inzago, “bombardata”

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inzago, “bombardata”
il periodico dell’Adda e della Martesana
€ 1,00
Via Marconi
INZAGO (MI)
www.clippers.it
Un mese difficile
tra animalisti e attentati
Anno 20 - n° 3
DICEMBRE 2014
Via Marconi
INZAGO (MI)
CASSANO D’ADDA pag. 3
JOBS ACT,
una manovra
per rilanciare
l’occupazione?
INZAGO, “BOMBARDATA”
VAPRIO D’ADDA pag. 11
Italia ad
alto rischio
idrogeologico…
e Vaprio?
INZAGO pag. 20
Politica locale:
in anteprima
i nomi dei
prossimi
candidati
Botte, insulti e distributore Esso
devastato da un ordigno a pag. 16
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Riceviamo e Pubblichiamo
PERIODICO DELL’ADDA e della MARTESANA
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Domenico Frustagli
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CONSIGLIERI
Gaetano Buzzi, Don Gigi Drosi, Giovanni Ferrillo
Bruno Pedroni, Giovanni Roncato
QUANTI SINDACALISTI FANNO IL LORO LAVORO CON PASSIONE
E NON SOLO PER I SOLDI?
Gentilissimo Direttore,
vorrei portarla a conoscenza di una mia vicenda
personale che fortunatamente si è conclusa bene.
Sono occupata in un’azienda del settore Gomma
Plastica e vorrei segnalare l’ottimo intervento del
funzionario FEMCA CISL di Gorgonzola.
Da mesi sono in malattia a causa di un’operazione grave a livello vertebrale. Sono stata sottoposta a intervento di stabilizzazione vertebrale con
inserimento di viti e placche. Per tutelarmi ho
chiesto informazioni su cosa fare e a chi rivolgermi. In molti mi hanno fatto un nome, quello di un
funzionario della CISL.
Dopo aver quasi finito il comporto ed aver preso
tre mesi di aspettativa per poter continuare le mie
cure è arrivato il momento di rientrare al lavoro.
Sono, così, stata convocata dal capo del personale che è stato da subito categorico: “Ti licenzio!
Se accetti entro due giorni ti regalo sei mensilità.
Se aspetti oltre i due giorni ti licenzio lo stesso
senza nessun indennizzo economico!”
Sono rimasta spiazzata da questo ricatto ed ho risposto che mi sarei consultata con la Cisl di Gorgonzola.
Nel consultarmi con il funzionario, egli mi ravvisava alcuni vizi legati alla procedura, primo fra tutti che
il medico di fabbrica non mi aveva ancora visitata per conclamare la mia eventuale inabilità.
Successivamente ho effettuato la visita dove il medico confermava una diagnosi di “Idoneità con
limitazioni” a svolgere il mio lavoro.
A quel punto sono intervenuti il funzionario della Cisl e l’avvocato di sede di Gorgonzola che hanno
inviato un fax alla direzione dell’azienda chiedendo la possibilità, per un determinato periodo, di svolgere un’altra mansione fino alla mia completa guarigione. Quindi di farmi rientrare al lavoro, altrimenti
sarebbero andati per vie legali. Alla luce di ciò l’azienda ha ritrattato è fatto due proposte. Soldi o posto
di lavoro? Naturalmente ho scelto l’occupazione.
Sono felice di riavere un lavoro, giustizia è stata fatta, anche se nella trattativa l’azienda è riuscita ad
ottenere un adeguamento del mio stipendio alla nuova mansione.
Mi chiedo... e se non avessi incontrato un dirigente umano e preparato come quello del sindacato di
Gorgonzola? E negli altri sindacati come va? Basta guardare il mio caso per capire che alcuni sindacalisti (o ex-tali) lo fanno solo per soldi senza nessuna passione al riguardo.
Cordiali saluti.
Michela, Cassano
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2
dicembre
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Misure di carattere finanziario, fiscale e
previdenziale contenute nel disegno di
legge di stabilità per il 2015
di Donato Musarò
CASSANO D’ADDA - La norma rende strutturale
il bonus 80 euro.
Rispetto al Dl 66/14 che lo aveva introdotto,
infatti, viene eliminato il riferimento della sua
vigenza al solo periodo di imposta 2014. La
struttura del bonus resta invariata rispetto a
quanto stabilito nel decreto che lo ha introdotto:
il credito spetta esclusivamente ai lavoratori dipendenti compreso il lavoro a domicilio, quando
sia considerato lavoro dipendente dalla legislazione vigente (articolo 49 Tuir), mentre restano
esplicitamente esclusi i percettori dei redditi da
pensione.
Restano, inoltre, inalterati i limiti di reddito per
beneficiare del credito il quale è pari a 960 euro
per i redditi inferiori a 24mila euro, è decrescente per i redditi compresi tra 24 e 26 mila euro e
il suo valore si annulla a 26 mila euro. Il credito
spetta a tutti coloro che hanno un’imposta lorda superiore al valore della detrazione da lavoro
dipendente, quindi, ai lavoratori dipendenti che
hanno un reddito superiore a quello ricompreso
nella fascia esente Irpef (8.174 euro annui). Il
bonus viene riconosciuto in via automatica da
parte del sostituto di imposta, non concorre alla
formazione del reddito e viene rapportato al
periodo di lavoro nell’anno. Le somme erogate
sono recuperate dal sostituto di imposta attraverso la compensazione. Secondo la Relazione
tecnica il costo del provvedimento è di 9,053
miliardi di euro.
A decorrere dal 1° gennaio 2015 viene consentita la deduzione integrale del costo complessivo sostenuto per lavoro dipendente, a tempo
indeterminato, per la parte che superi la somma
delle deduzioni già spettanti e fino a concorrenza dell’intero importo.
Contemporaneamente, vengono ripristinate retroattivamente al 1° gennaio 2014, le aliquote
Irap in vigore prima della disposizione del Dl
66/14 che aveva stabilito la riduzione dell’aliquota di base dal 3,9% al 3,5%. A partire dal
2015 il provvedimento ha un costo complessivo
di competenza per l’erario di 5,006 mld euro
nel 2015, e 4,368 mld euro nel 2016 e 2017.
Mentre, nel 2014 l’effetto del ripristino delle aliquote Irap determina un incremento di gettito di
2,059 miliardi euro. TFR in busta paga.
Si tratta di una misura di carattere sperimentale
che attribuisce ai lavoratori del settore privato
la facoltà di chiedere e ottenere dal datore di
lavoro in busta paga dal 1 marzo 2015 al 30
giugno 2018 l’accredito del TFR maturando alle
seguenti condizioni: deve trattarsi di lavoratore
del settore privato assunto da almeno 6 mesi
presso il medesimo datore di lavoro, oppure, per
i lavoratori assunti dopo il 1/1/2015, nei termini stabiliti da uno specifico decreto che dovrà
essere emanato; sono esclusi da questa facoltà i lavoratori del settore pubblico, i lavoratori
agricoli e i collaboratori domestici; la quota di
TFR maturando è quella di cui all’art. 2120 c.c.
cioè il 13,5% della retribuzione dovuta nell’anno
al netto del contributo dello 0,50% dovuto dal
datore al fondo di accantonamento previdenziale (c.d. FAP di cui all’art. 3 ultimo comma
legge 297/1982); anche i lavoratori che hanno
destinato il TFR al fondo pensione possono chiedere la liquidazione in busta paga della quota
maturanda; la quota di TFR liquidata in busta
paga verrà assoggettata a tassazione ordinaria
e non è imponibile a fini previdenziali; la scelta
di avere il TFR in busta paga è irrevocabile fino
al 30 giugno 2018; il TFR in busta paga non si
può ottenere se il datore di lavoro è sottoposto a
procedura concorsuale o l’azienda è dichiarata
in crisi ai sensi dell’art. 4 legge 297/1982. Solo
ai fini della verifica del reddito complessivo per
il diritto al bonus degli 80 euro non si considerano le somme erogate come TFR in busta paga.
I datori di lavoro hanno due possibilità per l’attribuzione del TFR in busta paga: optare per uno
schema di accesso accredito tramite il sistema
bancario, tale finanziamento è assistito da privilegio speciale (art. 46 d.lgs. 385/1993); oppure
erogare direttamente il TFR.
Se il datore di lavoro ha meno di 50 addetti e
sceglie il pagamento diretto del TFR si vedrà
applicare le agevolazioni previste per le imprese in caso di conferimento del TFR al fondo
pensione complementare previste dall’art. 10
d.lgs. 252/2005 vale a dire: deducibilità del 6%
del TFR maturando anticipato al lavoratore dal
reddito di impresa; esenzione dal pagamento
del contributo dello 0,20% al fondo di garanzia
dell’INPS previsto dall’art. 2 legge 297/1982 sulle somme del TFR maturande liquidate in busta
paga; altre compensazioni sul costo del lavoro
con la riduzione dei cosiddetti “oneri impropri”.
Invece, se il datore di lavoro con meno di 50
addetti sceglie di erogare il TFR con il meccanismo dell’accesso al credito previsto dalla legge
sarà esonerato solo dal pagamento del contributo dello 0,20% al Fondo di garanzia dell’INPS
previsto dall’art. 2 legge 297/1982 sulle somme
del TFR maturande liquidate in busta paga ma
dovrà versare lo 0,20% della retribuzione imponibile a fini previdenziali nella percentuale della
quota maturanda del TFR destinato a previdenza
complementare al Fondo di garanzia per l’accesso ai finanziamenti. Se il datore di lavoro ha
un numero di addetti pari o superiore a 50, per
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le quote di TFR maturande attribuite direttamente in busta paga ha diritto alle stesse deduzioni
di cui al citato articolo 10 d.lgs. 252/2005.
