la nuova uni 7129:2015
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la nuova uni 7129:2015
CAIUS INFORMAT LA NUOVA UNI 7129:2015 IL TESTO UNICO DELLA SICUREZZA PER GLI INTERVENTI SUGLI IMPIANTI GAS CAIUS INFORMAT INDICE 1. PREMESSA...................................................................................................................................................................................................pag. 1 2. UNI 7128:2015............................................................................................................................................................................................... pag. 1 3. UNI 7129:2015.............................................................................................................................................................................................. pag. 2 4. LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA UNI 7129:2015............................................................................................................................ pag. 4 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas 5. LA SOSTITUZIONE DI CALDAIA SECONDO LA NUOVA UNI 7129.........................................................................................pag. 20 Avvertenze per il lettore Questa monografia si prefigge lo scopo di approfondire alcuni temi di particolare rilevanza per i professionisti del settore. Gli autori, oltre a riportare indicazioni normative o di leggi vigenti, esprimono alcune riflessioni che, comunque, non costituiscono interpretazioni vincolanti per il lettore che rimane, nell’ambito della propria autonomia professionale, l’unico responsabile del proprio operato. Si rimanda al testo integrale delle norme alle quali, comunque, ci si dovrà riferire per ricavarne il testo originale (coperto da copyright UNI) e per qualsiasi ulteriore necessità ed esigenza. CAIUS INFORMAT LA NUOVA UNI 7129:2015: IL TESTO UNICO DELLA SICUREZZA PER GLI INTERVENTI SUGLI IMPIANTI GAS 1. PREMESSA Il 1° dicembre 2015 l’UNI ha pubblicato due norme: –– UNI-CIG 7128:2015 contenente TUTTE le definizioni comuni alle norme specifiche per gli impianti gas ad uso civile (post-contatore); –– UNI-CIG 7129:2015 relativa alla progettazione, l’installazione e la messa in servizio di impianti gas per uso domestico e similare ed apparecchi utilizzatori (caldaie a condensazione incluse). Non si tratta di norme nuove, ma di profonde revisioni di testi esistenti che interessano tutti i professionisti del nostro settore. Questo Caius Informat tratta le novità rispetto alle precedenti edizioni; per ulteriori approfondimenti si rimanda al testo integrale delle norme alle quali, comunque, ci si dovrà riferire per consultare ed applicare il testo originale (coperto da copyright UNI). A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas 2. UNI 7128:2015 La versione precedente è del 2011, ma è stata revisionata contemporaneamente alla UNI 7129 per il necessario allineamento terminologico e per aggiornarla alla luce dell’evoluzione della tecnica impiantistica. Ecco come è stata modificata negli anni questa norma: 1972 Pubblicata la 1a edizione (1 pagina) della UNI 7128, intitolata "Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione - Termini e definizioni" 1990 2a edizione (2 pagine) con lo stesso titolo della prima pubblicazione → Sostituisce l’ed. 1972 2011 3a edizione (18 pagine) con il titolo così modificato: “Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Termini e definizioni” → Sostituisce l’ed. 1990 2015 4a edizione (25 pagine) con un nuovo titolo: “Impianti a gas per uso civile Termini e definizioni” a sottolineare il più ampio campo di applicazione → Sostituisce l’ed. 2011 Come detto la nuova UNI 7128:2015 accorpa TUTTE le definizioni per gli "impianti gas per uso civile", cioè quegli impianti funzionali ad uno o più dei seguenti effetti utili: –– climatizzazione di edifici e ambienti; –– produzione di acqua calda sanitaria; –– cottura domestica di cibi; –– ospitalità professionale, di comunità e ambiti similari. Tra gli impianti gas ad uso civile rientrano: –– impianti domestici e similari1 (la norma di riferimento è la UNI 7129:2015); –– impianti civili extradomestici (la norma di riferimento è la UNI 11528:2014, applicabile ad impianti asserviti ad apparecchio singolo con portata termica > 35 kW o a batterie di apparecchi sotto i 35 kW che, come somma delle portate termiche, superano la soglia dei 35 kW); –– impianti per ospitalità professionale, di comunità ed ambiti similari (la norma di riferimento è la UNI 8723:2010, che si applica a quelle che erano definite, in passato, “cucine professionali”). Sono, invece, esclusi gli impianti gas asserviti a cicli di processo industriale. 1 Con l’aggettivo “similare” la norma vuol indicare un impianto – destinato ad alimentare apparecchi per la produzione di calore, acqua calda sanitaria (o ACS) e per la cottura cibi –, installato in ambienti ad uso non abitativo e non considerati nel campo di applicazione di specifiche regole tecniche per la sicurezza dell’utilizzo del gas. Giugno '16 | 1 CAIUS INFORMAT 3. UNI 7129:2015 La nuova 7129:2015 è ancora e sempre la norma di riferimento per la progettazione, l'installazione e la messa in servizio degli impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione asserviti ad apparecchi di portata termica inferiore o uguale a 35 kW. È chiamata anche "Testo Unico per gli impianti a gas” in quanto riunisce in un’unica norma tutte le regole per i professionisti del settore (sono state accorpate in essa altre norme e specifiche tecniche come si illustra nella sezione 3.3). La nuova norma è strutturata in ben 5 parti (rispetto alle 4 della versione del 2008) dedicate ai seguenti macro argomenti: PARTE 1: Impianto interno N.B. Le definizioni sono tutte riportate nella UNI 718:2015 PARTE 2: Installazione apparecchi, ventilazione e aerazione locali PARTE 3: Sistemi di evacuazione prodotti della combustione → accorpa parte della UNI 11071 PARTE 4: Messa in servizio impianti/apparecchi PARTE 5: Sistemi per scarico condense NOVITÀ → basata sulla UNI 11071 Rispetto alla precedente versione, l’edizione 2015 ha introdotto modifiche sostanziali sulle prime quattro parti e si è arricchita della quinta parte, ripresa dalla UNI 11071 ed aggiornata. 3.1 Cronistoria UNI 7129 1972 Pubblicata la 1a edizione (10 pagine), riguardante la progettazione, l’installazione e la manutenzione di “Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione”, asserviti ad apparecchi di singola portata termica anche > 35 kW 1992 2a edizione (55 pagine) - recante: “Impianti a gas per uso domestico alimentati → Sostituisce l’ed. 19722 da rete di distribuzione”, asserviti ad apparecchi di singola portata termica fino a 35 kW 2001 3a edizione (62 pagine) - Testo dell’ed. ‘92 integrato con gli aggiornamenti del 1995, 1997 e 2001 2008 4a edizione (134 pagine), suddivisa in 4 parti ma con lo stesso campo di applicazione della 2a e 3a edizione 2015 2 5a edizione (186 pagine), in 5 parti, riguarda gli impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione, asserviti ad apparecchi, anche a condensazione, di singola portata termica fino a 35 kW → Sostituisce l’ed. 1992 → Sostituisce l’ed. 2001 → Sostituisce l’ed. 2008 Da tale anno in poi sono coesistite la UNI 7129:1992 e successive edizioni, per impianti asserviti ad apparecchi Qn ≤ 35 kW, e la UNI 7129:1972 per impianti asserviti ad apparecchi Qn > 35 kW; quest’ultima, infine, è stata di fatto sostituita dalla UNI 11528:2014 (impianti civili extradomestici). 2 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas UNI 7129:2015: 1° dicembre 2015 → accorpa le UNI/TS 11147, 11340, 11343 CAIUS INFORMAT 3.2 Perché la revisione della UNI 7129? Le motivazioni sono molteplici, a partire dall’entrata in vigore della Direttiva “ErP” n. 2009/125/CE e del Regolamento UE n. 813/13; questi provvedimenti europei, infatti, dal 26/09/15 hanno sancito: –– la cessazione della produzione/immissione sul mercato UE delle caldaie stagne convenzionali, sostituite dai modelli a condensazione; –– la prosecuzione della produzione/immissione sul mercato UE di caldaie Tipo B a tiraggio naturale, ma unicamente per le sostituzioni su C.C.R. (canne collettive ramificate). L’installazione degli apparecchi a condensazione e similari, dal 2003, è stata disciplinata dalla UNI 11071 (ennesima norma da seguire e da richiamare nella dichiarazione di conformità), ma la UNI 7129:2008 non conteneva nulla al riguardo. La sostituzione degli apparecchi utilizzatori, complice anche la crisi economica degli ultimi anni, è diventato l’intervento più comune fra quelli richiesti dai committenti. La normativa, pertanto, ha dovuto allinearsi e fornire maggiori indicazioni per tale tipologia d'intervento. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Anche l’applicazione della Direttiva “RES” n. 2009/28/CE – recepita in Italia con il D.Lgs. n. 28/11 –, imponendo il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) negli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva, ha influito sulle scelte e le soluzioni impiantistiche, portando alla realizzazione di impianti termici alimentati con combustibili diversi (oltre che all’uso di sistemi fumari per il passaggio di tubazioni collegate agli impianti solari). Nel 2005 sono stati normati, mediante le Specifiche Tecniche UNI/TS (dette anche "norme a scadenza" per la loro validità triennale), i sistemi di giunzione a pressare per impianti gas, e nel 2009 è toccato ai cosiddetti “nuovi materiali” – ovvero multistrato e PLT-CSST – impiegabili per la realizzazione di tubazioni gas. Le soluzioni abitative degli ultimi anni, infine, hanno spesso portato ad alloggi più piccoli con caldaie posizionate all’esterno o in vani tecnici, anche esterni o affacciati su parti comuni, ad una maggior presenza di cantine e garage interrati posti al di sotto del giardino o dell’area cortiliva, creando difficoltà per la posa interrata delle tubazioni gas, nonché ad uno sfruttamento elevato dei tetti – per il posizionamento di impianti solari –, richiedendo soluzioni “ad hoc”. I normatori hanno considerato tutto ciò e la UNI 7129 è diventata, così, il TESTO UNICO di riferimento per la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti domestici a gas, nonché per l’installazione delle caldaie a condensazione (che, per effetto della Direttiva ErP, vanno di fatto a sostituire i modelli convenzionali stagni Tipo C). 3.3 Un vera semplificazione il testo integrato? Il lavoro dei normatori ha impattato anche sul numero di pagine dell’edizione 2015 che, seppur frutto di accorpamenti e di rivisitazioni, risulta essere piuttosto contenuta. A riprova di quest’ultima affermazione, ecco una tabella riepilogativa3: 7129:2008 n. pagine 3 Norme accorpate TOT pagine ed. precedenti 7129:2015 n. pagine Parte 1 57 UNI/TS 11147 (27 pagine) UNI/TS 11340 (18 pagine) UNI/TS 11343 (33 pagine) TOT = 78 pagine 135 92 Parte 2 19 / 19 19 Parte 3 50 UNI 11071 (25 pagine) 15 pagine specifiche 65 56 Parte 4 9 / 9 7 Parte 5 / UNI 11071 (25 pagine) 7 pagine specifiche 7 12 TOTALE 135 / 235 186 Dai numeri di pagine effettivi di ogni norma e/o singola parte sono state tolte le copertine, gli indici e le pagine vuote. I numeri indicati in tabella, pertanto, si riferiscono all’effettiva corposità dei testi. Giugno '16 | 3 CAIUS INFORMAT In pratica, rispetto all’edizione 2008, la nuova 7129 risulta: –– arricchita delle disposizioni contenute nelle Norme e Specifiche Tecniche sopra indicate; –– priva delle definizioni, ora tutte raccolte nella UNI 7128:2015 che è diventata uno strumento indispensabile per la corretta applicazione della UNI 7129; –– aggiornata nei riferimenti normativi, adeguata nelle prescrizioni (considerando gli aggiornamenti tecnologici intervenuti negli ultimi anni) e incrementata di nuove e/o diverse modalità installative; –– strutturata in ben 5 parti. Insomma la nuova edizione risulta certamente una semplificazione non di poco conto per i professionisti del settore (termotecnici, installatori e manutentori), che in un’unica norma possono finalmente trovare tutte le indicazioni d’interesse. 