Anime nere - Comune di Buccinasco
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Anime nere - Comune di Buccinasco
COMUNE DI BUCCINASCO Servizio Cultura e Comunicazione Associazione Culturale Teatrale GLI ADULTI in collaborazione con l’Associazione Culturale “Gli Adulti” BUCCINASCO CONTRO LE MAFIE 18 marzo 2016 ore 21.00 - Auditorium Fagnana via Tiziano, 7 “Anime nere” di Francesco Munzi Interpreti: Fabrizio Ferracane, Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Barbara Bobulova, Giuseppe Fumo, Anna Ferruzzo, Aurora Quattrocchi La vicenda di questo di questo film si svolge ad Africo, paesetto della Calabria ai piedi dell’Aspromonte. È una storia che ricorda molto la tradizione neorealistica del cinema italiano in un contesto odierno la cui peculiare attualità è la dimensione internazionale alla quale neppure Africo, luogo che sembra essersi fermato ai tempi arcaici dei pastori-patriarchi, dove la lingua nazionale non è mai arrivata e dove “Garibaldi fece una brutta fine”, può sfuggire. Infatti, è dall’Olanda che arrivano i soldi che due dei fratelli protagonisti della vicenda destinano alla famiglia: Luigi ne guadagna molti grazie al controllo del traffico di droga che ha nel porto di Amsterdam, il proprio centro operativo, e che suo fratello Rocco ricicla a Milano, ripulendoli con la copertura di un’improbabile attività d’imprenditore. Il terzo fratello, Luciano, invece, non si è mai allontanato da Africo, dove conduce orgogliosamente una vita modesta, quasi povera, fra le capre che porta al pascolo e che gli permettono un commercio pulito di prodotti ovini. I rapporti con i due fratelli malavitosi non sono per niente cordiali poichè li vede solo nei brevi periodi in cui essi ritornano al paese per salutare la vecchia madre, per distribuire balocchi e profumi alla parentela femminile rimasta nel paesello e soprattutto per decidere affari poco chiari, che possano accrescere il prestigio della “famiglia”. Altro personaggio coprotagonista del film è Leo, figlio irrequieto di Luciano. Questi una notte spara alcuni colpi di fucile sulla saracinesca di un bar protetto da un clan locale. Una provocazione come risposta a un'altra provocazione. Un atto intimidatorio ma anche un gesto oltraggioso che il ragazzo immagina come prova di coraggio e affermazione d'identità nei confronti del clan rivale e, particolare non trascurabile, nei confronti del padre, maggiore dei tre fratelli, dedito alla cura degli animali e dei morti, ritenuto dal figlio un codardo perché lontano dalla cultura delle faide. Luciano, che vorrebbe lasciarsi alle spalle l’offesa che lo aveva reso orfano da piccolo e che aveva precipitato l’intera famiglia nel “disonore” della povertà e della scarsa considerazione sociale, vede con angoscia che il figlio si sta avventurando in pericolose provocazioni e paventa il suo inevitabile avvicinarsi a Luigi e Rocco. In questo clima matura la tragedia terribile e imprevista che si abbatterà su tutti loro, vanificandone progetti e aspettative e distruggendo ad uno ad uno i colpevoli e gli innocenti, ma spezzando, infine, la catena delle faide e delle vendette. Per questo carattere di catastrofe fatale, inspiegabile e catartica, degna delle antiche rappresentazioni teatrali, alcuni critici hanno parlato di film costruito come una tragedia greca di cui sarebbero ravvisabili almeno alcuni elementi: la prevalenza maschile degli attori; il ruolo subalterno delle donne, sfondo corale della vicenda; la presenza di un protagonista sconfitto nel proposito di evitare la conclusione drammatica; il tema della vendetta; l’elemento satirico dei capri. Al di là di questi elementi classicheggianti, mi pare in ogni caso che il finale della pellicola, assai sorprendente, costituisca la parte migliore dell’intero lavoro, perché, allontanandosi dal carattere documentario della parte centrale, introduce alcuni elementi di riflessione e insinua qualche dubbio circa il ruolo deterministico dell’ambiente sulla storia dei personaggi, rendendola meno angusta e gettando una luce più interessante su tutto il film, che resta pur sempre radicato, rispetto alle immagini, ai comportamenti e alla lingua, nella piccola realtà di Africo. Penso sia utile, infine, una considerazione per non lasciarsi ingannare dal tema del film. Con molto rispetto verso Garrone e Saviano, sarebbe un errore fare un parallelo tra Munzi e Garrone (regista di “Gomorra”). Criaco (l'autore del libro da cui è tratto il film) non è Saviano e “Anime nere” non è “Gomorra”: Munzi non vuole dare lezioni e pare che finga di sospendere il giudizio, sembra che voglia apparire neutrale e rispettoso per un mondo atavico, primordiale. In realtà non c'è assoluzione da parte di Munzi verso una cultura così irrimediabilmente corrotta, quanto semmai un tentativo onesto di ampliare il discorso, andando al di là di presunte tare razziali. La cultura è ciò che conta, anche nell'ambito della stessa criminalità. Il problema, sembra dirci Munzi (e forse ancor prima di lui lo scrittore del romanzo), va ricercato proprio lì, nel cuore di una cultura che non fa prigionieri; tutti vittime e carnefici di loro stessi. “Anime nere”, per l'appunto, magari perché semplicemente vuote. A cura di Pino Nuccio IL REGISTA Regista e sceneggiatore italiano, conosciuto per aver diretto Saimir (2004), Il resto della notte (2008) e Anime nere (2014). Francesco Munzi nasce nel 1969 a Roma. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche nel 1998, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma. Durante tutti gli Anni Novanta inizia a lavorare come documentarista, firmando opere come Van Gogh (1990), La disfatta (1994) e Il neorealismo. Letteratura e cinema (1999). Parallelamente comincia anche a firmare i suoi primi documentari: Valse (1992); Tre del mattino (1994); Nastassia (1996); L'età incerta (1998); e Giacomo e Lo Mua (1999). Anime nere Nel 2014 arriva “Anime nere”, tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco. Munzi dirige il suo primo melodramma crudo e oscuro ed è per questo enormemente elogiato dalla critica. Al termine della presentazione al festival di Venezia l’applauso di 13 minuti sarebbe continuato se le gentili ma ferme maschere del palazzo del cinema non avessero accompagnati gli spettatori verso l’uscita. Fonte My Movies PROSSIMO FILM 22 aprile 2016 - ore 21 Viva l’Italia di Massimiliano Bruno