Anche questo datore di lavoro può decidere di
avvalersi delle forme di accesso al credito previste dalla norma, in questo caso però non è
previsto un contributo al Fondo di garanzia per
l’accesso ai finanziamenti.
A questo proposito è opportuno ricordare che
questi datori di lavori sono già obbligati a versamento del TFR al Fondo di tesoreria gestito
dall’INPS. Fondo di garanzia per l’acceso ai finanziamenti per le imprese con meno di 50 dipendenti. Il Fondo di garanzia per l’accesso
ai finanziamenti per le imprese con meno
di 50 dipendenti viene istituito presso l’INPS
con una dotazione di 100 milioni € per il 2015
e alimentato dal gettito contributivo del sopra
indicato 0,20%. Il Fondo è surrogato di diritto
alla banca per l’importo pagato nel privilegio di
cui all’art. 46 d.lgs. 385/1993 e per tali somme
si applicano le medesime modalità di recupero
dei crediti contributivi. Per poter accedere a tale
finanziamento, i datori di lavoro devono chiedere all’INPS la certificazione del TFR maturato in
relazione ai montanti retributivi dichiarati per
ciascun lavoratore. In base alle certificazioni,
il datore di lavoro può presentare richiesta di
finanziamento presso una delle banche o intermediari finanziari che aderiscono ad un apposito accordo-quadro da stipularsi tra Ministero
del Lavoro, MEF e ABI. A questi finanziamenti
non possono essere applicati tassi di interesse
superiori a quanto previsto dal 2120 c.c. vale a
dire 1,5% fisso e il 75% dell’inflazione.
Al rimborso relativo al finanziamento non si
applicano le disposizioni dell’art. 67 legge
267/1942 (legge fallimentare) inerenti la revoca
degli atti e l’azione revocatoria.
Il pagamento del TFR in busta paga è una possibilità studiata da vari Governi nel corso degli
anni ma mai attuata fino ad oggi. Le valutazioni
sulla opportunità o meno di introdurre tale misura nel tempo sono state molteplici: a favore il
fatto che si tratta di soldi dei lavoratori dei quali
Iscr. Ruolo N° 1231 C.C.I.A.A. di Cremona
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essi debbono poter
disporre immediatamente e quindi
il superamento di
un’idea partenalistica dello Stato; la
constatazione che il
TFR come lo conosciamo è una prestazione peculiare
del sistema italiano
non riscontrabile altrove, tanto che nelle
classificazioni internazionali spesso
viene inserito nella
spesa pensionistica;la necessità impellente di
incrementare le buste paga (a parità di costo del
lavoro) per rilanciare i consumi; al contrario la
scelta di destinare il TFR alla previdenza complementare per costruirsi un futuro previdenziale più solido; l’utilizzo da parte dell’impresa
delle somme accantonate come conveniente
modalità di accesso al credito; l’esigenza di modifiche normative troppo complesse.
La scelta operata dal legislatore del 1993 di
orientare il TFR alla costruzione del secondo
pilastro previdenziale è sembrata rafforzata nel
2005 quando è stato previsto il meccanismo del
silenzio-assenso per il conferimento del TFR al
fondo pensione, ma questa linearità di obiettivo
è stata già in parte smentita con la legge finanziaria del 2007 prevedendo che le aziende con
almeno 50 dipendenti debbano versare il TFR al
Fondo di tesoreria istituito presso l’INPS e che
tali risorse dovessero essere utilizzate per finanziare il miglioramento delle infrastrutture.
Negli anni successivi, questa nobile motivazione si è progressivamente annacquata, tanto da
far insorgere anche al Corte dei Conti rispetto al
reale utilizzo di queste risorse che hanno finito
per finanziare la spesa corrente dello Stato. Ora,
il Governo Renzi ha deciso di intervenire nuovamente, con una operazione che sembra restituire TFR ai lavoratori ma che a nostro avviso
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4
dicembre
mette in evidenza un paradosso poiché la norma
è allo stesso tempo drastica per il sistema ma
“sperimentale”. Drastica perché essa comporta
una serie di modifiche normative importanti e
complesse che, come minimo, aumenteranno la
confusione dei lavoratori e delle imprese, inoltre impone la strutturazione dell’ennesimo specifico fondo presso l’INPS, in ultimo, ma non per
importanza, questa facoltà sicuramente determinerà l’aumento dello scetticismo nei confronti
della previdenza complementare, tanto più che
non si tratta dell’unica misura criticabile su questo tema contenuta nella legge di stabilità. Per
esplicita ammissione del testo, almeno in teoria
tutta la costruzione di questo complicatissimo
sistema potrà essere smontata il 1 luglio del
2018, probabilmente se non determinerà un significativo aumento dei consumi e un aumento
del gettito fiscale. Infatti, la quota di TFR erogato
in busta paga verrà tassata con l’imposizione
ordinaria e non con la tassazione separata come
avviene ora ovvero, per il TFR destinato al fondo
pensione, con le diverse aliquote agevolate sulla prestazione finale. Alcune simulazioni hanno
messo bene in evidenza l’impatto dell’aliquota
marginale sull’onere fiscale in caso di opzione
per il TFR in busta paga rispetto alla tassazione
separata. Di conseguenza,solo per le retribuzioni annue lorde entro i 15.000 € il TFR in busta
paga non viene fiscalmente penalizzato mentre
in caso di retribuzione lorda di 33.000 € l’onere
fiscale aggiuntivo annuale è di circa 300 €.
Articolo 8 Ecobonus e ristrutturazione. La
norma stabilisce l’estensione al 31 dicembre
2015 del termine per beneficiare della detrazione del 65% a fronte di interventi di riqualificazione energetica degli edifici e per la sostituzione di impianti di climatizzazione con caldaie
a condensazione. Le medesime detrazioni si
applicano anche per gli interventi sulle parti comuni degli edifici nella misura del 65% per gli
interventi realizzati fino al 31-12-2015.
Anche per gli interventi di ristrutturazione edilizia viene ampliato al 31 dicembre 2015 il termine per beneficiare della detrazione del 50%
su un importo massimo di 96mila euro. Infine,
viene specificato che la detrazione per i mobili
acquistati per l’immobile oggetto di ristrutturazione, spetta indipendentemente dall’importo
sostenuto per le spese di ristrutturazione.
L’effetto complessivo in termini finanziari è positivo per 3,2 milioni di euro nel 2015 (prevale
l’effetto di incentivo sul gettito Iva rispetto alla
riduzione Irpef che per effetto della detrazione
decennale manifesterà i suoi effetti nel tempo);
nel 2016 una riduzione per 193,7milioni di
euro, nel 2017 353,6 milioni di euro e per gli
anni tra il 2018 e il 20125 259 milioni di euro.
Per l’acquisto dei mobili, invece, l’effetto è positivo per 10,5 milioni di euro per il 2015 mentre nel biennio successivo la riduzione di gettito
sarà di 58,5 e 59,2 milioni.
Per il periodo 2018-2025 il calo sarà di 50milioni di euro.
Viene istituito per gli esercenti di attività d’impresa in forma individuale che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi o compensi
non superiori a determinate soglie individuate
dal codice ATECO, in base all’attività esercitata,
un regime forfettario di determinazione del reddito da assoggettare a un’unica imposta sostitutiva dell’Irpef, dell’Irap e dell’Iva, prevedendo
un regime contributivo opzionale che prevede
la soppressione del versamento del minimale
contributivo.
L’intento dell’Esecutivo è quello di ridurre a tre
(ordinario, semplificato e forfettario) i regimi fiscali esistenti, eliminando quelli considerati attualmente di vantaggio.
Coloro che aderiscono al regime forfettario
determinano il reddito imponibile applicando,
sull’ammontare dei ricavi/compensi percepiti,
il coefficiente di redditività fissato per l’attività
svolta. Il reddito cosi determinato, al netto dei
contribuenti previdenziali
obbligatori versati, è soggetto a imposta sostitutiva
di IRPEF, addizionali e IRAP
del 15%.
Il nuovo regime forfettario è
riservato alle persone fisiche, esercenti attività d’impresa o arti e professioni,
che nell’anno precedente:
non abbiano conseguito ricavi/compensi, ragguagliati
all’anno, superiori ai limiti
che saranno fissati per ciascun codice d’attività ATE-
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CO; abbiano sostenuto spese per l’acquisizione
di lavoro dipendente, accessorio e collaboratori
non superiori a 5.000 euro lordi; abbiano utilizzato beni strumentali (anche a titolo di locazione, noleggio leasing) il cui costo complessivo,
al lordo degli ammortamenti, a fine anno non
sia stato superiore a 20.000 euro. L’adesione al
nuovo regime forfettario può essere manifestata
nel modello con il quale si richiede l’attribuzione
della partita IVA e viene esclusa l’applicazione
degli studi di settore e dei conseguenti parametri. I beni utilizzati promiscuamente per l’esercizio dell’impresa o della professione e per l’uso
personale o familiare concorrono al calcolo del
suddetto limite di 20.000 euro per la metà del
valore.
Ai fini dell’Iva i soggetti che aderiscono al regime forfettario non possono esercitare la rivalsa dell’imposta ed è quindi considerato nelle
operazioni passive dell’imposta alla stregua di
un consumatore finale. Per quanto riguarda gli
adempimenti documentali i contribuenti devono
esclusivamente conservare i documenti fiscali emessi e ricevuti, certificare i corrispettivi,
numerare e conservare le fatture d’acquisto
e le bollette doganali ricevute e presentare la
dichiarazione annuale dei redditi. Sono, invece, esclusi dal regime forfettario i contribuenti
che: si avvalgono di regimi speciali ai fini IVA
o per la determinazione del reddito; non sono
residenti in Italia o in uno degli Stati membri
dell’unione europea o in uno Stato aderente
all’accordo sullo spazio economico europeo che
assicuri un adeguato scambio di informazioni e
che producono nel territorio dello Stato italiano
redditi che costituiscano almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto; effettuano, in
via esclusiva o prevalente, cessioni di fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi;
partecipano contemporaneamente a società di
persone, associazioni professionali o società a
responsabilità limitata.