3.4 Normative per tutte le casistiche di impianto a gas Oggigiorno il quadro normativo può definirsi completo: –– per la progettazione, installazione e messa in servizio di nuovi impianti gas ad uso civile, infatti, abbiamo: UNI 7129:2015 per gli impianti domestici e similari asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima ≤ 35 kW; UNI 11528:2014 per gli impianti civili extradomestici alimentati a gas – destinati alla climatizzazione di edifici/ambienti, produzione di acqua calda, o la cottura di cibi – asserviti ad apparecchi singoli > 35 kW, oppure ad apparecchi installati in batteria/cascata con portata termica complessiva > 35 kW; UNI 8723:2010 per gli impianti per ospitalità professionale, di comunità ed ambiti similari. –– Per le verifiche sugli impianti domestici e similari in esercizio, asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima ≤ 35 kW, invece, abbiamo: UNI 10738:2012 recante le Linee-guida per la verifica dell'idoneità al funzionamento in sicurezza; UNI 7129:2015 per eventuali interventi su tali impianti. 4 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Nota - A partire dal 1° dicembre 2015 risultano ritirate dall’UNI e sostituite dalla UNI 7129:2015 le seguenti norme: –– UNI 7129:2008, –– UNI 11071:2003, –– UNI/TS (Specifiche Tecniche) 11147:2008, 11340:2009 e 11343:2009. Occorre, però, sottolineare che la UNI 7129:2008 e la UNI 11071:2003 erano state approvate, ai sensi della Legge n. 1083/71, con Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, pertanto, sono in attesa (alla data di redazione della presente monografia) di essere ritirate dal Ministero. Le UNI/TS – mai approvate con D.M. ai sensi della Legge n. 1083 – risultano, invece, effettivamente già sostituite dalla UNI 7129:2015. CAIUS INFORMAT 4. LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA UNI 7129:2015 Vediamo più nel dettaglio le varie parti che compongono la nuova UNI 7129 e le relative novità. 4.1 UNI 7129-1 Tratta la progettazione, l’installazione e il collaudo dell'impianto interno per l’utilizzo di gas combustibili appartenenti alla Ia, IIa e IIIa famiglia, alimentati da rete di distribuzione di cui alle norme UNI 9165 e UNI 10682. Principali novità: a. È stata completamente rivisitata la struttura (impostazione per temi, inserendo per ciascun argomento i requisiti e le peculiarità dei diversi materiali). A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas b. Sono state inserite le indicazioni per l’impiego dei raccordi a pressare per tubi metallici, dei tubi in multistrato e dei tubi in PLT-CSST, prima disciplinati dalle Specifiche Tecniche: –– UNI/TS 11147:2008 (raccordi a pressare per tubi metallici), –– UNI/TS 11340:2009 (tubi semirigidi corrugati di acciaio inossidabile rivestito PLT-CSST), e –– UNI/TS 11343:2009 (tubi multistrato metallo-plastici). c. Sono state inserite le indicazioni per l’utilizzo di tubi di acciaio conformi alle norme UNI EN 10255 (acciaio non legato), UNI EN 10305-3 (acciaio non legato a parete sottile) e UNI EN 10312 (acciaio inossidabile a parete sottile), con relative tabelle relative agli spessori minimi, da seguire in assenza di indicazioni diverse da parte del fabbricante). d. È nuova anche la suddivisione del capitolo sulla posa, riguardante: tipologie installative, istruzioni di posa, posa nelle singole unità immobiliari, posa nelle parti comuni degli edifici. e. Viene ribadito che il punto d’inizio dell’impianto interno dev’essere sempre costituito da un rubinetto d’intercettazione ed anche che se la presa di pressione (completa di tappo) non è già compresa nel dispositivo di intercettazione stesso va prevista subito dopo il punto d’inizio (vd. fig. 1). Precisa, inoltre che eventuali giunti elastici e/o flessibili (che devono essere dichiarati idonei dal fabbricante) vanno installati immediatamente a valle del punto di inizio, quindi dopo il rubinetto d’intercettazione e la presa di pressione. Grazie ad una serie di raffigurazioni chiarisce anche che l’impianto interno, di competenza del cliente, parte sempre e comunque dal rubinetto – che costituisce il punto d’inizio – anche quando, ad esempio: –– il rubinetto è a squadro, oppure –– il rubinetto è collegato al codolo di uscita curvo – corredato cioè di tubo curvo, anch’esso di competenza dell’impresa distributrice – raccordato direttamente al contatore4, dato che NON necessariamente il rubinetto dev’essere diritto (come alcuni pensavano, date le illustrazioni presenti nelle precedenti edizioni della norma). 3 Legenda: 1.Contatore/misuratore 2. Dispositivo di intercettazione contatore/misuratore 3. Codolo di ingresso 4. Codolo di uscita curvo di competenza dell'impresa distributrice 5. Punto di inizio (dispositivo di intercettazione) 6. Presa di pressione completa di tappo (potrebbe essere incorporata nel dispositivo di intercettazione) 7. Giunto flessibile (ove necessario) di competenza del cliente 4 5 6 GAS ENTRATA USCITA 7 2 1 GAS Fig. 1 Esempio di gruppo di misura collegato all’impianto interno 4 Riguardo ai contatori si segnala che lo scorso dicembre è stata pubblicata anche l’edizione 2015 della UNI 9036, “Gruppi di misura Prescrizioni di installazione”, in sostituzione della versione 2001. Giugno '16 | 5 CAIUS INFORMAT f. Prevede ulteriori modalità di posa delle tubazioni, con l’introduzione degli alloggiamenti tecnici (orizzontali o verticali), distinti in: asole di servizio, canalette, cunicoli tecnici sotterranei, appositi alloggiamenti antincendio. Al riguardo precisa che: –– All’interno degli alloggiamenti le tubazioni gas possono coesistere, ad esempio, con tubazioni idriche e/o servizi elettrici/telefonici (resta vietata, invece, la coesistenza coi sistemi fumari; in tali casi si parla di alloggiamenti “promiscui” e sia la tubazione gas che gli altri servizi devono essere posti in guaina). –– All’interno delle parti comuni dell’edificio le tubazioni – oltre che a vista o in canaletta – possono essere posate anche in “asola di servizio” (verticale od orizzontale), consistente in un alloggiamento tecnico avente perimetro chiuso e permanentemente inserito nella struttura edilizia. SPAZIO SCOPERTO A CIELO LIBERO PAVIMENTAZIONE PIASTRA DI COPERTURA NASTRO DI SEGNALAZIONE TUBAZIONE METALLICA A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas TERRENO ALLOGGIAMENTO SOLETTA DI COPERTURA BOX E/O CANTINE Fig. 2 Asola di servizio (nella norma è definita anche "cunicolo tecnico sotterraneo") GRIGLIA TUBAZIONE GAS CANALETTA Canaletta incassata Fig. 3 Canaletta 6 | Giugno '16 Canaletta ancorata CAIUS INFORMAT –– All’esterno dell’edificio, quando la profondità d’interramento è minore di 60 cm, è ammessa la posa delle tubazioni gas in “cunicolo tecnico sotterraneo” – ovvero in un manufatto edile in laterizio, etc. o sistema equivalente –, a sviluppo prevalentemente orizzontale (soluzione in parte già presente nell’ed. 2008 ed ulteriormente approfondita). NASTRO DI SEGNALAZIONE 30 cm < 60 cm MATERIALE DI RIEMPIMENTO TUBAZIONE GAS A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas CUNICOLO SOTTERANEO Fig. 4 Cunicolo tecnico sotterraneo –– All’esterno dell’edificio è ammessa anche la posa in “manufatti orizzontali esterni a cielo aperto”, ovvero in canalette o manufatti incassati nei marciapiedi o nei cortili pavimentati, soggetti al transito di persone/ veicoli (anche questa era una soluzione già prevista nell’ed. 2008 ed ulteriormente sviluppata). –– Nella posa interrata (all’esterno) si può anche non prevedere il pozzetto ispezionabile per i giunti meccanici o filettati. –– All’interno delle singole unità immobiliari, nella posa sottotraccia del tubo gas le scatole d’ispezione non sono più considerate necessarie in presenza di giunzioni meccaniche o filettate (l’obbligo resta, invece, per i rubinetti), se queste risultano annegate in malta cementizia come da indicazioni normative. –– Per l’attraversamento con tubi gas di vani o ambienti classificati con pericolo d’incendio, oltre alla posa sottotraccia e a quella in guaina (in classe A1), è previsto anche l’uso di appositi alloggiamenti antincendio. TUBAZIONE GAS MATERIALE INCOMBUSTIBILE Fig. 5 Apposito alloggiamento antincendio Giugno '16 | 7 CAIUS INFORMAT Per completezza andiamo a riassumere le soluzioni installative applicabili alle tubazioni gas, in base a: –– materiale; –– posa interna o esterna alle abitazioni; –– parti comuni di edifici multifamiliari o meno. EDIFICI MONOFAMILIARI E SINGOLE UNITÀ IMMOBILIARI POSA ALL’ESTERNO (p.to 4.7.1 e segg.) MODALITÀ DI POSA: POLIETILENE METALLO (rame - acciaio) PLT-CSST MULTISTRATO A VISTA NO SÌ NO1 NO1 –– Canaletta (metallica o plastica) Nel breve tratto fuori terra di collegamento al contatore SÌ2 SÌ2 SÌ –– Asola di servizio SÌ SÌ SÌ SÌ –– Cunicolo tecnico sotterraneo per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ SÌ –– Guaina3 SÌ per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ INTERRATA SÌ SÌ con rivestimento protettivo + giunto dielettrico (per lunghezze > 3 m) SÌ in guaina4 polim. o metallica + giunto dielettrico (sempre) SÌ in guaina4 polim. o metallica + giunto dielettrico5 SOTTO TRACCIA NON AMMESSA nel lato esterno dei muri perimetrali dell’edificio e delle sue pertinenze, anche se il tubo è inguainato (rif. 4.5.5.10) IN MANUFATTI ORIZZONTALI A CIELO APERTO6 SÌ per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ Note alla tabella: 1. Le tubazioni di multistrato e PLT–CSST non possono essere installate a vista all’esterno, se non protette dall’azione dei raggi UV, da eventuali incendi, da surriscaldamenti e da danneggiamenti. 2. La canaletta può essere: – chiusa, con asole di aerazione avente barriera ai raggi UV alle estremità, oppure – grigliata con la tubazione inserita in guaina. Queste soluzioni proteggono anche da agenti atmosferici e urti accidentali. 3. La guaina, all’esterno, può risultare necessaria per: l’attraversamento di muri perimetrali, le installazioni in manufatti orizzontali a cielo libero, la posa in asole/cunicoli ad uso promiscuo, e la posa interrata con profondità di interramento inferiore a 60 cm; può, inoltre, essere utilizzata per garantire la protezione meccanica della tubazione gas, ad es. in zone di transito o stazionamento di veicoli a motore (rif. 4.5.2.6.1, 2 e 4.5.1.4). 4. La tubazione dev’essere inserita in una guaina con pozzetti non a tenuta di gas alle estremità. 5. Se l’intero impianto gas è realizzato con il sistema di tubazioni multistrato, non è obbligatorio installare il giunto dielettrico (rif. 4.5.3.12). 6. I “manufatti orizzontali esterni a cielo aperto” possono essere: – marciapiedi o cortili pavimentati soggetti al transito di persone e/o autoveicoli; – manufatti orizzontali esterni la cui proiezione verticale sia aperta almeno da un lato per un’altezza di almeno 2,2 m; – giardini esterni, nel caso in cui non sia possibile rispettare la profondità d’interramento di 60 cm. Nei “manufatti orizzontali esterni a cielo aperto” le tubazioni gas possono essere inserite: in guaina, in cunicolo tecnico sotterraneo, in canaletta incassata. 8 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas IN ALLOGGIAMENTO TECNICO (aerato): CAIUS INFORMAT EDIFICI MONOFAMILIARI E SINGOLE UNITA IMMOBILIARI POSA ALL’INTERNO (p.to 4.7.2 e segg.) MODALITÀ DI POSA: POLIETILENE METALLO (rame - acciaio) PLT-CSST MULTISTRATO A VISTA1 NO SÌ SÌ NO –– Canaletta NO SÌ1 SÌ1 NO –– Asola di servizio (≥ EI 30) NO SÌ SÌ NO –– Guaina2 NO SÌ SÌ SÌ –– Apposito alloggiamento antincendio3 NO SÌ EI 60 SÌ min. EI 30 se di classe A1 SÌ EI 120 SOTTO TRACCIA4 NO SÌ SÌ SÌ A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas IN ALLOGGIAMENTO TECNICO aerato: Note alla tabella: 1. Il locale dev’essere aerato/aerabile se sono presenti giunzioni meccaniche e/o apparecchi utilizzatori. 