presentazione - Casa Editrice Ambrosiana

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presentazione - Casa Editrice Ambrosiana
PRESENTAZIONE
Molti anni fa, quando Fiorello Doglia era ancora uno
specializzando del primo anno della Scuola di agopuntura della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli, ebbi occasione di osservare le sue ottime capacità grafiche. Egli cercava di riportare sul quaderno
degli appunti la localizzazione degli agopunti e il tragitto dei meridiani e, inquieto e insoddisfatto, confrontava i suoi disegni con quelli dei vari atlanti che la
scuola aveva a disposizione, notando spesso le imprecisioni e le incoerenze.
Sicuramente nacque allora l’idea di creare un
atlante di agopuntura che chiarificasse le incertezze
sulla localizzazione di alcuni agopunti riportate dai
vari Autori (anche classici) e che soprattutto potesse
dare un’idea stratigrafica dei sistemi dei meridiani,
intendendo per «sistemi» il complesso del meridiano
principale e dei suoi secondari (luo, distinto, tendino-muscolare, ecc.) e quell’idea assillava così tanto
Fiorello Doglia che ne fece argomento della sua tesi
di specializzazione.
Finalmente ha portato a termine la sua opera, che
credo non abbia bisogno di presentazione.
NOTA DELL’AUTORE
Come espresso nella prefazione, ho iniziato questo lavoro
circa dodici anni fa. Molte sono state le vicissitudini durante questo tempo e, devo dire, quasi mai allegre; sono
accaduti intorno a me molti eventi tristi che mai avrei immaginato; tra questi l’inaspettato decesso del dottor Riccardo Morandotti.
Gli atlanti di agopuntura (cinesi ed europei) finora
in commercio non mettono in evidenza le discordanze dei vari Autori sulla localizzazione anatomica degli agopunti; non approfondiscono la stratigrafia del
sistema dei meridiani; non trattano a sufficienza del
percorso dei meridiani secondari; raramente presentano tavole topografiche locali con tutti gli agopunti;
non evidenziano le zone di riunione importanti (ad
esempio, Baihui, base della lingua, ecc.); difficilmente contengono tavole riassuntive. Ebbene, l’atlante
che Fiorello Doglia ha realizzato presenta invece tutti questi requisiti.
Questo atlante sarà un ottimo e agile strumento
didattico sia per i neofiti della Medicina Tradizionale
Cinese che per i colleghi già esperti che vogliono
«rinfrescare» le loro conoscenze.
Che dire di più? Una sola cosa: sono veramente
orgoglioso di essere stato io a insegnare a Fiorello
Doglia i primi rudimenti della Medicina Tradizionale Cinese.
Dottor Riccardo Morandotti
PREFAZIONE
Che dire di un lavoro iniziato, sicuramente per necessità di studio e un po’ anche per gioco, durante
gli anni di frequenza della scuola di agopuntura? Un
lavoro lasciato e ripreso un’infinità di volte, per diversi motivi, che, analizzati oggi, dopo più di dieci
anni e con il dovuto distacco, appaiono provvidenziali. Si può dire che ora è giunto il momento: lo spazio-tempo giusto perché esso sia pubblicato. Infatti,
dopo l’ennesima chiusura nel cassetto, e dopo l’ennesimo «rivoluzionamento», quasi per caso e in poco
tempo «l’idea» ha preso «forma»!
«Aggiungi frecce al tuo arco!» Mi disse così, quando ero ancora studente universitario, un anziano, caro collega; un’altra, invece, era solita ammonirmi:
«Non mancare mai di verificare!».
Da allora ho sempre cercato di onorare questi insegnamenti; così, nell’incoscienza dei vent’anni, ho
pensato di aggiungere al mio «arco» non «frecce»,
bensì gli «aghi celesti» 1 tanto affascinanti e misteriosi, quasi magici, come tutto ciò che non si conosce.