All’interno del regime forfettario, e ferme restando le condizioni che ne consentono l’adesione, è prevista una disciplina di vantaggio per i
primi 3 anni d’attività del contribuente, riservato
a coloro che non abbiano esercitato nei tre anni
precedenti attività d’impresa o artistica/professionale e alle ulteriori condizioni che: l’attività
non deve costituire mera prosecuzione di altra
attività svolta precedentemente sotto forma di
lavoro dipendente o autonomo, salvo il periodo
di pratica obbligatoria per l’accesso alla professione; qualora venga proseguita un’attività
svolta da altri l’ammontare dei ricavi/compensi
realizzati nel periodo precedente non deve essere superiore ai limiti fissati per quella attività.
I contribuenti che soddisfano i requisiti sopra
elencati fruiscono, per il primo triennio d’attività,
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di una riduzione del reddito, soggetto all’imposta
sostitutiva del 15%, pari ad 1/3. Per ogni bambino nato o adottato nel periodo tra il 1° gennaio
2015 e il 31 dicembre 2017, viene riconosciuto
un assegno annuo di 960 euro (80 euro mensili)
erogato mensilmente dal giorno della nascita o
dell’ingresso in famiglia. La norma ha l’obiettivo
esplicito di incentivare la natalità e contribuire
al sostegno delle relative spese. L’assegno viene
corrisposto fino al terzo anno di età o il terzo
anno di ingresso in famiglia se adottato, ai figli
di cittadini italiani, o appartenenti ad un paese
dell’Unione europea o extracomunitari residenti in Italia con la condizione che i genitori non
abbiano un reddito annuo superiore ai 90milia
euro. Il reddito annuo viene determinato facendo
riferimento alle norme relative all’assegno familiare. Il limite di reddito non viene considerato
per la corresponsione dell’assegno solo nel caso
in cui il nuovo nato o adottato sia un quinto (o ulteriore) figlio. L’assegno è corrisposto dall’Inps
dietro domanda. L’autorizzazione di spesa per il
fondo è incrementata di 3,4 miliardi di euro per
il 2015 e 300milioni per il 2016. L’utilizzo anche
parziale delle risorse stanziate nel fondo è soggetto ad un vincolo temporale ed uno finanziario:
l’impiego infatti non può avvenire prima di ottobre (2015) e a condizione che siano rispettati gli
obiettivi di finanza pubblica. La legge di stabilità
2014 (147/2013) aveva introdotto una clausola di salvaguardia a copertura delle mancate
riduzioni o razionalizzazioni di spesa pubblica.
In particolare, aliquote, detrazioni e agevolazioni
sarebbero state ridotte in modo da determinare
risparmi per 3 miliardi nel 2015, 7 mld nel 2016
e 10mld di euro. La clausola di salvaguardia
viene di fatto riproposta per importi differenti e
realizzando uno slittamento temporale.
Quindi per il 2016 saranno 4 i miliardi posti a
garanzia della riduzione di spesa pubblica e
per il 2017 i miliardi sono sette. Complessivamente la clausola di salvaguardia passa dai 20
miliardi di euro complessivi sul triennio previsti
nella legge 147/13, agli 11 miliardi attuali. Si
deduce che i tagli strutturali di spesa pubblica
ammontino a 9 miliardi di euro. Viene prorogato
fino al 31/12/2015 il blocco degli adeguamenti
contrattuali dei dipendenti del pubblico impiego, contestualmente viene rinviato di un anno
il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale, quindi fino al 2018, e prorogato il blocco
dei automatismi stipendiali per il personale non
contrattualizzato di cui all’art. 3 d.lgs. 165/2001,
fatta salva la non applicazione di questa limitazione per i magistrati. Per razionalizzare i
pagamenti delle prestazioni, nei confronti dei
titolari di più prestazioni, se non esistono cause ostative a partire dal 1 gennaio 2015 tutte
le pensioni, gli assegni, le pensioni e indennità
di accompagnamento erogate agli invalidi civili
e le rendite vitalizie dell’INAIL verranno messe
in pagamento il giorno 10 di ciascun mese o il
giorno successivo se festivo o non bancabile
con un unico pagamento.
Comma 3 aumento aliquote Iva e accise – I
commi introducono una clausola di salvaguardia
a garanzia di risparmi di spesa e revisione della
spesa pubblica, aggiuntiva rispetto a quella già
confermata nell’articolo 18. In particolare, nel
2016 l’aliquota Iva del 10% viene incrementata
al 12% ed al 13% nel 2017; mentre l’aliquota
Iva attualmente al 22% aumenterebbe al 24%
nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018.
L’aumento delle accise, invece, dovrebbe garantire maggiori entrate per non meno di 700milioni
per il 2018 e ciascuno degli anni successivi. Le
maggiori entrate attese dall’applicazione della
norma sono pari a 12,814 mld euro nel 2016,
19,221 miliardi nel 2017 e 21,265 nel 2018.
Si osserva che la stima è stata realizzata immaginando che gli incrementi di aliquota non
determinino effetti sulle scelte di acquisto dei
contribuenti. L’aumento ulteriore dell’aliquota
può generare un effetto inferiore in termini di
gettito come già verificato recentemente. Gli incrementi Iva e accise possono essere sostituiti
integralmente o anche solo in parte, da provvedimenti normativi che determinino gli stessi
effetti positivi sui saldi di finanza pubblica attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa
per mezzo di interventi di razionalizzazione e
revisione della spesa pubblica.
PREZZI
STAMPA
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CREMONESI
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6
dicembre
Vengono introdotte ulteriori ipotesi di “reverse
charge” nel settore edile ed energetico. Il termine “reverse charge” nel regime I.v.a. indica
il meccanismo dell’inversione contabile che
si riferisce alla diversa modalità di annotazione contabile, dove il compratore soggetto Iva
dovrà dichiarare l’acquisto del bene o servizio
attraverso un’autofatturazione, ovvero un documento fiscale non emesso dal cedente ma,
appunto, secondo il principio dell’inversione
contabile, dall’acquirente. Affinché il principio
dell’inversione contabile possa essere applicato
devono concorrere i seguenti requisiti oggettivi
e soggettivi: un’operazione qualificabile prestazione di servizi ai fini IVA; la riconducibilità
della prestazione ad un rapporto di subappalto;
l’inquadramento dell’oggetto della prestazione
e dell’attività di entrambi i contraenti al settore
edile, come delimitato nella sezione F della tabella ATECO 2007. Il disegno di legge di Stabilità
2015 utilizza la disponibilità e i margini di manovra previsti dalla Direttiva 2006/112/CE, che
prevede il trasferimento dell’obbligo di versare
l’Iva al destinatario della cessione dei beni o
della prestazione di servizi in determinati settori
che, secondo l’esperienza degli Stati, siano considerati ad alto rischio di evasione dell’imposta.
Conseguentemente il disegno di legge di Stabilità 2015 estende il meccanismo dell’inversione
contabile alle prestazioni di servizi di pulizia,
di demolizione, di installazione di impianti e di
completamento relative ad edifici. In via temporanea (in conformità di quanto previsto dalla
direttiva europea 112/2006 circa il carattere
temporaneo della misura, che deve avere una
durata non inferiore a due anni e non protrarsi
entro il 31 dicembre 2018) l’inversione contabile viene estesa, per un periodo di quattro anni:
ai trasferimenti di quote di emissioni di gas ad
effetto serra definiti all’art. 3 della direttiva n.
2003/87/CE del 13 ottobre 2013, che istituisce
un sistema per lo scambio di quote di emissioni
dei gas a effetto serra nella Comunità, trasferibili a norma dell’art. 12 della direttiva stessa;
ai trasferimenti di altre unità che possono essere utilizzate dai gestori per conformarsi alla
predetta direttiva e di certificati relativi al gas
e all’energia elettrica; alle cessioni di gas e di
energia elettrica ad un soggetto passivo rivenditore, come definito nell’art. 7-bis, comma 3,
lettera a), D.P.R. n. 633/1972.
Per le cessioni di beni e prestazioni di servizi
effettuate nei confronti dello Stato, degli organi
dello Stato, ancorché dotati di personalità giuridica, degli enti pubblici territoriali e dei consorzi
tra essi costituiti, delle camere di commercio,
degli istituti universitari, delle unità sanitarie locali e degli enti ospedalieri, degli enti pubblici
di assistenza e beneficenza, per i quali i committenti pubblici non siano debitori d’imposta ai
sensi della normativa Iva, il Disegno di legge di
stabilità ne prevede il versamento dell’imposta
da parte degli stessi, secondo modalità e termini
fissati con decreto del Ministro dell’economia e
delle finanze.
Per quanto riguarda l’applicazione dell’inversione contabile alle prestazioni suddette, effettuate nei confronti di enti pubblici, è previsto che,
qualora il Consiglio dell’Unione europea non rilasci un’opportuna deroga, ai sensi dell’art. 395
della Direttiva 2006/112/CE del Consiglio, con
provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli, da adottare entro il 30
giugno 2015, l’aliquota della accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo e dell’accisa sul
gasolio usato come carburante sono aumentate
in misura tale da determinare maggiori entrate
nette per lo Stato non inferiori a 988 milioni di
euro a decorrere dal 2015. Il disegno di legge di
stabilità interviene con una fitta serie di norme
nel settore della raccolta dei giochi pubblici, al
fine di contrastare, intercettare e perseguire gli
operatori privi della concessione statale, volta
a ristabilire principi di parità di condizioni fra i
concessionari della rete statale e gli operatori
che operano nel nostro Paese privi di concessione statale, facendosi scudo di orientamenti giurisprudenziali interni, non pienamente allineati
alle più recenti pronunce in materia della Corte
di Giustizia UE.