2. La guaina, all’interno, può risultare necessaria per l’attraversamento di locali con pericolo di incendio, nonché per l’attraversamento di muri o solai; può, inoltre, essere utilizzata per assicurare l’aerazione della tubazione, consentendo l’isolamento della tubazione gas rispetto ad altri servizi o ad ambienti non compatibili; conferire resistenza al fuoco (rif. 4.5.2.6.1 e 4.5.2.6.2). 3. È una modalità di posa non citata dal punto 4.7.2 e segg. della norma, dato che riguarda l’attraversamento di locali a pericolo d’incendio (es. autorimesse). (rif. 4.6.3.1.1) In alternativa all’alloggiamento, per l’attraversamento di locali a pericolo d’incendio è possibile: - inserire il tubo gas in rame o acciaio in una guaina passante di metallo o in materiale di classe A1, od optare per la posa sottotraccia. Queste soluzioni valgono anche per i tubi in PLT-CSST; - posare il tubo gas in multistrato (senza giunzioni), dotato di guaina in acciaio, sottotraccia. 4. (rif. 4.4.2.7 e 4.5.5.9) I rubinetti d’intercettazione devono essere installati a vista o in scatole ispezionabili con coperchio non a tenuta verso il locale. Nella posa sotto traccia le giunzioni filettate/meccaniche possono essere installate: - a vista, fatta eccezione per i raccordi delle tubazioni multistrato; - sotto traccia, annegate in malta cementizia secondo normativa, nei locali non aerati o non aerabili (NOVITÀ); - poste in scatole ispezionabili con coperchio non a tenuta verso il locale. Giugno '16 | 9 CAIUS INFORMAT ‘PARTI COMUNI’ di EDIFICI MULTIFAMILIARI POSA ALL’ESTERNO (p.to 4.8.2 e segg.) MODALITÀ DI POSA: POLIETILENE METALLO (rame - acciaio) PLT-CSST MULTISTRATO A VISTA NO SÌ NO1 NO1 –– Canaletta SÌ nel breve tratto fuori terra di colleg. al contatore SÌ SÌ3 SÌ3 –– Asola di servizio SÌ per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ –– Cunicolo tecnico sotterraneo per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ SÌ –– Guaina4 SÌ per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ INTERRATA SÌ SÌ con rivestimento protettivo + giunto dielettrico per lunghezze> 3 m SÌ in guaina5 polim. o metallica + giunto dielettrico (sempre) SÌ in guaina5 polim. o metallica + giunto dielettrico6 SOTTO TRACCIA NON AMMESSA nel lato esterno dei muri perimetrali dell’edificio e delle sue pertinenze, anche se il tubo è inguainato (rif. 4.5.5.10) IN MANUFATTI ORIZZONTALI A CIELO APERTO7 SÌ per posa interrata < 60 cm SÌ SÌ SÌ Note alla tabella: 1. Le tubazioni di PLT-CSST e multistrato non possono essere installate a vista all’esterno, se non protette dall’azione dei raggi UV, da eventuali incendi, da surriscaldamenti e da danneggiamenti. 2. La distanza di posa tra le tubazioni dev’essere tale da permettere gli interventi di manutenzione/sostituzione; ogni singola tubazione dev’essere facilmente individuata e correlata alla rispettiva unità abitativa. 3. La canaletta dev’essere realizzata in modo tale da proteggere il rivestimento plastico del tubo PLT-CSST, o il tubo multistrato, da raggi UV, agenti atmosferici nonché da urti accidentali. 4. La guaina, all’esterno, può risultare necessaria per: l’attraversamento di muri perimetrali, le installazioni in manufatti orizzontali a cielo libero, la posa in asole/cunicoli ad uso promiscuo, la posa interrata con profondità di interramento inferiore a 60 cm; può, inoltre, essere utilizzata per garantire la protezione meccanica della tubazione gas, ad es. in zone di transito/stazionamento di veicoli a motore (rif. 4.5.2.6.1, 2 e 4.5.1.4). 5. La tubazione gas dev’essere inserita in una guaina con pozzetti non a tenuta di gas alle estremità. 6. Se l’intero impianto gas è realizzato con il sistema di tubazioni multistrato, non è obbligatorio installare il giunto dielettrico (rif. 4.5.3.12). 7. I “manufatti orizzontali esterni a cielo aperto” possono essere: - marciapiedi o cortili pavimentati soggetti al transito di persone e/o autoveicoli; - manufatti orizzontali esterni la cui proiezione verticale sia aperta almeno da un lato per un’altezza di almeno 2,2 m; - giardini esterni, nel caso in cui non sia possibile rispettare la profondità d’interramento di 60 cm. Nei “manufatti orizzontali esterni a cielo aperto” le tubazioni gas possono essere inserite: in guaina, in cunicolo tecnico sotterraneo, in canaletta incassata. 10 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas IN ALLOGGIAMENTO TECNICO a uso collettivo2 (ad eccezione della guaina) aerato: CAIUS INFORMAT ‘PARTI COMUNI’ di EDIFICI MULTIFAMILIARI POSA ALL’INTERNO (p.to 4.8.4 e segg.) MODALITÀ DI POSA: POLIETILENE METALLO (rame - acciaio) PLT-CSST MULTISTRATO A VISTA1 NO SÌ SÌ NO –– Canaletta1 NO SÌ SÌ3 NO –– Asola di servizio NO SÌ SÌ NO –– Guaina4 NO SÌ SÌ SÌ –– Apposito alloggiamento antincendio5 NO SÌ EI 60 SÌ min. EI 30 se di classe A1 SÌ EI 120 SOTTO TRACCIA NON AMMESSA nelle pareti dei muri costituenti le parti comuni interne quando tali pareti sono rivolte verso i locali comuni dell’edificio (rif. 4.8.3) A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas IN ALLOGGIAMENTO TECNICO a uso collettivo2 (ad eccezione della guaina) aerato: Note alla tabella: 1. All’interno delle parti comuni è necessario prevedere una o più aperture di aerazione permanente con sezione ≥ 1/50 della superficie in pianta dei locali attraversati. 2. Nell’alloggiamento ad uso collettivo la distanza di posa tra le tubazioni dev’essere tale da permettere gli interventi di manutenzione/sostituzione; ogni singola tubazione, inoltre, dev’essere facilmente individuata e correlata alla rispettiva unità abitativa. 3. Purché la canaletta sia realizzata in modo tale da proteggere il rivestimento plastico del tubo PLT-CSST da raggi UV, nonché da urti accidentali. 4. La guaina, all’interno, può risultare necessaria per: l’attraversamento di locali con pericolo di incendio, per l’attraversamento di muri o solai, nonché per assicurare l’aerazione della tubazione, consentendo l’isolamento della tubazione gas rispetto ad altri servizi o ad ambienti non compatibili (rif. 4.5.2.6.1 e 4.5.2.6.2). 5. È una modalità di posa non citata dal punto 4.8.4 e segg. della norma, dato che riguarda l’attraversamento di locali a pericolo d’incendio (es. autorimesse). g. Relativamente al collegamento impianto gas-apparecchi utilizzatori, la norma prevede quanto segue. Gli apparecchi fissi e i modelli da incasso possono essere collegati utilizzando: –– tubi metallici rigidi o tubi corrugati formabili PLT-CSST con raccordi filettati o con giunto a tre pezzi (cd. “bocchettone”); –– tubi flessibili di acciaio inox a parete continua (rif. UNI EN 14800 o UNI 11353); –– tubi flessibili non metallici conformi alla UNI 71405, classificati Tipo B e C, e corredati di dichiarazione di durabilità del fabbricante. Per gli apparecchi di tipo mobile – come ad esempio le cucine a gas, le stufe fino a 4,2 kW –, invece, la norma prevede l’utilizzo di tubi flessibili non metallici per allacciamento conformi alla UNI 7140, classificati Tipo A1, A2, B, C, e corredati sempre di indicazione di durabilità fornita dal fabbricante. N.B. I tubi flessibili, metallici e non, utilizzati per l’allacciamento degli apparecchi non devono mai superare i 2 m di lunghezza. 5 Per il collegamento di apparecchi di cottura (mobili o ad incasso), nonché di stufe mobili fino a 4,2 kW, non sono più citati i tubi di cui alla UNI EN 1762, “Tubi e tubi raccordati di gomma per gas di petrolio liquefatto, GPL - (liquido o in fase gassosa), e gas naturale fino a 25 bar (2,5 MPa) - Specifiche”; rispetto all’ed. 2008, quindi, i tubi non metallici utilizzabili sono solo quelli di cui alla UNI 7140. Giugno '16 | 11 CAIUS INFORMAT h. Per i NUOVI IMPIANTI: –– riduce i tempi per la prova di tenuta, o “collaudo”, a 15 minuti (1a lettura) più 5 minuti (2a lettura), anziché i "15 più 15" previsti fino alla versione 2008; –– ammette, diversamente dalle versioni precedenti, una caduta di pressione massima variabile in funzione del volume dell’impianto: VOLUME DELL’IMPIANTO INTERNO (in litri) TEMPO DI ATTESA (in minuti) CADUTA DI PRESSIONE MAX AMMESSA (in mbar) fino a 100 5 0,5 da 100 e fino a 250 5 0,2 da 250 e fino a 500 5 0,1 i. Sono stati modificati i metodi di dimensionamento degli impianti di adduzione del gas di cui in Appendice A alla norma. La nuova sezione A.4, ripresa dalla UNI 11137 e aggiornata, reca il procedimento per la verifica della corretta funzionalità dimensionale della tubazione gas. k. Sono stati implementati gli esempi d’interramento e di attraversamento della parete esterna riportati nell’Appendice C. l. Sono state introdotte, infine, le Appendici informative D, E ed F, riprese dalle UNI/TS citate sopra, recanti indicazioni pratiche per l’installazione di: sistemi con raccordi a pressare (valido per tutti i sistemi che ammettono raccordi a pressare), raccordi nei sistemi di tubazioni multistrato metallo-plastiche nonché nei sistemi PLT-CSST. 4.2 UNI 7129-2 Definisce i criteri per l'installazione di apparecchi – anche a condensazione e affini – con singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW e per la realizzazione della ventilazione e dell'aerazione dei locali di installazione. Principali novità: a. È stata completamente rivista la struttura, per una migliore applicabilità, nella parte relativa alla ventilazione ed aerazione dei locali di installazione. b. Risultano meglio disciplinate varie situazioni installative, quali ad esempio: –– l’idoneità dei locali di installazione (inclusi i vani tecnici); –– la collocazione degli apparecchi alimentati a GPL, sia all’interno che all’esterno dell’edificio servito; –– la coesistenza tra apparecchi Tipo B (a camera aperta) e caminetti/generatori a legna/pellet; –– l’installazione di caldaie Tipo B (a camera aperta) nei “gabinetti”, nei casi di sostituzione su C.C.R.; –– l’installazione di apparecchi in “locali non presidiati” (solai, cantine, etc.). c. È stata modificata la formula di calcolo delle aperture di ventilazione in Appendice A; d. È stata, inoltre, introdotta la verifica della funzionalità delle aperture di ventilazione, nota anche come “prova dei 4 Pa”, già prevista dalla UNI 10738:2012. 12 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas j. L’Appendice B non riguarda più solo i tubi metallici in rame e acciaio, ma fornisce indicazioni relative alle dilatazioni termiche anche per tubi multistrato metallo-plastici. