
2000
Esportazioni
121,837,263
173,934,537
244,053,418
Importazioni
114,752,218
115,322,721
187,722,882
Saldo
7,085,045
58,611,816
56,330,536
* dati si riferiscono al periodo gennaio-dicembre 2002
Fonte: Eiu, Economist Intelligence Unit: Country Report, dicembre 2002.
Il Ministro per l’auto-governo locale è strutturato nei seguenti
Dipartimenti:
- il Dipartimento per gli affari legali dei municipi
- il Dipartimento per il finanziamento e le politiche di sviluppo dei
municipi
- il Dipartimento per il coordinamento delle materie di competenza
del Ministero e l’informazione
- l’Ispettorato per il governo locale
- il Comitato per le aree economicamente sottosviluppate.
31
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Organisation chart for the Ministry for Local Self-Government
Fonte: Sito web il governo della Repubblica di Macedonia (www.gov.mk)
31
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Fonti
Cia, The World Factbook 2002, The Former Yugoslav Republic of
Macedonia
(<http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/index.html>).
Commission of the European Communities, Commission staff
working paper, Former Yugoslav Republic of Macedonia, Stabilization
and Association Report 2003, Brussels, 26 marzo 2003.
Country Watch, Macedonia (Fyrom), Country Review, 2003
(<http://www.countrywatch.com>).
Economic Intelligence Unit, Country report, dicembre 2002.
European Commission, Cards Assistance Programme, Former
Yugosalv Republic of Macedonia, 2002-2006.
European Union Assistance, The Former Yugoslav Republic of
Macedonia, the European contribution, november 2000.
Foundation open Society Institute Macedona (<http://soros.org.mk>).
Governo della Repubblica di Macedonia, (<http://www.gov.mk.it>).
Macedonia Faq (<http://faq.macedonia.org>).
Ministry of Local Self Government, Strategy for reform of the local
self government system in the Republic of Macedonia (<http://
www.mls.gov.mk>).
Oecd, Stability Pact, Progress in policy reform in South East Europe,
Former Yugoslav Republic of Macedonia, Monitoring Instruments,
giugno 2001.
Oecd/Sigma (Phare), Public management profile of Central and
Eastern European Countries, Former Yugoslav Republic of Macedonia,
dicembre 1999.
32
CAIMED – CENTRO PER L’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA NELLA REGIONE EURO-MEDITERRANEA
Oecd, Centre of Government Profile, Former Yugoslav Republic of
Macedonia, (<http://www.oecd.org>).
Privatization Agency of the Republic of Macedonia, Status of
Privatization, giugno 2003 (http://www.mpa.org.mk).
The Heritage Foundation, 2003 Index of Economic Freedom, Former
Republic of Macedonia (<http://www.heritage.org>).
Unione Europea, The EU’s relations with South Easter Europe, EU
Assistance for Former Republic of Macedonia (<http://europa.eu.int/
comm/external_relations/index.htm>).
United Nations, Second Country Cooperation for the Former
Yugoslav Republic of Macedonia, giugno 2001.
33