A tal fine, in attesa del riordino della disciplina
in materia di giochi pubblici, conseguente all’attuazione della delega legislativa di cui all’art. 14
della legge 23/2014, nei confronti degli operatori anche esteri, che in assenza della concessione
dello Stato e senza essere collegati al totalizzatore nazionale dell’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, offrono comunque scommesse con
vincite in denaro in Italia, ovvero dispongano di
un punto di raccolta in Italia collegatovi telematicamente, è previsto: il divieto di scommesse
che consentano vincite superiori a euro 10.000;
il divieto della raccolta di scommesse per eventi
o giochi non inseriti nel palinsesto reso disponibile sul sito ufficiale dell’Agenzia delle dogane;
che il proprietario dell’immobili in cui ha sede
il punto di raccolta o l’esercizio commerciale,
qualora diverso dal proprietario dell’attività,
comunichino i loro dati anagrafici e l’esistenza
dell’attività di raccolta di gioco con vincita di denaro all’autorità di Pubblica sicurezza, entro 7
giorni dalla data nella quale l’attività è avviata;
l’applicazione di un’imposta unica su di un imponibile forfettario coincidente con il triplo della
media della raccolta effettuata nella provincia
ove è ubicato l’esercizio o il punto di raccolta,
•
desunta dai dati registrati nel totalizzatore nazionale per il periodo di imposta antecedente
a quello di riferimento, nonché con l’aliquota
massima stabilita dall’art. 4 comma 1, lettera b),
numero 3.1 del decreto legislativo 504/98. L’aliquota massima del numero 3.1, comma 1, lettera b), art. 4 del D.lgs 504/98 è quella dell’8%,
prevista nel caso di scommesse a quota fissa su
eventi diversi dalle corse di cavalli.
TORNANO LE NUBI SULLA SANITÀ
DELLA MARTESANA
Nonostante il roseo bilancio del nosocomio
cassanese, molte rimangono le questioni spinose
nell’Azienda sanitaria
di Antonio Pirano
CASSANO D’ADDA - Dopo un periodo di relativa tranquillità, torna al centro delle cronache la
situazione sanitaria di Cassano d’Adda e della Martesana. A riportare l’attenzione sul delicatissimo argomento, è stata la conferenza stampa indetta dalle R.s.u. dell’Ospedale Zappatoni . Le
preoccupazioni dei lavoratori dei presidi ospedalieri dell’ASL Milano 2 muovono, innanzitutto,
dalla prevista chiusura del punto nascite di Cernusco sul Naviglio. “Non è la prima volta che
la questione ostetricia torna alla ribalta – ha precisato il coordinatore delle Rsu dott. Pierluigi
Corsini – questo sta a dimostrare, tra le altre cose, la mancanza di progettualità nelle politiche
sanitarie locali”. “Chi ha il dovere di decidere lo faccia -. ha esortato Corsini – chiederemo alla
Regione di coinvolgere tutti i Sindaci del territorio per cercare di trovare, al più presto possibile,
una soluzione intelligente e condivisa.”. Tra le opzioni da considerare vi è anche il rispolvero di
un disegno mai completamente abbandonato: la creazione dell’ “Ospedale unico della Martesana”, in grado di servire utilmente l’ampio territorio che comprende, oltre a Cassano, anche Gorgonzola, Melzo e Cernusco. “Una idea alla quale non siamo contrari - ha voluto precisare il coordinatore sindacale – e che, se attuata con intelligenza, potrebbe risolvere alcuni dei numerosi
attuali problemi logistici e finanziari”. “La sanità in Lombardia non è in crisi come si vuole far
credere, – ha aggiunto il vicecoordiantore Roberto Cantile – spendiamo il 5.4% del Pil in questo
settore e rappresentiamo un esempio di Regione virtuosa. Per questo motivo è importante non
perdere tempo e rispettare quanto già funziona bene, come il presidio ospedaliero di Cassano,
a vocazione riabilitativa, che oltre ad offrire ottimi servizi, presenta anche una situazione economica in attivo”. Roseo, infatti, appare il bilancio dello storico ospedale cittadino. “Attualmente
dotato di quarantasei posti letto, tra riabilitazione cardiologica e pneumologica, lo Zappatoni è
in grado di soddisfare con professionalità le sempre crescenti richieste di tutta l’area – sono
i positivi dati sciorinati dal vicecoordinatore – Una serie di economie di scala consente inoltre
al nosocomio cassanese di presentare conti in attivo”. “Ampliare l’offerta nello stabilimento di
Cassano d’Adda, con l’incremento dei ricoveri e dei servizi ambulatoriali,– ha concluso Cantilepotrebbe portare utilissimi introiti economici per tutta l’Azienda sanitaria”.
A R R E D A M E N T I
BUZZINI
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dicembre
7
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LA CASERMA DEI CARABINIERI lascerà Cassano,
la proposta alternativa di Serafino Generoso
di Antonio Pirano
CASSANO D’ADDA - Mentre la Bre.Be.Mi. festeggia, con i suoi quasi cento chilometri tra
autostrada e viabilità accessoria, l’apertura al
traffico, umiliando la tangenziale di Cassano che
con i suoi due chilometri e mezzo non vede ancora la luce, un’altra tegola si abbatte sui cassanesi, ma anche sui paesi limitrofi.
A causa dell’oneroso costo di affitto della struttura ove è ospitata, l’Arma dei Carabinieri lascerà, probabilmente entro il 2016, e rimarrà solo
un piccolo presidio. Dice Generoso di Cassano è
Tua: “Come è nostra abitudine, oltre a non condividere scelte che impoveriscono e coinvolgono
negativamente il paese in cui viviamo, desideriamo sottoporre all’attenzione dei cittadini di
Cassano e ai suoi amministratori una proposta.
Appurato che l’attuale ex pretura ha spazi ridotti
e quindi non idonei, l’idea prevede di riportare
l’ex polo della sicurezza allo scopo originario spostandovi la caserma della Compagnia
dei Carabinieri. Il costo presunto di circa 2/2,5
milioni di euro, stanziati dal Comune, verrebbe
ammortizzato con un affitto di circa duecentocinquantamila euro all’anno, pari alla metà di
quanto costa l’attuale struttura, in soli dieci anni
o meno.
I vantaggi sono evidenti, continuità dell’attuale
permanenza e quindi controllo del territorio da
parte dei Carabinieri, e nel lungo periodo garanzie di un introito sicuro per le casse del Comune.
L’impresa potrebbe continuare l’opera, e il comune evitare costi accessori o penali. In caso
in cui l’amministrazione non potesse o non volesse intervenire economicamente si potrebbe
sempre operare in project financing.
Contrariamente a quanti pensano che mantenere una stazione con qualche carabiniere sia
già un successo, come Cassano è Tua riteniamo
importante per il nostro paese avere la Compagnia dei Carabinieri così come è stato sinora, sia
pure in una localizzazione diversa. Per quanto
riguarda l’auditorium vi sono già sul territorio
altre strutture idonee, che con una opportuna
ristrutturazione, assolverebbero benissimo allo
DEBAL DEB,
il guerriero della biodiversità
di Antonio Pirano
CASSANO D’ADDA - Affollata come in occasione di grandi eventi, Casa Berva ha ospitato Debal
Deb, scienziato indiano per la prima volta in Italia che, per i suoi studi e le sue iniziative legate alle
tematiche ecosostemibili è stato soprannominato “il guerriero della biodiversità”. P
romosso dall’Amministrazione comunale, l’atteso incontro ha visto la partecipazione, oltre che
di Deb, anche della paesaggista Anna Krauber, del ricercatore del Cnr Massimo Spadoni e dell’editore Massimo Angelini.
“Parlare di Expo è ormai all’ordine del giorno, purtroppo quasi esclusivamente per fatti di cronaca giudiziaria – ha chiarito il Sindaco Roberto Maviglia nel suo indirizzo di saluto – abbiamo
organizzato questa serata proprio per riportare all’attenzione di tutti il vero tema dell’esposizione
universale e non potevamo avere interlocutore migliore di Debal Deb, scienziato di fama internazionale, per entrare nel cuore delle problematiche nutritive che verranno trattate nelle giornate
dell’Expo”.
Nato in India nel 1961, Debal si è laureato in Ecologia all’Università di Calcutta, specializzandosi
poi in Economia ecologica all’Università della California.
Si dedica alla ricerca scientifica dal 1997 e a lui spetta il merito di aver realizzato l’unica banca
di semi di riso non governativa.
Seppur resa un po’ zoppicante e macchinosa dalla contestuale traduzione in lingua italiana,
la relazione dello scienziato indiano ha preso avvio dalla dimostrazione che le multinazionali,
stanno eliminando dal mercato molte varietà di piante edibili che la natura fornisce, invece, in
abbondanza.
Il sistema della biodiversità da lui proposto e sostenuto si basa, al contrario, su proposte produttive decisamente in antitesi con quelli attuati dalle grandi industrie alimentari.
Le tesi di Debal vivono una concreta attuazione con la sua fattoria che in India utilizza i metodi
ecologici e sostenibili, sostituendoli a quelli dettati dal commercio internazionale.
Una esperienza che è divenuta un punto di riferimento per i molti ricercatori e scienziati impegnati nella tutela e nel rispetto dell’ambiente e delle sue capacità produttive.