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas CAIUS INFORMAT Vediamo alcune di queste novità in dettaglio: –– È espressamente vietata sia l’installazione di apparecchi a gas non integri che l’installazione di apparecchi montati in modo fisso, rimossi e dismessi da altri impianti, se non preventivamente rimessi a nuovo. –– Il divieto d’installare apparecchi a gas all’interno di locali con pericolo di incendio si applica anche alle motorimesse con capacità di parcamento non minore di 4 motoveicoli ed è stato esteso anche ai locali potenzialmente pericolosi (ambienti nei quali, secondo la definizione fornita dalla UNI 7128, le concentrazioni di vapori, polveri od altri particolati possono danneggiare i dispositivi di sicurezza degli impianti/ apparecchi utilizzatori e/o essere pericolose per gli esseri viventi, oppure vi si possono formare atmosfere potenzialmente pericolose, etc.). –– È ammessa la comunicazione fra locali di installazione di apparecchi < 35 kW alimentati a GPL – non più solo a metano – debitamente aerati, e le autorimesse fino a 9 posti auto (fuori terra!), purché la comunicazione sia protetta da porte E 120. –– Risulta meglio esplicitato il divieto d’installare gli apparecchi utilizzatori (sotto i 35 kW) nelle “parti comuni condominiali”: non è ammesso collocare gli apparecchi sulle “vie di fuga” quali scale, pianerottoli, androni. Resta confermata, invece, la possibilità di collocare gli apparecchi a gas in vani tecnici ad uso esclusivo del responsabile dell’impianto. –– È stata, inoltre, aggiunta la possibilità di installare gli apparecchi all’interno di locali condominiali “ad uso comune” nel rispetto delle regole tecniche di prevenzione incendi (quest’ultima indicazione potrebbe riguardare il posizionamento di apparecchi centralizzati di portata termica ≤35 kW, che non necessitano di un locale “centrale termica”). –– Viene confermato il divieto d’installare apparecchi Tipo B nei “locali ad uso bagno” – ovvero in ambienti contenenti anche la vasca e/o la doccia o la sauna – nonché nei “gabinetti” in cui sia presente, ad esempio, solo il wc e il lavabo (si è tornati, in pratica, alla distinzione ritenuta valida prima dell’edizione 2008). –– L’installazione dell’apparecchio Tipo B nel gabinetto, però, è eccezionalmente consentita in caso di sostituzione di apparecchio esistente collegato a C.C.R., quando non sia possibile l’installazione di un apparecchio Tipo C collegato ad un nuovo sistema fumario (es. camino singolo o condotto intubato) o ad un terminale di scarico a parete; in tali casi occorre maggiorare del 50% l’apertura di ventilazione, con un minimo di 200 cm2. –– Queste le ulteriori specificazioni riguardanti gli apparecchi alimentati a GPL che, secondo la norma, NON possono essere installati: –– in locali con pavimento al di sotto del piano di campagna divieto mutuato dalle precedenti versioni; –– in locali con pavimento al di sopra del piano di campagna ma comunicanti – mediante scale, rampe, etc. – con locali aventi pavimento al di sotto del piano di campagna, a meno che NON vengano rispettate tutte le seguenti condizioni (vd. fig. 6): –– il locale d’installazione sia aerato permanentemente mediante apertura o canalizzazione verso l’esterno); –– la soglia tra il locale d’installazione e gli altri locali sia rialzata di almeno 15 cm rispetto al filo inferiore dell’apertura di aerazione (soluzione già ipotizzata nel volume Caius Club "100 risposte per 1000 domande", ed. 2007); –– l’apertura di aerazione consenta di evacuare eventuali dispersioni di gas verso l’esterno (è bene, quindi, che venga posizionata il più possibile a filo pavimento); –– all’esterno non siano presenti, entro 1,5 m dall’apertura di aerazione, ostacoli come: muri, terrapieni o altro, caditoie, nonché finestre, aperture di ventilazione o griglie. Giugno '16 | 13 CAIUS INFORMAT LUCERNARIO LOCALE SOTTOTETTO/ MANSARDA APERTURA AERAZIONE GRADINO DI CONTENIMENTO GPL h = min 15 cm SCALA A CHIOCCIOLA h Fig. 6 Installazione di apparecchi a GPL in locali sopra il piano di campagna comunicanti con un locale avente il pavimento al di sotto del piano di campagna –– Quando l’apparecchio è alimentato a GPL l’apertura realizzata in prossimità del pavimento dev’essere sempre ubicata nel locale d’installazione e rivolta direttamente verso l’esterno (vd. fig. 7). LUCERNARIO PARETE DIVISORIA PORTA CALDAIA TIPO C GPL APERTURA AERAZIONE GRADINO DI CONTENIMENTO GPL SCALA A CHIOCCIOLA h = min 15 cm h Fig. 7 installazione di apparecchi a GPL in locali sopra il piano di campagna comunicanti con un locale avente il pavimento al di sotto del piano di campagna 14 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas CALDAIA TIPO C GPL CAIUS INFORMAT Sempre in relazione all’installazione di apparecchi alimentati a GPL, la norma precisa che: –– se il profilo altimetrico del piano di campagna è obliquo rispetto al pavimento del locale ed in parte risulta inferiore al pavimento (vd. fig. 8), l’installazione degli apparecchi è consentita se il locale è dotato di aperture permanenti di aerazione o di dispositivi per l’aerabilità (porte o portefinestre) posti sulla parete rivolta verso il piano di campagna più basso. CALDAIA TIPO C GPL PROFILO ALTIMETRICO APERTURA AERAZIONE h = max 30 cm h A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas PROFILO ALTIMETRICO Fig.8 Installazione di apparecchi a GPL in aree con profilo altimetrico obliquo rispetto al pavimento del locale d’installazione –– Gli apparecchi alimentati a GPL, installati all’esterno, devono distare non meno di 2 m da: –– cavità, depressioni, canalizzazioni drenanti, pozzetti, tombini, caditoie, etc., se non sifonati; –– aperture comunicanti con locali aventi pavimento al di sotto del piano di campagna; –– bocche di lupo e scannafossi. –– Il divieto d’installare gli apparecchi privi di dispositivo di sorveglianza fiamma, già previsto per i nuovi impianti o quelli ristrutturati, riguarda ora anche gli impianti esistenti (sia come nuova installazione che come sostituzione di apparecchi esistenti); i piani cottura privi di termocoppia, pertanto, non possono più essere installati. –– In caso di presenza di apparecchi di cottura privi di sistema di sorveglianza di fiamma, è necessario incrementare del 100% la sezione dell’apertura, di aerazione o ventilazione, in funzione del tipo di gas utilizzato, allo scopo di garantire lo smaltimento di eventuali dispersioni di gas. –– Riguardo all’apertura permanente di aerazione/esalazione – proposta dalla norma come alternativa, in cucina, alla cappa o all’elettroventilatore, in presenza di apparecchi di cottura dotati di termocoppia – il limite degli 11,7 kW di portata termica installata, riferita ai suddetti apparecchi, è stato innalzato a 15 kW. N.B. Per gli apparecchi di cottura aventi portata termica > 15 kW è, inoltre, specificato che l’esalazione dei vapori di cottura dev’essere garantita mediante cappe aspiranti elettriche. Anche la portata oraria di ricambio d’aria minima della cappa aspirante elettrica o dell’elettroventilatore è stata innalzata, passando da 1,72 a 2 m3/h. –– La ventilazione del locale d’installazione può essere realizzata mediante appositi dispositivi, diversi dalla semplice apertura di ventilazione – ad esempio dispositivi silenziatori –, purché sia sempre garantita la sezione netta calcolata con la “storica” formula, ovvero: almeno 6 cm2 per ogni kW di portata termica installata, con un minimo di 100 cm2. In Appendice A, come nell’edizione 2008, troviamo sempre (con lievi modifiche) le metodologie di calcolo per determinare la sezione netta complessiva delle aperture di ventilazione nelle varie casistiche. Giugno '16 | 15 CAIUS INFORMAT La struttura della parte 3 è rimasta praticamente inalterata rispetto all’edizione 2008; è stato ampliato, invece, il campo di applicazione che include ora anche i sistemi fumari abbinabili ad apparecchi a condensazione, in parte ripresi dalla UNI 11071:2003. Ciò ha comportato l’introduzione: –– di tutti i necessari requisiti in termini di materiali ed accorgimenti necessari per i sistemi fumari asserviti ad apparecchi a condensazione e a bassa temperatura; –– delle indicazioni riguardanti le canne collettive in pressione positiva per apparecchi a condensazione. Questa novità è stata introdotta per favorire l’installazione di canne collettive per caldaie a condensazione anche in edifici esistenti dotati di asole tecniche (es. vecchie canne collettive) aventi dimensioni limitate. In tal caso, però, è necessario che i condotti di scarico fumi – parte integrante degli apparecchi collegati alla canna collettiva– siano dotati di dispositivi (clapet) che impediscano il ritorno dei fumi negli apparecchi non in funzione; –– dell’uso promiscuo delle canne collettive: in pratica, viene data la possibilità di sostituire un apparecchio di Tipo C convenzionale con uno a condensazione, ma solo dopo verifica preliminare della canna (W, P1, scarico condensa, etc.) e verifica dimensionale con valutazione della possibilità di poter sostituire tutti gli apparecchi collegati con modelli a condensazione, anche in momenti diversi; –– di semplificazioni per i sistemi intubati operanti in pressione positiva, riguardanti la prova di tenuta, l’apertura alla base e l’intercapedine; –– della possibilità di un “uso promiscuo” delle asole tecniche, per facilitare anche l’installazione dei pannelli solari (con il passaggio delle tubazioni di collegamento). La norma, è bene sottolinearlo, ribadisce la necessità di redigere un progetto in caso di realizzazione di sistemi multipli o collettivi (il progetto può essere sostituito da una relazione tecnica negli altri casi). Queste le maggiori novità: a.L’evacuazione dei fumi deve avvenire in conformità alla legislazione vigente (fino all’ed. 2008 la norma prescriveva lo scarico a tetto). Per gli apparecchi di Tipo B e C, in pratica, è ammesso: - realizzare nuovi sistemi fumari funzionanti in pressione o in depressione; - utilizzare sistemi fumari esistenti, verificati con esito positivo secondo quanto indicato nella UNI 10845; - realizzare sistemi intubati; - evacuare direttamente all'esterno (scarico a parete o scarico diretto a tetto); nel rispetto della legislazione vigente e delle prescrizioni contenute nella norma. b. I canali da fumo e i condotti di evacuazione fumi di materiale plastico possono essere utilizzati solo in abbinamento a: - apparecchi a condensazione, o - apparecchi a bassa temperatura – per apparecchi Tipo B a tiraggio naturale e C66 –, nel caso in cui questi siano dotati dal fabbricante di dispositivo di limitazione della temperatura dei prodotti della combustione, correlato alla classe di temperatura del canale da fumo/condotto di evacuazione fumi. La norma specifica anche che non è consentito l’utilizzo di canali da fumo/condotti di evacuazione fumi non dichiarati idonei allo scopo dal fabbricante dei medesimi o al di fuori delle caratteristiche prestazionali previste dal fabbricante stesso. c. È stata ridotta da 500 a 250 mm (in mancanza di indicazioni da parte del fabbricante) la distanza tra canale da fumo/condotto di evacuazione fumi/camino/canna fumaria e i materiali combustibili. d. Per gli apparecchi Tipo C (convenzionali e a condensazione), ove consentito dal fabbricante, è ammessa l’installazione del condotto di evacuazione fumi con pendenza negativa in direzione del sistema fumario posto a valle, purché quest’ultimo sia dotato alla base di un collegamento all’impianto di scarico delle condense. e. Non è consentito installare canali da fumo, condotti di evacuazione fumi e di aspirazione aria comburente in locali con pericolo d’incendio. È consentito l’attraversamento di tali locali se i canali/condotti di fumisteria sono installati in alloggiamento tecnico ispezionabile avente caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quella della struttura del locale attraversato e in ogni caso non minore di EI 60 (purché risultino ispezionabili e smontabili). 6 Gli apparecchi Tipo C6 sono commercializzati senza i condotti di scarico fumi, i condotti di aspirazione dell’aria comburente ed i relativi terminali. 