Corso di Pesca Pelagici a spinning Riccardo
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Corso di Pesca Pelagici a spinning Riccardo
Corso di pesca Pelagici a spinning di Riccardo Zago L a pesca a spinning con le esche artificiali in mare dalla barca richiede meno movimento di quella dalla costa, ma entrambe hanno in comune le emozioni e la necessità di andare alla ricerca del pesce anziché attirarlo come si fa con altri sistemi. Non basta recuperare un artificiale per portare a casa una bella preda, ogni imitazione va fatta “lavorare” nel luogo adatto e al momento giusto, scegliendola tra quelle idonee alla situazione e alle condizioni di pesca. I cucchiaini rotanti, per esempio, sono assai utilizzati in acqua dolce ma nello spinning in mare non trovano applicazione. Gli ondulanti e i minnow, invece, sono esche molto produttive con diversi predatori marini, sia nella traina sia nella pesca a lancio. Ma il panorama delle imitazioni è molto vasto e comprende modelli adatti a ogni esigenza, quindi occorre seguire precise regole sul loro impiego. 48 luglio-agosto 2016 Partiamo dall’attrezzatura Su una barca abbiamo ovvi limiti di spazio, quindi dovremo usare un’attrezzatura adeguata che non ci intralci durante l’azione. Andranno bene canne abbastanza corte, tra i 2 e i 2,30 metri, che ci aiuteranno a gestire la maggior parte degli artificiali; pur essendo maneggevoli, questi attrezzi di solito sono piuttosto potenti e ci permettono di fronteggiare anche i combattimenti più impegnativi. Optiamo per canne con una potenza di lancio tra i 14 e i 56 I cucchiaini ondulanti sono probabilmente le esche artificiali più antiche, anche se oggi sono in metallo anziché di osso come nella preistoria. grammi, da abbinare a mulinelli medio-grandi, robusti, affidabili e con bobine capienti. Come lenza usiamo trecciati dalle 20 alle 50 libbre, secondo le condizioni di pesca. Ovviamente, collegheremo alla lenza madre un terminale, possibilmente in fluorocarbon, di diametro compreso tra lo 0,30 e lo 0,60. Per pescare con gli ondulanti e i minnow potremo usare canne monopezzo o in due sezioni, di lunghezza variabile dai 2 ai 3 metri (più lunghe per artificiali piccoli e leggeri, più corte se lanciamo dalla barca esche più pesanti) e con potenza di lancio commisurata al peso delle esche. I mulinelli, a bobina fissa e piuttosto capienti, avranno una misura compresa tra 3.000 e 4.000 e potranno essere riempiti in base alle nostre preferenze, anche se i trecciati rimangono la scelta migliore. Infatti, oltre alla maggior tenuta a parità di diametro, i multifibra non hanno memoria né elasticità. Di conseguenza, saremo al riparo da spiacevoli sorprese anche in presenza di predatori grossi e combattivi, ma non solo: i multifili trecciati ci permetteranno un controllo più marcato dell’esca, una maggiore sensibilità nell’abboccata del predatore e una ferrata più tempestiva. È importante acquistare prodotti di qualità con garanzie di robustezza, resistenza al nodo e alti carichi di rottura. Il libbraggio sarà rapportato alle esche utilizzate e alle prede che intendiamo catturare. La palamita è forse l’avversario più entusiasmante nella pesca a spinning dalla barca, specie quando si svolge direttamente sulla “mangianza”. In questo caso è stata catturata con un minnow. Schizzi e turbolenze in superficie Una sorta di sigaro con l’estremità tronca e concava: è il popper, un artificiale che in mare può regalare catture indimenticabili nella pesca top water, ossia a pelo d’acqua. Grazie alla sua forma, il popper recuperato a scatti nell’acqua assume un andamento disordinato e irregolare segnato dall’inconfondibile “pop-pop”, il rumore che emette sulla superficie dovuto alla cavità situata sul muso dell’esca. Pescando a spinning con questi artificiali dovremo sempre tenere la canna bassa, alternando recuperi velocissimi a brevi soste: durante il richiamo l’esca produrrà vistosi spruzzi e turbolenze che attireranno i predatori, mentre nelle pause potremo animarla con la punta della canna. A differenza dei popper utilizzati nell’acqua dolce che lavorano per lo più a galla, quelli per il mare affondano un poco per poi riemergere rumorosamente, compiendo addirittura brevi salti fuori dall’acqua. Gli attacchi a queste esche sono piuttosto