8
dicembre
Mezzi pesanti:
stop al passaggio
sul ponte
di Antonio Pirano
scopo come il cinema Giardino o il cinema Alexandra. Inoltre, per contenere i costi ed evitare esose parcelle, i progetti potrebbero essere
sviluppati con dei concorsi di idee. Si avrebbero molte nuove soluzioni con poche migliaia di
euro e si darebbe impulso ai liberi professionisti
che operano sul nostro territorio. Confidiamo
che l’amministrazione comunale voglia cogliere
questa nostra idea valutandola per i contenuti e
non per il nome dei proponenti ed evitare che
a Cassano restino solo piste ciclabili, zoppe ed
incomplete”.
Nuova sede per
la Polizia Locale
nell’ex pretura
CASSANO D’ADDA – In centro città non se
ne può più del passaggio dei mezzi pesanti
che causano smog e traffico. Promotori della
protesta in Consiglio Comunale i consiglieri
Casirati, Savino e Moretti. Nel merito è stato
chiesto di bloccare il passaggio dei camion
sul ponte per incentivare l’utilizzo della nuova
alternativa Bre.Be.Mi. e liberare così Cassano
dal traffico pesante. Sull’argomento interviene Luigi Cerrato: “A mio giudizio il vero
scopo del documento era quello di sollecitare l’avanzamento dei lavori della tangenziale. Il problema sta nella sua tempistica che
fa venire seri dubbi sulla reale volontà delle
opposizioni. È vero, a partire dal mese di agosto i lavori sono rallentati, causa fenomeni
atmosferici e meccanismi perversi di contabilità che non consentono il pagamento della ditta da parte della Provincia. Ci troviamo
comunque all’interno dei 711 giorni previsti
per la consegna dell’opera, in una fase dunque di adempimento e la Giunta ha ricevuto
raccomandazioni dalla stessa Provincia sulla
ripresa delle attività. Usare uno strumento di
protesta di questo tipo, in questa fase, non
sarebbe rispettoso degli accordi contrattuali,
se non a fini propagandistici”.
di Antonio Pirovano
CASSANO D’ADDA – E’ operativa la nuova sede
per il comando di Polizia Locale in via Dante,
nell’ex pretura al primo piano.
Nello stesso stabile gli altri locali verranno occupati dal nuovo sportello unico comunale “Spazio
città”, dall’ASL e da varie associazioni.
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Cassanesi pro e contro MAVIGLIA
di Olivia Ghiglia
CASSANO D’ADDA – Gli abitanti di Cassano sono
sul piede di guerra e si rivolgono al Sindaco per
chiedere interventi efficaci contro i comportamenti aggressivi e le condotte incivili sia verso
le persone che le cose. I cittadini non ne possono più di furti, aggressioni, mancanza di rispetto
per le regole, rifiuti abbandonati… Per questo
hanno chiesto interventi urgenti. Immediata
l’ordinanza del Primo cittadino con disposizioni che mirano a ristabilire ordine e pulizia. Tra i
cassanesi c’è chi ci crede e chi no, ecco i loro
commenti: “Finalmente il Sindaco si è svegliato!!!” Altri invece si sono spinti oltre: “E’ ora che
Maviglia si dimetta!!!” AMICA: una associazione
per i talenti musicali cassanesi
di Marco Galbusera
CASSANO d’A. - Una nuova realtà è da poco
entrata nel già consistente panorama culturale
cassanese. Si tratta di A.M.I.Ca, Associazione
musicisti e interpreti cassanesi, sorta da pochi
mesi su impulso di un gruppo di concittadini appassionati di musica e bel canto e presentata
ufficialmente presso i suggestivi ambienti di
Villa Maggi Ponti. “ Due sono le finalità principali
che si intendono perseguire – ha precisato Luigi
Cernuschi, medico condotto e Presidente della
neonata Associazione – la promozione di eventi e attività culturali nel campo della musica e,
prima di tutto, la valorizzazione delle non poche
giovani eccellenze cassanesi ”. “Cassano è ricca
di ragazzi di particolare talento – ha proseguito
Cernuschi – giovani che prendono molto dalla
comunità, dalla scuola e che possono restituire
qualcosa con le loro esibizioni, gratuite ma di
alta qualità, a beneficio di tutti”. “L’iniziativa è
stata accolta con favore da tutti – ha concluso
Cernuschi - è doveroso ringraziare le parrocchie cassanesi, compresa quella ambrosiana
di Groppello, per la disponibilità dimostrata nel
mettere a disposizione le chiese quali luoghi di
esibizione e l’Amministrazione comunale, che
ha concesso il patrocinio e compartecipato ad
alcune spese”.
“Per gli studenti del conservatorio è sempre più
difficile trovare possibilità esecutive – è stato
l’entusiastico intervento della professoressa
Anna Abate, docente di pianoforte presso il Conservatorio Verdi di Milano - eppure si tratta di
occasioni formative importantissime per tutti
loro, con le quali possono veramente affinare al
meglio le loro potenzialità”. “E’ bello puntare sui
giovani – ha concluso la prof.sa Abbate – ed è
una grande occasione poter iniziare questa nuova sfida a Cassano, località di grande storia e
cultura e che ben può inserirsi in un percorso
musicale in grado di coinvolgere altre località e
realtà”.
“Abbiamo accolto come una grande opportunità
per il nostro territorio quanto il dottor Cernuschi
ci ha proposto – ha evidenziato il Sindaco Roberto Maviglia nel suo breve indirizzo di saluto
– valorizzare i giovani e promuovere la cultura
sono due obiettivi di grande impegno e che ben
ci sentiamo di condividere e supportare”.
Intensa l’esibizione di Andrea Tamburelli, che
ha concluso la serata sulle note di Chopin, Liszt,
Rachmaninoff e Skriabin. Tamburelli, nonostante la giovanissima età, vanta già un curriculum
internazionale di tutto rispetto, tra cui il conseguimento di un master di due anni a Tel Aviv.
Una testimonianza tangibile dell’alto valore dei
giovani che l’Associazione intende sostenere e
valorizzare.
Già confezionata la prima stagione concertistica
della Associazione. La data di esordio è stata il
25 ottobre alle ore 21.00 presso l’Auditorium di
Villa Borromeo con un “Pianoconcerto” di Federica Ceriza, Elena Sandon e Gabriele Pellegrini,
è seguito il concerto di domenica 30 novembre,
sempre in Villa Borromeo, con la maestria di
Simone Cernuschi, Mosè Querenghi e Thomas
Ghigioni. Gli eventi proseguiranno poi, fino al
mese di maggio 2015, tra le varie chiese cittadine (Annunciazione, Cristo Risorto e Sant’Antonio, Groppello).
dicembre
9
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GIORNATA INTERNAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
di Giusy Diolosa
POZZO D’ADDA – A Novembre l’Amministrazione comunale ha organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne lo spettacolo teatrale “CHE RAZZA DI AMORE” a
cura dell’Associazione Acetico Glaciale. E’ seguito il dibattito “Femminicidio, stalking, violenza sulle
donne”, a cura della criminologa giornalista Cristina Brondoni.
La violenza contro le donne è ritenuta una violazione dei diritti umani. “Violenza di genere” è il
termine usato molto spesso per definire questo tipo di violenza che in una accezione più ampia
abbraccia anche quella contro un soggetto minorenne.
Questa terminologia è largamente usata sia a livello istituzionale che da persone e associazioni di
donne che operano nel settore.
La violenza alle donne solo da pochi anni è diventata tema e dibattito pubblico. Mancano politiche
in contrasto al riguardo, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute
negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo.
Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali e a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione mondiale della
sanità, almeno una donna su cinque ha subito
abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel
corso della propria vita.
Il rischio maggiore sono i familiari, mariti e
padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio.
•
Italia ad alto rischio idrogeologico…e Vaprio?
di Sergio Imbornone
VAPRIO D’ADDA - Le immagini drammatiche
sull’esondazione, l’ennesima, di Genova, che
passano in queste settimane su tutte le televisioni, suscitano sensazioni forti. Di incredulità:
un’altra volta? Possibile? Ma non fanno nulla?
Di angoscia: per tanti cittadini incolpevoli, la
cui vita è sconvolta dalla furia dell’acqua che
spazza case e cancella attività economiche. Di
rabbia e fastidio: per tanti personaggi, amministratori - burocrati - politici, che si affannano a
scaricare le responsabilità di non aver realizzato
i lavori necessari e continuano a promettere soldi e interventi “subito”.
L’Opposizione vapriese spiega la propria posizione: “Noi qui a Vaprio negli ultimi dieci anni
siamo riusciti a mettere in sicurezza completa
il nostro territorio dopo la rovinosa esondazione
del fiume del 2002, con opere colossali, costose
e difficili (l’automazione della diga, il rifacimento
di argini e sponde, lo spostamento del depuratore, la ristrutturazione dell’alzaia, il risanamento
del naviglio, la revisione completa della rete cittadina di smaltimento delle acque piovane). E’
stato probabilmente il risultato più importante
del lavoro dell’Amministrazione Orlandi, un
risultato di cui andare
legittimamente orgogliosi, perché ha migliorato
veramente la vita dei
nostri cittadini. Tutto
bene quindi? Non proprio, perché il lavoro di
protezione non è ancora
finito. Lo scorso anno è
emersa la necessità di
rinforzare con scogliera
un tratto di circa 30 metri sotto lo scolmatore
fognario e la passerella sul naviglio, a rischio di
erosione in caso di piene. Dopo ripetuti contatti e incontri con i Dirigenti dell’AIPO, l’autorità
competente con sede a Parma, si è raggiunto un
accordo per un loro intervento del costo di circa
€ 30.000, di cui la metà a carico del Comune.