16 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas 4.3 UNI 7129-3 Si occupa dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. CAIUS INFORMAT f. Nel caso di attraversamento di pareti, il condotto di scarico fumi dev’essere protetto con guaina metallica nel tratto attraversante i muri; se il condotto è di plastica la guaina da utilizzare per l’attraversamento può anche essere non metallica. g. Camini e canne fumarie devono avere la superficie esterna incombustibile (classe A1 di reazione al fuoco), oppure devono essere inseriti in asole tecniche di classe A1 di reazione al fuoco. h. I sistemi fumari di materiale plastico possono essere abbinati solo a: - apparecchi a condensazione, o -apparecchi a bassa temperatura dotati all’origine di dispositivo di limitazione della temperatura dei prodotti della combustione. Immergas propone i seguenti sistemi per intubamento in materiale plastico, abbinabili alle caldaie a condensazione: A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Sistema rigido Ø 60 mm Sistema rigido Ø 80 mm Sistema flessibile Ø 80 mm Fig. 9 Sistemi per intubamento "Serie Verde" con curva ascendente in ingresso i.Non è consentito scaricare i prodotti della combustione di apparecchi non similari tra loro – ad esempio apparecchi Tipo B con apparecchi Tipo C, oppure apparecchi Tipo C convenzionali e apparecchi Tipo C a condensazione –, nello stesso sistema fumario (camino, canna fumaria o condotto intubato); in caso di sostituzione di un apparecchio collegato ad una canna collettiva esistente – ramificata e non – è necessario garantire la compatibilità dell’intervento mediante la conservazione della similarità degli apparecchi allacciati e della funzionalità dell’intero sistema. In deroga a quanto sopra riportato, nel caso di: -canna collettiva esistente, è ammessa la possibilità di sostituire un apparecchio di Tipo C convenzionale con uno a condensazione, ma solo se: - risultano presenti le caratteristiche essenziali per garantire la compatibilità tra il sistema fumario esistente e i nuovi apparecchi7, nonché il corretto funzionamento ad umido della canna - risulta positivo l’esito della verifica dimensionale – effettuata secondo UNI EN 13384-2, o altro metodo di comprovata efficacia –, per quel che riguarda la possibilità di sostituire tutti gli apparecchi collegati con apparecchi a condensazione (anche in momenti diversi), e risulti garantita la funzionalità del sistema fumario in ogni condizione. - canna collettiva ramificata (C.C.R.), è ammessa la possibilità di sostituire una caldaia per solo riscaldamento con un apparecchio Tipo B11bs (a camera aperta e tiraggio naturale, dotato di “sicurezza camino”) non similare in termini di portata termica, purché la portata termica del nuovo apparecchio non sia maggiore di quello sostituito. j. L’edizione 2015 della norma precisa che i sistemi fumari in pressione positiva possono essere installati sia all’interno che all’esterno dell’edificio ma non devono risultare addossati alle pareti dell’immobile. 7 I sistemi fumari prodotti dal 2005 in poi, grazie all’introduzione della marcatura CE e della “targa camino” (che deve obbligatoriamente corredare l’installazione), sono più facilmente verificabili per quel che riguarda i requisiti “costruttivi”. Giugno '16 | 17 CAIUS INFORMAT Per le installazioni all’esterno il sistema fumario va distanziato dalla parete perimetrale dell’edificio tramite staffe o distanziali (per evitare il contatto diretto tra la parete e il sistema). Per installazioni interne all’edificio, invece, il sistema fumario dev’essere posto all’interno di un’asola tecnica e distanziato da essa mediante intercapedine dimensionata secondo quanto prescritto dalla norma (sempre per evitare il contatto diretto tra la parete interna dell’asola tecnica e il sistema). k. Per i sistemi fumari in pressione positiva installati all’interno degli edifici, si può evitare la verifica della tenuta quando è presente almeno una delle seguenti situazioni: - l’intercapedine risulta avere la sezione di aerazione ≥ 150% della sezione del sistema fumario e la sezione totale dell’asola tecnica (comprensiva di intercapedine e condotto di scarico) è non minore di 115 cm2; - l’intercapedine è utilizzata per il prelievo dell’aria comburente; - il sistema fumario è fornito e definito da un unico fabbricante che specifica le istruzioni per il montaggio e la messa in servizio. m.L’asola tecnica (nuova o esistente), da adibire ad uso esclusivo del sistema fumario dev’essere di materiale di classe A1 di reazione al fuoco. All’interno dell’asola tecnica, in deroga al principio dell’uso esclusivo, si possono far passare tubazioni dell’acqua o altri fluidi non combustibili, ma solo rispettando le seguenti condizioni: - la superficie libera dell’intercapedine non dev’essere inferiore a quanto specificato dalla norma (il passaggio delle tubazioni non deve ridurre la superficie libera); - l’intercapedine libera non va utilizzata per aspirare l’aria comburente per gli apparecchi utilizzatori; - occorre garantire una distanza di almeno 10 cm per tutto il percorso all’interno dell’asola tecnica fra il condotto intubato e la tubazione. n. È ammesso l’intubamento multiplo in presenza di condotti al servizio di apparecchi per i quali è richiesta la resistenza a fuoco di fuliggine (es. combustibili solidi o liquidi) a condizione che il condotto utilizzato sia classificato A1 secondo la UNI EN 13501-1. È ammesso far transitare condotti al servizio di apparecchi per i quali è richiesta la resistenza a fuoco di fuliggine (es. combustibili solidi) a fianco di condotti classificati come NON resistenti (di classe O) purché sia sempre rispettata la distanza di sicurezza del prodotto designato G tra i due condotti. Se non è possibile rispettare tale distanza, o non è rilevabile, è necessario coibentare opportunamente il condotto. o. Le canne collettive per apparecchi Tipo C possono essere dimensionate: - in pressione negativa per apparecchi convenzionali, - in pressione positiva solo per apparecchi a condensazione8. Ai fini del dimensionamento, nel caso di apparecchi combinati aventi portate termiche diverse per le funzioni di produzione di ACS e di riscaldamento ambienti, va considerata la portata termica maggiore. Ad una canna collettiva in pressione positiva si possono collegare solo apparecchi similari dichiarati idonei dal fabbricante per tale applicazione e corredati di condotti di scarico fumi dotati di dispositivi (clapet) che impediscano il ritorno dei fumi negli apparecchi non in funzione. Il numero di apparecchi allacciabili alla canna collettiva in pressione positiva è definito: - nel caso di un sistema “unico” costituito da canna collettiva e apparecchi, dal fabbricante di questi ultimi (in conformità alla norma UNI EN 15502-2-1), oppure - dal Progettista della canna fumaria. Per ogni piano possono essere allacciati, al massimo, 2 apparecchi e la distanza tra due allacciamenti consecutivi (distanza tra interasse) dev’essere non minore di due diametri della canna collettiva. In caso di sostituzione di uno o più apparecchi collegati ad una canna collettiva in pressione positiva, i nuovi apparecchi dovranno: - essere dello stesso tipo e dichiarati idonei per operare su canne collettive in pressione positiva; - avere condizioni di combustione e caratteristiche equivalenti a quelle riportate sul libretto d’uso e manutenzione dell’apparecchio sostituito; - avere portata termica nominale massima non superiore a quella prevista dal progetto o a quella dell’apparecchio sostituito. 8 Le canne collettive in pressione positiva, se interne al volume dell’edificio, vanno installate all’interno di un’asola tecnica incombustibile (classe A1 di resistenza al fuoco) e dotata d’intercapedine dimensionata secondo quanto disposto dalla norma. 18 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas l. I sistemi fumari di plastica possono essere installati all’esterno, esposti agli agenti atmosferici, solo se sono esplicitamente dichiarati idonei dal fabbricante e designati con la sigla LE. CAIUS INFORMAT 4.4 UNI 7129-4 Dedicata alla messa in servizio sia degli apparecchi di utilizzazione che degli impianti interni, nei casi di nuova realizzazione, modifica o sostituzione di apparecchio. In questa parte sono state: –– introdotte le verifiche dell’impianto di scarico delle condense da effettuare all’atto della messa in servizio, –– meglio chiarite le operazioni di verifica da compiere a seconda dell’intervento sull’impianto. Queste le principali novità: a. definisce i criteri per la messa in servizio di: –– apparecchi di utilizzazione (in impianti nuovi o esistenti); –– impianti gas (o parte di essi) di nuova realizzazione; –– impianti gas (o parte di essi) modificati o riattivati; in conformità alla Delibera AEEGSI n. 40/14. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas b. Fra le verifiche di compatibilità tra l’apparecchio utilizzatore e l’impianto gas è indicato anche il controllo dell’idoneità dei sistemi di scarico condensa (e la loro corretta installazione). c. Reca i requisiti aggiuntivi per la messa in servizio di apparecchi a condensazione e a bassa temperatura, consistenti nel: –– verificare il corretto collegamento dell’apparecchio (o del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione) all’impianto di scarico delle condense; –– accertarsi della funzionalità del sistema di scarico delle condense. Tali requisiti, di fatto sono quelli già previsti dal punto 5.4 della UNI 11071:2003, con un’unica differenza: il quantitativo d’acqua minimo da evacuare in 5 minuti mediante il sistema di scarico condensa – per verificarne la funzionalità –, indicato nella tabella “Prospetto 1” della norma per i vari tipi di gas, è fissato NON più in base alla potenza termica degli apparecchi bensì in base alla portata termica (sempre in kW): Portata (ex potenza) in kW TIPO DI GAS UTILIZZATO FINO A 15 kW TRA I 15 kW E I 25 kW TRA I 25 kW E I 35 kW Quantitativo d’acqua in litri Metano 0,4 0,7 1,0 GPL-propano 0,4 0,6 0,8 GPL-butano 0,3 0,5 0,7 Giugno '16 | 19 CAIUS INFORMAT d. Queste, secondo la norma, le verifiche da effettuare su un impianto domestico e similare esistente in relazione all’intervento effettuato: TIPOLOGIA DI INTERVENTO: VERIFICHE SULL’IMPIANTO GAS: Sostituzione apparecchio (con o senza modifica impianto interno) Modifica impianto interno per variazione tracciato Trasformazione combustibile (es. passaggio da GPL a gas metano)1 Locale d’installazione (rif. UNI 7129-2) IDONEITÀ IDONEITÀ IDONEITÀ Ventilazione del locale (rif. UNI 7129-2) IDONEITÀ e/o FUNZIONALITÀ Aerazione del locale (rif. UNI 7129-2) IDONEITÀ Sistemi fumari (rif. UNI 10845 o UNI 7129-3, secondo i casi)2 IDONEITÀ e/o FUNZIONALITÀ IDONEITÀ e/o FUNZIONALITÀ VERIFICA VISIVA + VERIFICA DIMENSIONALE + VERIFICA TENUTA VERIFICA VISIVA + VERIFICA DIMENSIONALE + VERIFICA TENUTA IDONEITÀ IDONEITÀ IDONEITÀ e/o FUNZIONALITÀ FUNZIONALITÀ FUNZIONALITÀ VERIFICA VISIVA + VERIFICA DIMENSIONALE + VERIFICA TENUTA Note alla tabella: 1. Nell’attuale gamma VICTRIX TT ErP, VICTRIX kW TT VICTRIX MAIOR TT la conversione gas sulle caldaie avviene tramite l’elettronica di caldaia (non serve alcun kit di conversione). 2. Per la verifica dei sistemi fumari esistenti (camini, canne fumarie, condotti per intubamento) si fa riferimento alla UNI 10845, mentre per la realizzazione dell’intubamento o dello scarico a parete ci si deve riferire alla UNI 7129-3. 3. Il sistema di scarico condensa dev’essere verificato in presenza di: apparecchi a condensazione, apparecchi a bassa temperatura, sistemi fumari operanti ad umido. 4. Per la verifica della tenuta dell’impianto interno gas il riferimento è la UNI 11137, mentre per la verifica visiva o dimensionale si applica la UNI 10738 o la UNI 7129-1. e. Gli impianti gas, inutilizzati per oltre 12 mesi, devono essere verificati secondo UNI 10738. Una volta accertata o ripristinata l’idoneità al funzionamento in sicurezza, l’impianto e gli apparecchi possono essere rimessi in servizio. 