Ero molto lontano dall’immaginare le possibilità terapeutiche dell’agopuntura e della Medicina Tradizionale Cinese; anzi, all’inizio degli studi, ho dovuto
fare molti «atti di fede» nell’imparare una nuova interpretazione dell’anatomia, della fisiologia, della
patologia, della clinica, della terapia nonché della
prevenzione dallo stato di malattia di quel piccolo,
grande universo che è l’organismo umano, secondo
il modello del pensiero medico tradizionale cinese.
Come, credo, tutti i colleghi, durante gli studi univer-
sitari ho riempito centinaia di fogli con schemi e classificazioni usando le «parole» per imparare un linguaggio parlato. Durante gli anni di frequenza della scuola
ho invece approfondito la conoscenza della Medicina
Tradizionale Cinese e dell’agopuntura, usando un linguaggio certamente più consono alla mia mente: il disegno! Ho disegnato e ridisegnato, questa volta, centinaia di tavole, e l’ho fatto per me, per imparare e per il
piacere di disegnare. Nel frattempo ho svolto la professione o meglio, ho «verificato» quotidianamente la
«mia agopuntura», avendo sempre in mente che, se
non ottenevo risultati terapeutici soddisfacenti, avevo
mancato in qualcosa: C’era l’indicazione a trattare il
paziente? Era corretta la diagnosi? Non avevo sbagliato nella scelta dei punti? Avevo sfruttato bene le loro
proprietà, le loro azioni e i possibili sinergismi ? Non
avevo sbagliato a localizzarli?
Ho assillato spesso con ipotesi, dubbi e quesiti vari
il buon Riccardo Morandotti, che come insegnante è
sempre stato un riferimento presente e comprensivo.
Conseguito il diploma, quella parte della mia mente che è stata addestrata a verificare e che cerca di non
lasciare niente al caso ha sostanzialmente imposto all’altra parte, più libera e giocosa, di cimentarsi nella
realizzazione di questo lavoro. Si potrebbe dire che il
«medico» ha praticamente costretto «l’artista»a dedicarsi alla realizzazione dei disegni di questo atlante;
non si trattava di ricercare la solita, «disintossicante»
libertà del disegno a mano libera ma di analizzare,
sintetizzare, classificare, razionalizzare…
1. L. Gwei-Dien e J. Needam hanno chiamato l’agopuntura «arte degli aghi celesti».
VIMMPrefazione
Lo spirito che mi ha animato a disciplinare questi
disegni è stato senz’altro «avventuroso».
Si trattava, infatti, di tentare di creare uno strumento insostituibile per il medico che si occupa di agopuntura: un «compagno» indispensabile nelle fasi di
apprendimento, ma anche nella pratica clinica quotidiana; agile, pratico, comparativo tra le diverse scuole
e i diversi Autori, riassuntivo, didattico, ragionato…
Oggi, ripensando a tutte queste «pretese», mi nasce un sorriso! (Però, chissà se senza «quello spirito»
avrei mai iniziato?)
Comunque ho cercato, per quanto ho potuto, di
ideare e rendere le tavole quanto più possibile lineari, coerenti e tecniche, perché fossero soprattutto di
riferimento alla perizia per l’esatta localizzazione
dei punti. Sempre per gli stessi motivi, ho accettato
la revisione elettronica dei disegni, curata con molta
fedeltà, rispetto agli originali, dalla Casa Editrice
Ambrosiana, che ringrazio per l’altrettanta disponibilità. Ne sono scaturite delle tavole sicuramente
meno «artistiche», ma più tecniche, a tutto vantaggio
della chiarezza grafica.
Non sta a me giudicare se il risultato finale sia apprezzabile, anche se finora quest’opera ha avuto benevola considerazione da parte di illustri amici e colleghi, che mi hanno sostenuto nell’affrontare i vari
ostacoli e ai quali vorrei esprimere il ringraziamento
più profondo; quasi certamente essa sarebbe rimasta
a giacere, ancora per chissà quanto tempo, se a un certo punto qualcosa non avesse voluto che questo materiale, sintesi di cassetti zeppi di disegni preparatori, finalmente prendesse vita.