L’intesa è stata formalizzata con la delibera di
Giunta n. 56 del 6.5.2014, ma da allora non si
vedono sviluppi, né si ha notizia di pressioni e
solleciti perché inizino i lavori. Inutile dire che
l’opera è urgente, come si può facilmente intuire dagli eventi alluvionali di questi giorni, e oltretutto costano poco (infinitamente meno dei 6
milioni di cui si parla per la nuova scuola media).
D’accordo, il cambio di Amministrazione anche
qui non ha aiutato, ma è il caso di cominciare a
darsi una mossa, perché il fiume non aspetta e i
segnali di rischio li ha già dati”.
Scolmatore fognario: EMERGENZA SPARITA?
di Sergio Imbornone
visita il sito
www.aquaneva.it
Via Verdi - 20065 INZAGO (MI)
10 dicembre
VAPRIO D’ADDA - Qualcuno forse ricorderà che
nel maggio scorso, a causa di un urto da parte
di un autotreno non identificato, lo scolmatore
fognario sull’alzaia subì un leggero spostamento, con ripercussioni sulla conduttura interna e conseguente percolamento dei liquami.
Un danno ambientale serio, contro cui si scatenarono immediatamente in molti, Legambiente in
testa con un esposto che gridava allo scandalo. Ovviamente la denuncia fu subito ripresa acriticamente dalla stampa e dalla minoranza,
“vergogna” era l’espressione più elegante.
Sull’argomento Alessandro Riva chiarisce:
“Considerando che ad oggi la situazione non è
cambiata riteniamo opportuno sollecitare l’argomento e fare chiarezza.
Innanzitutto distinguiamo tra due problemi diversi:
1) un intervento urgente di sigillatura della parte
lesionata dello scolmatore a seguito dell’incidente;
2) un progetto di risanamento complessivo dello
scarico in Adda.
Il primo è emergenza , il secondo è programmazione.
Entrambi gli aspetti sono stati ampiamente
valutati dalla ex amministrazione (e non solo),
con scelte e tempistiche necessariamente diverse. Partiamo con un po’ di cronologia:
Il 24/4 avviene il sinistro, immediatamente viene
interessato il gestore della rete fognaria Brianzacque, che il 30/4 realizza una indagine video
ispettiva da cui risulta confermata la rottura.
Il 13/5 ci viene trasmessa la relazione con richiesta al Comune di una preliminare valutazione della sicurezza statica della struttura, per
poter intervenire con la riparazione senza rischi.
Il 15/5 in un incontro in Comune (Sindaco,
UTC, Brianzacque) viene concordato un intervento rapido nel giro di una quindicina
di giorni da parte del gestore per sigillare
la rottura, previo rilascio del parere statico.
Fin qui un percorso diretto e velocissimo, dettato dall’urgenza, dopo i tempi si dilatano e la
“pratica” si burocratizza.
Il problema dello scarico in Adda invece è
perfettamente conosciuto da quasi quindici
anni, ben prima che arrivassimo noi e senza bisogno che si scomodasse Legambiente. Ed è sempre stata una situazione critica
per due aspetti, la scala del lavatoio ridotta a
fogna a cielo aperto ogni volta che, causa di
temporali, saltavano i tombini e l’allacciamento diretto di due cortili in fondo alla piazza. Su entrambi gli aspetti l’Amministrazione Orlandi è intervenuta. Il primo è stato risolto definitivamente lo scor-
so anno in occasione della realizzazione della
passerella. ll secondo è stato affrontato con i due gestori
degli ultimi anni, Idra e Brianzacque, ma non si
è riusciti a trovare la loro disponibilità per un
investimento che, a fronte di un beneficio relativo (una cinquantina di persone da collegare
in rete, meno dell’1% della popolazione), presentava forti incognite economiche, logistiche
ed autorizzative, a partire dall’auspicata ma non
concessa demolizione dello scolmatore stesso.
Si è pertanto puntato sul nuovo gestore competente dal prossimo anno, il CAP, finanziariamente più solido, con cui definire un progetto
rilevante da realizzare nei prossimi anni, facendogli inserire da subito nel suo piano investimenti una disponibilità economica di oltre €
600.000. E questa è la prospettiva concreta
che abbiamo lasciato alla nuova Amministrazione. Da allora, e sono passati molti mesi, lo
scolmatore è rimasto nelle condizioni di prima ed i liquami fognari continuano ad uscire.
Ma del problema nessuno ne parla più, e colpisce soprattutto il silenzio assordante di Legambiente e della nuova Amministrazione.
Vuoi vedere che avevamo capito male noi, ingenui, e che l’emergenza non era ambientale ma
elettorale?”
dicembre
11
•
•
Melzo offre
lavoro ai cittadini
in difficoltà
di Rita Minutillo
MELZO - Il Comune promuove occasioni di lavoro per soggetti maggiorenni residenti in stato di
disoccupazione, inoccupazione, iscritti alle liste
di mobilità, cassaintegrati, nonché per studenti
maggiorenni residenti regolarmente iscritti a corsi
di studi, che si trovino in condizioni economiche
disagiate.
Al prestatore di lavoro occasionale verranno assegnati dei buoni lavoro (c.d. voucher) del valore
lordo di € 10,00 cadauno per ora lavorata.
Il progetto, per un totale complessivo di mille ore,
riguarderà le seguenti attività: tinteggiatura e
verniciatura del patrimonio comunale; manutenzione aree verdi comunali, strade e segnaletica;
manutenzione varia edifici comunali; prestazioni
ausiliarie di supporto ai servizi scolastici; attività
ausiliarie di accertamento per il servizio di igiene
ambientale.
Per saperne di più: www.comune.melzo.mi.it
nella sezione “Bandi, avvisi e concorsi”, oppure
Sportello Polifunzionale “Spazio Città” in piazza
Vittorio Emanuele II n. 1 (telefono 02/951201 –
indirizzo mail: [email protected].).
Donna dall’abbigliamento trasandato,
ma osè adesca gli
anziani
di Donato Musarò
MELZO – Si sposta nei paesi della Martesana in motorino e cerca di adescare gli anziani
con proposte hard. La donna, vestita in modo
trasandato, ma con ampie scollature, ferma
i passanti con qualche scusa e poi “attacca
bottone”, accompagnandoli fino al loro domicilio. La signora è solita trattenersi dalla
metà della mattinata fino al tardo pomeriggio
sempre sulle solite panchine seminascoste
dagli alberi o dalle auto in sosta. Dopo aver
richiamato l’attenzione degli anziani avvia con
essi una breve conversazione con atteggiamento disinibito ed ammiccante, seguendoli e
continuando con insistenza a chiedere notizie
ed informazioni. La stessa scena si ripete in
diversi paesi del circondario, fortunatamente
alcuni anziani non sono caduti nella trappola
della donna e hanno segnalato il caso alle forze dell’ordine.
12 dicembre
BUONGIORNO!
VOLONTARI CERCASI!
di Rita Minutillo
di Piero Capano
INZAGO - Buongiorno! Niente di più semplice, un gesto fra i più comuni, ma forse c’è di più dietro
questa piccola parola quotidiana. Cosa intendo quando dico a qualcuno: “buongiorno”?
Perché lo faccio? Un saluto lo si dà per molteplici motivazioni e tutte molto radicate nella cultura
del singolo e del luogo. Innanzitutto un saluto è un atto di cortesia (magari falso o farisaico) verso i nostri simili, anche verso coloro dei quali non ci importa nulla, un atto che nell’educazione
ricevuta ci sentiamo obbligati a fare.
Molti forse la pensano così: una parola vuota, ma obbligata, “per buona creanza”, per l’appartenenza alla società, che si aspetta da noi che si vada d’accordo, anche se non è vero.
Ma non basta. Un saluto è anche un atto di memoria verso di noi, come l’elemosina e altri gesti
ugualmente gentili verso il prossimo. Nessuno crede che basti un buongiorno per cambiare il
destino in meglio, ma essere gentili, più disponibili verso gli altri, ci ricorda l’esistenza del prossimo e del fatto che anche noi siamo il prossimo degli altri.
Alcuni ritengono il saluto come il mezzo per farsi aprire la porta dalla persona cui devono chiedere un favore, individui per i quali fino a poco prima eravamo “trasparenti” di colpo ci salutano,
o tornano a salutarci, e se non ottengono ciò che vogliono ci ritolgono il saluto… per fortuna! C’è
poi anche il saluto “dovuto”, quello alla persona di rispetto o di potere.
Un saluto cui non ci si può esimere se si vuole vivere in pace e, forse, averne in cambio delle
briciole, piuttosto di niente o di un danno. Questo saluto è foriero di grossi guai visto che diventa
implicitamente qualcosa di più e cioè il riconoscimento dello status del salutato. Sembra si stia
parlando di mafia, ma la cosa è più sottile e di esperienza quotidiana.
Pensiamo ai politici, soprattutto quelli locali, quando salute uno di questi non crediate che chi vi
vede farlo non pensi che tra voi non ci sia qualche intesa e, se di appartenenza diversa, vi metterà nella sua personale lista di proscrizione, almeno fino a prova contraria. Ma c’è di più, anche
il salutato può vedere il vostro gesto come di “sottomissione” al suo ruolo/potere, e ritenere di
potervi chiedere qualcosa in cambio della sua benevolenza (presunta).
Ma tutto questo vale anche per il carismatico socio dell’associazione dove siete volontari, per il
collega che sta facendo carriera, per il vicino di casa che si “fa valere” e così via….