20 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas IDONEITÀ Sistema di scarico condensa (rif. UNI 7129-5)3 Impianto interno gas (rif. UNI 11137, UNI 10738, UNI 7129-3, secondo i casi)4 Manutenzione straordinaria del sistema fumario (es. intubamento) CAIUS INFORMAT 4.5 UNI 7129-5 Dedicata ai sistemi per lo scarico delle condense, trattati precedentemente dalla UNI 11071:2003. È una parte completamente nuova e totalmente dedicata allo scarico della condensa proveniente da apparecchi a condensazione o da camini operanti ad umido. In pratica, contiene: –– le indicazioni della UNI 11071, parzialmente rivisitate; –– alcuni utili chiarimenti sulla eventuale necessità di neutralizzazione in casi particolari (ad es. l’installazione in unità ad uso non abitativo ma inserite in edifici prevalentemente destinati ad uso abitativo) ed accenna, inoltre, ad un’apertura nei confronti di altre possibilità di scarico della condensa rispetto alle attuali. Novità: A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas a.Il dispositivo (es. sifone) posto alla base del sistema di evacuazione fumi deve avere un battente almeno due volte maggiore rispetto alla massima prevalenza del ventilatore dell’apparecchio, in ogni caso non minore di 100 mm. Il dispositivo posto alla base del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione deve: –avere caratteristiche costruttive tali da mantenere la classe di pressione della designazione riportata nella placca del camino/canna fumaria/condotto intubato utilizzato; – impedire la fuoriuscita dei fumi con una contropressione non minore di 100 mm di colonna d’acqua. b.Ribadisce che il sistema di scarico delle condense dev’essere realizzato avendo l’accortezza di impedire l’utilizzo delle condense prodotte da parte dell’utenza c.Fornisce indicazioni per il controllo del sistema di scarico delle condense, al fine di verificare eventuali perdite dovute a ostruzioni, rotture, etc. Durante tali controlli prescrive anche la verifica della funzionalità del sistema di scarico condense secondo UNI 10738. d.Riguardo allo smaltimento delle condense, la parte 5 della norma reca le seguenti indicazioni: –– il sistema di scarico delle condense può (era “deve” nella UNI 11071) essere collegato ad un impianto di smaltimento reflui domestici, utilizzando un opportuno sifone o dispositivo equivalente atto a prevenire il ritorno di esalazioni dalla rete fognaria (vd. fig. 10); –– in Appendice A la necessità o meno di trattare le condense è esplicitata attraverso alcuni esempi relativi alle installazioni: 1. In unità ad uso abitativo: per tali utilizzi non occorre “passivare” le condense, dato che i condensati vengono abbondantemente neutralizzati dagli scarichi domestici. 2. In unità ad uso non abitativo ma inserite in edifici prevalentemente destinati ad uso abitativo, come ad es. i negozi inseriti in condomini: come per il caso precedente, non si rende necessaria la neutralizzazione. N.B. Anche i condensati derivanti dai sistemi fumari collettivi asserviti ad impianti installati in unità/edifici ricadenti nelle suddette casistiche, se scaricati nei reflui domestici non necessitano di neutralizzazione. 3. In unità non abitative, in edifici non destinati ad uso abitativo, come ad es. i blocchi di uffici: –– se il numero di utenti è minore di 10, è necessaria l’installazione di un neutralizzatore di condense, –– se il numero di utenti è uguale a 10 o maggiore, valgono le stesse considerazioni adottate per le installazioni “domestiche”. Giugno '16 | 21 CAIUS INFORMAT e.Infine, specifica che quando lo scarico delle condense non avviene nel sistema fognario, è necessaria l’installazione di un neutralizzatore di condense (che possa garantire il rispetto dei parametri previsti dalla legislazione vigente9). ASPIRAZIONE SCARICO FUMI SIFONE CALDAIA SIFONE DEL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE (ove necessario) CONDENSA IMPIANTO DI SCARICO DELLE CONDENSE Consente di scaricare le condense nell’impianto di smaltimento acque reflue, o in un adeguato sistema di raccolta/trattamento IMPIANTO SMALTIMENTO REFLUI DOMESTICI i > 3% SISTEMA DI SCARICO DELLE CONDENSE Costituito dall’impianto di scarico condense e dal collegamento dell’apparecchio a detto impianto DISPOSITIVO A i > 3% scarico civile Fig. 10 Esempio di sistema di scarico delle condense 8 Lo scarico nei corpi idrici viene regolato da diversi provvedimenti di legge che prevedono un diverso regime di competenze, di autorizzazioni, di sanzioni, a seconda della destinazione dello scarico e della natura delle sostanze scaricate. A livello legislativo, lo scarico di condense in fogna rientra nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152, e s.m.i. (Codice Ambiente). Questo decreto disciplina, nella Parte terza, gli scarichi di qualsiasi tipo, pubblici e privati, diretti ed indiretti, in tutte le acque superficiali e sotterranee, pubbliche e private, nonché in fognature, sul suolo e nel sottosuolo. In particolare, nel caso di recapito in una fognatura pubblica, prima dell’entrata in funzione dell’impianto centralizzato di depurazione, il decreto prescrive che le sostanze oggetto degli scarichi devono avere un pH compreso tra 5,5 ÷ 9,5 (detto limite vale anche nel caso in cui lo scarico venga fatto recapitare in acque superficiali). Da qui la necessità di neutralizzare le condense acide (pH intorno a 4) prodotte dall’apparecchio a condensazione, ad esempio miscelandole coi reflui domestici. 22 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas RACCORDO A “T” CAIUS INFORMAT 5 LA SOSTITUZIONE DI CALDAIA SECONDO LA NUOVA UNI 7129 Considerando che l’intervento di sostituzione delle vecchie “caldaiette” tradizionali con modelli a condensazione è di fatto la quotidianità (per effetto della Direttiva ErP), vediamo quali sono le novità alla luce della UNI 7129:2015. Il caso che affronteremo nello specifico è quello della sostituzione in appartamento. Una sorta di guida per il professionista del settore. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas 5.1 Quali verifiche fare sull’impianto gas? La Parte 4 della UNI 7129 prevede, in caso di sostituzione di apparecchio utilizzatore, le seguenti verifiche: –– idoneità del locale d’installazione, secondo UNI 7129-2; –– funzionalità / idoneità della ventilazione del locale di installazione, secondo UNI 7129-2 (necessaria in presenza di apparecchi di cottura o di apparecchi Tipo B); –– idoneità dell’aerazione del locale di installazione, secondo UNI 7129-2; –– funzionalità / idoneità del sistema fumario, secondo UNI 10845. Per gli apparecchi di cottura e per gli scarichi a parete si fa riferimento alla UNI 7129-3; –– controllo visivo e funzionale del sistema di scarico condensa, in presenza di apparecchi a condensazione o a bassa temperatura, nonché in presenza di camini funzionanti ad umido; –– per l’impianto interno gas il controllo dev’essere sia visivo che dimensionale (si fa riferimento alla UNI 7129-1 o alla UNI 10738, secondo i casi). La verifica di tenuta va realizzata secondo UNI 11137. Idoneità dei locali d’installazione Le caldaie a condensazione sono quasi sempre di Tipo C, con possibilità di essere installate in configurazione tipo B a camera aperta e tiraggio forzato (la doppia omologazione dev’essere, però, esplicitata nel libretto di istruzioni e avvertenze fornito a corredo dell’apparecchio). L’apparecchio Tipo C, secondo la UNI 7129-2, può essere installato praticamente ovunque nell’edificio, tranne ovviamente: –– nei locali con pericolo d’incendio come i box, i garages, le autorimesse o le motorimesse con capacità di parcamento non minore di 4 motoveicoli (quest’ultimo caso è stato introdotto nell’ed. 2015); –– nei locali “potenzialmente pericolosi”9 (novità 2015), normalmente non riconducibile ad installazioni domestiche; –– nelle parti comuni condominiali come scale, pianerottoli, androni (che tra l'altro sono anche "vie di fuga"). N.B. Attenzione ad eventuali regolamenti locali più restrittivi! È bene, inoltre, ricordare che – da sempre – la norma vieta l’installazione di apparecchi a GPL in locali col pavimento al di sotto del piano di campagna (al riguardo vd. la trattazione alle pagine 13, 14 e 15), onde evitare l’effetto “vasca”; in un caso come quello illustrato nella fig. 11 (vd. pag. 24), infatti, non è possibile evacuare totalmente una fuga di GPL. Pareti, soffitto e pavimento del locale d’installazione, inoltre, devono essere intonacati e non devono presentare fessure, crepe, etc. che possano permettere ad una eventuale fuga di gas di infiltrarsi nella struttura dell’edificio. Per l’installazione all’esterno, ad es. sul balcone, è bene optare per un modello dichiarato idoneo dal fabbricante per installazioni in luoghi parzialmente protetti o, se del caso, per installazioni a cielo aperto. In caso contrario l’apparecchio andrà adeguatamente protetto (ad opera dell’installatore), ad esempio con un'armadiatura che funga da vano tecnico, in modo tale da garantirne il funzionamento e la sicurezza. 9 La UNI 7128:2015 con tale terminologia indica locali in cui si può riscontrare una delle seguenti situazioni: - possibile sviluppo di atmosfere potenzialmente pericolose; - tenore di ossigeno inferiore alla soglia di accettabilità per la salubrità ambientale; - concentrazione di vapore, polvere od altro particolato diffuso tale da risultare non tollerabili per persone o animali domestici; - concentrazione di vapore, polvere od altro particolato diffuso tale da arrecare danni ai dispositivi di sicurezza degli impianti gas o degli apparecchi utilizzatori. Giugno '16 | 23 CAIUS INFORMAT CALDAIA PIANO CAMPAGNA DENSITÀ < 0,8 Gas Ia e IIa famiglia (metano e gas città) SÌ DENSITÀ > 0,8 Gas III famiglia (GPL) NO a Fig. 11 Installazione di impianti interni gas e apparecchi in relazione al piano di campagna CONDOTTO CONCENTRICO ARIA/FUMI APERTURA DI AERAZIONE CALDAIA TIPO C A METANO ESTERNO LOCALE NON PRESIDIATO O VANO TECNICO Fig. 12 esempio di locale non presidiato, o di vano tecnico, dotato di apertura di aerazione permanente Ventilazione dei locali d’installazione L’apparecchio di tipo C non richiede dispositivi di ventilazione nel locale d’installazione, dato che preleva l’aria comburente direttamente dall’esterno mediante l’apposito condotto di aspirazione aria. Se l’installazione riguarda l’installazione di un apparecchio a tiraggio forzato Tipo B occorre, invece, prevedere e dimensionare correttamente l’apertura di ventilazione, secondo norma. 24 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas GPL CAIUS INFORMAT Aerazione locali d’installazione Il locale d’installazione degli apparecchi a gas dev’essere sempre aerabile o aerato per garantire l’evacuazione all’esterno di eventuali fughe di gas. Se per l’installazione in un locale d’abitazione può bastare la presenza di una finestra apribile verso l’esterno, per l’installazione in: –– “vano tecnico”, inteso come un volume confinato su tutti i lati (es. stanza o armadio10) dedicato ed idoneo a contenere l’apparecchio utilizzatore di singola portata termica ≤ 35 kW, oppure in un –– locale “non presidiato” ovvero non utilizzato quotidianamente quale, ad esempio, il solaio, la cantina, il sottoscala, è richiesta la presenza di almeno un’apertura permanente di aerazione, da minimo 100 cm2 netti o, in alternativa, di una canalizzazione da 150 cm2 netti. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas N.B. Il posizionamento dell’apertura/canalizzazione deve tener conto del tipo di gas utilizzato: per il metano il filo inferiore dell’apertura di aerazione dev’essere ad almeno 1,80 m dal pavimento, mentre per il GPL è bene che sia al massimo a 30 cm dal piano (meglio ancora se a filo pavimento). Sistema fumario Secondo la UNI 7129-3, tutti gli apparecchi di tipo C a camera stagna (convenzionali e a condensazione) – fatta eccezione per gli apparecchi di tipo C6, previsti per essere commercializzati senza terminali di scarico o senza condotti di prelievo dell’aria e di scarico dei fumi –, e per tutti gli apparecchi di tipo B con ventilatore, vanno considerati come un “unico complesso” unitamente ai condotti ed ai terminali, garantito dal costruttore e previsto per un funzionamento sicuro ed efficace. I componenti di “fumisteria”, pertanto, sono forniti (e garantiti) dal costruttore dell’apparecchio che – nelle istruzioni per l’installazione – fornisce anche precise indicazioni di montaggio per i vari tipi di tubi di scarico e/o allacciamento, dai tubi di lunghezza minima a quelli aventi la lunghezza virtuale più sfavorevole fra tutte le configurazioni ritenute sicure ed efficienti previste per un determinato tipo di generatore. I condotti di scarico fumi sono da utilizzarsi per il collegamento ad un sistema fumario (camino, canna fumaria, sistema intubato11) o per evacuare direttamente all’esterno i prodotti della combustione a mezzo di appositi terminali, anch’essi forniti dal costruttore dell’apparecchio. Per l’intubamento occorre, invece, utilizzare appositi condotti, marcati CE e realizzati secondo le specifiche dettate dalle norme di prodotto in merito a materiale, spessore, caratteristiche geometriche e termofluidodinamiche, reazione al fuoco, tenuta, etc. Per i propri apparecchi a tiraggio forzato Immergas fornisce sia la “fumisteria” (condotti di prelievo dell’aria e di scarico dei fumi e relativi accessori) che i sistemi per intubamento, denominati: –– “Serie Verde” per caldaie a condensazione; –– “Serie Blu” per gli apparecchi convenzionali. Vediamo ora le possibili soluzioni per evacuare i fumi nel caso di una caldaia a condensazione installata su di un impianto esistente. 