Personalmente penso si tratti di un lavoro in grado di soddisfare, almeno in parte, lo scopo iniziale,
che era quello di superare numerosi dubbi e perplessità inerenti al già di per sé difficoltoso studio del
corpo teorico dell’agopuntura tradizionale cinese.
Oggi, dopo quindici anni di studio e di pratica
della professione, ho rafforzato sempre più la convinzione che aggiungere l’agopuntura all’arsenale di
un medico significa aggiungere ben più di una semplice «freccia»!
ISBN 88-408-1175-3
D’altra parte, è opinione comune che sia ormai
doveroso favorire il pieno e corretto utilizzo di questa metodica, spogliandola definitivamente dall’appellativo di pratica terapeutica «alternativa» e integrandola, al pari di tante altre conoscenze mediche,
tra limiti ed efficacia, nella cultura medica corrente.
Per fare ciò è necessario, innanzitutto, renderne lo
studio coerente e ben codificato nella solidità delle
basi teorico-pratiche che, al di là dei modelli interpretativi più o meno condivisi, permettono di formulare una diagnosi che distingue l’atto medico dalle approssimazioni.
Tutto ciò mi sembra sia stato l’intento comune delle scuole operanti in Italia durante questi anni, e il
fermento che c’è oggi intorno all’agopuntura sottolinea la positività del lavoro svolto finora da tutti i
suoi cultori.
Spero che questo atlante si riveli uno strumento
utile e faciliti la comprensione, da parte del mondo
occidentale, di una delle più interessanti teorie di base della Medicina Tradizionale Cinese, che è appunto quella inerente ai decorsi della «rete dell’animazione»2 (meridiani) e alla localizzazione dei punti.
Faccio ammenda con il lettore per queste pagine, forse
un po’ inusuali, nelle quali ho espresso riflessioni certamente di carattere troppo personale; tuttavia ho
preferito raccontare apertamente parte della mia
esperienza senza fare sull’argomento le ormai note
considerazioni di ordine generale che, del resto, altri
illustri colleghi hanno ben esposto in moltissimi testi.
Adesso che l’atlante è pronto, «l’artista» torna al silenzio del suo mondo interiore, il «medico» torna alla professione quotidiana.
Rimane questo libro e la speranza che esso torni
utile a sostenere la «realtà» dell’agopuntura, bene
prezioso soprattutto per chi, nel proprio percorso di
vita, si trovi a dover fronteggiare quelle patologie che
maggiormente si giovano del suo corretto impiego.
Sarò lieto se avrò raggiunto questo scopo.
Fiorello Doglia
Albano Laziale, aprile 2002
2. Dal Huang Di Neijing Ling Shu, capitolo 8.
Questo libro è dedicato a:
mio padre… per il dono del disegno;
mia madre… per il dono del silenzio;
tanti altri che ci sono, o sono passati e che mi hanno
insegnato con il loro «fare».
Ma principalmente il pensiero va al compianto Riccardo Morandotti.
Il suo dono è stato quello della passione per il
«mestiere» dell’agopuntura e della Medicina Tradizionale Cinese. Più di un pensiero è rivolto alle sue
doti di intuizione e di ragionamento; alla sua chiara
e diretta capacità di insegnare, alla sua presenza che
non si esaurirà.
È con profonda gratitudine che penso al suo impegno
e alla sua capacità di tramutare la passione in grande
dignità professionale, integrando le conoscenze di
Medicina Tradizionale Cinese con quelle di Medicina
Occidentale, tentativo che in definitiva crea una figura di medico e terapeuta del tutto nuova nella nostra
cultura.
Infine, un grazie di cuore a quanti si apprestano a
studiare con rigore, passione e onestà spirituale, filosofica e intellettuale, senza mai pensare di «essere arrivati», ma che tuttavia restano sempre capaci di
mantenere vivo in sé… il senso del meraviglioso.