Poi c’è anche chi saluta poco: per “timidezza”, perché teme che poi qualcuno invada il “suo
spazio”, per indifferenza o perché non gliene frega niente… e anche in questi casi le spiegazioni
annesse sono molteplici. Visto quanto complicato può diventare un saluto? Per questo, forse, c’è
chi decide di non salutare affatto limitandosi a scambi commerciali e baratti, qualcosa solo in
cambio di qualcos’altro…. Signori che mi avete letto, è stato un piacere poter parlare con voi e,
comunque, a tutti: “Buongiorno!”.
MELZO - Il Progetto Spazio Compiti cerca volontari. L’iniziativa è un’attività di aiuto e sostegno
ai ragazzi, che frequentano la scuola media,
nello svolgimento dei compiti. Si svolge presso
il Centro Protagonismo Giovanile “Un Secondo
Dopo” e presso l’Oratorio “San Giovanni Bosco”.
Lo Spazio Compiti viene organizzato dal progetto Dopofficina al Centro per il Protagonismo
Giovanile (presso il Dopolavoro) il martedì e il
giovedì dalle 14,30 alle 16,00. Da quest’anno
è iniziata anche una collaborazione con le attività di aiuto compiti dell’Oratorio “San Giovanni
Bosco”.
Ogni volontario segue un gruppo, al massimo,
di sei ragazzi per almeno un pomeriggio la settimana, li aiuta nello svolgimento dei compiti, li
sostiene nell’impegno e nella fatica dello studio
collaborando con gli operatori presenti e favorendo l’interscambio tra i ragazzi.
Possono proporsi come volontari studenti delle
superiori, universitari, insegnanti in pensione e
tutti coloro che, in possesso di adeguate competenze, hanno la passione per poter accompagnare i ragazzi nello svolgimento dei compiti. Il
progetto Dopofficina offre formazione e supervi-
sione al gruppo dei volontari e la certificazione
dell’esperienza per chi necessita dei crediti formativi scolastici. Per ulteriori informazioni con-
tattare 338/8776332 - Anna Gatti mail:
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dicembre
13
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Il Sindaco Caterina fa il punto della situazione e
augura un sereno Natale ai suoi concittadini
di Giorgio Olivieri
POZZUOLO MARTESANA A sei mesi dalle elezioni
comunali il Sindaco di Pozzuolo Angelo Caterina
fa il punto su quello che è stato fatto dall’inizio
del suo secondo mandato. <<Vorrei ringraziare
ancora una volta i cittadini per la fiducia che mi
hanno concesso (Caterina ha vinto con quasi il
74% dei voti n.d.r.). Credo che gli elettori abbiamo voluto premiare il buon lavoro svolto nello
scorso mandato ma anche dare fiducia ai nuovi
candidati, ecco perché il nostro lavoro sarà svolto in un’ottica di continuità e di innovazione allo
stesso tempo. Sono estremamente soddisfatto
della nuova squadra, composta in parte da persone che sono state riconfermate ma anche da
diversi volti nuovi. Si tratta di giovani di grande
professionalità che hanno voglia di imparare
come funziona la “macchina pubblica” impegnandosi per il bene della nostra comunità.
Intanto, procedono i lavori in tutti i settori: dal
piano di diritto allo studio - che garantisce ai nostri ragazzi una formazione di qualità – alle opere pubbliche, ma anche attività culturali e servizi
sociali.
Proprio in questo settore per il quarto anno consecutivo abbiamo aperto il bando “ISEE crisi” per
sostenere le famiglie colpite dalla crisi. Sempre
in questo ambito, abbiamo triplicato le risorse
per incentivare l’inserimento lavorativo.
Nel settore dei lavori pubblici, oltre a quelli di
manutenzione, procedono i lavori per ultimare le
nuove opere: ad esempio, proprio in questi giorni
è stato inaugurato il nuovo campo da calcio ed
è in programma a breve il completamento del
nuovo tennis club. Credo che le risorse pubbliche
impegnate in questi ambiti siano un investimento
per garantire ai nostri ragazzi strutture sportive
sicure, favorendo momenti di aggregazione per
prevenire future devianze. Il cittadino è sempre
“al centro” del nostro lavoro in un’ottica di continuo miglioramento della qualità della vita e dei
servizi offerti. Anche sul fronte della tassazione
non abbiamo voluto gravare ulteriormente sulle
famiglie già in difficoltà a causa del perdurare
della crisi economica: il nostro Comune può
vantare, infatti, una tassazione tra le più basse
della zona.
In conclusione, vorrei augurare a tutti un sereno
Natale ma soprattutto lanciare un messaggio di
ottimismo per il 2015 in cui speriamo ci possa
essere una ripresa economica. Vorrei invitare tutti i cittadini, a partire proprio da noi Amministratori, a “rimboccarsi le maniche” e darsi da fare
per cogliere le opportunità che potrebbe offrire
anche un momento difficile come quello che attraversiamo.>>
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14 dicembre
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EUTANASIA DI UN COMITATO
di Piero Capano
INZAGO - Da poco il Villaggio Residenziale è
senza il suo Comitato di Quartiere. Con due diversi comunicati (uno che chiamava in causa
il Centro Destra e l’altro l’Amministrazione Comunale) tutti i membri eletti hanno scelto la via
delle dimissioni come forma di protesta contro il
Sindaco, in pratica, ritenendosi poco considerati
da quest’ultimo. Strana fine di un impegno che,
nato dalla necessità di contrastare l’eliporto del
defunto Grossi, ha cercato di darsi una prospettiva più ampia riattivando la forma del “Comitato
di Quartiere” prevista dallo Statuto del Comune.
L’Amministrazione ha assecondato senza troppa
convinzione questa volontà espressa dai cittadini
del Villaggio, anche se quasi subito qualcuno ha
intuito la volontà della Maggioranza di instaurare una forma di “camicia di forza” attraverso
la stesura del nuovo regolamento del Comitato che ne indicava l’elezione e la decadenza in
concomitanza con le elezioni comunali, nell’ipotesi di poter così contare su una rappresentanza “vicina” alla Giunta che governava il paese.
L’atteggiamento dell’Amministrazione si è visto
in occasione della raccolta firma per sfiduciare
il Comitato, effettuata in forma “domestica” da
un membro stesso del Gruppo non prettamente
in linea con alcuni suoi colleghi. Ne è sorto un
parapiglia che ha aiutato il Sindaco a congelare
le firme dei cittadini del Villaggio che chiedevano
nuove votazioni per rieleggere i loro rappresentanti di quartiere. In questi anni il Comitato ha
proposto diverse azioni per il Villaggio, facendosi
portavoce in Comune di istanze, non tutte andate a buon fine, ma sicuramente utili. Eppure,
sin dall’inizio, la sua azione è stata inficiata dalla
forte politicizzazione imposta da alcuni dei membri eletti, più vicini di altri, alla Maggioranza che
governa il Comune.
Questo, com’era prevedibile, ha diviso e indebolito l’operato del Gruppo. E’ stato clamoroso
il caso della limitazione del transito dei mezzi
pesanti in via Cascine Doppie. Un tema rilevante
che è stato affrontato addirittura da “due Comitati”: quello eletto, ma “espressione” della Maggioranza di Centro Sinistra e quello “spontaneo”
della Minoranza di Centra Destra, al quale si
erano rivolti alcuni cittadini del Villaggio bypassando il Comitato ufficiale. La sequenza dei: “è
merito nostro…- che si è protratta per anni dopo
l’esito positivo dell’azione è stata ripresa anche
in occasione delle dimissioni del Gruppo. Spesso
nell’operare il Comitato non ha brillato in chiarezza e trasparenza, è noto a tutti, per esempio,
che le date delle riunioni non erano mai rese
pubbliche e i verbali delle stesse pubblicati solo
a loro discrezione. Moneta questa, ricambiata
nella stessa maniera dal Centro Destra che si è
occupato delle trattative per snellire il traffico di
Cascine Doppie con il Comune di Pozzuolo senza
informare il Comitato. Inutile tentare di dare delle
colpe o individuare chi ha cominciato per primo:
è quello che è stato messo sotto il naso dei cittadini quello che conta.
Così tra alti e bassi del Comitato, l’azione
dell’Amministrazione, aiutata anche dai fattori
caratteriali di alcune persone attive nel Gruppo,
ha intrapreso un’azione di contenimento e delegittimazione dello stesso che ha demotivato i
membri dal continuare. Tuttavia la vita del Comitato non è stata un’esperienza inutile e non
dovrebbe essere abbandonata dagli abitanti del
Villaggio, anche se rimane un’ esperienza da ripensare per quanto riguarda il suo rapporto potenzialmente incestuoso con l’Amministrazione
in carica.
Se la sua azione fosse autonoma e riferita ai soli
problemi del quartiere sarebbe un passo avanti importante, e a questo dovrebbero mirare i
cittadini del Villaggio per far sì che qualcuno li
rappresenti in maniera neutrale in base ai reali
problemi del quartiere e non alle proprie vicinanze - o meno - con l’Amministrazione in carica.
Interessante a questo punto sarà osservare il
comportamento dell’Amministrazione Calvi. Il regolamento vorrebbe che si procedesse a nuove
consultazioni per eleggere un nuovo Comitato
ma, forse, tutto si farà tranne questo. Si lascerà
che il tempo passi e che il Comitato venga dimenticato. E’ bella la “democrazia partecipata”,
ma sai quant’è meglio il “qui comando io”. Chi
vivrà vedrà.
dicembre
15
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DISTRIBUTORE ESSO, BOMBA O GAS?
di Piero Capano
Inzago – Bomba o gas? Ad oggi nessuno può dirlo. L’ipotesi più plausibile è che alcuni ladri per
portare via una cassaforte abbiano fatto crollare
l’intero ufficio di un distributore di benzina. E’
accaduto qualche settimana fa al distributore
della Esso lungo la Strada Padana superiore.