1. utilizzo dei sistemi fumari esistenti verificati con esito positivo secondo UNI 10845; 2. intubamento di camini, canne fumarie o asole tecniche; 3. scarico diretto a tetto o a parete (nei casi consentiti) a mezzo di appositi terminali; 4. realizzazione di un nuovo camino. Riguardo alla prima soluzione, per utilizzare direttamente il sistema fumario esistente occorre verificare che esso sia: –– idoneo (in termini di funzionalità, caratteristiche strutturali e tenuta), o comunque –– adeguabile all’applicazione di apparecchi a condensazione. La normativa ribadisce che non può essere considerato “vano tecnico” l’armadio tecnico o il telaio da incasso fornito dal fabbricante come parte integrante dell’apparecchio (es. i nostri OMNI CONTAINER, SOLAR CONTAINER). 11 La UNI 7129-3:2015 precisa che i sistemi fumari – ovvero camini, canne fumarie e condotti intubati – di materiale plastico possono essere utilizzati solo in abbinamento ad apparecchi a condensazione o a bassa temperatura nel caso in cui questi ultimi siano dotati dal fabbricante di un dispositivo di limitazione della temperatura dei fumi, correlato alla classe di temperatura del condotto di evacuazione fumi. 10 Giugno '16 | 25 CAIUS INFORMAT La UNI 7129-3:2015 richiede, infatti, che il sistema fumario possa operare ad umido e rispetti tutti i seguenti requisiti: –– scarico della condensa; –– tenuta, come resistenza alla permeabilità dei gas ed alla diffusione dei vapori/condensati (il costruttore del sistema di scarico medesimo deve garantire la tenuta secondo quanto previsto dalla UNI EN 1443); –– resistenza alla temperatura, alla corrosione e al fuoco; –– verifica dell’anticongelamento; –– corretto dimensionamento; –– adduzione dell’aria comburente (dove previsto). È facile comprendere come sistemi fumari relativamente recenti possano, al pari dei più datati, non presentare tutti i requisiti necessari per il funzionamento ad umido (e, ancor meno, per il funzionamento in pressione). È bene sottolineare che secondo la UNI 7129-3:2015, in abbinamento alla caldaia a condensazione è necessario utilizzare dei condotti per intubamento marcati CE: –– di classe W di resistenza alla condensa e classe P1 di pressione, oppure –– forniti direttamente dal costruttore dell’apparecchio. Nel caso del “pacchetto completo” caldaia - fumisteria - sistema per intubamento è il costruttore che fornisce tutte le indicazioni (lunghezze massime, modalità installative, ecc.) e le garanzie per il corretto e sicuro funzionamento del sistema. I sistemi per intubamento “Serie Verde”, proposti da Immergas, sono: –– marcati CE e dotati di idonea certificazione; –– espressamente dedicati alle caldaie a condensazione di tipo C a tiraggio forzato; –– ideati per l’intubamento singolo in pressione, costruiti in materiale plastico e dotati di curva ascendente in ingresso (vd. pag. 17); –– proposti nelle seguenti tre tipologie (alla data di redazione della presente monografia): –– sistema rigido Ø 60 mm, –– sistema rigido Ø 80 mm, –– sistema flessibile Ø 80 mm; –– corredati di istruzioni tecniche per l’installazione (dove sono riportate le perdite di carico e le distanze massime percorribili con i condotti); –– garantiti, ove l’installazione avvenga in conformità alle prescrizioni della vigente legislazione in materia di sicurezza degli impianti e alle istruzioni di installazione fornite, per il corretto abbinamento termofluidodinamico con i sistemi di propria produzione (caldaie unitamente ai relativi condotti di scarico fumi e di adduzione per l’aria comburente). 26 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas L’intubamento in pressione (seconda soluzione) è sicuramente la soluzione più utilizzata quando non è possibile lo scarico diretto dei fumi a tetto o a parete. A differenza dei condotti di scarico fumi che, essendo considerati parte integrante degli apparecchi di tipo C (tranne C6), e di tipo B a tiraggio forzato, sono forniti direttamente dal costruttore, i condotti per intubamento possono essere forniti sia dal costruttore dell’apparecchio medesimo, sia da un costruttore di sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione. CAIUS INFORMAT L’utilizzo di condotti per l’intubamento forniti dal costruttore dell’apparecchio e idonei per il funzionamento in pressione risulta pertanto vantaggioso per il professionista, sia dal punto di vista installativo che in termini di responsabilità e garanzie. Quando il condotto intubato è previsto per il funzionamento in pressione – come nel caso dei sistemi Ø 60 mm e Ø 80 mm “Serie Verde” –, la norma richiede che sia presente un’intercapedine aerata tra la superficie interna del camino/asola tecnica e la superficie esterna del condotto intubato. Tale accorgimento, infatti, consente di evitare – in caso di perdita di tenuta del condotto intubato –, che si possa verificare un ritorno dei prodotti della combustione nell’ambiente. Al riguardo, la UNI 7129-3 prevede che l’intercapedine libera: –– sia aerata per mezzo di due aperture, una alla base e l’altra alla sommità del sistema fumario (vd. fig.13) FUMI FUMI ARIA ARIA INTERCAPEDINE DI AERAZIONE (aperta alla base ed in sommità) A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas AERAZIONE DELLA CONTROCANNA CONDOTTO INTUBATO IN PRESSIONE ASOLA TECNICA (EX CAMINO) FUMI APERTURA DI AERAZIONE ALLA BASE DELL’ASOLA TECNICA ARIA COMBURENTE PORTELLO D'ISPEZIONE SCARICO CONDENSA Fig. 13 Esempio di asola tecnica intubata con intercapedine libera aerata alla base e alla sommità Se l’apertura alla base non dovesse risultare direttamente rivolta verso l’esterno, è consentita la realizzazione di un canale di collegamento tra l’apertura stessa e l’esterno; –– si possa sfruttare, a determinate condizioni, per convogliare l’aria comburente all’apparecchi. In questo caso risulta sufficiente la sola apertura in sommità. Secondo la UNI 7129-3, l’apertura alla base si può evitare quando: –– il condotto intubato funziona in depressione rispetto all’ambiente; –– il condotto intubato è inserito all’interno di un camino posto all’esterno dell’edificio e non addossato a locali abitati: in tal caso, oltre all’apertura alla base, non è necessaria né l’apertura in sommità, né la sezione utile di aerazione (anche in caso di funzionamento in pressione all’interno del condotto stesso); –– l’intercapedine libera di aerazione è utilizzata per l’adduzione di aria comburente. Tale soluzione ammessa quando la sezione libera dell’intercapedine – in assenza di progetto – è almeno pari al 150% della sezione interna del condotto intubato; –– la sezione dell’intercapedine di aerazione è almeno pari al 150% della sezione del condotto intubato e la sezione totale dell'asola tecnica (comprensiva di intercapedine e condotto di scarico) è di ≥ 115 cm2 (NOVITÀ). L’intercapedine di aerazione “maggiorata” secondo norma, in pratica, può permettere di: –– evitare la prova di tenuta (vd. pag. 18), –– evitare l’apertura alla base, –– addurre l’aria comburente. Giugno '16 | 27 CAIUS INFORMAT Per quanto concerne, invece, il dimensionamento della sezione libera dell’intercapedine e dell’apertura alla base – o dell’eventuale canale di collegamento –, nei casi in cui non è obbligatorio il progetto si può far riferimento alla tabella seguente. Sezione utile di aerazione Sezione apertura alla base (o del canale di collegamento) Senza aspirazione di aria comburente dall’intercapedine Almeno pari alla sezione del condotto intubato Non minore della sezione utile di ventilazione Due aperture (una alla base ed una in sommità) Con aspirazione di aria comburente dall’intercapedine maggiorata1 Almeno pari a 150% della sezione del condotto intubato Apertura non necessaria Solo l’apertura in sommità Senza aspirazione di aria comburente da dall’intercapedine maggiorata2 Almeno pari a 150% della sezione del condotto intubato Apertura non necessaria Solo l’apertura in sommità Note alla tabella: 1. La soluzione della ripresa dell’aria comburente dall’intercapedine con sezione utile almeno pari a 150% della sezione del condotto intubato, oltre ad evitare la realizzazione dell’apertura alla base consente anche di non effettuare la verifica della tenuta (del condotto intubato). 2. In questo caso, se la sezione totale dell’asola tecnica, intercapedine e condotto di scarico compresi, risulta anche essere ≥115 cm2, è possibile evitare la verifica della tenuta (del condotto intubato). Passiamo ora al caso della canna collettiva esistente asservita a caldaie convenzionali stagne. È bene, innanzitutto, sottolineare che la canna fumaria collettiva, ramificata e non, è considerata dal Codice Civile “parte comune” e – come tale – è di competenza/responsabilità dell’Amministratore di condominio, al pari della centrale termica. Per il D.M. 37/08 sulla sicurezza degli impianti, i sistemi fumari collettivi sono soggetti a progettazione (tale concetto è ribadito anche dalle norme UNI). L’Amministratore e il Progettista, pertanto, devono essere coinvolti preventivamente in caso di adeguamento/ ristrutturazione/intubamento delle canne fumarie collettive, ramificate e non, esistenti. Stando alla UNI 7129-3:2015, nel caso di sostituzione di un apparecchio collegato ad una canna collettiva esistente (ramificata e non) è necessario garantire la compatibilità dell’intervento mediante la conservazione della similarità degli apparecchi allacciati e della funzionalità dell’intero sistema. La norma ammette – in deroga al requisito di “similarità” degli apparecchi –, la possibilità di sostituire sulla canna collettiva esistente l’apparecchio di tipo C convenzionale con uno a condensazione; l’utilizzo “promiscuo”, però, è ammesso solo previa verifica dell’idoneità: –– dal punto di vista costruttivo, per garantire la compatibilità tra la canna collettiva e i nuovi apparecchi nonché il corretto funzionamento ad umido del sistema fumario; –– dal punto di vista dimensionale (UNI EN 13384-2), che preveda la possibilità di sostituire TUTTI gli apparecchi collegati con apparecchi a condensazione (anche in momenti diversi) e garantisca la funzionalità in ogni condizione. Entrambe le verifiche devono avere esito positivo. Relativamente alla documentazione da produrre in caso di realizzazione o ristrutturazione di un sistema fumario, valgono i seguenti criteri: –– relazione tecnica, sufficiente solo nel caso in cui il sistema da ristrutturare o da realizzare in edificio nuovo sia asservito ad un apparecchio di portata termica nominale non maggiore di 35 kW e non risulti inserito o compreso in sistemi multipli o collettivi; –– progetto, eseguito da un professionista abilitato, in tutti gli altri casi. 28 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Aperture necessarie CAIUS INFORMAT Nel caso, invece, in cui sia possibile optare per lo scarico diretto a tetto, mediante apposito terminale, è bene ricordare che – secondo la norma – il tratto verticale del condotto di scarico fumi può attraversare solo il locale immediatamente sovrastante, sempre che quest’ultimo sia una pertinenza dell’unità immobiliare o un ambiente non accessibile a terzi. Per il posizionamento a tetto del terminale di scarico occorre rispettare le quote di sbocco previste dal fabbricante dell'apparecchio. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Altro metodo per evacuare i fumi è quello dello scarico diretto a parete, sempre mediante apposito terminale. Per scaricare a parete, sia nella villetta singola che in condominio, occorre: –– ricadere in una delle sei casistiche elencate dall’art. 5, comma 9 e segg., del D.P.R. n.412/93 e s.m.i.12, ovvero: 1. sostituzione di generatore di calore individuale che già scaricava a parete; 2. sostituzione di generatore di calore individuale che scaricava in canna collettiva ramificata (C.C.R.); 3. incompatibilità con norme di tutela degli edifici oggetto dell'intervento, adottate a livello nazionale, regionale o comunale; 4. il Progettista attesta e assevera l'impossibilità tecnica a realizzare lo sbocco sopra il colmo del tetto; 5. ristrutturazione di impianto termici individuale già esistente, sito in stabili plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non disponga già di camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell'edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili all’applicazione di apparecchi a condensazione; 6. installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore ad alta efficienza e dotati di specifica certificazione di prodotto; –– utilizzare un modello di caldaia che risponda ai requisiti indicati dal D.P.R.; –– rispettare le distanze di sicurezza per il posizionamento a parete dei terminali di scarico fumi, dettate dalla norma UNI-CIG 7129, tenendo conto di eventuali restrizioni a carattere ‘locale’ (i regolamenti edilizi e/o d’igiene locali, però, dovrebbero essere stati adeguati alla legge nazionale, come previsto dal comma 9-quater dell’art. 5 del suddetto decreto). Se l’intervento dev’essere realizzato in un condominio non basta rispettare le leggi e norme vigenti a livello nazionale/locale; è sempre opportuno verificare se vi sono restrizioni nel regolamento condominiale, contattando preventivamente l’amministratore e, in ogni caso, è bene informare anche i condomini, onde evitare spiacevoli situazioni (lo scarico a parete dei fumi, molto spesso, è solo un pretesto per rinnovare vecchi contrasti fra vicini). Nella sezione NOVITÀ NORMATIVE del sito immergas.com c’è una sezione dedicata allo scarico a parete. Veniamo, infine, all’installazione di un nuovo camino esterno, idoneo per il funzionamento ad umido e in pressione. Per questa soluzione è bene sottolineare che, secondo il Codice Civile (e la Giurisprudenza), l’installazione di un camino/canna fumaria sul muro perimetrale – ovvero su una parte comune condominiale – è lecita, senza necessità del consenso degli altri partecipanti alla comunione, quando: –– non ne altera la naturale destinazione; –– non impedisce agli altri comproprietari di farne uso secondo il loro diritto; –– non pregiudica la stabilità e il decoro architettonico dell’edificio; –– non arreca danno alle singole proprietà esclusive, per es. violando le norme sulle distanze legali dai più vicini sporti delle proprietà individuali (75 cm) o riducendo in modo apprezzabile la visuale laterale, escludendo o riducendo la possibilità di affaccio e di veduta dagli stessi. Anche in questo caso, quindi, occorre verificare se vi sono restrizioni nel regolamento condominiale e contattare preventivamente l’amministratore. Alla data di redazione della presente monografiasi fa riferimento all'art. 5, c 9 e segg. del D.P.R. n. 412/93, come modificato dal D.Lgs. n. 102/14. 12 Giugno '16 | 29 CAIUS INFORMAT ASPIRAZIONE SCARICO FUMI RACCORDO A “T” SIFONE CALDAIA SIFONE DEL SISTEMA DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE (ove necessario) CONDENSA Ax i > 3% SCARICO CIVILE Fig. 14 Esempio di collegamento dell’apparecchio e del sistema fumario all’impianto di scarico condense 30 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Sistema di scarico condensa Come detto nelle pagine precedenti, la UNI 7129-5 ribadisce la possibilità di scaricare direttamente in fogna, senza alcun trattamento di passivazione, le condense provenienti dalle caldaie a condensazione o dal sistema fumario installati in edifici ad uso abitativo. Nel caso in cui non fosse possibile collegarsi alla rete fognaria, occorre installare un neutralizzatore di condense (o “passivatore”) per garantire il rispetto dei parametri previsti dalla legislazione nazionale/regionale vigente. Per un corretto funzionamento dell’intero sistema di scarico della condensa, la norma precisa che sono necessarie due disgiunzioni funzionali: –– la prima tra l’impianto gas e l’impianto di smaltimento condense, avente il compito di evitare che i prodotti combusti (o eventualmente incombusti) possano entrare nell’impianto di scarico delle condense e, quindi, successivamente in fogna; –– la seconda (evidenziata in figura 14 con il simbolo A), posta a monte della rete fognaria, avente il compito di compensare le eventuali variazioni di pressione nella rete fognaria stessa. In caso di depressurizzazione a valle (e il cosiddetto “effetto siringa”), infatti, s’incorrerebbe nel rischio di svuotare il sifone di caldaia – con conseguente immissione di gas in fogna – e di aumentare la portata termica dell’apparecchio anche in modo rilevante; viceversa, in caso di pressurizzazione a valle nell’impianto smaltimento reflui, quest’ultimi rischierebbero di essere spinti in caldaia (svuotando il sifone), con sgradevoli conseguenze per l’utente finale. La prima disgiunzione funzionale, per la condensa che si forma all’interno di una caldaia a condensazione, è realizzata dal sifone presente all’interno dell’apparecchio. CAIUS INFORMAT Nelle caldaie a condensazione Immergas tale sifone è appositamente progettato e dimensionato allo scopo di: –– avere un battente di liquido sufficiente a vincere la prevalenza del ventilatore del generatore evitando così la fuoriuscita dei fumi dallo scarico della condensa in caso di ostruzione del sistema fumario; –– raccogliere e smaltire sia le condense che si formano all’interno dell’apparecchio, sia quelle all’interno dei condotti di scarico fumi e del sistema fumario, conformemente alla normativa e in ogni configurazione prevista nel Libretto istruzioni. È quindi possibile abbinare alle caldaie a condensazione Immergas i sistemi per intubamento “Serie Verde” – tutti con curva ascendente in ingresso –, prevedendo un unico collegamento al sistema di scarico condense semplificando l’insallazione. Si ricorda, infine, che è buona norma riempire il sifone di caldaia con acqua prima di collegarlo, per evitare fuoriuscita di fumi nel transitorio iniziale. La funzionalità del/i sifone/i e del sistema di scarico condense, va verificata periodicamente. La seconda disgiunzione funzionale, invece, dev’essere realizzata con uno dei dispositivi rappresentati in tabella: POSSIBILI CONFIGURAZIONI ELEMENTO A A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas A1 DESCRIZIONE Scarico dell’apparecchio e/o del sistema fognario Bicchierino di raccolta CONDENSA 10 mm SCARICO A2 Sifone scarico lavello Scarico dell’apparecchio e/o del sistema fognario CONDENSA SCARICO A3 Collegamento con sfiato esterno di tipo atmosferico CONDENSA Scarico dell’apparecchio e/o del sistema fognario A4 CONDENSA INGRESSO LIQUAMI SCARICO Fossa settica con sfiato esterno (tipo Imhoff o analogo) SFIATO GAS USCITA LIQUAMI VASCA DI DIGESTIONE A5 INGRESSO A6 Collegamento con sfiato esterno (tipo Firenze o analogo) SFIATO GAS USCITA Diverso dispositivo in grado di garantire i requisiti essenziali di cui al punto 4 della norma Giugno '16 | 31 CAIUS INFORMAT CASISTICA: NEUTRALIZZAZIONE Unità ad uso abitativo (es. appartamenti, villette) NO se la condensa è miscelata coi reflui domestici Unità ad uso non abitativo inserite in edifici ad uso abitativo prevalente (es. negozi inseriti in condomini) NO se la condensa è miscelata coi reflui domestici Canne collettive in edifici ad uso abitativo o prevalentemente abitativo (es. condomini) NO se la condensa è miscelata coi reflui domestici Unità ad uso non abitativo inserite in edifici ad uso non abitativo (es. blocchi di uffici) SÌ se il numero di utenti è minore di 10 NO se il numero di utenti è uguale o maggiore a 10 (situazione equiparata a installazioni domestiche) Se il sistema di scarico condense è di nuova realizzazione (come avviene nelle sostituzioni di apparecchi convenzionali), in mancanza di indicazioni da parte del fabbricante lo si deve “collaudare”, per verificarne la funzionalità, come indicato dalla UNI 7129-5. Se esistente, un attento controllo visivo del sistema di scarico delle condense deve individuare eventuali ostruzioni/perdite dovute all’invecchiamento dei materiali, gelate, cedimenti strutturali, etc. Al controllo visivo va, inoltre, abbinata anche la verifica della funzionalità secondo UNI 10738 (è, di fatto, la stessa della UNI 7129-5). Fatte tutte le verifiche del caso e le eventuali necessarie modifiche sull’impianto, si passa all’installazione vera e propria dell’apparecchio all’impianto. L’installazione dev’essere realizzata seguendo le indicazioni contenute nel Libretto istruzioni e le avvertenze, fornito a corredo dell’apparecchio, nel rispetto delle norme UNI e CEI applicabili. 32 | Giugno '16 A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Di seguito si riassumono le varie casistiche installative, previste dalla norma, con evidenziata la necessità, o meno, di prevedere il neutralizzatore di condense: CAIUS INFORMAT 5.2 Collegamento apparecchio-impianto interno gas La caldaia a gas è considerata dalla normativa “apparecchio installato in modo fisso”. Il collegamento dell’apparecchio all’impianto interno può, pertanto, essere realizzato con: –– tubo metallico rigido o tubo corrugato formabile PLT-CSST con raccordi filettati o con giunto a tre pezzi (bocchettone); –– tubo flessibile di acciaio inox a parete continua conforme alla UNI EN 14800 o alla UNI 11353; –– tubo flessibile non metallico conforme alla UNI 7140 (tubi classificati tipo B e C) e corredato di dichiarazione di durabilità del fabbricante. La lunghezza massima dei tubi flessibili, secondo la norma, è pari a 2 m. A cura della Direzione Marketing Tecnico Immergas Kit allacciamento universale per caldaie murali istantanee e con bollitore Kit gruppo di allacciamento per installazione pensile (VICTRIX TT ErP, VICTRIX kW TT e VICTRIX EXA) Fig. 15 Esempi di Kit allacciamento Immergas È bene ricordare anche che, sempre secondo la UNI 7129-1, a monte di ogni apparecchio utilizzatore – ovvero a monte del collegamento, rigido o flessibile, fra apparecchio e impianto – dev’essere sempre installato in posizione accessibile un rubinetto di utenza13. Come previsto già dall’edizione 2008 della norma, il rubinetto di utenza può anche essere parte integrante dell’apparecchio oppure può venir fornito con esso (e già previsto in posizione accessibile); in tali casi il dispositivo può essere anche posizionato a valle del collegamento, rigido o flessibile, in conformità alle istruzioni del fabbricante dell’apparecchio. 5.3 Messa in servizio dell’apparecchio Una volta allacciato l’apparecchio e dopo aver accertato l’assenza di dispersioni di gas combustibile, si provvede alla sua messa in servizio seguendo le indicazioni del fabbricante e la UNI 7129-4 (la norma ripropone le modalità indicate in precedenza dalle UNI 7129:2008 e UNI 11071:2003). 13 Il rubinetto di utenza (rif. UNI EN 331) può essere sostituito da una elettrovalvola d’utenza conforme alla norma EN 161. Giugno '16 | 33 CAIUS INFORMAT caiusclub.it