violenti e, una volta agganciato, il predatore si difende puntando con decisione verso il fondo. Pescando dalla barca, dovremo individuare la mangianza e lanciare oltre per poi recuperare l’esca facendola passare proprio in mezzo alla zona calda. Oscillazioni adescanti Si tratta forse delle esche più antiche di cui si abbia notizia: stiamo parlando dei cucchiaini ondulanti, artificiali costituiti da una lamiera metallica stampata o tranciata a macchina e colorata. I due fori alle estremità del cucchiaino sono provvisti di due anellini in acciaio: uno per l’ancoretta e l’altro dove viene alloggiato il moschettone per l’attacco della lenza. Esistono pure ondulanti dotati di amo singolo e, in alcuni casi, guarniti con piumette bianche o colorate in coda. La caratteristica di questi artificiali è produrre oscillazioni laterali che, unite ai bagliori luglio-agosto 2016 49 Corso di pesca di luce, stimolano l’aggressività dei predatori. Gli ondulanti possono lavorare a mezz’acqua o vicino al fondale, perciò occorre scegliere i modelli in base alla situazione. In linea di massima, a spinning si utilizzano quelli che visti dall’alto hanno una forma a goccia, una bombatura verso l’ancoretta e ricordano proprio un cucchiaio. Le versioni più allungate, pesanti e con una marcata curvatura in coda, nelle misure intermedie sono adatte per esplorare le zone con discreti fondali. La forma allungata oppone una minore resistenza all’acqua e dona all’esca un movimento più sinuoso: questi cucchiaini andranno recuperati con piccoli scarti laterali abbastanza stretti, in modo che emettano lampi di luce molto adescanti. Nello spinning “puro”, ossia senza l’utilizzo di zavorre aggiuntive, in genere utilizzeremo cucchiaini di misura compresa tra 8 e 15 centimetri con pesi che oscillano da 12 a 30 grammi. Pesciolini per tutti i gusti I minnow riproducono il pesce-foraggio, sono realizzati in legno o in plastica e indirizzati a prede come lo sgombro. Esistono diversi modelli di pesci-esca in varie misure; la paletta sotto la testa, in plastica o in metallo, determina il movimento e il grado di affondamento dell’artificiale. Le versioni suspendig lavorano a mezz’acqua mentre quelle galleggianti, come gli shallow, raggiungono discrete profondità durante il recupero, sa- 50 luglio-agosto 2016 Quando gli sgombri sono imbrancati e cacciano in superficie c’è davvero da divertirsi con lo spinning leggero dalla barca utilizzando piccoli e leggeri cucchiaini ondulanti. lendo verso la superficie non appena si ferma il richiamo; i minnow affondanti (deep runner), invece, sono dotati di una paletta lunga e piuttosto larga per scendere velocemente verso il fondo. Questi ultimi mantengono la profondità anche nelle pause del richiamo e offrono maggiore resistenza durante il recupero, ma garantiscono la cattura di quei predatori che cacciano molto al di sotto della superficie dell’acqua. Caratteristiche comuni a tutti i pesci-esca sono la robustezza e la resistenza alle trazioni molto forti, che mettono a dura prova tutte le loro componenti. I minnow che utilizzeremo vanno dai 7 ai 13 centimetri nelle versioni affondanti e galleggianti. Per quanto riguarda le colorazioni meglio scegliere quelle che ricordano le livree dei pesci-foraggio, senza però tralasciare le tinte più sgargianti in caso di scarsa luminosità. Anche in questo caso, i colori olografici risultano maggiormente visibili anche a distanza. Se l’esca è troppo leggera... Pescando a spinning con artificiali dal peso specifico ridotto sarà necessario utilizzare una zavorra aggiuntiva, così da poterli lanciare lontano. Siccome non tutti i pesi vanno bene, per gli ondulanti prenderemo a prestito un sistema usato nella pesca a striscio in acqua dolce: scegliamo una bombarda galleggiante da mettere sul filo prima della girella con il moschettone, al quale è annodato un finale di 2 metri in fluorocarbon dello 0,16 o 0,20 se peschiamo lo sgombro, più grosso e resistente se girano palamite e tonnetti. Per i piccoli pesci-esca, invece, zavorriamo il filo con un piombo a oliva da infilare direttamente sulla lenza madre. Non dimentichiamoci di inserire anche un piccolo tubo in silicone a protezione del nodo della girella che congiunge la lenza con il finale, quest’ultimo lungo da 1,50 fino a 2 metri.