Atto secondo - Filarmonica della Scala
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Atto secondo - Filarmonica della Scala
Elena Il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare è un'opera carica di simbologie e metafore, in grado di mettere a nudo alcuni aspetti della vita umana, in particolare il nostro mondo interiore che possiamo sintetizzare in due categorie di carattere generale: • Conscio (la città di Atene - il regno umano nonché simbolo di costrizione e repressione, illuminata dalla luce del giorno che attraverso il sole, portatore di verità, rappresenta il mondo razionale ed ordinato secondo leggi e costumi) • Inconscio (il bosco - un regno fatato e mistico, simbolo di sessualità selvaggia ed incontrollabile, liberatoria e terribile, illuminato dalla luce oscura dalla luna in grado di falsare i contorni degli oggetti e delle persone rappresenta il mondo misterioso e carico di segreti dove l'uomo si confonde, ritorna alle proprie radici e riflette). I personaggi hanno una loro simbologia; i quattro innamorati hanno temperamenti e personalità diversi che potrebbero essere ricondotti ai quattro elementi: Fuoco, Acqua, Terra e Aria. Il personaggio di Elena rappresenta, in questo gioco di associazioni, l'elemento Acqua poiché incarna una sentimentalità sfrenata, anche se malata, malsana ed a tratti masochista. Elena, infatti, rappresenta l'eccesso di sottomissione, in grado di spingersi fino ad un punto di non ritorno: il capovolgimento dei ruoli tradizionali. Qui non è l'uomo che corteggia la donna, bensì la donna che corteggia l'uomo. Sembra, infatti, che Elena non abbia orgoglio: si mostra sempre paziente e supplichevole nei confronti di Demetrio e nonostante sappia di rendersi ridicola continua costantemente ad inseguirlo. Così facendo, mostra i capricci dell'amore ed i suoi eccessi, poiché l'amore acceca, togliendo i freni inibitori a chi ama davvero. Elena non riesce a farsi una ragione del fatto che Demetrio non l’ami ed è quindi incapace di allontanarsi da lui. Questo personaggio sprigiona un forte sentimentalismo: prova emozioni profonde, che non riesce a controllare, arrivando ad esiti malsani quando chiede a Demetrio di fare di lei ciò che vuole, in un disperato e totale atto romantico. Alcune battute rappresentative del personaggio di Elena: Atto secondo Scena prima - Un bosco nei pressi di Atene. “Sei tu a tirarmi dietro, con il tuo cuore duro come una calamita; eppure tu non attiri del ferro volgare, perché saldo come l’acciaio è l’amor mio. Rinunzia alla tua forza d’attrazione, ed anche a me non basterà più la forza per seguirti”. “È proprio per questo che t’amo di più. Sono come il tuo cagnolino; e più mi batti Demetrio e più ti son devota e fedele. Trattami come il tuo cagnolino, sdegnami, picchiami, trascurami, smarriscimi: concedimi soltanto, indegna come sono, di seguirti. Qual parte potrei pretendere nel tuo amore – pur se sia una parte cui tanto ambisco - peggiore che quella d’esser trattata come tu tratteresti il tuo cane?” “Ed io mi sento male, invece, quando non ti posso vedere”. “ La tua stessa onestà m’è garanzia. Che non è più notte s’io guardo il tuo volto, quindi non mi par più d’essere allo scuro; né in questo bosco mi sento mancar di protezione, perché tu vali per me, quanto la compagnia di tutto il mondo e quindi come si può pretender ch’io sia sola, quando tutto il mondo è qui a proteggermi?” “ La più feroce non ha un cuore selvaggio quanto il tuo. Fuggi, se vuoi. Vuol dire che l’antica favola sarà raccontata al contrario: Apollo fugge e Dafne gli dà la caccia; la colomba insegue il grifone; e la docile cerbiatta accelera il passo per inseguir la tigre e prenderla! Vana corsa , ahimè, quand’è la vigliaccheria a correre all’inseguimento e il coraggio, invece, a darsela a gambe!” “ Ahimè, che tu mi fai oltraggio nel tempio, nella città, nella campagna. Demetrio, i torti che mi usi svergognano la modestia del mio sesso: noi donne non possiamo lottare per conquistarci l’amor nostro come pure possono fare gli uomini. Dovremmo esser noi a venir corteggiate, e non a corteggiare. Io ti seguirò e trasformerò l’ inferno in un paradiso, se sarò colpita da una mano ch’io amo tanto”. Demetrio ed Elena in "Sogno di una notte di mezza estate" regia di Mauro Bolognini 1975