Un boato che ha svegliato tutto il paese alle ore
2,15. I ladri, invece di aprirsi un varco nel muro
e portare via la cassaforte, hanno fatto crollare
l’ufficio e parte del magazzino-cambio gomme
a fianco. A quanto pare hanno usato troppo tritolo e l’esplosione conseguente poteva costare
molto cara ad un cliente che nel fare benzina si
è ritrovato scaraventato a molti metri di distanza
dalla pompa. Dopo la deflagrazione sono accorsi sul luogo numerosi inzaghesi atterriti dall’esplosione che ha completamente distrutto la
palazzina. Lo spettacolo che si è presentato loro
è stato una montagna di macerie. Ad Inzago non
era mai accaduto nulla di simile, l’ipotesi più
probabile è la bomba poiché l’edificio, epicentro
dell’esplosione, ospitava cassa e shop, deposito
di gomme e autoricambi e i locali magazzino.
Oppure si ipotizza una fuga di gas da malfunzionamento, visto che sempre lì si trovava anche la
caldaia. Nessuno esclude altro, ma l’ipotesi più
sinistra, quella dell’intimidazione, ad oggi non è
suffragata da fatti: nessuna minaccia pregressa,
nessun problema particolare per il titolare.
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16 dicembre
dicembre
17
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Alla festa del paese botte da orbi, e gli animali
stanno a guardare…
di Piero Capano
INZAGO – Ad ottobre alla Festa del Paese sono
volate sberle e spintoni tra animalisti ed inzaghesi che difendevano la loro Fiera. Il giorno
dell’esposizione del bestiame, sotto la pioggia,
il movimento degli animalisti ha apostrofato
con improperi indecenti gli organizzatori della
Sagra. La contestazione è degenerata con gli
allevatori che rispondevano agli attacchi e lo
scontro tra le due parti ha avuto momenti di
forte tensione. Gli attivisti del Fronte Animalista
contestavano la Fiera - uno degli appuntamenti
più tradizionali del mondo agricolo e dell’allevamento locale (ufficialmente siamo alla 211ima
edizione, ma le origini risalgono alla metà del
1600) - dove decine di allevatori, agricoltori e
produttori provenienti da tutta la Regione e oltre, presentavano animali e prodotti, nel corso
di un appuntamento che, nonostante il giorno
feriale, annualmente richiama migliaia di visitatori. Immediato l’intervento dei Carabinieri, della
Polizia Locale e anche del direttore di Clippers,
Domenico Frustagli, che dialogando con gli animalisti faceva notare che le forze dell’ordine
avrebbero problemi maggiori da fronteggiare
che non le loro prese assolute di posizione e
che manifestare insultando chi non la pensa
come noi non è né civile, né corretto. Alla fine
gli animi si placavano, ma non si può fare a
meno di sottolineare la totale assenza degli
Amministratori comunali. Solo successivamente interveniva il Sindaco che ribadiva: “Quanto
accaduto nell’ambito della 211a edizione della
Sagra sta interrogando sia la cittadinanza che
la Pubblica Amministrazione inzaghese. La ‘nostra festa’ 2014 proponeva ben quaranta iniziative di tipo culturale, turistico, ludico-sportivo,
commerciale, informativo e una decina di tipo
religioso, perché questo è da oltre duecento
anni il mix che la nostra comunità, attraverso
il lavoro meticoloso del Comitato di coordinamento Sagra e Fiera, ha saputo esprimere nella
storia. Solo chi vive qui sa che questa comunità
vede la presenza di oltre cinquanta organizzazioni di volontariato, quattro cooperative sociali,
due fondazioni per la cura di anziani e malati.
Entità che nel silenzio e nella continuità del proprio impegno giornaliero a favore dei più deboli
esprimono un importantissimo valore aggiunto
alla comunità inzaghese nel suo complesso.
Solo chi vive qui conosce l’importanza delle
tradizioni legate alle radici della propria storia di cui l’annuale Festa del paese, nelle sue
due componenti, laica e religiosa, è la massima espressione. Ma è anche vero che i tempi cambiano, come cambiano bisogni e sensibilità ed è quindi doveroso che la Pubblica
Amministrazione proponga, come già si fa da
qualche anno, un’analisi oggettiva dei risulta-
Coordinamento dei Comuni per la pace e già
dotata di un proprio Ufficio Diritti Animali, ha
sempre cercato di operare in senso non dirigistico, ma ricercando collaborazione con tutti,
Ritiene che diversità di opinioni e problemi debbano ottenere ascolto, attenzione e
dialogo per facilitarne la comprensione e la
condivisione di soluzioni e dichiara la propria disponibilità ad incontrare delegazioni
delle diverse parti aventi causa nella vicenda.
Invita pertanto le parti in causa a soprassedere
dalle manifestazioni di protesta e a contattare
la segreteria comunale per incontrare l’Amministrazione”. Una vicenda triste, con tutti i
problemi di questo paese, vedere persone che
creano disordini con la scusa di salvaguardare
gli animali (già in condizioni più che dignitose)
è veramente desolante. Gente che lavora, che
ti raggiunti anno per anno favorendo eventuali
aggiornamenti di proposte. Purtroppo una delle manifestazioni di quest’anno ha visto al suo
interno un episodio di contestazione, critica e
poi di scontro che rischia, e in parte ne ha già
prodotto l’effetto, di far passare la nostra città ed i suoi abitanti per quello che non sono,
cioè persone insensibili al benessere animale.
Questa Amministrazione, partecipante attiva al
•
vuol tenere vive le tradizioni del territorio insultata da provocatori che forse farebbero meglio
ad organizzare presidi davanti a talune macellerie islamiche che, ci risulta, utilizzano metodi
ben più cruenti di una tranquilla sagra di paese.
Nella foto Attilio Bonora
La redazione
augura
Buone Feste
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dicembre
19
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Politica inzaghese, cominciamo a tirare i dadi
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LUCA BROGGIO
GALDINO MOTTA
di Piero Capano
INZAGO - Le prime indiscrezioni sui papabili candidati alle prossime amministrative vedono in pole position Andrea Fumagalli di Forza Italia. Molto probabilmente correrà da solo, poiché è forte la tentazione di Galdino Motta, ex
segretario democristiano, di candidarsi a Sindaco con NCD, sostenuto dall’ex
leghista e vicesindaco Mario Paschetta e dalla Lega Nord, coordinata molto
bene da mesi, da Ivan Giuliani. Quest’ultimo, sicuramente, avrà un ruolo strategico nella lista civica della destra inzaghese, ma avrà veramente le mani
libere per portare fino in fondo il suo progetto? Per quanto riguarda la sinistra
PD, il dopo Calvi è tutto da decidere. Si dice che l’attuale Primo cittadino spinga per Riva, poco amato e poco conosciuto dagli inzaghesi.
Un’altra fronda dell’attuale Maggioranza spingerebbe per Enrica Borsari, più
stimata in paese.
Anche Gabriella Molina ambirebbe alla poltrona di Sindaco, ma ad oggi pare
molto distante dai desideri del PD, che al suo interno ricerca un giovane al
primo cimento in politica.
Outsider Paolo Acquati, ma a questo punto si andrebbe a riformare la vecchia
coalizione di estrema sinistra che ha governato per nove anni Inzago lasciando
strascichi ancora non risolti, motivo per cui molti nel PD non vorrebbero assolutamente la solita e vecchia alleanza tra i vari Pirola, Catanzariti e via dicendo.
A questo punto Rifondazione comunista ricandiderebbe la signora Renzi, quo-
ANDREA FUMAGALLI
IL SINDACO,
BENIGNO CALVI
ENRICA BORSARI
ROSSANA FRUSTAGLI
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20 dicembre
MARIO PASCHETTA
dicembre
21
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VISO
•
ta rosa, con Pirola. Altro gruppo al
lavoro la squadra composta dai fratelli Bonora, da Abramo Facchinetti
il quale scioglierà i residui dubbi, se
candidarsi o meno, solo alla fine,
anche se gli inzaghesi lo vorrebbero
in campo, dopo aver apprezzato le
sue battaglie contro questa Amministrazione e i suoi tecnici.
Da capire quale sarà la scelta dei
Grillini e del movimento Nuovo Centro Inzaghese composto da CPL e
UDC. La formazione guidata dalla
giovanissima Rossana Frustagli che
però ha già le idee chiare: “Tagli a
tutti gli sprechi, ai privilegi, lotta alla
corruzione e alla cementificazione,
riqualificazione del centro, oggi
veramente penoso e degradato,
spazi verdi per le famiglie, lotta alla
disoccupazione con incentivi per le
aziende inzaghesi, taglio delle tasse
per i nuclei familiari e le imprese.” E
Luca Broggio, il nostro ex e amatissimo Vigile? Inzago ha sicuramente
bisogno di lui…..
IVAN GIULIANI
ABRAMO FACCHINETTI
IL CORTILE
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Utilizzabile entro il 31/01/15
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Ristorante Toscano
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Tel. 02 9547566
Il Cortile è un accogliente ristorante che si propone
come punto di riferimento per tutti gli appassionati
della cucina toscana che desiderano riscoprire sapori
genuini e ricette tradizionali.
Il menu è ricchissimo e offre dagli antipasti tipici ai
primi a base di pasta, dalle specialità di carne, ai dolci
fatti in casa. Ingredienti freschi, di provenienza italiana, e una ricca carta di vini caratterizzano menu sempre diversi, preparati con prodotti di stagione.
22 dicembre
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Lombarda”154
BELLINZAGO LOMBARDO
dicembre
23
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LOCANDINE, MANIFESTI, CARTELLONI;
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